Omaggio alla grande compassione - queste istruzioni sono simili al diamante, al sole, all’albero della
medicina
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Dei due testimoni sostieni il principale.
Coltiva costantemente solo la mente gioiosa.
Se questo può essere fatto anche quando distratto, sei addestrato.
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7. Un Commentario su “L’Addestramento Mentale in Sette Punti”
Sé Chilbu Chökyi Gyaltsen (1121-89)
1 Il nome di Serlingpa è Dharmakīrti, che letteralmente significa: “la fama del Dharma”.
2 “Mantra” qui si riferisce all’intero sistema di pensiero e pratica buddhista conosciuto come Vajrayana, mentre
“Perfezione” si riferisce alla tradizione mahāyāna generale conosciuta come il sistema del sūtra o “della perfezione”.
3 I sei parametri costituiscono i confini dentro i quali una lettura corretta di un testo Vajrayana della classe dello yoga
supremo devono aver luogo. Per una spiegazione in linguaggio contemporaneo dell’ermeneutica Vajrayana, vedi R.
Thurman “Vajra Hermeneutics”
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Vimalakīrti11, mentre nel suo ragionamento analitico seguiva i Livelli del Bodhisattva12 . Questa istruzione
deriva da Ārya Maitreya. L’insegnamento presente appartiene alle istruzioni ricevute dal maestro Serlingpa.
Questo, a sua volta, si basa sulla seguente asserzione da Insegnamenti di Vimalakīrti:
Il vedere [egoista] del composto transitorio è il seme del Tathāgata13 .
Proprio come un loto non nasce da un terreno ben arato ma dal fango, allo stesso modo la mente del risveglio
non nasce nel cuore dei discepoli in cui l’umidità dell’attaccamento è prosciugata. Cresce piuttosto nel cuore
degli esseri senzienti ordinari che posseggono in pieno tutte le catene della schiavitù. Perciò, in dipendenza
di questo afferrarsi al sé, è possibile coltivare la mente del risveglio che scambia se stessi con gli altri, che è
la causa non comune per ottenere lo stato di buddha. Questo stesso afferrarsi al sé è, di conseguenza,
“l’ossatura” dei buddha.
Poiché il maestro Serlingpa dette questa a lui come l’essenza della sua pratica spirituale, Atiśa accordò
grande rispetto e venerazione a questo specifico maestro, più che a suoi altri maestri. Atiśa affermò, “La poca
gentilezza d’animo che io posseggo è dovuta alla gentilezza del mio maestro Serlingpa. A causa di ciò, il mio
lignaggio è benedetto”. Inoltre, Atiśa si narra abbia asserito che nessun rimedio sia nel veicolo del Mantra sia
in quello della Perfezione può essere un sostituto adeguato per varcare la soglia di questa pratica spirituale.
Atiśa concesse questo [insegnamento] al mentore spirituale Dromtönpa come sua pratica fondamentale.
Sebbene Dromtönpa abbia avuto molti discepoli, i suo allievi principali furono i tre fratelli14 .
Chenga Rinpoché si dice che abbia affermato che si deve dapprima uguagliare e poi praticare lo scambio.
“Questa” si insegna, “è la tradizione di Maitriyogi”. Si narra che Potowa affermasse [43]: “Per quanto mi
riguarda, quando la ricevetti dall’anziano laico della foresta di ginepri di Radreng15, udii che, nella tradizione
del maestro Serlingpa, si deve praticare lo scambio sin dall’inizio”. Qui presenterò l’istruzione di Potowa.
Questa ha sette punti:
I. Presentazione dei preliminari, la base
II. Addestrarsi nelle due menti del risveglio, la pratica principale
III. Prendere le condizioni avverse sul sentiero dell’illuminazione.
IV. Presentazione riassunta della pratica di una vita
V. Presentazione della misura dell’aver addestrato la mente.
VI. Presentazione degli impegni dell’addestramento mentale
VII. Presentazione dei precetti dell’addestramento mentale.
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15 Questo è un riferimento a Dromtönpa, che fondò il famoso monastero Kadam di Radreng.
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se stessi e degli altri”. Contempla questi punti non solo quando il tuo entusiasmo per l’addestramento della
mente è forte, ma anche quando tale entusiasmo è debole. [44]
16 “Camera delle divinità” (lhai khangpa) qui si riferisce al proprio luogo di meditazione, dove il praticante ha le
immagini delle divinità, come Buddha, disposte su un altare. Nell’uso generale, la forma abbreviata di questa parola,
lhakhang, è spesso tradotto in italiano come “tempio”.
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Perciò, la mente stessa che compie l’azione di applicare i rimedi tramite sperimentare la vacuità di tutti i
fenomeni, inclusi i tuoi corpo e mente, non è stabilita. [In generale,] tutti gli oggetti di conoscenza vengono
inclusi nella classe di o oggetti o menti. Inoltre, poiché la mente nella sua generalità è già stata esaminata,
dovresti pensare: “Con certezza nulla è stabilito primordialmente come possedere realtà sostanziale”. Libera
la mente dalle elaborazioni concettuali in questa maniera e lasciala in questo stato di non afferrarsi alla
natura intrinseca in termini di ognuno dei tre tempi. Focalizza la mente con facilità, lucidità ed entusiasmo,
non permettendole di cadere sotto l’influsso di o opacità (mancanza di chiarezza) o eccitazione. Questo è
presentato dal verso seguente:
Poni la tua mente sulla base di tutto, il sentiero effettivo20.
Devi identificare la mente ordinaria e porla in uno stato libero da negazione o affermazione. Poiché tutti i
sette tipi di coscienza sono menti concettuali, abbandonali. Il punto essenziale è evitare di essere contaminati
da una concettualizzazione di dualità di soggetto-oggetto. Susseguentemente, qualora la concettualizzazione
sorgesse, osservando la consapevolezza con la consapevolezza, lasciala riposare libera nella realtà stessa.
Poiché ciò costituisce la meditazione effettiva della chiara luce, mantieni la tua sessione intensa ma di breve
durata; in una sessione, puoi aver molte sotto-sessioni. Per quanto riguarda la durata della sessione di
meditazione, si dice che: “la miglior sessione deve avere una base stabile e deve finire in uno stato gioioso”.
Alla conclusione, dopo aver dissolto le tue visualizzazioni, coltiva grande compassione per quelli senza tale
realizzazione. Pensando: “Porrò tutti gli esseri nella verità non distorta di tale modo ultimo di esistere”,
dedica tutte le virtù per il beneficio degli altri. Poi lentamente sciogli le tue gambe intrecciate e svolgi i riti in
sette rami nella stanza delle divinità.
2. Le [pratiche] del periodo susseguente
In che modo addestrarsi nelle pratiche susseguenti è presentato dal seguente:
Negli intervalli sii un evocatore di illusioni.
I periodi susseguenti devono essere coltivati senza perdere il sapore del tuo equilibrio meditativo [sulla
vacuità]. Perciò, sebbene le percezioni di sé e degli altri, dell’ambiente esterno e degli esseri in esso, e così
via, sorgano, è la tua allucinazione che causa l’apparire di cose non esistenti [come esistenti]. Contemplando
tali cose come indistinguibili da cavalli ed elefanti illusori, abbandona l’afferrarsi alla realtà sostanziale.
Sebbene ti percepisca in termini dei tuoi cinque aggregati, non sei altro che un’apparenza della mera
aggregazione di cose originate dipendentemente. Oltre a ciò, nessun sé possiede una natura eterna e unitaria.
[46] Contempla e vedi [te stesso] come una persona illusoria che si impegna in attività di andare e venire e
interagisce con oggetti. Non rimanere vuoto, non pensando a nulla, ma piuttosto sii sostenuto dall’attenzione
consapevole e l’istante in cui qualcosa appare ai sensi, pensa: “Anche questo è simile a un’illusione, è simile
a un sogno”. In questo modo, sperimenti gli oggetti con il relazionarti a tali massime.
Quando vedrai [ogni cosa] in questa maniera, durante i periodi susseguenti la tua mente non si allontanerà
dall’esperienza simile a un sogno della sessione meditativa. In questo modo, durante gli intervalli tra le
sessioni, volgi tutte le tue attività virtuose nel sentiero. Dimora così nella grande unione, senza perdere
l’esperienza della sessione di meditazione per tutta la durata di tutte le attività. Per rendere questi punti, il
maestro citò la stanza seguente e spiegò le pratiche dei punti rilevanti assieme con le loro qualità benefiche:
Perciò assicurati che tutte le tue pratiche rimangano
Incontaminate dall’aderire all’afferrarsi a entità reali
E dispiegale attraverso la grande vacuità simile al vasto spazio;
[Allora] viaggerai nella sfera della grande beatitudine immortale 21.
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Se non scambi completamente
La tua felicità con la sofferenza degli altri,
Non diventerai un buddha.
Nemmeno nel saṃsāra ci sarà felicità23. [VIII:131]
Perciò per lenire le tue ferite
E per pacificare la sofferenza altrui,
Devi donare il tuo stesso sé agli altri
E proteggere gli altri come faresti con te stesso 24. [VIII:136]
Questo, a sua volta, ha due parti: la sessione di meditazione effettiva e i periodi susseguenti.
1. La sessione meditativa
Come praticare durante la sessione meditativa è presentato dal seguente:
Addestrati nei due - dare e prendere - in modo alternato.
Seduto su un cuscino comodo, visualizza vividamente la tua cara madre di fronte a te. Per prima cosa, per
coltivare la gentilezza amorevole e la compassione, rifletti nel modo seguente:
“Siccome lei, mia madre, prima mi dette questa esistenza umana di libertà e opportunità, che nutrì senza
alcuna trascuratezza, ho incontrato gli insegnamenti di Buddha. A causa di ciò [oggi] è possibile afferrare la
felicità dal suo stesso muso25. Così lei mi ha aiutato. Durante tutti gli stadi, quando ero nell’utero e dopo la
nascita, mi nutrì con incredibili atti di gentilezza. Non solo ciò, dal tempo senza inizio del saṃsāra, mi ha
costantemente guardato con occhi d’amore, sostenendomi costantemente con affetto [47] e proteggendomi
ripetutamente da danno e disgrazie. Mi ha donato così tanto beneficio e felicità e ha perciò incarnato la vera
gentilezza”.
Rifletti in tal modo e coltiva una profondità di emozione tale che lacrime cadano dai tuoi occhi e si
rizzino i peli dei tuoi pori.
Devi riflettere: “Quanto è triste, la mia madre gentile, che sta vagando nell’infinito ciclo di esistenza con
così tanti tipi di sofferenza, tutto ciò mentre lavora per il mio beneficio. Per ricambiare, ora la aiuterò
dandole beneficio e felicità. La proteggerò dal danno e da tutte le disgrazie”. Dovresti riflettere in questo
modo.
Cosa danneggia questa cara madre? La sofferenza la danneggia direttamente, mentre l’origine della
sofferenza la ferisce indirettamente. Perciò mentre pensi: “Prenderò tutto ciò su di me”, prendi nel tuo cuore
in fasce pulite - come strati tagliati con un coltello affilato - tutte le sofferenze, la loro origine, le afflizioni e
le contaminazioni sottili alla conoscenza assieme alle loro latenze, tutte quelle che esistono nella tua cara
madre. Questa è la meditazione sull’aspetto “prendere” della mente del risveglio.
Ancora, pensando: “Io stesso cercherò la felicità completa della mia cara madre”, offri il tuo corpo,
ricchezza e tutte le tue virtù, incondizionatamente, a tua madre. Questo è il significato dei versi seguenti
della Guida alla Condotta di Vita del Bodhisattva:
Per realizzare il beneficio degli esseri senzienti,
Trasformerò il mio corpo in un [gioiello] che esaudisce i desideri. [V:70]
Immagina perciò il tuo corpo, la tua ricchezza e le radici di virtù come gioielli preziosi [che esaudiscono i
desideri]. Da questi emergono per la tua cara madre tutte le condizioni per impegnarsi nella pratica spirituale,
come cibo, abiti, riparo, assistenti, così come l’affidarsi a un maestro spirituale – tutte le condizioni
favorevoli all’ottenimento dell’illuminazione – qualsiasi cosa lei desideri. Immagina, a causa di ciò, che la
tua cara madre realizzi le accumulazioni e ottenga lo stato di buddha. Questa è la meditazione sull’aspetto
“dare” della mente del risveglio.
In questo modo, prima coltiva la gentilezza amorevole e la compassione, combina il dare e il prendere;
intraprendi la loro pratica in modo tale che il tuo cuore diventi sempre più imbevuto e maturo rispetto a
prima. Quando ti addestri in questo modo e divieni capace di fare uno scambio effettivo [48] – ossia, a
mitigare le sofferenze della tua cara madre e ricercare la sua felicità senza calcolare quanto ciò ti possa
costare – hai ottenuto un grado di successo in questa pratica. L’unità di misura è che, se tua madre dovesse
rinascere negli inferni, per esempio, senza alcuna esitazione salteresti nelle fiamme brucianti per salvarla.
Poi procedi alla seconda sessione. Prima coltiva amore e compassione nei confronti di tutti gli esseri
senzienti, e poi rifletti: “Quando ho generato la mente del risveglio, ho donato la mia ricchezza e le radici di
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virtù a tutti gli esseri senzienti; mi sono ripromesso di realizzare il loro benessere, assumendomi questa
responsabilità. Ora devo effettivamente intraprendere tutto questo”. Come prima, devi combinare il dare e
prendere e addestrarti in essi. Qui, quando ti impegni nel dare, immagina che tutti gli esseri senzienti stiano
ricevendo un insieme completo del tuo corpo, della tua ricchezza e delle tue virtù. Dona questi
incondizionatamente e senza elaborazioni concettuali. Pensando: “Qualsivoglia cosa desideriate, prendetela;
fatene tutto ciò che desiderate”, percepisciti come un albero medicinale. Eliminando gioia e tristezza,
addestrati mentalmente e recita le parole ad alta voce.
Prega: “Possano il mio corpo, la mia ricchezza e le radici di virtù che ho donato incondizionatamente,
diventare cibo, bevanda, e abiti per coloro che ne sono privi; possano diventare un rifugio per quelli che sono
privi di un rifugio”. In questo modo, pensa: “Che io possa diventare l’unica causa della felicità sia di saṃsāra
sia di nirvāṇa per tutti gli esseri senzienti; che io possa diventare la causa per eliminare tutta la loro
sofferenza; possano tutte le qualità elevate e i frutti del sentiero di tutti gli esseri senzienti venire a esistere in
dipendenza mia”. Addestrati con la tua mente e recita queste [aspirazioni].
Quando ti addestri in questa maniera, devi gioire con il seguente pensiero: “Dato che anche i buddha non
hanno altro scopo che il beneficio degli esseri senzienti, è di fatto gioioso che io abbia l’opportunità di
implementare da questo stesso istante la pratica del cuore del grande signore dei dieci livelli26”. Inoltre,
prendi su te stesso le oscurazioni alla conoscenza sottili che esistono nei discepoli, gli auto-realizzati, e i
nobili (ārya) bodhisattva che dimorano sui terreni e, siccome doni loro i tuoi tre fattori [corpo, ricchezza e
radici di virtù], immagina che, come risultato, completino le loro accumulazioni e ottengano lo stato di
buddha. [49] Tutti questi nobili possono anche essere inclusi nella categoria generale degli esseri senzienti; o
in alternativa, possono essere visualizzati separatamente. Scegli ciò che è più conveniente.
Poni i due a cavallo del tuo respiro.
Devi addestrarti nei due, dare e prendere, in relazione all’espirazione e all’ispirazione del respiro. Questo
rende più facile mantenere il tuo focus mentale, perché il respiro è prontamente disponibile e questo metodo
combatte molte [false] concettualizzazioni.
26 “Il grande signore dei dieci livelli” è un epiteto del Buddha completamente illuminato, che ha portato a compimento perfetto tutti i
dieci terreni (bhumi) del bodhisattva.
27 [La Pratica de] Le Confessioni Quotidiane Estese di Cakrasaṃvara di Bhūripa.
28 Le quattro attività giornaliere sono: camminare (verso una destinazione specifica), passeggiare, dormire e sedere.
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Il terzo, prendere le condizioni avverse sul sentiero dell’illuminazione, è presentato dai [versi] seguenti:
Quando il mondo e suoi abitanti ribollono di negatività,
Trasforma le condizioni avverse nel sentiero dell’illuminazione. 29
Qualsiasi danno ti accada, sia causato da esseri viventi sia causato da elementi naturali, è il risultato delle tue
azioni negative passate. Da coloro che non sono familiari con il Dharma i danni sono visti come avversità e
ostacoli. Ma per chi è entrato dalla porta del Dharma, il maestro disse, sono [esattamente] come ciò che
Chengawa spiegò a Shawo Gangpa: “Se qualcuno padroneggia l’addestramento mentale, tutto ciò - malattia
fisica e sofferenza mentale - è un mezzo abile tramite il quale i maestri e i Tre Gioielli elargiscono le loro
benedizioni e gli ottenimenti più elevati. Quindi, devi trasformare tutte le circostanze in fattori favorevoli per
addestrarti nella mente del risveglio.
Questo ha due parti: (A) addestrarsi nelle due menti del risveglio (i pensieri straordinari) e (B) applicarsi
nella duplice pratica di accumulazione e purificazione (le attività straordinarie).
29… Questi versi sono sensibilmente differenti nei Versi Radice Annotati, dove si legge: “Le negatività del mondo e degli essere
nell’esistenza ciclica / Trasformano le condoni avverse nel sentiero dell’illuminazione.
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31 Bodhicaryāvatāra, 8:134
32 Pramāṇavārttika, Pratyakṣa:221.
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E praticherò abbracciando gli altri. 33
Rifletti: “Tutte le mancanze e i difetti che posso possedere, derivano dal mio afferrarmi a un sé (alla mia
identità individuale). Da tempo senza inizio, ho sostenuto un sé seppure non ce ne fosse alcuno. Ovunque
nascessi, sebbene non vi fosse alcun sé, mi sono afferrato al mio corpo come [la base del mio] sé (della mia
identità individuale). Prendendo le sue parti, ho fatto ricorso a rifiuto e affermazione in dipendenza da
considerare qualcosa desiderabile o indesiderabile. In questo modo ha commesso tutte e tre – inganno,
doppiezza e ambiguità – verso gli altri e, come conseguenza, ho accumulato afflizioni e karma negativo
ripetutamente. Questo mi ha costretto, da tempo senza inizio, a sopportare le sofferenze incalcolabili
dell’esistenza ciclica in generale e l’incommensurabile sofferenza dei tre reami inferiori in particolare.
Inoltre, come affermato nel seguente:
Sebbene siano passati incalcolabili eoni
Con tali grandi difficoltà,
Ho cercato solo la sofferenza. 34
“Finché non riuscirò a vedere questo [il sé] come il nemico, continuerò a ricercare il benessere di questo sé.
Di conseguenza accumulerò karma negativo che mi costringerà in futuro a vagare in questo infinito ciclo di
esistenza, dove soffrirò ancora maggiormente e più a lungo di prima. Perciò questo prendersi cura di sé porta
tutte le sofferenze dei tre tempi. Poiché questo [sé] è stato il mio carnefice e il mio nemico da tempo senza
inizio, perciò in tutte le morti che ho sperimentato nel ciclo di esistenza senza inizio, nessun altro ha
commesso l’atto di uccidermi. Piuttosto sono stato ucciso dal mio stesso sé!”. Come se ti mordessi il labbro
inferiore35, fermamente ritieni il tuo sé come il nemico.
Dov’è questo nemico? È nel tuo cuore. Śāntideva insegnò, per esempio:
Se questo antico nemico da lungo stabilito,
L’unica causa dell’incrementare fermamente le orde di danno,
Ha trovato la sua dimora nel mio cuore,
Come può esserci gioia per me in questa esistenza ciclica?36
Pensa che questo tipo di comportamento – vivere sulla testa senza dare la vittoria agli occhi37 – è il meno
appropriato. {52} Perciò il focus o il luogo di questo afferrarsi al sé, che è la fonte di [tutti] i difetti, è il
corpo stesso in cui sei rinato. Poiché da vite senza inizio ti sei afferrato a un “io” quando non ce n’era alcuno
e ti sei afferrato a un sé quando non ce n’era alcuno. [L’afferrarsi al sé] è carico di difetti ed è la fonte di tutta
la sofferenza. Perciò prendersi cura, salvaguardare e proteggere questo scolorito cadavere umano – un
cumulo di pus e sangue e un sacco di muco – è come trasportare nudi un sacco pieno di spine sulla schiena!
La felicità potresti averla se lo abbandonassi, ma [invece] credi che il perseguire l’interesse del sé porti
felicità e perciò affondi sempre più profondamente nella sofferenza come se la bramassi. Anche Śāntideva
afferma:
Qualsiasi sofferenza esista nel mondo
Deriva dal desiderio per la propria felicità;
Qualsiasi felicità esista nel mondo
Deriva dal desiderio per la felicità altrui.
Che bisogno c’è di aggiungere altro?
L’infantile persegue il proprio interesse,
Mentre i buddha agiscono per il benessere degli altri:
Osserva la differenza tra questi due. 38
Fra tutte le afflizioni che ti hanno arrecato danno da tempo senza inizio, questo afferrarsi al sé [è la
peggiore]. Questa invidiosa, mal cavalcata [forza] che [fa sì che gli esseri] compiano azioni negative nei
confronti di altri esseri, dai supremi maestri spirituali ai pidocchi, risiede proprio qui [in te]. Ostacola
33 Bodhicaryāvatāra, 8:113
34 Bodhicaryāvatāra, 8:155
35 Questo è un riferimento a una espressione facciale che è nota nella cultura tibetana come il mostrare determinazione e coraggio di
37 Probabilmente è un vecchio detto tibetano. Una versione leggermente diversa di questo detto è: “Nonostante viva sulla testa
tuttavia getta fango negli occhi”. Il detto descrive l’ingratitudine di qualcuno che danneggia deliberatamente quelli da cui ha ricevuto
beneficio.
38 Bodhicaryāvatāra, 8:129 & 8:130.
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l’ottenimento della libertà dall’esistenza ciclica e lega ulteriormente gli esseri alla schiavitù. Questa [forza]
dà il benvenuto a tutti gli agenti di danno, umani e non umani. Questo traditore dalla testa di gufo39 è la
mente stessa che si afferra a un “io” o “sé” e persegue solo i propri fini egoistici. Pensando in questo modo,
devi riconoscere il nemico come il nemico. Śāntideva afferma:
In tutte le centinaia di sistemi di mondi
Dell’esistenza ciclica, questo mi ha danneggiato.
Perciò risveglia la tua vendetta
E distruggi i pensieri dell’interesse personale.40
Se ti senti ancora incapace di sradicare questo [afferrarsi al sé], allora coltiva il seguente pensiero: “Questo
momento è diverso. Oggi ho cercato un maestro spirituale. Ho letto i sūtra e come risultato ora riconosco il
nemico!”. Si afferma:
I giorni passati quando potevi
Rovinarmi a tuo piacimento ora se ne sono andati;
Posso vederti ora, perciò dove te ne sei andato?
Demolirò la tua arroganza.41
Contempla questi versi, e in qualunque momento qualche pensiero egocentrico sorga, il maestro disse, devi
esserne consapevole e colpire il muso di questo verro con un bastone. {53} Perciò si insegna che per quanto
riguarda l’argomento di tutti gli insegnamenti del Grande Veicolo, ci sono solo due temi: (1) lasciare andare
totalmente l’afferrarsi al sé e (2) sostenere con profondo interesse gli esseri senzienti e, su questa base,
invalidare questo afferrarsi al sé quanto più è possibile e prendersi cura degli esseri senzienti quanto più
possibile.
Inoltre, poiché tutte le sacre scritture e i trattati furono insegnati allo scopo di soggiogare le afflizioni,
sono le afflizioni che devono essere soggiogate tramite esse. In generale ci sono 84.000 afflizioni, le quali,
quando riassunte, ricadono in 212 classi42. Quando riassunte, ricadono nella classe delle sei afflizioni radice e
venti afflizioni secondarie. Queste, inoltre, possono essere ulteriormente riassunte nei cinque o nei tre veleni.
Quando riassunte ulteriormente, sono ridotte a un’unica afflizione, vale a dire l’afferrarsi al sé soltanto. Chi
lo ho soggiogato al più alto livello, gode il più alto grado di felicità; a un livello intermedio, un grado
intermedio di felicità; e al livello minimo, un minimo livello di felicità. Chi non lo ha soggiogato a nessun
livello non godrà affatto di alcuna felicità. Perciò la radice della sofferenza è l’afferrarsi al sé; e poiché tutti
gli errori sono contingenti a questo, devi abbandonare immediatamente qualsiasi aggrapparti al tuo corpo.
Riguardo questo punto Śāntideva afferma:
Se sono attaccato al mio corpo,
Sorge la paura anche da piccoli pericoli.
Questo corpo che porta così tanta paura -
Chi non lo detesterebbe come un nemico? 43
Rifletti: “Sebbene mi sia impegnato strenuamente da tempo senza inizio per beneficare questo corpo, quello
è nella natura di un oggetto materiale e non prova alcuna gioia o dolore in relazione a qualsiasi beneficio o
danno. Come la mente, è privo di realtà sostanziale e vuoto. Poiché ciò che appare convenzionalmente
proprio ora viene a esistere da cause e condizioni, è vuoto di identità [auto-definente]. Inoltre, poiché le
cause e gli effetti cessano in ogni istante, non c’è nulla che sia stabilito dopo la sua generazione. Quindi devi
pensare: “In passato mi sono assorbito in attività dannose e di nessun valore. Ora considererò il mio stesso sé
come il nemico e inviterò tutte le otto classi di dei mondani, semidei e demoni, e tutte le ottantamila famiglie
di forze ostruenti a ritirare il loro sostegno a questo sé”. Addestrati con il pensiero: “Sii il mio alleato e
aiutami a vincere questo afferrarsi al sé; aiutami a rendere i miei cinque aggregati privi di realtà sostanziale e
vuoti”.
Impegnandoti in queste pratiche, {54} il maestro esortò, sforzati al meglio delle tue capacità di
soggiogare questo demone dell’afferrarsi al sé durante tutta la durata della tua breve vita.
39 Nella credenza popolare tibetana, il gemito dei gufi durante la notte è considerato di cattivo auspicio. È visto spesso come un
annuncio di sventura, come la morte di un proprio caro.
40 Bodhicaryāvatāra, 8:154
41 Bodhicaryāvatāra, 8:169
42
43 Bodhicaryāvatāra, 8:121.
11
Shawopa afferma. “Finché non riusciamo a vedere il nostro sé come il nemico, nessuno, inclusi i nostri
maestri, può salvarci. Se lo vediamo come il nemico, ne deriveranno benefici”44 .
Perciò se vedi il tuo stesso sé come il nemico, anche quando i danni causati da orde di spiriti elementali
non umani e malevoli ricadono su te, questi diverranno danni perpetrati nei confronti del nemico. Diverranno
aiuti nella tua battaglia contro l’afferrarsi al sé. Poiché sono un esercito potente dalla tua parte, è
inappropriato generare collera verso questi agenti di danno; piuttosto, devi guardarli con gioia. In futuro, a un
certo punto, il maestro disse, emergerà una pratica spirituale vera che potrà liberarti dalle gole anguste delle
condizioni avverse. A quel punto devi addestrarti nel [riconoscere gli altri come] amici45 . In questo modo,
addestrati sin da ora a distinguere tra sé e altri come nemico e amici, rispettivamente.
Occasionalmente, devi addestrare la tua mente tracciando una distinzione tra nemico e amico anche
dentro di te. Puoi dare il tuo nome laico ai tuoi pensieri e azioni impegnati nella ricerca del tuo benessere e il
tuo nome da ordinato ai tuoi pensieri e azioni impegnati nella ricerca del benessere altrui46. Poi, seguendo
l’esempio del mentore spirituale Ben, correla le tue braccia, quella di destra e quella di sinistra, all’evitare [la
non virtù] e all’adottare [azioni virtuose]. Il mentore spirituale Ben afferma: “Non ho altro lavoro che
rimanere in guardia con una piccola lancia dell’antidoto all’entrata della mia mente. Quando [le afflizioni]
sono vigili, anch’io sono vigile; quando sono rilassate, anch’io sono rilassato”47. E, “Devi essere vigile e
colpire sul muso di ogni verro con un bastone e cacciarlo”48. [Anche] tutti i sūtra e i commentari dimostrano
che non c’è compito diverso dall’eliminare l’afferrarsi al sé.
Questi, poi, presentano il vedere il proprio sé come il nemico e l’eliminazione dell’afferrarsi al sé. A
causa degli insegnamenti di Shawopa, l’espressione “la pratica per fracassare la testa del demone” si
sviluppa.
44
45
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47 Il maestro spirituale Ben si riferisce a Ben Gungyal, che su un discepolo del maestro Kadam Gönpawa….
48 La fonte di questa citazione rimane non identificata.
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Se coltivi [gentilezza amorevole e compassione] in questo modo, siccome i non umani hanno una certa
chiaroveggenza karmicamente acquisita, l’istante in cui tu li riconosci come tue madri, loro riconoscono te
come loro figlio. Quando questa attitudine madre-figlio emerge, come potrebbero perpetrare danno? È legge
di natura che quando mi metto in relazione a qualcuno come mia madre, a sua volta lei si relaziona a me
come suo figlio. Solo questo può alleviare la tua sofferenza. La [Perfezione della Saggezza] Breve afferma:
Il mondo degli umani è pieno di spiriti degli elementi e malattie, ma questi sono pacificati
con il potere della verità da quelli che si prendono cura e hanno compassione.52
Quando coltivi gentilezza amorevole e compassione verso i perpetratori di danno, giungi alla seguente
realizzazione: “Nonostante da tempo senza inizio mi abbiano soltanto beneficato, in cambio sto arrecando
solo danno. {56} Perciò, d’ora innanzi, li aiuterò e proteggerò dal danno”. Con questo pensiero, combina le
due pratiche di dare e prendere e addestra la tua mente. Prendi sul tuo sé tutta la lebbra e la malattia nel
mondo53 . Accumula sulla tua malattia attuale tutto il karma negativo nella tua vita, tutto quello che stai
raccogliendo nel resto della tua vita o nelle tua vita futura e gioiscine.
Ancora, addestrati nel modo seguente. Invita gli spiriti non umani malevoli di fronte a te e proclama: “Il
numero di volte che siete stati mia madre è impossibile da contare. Inoltre, se dovessi ammassare il numero
di volte in cui ho mangiato la vostra carne, rosicchiato le vostre ossa, indossato la vostra pelle e succhiato il
vostro latte, anche l’intero universo dei tre sistemi di mondi sarebbe troppo piccolo per contenerlo tutto. Vi
ho anche ucciso, assalito, e derubato innumerevoli volte. Oggi siete dunque venuti a riscuotere il debito.
Oggi vi prego prendete [in cambio] tutti questi debiti di atti gentili e dovuti. È appropriato che voi abbiate
diritti su di me, perché voi siete stati di fatto più gentili”.
Riflettendo in tal modo, proclama: “Divorate la mia carne se vi piace la carne! Bevete il mio sangue se vi
piace il sangue! Rosicchiate le mie ossa se vi piacciono le ossa! Levate la mia pelle e indossatela si vi piace
la pelle! Mangiatemi crudo se avete fretta! Mangiatemi cotto se non avete fretta!”. Potowa si dice si sia
espresso come segue:
A tutti gli esseri dei sei reami
Offro dolci rituali nelle quattro direzioni.
Quanto dovrò bramare il tempo
In cui sono divorato e portato via dagli insetti!54
Poi [immagina che] lo spirito non umano sorga istantaneamente e ti divori dalla testa ai piedi, imbrattando la
sua bocca con il tuo sangue. Il suo corpo sazio, le sue intenzioni dannose scompaiono e diventa dotato di
pensieri altruistici. Immagina che, come sottoprodotto, il tuo karma negativo si purifica. Immagina che un
istante dopo, il tuo corpo si ri-materializzi e venga nuovamente divorato. Visualizza questo ripetutamente.
Immagina che il tuo corpo sia tagliato in cento o mille pezzi e questi siano poi sparsi ovunque. In particolare,
condividi questo corpo e mente in luoghi di sensibilità [come i cimiteri]. Poi, con il pensiero: “Questo [mio]
corpo appartiene a loro”, intraprendi tutte le pratiche virtuose per il beneficio [dello spirito non umano].
Anche la dedica conclusiva deve essere fatta a suo favore. In particolare, dove queste forze non umane
risiedono, rinuncia mentalmente al tuo corpo, {57} e aprilo proprio là, con il sangue che intride ogni cosa,
offrilo con il pensiero: “Ora mangia!”.
Poi tralascia di prenderti cura del tuo corpo come affermato:
Ho già dato questo corpo
A tutti gli esseri affinché facciano ciò che più li compiace;
Lascio che ne facciano qualsiasi cosa desiderino, come batterlo;
Perché dovrei essere preoccupato?55
Queste [citazioni] presentano [la pratica di] considerare gli esseri senzienti come amici e prendersi cura di
loro. Perciò è necessario addestrare la tua mente tramite il distinguere tra le due classi - nemico e amico.
Shawopa afferma: “Cerca il nemico in te stesso; cerca un dio nei demoni; cerca la virtù nella non virtù; e
cerca la felicità nella sofferenza”56 .
Anche Langri Tanpa dice: “Non importa quante profonde scritture io apra, non trovo nulla che non
suggerisca che tutti difetti sono i propri e che tutte le più elevate qualità appartengono agli esseri senzienti
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fratelli e sorelle. A causa di ciò, devi offrire tutto il guadagno e la vittoria agli altri e accettare tutta la perdita
e la sconfitta per te. Non ho trovato nessun altro significato”57 .
Shapowa afferma:”Se qualcuno trova un significato diverso da questo, è un errore”58. In breve, il maestro
disse, nessun’altra intenzione può essere trovata in tutte le raccolte scritturali. Con ciò, il prendere le
condizioni avverse nel sentiero dell’illuminazione per mezzo della mente del risveglio convenzionale è stato
presentato.
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