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EDIZIONI "TricoItalia" (Firenze) dicembre 2002

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte prima


edizione 2002
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
INTRODUZIONE - pag. 5
Valutazioni psicologiche ed antropologiche sulla calvizie - pag. 5

RICHIAMO ENDOCRINOLOGO - pag. 8


Terminologia - pag. 8
Ricordi di biochimica degli steroidi - pag. 8

ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL FOLLICOLO PILOSEBACEO pag. 10


Richiami di embriologia del follicolo pilosebaceo - pag. 10
Generalità sulla cute e sul tessuto sottocutaneo - pag. 12
Struttura del capello e dei follicoli piliferi - pag. 13
Ghiandola sebacea - pag. 21
Muscolo pilo-erettore - pag. 22
Costituzione chimica del capello - pag. 23
Il ciclo del capello - pag. 24
Il ciclo “ideale” del capello - pag. 27
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
“TRICOLOGIA”
-diagnostica e terapia-
edizione 2002
parte I
Tutti i diritti riservati all’Autore©
Collaboratori:
Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Guido Vito Trotter

SOMMARIO:
INTRODUZIONE - pag. 5
Valutazioni psicologiche ed
antropologiche sulla calvizie - pag. 5

RICHIAMO ENDOCRINOLOGICO - pag. 8


terminologia - pag. 8
Ricordi di biochimica degli steroid i- pag. 8

RICHIAMI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA - pag. 10


Richiami di embriologia e fisiologia - pag. 10
Generalità sulla cute e sottocutaneo - pag. 12
Struttura del capello e dei follicoli piliferi - pag. 13
Ghiandola sebacea - pag. 21
Muscolo piloerettore - pag. 22
Costituzione chimica del capello - pag. 23
Il ciclo dei capello - pag. 24
Il ciclo “ideale” del capello - pag. 27

EDIZIONI “Tricoitalia” Firenze


dicembre 2002
dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia

INTRODUZIONE
a cura di Guido Vito Trotter

La biologia ci insegna che i capelli non hanno


scopo funzionale per la razza umana che
pot rebbe sopravvive re benissimo anche se
fosse completamente calva.
Forse gli uomini del futuro considereranno i
capelli e i peli come annessi inutili, assoluta-
mente poco igienici e si abitueranno a depi-
larsi in tutte le parti del corpo, testa compre-
sa. Perché allora gli umani di oggi, poveri pri-
mitivi, "tengono" tanto alla capigliatura da
soffrire per essa? Perché hanno per la perdita
dei capelli sensazioni di angoscia così impor- E se i capelli non ci sono più? Allora è come
tanti da portarli ad accettare cure dispendio- se ci fosse una regressione ad una condizione
se, spesso inutili e tentativi, anche dolorosi, di analoga a quella infantile, nella quale non si
ricostruzione di un qualcosa che in fondo è sono ancora ben differenziati i due ruoli, con
biologicamente inutile, non avendo più signi-
ficato né di termoregolazione né di protezio-
ne? Una risposta possono offrircela la psicolo-
gia e l'antropologia.

Una diversa lunghezza dei capelli fra maschio


e femmina fa parte del nostro patrimonio cul-
turale anche per motivi biologici. Sebbene la
loro crescita in lunghezza avvenga nei due
sessi quasi alla stessa velocità, nel maschio si
ha un ricambio di capelli a velocità doppia o
tripla di quella che si ha nella femmina; la
fase anagen dei capelli di un uomo dura infat-
ti mediamente circa 3 anni mentre nella
donna dura fra i 6 e i 10 anni. Il capello del
maschio cade pertanto ad una lunghezza teo-
rica di circa 30-35 cm mentre quello della
donna può raggiungere anche i 100-120 cm.
In natura la lunghezza dei capelli è un attri-
b u to importa n te del dimorfismo sessuale.
Siamo perta n to ancest ra l m e n te abituati a
considerare femmina l’individuo con i capelli i diritti ed i poteri che essi comportano.
lunghi e maschio quello con i capelli corti. La perdita dei capelli può essere pertanto
inconsciamente vissuta dal maschio come per-
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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
dita di virilità o castrazione e dalla donna dove ai neofiti non veniva permesso di lasciar-
come perdita di femminilità. si crescere i capelli che dovevano essere tenu-
ti rasati o, in tempi successivi, dovevano esse-
E' significativo a questo proposito l'esempio di re nascosti da una calotta di pelle che mima-
"evirazione" subita da Sansone che fù sconfit- va una calvizie e che non doveva essere tolta
to dai Filistei solo dopo il tradimento da parte se non ad iniziazione completa; in particolare
della propria donna, venuta a conoscenza che non era permesso ai giovani di mostrarsi alle
la sede della sua immensa forza era nei capel- donne senza tale copricapo. Si riteneva che la
li. crescita dei capelli permettesse la fertilità e la
Nella storia e nella mitologia i riferimenti ai potenza sessuale e levarsi il copricapo di pelle
capelli come sede di forza, di energia, di ferti- era quindi contrassegno del passaggio dalla
lità e virilità sono innumerevoli e li ritrovia- condizione di fanciullo a quella di uomo.
mo praticamente in tutte le culture umane, Così, ancora, per i monaci orientali il cranio
per una sorta di memoria mitico - storica rasato è simbolo di castità. I sacerdoti Ho
comune le cui radici si perdono nella notte delle tribù della Africa occidentale concepi-
dei tempi. scono i capelli come sede del loro Dio. I Masai
Tornano in mente le usanze iniziatiche, pro- posseggono la magia di "far pioggia" solo fin-
prie delle culture anteriori alla formazione di ché non si tagliano barba e capelli. In alcune
caste, che si ritrovano in tutti i continenti ma zone della Nuova Zelanda, quando si riteneva
in particolare nelle isole dell'Oceano Pacifico, indispensabile accorciare i capelli, si conside-
rava il giorno del taglio come il più sacro del-
l'anno.
Anche nella nostra cultura occidentale una
gran massa di capelli costituiva patrimonio
indispensabile alla potenza di un sovrano.
Basta pensare alla stupenda parrucca di ric-
cioli inanellati di Luigi XIV ed al fatto che
l'appellativo di "Cesare", "Kaiser", "Zar", attri-
buito nel corso dei secoli a sovrani o condot-
tieri, ha anche un risvolto etimologico riferito
a lunghi capelli da tagliare. Così se Giulio
Cesare si ritrovò di volta in volta costretto a
ricorrere ad un riportino o ad una corona di
alloro, l'imperatore Adriano non esitò a dissi-
mulare con una parrucca quello che i suoi
conte mp o ranei consideravano una grave
deformità. La stessa corona regale del resto
con lo scopo dichiarato di abbellire la capi-
gliatura del sovrano serve (anche) a dissimula-
re una incipiente calvizie. La calvizie della
regina Nefertiti e la preoccupazione del popo-
lo per la chioma della sovrana, indicano quan-
ta importanza fosse data dagli antichi abitan-

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
ti dell'Egitto alla loro capigliatura. lunghezza dei capelli sia diventata simbolo di
Lo scalpo è stato a lungo l'espressione del dimorfismo sessuale. L'essere umano ha poi
valore del guerriero, la prova del coraggio in riposto nei capelli significati simbolici sempre
battaglia, il segno tangibile di una vendetta più complessi, sicché la loro caduta è spesso
ottenuta. Lo scalpo dei nemici uccisi era quin- vissuta inconsciamente come uno stato di
di un ambito trofeo nella tradizione bellica regressione ad una condizione infantile ed
degli Sciti e dei Giudei di Maccabeo e lo asessuata, come perdita di forza e potenza,
divenne poi in quella dei pellerossa americani come invecchiamento, come disonore, come
che pensavano che Manitù portasse in cielo i castrazione. Nella storia umana nessuna cul-
guerrieri uccisi in battaglia afferandoli per i tura mai è rimasta indifferente ai problemi
capelli. dei capelli.
Con l'avvento della religione cristiana la ton-
sura divenne pratica abituale per i monaci,
convinti così di rendersi sessualmente non
attraenti ed esprimere umiltà, obbedienza e
distacco dai beni del mondo.
Imporre invece il taglio dei capelli è sempre
stato segno di profondo disprezzo. Gli antichi
Romani tagliavano i capelli dei prigionieri,
delle adultere e dei traditori.
capelli sono sempre stati considerati simbolo
di virtù muliebre, sicché la ricchezza di una
fulgida chioma consentiva a Lady Godiva di
apparire virtuosa quando a cavallo percorreva
nuda le strade di Coventry, mentre, al tempo
della seconda guerra mondiale, donne accusa-
te di facili costumi o di collaborazionismo con
il nemico venivano rasate e poi costrette a
mostrarsi ai concittadini. Anche le streghe, Nell'essere umano i capelli hanno la funzione
nel nostro medioevo, prima di essere giustizia- di essere visti per esprimere, fra conscio ed
te venivano rasate sia per esporle alla pubbli- inconscio, complessi messaggi sociali!
ca vergogna ed al disprezzo di tutti sia perché
si riteneva che nei capelli fosse riposta gran BIBLIOGRAFIA
parte della loro potenza malefica, sicché, rasa-
te, non potessero più nuocere. Charles A., De Anfrasio R.: "The History of Hair" Mediterran
Press, New York, 1970.
Nell'immaginario collettivo la calvizie conferi-
sce inoltre un'idea di prematuro invecchia- Kligman A.: "History of Baldness from magic to medicine" Clin.
Dermatol. 1988; 6 (4): 83 - 88.
mento ed un esplicito segno di declino ed è
spesso per l'individuo causa di insicurezza nel Maffei C., Fossati A., Rinaldi F., Riva E.: "Personality disorders
suo inserimento sociale. and psychopathologic symptoms in patients with androgenetic
alopecia" Arch Dermatol 1994; 130: 868 - 872.

Concludendo: la diversa durata della fase ana- Moerman D.E.: "The meaning of baldness and implications for
treatment" Clin Dermatol 1991; 6 (4): 89 - 92.
gen nell'uomo e nella donna ha fatto sì che la

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
Giacometti L.: "Facts, legends and myths about the scalp throu-
ghout history" Arch Dermatol 1967; 95: 629 - 631.
E' importante inoltre ricordare che, in sedi ed
Rinaldi F.: "I segreti della bellezza romana" Biblioteche Rydelle in circostanze specifiche e a seconda della cel-
Laboratories, Milano, 1991.
lula bersaglio, anche tutti gli ormoni in senso
Clemente F., Rinaldi F.: "I capelli: magia, credenze popolari, classico come gli steroidi, il TSH-RH,
medicina" Tricós 1992; 2: 6 - 8. l'Insulina ecc, possono avere attività autocrina
o paracrina o agire antiteticamente come fat-
tori di crescita in senso di stimolo o di inibi-
zione.
RICHIAMO ENDOCRINOLOGICO
terminologia
Ricordi di Biochimica degli steroidi
E' opportuno ricordare il significato di alcuni
termini che spesso verranno usati nel testo: Gli ormoni prodotti dall'ipofisi sono di natura
proteica. Di contro gli ormoni di origine ova-
autocrino: (aggettivo) dicesi di una protei- rica e surrenalica sono di natura steroidea
na ad azione ormonale che agisce sulla cellu- come la quasi totalità dei composti ormonali
la stessa che l'ha prodotta, si tratta cioè di un utilizzati in terapia tricologica.
ormone endocellulare;
paracrino: (aggettivo) dicesi di una protei- Il nucleo steroideo di base è il ciclo-
na ad azione ormonale prodotta da una cellu- pentano-peridro-fenantrene, costituito da 17
la e che agisce su cellule contigue o vicine; gli
esempi più conosciti sono la famiglia delle
Interleuchine e l'Epidermal Grow Factor;
fattore di crescita: (sostantivo) dicesi di
una proteina ad azione ormonale capace di
modulare in senso di crescita o inibizione la
vita della cellula che l'ha prodotta (azione
autocrina), di cellule vicine o contigue (azio-
ne paracrina) o di cellule lontane (azione atomi di carbonio che occupano posizioni
ormonale in senso classico. Gli esempi più numerate da 1 a 17.
noti sono l'Insulina e la Somatomedina), Per addizione di radicali su questo composto
calone: (sostantivo) è un fattore di crescita tetraciclico si formano tre nuclei steroidei
ad azione inibitoria. Gli esempi più noti sono principali, costituenti di base dei tre gruppi
l'interfe rone (o gli Interfe roni) il steroidei sintetizzati dall'organismo.
Transforming Growth Factor beta, il Fattore
di Necrosi Tumorale;
ormone: (sostantivo) in senso classico è una
proteina (o comunque una sostanza organica)
che, prodotta da cellule specifiche ed a ciò
deputate, viene riversata nel torrente circola-
torio per agire su "cellule bersaglio" anche
molto lontane.

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia

ANDROSTANO, a 19 atomi di carbonio (addi-


zione di due radicali metilici in posizione 10

e 13, che rappresentano rispettivamente i due


atomi di carbonio 19 e 18), è la base dei com-
ponenti ad azione androgenica.

PREGNANO, a 21 atomi di carbonio


(addizione di due radicali metilici in posizio-
ne 18 e 19, che rappresentano rispettivamen-
ESTRANO, a 18 atomi di carbonio te i due atomi di carbonio 13 e 10, e di un
(addizione di un radicale metilico in posizio- radicale a due atomi di carbonio in posizione
ne 13, che rappresenta il carbonio 18), è la 17, che rappresentano gli atomi di carbonio
base dei componenti ad azione estrogenica. 20 e 21), è la base del progesterone e dei cor-
estrogenica. ticosteroidi surrenalici.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
prodotto dai cheratinociti stessi.

"TRICOLOGIA"
Scienza che studia i fenomeni della fisiologia
e della patologia del capello (e del pelo) in
relazione al "conoscere" in quanto tale.

RICHIAMI DI ANATOMIA E FISIOLO-


GIA DEL FOLLICOLO PILOSEBACEO
Queste cellule si aprono la strada fino al
Richiami di embriologia del follicolo derma papillare, finché una papilla dermica
pilosebaceo non si trova a fronteggiarle e ne inibisce la
proliferazione e la discesa con un "messaggio
paracrino", presumibilmente un calone (fatto-
Per comprendere l’anatomia e la fisiologia del re inibitorio) della famiglia dei Transforming
follicolo pilifero è necessario anche conoscere Growth Factor: il TGF beta.
le fasi del suo sviluppo embrionale. Gran A questo punto la discesa nel derma della
parte di queste fasi embrionarie si ripetono
quasi identiche ad ogni nuovo anagen duran-
te tutta la vita adulta.

Nell'embrione al terzo mese di gestazione non


esiste follicolo pilosebaceo ed il derma è rico-

colonna di cellule epiteliali si arresta brusca-


mente e, come trascinate dallo slancio, le cel-
perto soltanto da un’epidermide molto sottile. lule epidermiche più periferiche della colon-
na stessa avvolgono la papilla dermica che ne
Al quarto mese, in punti geneticamente pre- rimane inglobata a campana. Si è costituito
fissati (gene Eda-A1), alcune cellule epidermi- un bulbo pilifero rudimentale e siamo ormai
che proliferano e poi si approfondiscono nel al quinto mese di gestazione. Le cellule epi-
derma spinte da uno specifico "messaggio", dermiche all'esterno del bulbo, spinte dal
verosimilmente un fattore di crescita della "messaggio proliferativo" e più lontane dal
famiglia dell'Epidermal Growth Factor (EGF) "messaggio inibito rio", continuano comun-
che definiamo Hair Growth Factor (HrGF) que, seppure più lentamente, a proliferare e

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
danno origine alla matrice del pelo. Esula dallo scopo di questo lavoro descrivere
dettagliatamente tutte le fasi dello sviluppo
embrionario dell'apparato pilosebaceo (per le
quali rimandiamo ai lavori riportati in biblio-
grafia) ma è comunque importante sottolinea-
re che al sesto e settimo mese il feto è comple-
tamente coperto di fine lanugine (vello feta-
le), priva di midollo, che cade, in gran parte,

Via via che originano dalla matrice del pelo le


cellule più vecchie vengono spinte verso l'alto
e vanno incontro al processo di cheratinizza-
zione.
Lungo questa migrazione verso l'alto le cellu-
le in cheratinizzazione incontrano una zona
nella quale la membrana basale, all'esterno poco prima della nascita verso la fine dell'ot-
del follicolo, si è ispessita ed ha formato un tavo mese. Comunque il neonato a termine ha
manicotto rigido (guaina vitrea) che, come ancora una quantità variabile di peli che poi
una filiera, le modella a formare un cilindro perderà rapidamente anche se in maniera gra-
compatto (il pelo) che man mano emerge dal- duale e progressiva.
l'epidermide. Alla formazione di questa lanugo fetale non è
Al sesto mese il follicolo presente esternamen- probabilmente estranea la particolare situa-
te una guaina vitrea, una guaina epite- zione endocrina della surrene fetale ch e ,
liale esterna e una guaina epiteliale verso la fine della gravidanza, produce anche
interna (che corrispondono ai vari strati cel- 200 mg di steroidi al giorno, in particolare
lulari dell'epidermide), nonché del fusto (che DHEA-S (ricordiamo anche che una steroido-
corrisponde allo strato corneo dell'epidermi- solfatasi mitocondriale fa parte del patrimo-
de). Compare ora anche l'abbozzo della ghian- nio enzimatico del follicolo pilifero). Questo è
dola sebacea. dovuto ad una inibizione della 3-beta-idrossi-
ste ro i d o d e i d rogenasi, diretta conseguenza
della enorme quantità di estrogeni prodotta
dall'unità feto-placentare. Alla nascita, con la
drastica riduzione degli steroidi placentari e
la conseguente rimozione del blocco sulla 3-
beta-HSD, si ha un'onda di muta. Inoltre,
anche le grandi quantità di estrogeni e di pro-
gesterone che il feto ha a disposizione posso-

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
no non essere estranee alla crescita dei capel-
Frati C., Didona B.: "I fattori di crescita e le loro implicazioni in
li primitivi. dermatologia" Chron Derm 1991; 3 : 395.
Quest'onda di alopecia ora descritta è sincro-
Rebora A.: "Struttura e funzione della cute" in: Rebora A.,
na per tutti i peli del corpo, come la muta Guarrera M., "Dermatologia per operatori cosmetici". SEPeM,
degli animali da pelliccia, e solo dopo la nasci- Milano, 1987,19-20.
ta si stabilisce la tipica crescita a mosaico dei
Dawber R.P.R.: "The embryology and development of human
peli e dei capelli. E' importante notare che se scalp hair" Clinics Dermatol 1988; 4: 1
questa onda di alopecia porta alla caduta del
Rook A., Dawber R.: "Malattie dei capelli e del cuoio capelluto",
pelo non porta certo alla scomparsa del folli- Roma, Capozzi, 1982. 6-9.
colo pilifero.
Rozengurt E.: "Early signals in the mitogenic response" Scienze
1986; 234: 161.
Dopo la nascita i peli lanugo vengono via via
rimpiazzati da peli terminali e sul cuoio Sporn M., Roberts A.: "Autocrine growth factor and cancer"
Nature 1985; 313: 745.
capelluto compaiono veri capelli, che diventa-
no col tempo sempre più lunghi e più grossi. Urbani S., Serri F.: "Sviluppo e attività delle ghiandole sebacee
nel feto" Med Est 1981; 2: 47.
A questa evoluzione contribuisce sicuramente
l'azione del somatotropo, forse attraverso il Generalità sulla cute e sul tessuto
suo tipico mediatore il fattore di crescita sottocutaneo
IGF1 (somatomedina C), o forse attraverso la
mediazione dell'Hair Growth Factor o di un La pelle, o cute, è formata dall'EPIDERMIDE
altro fattore di crescita della famiglia o parte superficiale, e dal DERMA sottostan-
dell'EGF. te. Più profondamente si trova l'IPODERMA
o tessuto adiposo sottocutaneo. L'epidermide
è separata dal derma da una MEMBRANA
BIBLIOGRAFIA BASALE.
L'epidermide (tessuto epiteliale di rivestimen-
Dawber R.P.R.: "The embryology and development of human
scalp hair" Clinics in Dermatology 1988; 4 : 1. to) è formata da vari stipiti cellulari dei quali
Heldin C.H., Westermark B.: "Growth factors: mechanism of
action and relation to oncogenes" Cell 1984; 37: 9.

Kollar E.J.: "The induction of hair follicle by embrionic dermal


papillae" J Invest Dermatol 1970; 55: 374 .

Giusti G., Serio M.: "La ghiandola cortico-surrenale" in: Giusti G.,
Serio M., "Endocrinologia". USES, Firenze, 1988, volume 1°. 415-
418.

Oliver R.F.: "Responses of oral epithelium to the influence of whi-


sker dermal papillae in the adult rat" Arch Oral Biol 1971; 18:
413.

Pecoraro V., Astore I., Barman J.M.: "The pre-natal and post-natal
hair cycles in man" in: Baccaredda-Boy G., Moretti M., Frey
Karger J.R., "Biopathology of pattern alopecia" Basel, New York,
1986, 29-38.

Pinkus H.: "The embryology of hair" in: Montagna W., Ellis R.A.,
"The biology of hair growth" editore NT Academic, New York,
1958, 1.

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
il più specifico e rappresentativo, costituito sti due tessuti.
dai "cheratinociti", si distribuisce in numero- Nel derma (tessuto connettivale) le cellule
se file di cellule sovrapposte suddivise in 5 sono più scarse e di vario tipo. Fra queste
strati: basale, spinoso, granuloso, lucido (pre- ricordiamo i fibroblasti, che producono
sente solo sul palmo della mano e sulla pian- costantemente fibre reticolari, collagene ed
ta del piede) e corneo; i cheratinociti si ripro- elastiche (servono sia da impalcatura di soste-
ducono solo nella parte più profonda, lo stra- gno sia per conferire elasticità e morbidezza
to basale, e da qui, "invecchiando", risalgono al tessuto) e alcuni componenti quali zucche-
verso la superficie (in un tempo medio di 28 ri e proteine, nonché una sostanza gelatinosa,
giorni) elaborando nel loro interno una fibro- definita "sostanza fondamentale" (formata
proteina (cheratina) dotata di particolare resi- anche da sali ed acqua), nella quale le cellule
stenza nei confronti delle aggressioni esterne. stesse e le fibre si trovano immerse. Il derma
Il distacco delle cellule ormai morte, dalla è ricco di vasi sanguigni, linfatici, fibre e ter-
superficie epidermica, avviene generalmente minazioni nervose.
in maniera invisibile; se invece, per qualche
motivo, si formano degli ammassi cellulari (di L'ipoderma (tessuto adiposo sottocutaneo) è,
milioni di elementi), il distacco diventa visibi- infine, composto principalmente da fasci di
le sotto forma di squame (l'esempio più cono- grosse fibre intrecciati fra loro (in diretta con-
sciuto in tricologia è la forfora). L'epidermide tinuazione di quelli del derma) che delimita-
è priva di circolazione arteriosa e venosa, lo no una serie di spazi (logge adipose) occupati
strato basale è l'unico ad avere bisogno di da cellule adipose; cellule e terminazioni ner-
nutrimento e lo riceve, per diffusione, dal vose sono più scarse mentre abbondante si
derma sottostante. La membrana basale è una presenta l'irrorazione sanguigna. Sotto l'ipo-
struttura complessa, di forma ondulata, che derma si trovano infine le fasce muscolari con
ha il compito sia di ancorare l'epidermide al i relativi muscoli.
derma sia di permettere e regolare gli scambi
(nutritivi e di rifiuto) ed i "messaggi" fra que- Struttura del capello e dei follicoli
piliferi
a cura di Marino Salin

La cheratina
La sostanza fondamentale che costituisce il
capello ed il pelo è la cheratina, una sclero-
proteina che per le sue caratteristiche di com-
pattezza, resistenza, elasticità, insolubilità e
durezza viene definita come "cheratina dura"
(fibrocheratina).

La cheratina del pelo è composta da 18 ami-


noacidi. All'analisi cromatografica di peli nor-
mali si trovano in abbondanza cistina, cistei-
na, serina, glutammina, arginina, asparagina,
prolina, glicina, valina, leucina, isoleucina e

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
in quantità minori altri aminoacidi come trip- ta ad alfa elica (alfa cheratina) in cui si trova-
tofano, treonina, tirosina, fenilalanina, argini- no gli aminoacidi solforati (soprattutto cistei-
na, alanina, metionina. na). L'alfa cheratina ha forma elicolidale con
diametro dell'elica di circa 9,8 Å e passo di
AMINOACIDI INDIVIDUATI NELLA CHE- circa 5,1 Å.
RATINA DURA DEL CAPELLO (in %). L'altro costituente proteico della cheratina è
invece molto ricco di aminoacidi solforati,
aminoacidi con catena laterale di tipo idrocarburo: non ha forma filamentosa, e viene definito
1 glicina 4,1 - 4,2 cheratina amorfa o anche matrice
2 alanina 2,8 amorfa della cheratina perché si trova a
3 valina 5,5 - 5,9 riempire gli spazi, altrimenti vuoti, fra la com-
4 leucina 6,4 - 8,3 ponente filamenosa. E’ su questo che agisce
5 isoleucina 4,7 - 4,8
l'acconciatore con i liquidi ondulanti della
6 fenilalanina 4,1 - 4,2
7 prolina 4,3 - 9,6 permanente.
aminoacidi con catena laterale di tipo idrossilico: La cheratina amorfa è costituita da tre grup-
8 serina 7,4 - 10,6 pi di proteine che possiamo chiamare: 1) ad
9 treonina 7,1 - 8,5 altissimo contenuto di zolfo, per 1/3 cistina,
10 tirosina 2,2 - 3,0 2) ad alto contenuto di zolfo, 3) ad alto conte-
aminoacidi con catena laterale di tipo acido: nuto di tirosina e glicina.
11 acido aspartico 3,9 - 7,7
12 acido glutammico 13,6- 14,2 La resistenza e le proprietà fisiche del capello
aminoacidi con catena laterale di tipo basico:
13 arginina 8,9 - 10,8
14 lisina 1,9 - 3,1
15 istidina 0,6 - 1,2
aminoacidi con catena laterale di tipo eterociclico:
16 triptofano 0,3 - 1,3
aminoacidi con catena laterale con contenuto di zolfo:
17 cistina 16,6- 18,0
18 metionina 0,7 - 1,0

In realtà la molecola di cheratina, assai com-


plessa, è essenzialmente costituita da due pro-
teine assai diverse tra loro sia per il contenu-
to aminoacidico che per la organizzazione
molecolare, sequenziale, ripetitiva, cristalli-
na.

Uno dei due costituenti proteici della cherati-


na è formato da un filamento non molto ricco sono legate alla stretta interazione fra le che-
di aminoacidi solforati, la cheratina filamen- ratine filamentose e la matrice amorfa (chera-
tosa, a sua volta costituita da una quota linea- tina amorfa) che le ingloba.
re (beta cheratina) e da una quota organizza-

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
Il fusto del capello la questa appare, in sezione microscopica, for-
A livello dell'epitelio germinativo del bulbo mata da 7 - 12 filiere cellulari.
pilifero la matrice del capello si dovrà trasfor- Il test della spiga è un esame semeiologico
mare nei tre diversi componenti del fusto del molto semplice ma utile per evidenziare difet-
pelo: cuticola, corteccia, midollo.
La cuticola è costituita da una sola filiera
di lunghe cellule cheratinizzate, prive di pig-

ti della struttura cuticolare dei capelli, in


genere dovuti ad agenti fisici o chimici (disor-
dine cheratinico) od a fatti malformativi con-
mento e di forma quadrangolare che, embri- geniti. Consiste nel far ruotare e scorrere un
candosi con il bordo libero rivolto verso l'alto, capelli sfregandolo fra pollice ed indice: l'e-
formano il tipico disegno "a tegolato" della stremità prossimale di un capello normale si
superficie del capello. allontana dalle dita mentre quella distale si
Per sovrapposizione delle cellule della cutico- avvicina per la posizione “a spiga” o “a tego-
lato” delle cellule della cuticola. Se le cellule
cuticolari sono danneggiate o asportate que-
sto ovviamente non avviene.
La corteccia o “corticale” è costituita da cel-
lule cheratinizzate e pigmentate, cioè trasfor-
mate in cheratina e ricche di melanina, che
formano i cosiddetti “fusi” o “cellule fusifor-
mi”.
La cheratina dei fusi si forma per tappe suc-
cessive. Alla prima tappa si legano "testa-coda"
le catene proteiche filamentose di cheratina
beta. Successivamente, come seconda tappa,
si formano ponti disolfuro tra le molecole di
cisteina (che diventa cistina) del filamento
cheratinico; si costituisce così la tipica alfa

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
elica della cheratina (cheratina alfa). ca: il tonofilamento o microfibrilla di circa 85
A° di diametro.
La terza tappa si realizza per il legame tra fila-
La cheratina è dotata di una struttura secon-

menti diversi di cheratina alfa tramite ponti


disolfuro fra molecole di cistina. daria data da legami di idrogeno e salini che
Si formano così lunghe catene di alfa cherati- si instaurano fra i vari aminoacidi e consente
na legate insieme tre alla volta a costituire il l'avvolgimento ad alfa elica (destrorsa) delle
“protofilamento” o “protofibrilla”. catene proteiche dei capelli. In pratica ogni
Alla quarta tappa più protofilamenti (sei o gruppo carbossilico -CO è legato mediante
sette) vengono cementati fra di loro dalla legame ad idrogeno al gruppo -NH che si
trova sopra di lui, sul giro di spirale contiguo.
Tutti i legami ad idrogeno sono allineati
lungo l'asse maggiore dell'elica; un giro dell'e-
lica impegna mediamente 3,6 aminoacidi e
misura 0,54 nm; sappiamo da Linus Pauling
(che lo notò mediante autoradiografia a raggi
X) che l’elica si ripete ogni 5 giri, cioè ogni 18
aminoacidi.

Infine, un grande numero di tonofilamenti,


sempre uniti fra di loro da ponti disolfuro,
costituiscono un “fuso” o “cellula fusiforme
della corticale”; molti fusi formeranno infine
la corticale del capello.
Tra un fuso e l'altro si trova la cheratina
amorfa (matrice amorfa proteica della chera-
tina), granuli di pigmento melanico e bollici-
ne d'aria; la densità del pigmento e la quanti-
tà delle bollicine determineranno il colore del
matrice amorfa proteica della cheratina (che- capello. Il processo di cheratinizzazione si
ratina amorfa), ricca di aminoacidi solforati, completa solo a livello del colletto del pelo.
sempre mediante ponti disolfuro, a costituire Il capello è quindi una complessa treccia di
l'entità elementare della struttura cheratini- cheratina, di lunghezza variabile, prodotta da

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
una particolare struttura epidermica che si
affonda a dito di guanto nel derma: il follico-
lo pilifero.

Il midollo, quasi assente sopra la zona della

Il pelo è quindi una struttura cheratinica di


forma cilindrica, con diametro, nei latini, di
circa 65-78 micron (1 micron = 1 millesimo di
millimetro); deriva da una invaginazione epi-
dermica detta follicolo pilifero, appositamen-
te specializzata. Il follicolo pilifero forma con
il piano cutaneo un angolo acuto di circa 75°.
La struttura del follicolo pilifero consta di
due porzioni, una superiore stabile ed una
inferiore caduca o ciclica; il punto di confine
fra queste due parti è detto colletto del pelo.
Alla base di questa complessa struttura trovia-
mo un piccolo bottone dermico che la compe-
netra: la papilla. La papilla dermica, con la
sua ricca vascolarizzazione, nutre uno strato
di particolari epiteliociti (tricocheratinociti)
che sono con questa in stretto contatto e dai
quali prende origine il pelo; questa struttura
epiteliocitica è detta matrice del pelo. Le cel-
lule della matrice, moltiplicandosi, si sospin-
gono verso l'alto all'interno del follicolo e,
ch e ratinizzandosi (zona ch e ra togena del
bulbo), danno luogo alla formazione del pelo.
matrice, è ben rappresentato in prossimità del La moltiplicazione cellulare dei tricocherati-
bulbo e tende poi a diminuire distalmente nel nociti e la sintesi della cheratina avvengono
fusto, è costituito da grandi cellule cheratiniz- verosimilmente sotto la spinta di un “messag-
zate, lassamente connesse, disposte in filiere gio autocrino”, presumibilmente un fattore di
ord i n a te contenenti granuli di melanina, crescita (non ancora definito) della famiglia
“bollicine” d'aria e soprattutto filamenti di dell'EGF che potremmo definire come Hair
cheratina amorfa. Growth Factor (HrGF), e sono più attive nelle
zone periferiche della matrice, forse perché
più lontane da un “messaggio paracrino inibi-
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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
torio” prodotto dalla papilla dermica (verosi- suoi follicoli piliferi; l'uomo è l'unico mammi-
milmente il TGF beta); così il pelo assume la fero i cui follicoli piliferi sono tutti dotati di
sua caratteristica forma a tubo e si crea la capacità tattile e dolorifica (capacità che negli
zona midollare. altri mammiferi è presente solo nelle vibris-
Matrice del pelo e zona cheratogena costitui- se). Parte cospicua del plesso nervoso del folli-
scono il bulbo. Nel pelo normale, fra la matri- colo pilifero è però costituita da fi b re simpati-
ce e la zona cheratogena, si nota, più o meno che noradrenerg i che ed è sta to dimostrato che
accentuata, una strozzatura del bulbo stesso la simp a t i c e c tomia provoca una più rapida cre-
che assume un aspetto leggermente a clessi- scita dei peli (Balus I.) attribuibile all'elimina-
dra. I melanociti, presenti subito al di sopra zione di un effetto inibito rio o all'aumento del
delle cellule germinative della matrice, cedo- flusso ematico locale (Ferguson K. A. ) .
no pigmento melanico alle cellule in via di I follicoli piliferi sono distribuiti su tutta la
cheratinizzazione ed il pelo prenderà il suo superficie cutanea, mancano solo sul palmo
caratteristico colore via via che avanza lungo delle mani, sulla pianta dei piedi, sulle falan-
il follicolo e via via che i cheratinociti che lo gi distali, sulla cute del pene e sulle semimu-
compongono si trasformano in cellule cornee. cose. I peli che ne derivano sono fondamen-
Il pelo, come già accennato, ha tre strati: la talmente di due tipi:
cuticola, la corteccia ed il midollo. Il follicolo - peli piccoli e quasi invisibili, lanugine o vel-
ha una guaina connettivale, una guaina epite- lus, che troviamo sulle orecchie, sulla fronte,
liale esterna (guaina propria del follicolo) ed sul tronco e sulle guance delle donne
una guaina epiteliale interna (guaina propria - peli grossi e pigmentati, peli terminali, pre-
del pelo) che, presente dalla matrice al collet- senti solo in alcune sedi e con caratteristiche
to, si trova all'esterno della cuticola del pelo e diverse da zona a zona: lunghi e morbidi sul
che al colletto, precisamente a livello dello cuoio capelluto (capelli), corti ed irregolari
sbocco della ghiandola sebacea, scompare con alle ascelle ed al pube, corti e rigidi alle pal-
desquamazione delle sue cellule cheratinizza- pebre (ciglia) e sulle arcate orbitarie (soprac-
te che si mescolano col sebo. Annessa alla por- c i glia), discreta m e n te lunghi e grossi alle
zione superiore e stabile del follicolo vi è la guance maschili (barba).
ghiandola sebacea il cui, secreto grasso, detto
sebo, e lubrifica il pelo aprendosi nel follicolo
stesso poco sopra colletto. Il CAPELLO, che fa parte dei peli termina-
Attaccato al derma papillare ed a livello della li, si trova in un particolare alloggio della
parte inferiore del terzo medio del follicolo vi pelle, a forma di sacco, inclinato di circa 75°
è anche un piccolo muscolo: il muscolo eret- rispetto alla linea della superficie cutanea,
tore del pelo, dotato di fibre motorie, si con- denominato FOLLICOLO PILIFERO. La
trae sotto stimolo adrenergico ed è responsa- parte inferiore del follicolo pilifero si trova
bile del fenomeno dell'orripilazione (la “pelle normalmente nella parte più profonda del
d'oca”). derma ma il livello è variabile da capello a
Ogni follicolo pilifero è dotato di un ricco capello (la profondità media è di circa 0,6 - 1
plesso nervoso nel quale sono state ben iden- cm). In corrispondenza del terzo superiore
tificate fibre sensitive (Montagna W.). L'alta del follicolo pilifero sbocca la ghiandola seba-
capacità percettiva della pelle umana è in cea, per cui l'insieme viene più propriamente
gran parte correlata con l'innervazione dei definito follicolo pilosebaceo. Al di sotto della

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ghiandola sebacea, sulla parete esterna del e) infine, al di sotto dell'istmo stesso, una
follicolo, è ancorata l'estremità inferiore del PARTE PROFONDA, alla cui base, cioè
muscolo erettore del pelo. Sia il muscolo che alla base del follicolo stesso, è presente un'in-
la maggior parte della ghiandola sono sempre cavatura rivolta verso l'alto, delimitata dalle
posti dalla parte dell'angolo ottuso formato cellule della matrice e contenente una struttu-
dall'asse del follicolo con la superficie oriz- ra connettivale, una specie di “gomitolo” di
zontale dell'epidermide (in questo modo la vasi sanguigni, linfatici e strutture nervose, la
contrazione del muscolo fa assumere al pelo PAPILLA, che ha il compito di provvedere
una posizione verticale). al nutrimento ed al controllo endocrino e
paracrino delle cellule della matrice del pelo.

Sempre nel follicolo, dall'esterno verso l'inter-


no, si riconoscono:
1) la GUAINA CONNETTIVALE, che è la
più esterna, ricca di vasi sanguigni e termina-
zioni nervose e formata da strati concentrici e
longitudinali di fibre collagene con numerose
cellule (fibroblasti);
2) la MEMBRANA VITREA, diretta conti-
nuazione della membrana basale cutanea
(rispetto alla quale ha perduto il caratteristico
aspetto ondulato);
3) la GUAINA EPITELIALE ESTERNA,
diretta continuazione degli strati profondi
dell'epidermide che si invaginano seguendo la
membrana vitrea; le cellule che la compongo-
Nel follicolo, dalla superficie scendendo in no, in corrispondenza della papilla, assumono
profondità si distinguono: le caratteristiche proprie della matrice del
pelo. La guaina epiteliale esterna presenta dal
a) uno sbocco sulla superficie cutanea, lato in cui il follicolo forma con il piano cuta-
OSTIO; neo un'angolo ottuso, un'apertura irregolar-
b) una zona compresa fra ostio e colletto, mente circolare attraverso cui passa il dotto
INFUNDIBOLO, dove fra pelo e parete del escretore della ghiandola sebacea; più in
follicolo è presente uno spazio libero, normal- basso questa guaina diventa più spessa for-
mente riempito di aria, sebo e detriti cellula- mando una sporgenza sulla quale si trova il
ri; punto inferiore di ancoraggio del muscolo
c) una strozzatura a livello del terzo superio- erettore del pelo;
re, C OLLETTO, nel cui punto inferiore 4) la GUAINA EPITELIALE INTERNA,
sbocca la ghiandola sebacea e termina, des- formata da tre strati di cellule che originano,
quamando, la guaina epiteliale interna; come quelle del pelo, dalle cellule della matri-
d) una parte intermedia o ISTMO, fra collet- ce; il suo compito è quello di ancorare il
to e punto di attacco inferiore del muscolo capello al follicolo e formare un involucro più
erettore del pelo; rigido rispetto al pelo che contiene in modo

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
da modellarlo ed orientarlo correttamente. La la nella guaina come in uno stampo ed assu-
guaina epiteliale interna, che è quindi a diret- me la sua forma definitiva. Subito al di sopra
to contatto con il pelo, termina in corrispon- delle cellule delle matrice sono presenti alcu-
denza del colletto dove le sue cellule desqua- ni melanociti che hanno il compito di “colo-
mano all'interno dell'infundibolo e si mesco- rare”, immettendovi la melanina, le cellule
lano al sebo. che diventeranno la “corteccia” del capello.
Le ve re cellule germinative staminali del
capello non sono quelle della matrice ma si
trovano nella così detta “zona protuberante”
(bulge) più alta nel follicolo, a livello dell'ist-
mo (Cotsarelis G.).
Quando si arriva alla fase catagen la matrice,
comunemente intesa, degenera e la papilla
rimane unita al bulbo solo mediante una spe-
cie di “sacco”, formato dalla guaina epiteliale
esterna che contiene le ultime cellule prodot-
Nel capello (o nel pelo) normalmente svilup- te dalla attività mitotica sotto forma di una
pato si distinguono tre parti: lunga colonna di cellule epiteliali.
I) una esterna al follicolo, visibile, STELO o Questo sacco di cellule epiteliali poi si decon-
FUSTO. Ha uno spessore nel capello dell'adul- nette dalla papilla, risale verso l'istmo ed in
to medio di 65 - 78 micron; qualche modo attiva la produzione di HrGF
II) una interna al follicolo stesso, fra l'ostio dalle cellule germinative della zona protube-
del follicolo e l'attacco inferiore del muscolo rante. Queste ultime, con un processo molto
erettore del pelo, RADICE, immersa nella simile a quello che si osserva nella formazio-
cute e quindi normalmente non visibile; ne embriologica del pelo primitivo, entrano
III) una sottostante, alloggiata nella porzione in rapida mitosi e migrano verso il basso colo-
più profonda del follicolo, BULBO, caratteriz- nizzando nuovamente la zona della matrice e
zata alla sua base da due - tre file di cellule danno inizio al nuovo anagen.
sovrapposte a rapida riproduzione che costi-
tuiscono la MATRICE. Queste sono le sole cel-
lule capaci di mitosi nel pelo.
Le cellule della matrice, via via che si riprodu-
cono, spingono verso l'alto quelle più vecchie;
durante la risalita in modo analogo a quelle
dell'epidermide, elaborano nel loro interno la
cheratina, vanno cioè incontro al cosiddetto
“processo di cheratinizzazione”, diventando
progressivamente sempre più rigide. Di que-
ste cellule, all'inizio tutte uguali, alcune, che
vanno a costituire la guaina epiteliale interna,
si cheratinizzano ed induriscono in anticipo
rispetto al resto del pelo (cuticola, corteccia e
midollo) e così il pelo mentre cresce si model-

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
Sezionando un capello in senso oriz- arrotondate, disposte a colonne, generalmen-
zontale se ne può vedere la struttura, sud- te separate fra loro da spazi d'aria. L'aria trat-
divisibile in tre parti: tenuta ha funzione determinante per la prote-
a) CUTICOLA, è la parte esterna del capello. zione dal freddo e per questo motivo il midol-
Al microscopio a scansione appare formata da lo supera negli animali il 50% dello spessore
4 - 7 filiere di cellule trasparenti e sottili, dis- totale del pelo mentre è scarsamente rappre-
poste verticalmente a livello della radice ed a sentato e talora assente nella specie umana.
livello del fusto obliquamente a scaglie embri-
cate, con l'estremità inferiore attaccata alla Ghiandola sebacea
corteccia e quella superiore st accata, con
aspetto quindi a spiga di grano o forasacco. E' posta, in gran parte, lateralmente al follico-
All'interno del follicolo la cuticola del pelo lo pilifero e ha il compito di produrre il
nasce, in realtà, come un unico strato cellula- SEBO, sostanza grassa acida a pH medio 3,5.
re. Le cellule divengono cuboidali e quindi Il sebo di superficie è così composto: triglice-
piatte via via che salgono nel follicolo e con- ridi 30 - 42%, cere 20 - 25%, acidi grassi libe-
temporaneamente si aprono verso l'alto e, rag- ri 15 - 25%, squalene 9 - 12%, idrocarburi
giunto lo stato di completa cheratinizzazione, ramificati 4 - 8%, colesterolo esterificato 2 -
si sovrappongono come le tegole di un tetto 3%, colesterolo libero 1 - 1,5%, altre sostanze
(embricazione). come di e monogliceridi, glicerolo ecc. 3 - 5%.
Nel pelo definitivo le sezioni mostrano la cuti- Il sebo ha due funzioni principali:
cola come una struttura pluristratificata com- la prima è di contribuire, con il sudore, alla
posta da sette strati all'estremità inferiore formazione del film idro-lipidico di superfi-
della radice. In realtà è costituita da un solo cie, una emulsione acqua/olio che protegge la
strato di cellule allungate ciascuna approssi- superficie cutanea dalle aggressioni chimiche
mativamente lunga 40 - 50 micron e spessa da ( d ete rgenti, solventi ecc.) e batteri che; la
0,5 a 10 micron con molteplici sovrapposizio- seconda è di lubrificare e impermeabilizzare
ni e con il margine libero delle cellule super- la superficie esterna del capello via via che
ficiali aperto verso l'alto. Si ha così un aspetto questo allunga.
microscopico pluristratificato simile ad una Il dotto escretore della ghiandola sebacea si
pasta sfoglia. apre nella parte superiore del follicolo in
Data la posizione in cui si trova, la cuticola è modo da lubrificare il capello prima ancora
la prima ad essere danneggiata quando il che questo compaia sulla superficie cutanea.
capello viene sottoposto a shampoo inadegua- Sul cuoio capelluto la produzione totale di
ti, permanenti, spazzolature eccessive ecc; sebo è di 650 - 700 mg nelle 24 ore. Il film
b) CORTECCIA, intermedia, è la parte più idrolipidico (emulsione acqua/olio formata
abbondante; è formata da cellule più grosse, dall'unione del sebo con l'acqua del sudore)
completamente cheratinizzate, di forma fusa- dopo asportazione con detergente si ricostitui-
ta, lunghe 90 micron e larghe 5 micron, dis- sce in un tempo relativamente breve (3 - 6 ore)
poste verticalmente in file parallele; contengo- ma la ghiandola sebacea non sembra, al con-
no un pigmento, la melanina, che tende a trario di quanto spesso affe rmato, poter
ridursi con l'età facendo diventare bianco il aumentare la propria attività rispetto ai valo-
capello (incanutimento); ri basali per lavaggi frequenti. Il sebo non ha
c) MIDOLLO, interno, formato da cellule la possibilità di spostarsi in modo autonomo

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
lungo il fusto del capello. Il fatto che i capelli partire dai precursori di origine gonadica e
possano rapidamente e nuovamente “unger- surrenalica (il più attivo in tal senso sembra
si” dopo un lavaggio è dovuto alla riduzione essere l'androstandiolo). Le ghiandole sebacee
della tensione superficiale fra le tegole chera- producono abbondantemente sebo durante la
tiniche della cuticola associata al continuo vita fetale (vernice caseosa del feto), sono atti-
sfregamento fra i capelli. La velocità di migra- ve nei primi mesi di vita, passano in una fase
zione del sebo aumenta se i capelli vengono di relativa quiescenza fino ai 9-10 anni di età
continuamente toccati con le mani o pettina- per riattivarsi all'adre n a rca, ri t rovano poi
ti. Inoltre, nei soggetti con capelli particolar- piena attività alla pubertà e sono causa di
mente e rapidamente untuosi, il sebo è più fenomeni di piccola patologia dermatologica,
fluido e quindi ha più alta capacità di migra- di cui è prototipo il fenomeno dell'acne poli-
zione. In questi soggetti l'abbondanza di sebo morfa comune giovanile. La produzione di
provoca inconvenienti estetici dovuti alla faci- sebo subisce una brusca riduzione nella
le adesione delle polveri ambientali, dei resi- donna alla menopausa mentre nel maschio,
dui cheratinici, delle sostanze di rifiuto veico- ed in modo assai personale, diminuisce solo
late dal sudore. Il tutto, troppo spesso, accen- molto lentamente dopo i 60 - 70 anni di età.
tuato dall'applicazione di cosmetici.
Muscolo pilo-erettore
La secrezione delle ghiandole sebacee è con-
E' disposto obliquamente sullo stesso lato
della ghiandola sebacea, dalla parte dell'ango-
lo ottuso formato dall'asse del follicolo con la
superficie orizzontale dell'epidermide.
Delle due inserzioni, quella profonda è sulla
guaina epiteliale esterna, a livello dell'istmo,
sulla parte inferiore del terzo medio del folli-
colo (zona protuberante o bulge), mentre
quella superficiale si ancora al derma papilla-
re con un sistema di fibre dissociate su un'a-
rea relativamente vasta.
Il BULGE non è una singola protuberanza
(Misciali C.) ma è costituito da multiple for-
mazioni digitiformi che prendono origine da
una porzione della circonferenza dell'istmo;
ognuna di queste appendici è connessa ad un
fascio del muscolo erettore del pelo.
La funzione del muscolo erettore è di raddriz-
zare il pelo, contraendosi (“orripilazione”):
l'aria che rimane intrappolata fra i peli si
riscalda a contatto con la superficie corporea
ed essendo una cattiva conduttrice di calore
trollata dagli ormoni steroidei, circolanti o protegge la cute dal freddo ambientale.
prodotti localmente dal follicolo pilosebaceo a Secondo alcuni Autori la contrazione del

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
muscolo pilo-erettore potrebbe favorire, per ri sono quantitativamente documentabili con
compressione, lo svuotamento della ghiando- estrema difficoltà in quanto in massima parte
la sebacea. Il muscolo erettore è assente nei derivati da quelli del sebo.
peli di tipo lanuginoso. Minerali (oligoelementi): rappresentano
una componente essenziale dei sistemi protei-
Costituzione chimica del capello co-enzimatici. Esiste una correlazione diretta
fra la quantità di oligoelementi presenti nel
All'analisi chimica i costituenti principali del sangue e quelli presenti nel capello.
capello, oltre all'acqua, sono: cheratina, lipi- a) ferro (media 4-12 mg/gr di capelli): è più
di, minerali e pigmenti. abbondante nei capelli rossi rispetto a quelli
Cheratina: è una proteina contenuta prin- biondi e neri.
cipalmente nella corteccia (della quale costi- b) magnesio (media 30-45 mg/gr): è più
tuisce la massima parte); gli aminoacidi pre- abbondante nei capelli di colore nero (fino a
senti in maggiore quantità nella cheratina 170 mg/gr). Catalizza la tra s fo rmazione
sono la cisteina e la cistina (derivata dalla con- dell'ATP in cAMP, in seguito alla attivazione
densazione di due molecole della prima con della adenilciclasi, e la degradazione
perdita di acqua e formazione di legami disol- dell'cAMP in 5-AMP ad opera della fosfodie-
furo), la serina, l'acido glutammico, la glicina, sterasi (vedi).
la tretionina, l'arginina, la valina, la leucina e c) zinco (media 150-180 mg/gr): è indispensa-
l'isoleucina. La cheratina presente in maggio- bile per la corretta funzione dei fattori di cre-
re quantità nel capello è quella alfa, fibrosa, a scita e quindi per la attività delle cellule ger-
basso contenuto di zolfo, con Peso Molecolare minative della matrice. In sua carenza il
di circa 45.000, insolubile in acqua. capello si indebolisce e rallenta il ritmo di cre-
Le catene polipeptidiche sono rese stabili da scita.
tre tipi di “ponti”: legami idrogenati (conferi- L'eccesso di zinco determina carenza di rame
scono solidità), ponti fra catene acide e catene a causa dell'induzione dell'enzima tioneurina
basiche (si rompono con gli acidi forti) e ponti che, a livello intestinale, lega il rame in modo
disolfurici (quando sono lesi, ad esempio preferenziale rallentandone o impedendone
nelle “permanenti”, il capello si arriccia). La l'assorbimento.
cheratina può essere deformata con il vapore d) rame (media 16-50 mg/gr): è indispensabile
acqueo (“messa in piega”). per catalizzare la conversione della tirosina a
Il processo di cheratinizzazione, in particola- DOPA (nel processo di sintesi della melanina) e
re quello dei peli, è regolato da ormoni, vita- per consentire l'ossidazione della cisteina in cisti-
mine, fattori genetici e metabolici e sembra na con formazione dei ponti disolfuro.
legato al metabolismo del colesterolo e alla e) piombo (media 10-30 mg/gr): è più abbon-
sua esterificazione con acidi grassi sintetizza- dante nei capelli di colore castano. Dato che
ti dall'epidermide. Ne consegue che carenze la quasi totalità del piombo presente nell'orga-
dietetiche e/o difetti enzimatici delle vie di nismo deriva da quello esogeno e poiché il
sintesi del colesterolo e degli acidi grassi pos- capello ne rappresenta la sede principale di
sono provocare una cheratinizzazione anoma- accumulo, la sua misurazione a livello della
la con conseguenti difetti strutturali del fusto. parte distale del fusto viene utilizzata per
Lipidi: costituiti da trigliceridi, cere, fosfoli- valutare la presenza di questo metallo nell'in-
pidi, colesterolo, squalene ed acidi grassi libe- quinamento ambientale.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
La carenza di proteine e/o sali minerali potrà tion by substance P" Lab Invest 1994; 71: 134 -140.

essere evidenziata, al microscopio, da un Sturaro A., Parvoli G., Doretti L., et al: "The influence of color,
fusto sottile associato a bulbi molto piccoli (se age, and sex on content of zinc, copper, nikel, manganese, and
lead in human hair" Biol Trace Elem Res 1994; 40: 1 - 8.
il capello è costituzionalmente sottile i bulbi
appariranno invece normali).
Il ciclo del capello
Pigmenti: sono rappresentati dalle melani-
ne (sostanze colorate), presenti nella corticale
Il cuoio capelluto di un individuo adulto ha
del pelo in forma diffusa o granulare. Sono
una superficie oscillante fra 550 e 650 cm2.
insolubili in acqua, solubili negli acidi forti,
La quantità di follicoli per cm2 varia con l'età:
decolorabili con acqua ossigenata.
1135 alla nascita, 635 a 30 anni, 415 a 60
I melanociti, utilizzando la tirosina come pre-
anni.
cursore, sintetizzano due principali tipi di
Nei calvi gran parte dei follicoli scompare e
melanina: l'eumelanina, scura e presente nei
questi valori possono essere anche notevol-
capelli neri e la feomelanina, più chiara e pre-
mente inferiori; questo rende anche discutibi-
sente nei capelli dorati, biondi o rossi.
le la collocazione della alopecia androgeneti-
ca avanzata fra le alopecie non cicatriziali ed
BIBLIOGRAFIA
in effetti il termine “defluvio androgenetico”
Auber L.: "The anatomy of follicles producing wool fibres with
è esplicativo.
special reference to keratinization" Trans Roy soc Edin 1952; 62: I capelli veri e propri sono in media 160 - 240
19.
per cm2 (cioè solo un follicolo su tre è “abita-
Balus I.: "Experiments on the relationship between the nervus to” da un vero capello mentre negli altri due
system and hair" Brit J Dermatol 1961; 73: 69. è presente solo un piccolo pelo vellus). Il
Bosco I.: "Dermatologia generale" Roma, SEU, 1970. 32-35. numero totale dei capelli in un giovane adul-
to varia pertanto da 90.000 a 150.000 e scen-
Caputo R., Alessi E.: "Istologia della cute e degli annessi cutanei"
in: Serri F. "Trattato di dermatologia" PICCIN, Padova, 1986,1°. de a 60.000 - 100.000 con l'avanzare dell'età.
38-46 . Il diametro medio, come già precedentemente
Duni D., Cislaghi E.: "Elementi di tricologia" Milano, SEPeM,
accennato, è 65 - 78 micron (meno di 50
1988. 59-62. micron nell'età senile).
Il tasso di crescita normale varia da 0,30 a
Enjolras O.: "Centomila capelli" Parigi, Parente L.,1978. l0-11.
0,35 millimetri al giorno.
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24
dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
Nel follicolo si alternano cicli di crescita e ni vitali, catagen. Inizia con l'arresto dell'at-
cicli di riposo: normalmente ogni volta che un tività dei melanociti seguita da quella delle
capello in telogen è caduto il follicolo ne cellule della matrice e poi dalla scomparsa
forma uno nuovo in anagen. della guaina epiteliale inte rna; successiva-
Solo di rado lo stesso follicolo da origine a più mente la guaina epiteliale esterna forma un
di un pelo “sacco” che circonda le ultime cellule prodot-
te (in movimento verso l'alto), e rimane colle-
Il ciclo riproduttivo del capello (e del gato alla papilla da una colonna di cellule,
pelo) viene suddiviso in tre fasi. residuo della matrice (al microscopio il capel-
Fase di crescita, anagen. E' suddiviso a sua lo assume il caratteristico aspetto a “coda di
volta in 6 sottofasi che iniziano con l'avvio del- topo”). Questa fase dura in media 15 giorni.
l'attività mitotica delle cellule staminali della
zona protuberante, proseguono con la discesa Fase di riposo funzionale, telogen. E' il
della parte inferiore del follicolo che va a rag-
giungere la papilla, con la colonizzazione
della matrice, poi con la comparsa della guai-
na epiteliale interna e infine con la comparsa
del pelo che via via si allunga fino a raggiun-
gere e superare l'ostio follicolare. Il periodo
anagen dura in media 2 - 4 anni nell'uomo e
3 - 7 anni nella donna. Dato che il capello si
allunga di circa 1 cm al mese ma può, nella
donna, arrivare a 1,5 cm, si comprende come
le lunghezze massime raggiungibili nei capel-
li possano essere assai differenti nei due sessi. periodo terminale del ciclo durante il quale il
Questo capello, ben ancorato con le sue guai- capello si trova ancora nel follicolo pilifero
ne, può essere asportato solo esercitando una ma in cui le attività mitotiche sono completa-
forte trazione ed il trauma sarà accompagna- mente cessate. Il capello in telogen prima di
to da dolore. cadere rimane sul cuoio capelluto per ancora
90-100 giorni. Questo è infatti il tempo neces-
sario perché scompaiano gradualmente i siste-
mi di ancoraggio con il follicolo (cioè le guai-
ne). Questi capelli possono essere asportati
(senza dolore!) se si esercita una trazione
anche modesta. Il bulbo, ormai atrofico, è di
aspetto traslucido e si presenta tipicamente “a
clava”, come una capocchia di spillo alla base
del capello, facendo preoccupare spesso il
paziente che crede, a torto, di averne perduto
la parte vivente, cioè quella germinativa che
in realtà è rimasta allogata in profondità, nel
bulge, pronta, se tutto procede regolarmente,
Fase di progressivo arresto delle varie funzio- a dare inizio ad un nuovo ciclo.

25
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
to dei telogen nel corso dell'anno, si vede che
quel teorico 13 - 15% di capelli in telogen,
considerato normale e diagnosticato spesso
come “tranquillizzante”, si ha solo tre volte
all'anno: all'inizio di febbraio, all'inizio di
maggio e a fine ottobre. Nel mese di luglio un
tricogramma normale dimostrerà che ben il
30% dei capelli sono in telogen e solo il 70%
in anagen. Un altra picco ma meno alto di
telogen si ha anche in gennaio quando questi
raggiungono circa il 25%. La caduta dei capel-
li avviene dopo circa tre mesi dall'inizio della
fase telogen e pertanto sarà massima ad otto-
bre ed ad aprile, bassa fra gennaio e febbraio
Nell'essere umano, a differenza degli animali, e minima fra giugno e luglio.
il ricambio dei capelli avviene a “mosaico”,
cioè ogni follicolo produce il suo capello indi-
pendentemente da quelli vicini; in questo
modo non si alternano, come per gli animali,
periodi in cui si hanno i capelli a periodi in
cui questi non ci sono (muta). Una accelera-
zione del ricambio è tuttavia presente nella
maggioranza degli individui in primavera e
autunno (effluvium stagionale fisiologico). Il
capello in telogen può cadere da solo o essere
sospinto fuori da quello nuovo in crescita.
Per percentualizzare la quantità dei capelli in
anagen o in telogen è universalmente diffuso

Dal punto di vista funzionale, tuttavia, le fasi


del ciclo sono solo due (Rebora A.). Una proli-
ferativa, dominata dalla proliferazione verso
il basso della colonna cheratinocitaria, che
occupa la parte iniziale dell'anagen, piuttosto
breve (fasi anagen 1° - 5°); l'altra differenzia-
tiva, che occupa la maggior parte dell'anagen
(anagen 6°), nella quale i cheratinociti si tra-
sformano in cheratina e l'attività mitotica si
il “tricogramma” e sulla base di questo riduce al ritmo minimo necessario a rimpiaz-
esame si afferma che su un cuoio capelluto zare le cellule differenziate. Nel catagen l'atti-
normale circa l' 85% dei capelli è in anagen, vità mitotica cessa e la differenziazione inve-
il 13 - 15% in telogen e l' 1 - 2% in catagen. ste tutti i cheratinociti rimasti. Il telogen è
In realtà, osservando quello che è l'andamen- una fase di silenzio mitotico e differenziativo

26
dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
la cui finalità è quella di dare al nuovo pelo il the effect of castration in man and by studies of patological con-
ditions and the short life-span associated with maleness" Recent
tempo necessario di crescere senza lasciare il Prog Horm Res 1948; 3: 257.
follicolo vuoto.
Hamilton J.B.: "Effect of castration in adolescent and young adult
La durata del ciclo del pelo varia a seconda males upon further changes in the proportions of bare and hairy
della regione corporea. Al cuoio capelluto ed scalp" J Clin Endocrinol 1960; 20: 1309.
alla barba il ciclo dura da 3 a 6 anni, occupa-
Kligman A.M.: "The human hair cycle" J Invest Derm 1959; 33:
to quasi totalmente dall'anagen 6°, con un 307.
telogen di tre mesi, mentre al pube ha una
Kligman A.M.: "Pathologic dynamics of human hair loss" Arch
durata molto più breve con un telogen più Dermatol 1961; 83:175.
lungo dell'anagen. Anche ciglia e sopracciglia l
Marliani A., Bartoletti C.A.: "I capelli ed il telogen" Med. Est.1994;
hanno anagen brevi e, nell'ambito del cuoio 4: 241 - 247.
capelluto, le regioni temporali ed occipitali
hanno telogen più lunghi delle regioni parie- Orentreich N., Durr N.P.: "Biology of scalp hair growth" Clin Plast
Surg 1982; 9: 195.
tali. La diversa durata delle fasi rende conto
di alcune caratteristiche della patologia pila- Paus R., Handjski B., Czametzki B.M., Eichmuller S.: "Biology of
hair follicle" Hautarzt 1994; 45/11:8_8 - 825.
re.
A differenza di altri mammiferi, nell'uomo Rebora A.: "Struttura e funzione" in Rebora A. et al (Eds) "Le
Alopecie" Ital Gene Rev Derm 1992, 2 -3, 9 - 11.
ogni pelo ha un suo ciclo individuale. Fa ecce-
zione il primo ciclo intrauterino che è collet- Saitoh M., Uzuca M., Sakamoto M.: "Human hair cycle" J Invest
tivo e da luogo ad una vera “muta neonatale”. Dermatol 1970; 65:54.

Una relativa sincronizzazione può verificarsi Sato Y.: "The hair cycle and its control mechanism" in: Toda K et
nell'adulto in condizioni fisiologiche (gravi- Al "Biology and desease of the hair" Univ Park Press, Baltimora,
1976. 3-13.
danza), patologiche (defluvio androgenetico)
o farmacologiche (pillola estroprogestinica) Savill A., Warren C.: "The hair and scalp" Londra, Arnoldag,
1962.18-22.
per variazioni della durata dell'anagen 6°.
Anche queste circostanze sono importanti per
Il ciclo ideale del capello
comprendere alcuni aspetti della patologia
pilare.
Vediamo ora come appare il ciclo “ideale” del
capello confrontando le immagini istologiche
con l'aspetto dei capelli estratti ed osservati in
BIBLIOGRAFIA
microscopia a luce polarizzata.
Aron-Brunètiere R.: "Capelli e secrezione endocrina" Med Est
Da questo raff ro n to scaturiscono alcune
1978; 1: 7. acquisizioni di notevole interesse nosologico e
non prive di importanza anche su piano tera-
Baden H.P.: "Genetic basis for structural protein changes in hair"
in: Toda K. et Al. "Biology and desease of the hair" Park. Press, peutico.
Baltimora Univ., 1976.129-139. Va precisato che parliamo di un capello idea-
Bartsova L.: "Biology of hair growth" Curr Probl Dermatol 1984; le, un anagen perfetto, cioè di un capello con
12: 1. durata della fase anagen di 4 - 10 anni, tipico
Ebling F.J.: "Hair" J Invest Dermatol 1976; 67: 98.
del sesso femminile, del bambino pre pubere,
della donna giovane e/o gravida, con guaine
Hamilton J.B.: "Male hormone stimulation is a prerequisite and massicce e ben conformate, massima profon-
an incitant in common baldness" Am J Anat 1942; 71: 451.
dità bulbare, fra 7 e 8 mm, massima rapidità
Hamilton J.B.: "The role of testosterone secretions as indicated by di crescita (circa 400 micron al giorno, 12
27
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
mm al mese). prendiamo che l'anagen ed il cata gen sono fasi
I capelli comuni, quelli di quasi tutti noi, del follicolo mentre il telogen è solo una fase
sono, nel migliore dei casi, anagen imperfetti: del capello, che cade fisiologicamente. (19 - 21 -
pseudo displasici. 26)

Alcune immagini che qui Vi mostriamo sono Fondamentalmente il capello controlla il suo
originali, altre le abbiamo tratte da atlanti di ciclo attraverso il metabolismo degli androge-
dermatologia o anatomia. (09 - 10) ni.
l ciclo del capello e del pelo con le sue fasi Il capello, durante l'anagen, tramite la 5 alfa
(anagen, catagen, telogen) è quel ricambio riduzione del testosterone provoca decremen-
necessario ad impedirne una crescita conti- to di attività della adenilciclasi e quindi della
nua ed indefinita, ad evitare cioè che nel sog- esochinasi, che permette al glucosio di acce-
getto di 50 anni peli e capelli possano rag- dere alla glicolisi, con riduzione di attività di
giungere una lunghezza di circa 6 metri.
Classicamente leggiamo e diciamo che la fase
anagen dura mediamente 1000 giorni, la fase
catagen 10 giorni, la fase telogen 100 giorni.
(15 - 22).
Se consideriamo che quando il capello è in

questa via metabolica fino al blocco delle


mitosi della matrice ed al telogen.
In modo bilanciato, attraverso la 17 beta ste-
roidodeidrogenasi e l'aromatasi, produce
anche estrone solo quanto gli è sufficiente a
mantenere l'attività fisiologia della adenilci-
clasi, cioè le mitosi della matrice e la durata
dell'anagen.
Facciamo subito notare come tutti i tentativi
di terapia medica della così detta “alopecia
androgenetica” si sono fino ad oggi limitati al
tentativo di incrementare la durata dell'ana-
gen o bloccando la 5 alfa riduzione con inibi-
tori ormonali o mimando il fattore di crescita
del bulge con il minoxidil. (01- 03 - 08 - 20 - 28 - 34)

Nella donna il diidrotestosterone, necessario


al telogen, dovrà essere prodotto dal follicolo
mediante riduzione a testosterone del princi-
telogen il follicolo è già in anagen IV, c o m- pale androgeno circolante nel sesso femmini-
28
dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
le, l'androstenedione.
Il testosterone potrà poi prendere la via della
5 alfa riduzione a diidrotestosterone.
Nel maschio la via della 5 alfa riduzione parte
direttamente dal testosterone.
E' quindi chiaro come nel maschio la via
metabolica privilegiata è quella della 5 alfa
riduzione a diidrotestosterone, mentre nella
femmina è assai facile la aromatizzazione del-
l'androstenedione ad estrone.
Appare comprensibile perché la durata dell'a-
nagen del maschio è circa metà di quella della
femmina e perché nel sesso femminile l'alope-
cia androgenetica è assai più rara. (14 - 20 - 24 - 27
- 29 - 30 - 31 - 32)
Un’immagine clinica di un soggetto con capel-
li anagen perfetto. (06 - 07 - 09)
All’osservazione istologica il bulbo di un
capello anagen perfetto appare circondato da
cellule adipose, quindi profondo nell'ipoder-
ma sot to c u taneo circa 7 mm, cioè 7000
micron. (06 - 07 - 09)
Notiamo anche abbondante innervazione di
un capello anagen. (07 - 09)

In questo capello anagen perfetto estratto ed


osservato a fresco al microscopio in luce pola-
rizzata notiamo la guaina epiteliale interna
ben evidente ed alta sul colletto: la lunghezza

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
Durante il catagen la 5 alfa reduttasi è com-
pletamente bloccata perché il NADPH, che è
necessario come fonte di idrogenioni per la 5
alfa riduzione, si forma nello shunt degli eso-
somonofosfati solo durante l'anagen.

della guaina, che va dall'infundibulo al bulbo,


è ben misurabile e ci rivela la profondità del Il metabolismo del follicolo è ora deviato
capello nella cute. Osserviamo come le cellule obbligatoriamente verso l'aromatizzazione e
della matrice, mitoticamente attive e non che- l'alto tasso di estrogeni blocca la fosforilasi e
ratinizzate, fanno apparire il bulbo nero. (09) la fosfofruttochinasi, enzimi chiave della gli-
colisi. Ora, come già scrivevano Frank Parker
Terminata la fase di crescita, anagen, ha ini- e Robert Williams negli anni 60, le cellule del
zio la fase catagen che è suddivisibile in tre sacco da precursori come testosterone, andro-
sottofasi: catagen I, II, III. stenedione ed estradiolo producono abbon-
Osservando un capello estratto in catagen lo dantemente estrone; da cortisolo producono
stato e la lunghezza della guaina ci fanno cortisone; da glucosio glicogeno.
facilmente conoscere la profondità del bulbo Queste tre sostanze sono indispensabili per la
e quindi la fase (I - II - III) catagen che stiamo qualità del prossimo anagen:
osservando. - sarà l'estrone, con la mediazione di un fatto-
Il catagen inizia nel momento in cui cessano re di crescita, ad attivare l'adenilciclasi e quin-
le mitosi delle cellule della matrice che raccol- di le mitosi delle cellule staminali del bulge,
te in una specie di sacco formato dalla guaina - il cortisone è “fattore permissivo” per l'atti-
epiteliale esterna collegano un bulbo, ora che- vazione del sistema delle proteine chinasi e
ratinizzato, alla papilla e vanno incontro, tut- cioè per l'attività della esochinasi, quindi per
t'altro che inerti, ad un tipico processo di l'utilizzo di glucosio e glicogeno,
“apoptosi” che fa di loro qualcosa di molto - il glicogeno, che viene accumulato in granu-
simile ad una ghiandola endocrina a secrezio- li in quel che resta della guaina epiteliale
ne paracrina. esterna, sarà la prima ed unica fonte di ener-
(04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 34) gia metabolica per le cellule del bulge quan-

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
do, in discesa mitotica, non hanno ancora crescere alla velocità di 400 micron al giorno,
preso contatto fisico con la papilla. poiché non vi sono più le mitosi della matri-

Per l'accumulo del glicogeno, a ridosso della


membrana vitrea, la guaina epiteliale esterna
sembra ispessirsi e diventa fortemente PAS
positiva. (12 - 14 - 20 - 24 - 27 - 29 - 30 - 31 - 32 - 35)

ce, ma dovrà risalire nel follicolo alla velocità


ben più modesta del ricambio della cute,
circa 65 micron al giorno, e per raggiungere
Nell'aspetto istologico di un capello catagen I l'infundibulo dovrà percorrere circa 6.500
notiamo come le guaine sono ancora intatte micron e non potrà farlo in meno di 80 - 90
ma il bulbo deconnesso dalla papilla e la giorni.
matrice che sta già formando il tipico “sacco” Questa considerazione era già stata fatta negli
del catagen dimostrano inequivocabilmente anni 60 da Isidoro Bosco. (04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 34)
che l'anagen è finito.
Notiamo come questo capello, se estratto per Immagine di una catagen I estratto ed osser-
un tricogramma convenzionale, viene facil- vato a fresco in olio da immersione al micro-
mente confuso con un anagen. scopio in luce polarizzata. La cheratinizzazio-
La presenza di cellule adipose ci dimostra che ne del bulbo, luminoso e colorato, dimostra
il bulbo è ancora allogato nell'ipoderma sotto- che le mitosi sono cessate.
cutaneo, cioè a non meno di 7 mm di profon-
dità: 7000 micron. In microscopia convenzionale, la forma del
bulbo, la pigmentazione del fusto fino al col-
Da questo momento il capello non potrà più letto la guaina intatta e profonda, che ancora

31
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

contiene citrullina ed arginina e si colora con Particolare del “sacco” in catagen II.
cinnamaldeide, farebbero facilmente scam- (pagina sucessiva)
biare questo capello con un anagen. (04 - 05 - 13 E' suggestivo osservare come l'istologia del
- 16 - 24 - 34) sacco tenda ora ad assomigliare alla zona cor-
donale della ghiandola surrenale.
Istologia di un capello catagen II.
(01 - 02 - 03 - 08 - 11 - 14 - 20 - 24 -29 - 30 - 31 - 32 - 34)
(a destra)
Il “sacco”, ora ben evidente, è composto di
cellule che prendono i colori vitali.
Queste cellule, tutt'altro che inerti, stanno
preparando con la loro attività endocrino -
Catagen II estratto ed osservato a fresco in
metabolica un nuovo anagen.
olio da immersione al microscopio in luce
polarizzata.
Osserviamo ancora, intorno al “sacco”, la pre-
(pagina successiva a destra).
senza di cellule adipose. (01 - 02 - 03 - 08 - 11 - 14 - 20
- 24 -29 - 30 - 31 - 32 - 34)

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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
Questo è il catagen “classico”, descritto sem-
pre come difficile da reperire e da riconosce-
re.

bulge, quasi per contatto.


E' suggestivo sapere che il bulge è ricco di

Notiamo come la presenza della guaina anco-


ra ben conformata ci dice inequivocabilmen-
te che questo capello è in catagen e come la
cheratinizzazione del bulbo ci esclude com-
pletamente la possibilità di scambiarlo con un
anagen. (04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 34)

Istologia di un capello catagen III.


(a destra sotto)

Il capello, risalito nel follicolo per 5000 -


6000 micron, ha raggiunto ora l'infundibulo,
all'altezza dell'inserzione del muscolo piloe-
rettore, e sta attivando le cellule staminali del
33
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
mastociti ed è attraversato da un assone che lo questo momento la papilla dermica appare
connette con l'interno del follicolo. “risalita” dall'ipoderma nel derma;
La guaina connettivale e la membrana vitrea l'attivazione del bulge da il via alle mitosi
PAS positiva e ricca di glicogeno sono collas- delle cellule staminali che con una discesa
sate. (17)
Catagen III estratto. Il bulbo è clavato e la
guaina è ormai distinguibile solo con il micro-
scopio in luce polarizzata.
Solo la scomp a rsa della guaina epiteliale
interna segna la fine delle attività metaboli-
che ed il passaggio del capello alla fase telo-

mitotica, quasi neoplastica, riguadagnano la


papilla, riformano la matrice e danno inizio
al nuovo anagen.
Vediamo anche che, quando il capello è in
telogen, il follicolo è già in anagen IV. (04 - 05 -
13 - 16 - 24 - 33 - 34)

Questa è la stessa immagine precedente ma


modificata. In un ciclo ideale la papilla non
risale nel derma, questo avviene solo se, al
ricambio, segue un peggioramento della qua-
lità dell'anagen.

gen. In microscopia convenzionale questo


capello appare come un telogen. (04 - 05 - 13 - 16 -
24 - 34)

Attivazione del “bulge”. Questa è una imma-


gine ormai classic a ripresa e parzialmente
rielaborata dallo splendido Atlante della pro-
fessoressa Antonella Tosti.
Vediamo come il capello in catagen III attiva Osserviamo come, al momento del catagen
il bulge per dare l'avvio al nuovo anagen. In III, la guaina connettivale e la membrana
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dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
vitrea (PAS positiva perché ricca di glicogeno)
sono collassate sotto il bulbo, come il catagen
III sia contemporaneo al momento di attiva-
zione delle cellule staminali (anagen I), alla
discesa mitotica cellulare (anagen II) ed alla
colonizzazione della nuova matrice (anagen
III).
Il grado di displasia di ogni nuovo anagen
appare in larga parte determinato dalla quali-
tà metabolica del catagen che lo precede:
- ad una carenza di estrone conseguirà una
attivazione insufficiente del bulge,
- ad una carenza di cortisone conseguirà una
attivazione insuffi c i e n te della adenilciclasi
con scarso metabolismo del glucosio e diffi-
coltoso utilizzo del glicogeno,
- durante la discesa mitotica verso l'ipoderma
la sola fonte di energia metabolica per le cel-
lule in anagen II è data dal glicogeno accumu-
lato nella guaina epiteliale esterna, se questo
è insuffi c i e n te, obbligherà ad un anage n
meno profondo, cioè più involuto, con risalita
della papilla dermica.

Il catagen è quindi il momento metabolica-


mente più delicato e più attivo di tutto il ciclo
follicolare. (04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 33 - 34)

Istologia di un capello telogen I.


(a destra sopra)
Il capello ha ora perso ogni attività metaboli-
ca, e si trova praticamente inserito nell'infun-
dibulo, fra il muscolo piloerettore e la ghian-
dola sebacea. Questo capello non ha più alcu-
na connessione né ancoraggio al follicolo.
(33)

Telogen I estratto.
(a destra sotto)
Si vede bene, in luce polarizzata, la completa
mancanza di guaine e la cheratinizzazione del
bulbo. (04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 34)

35
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

Istologia del nuovo capello anagen IV. (04 - 05


- 13 - 16 - 24 - 34)

Questa (a destra in alto) è l’immagine prece-


dente che mostra il momento del ricambio: il
nuovo capello anagen IV sta spingendo fuori
dal follicolo il vecchio telogen I. (04 - 05 - 13 - 16 -
24 - 34)

Telogen II estratto.
(a destr in basso))
Fra telogen I e telogen II possono essere pas-
sati solo pochi giorni.
Questo elemento cade o rimane fra le dita se
solo si passa una mano fra i capelli.
Ovviamente il telogen II non ha un corrispon-
dente istologico. (04 - 05 - 13 - 16 - 24 - 34)
36
dicembre 2002 - N° 10 - Giornale Italiano di Tricologia
Da queste osservazioni emergono alcune con- 09) Duni D., Cislaghi E.: “Elementi di tricologia” Milano,
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siderazioni interessanti sia su piano teoretico 10) Enjolras O.: “Centomila capelli” Parigi, Parente L.,1978. l0-
che pratico: 11.
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ma non sarà mai di 10 - 15 giorni, se non in pecia” Dermatol. Clin. 1987; 3: 483.
14) Itami S., Sonoda T., Kurata S., Takayasu S.: “Mechanism of
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b) la durata della fase telogen è fortemente 7/suppl: s98 - s103.
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21) Paus R., Handjski B., Czametzki B.M., Eichmuller S.:
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37
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia
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.........................................
.........................................
APPUNTI .........................................
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EDIZIONI "TricoItalia" (Firenze) aprile 2003

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte seconda


edizione 2002
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
FISIOPATOLOGIA ENDOCRINO-METABOLICA
DEL CAPELLO E DEL PELO - pag. 5
Controllo steroideo - pag. 6
Controllo metabolico - pag. 10
Controllo autocrino-paracrino - pag. 18

Alopecie in endocrinopatie - pag. 24

“DIETA” E CAPELLI - pag. 25


Aminoacidi e proteine - pag. 28
Acidi grassi essenziali - pag. 30
Le vitamine e i capelli - pag. 30
Il ruolo degli oligoelementi per i capelli - pag. 50
Conclusioni - pag. 55
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
“TRICOLOGIA”
-diagnostica e terapia-
edizione 2003

parte II
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Guido Vito Trotter

EDIZIONI “Tricoitalia” Firenze


aprile 2003
SOMMARIO:

FISIOPATOLOGIA ENDOCRINO-METABOLICA
DEL CAPELLO E DEL PELO - pag. 5
Controllo steroideo - pag. 6
Il recettore citosolico del diidrotestosterone - pag. 10
Controllo metabolico - pag. 10
Controllo autocrino-paracrino - pag. 18
Il controllo del ciclo del capello (sintesi) - pag. 20

Alopecie in endocrinopatie - pag. 24

“DIETA” E CAPELLI - pag. 25


Aminoacidi e proteine - pag. 28
la cistina - pag. 28
la metionina - pag. 29
Istidina, glicina, fenilalanina, tirosina - pag. 29
Acidi grassi essenziali - pag. 30
Le vitamine e i capelli - pag. 30
- Vitamina A (retinolo) e retinoidi - pag. 31
- Vitamina D - pag. 36
- Vitamina E - pag. 38
- Vitamina K - pag. 40
- Vitamina B1 (tiamina) - pag. 41
- Vitamina B2 (riboflavina) - pag. 42
- Vitamina PP (B3, niacina) - pag. 42
- Vitamina B5 (acido pantotenico) - pag. 43
- Vitamina B6 (piridossina) - pag. 44
- Vitamina H (B8, biotina) - pag. 45
- Vitamina B12 (cobalamina) - pag. 46
- Acido folico (folacina, vit. M dei vecchi Autori) - pag. 46
- Vitamina C (acido ascorbico) - pag. 47
- Acido lipoico (acido tioctico) - pag. 50
Il ruolo degli oligoelementi per i capelli - pag. 50
- Ferro - pag. 50
- Zinco - pag. 52
- Rame - pag. 53
- Magnesio - pag. 54
- Selenio - pag. 54
Conclusioni - pag. 55
aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

FISIOPATOLOGIA ENDOCRINO- essenzialmente attraverso il metabolismo del


METABOLICA DEL CAPELLO E testosterone con una serie di eventi a catena:
DEL PELO la 5 alfa riduzione, la formazione del diidrote-
stoste rone, la captazione di quest’ u l t i m o
Questo è uno dei capitoli più difficili e meno (DHT) da parte di uno specifico recettore pro-
studiati della tricologia ma la sua importanza teico citosolico con trasporto attivo nel nucleo
è enorme; non esito a dire che compreso bene del tricocheratinocita (il cheratinocita della
questo capitolo il resto della tricologia viene matrice del pelo), la coniugazione del DHT
da sé. L’argomento è anche in parte nebuloso con la cromatina nucleare e la successiva
perché la fisiologia del capello e la patogene- derepressione di uno o più geni portatori del
si delle alopecie sono ancora in larga parte messaggio ereditario, a cui segue la formazio-
sconosciute ma leggendo la letteratura e sulla ne di mRNA che porta l’informazione ai ribo-
base delle conoscenze di endocrinologia e somi dove avviene la sintesi proteica che rea-
metabolismo possiamo costruire un modello lizza il messaggio genetico.
che, senza la pretesa di essere né certo né defi- Il controllo steroideo provoca la miniaturizza-
nitivo, può rendere ragione di quanto osser- zione androgenetica del capello.
viamo nella pratica clinica e può guidare
nelle scelte terapeutiche. Questo modello, Per le sintesi proteiche necessarie alla costru-
volutamente semplificato, viene presentato in zione del pelo ed alla riproduzione cellulare
queste pagine. del tricocheratinocita occorre energia. Questa
La vita del capello è controllata energia è fornita da glucosio attraverso pro-
attraverso tre vie: steroidea, glicidi- prie vie metaboliche che controllano la vita
co-metabolica, autocrino-paracrina. ciclica del capello. Il controllo metaboli-
co si attua tramite l’attivazione dell’adenilci-
clasi di membrana cellulare, la formazione di
AMP ciclico (cAMP), l’attivazione della glico-
lisi e del ciclo di Krebs.
Alterazioni del controllo metabolico sono alla
base degli effluvi.

Le mitosi delle cellule della matrice sono


sotto un controllo autocrino-paracri-
no. Si tratta dell’azione tonica, continua, di
un fattore di crescita, Hair Grow Factor, che
esse stesse producono e di quella un calone
inibitorio, prodotto dalle cellule della papilla
dermica, presumibilmente il Trasforming
Grow Factor beta. Dal “dialogo” fra questi
due fattori dipende la quantità e la qualità
Gli ormoni steroidei-androgeni permettono il delle mitosi nella matrice del capello.
realizzarsi del messaggio genetico, permetto- Il controllo autocrino-paracrino regola la
no cioè che il genotipo “calvo” diventi fenoti- velocità e la regolarità della crescita del capel-
po. Questo controllo steroideo si attua lo.

5
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

CONTROLLO STEROIDEO sterone+recettore è capace di penetrare attiva-


mente nel nucleo della cellula dove, a livello
Il nodo centrale del controllo steroideo sul di specifici recettori, si unisce alla cromatina
pelo e sul capello è il metabolismo intracellu- e dereprime uno o più geni portatori del
lare del testosterone. carattere “calvo”. I geni derepressi inducono
Il testosterone, il più importante ormone la formazione di R NA messaggero che,
androgeno nell’uomo, è secreto dai testicoli e uscito dal nucleo, a livello ribosomiale, non
solo in quantità insignificante dalle ghiando- consente la sintesi delle proteine costituenti il
le surrenali. capello mentre permette la produzione delle
Nella donna il principale androgeno circolan- proteine costituenti i peli sessuali maschili. Si
te nel plasma è invece l’androstenedione, realizza così il messaggio genetico (il concetto
s e g u i to dal deidro e p i a n d ro ste rone, dall’an- è espresso più chiaramente e diffusamente
drostenediolo ed infine dal testosterone, tutti nelle pagine che seguono).
di origine surrenalica ed ovarica. Anche nella
donna comunque l’androstenedione, l’andro-
stenediolo, il deidroepiandrosterone possono
venir metabolizzati a testosterone a livello
degli organi bersaglio.
Gli androgeni circolano nel plasma in massi-
ma parte legati a proteine: l’androstenedione,
l’androstenediolo ed il deidroepiandrosterone
sono legati debolmente e reversibilmente
all’albumina; l’andro geno più pote n te, il
testosterone, circola invece nel plasma legato
per il 99% circa ad una betaglobulina specifi-
ca: Sex Hormone Binding Globulin (SHBG).
Solo la quota libera degli androgeni è metabo-
licamente attiva e pertanto può penetrare pas-
sivamente e reversibilmente nel citoplasma
delle cellule bersaglio dove può venire meta- Variazioni della frazione di testosterone libe-
bolizzata a testosterone, questo per poter ro, conseguenza delle variazioni della protei-
agire deve essere trasformato in diidrotestoste- na legante (SHBG), comportano variazioni
rone da un enzima: la 5 alfa reduttasi. Il analoghe della quantità intra c e l l u l a re del
vero androgeno attivo a livello della matrice metabolita attivo: il diidrotestosterone. La
del pelo e del capello (ed anche a livello di SHBG aumenta in rapporto all’aumento
altri organi bersaglio come la prostata) è (fisiologico, patologico o iatro geno) degl i
quindi il diidrotestosterone che permet- estrogeni e degli ormoni tiroidei con conse-
te la crescita dei peli sessuali sul viso, sul guente diminuzione della frazione libera, atti-
petto, sul dorso e sulle spalle, mentre crea le va e metabolizzabile, del testosterone. La
condizioni per la caduta dei capelli. Il diidro- SHBG diminuisce in caso di aumento degli
testosterone intracellulare si lega quindi ad androgeni plasmatici, fisiologico (pubertà, età
una specifica proteina recettrice, il recetto- 18 - 26 anni ecc.) o iatrogeno (somministrazio-
re citosolico, ed il complesso diidrotesto- ne di anabolizzanti ecc.).

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

Va subito rilevato che di fatto nell’individuo reduttasi può essere preso il tasso del 5 alfa-
sano ed in condizioni normali la capacità di androstan- 3al fa- 17 b eta-diolo (3 alfa Ad ),
legame della SHBG per il testosterone, intor- primo metabolita del diidrotestosterone, ed in
no a 14 ng/ml, è sempre ben superiore alla part i c o l a re del 3alfa-diolo-glicuronide
testosteronemia e l’ormone libero è sempre (3 alfa AdG) sia circolante che urinario. Il 3
frazione costante dell’ormone totale. alfa AdG proviene dal metabolismo del diidro-
Ancora l’aumento dell’attività intracitopla- testosterone nella misura del 50% nell’uomo e
smatica della 5 alfa reduttasi e degli enzimi del 100% nella donna.*
che metabolizzano gli altri androgeni a testo- La disponibilità di nicotinamideadenildinu-
sterone può essere causa di una più intensa cleotidefosfatoridotto (NADPH) controlla e
attività androgena periferica. condiziona la 5 alfa riduzione e quindi la tra-
In passato fu ipotizzato che l’ipofisi regolasse sformazione del testosterone in diidrotestoste-
l’attività della 5 alfa reduttasi e della 17 beta rone. Il diidrotestosterone vedremo che inibi-
idrossisteroidodeidrogenasi attrave rso un sce la attività della adenilciclasi (Adachi
“ormone sebotropo” (Ebling F.J.), oggi si K.) e quindi la disponibilità di AMP ciclico
pensa che questo ipotetico ormone sia il (cAMP) e, in ultima analisi, l’utilizzo del glu-
somatotropo e/o la prolattina; si pensi all’ac- cosio e la disponibilità di energia per le sinte-
ne terribile dei ragazzi altissimi (acne da gio- si proteiche del tricocheratinocita.
catore di pallacanestro), al defluvio ed alla Il NADPH ed il diidrotestosterone, rappresen-
seborrea delle donne amenorroiche ed iper- tano i due principali punti di interferenza fra
prolattinemiche, al defluvio delle balie. controllo steroideo e controllo metabolico
della vita del capello.
La trasformazione del pelo lanuginoso in pelo
terminale all’epoca della pubertà è attribui- Da quanto detto fino ad ora appare verosimi-
bile ad un aumento degli androgeni circolan- le attribuire la calvizie, nell’uomo come nella
ti ed al metabolismo del diidrotestosterone a donna, all’ interazione fra ormoni androgeni,
livello dei follicoli piliferi. Purtroppo in molti una predisposizione genetica, una regolazio-
giovani oltre a questa trasformazione fisiolo- ne ipofisaria.
gica potranno verificarsi anche effetti indesi- Ricordiamo inoltre che l’ipofisi è regolata dal-
derabili come, ad esempio, acne, irsutismo, l’ipotalamo tramite ormoni specifici (relea-
seborrea, defluvio androgenetico. sing hormones) e che quest’ ultimo è in stret-
Nella cute di giovani acneici è stata riscontra- ti contatti con la sostanza reticolare, il sistema
ta una concentrazione di diidrotestosterone limbico, la corteccia cerebrale; è quindi com-
sino a 20 volte superiore a quella rilevabile in p rensibile come anche alterazioni neuro -
soggetti sani della stessa età. L’attività 5 alfa caratteriali (ed anche lo stress) possano altera-
reduttasica del cuoio capelluto affet to da re questo delicato meccanismo: pensiamo, ad
defluvio androgenetico è più elevata di quella esempio, alla alopecia neurologica dei malati
del cuoio capelluto normale (Bingham e di mente.
Shaw) e nelle radici dei capelli della regione
frontale dei soggetti calvi l’attività 5 alfa * Abbiamo motivo di ritenere che, mentre l’ormo-
reduttasica è risultata aumentata rispetto a ne attivo a livello del follicolo pilifero è il diidrote-
quella di soggetti di controllo con capelli inte- stosterone, l’ormone attivo a livello della ghiandola
gri. Come indice della attività della 5 alfa sebacea sia l’androstandiolo (3 alfa Ad).

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

IL RECETTORE CITOSOLICO DEL CONTROLLO METABOLICO


DIIDROTESTOSTERONE (A.R.P.)
Il controllo metabolico della vita del capello
Sawaya (Miami 1988) ha evidenziato che il (e del pelo) si attua attraverso il metabolismo
recettore citosolico (Androgen Receptor del glucosio.
Protein) del diidrotestosterone (DHT), cioè la La prima tappa che porta all’utilizzo del
proteina vettrice che legandosi al DHT lo tra- glucosio da parte del follicolo pilifero, cioè
sporta nel nucleo cellulare, esiste nel citosol alla produzione di energia per le sintesi pro-
sotto forma di tetramero e di monomero. teiche del tricocheratinocita, passa attraverso
Il tetramero non si lega all’ormone e non l’attivazione della adenilciclasi di membrana
entra nel nucleo, è cioè inattivo. da parte di una tropina ormonale. Non sap-
La forma attiva è rappresentata dal monome- piamo con certezza quale sia questa tropina,
ro che si lega al DHT e lo trasporta fino al né se si tratti di una sola sostanza o di molte,
DNA nucleare. ipotizziamo comunque che sia in causa un
E’ stata anche evidenziata la presenza di una fattore di crescita della famiglia dell’EGF, pro-
c a tena enzimatica in grado di convertire dotto dai cheratinociti stessi della matrice
reversibilmente il tetramero in monomero e che, attraverso questo, “dialogano” con le cel-
la presenza di una proteina regolatrice, ad lule della papilla dermica (HrGF). Pensiamo
effetto inibitorio, per il legame dell’ormone inoltre che l’adenilciclasi di membrana del
col recettore citosolico. tricocheratinocita possa essere attivata da sva-
riate sostanze ormonali, proteiche e steroidee,
in particolare ci riferiamo alle catecolamine
(effetto beta) al somatotropo, alla tiroxina,
BIBLIOGRAFIA all’istamina, all’estrone, al cortisone (anche se
si tratta di un meccanismo d’azione insolito
Fiorelli G.: “Re c et tori degli ormoni” in: per gli ormoni steroidi). Ognuna di queste
Giusti G., Serio M. (Eds) “ENDOCRINOLO- sostanze pare sia in grado di attivare a dosi
GIA” USES Firenze, 1988, vol 1: 9 - 37. sov ra fi s i o l o g i che (ma non necessari a m e n te
farmacologiche) l’adenilciclasi del tricochera-
Sawaya M.E., Mendez A.J., Lewis L.A. et al.: tinocita, forse anche attivando la produzione
“Two forms of androgen receptor protein in di HrGF.
Human hair follicles and sebaceous glands:
Variation in transitional and bald scalp” J Per le catecolamine ipotizziamo che queste
Invest Dermatol 1988; 90: 606. possano svolgere un ruolo primario nel con-
trollo metabolico della vita del capello. Questi
ormoni agiscono mediante il controllo dell’a-
denilciclasi del cheratinocita con stimolo ed
incremento dell’cAMP (adenosina monofosfa-
to ciclico) quando prevale l’effetto beta, inibi-
zione e decremento quando prevale l’effetto
alfa.
Forse l’effetto beta1 delle catecolamine è fra
gli induttori fisiologici più importanti della

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

crescita del capello (e del pelo).


Inoltre il ricco plesso nervoso simpatico di cui Fra gli attivatori della adenilciclasi del capel-
è dotato il follicolo pilifero e che avvolge la lo sicura importanza fisiologica ha l’estrone.
matrice e la papilla del pelo, sembra inutile Durante il catagen i follicoli piliferi metabo-
per la vita del pelo stesso perché capelli lizzano attivamente l’estradiolo (non attivo
espiantati e quindi denervati continuano a sulla adenilciclasi del capello) in estrone, con
crescere più o meno alla stessa velocità e con aumento delle concentrazioni di cAMP dei
lo stesso diametro, nonostante la denervazio- cheratinociti della zona protuberante fino a
ne e lo shock chirurgico ed ipossico, tanto da dare il via ad una attiva moltiplicazione cellu-
permettere i così detti “trapianti ad isole”. lare e ad una nuova fase anagen. I follicoli in
Questo plesso potrebbe aver funzione di “con- anagen trasformano invece il testosterone in
trollo negativo”. Le fibre nervose simpatiche diidrotestosterone, con inibizione della ade-
producono noradrenalina, mediatore simpati- nilciclasi fino alla fase telogen.
co della trasmissione nervosa, che è la più Le donne che hanno, rispetto agli uomini,
potente catecolamina ad effetto alfa. livelli molto più alti di estrogeni hanno anche
i capelli con anagen di durata assai più lunga.
Pensiamo che il somatotropo non attivi l’ade- Questo modello spiega l’effluvio post parto,
nilciclasi a livello della matrice e della papilla dovuto a caduta improvvisa del tasso estroge-
del pelo e del capello ma che più verosimil- nico nel sangue con conseguente caduta dei
mente agisca tramite il fattore di crescita tassi di cAMP nel citosol del tricocheratinoci-
HrGF il quale poi attiverebbe la proteina-chi- ta.
nasi, forse anche senza intervento della ade- L’estradiolo benzoato è stato proposto anche
nilciclasi. come terapia del defluvio androgenetico in
Comunque sia, i soggetti con deficit somato- soluzione alcolica allo 0,005% per gli uomini
tropinico hanno capelli radi e peluria rara o ed allo 0,15% per le donne, ma occorre tene-
assente. La secrezione fisiologica del somato- re presente i possibili effetti dovuti al sicuro
tropo è considerata responsabile del graduale assorbimento percutaneo dell’ormone. In tal
aumento di diametro del fusto dei peli degli senso molto più fisiologico, probabilmente
arti e dei capelli che si verifica durante la cre- assai più efficace e certamente più sicuro
scita, dalla nascita alla pubertà, ed anche nel- appare l’uso dell’estrone solfato.
l’età adulta (Williams).
La cute umana trasforma attivamente il corti-
Gli ormoni tiroidei, in particolare la tiroxina, solo in cortisone (idrocortisolo) che ha attivi-
sembrano avere importanza particolarmente tà antinfiammatoria meno spiccata ma che
nelle prime fasi dell’anagen; la carenza di sembra avere azione permissiva sulla attiva-
tiroxina nell’ipotiroidismo fa sì che i capelli zione della adenilciclasi del cheratinocita.
siano ruvidi, secchi, fragili e cadano in telo- L’effetto curativo dei corticosteroidi infiltrati
gen in modo ta lvolta imp o n e n te (te l o ge n localmente in una chiazza di alopecia areata
effluvium ipotiroideo). può essere attribuito, in parte, anche a questa
capacità.
Anche il progesterone è probabilmente impor-
tante per iniziare la fase anagen (Williams). Anche l’istamina è un attivatore della adenil-
ciclasi che potrebbe giocare un ruolo fisiologi-

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

co nella regolazione della crescita di peli e Controllo della affinità dei recettori per la tro-
capelli. Dell’istamina ricordiamo che è un pina ormonale: quando un recettore si lega
mediatore della trasmissione nervosa, anche all’ormone l’affinità dei recettori adiacenti
se con funzioni fisiologiche non del tutto per lo stesso ormone diminuisce. Questo mec-
chiarite. Ricordiamo anche che essa causa un canismo di regolazione è stato dimostrato per
aumento della permeabilità vasale associata a l’insulina.
costrizione delle venule post capillari e conse- C o n t rollo dell’accoppiamento del recettore
guente vasodilatazione (eritema passivo). col sistema di trasduzione: quando l’adenilci-
Ricordiamo che la medicina popolare ha da clasi è attivata ed i livelli di cAMP sono eleva-
sempre usato l’ortica come rimedio dei deflu- ti, l’affinità per l’ormone diminuisce, l’inibi-
vi e delle alopecie. zione sembra legata ad ioni Ca++ liberati nel
citosol dai mitocondri sotto l’influenza
dell’cAMP.

A livello del tricocheratinocita, dopo che il


recettore si accoppia con la tropina ormonale,
si avrebbe l’attivazione dell’enzima adenilci-
clasi mediante l’interazione di una prosta-
glandina E2.
Questo spiega perché gli antiinfiammatori
non steroidei, specie i più potenti inibitori
della sintesi delle prostaglandine (salicilati,
indometacina, butazolidina ecc.) sono tutti
ritenuti cause possibili di effluvio in telogen
ed alopecia secondaria non cicatriziale.
Dopo l’attivazione della adenilciclasi, l’cAMP
viene sintetizzato a partire da adenosina trifo-
sfato (ATP). Questa reazione di sintesi di
I recettori di membrana sono estremamente cAMP necessita di Mg++ (o di Mn++), la cui
dinamici e l’attività recettoriale è regolata da disponibilità nel citosol condiziona e limita la
diversi meccanismi. reazione catalitica stessa.
Controllo del numero dei recettori: in presen-
za di elevate concentrazioni della tropina Si conoscono numerose molecole capaci di
ormonale il numero dei recettori di membra- inibire l’adenilciclasi. Alcune di queste
na si riduce, mentre aumenta a basse concen- sostanze sono ormoni, altre sono composti
trazioni Il complesso ormone-recettore, una chimici non ormonali.
volta formatosi, viene “internalizzato” con Fra le sostanze ormonali inibitrici l’adenilci-
diminuzione del numero dei recettori dispo- clasi due presentano un particolare interesse
nibili sulla membrana. In presenza di elevate nella patologia tricologica: le catecolamine ad
quantità di ormone, la ri s p o sta biologica effetto dominante alfa adrenergico ed il dii-
tende a ridursi nel tempo. Questo meccani- drotestosterone.
smo di regolazione è stato dimostrato per il Non sappiamo se questi ormoni inibiscano
recettore beta-adrenergico. direttamente l’enzima adenilciclasi, se compe-

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

tano con la tropina ormonale fisiologica nella Uno stress forte, improvviso, di breve durata,
coniugazione con il recettore di membrana, potrà provocare un effluvio in anagen (con l’a-
se inibiscano la produzione di HrGH o se spetto clinico della alopecia areata incognita
abbiano altre modalità di azione. o a chiazze); uno stress più blando ma di
lunga durata o cronico provocherà un efflu-
vio in telogen (un telogen effluvio di Kligman
o un telogen effluvio cronico). Naturalmente
il sistema di trasduzione tenderà a difendere
se stesso riducendo il numero dei recettori
per le catecolamine (desensibilizzazione recet-
toriale per riduzione del numero dei recetto-
ri) fino alla risoluzione spontanea del quadro
clinico, anche senza che sia rimossa la causa
che lo ha provocato, ma non sempre questo
sistema di controllo sarà sufficiente.
Vogliamo sottolineare come l’alopecia areata
sia ben spiegata come secondaria al “colpo
d’ariete” da catecolamine sul sistema di tra-
sduzione dell’adenilciclasi. Le tipiche altera-
zioni istologiche possono tutte essere inter-
pretate come secondarie al blocco delle mito-
Un ipotesi che ci sembra interessante ed atten- si, per carenza di cAMP, con degenerazione
dibile per le catecolamine è che queste agisca- acuta della matrice del pelo. L’infi l t ra to
no legandosi al recettore di membrana della infiammatorio, costituito da linfociti, istiociti
guanilciclasi catalizzando la formazione di e mastociti che si addensano intorno ai vasi
guanosin-3’,5 monofosfato ciclico (cGMP) che della papilla ed intorno a ciò che resta del fol-
libera ioni Ca++ nel citosol dai mitocondri, licolo pilifero non è di per sé prova di malat-
con inibizione della adenilciclasi. E’ possibile tia autoimmune.
che gli effetti delle catecolamine sulla attività
della adenilciclasi siano mediati dalle modifi- Il 5 alfa diidrotestosterone è in grado di inibi-
cazioni delle concentrazioni locali del calcio o re l’attività della adenilciclasi del capello
di altri ioni. Si è pensato che l’cAMP ed il (Adachi K. e Kano M.) probabilmente iniben-
cGMP funzionino in correlazione inve rs a do la produzione di HrGF. Il diidrotestostero-
(ipotesi Yin-Yang). ne è il metabolita attivo periferico più cono-
sciuto del testosterone. Fino a non molti anni
L’azione inibitoria delle catecolamine sulla fa si pensava che fosse prodotto solo alla peri-
adenilciclasi rende ragione degli effluvi da feria per l’attività della 5 alfa reduttasi degli
stress. Si tratterà di effluvi in anagen, in ana- organi bersaglio, ma è stato dimostrato
gen distrofico o in telogen (alopecia areata o abbondantissimo anche nella vena spermati-
telogen effuvio) a seconda della intensità del ca, a dimostrazione di una importante attività
fattore stressante e quindi della violenza del 5 alfa reduttasica testicolare.
“colpo d’ariete” delle catecolamine sul recet-
tore ormonale. I follicoli piliferi delle zone di alopecia andro-

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

genetica, a differenza di quelli delle zone disponibilità di ATP è un altro fattore limitan-
pelose, producono una notevole quantità di te della sintesi di cAMP. Ormai sappiamo che
diidrotestosterone che, se non prontamente l’cAMP interviene nel controllo della moltipli-
metabolizzato, si accumula con inibizione del cazione cellulare delle cellule della matrice
sistema di trasduzione adenilciclasi-cAMP e del capello, e quindi nella crescita del capello
conseguente riduzione di tutte le attività enzi- stesso. Il meccanismo fondamentale con cui
matiche che da questo dipendono, in partico- l’cAMP agisce sulle cellule dei mammiferi è
lare si avrebbe una limitazione delle attività ben documentato e consiste nella attivazione
delle proteinechinasi, una riduzione della gli- di una proteina-chinasi.
cogenolisi e della glicolisi e quindi dell’ener-
gia per le sintesi proteiche necessarie alla cre- La proteina-chinasi è costituita da una sub-
scita dei capelli. Anche per tale motivo nelle unità regolatrice (R) e da una subunità catali-
aree di calvizie i capelli non riusciranno a cre- tica (C). Unite queste subunità non sono atti-
scere come peli terminali ma solo come fine ve. L’cAMP si lega alla subunità R e libera la
lanugine che si rinnova senza allungarsi con subunità C in forma attiva. La subunità C atti-
cicli piliferi ad anagen di durata sempre più va è in grado di dare il via a tutta una serie di
breve. reazioni (e controregolazioni) a cascata che
permettono (o limitano) il metabolismo ener-
Fra i farmaci ritenuti responsabili di alopecia getico del tricocheratinocita.
molti sono inibitori della adenilciclasi del
capello.
Fra i più importanti ricordiamo ancora gli ini-
bitori delle prostaglandine, che ostacolano la
formazione della PGE2 mediatrice fra recetto-
re ed enzima; gli oppioidi che causano alope-
cia di frequente riscontro nei tossicodipen-
denti; l’acido nicotinico molto usato in passa-
to per il “benefico rossore”; forse anche l’epa-
rina, i cumarinici, il clofibrato ed i destrani
possiedono questa capacità e comunque pro-
vocano alopecia iatrogena (telogen effluvio),
reversibile.

La seconda tappa che porta all’utilizzo


del glucosio da parte del follicolo pilifero ini-
zia con la trasformazione dell’adenosina trifo-
sfato (ATP) in adenosina monofosfato ciclico L’incremento della sintesi di esochinasi avvie-
(cAMP). La reazione è, come abbiamo visto, ne probabilmente con bassi livelli di cAMP e
catalizzata dall’enzima adenilciclasi attivato bassi livelli di proteina-chinasi attivata (C).
ed avviene in presenza di Mg++, la cui dispo- L’esochinasi trasforma, nel citosol, il glucosio
nibilità è fattore limitante per lo svolgersi in glucosio 6-fosfato con consumo di ATP e da
della reazione stessa. Ovviamente anche la così il via alla glicolisi anaerobia. Il glucosio

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

6-fosfato stesso ha la capacità di rallentare proteina-chinasi che prendiamo in considera-


l’attività esochinasica controregolandola. Ad zione è l’inibizione della fosfofruttochinasi
opera della glicolisi si formano 2 moli di ATP (PFK). La fosfofruttochinasi è un enzima
per ogni mole di glucosio trasformata in acido chiave della glicolisi: Mg++ dipendente, per-
piruvico. mette la trasformazione del fruttosio 6-fosfato
in fruttosio 1,6-difosfato con consumo di ATP.
Verosimilmente a livelli più alti di proteina- La fosfofruttochinasi è anche inibita da alte
chinasi attivata avviene la glicogenolisi del gli- concentrazioni di ATP che quindi rappresen-
cogeno immagazzinato come riserva, con ulte- ta sia il substrato donatore di energia di fosfa-
riore incremento della glicolisi. Non si cono- to, sia un modulatore, cosiddetto allosterico.
scono con certezza le tappe metaboliche che Ad alte concentrazioni di ATP, infatti, l’enzi-
portano alla glicogenolisi a livello del follico- ma è inibito e tale regolazione permette di
lo pilifero ma in analogia a quanto avviene modulare la velocità della glicolisi legandola
nel fegato si può pensare che la proteina-chi- alle necessità energetiche della cellula.
nasi attivata attivi a sua volta una fosfo-fosfo- L’inibizione della PFK da parte della protei-
rilasichinasi in presenza di Ca++ ed ATP e na-chinasi attiva risponde alla stessa esigenza
che quest’ultima attivi una fosforilasi che e devia la glicolisi verso lo shunt degli esoso-
scinde il glicogeno a glucosio 1-fosfato; una monofosfati, attraverso cui si formano pento-
fosfoglicomutasi forma quindi glucosio 6- si utilizzati nella sintesi di acido nucleico e
fosfato, che entra nella glicolisi. Siamo di nicotinamideadenildinucleotidefo s fa to ridot to
fronte a reazioni catalitiche a cascata che ten- (NADPH). Il NADPH è il coenzima la cui dis-
dono ad autoincrementarsi per produzione e ponibilità controlla la 5 alfa reduttasi con tra-
quindi aumento di disponibilità di ATP. Le sformazione del testosterone in diidrotestoste-
altre attività della proteina-chinasi attiva (C) rone, che se non viene metabolizzato mentre
tenderanno ad una controregolazione. che si forma, si accumula con inibizione della
adenilciclasi. L’inibizione della PFK da parte
della proteina-chinasi avviene certamente a
livelli di chinasi attivata più alti di quelli
necessari ad incrementare la sintesi di esochi-
nasi e necessari ad attivare la glicogenolisi.
Livelli così alti di cAMP possono portare il
capello in prematura fase telogen, e bassi
livelli provocano la fase telogen per mancanza
dell’energia necessaria alle sintesi proteiche.

La seconda importante funzione a controre-


golazione della proteina-chinasi attiva (C) è l’i-
nibizione della sintesi delle proteine a livello
ribosomiale, cioè a livello della trascrizione
dell’mRNA. L’inibizione delle sintesi protei-
che è di per sé sufficiente a spiegare come alti
livelli di cAMP interferiscano col ciclo cellula-
La prima funzione a controregolazione della re nelle fasi G1, S, G2, con rallentamento

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

delle mitosi della matrice. Non possiamo metabolizzato anche attraverso altre vie che
comunque escludere anche un effetto inibito- non implicano l’intervento della fosfodiestera-
rio diretto sulla replicazione cellulare ma l’i- si, ma questa è l’unica dimostrata e documen-
nibizione, da un lato, della sintesi delle protei- tata.
ne che compongono i sistemi tubulo-fibrillari Si conoscono alcune sostanze in grado di ini-
che guidano il fuso mitotico e, dall’altro, delle bire la fosfodiesterasi, fra queste le più attive
proteine necessarie per la sintesi di nuovi cro- sembrano essere le metilxantine, in particola-
mosomi ci sembra sufficiente a spiegare il ral- re caffeina e teofillina. Molto attiva nell’inibi-
lentamento delle mitosi. Ancora vediamo re la fosfodiesterasi risulta essere anche la
come alti livelli di cAMP possano esitare in un papaverina
prematuro telogen del capello, ma d’altra
parte è chiaro che se lo stesso cAMP è insuffi- La terza tappa dell’utilizzo del glucosio da
ciente il capello va in telogen per mancanza di parte del follicolo pilifero comincia ovviamen-
energia. Queste considerazioni possono in te dalla glicolisi.
parte spiegare le molte contraddizioni che tro-
viamo in letteratura.
In altre parole l’cAMP intracitoplasmatico del
tricocheratinocita non deve essere né troppo
né troppo poco, potendo variare entro margi-
ni forse non molto ampi.

Nel follicolo in anagen l’utilizzo del glucosio


è aumentato del 200% rispetto al follicolo in
te l o gen. Parallelamente anche la gl i c o l i s i
risulta incrementata del 200%; l’attività del
ciclo degli esosofosfati dell’ 800%, il metaboli-
smo glucidico attraverso altre vie del 150%.
Il catabolismo dell’cAMP prodottosi dopo l’at- Il cambiamento metabolico più importante
tivazione dell’adenilciclasi è opera di un enzi- nel passaggio dalla fase telogen alla fase ana-
ma, la fosfodiesterasi, che demolisce il nucleo- gen sembra consistere nella attivazione dello
tide ciclico a 5-AMP (nucleoside 5-monofosfa- shunt degli esosofosfati che produce grandi
to). quantità di NADPH, essenziale per la sintesi
Non si può escludere che l’cAMP possa essere dei grassi e degli steroidi ed in particolare per

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

la trasformazione del testosterone in diidrote-


stosterone. Inoltre i pentosi che si formano La trasformazione dell’acido piruvico in ace-
lungo questa via rappresentano le “pietre til-Co A alimenta, all’interno dei mitocondri,
angolari” per la costruzione dei nucleotidi. il ciclo di Krebs che produce 8H+ ad ogni giro
Inoltre la quantità di ATP che si forma alla per mole iniziale di glucosio, questi produr-
fine del processo metabolico lungo la catena ranno24 moli di ATP lungo la catena respira-
respiratoria dipende anche dalla quantità di toria.
NADPH convertita in NADH e poi ossidata. Pertanto la produzione netta di ATP per mole
di glucosio metabolizzato lungo la via di
Per glicolisi si intende la demolizione del glu- Embden-Meyerhof ed il ciclo di Krebs è di 38
cosio ad acqua e CO2. moli (2+6+6+24 = 38).

Esula dallo scopo di questa lavoro spiegare


dettagliatamente i passaggi metabolici della
degradazione del glucosio e del metabolismo
intermedio, dobbiamo solo soffermarci su
pochi punti essenziali, che semplifichiamo
rimandando per maggiori dettagli ai trattati
di fisiologia medica.

Il catabolismo del glucosio segue due vie, una


attraverso la scissione in triosi, detta via di
Embden-Meyerhof, l’altra attraverso la sua
ossidazione e decarbossilazione a pentosi, ed
è lo shunt degli esosomonofosfati.
Il metabolismo del glucosio attraverso la via
di Embden-Meyerhof fino ad acido piruvico si
svolge nel citosol cellulare e produce modeste
quantità di energia: 3 moli di ATP per mole
di glucosio se si parte da glicogeno, solo 2 se La catena respiratoria mitocondriale è costi-
si parte da glucosio. Produce però anche 2 tuita da una serie di reazioni a cascata che
idrogenioni (H+) che verranno utilizzatiper la trasferiscono idrogeno all’ossigeno; ciascun
produzione di 6 moli di ATP nella catena enzima della cascata viene ridotto e poi riossi-
respiratoria mitocondriale anaerobica. Questi dato, mentre l’ossigeno scende lungo la casca-
due idrogenioni si formano al passaggio meta- ta stessa.
bolico della fosfogliceraldeide ad acido fosfo- Questo è associato alla formazione di ATP da
glicerico con tra s fo rmazione di NAD in ADP. Tutto il processo dipende da un adegua-
NADH. Ricordiamo che per ogni mole di glu- to apporto di ADP e quindi tanto più rapida-
cosio si formano 2 moli di fosfogliceraldeide. mente viene utilizzato l’ATP nei tessuti tanto
L’ossidazione del NADH, che avviene sia nella più grande è la disponibilità di ADP e conse-
catena respiratoria mitocondriale sia nella guentemente tanto più rapida decorre la cate-
trasformazione di acido piruvico acetil-Co A, na respiratoria, o fosforilazione ossidativa.
produce 6 moli di ATP.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

cia a metabolizzare attivamente testosterone


in androstenedione, androstenedione ed
estradiolo in estrone fino a attivare ancora l’a-
denilciclasi e la produzione di energia per il
nuovo anagen.
Così il ciclo vitale del capello periodicamente
si chiude e si riapre.

Lo shunt degli esosomonofosfati è la più


importante alternativa metabolica alla glicoli-
si anaerobica.
Per il capello esso sembra costituire una via di
assoluta importanza poiché nel passaggio
dalla fase telogen alla fase anagen risulta
incrementato dell’ 800%.
Attraverso lo shunt degli esosomonofosfati si
formano i pentosi per la sintesi di acidi
nucleici e pertanto il capello non può cresce-
re, poiché la cellula non può riprodursi, se
non è attivata questa via metabolica. CONTROLLO
Attraverso questo shunt si forma il NADPH AUTOCRINO-PARACRINO
che la cellula utilizza nel corso delle sequen-
ze biosintetiche riduttive. Le mitosi delle cellule della matrice sono
Quando però l’attività della proteina-chinasi sotto il controllo tonico di un fattore di cresci-
ed il conseguente blocco della fosfofruttochi- ta che esse stesse producono, Hair Grow
nasi è tale da deviare gran parte della glicoli- Factor, e di un calone inibitorio, prodotto
si lungo lo shunt esosomonofosfatico, la gran- dalle cellule della papilla dermica, individua-
de quantità di NADPH prodotta porta ad un bile nel Trasforming Grow Factor beta. Il
tale incremento della 5 alfa riduzione che il “dialogo” fra questi due fattori modula le
diidrotestosterone supera le capacità di meta- mitosi della matrice del capello e controlla la
bolizzazione e si accumula con inibizione del- sintesi della chratina e la velocità di crescita
l’adenilciclasi, con freno della produzione di del pelo .
cAMP della glicolisi e con riduzione della pro- Nel feto, intorno al quarto mese di vita gesta-
duzione di energia, fino a provocare il telogen zionale, in punti geneticamente prefissati,
del capello. A questo punto il follicolo comin- alcune cellule epidermiche proliferano e si

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

approfondiscono nel derma spinte dall’attivi- struttura dell’insulina, sia un polipeptide di


tà promitotica dell’Hair Grow th Factor circa 50 - 52 aminoacidi, formato da due cate-
(HrGF), prodotto dai ch e ratinociti stessi. ne l’una di 20 - 22 e l’altra di circa 30 aminoa-
Q u e ste cellule si appro fondiscono fino al cidi unite da due ponti disolfuro. Il peso mole-
derma papillare, finché vengono fronteggiate colare totale dovrebbe aggirarsi intorno ai
da una papilla dermica che ne inibisce la pro- 6000 dalton. Le singole unità si assemblereb-
liferazione e la discesa con un messaggio ini- bero fra loro a formare dimeri di forma cilin-
b i to rio para c rino, pre s u m i b i l m e n te con il drica in una struttura tridimensionale rom-
calone Tra n s forming Growth Factor beta boide con al centro due atomi di zinco circon-
(TGF beta). Questo evento si ripete poi quasi dati da tre coppie di HrGF. Questa struttura,
uguale durante tutta la vita estrauterina, ad veicolata dall’albumina, verrebbe trasportata
ogni ciclo pilare, al momento del catagen. nel sangue. Solo il monomero sarebbe biologi-
Dopo la nascita i peli lanugo vengono via via camente attivo.
rimpiazzati da peli terminali e sul cuoio
capelluto compaiono veri capelli, che diventa-
no col tempo sempre più lunghi e più grossi,
compaiono sul cuoio capelluto. A questa evo-
luzione contribuisce sicuramente l’azione del
somatotropo, forse attraverso il suo tipico
mediatore, il fattore di crescita IGF1 (somato-
medina C), o più verosimilmente attraverso la
mediazione dell’Hair Growth Factor.
Durante tutta la vita estrauterina, quando il
pelo arriva alla fase catagen, la matrice,
comunemente intesa, degenera e la papilla
rimane connessa al bulbo solo mediante una
colonna vuota di cellule epiteliali; in seguito
questa colonna risale fino ad entrare fisica-
mente in contatto con le cellule germinative
della zona protuberante (bulge) e in qualche
modo ne attiva la produzione di HrGF. Le gel-
lule staminali del bulge, con un processo L’ HrGF è prodotto dal feto al 4°- 6° mese e da
molto simile a quello della fo rmazione cellule tumorali programmate in senso endo-
embriologica del pelo primitivo, migrano di crino e di probabile origine neuroectodermi-
nuovo verso il basso ricolonizzando la zona ca, vedi sistema APUD (Amine Precursor
della matrice e, ripreso contatto con la papil- Uptake and Decarboxylation).
la dermica danno inizio al nuovo anagen. La E’ presumibile che possa essere reperito nel
produzione di HrGF da parte delle cellule del liquido amniotico e nel siero di pazienti affet-
bulge è verosimilmente attivata dall’estrone ti da ipertricosi lanuginosa acquisita.
abbondantemente prodotto dal metabolismo
del follicolo dalla fine dell’anagen.
Per quanto riguarda la struttura dell’HrGF
possiamo pensare che, in analogia con la

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

ormonale, intesa come dere p ressione o


Il controllo del ciclo del capello repressione di geni, o a quella che l’aromatiz-
(sintesi) zazione ad estrogeni possa essere molto più
a t t i va in certe zone ri s p et to ad altre
Mentre la moltiplicazione delle cellule della (Schweihert H.U.).
matrice del capello e la sintesi di cheratina La conversione intracitoplasmatica del testo-
sono tonicamente sotto il controllo e l’intera- sterone nel metabolita attivo diidrotestostero-
zione di due fattori di crescita, uno stimolan- ne, ad opera dell’enzima 5 alfa reduttasi,
te (HrGF) ed uno inibente (TGF beta), il ciclo nodo centrale del controllo steroideo del ciclo
anagen-catagen-telogen è controllato dal del capello, avviene in presenza del coenzima
metabolismo del glucosio, gli ormoni steroidi, NADPH2 la cui disponibilità è fattore di con-
androgeni ed estrogeni, determinano la dura- trollo e regolazione del metabolismo dell’or-
ta dell’anagen e la differenziazione in peli ter- mone maschile. Il diidrotestosterone si combi-
minali o vellus. na quindi con un recettore citosolico, di natu-
ra proteica, a formare un complesso che entra
attivamente nel nucleo cellulare, si coniuga
successivamente con la cromatina, a livello di
un recettore specifico, e tramite la formazio-
ne di mRNA deprime (o induce) la sintesi pro-
teica a livello ribosomiale (Farthing M.J.). In
c a renza di NADPH2, ma in presenza di
NADH2, il testosterone può essere convertito
in androstenedione dalla 17 beta idrossisteroi-
do-deidrogenasi (Adachi K.) e poi aromatizza-
to ad estrone (Schweihert H.U.). L’energia per
la sintesi proteica nel follicolo in anagen è for-
nita dal metabolismo del glucosio, che costi-
tuisce il secondo sistema fondamentale di con-
trollo del ciclo del capello. Nel follicolo in
anagen l’utilizzo del glucosio è aumentato del
200% rispetto al follicolo in telogen. Anche la
Androgeni ed estrogeni permettono cioè che glicolisi risulta aumentata del 200%, l’attività
il genotipo “calvo o non calvo” diventi fenoti- del ciclo degli esosofosfati dell’ 800% e il
po. Dopo la pubertà ai maschi crescono la metabolismo glucidico attraverso altre vie del
barba, i peli sul torace e sul dorso e, contem- 150% (Halprin K.M. - Parker F.). Il cambia-
poraneamente, cominciano a cadere i capelli mento metabolico più importante nel passag-
(Hamilton J.). Nelle donne l’ipertricosi è un gio dalla fase telogen alla fase anagen sembra
sintomo importante di molte endocrinopatie consistere nell’attivazione dello shunt degli
associate ad iperproduzione di androgeni. I esosofosfati (Parker F.) che produce grandi
differenti effetti degli androgeni sui vari grup- quantità di NADPH2, essenziale per la tra-
pi piliferi umani nelle diverse sedi portano sformazione del testosterone in diidrotestoste-
all’ipotesi che esistano differenze nella tra- rone, realizzando così un primo fondamenta-
scrizione nucleare indotta dal messaggio le controllo a retroazione sulla durata dell’a-

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

nagen. Sappiamo che:


La scissione del glicogeno, di cui è ricca la il diidrotestosterone, ma non il testosterone
papilla del pelo alla fine del telogen, l’attiva- né l’androstenedione, è in grado di inibire l’a-
zione della glicolisi ed in definitiva la fornitu- denilciclasi e riduce la disponibilità di cAMP
ra di energia al follicolo pilifero, sono in fun- a livello dei follicoli piliferi (Adachi K.);
zione della disponibilità di fosforilasi che l’estrone, ma non l’estradiolo, attiva invece
dipende dai livelli intracellulari di Adenosin l’adenilciclasi aumentando l’cAMP nelle cel-
Monofosfato Ciclico (cAMP) (De Villez.R.L). lule follicolari (Parker F.);
L’cAMP è così un altro fattore che media le cellule della matrice del pelo sono in grado
attraverso una diversa via gli effetti degli di metabolizzare, in presenza di NADH2, il
ormoni sessuali sul follicolo pilifero ( Adachi testosterone ad androstenedione (De Villez
K.). R.L.);
La teoria dell’cAMP “secondo messaggero” il follicolo pilifero è in grado di aromatizzare
pone che il primo messaggero, un ormone in l’androstenedione ad estrone (Schweikert H.
senso classico, sia trasportato nel plasma fino U.).
al suo recettore sulla membrana della cellula
bersaglio. Con l’intermediazione di una pro-
staglandina PGE2 (Sauk J.J.) ed in presenza C’è una stretta relazione fra follicoli in ana-
di Mg++ o Mn++, una subunità catalitica della gen che producono diidrote stosterone da
adenilciclasi produce cAMP da ATP. L’cAMP testosterone con calo dei livelli di cAMP fino
inizia la fisiologica cascata di attivazione di al telogen e follicoli in telogen che metaboliz-
p roteine chinasi che porta all’attivazione zano te sto sterone in andro stenedione (De
della fosforilasi. Durante l’anagen anche l’at- Villez R.L.), androstenedione (Schweikert
tività (o la disponibilità) della esochinasi, che H.U.) ed estradiolo in estrone (Parker F.), con
trasforma il glucosio ematico in glucosio 6- l’aumento delle concentrazioni di cAMP, fino
fosfato, dipende dai livelli di proteina chinasi al via di un nuovo anagen.
attiva. I processi di aromatizzazione del follicolo pili-
fero sono essenziali, in particolar modo nel
maschio, a mantenere l’anagen.
Dunque l’cAMP modula la fornitura di ener-
gia necessaria alla sintesi della cheratina inne-
scando un sistema di proteine chinasi che atti-
va la fosforilasi e controlla la funzione della
esochinasi. Tutto ciò in presenza di Ca++ e
Mg++ e con consumo di ATP.

La proteina chinasi, la cui attivazione costitui-


sce la prima tappa della cascata, consta di una
subunità regolatrice (R) e di una subunità
catalitica (C). Se unite fra loro queste subuni-
tà non sono attive. L’cAMP lega la subunità R
e libera la subunità C che così può innescare
la catena metabolica.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

La subunità C attivata controlla però anche


alcuni sistemi di controregolazione di cui il BIBLIOGRAFIA
più importante è l’inibizione dell’enzima
fosfofruttochinasi che, nella glicolisi, presiede Ad a chi K., Kano M.: “Adenil cyclase in
alla trasformazione del fruttosio 6-fosfato in human hair follicles: its inhibition by dihy-
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nilciclasi e quindi la produzione di cAMP.
Inoltre la subunità C attiva rallenta la sintesi Ad a chi K.: “The metabolism and control
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23
Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

cia anche la vitiligine .


ALOPECIE IN ENDOCRINOPATIE Malattie delle paratiroidi
Nell’ipoparatiroidismo cronico è costante una
Lo sviluppo dei peli ed il loro ciclo sono con- ipotricosi generalizzata; i capelli diventano
dizionate, in gran parte, dalle ghiandole endo- secchi, sottili , fragili e cadono diffusamente o
crine i cui ormoni esercitano sul complesso in chiazze fino all’alopecia, dimostrando così
pilosebaceo influenze regolatrici spesso oppo- clinicamente l’importanza del calcio nel trofi-
ste. Non sorprende perciò che disendocrinie smo del pelo.
di varia natura si riflettano sullo sviluppo del-
l’apparato pilifero e sul ciclo vitale dei capel-
li. Malattie delle surreni
Nelle sindromi surrenogenitali femminili da
c a renza enzimatica (iperplasia surrenalica
Malattie dell’ipofisi congenita) si osservano alopecia androgeneti-
Tipica l’alopecia che si manifesta nel nanismo ca, irsutismo ed acne che sono presenti anche
ipofisario e che inizia al centro del capillizio nel Morbo di Cushing e nei tumori virilizzan-
estendendosi successivamente verso la perife- ti del surrene.
ria fino ad interessare tutto il cuoio capelluto; Nell’ insufficienza surrenalica cronica (M. di
anche le regioni ascellari e pubiche sono tipi- Addison) tutto il sistema pilifero appare com-
camente coinvolte. promesso ed in particolare i capelli si dirada-
Nella sindrome di Sheehan (necrosi ipofisaria no e scuriscono mentre i peli ascellari e pubi-
post partum) i peli al pube ed alle ascelle si ci si diradano fino a scomparire.
assottigliano e cadono ed il cuoio capelluto
viene interessato da una caratteristica ipotri-
chia. Malattie delle ovaie
Ipotrichia progressivamente ingravescente si Alla menopausa i capelli si diradano e può
osserva anche nella sindrome della sella vuota comparire un innalzamento della linea fron-
e frequentemente anche in presenza di adeno- tale, i peli ascellari e pubici diventano sempre
mi ipofisari. più scarsi fin quasi a scomparire e spesso si ha
un lieve irsutismo.
Ne l l ’ovaio policistico ( s i n d rome di Stein-
Malattie della tiroide Leventhal) è caratteristico l’irsutismo accom-
Tipico il defluvio in telogen dell’ipotiroidi- pagnato da defluvio in telogen.
smo che interessa i capelli, la barba, i peli Nei tumori ovarici secernenti androgeni (arre-
pubici ed ascellari. Si tratta di una grave ipo- noblastoma, gonadoblastoma, leydigioma,
trichia che al cuoio capelluto interessa parti- ipernefroma ovarico, luteoma) è caratteristica
colarmente i bordi del capillizio con una alo- la sindrome da virilizzazione con amenorrea,
pecia marginale reversibile con terapia sosti- perdita dei caratteri sessuali secondari, modi-
tutiva. ficazione della voce, irsutismo ed alopecia.
Nell’ipertiroidismo i capelli ed i peli diventa-
no sottili e fragili ma è rara una vera alopecia.
Sia nell’ipotiroidismo che nell’ipertiroidismo
è frequente l’alopecia areata e talvolta si asso-

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

BIBLIOGRAFIA DIETA E CAPELLI

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Giusti G., Serio M.: “ENDOCRINOLOGIA” nutrizionali può, a prima vista, sembrare dif-
USES, Firenze; 1988. ficile, eccessivo o addirittura inutile in un
manuale di tricologia e la tentazione di saltar-
Hazard J., Perlemuter L.: “ENDOCRINOLO- lo a piè pari è certamente forte.
GIA” edizione Italiana Masson, Milano, 1981. E’ importante però far rilevare come una
dieta inappropriata e come stati carenziali,
Negri M., Drammis E.: “COMPENDIO DI specie qualitativi, possono provocare un efflu-
ENDOCRINOLOGIA e METABOLISMO” vio e contribuire ad aggravare un defluvio già
Lombardo, Roma, 1981. in atto, talvolta in modo irreparabile.
Poiché oggi il laboratorio ci permette di inda-
Williams R.H.: “ENDOCRINOLOGIA” III° gare sullo stato nutrizionale e di evidenziare
edizione italiana Piccin, Padova, 1979. con relativa facilità almeno le carenze nutri-
zionali più grossolane e poiché queste posso-
Zanussi C., Schlechter P., Cantalamessa L.: no quasi sempre essere corrette, le conoscen-
“ENDOCRINOLOGIA” UTET, Torino, 1981. ze di base su “nutrienti e capelli” diventano
indispensabili per chi vo glia davve ro fare
della tricologia una scienza.
Ormai da decenni è dimostrato ciò che da
sempre si era intuito, cioè che esiste un diret-
to rapporto fra stato nutrizionale e sintesi
delle cheratine dure dei peli e delle unghie.
Già secondo Rook: “diete troppo rigide e mal
equilibrate hanno contri b u i to all’aumento
delle alopecie e delle ipotrichie riscontrato
negli ultimi anni, specie nelle donne”.

CONSEGUENZE DI UNA CARENZA


PROTEICA

Bradfield ha dimostrato, su volontari sani sot-


toposti a dieta aproteica, che il diametro del
bulbo dei capelli si riduce notevolmente dopo
soli 11 giorni con marcata riduzione del pig-
mento melanico verso il 14° giorno, seguita
da atrofia e successiva perdita delle guaine

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

interna ed esterna. da malnutrizione proteica cronica solo l’1%


E’ importante notare che le alterazioni del dei capelli era in anagen e mancavano tutti
bulbo e poi dello stelo del capello si verifica- delle guaine esterna ed interna. Il colore era
no quando ancora non sono evidenti segni n et ta m e n te alte ra to, rossiccio, il diamet ro
ematici di carenza, quasi che l’organismo, ridotto a meno di 30 micron. La velocità di
finalisticamente, risparmiasse le proteine per crescita risultava di 1/10 di centimetro al
le funzioni essenziali togliendole a tutte quel- mese e la sua discontinuità dava al capello un
le sintesi di cui può fare a meno. aspetto a tipo pseudo moniletrix. La resisten-
Dopo dieta aproteica una modesta trazione za dei bulbi alla trazione era, ovviamente,
sul capello provoca la rottura intrafollicolare estremamente scarsa e gli steli si rompevano
del fusto del capello, il quale dimostra così con grande facilità. L’aspetto generale dei
una netta riduzione della sua resistenza alla fusti era quindi quello che si riscontra anche
trazione e della sua tipica elasticità. nella aplasia moniliforme, nei capelli fusifor-
In tutti i casi aggiungendo proteine alla dieta mi o nella tricorressi nodosa ma il loro diame-
le alterazioni si dimostrano rapidamente tro era assai minore di quanto lo è in queste
reversibili. alterazioni.
Distinguiamo una carenza proteica acuta ed Altre carenze nutrizionali generiche
una carenza proteica cronica. Sempre da Bradfield, a dimostrazione che il
pelo non ha bisogno solo di aminoacidi, sono
Carenza proteica acuta stati osservati sperimentalmente mutamenti
Nella carenza proteica acuta (Kwashiorkor) la del pelo in animali tenuti a dieta non ipocalo-
percentuale dei capelli in anagen scende al rica ma priva di tutti i fattori nutrienti cono-
26-30%. All’esame microscopico i capelli sciuti, ad eccezione delle proteine.
mostrano severi segni di atrofia rappresentati In questi animali il ritmo di crescita del pelo
dalla riduzione del diametro dei bulbi, ugua- era ancora una volta rallentato, la resistenza
le ad 1/3 del normale (circa 25 micron invece dei fusti alla rottura era significativamente
di 80) con presenza di una tipica strozzatura più bassa anche a parità di diametro, che
centrale a clessidra, dalla perdita della guaina comunque era quasi sempre ridotto.
interna ed esterna, dalla marcata riduzione Tutte le alterazioni si dimostravano reversibi-
del pigmento. li reintroducendo i principi mancanti nella
Inoltre la quantità di tessuto pilare prodotta alimentazione.
giornalmente risulta ridotta a circa 1/10 e la
velocità di crescita in lunghezza ad 1/4 del Dal punto di vista pratico è importante chie-
normale. dere al paziente che presenta caduta di capel-
li se ha seguito diete particolari, se soffre di
Carenza proteica cronica disturbi intestinali che possano condizionare
Nella carenza proteica cronica (marasma) l’or- un malassorbimento, se fa uso di lassativi, se
ganismo tenta di adattarsi alla situazione di usa farmaci diretti ad inibire l’assorbimento
malnutrizione conservando le proteine per le di sostanze alimentari (clofibrato, destrano,
funzioni essenziali alla sopravvivenza e le alte- fitati ecc.), se ha avuto una perdita di peso
razioni sul capello sono ancora più drammati- nell’ultimo anno o negli ultimi mesi.
che.
In uno studio di Bradfield in bambini affetti Comunque un semplice esame microscopico

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

dei capelli potrà evidenziare un ridotto diame- ancora maggiore e inversamente proporziona-
tro dei fusti, i bulbi facilmente si presenteran- li alla sua età: basti pensare a quanto è
no come pseudodistrofici (piccoli e “strozza- aumentata la statura media di ogni popolazio-
ti”) e potrà esservi una riduzione in spessore ne (dall’Italia al Giappone) quando la dieta si
o la perdita completa delle guaine nei capelli è arricchita in proteine.
strappati in anagen. Se il fabbisogno proteico è più elevato nei gio-
E’ significativo che queste alterazioni morfo- vani in crescita lo è anche di più nella gravi-
logiche potranno manifestarsi quando ancora danza, nelle malattie febbrili ed aumenta
non vi sono variazione significative del rap- ancora col lavoro muscolare e con l’attività
porto anagen/telogen al comune tricogram- sportiva (per la necessità di riparare i micro-
ma e che tutto questo può essere osservato, scopici ma continui danni muscolari).
nelle forme larvate e tipiche dei paesi evoluti, E’ quindi più facile di quanto comunemente
senza alterazione seriche delle proteine ema- si creda incorrere in modesti deficit proteici,
tiche totali né del protidogramma né in pre- senza certo arr ivare al Kwashiorkor od al
senza di decise carenze seriche minerali o marasma, anche nella vita comune di una
vitaminiche. società evoluta.
Solo successivamente, se la situazione malnu- Questi modesti deficit proteici disturberanno
tritiva perdura, si osserverà un aumento netto ben poco lo stato globale di salute ma potran-
dei capelli in telogen, con alterazione del rap- no sicuramente essere causa di un “inspiega-
porto anagen/telogen al tricogramma, e com- bile” effluvio, aggravare un defluvio in atto,
pariranno i segni ematologici tipici della mal- ridurre la velocità di crescita dei capelli e
nutrizione come la diminuzione delle protei- delle unghie, essere causa o concausa di una
ne totali, delle albumine, del colesterolo, della onicoclasia e di una onicodistrofia.
sideremia, zinchemia, magnesiemia, calcemia In definitiva in Tricologia i “parametri serici
e delle vitamine dosabili. di normalità” di tutti i nutrienti sono assai
più ristretti di quanto considerato dalla
I nutrizionisti calcolano che un uomo adulto Medicina Generale.
necessiti di 0,75 gr. di proteine per Kg di peso
corporeo al giorno. Questo dato, a nostro avvi-
so, pecca per difetto e può essere sicuramente
considerato minimale e non ottimale.
Tenendo poi conto che almeno due terzi delle
proteine introdotte con gli alimenti sono,
comunemente, di origine vegetale ed hanno
quindi un valore biologico inferiore a quelle
di origine animale perché prive degli aminoa-
cidi essenziali (aminoacidi cioè che l’organi-
smo non è in grado di sintetizzare ma deve
assumere preformati), si può tranquillamente
fi s s a re il fabbisogno proteico per l’uomo
comune ad almeno un grammo al giorno per
Kg di peso corporeo.
Un giovane poi ha un fabbisogno proteico

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

per la stabilità e la resistenza delle cheratine.


AMINOACIDI E PROTEINE Non esiste un definito fabbisogno giornaliero
di cistina nell’uomo, ma comunque questo
Fra i vari aminoacidi alcuni appaiono partico- aminoacido è stata proposto in terapia per le
larmente importanti per la formazione delle affezioni della cheratinizzazione alla dose di
cheratine dure dei peli e delle unghie: la cisti- 1-1,5 gr. al giorno. La cistina è abbondante
na, la metionina, l’istidina, la glicina, la feni- nelle uova e nel latte vaccino.
lalanina, la tirosina e gli altri aminoacidi
della gelatina di collagene.

La cistina
E’ l’aminoacido a più alto peso molecolare
(240,23) e si caratterizza per il contenuto in
zolfo (27%) superiore a tutti gli altri aminoa-
cidi solforati. La cistina presenta un legame S-
S molto stabile che, utilizzato nella struttura
delle cheratine, conferisce a queste tenuta e
resistenza.
La presenza di cistina è, ovviamente, indi-
spensabile per il processo di cheratinizzazio-
ne ed è presente in grandi quantità nello stra-
to esterno della cuticola del pelo.
Nell’animale si è dimostrato che una alimen-
tazione priva o povera solo di cistina determi-
na una netta diminuzione nella produzione di La metionina
tessuto pilare. E’ un altro aminoacido solforato proposto in
Esami istologici cutanei praticati ad animali a terapia per le affezioni della cheratinizzazio-
dieta cistino-priva hanno evidenziato una pre- ne. Appare di efficacia inferiore alla cistina e
valenza di follicoli in catagen circondati da un ormai sembra di poter affermare che è utile
infiltrato linfocitario. solo perché può essere facilmente convertita
Per quanto riguarda la pigmentazione del in cistina in presenza di vit. B12 e/o acido
pelo è stato visto che la cistina facilita la sin- folico.
tesi di eumelanine. Importanti sono i rappor- Cistina e metionina (ed in minor misura
ti fra cistina e vitamina B6 perché in caso di anche gli altri aminoacidi solforati: cisteina,
difetto di questa vitamina il tasso di cistina in taurina, acido cisteico, cistationina) hanno
circolo diminuisce. anche una non trascurabile attività antiossi-
Il grado di cheratinizzazione aumenta e si dante. Sono cioè in grado di neutralizzare i
perfeziona con l’aumentare del tasso di cisti- radicali liberi (H202, 0+, H-) prima che possa-
na nei tessuti e col diminuire del contenuto in no reagire con le molecole biologiche, in tal
cisteina. Salendo dagli strati profondi della senso si sono dimostrate valide come agenti
cute e del follicolo pilifero l’ossidazione dei protettivi da radiazioni ionizzanti e in grado
gruppi -SH liberi della cisteina dà luogo ai di impedire una alopecia da radiazioni.
ponti disolfurici -S-S della cistina, necessari Cistina e metionina sono anche capaci di

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

impedire l’alopecia dopo intossicazione da tal- serina 0,4


lio. ac glutammico 11,4
metionina 1,0
istidina 0,8
fenilalanina 2,2
prolina 18,4
ac aspartico 6,6
valina 2,5
lisina 4,1

L’istidina si trova abbondante nella carne di


maiale, nel glutine ed in alcune farine. Viene
attiva m e n te incorp o ra ta nella ch e ratina a
livello dello stato granuloso.
La glicina è forse il più importante degli ami-
noacidi del collagene per il trofismo del capel-
lo. L’effetto, talvolta sorprendente, riscontrato
sulla cheratinogenesi per somministrazione
di gelatina sembra possa essere in gran parte
Istidina, glicina, fenilalanina, tirosi- attribuito all’azione della glicina, che è anche
na l’aminoacido quantitativamente più impor-
Sono tutti contenuti nella gelatina di collage- tante del collagene. Fra gli alimenti è abbon-
ne che somministata per via orale favorisce il dante anche nel latte.
turnover del collagene umano e, associata alla La fenilalanina e la tirosina rivestono una
cistina, migliora il processo di cheratinizza- grande importanza per la produzione di mela-
zione ed aumenta il contenuto di zolfo nel nina e quindi per la pigmentazione del capel-
pelo per incremento della disponibilità dei lo e la loro carenza è in gran parte responsa-
precursori. Ricordiamo che la gelatina di col- bile della depigmentazione dei capelli che
lagene contiene quntità transcurabili di cisti- ritroviamo nel marasma.
na. Fenilalanina e tirosina sono abbondanti nelle
farine e nel glutine.
Contenuto medio di aminoacidi della gelatina
di collagene (in %)

glicina 25,5
cistina 0,1
alanina 8,7
tirosina 0,5
leucina 3,2
arginina 8,1
isoleucina 1,4
idrossiprolina 14,1
treonina 1,9

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

rientrano fra quelle propriamente definite


ACIDI GRASSI ESSENZIALI vitamine (B4, B7, B10, B11, B13 o acido oro-
tico, B14, B15 o acido pangamico, inositolo,
Vengono chiamati anche vitamina F e sono rutina o vit. P, carnitina o vit. T, coenzima Q),
costituenti essenziali di membrana. La loro e non saranno perciò descritte nei dettagli.
carenza destabilizza il trasporto ionico attra-
verso la membrana stessa. Le fonti alimentari
sono le stesse della vitamina A e probabilmen- Alcune vitamine (A, E, B5, B6, PP, H) sono
te molti dei sintomi attribuiti a carenza di sicuramente coinvolte nell’attività follicolare.
retinolo sono in gran parte attribuibili a La presenza di anomalie dei capelli e dei peli
carenza di acidi grassi essenziali. Sappiamo può in certi casi essere ricondotta a carenze
oggi che sono necessari per una corretta che- vitaminiche imputabili spesso a drastici regi-
ratinizzazione ma non si conosce quale sia il mi dietetici perseguiti con eccessiva disinvol-
fabbisogno nell’uomo. tura.
Una sindrome carenziale di acidi grassi è
stata descritta in pazienti in alimentazione
parenterale prolungata. Si presenta con erite- Il concetto di vitamina ha la sua origine nella
ma e desquamazione del cuoio capelluto e constatazione che i principi alimentari fonda-
delle sopracciglia, caduta di peli e di capelli; mentali (proteine, grassi, carboidrati) non
quelli che rimangono appaiono depigmentati, bastano a tenere in salute l’organismo.
secchi e con alterazioni strutturali. Il riscon- Sebbene da tempo i navigatori si fossero resi
tro nel siero di un alto livello di acido cicosa- conto della necessità di portare dei limoni nei
trianoico a bassa concentrazione di acido ara- viaggi di lunga durata e da tempo fosse rico-
chidonico avallerà il sospet to diagnostico. nosciuta l’utilità dell’olio di fegato di merluz-
L’applicazione topica di olio di zafferano, che zo, la nozione del bisogno di una certa quali-
contiene oltre il 65% di acido linoleico, fa tà nell’alimentazione rimase un concetto
rapidamente regredire le alterazioni cutanee. molto vago ed empirico fino all’inizio del XX°
secolo.
LE VITAMINE E I CAPELLI Nel XIX° secolo si era potuto stabilire che la
mancanza di certi fattori nell’alimentazione
Dal punto di vista biochimico le vitamine era all’origine di malattie che da sempre ave-
sono un gruppo di sostanze eterogenee, senza vano accompagnato l’uomo nella sua storia.
contenuto energetico proprio, attive a dosi Scorbuto, pellagra, beriberi avevano decimato
generalmente molto piccole, necessarie all’or- gli equipaggi delle navi, piegato eserciti poten-
ganismo e alla sua crescita, che non possono ti, distrutto nazioni.
essere in genere sintetizzate e devono pertan-
to venire introdotte con gli alimenti (in alcuni Il nome “vitamina” fu dato per la prima volta
casi la flora batterica intestinale ne produce alla tiamina nel 1911, per indicare che questa
una certa quota). sostanza aveva la struttura di un amina e che
A seconda delle loro caratteristiche vengono era indispensabile alla vita.
distinte in liposolubili (A, D, E, K) e idrosolu- A partire dagli anni trenta si sono prodotte
bili (B1, B2, B3, B5, B6, B8, acido folico, per sintesi le vitamine in quantità sufficiente
B12, C, acido lipoico). Alcune sostanze non ad assicurare il trattamento preventivo e cura-

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

t i vo delle malattie da carenza. cientemente accettato.


Successivamente si sono estese, talvolta esage-
ratamente, le loro indicazioni terapeutiche. Vitamina A (retinolo) e retinoidi
In seguito, per reazione, si è passati a discute- La vit. A (retinolo) è un alcool a catena lunga
re su certe loro indicazioni ed anche a mette- che si trova in natura prevalentemente sotto
re in dubbio il loro interesse come farmaci forma esterificata con acidi grassi in 16 diffe-
nei paesi evoluti, nei quali la popolazione renti isomeri di cui solo 6 sono noti. E’ inso-
dovrebbe beneficiare di una alimentazione lubile in acqua, facilmente solubile in etere,
sufficiente ed almeno teoricamente equilibra- cloroformio, acetone, grassi ed oli. Si trova
ta. solo in prodotti di origine animale: olio di
Al giorno d’oggi le moderne metodiche di fegato di pesce, fegato di mammiferi (soprat-
indagine hanno messo in evidenza stati di tutto orso bianco) e, in minore quantità, in
carenza vitaminica anche in gruppi di popola- burro, latte, formaggio, uova.
zioni appartenenti alle società più industria-
lizzate; si è riacceso quindi l’interesse e la
ricerca intorno a queste sostanze e molte di
esse stanno sempre più riconfermando la loro
efficacia come veri medicamenti dotati di atti-
vità farmaco-dinamica.
Oggi si sta rivalutando l’utilità di un apporto Le provitamine A o carotenoidi, di cui il rap-
extra alimentare di vitamine ed inoltre queste presentante più importante e conosciuto è il
stanno dimostrando insospettate capacità far- beta-carotene, si trovano soprattutto nei vege-
macologiche che probabilmente saranno una tali verdi e nella buccia dei frutti, a cui da
delle novità della medicina degli anni futuri. colore. In laboratorio è possibile scindere
Si è anche visto come, in certi casi, l’assunzio- esattamente una molecola di beta-carotene,
ne esasperata di una sola vitamina può provo- fortemente liposolubile, in due di vitamina A.
care carenze relative delle altre, con conse- Q u e sta divisione matematica non è però
guenti disturbi pseudo-carenziali e pertanto, attuabile dalle cellule della parete intestinale
nella prevenzione, si deve dare la preferenza a che, solo in condizioni particolarmente favo-
composti multivitaminici in dosi equilibrate. revoli, riescono ad ottenerne almeno una; da
qui la necessità di somministrare quantità di
Riteniamo che una supplementazione di vita- beta-carotene e carotenoidi assai più elevate
mine non sia mai dannosa (sempre che non si rispetto alle apparenti necessità teoriche.
ecceda in vitamine liposolubili capaci di accu- La vit. A viene misura ta in U.I. (Unità
mularsi nel tessuto adiposo) e quasi sempre Internazionali):
utile anche per i capelli. __________________________________
Purtroppo nel tentativo di capire i rapporti
1 U.I. vit. A
fra cute e vitamine si è tentato, inadeguata- = 0,344 microgrammi di vit. A acetato
mente, di trasferire in campo umano i nume- (terminale molecola:
CO-CH3)
rosi dati relativi agli animali e, come conse- = 0,550 microgrammi di vit. A palmitato
guenza, la letteratura abbonda di affermazio- (terminale molecola:
ni discordanti e contraddittorie. CO-(CH2)14-CH3)
L’attività della vit. A palmitato è pertanto circa il 75% di quella
Vediamo cosa si può dire di certo o di suffi- acetato.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

1 U.I. provitamina A = 0,600 microgrammi di beta-carotene (1


microgrammo = 1 millesimo di milligrammo) Integrità di pelle e mucose.
La vitamina A è un costituente della membra-
Non essendoci una relazione precisa fra U.I. di vit. A e di beta-
carotene, dal 1969 il contenuto di vit. A o provitamina A viene
na cellulare e si può affermare che in ogni cel-
espresso in microgrammi di retinolo o retinolo equivalenti: lula deve esistere una quantità adeguata di
1 retinolo equivalente vitamina, al di sopra o al sotto della quale la
= 1 microgrammo o 3,33 U.I. di retinolo;
= 6 microgrammi o 10 U.I. di beta-carotene; stabilità della membrana, e quindi della cellu-
= 12 microgrammi di carotenoidi diversi. la, si altera. Ne deriva che sia condizioni di
Si tiene cioè conto, per carotene e derivati, della loro effettiva
capacità di trasformarsi in vit. A nell’organismo.
ipovitaminosi che di ipervitaminosi sono dan-
__________________________________ nose. Infatti nella clinica vediamo che ipo ed
ipervitaminosi A portano ad alterazioni della
Dato che il fabbisogno medio giornaliero di cheratinizzazione con caduta di capelli in
vit. A è 3300-5000 U.I. (cioè 1000-1500 micro- telogen negli stati di carenza ed in anagen
grammi o 1-1,5 milligrammi) quella di beta- negli stati di intossicazione acuta.
carotene è pertanto: 1000-1500 x 6 = 6000- La vit. A favorisce la sintesi dei mucopolisac-
9000 microgrammi (6-9 milligrammi). caridi (componenti essenziali del derma e
Per quanto riguarda la quantità di vitamina delle guaine del pelo) e la secrezione di muco,
contenuta nei cibi si possono fare i seguenti è quindi indispensabile per il mantenimento
esempi: 100 gr carota = 12 mg beta-carotene dell’integrità degli epiteli di rivestimento.
(circa 6600 U.I.); 100 gr albicocca = 2,7 mg Regolerebbe inoltre la sintesi delle cheratine
beta-carotene (circa 1485 U.I.); 100 gr burro = attraverso una azione specifica sui radicali
1 mg vit. A (3300 U.I.). sulfidrilici ma, se assunta in eccesso, potrebbe
In condizioni normali l’assorbimento di vit. A invece inibire questa sintesi (impedendo con-
(sotto forma di retinolo libero o esteri del reti- seguentemente che l’ossidazione dei gruppi
nolo) a livello della parete intestinale è com- sulfidrilici (-SH) liberi della cisteina dia luogo
pleto e può portare a ipervitaminosi, mentre ai ponti disolfurici (-S-S) della cistina, necessa-
per i carotenoidi questo non succede in quan- ri alla stabilità ed alla resistenza del pelo. L’
to l’intestino li trasforma in vit. A solo per la effetto protettivo del beta-carotene nei con-
quota che necessita all’organismo. Il fegato fronti dei raggi solari associato ad abbronza-
accumula grandi riserve di vit. A e quindi l’i- tura “dorata” si verifica per dosaggi abbastan-
povitaminosi non si manifesta per lunghi za elevati (50-70 mg/die) difficilmente otteni-
periodi anche in assenza di assunzione con gli bili con le comuni preparazioni commerciali.
alimenti. La vit. A circola nel sangue legata ad - Ha funzione di coenzima in alcuni passaggi
una proteina specifica, R.B.P. (proteina legan- metabolici nella sintesi degli ormoni steroidi:
te il retinolo), sintetizzata dal fegato. cortisolo, corticosterone, colesterolo, ormoni
sessuali.
Funzioni della vit. A - La vitamina A è anche una sostanza antios-
Meccanismo della visione. sidante, impedisce l’ossidazione precoce della
La vit. A partecipa alla formazione della por- vitamina C assunta con l’alimentazione ed è
pora retinica (rodopsina), recettore della luce certamente capace di neutralizzare nell’orga-
particolarmente importante per la visione in nismo la presenza di radicali liberi che sono
bassa intensità luminosa (visione crepuscola- una delle cause dell’invecchiamento e delle
re). degenerazioni neoplastiche e che presumibil-

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

mente contribuiscono alla caduta dei capelli sposizione alla luce solare o ad una fonte di
dal IV° decennio di vita in poi, quando il raggi ultravioletti con molta più tranquillità,
defluvio è certamente meno “androgenetico”. pare minimizzare in gran parte dei danni da
Esistono attualmente dati sperimentali che fumo di sigaretta sull’apparato broncopolmo-
sembrano confermare un’azione protettiva nare, ridurre l’incidenza di coronaropatie, di
della vit. A e dei retinoidi sullo sviluppo dei tumori del seno, di carcinomi dell’apparato
tumori maligni e in qualche caso addirittura digerente e, in campo sportivo, di contenere il
regressione. Questi studi preliminari necessi- danno indotto dallo sforzo atletico sulle fibro-
tano tuttavia di ulteriori conferme. cellule muscolari riducendo i tempi di recupe-
ro e migliorando la qualità e l’efficacia dell’al-
Un breve discorso a parte merita il b e ta lenamento.
carotene. Gli effetti del beta carotene vengono poi esal-
Se fino a pochissimi anni fa si riteneva che il tati e moltiplicati non aumentandone la dose,
beta carotene giocasse il solo ruolo biologico ma associandolo ad altri classici antiossidanti,
di precursore della vitamina A, oggi si va assunti anch’essi a dosi farmacologiche:
ormai delineando anche un sua diversa ed essenzialmente la vitamina C (500 mg al gior-
autonoma funzione. no) e la vitamina E (100 mg al giorno).
E’ in gran parte a questo pigmento che si deve
la capacità dell’organismo di difendersi dai Deficit di vit. A:
danni ossidativi indotti dai radicali liberi Può verificarsi per insufficiente apporto ali-
(H2O2, H-, O2+) che si formano in quasi tutti mentare, malassorbimento intestinale, insuf-
i distretti durante la loro specifica funzione ficiente produzione di R.B.P. da parte del
(come ad esempio a livello broncopolmonare fegato o eccessivo consumo.
durante la respirazione, nell’intestino duran- Sintomi oculari
te i processi digestivi e nei muscoli durante lo Nei casi di deficit lieve si osserva emeralopia
sforzo fisico). Questi danni vanno da una (diminuzione della visione al crepuscolo o in
minore efficienza dell’organo, ad un vero e caso di scarsa illuminazione), nei casi di defi-
proprio invecchiamento, fino alla mutageno- cit grave si ha invece inizialmente xeroftalmia
genesi. (secchezza ed atrofia della congiuntiva bulba-
Il suo meccanismo biologico si esplica sostan- re che può causare opacità della cornea) e
zialmente nella capacità di neutralizzare l’os- s u c c e s s i va m e n te ch e ra tomalacia (ra m m o l l i-
sigeno singoletto (O+, ossigeno con attività mento e deformazione della cornea che può
tossica per le cellule che si forma nella pelle, portare, se si sov rappongono complicanze
ad esempio, in seguito a prolungata esposizio- infettive, ad ulcerazione della stessa con asso-
ne ai raggi ultravioletti, dando luogo a conse- ciate lesioni dell’iride e del cristallino).
guenze anche molto gravi e non solo per la Sintomi cutanei
stessa pelle ma per tutto l’organismo). Si ha essenzialmente secchezza cutanea (per
Il banale accorgimento di fornire all’organi- ipot ro fia pro gre s s i va fino all’atro fia delle
smo un apporto farmacologico estra-alimenta- ghiandole sebacee e sudoripare) ed iperchera-
re di beta carotene viene oggi valutato positi- tosi (ispessimento dello strato corneo con
vamente da biologi, biochimici e nutrizioni- pelle rugosa e ruvida). Le sedi più colpite
sti. Una dose giornaliera estra-alimentare di sono gli arti e le regioni posteriori del collo. I
20 mg di beta carotene sembra consentire l’e- capelli si presentano aridi, fragili, opachi

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

facilmente estraibili con ridotta resistenza in vitamina.


alla trazione per insuffi c i e n te ancora g g i o L’attività della vitamina A è ottimale se viene
delle guaine dovuto a deficit di formazione somministrata insieme al complesso B, alle
dei mucopolisaccaridi, loro componente fon- vitamine D, E, al calcio, al fosforo.
damentale. Lo zinco che è necessario a livello epatico per-
ché possa venire mobilizzata la vitamina A
La somministrazione terapeutica di vit. A pre- immagazzinatavi.
vede dosaggi abbastanza elevati:
50000 U.I./die (16 mg vit. A acetato) per 15- Ipervitaminosi A
20 giorni nell’emeralopia; E’ un’evenienza rara a verificarsi nelle nostre
150000 U.I./die per 60 giorni nella xeroftal- regioni (si diagnostica per va l o ri > 500
mia; U.I./100 ml di sangue) e la si vede solo “iatro-
150000 U.I./die per 45-60 giorni nell’acne gena”, quando volutamente provocata con
(l’effetto benefico si ha a livello dell’iperchera- l’uso di retinoidi orali. Ipervitaminosi sponta-
tosi follicolare); nea si trova descritta in letteratura solo negli
150000-200000 U.I./die per 60-90 giorni Esquimesi che fanno largo uso alimentare di
nelle discheratosi cutanee (malattia di Darier, fegato di orso e di foca.
pitiriasi rubra pilare, psoriasi); L’ipervitaminosi A si manifesta con sintomi
200000 U.I./die per 120 - 180 giorni nella generali (astenia, ipereccitabilità, anoressia,
cheratomalacia. disturbi del sonno, nausea e vomito), epatici
I dosaggi dovranno essere adeguatamente ele- (ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia,
vati anche per la somministrazione di beta- aumento della fosfatasi alcalina, epatomega-
carotene la cui assunzione, a scopo terapeuti- lìa con steatosi) e cutanei, fra i quali parados-
co, dovrà variare fra 90 e 360 milligrammi al salmente gli stessi sintomi della carenza vita-
giorno. minica: secchezza cutanea, desquamazione,
In molti preparati commerciali il contenuto prurito, ragadi, indebolimento e caduta di
in beta-carotene è talmente basso da rasenta- peli e capelli e danno nella formazione delle
re il ridicolo: se un confetto contiene l’equiva- guaine. I disturbi regrediscono rapidamente
lente di 1000 U.I. di vit. A la somministrazio- se si sospende la somministrazione.
ne terapeutica dovrebbe infatti oscillare da 50 Occorre fare quindi attenzione, a sommini-
a 150 confetti al giorno! Dovranno quindi strare come “placebo” vitamina A ad alte dosi
essere utilizzate preparazioni nelle quali le a chi perde i capelli, perché si potrebbe otte-
quantità contenute siano chiaramente indica- nere un, sia pur reversibile effluvio iatrogeno.
te evitando quelle nelle quali complessi giri di Per evitare accumuli dannosi di vitamina è
parole e di percentuali sembrano scritti volu- utile somministrarla per soli 5 giorni alla set-
tamente per confondere le idee invece che timana ed interrompere quindi per 2 giorni.
per chiarirle. Se integrando l’alimentazione Quando in dermatologia si desidera usare
con beta-carotene si viene a determinare rapi- vitamina A a dosaggi farmacologici la sinto-
damente una pigmentazione giallastra della matologia da ipervitaminosi è comunque
cute, e soprattutto del palmo delle mani, si sempre inevitabile!
deve sospettare un ipotiroidismo o un diabete Oggi, qualora si ritenga utile questa terapia, è
latente, poiché chi è affetto da queste patolo- più conveniente e più maneggevole fare uso di
gie ha difficoltà a trasformare la provitamina retinoidi, informando il paziente degli inevi-

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tabili e reversibili effetti collaterali. del numero e della dimensione dei desmoso-
mi), con conseguente assottigliamento e perdi-
Retinoidi ta di coesione dello strato corneo; si ha inol-
Comprendono le forme naturali e gli analoghi tre aumento dell’attività germinativa dei che-
di sintesi della vit. A. Dato che la molecola ratinociti dello strato basale (e conseguente
della vit. A è composta da tre parti (un grup- ispessimento dell’epidermide) e stimolazione
po ciclico, una catena polienica e un gruppo delle cellule del Lange rhans (ad attività
polare) e che ognuna di esse può essere varia- “difensiva”).
mente modificata il numero finale di combi- - Attività sui tessuti connettivali.
nazioni è pressoché illimitato. A livello dermico si ha stimolazione dei fibro-
- I retinoidi di prima generazione compren- blasti, neoangiogenesi e incremento della des-
dono tutti i metaboliti naturali della vit. A, in quamazione all’interno dei follicoli; riduzio-
particolare la tretinoina (Airol®) acido tutto ne di volume e di attività delle ghiandole seba-
trans retinoico o vit. A acida (terminale pola- cee (soprattutto isotretinoina) e inibizione
re COOH invece che CH2OH) e il suo metabo- della motilità dei granulociti neutrofili ed
lita isotretinoina (Roaccutan®) o acido 13 cis eosinofili (etretinato e isotretinoina).
retinoico.
- I retinoidi di seconda generazione, ottenuti Applicazioni terapeutiche:
per trasformazione del gruppo ciclico (retinoi- Sono in generale quelle della vit. A rispetto
di aromatici), hanno come capostipite l’etreti- alla quale alla maggiore attività si associano
nato (Tigason®). dosaggi di utilizzo più bassi che consentono
- I retinoidi di terza generazione, ottenuti per di ridurre al minimo gli effetti tossici (per
ciclizzazione della catena polienica, compren- l’acne grave ad esempio si possono utilizzare
dono la famiglia degli arotinoidi. 20-30 mg/die di isotretinoina al giorno).
L’indice terapeutico (per indice terapeutico, L’utilizzo dei retinoidi appare particolarmen-
secondo Bollag, si intende il rapporto fra la te appropriato nei casi di acne grave resisten-
dose più bassa in grado di provocare una iper- te ad altre terapie (isotretinoina a dosaggi
vitaminosi A e la dose, somministrata per 14 variabili fra 0,3 e 1 mg/kg/die per un perio-
giorni, che provoca una regressione del 50% do medio di 15-20 settimane), nelle forme
del volume dei papillomi) dell’isotretinoina è gravi e soprattutto generalizzate di psoriasi
2,5 volte superiore a quello della tretinoina (etretinato a dosi va riabili fra 0,3 e 1
mentre quello dell’etretinato è 10 volte supe- mg/kg/die partendo con la dose più alta e sca-
riore. Ancora maggiore, da 10 a 50 volte, lando via via ogni 3-4 settimane fino a trovare
quello degli arotinoidi (che arrivano fino a la terapia di mantenimento più opportuna),
8000 per quanto riguarda i soli papillomi). ittiosi e stati ittiosiformi, cheratodermia
palmo-plantare, discheratosi follicolare ecc.
Effetti biologici principali dei retinoidi In alcuni casi la terapia può indurre remissio-
- Controllo della proliferazione e della diffe- ni anche prolungate (come l’ isotretinoina
renziazione delle cellule epiteliali. nell’acne), mentre in altri la malattia si ripre-
A livello epidermico quest’attività determina senta quasi subito dopo la sospensione della
modificazioni dei cheratinociti sia citoplasma- terapia (ad es. l’etretinato nella psoriasi) pur
tiche (fragilità lisosomiale, deposito di sostan- in assenza degli effetti “rebound” tipici dei
ze mucino-simili) sia della parete (riduzione corticosteroidi.

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

Effetti collaterali dei retinoidi: diabetici). Nel maschio è descritta oligosper-


Gli effetti collaterali dei retinoidi sono quelli mia con teratospermia (ovviamente reversibi-
della vitamina A sopradosata ma hanno dura- le) la cui incidenza appare sottostimata
ta più lunga. La regressione di tutti gli effetti collaterali è
In primo luogo occorre ricordare che i reti- sicura ma avviene lentamente con la sospen-
noidi sono teratogeni (ma non mutageni). sione della terapia in uno - sei mesi.
Non sono pertanto da prescrivere in corso di
gravidanza ed è indispensabile evitare una
gravidanza per almeno 3 mesi dal termine di Vitamina D
un trattamento con isotretinoina e per alme- Esiste in due forme attive, una di sintesi cuta-
no 2 anni dopo etretinato, che è dotato di una nea, vit. D2 o ergocalciferolo, ottenuta per
emivita superiore a 150 giorni. irradiazione ultrav i o l et ta dell’ergosterolo
Le manifestazioni più comuni e fastidiose, ma (provitamina D2) e una naturale, vit. D3 o
non intollerabili, sono comunque quelle cuta- colecalciferolo, estratta dall’olio di fegato di
neo-mucose e, specie con l’uso di isotretinoi- pesce e ottenuta per irradiazione ultravioletta
na, il nostro paziente facilmente, nel 90% dei del 7 deidro c o l e c a l c i fe rolo presente nel
casi, lamenterà cheilite (secchezza delle lab- derma.
bra e piccole ragadi agli angoli della bocca), La vit. D è insolubile in acqua, poco solubile
nel 30% dei casi dermatite eritematosa cen- nei grassi e negli oli, facilmente solubile in
tro-facciale, nel 15% dei casi secchezza ed irri- alcool e soprattutto in etere e cloroformio.
tazione oculare con congiuntivite, nel 5 - 10%
dei casi (ed a dosi alte di farmaco) un telogen L’U.I. di vit. D corrisponde a 0,025 micro-
effluvio che potrà impaurire ma che, addirit- grammi (cioè 1 microgrammo = 40 U.I. e 1
tura, potrebbe dimostrarsi utile per lo stato milligrammo = 40000 U.I.). Il fabbisogno
generale dei capelli, appena risoltosi. medio giornaliero del nostro organismo è 400
Soprattutto con l’etretinato, nel 35% dei casi, U.I.
il paziente lamenterà secchezza cutanea con Una parte di vit. D viene introdotta con gli ali-
prurito e, nel 50% dei casi, desquamazione menti (fegato, pesce, tuorlo d’uovo, burro,
palmo-plantare. latte ed in quantità minima verdure) ma la
Con una incidenza più o meno equivalente quota più abbondante viene direttamente sin-
sia per l’etretinato che per l’isotretinoina, nel tetizzata dall’organismo in seguito ad irradia-
40% dei casi si avrà secchezza della mucosa zione ultravioletta del 7 deidrocolecalciferolo
del naso (con possibili fenomeni di epistassi) e presente nel derma e sintetizzato a partire dal
della bocca. colesterolo ed altri deri vati sterolici.
Nel 15% dei casi e sia con isotretinoina che Qualunque sia l’origine, alimentare o dermi-
con etretinato, potranno manifestarsi alcuni ca, la vit. D circola nel plasma legata ad una
d i sturbi ge n e rali cara t te rizzati preva l e n te- proteina che la protegge dall’ossidazione (e
mente da sete, nausea, vomito, cefalea e dolo- quindi dall’inattivazione). Dopo varie elabora-
ri addominali. zioni metaboliche, prima epatiche e successi-
Più subdoli, ma generalmente accettabili, gli vamente renali (idrossilazioni), viene raggiun-
effetti ematoclinici che si presentano circa nel ta la forma attiva: 1-25-diidrossicolecalcifero-
10% dei casi con aumento delle transaminasi, lo.
dei trigliceridi e del colesterolo (attenzione ai Occorre sapere che l’idrossilazione epatica

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richiede una sufficiente funzionalità del fega- osteolitica (cioè prelievo di calcio e fosfati
to e che idrossilazione renale è androgeno - dallo scheletro per alzare la scarsa quantità
presente nel sangue). L’azione dell’ormone
però, non bilanciata dalla vit. D, aumenta,
anche a livello renale, l’escrezione di questi
sali. In questo modo la situazione non è mai
compensata e si assiste ad una progressiva
demineralizzazione dello scheletro (rachiti-
smo ed osteomalacia).

Deficit di vit. D
Nel bambino determina il rachitismo, nell’a-
dulto l’osteomalacìa. La differenza è dovuta al
fatto che nell’adulto mancano le cartilagini di
coniugazione, cioè quelle cartilagini che
riproducendosi e ossificandosi pro gressiva-
mente permettono l’accrescimento dello sche-
letro.
- RACHITISMO: a seconda dell’età di insor-
genza può manifestarsi con rammollimento
del cranio, difetti di ossificazione delle fonta-
estrogeno dipendente e diventa assai difficol- nelle, alterazioni della gabbia toracica, curva-
tosa nelle donne dopo la menopausa. tura delle tibie e dei femori, ipotonia dei
Depositi di vit. D si hanno nei muscoli, nel muscoli e dei legamenti ed infine nanismo.
tessuto adiposo ma soprattutto nel fegato. Sono inoltre tipici l’ipotrichia, la xerodermia
L’escrezione avviene sia con le feci che con le (cute spiccatamente arida) e la cheratosi pila-
urine. re.
Oggi la causa più frequente di rachitismo è
Funzioni della vit. D un difetto di assorbimento intestinale della
- A livello intestinale regola e permette l’as- vitamina che, peraltro, in caso di sospetto,
sorbimento del calcio e dei fosfati. può essere dosata nel sangue.
- A livello osseo consente la corretta minera- - OSTEOMALACIA: si manifesta con demine-
lizzazione e quindi la stabilità del tessuto. ralizzazione ossea, rammollimento dello sche-
- A livello renale controlla e inibisce l’escre- letro soprattutto a livello della colonna verte-
zione del calcio. brale, del bacino, delle coste e delle ossa lun-
La regolazione del livello plasmatico di calcio ghe degli arti inferiori. Contemporaneamente
e fosfati non dipende solo dalla vit. D ma com- si ha ipotrichia, xerodermia e prurito talvolta
porta anche l’intervento dell’ormone parati- intollerabile.
roideo che normalmente regola i processi di Oggi le cause più frequenti di osteomalacia
calcificazione e decalcificazione. In caso di sono l’iperparatiroidismo per un adenoma
carenza di vit. D si determina un’ipocalcemia delle paratiroidi, che spesso viene sospettato
secondaria che porta ad aumento della secre- solo per il riscontro casuale di ipercalcemia, e
zione dell’ormone paratiroideo con azione l’insufficienza renale cronica che comporta

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

impossibilità della idrossilazione renale della L’U.I. di vit. E corrisponde a:


provitamina (nei dializzati, ad esempio). - 1 milligrammo di dl, alfa-tocoferolo-acetato
I deficit vitaminici possono verificarsi anche (R = CO-CH3) forma più stabile;
per un insufficiente apporto alimentare e/o - 0,97 milligrammi di dl, alfa-tocoferolo;
di esposizione solare, per malattie gastrointe- - 0,73 milligrammi di d, alfa-tocoferolo
stinali con malassorbimento, per gravi malat- (forma più attiva).
tie epatiche.
I dosaggi terapeutici variano da 400 a 16000 - Il beta-tocoferolo, isolato dall’olio di germe
U.I./die secondo necessità (in casi estremi le di grano, ha attività vitaminica pari al 30% di
dosi d’urto possono arrivare a 200000- quella dell’alfa-tocoferolo.
600000 U.I./die). Oggi si utilizza, in pratica, - Il g amma-tocoferolo, isolato dall’olio di
la forma attiva: 1-25-diidrossicolecalciferolo. germe di mais, ha attività pari a solo il 15% di
E’ opportuno somministrare contemporanea- quella dell’alfa-tocoferolo.
mente sali di calcio a dosaggio moderato (400- - Il delta-tocoferolo, estratto dall’olio di soia,
600 mg/die). è praticamente inattivo.

Ipervitaminosi D I diversi tocoferoli si distinguono fra loro per


Essendo la vitamina liposolubile, e quindi il numero e la posizione dei gruppi metilici
facilmente immagazzinabile dall’organismo, presenti nel nucleo.
può verificarsi ipervitaminosi per sovradosag- La vit. E è insolubile in acqua, solubile nei
gio (quantità giornaliere di 100000 U.I. nell’a- grassi, negli oli, nei solventi organici (etere,
dulto e di 4000 U.I. nel lattante). acetone, cloroformio). E’ termostabile, resi-
Le manifestazioni cliniche derivano dal fatto stente agli acidi e agli alcali, sensibile all’ossi-
che, come già sappiamo, l’eccesso di vit. D dazione e alla luce, in particolare modo ai
determina liberazione di calcio dalle ossa con
conseguente ipercalcemia
Clinicamente l’ipercalcemia si manifesta con
cefalea, astenia, nausea, vomito, diarrea ed
apparenti turbe del carattere. Persistendo l’i-
percalcemia saranno possibili danni ben più
gravi causati dalla fissazione del calcio nel tes- raggi ultravioletti. E’ presente negli alimenti
suto renale e nelle pareti dei vasi, con lesioni sotto forma di esteri del tocoferolo, viene idro-
irreversibili. lizzata nell’intestino tenue ed assorbita, come
le altre vitamine liposolubili, attraverso la
mucosa intestinale in presenza di sali biliari.
Circa il 35% della vitamina ingerita passa
Vitamina E (tocoferolo) nella circolazione generale mentre il resto
Vitamina E è il termine generalmente utiliz- viene eliminato con le feci. Circola nel plasma
zato per indicare i diversi tocoferoli. legata alla frazione beta delle lipoproteine
L’alfa-tocoferolo è quello che si trova maggior- (tasso plasmatico medio 0,7-1,6 mg/100 ml).
mente in natura e con la più alta attività bio- All’interno dell’organismo la ritroviamo depo-
logica. sitata principalmente a livello del fegato (che
ne possiede una piccola scorta), del tessuto

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

adiposo, dell’ipofisi, delle ghiandole surrena- za nelle cellule muscolari di lipo pigmenti
li, dell’utero e dei testicoli. dovuti alla polimerizzazione dei perossidi che
La vitamina E si trova soprattutto negli oli si formano a spese degli acidi grassi poliinsa-
vegetali, nel burro, nell’uovo e nei cibi che turi) e, nei casi gravi, con encefalomalacia e
contengono anche vitamina A con la quale danni alle fibre muscolari del cuore.
esercita un ruolo sinergico. Il fabbisogno giornaliero si aggira intorno a
15 mg. (cioè 15 U.I. per l’acetato di alfa-toco-
Funzioni della vit. E ferolo) ma nel caso di somministrazione tera-
E’ la vitamina antiossidante per eccellenza ed peutica i dosaggi dovranno essere molto più
è implicata nella protezione delle membrane elevati e vengono comunemente prescritti:
sia cellulari che intracellulari, questo per l’a- - 100-150 milligrammi al giorno nella disme-
zione stabilizzante dei gruppi metilici, conte- norrea e nelle turbe funzionali della meno-
nuti nella sua molecola, nei confronti dei pausa;
fosfolipidi che “catturando” molecole di ossi- - 300 milligrammi al giorno nell’azoospermia
geno ne riducono il consumo cellulare. e nell’oligospermia;
Un deficit di vit. E associato ad eccesso di - 400-800 milligrammi al giorno nei disturbi
acidi grassi nell’alimentazione determina la cardiaci da anomalie delle fibre miocardiche.
comparsa di perossidi (che formano con le
proteine complessi molecolari presenti in vari Ipervitaminosi
tessuti sotto forma di lipo-pigmenti) in grado Nonostante che il tocoferolo sia una vitamina
di danneggiare la struttura dello strato lipidi- liposolubile, in grado quindi di accumularsi
co di tutte le membrane cellulari. nel tessuto adiposo, non sono dimostrati dis-
Con meccanismo analogo la vitamina E pro- turbi da eccesso di assunzione nell’uomo e
tegge anche dall’ossidazione la vit. A, i carote- non si verificano problemi con un sovradosag-
ni, gli acidi grassi poliinsaturi e le altre gio di 1200 mg/die e oltre!
sostanze ad azione enzimatica ed ormonale Nella sperimentazione animale sono stati
con struttura, anche parzialmente, lipidica. segnalati aumento della creatinuria (danno
Mantenendo la stabilità della membrana cel- renale?) ed un potenziamento delle antivita-
lulare dei globuli rossi la vitamina E è essen- mine K con complicanze emorragiche.
ziale nella regolazione della sintesi dell’eme.
Nella regolazione della spermatogenesi e del Da quanto abbiamo appreso è facile compren-
ricambio dell’epitelio delle vie seminali. dere come la vit. A e la vit. E integrano a
Nella formazione e nel ricambio delle fibre vicenda i loro effetti sul metabolismo e le loro
collagene, della sostanza fondamentale del proprietà terapeutiche specie nelle alterazioni
connettivo, della muscolatura liscia e striata. degenerative dei vasi, del tessuto connettivo e
La vitamina E è inoltre implicata anche nella degli organi di riproduzione. Per questo moti-
respirazione cellulare e livello mitocondriale vo nelle preparazioni commerciali è spesso
ed é quindi necessaria alla produzione di associata alla vitamina A.
energia per le sintesi proteiche cellulari.
Relazione fra vitamina E coenzima Q
Deficit di vit. E Gli ubichinoni o coenzima Q hanno una
Si manifesta essenzialmente con anemia emo- struttura chimica molto vicina a quella dei
litica, ipotrofia e distrofia muscolare (presen- tocoferoli e sicuramente una funzione molto

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

importante a livello della catena dei trasporta- Fonti di vit K


tori di idrogeno. Il coenzima Q non può esse- - La vit. K1 viene assunta con alimenti come
re considerato una vitamina dato che l’organi- fegato, carne, cavolo, spinaci, broccoli, lattu-
smo può sintetizzarlo partendo da un aminoa- ga, fagioli, crescione e molte verdure;
cido, la tirosina, con l’intervento di numerosi - la vit. K2 viene fornita dalla flora batterica
enzimi e coenzimi fra cui le vit. C, PP, B6 e intestinale, in particolar modo dall’
B12, l’acido pantotenico e l’acido folico. Per Escherichia Coli, in quantità variabili dal 10
le sue proprietà antiossidanti la vit. E potreb- al 100% del fabbisogno quotidiano, compen-
be proteggere anche il coenzima Q dall’ossida- sando così quella che viene introdotta con l’a-
zione. limentazione.
Il fabbisogno medio giornaliero di vit. K1 è
stimato in 1-2 microgrammi per chilo di peso
Vitamina K corporeo.
Il termine generico di vit. K (dal danese “koa-
gulation”) comprende la vit. K1, fitomenadio-
ne o fillochinone, di origine vegetale, il grup-
po delle vitamine indicate come vit. K2,
menachinone, prodotte da microrganismi, la
vit. K3, menadione o menachinone-O, sinteti-
ca e infine la vit. K4, menadiolo, anch’essa
sintetica.
Tutte le vitamine K hanno in comune il
nucleo 2-metil-1,4-naftochinone.

Sono liposolubili, stabili all’ebollizione ma


rapidamente degradate dalla luce solare. La
formazione di un sale mediante la fissazione
di un radicale sodico o solfato consente di
ottenere sostanze che, pur conservando l’atti-
vità vitaminica, diventano idrosolubili e pos-
sono pertanto essere iniettate per via intramu-
scolare. Funzioni della vit. K
Nel plasma la vit. K1 circola alla concentra- La vit. K è fondamentale per la coagulazione
zione media di 0,16 nanogrammi/ml (1 nano- del sangue, dove interviene a vari livelli (atti-
grammo = 1 milionesimo di milligrammo) e si vazione dei fattori II, VII, IX, X e delle protei-
accumula essenzialmente nel fegato (in mino- ne C e S), e per la carbossilazione di alcune
re quantità in muscoli, ossa e cute) che ne p roteine fondamentali per la costruzione
possiede una riserva sufficiente per 8 giorni. della matrice ossea.
L’eliminazione avviene sia attraverso le feci
che le urine in quantità pressoché equivalen- Deficit di vit. K
ti. i sintomi di carenza possono verificarsi se:
- ad un insufficiente apporto alimentare si

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aprile 2003 - N° 11 - Giornale Italiano di Tricologia

associa una massiccia e prolungata terapia quindi coperto con l’assunzione dei cibi: lievi-
con antibiotici; to di birra, cereali (riso e grano), pane integra-
- esiste una compromissione epatica così le, soia, carne di maiale, fegato, rene, uova,
grave da impedire la sintesi delle proteine sin- latte e pesce. La vit. B1 viene eliminata con
tetizzate dal fegato dalle quali derivano i fat- l’urina e, dato che l’organismo non può
tori della coagulazione vit. K dipendenti; immagazzinarla, non esiste possibilità di iper-
- esiste un’ipervitaminosi A (la vitamina A vitaminosi.
agisce in modo competitivo a livello epatico La carenza può manifestarsi in seguito all’uti-
con la vit. K). lizzo di cibi particolarmente raffinati (farina
Clinicamente si osserva essenzialmente una bianca, riso brillato) o che comunque abbia-
grave sindrome emorragica (prevalentemente no subito manipolazioni (per la necessità di
muscolare e sottocutanea) mentre gli studi conservazione e sterilizzazione di frutta, ver-
effettuati non hanno ancora accertato con dura, carne) che ne abbiano impoverito il con-
chiarezza i danni a livello di altri tessuti. tenuto, in seguito a fattori che ne aumentano
il fabbisogno (febbre, ipertiroidismo) o che ne
Ipervitaminosi K aumentano l’escrezione con le urine (poliu-
Non vi sono a tutt’oggi segnalazioni. ria, diabete mellito, prolungati trattamenti
I dosaggi terapeutici in caso di carenza varia- con diuretici). I sintomi iniziali sono anores-
no da 20 a 100 mg/die (vit. K1 somministrata sia e vomito a cui seguono astenia muscolare,
per via intramuscolare). perdita di peso e, successivamente, sintomi
correlabili ad alterazioni del tessuto nervoso
periferico (dolore alla pressione del polpac-
Vitamina B1 (tiamina) cio, riduzione dei riflessi tendinei, riduzione
E’ indispensabile per l’utilizzo del glucosio di sensibilità, parestesie, alterazioni del trac-
per cui la sua carenza determina problemi ciato elettrocardiografico, tachicardia) e del
soprattutto per quei tessuti che utilizzano tessuto nervoso centrale (perdita di memoria,
questo zucchero come fonte principale di difficoltà di concentrazione, irritabilità, stati
energia (primo fra tutti il tessuto nervoso ma depressivi). Mentre tutt’oggi carenze di picco-
anche il capello). Chimicamente è un alcool, la entità sono frequenti da riscontrare, quella
completamente solubile in acqua, insolubile grave, “beriberi”, è rarissima nei paesi occi-
in acetone e cloroformio. dentali.
Il “beriberi” viene distinto in una forma
secca (polinevrite e difficoltà alla deambula-
zione fino a paralisi flaccida, simmetrica,
degli arti inferiori), una forma umida (con
prevalente compromissione cardiovascolare,
tachicardia, dispnea, palpitazioni, ipertrofia
E’ termolabile e si denatura completamente a cardiaca) e una forma encefalopatica (degene-
100°C (per cui la cottura di alcuni cibi può razione delle cellule del cervelletto con impos-
distruggerla). sibilità a mantenere l’equilibrio, emorragie
La dose quotidiana oscilla fra 8 e 15 mg. Solo cerebrali).
in minima parte viene sintetizzata dalla flora
batterica intestinale e il fabbisogno viene

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Vitamina B2 (riboflavina) Vitamina PP ( B3, niacina)


Questa vitamina è un cofattore enzimatico Comprende due metaboliti principali, l’acido
essenziale per una grande quantità di reazio- nicotinico e la nicotinamide (peso molecolare
ni metaboliche nella maggioranza dei tessuti. 122), ambedue stabili chimicamente e solubi-
Nel sistema della catena respiratoria mitocon- li in acqua ed alcool.
driale, dove si forma la gran parte dell’ATP L’attivazione della vit. PP conduce a NAD
necessario alla vita della cellula (e del capello) (nicotinamide-adenina-dinucleotide) e NADP
ciascun enzima è costituito da una proteina e (nicotinamide-adenina-dinucleotide-fosfato)
da un gruppo prostetico. Il gruppo prostetico implicati in tutte le reazioni di ossidoriduzio-
delle flavoproteine è la riboflavina. ne dell’organismo, cioè di perdita o di acqui-
La dose quotidiana necessaria è di circa 1-2 sizione di uno ione idrogeno (NAD -> NADH -
mg. La vitamina B2 è scarsamente solubile in > NAD e NADP -> NADPH -> NADP), reazio-
acqua e assai resistente all’aumento di tempe- ni che avvengono costantemente a livello di
ra t u ra ma si decompone ra p i d a m e n te in tutti i tessuti e fondamentali nel metabolismo
seguito ad esposizione ultravioletta. del capello per la riduzione del testosterone a
La maggior parte degli alimenti animali e diidrotestosterone (ad opera della 5 alfa redut-
vegetali sono ricchi di vit. B2, in particolare tasi) e per l’ossidazione del testosterone ad
lievito, frattaglie, latte, albume, pesce, carne e androstenedione (ad opera della 17 beta idros-
vegetali verdi. Nel latte la vitamina è in forma sisteroidodeidrogenasi).
libera mentre nella maggior parte degli ali-
menti si trova coniugata a proteine. Se il latte
rimane esposto al sole circa l’85% della vita-
mina viene distrutta.
L’escrezione avviene attraverso sia le feci che
l’urina. La carenza si manifesta con disturbi
della cute e delle mucose, particolarmente in
corrispondenza degli orifizi corporei (bocca,
ano ecc.) nei punti di transizione fra questi
due tessuti (come gli angoli delle labbra) con
fatti infiammatori. Non si conoscono sintomi La dose quotidiana e necessaria di vitamina
da iperdosaggio. PP è compresa fra 10 e 20 mg.
In parte l’organismo è in grado di sintetizzar-
la (dal triptofano), ma ne sono comunque ric-
chi i lieviti, i cereali (la vitamina è tuttavia in
questo caso molto meno biodisponibile per-
ché sotto forma di nicotinil-estere, non idro-
lizzabile dall’organismo), ed è comunque ben
presente nelle verdure, nella frutta fresca ed
anche secca, nelle carni e nel fegato, nel
pesce, nel latte e nei formaggi.
L’eliminazione avviene per via renale.
Il suo deficit provoca, nella sua espressione

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più grave, la pellagra, che si manifesta con a carenza di acido pantotenico, non sono stati
disturbi cutanei (cute arrossata e secca, des- riscontrati.
quamante, iperpigmentata, talvolta edemato- L’eliminazione della vitamina avviene per via
sa soprattutto a viso ed estremità degli arti), renale e non si conoscono disturbi da ipervi-
gastrointestinali (stomatite, glossite, gastrite, taminosi.
diarrea) e nervosi (delirio, confusione menta-
le, allucinazioni).
Dosaggi eccezionalmente elevati di vit. PP,
ottenuti sperimentalmente, sono risultati epa-
totossici.

Vitamina B5 (acido pantotenico)


Come dice il suo nome (pantotenico) si trova
in tutti i tessuti animali e vegetali. Fonti
abbondanti sono i lieviti, il fegato, la carne, le
uova, il pesce, la verdura, la frutta e, per il Vitamina B6 (piridossina)
bambino, il latte materno (nel latte artificiale Con questo nome vengono identificati 3 com-
viene comunemente aggiunta Vit. B5 in ragio- posti simili fra loro: piridossina, piridossale
ne di 1-3 mg per 100 gr di polvere). (gruppo CHO al posto del CH2OH della piri-
La vit. B5 è il precursore del coenzima A (vit. dossina) e piridossamina (gruppo CH2NH2 al
B5 + ATP + cisteina) che tutte le cellule del- posto del CH2OH della piridossina).
l’o rganismo utilizzano per il meccanismo
respiratorio, per la sintesi di acidi grassi, di
ormoni, di colesterolo e in genere di tutte le
reazioni necessarie alla “vita” stessa delle cel-
lule. La sua assenza è quindi improponibile
in un organismo vivente. Il fabbisogno quoti-
diano è stimato intorno a 4 -7 mg.
Sebbene nei ratti sia stato dimostrato che l’a-
cido pantotenico è in grado di prevenire l’in-
canutimento e la caduta dei peli, nell’uomo
questa azione non si è mai potuta dimostrare
ed il proliferare di prodotti per capelli a base
di pantotenolo è del tutto priva di fondamen-
to scientifico!
Una sindrome carenziale umana si è potuta
ottenere solo in volontari alimentati con una
dieta sintetica ed ha provocato: mal di testa,
affaticabilità, parestesie, crampi muscolari,
disturbi intestinali (duodeniti ed ulcere duo- Tutti i tessuti dell’organismo possono trasfor-
denali). Invece quadri dermatologici, come la mare, mediante l’enzima piridossal-chinasi, i
dermatite seborroica, classicamente attribuiti 3 composti in piridossal fosfato, che rappre-

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senta la forma attiva e che serve da coenzima te ottica, parestesie, crampi, tremori, “sindro-
per un grande numero di reazioni enzimati- me delle gambe senza riposo”, morbo di
che a livello epatico, cutaneo, cerebrale (neu- Parkinson (senza associare contemporanea-
rotrasmettitori). mente L-Dopa che ha effetto antagonista).
Il fabbisogno quotidiano di questa vitamina
idrosolubile (peso molecolare 206), stabile al
calore ma degradabile alla luce, è circa 2-2,5 Vitamina H (B8, biotina)
mg. Una piccola quota di vitamina è fornita La vitamina H (peso molecolare 244), poco
dalla flora batterica intestinale. Nel latte arti- solubile in acqua ed alcol e molto di più in
ficiale in commercio viene aggiunta una etere, è stabile al calore in soluzione acquosa
quantità di vit. B6 variabile da 0,2 a 0,4 mg ma viene distrutta dai raggi ultravioletti.
per 100 grammi di polvere. Possiede un’affinità molto elevata con una gli-
Con l’alimentazione troviamo vitamina B6 c o p roteina dell’albume dell’uovo, l’avidina
nel fegato, nelle carni, nella farina di grano (peso molecolare 70000) con la quale si lega
intero, nel mais, nel pesce, nelle uova, nel chimicamente (legame non covalente) renden-
latte, nella frutta e nella verdura. done impossibile l’utilizzazione e quindi favo-
I deficit di vit B6 sono rari ed in genere dovu- rendo le manifestazioni da carenza. La cottu-
ti a: ra delle uova distrugge l’avidina per cui il pro-
- alcoolismo cronico (per inibizione dell’atti- blema sussiste solo nel caso di ingestione mas-
vità dell’enzima piridossal-chinasi e accelera- siccia e continua di uova crude (la “dieta” di
ta distruzione del piridossal-fosfato da parte alcuni frequentatori di palestra prevede di
dei prodotti di ossidazione dell’etanolo, in bere albume crudo anche di 10-12 uova al
particolare dell’acetaldeide), giorno!).
- trattamento con isoniazide in soggetti affet- Leggere differenze nella configurazione della
ti da TBC (il farmaco si lega al piridossal- catena laterale permettono di distinguere due
fosfato che perde la sua attività vitaminica), isomeri: la forma alfa, che si trova più abbon-
- uso di contraccettivi orali (aumentato consu- dante nel tuorlo d’uovo, e la forma beta, pre-
mo di vit. B6). sente nel fegato.
I sintomi principali di carenza (in pratica mai
riscontrabili se non sperimentalmente) sono:
perdita di appetito, vomito, diarrea, lacrima-
zione, degenerazione delle cellule cerebrali,
neuropatia periferica, anemia microcitica ipo-
cromica.
L’iperdosaggio è anch’esso rarissimo in quan-
to, per ottenerlo, bisogna somministrare 2-4
gr. di vitamina al giorno per molti mesi pare
che provochi una neuropatia periferica di
tipo sensitivo prontamente regredibile sospen-
dendo la somministrazione della vitamina
stessa. La biotina , come già detto, è presente in
L’utilizzo te rapeutico di vit. B6 (50-500 quantità elevata nel fegato e nel tuorlo d’uovo
mg/die) è stato proposto per polinevriti, nevri- ma anche, seppure in quantità minore, nel

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cioccolato, arachidi, piselli secchi, funghi e c a renza la posologia consigliata è 10-20


lieviti e per una certa quota è sintetizzata mg/die. (nel latta n te le dosi te ra p e u t i ch e
anche dalla flora batterica intestinale. vanno dimezzate rispetto all’adulto).
Il fabbisogno quotidiano è stimato in 150-200 Non è mai stata descritta una ipervitaminosi.
microgrammi ma, dato che il fegato ne possie-
de un’elevata riserva (circa 25-30 milligram-
mi) e che la flora batterica intestinale può Vitamina B12 (cobalamina)
sopperire in buona parte alle necessità, una Si tratta di un composto organico la cui for-
carenza si verifica assai difficilmente in pato- mula di struttura è molto complessa. E’ molto
logia umana. stabile, solubile in acqua e resiste al calore
La biotina (vit. B8) è essenziale per la sintesi fino a 120° C.
degli acidi grassi in quanto, come gruppo pro- Esistono varie forme di cobalamina presenti
stetico, rappresenta la componente funziona- nell’organismo umano, tutte con il nucleo
le dell’acetil-CoA-carbossilasi, enzima chiave centrale formato dall’atomo di cobalto legato
nei processi lipogenetici. E’ quindi indispen- a 4 atomi di azoto; fra le principali ricordia-
sabile per molte reazioni del metabolismo mo la cianocobalamina, la idrossicobalamina,
intermedio in particolare di carbossilazione e la metilcobalamina e l’adenosilcobalamina.
desaminazione dei carboidrati, dei lipidi e
delle proteine. Interviene inoltre in maniera
indiretta in numerose reazioni chimiche che
interessano la biosintesi delle purine, delle
pirimidine e di certi aminoacidi.
La carenza può verificarsi solo in condizioni
limite ed assai improbabili (come prolungate
terapie antibiotiche associate ad assunzione
di elevate quantità di albume crudo) e si
manifesta con dermatite desquamativa, colo-
re grigiastro e secchezza della cute e delle
mucose, atrofia delle papille linguali, nausea,
astenia ed anoressia, mialgie e parestesie loca-
lizzate.
Negli animali, in condizioni sperimentali, si La vit. B12 è presente negli alimenti di origi-
ha alopecia, perdita del pelo, dermatite simil- ne animale sotto forma di complesso proteico
seborroica, arresto della crescita corporea e e viene resa libera nel tubo digerente per
disturbi neurologici di variabile entità fino ad effetto del calore, dell’acido cloridrico gastri-
attacchi spastici e paralisi progressiva. Da co e degli enzimi gastro-intestinali.
queste sperimentazioni si è voluto arguire che Nell’uomo, a differenza di alcuni animali, la
la vitamina abbia precise indicazioni terapeu- sintesi di vit. B12 da parte della flora batteri-
tiche come l’alopecia, l’acne e la dermatite ca intestinale è praticamente nulla ma, consi-
seborroica e le si è voluto attribuire un effet- derando che la dose quotidiana necessaria è 4
to positivo particolare nella crescita dei capel- microgrammi (cioè 0,004 milligrammi) e che
li. il fegato ne ha di riserva 2-3 milligrammi,
Comunque nel caso di sospetta o comprovata anche in caso di non assunzione completa e

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prolungata, i sintomi di carenza non possono mina, vanno ricordate le diete vegetariane
manifestarsi prima di un paio di anni. perseguite, troppo spesso, con leggerezza e
La vit. B12 è un indispensabile cofattore di rigidità.
due reazioni enzimatiche, quella di transmeti-
lazione e quella di isomerizzazione. La prima Vitamina B9 o Acido folico (folacina, vit. M
consente la conversione dell’omocisteina in dei vecchi Autori)
metionina, sostanza base per il metabolismo I folati, o acidi folici, sono un gruppo di com-
dei folati; la carenza dete rmina difficoltà posti sintetizzati dal regno vegetale e dai
nella sintesi delle basi pirimidiniche e conse- microrganismi. L’acido folico non esiste come
guentemente del DNA. La seconda riguarda tale in natura. Ha peso molecolare 441,4, è
la isomerizzazione del metilmalonil CoA, fon- degradato dalla luce e dai raggi ultravioletti e
damentale per il ciclo di Krebs, cioè per la sin- si presenta come una polvere gialla, cristalli-
tesi di energia. na, facilmente solubile in acqua, insolubile in
La carenza grave di vit. B12 si manifesta con alcool, acetone, etere e cloroformio. La fami-
l’anemia perniciosa. glia degli acidi folici, il cui capostipite è l’aci-
Il disturbo è ematologicamente caratterizzato do folico (o acido pteroil-glutammico), com-
da alterazione dei globuli rossi ridotti per prende, fra gli altri, l’acido pteroil-diglutam-
numero e poveri in emoglobina ma con volu- mico, il diidrofolato, il tetraidrofolato, il N5
me nettamente aumentato (mega l o b l a sti), metil tet raidrofolato, il N5-N10 metilene
riduzione numerica dei globuli bianchi (leu- tetraidrofolato, il N10 formil tetraidrofolato,
copenia) e delle piastrine (trombocitopenia), il N5 formil tetraidrofolato (acido folinico).
compromissione neurologica per degenerazio-
ne dei nervi periferici dei cordoni laterali e
posteriori del midollo spinale e a volte della
sostanza cerebrale.
Clinicamente si osservano pallore, tachicar-
dia, dispnea da sforzo, astenia, anoressia,
diarrea, parestesie e disturbi della sensibilità,
glossite (in genere dolorosa con aumento di
volume della lingua), anormale pigmentazio-
ne della cute, impotenza (nell’uomo) e sterili-
tà (nella donna).
Vi è tendenza alla caduta e all’incanutimento
dei capelli anche nelle forme carenziali larva-
te o minori. Gli acidi folici sono indispensabili per la sin-
Dato che la vitamina B12 è sintetizzata dai tesi, l’interconversione e l’utilizzo di alcuni
batteri e che il regno vegetale non ne ha biso- aminoacidi, per la sintesi delle purine e delle
gno, le fonti sono rappresentate solo dagli ali- pirimidine, per la riproduzione e la normale
menti di origine animale: fegato, carne, pesce, crescita delle cellule (in particolar modo quel-
uova, formaggio, latte. le del sangue).
Fra le possibili cause di carenza, pertanto, Fonti naturali di acidi folici sono il latte fre-
oltre alle anomalie ereditarie e ai difetti di sco (si ha il 50% di distruzione della vitamina
assorbimento e/o di elaborazione della vita- dopo bollitura di 5 minuti), il latte pastorizza-

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to (la pastorizzazione, a differenza della bolli- la più popolare delle vitamine. E’ comune-
tura, non comporta una importante perdita mente accettato che la vitamina C acceleri la
del contenuto in vitamina), le patate, le caro- guarigione delle ferite ed il decorso delle
te, gli asparagi, i fagiolini, gli spinaci (per que- malattie infettive.
sti ultimi quattro la distruzione della vitami- La vitamina C (acido ascorbico) ha peso mole-
na con la cottura supera l’80%), il germe di colare 176,1, è solubile in acqua, poco in
grano ed il lievito, il fegato, la carne di pollo alcool, insolubile in etere e cloroformio. In
(si ha distruzione di vitamina con la cottura soluzione acquosa rapidamente si ossida in
valutata intorno al 20%), le uova. presenza di metalli, alcali, luce, ossigeno.
La dose quotidiana necessaria di vitamina B9
è 200 microgrammi e solo una piccola parte
può venire prodotta dalla flora batterica inte-
stinale.
Un deficit di folati può pertanto verificarsi
per disturbi (generalmente ereditari e rara-
mente acquisiti) dei meccanismi enzimatici
preposti all’assorbimento intestinale, per un
aumentato fabbisogno (gravidanza ad esem-
pio), per chiara carenza nutrizionale, per l’al-
colismo, per l’utilizzo di particolari farmaci
(sostanzialmente anticonvulsivanti ed antime-
taboliti).
La carenza acuta si manifesta con
turbe digestive (anoressia, nausea, diarrea),
alterazioni della cute (porpora), alterazioni
delle mucose (emorragie, ulcerazioni a livello Alcuni animali possono sintetizzare la vit. C
della bocca e della faringe) e con telogen partendo dal D-glucosio. Nella specie umana
effluvio. ciò non è possibile e il fabbisogno giornaliero
La carenza cronica è simile a quella deve pertanto essere coperto con gli alimenti.
descritta per la carenza di vit. B12, compare L’acido ascorbico, propriamente detto, è in
progre s s i va m e n te con astenia, turbe del forma chimica ridotta e può ossidarsi ad
sonno e della memoria, irritabilità e determi- acido deidroascorbico passando per una
na successiva m e n te anemia megaloblastica forma intermedia, radicale ascorbico libero.
pseudopern i c i o s i fo rme (con leucopenia e Questa possibilità di ossido-riduzione della
trombocitopenia), neuropatie periferiche, dis- vitamina è alla base delle sue attività fisiologi-
turbi cerebellari e psichici, telogen effluvio che.
cronico. L’acido ascorbico per la sua capacità di ossi-
Non sono descritte sindromi da sovradosaggio darsi e ridursi reversibilmente partecipa ai
di vitamina B9. processi di respirazione cellulare (insieme al
glutatione, al citocromo P, agli enzimi flavini-
ci e pirimidinici). Interviene quindi nello svi-
Vitamina C (acido ascorbico) luppo dei fibroblasti, degli osteoblasti e degli
Ampiamente distribuita nel mondo vegetale è odontoblasti ed inoltre nel metabolismo inter-

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medio di numerose sostanze (ad esempio sabile per alcune attività vitali di tutte le cel-
nella idrossilazione della prolina ad idrossi- lule,
prolina, nella sintesi del collagene, nell’ossida- - sintesi di collagene, mediante idrossilazione
zione della tirosina, nella formazione degli di due aminoacidi, prolina e lisina, che con-
ormoni surrenalici). L’acido ascorbico è inol- sentono la trasformazione del protocollagene
tre in grado di favorire l’assorbimento del in collagene,
ferro e degli altri metalli (Zn, Mg, Ca ecc) dal- - altre reazioni di idrossilazione, fra cui la tra-
l’intestino ed è cofattore importante per la sformazione del colesterolo in acidi biliari, la
trasformazione dell’acido folico in acido foli- sintesi degli ormoni corticoidi ecc,
nico. - biosintesi della carnitina che, sintetizzata
Il compito antiossidante della vitamina C è dal fegato a partire da un aminoacido, la lisi-
ben conosciuto; la sua attività deriva dalla na, è necessaria per l’ingresso degli acidi gras-
riduzione del ferro trivalente: si nei mitocondri (dove vengono ossidati) e
quindi per la produzione di energia (soprat-
Fe3 + Vit C—-> Fe2 + Vit C* + 2H+ tutto delle cellule muscolari),
- biosintesi dell’adrenalina e della noradrena-
Da questa reazione si forma il radicale della lina, ormoni prodotti dalla ghiandola surrena-
vitamina (Vit C*) che è relativamente non le, neurotrasmettitori fondamentali per tutto
reattivo. Esso decade per sproporzionamento l’organismo,
ed interrompe le reazioni a catena dei radica- - prevenzione dell’accumulo di istamina
li liberi. La vitamina C viene quindi rigenera- (sostanza responsabile di numerose reazioni
ta con formazione di deidroascorbato che è allergiche),
invece una molecola pro-ossidante. - modulazione della sintesi delle prostaglandi-
ne (mediatori dei processi infiammatori),
2 Vit C* + 2H+ —-> Vit C + DHA - distruzione dei radicali liberi ossigenati,
quali il radicale idrossile, il radicale di ossige-
La vitamina C rafforza la funzione dei fagoci- no e il radicale superossido responsabili di
ti, aumenta la produzione di anticorpi ed reazioni degenerative cellulari (fra cui i pro-
inoltre stimola la sintesi di interferone, un cessi di invecchiamento). In particolare que-
b a l u a rdo contro le aggressioni dei virus. ste reazioni di eliminazione sono particolar-
Potenzia quindi le difese immunitarie insie- mente importanti a livello dell’occhio e dei
me alle vitamine A, E, D, il gruppo B il sele- polmoni dove assicurano una protezione con-
nio e lo zinco. tro altri agenti ossidanti, come l’ozono (O3),
Come la vitamina B1 e la cisteina, può preve- - altre funzioni immunologiche ed antibatte-
nire i danni provocati dal formolo, contrasta riche aumentando la mobilità dei globuli
gli effetti tossici della nicotina, del benzoato, b i a n chi, prote g gendone la membrana dai
dei composti azotati, degli agenti citotossici, danni ossidativi e attivando la sintesi di ener-
delle radiazioni ionizzanti ed è in grado di gia endocellulare. La vit. C è inoltre indispen-
inattivare le tossine batteriche. sabile per la produzione degli anticorpi dato
che le catene proteiche, di cui gli anticorpi
Elenchiamo di seguito le altre funzioni più stessi sono formati, sono tenute insieme da
importanti: ponti disolfuro (cioè di due molecole di zolfo)
- trasporto di ossigeno ed elettroni, indispen- per sintetizzare i quali è necessaria la conver-

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sione dell’aminoacido cistina, di origine ali- esempio in individui che, seppure sani, ne
mentare, nella sua forma solforata, cisteina; assumono continuamente ad alte dosi.
per qu e sta reazione di ossidoriduzione è Non esiste, in pratica, ipervitaminosi C in
necessaria appunto la vit. C. qu a n to se l’assunzione satura le capacità
ricettive dei tessuti (circa 3 grammi/die), la
Il fabbisogno quotidiano di vit. C è circa 75- vitamina in eccesso viene eliminata immodifi-
9O milligrammi e l’organismo ne possiede cata con le urine.
una piccola riserva (1,5-3,5 grammi).
L’assorbimento, come per le altre vitamine
idrosolubili, avviene per via intestinale.
L’escrezione è quasi esclusivamente urinaria Acido lipoico (acido tioctico)
(1-2% con feci e sudore). Di recente scoperta, è un cofattore (coenzima)
Fonti principali di vit. C sono la verdura, la necessario, nell’uomo, al corretto funziona-
frutta ma anche le frattaglie (fegato e reni); mento degli enzimi deidrogenasi (indispensa-
insignificante invece l’apporto del latte (quel- bili ad esempio per la sintesi ed il catabolismo
lo destinato ai lattanti è obbligatoriamente della glicina, per la sintesi delle prostaglandi-
arricchito di vitamina C in ragione di 50-100 ne) e per l’ingresso dei glucidi nel ciclo di
milligrammi/litro) e della carne. Krebs (per la sintesi di energia).
La conservazione della verdura, anche in
frigo, e la cottura, riducono drasticamente il
contenuto della vitamina.
L’espressione clinica conclamata di deficit di
vitamina C è rappresentata dallo “scorbuto”
(edema emorragico delle gengive, caduta dei
denti, tumefazione e dolore delle articolazio-
ni, astenia, anoressia, profonde alterazioni Può essere sintetizzato dall’organismo (soprat-
degli annessi cutanei e decadimento delle tutto dal fegato, dai reni e dalla milza) con
condizioni generali fino alla morte), malattia una serie di reazioni poco conosciute e non si
che ha ormai quasi solo interesse storico. tratta quindi di una vitamina in senso stretto
Quadri di ipovitaminosi meno grave sono tut- ma l’apporto con gli alimenti (animali e vege-
tavia più frequenti di quanto comunemente si tali) è comunque indispensabile per coprire il
pensi e si manifestano clinicamente con aste- fabbisogno quotidiano. Anomalie funzionali
nia, dimagrimento, cefalea, dolori ossei, ridot- del metabolismo dell’acido lipoico determina-
ta resistenza alle infezioni, edemi malleolari, no acidosi lattica, aciduria e accumulo di ami-
porpora, emorragie nasali e gengivali. Il labo- noacidi ramificati (leucinosi). L’acido lipoico
ratorio mostra un quadro di anemia a tipo non è attualmente disponibile come specialità
sideropenico. Vi può essere anche un quadro commerciale.
di telogen effluvio cronico dovuto sia alla
carenza delle attività proprie della vitamina Le vitamine sono quindi tutte necessarie, in
che al r idotto assorbimento intestinale di qualche modo, al mantenimento della omeo-
metalli essenziali. Sintomi carenziali possono stasi cutanea e per una normale cheratogene-
manifestarsi anche alla sospensione non gra- si. Rimane da sottolineare che l’omeostasi
duale di supplementazioni di vitamina C, ad vitaminica dell’organismo ha bisogno di un

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

orchestrato apporto di tutti questi elementi e rallenta e conseguentemente diminuisce la


che l’eccesso di una vitamina, somministrata produzione di energia, sotto forma di ATP,
sconsideratamente, può provocare una caren- necessaria alle sintesi proteiche.
za relativa di un’altra vitamina che ha rappor- E’ ormai diventato un classico somministrare
ti metabolici stretti con la prima. ferro a chi perde i capelli ed in effetti vi è con-
cordanza nel ritenere che la carenza di ferro,
anche in assenza di anemia, possa essere
IL RUOLO DEGLI OLIGOELEMENTI causa di defluvio generalizzato in telogen.
PER I CAPELLI Comunque l’iposideremia è una condizione
molto comune ed è quindi facile la sua asso-
Il 4% del peso del corpo umano (cioè circa ciazione, più o meno fortuita, con un deflu-
2,5-3 Kg) è rappresentato da minerali. Un vio. Se comunque viene scoperta una defi-
adulto contiene circa 1200 gr di calcio, 68O cienza di ferro in chi perde i capelli, questa
gr di fosforo, 150 gr di potassio, 7O gr di deve essere trattata. Inoltre è importa n te
sodio, 21 gr di magnesio, 5 gr di ferro. ricordare che una deficienza di ferro (iposide-
I minerali sono l’ultimo grande costituente remia) è spesso spia della carenza di altri
dell’alimentazione che dobbiamo ora prende- metallo-ioni come zinco e magnesio.
re in considerazione. Esplicano funzioni Il ferro, oltre ad essere un componente essen-
importantissime senza le quali nessuna vita ziale della emoglobina, è costituente di molti
sarebbe possibile. Infatti i metallo-enzimi per- metallo-enzimi e fra questi ricordiamo:
dono completamente le loro capacità reattive la catalasi che ci protegge dal peros-
se privati dell’atomo di metallo a cui sono sido di idrogeno (H202);
legati. le aldeidossidasi, necessarie alla ossi-
Anche se è ancora poco noto il ruolo specifi- dazione aerobica dei carboidrati;
co svolto da tutti gli oligoelementi, riteniamo i citocromi, necessari al trasferimen-
che vi siano decise correlazioni tra qualità e to degli elettroni nella già ricordata catena
quantità di minerali ed elementi traccia con respiratoria.
lo stato di salute dei capelli. La sideremia normale oscilla fra 0,6 e 1,5
mg/ml di siero, ma è suscettibile di variazioni
fisiologiche in rapporto a svariate condizioni:
Ferro età, sesso, gravidanza, lavoro muscolare etc. Il
Il ferro, peso atomico 55.8, è presente nel fabbisogno giornaliero di ferro si aggira sui
corpo umano nella quantità di 4-5 gr, tre 18-2O mg.
quarti dei quali utilizzati per la formazione di
emoglobina, metallo-proteina essenziale per il metabolismo del ferro
trasporto dell’ossigeno ai tessuti. Viene intro- Il ferro ingerito con l’alimentazione soprattut-
dotto nell’organismo con gli alimenti sia ani- to come composti di eme e sali organici che,
mali che vegetali e la vitamina C, come abbia- s ot toposti all’azione dell’acido cloridrico
mo già visto, ne favorisce l’assorbimento. nello stomaco (pH 1,5), sono scissi a formare
Il ferro è presente nella composizione chimi- ioni ferrici. Gli ioni ferrici reagiscono con gli
ca del capello ed è ovviamente necessario alla agenti riducenti e con la gastroferrina. Solo il
vita del cheratinocita perché, in carenza di ferro legato con la gastroferrina può andare
ossigeno, la catena respiratoria mitocondriale incontro ad assorbimento che si ha prevalen-

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temente nel duodeno e nella porzione prossi- Queste patologie sono secondarie a malattie
male del digiuno. emolitiche, patologie epatiche, pluritrasfusio-
La maggior parte di questo ferro si deposita ni o ingestione di quantità eccessive di ferro
come ferritina soprattutto nel fegato (ma rile- per periodi prolungati.
vabile anche nel plasma) o viene utilizzato dai
mitocondri per le sintesi enzimatiche. Il rima-
nente viene trasferito al plasma dove si lega Zinco
strettamente, nello stato ferrico, alla beta1 L’organismo umano contiene circa 1 - 2,5 mg
globulina transferrina. di zinco presente soprattutto nelle ossa, nei
Il ferro lascia il plasma entrando nella serie denti, nella pelle, nel fegato, nei muscoli e nei
eritroide, da cui c’è un considerevole feed- capelli (che possono anche essere usati per
back nel plasma, soprattutto attraverso le cel- valutare con il mineralogramma lo st atus
lule reticoloendoteliali Nelle cellule eritroidi generale dello zinco)
in via di sviluppo del midollo osseo gli ioni La maggior parte delle proteine include delle
ferrosi si combinano con la protoporfirina a regioni con struttura secondaria (e le fibro-
formare l’eme. proteine lo sono integralmente) che avvolgen-
Il 18% circa del ferro che esce ed entra nel dosi, danno luogo alla configurazione tridi-
plasma è in equilibrio con la transferrina dei mensionale globale della proteina.
liquidi extracellulari, la formazione e la scis- La struttura secondaria più comune è l’alfa-
sione della mioglobina e degli enzimi eme, elica (in cui lo scheletro della proteina si
l’assorbimento del ferro ed i depositi di ferri- avvolge a formare l’elica caratteristica) e il
tina. filamento beta (in cui l’impalcatura di soste-
Il ferro viene eliminato o perso attraverso il gno è completamente distesa); i residui di isti-
normale ricambio dell’emoglobina con l’uri- dina e cisteina vengono uniti da un atomo di
na, col sudore, con la desquamazione cuta- zinco, che serve essenzialmente a fissare assie-
nea, con le feci quanto non assorbito e quan- me il filamento beta e l’elica.
to deriva dalle piccole continue ed inapparen- Lo zinco, peso atomico 65, è indispensabile
ti emorragie del tratto gastroenterico, con le per la crescita corporea, per i processi ripara-
mestruazioni. tivi dei tessuti, è importante per una normale
risposta immunitaria, interviene come cofat-
Iperdosaggio tore anche nella sintesi dei collagene, agisce
Una tossicità acuta marziale è la seconda come cofattore in oltre settanta reazioni enzi-
causa di avvelenamento nei bambini ed è matiche conosciute ed è presente nella mole-
spesso dovuta ad eccessiva somministrazione cola di circa cento metallo-enzimi.
di supplementi a base di ferro da parte dei Il fabbisogno giornaliero è stimato in 10-15
familiari. mg per l’adulto, 20 mg per le gestanti, 30 mg
Il sovraccarico marziale determina: per le nutrici.
- emosiderosi, caratterizzata da un aumento La carenza di zinco provoca disturbi gravi in
tissutale generalizzato di ferro senza alterazio- tutti gli organismi viventi. L’uomo soddisfa il
ni di tipo fibrotico, suo fabbisogno, di circa 15 mg al giorno,
- emocromatosi, in cui a livello del fegato, attraverso una alimentazione variata.
milza e pancreas si determinano alterazioni Lo zinco è contenuto nella carne, nel pesce,
fibrose. nei cereali e nei legumi. L’assorbimento dello

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

zinco si attua a livello duodenale ed intestina- con scarso appetito, ridotto accrescimento ed
le con meccanismo attivo, ad opera di una alterazioni del gusto (ipogeusia). Pare proprio
proteina trasportatrice che lo veicola attraver- che la frequenza della ipozinchemia sia fre-
so la parete intestinale. quente e pressoché diffusa come la carenza di
La carenza grave del metallo o della proteina ferro. Potrebbe essere responsabile di tale
carrier intestinale determina l’acrodermatite deficit un alto consumo di latte che è un ali-
enteropatica, malattia che realizza in natura mento carente di zinco. Comunque sia, nella
il quadro della carenza cronica di zinco con maggior parte dei casi la carenza di zinco è
diarrea costante ed abbondante con steator- moderata e causata da apporto insufficiente,
rea e manifestazioni tipiche cutanee distali e più raramente è secondaria a patologie da
periorifiziali vescicolobollose o crostose impe- malassorbimento.
tiginizzate, perdita totale dei capelli, delle Con un trattamento a base di solfato di zinco
ciglia e sopracciglia, lesioni ungueali, perio- l’appetito migliora, il gusto torna normale e si
nissi, grave ritardo staturo-ponderale. Questa raggiunge un normale accrescimento.
rara alterazione ereditaria, autosomica reces- Lo zinco è un inibitore delle lipasi dei batteri
siva, spesso si manifesta nel bambino allo e dei lieviti, saprofiti della cute umana, (parti-
sve z z a m e n to e risponde ra p i d a m e n te alla colarmente evidente risulta la sua capacità
somministrazione orale di solfato di zinco, 50- inibente sulle lipasi del propinebacterium).
200 mg al giorno, con remissione della diar-
rea, rapida ricrescita dei capelli e delle ciglia Somministreremo quindi, a scopo profilatti-
e sopracciglia. co, solfato di zinco a dosaggi fisiologici, circa
Nell’adulto un quadro simile si può vedere 20 mg al giorno.
solo in pazienti alimentati da mesi solo per Un apporto superiore sarà riservato solo a
via parenterale. pazienti in cui sia accertato un basso livello
Pare comunque giust i fi c a to somminist ra re plasmatico del metallo.
supplementazioni di zinco a chi perde capelli Ricordiamo che alcuni farmaci possono pro-
per defluvio androgenetico, infatti una buona vocare un deficit di zinco determinando una
zinchemia inibirebbe una eccessiva 5 alfa soppressione dell’assorbimento, aumentando-
riduzione periferica. Se si somministra zinco ne l’escrezione o interferendo con nutrienti
a scopo tricologico occorre fare attenzione ad azione sinergica come la vitamina B6 ed il
all’assorbimento intestinale del rame che, per magnesio. questi farmaci sono:
competizione sullo stesso carrier intestinale, - etambutolo ed isoniazide
può venire gravemente ridotto da una eccessi- - anti MAO
va somministrazione di zinco. - corticosteroidi
In alcune zone dell’Egitto e dell’Iran dove la - diuretici tiazidici
dieta carente di zinco comporta alterazioni La zinchemia normale è di 0,7-1,5 mg/l di
della crescita e dello sviluppo sessuale, non siero.
pare vi siano comunque evidenti alterazioni
dei capelli e dei peli nella popolazione.
In base a parecchi studi fatti in USA, in
Europa ed in Canada si è visto che una non Rame
piccola percentuale di bambini al di sopra dei Il rame, peso molecolare 63, è necessario
4 anni ha un basso livello di zinco, associato come cofattore del ferro nella formazione

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della emoglobina e per l’attività di enzimi carenza cronica di rame. I bambini colpiti
come la citocromo C ossidasi e soprattutto la hanno bassi livelli di rame e di ceruloplasmi-
superossidodesmutasi (CuZnSOD) che proteg- na che portano a progressiva degenerazione
gono l’organismo dai radicali liberi. cerebrale, ritardo dell’accrescimento, facies
caratteristica, alterazioni arteriose e alterazio-
ni ossee simil-scorbutiche. I capelli sono radi,
2 (O2* + 2H+ ——SOD——-> H20) + O2 sottili, fragili, con tricorressi fino alla ipotri-
(O2 = radicale superossido) chia ed alla alopecia. La malattia, che viene
ereditata tramite il cromosoma X, permette
una sopravvivenza di soli 1 - 2 anni, Il rame
Per quanto riguarda i capelli sappiamo che il somministrato precocemente endovena ha
rame è indispensabile per catalizzare la con- migliorato tale condizione ma non si conosce
versione della tirosina a diidrossifenilalanina una terapia veramente efficace.
(DOPA), ad opera della tirosina-idrossilasi, Anche per il rame occorre molta prudenza
durante il processo di formazione delle mela- nella somministrazione prolungata di dosi
nine. Il rame inoltre ha notevole importanza soprafisiologiche. L’avve l e n a m e n to cronico,
per i processi di cheratinizzazione, catalizzan- che pare sia frequente negli Stati Uniti ma
do l’ossidazione della cisteina a cistina con rarissimo in Italia, è stato descritto in lavora-
formazione di ponti disolfuro. tori industriali e molto si discute circa la
Anche la catena respiratoria mitocondriale, potenziale tossicità degli alimenti cotti in reci-
mediante la quale l’energia degli alimenti è pienti di rame. La sintomatologia è a carico
utilizzata per pro d u rre ATP, dipende dal dell’apparato digerente. La somministrazione
rame. di rame, sotto forma di solfato di rame,
Nell’uomo adulto il fabbisogno di rame è di andrebbe fatta solo dopo dimostrazione di
circa 4 mg al giorno e viene soddisfatto una carenza plasmatica. La cupremia nell’a-
soprattutto con carne e legumi. dulto è di 0,8-1,5 mg/l, mediamente superio-
L’assorbimento avviene sia a livello dello sto- re nella donna rispetto all’uomo. Nei casi di
maco che dell’intestino e viene ridotto da un deficit accertato di rame è indicata la sommi-
elevato apporto di zinco che compete per la nistrazione di 0,05 mg/Kg di metallo, come
stessa proteina di trasporto endoluminale ed è solfato, al dì.
in grado di indurre la produzione di “tioneu-
rina” che lega il rame intestinale in modo pre-
ferenziale rendendone difficoltoso l’assorbi-
mento. Magnesio
La carenza di rame è rara e si manifesta come Il magnesio, peso atomico 24.312, esplica un
stato di anemia, lieve o grave, specialmente in ruolo fondamentale in un gran numero di
bambini la cui dieta è costituita essenzialmen- funzioni cellulari. Fra i cationi intracellulari
te da latte vaccino. Può coesistere diarrea cro- è secondo per quantità solo al potassio.
nica. Nell’adulto carenza di rame è stata Un gran numero di reazioni enzimatiche
osservata in soggetti lungamente sottoposti a dipendono o sono attivate dal magnesio ma
nutrizione parenterale o in soggetti trattati quelle che più ci interessano per i capelli sono
con forti dosi di sali di zinco. catalizzate dalla adenilciclasi e dall’esochina-
La malattia di Menke realizza il quadro della si. Non ci risulta che in carenza cronica di

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Manuale di “Tricologia” Giornale Italiano di Tricologia

magnesio vi siano vistose alterazioni dell’ap-


parato pilifero nell’uomo ma se questa viene CONCLUSIONI
accertata in chi perde i capelli deve essere
trattata. Ciò risulta evidente se solo si pensa Vi sono dati sufficienti per ammettere una
ai ruoli fondamentali dei due enzimi che correlazione diretta fra stato nutrizionale e
abbiamo sopra citato. stato dei capelli.
La concentrazione normale del magnesio nel
siero è compresa fra 1,4 e 2,3 mEq/l. Il fabbi- - Gli aminoacidi sono sicuramente necessari
sogno giornaliera è relativamente alto, dell’or- al trofismo del capillizio ed in particolare la
dine di 320 mg nell’uomo adulto. Si trova cistina, forse la cisteina, la istidina, la glicina,
come alimento in quasi tutti i tessuti animali la tirosina.
e vegetali. - Le vitamine devono avere nel siero un livel-
lo ottimale e bilanciato e, in caso di carenze di
apporto o di malassorbimento, questo dovrà
Selenio ottenuto farmacologicamente.
Il selenio, peso atomico 58.9, è stato preso in - Metalli essenziali ed oligoelementi sono
considerazione negli ultimi anni per la sua altrettanto indispensabili e saranno sommini-
funzione intracellulare antiossidante. E’ infat- strati, in modo mirato, in caso di carenza
ti un componenente della glutatione perossi- accertata.
dasi (GSH-Px), un enzima che riduce il peros-
sido di idrogeno e gli idroperossidi organici e Una valutazione razionale del paziente affetto
che agisce quindi come potente antiossidante. da caduta di capelli non potrà prescindere
dalla osservazione del suo stato di nutrizione.
Dovrà essere raccolta un’anamnesi dettagliata
ROOH + 2GSH ——GSH-Px——> sulle abitudini alimentari, sullo stato dell’alvo
ROH + H2O + GSSG e su variazioni di peso. Indicativo, in molti
casi, potrà essere un esame microscopico del
capello in luce polarizzata.
E’ stato dimostrato che la carenza di selenio
essere causa di cardiomiopatia. Gli individui Nel caso di un telogen effluvium a difficile
mantenuti per lunghi periodi in nutrizione inquadramento etiologico deve sempre essere
parenterale completa sono a rischio di deficit sospettata una sindrome carenziale seconda-
di selenio. ria ad una dieta inappropriata o ad un malas-
La correlazione fra bassi livelli di selenio ed sorbimento, anche larvato, talvolta selettivo
aumentato rischio di neoplasie è stata ipotiz- e/o inapparente.
zata per il riscontro di una aumentata fre-
quenza di tumori nelle zone con basse con- Poiché oggi il laboratorio ci permette di inda-
centrazioni dell’oligoelemento negli alimenti. gare sullo stato nutrizionale e di rilevare, con
Il fabbisogno giornaliero per un adulto si relativa facilità, almeno le carenze nutriziona-
aggira intorno a 70 mg. Le fonti principali di li più grossolane e poiché queste possono,
selenio sono carne e pesce. quasi sempre, essere corrette farmacologica-
Non si conosce una sindrome da iperassunzio- mente o con la dieta, le conoscenze di base su
ne. “nutrienti e capelli” diventano indispensabili

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per chi voglia davvero fare della tricologia Re s e rch” Springer-Verlag, New Yo rk,1981:
una scienza. 257-265.
Ormai da decenni è dimostrato ciò che da
sempre si era intuito, cioè che esiste un diret- Frederic M. R.: “Il problema dell’avvolgimen-
to rapporto fra st ato nutrizionale e sintesi to delle proteine” Le Scienze 1991; 271.
delle cheratine dei peli e delle unghie. Vi sono
dati sufficienti per ammettere una correlazio- Harmon C.S., Nevins T.D.: “Biphasic effect of
ne diretta fra stato nutrizionale e stato dei 1.25-dihydroxyvitamin D3 on human hair fol-
capelli. licle growth and hair fiber production in
A tal proposito ricordiamo come in Tricologia whole organ cultures” J Invest Derm a to l
i valori ideali di nutrienti, vitamine ed oligoe- 1994; 103/3; 318 - 322.
lementi serici e/o plasmatici siano più ristret-
ti di quanto lo sono in medicina generale Marliani A. et al: “I Capelli” Etruria Medica,
(riportiamo di seguito alcuni esempi significa- Firenze, 1989: 117-132.
tivi) e ricordiamo come uno stato carenziale
possa far precipitare irreparabilmente anche Rook A., Dawber R.: “Struttura del follicolo
un defluvio androgenetico. pilifero, cheratinizzazione e proprietà fisiche
del pelo. Istochimica. Cistina e cisteina” in:
Rook A., Dawber R. Eds) “Malattie dei capel-
li e del cuoio capelluto” Capozzi, Roma,
1983: 31.
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bovino somminist ra ta ora l m e n te” Medical perché,” Centro Scientifico Editore, Torino,
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Bologna, 1984: 921-1225. Scienze 1993; 296.

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“Dermatologia generale” SEU, Roma, 1970:
117.

Desai S.C., Sheth R.A., Udani P.M.:


“Nutrition and hair anomalies” in: Orfanos
C.E., Montagna W., Stuttgen G. (Eds) “Hair

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EDIZIONI TricoItalia (Firenze) novembre 2003

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte terza


edizione 2003
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
La papilla dermica del capello - pag. 5
Anomalie del fusti del capello - pag. 11
Anomalie delle guaine del capello - pag. 23
Anomalie del follicolo - pag. 24
Ipotricosi ed alopecie genetiche - pag. 26
Alterazioni del colore - pag. 31
Editoriale - pag. 34
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2003

parte III
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Guido Vito Trotter

EDIZIONI Tricoitalia Firenze


novembre 2003
SOMMARIO:

LA PAPILLA DERMICA DEL CAPELLO - pag. 5

ANOMALIE DEL FUSTO DEL CAPELLO - pag. 11


Fratture del fusto - pag. 12
Alterazioni della regolarità del fusto - pag. 16
Arricciamenti del fusto - pag. 20
Altre alterazioni traumatiche - pag. 22
Anomalie delle guaine del capello - pag. 23
Anomalie del follicolo - pag. 24

IPOTRICOSI ED ALOPECIE GENETICHE - pag. 26


Forme isolate non cicatriziali - pag. 26
Forme isolate cicatriziali - pag. 27
Displasie ectodermiche - pag. 28
Sindrome ittiosiche - pag. 29
Sindromi da invecchiamento precoce - pag. 30
Sindromi metaboliche - pag. 30

ALTERAZIONI DEL COLORE - pag. 31


Eterocromia - pag. 31
AIbinismo e piebaldismo - pag. 31
Poliosi - pag. 31
Canizie - pag. 32
Eterocromia esogena - pag. 32

EDITORIALE - pag. 34
novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

LA PAPILLA DERMICA DEL CAPELLO

La papilla dermica del capello (da non con-


fondere con le papille dermiche del derma
papillare della cute) è una struttura mesenchi-
male connettivo-vascolare, di cui i fibroblasti
sono le cellule dominanti ed essenziali.

Durante l’anagen la papilla dermica del capel-


lo si trova nel sottocutaneo (ipoderma superfi-
ciale), avvolta da una invaginazione della
matrice del capello.

All’inizio dell’anagen le cellule papillari


mostrano un marcato incremento di RNA.
Pare esserci una stretta relazione tra l’attività
citogenetica delle cellule della papilla e quel-
la della matrice del bulbo. All’inizio della fase
anagen l’attività cellulare della papilla segue
quella della matrice e questo conforta l’idea
che non sia la papilla a dare il via all’anagen
bensì la matrice in anagen ad attivare la pro-
liferazione cellulare della papilla.
Sembra comunque che la papilla contribuisca
a determinare il ritmo ciclico del follicolo
mediante la produzione di ormoni ad attività
Durante l’anagen la papilla è ben sviluppata: paracrina di cui il più importante potrebbe
al microscopio ottico i fibroblasti appaiono di essere il TGF beta, calone ad attività inibito-
forma fusata con citoplasma vacuolizzato e ria sulle mitosi della matrice.
con un grosso nucleo ovoidale e poco colora- Le cellule della matrice senza il controllo del
to. Il loro apparato del Golgi è ben evidente, il TGF beta avrebbero probabilmente una mol-
reticolo endoplasmatico rugoso è ricco di tiplicazione sregolata, simile a quella delle
ribosomi, il loro asse maggiore è generalmen- cellule neoplastiche.
te parallelo all’asse papillare. Esiste una unità papilla-pilare-guaina-mesen-

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chimale del follicolo che produce nuovi fibro- tica ma anche questo si verifica in un periodo
blasti papillari: è proprio la guaina che nel successivo all’inizio della proliferazione delle
corso dei cicli pilari successivi sembra assicu- cellule della matrice del bulbo.
rare un numero costante di cellule papillari.

Nei follicoli umani in anagen VI il rapporto


numerico fra le cellule papillari e quelle della
matrice è approssimativamente di una a nove.
La sostanza fondamentale intercellulare della
papilla appare ialina ai normali coloranti: si
colora però con l’Alcian Blu e con il Blu di
Toluidina, quindi contiene glicosaminoglica-
La papilla è riccamente vascolarizzata: le arte- ni non solfatati come l’acido ialuronico, fon-
riole nascono dal plesso dermo-ipodermico damentale per controllare il contenuto di
che circonda a canestro il follicolo in anagen, acqua intercellulare, e glicosaminoglicani sol-
discendono lungo il bulbo anastomizzandosi fatati come il condroitin-6-solfato, necessario
tra di loro e poi entrano nella papilla sfioccan- per controllare gli scambi ionici fra i compar-
dosi in numerosi capillari fenestrati; il nume- ti intra ed extracellulari (e forse fonte di zolfo
ro di vasi che entrano ed escono dalla papilla per la sintesi della cheratina).
è direttamente correlato con la sua grandez- Fibre longitudinali circondano il bulbo e si
za. proiettano all’interno della papilla e la sostan-
Attraverso questi vasi arrivano alla matrice za fondamentale è come racchiusa in una rete
quegli ormoni (in senso proprio) che in gran formata da fibrille collagene e da fibre elasti-
parte determinano il ciclo follicolare. Al con- che.
tempo non pare che questi vasi siano essenzia- Alla microscopia elettronica nella fase anagen
li alla sua nutrizione né alle sue necessità la papilla è separata dalla matrice da una
aerobiche. membrana basale trilaminare, in continuità
Le cellule endoteliali dei capillari della papil- con la membrana vitrea del follicolo, quindi
la in anagen vanno incontro ad attività mito- con la guaina epiteliale esterna.

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

Durante il catagen nella papilla iniziano feno-


meni apoptotici, che però non arrivano mai
alla scomparsa completa della papilla. La
papilla è situata ora sotto la colonna epitelia-
le formata dalle cellule residue della matrice.
Essa è ridotta ad un ammasso di cellule in
apoptosi pochissimo vascolarizzate ed i capil-
lari sembrano scomparire del tutto quando il
vecchio capello è in fase catagen 3 e telogen 1
ed il nuovo capello, in fase anagen 1 e 2, non
ha ancora ricolonizzato con le sue cellule la
zona della matrice.

I fibroblasti della papilla hanno espansioni


citoplasmatiche multiple che sono apparente-
mente in contatto con le cellule epiteliali
della matrice, contemporaneamente le cellule
endoteliali della papilla dimostrano una note-
vole attività pinocitosica.
I capillari poggiano su una membrana basale
multilaminare che, ad ogni ciclo pilare e
quindi ad ogni nuova vascolarizazione, funge
da supporto al loro sviluppo.
Attorno ai vasi si trovano spesso dei mastociti.

La membrana basale che, in continuità con la


m e m b rana vitrea (basale dell’epidermide),
separava la papilla dalla matrice, si ispessisce
sempre di più con il progredire del catagen
formando delle pliche.
I fibroblasti perdono le loro espansioni cito-
plasmatiche, hanno scarso citoplasma ed il

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

loro nucleo diventa rotondeggiante, conden-


sato, ipercromico, irregolare ed essi aderisco-
no gli uni agli altri tramite strutture simil
desmosomiali. Nel loro citoplasma si possono
anche osservare lisosomi e vacuoli autofagici
tipici della classica apoptosi. Le colorazioni
per i glicosaminoglicani sono diventate nega-
tive.

Lo studio in vivo della papilla umana dell’in -


dividuo adulto è reso estremamente difficile
per le sue ridottissime dimensioni e quasi
tutta la letteratura è costruita sul modello
delle vibrisse del ratto.
Nelle vibrisse del ratto la papilla, assai più
grande e più facile da osservare e quindi da
studiare, sembra rivestire un ruolo fondamen-
tale anche per la nutrizione (e quindi per la
Nell’embriogenesi del capello sembra ormai crescita?) delle vibrisse stesse.
dimostrato il ruolo induttore della papilla pri- Nel ratto la papilla adulta sembra conservare,
mitiva nel corso della tricogenesi embriona- come nell’embriogenesi, un ruolo tricogeni-
ria, anche se restano sconosciuti sia il tipo di co, anche se la letteratura è in parte discor-
segnale che inizia tale induzione che le sue dante affermando che papille intere impianta-
modalità di azione. te sotto l’epitelio follicolare non sono in grado
di indurre la formazione di follicoli ma al con-

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

trario fibroblasti papillari coltivati in vitro ed Gli androgeni una volta fissati ai recettori
impiantati possono dare origine ad una vibris- regolano l’espressione genica in maniera
sa, perdendo poi questa loro capacità dopo la diversa a seconda della zona e dell’ormone. I
terza generazione di cultura. geni coinvolti non sono a tutt’oggi noti.
Forse proprio studiando i fibrobrasti papillari
Il fibroblasto papillare del capello umano è si riuscirà a comprendere l’effetto paradosso
stato studiato in comparazione col fibroblasto degli androgeni che trasformano i peli della
dermico e con quello della guaina mesenchi- barba in peli terminali mentre determinano
male perifollicolare (fibroblasto avventiziale). la involuzione dei capelli a peli folletto. Per
In coltura il fibroblasto dermico resta sempre ora possiamo solo ipotizzare che la chiave di
in monostrato, è fusiforme e bipolare, al con- comprensione di questa apparente contraddi-
trario il fibroblasto papillare si dispone in zione sia nella diversa capacità di aromatizza-
monostrato alla periferia ed in due o tre stra- zione dei tessuti periferici.
ti al centro. Inoltre il fibroblasto papillare ha
una più bassa velocità di mitosi, presenta in
coltura un citoplasma striato con numerose
espansioni e delle inclusioni nucleari a
bastoncino visibili al microscopio elettronico.
Il fibroblasto avventiziale è invece costituito
da cellule fusiformi con espansioni molto
allungate.

Si è anche visto che in vitro il fattore di cresci-


ta epidermico (EGF) ed il fattore di crescita
fibroblastico (FGF) stimolano la moltiplicazio-
ne dei fibroblasti papillari del capello.
Il minoxidil non modifica la crescita dei fibro-
blasti papillari in vitro mentre l’idrocortisone
la rallenta ed il testostrone ed il diidrotestoste-
rone, a concentrazioni molto elevate, la inibi-
scono. Questi ultimi sembrano non avere La matrice extracellulare della papilla è a tut-
alcuna influenza né sui fibroblasti pilari né t’oggi molto poco conosciuta. La fibronectina
su quelli della barba. è ben presente nella matrice extracellulare
della papilla in anagen e scompare durante il
Recettori ormonali sono presenti sui fibrobla- catagen. Essa facilita la migrazione dei fibro-
sti e nella papilla. blasti durante la fase di crescita. Il collagene
Gli androgeni regolano la crescita dei capelli IV e la laminina sono sempre presenti duran-
e dei peli: la loro azione varia a seconda della te il ciclo pilare e sono responsabili della
localizzazione. Essi stimolano la crescita della coesione dei fibroblasti in unità funzionali. I
barba, hanno poco o nessun effetto sulle collageni interstiziali (collagene III ed I) sono
sopracciglia e possono indurre regressione anch’essi presenti in tutto il ciclo pilare.
pilare sul cuoio capelluto in soggetti genetica- In fase anagen la matrice extracellulare della
mente predisposti. papilla è composta da condroitin-6-solfato, da

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condroitina non solforata, da dermatan solfa- forma normale, la papilla è indentata.


to, da eparan-solfato e probabilmente da con- Nella “tricotillomania” si possono facilmente
droitin-4-solfato. osservare disinserzioni matrice-papilla, emor-
In fase catagen mancano sia il condroitin-6- ragie e depositi di melanina.
solfato che la condroitina non solforata. Una Nelle anomalie malformative del capello la
nuova glicoproteina della matrice extracellu- papilla ha forma anomala e possiamo facil-
lare, la tenascina, è stata recentemente sco- mente intuire che sia alterata la sua funzione
perta e risulta presente durante tutto il ciclo (paracrina) di regolazione del ritmo di cresci-
pilare ma non se ne conoscono le funzioni. ta della matrice.

Anomalie della papilla pilare sono presenti


nelle malattie del capello.
Nella così det ta “alopecia andro ge n etica”
(telogen defluvio) si ritrova una diminuzione
delle dimensioni della papilla e della matrice BIBLIGRAFIA
nelle zone colpite. In queste zone il rapporto
tra il volume della matrice e quello della Cotsarelis G., Sun T-T, Lavker R.M.: “Label-
papilla è di 3 a 1, mentre normalmente è di retaning cells reside in the bulge area of pilo-
10 a 1. sebaceous unit: implications for follicular
Nelle così dette “zone attiniche” di soggetti stem cells, hair cycle and skin carcinogenesis”
affetti da alopecia androgenetica le papille Cell 1990, 61: 1329.
assumono un aspetto “a diamante”, mentre
normalmente esse sono oblunghe. I contorni Cohen J.: “The dermal papilla” in Lyne A.G.,
sono mal definiti ed i fibroblasti perdono il Short B.F. Eds “Biology of the skin and Hair
loro assetto parallelo all’asse maggiore della Growth” Angus & Robertson 1965.
papilla. In microscopia elettronica il loro cito-
plasma appare rarefatto, il nucleo è globoso e Frati C., Didona B.: “I fattori di crescita e le
si ritrovano anche anomalie a livello delle l o ro implicazioni in derm a tologia” Chron
giunzioni intercellulari. Inoltre vi è anche Derm 1991; 3: 395.
una perdita dell’espressione del condroitin-6-
solfato nei follicoli delle zone attive. Helwig E.B.: “Pathology of psoriasis” Annals
E’ quindi possibile pensare che una delle ano- of the New York Academy of Sciences 1958;
malie primitive della alopecia androgenetica 73: 924.
abbia sede nella papilla oppure a livello della
giunzione papilla-matrice. Kollar E.J.: “The induction of hair follicle by
Nella “sindrome dei capelli impettinabili” la embrionic dermal papillae” J Invest Dermatol
papilla ha delle angolazioni anomale che 1970; 55: 374
determinano la forma triangolare o reniforme
dei capelli. Koessler A., Grosshans E., Chartier C.: “La
Nella “sindrome trico-rino-falangea di papille Pilaire, le fibroplaste papillaire et leur
Giedion” il rapporto volumetrico matrice- pathologie” Ann Dermatol Venereol 1993;
papilla è perturbato. 120: 489 - 496.
Nei “pili multigemini”, che comunque hanno

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

Messenger A.G.: “The control of hair grow: an ANOMALIE DEL FUSTO DEL CAPELLO
ove rview” J Inve st Dermatol 1993, 101
(Suppl): 4s. Il modo più semplice per studiare il fusto del
capello è la sua osservazione a secco con
Oliver R.F.: “Responses of oral epithelium to microscopio ottico a luce trasmessa. Questo è
the influence of whisker dermal papillae in sufficiente ad evidenziare la maggior parte
the adult rat” Arch Oral Biol 1971; 18: 413. delle anomalie dei capelli. Per una osservazio-
ne più accurata i capelli possono essere osser-
Ryder M.L.: “The blood supply to the wool fol- vati in immersione con olio ottico.
licle” in “Proceedings of the Fi st
International Wool Reasearch Conference”
vol F, Australia, 1956: 63 - 91.

Il microscopio in luce polarizzata permette lo


studio della architettura del fusto nei suoi
particolari, di valutare le anomalie più fini e
di osservare lo stato di danneggiamento della
cuticola.
Un altro metodo economico che può dare
ulteriori informazioni è l’osservazione della
replica dei capelli in esame. I capelli vengono
messi su alcune gocce di cianoacrilato poste
su un vetrino; avvenuta la polimerizzazione
dopo circa 30 secondi, i capelli vengono
rimossi dal vetrino su cui rimane, visibile al
microscopio ottico, la replica negativa del
fusto.
Le anomalie del fusto sono spesso responsabi-
li di alcune forme di alopecia e una descrizio-
ne che ne faciliti il riconoscimento appare

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

pertanto assai opportuna. corteccia con formazione di rigonfiamenti


Descriviamo le alterazioni più significative tondeggianti, fragili e facilmente soggetti a
dopo una breve classificazione. frattura, che avviene con aspetto tipicamente
sfrangiato a pennello.

Distinguiamo: Si sono volute distinguere tre fasi: la prima è


- Fratture del fusto rappresentata da aree bianche visibili solo al
- Alterazioni della regolarità del fusto microscopio a luce polarizzata, la seconda da
- Arricciamenti del fusto nodi o rigonfiamenti dovuti a lassità della
- Altre alterazioni traumatiche struttura corticale corrispondenti alle aree
- Anomalie delle guaine del capello bianche, la terza dalla rottura a spazzola del
- Anomalie del follicolo fusto.

Fratture del fusto

Tricorressi nodosa acquisita


E’ la più comune alterazione del fusto, un
comune artefatto causato da traumi, anche
m o d e sti, fisici e/o chimici (phon, pettine
caldo, spazzole, acconciature, permanenti,
tinture, lavaggi troppo frequenti con deter-
genti aggressivi ecc.), che provocano, in alcu-
ni tratti del fusto, prima una perdita della
cuticola (diagnosi differenziale con lo pseudo-
moniletrix con cui peraltro è imparentata
strettamente) e successivamente una dissocia-
zione e una separazione delle cellule della

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

Tricorressi nodosa congenita mantiene perfettamente integra.


Esiste anche una rara forma congenita, eredi-
taria, recessiva e non traumatica, più frequen-
te nei bambini che migliora spontaneamente
con l’età ed anche, si è detto, con la supple-
mentazione dietetica di aminoacidi solforati.
Diviene evidente già qualche mese dopo la
nascita: i capelli sono fragili e si spezzano per
minimi traumi provocando anche vaste aree
di alopecia. Si può facilmente porre diagnosi
differenziale con la forma traumatica perché
la tricorressi congenita è prossimale, interessa
cioè il capello vicino alla cute, mentre la
forma acquisita è un artefatto distale che inte-
ressa i capelli lunghi a distanza di almeno 5
cm dalla cute.

Tricoptilosi
E’ una comunissima alterazione acquisita: la
fissurazione longitudinale del fusto interme-
dia o terminale (doppia punta) che si verifica
solo per danni fisici o chimici (anche ripetute
spazzolature e pettinature) dopo una prima
fase di perdita della cuticola.

Tricoclasia
E’ una frattura trasversale del fusto che inte-
ressa midollo e corteccia ma non la cuticola,
dando al capello l’aspetto di un legno verde
spezzato. Può essere associata o meno ad altre
alterazioni e consegue in genere a traumi fisi-
ci o chimici di modesta entità.
Nelle fasi iniziali il capello non si presenta
particolarmente fragile ma può diventarlo se
con il passare del tempo la cuticola non si

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Tricoschisi
E’ una frattura trasversale netta del capello Nella tricotiodistrofia i capelli hanno un con-
senza rigonfiamenti causata in genere da tenuto di aminoacidi solforati, essenzialmente
gravi carenze proteiche. Il capello presenta cisteina, inferiore al 50% del normale. La
forte deficit di di zolfo. quantità di cistina è marcatamente diminuita
soprattutto a livello della cuticola, della matri-
ce e della corteccia. I capelli sono abnorme-
mente fragili e si spezzano per l’insulto dei
normali agenti esogeni. La tricotiodistrofia
può essere associata ad altri difetti neuroecto-
dermici come ritardo mentale, ittiosi, altera-
Se l’affezione è familiare e si associa ad altre zioni ungueali e dentarie, cataratta congeni-
alterazioni (distrofie ungueali, ittiosi, ritardo ta, fotosensibilità, spasticità, atassia, diminui-
dello sviluppo psicofisico ecc.) si parla di ta fertilità. Vi può essere anche un difetto dei
Tricotiodistrofia. meccanismi di riparazione dei danni prodotti
I capelli e, più raramente, gli altri peli del dalla luce sul DNA, simile a quanto si osserva
corpo, si presentano appiattiti, secchi, irrego- nello Xeroderma Pigmentoso.
larmente conformati e ruvidi.

Tricotiodistrofia
E’ una rara genodermatosi autosomica reces-
siva. I capelli presentano anomalie strutturali
del fusto con grave carenza di contenuto di
zolfo per ridotta incorporazione di aminoaci-
di. Il fusto è assottigliato a nastro con aspetto
a zigzag e tricoschisi. L’alterazione è evidente
fino dalla nascita ed interessa ciglia, sopracci-
glia e capelli che sono appiattiti, fragili, fram-
mentati, corti e radi. Sono inoltre presenti
fratture del fusto a tipo tricorressi nodosa e
tricoschisi. Alla microscopia in luce polarizza-
ta il fusto presenta una tipica marezzatura di
colore “a coda di tigre”.

Fratture fusiformi
Si verificano nei “capelli affusolati” (vedi) o
più raramente negli “anagen distrofici” del-
l’alopecia areata. La frattura avviene a livello
dei restringimenti e la porzione residua del
capello si presenta con aspetto “a punta di
matita”.

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

La sindrome di Netherton, definita dalla asso-


ciazione di tricorressi invaginata, ittiosi (di
solito nella forma lineare circonflessa) ed ato-
pia, è una rara anomalia ectodermica a proba-
bile trasmissione autosomica recessiva che
colpisce soprattutto il sesso femminile.

Tricorressi invaginata
E’ un rigonfiamento del capello prodottosi in
seguito ad un difetto transitorio della cherati-
nizzazione del fusto che provoca dapprima il
distacco della cuticola del pelo dalla cuticola
della guaina e successivamente la penetrazio-
ne della parte superiore, rigida, del fusto in
quella sottostante, non ancora cheratinizzata,
che si dilata elasticamente per accoglierla
(come una antenna estensibile di un apparec-
chio radio portatile che rientra su sé stessa).
Nei pazienti affetti da sindrome di Netherton
le alterazioni del fusto compaiono già duran-
te la prima infanzia e possono interessare sia
i peli vellus che i peli terminali arrivando a
coinvolgere, nelle forme più gravi, tutti i peli
del corpo. I capelli, particolarmente nelle
aree di frizione, sono sottili, opachi, fragili e
corti. Si può avere alopecia anche delle
La tricorressi invaginata può essere la conse-
sopracciglia e delle ciglia.
guenza di traumi fisici o chimici oppure, più
raramente, può colpire la maggioranza dei
capelli e dei peli ed essere associata ad altre
anomalie come ittiosi ed atopia.

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L’ittiosi lineare circonflessa è caratterizzata l’uno dall’altro, rigonfiamenti ellittici di 0,7-1


da chiazze eritemato-squamose rilevate che mm di lunghezza, detti “nodi”. Questi sono
presentano bordi policiclici rilevati. Le lesioni spesso privi di cuticola e sono separati fra loro
tipicamente migranti tendono a confluire in da restringimenti affusolati detti “internodi”
chiazze di maggiori dimensioni con risoluzio- (Whiting) che presentano scanalature longitu-
ne centrale. dinali in cui le cellule cuticolari sono presen-
Non esiste una terapia efficace per la sindro- ti ma alterate; negli internodi il midollo è
me di Netherton. I capelli tendono a migliora- assente. A livello degli internodi si verificano
re spontaneamente con l’età adulta allorché più frequentemente le fratture (clasie).
persistono spesso solo alterazioni a carico
delle sopracciglia. L’efficacia dell’etretinato
non è costante e l’uso di questo farmaco è
riserva to a pazienti con grave ittiosi.
L’etretinato può indurre peggioramento delle
condizioni cutanee nei pazienti con atopia.

Alterazioni della regolarità del fusto Anche il follicolo, strutturalmente normale,


può presentare a livello della zona cheratoge-
Moniletrix netica allargamenti e strozzature con la stessa
A l te razione del fusto ge n etica, ereditaria, morfologia del fusto. Nel moniletrix il capel-
autosomica, dominante ad espressività varia- lo si spezza con grande facilità ad 1 - 2 cm
bile. Il moniletrix può colpire anche i peli di dalla cute dando origine ad una pseudo-alope-
tutti i distretti cutanei. cia diffusa che interessa soprattutto le zone di
maggior sfregamento come la nuca.

Se in alcuni pazienti tutto l’apparato pilifero


è coinvolto dalla malformazione in altri può
essere interessata solo una modesta percen-
tuale di capelli, anche meno del 5%, e la dia-
gnosi può essere difficile.
Il fusto ha complessivamente un aspetto che
lo fa assomigliare ad un monile, ad una cate-
na di rosario oppure ad una collana (monile-
trix) in quanto presenta, a distanza regolare

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

Verosimilmente il moniletrix è la conseguen-


za di una alterazione funzionale fra papilla e
matrice e spesso migliora trattando il pazien-
te con etretinato ma i risultati regrediscono
alla sospensione della terapia.
Il cuoio capelluto presenta tipiche papule fol-
licolari cheratosiche.
Il moniletrix si manifesta nei primi mesi di
vita e tende a migliorare con l’età, senza tut-
tavia risolversi mai completamente.

Pseudomoniletrix
Si presenta simile al moniletrix ma i rigonfia-
menti del fusto (“pseudonodi”) sono di
dimensioni variabili l’uno dall’altro, con le
cellule cuticolari conservate, disposti a distan-
za irregolare e con tratti intermedi (“pseu- L’alterazione è talvolta sporadica e talaltra
dointernodi”) privi di scanalature. Inoltre, familiare con trasmissione autosomica domi-
sempre a differenza del moniletrix, l’alterazio- nante a penetranza incompleta.
ne non è ereditaria ma consegue a traumi fra
i quali anche quello legato alla preparazione
dei capelli sul vetrino portaoggetti.
Lo pseudomoniletrix è un artefatto, non vi
sono anomalie del follicolo e le fratture avven-
gono quasi esclusivamente in corrispondenza
dei nodi.

Capelli impettinabili
Lo stelo, provvisto di cuticola, si presenta in
sezione trasversa di forma triangolare o reni-
forme con scanalature longitudinali lungo i
tre lati e superficie appiattita che riflette la
luce (pili trianguli e canaliculi).

I capelli, di colore bianco argento o paglieri-


no o giallo-grigiastro, non possono essere in
alcun modo pettinati e talvo l ta neppure
schiacciati. Le manifestazioni cliniche sono
generalmente evidenti a 2-3 anni di età e
migliorano con la crescita.
E’ possibile che la causa primaria sia da ricer-

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care in una irregolare cheratinizzazione della Il difetto quasi sempre ereditario, trasmesso
guaina epiteliale interna che diventa in qual- come autosomico dominante risiederebbe
che punto precocemente troppo rigida defor- nella unità papilla-matrice che, per anomala
mando il capello in crescita e facendogli assu- attività, darebbe origine, ad intervalli regola-
mere la caratteristica forma. Ciglia e sopracci- ri, a cellule corticali non giustapposte ma dis-
glia sono normali. La diagnosi di certezza è poste irregolarmente (sono state definite “ad
microscopica. acciottolato” per il loro aspetto al microsco-
pio a scansione) e frammiste a spazi liberi
contenenti le microbolle d’aria.

Pili annulati
In questi capelli il fusto, fornito di una cutico-
la regolarmente strutturata che talvolta pre- Il capello cresce più lentamente del normale
senta lievi scanalature, si presenta a bande e presenta gradi variabili, ma modesti, di fra-
chiare e scure alternate dovute a microbolle gilità.
di aria che si trovano fra le cellule della corti-
cale. Queste aree risultano chiare se osservate
a luce incidente e diventano invece scure se la
sorgente di luce è posta dietro al capello
(microscopio, ripiano illuminato) conferendo
al capello un caratteristico aspetto zebrato.

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

L’effetto ottico, nel complesso esteticamente no di Pohl-Pinkus. In questo caso la porzione


gradevole, è quello di una capigliatura “lucci- prossimale del fusto presenta un assottiglia-
cante”. mento dovuto ad un arresto mitotico della
matrice. Può coincidere con l’insorgenza di
Pseudopili annulati una malattia sistemica, di un intervento chi-
A differenza dei pili annulati non ci sono rurgico, di un incidente , di una emorragia
difetti corticali ma una parziale torsione dei ecc.
fusti di sezione non perfettamente circolare
che, ripetendosi ad intervalli più o meno rego-
lari, non consente una riflessione omogenea
della luce facendo comparire apparenti bande
chiare e scure in successione. L’effetto si ridu-
ce notevolmente o scompare se il capello
viene osservato su un piano illuminato.

Capelli affusolati Un’ altra variante minore sono i Peli a baio -


si presentano con restringimenti a fuso lungo netta. Sono capelli o peli con fusto affilato e
il fusto, indice di rallentamento temporaneo con una globosità iperpigmentata della cor-
dell’attività mitotica delle cellule della matri- teccia che precede l’assottigliamento.
ce (in modo analogo ai solchi trasversi di
Beau delle unghie).

Sono tipici dell’ittiosi ma si possono reperire


anche nella dermatite seborroica ed in corso
Le cause possono essere varie, fra le più di radioterapia e di terapia citostatica.
comuni i farmaci citostatici, le malattie feb-
brili, alopecia areata, l’ulcera peptica, i trau-
mi ripetuti da trazione come nella tricotillo-
mania.

Pili bifurcati
Dal follicolo fuoriesce un pelo che si biforca
dando origine a due peli distinti ognuno con
la propria cuticola (diagnosi differenziale con
Una variante di capelli affusolati è il fenome- la Tricoptilosi nella quale la cuticola è assen-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

te). Si tratta probabilmente di una forma cir- tato finale di un notevole arricciamento. Non
coscritta di peli multigemini. sono pettinabili ma nell’età adulta possono
spontaneamente diventare meno arricciati e
fragili.

Scanalature longitudinali
Possono essere reperite saltuariamente in sog-
getti con capelli altrimenti normali o, più fre-
quentemente, in portatori di altre anomalie
(tricotiodistrofia, moniletrix, pili torti etc.).

A livello della matrice del capello lanoso si


notano delle differenze di indice mitotico tra
la parte centrale della matrice e quella latera-
Non rivestono significato patologico e sembra le. La parte centrale della matrice possiede un
siano determinate da difetti zonali (talora indice mitotico maggiore di circa il 50%
te mp o ranei) di attività delle cellule della rispetto alla parte laterale.
matrice. A livello della scanalatura la cuticola
è normalmente rappresentata mentre lo spes-
sore della corteccia è ridotto.

Arricciamenti del fusto

Capelli lanosi
Anche nei caucasici si possono avere capelli
crespi, lanosi come quelli della razza negra.
Nei capelli lanosi i fusti, a sezione ovoidale e
di spessore solitamente ridotto, non sono ret-
tilinei ma presentano curvature o torsioni
assiali modeste o totali (pili torti) con il risul-

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

Questo squilibrio nella velocità di crescita Il nevo a capelli lanosi è una zona circoscritta
determina anomalie di cheratinizzazione che di capelli crespi, sottili e chiari. Spesso si asso-
macroscopicamente determinano la lanosità cia ad un nevo verrucoso lineare pigmentato
del capello. del collo o degli arti.
Si distinguono 4 forme.
Nella forma ereditaria dominante l’anomalia
coinvolge solo la capigliatura ed è già eviden-
te alla nascita o comunque nei primi mesi di
vita. La crescita è normale ma, a causa della
loro fragilità e forse anche per una riduzione
della fase anagen, difficilmente i capelli rag-
giungono una lunghezza normale. La crescita
totale è di pochi centimetri.
Possono associarsi anomalie dentarie ed ocu-
lari e la situazione può migliorare con l’età.

Nell’arri c c i a m e n to acqu i s i to dei capelli, i


capelli delle zone occipitale e temporale ini-
ziano a scurirsi e ad arricciarsi durante l’ado-
lescenza; il fenomeno, tipico dei maschi, può
coinvolgere l’intero cuoio capelluto e talvolta
anche regredire. Varianti minori dei capelli
lanosi sono:
Peli a cavaturacciolo: quando peli o capelli
presentano torsioni a spirale ed appiattimen-
to del fusto.
La forma fa m i l i a re sporadica recessiva è
caratterizzata da capelli chiari con ciclo tal-
volta accorciato e può interessare anche i peli
di altri distretti.

Peli circolari od a spirale: se i peli sono con-


torti a spirale nel contesto dello strato corneo.
Sono facilmente estraibili e mantengono la
loro struttura a spirale anche dopo lo stira-
mento. Talvolta si accompagnano a cheratosi
pilare.

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Triconodosi
L’alterazione si può avere anche nei caucasici
ma è tipica della razza nera e comunque dei
capelli crespi. I capelli lanosi (crespi) facil-
mente formano veri e propri nodi.

Istologicamente i follicoli presentano alcune


curvature anomale. La diagnosi è facile con il
microscopio ma possibile già ad occhio nudo
osservando i capelli a luce incidente. La luce
viene rifratta in modo irregolare.

Le cellule cuticolari possono mancare all’al-


tezza dei nodi, si può avere danneggiamento
della corticale e si può arrivare fino alla rottu-
ra del fusto. La patogenesi è traumatica (lega-
ture strette dei capelli).

L'associazione dei pili torti con la tricorressi


nodosa viene definita Sindrome di Menkes.

Pili pseudotorti
Il fusto presenta torsioni irregolari ed incom-
Pili torti plete.
Come indica il termine il fusto non è rettili-
neo ma lungo l'asse longitudinale e ad inter-
valli regolari presenta delle torsioni di 180° Altre alterazioni traumatiche
su se stesso, di solito da 3 a 5. In questi tratti
la sezione da circolare diventa ellittica ed è Bubble hair
presente notevole fragilità. Il capello general- All’interno del fusto sono presenti delle bolle
mente si spezza a 4 - 5 cm dallo sbocco del fol- d’aria. Bubble hair possono trovarsi in aree di
licolo. L'anomalia è rara ed ereditaria. Scarse capelli fragili e spezzati. Le cause possono
sono le segnalazioni di pili torti acquisiti (da essere svariate: tigne, calore, tallio, traumati-
traumi ripetuti). smi ecc.

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Le trazioni ripetute su capelli in fase anagen


provocano fra t t u re nella continuità della
matrice e distacco della guaina epiteliale
esterna da quella connettivale con successive
emorragie intra ed extrafollicolari. Il bulbo e
la radice si presentano conseguente m e n te
deformati e contorti.

Anomalie delle guaine del capello

Le anomalie delle guaine sono meno rare di


quanto comunemente si creda. Ricordiamo le
guaine peripilari e la sindrome dell’anagen
lasso.

Tricomalacia Guaine peripilari (hair cast)


E’ un reperto quasi esclusivo della tricotillo- Il termine è generico e comprende sia gli arte-
mania. fatti dovuti a depositi di prodotti cosmetici sia
a vere e proprie formazioni cheratiniche a
manicotto intorno al fusto. Le guaine peripi-
lari si presentano come manicotti bianco-gial-
lastri che avvolgono, senza aderirvi, il fusto
dei capelli.

Secondo l’articolo originale di Kligman


(1957) le guaine peripilari vere derivano dal-
l’accumulo delle cellule della guaina epitelia-

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le interna che, a causa di un processo para- to di ancoraggio sembra in gran parte conse-
cheratosico (aumentata velocità di risalita guire ad una precoce cheratinizzazione degli
delle cellule stesse con parziale conservazione strati di Henle e di Huxley.
di frammenti di nucleo e mancata perdita di La lunghezza e la densità dei capelli aumenta
coesione) non si distaccano, come abitual- con l’età ma anche negli adulti i capelli si
mente, a livello del colletto del follicolo dando staccano con grande facilità.
invece origine a degli ammassi di varia gran- L’anomalia ha carattere familiare ma non
dezza. Questi ultimi si distaccano solo quan- sono state stabilite le modalità di trasmissio-
do hanno raggiunto una certa dimensione e ne.
seguono via via l’allungarsi del fusto.
Le guaine peripilari devono essere differen- Anomalie del follicolo
ziate dalle lendini (uova di pidocchio) che si
trovano da una sola parte del fusto e sono sal-
damente incollate (non si spostano quindi se Pili multigemini
si fa scivolare il capello fra due dita). Fino a sei, otto peli distinti e completi escono
da uno stesso follicolo. E’ un’anomalia di svi-
Sindrome dell’anagen lasso (loose anage n luppo del follicolo pilifero piuttosto rara,
syndrome) nella quale numerose matrici e papille forni-
E’ tipica dell’infanzia: per lo più si tratta di te di guaine epiteliali interne proprie (la guai-
bambine bionde tra i 2 ed i 5 anni, tuttavia na epiteliale esterna rimane invece unica)
possono essere colpiti anche soggetti di sesso producono peli a sezione non rotonda ma
maschile con capelli scuri e persino degli irregolare che escono da un solo ostio follico-
adulti. I capelli si staccano a ciuffi e con faci- lare, probabilmente a causa di compressioni
lità lasciano ampie zone glabre. I capelli non meccaniche non omogenee fra le varie guai-
sono fragili né vi sono anomalie del fusto. ne. A differenza della tricostasi spinulosa tutti
All’esame istologico i capelli appaiono come i peli sono di solito contemporaneamente in
anagen malformati in quanto carenti della anagen.
guaina epiteliale esterna , che è solo abbozza-
ta o manca del tutto, ma non sono distrofici.

All’esame microscopico i capelli appaiono


come anagen che, dopo l’estrazione, conserva-
no la guaina epiteliale interna, perché non
ancorati alla guaina epiteliale esterna. Il difet-

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Tricostasi spinulosa Der 1993; 2 - 3: 19-33.


Come nei pili multigemini, un ciuffo di peli
esce da un solo ostio follicolare. A differenza Hart D.B.: “Menkers’ syndrome. An updated
però dei pili multigemini la papilla con relati- review” J Am Acad Derm 1973; 9: 145-52.
va matrice è unica e spesso si tratta non di
peli formatisi contemporaneamente ma tratte- Ito M., Ito K., Hashimoto K.: “Pathogenesis in
nuti via via all’interno del fo l l i c o l o . tri ch o rrh exis invaginata (bamboo hair)” J
Caratteristicamente in questo caso uno solo Invest Derm 1984; 83: 1-6.
sarà in anagen e tutti gli altri in telogen. Pili
multigemini e tricostasi spinulosa sono Kurwa A.R., Abdel-Aziz A.H.M.: “Pili torti,
comunque reperibili quasi esclusivamente a congenital and acqu i red” Acta Dermatol
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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

IPOTRICOSI ED ALOPECIE GENETICHE Sembrano esistere diversi genotipi che condi-


vidono il fenotipo della assenza totale perma-
Una alopecia ed una ipotrichia possono avere nente di capelli e di peli.
una origine genetica e, a rigore, anche la stes-
sa alopecia androgenetica comune può essere
giustamente considerata in questo gruppo.
Tuttavia scolasticamente vi si include una
serie di sindromi, molte di queste sovrapponi-
bili, che hanno fra i loro sintomi l’ipotricosi o
l’alopecia.
Queste situazioni genetiche vanno conosciute
per evitare a questi pazienti cure farmacologi-
che chiaramente inutili e speranze seguite da
inevitabili delusioni.
Ricordiamo qui solo le forme principali o più
curiose e subito notiamo come l’assenza tota-
le o parziale dei capelli può presentarsi come
fattore genetico isolato o, al contrario, in asso-
ciazione ad anomalie di altri organi e ad ano-
malie della struttura del fusto pilare. L’ipotrichia congenita è una forma meno
severa della stessa sindrome in cui i peli sono
Forme isolate non cicatriziali presenti ma scarsi e sottili.

Atrichia congenita
Detta anche “alopecia universale congenita”,
non accompagnata da anomalie ectodermiche
né da difetti mentali è una forma ra ra .

Nella maggior parte dei casi atrichia ed ipotri-


chia congenita sono trasmesse come carattere
autosomico recessivo, anche se sono descritte
famiglie con trasmissione autosomica domi-
nante, e non si associano ad altre anomalie.

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Alla nascita il bambino può presentarsi com- presente alla nascita ma inizia a comparire
pletamemte calvo o può essere presente la verso i 5 - 7 anni di età ed evolve in una grave
normale lanugine che poi cade, di solito entro alopecia diffusa all’età di 24 - 28 anni. Il qua-
il primo anno di vita, senza più essere rim- dro istologico e clinico è sovrapponibile a
piazzata. Esiste anche una forma a sviluppo quello della alopecia androgenetica tanto da
più tardivo nell’infanzia. inquadrarla come una androgenetica estrema-
L’ipotrichia con cisti cheratiniche del cuoio mente precoce ed aggre s s i va (“Calvizie
capelluto e del volto è una variante di atrichia Precoce”).
congenita nella quale si sviluppano numerose
cisti cheratiniche della grandezza di una testa
di spillo dapprima sul cuoio capelluto ed alla Forme isolate cicatriziali
pubertà anche sulle guance. Si tratta di una
alopecia totale a trasmissione autosomica Ipotrichia di Marie-Unna
recessiva. I capelli sono generalmente presen- E’ una rara sindrome trasmessa come caratte-
ti alla nascita e l’alopecia si sviluppa dopo l’ef- re autosomico dominante. L’alopecia può
fluvio post natale durante i primi mesi di vita. essere già presente alla nascita o rendersi evi-
Fra i 5 ed i 18 anni si formano progressiva- dente durante l’infanzia. Coinvolge non solo
mente le piccole papule cornee in corrispon- il cuoio capelluto ma anche ciglia, sopracci-
denza di malformazioni cistiche dei follicoli. glia e peli del corpo. Dopo la pubertà gran
parte del cuoio capelluto diviene alopecico e
Ipotrichia ereditaria semplice atrofico. L’ipotrichia progredisce con gli anni
E’ una forma rara trasmessa per lo più come e può arrivare ad una alopecia cicatriziale.
carattere autosomico dominante; raramente è
sporadica autosomica recessiva.
E’ caratterizzata da un rallentamento della

I capelli superstiti sono radi, torti, fragili con


il caratteristico aspetto a crine di cavallo.
Frequenti sono gli hair cast.
velocità di crescita dei capelli. L’alopecia inte-
ressa esclusivamente il cuoio capelluto, non è

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Aplasia cutis congenita familiare altre anomalie di sviluppo quali displasie


Trasmessa come carattere autosomico domi- ectodermiche ed anomalie degli arti.
nante o più raramente recessivo in cui, per Da tenere separata la forma non familiare la
arresto di sviluppo nella vita fetale, mancano cui causa sembrerebbe invece dover risalire
epidermide e/o ipoderma. Il cuoio capelluto ad un’aderenza tra la membrana amniotica e
presenta una o più lesioni ovalari o lineari. la cute fetale o un trauma od una infezione
avvenuta durante la vita intrauterina.

Alopecia triangolare temporale


Si tratta di una area di forma triangolare con
cute normale glabra o con pochi peli vellus
solitamente situata nella zona temporale o
anche frontale.
L’affezione è presente fin dalla nascita anche

Alla nascita la regione del vertice presenta un’


area cicatriziale di forma irregolare o una
lesione ulcerativa che evolve successivamente
in una cicatrice atrofica.
L’aplasia cutis congenita può associarsi ad

se spesso viene diagnosticata più tardivamen-


te. Talvolta sono associate altre malformazio-
ni. E’ considerata da molti autori una forma
nevica.

Forme associate ad anomalie di altri


organi: displasie ectodermiche

Sono situazioni sopratutto di interesse pedia-


trico. Il termine displasia ectodermica defini-
sce un gruppo di sindromi ereditarie dello svi-
luppo in cui sono interessate le strutture di

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origine ectodermica. Per rientrare in questo drosi, ipotricosi, anodonzia. Sono inoltre pre-
gruppo l’anomalia deve rispondere ai seguen- senti onicodistrofia, ipopigmentazione pilare,
ti criteri: deve essere congenita e diffusa, deve a volte opacità corneale, facies dismorfica,
coinvolgere la cute o almeno uno degli annes- dermatoglifi anomali, ritardo mentale.
si cutanei, non deve essere progressiva. Il
difetto sembra manifestarsi all’inizio dello svi- Displasia ecto d e rmica anidrotica di Ra p p -
luppo embrionario dopo circa 3 settimane dal Hodgking
concepimento allorquando si distingue l’ecto- La trasmissione è autosomica dominante, i
derma dal mesoderma e dall’entoderma e capelli crescono lentamente, sono talora torti,
prima del terzo mese quando le cellule ecto- la sudorazione è assente e la dentizione difet-
dermiche si differenziano in strutture deriva- tosa, le unghie sono piccole e displasiche,
te specifiche. Le cellule ectodermiche duran- sono presenti palatoschisi, labioschisi, ipospa-
te questo periodo (fra tre settimane e tre mesi) dia, bassa statura.
hanno la capacità di svilupparsi in neuroecto-
derma o in ectoderma di superficie. Una qual- Displasia ectodermica tipo Greither
siasi anomalia dello sviluppo che danneggi le Presenta alopecia quasi totale con anodonzia,
cellule ectodermiche nel periodo antecedente opacità corneale e del cristallino, distrofia
la differenziazione può essere causa di altera- ungueale, cheratodermia palmoplantare
zioni fetali in un gran numero di organi. In transgrediens ed anidrosi oltre che un quadro
genere i feti che sopravvivono spesso manife- Klinefelter simile.
stano alterazioni dei capelli, delle unghie, del-
l’epidermide, dei denti e delle ghiandole Displasia ectodermica idrotica di Clouston
eccrine. Tali anomalie formano la base per la A trasmissione autosomica dominante, associ
classificazione delle displasie ectodermiche. alopecia totale, cheratodermia palmoplanta-
Altre anomalie che possono essere presenti re, ispessimento delle unghie, iperpigmenta-
includono: facies caratteristica, sordità, ritar- zione della cute e delle articolazioni, deficien-
do mentale, ipolasia delle mammelle, schisi za mentale. I peli residui, sottili e chiari,
del labbro e del palato, sindattilia, ectrodatti- hanno ridotta resistenza alla trazione ed una
lia,anomalie scheletriche. La presenza di ano- struttura fibrillare disorganizzata. Il funzio-
malie ossee, benché rifletta una anomalia dei namento delle ghiandole sudoripare e seba-
tessuti di derivazione mesenchimale, non cee è normale. I denti sono particolarmente
esclude una diagnosi di displasia ectodermi- soggetti alle carie.
ca.
Essenzialmente si distinguono displasie ecto- Sindromi ittiosiche
dermiche anidrot i che ed euidrot i che.
Ricordiamo solo le principali In tutti i quadri di ittiosi è presente, in grado
variabile, ipotrichia o alopecia.
Displasia ectodermica anidrotica di Christ- Ricordiamo:
Siemens-Touraine Ittiosis nigricans: può occasionalmente asso-
La trasmissione è di solito recessiva legata al ciarsi a chiazze di alopecia cicatriziale.
sesso ma sono state descritte anche l’autoso- Ittiosi lamellare: anch’essa può associarsi a
mica recessiva e quella dominante. Il quadro chiazze di alopecia cicatriziale.
completo, di solito maschile, comprende ani- Collodion baby: i peli sono assenti o molto

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radi ed anche nei soggetti che sopravvivono sea, capelli secchi-crespi-lanosi, radi, corti,
residua ipotrichia. sottili, schisi e fratture del fusto.
Ittiosi istrice grave tipo Rheydt: i pazienti svi- Il tipo 1°, neonatale a carattere autosomico
luppano eritrodermia ittiosiforme con alope- recessivo, è dovuto a deficit dell’olocarbossila-
cia, displasie ungueali e sordità. si sintetasi.
Sindrome di Netherton: Caratterizzata da tri- Il tipo 2°, dell’infanzia, con deficienze multi-
corressi invaginata con netta ipotrichia, ittio- ple delle carbossilasi, associa alopecia del
si e diatesi atopica. Si trasmette con carattere cuoio capelluto, ciglia e sopracciglia con eru-
autosomico recessivo ed è più frequente nel zioni cutanee, ipoidrosi, atassia, sviluppo
sesso femminile. motorio ritardato, ipotonia.
La somministrazione di biotina è terapeutica.

Sindromi da invecchiamento preco- Omocistinuria


ce Malattia di interesse pediatrico caratterizzata
da deficit dell’enzima cistationina-sintetasi
Progeria di Hutchinson-Gilford che si trasmette geneticamente come caratte-
La trasmissione ereditaria non è del tutto re autosomico recessivo. L’enzima catalizza la
chiara ma sembra essere autosomica recessi- condensazione da omocistina e serina a cista-
va. E’ caratteristica della progeria la grave e tionina. La metionina non viene trasformata
precoce senilità che può portare a morte in cisteina per cui si accumula nelle urine e
prima dei 10 anni per fatti cardiocircolatori. viene escreta omocistina in eccesso.
Il nanismo con facies da uccello è caratteristi- Frequente è la calcolosi urinaria. Sono colpi-
co e precoce nei soggetti affetti dalla malattia ti l’occhio, i vasi, l’apparato scheletrico ed il
che si manifesta entro i primi 2 anni di età. sistema nervoso centrale. I capelli sono radi,
Tutti i peli del corpo possono essere assenti. sottili, fragili e chiari per anomalia dei ponti
disulfuro.
Pangeria di Werner La diagnosi è legata alla ricerca degli aminoa-
La trasmissione della malattia è autosomica cidi nell’urina.
recessiva. La statura è bassa. Il volto è preco-
cemente invecchiato con naso a becco. E’ pre- Acrodermatite enteropatica
sente una pseudosclero d e rmia degli arti. Malattia autosomica recessiva legata a difetto
L’arteriosclerosi è precoce. La canizie inizia a intestinale dell’assorbimento dello zinco per
15 - 18 anni e l’alopecia è rapidamente pro- carenza o difetto strutturale di una proteina
gressiva. vettrice.
Nella forma classica l’alopecia è totale e con-
Sindromi metaboliche genita e si associano dermatite periorifiziale,
diarrea, deficit di accrescimento e deficit
Deficit di biotinidasi immunologici complessi.
Malattia di interesse pediatrico in cui sono Riteniamo che siano fre quenti e sove n te
deficienti alcune carbossilasi mitocondriali misconosciute le forme parziali ad espressio-
biotina dipendenti. Sono presenti ipotonia ne tardiva ed incompleta, più tipiche del sesso
generalizzata, ritardo dello sviluppo psicomo- femminile, che portano ad un telogen effluvio
torio con mialgie, parestesie, anoressia, nau- cronico.

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Relativamente frequenti e di varia gravità, colare di eterocromia è stato descritto in giap-


sono anche le forme alimentari da carente ponesi con anemia sideropenica. I pazienti
introduzione di zinco, tipiche in pazienti ali- avevano capelli in cui si alternavano ciocche
mentati per via parenterale ma possibili e lar- scure (di colore normale) ad altre chiare. Con
vate anche come conseguenza di diete incon- la somministrazione di ferro, i capelli ricre-
grue e prolungate. Un dosaggio dello zinco scevano tutti con lo stesso colore bruno: per
serico orienterà la diagnosi (una zinchemia questo fenomeno è stato proposto il termine
inferiore a 60 mcg/dl è da considerare già di canizie sideropenica segmentata.
significativa per una forma parziale tardiva) e
la somministrazione cronica di zinco per os è AIbinismo e piebaldismo
prontamente terapeutica. I pazienti affetti da albinismo presentano
deficit in una delle tappe metaboliche della
sintesi di melanina. Nel vero albinismo con
ALTERAZIONI DEL COLORE deficit di tirosinasi vi è una mancanza totale
di melanina e i capelli sono completamente
Il colore dei capelli dipende dalla presenza di depigmentati. In varianti minori di albinismo
eumelanina e feomelanina, dal numero, dalle si possono avere piccole quantità di melanina
dimensioni e dalla forma dei granuli di mela- che determinano una colorazione di capelli
nina e dalla loro distribuzione nel fusto del che va dal giallo chiaro al castano chiaro.
pelo. Ciascuno di questi fattori è probabil- Nel piebaldismo vi è una zona localizzata in
mente controllato da più geni, il che spiega la cui la melanina è congenitamente assente,
vasta gamma di colori dei capelli normali. I spesso nella regione frontale, il che dà origine
celtici con capelli rossi ed efelidi possiedono ad una ciocca di capelli bianchi. Sono state
quasi esclusivamente feomelanina; neri ed descritte anche famiglie con ciocche di capel-
asiatici hanno un’elevata quantità di melani- li bianchi nella zona occipitale.
na; i bianchi hanno proporzioni variabili di
entrambi i tipi di melanina, il che determina Poliosi
un range di colore di capelli variabile dal Area acquisita e circoscritta di capelli depig-
biondo al bruno ed al nero. mentati, bianchi, nettamente separata dai
capelli scuri normali. La causa più comune è
Eterocromia probabilmente la vitiligine. Simili alterazioni
In alcuni casi una apparente eterocromia è
dovuta alle decolorazioni o alle tinture dei
capelli ma la reale presenza di peli di due
colori diversi in uno stesso individuo non è
insolita. Una certa diversità tra i capelli e i
peli della barba o tra i capelli e i peli pubici è
quasi la regola. Alcuni soggetti possono avere
delle striature naturali di un diverso colore
che attraversano la loro capigliatura e spesso
alla base di queste strie vi è un nevo melano-
citico. Quando il capillizio è indenne e biso-
gna ipotizzare un mosaicismo. Un tipo parti-

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di colore si osservano in una ricrescita di coce. Spesso questo fenomeno viene ereditato
capelli dopo un’alopecia are a ta, pro c e s s i con modalità autosomica dominante. Nella
infiammatori (come lo zoster), traumi, ustioni sindrome di Böök, la canizie precoce si asso-
o irradiazioni con raggi X. In questi ultimi cia ad iperidrosi ed anomalie dentarie. In
casi i capelli possono anche ricrescere più molte delle sindromi da invecchiamento pre-
scuri, come risultato di una focale iperpig- coce, la canizie è uno dei primi segni.
mentazione. La soluzione più semplice è quel- Canizie sintomatica. La canizie si può associa-
la di tingere i capelli depigmentati. re ad ipertiroidismo, malnutrizione, anemia
perniciosa, alla piressia indotta dalla chemio-
Canizie terapia, ed anche alla malaria. Si legge talvol-
Processo fisiologico che porta a colorazione ta di soggetti in cui i capelli diventano bianchi
grigia o bianca dei capelli. I capelli grigi in nell’arco di una notte o comunque in un
realtà non esistono. Il colore grigio deriva da breve periodo di tempo. Siccome sono neces-
una commistione di quantità variabili di sari dei mesi per la crescita dei capelli la sola
capelli bianchi e di capelli normali più scuri. spiegazione possibile di un tale evento è che i
Nelle persone con sfumature chiare, il passag- normali capelli colorati cadano all’im-
gio al grigio è meno definibile. Nelle fasi ini- provviso, lasciando i capelli bianchi che sono
ziali di canizie si riscontra una ridotta attività più resistenti. Questo insolito fenomeno avvie-
della tirosinasi nel bulbo pilifero e fenomeni ne nel corso di un’alopecia areata.
degenerativi dei melanociti. Più avanti i mela- Canizie farmaco-indotta. La clorochina, ma
nociti scompaiono del tutto e non si ha più non l’idro s s i c l o ro china, può indurre uno
deposizione di melanina nei capelli, ch e schiarimento dei capelli già biondo chiaro o
divengono così bianchi. Esistono diversi tipi rossi ma ha scarsa influenza sui capelli scuri.
di canizie. Altri farmaci implicati sono i retinoidi, la
Canizie fisiologica. Quasi tutti incanutiscono. mefenesina e il triparanolo.
L’età in cui il processo inizia è molto variabi-
le: tra l’inizio del secondo decennio di vita Eterocromia esogena
fino ai 60 o 70 anni, in media avviene tra i 40 Può accadere che dopo una tintura la persona
e i 50 anni. Tipicamente, i primi ad incanuti- che l’ha fatta cambi idea e desideri subito
re sono i capelli delle tempie, poi il processo dopo un colore diverso. I tentativi per schiari-
si estende all’intero capillizio. I peli della re o tingere nuovamente i capelli possono esi-
barba possono diventa re grigi prima dei tare in colori insoliti che lasciano sconcertati.
capelli o al contrario rimanere pigmentati Nei forti fumatori i capelli bianchi possono
ancora per anni. I peli ascellari, pubici e delle acquisire un colore giallastro. Il rame conte-
sopracciglia sono gli ultimi a perdere il colo- nuto nell’acqua delle piscine può conferire
re. Non esiste terapia per la canizie bisogna un colore verdastro ai nuotatori abituali. Il
solo accettare il nuovo aspetto dei capelli o rame può essere contenuto naturalmente nel-
ti ngerli. L’acido pantotenico, che può far l’acqua, essere aggiunto a sostanze alghicide o
ripigmentare i peli grigi in alcuni roditori, essere rilasciato dalle tubature. Lo stesso feno-
non ha effetto sull’uomo. meno si può verificare occasionalmente in
Canizie precoce. Quando la canizie insorge case con impianti idraulici in rame. I soggetti
prima dei 20 anni nei soggetti bianchi o dei più a rischio sono quelli con capelli grigi o
30 in quelli di colore, si parla di canizie pre- biondi. Possono essere trattati con svariati

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

agenti chelanti, inclusi l’EDTA e la penicilla-


mina, usati in formulazioni tipo shampoo. Porter P.S., Lobitz W.C. Jr: “Human Hair: a
Anche l’esposizione industriale al rame può genetic marker” Br J Dermatol 1970; 83: 225
portare a una colorazione verdastra dei capel- - 41.
li. L’esposizione occupazionale a cobalto ed
indaco può conferire un colore blu ai capelli, Rothnagel J.A., Longley M.A., Holder R.A., et
mentre l’acido picrico produce tonalità gialla- al: “Genetic disorders of keratin: are scarring
stre. Antralina e resorcinolo macchiano i alopecias as sub-set?” J Dermatol Sci 1994;
capelli chiari di colore bruno-bluastro mentre 7/suppl: s164 - s169.
il benzoilperossido può scolorire i capelli
scuri. Alcuni microrganismi di rado possono Solomon L.M., Keuer T.: “The ectodermal
scolorire i capelli: i due esempi più eclatanti dysplasias. Problems of classification, and
sono la piedra e la tricomicosi ascellare. some newer syndromes” Arch Dermatol 1980;
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33
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Guido Vito Trotter poi Albert Einstein si schierò apertamente al


suo fianco la strategia della scienza ufficiale
La scienza è imparziale! cambiò: non potendo più irridere Hapgood,
Ma gli scienziati hanno i loro miti. lo ignorò. Ma per fortuna ogni ortodossia, ha
Verità inattaccabili. Pregiudizi. i suoi eretici. E allora ecco Judah FoIkman, il
Teorie dimostrate “oltre ogni dubbio”. ricercatore americano che vuol combattere il
cancro bloccando la formazione dei vasi san -
Si dovrebbe partire dai dati di fatto e arrivare guigni. È stato ignorato per trenta anni: oggi
alle teorie. Invece spesso si parte dalle teorie è in odore di Nobel.
per negare i dati di fatto. Ecco la ricerca della “fusione fredda” degli
La gente crede che gli scienziati siano sempre atomi. Liquidata come una bufala ai tempi
alla ricerca di nuove scoperte e nuove teorie. dell’annuncio di Stanley Pons e Martin
Ma è falso, perché essi sono profondamente Fleischmann ma oggi considerata così interes -
conservatori. Hanno troppi dogmi da rispetta - s a n te da finire al centro di un pro get to
re. Verità inattaccabili, fatti “dimostrati per dell’Enea diretto da Carlo Rubbia.
sempre”. E prima di rinunciarvi “l’ortodossia Ecco Halton Arp, astronomo del California
scientifica” usa tutte le sue armi. Institute of Technology a cui, per aver posto
“Esiste una carta geografica del 1513, sicura - in dubbio la teoria del Big Bang, è stato vieta -
mente autentica, che riporta con precisione i to di usare il telescopio (e si è dovuto trasferi -
confini dell’Antartide”. Daniele Papi, carto - re in Germania).
grafo del Politecnico di Milano, ha l’aria Ecco ancora Kary Mullis e Peter Duesberg,
annoiata di chi spiega una cosa ovvia. Il pro - secondo i quali il virus Hiv non sarebbe la
blema è che il Polo Sud fu scoperto nel 1818. vera causa dell’Aids. La cosa può sembrare
Quella carta insomma, in base alle conoscen - assurda ma lo diventa meno se si pensa che
ze attuali, non può esistere. Come ha affron - Mullis è un premio Nobel (ha trovato il modo
tato, la scienza, questa evidente contraddizio - per moltiplicare all’infinito piccole porzioni
ne? “Semplice”, risponde Papi. “L’ha ignora - di Dna) e Duesberg è il più importante virolo -
ta”. Perché? “Perché per spiegarla si sarebbe - go d’America. O perlomeno lo era, prima che
ro dovute stravolgere troppe verità che si con - la sua teoria controcorrente lo facesse diven -
siderano acquisite per sempre. Vede, la carta tare vittima di una congiura del silenzio (nelle
di Piri Reis non si limita a mostrarci migliaia di articoli, ricerche, conferenze che
l’Antartide. Ce la mostra priva di ghiacci; cioè parlano di Aids, quanti citano Duesberg?).
come appariva molte migliaia di anni fa. Ortodossia. Eresia. Termini religiosi, da cui
Questo vuol dire che, in epoche che noi consi - nasce il dubbio che la scienza non sia impar -
deriamo preistoriche, qualcuno era in grado ziale e oggettiva come proclama di essere. E
di disegnare mappe estremamente complesse. che abbia anch’essa miti, dogmi, sacerdoti,
Doveva esistere una civiltà sviluppata... Ma luoghi comuni, punti di vista.
questa idea va contro troppi punti fermi della Mentre Stephen Hawking poté proclamare, tra
scienza”. il plauso generale dei colleghi, che tra pochi
Accadde che quando Charles Hapgood, un anni sapremo tutto dell’universo, a Karl
membro della Royal Geographic Society, Popper, che sosteneva l’impossibilità di dimo -
cercò negli anni Cinquanta di spiegare il strare definitivamente la verità di qualsiasi
mistero, fu trattato come un pazzo. Quando teoria, non furono risparmiate dure critiche.

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novembre 2003 - N° 12 - Giornale Italiano di Tricologia

In modo simile Kurt Gödel ha provato che co, perché assolutamente impersonale”, rac -
non si può dimostrare la coerenza globale del conta: “prima cominciano a scarseggiare i
sistema matematico. Per non parlare degli fondi, poi si diventa bersaglio di sprezzanti
infiniti paradossi sollevati dalla fisica quanti - ironie. Poi i tuoi collaboratori ti lasciano, per -
stica. che minano alla base il principio di ché capiscono che a fianco di un outsider non
causa ed effetto. Persino il metodo sperimen - faranno mai carriera... Una vicenda di un’a -
tale è sta to messo sot to accusa: secondo marezza incredibile. Quando ho cominciato a
Thomas Kuhn gran parte della ricerca scienti - occuparmi della fusione fredda avevo un’équi -
fica serve solo ad aggiungere particolari a ciò pe di venti persone. Ora non c’è più nessuno”.
che si sa già ma le vere rivoluzioni nascono da Per sua fortuna, anche la fusione fredda ha
errori o anomalie. Paul Feyerabend ha propo - trovato i suoi sostenitori: da una parte i Verdi
sto addirittura di creare un metodo dell’erro - e gli ecologisti, affascinati dall’idea di poter
re, da affiancare a quello tradizionale. Perché produrre energia pulita; dall’altra Carl o
lo scienziato è solo apparentemente imparzia - Rubbia, che con l’autorevolezza del Nobel ha
le in realtà si muove all’interno di un sistema messo fine alle polemiche. Così Preparata farà
di teorie e “verità accettate” (“paradigmi” per parte dell’équipe che a Frascati, nei laborato -
Kuhn) che funziona come un paraocchi: per - ri dell’Enea, condurrà esperimenti sulla fusio -
mette di vedere facilmente ciò che concorda ne.
col suo credo ma rende incomprensibile ciò Esiste dunque una casta scientifica che isola e
che invece lo contraddice. Confermando così combatte le idee controcorrente? Federico Di
quel che già alI’inizio del secolo diceva Max Trocchio, storico della scienza all’Università
Planck, il padre della fisica quantistica: “Una di Lecce e autore per Mondadori di due best-
verità scientifica non trionfa perché i suoi sellers (Le bugie della scienza e Il genio
oppositori si convincono e vedono la luce ma incompreso) è convinto di sì. Anche se il feno -
perché alla fine muoiono e nasce una genera - meno è in gran parte strutturale ed inconsa -
zione per cui i nuovi concetti diventano fami - pevole. Per intenderci: non esiste un Grande
liari”. Non ci sono, però, solo condizionamen - Vecchio che, in una stanza dei bottoni, decide
ti culturali. Ne esistono anche di molto più quali teorie vanno sostenute e quali no. Ciò
concreti. La scienza ha mangiato la mela del - non toglie che i danni siano enormi: si pensi
l’interesse economico, accusa il fisico solo cosa significa, nel campo medico o in
Giuliano Preparata, che ha condotto studi quello dell’energia, ritardare di anni una
sulla fusione atomica fredda. Multinazionali e ricerca valida... e parte della colpa va data alle
colossi di ogni tipo finanziano la ricerca e la cosiddette “ricadute pratiche”.
indirizzano verso i settori per loro più remu - Negli ultimi cinquant’anni quando il governo
nerativi. Come pretendere che sostengano americano si accorse (con la bomba atomica,
studi che vanno contro i loro interessi? Ecco ahimè) delle enormi ricadute pratiche della
allora che appena esci daI seminato i finanzia - ricerca cominciò a finanziarla in maniera
menti si prosciugano. E pochi soldi, ovvia - massiccia, seguito dagli altri Paesi e dalle
mente, significano pochi risultati. industrie private. Ma il sistema dei finanzia -
Dopo essere stato per una vita uno dei fisici menti a pioggia rischia, paradossalmente, di
più stimati d’Italia, anche Preparata ha dovu - strangolare la ricerca pura e di favorire le
to affrontare la trafila che trasforma un acca - truffe. Per esempio quelle di chi si inventa
demico in un eretico. “È un processo diaboli - risultati inesistenti, solo per ottenere fondi.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Di questo passo la scienza arriverà prima o teoria. Quello che più oggi manca alla scienza
poi a un punto di stallo, di inefficienza evi - è il confronto. Nel suo “Dialogo”, Galileo
d e n te. Allora bisognerà ripensare l’inte ro prende un tolemaico, un copernicano e li fa
sistema. parlare di fronte a una terza persona, arbitro
Giulio Giorello, filosofo della scienza e profes - imparziale. È giunto il momento di seguire il
sore all’Università Statale di Milano, è più suo esempio. Basta con l’esperto che sale in
fiducioso: “È vero, la scienza non è imparzia - cattedra e, come un sacerdote, diffonde il
le. Ma è comunque l’attività umana che più si Verbo agli adepti silenti. Organizziamo incon -
avvicina a qualcosa di assolutamente oggetti - tri tra gli scienziati che la pensano diversa -
vo e imparziale. Sviste e resistenze esistono, mente in televisione, nelle università e siano
ma nel lungo periodo si consolida la verità. gli spettatori imparziali a dare credito a uno o
Nessuno può negare, oggi, che la Terra gira all’altro. Democratizzare la scienza potrebbe
attorno al Sole, o che la fissione nucleare pro - essere la sola soluzione.
duce energia. Anche le difficoltà fanno parte
del sistema e sono necessarie a farlo progredi -
re. La colomba, per rubare un esempio a DA LEGGERE
Kant, odia la resistenza dell’aria; ma senza l’a -
ria non potrebbe volare. La scienza può esse - David Blatner: “Le gioie del p greco” Garzanti.
re fallibile e presuntuosa ma ha dentro di sé Luc Bùrgin: “Erroridella scienza” Bompiani.
gli anticorpi per non diventare mai una reli - Brian Butte rworth: “Inte l l i genza matematica”
gione moderna”. Rizzoli.
K. C. Cole: “L’universo e la tazza da tè” Longanesi.
Restano problemi spinosi, come quello del
Keith Deviln: “Dove va la matematica” Bollati
controllo. Un politico viene giudicato dagli Boringhieri.
elettori, ma chi può giudicare il lavoro di uno Federico Di Trocchio: “Le bugie della scienza”
scienziato, se non un altro scienziato? E che Mondadori.
cosa succede se a scegliere le ricerche da Federico Di Tro c chio: “Il genio incomp re s o ”
finanziare sono, in pratica, le stesse persone Mondadori.
che le conducono? Un circolo vizioso dal Peter Duesberg: “Aids, il virus inventato” Baldini &
quale sembra impossibile uscire. Ma non Castoldi.
mancano le proposte. La più semplice è que - PauI Feyerabend: “Dialogo sul metodo” Laterza.
Charles Hapgood: “Maps of the Andent Sea Kinp”
sta: finanziamo anche gli eretici dice Di
Chilton Books.
Trocchio. Se solo il 5% dei finanziamenti Paul Hoffrnan: “L’uomo che amava solo i numeri”
destinati alla ricerca fosse riservato a tutti gli Mondadori.
studi in conflitto con le teorie dominanti, John Horgan: “La fine della scienza” Adelphi.
potremmo tenere aperti filoni di ricerca che Robert Klaplan: “Zero, storia di una cifra” Rizzoli.
oggi sono come tanti rami secchi. Inoltre si Thomas Kuhn: “La st ru t t u ra delle rivoluzioni
pot rebbe re c u p e ra re l’antico sistema dei scientifiche” Emaudi.
premi: lo Stato promette un compenso a chi Piergiorgio Odifredi: “il Vangelo secondo la scien -
risolve un certo problema, che sia il motore za” Emaudi.
Armando Torno: “La truffa del tempo”
elettrico perfetto o la conservazione degli ali -
Mondadori.
menti senza additivi. A chi dice che così si David Welles: “Numeri memombili” Zanichelli.
penalizzerebbe la ricerca tecnica, rispondo:
non ci può essere applicazione pratica senza

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EDIZIONI TricoItalia (Firenze) aprile 2004

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte quarta


edizione 2004
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
AFFEZIONI DEL CUOIO CAPELLUTO DI FREQUENTE RISCONTRO
Forfora - pag. 5
Seborrea - pag. 10
Dermatite seborroica - pag. 11
Psoriasi - pag. 13
Tigne - pag. 15
Pseudotigna amiantacea - pag. 19
Pediculosi - pag. 19
Tricotillomania - pag. 24
Dismorfofobia - pag. 27
Principi generali di trattamento - pag. 28

LE ALOPECIE: DEFINIZIONE e CLASSIFICAZIONE - pag. 31

NOTE DI FISIOPATOLOGIA PILARE


Effluvio e Defluvio - pag. 32
Considerazioni - pag. 36
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2004

parte IV
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Guido Vito Trotter

EDIZIONI Tricoitalia Firenze


aprile 2004
SOMMARIO:

AFFEZIONI DEL CUOIO CAPELLUTO DI FREQUENTE RISCONTRO

Forfora - pag. 5
Seborrea - pag. 10
Dermatite seborroica - pag. 11
Psoriasi - pag. 13
Tigne - pag. 15
Pseudotigna amiantacea - pag. 19
Pediculosi - pag. 19
Tricotillomania - pag. 24
Dismorfofobia - pag. 27
Principi generali di trattamento - pag. 28

LE ALOPECIE:
DEFINIZIONE e CLASSIFICAZIONE - pag. 31

NOTE DI FISIOPATOLOGIA PILARE


Effluvio e Defluvio - pag. 32
Considerazioni - pag. 36
aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

AFFEZIONI to normale e si dovrebbe pertanto tenerne


DEL CUOIO CAPELLUTO conto nel valutare una possibilità di assorbi-
DI FREQUENTE RISCONTRO mento indesiderato di sostanze farmacologi-
camente attive applicate localmente.

Forfora (pitiriasis simplex capitis)

Generalità
La “forfora”, affezione di poco conto ma non
banale, insorge normalmente fra i 10 ed i 25
anni e migliora spontaneamente verso i 45-
55; può tuttavia persistere fino alla vecchiaia.
E’ causata da un accelerato ricambio delle cel-
lule epidermiche che, a causa dell’aumento di
velocità di migrazione, non riescono a rag-
giungere la completa maturazione prima di
distaccarsi. Si formano pertanto delle squame Le cause sono ancora discusse e, in particola-
bianche o grigiastre (ammassi di cellule cor- re, oscura rimane un’ipotetica influenza
nee), localizzate in chiazze o, più spesso, dif- “androgena” suggerita da alcuni Autori.
fusamente distribuite su tutto il cuoio capel- Neppure hanno alcun fondamento le tanto
luto. Il prurito è scarso o assente. spesso citate responsabilità dell’apparato dige-
rente e in particolar modo del fegato. Più
interessante appare il dato, scientificamente
accertato, che nelle squame e fra i capelli dei
soggetti con forfora è spesso presente in quan-
tità massiva un micete, il Pityrosporum Ovale,
il cui ruolo patogenetico non è tuttavia defini-
tivamente chiarito. La forfora può anche esse-
re presente in assenza di elevati quantitativi
di Pityrosporum per cui non è ancora del
tutto chiarito se sia il micete responsabile
della forfora o, al contrario, un cuoio capellu-
to con forfora costituisca un terreno favorevo-
le al suo sviluppo.
Clinicamente si distinguono una pitiriasi
secca o semplice, nella quale il cuoio capellu-
to è coperto da piccole squame molto fini, di
facile distacco, che impolverano gli abiti, con
A causa della irregolare disposizione delle cel- cute normale e modesto prurito, da una piti-
lule cornee nella forfora, a differenza di quan- riasi grassa o steatoide, nella quale squame
to comunemente si ritiene, lo strato corneo è più grosse, untuose e giallastre, aderiscono ad
più permeabile di quello di un cuoio capellu- un cuoio capelluto talvolta leggermente erite-

5
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

matoso e trasudante; in questo caso il pazien- il presupposto del loro pre c e d e n te studio
te può riferire un modesto prurito. (Alexander, 1967; Plewig and Kligman, 1970),
ritengono che esistano aspetti comuni ad
entrambe le condizioni.
Gli studi sinora eseguiti non sono sufficienti
ed adeguati a dimostrare se la forfora abbia o
meno una sua specifica connotazione istopa-
tologica e se possa essere tenuta distinta dalla
psoriasi e dalla dermatite seborroica di media
gravità in base a specifici criteri clinici o isto-
patologici.

Microbiologia
A dispetto della differenza tra i vari studi ese-
guiti, la maggioranza degli autori concorda
nell’affermare che i principali organismi che
si riscontrano sono i batteri aerobi, il bacillo
Aspetti clinici ed istopatologici dell’acne ( Corynebacterium acnes) e svariati
La forfora è un processo desquamativo del Pitirospori (Reddish, 1952; Vanderwyk and
cuoio capelluto che non si accompagna ad Roia, 1964; Roberts, 1969; Vanderwyk, 1969;
altre patologie cutanee localizzate sul capilli- McGinley et al., 1975; Leyden et al., 1976;
zio od in altre sedi. I vari studi la considerano Priestley and Savin, 1976; Leyden and
comunque una anomalia, in quanto alcune Kligman, 1979 e altri). La presenza più fre-
persone non presentano assolutamente forfo- quente è indubbiamente quella del
ra (Van Ebbe, 1964; Leyden and Kligman, Pityrosporum Ovale, e tanto più grave è la
1979). La facilità di separare tale condizione desquamazione tanto maggiore è il numero di
dalla psoriasi e dalla dermatite seborroica è microrganismi reperibili. Non è nota la rela-
stata ripetutamente ribadita da svariati auto- zione con gli altri Pitirospori; parimenti non
ri (es. Ackerman and Kligman, 1969) ma il si conosce la relazione con microrganismi di
motivo per cui sia lecito tenere separate que- superficie o a localizzazione follicolare e con
ste condizioni non ci è del tutto chiaro. Non forme libere e filamentose. Ne consegue che
si può affermare che la psoriasi e la dermati- per molti anni il punto fermo della microbio-
te seborroica di moderata gravità presentino logia della forfora è stato la stretta relazione
aspetti clinici distinguibili da quelli della for- t ra la forfora e la costa n te presenza del
fora. Piyrosporum Ovale (es. Keddish, 1952).
I vari reperti istopatologici sono confusi ed in
contrasto tra loro. Lo studio di Ackerman e Pityrosporum ovale: primitivo o secondario?
Kligman (1969) che ha stabilito una netta Esistono a tale proposito svariati studi di
separazione della forfora dalla psoriasi e dalla diverso tipo. La maggioranza di essi tenta di
dermatite seborroica pare essere stato succes- risolvere il problema utilizzando antimicotici
sivamente ritrattato dallo stesso Kligman e e si tratta comunque per lo più di studi aper-
collaboratori (1979), i quali, riesaminando ti condotti su un numero ristretto di pazienti.
tutti i reperti istologici che avevano costituito Ciononostante è difficile sottrarsi alla conclu-

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

sione che il Pityrosporum è la causa immedia- Esperimenti di Gosse e Van Der Wyke (1969)
ta della squamosità e non viceversa. Gli unici Sono esperimenti particolarmente degni di
dati che supportano la tesi contraria sono nota perché dimostrano che, nonostante l’uso
quelli del gruppo di Kligman (Ackerman and prolungato di un agente antimicotico quale la
Kligman, 1969; Kligman et al., 1974; Leyden nistatina, una reinfezione sperimentale del
et al., 1975; McGinley et al., 1975; Leyden et capillizio mediante un ceppo di Pityrosporum
al. 1976) e del gruppo di Imokawa (1981) che Ovale resistente alla nistatina comporta una
tratteremo successivamente. In generale una recidiva della forfora in pazienti che avevano
diminuzione della forfora (valutata clinica- precedentemente risposto alla nistatina. Tale
mente o misurata in termini di desquamazio- validissimo esperimento non ha peraltro rice-
ne) ed una diminuzione del Pityrosporum vuto tutta l’attenzione che sicuramente meri-
Ovale è stata riscontrata dopo trattamento ta. Esso dimostra con estrema semplicità che
con sulfide di selenio (Leyden et al., 1976; è la presenza o l’assenza del solo micete ad
Leyden and Kligman, 1979), zinco piritione essere critica e rappresenta una delle più evi-
(Imokawa Ct al., 1981), anfotericina (Barber, denti affermazioni contro la convinzione che
1977), nistatina (Vanderwyk and Roia, 1964), gli agenti antiforfora agiscano mediante un
ed econazolo (AronBrunetier, Dompmartin- meccanismo di tipo citostatico.
Pernot and Droubet, 1977).
L’unico punto in comune tra tutti questi trat-
tamenti consiste nella loro azione antimicoti-
ca. Trattamenti antimicrobici sembrano inve-
ce essere inefficaci (Leyden et al., 1976;
Leyden and Kligman, 1979).

La forfora come difetto di replicazione delle


cellule epidermiche
La convinzione che la modalità d’azione dei
numerosi agenti antimicotici sulla forfora sia
di tipo citostatico e non legata alla loro azio-
ne sul Pityrosporum Ovale è stata proposta
dai ricercatori del gruppo di Kligman quando
non sono riusciti a dimostrare il miglioramen-
to della forfora con l’applicazione topica dell’

7
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

a n t i m i c otico anfotericina (Leyden Ct al.,


1976; Kligman et al, 1979), nonostante essi, al Barber L.C.: “The aetiology of dandruff. P.R.
pari di altri, riscontrino un miglioramento col No. 8 Pityrosporum ovale/amphotericin B
sulfide di selenio e con lo zinco piritione. dandruff etiology study” (DA-125) Procter e
Fatta eccezione per Imokawa et al. (1981), Gambie 1977, Cincinnati, internal report.
altri autori supportano quel punto di vista.
Ancora nessuno dei lavori che sostengono l’e- Chandler C.J. e Segel I. H. “Mechanism of the
sistenza di un meccanismo di tipo citostatico antimicrobial action of pirytione: Effects on
fornisce soddisfacente evidenza che gli agenti membrane transport, ATP levels, and protein
antimicotici agiscono mediante virtuale sop- svnthesis.” Antimicrobial Age n t s
pressione della replicazione delle cellule epi- Chemoterapy 1978; 14: 60 - 68.
dermiche.
Gloor M., MiIdenbergr, K.H. e Milteuberger
Conclusioni G.: “The effects of the Bis-(2 pyridil-1 oxide)-
Le conclusioni che derivano dalla revisione disulfide adduct with MgSO4 on the scalp and
della letteratura sono le seguenti: hair lipids” Arzneim-Forsch Drug Research
1 - il Pityrosporum Ovale è il più comune 1979): 29: 670 - 672.
mic rorganismo quantitativa m e n te associato
alla forfora; Gosse R.M. e Vanderwyk R.W.: “The relations-
2 - una diminuzione del Pityrosporum Ovale hip of the nistatinresistant strain of
da parte di un ampio spettro di agenti antimi- Pitvrospurum ovale to dandruff” Journal of
cotici comporta una diminuzione sia dell’a- the Society of Cosmetic Chemist 1969; 20:
spetto clinico della forfora sia della misurazio- 603.
ne oggettiva della desquamazione;
3 - la ricolonizzazione con il microrganismo Imokawa G., Shimuzu H. e Okamoto K.:
comporta la ricomparsa della forfora. “Antidandruff mechanism of zinc pyritione”
Proceedings of the Meeting of the Society of
Cosmetic Chemist 1981; Washington, DC.
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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

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9
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Cosmetic Chemist 1964; 15, 761. Soprattutto durante il periodo estivo e nei
climi caldi la seborrea può essere causa di
Vanderwyk R. W., e Hechemy, K. E.: “A com- grave disagio. Spesso, inoltre, è accompagnata
parison of the bacterial and yeast flora of the dall'aumento della sudorazione (iperidrosi)
human scalp and their effect upon dandruff tanto da risultare difficile stabilire se il prin-
production” Journal of the Society of cipale responsabile delle sgradevoli condizio-
Cosmetic Chemist 1967; 18: 629. ni cutanee sia il sebo o il sudore. Nei mesi
invernali o nei climi asciutti il problema appa-
Weary P. E.: “Comedogenic potential of the re meno rilevante.
lipid extract of Pityrosporuim ova l e ”
Archieves of Dermatology 1970; 102: 84.

Seborrea

Si intende con questo termine l’eccesso di


produzione di sebo. La seborrea o cute oleosa
è un fenomeno comune che viene raramente
diagnosticato, forse per il fatto che viene con-
siderato una condizione normale o comun-
que parafisiologica. La cute del seborroico,
nelle aree ricche di ghiandole sebacee, è luci- La seborrea è un fattore predisponente verso
da; le pieghe naso-sogeniene, la fronte o la altre dermatosi, come l'acne volgare, le follico-
zona retro-auricolare risultano al tatto grasse liti, la dermatite seborroica e la rosacea.
ed oleose ed i pazienti, specialmente se Inoltre la produzione eccessiva di sebo talvol-
donne, si lamentano di questo aspetto. Anche ta porta allo sviluppo di un odore corporeo
i capelli sono spesso grassi, difficili da pettina- rancido e sgradevole (bromidrosi). Ne gli
re e sul cuoio capelluto possono svilupparsi anziani la seborrea tende a diminuire ma
delle squame. Se la seborrea si associa a forfo- comunque il problema può permanere per
ra, con formazione di squame giallastre ed tutta la vita.
untuose, si parla di pitiriasi steatoide. Anche i fattori emozionali hanno la loro
importanza. In molti casi la seborrea è solo
un fatto soggettivo ed è il paziente che, per
una sua personale valutazione estetica, riferi-
sce di avere seborrea in assenza di reale
riscontro clinico.
I soggetti con calvizie lamentano spesso
untuosità del cuoio capelluto. Sia la seborrea
che l’alopecia androgenetica sono legate alla
attività androgena (diidrotestosterone ed
androstandiolo) ma non c’è un rapporto di
connessione diretto fra le due condizioni.

10
aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

Esistono soggetti con forte seborrea ma mai Dermatite seborroica


calvi, perché la calvizie androgenetica è eredi-
taria. La predisposizione genetica è il fattore E’ un’affezione molto comune caratterizzata
più importante anche nella determinazione dalla presenza di squame giallastre e untuose
del grado di seborrea. Seborrea e defluvio che, a differenza di quanto avviene nella piti-
androgenetico sono pertanto spesso contem- riasi steatoide, si associano ad eritema, a pic-
poranei ma non sono l’uno conseguenza del- cole formazioni crostose ed a prurito talvolta
l’altro. intenso. La dermatite seborroica è patologia
Gli ormoni androgeni stimolano la produzio- ben conosciuta ma di non facile inquadra-
ne di sebo mentre gli estrogeni la bloccano. mento. È constatazione obbligata per il der-
Le sostanze antiandro gene eserc i tano un matologo che esistono individui che dalla
blocco ormonale a livello ghiandolare iniben- pubertà presentano una cute grassa, untuosa,
do l’attività delle stesse ghiandole sebacee. Il lucida, lievemente ispessita e con gli orifizi
principale inibitore terapeutico della produ- follicolari più evidenti, specialmente ai solchi
zione di sebo è comunque l'isotretinoina o naso-genieni, alla fronte, al torace, al cuoio
acido 13-cis-retinoico. Sia l'utilizzo di estroge- capelluto (con presenza di “forfora grassa”).
ni, di solito sotto forma di pillola antifeconda- E’ in questi soggetti seborroici che compare la
tiva, che l'isot retinoina determinano un dermatite seborroica. E’ costituita da chiazze
miglioramento delle condizioni del paziente. eritematose rosee, o roseo-giallastre, o rosso
Il dosaggio di acido 13-cis-retinoico necessario cupo, coperte da squame di piccola e media
per migliorare una condizione di seborrea è grandezza spesse e untuose (seborro i ch e ) ,
molto inferiore rispetto a quello utilizzato nel talora simulanti formazioni crostose e con ele-
trattamento dell’acne volgare. La prescrizione menti vescicolosi di solito difficilmente
di un'unica dose orale di acido 13-cis-retinoi- apprezzabili. L'istologia è aspecifica: mostra
co da 10 mg ogni tre o quattro giorni spesso è aree di paracheratosi talvolta sovrastanti pic-
suffi c i e n te a pro d u rre un migliorame n to coli focolai di spongiosi. I limiti delle chiazze
notevole. sono sfumati e irregolari, spesso figurati.

BIBLIOGRAFIA

Braun-Falco O. ed Al : “Dermatologia” Ed
Italiana, Springer, Milano, 2002, 1053.

Panconesi E: “Manuale di Dermatologia”


USES, Firenze, 1981, 16.

11
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Una espressione tipica della dermatite sebor- cronicamente con fasi subcliniche e periodi di
roica, di solito circoscritta alla regione sterna- esacerbazione solo parzialmente influenzati
le e interscapolare, è quella detta, in passato, dalla terapia.
“eczema seborroico” con aspetto figurato per La diagnosi differenziale della dermatite
la confluenza di varie chiazze rotonde a limi- seborroica si pone soprattutto con l'eczema, le
ti netti e margini convessi. È possibile anche piodermiti (impetigine), la psoriasi (minore
una forma diffusa in chiazze pitiriasiformi e nettezza dei limiti, assenza di squame tipiche
psoriasiformi. L'eczematizzazione è fra le e dei tre segni caratteristici della goccia di
complicanze più comuni. Vengono anche con- cera, della membrana lucida, della rugiada
siderate complicanze della dermatite sebor- sanguigna ecc.), la pitiriasi rosea (untuosità
roica: l’otite este rna, l'eczema occipitale e della squama, assenza di medaglione iniziale,
della nuca, l'eczema ombelicale (spesso bioti- diverse localizzazioni), le micosi, talvolta con
co), l'eczema delle areole mammarie della il pemfigo eritematoso. Da notare una certa
donna, perfino l'eczema periano-genitale che frequenza di associazione fra dermatite sebor-
ha peraltro le più varie origini (biotiche, psi- roica ed acne, rosacea, psoriasi che frequente-
cosomatiche, psoriasiche ecc.). mete complica il quadro clinico.
L’eziopatogenesi non è del tutto chiara: si sup-
pone che fattori infettivi, sia batterici che
micotici (Pityrosporum Ovale in particolare),
meccanici, irritativi, psicosomatici e soprat-
tutto una non chiarita “disfunzione sebacea”
verosimilmente ereditaria, siano alla base del
cosiddetto “stato seborroico”. Nella dermatite
seborroica l’incre m e n to del Pityro s p o rum
Ovale è maggiore rispetto a quanto abbiamo
detto per la forfora mentre la velocità di secre-
zione sebacea non è necessariamente aumen-
tata. La composizione qualitativa del sebo è
invece modificata: alla riduzione di trigliceri-
di, squalene e cere esterificate si contrappone
l’aumento degli acidi grassi e del colesterolo
(con formazione di prostaglandine - soprattut-
Frequentemente la dermatite è localizzata al to PGE2 - attivazione del turn-over cellulare
cuoio capelluto ed ai suoi margini e spesso dal per attivazione dell’adenilciclasi di membra-
capillizio emerge sulla fronte una chiazza na, attivazione della glicolisi e infine incre-
festonata, la “corona seborroica”. Il rapporto mento della moltiplicazione cellulare in modo
della dermatite seborroica con il cosiddetto non dissimile da quanto presunto per la forfo-
“defluvio seborroico” preva l e n temente ra).
maschile che valorizzerebbe l'idea di una La terapia controlla ma non domina la situa-
generica predisposizione del seborroico alla zione. Tutta una serie di rimedi locali antise-
alopecia androgenetica è casuale: la dermati- borroici vorrebbero una trattazione special-
te seborroica non è di per sé alopecizzante. mente per le lozioni e gli shampoo. I cortiso-
Per cause non precisate la dermatite decorre nici non alogenati, esclusi dal trattamento

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

generale se non in pazienti selezionati e per presentano a vari livelli di gravità), con istolo-
previ periodi, sono spesso utilizzabili con suc- gia tipica (dilatazione capillare papillare ,
cesso, specialmente come gel e lozioni, even- microascessi epidermici sterili, iperparache-
tualmente associati ad antibiotici ed antifun- ratosi) e accelerato turn-over della cheratoge-
gini, quale trattamento locale. L’acido 13-cis- nesi, di difficile trattamento.
retinoico, analogamente a quanto detto per la
seborrea, è spesso capace di migliorare note-
volmente la situazione. Gli antifungini per
uso generale, come il ketoconazolo, risultano
spesso molto ma brevemente efficaci.

BIBLIOGRAFIA

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seborrhoeic dermatitis with ketoconazole: I.
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“The response of seborrhoeic dermatitis to L ' e l e m e n to caratte ri stico è inconfondibile:
ketoconazole” Br J Dermatol 1984; 111: 603. una chiazza eritematosa a limiti netti coperta
da un cumulo sguamoso formato da squame
Panconesi E: “Manuale di Dermatologia” bianco-argentee, friabili ed evidenziabili con
USES, Firenze, 1981, 143 - 145. una piccola manov ra di grattamento ch e
rende più bianca la chiazza (per penetrazione
Schreiner A.W., Slinger W., Harwkins V.R.: di aria fra squama e squama) e che libera pic-
“Seborrheic dermatitis; a local metabolic coli frammenti micacei dalla squama stessa
defect involving pyridoxine” J Lab Clin Med (segno della goccia di cera, per similitudine
1952; 40: 121. col tentativo di grattare via una goccia di cera
da un tessuto). Continuando il grattamento
(gra t tamento metodico di Brocq) tutto il
cumulo squamoso viene allontanato: rimane
Psoriasi una membranella lucida (umida) trasparente
(si intravedono i vasi dilatati), detta membra-
La psoriasi è una frequente dermatosi croni- na di Duncan-Bulkley, estremamente fragile,
ca eritemato-squamosa con squama tipica la cui asportazione o rottura anche parziale
(psoriasica), circoscritta o diffusa con sedi provoca la comparsa di una fine punteggiatu-
preferenziali (gomiti, ginocchia, cuoio capel- ra emorragica (segno della rugiada sanguigna
luto), geneticamente determinata con pene- o di Auspitz).
tranza variabile (non tutti i componenti di Le singole chiazze di figura rotondeggiante
una famiglia manifestano cioè la malattia o la possono essere di varia grandezza ma di soli-

13
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

to sono abbastanza uniformi nello stesso caso: ma l’estensione oltre il margine di inserzione
da qui le varietà morfologiche di psoriasi dei capelli è inferiore rispetto alla dermatite
punctata (chiazze puntiformi), di psoriasi gut- seborroica. Il prurito è nella maggioranza dei
tata (come gocce), psoriasi nummulare (come casi presente ma scarso. Solo raramente c’è
monete). Per l’estensione, possiamo avere una perdita dei capelli dato che la papilla germi-
psoriasi circoscritta (localizzata, accantonata) nativa e la matrice del pelo si trovano più pro-
e una psoriasi diffusa o addirittura generaliz- fonde e non sono quindi disturbate dal pro-
zata o universale. In quest'ultimo caso, che blema cutaneo di superficie. Solo di rado si
rappresenta l'estensione massima della der- assiste, a livello delle chiazze psoriasiche, ad
matosi, la presenza di qualche piccola “isola” un incremento dell’effluvium in telogen
di cute sana la differenzia, insieme con altri senza tuttavia che si associno fenomeni invo-
segni, dalla eritrodermia. lutivi del follicolo pilifero. L’associazione di
Ne deriva che qualunque zona può essere col- aumentato flusso ematico locale con anoma-
pita dalla psoriasi ma nella grande maggio- lie della cheratinizzazione cellulare determi-
ranza dei casi la localizzazione preferenziale, na, in genere, un’aumentata penetrazione
già accennata, costituisce un criterio diagno- delle sostanze applicate sul cuoio capelluto
stico: la psoriasi preferisce infatti le regioni con maggiore probabilità effetti collaterali.
estensorie e le “sommità”, i punti di appoggio Quanto alla terapia, secondo la nostra espe-
in particolare le regioni del ginocchio, del rienza, il miglior principio antipsoriasico da
gomito, la regione sacrale ed il cuoio capellu- usare sul cuoio capelluto è il calomelano all’
to (prevalentemente ai margini di inserzione 8 - 10% incorporato in una base cremosa. La
del capillizio). crema al calomelano viene massaggiata sul
cuoio capelluto e lavata non prima di 4 - 6 ore
con uno shampoo genericamente “antiforfo-
ra”.

BIBLIOGRAFIA

Braun-Falco O. ed Al : “Dermatologia” Ed
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chiazze rossastre coperte da cumuli compatti Roenigk H.H., Maibach H.I.: “Psoriasis”, 3rd
di squame color bianco-argenteo. Nelle forme edn, Dekker, NewYork, 1988.
più gravi tutto il cuoio capelluto può esserne
coperto (psoriasi a “calotta” o a “caschetto”)

14
aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

Le tigne capelli o con capelli di aspetto “impolverato”


che si “strappano” facilmente: il cuoio capel-
Le tigne sono dermatofitosi solitamente luto colpito può apparire eritematoso, comun-
infantili del cuoio capelluto, dovute all’ag- que coperto da fine e abbondante desquama-
gressione del capello da parte di un micete zione pitiriasica. Una lente ci aiuta a scorgere
parassita, caratterizzate da eritema, desqua- nell'ambito della stessa chiazza, oltre ai pochi
mazione, talora pustole, croste ed alterazioni fragili capelli interi residui di color grigio
del capello che si tronca originando alopecia. impolverato, i frammenti di capello troncato
La tigna del cuoio capelluto (tinea capitis) si o peli tronchi lunghi 3 - 4 mm, spesso circon-
presenta con una o più chiazze eritematose, dati da un manicotto di forfora biancastra.
desquamanti, nelle quali i capelli sono spezza-
ti e di aspetto impolverato (spore del fungo). A
seconda del tipo di micete in causa le chiazze
potranno essere singole o poco numerose, a
limiti netti, rotondeggianti, di diametro fino a
5 cm, con capelli troncati 2 - 3 mm sopra l’e-
mergenza (tigna microsporica), oppure più
numerose, a limiti indistinti, di disegno irre-
golare e larghezza non superiore a 1 - 2 cm,
con capelli troncati all’emergenza (punti neri)
associati ad altri “superstiti” all’interno della
chiazza (tigna tricofitica). Il contagio può
derivare dal contatto con animali domestici
(Micròsporum canis...), animali da stalla
(Tricophyton mentagro p hytes, Tricophy to n
ve rrucosum...), suolo (Micròsporum
gypseum...), altri esseri umani (Micròsporum Alla luce di Wood peli tronchi e squame pos-
audouinii, Tricophyton to n s u ra n s , sono mostrare una fluorescenza verde-gialla-
Tricophyton violaceum...). La tigna, se ben stra specie se la lesione è di vecchia data.
curata, regredisce e si risolve definitivamente L'esame micologico del capello ammalato e
in 4-6 settimane. delle squame mostrerà spore e filamenti (spe-
cialmente piccole spore attorno al capello,
Tigna microsporica tipo ectotrix, od anche all'interno del capello,
La tigna microsporica, frequente nell'età sco- tipo endotrix e/o filamenti ed artrospore
lare, si presenta con evidenti grandi chiazze nelle squame) mentre l'esame colturale per-
talora eritematose ma soprattutto desquama- metterà la diagnosi eziologica: frequente è il
tive ed alopeciche con peli tronchi a pochi riscontro del Microsporum canis, per conta-
millimetri dall'emergenza, talora associata a gio da animali domestici, del Microsporum
epidermomicosi delle parti glabre. audouinii nei contagi interumani fra i bambi-
Spesso è soltanto il barbiere o la madre del ni stessi, del Microsporum gypseum per conta-
piccolo paziente che si accorgono di una o più gio, diretto o indiretto, dal suolo. Un Kerion
chiazze, nei casi tipici rotonde o ovalari, di 5 microsporico viene descritto molto raramen-
- 6 cm di diametro, a limiti netti, prive di te.

15
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

li come punti neri), spesso associata (anche


nei familiari) a epidermomicosi delle parti
glabre dovuta allo stesso fungo.

Concomitanti alla localizzazione del capillizio


ci potranno essere chiazze della cute glabra
con aspetto eritemato-pitiriasico “a cerchio”
oppure, più rare, con morfologia follicolitica. Qualche volta è la presenza di “volatiche”, ad
esempio in un vitello, che spinge l'agricoltore
a guardare la sua barba (sicosi tricofitica), le
sue unghie (onicomicosi) o addirittura la testa
del nipotino per cercare qualche chiazzetta
alopecica sospetta.
Fonti di contagio possono essere: i bovini, i
conigli, le cavie, i criceti e perfino il cavallo e
le galline.
Meno contagiosa della tigna microsporica, la
tigna tricofitica può trasmettersi dall'animale,
ma anche da bambino a bambino in età scola-
re e prescolare, con preferenza per i maschi
con i capelli corti, anche attraverso oggetti
d'uso, soprattutto pettini e cappelli.
Le chiazze eritemato-squamose, come già
accennato, sono di solito multiple, con limiti
indistinti meno grandi di quelle microspori-
che. Il capello malato, grigio-biancastro, si
Tigna tricofitica nota tra i capelli sani o troncato all'emergen-
La tigna tricofitica, più frequente nella popo- za (o subito al di sopra) lasciando residui
lazione rurale, si presenta con piccole chiazze quasi puntiformi (punti neri).
eritemato-desquamative di diradamento alo- All'esame microscopico il capello tricofitico
pecico, con peli tronchi all'emergenza (visibi- mostra nel suo interno numerose artrospore

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

in catene parallele e filamenti col tipico aspet- Tricophyton mentagrophytes e il Tricophyton


to endotrix (capello “a sacchetto di noci”), verrucosum. Le lesioni non sono fluorescenti
mentre altre spore sono visibili anche all'e- alla luce di Wood.
sterno, di varia dimensione, in posizione ecto- Frequente l'associazione di tricofizia delle
trix; nelle squame si notano artrospore e fila- parti glabre, per la quale possono essere ripe-
menti. tute le stesse considerazioni fatte per la micro-
sporia.

Kerion
Nel Kerion alcuni dermatofiti, ed in particola-
re i tricofiti zoofili sopra ricordati, determina-
no perifollicoliti e follicoliti profonde e sup-
puranti che successiva m e n te si fo n d o n o
dando origine a chiazze rilevate fortemente
eritematose, sormontate da formazioni papu-
lo-nodulari e pustolose dalle quali fuoriesce
pus in quantità abbondante in seguito a pres-
sione anche modesta.

L'esame colturale permetterà la diagnosi ezio-


logica.

I capelli che si trovano all’interno delle chiaz-


ze vengono inizialmente troncati dal micete e
successivamente eliminati definitivamente dal
processo suppurativo cicatriziale.

Tigna favosa
Da noi sono più frequenti alcune specie La tigna favosa, oggi eccezionale in Italia, è
antropofile quali il Tricophyton tonsurans e il una micosi del cuoio capelluto determinata di
Tricophy ton violaceum, o zoofile quali il solito dal Tricophyton schonleinii, antropofi-

17
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

lo, e, più raramente, dai Tricophyton quinc- L’esame alla luce di Wood evidenzia una fluo-
keaneum e gallinae. rescenza giallo-verdastra. Gli scutuli possono
estendersi in modo centrifugo raggiungendo i
2-3 cm di diametro e confluire poi in ampie
masse crostose giallo-verdastre, stratificate e
friabili, all’interno delle quali si possono tro-
vare dei capelli assottigliati, opachi, decolora-
ti, “impolverati” e facilmente asportabili. La
terapia è prolungata e, se non effettuata cor-
rettamente e precocemente, può non impedi-
re l’evoluzione finale in alopecia cicatriziale
(caratteristicamente all’interno delle chiazze
permangono ciuffi di capelli superstiti).

Per la terapia antimicotica sono disponibili


attualmente molti farmaci dimostratisi inibi-
tori della crescita di dermatofiti e/o di lieviti.
Nella tigna del cuoio capelluto è necessario
Si presenta con chiazze eritemato squamose un trattamento sistemico ed a nostro parere il
perifollicolari centrate da una pustola (abba- farmaco di elezione è tutt’oggi la griseofulvi-
stanza grande) che successivamente si apre na: essa, attiva soltanto sui dermatofiti, è
lasciando una patognomonica depre s s i o n e capace di penetrare nella cheratina dove eser-
giallastra a scodellina (scutulo), di 5-7 mm di cita azione fungistatica; ha peraltro anche
diametro, dallo sgradevole odore di “urina di un'azione antimitotica simile a quella della
topo”, cost i t u i ta da ammassi di filamenti colchicina e può provocare anemie e leucope-
miceliali, spore e lamelle cornee disposte in nie (fortunatamente reversibili) dopo terapie
modo concentrico attorno al follicolo. prolungate. Il dosaggio medio giornaliero è di
0,5 g-1 g nell'adulto e di 10 mg/kg nel bambi-
no, per una durata di 20-30 giorni. Altri effet-
ti collaterali sono la cefalea, l'anoressia, la
nausea, la diarrea e le reazioni orticarioidi; ci
può essere interferenza con una eventuale
terapia con anticoagulanti orali, la cui posolo-
gia deve essere aumentata per conservarne
l'efficacia. La griseofulvina è assolutamente
controindicata nei porfirici essendo stati
segnalati casi di attivazione di porfiria cuta-
nea tarda e acuta intermittente dovuti a que-
sto farmaco.

18
aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

BIBLIOGRAFIA tacea come pure segni di psoriasi minima o


latente. Istologicamente è presente un quadro
Braun-Falco O. ed Al : “Dermatologia” Ed simil ezematoso, c’è un ispessimento epitelia-
Italiana, Springer, Milano, 2002, 322 - 338. le ed una notevole ipercheratosi che ingloba i
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cea viene per lo più considerata una partico-
lare forma accantonata di psoriasi, soprattut-
to infantile, in cui una infezione localizzata
Pseudotinea amiantacea o Psoriasi da stafilococco agisce da stimolo kebneriano.
amiantanea Dopo la terapia la pseudotinea amiantacea
spesso non recidiva e le recidive, quando ci
Ciuffi di capelli integri inglobati ed agglutina- sono, sono capricciose e spesso il paziente
ti da un materiale morbido bianco-grigiastro non presenta successivamente la psoriasi.
della lucentezza dell’amianto definiscono la Riteniamo che la pseutotinea amiantacea rap-
pseudotinea amiantacea. presenti una particolare reazione della cute
del cuoio capelluto a stimoli infiammatori di
varia natura, più spesso stafilococcici, su un
terreno predisponente come la psoriasi, la
dermatite atopica, la dermatite seborroica, il
lichen ecc.
La terapia, invariabilmente valida, è analoga
a quella della psoriasi: una crema che incor-
pora calomelano all’ 8 - 10% lavata poi con
uno shampoo “antiforfora”.

BIBLIOGRAFIA

Panconesi E: “Manuale di Dermatologia”


USES, Firenze, 1981, 174.

La dermatite, frequente ma più noiosa che


grave, non è di facile inquadramento. In pas-
sato era invariabilmente inquadrata fra le pio- La pediculosi del capo
dermiti o considerata una sorta di eczema
seborroico o una forma di dermatite atopica. La pediculosi del capo è una parassitosi cau-
Lo stafilococco può invariabilmente essere sata da un insetto ematofago specie-specifico
isolato dalle lesioni come pure corinebacteri e dell'ordine Anoplura, il Pediculus humanus
pitirospori. Le stigmate della dermatite atopi- capitis, comunemente chiamato pidocchio.
ca o della dermatite seborroica sono spesso Negli ultimi 30 anni in tutto il mondo ed in
presenti nei pazienti con pseudotinea amian- Italia il numero di persone colpite da pedicu-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

losi del capo è enorm e m e n te aumentato. ipersensibilità agli antigeni, presenti nella
Sono interessati, oltre agli adulti, soprattutto saliva del parassita. Un altro segno frequente
i bambini fra i 3 e gli 11 anni con continue della pediculosi sono le feci dei pidocchi che
epidemie nelle comunità scolastiche dove si si trovano spesso al mattino sul cuscino come
stima che almeno il 25% dei bambini, indi- una polvere secca e nerastra.
pendentemente dallo stato sociale, venga col-
pito.

Guardando attentamente i capelli (preferibil-


mente alla luce naturale) è possibile vedere le
La pediculosi del capo si manifesta solitamen- uova, chiamate lendini, del diametro di meno
te con intenso prurito alla regione occipitale di 1 mm e di colorito biancastro opalescente.
e retroauricolare e che talvolta si estende fino Le lendini sono di forma ovale o lenticolare, a
alla zona posteriore del collo e del torace. lacrima.
L'intensità del prurito è caratterizzata da una
forte componente soggettiva ed a parità di
infestazione, alcuni lo sentono come intenso e
insopportabile, mentre altri quasi non lo
avvertono affatto. Se il prurito è molto inten-
so e persistente alle lesioni da grattamento si
possono associare alterazioni cutanee di tipo
eczematoso con infezioni batteriche seconda-
rie e non di rado partecipano al processo
infiammatorio le linfoghiandole della nuca e
del collo con adenopatia retroauricolare e cer-
vicale posteriore. Il prurito è legato alle lesio-
ni cutanee prodotte dal pidocchio, che nel tra-
figgere la cute inietta saliva ed emette feci: le
lesioni sono di tipo eritematoso o papuloso.
Sia le lesioni che il prurito sono dovute alla

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

Esse sono tenacemente attaccate al capello a uova. Ogni 4 - 6 ore, per nutrirsi, il pidocchio
3 - 4 mm dal cuoio capelluto, si trovano appoggia alla pelle la sua bocca da cui fuorie-
soprattutto alla nuca e sopra e dietro le orec- sce una struttura tubulare che penetrando
chie; assomigliano alla forfora ma da questa si attraverso la pelle secerne una sostanza anti-
distinguono facilmente perché fissate ai capel- coagulante e vasodilatatrice che facilita la
li. In generale, le lendini vicino al cuoio capel- suzione del sangue. Al di fuori del proprio
luto sono vitali, mentre quelle più lontane ambiente, cioè la testa dell'uomo, e senza
dalla testa sono solo gusci vuoti, non vitali. nutrirsi il pidocchio sopravvive solo 1 - 2 gior-
ni mentre le uova possono rimanere vitali per
una decina di giorni senza arrivare alla schiu-
sa. Il parassita non vola né salta, ma si muove
velocemente fra i capelli. La trasmissione
della pediculosi è solitamente per contagio
diretto testa contro testa fra i bambini. I
pidocchi si trasmettono però anche in modo
indiretto, con lo scambio di spazzole, pettini,
berretti, cappelli, sciarpe, o biancheria del
letto. La diagnosi si basa ovviamente sul
riscontro sulla testa dei pidocchi, delle ninfe,
o di lendini vitali adese ai capelli.

In una persona affetta ci sono al massimo 10


- 12 pidocchi e centinaia di lendini, vive e
morte. I pidocchi si vedono solo raramente. Il
pidocchio compie il suo intero ciclo vitale
sulla testa della persona parassitata in 1 - 2
mesi. La femmina deposita ogni giorno 8 - 10
uova, per un totale di circa 300 uova nell’ar-
co della vita; le lendini sono deposte, forte-
mente attaccate ai capelli, a circa 1 cm della La pediculosi del capo non è pericolosa per la
emergenza dal cuoio capelluto dove la tempe- salute, in quanto il Pediculus capitis non è
ratura di 37° C è ottimale per la loro matura- vettore di malattie infettive. E' necessario avvi-
zione. Dalle lendini, dopo 7 - 10 giorni, nasce sare sia la scuola frequentata dal bambino sia
la giovane ninfa, che inizia a nutrirsi del san- l'operatore sanitario di riferimento, al fine di
gue dell'ospite e matura in una settimana procedere al controllo dei contatti che potreb-
diventando in grado di deporre a sua volta le bero essere stati contagiati.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Il bambino affetto da pediculosi non può fre- miologia che sulla diagnosi e infine sul tratta-
quentare la collettività scolastica fino a che mento della pediculosi: vengono completa-
non ha iniziato il trattamento specifico. mente ignorati l'efficacia e i pericoli delle
diverse sostante, soprattutto dei pesticidi e un
trattamento efficace viene spesso intrapreso
tardivamente quando l'infestazione si è già
diffusa nella famiglia e nella comunità. La
riluttanza dei genitori a comunicare la pre-
senza di pidocchi nella testa del proprio figlio
fa il resto.
Nessun agente topico è risultato essere ovici-
da al 100%. Ne consegue che per eliminare i
pidocchi dobbiamo ripetere il trattamento
dopo 10 - 15 giorni allo scopo di uccidere le
ninfe che siano nel frattempo fuoriuscite dal-
l'uovo.
Il trattamento della pediculosi va intrapreso
quando vi sia la sicurezza che il soggetto ne
sia effettivamente colpito. I pediculocidi non
devono essere utilizzati per la profilassi ma
solo per il trattamento. Trattare la testa del
bambino soltanto perché un amico o un com-
pagno di comunità è affetto da pidocchi è un
errore perché ogni pediculocida ha comun-
E' importante controllare accuratamente ogni que un pur minimo potenziale di tossicità ed
membro della famiglia per escludere il conta- il rischio aumenta quando la madre ripete il
gio ed effettuare il trattamento contempora- trattamento in modo continuativo o comun-
neamente in tutti i membri affetti. Il tratta- que ravvicinato.
mento corretto della pediculosi del capo si La profilassi consiste nell'esame attento della
basa su tre punti fondamentali: testa, nelle sedi classiche. Il reperto di uova a
1) applicazione sui capelli di prodotti antipa- distanza ravvicinata dal cuoio capelluto (1 cm
rassitari specifici; o meno) in un soggetto non trattato, equivale
2) asportazione delle lendini dai capelli; alla diagnosi di pediculosi e quindi indica la
3) disinfestazione degli oggetti veicolo dell'in- necessità del trattamento.
festazione.
Il malation è un pesticida organofosforico
molto usato in agricoltura in USA. A gisce
Trattamento come inibitore irreversibile delle colinesterasi
Sfortunatamente molti medici e pediatri con- ed è probabilmente il prodotto pediculocida
siderano la pediculosi della testa come una ed ovicida ad azione più rapida: pidocchi e
condizione alla quale non meriti prestare uova sono uccisi in 3 secondi. E’ sicuro quan-
eccessiva attenzione. E d'altra parte spesso do viene correttamente impiegato ma è stato
mancano le conoscenze di base sia sull'epide- ritirato dal mercato americano dallo stesso

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

produttore per il suo odore sgradevole, per il ponibile in USA per l'uso su tutto il corpo
veicolo alcoolico che produce dolore quando nella cura della scabbia, non è in commercio
giunga a contatto con la congiuntiva e per la in Italia. Tutta la letteratura recente afferma
sua infiammabilità. E’ disponile in Italia che, "grazie alla sua sicurezza e alla sua effica-
come gel all'1% e viene consigliato in due cia, la permetrina viene considera ta oggi
applicazioni di dieci - venti minuti ciascuna a come il trattamento di scelta del pidocchio
distanza di una settimana. della testa".

La permetrina è una piretrina sintetica poco Il lindano o gamma-benzene esacloruro, è


assorbita dalla cute e dotata di un eccellente un'altra sostanza di sicura efficacia, usata per
attività sui pidocchi e sulle uova. Il suo mec- decenni, nel passato, per la cura della pedicu-
canismo di azione risiede nella sua capacità di losi. Si tratta di una sostanza organoclorata,
agire sulle membrane neuronali degli insetti come il DDT, che, fino alla diffusione della
(analogamente al DDT). Il piretro, come i suoi permetrina, ha rappresentato il trattamento
derivati, è dotato di bassa attività tossica nei della pediculosi della testa più diffuso nel
mammiferi per la rapida biotrasformazione mondo. Il lindano è un pesticida ad azione
da parte dell'idrolisi esterica e/o dell'idrossila- lenta, che viene immagazzinato nel tessuto
zione. La lenta biotrasformazione negli inset- nervoso e nel tessuto adiposo. Viene usato
ti è la causa della forte attività pediculocida. come shampoo all'1%, con un'applicazione di
Gli effetti tossici diretti sono rari ma esiste la solo 4 minuti, dopo la quale i capelli sono sot-
possibilità d'indurre reazioni di tipo allergico toposti a una buona risciacquatura. La lozio-
(dermatite da contatto e allergia respiratoria). ne all'1% va tenuta invece più a lungo, per
Il suo uso è quindi controindicato in soggetti oltre 8 ore, cioè per tutta una notte. Poiché
che abbiano presentato reazioni da ipersensi- l'attività ovicida è bassa, il trattamento va
bilità verso la stessa permetrina o verso altri ripetuto dopo una settimana per uccidere le
piretroidi o piretrine. La sua azione sul pidoc- ninfe uscite da poco dalle uova.
chio non è immediata come quella del mala- “Il lindano è probabilmente innocuo, se
tion ma richiede qualche minuto per cui, impiegato secondo le istruzioni” così dice la
dopo l'applicazione, possono essere ancora Medical Letter. Solo in caso di uso eccessivo e
osservati pidocchi morenti che presentano scorretto o d'ingestione accidentale si è verifi-
qualche movimento. cata tossicità neurologica con crisi epilettiche
Per molti pediculocidi un certo grado di atti- e danno del midollo osseo.
vità rimane sui capelli dopo l’applicazione e
per la permetrina l'attività residua, attiva sia Le piretrine naturali con piperonil butossido
sui pidocchi che sulle uova, si prolunga per sono sostanze ricavate dai fiori di crisantemo,
oltre 2 settimane. Per questa ragione la secon- abitualmente associate in terapia con il pipe-
da applicazione può essere considerata super- ronil butossido che conferisce loro stabilità e
flua anche se molti Clinici raccomandano potenzia il loro effetto. Questi prodotti posso-
comunque una seconda applicazione dopo 1 - no essere venduti direttamente al pubblico,
2 settimane. sono innocui e cosmeticamente accettabili. La
Il prodotto si trova in commercio in Italia, loro applicazione richiede solo 10 minuti. Nel
come prodotto da banco, in crema liquida passato sono stati molto usati contro i pidoc-
all'1% per uso esterno. Una crema al 5%, dis- chi del capo. In Italia è in commercio una

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

piretrina naturale con piperonil butossido, in De Berker D, Sinclair R.: “Getting haed of
shampoo potenziato alla sumitrina. Le piretri- head lice” Australas J Dermatol 2000; 4/ 209-
ne non uccidono tutte le uova non dischiuse e 212.
non hanno un'attività residua, come la perme-
trina, per cui richiedono un trattamento da 5 Dodd C.: “Treatment of head lice” Br Med J
a 7 giorni dopo il primo per uccidere le ninfe. 2001; 323: 1084.

L'ivermectina è un efficace pediculocida, non Dolianitis C, Sinclair R.: “Optimal treatment


disponibile in Italia, da somministrare per via of head lice: is a no-nit policy justified?” Clin
orale in una dose singola di 200 mg/kg, con Dermatol 2002.00: 94-96.
scarsissimi effetti collaterali (in USA è in com-
mercio sotto il nome di Stromectal). E' stato Meinking TL, Serrano L, Hard B, et al.:
dimostrato che questa sostanza può essere “Comparative in vitro pediculicidal efficacy
utile anche per applicazione locale in soluzio- of treatments in a resitant head lice popula-
ne allo 0,8%, ma nemmeno in USA sono in tion in the United States” Arch Dermatol
commercio formulazioni del genere. 2002; 138: 220-224.

Nessun prodotto è tuttavia in grado di stacca- Meinking TL, Entzel P, Villar ME, et al.:
re le lendini dai capelli. L'adesione delle len- “Comparative efficacy of treatments for pedi-
dini ai capelli è assicurata da materiale chera- culosis capitis infestations” Arch Dermatol
tinico, prodotto dal pidocchio, difficilmente 2001; 137: 287-292.
aggredibile senza danneggiare i capelli, che
sono anch'essi costituiti di cheratina. Per l'a- Roberts RJ, Casey D, Morgan DA, et al.:
sportazione delle lendini dai capelli, dopo un “Comparison of wet combing with malathion
impacco di acqua e aceto, si usa un pettine a for treatment of head lice in the UK: a prag-
denti fitti (0,3 mm fra i denti) di plastica o di matic randomised controlled trial” Lancet
metallo o, più efficacemente, si sfila manual- 2000; 356: 540-544.
mente dai capelli una lendine alla volta.
La disinfestazione degli oggetti veicolo dell'in-
festazione, pettini e spazzole, è un altro punto
importante per un trattamento corretto della
pediculosi e per evitare le recidive. I pidocchi La tricotillomania
e le lendini sono molto sensibili alle alte tem-
perature e quindi, per ucciderli, è sufficiente La tricotillomania è una comune dermatite
il lavaggio a 60° C. artefatta. E' una forma di alopecia non cicatri-
ziale da trazione legata all'impulso di strap-
parsi i capelli. A torto è considerata una pato-
logia poco comune. L'alopecia da tricotilloma-
BIBLIOGRAFIA nia può essere indefinita o nettamente demar-
cata, con peli assenti, fusti spezzati e peli che
C h o s i d ow O.: “Scabies and pediculosis” ricrescono di diverse lunghezze. Il danno este-
Lancet 2000; 355, 819-826. tico è variabile. Più frequentemente coinvolta
è la regione frontotemporale e parietotempo-

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

rale nei bambini, ma possono essere interessa-


te anche le ciglia, le sopracciglia e la barba. La diagnosi di tricotillomania non sempre è
facile. La clinica comunque è di solito diri-
mente. Si tratta più spesso di bambini ma
anche di adulti che, più o meno cosciente-
mente, attorcigliano, tirano e strappano cioc-
che di capelli con le dita. Si osserva con più
frequenza in chiazze di forma irregolare e biz-
zarra nelle quali i capelli sono assenti o spez-
zati, come barba ispida. Se si asportano i
capelli presenti nelle chiazze alopeciche e si
osservano al microscopio o anche con una
semplice lente, si potrà facilmente notare che
sono tutti anagen. Nei casi di diagnosi dubbia
si potrà radere una piccola area di cuoio
capelluto interessato dalla pseudo-alopecia:
osservando la normale ricrescita dei capelli,
avremo la certezza diagnostica. La diagnosi
differenziale comprende, tra le altre, l'alope-
cia areata, l'alopecia androgenetica, la tinea
capitis, l'ipotiroidismo e la sifilide secondaria
ma queste forme dovrebbero essere facilmen-
La tricocriptomania rappresenta una variante te escluse grazie ad una attenta osservazione
in cui l'alopecia è dovuta allo sfregamento ed ed una buona anamnesi.
alla rottura dei peli più che allo strappamen-
to. Alcuni soggetti masticano e deglutiscono i
peli rimossi, evento che può determinare la
comparsa di tricobezoari ed ostruzione
gastrointestinale, ittero ostruttivo, pancreatite
acuta o emorragia gastroenterica.

Più di un terzo dei pazienti nega che l'alope-


cia sia autoindotta. La diagnosi spesso viene
posta grazie al tipico quadro di alopecia ma,

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

per fornire dati obiettivi, può essere anche soprattutto nei bambini. Non è chiara la
richiesta una biopsia del cuoio capelluto. causa di questa affezione che in genere è cro-
Alterazioni istologiche caratteristiche si osser- nica, resistente alla terapia e soggetta a recidi-
vano con maggiore probabilità in campioni ve. I bambini tendono a strapparsi i capelli
bioptici di 4 o 5 mm prelevati da un'area alo- durante la lettura, lo studio o il riposo a letto.
pecica datante non più di 8 settimane. Questo atteggiamento dovrebbe essere diffe-
Sezioni istologiche tipiche mostrano peli in renziato da altri disturbi del comportamento
catagen, raccolte di pigmento e osti follicolari come la suzione del pollice o la morsicatura
dilatati e zaffati di cheratina. La presenza di delle unghie, che sono patologie di solito
bulbi piliferi traumatizzati è diagnostica ma benigne e autolimitanti. Sia nei bambini sia
questo reperto non è di frequente riscontro. negli adulti è stata descritta un'associazione
Si osserva inoltre un'assenza significativa di significativa tra ansia, disturbi comportamen-
flogosi attorno al bulbo pilifero, a differenza tali e tricotillomania. Con minore frequenza
dell'alopecia areata che è caratterizzata dalla si riscontrano contemporaneamente disturbi
presenza di bulbi infiammati e peli atrofici in dell'alimentazione, abuso di sostanze, distur-
anagen. bi della personalità, intelligenza subnormale,
schizofrenia o un disturbo dissociativo. Si è
ipotizzato che lo strappamento cronico dei
peli rappresenti una variante di nevrosi osses-
sivo-compulsiva, tuttavia questa compare più
frequentemente nel sesso maschile e le due
affezioni presentano caratteristiche differenti
alla tomografia ad emissione di positroni
(PET). Nei preadolescenti i problemi emozio-
nali tendono a essere meno gravi e più spesso
associati a rapporti conflittuali genitore-figlio
od a eventi carichi di tensione come la nasci-
ta di un fratellino o la perdita di una persona
cara. La terapia si baserà sulla “parola del
medico”, sul colloquio con il paziente, sull’u-
so di ansiolitici e antidepressivi (di solito ben-
zodiazepine e triciclici), dovrà essere persona-
lizzata e talvolta affidata alla competenza del
medico-psichiatra. Il trattamento della trico-
tillomania si è avvalso di terapie comporta-
mentali, ipnosi, psicoanalisi, psicote ra p i a
La tricotillomania è attualmente classificata intensiva, antipsicotici e antidepressivi. Uno
come un "disturbo del controllo degli impul- studio di 10 settimane in doppio cieco ha rile-
si". Un senso di aumentata tensione prima vato che la clomipramina (un bloccante par-
dello strappamento dei peli, la sensazione di zialmente selettivo della ricaptazione della
gratificazione e la diminuzione della tensione serotonina) risulta più efficace della desipra-
in seguito a tale atto sono componenti diagno- mina (un bloccante della ricaptazione della
stiche che spesso però non si riscontrano, noradrenalina) nel migliorare i sintomi pro-

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

babilmente per via delle sue proprietà antios- medici.


sessive. Uno studio successivo, tuttavia, ha L'autoconsapevolezza può essere di grado ele-
mostrato che i pazienti in trattamento a lungo vato, inesistente o variabile nel tempo. La
termine con clomipramina possono recidiva- comparsa del disturbo avviene generalmente
re. durante l'adolescenza ma la patologia può
diventare cronica.

BIBLIOGRAFIA

Braun-Falco O. ed Al : “Dermatologia” Ed
Italiana, Springer, Milano, 2002, 1004 - 1006.

Panconesi E: “Manuale di Dermatologia”


USES, Firenze, 1981, 265.

Tempo Medico (Redazionale): “Tricossessione


epidemica” 1989; 314: 27 -28.

La dismorfofobia
(ovvero la "non-malattia") L'incidenza è sconosciuta, si ritiene che ne sia
a cura di Guido Vito Trotter affetto fino all' 1% della popolazione degli
USA ma l'affezione è ubiquitaria.
Sono sempre più frequenti i pazienti derma- La non-malattia dermatologica consta spesso
tologici e segnata m e n te tricologici che si anche di disturbi dolorosi caratterizzati da
vedono affetti da dermatite, malattie dermato- "bruciore" nella sede corp o rea affet ta, in
logiche, alopecia o disturbi cutanei che li ren- assenza di un'evidente patologia cutanea. La
dono ai loro occhi brutti ... ma obiettivamen- variante delirante è considerata un disturbo
te tutto questo non c'è! Una volta si sarebbe distinto, una psicosi ipocondriaca monosinto-
parlato di una "fissazione". matica.
La dismorfofobia è definita come l'ossessione I pazienti con dismorfofobia sono in genere
per un difetto immaginario dell'aspetto este- ossessionati dalle sedi corporee più importan-
riore. ti nell'immagine esteriore e le fissazioni più
L ' e c c e s s i va preoccupazione comporta una frequenti riguardano il volto, il cuoio capellu-
significativa tensione emozionale, isolamento to e i genitali. Le donne sono più propense a
sociale e una deficitaria funzione nella vita di focalizzarsi sui capelli, sul volto e sulle mam-
relazione, nel lavoro e nell'istruzione. melle, mentre gli uomini tendono a concen-
I pazienti sviluppano comportamenti rituali- trare la propria attenzione sui genitali. I pro-
stici ripetitivi e ossessivi, come il guardarsi blemi di natura dermatologica comprendono
alla specchio, l'acconciarsi in modo eccessivo rughe, cicatrici, acne, eccessiva peluria sul
e il porre frequenti domande per ottenere ras- volto, cute untuosa e alopecia. I pazienti pos-
sicurazioni dalla famiglia, dagli amici e dai sono lamentare inoltre intenso bruciore, spes-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

so invalidante, sul cuoio capelluto, sul volto, può risultare particolarmente difficile per via
sulla bocca, sulle labbra, sulla lingua o sui del comp o rtamento irascibile e talvo l ta
genitali, senza che esista una patologia der- aggressivo o suicida. Questi soggetti richiedo-
m a tologica signifi c a t i va. L' 80% circa dei no una costante rassicurazione, telefonano
pazienti risulta ossessionato da più di una frequentemente e prenotano lunghe visite
regione corporea. specialistiche. Possono o meno presentarsi
Il disturbo psichico più frequentemente asso- agli appuntamenti di controllo, generalmente
ciato alla dismorfofobia è la depressione, che rifiutano un referente psichiatrico ma posso-
si sviluppa però nella maggior parte dei no essere disposti ad accettare la consulenza
pazienti in seguito alla comparsa della dis- psichiatrica nel contesto della visita dermato-
morfofobia e può rappresentare una risposta logica.
al disturbo. Si ritiene che la terapia di scelta consista nel
I pazienti sono spesso molto irascibili e talvol- somministrare a lungo termine un inibitore
ta presentano idee suicide (soprattutto le selettivo della ricaptazione della serotonina a
donne con problemi al volto) o di aggressività. un dosaggio maggiore rispetto a quello usato
Altri problemi psichiatrici segnalati in asso- per il trattamento della depressione. La gran-
ciazione a questa condizione comprendono il de maggioranza dei pazienti presenterà una
disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi bor- risposta parziale con diminuzione della ten-
derline della personalità, il narcisismo, la sione, dell'ossessione e del comportamento
fobia sociale ed i problemi coniugali. ritualistico. Pochissimi soggetti non mostre-
La diagnosi di dismorfofobia è in genere faci- ranno alcun cambiamento nella capacità di
le. Se interrogato, il paziente riferisce preoc- comprensione. In associazione agli inibitori
cupazioni riguardo la comparsa, o lamenta della ricaptazione della serotonina possono
un eccessivo bruciore in determinate sedi cor- risultare utili la psicoterapia di supporto e un
poree, nonché tensioni emozionali ed effetti t ra t tamento comportamentale cognitivo. I
negativi della sua situazione sulla propria casi resistenti possono richiedere la sommini-
vita. strazione aggiuntiva di clomipramina o persi-
All'anamnesi, si possono spesso riscontrare no pimazide (quando è presente una compo-
una famiglia e amici stressati, isolamento nente delirante).
sociale e atteggiamenti rituali ripetitivi.
Spesso vengono richiesti ingiustificati inter-
venti di chirurgia plastica o trattamenti medi- BIBLIOGRAFIA
ci dermatologici. La visita dermatologica
risulta nei limiti della norma. American Psychiotric Assaciation. Diagnostic
Quando il paziente lamenta "bruciore" è and Statisticai Manual of Mentai Disorders.
importante escludere la presenza di dolore 4th ed. Washington, DC: American
pregresso, porfiria (nel caso di sintomi al Psychiatr'ic Association, 994.
volto) e, se il paziente lamenta orodinia,
occorre ricercare l'eventuale concomitanza di Cotterili JA. Body dismorphic disorder.
diabete mellito, di carenza di ferro, di acido Dermatol Clinics 1996; 14:457-463.
folico, di vitamine B2, B6 e B12 e di steator-
rea. Cotterili JA. Dermatologic nondiseose.
Il trattamento dei pazienti con dismorfofobia Dermatol Clinics 1996; 1 4:439-445.

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

Gupto MA, Gupta AK. Psychodermatology: an Terapia locale


update. J Am Acod Dermatol 1996; 34:1030- Le sostanze più conosciute e impiegate sono
1046. l’acido salicilico, i catrami vegetali e minerali,
il solfuro di selenio, lo zinco piritione, i corti-
sonici, gli imidazolici-antifungini, lo zolfo, gli
antiandrogeni, il glicole propilenico.
P R I NCIPI GENERALI DI TRAT TA-
MENTO acido salicilico: potente cheratolitico (a con-
centrazione superiore al 3%), viene utilizzato
Prima di intraprendere una terapia è sempre per la rimozione delle squame ma, prima di
necessario fare una diagnosi corretta. Spesso usarlo, è opportuno valutare, almeno clinica-
è impossibile porre una diagnosi differenziale mente, se la struttura dei capelli del paziente
fra dermatite seborroica e psoriasi, il dubbio è in grado di tollerarlo per evitare danni.
potrebbe essere teoricamente risolto da un
esame istologico (nella psoriasi: ipercheratosi catrami: il catrame è la frazione oleosa del
con paracheratosi focale, pustole spongifor- liquido condensabile prodotto per distillazio-
mi, leucociti polimorfonucleati nell’epidermi- ne secca (fuori dal contatto con l’aria) di
de, ascessi di Munro-Sabouraud, sterili, all’in- sostanze organiche. I catrami vengono classi-
terno dello strato corneo, papillomatosi, ficati in due gruppi principali:
incremento emodinamico con creazione di - catrami vegetali (dal legno di pino, abete,
shunt artero - venosi etc.; nella dermatite larice, ginepro, betulla, faggio, tiglio etc.): atti-
seborroica: acantosi irregolare con strato cor- vità antibatterica, antiprurito, antiinfiamma-
neo sottile orto e paracheratosico, spongiosi, toria;
vescicole spongiotiche, exocitosi dei linfociti) - catrami minerali che comprendono:
ma spesso questo è difficilmente proponibile a) catrami di schisti bituminosi (per distilla-
e anche l’istologia non risulta sempre diri- zione frazionata degli schisti bituminosi; l’o-
mente (una diagnosi differenziale “grossola- lio di catrame trattato con acido solforico ed
na” può essere fatta con l’osservazione del ammoniaca dà origine all’Ittiòlo -Merck®-):
cuoio capelluto in luce di Wood per la tipica attività antiseborroica, ri d u c e n te (ral l e nta-
fluorescenza giallo arancio della dermatite mento della velocità riproduttiva delle cellule
seborroica, dovuta al Pityrosporum, se il dell’epidermide), antiinfiammatoria;
cuoio capelluto non è stato lavato); di fatto b) catrami di carbone fossile (coaltar): attività
molto spesso dermatite seborroica e psoriasi riducente e antiseborroica.
si sovrappongono e l’una, per il ben noto feno-
meno di Kebner, condiziona l’evoluzione del- solfuro di selenio e zinco piritione: prevalente
l’altra, sicché si è coniato il termine di “sebo- azione antimicotica e moderatamente ridu-
psoriasi”. cente.
Riteniamo opportuno sottolineare ancora
una volta che diagnosi e trattamento terapeu- z o l fo: azione fungicida e antiseborroica;
tico della psoriasi e della dermatite seborroi- modesta azione cheratolitica e riducente.
ca sono di competenza esclusivamente medi-
ca. imidazolici: azione fungicida e moderatamen-

29
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

te antibatterica. L’utilizzo topico in adeguato BIBLIOGRAFIA


veicolo unisce alla praticità d’uso la pratica-
mente completa assenza di effetti collaterali Alessi E. , Caputo R.: “ La cute e la sua pato-
(fenomeni irritativi di vario genere sono inve- logia” Cortina, Milano, 1990, 281-88.
ce frequenti con catrame, zolfo, solfuro di
selenio e zinco piritione). Binazzi M. : “Manuale di Dermatologia e
Venereologia” Esculapio, Bologna, 1990, 497-
cortisonici: usati in crema, gel o lozione, sono 500.
particolarmente attivi sulla comp o n e n te
infiammatoria e sul prurito. I noti effetti di Ribuffo A.: “Manuale di Dermatologia e
“rimbalzo” sono causati quasi esclusivamente Venereologia” Lombardo, Roma, 1975, 27-39.
dai derivati fluorurati (sopra t t u t to se la
sospensione è brusca), assai più maneggevoli Rook A., Dawber R.: “Malattie dei capelli e
sono invece i derivati non fluorurati dell’idro- del cuoio capelluto” -edizione italiana-
cortisone. Altri dati saranno forniti nel capito- Capozzi, Roma, 1982.
lo relativo alla terapia della calvizie.
Shupack J.L. : “Formulario dermatologico” -
antiandrogeni (progesterone, spironolattone, edizione italiana- Mc Graw-Hill, Milano, 1991.
ciproterone acetato, finasteride, acido azelai-
co etc.): vengono impiegati per ridurre la Zviak C.: “Scienza della cura dei capelli” -edi-
secrezione sebacea. Anch’essi, come i cortiso- zione italiana- Masson, Milano, 1987.
nici, saranno descritti in maniera più appro-
fondita nel capitolo relativo alla terapia del
defluvio in telogen androgenetico. La scarsa
reperibilità sul mercato per alcuni di essi in
formulazioni adatte all’applicazione sul cuoio
capelluto li rende, talvolta, di difficile utiliz-
zo.

glicole propilenico: usato in genere come “vei-


colo” di sostanze attive possiede in realtà
un’attività antimicotica particolarmente spe-
cifica per il Pityrosporum ovale.

Terapia generale
A seconda dei casi, in pazienti selezionati
potranno essere utilizzati gli imidazolici, i
corticosteroidi, i sali di zinco e magnesio, gli
integratori dietetici. Gli estroprogestinici e gli
antiandrogeni verranno usati solo nel sesso
femminile ed in situazioni attentamente valu-
tate.

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

LE ALOPECIE:
DEFINIZIONE e CLASSIFICAZIONE ALOPECIE NON CICATRIZIALI
ALOPECIE CICATRIZIALI
Ogni classificazione è sempre ardua, riduttiva PSEUDO ALOPECIE
ed incompleta ma purtroppo classificare è un
male necessario. Facendo una classificazione
invariabilmente si fanno errori ma ciò che ALOPECIE NON CICATRIZIALI
non è classificato non si può teorizzare né
insegnare e quindi, anche se non ci piace, androgenetica
dobbiamo farlo. (o calvizie comune) )
fronto parietale maschile )
Il termine defluvio (o “defluvium” dal latino) post gravidica )
dovrebbe essere utilizzato quando si vuole uetica ) caduta
indicare una caduta anormale di capelli più da trazione ) in
per qualità che per quantità, caduta di capel- da traumi psicofisici ) telogen
li che porterà ad ipotrichia o calvizie per per- neurologica )
dita di follicoli. da denutrizione )
Il termine di effluvio (o “effluvium”) andreb- post anestesia generale )
be riservato a quei casi in cui la caduta,
numericamente molto elevata (anche molte infettiva ) caduta in telogen
centinaia di capelli al giorno) è qualitativa- atrogena ) catagen o anagen
mente omogenea (tutti i capelli caduti sono in
telogen maturo o in catagen/anagen distrofi- areata) caduta in catagen o anagen distrofico
co ecc.) e non implica una prognosi sfavorevo-
le.
Per alopecia si intende l’assenza o la carenza ALOPECIE CICATRIZIALI
di peli o capelli nelle aree di cute in cui essi
sono normalmente presenti. Il termine alope- cicatrici
cia comprende, nell’uso medico comune, sia pseudoarea di Brocq
l’ipotrichia, che indica la carenza di peli o mucinosi follicolare
capelli, sia la calvizie, che indica la mancanza neoplasie
irreversibile di capelli. radiazioni ionizzanti
Classicamente le alopecie vengono distinte in aplasia cutis verticis
temporanee (transitoria inibizione funzionale
della papilla del pelo) e definitive (scomparsa sclerodermia ) forme ad
del follicolo e della papilla germinativa). lupus eritematoso discoide ) impronta
Da queste vanno differenziate le pseudo-alo- lichen planus ) autoimmune
pecie, nelle quali i capelli sono stati strappati
via o si sono spezzati (tricoclasia) in seguito follicolite decalvante) infettiva/immunitaria
ad eventi traumatici, chimici, infettivi o per
anomalie congenite del fusto. tigna favosa )
Scolast i c a m e n te possiamo rite n e re ancora kerion ) forme infettive
valide la seguente CLASSIFICAZIONE:

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

PSEUDO ALOPECIE Effluvio in telogen


Il telogen effluvio, quale descritto da
Anomalie congenite del fusto Kligman, è un fatto acuto che segue un episo-
con aumento di fragilità dio emotivamente importante. E’ caratterizza-
Anomalie acquisite del fusto to dalla caduta in telogen di centinaia e talvol-
con aumento di fragilità ta migliaia di capelli al giorno. All’esame
Tricotillomania microscopico si potrà osservare che si tratta
Tigne tonsuranti quasi esclusivamente di capelli in fase telo-
gen, perfettamente formati (terminali) e senza
segni di involuzione (non vellus): “telogen
maturi”. Si tratta in pratica di un’ “onda di
muta”.
Generalmente la causa di un telogen effluvio
NOTE DI FISIOPATOLOGIA PILARE acuto è un evento “stressante”, forte e di
Effluvio e Defluvio breve durata, che colpisce i capelli nella sotto-
fase anagen 6 costringendoli a “rifugiarsi” in
telogen.
Effluvio L’evento può colpire un numero altissimo di
La caduta dei capelli costituisce spesso l’uni- capelli, fino all’85% (cioè tutti gli anagen 6),
co vero sintomo di calvizie incipiente. D’altra provocandone una caduta diffusa che inizia
parte quanto più questa è vistosa tanto meno dopo 12-15 settimane per protrarsi circa 3
corrisponde, nella quasi totalità dei casi, ad mesi (cioè la durata della fase telogen).
un reale pericolo di calvizie. Successivamente la caduta dei capelli si arre-
La caduta di alcune centinaia, talvo l ta sta spontaneamente ed i capelli ricrescono.
migliaia, di capelli al giorno definisce il feno- La maggior parte dei pazienti con telogen
meno dell’effluvio, eve n to impressionante, effluvio lamenta “dolore alla base dei capelli”
spesso fonte di ansia e disperazione, ma gene- o la “sensazione di punture di spillo sul cuoio
ralmente benigno, autolimitato, reversibile, capelluto”. La causa di questa sensazione non
senza mai vera involuzione del pelo verso il è affatto chiara ma è troppo semplicistico
vellus o perdita dell’annesso cutaneo per atro- definirla di natura nevrotica o psicologica.
fia del follicolo. Nell’effluvio non c’è quindi Durante l’effluvio il rapporto fra anagen e
una vera perdita di capelli. telogen (tricogramma) si altera in modo
L’effluvio è comunissimo, tanto che possiamo impressionante: almeno il 25% fino all’85%
affermare che non esiste persona che non lo dei capelli si trova in questo periodo in fase
abbia sperimentato almeno una volta nella telogen. La conta dei capelli caduti (Wash
vita, e la sua benignità rende ragione dell’effi- test) raggiunge i 600 - 1000 capelli ed oltre.
cacia di tante “cure” empiriche e irrazionali. Infilando le dita fra i capelli del paziente e
Nonostante le cure quasi sempre l’effluvio si tirando delicatamente (Pull test) si possono
arresterà e regredirà spontaneamente con sod- contare ta lvo l ta centinaia di capelli che
disfazione di tutti: paziente e terapeuta. rimangono fra le dita. I test ematochimici
Distinguiamo un effluvio in telogen (telogen sono raramente utili, se non sono presenti i
effluvium) ed un effluvio in anagen (anagen sintomi di una malattia sistemica, ma talvolta
effluvium). (nelle forme post infettive) ci può essere una

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

linfocitosi superiore al 33% con punte di le dita. Con il tempo si rende evidente una
4500 linfociti /ml. ipotrichia più o meno spiccata.
L’unico trattamento razionale del te l o ge n Malattie infettive cro n i che, collage n o p a t i e ,
effluvio acuto è quello di allontanare la causa stati carenziali, disturbi endocrini, situazioni
che lo ha provocato, ma spesso si rende neces- nevrotiche o depressive, uso o abuso cronico
sario fornire al paziente preoccupato una di farmaci sono tutte cause possibili di telo-
qualsiasi terapia che dimostrerà l’interessa- gen effluvio cronico e vanno ricercate. Ci sof-
mento del medico e farà trascorrere il tempo fermiamo qui solo su alcuni aspetti particola-
necessario a che l’effluvio si risolva sponta- ri. Talvolta si potrà dimostrare una leucope-
neamente. nia ed in questo caso sarà necessaria la ricer-
Possiamo comunque affermare che i cortico- ca degli anticorpi antinucleo La presenza nel
ste roidi giovano! Solita m e n te prescriviamo siero di anticorpi antinucleari, a titolo gene-
l’applicazione locale di un derivato non aloge- ralmente basso, non dovrà essere sottovaluta-
nato dell’idrocortisone (ad esempio idrocorti- ta perché un telogen effluvio cronico può
sone butirrato) e, nelle forme più gravi, una e s s e re causato da tutte le collage n o p a t i e
iniezione intramuscolare ogni 7 - 10 giorni di autoimmuni e può anche essere il segno d’e-
metilprednisolone da 40 mg per una - tre sordio di un lupus eritematoso sistemico, tal-
volte. Spesso i risultati a breve sono rapidissi- volta anche “minimo”, di cui l’effluvio può
mi con arresto dell’effluvio e ripresa dell’ana- essere il sintomo predominante. Sarà perciò
gen dei follicoli. sempre necessario indagare anamnesticamen-
te il paziente, di solito una donna, su un even-
Cause comuni di Telogen Effluvio acuto tuale fenomeno di Raynaud, artralgie, afte
orali, pleuriti, nefriti, aborti ripetuti: questi
- stress acuti fisici o psicologici sintomi devono essere chiesti esplicitamente
- interventi chirurgici perché è difficile che il paziente li riferisca.
- parto e allattamento Nei casi in cui si sospetta una condizione di
- malattie febbrili “pre-lupus” o di “lupus minimo” si può tenta-
- avvelenamenti re un ciclo di prednisone o di clorochina. La
- emorragie sideropenia è di riscontro frequente specie
- lutti nelle donne, il suo ruolo come causa di efflu-
- ecc. vio è oggi indiscutibile e può anche essere il
segnale della carenza di altri oligoelementi la
Nel telogen effluvio cronico il paziente, più cui importanza è basilare nella fisiologia pila-
spesso una donna, lamenta da mesi o da anni re come il magnesio ed ancor più lo zinco. Il
una rilevante caduta di capelli senza variazio- fabbisogno giornaliero di zinco è stimato
ni stagionali e la causa dovrà essere ricercata intorno a 10-15 mg per l’adulto. La zinchemia
in un evento perturbante del ciclo pilare ad normale è di 0,8-1,5 mg/l di siero (0,082 -
andamento cronico, spesso senza tendenza 0,158 mg/dl). Valori di zinchemia sotto 0,6
alla risoluzione spontanea. Il tricogramma è mg/l si accompagnano a telogen effluvio cro-
alterato: almeno il 20% dei capelli si trova in nico e sono causati da un insufficiente appor-
fase telogen. Al Wash test il numero dei capel- to del metallo con la dieta o un difetto di
li caduti si attesta intorno a 200. Al pull test assorbimento intestinale. A quei pazienti in
si potrà contare qualche decina di capelli fra cui sia accertato un basso livello plasmatico di

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

zinco prescriveremo quindi supplementi di fase anagen 6 è di intensità tale da non per-
solfato di zinco. Se la zinchemia, corretta dal- mettere al capello di “rifugiarsi” in telogen,
l’apporto del metallo, non si manterrà norma- questo cade in anagen. Si tratta di un effluvio
le nel tempo, dovremo sospettare un deficit di di molte centinaia o migliaia di capelli al gior-
assorbimento che dovrà essere cronicamente no che si manifesta dopo pochi giorni dall’e-
corretto. I deficit di minerali ed elettroliti vento che lo ha provocato. In questo caso al
(ferro, magnesio, zinco, calcio, sodio, potas- tricogramma il rapporto anagen e telogen
sio) dovranno comunque tutti essere ricercati, può essere normale ma all’esame microscopi-
indagati e corretti. Nelle giovani donne è bene co si potrà facilmente osservare che buona
far attenzione alla qualità e alla quantità parte (fino all’85%) dei capelli caduti sono
della alimentazione. Sono frequenti oggi le anagen distrofici o catagen iniziali.
forme palesi e larvate di anoressia nervosa e Sono naturalmente frequenti anche forme di
le diete incongrue e deficitarie intraprese per passaggio fra effluvio in telogen ed effluvio in
convinzioni pseudo-salutistiche, “morali” o anagen, quando lo squilibrio metabolico che
religiose. colpisce il capello non è sufficientemente
forte da far cadere tutti gli anagen ma permet-
Cause comuni di Telogen Effluvio cronico te ad una parte di questi di arrivare al telo-
gen. Il tricogramma in questi casi non sarà
- malattie sistemiche croniche normale ma sarà simile a quello di un deflu-
(infettive metaboliche o neoplasiche) vio in telogen, però l’esame microscopico
- donazioni di sangue frequenti mostrerà che i capelli caduti sono, in numero
- uso cronico di alcuni farmaci elevato, anagen distrofici o catagen iniziali.
- gravi malattie psichiche L’esempio clinico di gran lunga più importan-
- distiroidismi te di anagen effluvio è l’alopecia areata, qua-
- ecc dro che è ampiamente trattato in un capitolo
dedicato. Anche l’anagen effluvio è, il più
delle volte, ad andamento benigno e sponta-
neamente reversibile ed il trattamento di scel-
ta consiste ancora nell’allontanamento della
causa scatenante, quando questo è possibile.

Cause comuni di Anagen Effluvio

- chemioterapia antineoplastica
- radiazioni ionizzanti
- forti rialzi termici
- alopecia areata
- dieta aproteica
- avvelenamenti
- farmaci
(arsenico, bismuto, colchicina,
Effluvio in anagen tallio, citostatici ecc.)
Quando l’evento stressante che colpisce la

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

Defluvio
Il defluvio è una caduta di capelli, per lo più Cause comuni di
di entità modesta ma definitiva per la progres- Defluvio in Telogen maschile
siva involuzione del capello verso il pelo vellus
o per la perdita progressiva del follicolo per alopecia frontoparietale maschile
sclerosi o atrofia. Nel defluvio i capelli che alopecia androgenetica
cadono vanno pertanto in gran parte perduti.

Defluvio in telogen Cause comuni di


Per defluvio in telogen intendiamo una cadu- Defluvio in Telogen femminile
ta di capelli in telogen, per lo più di intensità
modesta, ma con le caratteristiche tipiche del - alopecia androgenetica (ereditaria)
capello in involuzione. Il defluvio in telogen - alopecia carenziale della postmenopausa
si identifica pra t i c a m e n te con il defluvio - alopecia androgenetica da deficit enzimati -
andro ge n etico. Nel defluvio in te l o gen la co surrenalico
conta dei capelli caduti non supera il numero - alopecia androgenetica da tumore secernen -
di 100. Con il pull test si ottengono di solito te androgeni
solo due o tre capelli. Il tricogramma appare - alopecia androgenetica da ovaio policistico
alterato in modo modesto con valori dei capel- - alopecia androgenetica da iperprolattine -
li anageni intorno all’80% per la riduzione mia
temporale della fase anagen del follicolo. A - alopecia androgenetica da anoressia nervo -
causa di un anagen di breve durata, una per- sa
centuale variabile fra il l0 ed il 60% dei capel-
li caduti sono corti, appaiono poi sottili e con
bulbi di diametro ridotto e sono allogati più
superficialmente nel derma rispetto ai capelli
con sviluppo normale. Questi capelli presen-
tano cioè caratteristiche intermedie fra il pelo
terminale ed il pelo vellus. Sono pertanto da Defluvio in anagen
considerarsi capelli in involuzione ad anagen Per defluvio in anagen intendiamo una cadu-
breve: “telogen prematuri” che cadono pre- ta di capelli in anagen dovuta a perdita pro-
maturamente, piccoli ed involuti dopo un gressiva del follicolo. Si ha come conseguenza
anagen di breve durata e sono patognomonici di vari processi patologici che comportano
di questa forma. Il follicolo rimane a lungo comunque tutti la distruzione finale del folli-
istologicamente presente, anche se sempre colo pilifero. Spesso il capello cade portando
meno profondo e con un capello sempre più con sé quel che resta della guaina follicolare
involuto, solo tardivamente va in ialinosi e l’a- interna per una perdita di coesione fra questa
lopecia che ne consegue tende pian piano ad e la guaina esterna. Ricordiamo fra le forme
assomigliare ad una forma cicatriziali con più comuni il lupus eritematoso discoide, il
perdita degli annessi. lichen alopecizzante, la follicolite decalvante,
la pseudoarea di Brocq.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

chia diffusa di varia gravità.


Cause comuni di Defluvio in Anagen La distinzione fra telogen effluvio ed alopecia
areata, apparentemente così netta sul piano
- lichen planus decalvante clinico, è invece molto difficile e sfumata sul
- LED e del LES piano nosologico, anche se nell’un caso il
- sclerodermia capello cade in telogen e nell’altro in anagen
- follicolite decalvante distrofico. Nell’alopecia areata l’insulto causa-
- pseudoarea di Brocq le provoca rapido arresto delle mitosi della
- radiazioni matrice del pelo in anagen e quindi la sua
- tricomalacia caduta come anagen distrofico (o catagen).
Perché la caduta dei capelli si manifesti a
chiazze occorre ammettere che l’insulto cau-
sale trovi, in quelle chiazze, capelli più sensi-
Considerazioni bili rispetto alle altre aree del cuoio capelluto
Il termine telogen effluvio fu introdotto da e, dato che la sensibilità delle cellule ad un
Kligman (1961) per indicare una caduta dei i n s u l to “cito statico”, qualunque esso sia,
capelli benigna ed acuta che fa seguito ad uno dipende dal grado di attività mitotica delle
stress di va ria natura, intenso e breve . cellule della matrice, i capelli che cadono nel-
Successivamente Rebora ha introdotto il con- l’alopecia areata devono obbligatoriamente
cetto di telogen effluvio cronico e ha definito trovarsi tutti in quella fase dell’anagen a più
i rapporti nosologici fra effluvi, alopecia area- alta attività, cioè in anagen 6. Se così non
ta e alopecia androgenetica. fosse i capelli dell’area non cadrebbero tutti e
Il telogen effluvio può essere acuto o cronico. l’alopecia non sarebbe areata ma sarebbe,
Nel primo caso la caduta di capelli, improvvi- probabilmente, una alopecia areata “incogni-
sa ed intensissima, segue ad uno fatto “stres- ta” o, se l’insulto fosse appena meno violento
sante” breve e violento (incidenti stradali, e/o le mitosi cellulari appena meno rapide,
morte di familiari, interventi chirurgici, feb- un telogen effluvio.
bre elevata, parti difficili ecc.) che, bloccando I capelli del vertice e del margine posteriore
le mitosi cellulari della matrice, spinge i di inserzione del cuoio capelluto, che hanno
capelli dall’anagen in telogen. Il fenomeno un anagen più lungo, hanno pertanto maggio-
dura da 2 a 3 mesi (cioè il tempo che impiega- re probabilità di incorrere nella alopecia area-
no a cadere i capelli che si sono “rifugiati” in ta e di cadere come anagen distrofici; la chiaz-
telogen) e si risolve generalmente con la sosti- za di alopecia areata può allargarsi perché,
tuzione dei capelli caduti con nuovi anagen. persistendo lo stimolo citostatico, altri capelli,
Nel secondo caso la causa “stressante” è nella zona circostante, raggiungeranno la fase
molto più sfumata (problemi di adattamento, del ciclo vitale nella quale sono maggiormen-
stati di ansia, somministrazione cronica di te sensibili allo stimolo stesso (anagen 6).
taluni farmaci, diete inadeguate, malattie L’alopecia areata è più rara in chi ha già un’a-
debilitanti croniche ecc.) e si assiste ad una lopecia androgenetica per vari motivi: in caso
caduta di capelli numericamente elevata per di una alopecia androgenetica la fase anagen
mesi o anni, senza importanti variazioni sta- è accorciata e molti più capelli si trovano in
gionali, senza tendenza alla remissione spon- fase telogen, ci sono quindi meno capelli che
tanea che, con il tempo, porta ad una ipotri- possono cadere come anagen. Inoltre nella

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aprile 2004 - N° 13 - Giornale Italiano di Tricologia

alopecia androgenetica i capelli tendono a patient with alopecia” Dermatol Cl 1987;


“sincronizzare” i loro cicli come negli anima- 3:483.
li a pelo lungo, cioè tendono ad “animalizzar-
si”. In questa situazione sarà assai meno pro- Jeanmougin M.: “Patologia dei capelli e del
babile che l’insulto citostatico trovi i capelli cuoio capelluto” edizione italiana a cura di
nel periodo anagen 6 più sensibile mentre CE.D.RI.M. s.r.l. Milano, 1991, p. 14 - 17.
sarà più facile che lo stesso insulto determini
un’accelerazione verso la fase telogen e, dopo Kligman A.M.: “Pathologic diagnosis of
circa tre mesi, una massiccia caduta di capel- human hair loss” Arch Dermatol 1961; 83:
li con le caratteristiche cliniche di un “telo- 175.
gen effluvio acuto”.
Può anche verificarsi che lo stimolo causale Marliani A.: “I grandi effluvi” in: Marliani A.
di un telogen effluvium colpisca i capelli di et al (Eds) “I Capelli” Etruria Medica,
un cuoio capelluto con normale asincronia Firenze, 1989: 70-72.
dei cicli fra follicoli vicini, determinando
prima un repentino passaggio alla fase telo- Rebora A.: “Considerazioni di fisiopatologia
gen e quindi un telogen effluvio, successiva- pilare” Gior It Derm e Vener 1988; 4 : 139.
mente una “sincronizzazione”, poiché questi
capelli “rinasceranno” tutti più o meno nello Rebora A.: “Alopecia areata incognita: a hypo-
stesso momento in anagen. Lo stesso stimolo tesis” Dermatologica 1987; 174: 214.
ripetuto ora potrà provocare una alopecia
areata totale. Come abbiamo visto la sincro- Rebora A.: “Il telogen effiuvium. in: Rebora
nizzazione favorisce infatti il persistere del A, le alopecie. Il Geral Rev Dermatol 1992;
te l o gen effluvium piutto sto che l’alopecia 29:121 - 7.
areata.
Rebora A.: “Telogen effiuvium: “an etopatho-
genetc theory” Int J Dermatol 1993; 32: 339 -
40
BIBLIOGRAFIA
Stroud J.D.: “Diagnosis and management of
Bekhor P.S.: “Common hair disorders” the hair loss patient” Cutis 1987; 40: 272.
Australian Family Physician 1986; vol 15, 7:
868.

Bertamino R.: “Alopecie” in: F. Serri (Eds)


“Trattato di dermatologia” Piccin, Padova,
1987, cap 75.

Bertolino A.P.: “Clinical hair loss: diagnosis


and treatament” J Dermatol, 1993, 20 (10):
604 - 10.

Hordinsky M.K.: “General evaluatin of

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EDIZIONI TricoItalia (Firenze) novembre 2004

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte quinta


edizione 2004
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO

CLASSIFICAZIONE CLINICO DIAGNOSTICA


DEGLI EFFLUVI E DEI DEFLUVI - pag. 5
Effluvio - Defluvio - pag. 5
Il pull test - pag. 6

IL TELOGEN EFFLUVIO - pag. 8


Anemie - pag. 16
Ipotiroidismo - pag. 23
La tiroidite cronica autoimmune - pag. 25

L’ALOPECIA AREATA - pag. 27


Cenni storici - pag. 27
Generalità sulla alopecia areta - pag. 29
Le terapie della alopecia areata - pag. 38
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2004

parte V
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter

EDIZIONI TricoItalia Firenze


novembre 2004
SOMMARIO:

CLASSIFICAZIONE CLINICO DIAGNOSTICA


DEGLI EFFLUVI E DEI DEFLUVI - pag. 5
Effluvio - Defluvio - pag. 5
Il pull test - pag. 6

IL TELOGEN EFFLUVIO - pag. 8


Telogen effluvio acuto - pag. 8
Telogen effluvio subacuto e cronico - pag. 9
Approccio al telogen effluvio - pag. 9
Anemie - pag. 16
Ipotiroidismo - pag. 23
La tiroidite autoimmune - pag. 25

L’ALOPECIA AREATA - pag. 27


Cenni storici - pag. 27
Generalità sulla alopecia areata - pag. 29
Malattie associate - pag. 30
Studio della immunità cellulomediata - pag. 30
Esordio ed aspetti clinici - pag. 31
Decorso - pag. 33
Diagnosi - pag. 34
Prognosi - pag. 35
Aspetti istologici - pag. 35
Laboratorio - pag. 36
Cenni di terapia - pag. 37
Le terapie della alopecia areata - pag. 38
novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

CLASSIFICAZIONE CLINICO DIAGNOSTI-


CA DEGLI EFFLUVI E DEI DEFLUVI

Una classificazione che sia al contempo prati-


ca e soddisfacente degli effluvi e dei defluvi
non è mai stata proposta.
Questo, forse, perché solo oggi la “Tricologia”
comincia ad essere accettata e riconosciuta
come una seria materia di studio e quindi a
trovare dignità di fronte al medico - dermato-
logo.
La Tricologia, nonostante vi siano stati in pas-
sato dei grandi maestri anche in Italia, è
materia nuova per il dermatologo, non è stata
ancora codificata né tanto meno scolarizzata
o insegnata ed il termine stesso “Tricologia”,
che appare sul dizionario della lingua italiana
Zingarelli Zanichelli solo dall’edizione del
1997, non è ancora presente nei dizionari
medici.

Fino ad oggi le alopecie sono state classificate


in base all’istologia (come cicatriziali e non Vale anche la pena di ricordare che i termini
cicatriziali), in base alla prognosi (come rever- “effluvio” e “defluvio” sono stati ormai defi-
sibili e definitive), in base all’anatomia del niti da Kligman (1961) e dalla letteratura
capello che cade (come in telogen ed in ana- internazionale.
gen) e secondo molti altri criteri tutti larga-
mente insoddisfacenti specie sul piano clini- Effluvio
co. La caduta di alcune centinaia, talvo l ta
migliaia, di capelli al giorno, tutti nella stessa
Qui vogliamo proporre una classificazione fase (telogen, catagen o anagen) o sottofase,
pratica che si basa sul più semplice esame dei definisce il fenomeno dell’effluvio; si tratta di
capelli, il pull test, e che potrei definire come un evento tanto comune quanto impressio-
“classificazione clinico-ambulatoriale”. nante ma generalmente benigno, autolimitato
e reversibile. Non c’è mai atrofia dell’annesso
In presenza di una caduta di capelli l’esame pilifero né della cute.
obiettivo dermatologico ed il banale pull test
permettono un semplice inquadramento clas- Defluvio
sificativo del paziente che il più delle volte Una caduta di capelli in telogen (più frequen-
porta ad una diagnosi di massima. te) o in anagen (più rara), per lo più di inten-
Solo dopo aver fatto una diagnosi, pare impos- sità modesta e continua ma generalmente
sibile doverlo rammentare, so potrà prescrive- irreve rsibile, cara t terizza il fenomeno del
re una terapia causale. defluvio.
5
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

I capelli, se cadono in telogen (defluvio in caratterizzato dalla caduta in telogen di centi-


telogen), presentano le caratteristiche tipiche naia ed anche migliaia di capelli al giorno, si
dell’involuzione verso il pelo vellus. potrà osservare che i capelli caduti sono esclu-
Se cadono in anagen (defluvio in anagen) è sivamente elementi in telogen senza segni di
l’annesso pilifero con l’epidermide che va involuzione.
rapidamente verso l’atrofia e la cute prende, L’anamnesi facilmente ci farà distinguere un
istologicamente, l’aspetto tipico della alopecia effluvio in telogen acuto da un effluvio in
cicatriziale. telogen cronico. L’effluvio in telogen acuto è
un’onda di muta dovuta ad un evento “stres-
Il pull test sante” generico che colpisce anche tutti gli
Il pull test è un semplice esame semeiologico anagen 6°.
ambulatoriale che si compie facendo scorrere L’effluvio in telogen cronico (di durata supe-
le dita fra i capelli e tirandoli dolcemente: i riore ai 3 mesi) è invece dovuto ad un evento
capelli si staccheranno dai follicoli in numero “perturbante” ad andamento lungo o croni-
estremamente variabile. Ne deri ve ranno co, anche misconosciuto, che altera il norma-
immediatamente alcune considerazioni dia- le ciclo del pelo.
gnostiche.
b) Se i capelli si staccano con bulbi piccoli
anageni o catageni, visivamente distrofici,
siamo certamente di fronte ad un effluvio in
anagen: quasi sempre si tratta di alopecia
areata, talvolta si tratta dell’esito immediato
di una terapia citostatica o di una intossica-
zione acuta ma l'anamnesi sarà in questi casi
facilmente dirimente.

2) Se i capelli che si staccano alla trazione con


i loro bulbi conservati sono in numero mode-
sto ma il paziente presenta una chiara ipotri-
chia o una franca alopecia, siamo quasi certa-
mente in presenza di un defluvio: si tratterà
cioè di una caduta di capelli per lo più esigua
ma assai più grave per la progressiva ed irre-
versibile involuzione dell'annesso cutaneo
1) Se con una modesta trazione si ottengono verso il pelo vellus o della cute stessa verso
numerosi capelli, 20 - 50 - 100 ed oltre, con i uno stato cicatriziale.
loro bulbi conservati, siamo certamente in a) Se ora osserveremo, fra i capelli staccati, la
presenza di un effluvio. presenza di telogen miniaturizzati (ovvero dis-
Osservando poi i bulbi è facile distinguere, plasici: Orfanos C.E.; ov ve ro prematuri:
anche ad occhio nudo, un effluvio in telogen Marliani A.) potremo porre diagnosi di deflu-
da un effluvio in anagen. vio in telogen di tipo maschile, sinonimo di
defluvio androgenetico.
a) Nell’effluvio in telogen, che può essere

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

b) Se i capelli si staccano in anagen portando Hordinsky M.K.: “General evaluatin of


con sé le guaine, indice di un danno a livello patient with alopecia” Dermatol Cl 1987; 3:
del clivaggio della membrana vitrea, possiamo 483.
porre diagnosi di defluvio in anagen; cioè
siamo di fronte ad una alopecia cicatriziale Jeanmougin M.: “Patologia dei capelli e del
legata ad una patologia dermatologica cica- cuoio capelluto” Edizione Italiana
trizzante: LED, lichen, pseudo area, follicoli- CE.D.RI.M. Milano, 1991, 14 - 17.
te decalvante ecc.
Kligman A.M.: “Pathologic dynamics of
3) Se i capelli si staccano senza bulbi sono human hair loss, I. Telogen effluvium” Arch
chiaramente capelli che si fratturano per mal- Dermatol 1961; 83: 175 -198.
formazioni, parassitosi o per maltrattamenti
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7
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

IL TELOGEN EFFLUVIO Telogen effluvio acuto


Il telogen effluvio acuto segue episodi fisica-
Il termine di “effluvio” o “effluvium” indica mente o emotivamente importanti: febbre ele-
una situazione in cui la caduta di capelli è vata, interventi chirurgici, incidenti stradali,
numericamente molto elevata (anche molte emorragie, parto, avvelenamenti, sommini-
centinaia di capelli al giorno) e qualitativa- strazione di eparina, di citostatici ecc.
mente omogenea come fase del ciclo (tutti i
capelli cadono in telogen maturo, in anagen
distrofico, in catagen 1 ecc).

Il suo inquadramento clinico è relativamente


recente (Kligman nel 1961) ma il sintomo che
esso descrive, il rapido e diffuso diradamento,
compariva già nella letteratura medica fin dal-
Con il termine “telogen effluvio” indichiamo l’inizio del secolo scorso. La caduta di capelli
una caduta di capelli in telogen abnormemen- è improvvisa, violenta, quantita t i va m e n te
te abbondante. molto elevata, qualitativamente omogenea e
II telogen effluvio è la causa più frequente di sostanzialmente diffusa su tutto il cuoio
visita tricologica ed è ancora spesso miscono- capelluto. Nel telogen effluvio acuto il pazien-
sciuto. E’ così frequente che ognuno lo speri- te, di solito una donna, lamenta l’improvvisa
menta su di sé più volte nel corso della vita. caduta di capelli a partire da un periodo, da
La caduta dei capelli interessa diffusamente una data o da un evento spesso ben ricordato
tutta la testa, comprese le parti laterali e ed indicato con precisione.
posteriori. Quando l’effluvio è sufficiente- Il paziente è quasi sempre fortemente preoc-
mente importante da provocare un dirada- cupato della brutalità e dell’intensità con le
mento l’alopecia che ne risulta è omogenea su quali la patologia ha esordito e viene dal
tutto il cuoio capelluto. medico a chiedere aiuto. Spesso arriva con
una busta o un sacchetto contenente i capelli
Distinguiamo un telogen effluvio acuto, sub- caduti. Un tricogramma eseguito in questa
acuto e cronico. fase mostrerà che fin oltre l’85% dei capelli
sono in fase telogen. La caduta dura due o tre

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

mesi, quindi s’arresta spontaneamente e tal- nistrazione di farmaci, malattie autoimmuni


volta improvvisamente, come tutto era inizia- croniche quali il LES, la colite ulcerosa ecc.
to. Poi i follicoli ritorneranno alla normalità e Fra le cause di telogen effluvio molto frequen-
seguirà la lenta ricrescita, più o meno comple- ti ed insidiose sono le anemie croniche di ogni
ta, dei capelli. Si è avuta cioè un’ “onda di natura e le tiroiditi autoimmuni con ipotiroi-
muta”. L’evento causale del telogen effluvio dismo.
dura pochi giorni o addirittura poche ore.
Il recupero e il ritorno alla densità normale è
invece molto lento e spesso può impiegare
molti mesi.

Frequentemente la tricodinia accompagna il


telogen effluvio. Si tratta di una sensazione
soggettiva di dolenzia fastidiosa e continua
riferita alla base dei capelli o al cuoio capellu-
to. La tricodinia scompare quando l’effluvio
Telogen effluvio subacuto e cronico si risolve o sta per risolversi. La sua causa è
Nel telogen effluvio cronico il paziente o più discussa ma ci pare troppo semplicistico attri-
spesso la paziente lamenta da mesi (telogen buirla solo alla emotività od alla labilità psi-
effluvio subacuto) o da anni (telogen effluvio chica del paziente.
cronico) una anomala, abbondante caduta di Il meccanismo con il quale si ha la caduta dei
capelli senza variazioni stagionali, senza ten- capelli nel telogen effluvio non è chiaro ma
denza alla remissione spontanea e, con il sembra probabile che si possa ricondurre ad
tempo, la comparsa di miniaturizzazione e un problema nell’utilizzo della fonte prima di
dira d a m e n to diffuso di varia gravità. Dal energia cellulare, il glucosio, con danni alla
punto di vista cosmetico la capigliatura è formazione della guaina interna ed arresto
come “spenta”, anelastica, non “tiene la delle mitosi nella matrice pilare.
p i e ga”, non “accetta” trattamenti estet i c i .
L’evento causale il più delle volte non può Approccio al telogen effluvio
essere ricordato. La causa o le cause non sono In presenza di una caduta di capelli abbon-
intuitive e sono spesso sfumate: problemi psi- dante e diffusa il medico deve essere in grado
cologici persistenti, diete inadeguate, sommi- di eseguire una corretta diagnosi basata sul-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

l’indagine anamnestica, sull’esame clinico, Il test della carezza è un primo esame clinico
sugli esami di laboratorio e su eventuali osser- che consiste nel far scorrere la mano sopra il
vazioni microscopiche (se occorre anche cuoio capelluto come per accarezzare la testa
mediante biopsia ed istologia). ed i capelli. Piccole alterazioni, di solito subi-
to evidenti, ci daranno un primo immediato
orientamento.

Facciamo alcune considerazioni solo a titolo


di esempio.
Potremo renderci contofacilmente di quanti
sono i capelli corti e sottili, “miniaturizzati”,
se i capelli sono particolarmente sottili, se
sono sottili in toto o solo in zone particolari,
se vi sono elementi fratturati ecc.
Si potrà subito, grossolanamente, determina-
re il rapporto fra capelli miniaturizzati (corti
e sottili) e capelli normali. Un eccesso di
capelli miniaturizzati indica una riduzione
del tempo di anagen ed un aumento del
numero dei telogen che, se accompagnato da
L’approccio al paziente, come spesso avviene irregolare distribuzione con prevalente rare-
in dermatologia ed a differenza di quanto fazione del vertice e risparmio della nuca, ci
sempre si fa in medicina generale, potrà farà, specie in un uomo, porre diagnosi di
cominciare con l’esame obiettivo. defluvio in telogen o ipotrichia o alopecia
Per prima cosa verificheremo se i capelli sono androgenetica.
normali per quantità e qualità, anche in rela- Se la miniaturizzazione è regolare su tutto il
zione ad età e sesso del soggetto che stiamo cuoio capelluto senza zone di particolare pre-
esaminando. valenza ci orienterà verso un telogen effluvio
Facilmente potremo verificare se si è in pre- cronico.
senza di un diradamento diffuso o localizzato Una rarefazione dei capelli senza miniaturiz-
(ipotrichia) e se tale diradamento è stato o zazione, omogenea sulla nuca, sulle tempie e
meno preceduto da assot t i gliamento dei sul vertice orienterà verso un effluvio acuto o
capelli (miniaturizzazione). subacuto.
Dopo un parto, ad esempio, si verifica fre- La rarefazione isolata della zona fronto-parie-
quentemente un effluvio diffuso senza che i tale, la così detta “stempiatura”, sarà oltremo-
capelli si assottiglino (telogen effluvio acuto do orientativa per una alopecia fronto-parie-
post parto). Durante una dieta dimagrante tale maschile.
squilibrata, con carenze proteiche, si può assi- Una alopecia areata sarà, il più delle volte,
stere invece ad un assottigliamento dei capelli subito evidente.
seguito poi da caduta di capelli in telogen con La presenza di capelli fratturati, simili a
bulbi che appaiono al microscopio spesso barba ispida, farà pensare a danni provocati
strozzati, come a clessidra (telogen effluvio da trattamenti cosmetici, a malformazioni del
subacuto o cronico carenziale). fusto, alla tricotillomania, alla tigna. Saranno

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

cioè diagnostici di una pseudo alopecia. sa tanto meno corrisponde, nella maggior
Capelli assottigliati ma non da sempre geneti- parte dei casi, ad un reale pericolo di calvizie.
camente sottili, specie se con irregolari assot- L’effluvio, come ormai ben sappiamo, è
tigliamenti fusiformi e strozzature lungo il impressionante e comunissimo e la sua beni-
fusto, potranno far pensare ad uno stato gnità rende ragione della apparente efficacia
carenziale. di tante “cure” irrazionali. Nell’effluvio in
telogen acuto la caduta è abbondate, anche di
L’esperienza del medico sarà in tricologia, centinaia e migliaia di capelli in telogen,
come in tutta la dermatologia (branca “visi- senza segni di involuzione. Nell’effluvio in
va” della medicina), spesso decisiva per una telogen cronico la caduta è più modesta, sem-
diagnosi corretta e, di solito, immediata. pre in telogen, sempre accompagnata da dira-
damento più o meno obiettivo, talvolta anche
L’osservazione del cuoio capelluto potrà poi spiccato, e da un certo grado di miniaturizza-
evidenziare la presenza di comuni disturbi zione.
dermatologici come la pitiriasi secca (forfora),
la dermatite seborroica, la psoriasi ed anche Anamnesi
cicatrici, atrofie, ustioni, infezioni, tumori L’anamnesi richiede un’attenta valutazione
ecc. della storia familiare, degli stati fisiologici e/o
p a ra fisiologici, delle abitudini alimentari,
Il pull test verrà eseguito subito dopo. delle malattie passate o in corso, dell’uso di
Quando con il pull test ci rimane fra le dita fa rmaci o cosmetici (tinture, colorazioni,
un numero elevato di capelli con i loro bulbi lavaggi ecc.).
in telogen è di per se già diagnostico per un
telogen effluvio.

-Se con l’esame obiettivo abbiamo posto dia-


gnosi di effluvio in telogen (caduta di capelli
Se la caduta dei capelli costituisce per il abbondante ed omogenea) l’anamnesi facil-
paziente l’unico sintomo di calvizie incipien- mente ci farà distinguere un effluvio in telo-
te, paradossalmente, tanto più questa è visto- gen acuto da un effluvio in telogen cronico

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

(durata temporale dell’effluvio). - Esami di secondo livello:


L’evento causale dell’effluvio acuto spesso Ra Test, proteina C, VDRL, HAV, HBsAg,
viene riferito dal paziente stesso. Se invece l’a- HCV, dye test, mono test, HIV, esame delle
namnesi non è già di per sé dirimente chiede- feci, calcemia, magnesiemia, tra n s ferrina,
remo al nostro paziente una serie di esami, anticorpi antigliadina, test delle resistenze
nel tentativo di trovare la causa dell’effluvio. globulari, fetoemoglobina, glucosio-6-fosfato
Fra le cause di telogen effluvio cronico dob- deidrogenasi, ricerca di autoanticorpi antinu-
biamo sempre sospettare una anemia, un dis- cleari.
tiroidismo, una carenza alimentare o vitami-
nica ma anche la lue, una epatite, una leuce- Terapia
mia, una collagenopatia sistemica con anda- Nel telogen effluvio acuto la terapia è inutile:
mento clinicamente iposintomatico ecc. è essenziale rassicurare il paziente. Eventuali
Dobbiamo cioè ricordare anche le cause più farmaci responsabili devono essere sospesi, a
temibili, di difficile diagnosi e spesso, almeno meno che non siano indispensabili. Il telogen
inizialmente, misconosciute. effluvio è un sintomo, non una malattia; l’u-
nico trattamento razionale è ovviamente quel-
La diagnosi di telogen effluvio acuto e/o cro- lo di allontanare la causa che ha scatenato l’e-
nico impone quindi una serie minima di vento ma spesso si renderà necessario fornire
esami che permettano di escludere od indivi- al paziente terrorizzato una terapia di suppor-
duarne le origini più gravi. to (anche solo un placebo) che gli dimostrerà
l’interessamento del medico al suo caso e farà
- Esami clinici minimi di base in caso di telo- trascorrere il tempo necessario perché l’efflu-
gen effluvio: vio si risolva spontaneamente.
emocromo, sideremia, ferritina, zinchemia,
protidogramma, glicemia, fT4, TSH, acido
folico, vitamina B12, VES.

E’ comunque interessante notare come dopo


il superamento di un grave telogen effluvio vi
sia sempre un periodo più o meno lungo, tal-
volta anche di anni, in cui, con grande soddi-

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

s fazione del paziente, cadono poch i s s i m i 0,25 mg/kg/die di prednisone. Anche l’ACTH
capelli perché tutti gli elementi in telogen e/o a dosi basse (0,5 ml ogni 5 giorni) può rivelar-
che si avviavano al telogen sono caduti. Il nor- si utile. Ovviamente quando fosse in gioco
male ciclo annuale è alterato, il numero di una malattia sistemica quale il lupus eritema-
anagen al tricogramma può superare il 95% . toso sistemico il dosaggio dovrà essere adegua-
to alla gravità. Nei casi nei quali una sintoma-
tologia a tipo Raynaud, una leucopenia o una
fotosensibilità facciano sospettare una condi-
zione di pre-lupus, si può tentare un ciclo di
clorochina, 500 mg/die, diminuendo il dosag-
gio appena possibile.

Nelle giovani donne è bene far attenzione alla


dieta. Ci può essere una anoressia nervosa o
un quadro similare o una dieta intrapresa per
dimagrire. Nel primo caso, difficilissimo da
gestire, è opportuno richiedere il parere di
uno psichiatra.

Fra le cause più frequenti di telogen effluvio


vi sono le anemie, anche sfumate. Occorre
fare molta attenzione alla emoglobina, all’e-
Nel telogen effluvio cronico, invece, è sempre matocrito, alla ferritina, alla vit B12, all’acido
opportuna una terapia. Di solito questi folico. Chi si occupa di tricologia deve cono-
pazienti hanno già affrontato una quantità di scere le forme principali di anemia.
trattamenti locali e generali e ne sono stati Altra causa frequente e spesso misconosciuta
delusi. Non è sufficiente, quindi, rassicurarli. è l’ipotiroidismo.
La prima cosa sarà sempre la ricerca della
causa (o delle cause) che ha provocato l’efflu-
vio per poterla risolvere quando possibile.

La terapia sintomatica del telogen effluvio, da


effettuare nella impossibilità o in attesa di
una terapia causale, è fondata sull’uso dei cor-
tisonici topici (in lozione) o/e per via genera-
le. Spesso anche una sola fiala intramuscolare
di 40 mg di metilprednisolone da risultati sor-
prendentemente buoni. Inizialmente dovreb-
be essere tentata l’applicazione locale di un
cortisonico a bassa/media potenza e possibil-
mente non fluorurato. La terapia per via
generale seguirà in caso di fallimento. Il
dosaggio non dovrebbe comunque superare

13
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Anemie mune, per la loro frequenza e la loro impor-


a cura di Fiorella Bini tanza, sono trattati successivamente dopo le
anemie.
Tutte le forme di anemia, qualunque ne sia 3) Anemie in corso di insufficienza renale: in
l’origine (l’anemia è un sintomo), possono questi pazienti va anche esclusa la carenza di
provocare, innescare o mantenere un telogen ferro perché possono coesistere perdite occul-
effluvio cronico. Molte forme di anemia sono te di sangue dal tratto gastroenterico edi fola-
tanto gravi da mettere l’effluvio su un piano ti che vengono rimossi dalla dialisi.
n et tamente secondario. Altre anemie più 4) Anemie aplastiche o da insufficienza
banali e comuni hanno nell’effluvio la conse- midollare.
guenza più clamorosa.
Anemie carenziali
Definizione Le anemie ferrocarenziali sono fra le più
Si parla di “anemia" tutte le volte che l’emo- comuni cause di telogen effluvio cronico e
globina si riduce sotto i 13 grammi % nell’uo- colpiscono sopratutto i bambini e le donne in
mo e 12 grammi % nella donna, a prescinde- età fertile. Possono essere provocate da caren-
re dal numero dei globuli rossi, di norma ze alimentari, emorragie acute o croniche,
5.000.000 nell’uomo e 4.500.000 nella situazioni infettive o tossiche.
donna. L'organismo trae la quota necessaria di ferro
Nell’anemia è comune la riduzione dell’ema-
tocrito, rapporto tra plasma e parte corpusco-
lata del sangue, normalmente 40 - 45% nei
maschi e 37 - 47% nelle donne.
L’anemia è un sintomo, non una malattia ed
il trattamento è subordinato alla definizione
della patologia di base.

Distinguiamo:
- Anemie da diminuita produzione di
globuli rossi;
- Anemie da aumentata distruzione;
- Anemie da perdita.

Anemie da diminuita produzione di dagli alimenti. Questi ne devono contenere


globuli rossi giornalmente da 20 a 50 milligrammi. La
parte assorbita si distribuisce nei vari organi
1) Anemie dovute a carenza di fattori nutri - e principalmente nella emoglobina che è la
zionali: ferro, vit. B12, folati, Vit. B6, protei- proteina trasportatrice dell'ossigeno nel san-
ne. gue.
2) Anemie secondarie a malattie endocrine: Il controllo del metabolismo del Fe è stretta-
i p ot i roidismo, insufficienza ipofisaria, mente e finemente regolato mediante molte-
Malattia di Addison, iperestrismo ecc. plici meccanismi sia a livello sistemico che
L’ipotiroidismo e la tiroidite cronica autoim- cellulare. Nonostante la sua abbondanza il

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ferro biologicamente disponibile è scarso e globuli rossi immaturi e di grandezza maggio-


tutti gli organismi utilizzano complesse strate- re del normale, sono originate da carenza di
gie per acquisirlo e conservarlo. Gli animali vitamina B12 spesso associata alla carenza
superiori lo assorbono dal cibo e hanno svi- nella dieta di proteine.
luppato molecole dedicate al suo accumulo: le La scarsità di questi nutrienti provoca questo
ferritine. Esse hanno il duplice ruolo di accu- tipo di anemia, denominata anche perniciosa
mulare, in forma compatta e biodisponibile, il per la sua gravità.
ferro intracellulare e di sequestrare il ferro
“libero”, potenzialmente tossico che, intera-
gendo con l'ossigeno, va a formare radicali
altamente reattivi. L'ipoferritinemia oltre a
rappresentare una situazione di anemia ipo-
cromica sembra determinare indirettamente
un'aumentata produzione di radicali liberi
con la conseguenza di accelerare i processi di
invecchiamento. Riteniamo che per una cor-
retta “salute tricologia” la ferritinemia non
debba scendere sotto i 25 ng/ml e consideria-
mo questo valore già un valore “limite” sotto
il quale è quasi inevitabile il verificarsi di un L’anemia da carenze di folati (B9) è simile alla
“effluvio in telogen cronico”. anemia perniciosa. Posta la diagnosi di ane-
Ricordiamo come in Tricologia tutti i micro- mia da carenza di folati occorre escludere il
nutrienti abbiano un range di normalità più contemporaneo deficit della Vit B12 perché
rist retto di quanto ci ha insegnato la in questo caso la somministrazione di soli
Medicina Generale. folati può peggiora re il qu a d ro anemico.
Questa anemia è comune nell’alcolismo, nel
La vitamina C (acido ascorbico) favorisce l'as- morbo celiaco, nella steatorrea idiopatica,
similazione del ferro e facilita la sintesi dell'e- nell’emodializzato, nelle anemie emolitiche
moglobina. croniche.

Le proteine sono essenziali per la sintesi di Anemie da insufficienza midollare


ferritina, trasferrina, emoglobina e non devo- - Anemia aplastica o arigenerativa: si caratte-
no mancare. rizza per pancitopenia o depressione della
serie rossa e/o bianca e/o piastrinica. Può
Le vitamine del complesso B necessarie alla verificarsi quale reazione tossica a diverse
formazione dei globuli rossi e della emoglobi- sostanze chimiche, a medicamenti (benzoli,
na sono la Vitamina B6 (piridoxina), la arsenobenzoli, anticonv u l s i vanti, chinino,
Vitamina B9 (acido folico) e la Vitamina B12 piramidone, solfoni, chemioterapici, radiazio-
(cobalamina). ni ionizzanti). E’ accompagnata da febbre e
Mentre la vitamina B12 è fornita solamente fatti settici concomitanti.
da nutrienti di origine animale, le altre due si Il laboratorio mostra emazie < 1.000.000, glo-
trovano anche nei vegetali. buli bianchi < 2.000/mm3, neutropenia e lin-
Le Anemie megalocitiche, caratterizzate da focitosi relativa;

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- Aplasia pura della serie rossa: si associa a


tumori timici nel 30 - 50% degli adulti. Sono
stati descritti anticorpi contro i precursori dei
globuli rossi.
- Anemie mielodisplastiche: dette anche ane-
mie refrattarie con eccesso di blasti, preleuce-
mia, sindrome dismielopoietica o mielosi eri-
tremica cronica. Hanno in comune una pri-
mitiva anomalia del midollo con disordine di
maturazione ed insufficienza a produrre un
adeguato numero di globuli rossi maturi.
- Anemia sideroblastica: è una condizione pre-
leucemica, anche se può essere ereditaria o
secondaria a farmaci o altre malattie (neopla-
sie, disordini del midollo, malattie infiamma-
torie).
- Anemie emolitiche enzimopeniche:
deficit di gl u c o s i o - 6 - fo s fa to deidrogenasi
Anemie da aumentata distruzione (G6PDH) è caratterizzato da crisi emolitiche
acute a seguito di episodi di ingestione o ina-
a) Anemie emolitiche dovute ad una accelera- lazione di pollini, di fave (favismo), di compo-
ta distruzione di globuli rossi per cause sti chimici ossidanti (acido acetilsalicilico, clo-
intrinseche al globulo stesso. ramfenicolo, trimethoprim, PAS, sulfametos-
b) Anemie emolitiche dovute ad una accelera- sipiridina, isoniazide, metildopa, ac. nalidixi-
ta distruzione di globuli rossi per cause estrin- co, piperazina ecc.). La crisi emolitica ha
seche al globulo. come sintomatologia malessere, brivido, feb-
bre, vomito, dolori addominali e lombari. Al
Anemie emolitiche per cause intrinseche al di fuori della crisi si ha ittero o subittero ed
globulo rosso anemia di varia gravità. La forma è frequente
in Sardegna.
- Anemie emolitiche congenite da alterazioni
della membrana del globulo rosso: - Emoglobinopatie:
sferocitosi ereditaria è dovuta alla carenza di anemia emolitica drepanocitica o a cellule fal -
una proteina, la spectrina, che consente un ciformi, trasmessa come carattere autosomico
assetto di membrana tra lipidi e proteine. Si recessivo, caratterizzata da drepanociti (ema-
caratterizza per anemia, ittero e splenomega- zie a falce) per la presenza di una emoglobina
lia, microsfe ro c i tosi, diminuita re s i stenza anomala (HbS dal 15 al 90%);
osmotica delle emazie, turricefalia, ulcere cro- anemia microdrepanocitica è dovuta ad una
niche alle gambe; doppia eterozigosi per il gene HbS e per quel-
ellissocitosi ereditaria: ha quadro clinico simi- lo della betatalassemia. Le crisi di falcizzazio-
le a quello della sferocitosi; le emazie hanno ne sono innescate da infezioni, acidosi, feb-
una forma ellittica, ed il colesterolo si colloca bre, ipossiemia. Si dovrebbe prevenire ogni
ai due estremi del globulo rosso. episodio febbrile con paracetamolo;

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Emoglobinuria parossistica notturna: è carat- Anemie emolitiche per cause estrinseche al


terizzata da episodi recidivanti di crisi emoli- globulo rosso
tiche acute con brividi, febbre, dolori ed emo-
globinuria che iniziano preva l e n temente Dipendono da fattori che agiscono al di fuori
durante il sonno e si accompagnano a compli- del globulo rosso (estrinseci) e ne determina-
canze trombotiche. E’ dovuta ad una partico- no la lisi (emolisi).
lare ipersensibilità alla lisi da parte del com-
plemento e caratterizzata da emoglobinemia, - Anemie emolitiche da prodotti chimici o da
emosideruria. farmaci: BAL, isoniazide, metildopa, blu di
metilene, chinino, acido ascorbico, PAS, aspi-
Talassemie: sono un gruppo di emoglobinopa- rina, furazolidone, piperazina, probenicid,
tie trasmesse con carattere autosomico domi- chinidina, penicillina, clorpromazina, clor-
nante caratterizzate da deficiente produzione propamide, fenacetina, insulina, sulfamidici
delle catene beta o alfa. ecc.
La talassemia maior o Morbo di Cooley è lega- - Anemie emolitiche da infezioni batteriche o
ta al gene disvitale in stato di omozigosi: l’e- infestazioni parassitarie.
moglobina è costituita da HbF in quantità Sono dovute ad attivazione del complemento
variabile dal 15 al 90%. La forma maior si ed alla produzione di emolisine e tossine bat-
caratterizza per un’anemia grave, con spicca- teriche varie in corso di setticemie ecc.
ta spleno-epatomegalia, ittero, anemia micro- - Anemie emolitiche autoimmuni.
citica ed ipocromica, emazie a bersaglio, eri- Rappresentano un gruppo importante di ane-
troblasti, emoglobina fetale in circolo. mie secondarie alla formazione di autoanti-
Radiologicamente le ossa del cranio sono corpi contro determinanti antigenici globula-
deformate (cranio a "spazzola") e così pure le ri; gli anticorpi sono detti “freddi” o “caldi”,
ossa lunghe perché il midollo (deputato alla a seconda della capacità di reagire a freddo o
eritropoiesi) è ipertrofico, mentre la corticale a caldo e di dare lisi.
è ridotta; la facies è caratteristica con zigomi Anticorpi "caldi", così definiti perché gli anti-
s p o rgenti, naso incava to, fro n te alta ecc corpi reagiscono a 37 °C con antigeni protei-
(facies orientaloide). ci e sono IgG, solo di raro IgA ed IgM: ciò
La talassemia minor o Morbo di Rietti-Greppi- accade a seguito di neoplasie del siste m a
Micheli (2 - 6% di HbF) e la talassemia mini - immunitario (linfoma di Hodgkin, collageno-
ma o microcitemia costituzionale, sono comu- vasculiti, LES).
ni condizione di portatore sano con emoglobi- Anticorpi "freddi", così definiti perché la rea-
na fetale (HbF) praticamente assente ma note zione avviene a freddo, cioè a 4°C. Sono
di ipocromia e subittero. L’emocromo mostra forme più rare. Fra queste l'emoglobinuria
l’alto numero dei globuli rossi ( > 5.000.000) parossistica a fri g o re di Donath e
di piccole dimensioni e la riduzione dell’emo- Landsteiner, dovuta ad un'emolisina presente
globina ( < 12 ). Le donne con anemia medi- nel siero e fissata sulle emazie che determina
terranea in forma minor hanno purtroppo crisi emoglobinuriche alle esposizioni al fred-
spesso capelli diradati e sottili. do, con dolori ossei e mialgie intense, diarrea,
vomito e disturbi vasomotori con vasospasmo
tipo fenomeno di Raynaud. Le urine sono
rosso sangue per la presenza di emoglobina. Il

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

test di Rosenbach (immersione della mano in rettorragia (sangue rosso vivo dal retto), per
acqua ghiacciata stretta da un laccio) provoca alterazioni organiche rettali, emorroidi, poli-
crisi emoglobinurica. pi, cancro, Morbo di Crohn, malattie infiam-
Anticorpi a freddo si possono avere nella gam- matorie intestinali, malattie del collagene,
mopatia monoclonale, nella mononucleosi enterocoliti.
infettiva, nelle infezioni da Mycoplasma pneu- Le forme di anemia dovute a sanguinamento
moniae. occulto sono frequenti ed insidiose. Se l’emor-
Anemie emolitiche acquisite acute da autoan- ragia non è evidente si può ricorrere a test
ticorpi possono seguire ad infezioni virali specifici come la ricerca del sangue occulto
(polmonite atipica primaria, mononucleosi nelle feci.
infettiva, influenza, malattia da coxsachie,
rosolia, varicella ecc.); neoplasie (linfomi), - la celiachia è causata da un danno alla
carcinomi metastatizzati del midollo, malattia mucosa dell’intestino provocato da una iper-
del collagene, LES. sensibilità al glutine alimentare, un compo-
Anemie emolitiche acqu i s i te cro n i che da nente di cereali come grano, segale, avena e
autoanticorpi insorgono in corso di patologie orzo. Il danno conduce a un alterato assorbi-
come tubercolosi, collagenopatie, cirrosi epa- mento degli alimenti.
tica, sarcoidosi. Nella maggior parte dei casi l'intolleranza si
Le indagini di laboratorio da effettuare per rende evidente nel bambino, dopo qualche
diagnosticare le anemie emolitiche sono mese dall'introduzione del glutine nella dieta,
- dosaggio dell'aptoglobina, che sarà ridotta; cioè tra i 6 mesi e l’anno e mezzo.
- test di Coombs diretto che ricerca nel siero Il quadro clinico esordisce con diarrea, vomi-
del paziente gli anticorpi adesi sulle emazie; to, anoressia, irritabilità, arresto della cresci-
- il dosaggio dell'emoglobina libera nel siero; ta o calo ponderale.
- l'emosiderinuria. Nelle forme che si manifestano tardivamente,
dopo il secondo - terzo anno di vita, la sinto-
matologia gastroenterica è più sfumata e in
Anemie dovute a perdita genere prevalgono altri sintomi quali il deficit
dell'accrescimento, il ritardo dello sviluppo
Possiamo avere perdite dal tubo digerente che puberale, i dolori addominali ricorrenti e l'a-
si manifestano con: nemia che non risponde alla somministrazio-
emottisi, (sputo di sangue, àima + ptiùo) per ne di ferro per via orale. Il quadro è sempre
emorragia dal faringe, varici esofagee, esofa- meno frequente grazie alla diagnosi sempre
go, trachea, bronchi, polmoni ecc; più precoce della malattia.
ematemesi (vomito di sangue di color caffè, La diagnosi si fa con la ricerca degli anticorpi
dal greco = aima + emesis dovuta a gastrite antigliadina e antiendomisio. Da poco tempo,
emorragica, ulcera gastrica, cancro dello sto- però, è possibile anche effettuare un test anco-
maco, duodenite, ulcera duodenale, varici ra più specifico: il dosaggio degli anticorpi
esofagee, esofagite emorragica ecc; per la transglutaminasi. Se gli anticorpi sono
melena (sangue nero digerito nelle feci, dal presenti, si conferma la diagnosi con il prelie-
greco = melanos + àima), significa che c’è san- vo di un frammento di mucosa intestinale nel
gue digerito nelle feci e la causa è da ricerca- corso di una endoscopia digestiva.
re in una emorragia digestiva del tratto alto; La celiachia non ha cure. La si può tenere

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

sotto controllo efficacemente attraverso l’eli- radiazioni, shock, ipotiroidismo, iposurrenali-


minazione del glutine dalla dieta. Una volta smo)
rimosso il glutine dalla dieta, entro alcune set- Un aumento degli eosinofili si avrà nelle ane-
timane, le infiammazioni dell'intestino tenue mie perniciose, leucemia eosinofila, morbo di
regrediscono. All'inizio può essere necessario Hodgkin, psoriasi, infestazioni da parassiti,
prendere integratori vitaminici e minerali per allergopatie, gastroenterite eosinofila.
aiutare a correggere le deficienze alimentari. - reticolocitemia: per valutare la presenza di
La guarigione e una significativa ricrescita reticolociti in circolo, espressione di rigenera-
dei villi avviene in parecchi mesi nei più gio- zione dei globuli rossi dopo un episodio emor-
vani e in 2 o 3 anni negli individui adulti. ragico o emolitico se l'organismo è in grado di
ripristinare la massa eritrocitaria circolante.
- Emorragie per alterazioni delle piastrine per Di norma i reticolociti sono il 2%, ma il loro
trombocitopenie e per porpora trombocitope- numero aumenta se vi è emolisi o emorragie.
nica idiopatica. - resistenze osmotiche: In condizioni normali
essa oscilla tra 0,45 e 0,35 per le soluzioni
sodio-cloruro, cioè il globulo rosso mantiene
Le indagini di laboratorio da effettuare per la sua integrità in queste situazioni limite,
caratterizzare una anemia sono: grazie ai sistemi di pompa di cui è dotato.
- esame emocromocitometrico completo: (per Tuttavia la resistenza osmotica aumenta nelle
valutare l’ematocrito, il tasso di Hb, il nume- sindromi talassemiche, nelle anemie drepano-
ro dei globuli rossi, dei globuli bianchi, le per- citiche, si riduce invece nelle anemie emoliti-
centuali di distribuzione tra granulociti, linfo- che acquisite, secondarie ad epatopatie, nelle
citi, monociti, eosinofili, ecc). neoplasie, nell’anemia perniciosa.
L’emocromo ci fornisce il numero dei globuli - VES: aumenta nelle anemie, nelle infezioni,
bianchi o leucociti e la loro ripartizione in nelle leucosi acute, nelle epatopatie con ipoal-
granulociti o polimorfonucleati (suddivisi in buminemia, nei tumori, dopo interventi chi-
basofili, eosinofili), linfociti e monociti; essi rurgici, durante la febbre; si riduce nelle poli-
sono mediamente 5.000 - 9.000 per l’uomo e globulie, nel morbo di Vaquez, nelle iperalbu-
4.000 - 7.500 per la donna e determinano la minemie.
formula leucocitaria così costituita: - bilirubina indiretta: aumenta nella emolisi
-granulociti neutrofili 55-70% in quanto è prodotta dal catabolismo della
-granulociti eosinofili 1-4% emoglobina.
-granulociti basofili 0,1 -1% - sideremia: di norma è di 65 - 185 micro-
-monociti 2-8% grammi %. Condizioni di iposideremia sono:
L’aumento dei granulociti neutrofili, si può insufficiente apporto di ferro con la dieta
avere nelle malattie dovute ad infezioni batte- ( ve getariani), disturbo dell’assorbimento,
riche da gram positivi, nelle suppurazioni splenectomia, malattie infettive, epatopatie,
(carie dentarie, tonsilliti ecc), nelle neoplasie, emorragie acute e croniche. Condizioni di
nell’infarto del miocardio, nelle ustioni, nelle ipersideremie sono l’emocromatosi, l’anemia
affezioni del polmone; perniciosa, la cirrosi epatica, le sindromi emo-
leucopenia si può avere nel Kala-azar, tuber- litiche congenite, l’ipertiroidismo.
colosi, malattie infettive come tifo, paratifo, - transferrina: la quota insatura è indica l’avi-
melitense, influenza, LES, ipersplenismo, dità con cui l’oganismo capta il ferro e si

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incrementa nelle anemie sideropeniche; la BIBLIOGRAFIA


forma satura rappresenta la quota di ferro nel
plasma; Aisen P., and Listowsky I.: "Iron transport and
- ferritinemia: rappresenta le forme di deposi- storage proteins" Ann Rev Biochem, 1980; 49,
to del ferro. 357 - 393.
- aptoglobina: si incrementa nelle forme emo-
litiche. Britton RS.: "Metal-induced hepatotoxicity"
- test di Coombs diretto ed indiretto: valuta la Semin. Liver Dis., 1996; 16, 3 - 12.
presenza do eventuali anticorpi nelle forme
emolitiche autoimmuni. Gordeuk V. R., Bacon B. R., and Brittenham
- dosaggio della Vit. B12 e dell’acido folico: G. M.: "Iron overload causes and consequen-
permette la diagnosi nelle forme macrociti- ces" Ann Rev Nutr, 1987;. 7, 485 - 508.
che.
Harrison, P. M., Arosio P.: Iron Sto ra ge
Proteins: "molecular properties and cellular
Cenni di terapia regulation" Biochim Biophys. Acta., 1996;
Non esiste una terapia unica per tutte le ane- 1275: 161 - 23.
mie.
La somministrazione di ferro è essenziale Pietrangelo A.: "Metals, oxidative stress and
nelle forme ferrocarenziali è invece sconsiglia- hepatic fibrogenesis" Semin. Liver Dis., 1996;
ta nelle forme emolitiche. Nelle forme macro- 16, 1 3 - 29.
citiche e/o megaloblastiche si somministrano
Vit B12 (1000 gamma/die per brevi periodi)
ed acido folico (1 - 5 mg/die).
Nelle anemie croniche gravi, per es. la talasse-
mia maior, è indicata la somministrazione di
emazie concentrate, talora associando plasma
o albumina; nei bambini con rischio di infe-
zione da citomegalovirus o nei pazienti che
hanno avuto reazioni trasfusionali (orticarie e
febbre) si impiegano emazie congelate; le
emazie lavate sono impiegate nei pazienti che
hanno avuto ipersensibilità verso i componen-
ti plasmatici.
Nelle forme autoimmuni si impiegano gli
immunosoppressori (ciclosporina); si ricorre
talora alla splenectomia o al trapianto di
midollo.
I cortisonici sono usati nelle anemie aplasti-
che refrattarie.
I chelanti di ferro si impiegano, nelle forme
dove c’è ipersideremia e rischio di emosidero-
si.

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Ipotiroidismo Per la carenza di tiroxina anche la globulina


legante il testosterone nel sangue, SHBG pro-
L’ipotiroidismo può essere la conseguenza di dotta dal fegato sotto stimolo tiroideo, dimi-
una tiroidite, di un intervento chirurgico, di nuisce e diminuisce anche la sua affinità per
una terapia radiologica. Nell’ipotiroidismo il testosterone, pertanto una maggiore quanti-
cronico franco la cute e gli annessi cutanei tà di ormone si ritrova libero nel sangue con
sono fra le strutture che vengono compromes- la possibilità di trasformarsi in diidrotestoste-
se. La cute è pallida e secca. Le unghie sono rone. Questo meccanismo patogenetico, ipo-
fragili e sottili. I capelli anch'essi fragili, sec- tizzabile solo in presenza di ipoproteinemia,
chi e sottili, si diradano cadendo in telogen rappresenterebbe la causa dell'ipertricosi e
ma senza determinare mai una vera calvizie della perdita androgenetica dei capelli che
(effluvio cronico in telogen da ipotiroidismo). comunque può manifestarsi solo in presenza
E’ descritta come caratteristica la perdita di ereditarietà per alopecia androgenetica.
della metà temporale delle sopracciglia e la
rarefazione dei peli ascellari e pubici. In un soggetto sano questo meccanismo pato-
genetico lega to all’aumento della fra z i o n e
libera del testosterone è comunque assai poco
importante nel determinare alopecia perché,
in condizioni fisiologiche, la capacità di lega-
me della SHBG è tale da essere sempre lonta-
na dalla saturazione. Inoltre la sua affinità
per il testosterone è talmente elevata che lega
circa il 99% dell'ormone ed aumentarla o
diminuirla di poco non modifica di fatto la
disponibilità della frazione libera. La frazione
libera del testosterone è, nei soggetti sani,
sempre funzione del suo valore totale (intorno
all’1%), non hanno quindi alcuna logica gli
esami di valutazione del testostrone libero e
della SHBG. Diversa è la situazione in pazien-
ti ipoproteinemici o disprotidemici. Un dosag-
Nell’ipotiroidismo è costante l’ipercolesterole- gio della testosteronemia, se le proteine sono
mia e frequente l’ipoproteinemia. Vi è inoltre nella norma, ci dà anche il valore della frazio-
anemia ferrocarenziale ed ipozinchemia, da ne libera dell'androgeno.
sole sufficienti a giustificare l’effluvio.
L’effluvio si manifesta anche perché la tiroxi- L'alopecia nell’ipotiroidismo ha un decorso
na, per la sua azione sui fattori di crescita, molto lento e graduale e colpisce diffusamen-
svolge un ruolo essenziale nelle prime fasi di te tutto il cuoio capelluto sotto forma di
crescita del capello (anagen 1 - 2). "effluvio cronico". Al tricogramma si osserva
TRH e TSH sono molto alti. La prolattina alta un aumentato numero di bulbi distrofici e/o
per effetto dei valori elevati di TRH stimola la in telogen, il che significa che la fase di cresci-
surrene alla produzione di androgeni conver- ta attiva dell'anagen è ridotta, così un nume-
tibili in testosterone. ro sempre maggiore di capelli passa alla fase

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

catagen e quindi alla fase telogen in un tempo qualvolta osserviamo pazienti, specie di sesso
più breve del normale. Questa situazione defi- femminile, affetti da alopecia a tipo androge-
nisce il telogen effluvio cronico. Clinicamente netico o da ipotrichia diffusa a tipo telogen
i capelli appaiono ruvidi, secchi e fragili. Tale effluvio cronico, richiediamo di routine fra i
aspetto è probabilmente dovuto anche ad una vari esami anche il dosaggio del fT4, il TSH e
alterata secrezione sebacea. la colesterolemia.

L'ipotiroidismo subclinico è uno stato asinto-


matico in cui l'iperstimolazione tireotropini-
ca, secondaria a riduzione dei livelli circolan- BIBLIOGRAFIA
ti di ormoni tiroidei, garantisce un apparente
eutiroidismo. Talvolta vi è iperplasia della Apajalahti L.: "Uber die wirkung der thyreoid-
tiroide cun un gozzo più o meno evidente. behandlung auf die haut der myxodemkindes:
Talvolta questi pazienti hanno come unico histologische untersuchungen" Acta Soc Med
segno l'ipercolesterolemia. Inoltre l'assorbi- Fenn Duodecim SB 1983; 15: 1.
mento intestinale di metalli come ferro,
zinco, magnesio, rame, calcio e di vitamine Butcher E.O.: "The effects of iritans and tiro-
come la B12 ed i folati è rallentato, con con- xin on the hair growth in albino rats" Am J
seguente anemia sideropenica e talvolta con Physiol 1940; 127: 553.
caratteri di macrocitosi (anemia pseudo per-
niciosiforme). Emperaire J.C.: "Manuale di endocrinologia
In questi soggetti sono spesso presenti anticor- ginecologica" edizione italiana, edizione ita-
pi anti TG (anti tireoglobulina) e/o soprattut- liana CO-FE-SE, Palermo, 1988: 111.
to anti TPO (anti perossidasi microsomiale
tiroidea). I livelli di TSH sono di norma eleva-
ti in condizioni basali e, se non lo sono, pre-
sentano una iper risposta allo stimolo con
TRH. I livelli di ormoni tiroidei sono spesso
ancora nella norma, sia pur nella fascia dei
valori bassi. La prolattina è frequentemente
elevata come conseguenza dei valori alti di
TRH. Frequentemente elevato è il colesterolo.
L'effluvio è conseguenza della anemia e della
ridotta attivazione dei fattori di crescita.

Si può porre diagnosi di ipotiroidismo dosan-


do l'ormone stimolante la tiroide (TSH) e la
tiroxina (T4). Un ipotiroidismo primitivo è
caratterizzato da alti valori plasmatici di TSH
e bassi o normali di T4. I valori plasmatici
normali di T4 sono compresi fra 5 e 12 mg/dl
o 65 - 155 nanomoli/L. I valori normali di
TSH sono compresi fra 0,5 e 4 mU/L. Ogni

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La tiroidite cronica autoimmune antigeni tiroidei che darebbero origine ad


una cro s s - reazione. Un ' i p otesi altern a t i va
Nel 1912 Hashimoto descrisse i casi clinici di sostiene che le cellule tiroidee presentano
quattro donne nelle quali la tiroide appariva alcune loro proteine intracellulari ai linfociti
notevolmente ingrandita ed istologicamente T helper. Il meccanismo alla base della inizia-
trasformata in tessuto linfoide. Diede a tale le attivazione dei linfociti T in tale modello
affezione il nome di "struma linfomatoso". Al non è chiaro. Comunque attivati i linfociti T
tempo, in queste pazienti, non si riscontrava- possono stimolare i linfociti CD4 alla produ-
no altre alterazioni. Solo dopo 40 anni si pote- zione di anticorpi. I tre antigeni target per la
rono rilevare in analoghi pazienti anticorpi risposta immune sono: la tireoglobulina (pro-
antitiroide e attualmente si conosce la malat- teina di deposito degli ormoni tiroidei), la
tia, primariamente descritta da Hashimoto, perossidasi tiroidea (enzima limitante nella
come "tiroidite cronica autoimmune". sintesi di T3 e T4) ed il recettore per il TSH.
Clinicamente la tiroidite può essere caratte- Il ruolo principale nella distruzione del tessu-
rizzata sia dalla presenza di un voluminoso to tiroideo è giocato senz'altro dall'azione cito-
gozzo sia da una tiroide atrofica ridotta di tossica diretta dei linfociti CD8 killer recluta-
volume e di consistenza aumentata. ti dai linfociti CD4. Comunque, anche gli
Entrambe le forme comunque sono caratte- autoanticorpi potrebbero essere responsabili
rizzate dalla presenza nel siero di autoanticor- dell'ipotiroidismo.
pi rivolti contro antigeni tiroidei e da vari L'autoimmunità tiroidea è familiare. Più del
gradi di disfunzione ormonale. 50% dei parenti di primo grado di soggetti
La tiroidite autoimmune è una patologia rela- affetti da tiroidite cronica autoimmune pre-
tivamente frequente. Colpisce preferenzial- senta anticorpi antitiroide.
mente (5/1) il sesso femminile e viene di soli- Un ruolo importante nella genesi della tiroidi-
to diagnosticata tra i 30 e i 60 anni. In uno te di Hashimoto è giocato dall'apporto iodico.
studio autoptico condotto negli Stati Uniti ed La prevalenza è più alta nei paesi con maggio-
in Inghilterra risulta che quasi il 45% delle re apporto come gli Stati Uniti ed il Giappone.
donne ed il 20% degli uomini presenta vari La supplementazione di iodio può inoltre
gradi di tiroidite autoimmune. La tiroidite indurre un ipotiroidismo transitorio e reversi-
autoimmune anche subclinica è la più fre- bile poiché viene inibita la biosintesi ed il rila-
quente causa di ipotiroidismo nell'adulto. La scio dell'ormone e aumentata l'autoimmunità
presenza di anticorpi antitiroide e TSH eleva- tiroidea. La terapia con amiodarone ad esem-
to è fortemente predittiva di un successivo svi- pio è una causa frequente di ipotiroidismo
luppo di ipotiroidismo franco. indotto dallo iodio che è presente nella mole-
Il processo autoimmune inizierebbe con l'atti- cola farmaceutica in percentuale del 35%.
vazione di linfociti CD4+ o helper, da parte di Anche il litio può determinare un ipotiroidi-
linfociti T specifici per gli antigeni tiroidei. smo transitorio in 1/3 dei pazienti, con o
Attualmente esistono due ipotesi sulla genesi senza anticorpi antitiroide, mediante un mec-
della attivazione dei linfociti CD4. Secondo canismo inibitorio diretto sul rilascio degli
alcuni autori una iniziale infezione causata ormoni tiroidei. Anticorpi antitiroide possono
da virus o batteri contenenti proteine simili ritrovarsi in numerose altre condizioni clini-
alle proteine tiroidee determinerebbe l'attiva- che: pazienti affetti da cancro, malattie mielo-
zione di cloni di linfociti helper specifici per p ro l i fe ra t i ve, sindromi mielodisplast i che e

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particolarmente interessante è il caso dei sti presenta segni di ipotiroidismo subclinico


pazienti affetti da epatite virale trattata con e una buona percentuale (dal 5 al 10%) ha un
interferone alfa che nel 20% dei casi sviluppa- ipotiroidismo manifesto che necessita di trat-
no anticorpi antitiroide e nel 5% vanno incon- tamento farmacologico. Altri segni di labora-
tro ad ipotiroidismo. torio sono la VES elevata, un'ipergammaglo-
Il gozzo tipico della tiroidite autoimmune è bulinemia policlonale, una gammopatia
caratterizzato da un diffuso infiltrato linfoci- monoclonale ed anche anticorpi antinucleo.
tario con rari centri germinativi. I follicoli Le indagini strumentali non sono in realtà
tiroidei sono ridotti di grandezza, contengono necessarie nella diagnosi di tiroidite cronica
colloide dispersa e sono circondati da fibrosi. autoimmune e vengono eseguite solo per lo
Le singole cellule follicolari appaiono con studio di un gozzo.
ampio citoplasma roseo contenente granuli L'ecografia tiroidea conferma la diagnosi già
(trasformazione ossifila) e prendono il nome fatta con le indagini di laboratorio. Gli aspet-
di cellule Askanazy. ti ecografici sono quelli di un'aspecifica ipoe-
I pazienti affetti da tiroidite cronica autoim- cogenicità e disomogeneità del parenchima
mune, con o senza gozzo, presentano i segni ghiandolare, un ingra n d i m e n to diffuso in
clinici dell’ipotiroidismo. La maggior parte di caso di gozzo e una riduzione del volume
loro riferisce una sensazione di fastidio nella tiroideo nelle forme atrofiche.
regione tiroidea. Nella classica tiroidite di L'esame scintigrafico e la captazione possono
Hashimoto la tiroide risulta diffusamente indurre in errore poiché si possono avere dei
ingrandita, di consistenza aumentata e con quadri simili al morbo di Graves, al gozzo
superficie irregolare. In più del 13% dei casi, multinodulare e al nodulo autonomo. La cap-
particolarmente negli anziani, l'estrema fibro- tazione del radionuclide è caratteristicamente
si può esitare in un voluminoso gozzo che può normale o elevata nei pazienti con tiroidite
essere confuso con una patologia maligna. autoimmune con gozzo, persino in presenza
Il sospetto clinico di tiroidite cronica autoim- di ipotiroidismo, mentre nelle tiroiditi sub-
mune deve essere confermato dalla presenza acute o silenti senza gozzo la captazione è
di anticorpi antitiroide nel siero e dai valori bassa.
del TSH. In quasi il 60% dei pazienti affetti si L'agoaspirato è indicato nei casi in cui ci sia il
ritrovano anticorpi antitireoglobulina (TGAb) sospetto di carcinoma.
e nel 95% anticorpi antiperossidasi (TPOAb) Poiché i pazienti con tiroidite cronica autoim-
associati o meno al dato clinico di gozzo e mune sviluppano spesso un ipotiroidismo
segni di ipotiroidismo. Il titolo anticorpale, subclinico o conclamato la terapia deve mira-
inoltre, tende ad essere più elevato nelle re essenzialmente alla correzione di quest'ul-
forme di tiroidite atrofica autoimmune che in timo. Tutti i soggetti affetti vengono general-
quelle con gozzo. Bassi titoli di anticorpi anti- mente trattati con L-tiroxina (Eutirox) il cui
tiroide possono ritrovarsi anche nel siero di dosaggio va aggiustato monitorando i valori
pazienti affetti da altre patologie tiroidee ma del TSH fino a ristabilirli entro il range della
l'alta positività degli anticorpi antiperossidasi normalità (0,5 - 4,0), talvolta vengono utilizza-
offre praticamente la certezza che si tratti di ti farmaci immunosoppressori e corticosteroi-
tiroidite autoimmune. Circa il 50 - 75% dei di. Il dosaggio dell’fT4 può essere utile all'ini-
soggetti con positività agli anticorpi TPOAb / zio della te rapia perché qu e sto aumenta
TGAb sono eutiroidei ma il 25 - 50% di que- prima che il TSH si normalizzi e poi, nelle

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fasi successive, è indice della compliance del L’ALOPECIA AREATA


paziente al trattamento.
La terapia con L-tiroxina si accompagna alla Cenni storici
normalizzazione del TSH, alla riduzione del a cura di Roberto D'Ovidio
gozzo e del titolo anticorpale. La dose del far-
maco va stabilita a seconda dell'età del pazien- La “storia” dell'alopecia areata; storia profon-
te, del peso corporeo ed in base alla presenza damente legata a quella della medicina e in
di alcune controindicazioni re l a t i ve. Ne i part i c o l a re al nascere della derm atologi a
pazienti anziani e nei cardiopatici il tratta- quale arte coltivata da medici e non (già da
mento va iniziato ed aumentato lentamente allora!), nel tentativo di carpire, intuire, attra-
per evitare la slatentizzazione o la riacutizza- verso gli sfoghi della pelle, le tribolazioni
zione di una cardiopatia ischemica. Ci sono d e gli umori inte rni di ciascun individuo.
molte buone motivazioni a favore del tratta- Medici, addirittura specializzati in “malattie
mento dei pazienti anziani con ipotiroidismo della testa” (indicati dai Greci come iatroi
anche subclinico: kefalés) sono segnalati già nell'antico Egitto. A
- la sintomatologia di un lieve ipotiroidismo Tee sono stati scoperti papiri medici risalenti
migliora nel 50% dei pazienti trattati con L- al 1550 a.C. nei quali vengono descritte
tiroxina, malattie della pelle identificabili con suffi-
- il metabolismo lipidico, quasi sempre altera- ciente attendibilità e fra queste si descrive già
to, viene migliorato, l'alopecia areata. Il primo ad adoperare il ter-
- la contrattilità cardiaca, ridotta nell'ipotiroi- mine “alopecia” fu il grande Ippocrate, nato
dismo subclinico, si normalizza con la tera- a Coo intorno al 450 a.C. A lui, peraltro, si
pia, deve gran parte della terminologia dermatolo-
- il 25% dei pazienti trattati è più attivo men- gica tuttora adottata (ectima, lichen, psoriasi,
talmente, esantemi ecc...). Conoscito re dell'opera di
- i livelli di FT4 anche se normali potrebbero Ippocrate, e suo degno successore, fu Aulo
non essere sufficienti per quel particolare Cornelio Celso, che prestava la sua opera di
individuo. medico a Roma negli anni a cavallo della
nascita di Cristo. Celso fu autore di un tratta-
BIBLIOGRAFIA to, il “De Re Medica”, di capitale importanza
per la medicina in generale e per la dermato-
G reen W.L.: "The Thy roid" Elsevier, New logia in particolare, nei cui libri IV e V viene
York, Amsterdam, London, 1987. descritta l'alopecia areata, nella varietà ofiasi-
ca, e viene già distinta dal defluvio. Seguì una
Landerson P.W.: "Diseases of the Thyroid battuta d'arre sto poiché la medicina del
Gland" "Clinics in Endocrinology and Medio Evo non conobbe l’opera di Celso.
Metabolism" 1985, 14, 145. Bisogna arrivare al Rinascimento per ritrova-
re le tracce dell’alopecia areata o area di
Mc Gregor A.M.: "Immunology of Endocrine Celso, come veniva chiamata all'epoca. Fu
Diseases" MTP Press, Lancaster, 1986. Nicolò V, Papa dal 1471 al 1484, a riscoprire
e divulgare il “De Re Medica”. In quegli anni
Toft A.D.: "Hyperthy roidism" "Clinics in un famoso dermatologo di Ferrara, tale
Endocrinology and Metabolism" 1985, 14, (2). Giovanni Mainardi, cultore in special modo

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

delle malattie del cuoio capelluto, tenne a sot- del cuoio capelluto con o senza perdita di
tolineare la differenza tra l'area celsi, vera capelli. La varietà con perdita di capelli pren-
malattia, e l'alopecia “volgare” (la nostra alo- de il nome di porrigo tonsoria o decalvante.
pecia androgenetica) nella quale i capelli Nel descrivere questa forma, l'autore crea una
cadono, scrisse il Mainardi, probabilmente certa confusione poiché da un lato sottolinea
per scarsità di “umori”. A metà del 1600 la presenza di numerosi casi negli ospizi e in
nasce il microscopio e Marcello Malpighi fu il molti collegi di Parigi (la famosa epidemia di
primo a studiare la pelle con questo nuovo tigna micro s p o rica) e aggiunge che fo rs e
strumento. Negli anni successivi egli e altri Celso abbia voluto comprendere queste (le
cercarono di carpire il segreto delle malattie porrigini tonsorie) in un genere da esso crea-
dermatologiche analizzando capelli, squame, to col nome di area. Dall'altra lo ste s s o
forfore. Nel 1840 si verifica in Francia una Alibert, nel descrivere l'area celsi, paragona il
epidemia scolastica di perdita di capelli a cuoio capelluto dei pazienti a terreni sterili
chiazze. La malattia venne descritta dal der- simili alle lande (pianura prevalentemente
matologo Cazenave che la chiamò: “herpes sabbiosa con scarsa vegetazione) dove non
tonsurans capillitii”. Fu David Gruby, unghe- può crescere nulla, conseguenza di qualche
rese, di stanza a Parigi e fanatico microscopi- malattia linfatica o l'effetto di una certa nutri-
sta, a descrivere le spore di un fungo (il micro- zione anormale. E' necessario sottolineare,
sporum) in questa particolare forma di alope- d'altro canto, che, a quell'epoca, la spinta
cia. Si trattava di una epidemia di tigna all'osservazione microscopica porta tutti a tro-
microsporica (cioè di un’ infezione provocata vare, a torto o a ragione, funghi dappertutto e
da un fungo, il microsporum appunto, che si non solo nell'alopecia areata. Il fungo consi-
manifesta con perdita di capelli a grandi derato causa, a torto, dell'alopecia areata non
chiazze circolari), ancora sconosciuta in è altro che il Pityrosporum, agente causale
E u ropa e ve ro s i m i l m e n te importata dalle della pitiriasi versicolore. Ma affinché si chia-
colonie francesi del sud-est asiatico dove la risca tutto ciò è necessario arrivare ai primi
malattia era endemica (cioè presente e cono- anni del 1900. Il fatto di aver dimostrato in
sciuta da tempo) dai figli degli amministrato- modo inequivocabile la natura non infettiva
ri e dei diplomatici. Cosa c'entra l'alopecia della malattia non apporta certo elementi di
areata in tutto ciò? Nel descrivere il fungo, il chiarimento. In tutti i trattati di dermatologia
Gruby, con una frase infelice, collegò l'epide- degli anni 40 e 50 si fa riferimento, in tema
mia di herpes tonsurans con “una certa varie- di patogenesi, ad un ipotetico spasmo (restrin-
tà decalvante detta area di Celso”. Ancora nei gimento) dei vasi sanguigni nelle zone colpite
primi anni del 1800 l'alopecia areata stenta dalla perdita dei capelli, associato a fattori
ad avere una ben precisa collocazione. Nel generali quali disfunzioni della tiroide o del-
“Trattato comp i u to delle malattie della l'ipofisi o delle ghiandole genitali o del timo.
pelle”, scritto dal Barone Alibert (allora medi- Secondo un illustre dermatologo dell'epoca
co in capo del parigino ospedale di San Luigi) un buon numero di casi, specialmente quelli
e tradotto in italiano nel 1835, si fa cenno più gravi, potevano essere la risultante di una
all'alopecia areata nel capitolo delle dermato- pregressa sifilide congenita. Negli anni 60 le
si tignose, cioè: “di quelle eruzioni aventi per conoscenze in campo immunologico ci offro-
special sede il derma capelluto” con riferi- no una nuova e più circostanziata chiave di
mento alle porrigini, cioè alle infiammazioni lettura di tante malattie, alopecia areata com-

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presa, ma questa è un'altra storia ... Il ruolo svolto da fattori emotivi e caratteriali
è ancora discusso. e molti pazienti presentano
Generalità sulla alopecia areata sicuramente tratti nevrotici della personalità
L’alopecia areata è molto frequente, ha spesso di gravità variabile. La nostra personale espe-
remissione spontanea ed è caratterizzata dalla rienza ci fa affermare che questi pazienti
improvvisa comparsa di chiazze prive di peli, hanno spesso disturbi del sonno e comunque
di forma per lo più rotondeggiante, di nume- dormono molto poco, anche se talvolta sono
ro e di dimensioni variabili. Non mostra par- re stii ad ammet te rlo. L’alopecia are a ta è
ticolare predilezione di sesso e colpisce comune in chi lavora la notte come i guardia-
s o p ra t t u t to soggetti di razza caucasica ed ni notturni e i disc jockey ed è comunissima
orientale. L’alopecia areata può esordire a in chi per lavoro altera continuamente il
qualsiasi età, ma sembra più frequente nel- ritmo giorn o - n ot te, luce-buio, sonno-veglia
l’infanzia e nella adolescenza, comune nell’e- come i turnisti in terza o in quinta; tanto che,
tà adulta e rara nell’anziano. a nostro parere, potrebbe configurarsi come
malattia professionale.

Negli ultimi decenni numerosi dati clinici e


sperimentali hanno mostrato la sensibilità del
sistema immunitario nei confronti di eventi
emozionali e stressanti e la possibilità che
questi possano influenzare sia l’immunità cel-
lulomediata che anticorpomediata.
L’eziologia della malattia è ancora ignota.
Esiste indubbiamente una pre disposiz io ne E’ difficile capire perché l’alopecia è areata! Il
genetica familiare e nei gemelli monozigoti si follicolo è tanto più suscettibile ad una noxa
presenta solitamente alla stessa età e con gli patogena quanto maggiore è la sua attività
stessi aspetti clinici. mitotica. L’evento patogeno che provoca la
E’ stata sottolineata la alta frequenza di anti- caduta di capelli nella alopecia areata colpi-
geni del sistema maggiore di istocompatibili- sce solo i follicoli in anagen, che è la fase più
tà, HLA-DR4 e HLA-DR5 in pazienti affetti vulnerabile del ciclo.
da alopecia areata (Orecchia G.). Il sottotipo Nella alopecia areata si osserva che i follicoli
DPW4 sembra rap pre s enta re il substrato colpiti mantengono l’attività ciclica senza
genetico per una maggiore suscettibilità ad però riuscire a completare la loro fase di cre-
ammalarsi di forme gravi. scita (Messenger A.G.). Si è ipotizzato che l’a-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

lopecia areata colpisca solo i follicoli che si Studi di immunofluorescenza diretta hanno
trovano simultaneamente in quella sottofase dimostrato la presenza di depositi granulari
dell’anagen con la più alta attività mitotica. di C3, in minore misura IgG e IgM, lungo la
La distribuzione topografica dei follicoli in membrana basale della porzione inferiore dei
questa fase, al momento dell’evento patogeno, follicoli piliferi di molti pazienti: questi depo-
condizionerebbe la fo rma della chiazza siti sono più facilmente osservabili al bordo
(Rebora A.). delle chiazze. Depositi simili, interessanti
Questa ipotesi è suffragata dal riscontro clini- però soprattutto la parte infundibolare, sono
co che l’alopecia areata è rara nei pazienti però dimostrabili anche in pazienti affetti da
con alopecia androgenetica, nei quali l’ana- defluvio androgenetico e pertanto rimane
gen è di breve durata ed il ciclo follicolare dubbio se siano veramente espressione di una
accelerato. azione lesiva verso il follicolo o solo un epife-
nomeno della normale regolazione del ciclo
Oggi si è propensi a ritenere che l’alopecia follicolare (Bystryn J-C.).
areata sia fondamentalmente una malattia
autoimmune a patogenesi autoanticorpale e
cellulomediata. Lo studio della immunità cellulomediata nei
A sostegno di questa ipotesi, si citano nume- pazienti con alopecia areata mostra variazioni
rosi dati: sia del numero totale dei T linfociti che delle
sottopopolazioni linfocitarie nel sangue peri-
1) l’alopecia areata non è una malattia stretta- ferico.
mente limitata al follicolo pilifero; L’infi l t ra to peri b u l b a re è cost i t u i to quasi
2) i pazienti con alopecia areata hanno spesso esclusivamente da T linfociti con un aumento
autoanticorpi circolanti; del rapporto T helper/T suppressor. Il rappor-
3) i reperti istologici mostrano la presenza di to Th/Ts è particolarmente alto nelle fasi di
un infiltrato infiammatorio linfocitario di attività della malattia.
aspetto “aggressivo” verso i follicoli affetti La composizione dell’infiltrato si modifica
dalla malattia; nelle chiazze che non sono più in fase di atti-
4) è descritta l’associazione dell’alopecia area- vità o che rispondono alla terapia (Orkin M.).
ta con tutte le patologie autoimmuni. Molti linfociti T dell’infiltrato sono attivati ed
esprimono gli antigeni DR.
E’ quindi plausibile che i linfociti attivati pos-
Le malattie associate a patogenesi autoimmu- sano “aggredire” i cheratinociti della matrice
ne che più frequentemente si accompagnano del bulbo innescando il processo patologico.
alla alopecia are a ta sono: la tiro i d i te di I linfociti T attivati hanno capacità di rilascia-
Hashimoto, la vitiligine, il diabete mellito di re linfochine come: interferone gamma, fatto-
tipo I°, il morbo di Haddison, l’anemia emoli- re alfa di necrosi tumorale, tra n s forming
tica autoimmune, la gastrite cronica atrofica. growth beta factor. Queste linfochine, che ini-
I pazienti con alopecia areata presentano biscono la proliferazione dei cheratinociti in
spesso alterazioni dell’immunità umorale con vitro, potrebbero in vivo agire sulle cellule
presenza di autoanticorpi circolanti organo e della matrice arrestando le mitosi
non organo specifici, in particolare antimu- (Baadsgaard O.).
scolo liscio, nel 40% dei casi (Tosti A.).

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

Un quesito tuttora irrisolto è quale sia, a livel- ipotesi ci permette di comprendere come una
lo follicolare, la cellula target della malattia. alopecia areata possa svilupparsi in poche
Alcuni autori ritengono che la noxa colpisca ore, fatto non conciliabile, a nostro parere,
primitivamente i cheratinociti della matrice con una stretta patogenesi autoimmunitaria.
che danno origine alla corteccia del pelo I capelli (o i peli) colpiti dalla malattia, dopo
(Messenger A.G.). la distruzione del sistema di ancoraggio delle
Altri autori ritengono possibile un ruolo dei guaine, cadono sia in anagen che in catagen
melanociti. Questa ipotesi spiegherebbe la pare cioè che i capelli tentino, senza riuscirci,
maggiore re s i stenza alla malattia dei peli di “rifugiarsi in telogen”, stadio i cui la noxa
bianchi. I melanociti sono presenti a livello patogena all’origine della malattia non può
della matrice del pelo solo durante la fase ana- più colpirli. Questo è in accordo con le osser-
gen, scompaiono quando il follicolo entra in vazioni istologiche che mostrano un netto
catagen, rimangono assenti durante tutto il aumento della quota dei capelli catagen al
telogen e diventano nuovamente evidenti solo bordo di espansione di una alopecia areata.
alla ripresa dell’attività follicolare in coinci- L’autoimmunità entrerebbe in gioco successi-
denza con l’anagen 4°. E’ ipotizzabile un vamente, nella cronicizzazione della malattia.
“dialogo” paracrino fra cheratinociti e mela- Se questo non avviene abbiamo un telogen
nociti, la cui funzionalità verrebbe vicende- effluvio.
volmente attivata. Questo aiuta anche a capi-
re perchè i peli ricrescono bianchi all’inizio
della fare di risoluzione della alopecia areata
(Messenger A.G.).
Alcuni autori ritengono che le cellule endote-
liali del plesso vascolare possano essere primi-
tivamente colpite dal processo autoimmune
(Nickoloff B.J.) che determina la malattia con
passaggio dei leucociti mononucleati dai vasi
agli spazi perivasali.
L’ipotesi che l’alopecia areata sia una condi-
zione che colpisce primitivamente la papilla
dermica è invece suggerita dal riscontro di
alterazioni nei proteoglicani della matrice L’esordio della alopecia areata è caratteristi-
extracellulare della papilla nei follicoli colpiti camente acuto e questo fatto è, come già
(Mc Donagh A.J.G.). detto, in contrasto con l’ipotesi di una patoge-
Personalmente riteniamo che il target della nesi autoimmune “pura” della malattia.
malattia possa essere il cheratinocita o una
proteina della guaina epiteliale interna e che Il paziente, o spesso chi gli vive vicino o il par-
il danno primitivo da cui origina l’alopecia rucchiere, si accorge della comparsa di una o
areata possa essere di natura metabolica. Solo più chiazze tipicamente “areate”, completa-
successivamente, per la presentazione di anti- mente prive di peli, circolari o ovalari. La
geni prima coperti, si innescherebbe il feno- cute non presenta alterazioni ma talvolta può
meno autoimmune cellulomediato che deter- apparire leggermente depressa, simil atrofica,
minerebbe la cronicizzare la malattia. Questa oppure, al contrario, edematosa e leggermen-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

te eritematosa. in 1 - 2 settimane; questi stessi una volta


Le chiazze di alopecia areata possono interes- estratti, per la loro tipica forma, vengono detti
sare qualsiasi zona del corpo ma sono più fre- “a punto esclamativo”: si tratta di elementi
quenti al cuoio capelluto ed alla barba, zone anagen distrofici o catagen, risultati da una
più coinvolgenti emotivamente. alterazione transitoria del processo di cherati-
nizzazione e sono patognomonici della alope-
cia areata.

Tipico anche il “pelo cadaverizzato” che


appare come un punto nero sulla cute alope-
cica. Si tratta di un pelo che non supera l’o-
stio follicolare. Quando la malattia è in fase di
risoluzione sono visibili, nelle chiazze, gli osti
follicolari aperti.

Seppure raramente la alopecia areata può


interessare solo le ciglia, le sopracciglia ed il
pube, zone cioè con anagen di breve durata e
catagen/telogen re l a t i va m e n te lungo. Sul
cuoio capelluto la zona più colpita sembra I capelli bianchi sono più resistenti al trauma
essere quella parietale. Quando la malattia si alopecizzante ed alla malattia. Quando questa
localizza in zona temporo-occipitale si parla ha un esordio acuto in soggetti con capelli
di ofiasi. brizzolati, talvolta il paziente si ritrova con i
In base alla localizzazione ed all’estensione si soli capelli bianchi. La relazione fra colore
suole distinguere una alopecia in chiazze sin- dei capelli ed alopecia areata è evidenziata
gole o multiple, una alopecia totale che coin-
volge tutto il cuoio capelluto, una alopecia
universale che interessa tutti i peli del corpo.
Ai margini delle chiazze in fase attiva si nota-
no i “peli a coda di topo”: sono peli corti,
tronchi a circa 3 mm dall’ostio follicolare, con
diametro e colore che si riducono progressiva-
mente in senso prossimale, destinati a cadere

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

anche dalla predilezione della malattia per i babilmente in relazione ad una noxa patoge-
soggetti con capelli scuri e dal fatto che quan- na più forte che ha agito in uno spazio di
do i capelli ricrescono sono spesso bianchi o tempo più ristretto. In un numero limitato di
comunque di un colore più chiaro di quello pazienti, valutato intorno al 3%, l’alopecia
originario. Talvolta una ciocca bianca può areata si associa ad onicopatia grave che coin-
persistere per anni dopo la guarigione. volge tutte le venti unghie “twenty nail dis-
trophy” o “trachionichia” (tracus = ruvido).
Non sempre però la malattia si presenta, in Nella trachionichia la lamina ungueale assu-
maniera tipica, ma può esordire con un efflu-
vio acuto, alopecia areata incognita, e può
porre problemi differenziali con un telogen
effluvio. La presenza di capelli in catagen o in
anagen distrofico all’esame attento o al con-
trollo microscopico dirime i dubbi diagnosti-
ci.
La alopecia areata si accompagna sovente-
mente anche ad alterazioni ungueali, a dimo- me un aspetto simile a quello di una superfi-
strazione che la noxa patogena che colpisce i cie trattata con la carta vetrata. La trachioni-
peli colpisce anche le unghie, ma queste non chia è più frequente nei bambini ed il suo
appaiono correlate con la gravità e con la pro- esordio può precedere o seguire quello della
gnosi della malattia di base. alopecia areata anche di anni ed il suo decor-
so non appare necessariamente legato a quel-
lo della alopecia areata. La trachionichia ha
comunque andamento benigno e tende ad
una lenta regressione spontanea nel giro di
qualche anno.

Il decorso della alopecia areata è imprevedibi-


I danni ungueali possono presentarsi in vario le. Nella maggior parte dei pazienti e nelle
modo: il pitting è l’alterazione più comune, si forme a chiazze i peli ricrescono spontanea-
tratta di depressioni cupuliformi disposte “a mente, ma il decorso della affezione è capric-
ditale da cucito” in modo geometrico. cioso, tipicamente recidivante e le recidive
Talvolta si osservano anche linee di Beau, pro- sono più gravi dell’episodio iniziale. Spesso,

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

mentre i capelli ricrescono in una chiazza polidistrettuale dei melanociti, che oltre che a
altre chiazze si aprono in altre sedi. livello dell’epidermide e dei follicoli sono pre-
Effettuando una trazione con le dita su ciuffi senti anche a livello dell’uvea, dell’orecchio
di capelli (pull test) ai bordi di una chiazza interno e delle meningi. Alcuni studi hanno
attiva e “contando” il numero dei capelli dimostrato che i pazienti alopecici presentano
estratti si può avere un’ idea della evoluzione alterazioni a carico del cristallino, del fundus
della malattia, quando il numero di capelli ed anomalie morfologiche funzionali dell’epi-
che si estraggono è elevato (5 - 15 ed oltre) è telio pigmentato retinico. Alcuni autori
verosimile che la chiazza stia ingrandendosi. hanno descritto anomalie gonadiche ed anti-
Se il test è positivo su tutto il cuoio capelluto corpi antigonadi a titolo significativo in
è prevedibile che il paziente svilupperà una pazienti giovani con alopecia areata.
forma severa di alopecia areata.
La alopecia areata si associa spesso a sindro-
mi malformative o disordini immunitari. Nei La diagnosi di alopecia areata nelle sue forme
pazienti atopici l’alopecia areata spesso esor- tipiche non presenta difficoltà. Talvolta però
disce nei primi anni di vita, ha un decorso la malattia può presentarsi clinicamente con
molto lungo, con molte ricadute e può evolve- aspetti difficili e “mascherati”.
re verso le forme più gravi. Come già abbiamo accennato l’alopecia area-
La sindrome di Down si associa con alta fre- ta può esordire con un quadro senza chiazze
alopeciche ma simile al “telogen effluvium” e
si parla in questi casi di “alopecia areata inco-
gnita”. Un esame microscopico dei capelli che
cadono mostrerà che nella alopecia areata la
maggior parte degli elementi che cadono sono
catagen o anagen distrofici assottigliati nella
loro porzione prossimale (a punto esclamati-
vo), nel telogen effluvio sono telogen maturi.
Di fronte a una chiazza alopecica localizzata
a livello fronto-temporale bisogna tenere pre-
sente la “alopecia triangolare congenita”, così
di fronte a una chiazza del vertice bisogna
conoscere la “aplasia cutis verticis” che tutta-
via si differenziano per l’assenza di peli a
coda di topo (o a punto esclamativo) e per il
dato anamnestico della presenza della chiazza
quenza alla alopecia areata che in questi fin dalla nascita.
pazienti assume un andamento cronico con Le chiazze di lunga durata possono porre pro-
scarsa risposta alla terapia. I pazienti con sin- blemi differenziali con le alopecie cicatriziali
drome di Vogt-Koyanagi-Harada, caratterizza- nella fase di remissione, con il LED, il lichen
ta da uveite, ipoacusia, manifestazioni neuro- ruber planus, con la pseudoarea di Brocq,
logiche e vitiligine, presentano spesso anche con le cicatrici. Tutte queste condizioni
una alopecia areata. Questa sindrome potreb- hanno comunque un aspetto francamente più
be essere espressione di un interessamento atrofico.

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

Talvolta difficile ed importante è la diagnosi con diatesi ipertensiva ed evolve rapidamente


differenziale con le alopecie metastatiche spe- verso una alopecia totale,
cialmente da carcinomi mammari, che al tipo autoimmune, si associa a malattie
tatto sono però più dure ed aderenti. autoimmuni soprattutto endocrine, esordisce
L’eritema cronico migrante è molto simile, comunemente dopo i 40 anni, ha decorso per-
nelle sua fase di estensione, alla alopecia area- sistente ed evolve nel 10% dei casi verso l’alo-
ta ma al centro della chiazza è comunemente pecia areata totale.
visibile la necrosi cutanea dovuta alla pinzatu-
ra di zecca. L’aspetto istologico della alopecia areata varia
La tricotillomania si distingue per l’aspetto a seconda delle fasi della malattia.
spesso bizzarro delle chiazze, la presenza di Nello stadio acuto, quando i capelli cadono
peli spezzati e di colpi d’unghia.

La prognosi della alopecia areata è difficile e


variabile da soggetto a soggetto. Si può affer-
mare che è in relazione all’età di insorgenza,
alla familiarità, alla superficie coinvolta, alla
durata, alla presenza di atopia e di altre
malattie autoimmuni, alla risposta a prece-
denti trattamenti.
La guarigione delle forme a chiazze è general-
mente sicura e spontanea. La prognosi peg-
giore è legata alle forme totali, universali,
a l l ’o fiasi ma la guarigione spontanea è
comunque sempre possibile.

Ancora oggi può essere considerata valida,


soprattutto dal punto di vista prognostico, la
classificazione di che divide l’alopecia areata
in quattro tipi:
tipo comune, molto frequente, tipico della
tarda adolescenza o dei primi anni della vita
adulta, ha decorso inferiore a 3 anni, la
regressione delle chiazze avviene comune-
mente in meno di 6 mesi, non vi è nessuna
associazione signifi c a t i va con malattie per la prima volta o al margine di una chiaz-
autoimmuni; za che si sta allargando si osserva un elevato
tipo atopico, esordisce quasi sempre nell’in- numero di follicoli in catagen-telogen circon-
fanzia, ha decorso prolungato e prognosi sfa- dati da un infiltrato infiammatorio linfocita-
vorevole. Può evolvere verso una alopecia rio. I follicoli in anagen possono essere sia di
totale, dimensioni normali con il bulbo situato nell’i-
tipo preipertensivo, colpisce giovani adulti, poderma che di piccole dimensioni con il

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

bulbo superficializzato. sostituiti da tratti fibrosi con quadro simile a


Nelle chiazze alopeciche in stadio cronico, quello di una alopecia cicatriziale.
I follicoli, quando sono visibili, appaiono sia
in telogen che nelle prime fasi dell’anagen, al
3° - 4° stadio, e sono circondati da un denso
infiltrato linfocitario peribulbare definito “a
sciame d’api”.

Nello stadio di remissione, nelle aree di ricre-


scita iniziale, si notano follicoli in anagen di
maggiori dimensioni contenenti un sottile
fusto senza midollo. L’infiltrato linfocitario si
fa scarso o è assente.

presenti da lungo tempo, si osserva comun- Non esistono esami di laboratorio utili ad
que una normale densità follicolare ma i folli- individuare la possibile eziologia dell’alopecia
coli sono di piccole dimensioni. areata ma sarà opportuno prescrivere quegli
accertamenti volti ad evidenziare possibili
malattie autoimmuni associate: Emocromo,
VES, Ra-test, TSH, fT4 autoanticorpi antinu-
cleari. Talvolta un dosaggio urinario nelle
24h dell’acido vanilmandelico mostra valori
collocabili nella fascia alta della normalità.
Per la maggior parte degli Autori è inutile
prescrivere al paziente accertamenti radiolo-
gici per la ricerca di foci dentari e sinusali, in
quanto sembra ormai accertato che non esiste
relazione fra alopecia areata e patologie foca-
li.
Talvolta i follicoli appaiono istologicamente Il decorso n a t u rale della alopecia areata,

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

costellato di remissioni e recidive, rende diffi- La terapia farmacologica con corticosteroidi


cile la valutazione di qualsiasi terapia. Nella locali ci sembra utile, sia che questi vengano
alopecia che coinvolge meno del 40% del somministrati topicamente con medicazione
cuoio capelluto c’è una alta probabilità di aperta, sia che si voglia ricorrere alla terapia
ricrescita spontanea dei capelli entro un anno occlusiva, sia che si preferisca la terapia iniet-
dall’esordio, probabilità valutata nel 40% nei tiva intralesionale. Una infiltrazione di triam-
bambini e nel 70% negli adulti (Tosti A.). Non cinolone alla concentrazione dello 0,5 - 1
è quindi sempre opportuno instaurare tratta- mg/ml in una chiazza alopecica dà risultati
menti impegnativi in questi pazienti dal positivi nel 95% dei casi questi potranno esse-
momento che il rapporto rischio/beneficio re seguiti da recidiva se contemporaneamente
suggerisce spesso un comportamento di atte- il “male psichico” che accompagna l’alopecia
sta. non è stato adeguatamente affrontato.
Molte delle terapie comunemente utilizzate Anche la PUVA terapia si è dimostrata effica-
devono forse essere considerate solo un place- ce ma è sicuramente scomoda per il paziente
bo utile a dare alla malattia il tempo necessa- e spesso economicamente troppo onerosa. Un
rio a risolversi spontaneamente. Fra queste soggiorno marino è comunque consigliabile e
ricordiamo la crioterapia, il minoxidil, i vaso- spesso si dimostra utile sia per l’elioterapia
dilata to ri, le vitamine, gli aminoacidi, lo naturale, inevitabilmente connessa, che per il
zinco. riposo. E’ comunque comune osservare la
Possiamo però affermare che il placebo è la risoluzione di forme anche gravi durante le
più valida terapia della alopecia areata e l’uso vacanze estive come la recidiva nei periodi
di un placebo come la crioterapia con anidri- invernali.
de carbonica solidificata (neve carbonica) dà Si è dimostrato anche utile l’uso prudente di
al paziente la misura dell’interessamento del catrame medicale, ad azione fotosensibiliz-
medico al suo caso e lo tranquillizza. zante, in pomata o in stick durante il soggior-
La nostra quotidiana esperienza ci dice poi no marino o semplicemente durante la stagio-
che il paziente con alopecia areata presenta ne estiva. L’antralina topica, alla concentra-
costantemente disturbi della sfera affettiva, zione dello 0,1 - 0,5%, utilizzata durante le
acuti o cronici, che quasi sempre lo portano a ore notturne e lavata al mattino è una delle
dormire poco e/o male e ci siamo convinti terapie più adatte al trattamento della alope-
che sia utile ripristinare, anche farmacologi- cia areata in età pediatrica in quanto scevra
camente, un sonno qualitativamente e quanti- da effetti collaterali importanti, eccetto l’ine-
tativamente soddisfacente. Ansia e depressio- vitabile irritazione.
ne sono in qualche modo legate alla malattia Le terapie sensibilizzanti ed immunostimo-
e la loro valida terapia costituisce il presuppo- lanti possono essere efficaci nelle forme più
sto per rompere il cerchio delle continue rica- gravi e di lunga durata. Si utilizzano sostanze
dute. Talvolta il paziente con alopecia areata ad elevata capacità sensibilizzante allo scopo
presenta disturbi psichici maggiori che di indurre una dermatite allergica da contat-
dov ranno essere opportunamente trattati. to sul cuoio capelluto affetto da alopecia.
Saranno quindi utili presidi terapeutici della Anche se il reale meccanismo di azione di
alopecia areata gli ipnoinducenti, gli ansioliti- queste terapie è discusso si ritiene che l’im-
ci, gli antidepressivi, gli antiallucinatori e tal- munostimolazione locale possa agire attraver-
volta la psicoterapia. so due possibili vie: da un lato un nuovo anti-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

gene artificialmente fornito può competere Personalmente riteniamo che l’alopecia area-
con l’antigene ancora sconosciuto che causa ta sia in qualche modo psico-determinata e
la malattia, “distraendo” la risposta immuni- che ogni terapia, per quanto corretta e bene
taria; dall’altro una immunostimolazione pro- impostata, sia destinata al fa l l i m e n to, se
tratta può determinare indirettamente la pro- prima non si è riusciti a risolvere o a rimuo-
duzione di linfociti T suppressor che contra- verne la causa condizionante.
stano la ri s p o sta immunitaria fo l l i c o l a re
(Happle R.). Storicamente la prima sostanza
utilizzata è stata il dinitro c l o robenzene
(DNCB), poi abbandonato per le sue proprie- Le terapie della alopecia areata
tà mutagene. Oggi viene usato il dibutilestere a cura di Roberto D’Ovidio
dell’acido squarico (SADBE) ed il difenilciclo-
propenone (DFC) che rispondono ai requisiti Negli ultimi anni molto si è aggiunto alla
necessari; cioè sono apteni in grado di sensi- conoscenza degli eventi patogenetici che sot-
bilizzare praticamente la totalità degli indivi- tendono la comparsa della alopecia areata e
dui esposti, non sono presenti nell’ambiente, come diretta conseguenza si è assistito ad un
non sono mutageni. La sensibilizzazione perfezionamento dell’approccio terapeutico.
viene indotta applicando la sostanza scelta Tuttavia un rimedio sicuramente efficace,
per 48 ore al 2% in acetone con un cerotto da soprattutto per quanto attiene le forme più
patch test a contatto della cute del paziente; estese, a tutt’oggi non esiste. Questo perché ci
dopo 3 settimane si comincia ad applicarla a troviamo a gestire una malattia che può esita-
scopo terapeutico sul cuoio capelluto ad una re in guarigione anche senza terapia, così
concentrazione sufficiente a determinare una come evolvere in una forma severa resistente
lieve dermatite da contatto. a qualunque trattamento. Abbiamo inoltre
Recentemente si è usato, nelle forme gravi di una letteratura prodiga di dati, difficili però
alopecia areata, la ciclosporina A. Questa si è da confrontare e valutare perché si riferisco-
dimost ra ta di efficacia discutibile solo a no a gruppi di pazienti arruolati con criteri di
dosaggi relativamente alti per via sistemica, inclusione differenti da un gruppo di studio
completamente inefficace per via topica. Il ad un altro, valutati con criteri di efficacia
razionale di questa terapia risiede nella capa- spesso soggettivi, sottoposti a terapie con il
cità della ciclosporina di indurre il rilascio di medesimo farmaco ma con protocolli diversi.
linfochine dai linfociti T e/o di bloccare la P remesso ciò, l’aproccio te rapeutico deve
reazione autoimmune che sarebbe alla base basarsi su una strategia organizzata, in qual-
della malattia. che modo plasmata sul singolo paziente e
Qualunque sia la terapia scelta per un’ alope- deve tenere conto di alcune regole general-
cia areata grave questa dovrà comunque esse- mente valide: la alopecia areata associata ad
re protratta per un tempo lungo (almeno un atopia, la varietà ofiasica, l’alopecia areata
anno o più) prima di poterne decretare l’inu- che esordisce in età pediatrica presentano
tilità e purtroppo non esiste alcun criterio tutte una minore risposta alla terapia. Per
sicuro che ci permetta di predire se il pazien- tracciare quelle che si vanno configurando
te ne trarrà beneficio. Esistono anche pazien- come linee guida di terapia, possiamo per
ti “non-responders” nei quali ogni accani- c o nvenzione considerare due gruppi di
mento terapeutico è del tutto frustrante. pazienti, a seconda che l’area di alopecia inte-

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ressi più o meno del 50% del cuoio capelluto. meno di 5 aree, inferiori a 3 cm di diametro,
comparse da meno di un mese. E’ però uno
Nelle forme di alopecia areata con interessa - studio condotto senza casi di controllo con
mento inferiore al 50% sono proponibili le placebo. I pazienti atopici sembrano rispon-
seguenti opzioni: dere meno a questa terapia. Nei pazienti con
alopecia areata totale le infiltrazioni possono
Astensione terapeutica essere utili per promuovere la ricrescita in
Discutibile ma contemplata è anche l’asten- aree importanti dal punto di vista cosmetico
sione terapeutica, considerando la frequente come le sopracciglia. Occorre tenere presente
possibilità di una ricrescita spontanea. il rischio di una atrofia da steroidi se la con-
centrazione del triamcinolone è troppo alta.
Cortisonici La trombosi dell’arteria retinica da parte di
Si utilizzano in prima battuta steroidi di clas- cristalli steroidei è un’evenienza descritta ma
se I di potenza, in occlusiva. A livello delle non più riscontrabile dato che in commercio
sopracciglia o della barba (zone più resistenti non esistono più preparati con cristalli delle
al trattamento) steroidi di classe II: il numero dimensioni sufficienti a produrre il proble-
dei tubi utilizzati mensilmente quantifica la ma.
terapia. Sebbene esista un solo studio control-
lato, la corticoterapia topica è ampiamente Minoxidil
utilizzata nella pratica clinica, soprattutto nei Si applica 1 ml di minoxidil al 5% due volte al
bambini. Unico effetto collaterale degno di giorno, in occlusiva o in associazione a pro-
rilievo la follicolite. Con la terapia intralesio- dotti che ne aumentino l’assorbimento (antra-
nale i corticosteroidi vengono somministrati lina, tretinoina). Può essere applicato anche
attraverso una siringa da 2,5 ml con ago 30 sulle sopracciglia, sempre due volte al giorno,
Gauge. Si inietta nell’area alopecica il triam- facendo attenzione a localizzare bene il pro-
cinolone acetonide (1 - 5 mg/ml) a dosi pari o dotto tenendo un batuffolo di ovatta a prote-
infe ri o ri a 0,1 ml in corrispondenza del zione dell’occhio. I risultati sono variabili:
derma medio, a distanza di un cm l’uno dal- sicuramente è più efficace del placebo, con il
l’altro. Le sedute vanno ripetute ogni 4 - 6 set- 50% di risposta terapeutica a sei mesi.
timane. La massima dose di steroide sommini- L’effetto terapeutico è proporzionale alla dose
strabile per singola seduta è di 20 mg per il (il 5% è più efficace dell’ 1%). E’ indicato
cuoio capelluto, di 1,25 mg per sopracciglio e anche nei bambini. Gli effetti secondari sono
di 7,5 mg per la barba. Per rendere la proce- rari: eczema da contatto al minoxidil o al gli-
dura meno dolorosa, si può effettuare una cole propilenico, ipertricosi. Gli effetti cardio-
premedicazione con anestetico locale in vascolari non si palesano nei soggetti sani,
crema, in occlusiva, un’ora prima della sedu- malgrado l’aumento del debito cardiaco, ma
ta. Questa terapia è praticabile tanto negli giustificano una particolare cautela in caso di
adulti quanto nei bambini. Uno studio con- pazienti cardiopatici. Il risultato terapeutico
dotto su 62 pazienti di età varia, sottoposti ad si produrrebbe tramite un’ azione immuno-
infiltrazioni mensili, riferisce la totale ricre- modulatrice sull’infiltrato infiammatorio; di
scita al quarto mese nel 63% dei pazienti. I secondaria importanza sarebbe la vasodilata-
soggetti che maggiormente si giovano di que- zione locale.
sta terapia sarebbero i giovani adulti, con Ditranolo

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Di rinnovato interesse la terapia con sostanze tavano le 24 settimane di terapia. I respon-


irritanti o rubefacenti. Rispetto all’olio di cro- ders mostravano ricrescita entro la dodicesi-
ton, al laurilsolfato di sodio, alla tretinoina ma settimana. La determinazione dei livelli
topica, numerosi lavori documentano l’effica- sierici ed urinari di minoxidil evidenziava un
cia del ditranolo in short-contact, con tempi maggiore assorbimento del farmaco senza evi-
di posa e concentrazione variabili ma tali da denze cliniche di un effetto sistemico. Questa
produrre e mantenere una “ dermatite irrita- terapia è generalmente ben tollerata a parte il
tiva visibile”. L’esistenza di una nuova formu- rischio di reazioni irritative piuttosto violen-
lazione permette oggi di utilizzare al meglio te, anche se, ricordiamolo, una dermatite irri-
la molecola superando per diversi aspetti i tativa di grado lieve /moderato deve necessa-
limiti della vecchia preparazione galenica. Il riamente prodursi.
ditranolo, incorporato fra due strati lamellari
di cristalli, mantiene e migliora la sua effica- Nei pazienti non-responders ai trattamenti fin
cia per una maggiore stabilità della molecola. qui discussi potranno essere prese in conside -
Inoltre, fatto non trascurabile, è facilmente razione le opzioni terapeutiche generalmente
asportabile con acqua tiepida e ciò si traduce utilizzate per i pazienti con interessamento
in una maggiore compliance da parte del del cuoio capelluto maggiore del 50%:
paziente. Nonostante il farmaco non sia regi-
strato per la terapia dell’alopecia areata e la Immunoterapia topica
scheda tecnica ne limiti l’uso in età pediatri- Nelle forme con interessamento maggiore del
ca, trova indicazione nella terapia della alope- 50%, unitamente alla PUVA, alla corticotera-
cia areata tanto dei bambini quanto degli pia sistemica ed alle terapie topiche prese già
adulti. La risposta in media si ottiene in 11 in considerazione, trova il suo impiego l’im-
settimane nel 67% dei casi, con ricrescita m u n oterapia con sostanze sensibilizzanti.
c o s m et i c a m e n te accettabile nel 30% dei Sebbene sia a tutt’oggi praticata in pochi cen-
pazienti con interessamento fino al 70% del tri ri teniamo opportuno soffermarci sulla
cuoio capelluto. Gli effetti secondari sono: metodica perché l’efficacia di questa terapia è
iperpigmentazione, irritazione locale, adeno- ormai ben documentata, soprattutto nelle
patia satellite. Il ditranolo non agirebbe da forme cliniche più impegnative. Il principio
irritante ma attraverso la formazione di radi- attivo è un agente sensibilizzante, cioè una
cali liberi che inibiscono i linfociti T, la pro- sostanza chimica che oltre ad essere forte-
duzione di interleuchina 2, la tossicità diretta mente immunogena deve possedere alcuni
sulle cellule di Langerhans, esercitando un requisiti fondamentali:
complessivo effetto immunosoppressore. a) non essere presente in natura o nell’am-
L’impiego del ditranolo in associazione con i biente in cui l’uomo vive o lavora;
cortisonici o con il minoxidil sfrutta il sinergi- b) non cross-reagire con altre sostanze, così da
smo positivo fra molecole con diverso mecca- evitare reazioni allergiche non controllate.
nismo d’azione. In merito all’associazione Tre sono gli agenti sensibilizzanti idonei allo
minoxidil/ditranolo, uno studio condotto su scopo:
51 pazienti con alopecia areata resistente ad il dinitroclorobenzene (DNCB),
entrambi i farmaci adoperati singolarmente il dibutilestere dell’acido squarico (SADBE),
ha documentato una ricrescita cosmeticamen- il difenilciclopropenone (DPC).
te valida nell’ 11% dei 45 soggetti che comple- Il DNCB, ampiamente utilizzato in un primo

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

te mpo, è sta to successivamente messo da desquamazione e pruri to di grado lieve.


parte per le sue proprietà mutagene nel test di L’applicazione su un emilato del cuoio capel-
Ames. Viene rapidamente assorbito dopo l’ap- luto permette di evidenziare sia la ricrescita
plicazione ed il 53% è riscontrabile nelle spontanea (che può verificarsi nel 7% del casi)
urine. sia il fenomeno di “arroccamento” (castling
Il SADBE è fortemente sensibilizzante, non è phenomenon), cioè la ricrescita dei capelli a
molto stabile in acetone, necessita di refrige- distanza dal sito di applicazione del topico
razione, e forse dell’aggiunta di additivi per (4%). Una particolare variante di questo feno-
mantenere l’efficacia perché tende all’idrolisi. meno fu osservata e documentata nel 1986 da
Non è mutageno. E’ molto costoso. Panizza presso la Clinica Dermatologica di
Il DPC non sembra avere un assorbimento Catania: in cinque pazienti con Alopecia
sistemico significativo dopo applicazione topi- Universale l’applicazione del SADBE venne
ca. Gli ultravioletti e il calore possono causar- effettuata sulla regione sottoscapolare sini-
ne la degradazione, ma diluito in acetone e stra, interessando una superficie cutanea di
conservato in bottiglie scure ed a temperatura 10 cm2 circa. Nei tre pazienti responders la
ambiente è attivo per sei mesi. ricrescita fu preponderante e precoce all’emi-
Tutte le sostanze summenzionate non sono scalpo, alle ciglia e al sopracciglio controlate-
registrate in Italia per scopi terapeutici e, seb- rali (destra). In un altro caso trattando la zona
bene il DPC sia disponibile in Inghilterra mediana del dorso si ottenne la ricrescita
presso le farmacie in concentrazioni variabili nella zona mediana del cuoio capelluto.
dallo 0,001 al 6%, sia meno costoso e sia il più Ottenuta la ricrescita nel lato trattato, si pro-
vantaggioso dei tre sul profilo di sicurezza, il cede ad applicare il prodotto su tutto il cuoio
SADBE è l’agente sensibilizzante maggior- capelluto. Per minimizzare gli effetti collate-
mente utilizzato in Italia. Indipendentemente rali, le applicazioni vengono generalmente
dall’agente sensibilizzante adoperato si proce- praticate da personale sanitario. Questa
de con la seguente metodica: si induce la sen- descritta è una metodica standard, che può
sibilizzazione applicando l’agente scelto alla variare sulla base dell’esperienza personale:
concentrazione del 2% in un’ area di 4 cm alcuni sensibilizzano applicando il prodotto
circa di cuoio capelluto. La comparsa di una sul braccio (area di 1 cm2), altri, stabilita la
risposta eritematosa dopo cinque o più giorni diluizione ottimale, lasciano che il paziente
indica l’avvenuta sensibilizzazione. La sua esegua le applicazioni a domicilio. Se la ricre-
assenza non implica necessariamente che la scita si presenta stabile per un periodo di 3
sensibilizzazione non si sia verificata, bisogna mesi, si inizia a rallentare la terapia fino alla
infatti praticare dopo 10 - 20 giorni un test di totale sospensione nell’arco di 9 mesi; al fine
provocazione con l’allergene opportunamente di evitare le recidive, alcuni procedono con
diluito (fase di elicitazione). L’ 1 - 5% dei sedute di mantenimento. Si consiglia di non
pazienti non si sensibilizza. Si procede quindi superare i 3 anni di terapia. Con le opportu-
applicando settimanalmente su metà cuoio ne cautele è possibile trattare l’area delle
capelluto la soluzione. La concentrazione di sopracciglia. Se non si ottiene alcuna risposta
allergene varia dallo 0,0001% al 2% e viene dopo 30 settimane, la maggior parte degli
stabilita in base alla risposta ottenuta. Per un Autori considera la terapia inefficace, sebbe-
buon risultato terapeutico deve necessaria- ne in casi isolati siano state segnalate ricresci-
mente prodursi una reazione con eritema, te anche dopo periodi più lunghi. Se durante

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

il corso della terapia si verifica la tolleranza L’applicazione ad un emidorso con la ricresci-


all’allergene e cioè sono necessarie concentra- ta nell’emiscalpo controlaterale permette di
zioni superiori al 2% per ottenere una reazio- supporre l’implicazione di neurotrasmettito-
ne adeguata, si può ricorrere alla sommini- ri. Del resto alcune vecchie esperienze aveva-
strazione di 1,2 gr di cimetidina per os allo no dimostrato l’utilità terapeutica dell’irra-
scopo di ristabilire la sensibilizzazione. La diazione dei gangli nervosi paravertebrali in
percentuale di efficacia nei vari studi varia alcuni casi di alopecia areata. Una recente
dal 4% all’ 85% con il DPC, al 17% - 70% con variante giapponese di questo tipo di tratta-
il SADBE, al 25% - 80% con il DNCB. Questi mento consiste nel provocare la risposta ecze-
dati si riferiscono a pazienti che dopo la tera- matosa non sul dorso, ma sulle radici di tutti
pia hanno potuto togliere la parrucca. Gli e quattro gli arti (su una superficie di 2,5 cm2
studi di follow-up condotti su pazienti trattati circa), cambiando sede ogni settimana. Con la
sono pochi e riportano percentuali di succes- possibilità di proseguire un trattamento ester-
so variabili; mediamente si può considerare no (steroidi o crioterapia) la terapia avrebbe
che a 6 mesi dalla sospensione, il 10% recidi- successo nel 70% dei casi di alopecia areata
va totalmente; il 43% recidiva a chiazze e il severa, con la frequente osservazione dell’ar-
37% mantiene la ricrescita. Nei pazienti con resto dell’effluvium già a tre settimane.
alopecia areata in chiazze con interessamento
inferiore al 40% l’immunoterapia non si è Puva terapia
dimostrata più efficace del placebo (si presu- Per molti costituisce ancora la prima scelta
me per la spiccata tendenza alla risoluzione nella alopecia areata grave dell’adulto ed esi-
spontanea di queste forme). Gli effetti collate- ste a tal riguardo una vasta documentazione
rali contemplano: la linfoadenopatia cervicale scientifica. Consiste nella assunzione per os
dolorosa, reazioni eczematose localizzate o (0,6 mg/kg 2 ore prima) o nella applicazione
generalizzate, orticaria, depigmentazione, locale (allo 0,1% - 0,15%) di uno psoralene e
iperpigmentazione, edema del cuoio capellu- nella successiva irradiazione con UVA (340 -
to, febbre, artralgie. Il meccanismo d’azione 380 nm). I due prodotti utilizzati sono l’ 8-
ipotizzato è quello della competizione antige- metossipsoralene (8 MOP) ed il 5-metossipso-
nica: la reazione allergica prodotta generereb- ralene (5 MOP). Si effettuano tre sedute setti-
be linfociti T suppressor che interferirebbero manali, la dose iniziale di UV si attesta gene-
in modo aspecifico sulla reazione autoimmu- ralmente su 1 J/cm2 e viene progressivamen-
nitaria contro i costituenti del follicolo pilife- te aumentata di mezzo Joule ogni 2 sedute
ro, probabilmente attraverso la produzione di per un trattamento total body. Nel caso di un
citochine come la interleuchina 10. La cute trattamento locale si inizia con 0,2 - 0,5
trattata con l’immunostimolante mostra una J/cm2, da aumentare di 0,2 -0,5 J a seduta.
riduzione del rapporto CD4/CD8 peribulbare Alcuni cercano di mante n e re un eri te m a
che passa da 4:1 a 1:1 ed una diminuzione dei avendo cura di evitare l’ustione. La massima
linfociti CD6 e delle cellule di Langerhans. dose somministrata varia da 8 a 20 J/cm2, a
Una variante di questa ipotesi suggerisce che seconda degli Autori. La dose totale è di 300 -
l’agente sensibilizzante possa attrarre nella 700 J/cm2. Una sua variante è la balneo-
zona una nuova popolazione di linfociti T, PUVA terapia che consiste nell’immergere per
provocando così una maggiore clearance del 15’ il paziente in un bagno di 100 litri di
presupposto auto-antigene fo l l i c o l a re. acqua dove si è disciolto il contenuto di 2 fla-

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

coni di 8 MOP e nella successiva esposizione tanto per il suo effetto irritante primario,
agli UVA. E’ un’interessante alternativa per la quanto per la tossicità su alcune popolazioni
dose dieci volte inferiore di farmaco, così da di CD4+ e ancor di più sulle cellule di
porre il paziente al riparo dai danni oculari Langerhans. L’effetto si esplica là dove arriva-
ed epatici da terapia long-term con psoraleni. no gli UV, tant’è che si assiste alla ricrescita
I risultati riportati in letteratura per quanto delle sopracciglia ma non delle ciglia che ven-
attiene la PUVA terapia sono però contraddit- gono sempre coperte durante l’esposizione.
tori, con percentuali di successo variabili dal
20 all’ 80% ma i gruppi studiati non sono Corticosteroidi sistemici
comparabili per una diversa selezione dei Si sono dimostrati efficaci nella terapia delle
pazienti, differenti dosi cumulative raggiunte, forme severe di alopecia areata. Nella mag-
differenti criteri di valutazione dell’efficacia. gior parte dei casi si assiste però ad una rapi-
Alcuni studi retrospettivi considerano la da recidiva una volta sospeso il trattamento.
PUVA terapia addirittura inefficace. In considerazione inoltre degli effetti secon-
Globalmente si può valutare un 50% di suc- dari a lungo termine andrebbero riservati a
cesso terapeutico con ricrescita completa per casi particolari: alopecie con rapida evoluzio-
le alopecie totali ed universali ma con alta ne in forma totale/universale. Lo schema di
percentuale di recidiva dopo la sospensione. terapia a dosi scalari prevede da 0,5 a 1
Una recente revisione di 10 anni di esperien- mg/Kg/die di prednisone per una decina di
za su 70 pazienti conferma quanto sia diffici- giorni, da diminuire gradatamente e sospen-
le mantenere la ricrescita: il 50% dei pazienti dere in otto settimane. Gli effetti collaterali
con forme totali o universali “guariti” recidi- sono prevedibili ma transitori: aumento di
vano alla sospensione, quindi un trattamento peso e alterazioni dell’umore. Viene riportata
di mantenimento si rende necessario. Meno una efficacia inferiore al 40% ed un alto tasso
del 15% gode di una remissione duratura. La di recidiva alla sospensione o già alla riduzio-
PUVA terapia total body è più efficace della ne della dose somministrata, per questo moti-
PUVA terapia localizzata. L’assenza di rispo- vo viene considerata una terapia di emergen-
sta alla trentesima seduta o una risposta dis- za, da associare ad una strategia terapeutica a
omogenea alla quarantesima depongono per più ampio respiro con i trattamenti topici o la
un fallimento della terapia. E’ assolutamente PUVA-terapia. Un esempio lo si trova in uno
controindicata nei bambini e non è da consi- studio in doppio cieco su pazienti con forme
derare di prima scelta nei giovani, per gli estese di alopecia, trattati per 6 settimane con
effetti cancerogeni degli UV ed anche per que- prednisone a dosi scalari. Per altre 14 settima-
sto è poco adatta ai fototipi chiari che vanno ne a seguire un gruppo applicava 3 volte al
particolarmente sorvegliati. Va istituito un giorno una lozione a base di minoxidil 2%, un
diario di terapia che indichi la dose di UV secondo gruppo una lozione placebo. Un
somministrata per ciclo di terapia e la dose terzo gruppo applicava 2 volte al giorno la
cumulativa che non deve superare i 1500 lozione di minoxidil 2% contestualmente e
J/cm2. La fototerapia con UVB non ha pro- successivamente alla terapia corticosteroidea.
dotto effetti degni di nota. La Kellina topica Il trattamento attivo si dimostrava realmente
con esposizione ad UVA in uno studio non efficace nel limitare la perdita dei capelli
controllato sarebbe risultata efficace nel 50% p o st - te rapia ste roidea, mentre non vi era
dei pazienti trattati. La PUVA agirebbe non alcun effetto terapeutico additivo nell’associa-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

zione tra i due trattamenti. Un protocollo di un unico bolo mensile di 300 mg di predniso-
terapia proponibile nelle forme attive/estensi- lone per bocca nei pazienti di età superiore ai
ve, per pazienti di peso maggiore ai 60 Kg dodici anni e di betametasone sodio fosfato
potrebbe essere il seguente: una dose iniziale alla dose equivalente a 5 mg/Kg di predniso-
di 40 mg di prednisone/die per una settima- lone nei bambini di età superiore ai tre anni.
na, da ridurre inizialmente di 5 mg a settima- I boli vengono ripetuti fino ad ottenere una
na fino al raggiungimento dei 20 mg, e di 5 ricrescita cosmeticamente valida, che si verifi-
mg ogni 3 giorni fino alla sospensione. Si ca già a 6 mesi nel 60% dei casi. Gli effetti col-
associano: l’applicazione di minoxidil 5% due l a te rali sono minimi: vertigini transito ri e ,
volte al giorno e infiltrazioni di triamcinolone cefalea, bruciore epigastrico. Infine è da cita-
acetonide ogni 4 - 6 settimane. La terapia topi- re la pulse-therapy con miniboli di steroidi. Si
ca, con o senza le infiltrazioni, andrebbe pro- somministrano 5 mg/die di desametasone per
tratta ben oltre la sospensione del cortisone. i pazienti di età superiore ai dodici anni e 2,5-
Nelle forme attive ma meno estensive si può 3,5 mg nei bambini, per due giorni consecuti-
iniziare con 20 mg di prednisone fino alla sta- vi la settimana e per un periodo minimo di 3
bilizzazione del quadro clinico, da ridurre mesi. Anche con qu e sto schema vengono
successivamente di 1 mg/die fino alla sospen- riportati successi in oltre la metà dei casi. Gli
sione. Un recente impiego degli steroidi siste- effetti collaterali sono frequenti ma di lieve
mici è rappresentato dalla somministrazione entità: dolore epigastrico, aumento di peso,
in boli. La terapia in boli mensili è stata fatta alterazioni dell’umore. Sebbene il successo
oggetto di numerosi studi che hanno fornito sia assicurato solo se la terapia viene instaura-
risultati incoraggianti tanto negli adulti quan- ta entro le prime 8 settimane dall’esordio
to nei bambini. Diversi gli schemi di terapia della patologia, molti Autori propongono la
proposti: uno dei più collaudati prevede per pulse-therapy come una delle modalità di trat-
gli adulti 250 mg di metilprednisolone endo- tamento delle forme estensive di non recente
vena 2 volte al giorno per 3 giorni e di 5 insorgenza, soprattutto nei soggetti giovani e
mg/kg 2 volte al giorno per 3 giorni consecu- nei bambini nei quali la PUVA terapia è con-
tivi nei bambini, con risposte positive rispetti- troindicata e quando la immunoterapia non è
vamente in 6 mesi e in 12 mesi ed effetti col- logisticamente praticabile.
laterali di lieve entità. In particolare i pazien-
ti con alopecia multifocale mostrano la
migliore risposta e le recidive comparse in Alternative terapeutiche
alcuni si giovano di un secondo ciclo di tera-
pia. I pazienti con ofiasi rispondono parzial- Zinco
mente ad un primo ciclo di terapia, ma posso- Uno studio recente in doppio-cieco su pazien-
no migliorare i risultati dopo un secondo ti con interessamento minore del 50% ha
ciclo. I pazienti con alopecia totale/universa- dimostrato un risultato statisticamente positi-
le sono i meno responsivi, con effetti parziali vo a favore del gluconato di zinco (60 mg/die
dopo un mese, miglioramenti al terzo ed al di Zn metallo) sul placebo. A parte i disturbi
sesto mese. In alcuni soggetti considerati non digestivi, nessun effetto collaterale, sebbene
responsivi si è osservata la ricrescita tra il lo zinco in eccesso sia tossico. Agirebbe da
nono ed il sedicesimo mese dopo la sospensio- immunomodulatore tramite l’attivazione di
ne della terapia. Un secondo schema prevede linfociti CD8+.

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

grado, a somiglianza di quanto ipotizzato per


Inosiplex la terapia sensibilizzante, di ridurre l’attiva-
E’ un immunomodulatore timo-mimetico, in zione dei linfociti citotossici intralesionali.
grado di attivare anche i macrofagi e di indur- Nei casi con alopecia più severa non ha dato
re la produzione di interleuchina 1 e 2. E’ però successi significativi. Dati più recenti su
stato utilizzato anche in forme gravi di alope- casi meno gravi sembrano invece deporre per
cia alla dose di 50 mg/kg/die in tre sommini- una certa attività terapeutica della formula-
strazioni quotidiane ed uno studio in doppio zione in crema del calcipotriolo.
cieco ha dimostrato la sua lieve superiorità
rispetto al placebo. Funzionerebbe meglio Crioterapia
nelle donne e nei soggetti con autoanticorpi E’ una vecchia terapia che ha ancora i suoi
organo-specifici. estimatori. E’ stata utilizzata anche nelle
forme gravi di alopecia areata. Fino all’inizio
Ciclosporina A degli anni ottanta si è utilizzata la neve carbo-
La ciclosporina per via sistemica necessitereb- nica, successivamente l’azoto liquido, con
be dell’impiego di dosi elevate (6 mg/Kg/die) simili modalità di applicazione. In genere ven-
per ottenere una ricrescita accettabile con gono praticate applicazioni ogni 2 settimane
effetti secondari piuttosto marcati e ricaduta per 2 - 3 volte consecutive sulla stessa area.
alla sospensione. Contraddittori sono i dati Agirebbe in modo non chiaro attraverso l’a-
ottenuti dalla associazione con piccole dosi di zione rubefacente e attraverso qualche azione
prednisone. L’effetto terapeutico si esplica per sull’infiltrato infiammatorio perilesionale.
la sua attività immunosoppressiva con dimi-
nuzione elettiva dei linfociti CD4+ e delle lin- Farmaci vasoattivi
fochine ad essi correlate. Sulla cute alopecica Oltre al Minoxidil sono stati utilizzati altri far-
inverte rapidamente il rapporto CD4+/CD8+, maci vasodilatatori, nella convinzione che il
evento ritenuto fondamentale per ottenere la danno vascolare rientri nella patogenesi del-
ricrescita. l’alopecia areata. Sostanze rubefacenti come
nicotinati, fenolo, canfora, capsico ed altre
Tacrolimus (FK506) sono utilizzate da tempo, ma non esistono
Inefficace per via sistemica, si è dimostrata studi scientifici controllati. E’ interessante la
efficace per uso topico su modelli animali, segnalazione dell’utilità della pentossifillina
alla dose di 0,05 ml di soluzione allo 0,1% nei pazienti che presentano deficit emoreolo-
(pari a 25 microgrammi di farmaco/cm2) gici.
dalle 2 alle 5 applicazioni la settimana. Come
per la Ciclosporina, l’effetto si esplica tramite Aromaterapia
la soppressione della produzione di citochine Uno studio in doppio cieco condotto su 86
da parte dei linfociti T helper. Fino ad oggi soggetti, pubblicato negli Arch i ves of
però nell’uomo non sono stati evidenziati Dermatology nel 1998, ha evidenziato l’effica-
risultati significativi. cia di una lozione tonica composta da una
miscela di oli essenziali di timo (2 gocce),
Calcipotriolo lavanda (3 gocce), rosmarino (3 gocce) e cedro
La sua azione come induttore della produzio- (4 gocce) diluiti in 3 ml di olio di jojoba e 20
ne di interleuchina 10 dovrebbe essere in ml di olio di semi di vinacciolo. L’olio va mas-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

saggiato per 2 minuti almeno e, per favorirne rarsi intorno ai 3 grammi al giorno, da rag-
l’assorbimento, il capo va tenuto coperto con giungersi gradualmente per la possibile com-
un asciugamano caldo per almeno un’ora. Le parsa di effetti collaterali gastroenterici o
essenze possiedono tutte un forte pote re effetti più gravi a livello epatico o ematologi-
antiossidante, germicida ed antiparassitario. co. La cura va protratta per un minimo di 3
Nessun effetto collaterale ad eccezione di mesi e va praticata una terapia di manteni-
qualche follicolite. mento a dosi più basse nei soggetti a rischio
di recidive. Sembra agire con un meccanismo
Imiquimod del “tutto o nulla” e questo potrebbe essere
L’Imiquimod è un fa rmaco antivirale ed indizio di una qualche differenziazione nella
immunostimolante per uso topico. Già utiliz- patogenesi della malattia nei soggetti respon-
zato con successo anche in patologie infiam- ders.
matorie cutanee croniche e tumorali, si è pen-
sato di utilizzarlo con le stesse modalità di Psicofarmaci e psicoterapie
trattamento in una patologia che essendo su E’ a tutti noi noto come una malattia quale
base prob a bil m ente autoimmune potrebbe l’alopecia areata, che comporta nelle forme
esserne addirittura aggravata. Ma lo stesso più gravi un importante inestetismo, anche in
ragionamento dovrebbe valere per le terapie assenza di condizioni cliniche minacciose per
“sensibilizzanti” con cui invece si registrano la vita, evochi spesso nel paziente reazioni di
numerosi successi. I risultati preliminari fino- negazione, astio, ansia, sensi di colpa e di ina-
ra ottenuti sembrano contra d d i t to ri. Una deguatezza, depressione. In particolare i bam-
nostra recente esperienza su pazienti volonta- bini alopecici sviluppano un profilo psicopa-
ri affetti da alopecia areata totale/universale e tologico complesso: ansia o depre s s i o n e ,
non responsivi alle altre terapie ne ha dimo- aggressività. A ciò si associano somatizzazio-
strato la sostanziale inefficacia, pur con indi- ni, difficoltà di relazione e nell’attenzione,
zi di una qualche attività terapeutica, che con diminuzione del rendimento scolastico,
andrebbe valutata su forme meno gravi tenen- della capacità di socializzazione, blocco della
do però presente il rapporto costo/beneficio. maturazione emotiva. Senza contare che gli
eventi stressanti nel 50% - 60% dei casi posso-
Sulfasalazina no giocare un ruolo importante come fattori
E’ un farmaco antinfiammatorio sviluppato scatenanti la malattia e le sue recidive. La
nel 1938 per la terapia dell’artrite reumatoi- comorbilità dei disordini psichiatrici è alta e
de, di cui rappresenta ancora oggi un presidio l’intervento terapeutico è di vitale importan-
terapeutico imp o rtante. Viene utilizzato za. Un supporto psicoterapeutico di base può
anche per altre artropatie, in campo enterolo- essere sufficiente per molti pazienti e potreb-
gico e nella psoriasi. Inibisce il rilascio di be essere gestito dallo stesso dermatologo,
Interleuchina 2 e l’attivazione di subset linfo- opportunamente “addestrato”. Altri pazienti
citari, con riduzione della produzione di cito- necessiteranno di un trattamento specialistico
chine e della chemiotassi. L’esperienza nell’a- psicofarmacologico con l’impiego di antide-
lopecia areata ha dimostrato successi signifi- pressivi e/o ansiolitici, o psicoterapeutico, in
cativi in un quarto dei pazienti affetti da cui anche l’ipnosi può avere il suo ruolo.
forme gravi. E’ scarsamente efficace nelle
forme totali/universali. Il dosaggio deve aggi- Conclusione

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novembre 2004 - N° 14 - Giornale Italiano di Tricologia

L’attento monitoraggio della malattia, il giudi-


zioso ma tempestivo ricorso alle terapie, senza Carson H.J., Pe l l et t i e re E.V., Lack E.:
lasciare nulla di intentato, sfruttando la com- “Alopecia neoplastica simulating alopecia
binazione di più trattamenti, devono costitui- areata and antedating the detection of pri-
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guito con ancora più dete rminazione nei
bambini, per le considerazioni fatte in prece- Fanti P.A., Tosti A., Bardazzi F., et al
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gli aspetti della alopecia areata, così da inte- responder patients” Skin Res 1994; 36: 60 -
grare il programma di assistenza al paziente, 68.
la cui gestione può essere piuttosto impegna-
tiva. Anche per questo, a partire dall’esperien- Fenton D.A., Wilkinson J.D.: “Topical minoxi-
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EDIZIONI TricoItalia (Firenze) aprile 2005
Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte sesta


edizione 2005
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
ALOPECIA ANDROGENETICA
Definizione e generalità - pag. 5
Epidemiologia - pag. 6
Fra ereditarietà e difetto enzimaticoo - pag. 8
Fisiologia endocrino metabolica - pag. 9
Alopecia frontoparietale - pag. 13
Aspetti clinici della alopecia androgenetica - pag. 14
Evoluzione negli uomini - pag. 14
La regola degli angoli frontoparietali - pag. 16
Evoluzione nelle donne - pag. 17
Ma ... esiste davvero l'alopecia
androgenetica femminile? - pag. 19
Il controllo del ciclo del capello - pag. 21
Fisiologia del catagen - pag. 22
Eziologia della alopecia androgenetica - pag. 26
Gli androgeni - pag. 27
La conversione degli androgeni - pag. 29
La 5-alfa-reduttasi - pag. 31
Il recettore citosolico degli androgeni - pag. 31
Anatomia patologica - pag. 32
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2005

parte VI
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter

EDIZIONI TricoItalia Firenze


aprile 2005
SOMMARIO:

ALOPECIA ANDROGENETICA
"Calvizie Comune" - pag. 5
Definizione e generalità - pag. 5
Epidemiologia - pag. 6
Fra ereditarietà e difetto enzimatico - pag. 8
Fisiologia endocrino metabolica - pag. 9
Controllo steroideo - pag. 10
Controllo metabolico - pag. 10
Controllo autocrino-paracrino - pag. 11
Alopecia frontoparietale - pag. 13
Aspetti clinici della alopecia androgenetica - pag. 14
Evoluzione negli uomini - pag. 14
La regola degli angoli frontoparietali - pag. 16
Evoluzione nelle donne - pag. 17
Ma ... esiste davvero l'alopecia
androgenetica femminile? - pag. 19
Il controllo del ciclo del capello - pag. 21
Fisiologia del catagen - pag. 22
Eziologia della alopecia androgenetica - pag. 26
Gli androgeni - pag. 27
La conversione degli androgeni - pag. 29
La 5-alfa-reduttasi - pag. 31
Il recettore citolosolico degli androgeni - pag. 31
Anatomia patologica - pag. 32
aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

ALOPECIA ANDROGENETICA plasma, da una ereditarietà multigenica fami-


"Calvizie Comune" liare (da cui il termine androgenetica), dalla
attività nei follicoli piliferi di enzimi capaci di
Definizione e generalità convertire gli androgeni in ormoni attivi verso
il follicolo stesso. In particolare risulta deter-
É la più frequente delle alopecie definitive minante l'attività dell'enzima 5-alfa-reduttasi,
non cicatriziali: da cui il termine di “Calvizie convertitore del testosterone in diidrotestoste-
Comune”. rone (DHT).
L'Alopecia Androgenetica è condizione croni-
ca, geneticamente determinata, caratterizzata
dalla progressiva involuzione in miniaturizza- Riferimenti:
zione dei follicoli piliferi del cuoio capelluto e
dei capelli che ne derivano. Bertamino R.: "Alopecie" in: Serri F. (Eds)
É detta anche, con termini sempre inadegua- "Trattato di dermatologia" Piccin, Padova,
ti, seborroica, precoce, maschile. Lo stesso 1987, cap.75: 1.
termine di “androgenetica” è da considerare
comunque riduttivo. Ebling F.J., Rook A.: "Hair" in: RooK A. (Eds)
L'alopecia androgenetica è la conseguenza del "Textbook of dermatology" ed. 2. Blackwell,
Defluvio Androgenetico che consiste in una Oxford, 1968: 1355.
progressiva superficializzazione, depigmenta-
zione e miniaturizzazione fino alla totale atro- Marliani A.: "La calvizie comune" SIMCRE,
fia, dei follicoli dei capelli dell'area frontopa- Firenze, 1986: 31-32.
rietale e del vertice.
Clinicamente è definita (secondo Hamilton) Monacelli M., Na z z a ro P.: "Alopecia" in:
da un progressivo arretramento della linea di "Dermatologia e venereologia" ed. 2. Vallardi,
inserzione dei capelli, dalla apertura degli Milano, 1967.
angoli frontoparietali (ste mpiatura) che dà
alla linea frontale la cara t te ri stica forma Moretti G, Bertamino R.: "Alopecia" in:
maschile a M, dalla lenta perdita dei capelli "Enciclopedia medica italiana" ed. 2. USES,
del vertice fino al coinvolgimento alopecico di Firenze, 1973 vol. I°: 1336 - 1351.
tutta la parte alta del cuoio capelluto con tipi-
co risparmio della nuca e delle zone tempora- Simpson N.: "Classificazione e trattamento
li sopra auricolari, per arrivare infine alla delle alopecie" in: "Dermatology: Clinical
“calvizie a corona”. Update" Upjohn, 1986.
L'alopecia androge n etica è accompagnata
spesso ma non costantemente da seborrea e Solaroli C: "Alopecie" in: "Cosmetologia der-
desquamazione furfuracea. matologica" Piccin, Padova, 1981: 11.

É ormai accettato che il complesso follicolo-


pilo-sebaceo, con le sue funzioni e disfunzio-
ni, è condizionato dallo stimolo androgeno.
L'alopecia androgenetica è sostenuta dalla
presenza dei normali ormoni androgeni nel

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Epidemiologia ze razziali: gli uomini di razza nera hanno


a cura di Daniele Campo una probabilità quattro volte più elevata di
avere una folta capigliatura rispetto ai cauca-
Studi epidemiologici ufficiali sulla alopecia sici. Gli uomini orientali hanno una più bassa
androgenetica, di solito considerata più un incidenza di perdita di capelli a tipo maschile
problema estetico che sanitario, non sono mai rispetto ai caucasici ed un inizio di alopecia
stati effettuati. Inoltre, la maggior parte dei ritardato; addirittura, nei maschi cinesi, la
dati disponibili sono basati su piccoli campio- perdita dei capelli risulta non comune, di soli-
ni non randomizzati che, per di più, usano to lieve e più tardiva. É probabile, ma finora
spesso classificazioni diverse: di Hamilton, di non confermato, che queste differenze razzia-
Norwood, di Ebling, di Camacho, di Ludwig li siano presenti anche nella popolazione fem-
(per le donne) oppure quella di Sav i n minile.
(Rushton, 1999). Nel maschio l'alopecia comincia, di norma,
Comunque l'incidenza della perdita dei capel- dopo la pubertà, verso i 18 - 20 anni, con una
li a tipo androgenetico si avvicina, nel corso recessione simmetrica bipari etale, spesso
della vita, al 100% negli uomini di razza cau- accompagnata da una netta perdita di capelli
casica. all'inserzione sulla fronte.
I primi dati percentuali su età e modalità
della perdita dei capelli risalgono ad
Hamilton. Secondo Hamilton nel 96% degli
uomini e nel 79% delle donne dopo la puber-
tà, si riscontrano i segni di iniziale perdita di
capelli evidenziata da un arretramento uni-
forme della linea di inserzione frontale (tipo
Il della scala di Hamilton). Questo tuttavia
non significa necessariamente l'inizio della
vera alopecia androgenetica né rappresenta il
primo stadio della calvizie: in questo caso noi
pre fe riamo parl a re di “Alopecia
Frontopari etale Fisiologica”. Lo stesso
Hamilton rileva l'esistenza di una alopecia
più pronunciata (grado V - VII della scala di
Hamilton) nel 58% degli uomini di oltre 50
anni.
Anche secondo uno studio successivo di
Norwood si ha calvizie di tipo maschile in
oltre il 50% degli uomini adulti.
Una percentuale simile (42%) è stata ottenuta,
tramite autovalutazione, in uno studio sulla
calvizie in relazione all'infarto del miocardio Solo nelle forme più gravi, descritte da Vera
su 772 uomini tra i 24 ed i 54 anni (Lesko, Price come “forme precoci” (EAGA = Early
1993). Andro Genetic Alopecia) e definibili anche
Sono state osservate anche rilevanti differen- come “Ipotrichia Ereditaria Semplice”, l'alo-

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

pecia inizia già verso i 15 - 18 anni con un si comparano due situazioni, l'alopecia andro-
decorso molto più rapido che poi porta allo genetica e la “alopecia da invecchiamento”
(AIA = Aging Alopecia). Secondo Kligman l'a-
lopecia androgenetica è familiare, si presenta
prima dei 50 anni, colpisce il vertice del cuoio
capelluto con assottigliamento evidente del
fusto del capello e diradamento del capillizio
ed arriva a portare la cute ad essere completa-
mente glabra. L’istologia ci mostra un follico-
lo miniaturizzato e dislocato in piani sempre
più superficiali che da origine ad un capello
sempre più sottile, più corto ed in parte depig-
mentato. Nella ”alopecia da invecchiamento”
l'assottigliamento del fusto del capello inizia
solo dopo i 50 anni d'età e non vi è evidente
familiarità nella sua origine. Il diradamento
interessa tutta la capigliatura e non esita mai
in un cuoio capelluto completamente glabro.
Istologicamente si rileva che il follicolo, pur
essendo più piccolo rispetto a quelli presenti
in un soggetto giovane con tutti i suoi capelli,
non arriva mai alle ridotte dimensioni dei fol-
licoli colpiti da alopecia androgenetica e non
sembra interessato, a differenza di quanto
stadio estremo della calvizie ippocratica (sta- avviene nella alopecia androgenetica vera, da
dio IV e V di Hamilton) prima dei 25 anni. importanti fatti infiammatori.
Nella donna la calvizie ha un inizio più tardi- Con l'avanzare dell'età, le due condizioni fini-
vo, una progressione molto più lenta con dira- scono comunque per coesistere.
damento diffuso, meno evidente e più ampio
sul cuoio capelluto; inizia, di solito, dieci anni
più tardi, talvolta a seguito di alterazioni Riferimenti:
ormonali, gravidanze, menopausa, dopo l'uso
di estroprogestinici o in seguito ad importan- Hamilton J.B.: "Patterned loss of hair in man:
ti variazioni ponderali. Resta comunque da types and incidence" Ann. NY Acad. Sci 1951;
stabilire se quella della donna sia una vera 53: 708.
alopecia androgenetica o qualcos'altro.
É da stabilire anche se l'alopecia androgeneti- Norwood O.T.: "Male pattern baldness: classi-
ca sia una malattia vera e propria o una con- fication and incidence" South Med. J. 1975;
dizione parafisiologica in parte anche dovuta 68: 1359.
all'invecchiamento cronologico, cioè all'invec-
chiamento intrinseco. Non esiste molta lette-
ratura sull'argomento ma si può citare un
lavoro di Kligman, nel quale si distinguono e

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Fra ereditarietà e difetto enzimatico trollerebbe il carattere calvizie nel seguente


modo:
La patogenesi dell'alopecia androgenetica è
ancora in gran parte sconosciuta ma è ormai genotipo fenotipo M fenotipo F
accettato che sia dovuta ad un messaggio CC calvo calva
genetico che per realizzarsi ha bisogno degli Cc calvo non calva
ormoni maschili (Hamilton). Il genotipo (l'ere- cc non calvo non calva
ditarietà per calvizie) diventa cioè fenotipo (la
calvizie si manifesta clinicamente) solo in pre-
senza di andro geni. Numerosi studi, da Gli uomini (M) omozigoti o eterozigoti per il
Hamilton in poi, hanno confermato che in gene autosomico C perderanno pertanto i
assenza di androgeni l'ereditarietà per calvizie capelli; le donne (F) invece perderanno i
maschile non si manifesta, per questo motivo capelli solo se omozigoti CC.
si parla di “androgenetica”. Il gene C si comporta quindi come dominan-
I livelli ormonali necessari a provocare la cal- te nel maschio e come recessivo nella donna.
vizie sono quelli normali del maschio adulto Possiamo pertanto ipotizzare che il gene C
sano. Nei maschi calvi non c'è alcuna altera- manifesti il suo effetto solo in presenza degli
zione degli androgeni ed i valori ormonali ormoni androgeni; gli eunuchi ben raramen-
sono identici a quelli dei soggetti non calvi. te diventeranno calvi, mentre donne portatri-
Solo nelle donne calve si può talvolta riscon- ci di tumori ormonosecernenti possono svi-
trare un eccesso di ormoni maschili. Maschi luppare un androgenismo e diventare calve
precocemente castrati non vanno incontro a anche in pochi mesi.
calvizie (Hamilton). Nel mondo animale sono ben conosciuti
Le ricerche sull'ere d i tarietà della calvizie modelli genetici analoghi: un esempio è quel-
sono rese difficili dal fatto che il carattere lo delle corna della pecora che crescono solo
sembra avere una penetranza estremamente in presenza di ormoni maschili.
variabile. Se in un albero genealogico è facile Nel maschio la possibilità di diventare calvo è
definire calvo chi ha una vera calvizie, assai pertanto notevolmente superiore rispetto alla
più difficile è inquadrare chi presenta solo un femmina ed il target è rappresentato dalla
diradamento, magari lieve. Comunque anche media fra lo stato del padre e la situazione del
la sola esperienza di ogni giorno ci fa vedere nonno materno a 40 anni.
che molti alberi genealogici presentano una Una donna può avere una vera alopecia
successione di individui calvi e che il figlio di androgenetica solo se il padre e la madre ne
un calvo ha molte probabilità di diventare a sono affetti.
sua volta calvo: ciò dimostra che la calvizie è
ereditaria. Dal punto di vista pratico ad un giovane che
Per quanto le modalità di trasmissione del lamenta caduta dei capelli e teme una futura
“carattere calvizie” non siano ancora ben calvizie (ma che non presenta ancora un'ob-
definite e sia ormai chiaro che questo caratte- biettiva ipotrichia) chiederemo notizie sullo
re è l'espressione di un mosaico di geni, pos- stato dei capelli del padre e del nonno mater-
siamo a fini pratici ancora accet ta re un no. Ci impegneremo in una vera terapia solo
modello, peraltro inesatto, secondo il quale nel caso che risulti dalla anamnesi una eredi-
un singolo paio di geni autosomici (CC) con- tarietà per calvizie. Un tricogramma, un

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

esame microscopico dei capelli in luce pola- Fisiologia endocrino metabolica


rizzata, un esame dei capelli caduti ci potran- a cura di Paolo Gigli
no fornire altre informazioni. Se non risulte-
rà esserci un'ereditarietà per calvizie e se gli Mentre la differenziazione dei peli in termina-
esami che abbiamo ricordato risulteranno li o vellus, la sintesi della cheratina e la molti-
nella norma, il nostro giovane paziente dovrà plicazione delle cellule della matrice del
accontentarsi di un sano placebo. capello sono sotto il controllo e l'interazione
di fattori di crescita stimolanti ed inibenti, il
ciclo anage n - c a tagen-te l o gen è controllato
Riferimenti: dagli steroidi sessuali e dal metabolismo del
glucosio.
Hamilton J.: "Male hormone stimulation is a
prerequisite and an incitant in common bald- Conviene qui ancora ricordare quelli che
ness" American J of Anatomy 1942; 71 :451. sono i meccanismi di regolazione della vita
ciclica del capello rimandando anche al capi-
Porter P.S., Lobitz W.C. Jr: "Human Hair: a tolo "FISIOPATOLOGIA ENDOCRINO -
genetic marker" Br J Dermatol 1970; 83: 225 METABOLICA DEL CAPELLO E DEL
- 41. PELO".

Villena A, Alcaraz M.V., Perez De Vargas I.: Esistono tre vie di controllo della crescita del
"DNA determination of human hair bulbs in pelo: una steroidea, l'altra metabolica e la
normal and androgenetic alopecia" J terza autocrino-paracrina.
Cutaneous Pathol 1994; 21/4: 339 - 342.

Riferimenti:

Marliani A.: "MANUALE di TRICOLOGIA" -


diagnostica e terapia - Firenze, TricoItalia:
fascicolo 2 - 2003.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Controllo steroideo penetrato nel nucleo, provoca dopo trascrizio-


ne nucleare l'attivazione secretoria della
Qualunque sia l'ormone androgeno che dal ghiandola sebacea (seborrea).
sangue passa all'interno della cellula germina-
tiva del capello (tricocheratinocita), una
tappa metabolica imprescindibile è sempre la
formazione di testosterone. Un enzima, 5-alfa-
reduttasi, trasforma il testosterone in diidrote-
stosterone (DHT) ormone realmente attivo sul
capello che, all'interno del citoplasma della
cellula, si lega ad un recettore citosolico,
viene in qualche modo attivato e penetra con
questo nel nucleo; qui se il messaggio ormo-
nale trova il recet to re specifico sul DNA
(acido desossiribonucleico), viene decodifica-
to e, tramite la formazione di un mRNA In molti giovani queste trasformazioni fisiolo-
(acido ribonucleico messaggero), trascri t to giche potranno portare ad acne, irsutismo,
secondo il messaggio del DNA stesso, determi- seborrea, defluvio androgenetico ecc.
na la qualità dell'anagen e la miniaturizzazio- Secondo alcuni autori l'attività 5-alfa-redutta-
ne del capello. sica del cuoio capelluto affetto da calvizie
sarebbe più elevata per cui si può avere accu-
mulo di diidrotestosterone anche in assenza
di incremento ormonale nel sangue (dove si
ritrova il metabolita 3-alfa ridotto, il 3-alfa
androstandiolo già menzionato, indice della
attività 5-alfa-reduttasica).

Controllo metabolico

Interessa la produzione dell'energia necessa-


ria alla sintesi delle proteine per la “costruzio-
ne” del capello e alla riproduzione delle cellu-
Alcune zone, margini laterali e posteriori del le germinative. Questo meccanismo funziona
cuoio capelluto, perché non sensibili a que- utilizzando il glucosio, la cui demolizione,
st'ormone, non diventano quasi mai calve. La attraverso i meccanismi di glicolisi, shunt dei
trasformazione del pelo lanuginoso in pelo pentosofosfati e ciclo di Krebs, porta alla for-
terminale all'epoca della pubertà è attribuibi- mazione di varie molecole di ATP (adenosin-
le ad un aumento degli androgeni circolanti trifosfato), cioè di energia. Per utilizzare il
ed allo specifico metabolismo del testosterone glucosio occorre l'intervento di una proteina-
a livello dei follicoli piliferi. Il DHT poi anco- chinasi che può essere attivata direttamente
ra 3-alfa ridotto a 3-alfa androstandiolo, a sua (da un fattore di crescita che provvisoriamen-
volta captato da uno specifico recettore e te possiamo chiamare Hair Growth Factor,

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

HGF, forse dall'ormone somatotropo e forse mine alfa adrenergiche (che aumentano ad
anche dal minoxidil che mimerebbe l'effetto esempio nello stress con conseguente caduta
dell'HGF) o indirettamente attraverso uno dei capelli).
specifico recettore che ricevuto lo stimolo
(estrone, tiroxina, istamina, catecolamine
beta-1-adrenergiche ecc), in presenza di pro- Controllo autocrino-paracrino
staglandine (PGE2) attiva un enzima, l'adenil-
ciclasi, che trasforma l'ATP in AMPc (adeno- La moltiplicazione delle cellule della matrice
sinmonofosfato-ciclico) responsabile appunto del capello è attivata da un ormone ad azione
dell'attivazione stessa (la reazione necessita locale, un fattore di crescita (Hair Growth
dello ione magnesio). Factor) che esse stesse producono, e frenata
da un calone (ormone inibitorio) prodotto
dalla papilla dermica e probabilmente indivi-
duabile nel Transforming Growth Factor beta.
L'interazione fra HrGF e TGF beta determina
la dimensione e la struttura del pelo (ed in
parte la sua profondità nel derma e la durata
dell'anagen).
Ad ogni catagen la matrice del capello degene-
ra e la papilla dermica si deconnette dal
bulbo. Una colonna sacciforme di cellule epi-
teliali circondate da quello che resta della
guaina epiteliale esterna rimane dapprima a
collegare il bulbo con la papilla, poi questo
sacco si stacca dalla papilla e risale fino a
livello dell'istmo, prende contatto con la zona
protuberante ed in qualche modo attiva la
La proteina-chinasi-attiva, attraverso un mec- produzione di HrGF dalle cellule germinative
canismo a cascata di vari sistemi enzimatici del bulge. I cheratinociti staminali presenti
(la reazione necessita dello ione calcio), avvia nel bulge entrano in rapida moltiplicazione,
infine la glicolisi. migrano di nuovo verso il basso, ricolonizza-
no la zona della matrice e riprendono contat-
to con la papilla dermica che ne controlla la
moltiplicazione mediante l'azione del TGF
beta. Così inizia il nuovo anagen. La produ-
zione di HrGF da parte delle cellule del bulge
è verosimilmente attivata dall'estrone, abbon-
dantemente prodotto dal metabolismo del fol-
licolo dalla fine dell'anagen.

Da queste poche conoscenze essenziali nasco-


L'enzima adenilciclasi è attivato dall'estrone, no le possibilità attuali di terapia "endocrina"
inibito dal diidrotestosterone e dalle catecola- dell'alopecia androgenetica.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Dunque la calvizie "androgenetica" è eredita- Hamilton J.: "Male hormone stimulation is a


ria, a carattere dominante con penetranza prerequisite and an incitant in common bald-
incompleta androgenodipendente! ness" American J of Anatomy 1942; 71 :451.
Ma quello che si eredita è verosimilmente un
difetto (o un "atteggiamento" ?) enzimatico a Halprin K.M., Ohkawara A.: "Glucose and gli-
livello della matrice del pelo: un eccesso di cogen metabolismin the human epidermis" J
attività di NADP reduttasi, un deficit di 17- Invest Derm 1966; 46: 43.
beta-steroido-ossido-reduttasi, di 3-alfa-idrossi-
steroido-deidrogenasi (3-alfa-reduttasi) oppure Kossard S.: "Postmenopausal frontal fibrosing
di aromatasi possono provocare la calvizie alopecia: Scarring alopecia in a pattern distri-
maschile. bution" Arch Dermatol 1994; 130: 770 - 774.
Un deficit di 3-alfa-steroido-deidrogenasi o di
aromatasi possono provocare la calvizie fem- Sauk J.J., Wite J.G., Witkop C.J.: "Influence of
minile. prostaglandins E1, E2, and arachidonate on
melanosomes in melanocites and keratinoci-
Il diverso atteggiamento enzimatico delle cel- tes of anagen hair bulbs in vitro" J Invest
lule del follicolo pilosebaceo indirizza in Dermatol 1975; 64: 332.
modo diverso o addirittura contrario il meta-
bolismo degli steroidi in zone diverse del Schweikert H.U.: "Aromatization of androste-
cuoio capelluto o in zone diverse del corpo nedione" J Clin Endocr Metab 1975; 3: 411 -
con la conseguenza che una diventa glabra, 417.
una pelosa, una indiffereante ad un medesino
stato ormonale. Schweikert H.U., Wilson J.D.: "Regulation of
human hair growth by steroid hormones: I.
Un deficit enzimatico può venire parzialmen- testosterone metabolism in isolated hairs" J
te corretto somministrando gli steroidi a valle Clin Endocrinol Metab 1974; 38: 811.
del blocco, ma anche così la via metabolica
resa preva l e n te dalla carenza enzimatica Schweikert H.U., Wilson J.D.: "Regulation of
rimane preferenziale e non si corregge l'ecces- human hair growth by steroid hormones: II.
so di produzione di diidrotestosterone ed testosterone metabolism in isolated hairs" J
androstandiolo se non inibendo anche la 5- Clin Endocrinol Metab1974; 39: 1012.
alfa-reduttasi e/o la NADP reduttasi.
Villena A, Alcaraz M.V., Perez De Vargas I.:
"DNA determination of human hair bulbs in
normal and andro genetic alopecia" J
Riferimenti Cutaneous Pathol 1994; 21/4: 339 - 342.

Farthing M.J., Mattei A.M., Edwards C.R.: Wilson J.D., Walker J.D.: "The conversion of
"Relationschip between plasma testosterone testosterone to 5 alfa androstan 17 beta-ol-3-
and dihydrotestosterone concentrations and one (dihy d rote sto ste rone) by skin slice of
male facial hair growth" Br J Dermatol 1982; man" J Clin Invest1969; 48: 371.
107: 559.

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

Alopecia frontoparietale A questo punto, in genere, il defluvio si stabi-


lizza con risparmio delle zone temporo occipi-
Dalla alopecia androgenetica vera deve essere tali ed il processo si arresta.
distinta l'alopecia frontoparietale maschile
fisiologica. Che la caduta dei capelli in zona frontoparie-
Per capire cosa è l'alopecia frontoparietale è tale e la regressione della linea frontale (la
importante considerare come progredisce la cosiddetta stempiatura) siano dovute ad azio-
perdita di capelli nell'uomo e nella donna. ne diretta del testosterone, a differenza della
Nell'uomo si ha dapprima un innalzamento alopecia androgenetica vera che interessa il
della linea frontale dei capelli accompagnato vertice e che è dovuta alla azione del diidrote-
da diradamento del vertice, poi un dirada- stosterone, è dimostrato da alcune cosidera-
mento alle tempie che dà al taglio dei capelli zioni di ordine clinico:
la caratteristica forma maschile a M.
Fin qui la caduta di capelli maschile può esse- 1) Tutti gli uomini sono, di norma, stempiati
re considerata fisiologica e non obbligatoria- (per effetto del testosterone).
mente un preludio alla calvizie, preferiamo 2) Non tutti gli uomini sono calvi (la calvizie
pertanto parlare di “alopecia frontoparietale vera, del vertice, è ereditaria e dovuta al dii-
maschile fisiologica”. drotestosterone; la presenza del testosterone
non basta a provocare la calvizie).
3) Le donne calve (per effetto del diidrotesto-
sterone) non sono, di norma, stempiate (la
presenza del DHT provoca loro la calvizie ma
non la stempiatura).
4) Quando una donna ha un tumore testoste-
rone secernente si stempia (la presenza del
testosterone è sufficiente a provocare la stem-
piatura) ma non obbligatoriamente diventa
calva (la calvizie vera, del vertice, è ereditaria
La considerazione che ci sono uomini stem- e dovuta al diidrotestosterone, la presenza del
piati ma non calvi e uomini calvi ma non testosterone non basta).
stempiati, e l'osservazione che gli inibitori
della 5-alfa-reduttasi hanno scarso effetto nel
ridurre la velocità di progressione della alope- Riferimenti:
cia frontoparietale fa supporre che quest'ulti-
ma sia indotta dal testosterone mentre la cal- Marliani A.: "La calvizie comune" SIMCRE,
vizie (vera) dal suo metabolita diidrotestoste- Firenze, 1986.
rone.
Nella calvizie maschile il vertice lentamente si Marliani A. et al: "I Capelli" Firenze, Etruria
svuota e l'alopecia progressivamente conflui- Medica, 1989.
sce con le zone calve frontoparietali, lascian-
do dapprima un'isola di risparmio al di sopra Marliani A.: "TRICOLOGIA" - diagnostica e
della fronte, per arrivare infine alla "calvizie a terapia - Firenze, TricoItalia 1996.
corona".

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Aspetti clinici della alopecia androgenetica La recessione frontoparietale, quindi, può


dipendere da meccanismi differenti da quelli
L'alopecia androgenetica si presenta clinica- della tipica calvizie del vertice. La classica
mente diversa nei due sessi. “androgenetica” comincia verso i 17 - 18
La progressione della alopecia è comunque anni; la caduta è più o meno costante, di
lenta e, se non complicata da altre condizioni norma mai elevata quantitativamente e pre-
che ne aggravino il decorso, segue degli sche- senta saltuarie, brevi poussées durante le
mi obbligati e diversi nei due sessi. quali ogni giorno cadono alcune centinaia di
capelli. Il problema del defluvio androgeneti-
Evoluzione negli uomini co in telogen non deriva però dal numero di
a cura di Paolo Gigli capelli che cadono ma dal fatto che molti di
questi sono progressivamente sostituiti da ele-
Negli uomini la caduta dei capelli inizia dopo menti più corti, sottili, meno profondi, minia-
la pubertà quando i livelli sierici degli andro- turizzati, che sono il preludio alla scomparsa
geni salgono sopra i valori prepuberi. Il primo definitiva del capello stesso.
c a m b i a m e n to consiste, di norma, in una James Hamilton, negli anni 50, classificò i
recessione frontale biparietale presente nel tipi di calvizie basandosi sul grado di recessio-
96% dei maschi caucasici sessualmente matu- ne frontoparietale e frontale e sul diradamen-
ri, anche in coloro nei quali la caduta di to del vertice.
capelli non è destinata a progredire (alopecia O'Tar Norwood, più di 25 anni dopo, perfezio-
frontoparietale maschile fisiologica). nò e completò questa “classificazione per illu-
strazioni” dell'alopecia androgenetica.
Benché la densità dei capelli tenda a diminui-
re con l'età secondo uno schema noto è diffi-
cile predire quale grado di alopecia assumerà
alla fine un giovane che presenta una iniziale
androgenetica. In generale, nei soggetti che
cominciano a perdere capelli prima dei 20
anni l'alopecia progredirà maggiormente
(androgenetica ad evoluzione rapida). In alcu-
ni maschi la caduta dei capelli può insorgere
anche tardivamente (androgenetica ad evolu -
zione lenta) al termine della terza o durante
la quarta decade di vita. Inoltre si possono
verificare aspetti differenti dovuti alla razza
ed al tipo di diradamento. Si è notato come
negli orientali e nei nativi americani sia spes-
so conservata l'attaccatura frontale, vi sia un
inizio posteriore ed una minore estensione
della calvizie. Anche i maschi afroamericani
hanno una minore incidenza ed estensione
della calvizie, con una minore frequenza di
alopecia frontoparietale rispetto ai caucasici.

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

Secondo Hamilton (1951) si possono distin-


guere 5 stadi:
stadio I: arretramento simmetrico frontopa-
rietale con eventuale e successivo arretramen-
to della linea frontale; non rappresenta, come
già detto, un preludio obbligatorio alla calvi-
zie;
stadio II: accentuazione dello stadio I con leg-
gero arretramento della linea frontale e dira-
damento del vertice;
stadio III: le due zone alopeciche, anteriore e
posteriore, tendono a confluire e persiste solo
una stretta striscia di capelli;
stadio IV: alopecia definitiva frontoparietale e
del vertice con permanenza di una alta “coro-
na” di capelli nella zona temporo-occipitale;
stadio V: come il IV ma con “corona” residua
di ridotte dimensioni.

Norwood ha modificato (1975) la classificazio-


ne di Hamilton, proponendo una “scala” di 7
stadi, alcuni dei quali ulteriormente fraziona-
ti in modo da ottenere in tutto 12 possibilità:
stadio I: corrisponde al soggetto normale;
stadio II: corrisponde al I di Hamilton con
solo arretramento frontoparietale;
stadio IIa: come il II con associato arretra-
mento della linea frontale;
stadio III: corrisponde semp re al I di
Hamilton ma con arretramento frontoparieta-
le più accentuato;
stadio IIIa: come il III con associato arretra-
mento della linea frontale;
stadio III vertex: al III o al IIIa si associa dira-
damento della zona del vertice (corrisponde
più o meno al II di Hamilton);
stadio IV: rimane una larga striscia di capelli
superstiti fra le zone alopeciche anteriore e
posteriore (cioè uno stadio III di Hamilton
poco accentuato);
stadio IVa: notevole arretramento della linea
di attaccatura anteriore che arriva grosso
modo alla linea virtuale che congiunge la

15
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

sommità delle due orecchie; la presenza di La regola degli angoli frontoparietali


diradamento del vertice non è obbligatoria A cura di Marino Salin
ma in ogni caso è assente la striscia di capelli
superstiti; Pur tenendo distinta l'alopecia frontoparieta-
stadio V: come il IV più accentuato (corri- le dalla alopecia androgenetica vera, quest'ul-
sponde al III di Hamilton); tima inizia sempre e comunque con arretra-
stadio Va: come il IVa più accentuato (corri- mento simmetrico fronto-parietale.
sponde al IV di Hamilton poco accentuato);
stadio VI: corrisponde al IV di Hamilton; In rapporto all'età, l'apertura degli angoli di
stadio VII: corrisponde al V di Hamilton. alopecia frontoparietale (stempiatura) è diret-
tamente proporzionale alla velocità e la pro-
fondità proporzionale alla gravità della futura
evoluzione androgenetica.

In pratica con questa scala, comunemente


usata, si può cominciare a parlare di calvizie
solo dagli stadi IIa e IIIa perché l'I, il II e il Valutando in un ragazzo giovane questi due
III, pur presenti in molti uomini, non neces- parametri (apertura e profondità) insieme alla
sariamente progrediscono nel tempo. storia familiare si può prevedere se ed in
qu a n to te mpo il nost ro giovane paziente
diventerà calvo e potremo decidere l'aggressi-

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

vità dell'intervento terapeutico. progestinico orale (che può non essere estra-
neo a questo) ed è generalmente molto meno
Nel maschio distinguiamo una calvizie ad evo- evidente di quella maschile. La presenza di
luzione rapida ed una calvizie ad evoluzione una recessione frontoparietale profonda è
lenta. però probabilmente correlata con una mag-
La calvizie ad evoluzione rapida (che può por- giore produzione testosterone piuttosto che
tare agli stadi VI - VII) inizia in genere, verso con l'accentuata conversione di questo in dii-
i 17 - 18 anni, si concretizza verso i 19 - 20 (il drotestosterone. In entrambi i sessi l'area a
ragazzo tende ad incolpare di questo il servi- rischio è l'intera parte superiore del cuoio
zio militare, il cappello, il casco della motoci- capelluto ma nelle donne, a differenza dei
cletta ecc), nei casi tipici e gravi già a 22 - 23 maschi, si ha generalmente una diffusa perdi-
anni si raggiungono gli stadi V - VI di ta di densità di tutta la capigliatura, anche se
Norwood ed è completamente evoluta verso i più evidente nella zona del vertice. Si determi-
28 - 30 anni. Questi soggetti presentano pre- na così una diminuzione ovalare della densità
cocemente angoli di alopecia frontoparietale dei capelli nell'area centrale del cuoio capellu-
profondi e molto aperti. to dietro la frangia frontale conservata.
La calvizie ad evoluzione lenta inizia verso i Questo conservarsi dell'attaccatura frontale è
27 - 35 anni in soggetti che già mostrano uno un'altra differenza tipica tra l'alopecia andro-
stadio II o IIa di Norwood e progredisce len- genetica femminile e maschile.
tamente per decenni, senza superare in gene-
re lo stadio III vertex (nel 10 - 15% dei casi si Erich Ludwig divise l'alopecia androgenetica
arriva al IV o al V, sempre secondo la scala di femminile in tre stadi basati sulla densità dei
Norwood). Questi soggetti presentano angoli capelli (1977).
di alopecia frontoparietale profondi ma poco Le donne del primo gruppo costituiscono la
aperti. grande maggioranza e la perdita di capelli
può essere avvertita solo paragonando la den-
Evoluzione nelle donne sità sulla sommità del cuoio capelluto con
a cura di Daniele Campo quella dell'occipite.
Il secondo gruppo raggiunge un diradamento
Nelle donne l'alopecia androgenetica si pre- maggiore e meno mascherabile.
senta in genere tra i trenta ed i quarant'anni Le donne del terzo gruppo sono più rare e,
(rispetto ai venti-trenta anni degli uomini). I come quelle che in periodo premenopausale
problemi dei capelli possono cominciare ini- sviluppano una alopecia a pattern maschile
z i a re in coincidenza di un cambiamento con profonda recessione frontale, richiedono
ormonale come l'assunzione o la sospensione un accerta m e n to endocrinologico per un
di un contraccettivo, nel post parto, in perio- potenziale stato androgeno patologico. Anche
do perimenopausale o postmenopausale nello stadio III di Ludwig tuttavia, a differen-
oppure in conseguenza di una sensibile varia- za del maschio, l'area non è mai completa-
zione ponderale. La recessione frontoparieta- mente calva e persistono molti capelli “nor-
le avviene comunque al momento della matu- mali” insieme ai miniaturizzati.
razione sessuale nell'80% delle donne (come Sulzberger, Witten e Kopf per primi riporta-
nella maggior parte degli uomini) e spesso in rono alcune importanti osservazioni cliniche:
concomitanza con l'assunzione di un estro- nelle donne con “alopecia diffusa” i capelli

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

sono diventati più sottili, la capigliatura meno


densa e talvolta più untuosa. Soggettivamente
i capelli sono meno trattabili cosmeticamente.
Altri sintomi riferiti dalle pazienti sono: “fra-
gilità, formicolio, sensazione di pelle d'oca,
bruciore, prurito ed una spiacevole ipersensi-
bilità del cuoio capelluto”.
L'incidenza dell'alopecia androgenetica nelle
donne è stata valutata tra l'8 ed il 25%, ma
questi calcoli possono aver escluso i soggetti
con diradamento leggero e facilmente camuf-
fabile. Nelle donne, una diminuzione della
densità di capelli diventa spesso visibile dopo
la menopausa e può essere associata ad un'ul-
teriore recessione biparietale. Non è oggi
chiaro se questa perdita di capelli postmeno-
pausale sia dovuta all'alopecia androgenetica.
Sembrerebbe collegata ai cambiamenti ormo-
nali causati dall'anovulazione e dall'insuffi-
ciente sintesi di estrogeni e/o progesterone.
Anche il fatto che la ghiandola surrenale vada
incontro a dei cambiamenti nella produzione
androgena delle donne dopo i cinquanta anni
può avere un ruolo in questa perdita di capel-
li. Resta da comprendere con esattezza come
tutti questi dati siano in connessione.

Riferimenti

Olsen Mc Growth-Hill: “Disorders on Hair


Growth” 1993.

Hamilton JB: “Male hormone stimulating is


prerequisite and an incitant in common bald-
ness” Am J Anat, 1942.

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netic alopecia occuring in female sex” Br J
Dermatol, 1997.

Norwood O.T.: "Male pattern baldness: classi-


fication and incidence" South Med. J. 1975;
68: 1359.

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

Ma ... esiste davvero l'alopecia androgenetica in terapia con finasteride ha livelli di DHT
femminile? circa 10 volte superiori a quelli della donna
con alopecia, il che la fa malamente definire
L'alopecia androgenetica è il risultato di un come “androgenetica”.
processo combinato androgeno-dipendente e In sostanza gli inibitori della 5-alfa-reduttasi
di una trasmissione genetica. appaiono inefficaci nelle donne.
É ormai comunemente accettato che l'alope- Dosi farmaceutiche di estrogeni (gravidanza,
cia androgenetica maschile è associata ad un contraccezione) hanno spesso un effetto bene-
aumento dell'attività della 5-alfa - re d u t tasi, fico su molti casi di alopecia probabilmente
con incremento locale della produzione di dii- attrave rso meccanismi non anti-andro ge n i .
drotestosterone, oppure ad una maggiore sen- Dosi farmacologiche di estrogeni, di solito
sibilità locale all'azione del DHT. Questo è associate ad agenti antiandrogeni simili al
stato dimostrato principalmente, se non esclu- progesterone, vengono amp i a m e n te usati,
sivamente, negli uomini e poi, riteniamo nella alopecia femminile, con buoni risultati
impropriamente, esteso alle donne. che tuttavia non sono stati provati da trial cli-
L'incremento dell'attività 5-alfa-reduttasica o nici. É importante anche precisare che la
della sensibilità locale al DHT spiega la ben papilla dermica ha un'aromatasi, specifica-
nota efficacia degli inibitori della 5-alfa-redut- mente nell'area occipitale, la cui funzione
tasi. non è stata ancora ben definita nell'ambito
Il meccanismo attraverso il quale dall'aumen- dell'alopecia femminile.
to del diidrotestosterone locale si arriva alla Nelle donne, fatta eccezione per qualche raro
miniaturizzazione e poi alla perdita dei capel- caso di anomala produzione ormonale surre-
li non è affatto chiarito. Personalmente rite- nalica o ovarica per difetto enzimatico o per
niamo che la chiave per comprendere il pro- tumore secernente, l'alopecia appare molto
cesso di miniaturizzazione sia nella produzio- diversa da quella maschile ed i meccanismi
ne locale di ormoni durante il catagen. appaiono differenti ed, anche se non ancora
Comunque, se si considera il processo di cal- del tutto chiariti, quasi sempre assimilabili a
vizie come androgeno dipendente, l'alopecia quelli del telogen effluvio cronico o ad una
androgenetica deve essere limitata alle sole situazione da carenza locale di estrone.
aree recettrici degli androgeni. Nel cuoio I casi di quelle ragazze con capelli fini e dira-
capelluto questi recettori sono stati individua- dati su tutto il cuoio capelluto (ma più sul ver-
ti solo nell'area frontale e nel vertice, e non tice e nella zona frontale) con la madre (spes-
nell'area temporale ed occipitale. In effetti so) nelle stesse condizioni ma con mestruo e
negli uomini è così e l'alopecia androgenetica fertilità normale, senza eccesso di androgeni
si presenta solo in queste zone, mentre nelle circolanti ed in cui non è possibile reperire
donne la caduta dei capelli è raramente loca- chiari elementi clinico laboratoristici che ci
lizzata a queste sole aree, anche quando con facciano deporre per un telogen effluvio ci
l'avanzare dell'età vi sono ampie zone calve. fanno pensare a una resistenza periferica
Nelle donne l'alopecia è, di solito, diffusa familiare del follicolo alla azione degli estro-
anche alle zone non androgeno dipendenti. geni (deficit di 17 steroido ossidoriduttasi,
Inoltre i livelli ormonali degli androgeni nella aromatasi, 3 alfa riduttasi). Sono cioè alope-
donna sana sono sempre molto più bassi di cie carenziali!
quelli presenti nel maschio. Anche il maschio

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Tutto questo ha risvolti terapeutici fondamen- secernete androgeni o un deficit enzimatico


tali: surrenalico come quello di 21 idrossilasi.
- gli inibitori della 5-alfa riduttasi sono ineffi-
caci nelle donne;
Riferimenti

Amy McMichael: “le cause più comuni della


caduta dei capelli nelle donne e l'importanza
di una diagnosi precoce nel trattamento”
American Academy of Dermatology 57° mee-
ting annuale, New Orleans, 2002.

Price V.H., Roberts J.L., Hordinsky M., Olsen


E.A., Savin R., Bergfeld W., Fiedler V., Lucky
A., Whiting D.A., Pappas F., Culbertson J.,
Kotey P., Meehan A., Waldstreicher J.:
“Mancanza di efficacia della finasteride nelle
donne affette da alopecia androgenetica in
post-menopausa”

Jamin C.: “Alopecia androgenetica e donne”


Ann. Dermatol. Venereol. Maggio 2002; 129
(5 Pt 2): 801-3

Rushton D.H., Ramsay I.D.: “The importance


of adequate serum ferritin levels during oral
- una terapia topica con estrone o 17 alfa cyproterone acetate treatment of diffuse
estradiolo può risultare efficace in molti casi; androgen-dependent alopecia in women” Clin
- se invece l'alopecia della donna interessa Endocrinol,1992.
realmente e solo il vertice con la “chierica
maschile” ed ancor più la zona frontoparieta- Simpson N.: "Classificazione e trattamento
le con chiara “stempiatura” a pattern maschi- delle alopecia" in: "Derm atol og y: Clinical
le si dovrà sospettare una fonte di androgeni e Update" Upjohn, 1986.
si dovranno effettuare le seguenti indagini:

Testosterone
17 OH progesterone
Ecografia addominale e pelvica
Non basta la presenza di un comune “ovaio
micropolicistico” (che non è una malattia!) a
provocare un'androgenetica femminile a pat-
tern maschile ma occorre qualcosa di ben più
grave come un tumore ovarico o surrenalico

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

Il controllo del ciclo del capello In altre parole: gli idrogenioni per la 5-alfa-
riduzione si formano come NADPH nello
Il ciclo del capello è necessario per impedire shunt esosomonofosfatico, via alternativa e
che i capelli ed i peli crescano indefinitamen- p a rallela alla glicolisi, anch'essa innescata
te cioè per impedire che un individuo di 50 dalla adenilciclasi ed anch'essa bloccata quan-
anni abbia i capelli lunghi 6 - 7 metri (in natu- do è ferma la glicolisi.
ra il taglio dei capelli non è previsto).
Il ciclo è controllato dagli ormoni steroidi ses-
suali: non dagli ormoni circolati ma da quelli
pro d otti in loco dal follicolo stesso.
Rimandiamo ancora al capitolo "FISIOPATO-
LOGIA ENDOCRINO - M E TA BO L I CA DEL
CAPELLO E DEL PELO”.

A partire dalla fine dell'anagen la glicolisi è


bloccatta come pure lo shunt esosomonofosfa-
tico, il NADPH non è più prodotto, la 5-alfa-
reduttasi è bloccata e tutte le vie metaboliche
sono deviate ve rso l'aromatizzazione.
L'estrone abbondantemente prodotto durante
il catagen riattiva l'adenilciclasi, la glicolisi
Per mantenere l'anagen e le sintesi proteiche riparte ed il ciclo ricomincia.
il follicolo ha bisogno di energia sotto forma
di ATP. Questa energia è fornita dalla glicoli-
si che poi continua nel ciclo di Krebs. La gli-
colisi ha un interruttore: l'enzima adenilcicla-
si. Bloccando l'adenilciclasi si ferma la glicoli-
si. Fermando la glicolisi si spenge l'anagen. Il
diidrotestosterone riduce l'attività della ade-
nilciclasi. L'estrone incrementa l'attività della
adenilciclasi. Perché il follicolo arrivi al cata-
gen (e poi al telogen) è necessaria la 5-alfa-
riduzione. La 5-alfa-riduzione consuma Perchè l'anagen della donna è più lungo di
NADPH ossia è NADPH dipendente. Nello quello del maschio? Nel maschio la via meta-
shunt esosomonofo s fatico, via metabolica bolica più facile è quella che da testosterone
parallela e collaterale alla glicolisi, si formano porta a diidrotestosterone. Nella donna la via
il NADPH per la 5-alfa-reduttasi, cioè per tra- metabolica più facile porta ad estrone. Così
sformare il testosterone in diidrotestosterone. l'anagen del maschio dura 3 anni e quello

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

della donna 6 anni e più. Schweikert H.U., Wilson J.D.: "Regulation of


Ma anagen più corto significa ciclo più velo- human hair growth by steroid hormones: II.
ce, non significa involuzione del follicolo né testosterone metabolism in isolated hairs" J
miniaturizzazione del capello! Anagen più Clin Endocrinol Metab1974; 39: 1012.
corto non significa calvizie. Quale è allora la
causa della alopecia androgenetica? La rispo- Villena A, Alcaraz M.V., Perez De Vargas I.:
sta è nel catagen! "DNA determination of human hair bulbs in
normal and andro genetic alopecia" J
Cutaneous Pathol 1994; 21/4: 339 - 342.
Riferimenti
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Adachi K., Kano M.: "Adenil cyclase in human testosterone to 5 alfa androstan 17 beta-ol-3-
hair follicles: its inhibition by dihydrotestoste- one (dihy d rote sto ste rone) by skin slice of
rone" Biochem Biophys Res Commun 1970; man" J Clin Invest1969; 48: 371.
41: 884.

Adachi K., Takayasu S., Takashima I., Kano


M., Kondo S.: "Human hair follicles: metabo- Fisiologia del catagen
lism and control mechanism" J Soc Cosmet
Chem 1970; 2: 911. Mentre solo pochi anni fa ritenevamo che la
fase catagen fosse solo un momento di passag-
Adachi K.: "The metabolism and contro l gio fra l'anagen ed il telogen, oggi siamo con-
mechanism of human hair follicles" Curr vinti che proprio il catagen sia la fase più deli-
Probl Dermatol 1873; 5: 37. cata di tutto il ciclo follicolare e che la quali-

Halprin K.M., Ohkawara A.: "Glucose and gli-


cogen metabolism in the human epidermis" J
Invest Derm 1966; 46: 43.

Parker F.: "Cute e ormoni" in Williams R.H.


eds: "Trattato di Endocrinologia". III° edizio-
ne italiana, Piccin, Padova, 1979 , vol II°, cap
23, 1115-19.

Schweikert H.U.: "Aromatization of androste-


nedione" J Clin Endocr Metab 1975; 3: 411 -
417.

Schweikert H.U., Wilson J.D.: "Regulation of


human hair growth by steroid hormones: I.
testosterone metabolism in isolated hairs" J
Clin Endocrinol Metab 1974; 38: 811.

22
aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

tà di ogni anagen dipenda, in larga misura,


dalla regolarità e dalla validità della fase cata-
gen che lo precede.
Rimandiamo anche al capitolo: “Il ciclo idea-
le del capello”.

Quando inizia il catagen la matrice, comune-


mente intesa, degenera. Il bulbo cheratinizza-
to rimane unito alla papilla mediante una spe-
cie di “sacco” formato dalla guaina epiteliale
esterna che contiene le ultime cellule prodot-
te dalla attività mitotica come una colonna,
sempre più lunga, di cellule epiteliali ed il fol-
Il Catagen ha inizio con l'arresto mitotico
licolo assume un cara t teristico aspet to a
delle cellule della matrice facilmente eviden-
“sacco di noci svuotato” (catagen II).
ziabile al microscopio in luce polarizzata per
Questo capello, con la papilla ed il suo sacco
la completa cheratinizzazione del bulbo che
di cellule epiteliali, è in lento movimento di
appare luminoso (catagen I).
risalita verso l'istmo che deve raggiungere per-
correndo (se il capello è profondo) anche
6000 / 7000 micron non più alla velocità
della crescita del capello (400 micron al gior-
no ≈ 10 mm al mese) ma a quella, assai più
lenta, del ricambio dell'epidermide (65
micron al giorno ≈ 2 mm al mese) impiegan-
do quindi circa 90 giorni.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Il sacco si deconnette infine dalla papilla, che Queste ultime, in rapida mitosi (anagen I),
non può più seguirlo, giunge all'istmo (cata- con un processo molto simile a quello che si
gen III) e si attivano le cellule staminali del osserva nella formazione embrionale del pelo
bulge. primitivo, migrano di nuovo verso il basso
fino a ritrovare la papilla (anagen II) e forma-
no la nuova matrice per il nuovo anagen (ana-
gen III).

Durante il catagen si assiste progressivamente


alla scomparsa delle guaine epiteliali proprie
del follicolo; la scomparsa delle guaine segna
il passaggio del capello alla fase telogen men-
tre il follicolo talvolta è già in anagen IV.

Durante il catagen, se l'attività mitotica della


matrice è cessata, l'attività metabolica delle
cellule del sacco è addirittura esaltata per pre-
parare il follicolo al nuovo anagen.

Il catagen è un periodo “delicato”. Quanto


più breve è l'anagen e più veloce è il ciclo, più
spesso il follicolo dovrà affrontare un catagen.
La fase catagen ha inizio con la fine dell'ana-

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

gen, nel momento in cui per blocco della gli- cono estrone, cortisone e glicogeno. Questi tre
colisi cessano le mitosi delle cellule della elementi sono indispensabili per la qualità
matrice. Le cellule della matrice, raccolte in dell'anagen successivo. L'estrone si forma per
un sacco al disotto del bulbo cheratinizzato, aromatizzazione dai precursori: testosterone,
vanno incontro ad un tipico processo di androstenedione, estradiolo. Il cortisone è
“apoptosi” che fa di loro qualcosa di molto metabolizzato dal cortisolo. Il glicogeno si
simile, funzionalmente ed istologicamente, ad forma dal glucosio e viene accumulato nella
una gliandola endocrina a secrezione paracri- guaina epiteliale esterna.
na.

Quale è allora la causa della miniaturizzazio-


ne andro ge n etica? L'attivazione del bulge
avviene alla fine del catagen quando le cellu-
le staminali del bulge sono attivate dall' estro-
ne. L'estrone attiva l'adenilciclasi, quindi la
glicolisi, quindi (forse con la mediazione di
Durante il catagen la 5-alfa-reduttasi e la gli- un fattore di crescita) le mitosi delle cellule
colisi sono fisiologicamente bloccate. La 5- del bulge. Queste cellule in mitosi migrano in
alfa reduttasi è bloccata perché la fonte di basso verso la zona dove si riformerà la nuova
idrogenioni, il NADPH, si forma nello shunt matrice e durante la loro migrazione hanno
degli esosomonofo s fati che è attivo solo come sola fonte energetica il glicogeno accu-
durante l'anagen. Il metabolismo del follicolo mulato nella guaina esterna durante il cata-
in catagen è quindi deviato verso l'aromatizza- gen del ciclo precedente. L'utilizzo del glico-
zione. geno della guaina è condizionato dalla presen-
Durante il catagen le cellule del sacco produ- za di cortisone. Una carenza di estrone, corti-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

sone o glicogeno durante il catagen si traduce Salerno R., Maltoni G.: “Steroidi e Cancro”
in una migrazione incompleta, in un anagen Giusti G., Serio M. Eds “Endocrinologia”
meno profondo cioè miniaturizzato. Un picco- USES Firenze, 1988: 1473 - 77.
lo errore metabolico durante il catagen si tra-
duce in miniaturizzazione dell'anagen succes- Serri F.: “Trattato di dermatologia” Piccin,
sivo e un capello maschile, con ciclo veloce ed Padova, 1986.
anagen breve, che deve affrontare frequenti
catagen, più facilmente andrà incontro ad
errori e quindi a miniaturizzazione. Eziologia della alopecia androgenetica
Il grado di displasia di ogni nuovo anagen a cura di Daniele Campo
appare in larga parte determinato dalla quali-
tà metabolica del catagen che lo precede: L'alopecia androgenetica riconosce un'eziolo-
- ad una carenza di estrone conseguirà una gia multigenica e multifattoriale; questo indi-
attivazione insufficiente del bulge, ca un meccanismo ereditario che riguarda un
- ad una carenza di cortisone conseguirà una mosaico di geni ma che dipende anche da
attivazione insuffi c i e n te della adenilciclasi altri fattori (incidenze) che possono avere un
con scarso metabolismo del glucosio e diffi- ruolo concausale: variazioni del peso, ipotiroi-
coltoso utilizzo del glicogeno, dismo, stati di stress, disturbi dell'alimenta-
- durante la discesa mitotica verso l'ipoderma zione ecc.
la sola fonte di energia metabolica per le cel- Il termine Alopecia Androgenetica è stato
lule in anagen II è data dal glicogeno accumu- coniato da Ludwig nel 1962 ed indica i due
lato nella guaina epiteliale esterna; se questo maggiori fattori patogenetici della malattia,
è insuffi c i e n te, obbligherà ad un anage n vale a dire gli ormoni androgeni e l'ereditarie-
meno profondo, cioè più involuto, con risalita tà.
della papilla dermica. L'alopecia androgenetica è indotta dall'azione
degli ormoni androgeni su soggetti genetica-
mente predisposti.
Riferimenti: Tale condizione si trasmette con caratteristi-
che di poligeneticità ed interessa uomini e
Bonne C., Raynaud J.P.: “Inhibition of 5 alfa donne. L'estrema variabilità della penetranza
reductase activity of rat prostate by estradiol provoca tutta una serie di fenotipi che vanno
derivates” Bioch 1973; 55: 227. da forme minime, consistenti in un maggior
arretramento della linea dell'attaccatura fron-
Jeanmougin M.: “Patologia dei capelli e del tale, fino a forme severe come un'alopecia
cuoio capelluto” Italiana Cedrim, Milano, completa della zona centrale del cuoio capel-
1991. luto.
Quello che verosimilmente si trasmette è il
Prince V.H.: “Hormonal control of baldness” corredo enzimatico follicolare interessato alla
Int J Derm 1976; 15: 742 - 744. captazione ed alla conversione degli androge-
ni, più precisamente, per quelle che sono le
Rook A.: “Endocrine influences in hair nostre conoscenze attuali, le due forme isoen-
growth” Br Med J 1965; 2: 609. zimatiche della 5-alfa-reduttasi (tipo 1 e tipo
2), la P450-aromatasi, le sei forme isoenzima-

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

tiche della 17-beta-HSD, i due isoenzimi della Gli androgeni


3-alfa-HSD ed il re c ettore citosolico degli A cura di Paolo Gigli
androgeni. Il passaggio metabolico più rile-
vante nella patogenesi dell'alopecia androge- Gli androgeni sono gli ormoni più diretta-
netica è operato dalla 5-alfa-reduttasi, l'enzi- mente coinvolti nella patogenesi della calvi-
ma che converte il testosterone in diidrotesto- zie. Già la semplice osservazione che gli eunu-
sterone. Le differenti presentazioni cliniche chi non diventano mai calvi (Hamilton) e che
dell'alopecia androgenetica nei modelli gli pseudoermafroditi da deficit della 5-alfa-
maschile e femminile possono essere spiegate reduttasi tipo 2 sviluppano dopo la pubertà
con i differenti livelli dei re c et to ri degl i solo un semplice arretramento della linea
androgeni e degli enzimi convertitori degli frontale (Imperato), può farci comprendere
a n d ro geni presenti nelle dive rse aree del che per l'espressione dell'alopecia androgene-
cuoio capelluto in uomini e donne. tica è essenziale il testosterone (assente negli
Studi degli anni 90 ci dicono che: eunuchi) ed è necessaria la 5-alfa-reduttasi
- uomini e donne hanno più alti livelli di 5- tipo 2 (assente negli pseudoerm af ro d i ti ) .
alfa-reduttasi nei follicoli del vertice piuttosto Studi relativamente recenti tesi a dimostrare
che in quelli occipitali, dove invece sono pre- l'esistenza di una maggiore quantità di andro-
senti più alti livelli di aromatasi; geni nel plasma dei soggetti calvi (Cipriani,
- i recettori degli androgeni contenuti nei fol- 1983) non sono stati successivamente confer-
licoli dei capelli delle donne sono approssima- mati. Riteniamo pertanto che per indurre la
tivamente il 40% in meno che negli uomini; calvizie non occorra una quantità superiore
- la P450-aromatasi nei follicoli della zona alla norma di androgeni nel sangue ma che
frontale è sei volte più abbondante nelle siano sufficienti le concentrazioni fisiologi-
donne; che. Ci pare invece determinante l'attività
- i follicoli frontali delle donne, rispetto a degli enzimi necessari a convertire gli andro-
quelli degli uomini, contengono una quantità geni più deboli in androgeni più potenti a
di 5-alfa-reduttasi tipo 1 e tipo 2, rispettiva- livello dell'unità pilo-sebacea, nonché l'affini-
mente 3 e 3,5 volte minore (Sawaya, 1997). tà dei recettori degli androgeni. Nel maschio,
l'androgeno quantitativamente più importan-
te è il testosterone che viene prodotto dai testi-
Riferimenti coli a partire dalla puberatà. Il testosterone
nel plasma è presente in forma libera nella
Marliani A. et al: "I Capelli" Firenze, Etruria percentuale fissa del 1% della sua quantità
Medica, 1989. totale; per la restante quota è legato ad una
globulina plasmatica: SHBG (Sex Hormon
Marliani A.: "TRICOLOGIA" - diagnostica e Binding Globulin). Il testosterone libero trova
terapia - Firenze, TricoItalia 1996. nel follicolo pilifero gli enzimi capaci di con-
vertirlo nella forma localmente attiva: il dii-
Tosti A, Peluso A.M., Piraccini B.M.: “Le drotestosterone. Nella donna l'androgeno più
malattie dei capelli e del cuoio capelluto” importante è l'androstenedione, prodotto dal-
BIBLIOTECNE Milano, 1996: 16. l'ovaio (70%) ed in misura minore dalle surre-
ni (30%); questo è convertito in testosterone
dalla 17 - b eta-idrossisteroidodeidrogenasi.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Meno importante è il diidroepiandrosterone


(DHEA) prodotto quasi esclusivamente dalle
ghiandole surrenali (95%), ormone ad attività Riferimenti
androgena piuttosto debole per il quale è pos-
sibile comunque, a livello periferico, un certo Hamilton J.B.: "Male hormone stimulation is
grado di interconversione capace di trasfor- a prerequisite and an incitant in common
marlo in altri androgeni più potenti. baldness" Am J Anat 1942; 71: 451.

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

Hamilton J.B.: "The role of testosterone secre- La conversione degli androgeni


tions as indicated by the effect of castration in a cura di Daniele Campo
man and by studies of patological conditions
and the short life-span associated with male- Sebbene il livello di DHT possa dipendere
ness" Recent Prog Horm Res 1948; 3: 257. direttamente dall'attività della 5-alfa-redutta-
si, questo è influenzato, evidentemente,
Hamilton J.B.: "Effect of castration in adole- anche dalla scorta di precursori androgeni e
scent and young adult males upon further dal metabolismo terminale del DHT stesso.
changes in the proportions of bare and hairy La pelle è un luogo attivo del metabolismo
scalp" J Clin Endocrinol 1960; 20: 1309. androgeno dove il testosterone, l'androstene-
dione (ed il deidroepiandrosterone) vengono
Imperato-Mc Ginley J., Guerrero L., Gautier largamente metabolizzati. In entrambi i sessi,
T., et al: “Steroid 5 alfa reductase deficiency la 17 - b eta-idrossisteroidodeidrogenasi (17-
in man: an inherited form of male pseudoher- beta-HSD) assume importanza a causa della
maphroditism” Science 1974; 186: 1213 - propria capacità di ridurre l'androstenedione,
1215. androgeno debole, a testosterone. La 17-beta-
i d ro s s i stero i d o d e i d ro genasi (17-beta-HSD) è
Itami S., Sonoda T., Kurata S., Takayasu S.: anche responsabile della ossidazione del testo-
"Mechanism of action of androgen in hair fol- sterone ad androstenedione.
licles" J Dermatol Sci 1994; 7/suppl: s98 - Hay e Hodgins dimostrarono come vi fossero
s103. differenze nei diversi tessuti sensibili agli
androgeni nella direzione predominante del-
Orfanos CE, Vogels L. - "Local therapy of l'ossidoriduzione 17-beta ed ipotizzarono che
androgenetic alopecia with 17 alpha-estradiol. queste fossero basate sulla concentrazione
A controlled, randomized double-blind study" relativa dei coenzimi ossidati (NAD e NADP)
- Dermatologica 1980; 161(2): 124 - 32 e ri d otti (NADH e NADPH) nei tessuti.
Istochimicamente l'enzima 17-beta-HSD sem-
Randall V.A.: "Androgen and human hair bra essere localizzato principalmente nella
growth" Clin Endocrinol 1994; 40: 439 - 57. guaina epiteliale esterna e nella papilla dei
follicoli del capello. L'attività della 17-beta-
Schmidt J.B.: "Hormonal basis of male and HSD appare, inoltre, maggiore in anagen che
female androgenetic alopecia: Clinical rele- in catagen - telogen ma sembra diminuire nel
vance" Skin Pharmacol 1994; 7: 61 - 66. follicolo anagen con la progressione della cal-
vizie.
Villena A, Alcaraz M.V., Perez De Vargas I.: Anche la 3-beta - i d ro s s i steroidodeidrogenasi
"DNA determination of human hair bulbs in (3-beta-HSD) potrebbe avere una sua impor-
normal and androgenetic alopecia" J tanza determinando l'interconversione di dei-
Cutaneous Pathol 1994; 21/4: 339 - 342. droepiandrosterone in androstenedione.
Sawaya, Honig, Garland e Hsia hanno trovato
una maggiore attività della 3-beta-HSD cito-
plasmatica nelle ghiandole sebacee del cuoio
capelluto affetto da calvizie.
Il testosterone può evitare la conversione in

29
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

DHT se trasformato dalla 17-beta-idrossiste- le del dosaggio del DHT stesso in quanto pro-
roidodeidrogenasi (17-beta-HSD) in androste- viene in larga parte dalla conversione periferi-
nedione e poi dall'enzima aromatasi in estra- ca di testosterone o androstenedione in DHT.
diolo. Sawaya, Price e Harris hanno dimostra-
to che l'aromatasi è più abbondante nell'area
occipitale, ri s p et to all'area fro n tale, nelle Riferimenti:
donne con alopecia androgenetica mentre è
trascurabile negli uomini. Ciò può aiutare a Niiyama S, Happle R, Hoffmann R. -
spiegare le differenze fenotipiche dell'alope- Influence of estrogens on the androgen meta-
cia androgenetica tra uomini e donne. bolism in different subunits of human hair
La citocromo P450-aromatasi è un enzima in follicles. - Eur J Dermatol 2001 May-Jun;
grado di convertire il testosterone in estrone. 11(3): 195 - 8
È chiaro che la presenza o la carenza di que-
sto enzima nei diversi sessi, oppure nelle Hoffmann R, Niiyama S, Huth A, Kissling S,
diverse aree del cuoio capelluto di uno stesso Happle R. - Department of Dermatology,
s o g get to, può dete rm i n a re aspetti diversi. Philipp University, Deutschhausstrasse 9, D-
Recenti acquisizioni scientifiche (Happle e 35033 Marburg, Germany. - "17alpha-estra-
Hoffmann) promosse da un gruppo di ricerca diol induces aro m a tase activity in intact
tedesco hanno evidenziato come il 17-alfa- human anagen hair follicles ex vivo." - Exp
estradiolo sia una sostanza in grado di favori- Dermatol 2002 Aug; 11(4): 376 - 80
re la conversione mediata dalla P450-aroma-
tasi (Hoffman, Happle, 2002). Alcuni ricerca- Andrea Marliani - Tricologia: Diagnostica e
tori hanno verificato che la formazione di 5- Terapia - Terapie attuali ed emergenti 1996;
alfa- androstandiolo è più alta nell'area fron- 183 - 185
tale affetta da calvizie rispetto a quella non
colpita. Il dosaggio dell'androstandiolo glicu-
ronide nel plasma è una misura più attendibi-
30
aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

La 5-alfa-reduttasi Thigpen A., Silver R., Guileyardo J.M., et al:


a cura di Daniele Campo “Tissue distribution and ontogeny of steroid
5alfa-reductase isozyme expression” J Clin
Si tratta di un sistema enzimatico che conver- Invest 1993; 92: 903 - 910.
te il testosterone in diidrotestosterone. La 5-
alfa-reduttasi è presente in due forme isoenzi-
matiche: il tipo “high affinity” (o tipo 1) è un Il recettore citolosolico degli androgeni
isoenzima composto di 259 aminoacidi, ha un
pH ottimale tra 6 e 9 e rappresenta il “tipo Il recettore citosolico (Andro gen Recepto r
cutaneo”; è localizzato principalmente nei Protein) del diidrotestosterone (DHT), cioè la
sebociti ma è presente anche nei cheratinoci- proteina vettrice che legandosi al DHT lo tra-
ti dell'epidermide e del follicolo e, in piccola sporta nel nucleo cellulare, esiste nel citosol
parte, nella papilla dermica, nelle ghiandole cellulare sotto forma di tetramero e sotto
sudoripare, nei fibroblasti della cute genitale forma di monomero.
e non genitale. La forma isoenzimatica “low Il tetramero non si lega all'ormone e non
affinity” (o tipo 2) è composta di 254 aminoa- entra nel nucleo, è cioè inattivo. Attivo è il
cidi, ha un pH ottimale di circa 5,5 ed è loca- monomero che si lega al DHT e lo trasporta
lizzata principalmente nell'epididimo, nelle fino al DNA nucleare. Si è affermato che il
vescicole seminali, nella prostata e nella cute rapporto monomero/tetramero è più alto nei
dei genitali del feto, nonché nella papilla, follicoli del cuoio capelluto dei soggetti calvi
nella guaina epiteliale interna dei follicoli (Sawaya,1988). E' stata anche evidenziata la
piliferi e nei fibroblasti della pelle dei genita- presenza di una catena enzimatica in grado di
li adulti. I geni che codificano le forme isoen- convert i re revers i b i l m e n te il tet ra m e ro in
zimatiche della 5-alfa-reduttasi tipo 1 e tipo 2 monomero e la presenza di una proteina rego-
si trovano, rispettivamente, nei cromosomi 5p latrice, ad effetto inibitorio, per il legame del-
e 2p (Chen, 1996). Negli ultimi anni molti l'ormone col recettore citosolico.
agenti steroidei (e non) sono stati sviluppati Esiste un solo recettore per tutti gli androgeni
per interferire con l'attività della 5-alfa-redut- che lega i vari ormoni steroidi in un ordine
tasi. La finasteride, che possiede un'alta affi- gerarchico di affinità: DHT > testosterone >
nità per la forma isoenzimatica di tipo 2, è estrogeno > progesterone.
stata il primo antagonista della 5-alfa-redutta-
si entrato nella pratica clinica. L'uso della Riferimenti
finasteride e di altri inibitori della 5-alfa-
reduttasi nel campo tricologico è recente. Fiorelli G.: "Recettori degli ormoni" in: Giusti
G., Serio M. (Eds) "ENDOCRINO LO G I A "
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Harris G., Azzolona B., Baginsky W, et al: Sawaya M.E., Mendez A.J., Lewis L.A. et al.:
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isozyme of steroid 5alfa-reductase in human Human hair follicles and sebaceous glands:
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31
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Anatomia patologica guaina connettivale dei follicoli in anagen dei


cicli precedenti.
L'alopecia androgenetica è di tipo non cicatri-
ziale. Con il progressivo accorciamento dei
cicli pilari, si assiste alla miniaturizzazione ed
alla depigmentazione dei capelli fino alla loro
trasformazione da peli terminali in vellus. I
follicoli subiscono un processo di superficia-
lizzazione, cosicchè molti bulbi vengono a tro-
varsi nel derma medio o addirittura papillare.
Sono inoltre presenti capelli con un fusto di
diametro intermedio tra i 30 e 60 micron. La
progressiva riduzione della durata della fase
anagen ma non di quella telogen provoca un
aumento della conta dei capelli in telogen. Un
rapporto tra capelli terminali e vellus inferio-
re a 4 ad 1 è indicativo per uno stato di minia-
turizzazione. I follicoli miniaturizzati, diver-
samente dai follicoli vellus, conservano fram-
menti del muscolo pilifero erettore (Pinkus,
1978). Nei follicoli colpiti da alopecia andro-
ge n etica si osserva, superficialmente, un
modesto infiltrato linfoistiocitario perifollico- Questi sono i cosiddetti “corpi di Arao”, che
lare nel 40% dei casi contro il 10% nei gruppi segnano il livello progressivamente raggiunto
di controllo (Lattanand e Whiting, 1997). Solo ciclo dopo ciclo dal follicolo, ora miniaturiz-
occasionalmente questo infiltrato infiamma- zato.
torio si estende a livello del tratto inferiore
del follicolo. Si repertano anche mastcellule e
perfino eosinofili. All'osservazione in video-
microscopia si osserva un alone eritematoso
attorno al follicolo. Nell'alopecia androgeneti-
ca si evidenzia inoltre una degenerazione
perivascolare del terzo inferiore della guaina
connettivale a carico dei follicoli in anagen
miniaturizzati. Al di sotto dei follicoli, in stato
avanzato di miniaturizzazione, è presente un
cordone fibroso residuo della guaina connetti-
vale. I follicoli sono collegati al tessuto sotto-
cutaneo da questi cordoni fibrosi (streamer).
Secondo Kligman questo reperto è caratteri-
stico dell'alopecia androgenetica. Lungo que-
sti cordoni fibrosi è possibile osservare dei
piccoli ammassi globulari che derivano dalla

32
aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

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aprile 2005 - N° 15 - Giornale Italiano di Tricologia

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EDIZIONI TricoItalia (Firenze) novembre 2005

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte settima


edizione 2005
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO
LE ALOPECIE CICATRIZIALI
Inquadramento e criteri diagnostici - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive linfocitarie - pag. 7


Alopecie cicatriziali acquisite primitive neutrofiliche. - pag. 26

Alopecie cicatriziali acquisite secondarie - pag. 33


EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2005

parte VII
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter

EDIZIONI TricoItalia Firenze


novembre 2005
SOMMARIO:

LE ALOPECIE CICATRIZIALI
Inquadramento e criteri diagnostici - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive


linfocitarie - pag. 7
Lichen planopilaris - pag. 7
La Sindrome di Graham Little - pag. 11
Alopecia frontale fibrotica - pag. 12
Fibrosing alopecia in a pattern distribution - pag. 14
Lupus Eritematoso Cronico Discoide - pag. 16
Pseudopelade di Brocq - pag. 20
Alopecia parvimaculata - pag. 23
Alopecia cicatriziale centrale centrifuga
e Sindrome degenerativa follicolare - pag. 24

Alopecie cicatriziali ccquisite primitiva


neutrofiliche - pag. 26
Follicolite decalvante - pag. 26
Acne cheloidea della nuca - pag. 29
Dermatosi pustolosa erosiva
del cuoio capelluto - pag. 31
Cellulite dissecante - pag. 32

Alopecie cicatriziali acquisite secondarie - pag. 33

Aplasia cutis - pag. 34


Mucinosi follicolare - pag. 35
Sclerodermia - pag. 37
Tigne - Kerion - Tigna favosa - pag. 39
Tricotillomania - pag. 42
Tumori - pag. 45
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

LE ALOPECIE CICATRIZIALI Alopecie cicatriziali acquisite primitive


Inquadramento e criteri diagnostici
Il bersaglio della noxa infiammatoria, nelle
alopecie cicatriziali acquisite primitive, è il
Il termine Alopecia Cicatriziale viene usato follicolo stesso. Al pull test si rileva la caduta
per indicare la perdita definitiva dei follicoli di capelli in anagen: si tratta quindi di deflu-
piliferi e dei capelli, di solito in chiazze, qua- vi in anagen.
lunque ne sia stata la causa determinante.
L'elemento più significativo che caratterizza
l'alopecia cicatriziale è l'irreversibilità del pro-
cesso patologico per la distruzione delle cellu-
le staminali nella regione della protuberanza
del follicolo pilifero.
L'alopecia cicatriziale può essere definita
come “una forma di alopecia permanente ab
inizio, per distruzione dei follicoli piliferi,
con atrofia e sclerosi che coesistono sempre
anche se con predominanza diversa”.
Compito del medico è porre una corretta dia-
gnosi per evitare al paziente cure inutili e per
instaurare, quando possibile, una terapia ade-
guata ad arrestare l'evoluzione della malattia.
Quando il processo patologico sarà terminato
la terapia di queste forme diventerà chirurgi-
ca.
All'esame obiettivo la cute si presenta atrofi-
ca, sottile, liscia e lucente, con pochi singoli
capelli che emergono dai follicoli superstiti.
Con un dermatoscopio è possibile osservare la
perdita degli osti follicolari.
Altro segno patognomonico è la possibile pre-
senza di più capelli che originano da un sin-
golo ostio follicolare in una chiazza cicatrizia- Le cause più comuni di alopecia cicatriziale
le (pili multigemini o ciuffi di peli). Questo acquisita primitiva sono il lichen planus, il
fenomeno, prodotto dalla fusione infiamma- lupus eritematoso discoide, la follicolite decal-
toria dei follicoli, non si osserva mai nelle alo- vante, la pseudopelade (pseudoarea) di Brocq.
pecie non cicatriziali. Tutte le altre forme sono rare o raramente
diagnosticate o nosologicamente più incerte.
Si distinguono due grandi gruppi di alopecie Il capitolo è uno dei più complessi e contro-
cicatriziali acquisite: le forme primitive e le versi della Tricologia e della Dermatologia,
forme secondarie. come dimostra la mancanza di una classifica-
zione unanimemente accettata, l'uso di nume-
rose denominazioni per indicare una stessa

5
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

patologia e l'impiego di uno stesso nome per Alopecie cicatriziali acquisite primitive
indicare differenti entità cliniche (ad esempio neutrofiliche:
alopecia cicatriziale centrale centrifuga).
Talvolta la diagnosi differenziale fra le diverse Follicolite decalvante
forme, sia sul piano clinico che istopatologi- Tufted hair folliculitis
co, è difficile se non impossibile. Acne cheloidea della nuca
Questa confusione riflette la mancanza di
una conoscenza precisa dei fattori eziologici e Dermatosi pustolosa erosiva
dei meccanismi patogenetici alla base di que- del cuoio capelluto
ste malattie.
Nella patogenesi delle alopecie cicatriziali Cellulite dissecante
acquisite primitive ha particolare importanza
la sede topografica dell'evento infiammatorio
perifollicolare che coinvolge, con evoluzione
cicatriziale, aree critiche come l'infundibolo Riferimenti
con la cosiddetta zona del bulge, dove sono
concentrate le cellule staminali follicolari. Bertamino R.: “Alopecie” in: Serri F. (Eds)
La classificazione è ovviamente complessa ed “Trattato di dermatologia” Piccin, Padova,
articolata ma la caratteristica istologica del- 1987, cap.75: 1.
l'infiltrato cellulare perifollicolare permette
di distinguere due tipi fondamentali di alope- Bergfeld W.F.: “Alopecia: histologic changes”
cia cicatriziale acquisita primitiva: le forme Adv Dermatol 1989; 4: 301 322.
neutrofiliche e le forme linfocitarie, ciascuna
ulteriormente suddivisibile in numero s e Ebling F.J., Rook A.: “Hair” in: Rook A. (Eds)
varietà. “Textbook of dermatology” ed. 2. Blackwell,
Oxford, 1968: 1355.

Alopecie cicatriziali acquisite primitive Fabbri P., Amato L., Chiarini C., Massi D.,
linfocitarie: Moretti S.: “Le alopecie cicatriziali acquisite
primitive” G. Ital. Dermatol. Venereol. 2003;
Lichen planopilaris decalvante 138; 363 - 75.
Sindrome di Graham- Little
Alopecia frontale fibrotica Marliani A.: “La calvizie comune” SIMCRE,
Alopecia cicatriziale in corso di Firenze, 1986: 31 - 32.
Androgenetica
Monacelli M., Nazzaro P.: “Alopecia” in:
Lupus Eritematoso Discoide “Dermatologia e ve n e reologia” ed. 2.
Vallardi, Milano, 1967.
Pseudoarea di Brocq
Alopecia parvimaculata Moretti G, Bertamino R.: “Alopecia” in:
“Enciclopedia medica italiana” ed. 2. USES,
Alopecia cicatriziale centrale centrifuga Firenze, 1973 vol. I°: 1336 - 1351.
Sindrome degenerativa follicolare

6
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Rook A.J., Dowber R.P.R.: “Cicatricial alope- Alopecie Cicatriziali Acquisite Primitive
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Lichen planopilaris
Simpson N.: “Classificazione e trattamento lichen follicolare decalvante
delle alopecie” in: “Dermatology: Clinical
Update” Upjohn, 1986. Il lichen planus è una frequente affezione
cutanea cara t terizzata dalla comparsa di
Solaroli C: “Alopecie” in: “Cosmetologia der- papule (rilievi cutanei solidi circoscritti) color
matologica” Piccin, Padova, 1981: 11. rosso - lilla, di forma poligonale, del diametro
di 3 - 10 mm.
Stengel F.: “Indications and technique of
biopsy for deseases of the scalp” J. Dermatol.
Surg. Oncol. 1978; 4: 171.

Le sedi cutanee più comunemente interessate


sono la superficie flessoria degli avambracci e
dei polsi, il dorso delle mani, i genitali, gli arti
inferiori).
A livello delle regioni palmo-plantari si mani-
festano come semplici rilievi di tipo corneo
(simulanti delle callosità o delle verruche);
sono spesso coinvolte anche le unghie che
diventano distrofiche, con pitting fino alla tra-
chionichia.
Sulle mucose si presentano come papule bian-
castre disposte a nervatura di foglia (sulla
mucosa geniena) o rotondeggianti (sulla lin-
gua).
Il cuoio capelluto è coinvolto in meno del 5%

7
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

dei soggetti affetti da lichen planus classico e più tardi da atrofia cicatriziale con perdita
ma fino al 40% dei pazienti con lichen del definitiva dei capelli (lichen follicolare decal-
cuoio capelluto presentano la malattia in vante). La sintomatologia soggettiva è rappre-
un'altra sede cutanea e particolarmente alle sentata dal prurito, spesso intenso. Il pull test
unghie. mostra la caduta dei capelli in anagen.

Quando la chiazza cicatriziale ha tendenza ad


allargarsi in modo centrifugo la cheratosi fol-
licolare è presente ai bordi mentre al centro
domina l'atrofia.

Sul cuoio capelluto il lichen follicolare decal-


vante inizia con una fase abbastanza fugace di
papule dal tipico colorito lilla (associate ad
eritema, prurito e desquamazione) seguita A processo avanzato le lesioni si presentano di
poi da cheratosi follicolare (lichen follicolare) colorito bianco-avorio, irregolari e la diagnosi

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

non è più possibile (pseudopelade) se non si ratina. Infine il follicolo viene distrutto con
ritrovano altrove le tipiche lesioni cheratosi- formazione di una fibrosi estesa che rispar-
che. mia solo il muscolo piloerettore.

Il lichen decalvante è la più comune forma di


alopecia cicatriziale dell'adulto. Circa il 40%
dei casi di alopecia cicatriziale acquisita pri -
mitiva è dovuto al lichen.

Le caratteristiche istologiche del lichen plano-


pilaris sono rappresentate da una “dermatite
lichenoide dell'interfaccia” interessante l'in-
fundibolo e l'istmo del follicolo. A livello del-
l'epidermide si osserva ipercheratosi (aumen-
to di spessore dello strato corneo), acantosi
(aumento di spessore degli strati spinoso e
granuloso) e degenerazione vacuolare delle Anche se la fibrosi perifollicolare non è speci-
cellule basali. A livello del derma predomina fica del lichen planopilaris, la presenza di fis-
un infiltrato cellulare, prevalentemente T lin- surazioni tra tessuto fibrotico perifollicolare e
focitario e macrofagico, aderente all'epider- l'infundibolo (spazi di Max Josef), che appare
mide e con margine inferiore nettamente defi- ristretto, orienta verso la diagnosi di Lichen
nito, a banda, associato a corpi colloidi eosi- planopilaris ed esclude il Lupus eritematoso
nofili. discoide. Anche la presenza di ipergranulosi a
forma di V all'interno dell'infundibolo e del-
l'acrosiringio è suggestiva per il Lichen plano-
pilaris.

Da un punto di vista evolutivo, ad una prima


fase caratterizzata dalla formazione di un
ricco infiltrato linfocitario perifollicolare ed
in misura minore intrafollicolare, segue una
fase caratterizzata da un infiltrato più mode- In termini generali si può porre diagnosi isto-
sto e da alterazioni degenerative del pelo che logica di lichen planopilaris quando sono pre-
viene sostituito da formazioni amorfe di che- senti:

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

1) degenerazione dello strato basale dell'epite- Promettente appare l'uso della cetirizina abbi-
lio follicolare; nata ai corticosteroidi. Inizialmente il farma-
2) spazi di Max Josef; co fu somministrato ai pazienti con lichen
3) alterazioni della cute interfollicolare con le planopilaris allo scopo di controllare il pruri-
caratteristiche del lichen planus. to ma poi è stata segnalata la stabilizzazione
della patologia a dosi alte di farmaco impiega-
In assenza di lichen planus della cute o delle to: 60mg/die per 3 - 4 mesi.
mucose, una biopsia costituisce spesso l'unico
mezzo per formulare una diagnosi certa ma
sfortunatamente le caratteristiche istologiche
sono spesso non diagnostiche e, soprattutto
nei casi già stabilizzati, il quadro istologico è
del tutto aspecifico e rappresentato da un
infi l t ra to linfo m o n o c i tario peri fo l l i c o l a re ,
associato ad una circostante reazione fibroti-
ca.

L'immunofluorescenza diretta mostra un


deposito granulare di IgM e di
fibrinogeno/fibrina in corrispondenza dell'in-
terfaccia epitelio follicolare/derma, in elevata
percentuale di casi raggruppato a formare
fluorescent bodies sottogiunzionali.

La patogenesi dell'affezione è verosimilmente É essenziale informare il paziente che il trat-


immunodeterminata (probabilmente da linfo- tamento non porterà alla ricrescita dei capel-
citi T ad attività citotossica diretti contro le li nelle chiazze già presenti ma contrasterà
cellule dello strato basale dell'epidermide). soltanto il formarsi di nuove aree alopeciche.
Una volta che il processo infiammatorio si sia
La terapia, problematica, viene per lo più stabilizzato, il che può richiedere molti anni,
attuata con corticosteroidi per via intralesio- è possibile considerare un trattamento chirur-
nale o generale. Per via intralesionale si utiliz- gico ricostruttivo.
za il triamcinolone acetonide alla concentra-
zione di 2 mg/ml.

I cort i c o steroidi sistemici o intralesionali


mirano a spegnere il processo infiammatorio
e in tal modo ad evitare la progressione dell'a-
lopecia cicatriziale.

Talvolta anche la ciclosporina sistemica, a


basse dosi, è moderatamente efficace.

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Riferimenti:

Joannides D., Bystrin J.C.:


“Immunofluorescence abnormalities in
l i chen planopilaris” Arch Dermatol 1992;
128: 214 - 6 .

Mehregan D.A., Van Hale H.M., Muller S.A.:


“Lichen planopilaris: clinical and pathologic
study of fo rtyfi ve patients” J Am Ac a d
Dermatol 1992: 26: 35 - 42.

Morel P., Perron B., Crickx B.: “Lichen plan


avec depots linèaires d'IgG et de C3 à la jonc-
tion dermo-èpidermique” Dermatologica
1981; 163: 117 - 24.
Questa condizione morbosa deve probabil -
Rongioletti F., Ghigliotti G., Gambini C.,
mente essere considerata una forma di passag -
Rebora A.: “Agminate lichen follicularis with
gio, ad evoluzione cicatriziale, fra la cheratosi
cysts and comedones” Br J Dermatol 1990;
follicolare ed il lichen planopilaris.
22: 844 - 5.

La Sindrome di Graham Little

Questo quadro descritto per la prima volta da


Graham-Little nel 1915 si caratterizza clinica-
mente per l'associazione di:
1) alopecia cicatriziale progressiva del cuoio
capelluto;
2) perdita dei peli ascellari e pubici non
accompagnata da un'evoluzione cicatriziale;
3) cheratosi follicolare delle superfici estenso-
rie degli arti.

Colpisce più frequentemente donne tra i 30 e


i 70 anni ed è considerata una variante del
lichen planopilaris tuttavia, nei casi finora
Riferimenti:
descritti, non sono mai state documentate le
tipiche lesioni morfologiche ed i reperti isto-
Kubba R., Rook A.: “The Graham-Little
logici del lichen planus né a livello del cuoio
syndrome” Br J Dermatol 1975; 93 : 53.
capelluto né alle regioni ascellari o pubiche.

11
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Mehrogan D.A., Van Hale H.M., Muller S,A.: Il quadro clinico è morfologicamete simile
“Lichen planopilaris: clinical and pathologic all'alopecia androgenetica frontoparietale ma
study of fo rty-fi ve patients” Am Ac a d presenta una subdola evoluzione cicatriziale
Dermatol 1992: 27: 935 - 42. follicolare. Inoltre, ad un'ispezione accurata,
si osserva, almeno nelle fasi iniziali della
Pages F., Lapyre J., Mission R.: “Syndrome de malattia, un eritema perifollicolare partico-
Lasseur Graham-Little” Ann Dermatol l961; larmente evidente a livello della linea margi-
88: 272 - 80. nale di inserzione dei capelli.

Alopecia frontale fibrotica

Interessa prevalente le donne dopo la meno-


pausa.

L'affezione evolve in maniera lenta e simme-


trica. Colpisce le regioni frontali e parietali,
dove rimane generalmente confinata, interes-
sando frequentemente anche le sopracciglia.
É stato documentato anche l'interessamento
della regione occipitale.

Istologicamente questo quadro è caratterizza-


to da:
1) infi l t ra to linfocitario preferenzialmente
localizzato attorno all'istmo e all'infundibolo
del follicolo pilifero;
2) fibrosi perifollicolare lamellare concentri-
ca;
3) degenerazione liquefacente focale degli epi-
teliociti basali del follicolo.

L'epidermide interfollicolare risulta del tutto


normale e in nessun caso è stato mai possibi-

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

le dimostrare quella prematura perdita dei


corneociti della guaina radicolare interna che
caratterizzerebbe la cosiddetta sindrome
degenerativa follicolare.

Con metodi immunoistochimici si è potuto


dimostrare che le cellule infiltranti perifolli-
colari sono soprattutto rappresentate da linfo-
citi T CD4 HLA-DR+ attivati.

Secondo la maggior parte degli Autori, questi


elementi sembrano supportare l'interpretazio -
ne che l'Alopecia Frontale Fibrotica sia da
considerare una variante clinica del Lichen Riferimenti:
planopilaris.
Ko s s a rd S., Lee M.S., Wilkinson B.:
“Posimenopausal frontal fibrosing alopecia: a
frontal variant of lichen planopilaris” J Am
Acad Derniatol 1997; 36: 59 - 66.

Lee W.S., Hwang S.M., Ahn S.K.: “Frontal


fibrosing alopecia in a postmenopausal
woman” Cutis 1997; 60: 299 - 300.

Faulkner C.F., Wilson N.J., Jones S.K.:


“Frontal fibrosing alopecia associated with
cutaneous lichen planus in a premenopausal
woman” Austr J Dermatol 2002: 43: 65 - 7.

Camacho-Martinez F., Garcia-Hernandez


M.J., Mazuecos BIanca J.: “Postmenopausal
frontal fibrosing alopecia”. Br J Dermatol
1999; 140: 1 181 - 2.
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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

da un eritema perifollicolare (limitato ad


Trueb R.M., Torricelli R.: “Lichen planopila- un'unica area circoscritta senza la disposizio-
ris unter dem Bild emer postmenopausalen ne multifocale caratteristica del lichen plano-
fibrosierenden” Alopezie (Kossard). Hautarzt pilaris) poi seguito da cheratosi e dalla scom-
1998; 49: 388 - 91. parsa degli stessi osti follicolari.

Fibrosing alopecia in a pattern distribution


alopecia cicatriziale in corso di a. androgenetica

Zinkernagel e Trueb hanno descritto, nel


2000, un quadro clinico di alopecia cicatrizia-
le che inte ressa pazienti pre c e d e n te m e n te
affetti da alopecia androgenetica, definendolo
come “fibrosing alopecia in a pattern distri-
bution”, (alopecia cicatriziale in corso di alo-
pecia androgenetica).

Il rilevamento di tale segno è strumentale e si


av vale dell'ausilio della dermatoscopia la
quale permette di rilevare un alone eritemato-
so perifollicolare ed una depressione imbuti-
forme centrata dal pelo. Il quadro, talora pre-
ceduto da bruciore e dolore, evolve verso l'alo-
pecia cicatriziale.

In questi pazienti, di età intorno ai 60 anni e


in prevalenza di sesso femminile, è presente,
su un cuoio capelluto con le caratteristiche
alterazioni dell'alopecia androgenetica, una
alopecia cicatriziale caratterizzata all'inizio

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Oltre alle alterazioni nelle aree dell'alopecia corpo estraneo, sia un'ulteriore amplificazio-
androgenetica, alcuni pazienti mostrano, ne della reazione fibroblastica che evolve
nella regione frontale, una situazione sovrap- verso la formazione di tessuto cicatriziale.
ponibile a quella dell'alopecia frontale fibroti- Nella terapia di questa forma, oltre a quanto
ca. detto per il lichen, pare sia parzialmente utile
Nella descrizione di Zinkernagel e Trueb l'esa- la finasteride alle dosi comunemente in uso
me istopatologico di lesioni recenti mostrava per l'alopecia androgenetica.
una miniaturizzazione dei follicoli piliferi e
un infiltrato infiammatorio linfomonocitario
intorno all'istmo e all'infundibolo del follicolo Riferimenti:
pilifero con degenerazione vacuolare degli
epiteliociti follicolari, mentre l'epitelio inter- Feldmann R., Harms M., Saurat J.H.:
follicolare e le porzioni più basse dei follicoli, “Postmenopausale frontale fibrosierend
inclusi i bulbi, erano risparmiate. Intorno alle Alopezie” Hautarzt 1996; 47: 533 - 6.
ghiandole sudoripare non si osservava né un
infiltrato infiammatorio né un'evidente fibro- Stockmeyer M., Kunte C., Saner A., WoIff H.:
si. Le lesioni tardive mostravano invece una “Fro n tale fibrosierende Alopecia” Kossard
fibrosi lamellare perifollicolare con scompar- bei einem Manna Hautarzt, 2002; 53: 409 -
sa pressoché totale dei follicoli, indistinguibi- 11.
le da quella degli stadi tardivi del lichen pla-
nopilaris, della pseudoarea o della sindrome Whiting D.A.: “Cicatricial Alopecia: Clinico-
degenerativa follicolare. Patholocgical Findings and Treatment”
Per questo quadro è stata proposta una pato- Clinics in Dermatology. 2000; 19: 211 - 25.
genesi immunomediata che in certi suoi
aspetti può essere estesa anche ad altre forme Zinkernagel M.S., Trueb R.M.: “Fibrosing alo-
di alopecia cicatriziale: l'alopecia cicatriziale pecia in a pattern distribution. Patterned
in corso di androgenetica dovrebbe essere lichen planopilaris or androgenetic alopecia
considerata una varietà di alopecia cicatrizia - with a lichenoid tissue reaction pattern?”
le acquisita primitiva, caratterizzata da una Arch Dermatol 2000; 136: 205 - 11.
reazione immunologica mediata da linfociti T
rivolti o contro antigeni dell' epitelio follicola -
re o contro antigeni biotici intrafollicolari
(demodex, batteri, miceti). Questa reazione
infiammatoria modificherebbe la parete folli-
colare e determinerebbe, da una parte, la for-
mazione di neoantigeni follicolari (capaci di
automantenere il processo infiammatorio),
dall'altra stimolerebbe una reazione fibrobla-
stica che andrebbe ad esprimersi con una
fibroplasia lamellare concentrica. Frammenti
cheratinici del capello e componenti degene-
rative dell'epitelio follicolare possono talora
provocare sia una reazione granulomatosa da

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Lupus eritematoso cronico discoide I capelli che non cadono appaiono secchi, fra-
Lupus eritematoso discoide alopecizzante gili, impettinabili. A livello del cuoio capellu-
to possono localizzarsi anche lesioni cutanee
II lupus eritematoso (LE) è una malattia non specifiche, non cicatriziali, rappresentate
autoimmune del tessuto connettivo caratteriz- soprattutto da manifestazioni di tipo vasculiti-
zata dalla presenza di autoanticorpi circolan- co.
ti non organo-specifici diretti contro gli anti-
geni nucleari. Si distinguono tre forme di
lupus eritematoso e precisamente:
lupus eritematoso sistemico (LES),
lupus subacuto
lupus eritematoso discoide (LED)

Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico,


in elevata percentuale (50% circa) e soprattut-
to durante le fasi di attività della malattia, è
presente un Telogen effluvio lupico, non cica-
triziale, che si accompagna spesso ad eritema
violaceo e caduta di capelli tipici, di solito più
evidente nella regione frontale.

Il lupus eritematoso discoide alopecizzante è


una malattia autoimmune del tessuto connet-
tivo che rappresenta circa il 25 - 30% delle
alopecie cicatriziali acquisite primitive del
cuoio capelluto nelle donne. L'alopecia cica-
triziale lupica si osserva nel 30 - 35% dei
pazienti affetti da lupus eritematoso cronico
discoide (20% nel sesso maschile, 50% in
quello femminile).

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Le lesioni del lupus si manifestano più fre- con il quadro clinico descritto come alopecia
quentemente nelle zone fotoesposte: volto, cicatriziale centrale centrifuga o con i caratte-
arti superiori e parte superiore del tronco. ri morfologici della pseudopelade di Brocq.
La malattia colpisce più comunemente le Le lesioni stabilizzate, in fase di fibrosi, sono
donne (il rapporto donna/uomo è di 8:1 per il clinicamente ed istologicamente indistingui-
lupus sistemico e di 2:1 per il lupus discoide) bili dal lichen planus e dalla alopecia di
ed è circa tre volte più diffusa nei soggetti di Brocq.
pelle nera.

Quando le lesioni sono presenti sia sul cuoio


capelluto sia in altre sedi cutanee la diagnosi
è di solito più facile. Tuttavia spesso il lupus
eritematoso cronico discoide si localizza uni-
camente al cuoio capelluto. Le chiazze posso-
no essere singole o, più raramente, multiple,
separate le une dalle altre o confluenti a
causa del loro successivo allargamento. É
anche possibile un interessamento di tutto il
cuoio capelluto. La sede più tipica è comun-
que il vertice.

La sintomatologia soggettiva è molto variabi-


le. Oltre a prurito e bruciore spesso è presen-
te una tipica iperalgesia cutanea nelle aree
lesionali che se sfregate provocano una sensa-
zione soggettiva di dolore e di puntura.

La lesione tipica è una chiazza unica, circo-


scritta, a limiti netti, eritematosa, associata ad
ipercheratosi follicolare aderente (osti follico-
lari dilatati, con fittoni cornei nel loro inter-
no). Nei soggetti con fototipo scuro è spesso
presente ipercromia. Successivamente le lesio-
ni evolvono verso scleroatrofia e diventano
lisce, depresse, biancastre.
Benché questa modalità di presentazione sia
quella di più frequente riscontro, il lupus eri-
tematoso cronico discoide può presentarsi

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Le caratteristiche istologiche del lupus erite- dente di sega” della giunzione dermo-epider-
matoso cronico discoide del cuoio capelluto mica.
sono simili a quelle del lupus discoide delle
altre sedi cutanee e sono rappresentate da
ipercheratosi con ostruzione follicolare, dege-
nerazione vacuolare focale dello strato basale
d e l l ' e p i telio follicolare e/o dell'epidermide
interfollicolare.

Tale degenerazione epiteliale può associarsi


alla formazione di corpi colloidi ed ispessi-
mento della membrana basale. L'infiltrato
infiammatorio linfomonocitario perivascola- L'evoluzione cicatriziale si manife sta con
re e periannessiale è quantitativamente molto comparsa di un omogeneo intreccio di fibre
variabile e in genere interessa l'intero follico- collagene parallele alla superficie cutanea
lo. L'interessamento perivascolare superficia- con perdita completa degli annessi ad eccezio-
le, con un consistente accumulo di cellule lin- ne del muscolo piloerettore. In questo omoge-
fomonocitarie, rappresenta un criterio dia- neo ammasso di fibre collagene le fibre elasti-
gnostico differenziale con l'alopecia che fa che sono di regola assenti.
seguito al lichen planopilaris, così come la
presenza di mucina nel derma. Purtroppo, in I reperti dell'immunofluorescenza possono
molti casi di lupus eritematoso cronico disco- rappresentare un aiuto alla diagnosi in quan-
ide del cuoio capelluto è presente soltanto to in un'elevata percentuale di casi (5 - 95%) è
un'alterazione vacuolare dell'epitelio follicola- presente un grossolano deposito di IgG, IgM,
re associata ad una modesta infiammazione e C3 alla giunzione dermoepidermica e parti-
cronica perifollicolare; in questo caso la dia- colarmente alla giunzione tra l'epitelio follico-
gnosi differenziale col lichen planopilaris è lare e il derma sottostante. Questi reperti pos-
molto difficile. In generale vengono conside- sono associarsi alla presenza di fluorescent
rati elementi utili per la diagnosi differenzia- bodies sottogiunzionali disposti di frequente
le l'assenza di ipergranulosi, di fissurazioni in modo parallelo alla giunzione.
fibrotiche perifollicolari, di un profilo “a

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Antiepilettici
fentoina
carbamazepina

Antiartritici
penicillamina
allopurinolo
sali d'oro

Antibiotici
griseofulvina
sulfonamidi
tetracicline
penicilline
isoniazide
streptomicina

Miscellanea
litio
chinidina
clorpropazina
procainamide
Facciamo notare che la diagnosi di lupus eri-
contraccettivi orali
tematoso discoide è una diagnosi clinica ed
istologica. Gli esami ematologici e la ricerca
Farmaci ritenuti possibile causa di Lupus
degli autoanticorpi nel LED sono costante-
Eritematoso Alopecizzante Discoide:
mente negativi.
isoniazide
Nell'impostare la terapia deve essere ricordata
penicillamina
la possibilità che il lupus sia stato indotto da
dapsone
un farmaco che, in questo caso, dovrà essere
sospeso.
I potenti corticosteroidi applicati per via topi-
ca, la somministrazione intralesionale di
Farmaci ritenuti possibile causa
triamcinolone (0,1 - 0,5mg/ml) e di predniso-
del Lupus Eritematoso Sistemico:
lone per via sistemica (1 mg/Kg) possono arre-
stare la progressione del Lupus eritematoso
Antiipertensivi
discoide attivo.
idralazina
Gli antimalarici rappresentano i farmaci più
prazosina
importanti nel trattamento del lupus discoide
clonidina
cronico: l'idrossiclorochina, alla dose di 200 -
metidopa
400 mg/die, produce una remissione entro 3
beta bloccanti
mesi nella maggior parte dei soggetti; la dose
ACE inibitori
può essere successivamente ridotta con gra-
diuretici tiazidici
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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

dualità. I non responder possono tentare il Pseudopelade di Brocq


trattamento con clorochina. pseudoarea di Brocq

La pseudopelade di Brocq è una forma di alo-


Riferimenti pecia primitivamente cicatriziale caratterizza-
ta fin dal suo esordio dall'assenza di lesioni
Alarcon-Segovia D., Cetina J.A.: “Lupus hair” infiammatorie clinicamente evidenti. É affe-
Am J Med Sci 1974; 267: 241 - 2. zione nosograficamente autonoma, immuno-
logicamente negativa e istologicamente carat-
Annessi O., Lombardo G., Gobello T., Puddu teristica. Si manifesta tipicamente in soggetti
P. A.: “Clinicopathologic study of scarring alo- adulti, prevalentemente di sesso femminile
pecia due to lichen planus. Comparison with (rapporto maschio/femmina di 1:3) di razza
scarring alopecia in discoid lupus erythema- bianca, con la comparsa a livello del cuoio
tosus and pseudopelade” Am J capelluto di aree di alopecia cicatriziale di
Dermatopathoi 1999; 2: 324 - 31. piccole dimensioni (pochi centimetri), a limi-
ti netti, color bianco-avorio, asintomatiche,
Cardinali C., Caproni M., Fabbri P.: “The uti- distinte le une dalle altre ed abitualmente non
lity of the lupus band test (LBT) on the sun- confluenti.
protected non-lesional (SPNL) skin for the
diagnosis of systemic lupus er ythematosus
(SLE)” Clin Exp Rheumatol 1999: 17: 427 -
32.

Cailen J.P. “Chronic cutaneous lupus erythe-


matosus” Arch Dermatoi 1982; I 18: 412 - 6.

De Baker D., Dissaneyeka M., Burge S. “The


sequelae of chronic discoid lupus erythemato-
sus” Lupus 1992; 1: 181 - 6.

Shahidullah M., Lee Y.S., Khor C.J. “Chronic


discoid lupus erythematosus: an immunopa-
thological and microscopic study” Ann Acad
Med Singapore 1995; 24: 789 - 92.
Il decorso è caratteristicamente cronico-reci-
Wilson C.L., Burge S.M., Dean D., Dawber divante, a pousseés, con periodi di riacutizza-
R.P.R.: “Scarring alopecia in discoid lupus zione in cui si assiste alla comparsa di nuove
erythematosus” Br J Dermatoi 1992: 126: chiazze e periodi di assoluto silenzio clinico.
307 - 14. Spesso, anche se dopo molti anni dall'inizio
delle manifestazioni, si ha un arresto sponta-
neo dell'evoluzione della malattia. Le singole
lesioni, distribuite su gran parte del cuoio
capelluto senza una particolare preferenza

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

topografica (anche se le prime lesioni si loca- Sono caratteristici alcuni elementi istopatolo-
lizzano frequentemente al vertice), sono lieve- gici. Il processo infiammatorio anche nelle
mente depresse, talora ipocromiche ed hanno lesioni recenti è molto modesto, interessa solo
forma irregolare o allungata a losanga (a dif- i 2/3 superiori del follicolo ed è rappresenta-
ferenza delle chiazze rotondo-ovalari dell'alo- to da un modesto infiltrato linfocitario che
pecia areata). invade la parete del follicolo e le ghiandole
sebacee. Si rinvengono anche infiltrati peri-
follicolari e perivasali, a livello delle papille,
costituiti principalmente da linfociti e da
alcuni istiociti.

Ben presto queste alterazioni infiammatorie


Sebbene sia classica la descrizione di “orme scompaiono. I follicoli piliferi e le ghiandole
sulla neve” che si riferisce alla depressione sebacee sono sostituiti da tumide travate con-
delle lesioni causata dall'atrofia, le chiazze di nettivali ialinosiche, orientate perpendicolar-
pseudopelade di Brocq, almeno nelle fasi ini- mente alla superficie.
ziali, non mostrano un'atrofia clinicamente Al posto dei follicoli si osservano formazioni
evidente. Talora può essere presente, in corri- fibrotiche (“fantasmi follicolari”). I muscoli
spondenza del margine della chiazza, un erettori dei peli e le ghiandole sudoripare
modesto e transitorio eritema perifollicolare. sono conservati anche se, a volte, diminuiti di
numero. L'epidermide è assottigliata, in qual-
che caso atrofica, a volte invece del tutto inte-
gra; il derma è intensamente fibrotico. Le
colorazioni per le fibre elastiche permettono
di evidenziare un reticolo, un sottile intreccio
di fibre elastiche, ancora ben evidente attorno
alla parte inferiore di quelli che erano il fol-
licoli; questo reticolo è invece completamente
distrutto in tutte le altre forme di alopecia
cicatriziale secondaria.

Alla immunofluorescenza diretta la forma


primitiva di Pseudopelade di Brocq si caratte-

21
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

rizza inoltre per una completa assenza di dell'affezione, l'esecuzione di una biopsia
depositi immunologi. cutanea in corrispondenza del bordo attivo
della lesione sulla quale venivano contempo-
Per quanto riguarda l'interpretazione patoge- raneamente praticati un esame istopatologico
netica, la descrizione di Collier e James della e uno immunopatologico, permetteva di docu-
comparsa di una pseudopelade di Brocq in 2 mentare nel 66,6% dei casi reperti significati-
fratelli di 7 anni e la dimostrazione da parte vi per un Lichen planus o per un Lupus erite-
degli stessi Autori del DNA della Borrelia matoso discoide. In queste ricerche veniva sot-
burgdorferi in cute lesionale, sembrano orien- tolineata sia l'importanza di scegliere accura-
tare verso un'affezione determinata dall'attivi- tamente la sede della biopsia, sia la necessità
tà di fattori genetici predisponenti e di fattori di eseguire indagini combinate istopatologi-
ambientali scatenanti, per esempio di natura che e immunopatologiche sullo stesso fram-
infettiva, operanti con un meccanismo immu- mento cutaneo, per poter cogliere gli elemen-
nopatologico. ti caratteristici di ambedue le indagini da con-
Altra possibile interpretazione è quella che siderare complementari.
vede la pseudoarea di Brocq come una sorta
di lichen decalvante attenuato, quindi come
una affezione da linfociti T ad attività citotos- Riferimenti:
sica diretti contro le cellule dello strato basa-
le dell'epidermide. Amato L., Mei S., Massi D., Gallerani I.,
Fabbri P.: “Cicatricial alopecia: a dermatopa-
Con il termine “pseudopelade di Brocq” si thological and immunopathologic study of 33
dovrebbe identificare esclusivamente questa patients (pseudopelade of Brocq is not a spe-
part i c o l a re vari età di alopecia cicatriziale cific clinico-pathologic entity)” int J Dermatol
descritta da Brocq nel 1905 escludendo tutte 2002; 41; 8 - l5.
le altre forme secondarie che vengono spesso
incluse in questo capitolo per un'accezione Amato L., Massi D., Berti S., Moretti S.,
estensiva del termine. Fabbri P.: “A multiparametric approach is
essential to define different clinicopathologi-
Secondo queste interpretazioni la pseudopela- cal entities within pseudopelade of Brocq” Br
de di Brocq potrebbe essere considerata, in J Dermatol 2002; 446: 142.
un gran numero di casi, lo stadio finale di
altre patologie che hanno interessato il cuoio Brocq L., Lenglet H.E., Ayrignac S.:
capelluto (in particolare il lupus eritematoso “Reserches sur l'alopecie atrophiante, varietè
cronico discoide e il lichen planopilaris). pseudo-pelade” Ann Dermatol Syphilol 1905;
Pertanto, accanto alla forma primitiva vengo- 6/1 - 32, 97 - 127, 209 - 37.
no considerate forme secondarie (“état pseu-
do-peladique” di Degos) ed andiamo a distin- Bergner T., Braun-Falco O.: “Pseudopelade of
guere una pseudoarea di Brocq primitiva da Brocq” J Am Acad Dermatol 1991; 25: 865 -
una pseudoarea secondaria. 6.

In una ricerca di Paolo Fabbri, eseguita su 33 Miescher O., Lenggenhager R.: “Uber pseudo-
pazienti con il quadro clinico caratteristico pelade Brocq. Dermatologica” 1947; 94: 122 -

22
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

30. Alopecia parvimaculata

B raun Falco O., Imai S, Sch m o e ckel C., È una discussa forma di alopecia cicatriziale
Ste ger O., Bergner T.: “Pseudopelade of tipica dell'infanzia. Si manifesta con improv-
Brocq” Dermatologica 1986; 72: 18 - 23. visa comparsa di piccole aree alopeciche,
aflegmasiche, solitamente multiple, di diame-
Gay Prieto J.: “Pseudopelade of Brocq. Its tro variabile da 1 a 2 cm, irregolarmente ton-
relationship to some forms of cicatricial alo- deggianti e con angoli acuti.
pecias and to lichen planus” J Inve st
Dermatol 1955; 24: 323 - 35.

Silve rs D.N., Katz B.E., Young A.W.:


“Pseudopelade of Brocq is lichen planopila-
ris: report of four cases that support this noso-
logy” Cutis 1993; 51: 99 - 105.

Braun-Falco O., Bergner T., Heilgemeir O.P.:


“The Brocq pseudopelade - a diseases picture
or disease entity” Hautarzt 1989; 40: 77 - 83.
Spesso coesiste uno stato di grave ansia nei
Pincelli C., Benassi L., Girolomoni O.: genitori ed è difficile capire se non si tratti di
“Rilievi immunoistologici nella pseudoarea di vecchie cicatrici traumatiche o postvaricellose
Brocq: analogie con il lichen planus?” Giorn che la madre scopre improvvisamente.
It Dermat Vene 1986; 121; 389 - 93.

Pincelli C., Girolomoni O., Benassi L.:


“Pseudopelade of Brocq: an immunologically
mediated disease?” Dermatologica 1987: 176:
49 - 51.

Collier P.M., James M.P.: “Pseudopelade of


Brocq occurring in two brothers in child-
hood” Clin Exp Dermatol 1994: 19: 61 - 4.

Schwarzenbach R., Ojawa ri D.:


“Pseudopelade of Brocq: possible sequela of
stage III borrelia infection?” Hautartz 1998;
49: 835 - 7.

Sono anche descritte piccole epidemie fami-


liari o scolastiche ma non è mai stato identifi-
cato alcun agente infettivo. Qualcuno la con-
sidera una forma infantile di pseudoarea di

23
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Brocq, anche sulla base dei pochi dati istopa- Alopecia cicatriziale centrale centrifuga
tologici disponibili, secondo i quali non tutti i e Sindrome degenerativa follicolare
capelli di una stessa unità follicolare sono
interessati dalla flogosi e dalla atrofia. Solo Quella di alopecia cicatriziale centrale centri-
nel 10% dei casi è chiara la natura cicatrizia- fuga è la diagnosi di alopecia cicatriziale più
le dell'alopecia. A conferma di questo dato è comunemente posta negli Stati Uniti (in Italia
descritta la ricrescita dei capelli nel 90% dei questa diagnosi è piuttosto rara, meno del 5%
casi, anche solo dopo poche settimane. dei casi). Si tratta in realtà di una diagnosi di
L'istologia evidenzia alterazioni infiammato- comodo, clinico-descrittiva, che comunque è
rie non specifiche a carico del derma attorno sempre più appropriata di una diagnosi sba-
ai follicoli. Il terzo inferiore del follicolo pili- gliata.
fero è atrofico, contorto e la papilla non è più
riconoscibile.
Per la diagnosi differenziale gli esami di labo-
ratorio devono escludere micosi e sifilide
secondaria; l'anamnesi deve poter scartare gli
esiti atrofici di punture multiple di insetto o
di infezioni batteriche suppurative.

Riferimenti

D awber R.P.R., Fenton D.A.: ”Cicatritial


Alopecia. In: Disease of the Hair and Scalp”
Oxford, Blackwell Sci. Pub.
1997, pp.370 - 96.
La alopecia cicatriziale centrale centrifuga
Ferrando J., Grimalt R.: “Alopecia parvimacu- non è dunque una entità clinica autonoma
lata” In: Atlas of diagnosis in paediatric tri- ma l'esito fibrotico-cicatriziale di un gruppo
chology” I.M.&C. ed., Madrid, 2000, pp. 94 - eterogeneo di processi patologici che compor-
5. tano la distruzione del follicolo pilifero; com-
prende quelle diverse forme di alopecia cica-
triziale (soprattutto linfocitarie), tutte di fatto
correlate e probabilmente con possibilità di
passaggio tra loro, non esattamente diagnosti-
cabili, soprattutto lichen, LED, pseudoarea
ma anche follicolite decalvante e tufted folli-
culitis che presentano le seguenti caratteristi-
che cliniche comuni:
- perdita permanente di capelli localizzata al
vertice del cuoio capelluto;
- evoluzione cronica e lentamente progressiva

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

che può tuttavia presentare prolungate fasi di Riferimenti:


stazionarietà;
- espansione periferica, grossolanamente sim- Fabbri P., Amato L., Chiarini C., Massi D.,
metrica della lesione con evoluzione scleroa- Moretti S.: “Le alopecie cicatriziali acquisite
trofica centrale e con attività della malattia primitive” G. Ital. Dermatol. Venereol. 2003;
(anche sul piano istopatologico) solo nella 138; 363 - 75.
parte più esterna.
La diagnosi istologica più frequentemente Powell J.: “Folliculitis decalvans and tufted
posta in caso di alopecia cicatriziale centrifu- folliculitis are specific infective diseases that
ga è quella di sindrome degenerativa follicola- may lead to scarring, but are not a subset of
re. central centrifugal scarring alopecia” Arch
Il reperto istologico che la caratterizzerebbe Dermatol 2001: 137: 373.
(particolarmente evidente in sezioni tangen-
ziali) è il prematuro distacco, e quindi l'allon- Sperling L., Skelton H., Smith K. Sau P.,
tanamento, dei corneociti della guaina inter- Friedman K.: “The follicular degeneration
na che non risulta più apprezzabile nella syndrome in men” Arch Dermatol l994; 130
parte inferiore del follicolo, al di sotto dell'ist- :763 - 9.
mo. Questo fenomeno è spesso descritto nei
lavori di lingua inglese con il termine di “des- Sperling L.C., Sau P.: “The follicular degene-
quamation”. Sebbene la prematura elimina- ration syndrome in black patients. 'Hot comb
zione della guaina radicolare interna sia da alopecia' revisited and revised” Arch
considerare un'alterazione aspecifica riscon- Dermatol. 1992 Jan; 128(1): 68 - 74.
trabile nei follicoli piliferi in preda ad una flo-
gosi intensa, nella sindrome degenerativa fol- Sperling L.C.: “Scarring alopecia and the der-
licolare può essere osservata anche in follico- matopathologist” J Cutan Pathol. 2001 Aug;
li che non most rano evidenti fe n o m e n i 28(7): 333 - 42.
infiammatori e addirittura nel cuoio capellu-
to clinicamente normale. Sullivan J.R., Kossard S.: “Acquired scalp alo-
La sindrome degenerativa follicolare può pre- pecia. Part II: A review” Australas J Dermatol.
sentare un ampio spettro di gravità: da forme 1999 May; 40(2): 61 - 70
lentamente progressive (nell'arco di una deci-
na di anni) e relativamente non flogistiche, a Scott D.A.: “Disorders of the hair and scalp in
forme rapidamente progressive (anni) e inten- blacks” Dermatol Clin. 1988 Jul; 6(3): 387 -
samente flogistiche. 95.

25
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Alopecie Cicatriziali Ac quisite Pri m i t i ve Per il processo infiammatorio più follicoli ten-
Neutrofiliche dono a fondersi e così i capelli residui fuorie-
scono a ciuffi dallo stesso ostio follicolare nei
pressi delle aree cicatriziali.
Follicolite decalvante

La follicolite decalvante è probabilmente la


varietà di alopecia cicatriziale meglio caratte-
rizzata sul piano clinico. Si tratta comunque
di una patologia non frequente, che interessa
individui di ambedue i sessi anche se in classi
di età diverse: nei maschi l'inizio si può verifi-
care anche nell'adolescenza, mentre nelle
femmine colpisce, di solito, dopo i 30 anni. La
follicolite decalvante si contraddistingue per
la formazione di pustole o di papulo-pustole
che centrano il follicolo (pustole follicolari)
più facilmente riscontrabili ai margini di
lesioni sclero-atrofiche rotondeggianti od ova-
lari. Il cuoio capelluto può essere l'unica sede
interessata, ma talvolta può associarsi l'impe- I ciuffi di capelli che escono integri da unico
gno di altre regioni fornite di peli. La sclero- ostio follicolare sono il secondo elemento tipi-
atrofia è l'evoluzione naturale delle lesioni co (anche se non patognomonico) della folli-
pustolose. colite decalvante.
Il primo elemento tipico e patognomonico
della follicolite decalvante è la pustola follico -
lare.

In questi pazienti, è talora dimostrabile l'asso-


ciazione con una dermatite seborroica e l'esa-
me colturale delle lesioni pustolose permette

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

abitualmente di isolare uno stafilococco Il quadro istologico è caratterizzato dalla pre-


aureo il cui ruolo patogenetico è tuttavia senza di ascessi follicolari nelle fasi flogistiche
oggetto di discussione. acute, con numerosi granulociti neutrofili,
eosinofili e plasmacellule che inglobano il fol-
licolo e le ghiandole sebacee. Nelle fasi più
tardive si osserva la formazione di granulomi
da corpo estraneo in risposta alla distruzione
dei follicoli, seguiti poi da una fibrosi più o
meno estesa.
Sul piano patogenetico l'infezione stafilococ-
cica sembra essere la condizione iniziale a cui
seguirebbe una risposta immunologica linfo-
cito-mediata capace di condizionare l'evolu-
zione scleroatrofica della malattia. Questa
risposta immunologica da linfociti T sarebbe
scatenata dalla liberazione di particolari pro-
Il decorso della malattia è cronico-recidivante teine derivanti dallo stafilococco che agireb-
con una tendenza alla stabilizzazione solo bero da superantigeni. Secondo un’altra ipo-
dopo molti anni: le lesioni, di numero e tesi lo stafilococco produrrebbe una betatossi-
dimensioni variabili, tendono lentamente ad na che danneggerebbe i fibroblasti, realizzan-
aumenta re interessando pian piano gra n do così il quadro cicatriziale.
parte del cuoio capelluto.
La terapia, problematica, mira fondamental-
mente alla eradicazione dello stafilococco
aureo con doxaciclina, minociclina, bacampi-
cillina, rifampicina ed infine il ketoconazolo.
É tuttora usata con qualche utilità, anche l'i-
sotretinoina per os alle stesse dosi impiegate
per la terapia dell'acne cistica.
A parere di chi scrive, nella terapia della folli-
colite decalvante, l'aggiunta del ketoconazolo
alla terapia antibiotica, insieme alla sommini-
strazione di blande dosi di corticosteroidi per
via generale, ha portato grossi vantaggi in ter-
mini di stabilizzazione e raffreddamento della
patologia.

Riferimenti

Powell J.J.: “Folliculitis decalvans and tufted


folliculitis are specific infective diseases that
may lead to scarring, but are not a subset of

27
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

central centrifugal scarring alopecia” Arch A causa di questa evoluzione si verifica la


Dermatol 2001: 137: 373. fusione di più follicoli e pertanto numerosi
capelli (fino a 15) possono emergere, a ciuffo,
Powell J.J., Dawber R.P.R., Gatter K.: da un singolo orificio follicolare. I ciuffi sono
“Folliculitis decalvans including tufted folli- costituiti da un pelo centrale in anagen cir-
culitis: clinical, histological and therapeutic condato da peli in telogen, ciascuno dei quali
findings” Br I Dermatoi 1999: 140: 328 - 33. origina da follicoli indipendenti che convergo-
no verso un comune infundibolo follicolare
Bogg A.: “Folliculitis decalvans” Acta Derm dilatato.
Venereoi (Stockh) 1963; 43: 14 - 24.

Offidani A., Cellini A., Giangiacomi M. et Al:


“Folliculite épilante de Quinquaud et che-
veux en touffes” Clin Exp Dermatol 1991; 16:
199 - 201.

Smith J.D., Odom R.B.: “Pseudofolliculitis


capitis”Arch Dermatol 1977; 113: 328 - 9.

Tufted folliculitis
follicolite a ciuffi

La follicolite a ciuffi è generalmente conside- Questo quadro, nonostante il suo caratteristi -


rata una variante della follicolite decalvante co aspetto clinico, non sarebbe da considerare
in cui circoscritte aree del cuoio capelluto un'entità nosografia autonoma, ma una
vanno incontro alla formazione di numerose variante della follicolite decalvante in cui il
pustole follicolari confluenti ad evoluzione fenomeno di fusione follicolare è particolar -
sclero-atrofica. mente esaltato e delimitato. È stato comun-
que rilevato che la follicolite a ciuffi può rap-
presentare lo stadio finale a cui possono per-
venire anche altre dermatosi infiammatorie
del cuoio capelluto, sostenute da vari agenti
biotici, ad evoluzione cicatriziale.

Riferimenti

Annessi G.: “Tufted folliculitis of the scalp: a


distinctive clinico-histological variant of folli-
culitis decalvans” Br J Dermatol 1998; 138:
799 - 805.

28
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

fondersi e a formare placche più o meno este-


Dalziel K., Telfer N.R., Wilson C.L., Dawber se e irregolari ed esitano, dopo settimane o
R.P.R.: “Tufted folliculitis, a specific bacterial mesi, in cicatrici ipertrofiche, simil-cheloidee.
disease?” Am J Dermatopathol 1990; 12: 37 -
4l.

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Pujol R.M., Matias-Guiu X., Garcia-Patos V.,


De Moragas J.M.: “Tufted hair folliculitis”
Clin Exp Dermatol 1991; 16: 199 - 201.

Pujol R.M., Garcia-Patos V., Ravella-Mateu A.,


Casanova J.M., De Moragas J.M.: “Tufted hair
folliculitis: a specific desease?” Br J Dermatol
1994; 130 :259 - 60
Questa evoluzione comporta la caduta dei
Smith N..P, Sanderson K.Y.: “Tufted folliculi- capelli e dei peli. Talvolta si può avere la for-
tis of the scalp” J R Sue Med 1978; 71: 606 - mazione di ascessi purulenti e fistole.
8.

Tong A.K.F., Baden H.P.: “Tufted hair follicu-


litis” J Am Acad Dermatol 1989: 21: 1096 - 9

Acne cheloidea della nuca


folliculitis keloidalis nucae

Q u e sta forma colpisce sopra t t u t to giovani


maschi; negli Stati Uniti è stata segnalata in
maniera particolare in soggetti di origine L'acne cheloidea può essere asintomatica, ma
afro-americana. È malattia rara che inizia con talvolta è presente prurito, bruciore, dolore.
la comparsa di papule o di papulo-pustole I reperti istologici più significativi sono rap-
confluenti a livello della regione occipitale presentati da:
del cuoio capelluto e della regione posteriore 1) infiammazione cronica perifollicolare, par-
del collo. Inizialmente questi elementi papu- ticolarmente intensa a livello dell'istmo, della
lo-pustolosi sono centrati da un capello o da parte più bassa dell'infundibolo e delle ghian-
un pelo, sottolineando così l'impegno follico- dole sebacee, caratterizzata da un denso infil-
lare. Successivamente le lesioni tendono a trato di granulociti neutrofili, linfociti e pla-

29
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

smacellule; La terapia ricalca comunque quella della fol-


2) fibroplasia lamellare, maggiormente evi- licolite decalvante ma in questa forma l'isotre-
dente a livello dell'istmo; tinoina orale è ritenuta particolarmente effi-
3) scomparsa delle ghiandole sebacee; cace.
4) assottigliamento dell'epitelio follicolare a
livello dell'istmo, fino ad arrivare ad una
distruzione epiteliale completa, con frammen- Riferimenti
ti residui di capelli senza guaina e dilatazione
del canale follicolare. Cosman B., Wolff M.: “Acne keloidalis” Plast
Reconstr Surg 1972; 50: 2530.

Dinehart S., Herzeg A., Kerns B., Pollack S.:


“Acne keloidalis: a review” J Dermatol Surg
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George A.O., Akanji A.O., Nduka E.U. ,


Olasode J.B., Odusan O.: “Clinical, biochemi-
cal and morphologic features of acne keloida-
lis in a black population” Int J Dermatol
1993; 32: 714 - 16.

Luz Ramos M., Munoz-Pèrez M.A., Pons A.,


Orte ga M., Camacho F.: “Acne keloidalis
nuchae and tufted hair fo l l i c u l i t i s ”
Dermatology 1997; 194: 71 - 3
Una ricerca di Sperling ha documentato l'as-
senza di infezione batterica e una frequente Herzberg A.J., Dinehart S.M., Kerns B.J.,
colonizzazione follicolare da parte del demo- Pollack S.V.: “Acne keloidalis. Tra n s verse
dex folliculorum e sottolineava l'assenza, nel- microscopy, immunohistochemistry aud elec-
l'acne cheloidea, di “ingrowing hair” caratte- tron microscopy” Am J Dermatopathal 1990;
ristici della cosiddetta pseudofolliculitis bar- 12(2): 109 - 121.
bae, che una volta veniva correlata all'acne
cheloidea. Sperling L., Homoky C., Pratt L., Sau P.:
“Acne keloidalis is a form of primary scarring
alopecia” Arch Dermatol 2000: 136: 479 - 84

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

Dermatosi pustolosa erosiva neo e, successivamente, la sostituzione dei fol-


del cuoio capelluto licoli piliferi con tessuto cicatriziale.

La dermatosi pustolosa erosiva è una malattia La patogenesi è sconosciuta, tuttavia è stato


assai rara, anche se non così eccezionale ipotizzato un meccanismo simile a quello
come ritenuto in passato. Interessa soprattut- invocato per la follicolite decalvante.
to soggetti con alopecia androgenetica e che-
ratosi attiniche multiple. L'uso di corticosteroidi sistemici e topici ad
Clinicamente si caratterizza per la comparsa elevata potenza produce una rapida risposta
di lesioni pustolose confluenti ed estese che terapeutica, mentre gli antibiotici topici e
vanno incontro alla formazione di croste gial- sistemici da soli non hanno effetto.
lastre il cui allontanamento mostra la presen-
za di erosioni che poi guariscono con esito
cicatriziale. Le lesioni, uniche o multiple (il Riferimenti
loro numero è comunque sempre modesto),
tendono lentamente ad estendersi, anche se Caputo R., Veraldi S.: “Erosive pustular der-
in maniera non uniforme e simmetrica, e matosis of the scalp” J Am Acad Dermatol
compaiono spesso (in oltre il 40% dei casi) in 1993; 28: 96 - 8.
seguito a traumi accidentali o chirurgici.
Grattan C.E.H., Peachey R.D., Boon A.:
“Evidence for a role of a local trauma in the
pathogenesis of erosive pustular dermatosis of
the scalp” Clin Exp Dematol 1988; 13: 7 - 12.

Parodi A., Ciaccio M., Rebora A.. “Erosive


pustular dermatosis of the scalp” Int J
Dermatol 1990; 7: 5l7 - 18.

P ye R.J., Peachey R.D.G., Burton


J.L.:”Erosive pustular dermatosis of the
scalp” Br J Dermatol l979; 100: 559 - 66.

L'esame colturale delle lesioni evidenzia spes-


so la presenza dello stafilococco aureo, talvol-
ta di altri microrganismi.

L'esame istologico mostra un'epidermide


erosa, un denso infiltrato neutrofilico e linfoi-
stiocitario nel derma papillare con qualche
plasmacellula, cellule giganti da corpo estra-

31
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Cellulite dissecante compressione.


perifulliculitis capitis abscedens et suffodiens L'evoluzione è lenta e progressiva verso la
scleroatrofia con la caratteristica riduzione
È una malattia rara ma clinicamente ben defi- dell'attività flogistica col passare degli anni.
nita, che colpisce prevalentemente giovani Residuano lesioni cicatriziali multiple, di
adulti (20 - 40 anni) di sesso maschile special- forma irregolare, talora associate a cicatrici
mente di pelle nera. ipertrofiche e tragitti fistolosi.
Le lesioni tipiche sono ra p p re s e n tate da
noduli infiammatori multipli, di color rosso
vivo, di consistenza duro-elastica, modicamen-
te dolenti, localizzati di solito in corrispon-
denza del vertice o della regione occipitale.
Questi noduli vanno incontro ad un rammol-
limento centrale e ad un progressivo allarga-
mento con conseguente fusione con quelli più
vicini. Le lesioni assumono così un aspetto
cerebriforme e sono circondate da un intenso
eritema con edema. In seguito alla loro aper-
tura, i noduli lasciano fuoriuscire materiale
purulento.

L'aspetto istologico più caratteristico è la dis-


tensione dell'infundibolo follicolare con flo-
gosi perifollicolare, rappresentata soprattutto
da un infiltrato di granulociti neutrofili e da
un numero variabile di linfociti. Anche l'epi-
telio follicolare è invaso da queste cellule, con
conseguenti gravi alterazioni necrotiche che
possono determinare la distruzione dell'intero
follicolo. Nelle fasi infiammatorie acute si
apprezzano ampie raccolte perifollicolari der-
miche di granulociti neutrofili con numerose
plasmacellule. La permanenza di residui folli-
colari con frammenti di cheratina può talora
determinare una reazione granulomatosa con
cellule giganti da corpo estraneo, linfociti e
plasmacellule. Una volta che i follicoli sono
completamente distrutti, l'infiammazione
La formazione di tragitti fistolosi può deter- lascia il posto alla fibrosi che interessa il
minare la fuoriuscita di pus a parecchi centi- derma e la parte più superficiale del tessuto
metri di distanza dalla regione sottoposta a adiposo sottocutaneo. La permanenza di folli-

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

coli piliferi ancora integri appare essenziale


per la progressione della malattia; è ben noto, In queste forme il follicolo è soltanto un
infatti, che se tutti i follicoli sono eliminati, “innocent bystander”: una reazione infiam-
ad esempio con la epilazione con raggi X, la matoria interessa cioè primitivamente la cute
malattia va incontro a completa remissione. interfollicolare e distrugge il follicolo in modo
L'esame colturale del materiale purulento del tutto aspecifico.
prelevato da queste formazioni ascessuali per- Sono da considerare esempi tipici di alopecia
mette spesso l'isolamento di vari microrgani- cicatriziale secondaria le forme che consegue
smi (streptococchi, stafilococchi, pseudomo- ad ustioni, traumatismi, sarcoidosi cutanea,
nas), ai quali tuttavia non è stato attribuito morfea, necrobiosi lipoidica, lupus vulgaris,
significato eziologico. pemfigoide cicatriziale ecc.
La cellulite dissecante può talora associarsi a Facciamo una classificazione necessariamen-
idroadenite suppurativa e a acne conglobata te incompleta ed esaminiamo brevemente le
costituendo la cosiddetta “follicular occlusion forme più interessanti e comuni.
triad”.
La te ra p i a ricalca quella della derm a to s i Alopecie cicatriziali acquisite secondarie
pustolosa erosiva del cuoio capelluto con cor- congenite da difetti di sviluppo
ticosteroidi ed antibiotici a dosi piene. - aplasia cutis
- nevi epidermici
- amartomi del follicolo pilifero
Riferimenti: - incontinentia pigmenti
- ipoplasia dermica focale
Chicarilli Z.N.: “Follicular occlusion triad: - porocheratosi di Mibelli
h i d radenitis suppura t i va, acne conglobata, - ittiosi recessiva legata al sesso
and dissecting folliculitis of the scalp” Ann - cheratosi pilare atrofizzante
Plast Surg 1987; 18: 230 - 7 - malattia di Darier
- epidermolisi bollosa distrofica
Lever W.F., Schaumberg-Lever G.: “Follicular
occlusion triad (Hidradenitis suppura t i va , da cause fisico-chimiche
acne conglobata, perifolliculitis capitis absce- - traumi
dens et suffodiens)” Arch Dermatol 1992; - ustioni
128: 1 115 - 7. - patomimia
- radiodermiti
Moscatelli P., Ippoliti D., Bergamo F., Piazza - acidi o alcali forti
P.: “Perifolliculitis capitis abscedens et suffo- - farmaci
diens” Eur J Dermatol 2001; 11: 155 - 6.
infettive
- protozoarie
- fungine
- batteriche
- virali

Alopecie cicatriziali acquisite secondarie neoplastiche

33
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

- carcinomi baso e spinocellulari matoso.


- tumori connettivali e vascolari La lesione evolve in alcune settimane verso la
- linfomi cicatrizzazione (atrofica o cheloidea) che può
- metastasi essere ritardata dalla ripetuta formazione di
croste.
metabolico degenerative Nell'area interessata gli annessi cutanei (peli e
- necrobiosi lipoidica ghiandole) sono totalmente assenti.
- porfiria cutanea tarda L'aplasia circoscritta del vertice si può asso-
- porfiria eritropoietica congenita
- amiloidosi

autoimmuni
- sclerodermia/morfea
- lichen scleroatrofico
- dermatomiosite
- pemfigoide cicatriziale

Aplasia cutis

L'aplasia cutanea è una anomalia dovuta a


difetto di sviluppo embrionario della cute.
Si evidenzia alla nascita o subito dopo come
ciare ad altre malformaioni: agenesìa delle
ossa sottostanti, microcefalia e ritardo menta-
le, sordità, spina bifida, labio e palatoschisi,
ipotiroidismo, insufficienza pancreatica ecc.
L’aplasia cutis verticis, interessa la zona del
vertice dove è presente nel neonato la cosid-
detta fontanella posteriore.
L’alopecia triangolare temporale, è una forma
di aplasia cutis di forma triangolare con cute
normale, glabra o con pochi peli vellus solita-
mente situata nella zona temporale o anche
frontale.
La terapia medica è orientata a favorire la
riparazione cicatriziale nell'area colpita impe-
dendo infezioni opportunistiche. La chirurgia
tricologica può ricostruire o eliminare la zona
un'area del diametro 1 - 2 cm priva di cute, cicatriziale quando l'individuo è adulto.
rotondeggiante od ovalare, di aspetto erosivo
o ulcerato, a fondo liscio o fortemente erite-

34
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

232 - 233, 1981.

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skin defects” Eur. J. Pediatr. 121: 21 - 50, mucinosi follicolare acuta benigna, è caratte-
1975. rizzata da chiazze eritematose di qualche cen-
timetro di diametro e da papule del colore
Fuchs, K., Lichtig, C., and Pe retz, B.A.: della pelle normale, localizzate a viso, collo,
“Extensive congenital absence of epidermis” spalle e cuoio capelluto (dove i capelli cadono
Dermatologica 142: 219 - 224, 1971. lasciando gli ostii follicolari sporgenti); colpi-
sce prevalentemente bambini e giovani adulti
Munkwad,J.M., Nielsen, A.O., and Asmussen, e risolve senza trattamento;
T.: “Aplasia cutis congenita” A follow-up eva- mucinosi follicolare cronica benigna, si pre-
luation after 25 years. Arch. Dermatol. 117: senta con lesioni simili alle precedenti, ma

35
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

più numerose e diffuse e associate ad altre di matori non steroidei (ad esempio: diclofenac
aspetto nodulare; colpisce per lo più individui sodico).
adulti ed è benigna nonostante il lungo decor- Istologicamente si osservano: a livello dell'epi-
so e le frequenti esacerbazioni;
mucinosi follicolare secondaria o paraneopla-
stica (15 - 25% dei casi), sempre associata ad
un linfoma, è caratterizzata da placche multi-
ple generalizzate ed infiltrate, interessa quasi
esclusivamente individui fra i 40 ed i 70 anni
di età.
Nel primo caso l'alopecia è reversibile, nel

dermide, restringimenti nucleari ed alterazio-


ni degli organuli intracitoplasmatici; a livello
del derma è presente un infiltrato linfomono-
citario più o meno importante.
secondo e nel terzo caso diventa invece lenta- Il danno è comunque sempre evidente a livel-
mente cicatriziale.
La terapia si basa sull’utilizzo di corticosteroi-

lo della guaina esterna della radice ed a livel-


lo della ghiandola sebacea dove si osservano
di per via intralesionale o generale e sull’ap- inizialmente piccole aree di aspetto cistico,
plicazione locale di gel contenenti antinfiam- contenenti mucina, che successivamente

36
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

vanno a confluire distruggendo definitiva-


mente l'apparato follicolare. Okun, M.R., and Kay, F.: “Follicular mucino-
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Sclerodermia

Le sclero d e rmie sono derm a tosi cro n i ch e


a u toimmuni, cara t te ri z z a te da insidiosa e
lenta trasformazione, circoscritta o diffusa,
della cute che assume un aspetto cicatriziale,
ispessito, non sollevabile in pliche e un colore
simile alla cera o all'alabastro.
Riferimenti: Nell'ampia dizione di “sclerodermia” rientra-
no sia forme localizzate, sia forme diffuse ad
E m m e rson, R.W: “Follicular mucinosis: A andamento progressivo in cui lo stato sclero-
study of forty seven patients” Br. J. Dermatol. dermico inizia subdolamente, ad esempio alle
81: 395 - 413, 1969. mani, al torace, al volto, per poi diffondersi
alle zone adiacenti costruendo in ultimo
Lancer H.A., Bronstein B.R., Nakagawa H., et intorno al soggetto una specie di “armatura”
al.: “Follicular mucinosis. A detailed morpho- che rende difficoltosi o impedisce del tutto i
logic and immunopathologic study!” J Am movimenti articolari; in un periodo successi-
Acad Dermatol 1984; 10: 760 - 768. vo vengono interessati altri organi, l'esofago,
l'intestino, i polmoni, il cuore ecc. L'esito fina-
Lum, D.: “Cutaneous mucinosis of infancy” le è quasi sempre fatale.
Arch. Dermatol. 116: 198 - 200, 1980. La patogenesi della sclerodermia è prospetta-
ta come immunologica: nel siero dei pazienti
McGrae,J.D.: “Cutaneous mucinosis of con malattia sistemica e progressiva si eviden-
infancy: a congenital and linear variant” ziano con l'immunofl u o rescenza indiretta
Arch. Dermatol. 119: 272 - 273, 1983. autoanticorpi (contro collagene, mitocondri,

37
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

apparato del Golgi, centriolo ecc) soprattutto Le forme localizzate sono quelle che ci inte-
(60 - 80% dei casi) antinucleo cellulare ressano di più e di pertinenza puramente der-
(A.N.A.) principalmente diretti contro i nuclei matologica.
delle cellule endoteliali dei capillari dermici Sono forme in chiazze a limiti netti (morfea)
che, secondo molti Autori, rappresenterebbe-
ro il primitivo bersaglio della sclerodermia
sistemica.
L'istologia è caratterizzata essenzialmente da

a volte circondate da un caratteristico bordo


rosso-lilla, con decorso autolimitato e benigno
o forme lineari, a banda, che spesso partono
dalla radice del naso, attraversano la fronte e
si addentrano con atro fia cicatriciale nel
cuoio capelluto (sclerodermia a colpo di scia-
bola).

ipertrofia e neoformazione di fasci di collage-


ne e da progressiva iperplasia dell'intima dei
vasi (aumento del numero delle cellule che
rivestono la parete interna del vaso, quella
cioè a contatto con il sangue), soprattutto
arteriolari, fino a stenosi completa del lume.
La terapia, prolungata, spesso inconcludente
e di pertinenza reumatologica si basa su cor-
ticosteroidi, griseofulvina, farmaci vasoattivi
ed oggi anche sull'uso dei farmaci così detti
biologici (anticorpi monoclonali), gli stessi
che vengono usati per la terapia dell’ atrite
reumatoide.

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

La terapia di queste forme si basa sull'uso


locale e generale di corticosteroidi e sull'uso Con il termine tigna si intende l'aggressione
di antimalarici per bocca (di solito idrossiclo- parassitaria del capello (o del pelo) da parte di
rochina alla dose di 200 - 400 mg al giorno un micete (“fungo”).
per qualche mese). La tigna del cuoio capelluto (tinea capitis) si
presenta con una o più chiazze eritematose e
desquamanti, nelle quali i capelli sono spezza-
Riferimenti ti e di aspetto impolverato (per la presenza
delle spore del fungo). A seconda del tipo di
Patterson J.A.K., Ackerman A.B.: “Lichen micete in causa le chiazze potranno essere sin-
sclerosus et atrophicus is not related to mor- gole o poco numerose, a limiti netti, rotondeg-
phea. A clinical and histologic study of 24 gianti, di diametro fino a 5 cm, con capelli
patients in whom both conditions were repu- troncati 2 - 3 mm sopra l'emergenza dal cuoio
ted to be present simultaneously” Am J capelluto (tigna microsporica), oppure più
Dermatopathol 1984; 6: 323 - 335 numerose, a limiti indistinti, di disegno irre-
golare e larghezza non superiore a 1 - 2 cm,
Uitto J., Santa Cruz DJ, Banez E.A. et al.: con capelli troncati all'emergenza (punti neri)
“Morphea and lichen sclerosus et atrophicus” associati ad altri “superstiti” all'interno della
J Acad Dermatol 1980; 3: 271 - 279. chiazza (tigna tricofitica). Il contagio può
derivare dal contatto con animali domestici
Larrègue M., Ziegler J.E., Lauret P. et al.: (Microsporum canis), animali da stalla
“Sclérodermie en bande chez l'enfant (a pro- (Tricophy ton mentagro p hy tes, Tricophy to n
pos de 27 cas)” Ann Dermatol Venereol 1986; verrucosum), suolo (Microsporum gypseum),
113: 207 - 224. altri esseri umani (Microsporum audouinii,
Tricophy ton tonsurans, Tricophy ton viola-
Jablonska S., Czorzelski T.P., Blasczyk-Glinski ceum).
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roderma” Immunopathol Skin 1979; 19: 363
- 80.

Tigne - Kerion - Tigna favosa

39
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

tigna incognita (tricofitica o microsporica) in


donne sopra i 50 anni, quindi ormai in meno-
pausa, caratterizzata da caduta di capelli e
diradamento senza il formarsi di vere chiazze
di alopecia; questa situazione può mimare un
lichen o un LED o un telogen effluvio. I
capelli appaiono diradati, impolverati, fragili.
La cute è eritematosa e desquamante.
Soggettivamente può esserci prurito.

Nella tigna microsporica, da noi più frequen-


te, l'esame microscopico “a fresco” del capel-
lo parassitato e delle squame mostrerà spore e
filamenti, specialmente piccole spore attorno
al fusto, tipo ectotrix, o anche filamenti all'in-
terno del capello, tipo endotrix, e/o filamenti
ed artrospore nelle squame.
Nella tigna tricofitica il capello mostra al suo
interno numerose artrospore in catene paral-
lele e filamenti con il tipico aspetto endotrix
(capello a sacchetto di noci) mentre poche
spore sono visibili all'esterno in posizione Tutte queste forme di tigna, se ben curate,
ectotrix. guariscono definitivamente, senza esiti cica-
Da segnalare la sia pur rara possibilità di triziali e completa restituzio ad integrum, in
4 - 6 settimane.
Nel kerion alcuni dermatofiti, ed in particola-

40
novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

re i tricofiti zoofili sopra ricordati, determina- dastra. Gli scutuli possono estendersi in modo
no perifollicoliti e follicoliti profonde e sup- centrifugo raggiungendo i 2 - 3 cm di diame-
puranti che successivamente si fo n d o n o tro e confluire poi in ampie masse crostose
dando origine a chiazze rilevate fortemente giallo-verdastre, stratificate e friabili, all'inter-
eritematose, sormontate da formazioni papu- no delle quali si possono trovare dei capelli
lo-nodulari e pustolose dalle quali, in seguito assottigliati, opachi, decolorati, “impolverati”
a pressione anche modesta, fuoriesce una e facilmente asportabili. La terapia deve esse-
quantità abbondante di pus. I capelli che si re effettuata correttamente, precocemente e
trovano all'interno delle chiazze vengono ini- per un tempo sufficientemente lungo se si
zialmente troncati dal micete e successiva- vuole impedire l'evoluzione finale in alopecia
mente eliminati definitivamente dal processo cicatriziale. È caratteristica in questa forma
suppurativo e cicatriziale. di alopecia la permanenza di ciuffi di capelli
La tigna favosa, ormai eccezionale in Italia, è superstiti all'interno delle chiazze.

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una micosi del cuoio capelluto determinata di 2004, 5(2) p219 - 27
solito dal Tricòphyton schonleinii, antropofi-
lo; più raramente può essere causata dai Millikan L.E.: “Role of oral antifungal agents
Tricòphyton quinckeaneum e gallinae. Si pre- for the treatment of superficial fungal infec-
senta con chiazze eritemato-squamose perifol- tions in immunocompromised patients” Cutis
licolari centrate da una pustola (abbastanza (United States), Jul 2001, 68 (1 Suppl) p6 - 14
grande) che successivamente si apre lasciando
una patognomonica depressione giallastra a Nesbitt L.T.: “Treatment of tinea capitis” Int
scodellina (scutulo) di 5 - 7 mm di diametro, J Dermatol (United States), Apr 2000, 39(4)
dallo sgradevole odore di “urina di topo”, p261 - 2
costituita da ammassi di filamenti miceliali,
spore e lamelle cornee disposte in modo con-
centrico attorno al follicolo. L'esame alla luce
di Wood evidenzia una fluorescenza giallo-ver- Tricotillomania

41
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

(A cura di Guido Vido Trotter) capelli superstiti per un esame microscopico


si potrà osservare la completa assenza di telo-
Il termine indica un disturbo psico-nevrotico gen. Spesso i bambini, se “scoperti” e messi di
talvolta difficile da diagnosticare e ancora più fronte alle proprie responsabilità, desistono
d i fficile da fa re accet tare ai ge n i to ri del dalla mania di strapparsi i capelli.
paziente quando questo è un bambino. Comunque di solito, in questa età, la tricotil-
Si tratta per lo più di giovanissimi pazienti

che, più o meno coscientemente, prendono


l'abitudine di attorcigliare e tirare i capelli
con le dita. L'alopecia si manifesta preferibil-
mente nelle aree fronto-parietali con chiazze
irregolari della grandezza anche di diversi lomania ra p p resenta una fase tra n s i toria
centimetri, nelle quali i capelli sono in parte dello sviluppo psichico, come il succhiarsi il
assenti ed in parte spezzati all'altezza di 2 - 3 pollice.
mm (al di sotto di questa lunghezza non è pos- Negli adulti il quadro è invece di difficile riso-
sibile afferrarli con le dita). Il cuoio capelluto
appare indenne.
Se nell'area interessata vengono prelevati i

luzione. Possono essere utili gli antidepressivi


inibitori della ricaptazione della serotonina e

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

talvolta gli antidepressivi maggiori, triciclici. persistente impossibilità di formare di un


In questi casi la terapia è di competenza medi- capello normale (tricomalacìa) con quadri di
co psichiatrica. diversa gravità fino alla alopecia cicatriziale.
Istologicamente, nei casi gravi, il follicolo può Talvolta la tricofagia accompagna la tricotillo-
mania. Il paziente mangia i capelli che strap-
pa, talvolta dopo aver estratto il capello con
cura ne succhia il bulbo e le guaine. Sono
descritti volvoli intestinali di capelli (tricobe-
zoari) che hanno portato il paziente sul tavo-
lo operatorio con il quadro dell'occlusione
intestinale acuta.

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

le cheratosi seborroiche, l'epitelioma basocel-


Il cuoio capelluto è sede frequente di tumori lulare, le metastasi da carcinoma mammario
ecc.
L'esame clinico e nei casi dubbi quello istolo-

benigni e maligni, primitivi o metastatici.


Frequenti sono i nevi, le cheratosi attiniche,

gico, chiariranno la diagnosi.

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novembre 2005 - N° 16 - Giornale Italiano di Tricologia

47
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

48
EDIZIONI TricoItalia (Firenze) aprile 2006

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte ottava


edizione 2006
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO

Il Laboratorio Ematologico. - pag. 5


Screening Generale - pag. 5
Sceenig Endocrino - pag. 6
Il dosaggio degli ormoni nelle urine - pag. 6
Il dosaggio degli ormoni nel plasma. - pag. 8
Protocolli Diagnostici in Endocrinologia - pag. 11
La Terapia Medica in Tricologia - pag. 15
Sostanze Naturali in Tricologia - pag. 17
Sostanze Terapeutiche Attuali in Tricologia - pag. 27
Associazioni Terapeutiche - pag. 58
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2006

parte VIII
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Marino Salin
Fabrizio Fantini
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter

EDIZIONI TricoItalia Firenze


aprile 2006
SOMMARIO:

IL LABORATORIO EMATOLOGICO - pag. 5


SCREENING GENERALE - pag. 5
SCREENING ENDOCRINO - pag. 6
Dosaggio degli Ormoni nelle Urine - pag. 6
Dosaggio degli Ormoni nel Plasma - pag. 8
PROTOCOLLI IN ENDOCRINOLOGIA - pag. 11
LA TERAPIA MEDICA IN TRICOLOGIA - pag. 15
SOSTANZE NATURALI - pag. 17
Serenoa repens - pag. 18
Pygeum africanum - pag. 19
Tè verde - pag. 20
Acidi grassi polinsaturi omega 3 - pag. 21
Soia - pag. 22
Zinco, Acido Azelaico, Vitamina B6 - pag. 23
Vite ed estratto del seme d'uva - pag. 23
Orzo e procianidina B3 - pag. 24
Ginseng (Parnax Ginseng) - pag. 24
Lievito di birra e germe di grano - pag. 25
Ortica (Urtica Dioica) - pag. 25
Boehmeria Nipononivea - pag. 26
SOSTANZE TERAPEUTICHE ATTUALI - pag. 27
Estrogeni - pag. 27
Progesterone - pag. 30
Finasteride - pag. 33
Ciproterone - pag. 36
Spironolattone - pag. 38
Cimetidina - pag. 40
Flutamide - pag. 41
Melatonina - pag. 42
Betasitosterina - pag. 43
Cortisone - pag. 44
Xantine - pag. 46
Minoxidil (e sostanze correlate) - pag. 48
Acido retinoico - pag. 53
Pentosi - pag. 54
Glicole propilenico - pag. 54
Ketoconazolo - pag. 56
ASSOCIAZIONI TERAPEUTICHE - pag. 58
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

"TRICHIATRIA" SCREENING GENERALE


IN TRICOLOGIA

Gli esami generali valutano lo “stato di benes-


Disciplina medica che presuppone la cono- sere” del paziente così da poter impostare la
scenza della Tricologia e che ha come obietti- terapia più appropriata.
vo la diagnosi e la cura delle malattie del
capello e del cuoio capelluto. In Tricologia sono utili sopra t t u t to nelle
donne e possono rilevare molte situazioni che
devono essere corrette: stati carenziali causati
da diete insufficienti, da malassorbimento, da
IL LABORATORIO EMATOLOGICO perdita ecc; malattie infettive (RW, VDRL,
NELL' APPROCCIO AL PAZIENTE CHE HAV, HBsAg, HCV ecc.); malattie ematologi-
PERDE I CAPELLI che (emocromo, piastrinemia, protidogram-
ma, biopsia midollare ecc.); coliti (protido-
Gli esami di laboratorio sono molto utili per gramma, VES, formula leucocitaria ecc.); sin-
capire le cause di una caduta di capelli o di d romi da malassorbimento anche larvate,
una alopecia altrimenti di non chiara patoge- selettive e/o inapparenti.
nesi.
Ad esempio di fronte ad una alopecia cicatri- A tal proposito ricordiamo ancora una volta
ziale il laboratorio potrà orientare il medico come in Tricologia i margini di normalità dei
verso una collagenopatia, di fronte ad un telo- nutrienti, vitamine ed oligoelementi siano più
gen effluvium verso una malattia infettiva o ristretti di quanto lo sono in medicina genera-
una anemia, di fronte ad una alopecia femmi- le e come uno stato carenziale possa provoca-
nile in telogen accompagnata da segni di viri- re un telogen effluvio cronico o far precipita-
lizzazione verso una patologia endocrina ecc. re irreparabilmente un defluvio androgeneti-
Gli esami più importanti sono esami semplici: co (vedi anche il capitolo “DIETA” E CAPEL-
emocromo, sideremia, ferritina, zinchemia, LI).
protidogramma, glicemia, fT4, TSH, acido
folico, vitamina B12, VES.
Gli esami ormonali, complessi, costosi e discu-
tibilmente affidabili sono utili solo in situa-
zioni mirate. Spesso gli esami ormonali ven-
gono richiesti senza razionalità; fra questi il
dosaggio del testosterone libero che, in condi-
zioni di normoproteinemia, è sempre l'1% del
testoste rone totale, il dosaggio della Sex
Hormone Binding Globulin (SHBG) che, in
condizioni di normoproteinemia, è sempre Di fronte ad una alopecia cicatriziale occorre
lontana dalla saturazione, il dosaggio del dii- sempre valutare la possibilità di una collage-
drotestosterone che è pochissimo affidabile e nopatia (Ra test, profilo ANA ecc.) e sarà tal-
non è espressione della 5-alfa-reduttasi del fol- volta necessaria una biopsia del cuoio capellu-
licolo pilifero. to.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

LO SCREENING ENDOCRINO Dosaggio degli Ormoni nelle Urine


IN TRICOLOGIA
Nonostante la possibilità odierna di dosare gli
La diagnosi in Tricologia è quasi sempre una ormoni direttamente nel plasma i dosaggi
diagnosi clinica, non una diagnosi di labora- ormonali nelle urine delle 24 ore sono tutt'al-
torio. Lo screening endocrino in Tricologia tro che superati sia perché di semplice esecu-
può essere talvolta molto utile ma lo è solo in zione e poco costosi, sia perché consentono
casi complessivamente rari. Di solito si abusa una valutazione della produzione ormonale
degli esami ormonali come si abusa della dia- indipendente dai ritmi circadiani, eliminando
gnosi di alopecia androgenetica femminile. quindi la possibilità di errore interpretativo
Quando una donna lamenta caduta di capelli legata al momento del prelievo. I dosaggi
ma ha un mestruo regolare e magari un figlio, ormonali nelle urine dovrebbero essere, per il
è molto improbabile che possa avere patologie medico tricologo, gli esami ormonali di prima
ormonali. Molto frequenti sono invece, nella linea.
donna, i disturbi della funzionalità tiroidea e
segnatamente gli stati di ipotiroidismo, anche
subclinico. Dosaggio dei 17-idrossicorticosteroidi
La alopecia così detta androgenetica femmini- (17 OH CS)
le di Ludwig (FAGA) è quasi sempre conse- Sono steroidi di origine corticosurrenalica a
guenza di un telogen effluvio cronico oppure, 21 atomi di carbonio che presentano un grup-
a parere di chi scrive, può essere causata da po ossidrilico in posizione 17 e comprendono
carenza di azione intrafollicolare o da resi- essenzialmente il cortisolo, il cortisone, il
stenza periferica alla azione dell'estrone. In tetraidrocortisone (metabolita del cortisone),
altre parole è una alopecia carenziale. Alcuni il desossicortisolo (precursore del cortisolo).
casi ci fanno pensare ad una insufficienza I valori normali nell'uomo sono compresi fra
familiare del follicolo nel produrre estrone 3 e 9 mg/24 h, nella donna fra 2,5 e 7,5 mg.
(per deficit parziale di 17-steroido-ossidoridut- I 17-idrossicorticosteroidi sono elevati in tutte
tasi, aromatasi o 3-alfa-reduttasi). quelle condizioni che comportano un aumen-
Ma tutto questo non è certo documentabile to plasmatico degli steroidi glicoattivi.
con i normali esami endocrinologici perché
non possono indagare il comparto intrafolli-
colare. Dosaggio dei 17-ketosteroidi (17 KS)
Sono steroidi a 19 atomi di carbonio che pre-
Detto tutto questo e ribadito che gli esami sentano una funzione chetonica in posizione
ormonali dovrebbero essere prescritti a 17.
ragion veduta e poi interpretati con intelligen- Facciamo notare che il testosterone non è
za, vediamo quali possono intere s s a re il compreso fra i 17 KS. I più importanti 17 KS
Medico Tricologo qualora la sintomatologia sono l'androstenedione, l'etiocolanolone ed il
clinica ne suggerisca l'opportunità. deidroepiandrosterone. Il dosaggio relativa-
mente semplice dei 17 KS può essere conside-
rato, in prima approssimazione, uno specchio
della produzione androgena generale ed è alla
portata di qualsiasi laboratorio.

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

I 17 KS urinari, nella donna, sono per la Cortisolo urinario libero


quasi totalità di origine surrenalica e, nel Il dosaggio del cortisolo urinario libero ha
maschio, sono per 2/3 di origine surrenalica valore diagnostico nella sindrome di Cushing.
ed 1/3 testicolare. I livelli normali sono da 5 Nei soggetti normali i valori di escrezione uri-
a 15 mg nell'uomo adulto e da 3 a 12 mg nella naria del cortisolo sono di 27,6 - 276 nanomo-
donna adulta. li/24 h, nella sindrome di Cushing esso supe-
Un loro incremento indica un’aumentata pro- ra ampiamente le 300 nanomoli/24 h.
duzione di androgeni.
In prima approssimazione possiamo dire che,
se in una donna che stiamo esaminando per Pregnantriolo (PTL)
un defluvio il tasso dei 17 KS supera i 20 - 25 E' il metabolita del 17 OH progesterone, pre-
mg/24 h, l'origine patologica degli androgeni cursore degli steroidi glicoattivi.
è quasi sicuramente surrenalica (iperplasia Lo troviamo aumentato solo nelle sindromi
surrenalica, sindrome di Cushing, tumore da virilizzazione surrenalica da difetto enzi-
surrenalico virilizzante ecc), un loro incre- matico (21 e 11 idrossilasi) quando è ostacola-
mento più modesto può essere di origine ova- ta la sintesi del cortisolo (iperplasia surrenali-
rica (ovaio policistico, ovarite sclerocistica ca congenita).
ecc). Valori normali < 5,94 micromol/24 h (nella
donna 0,2 - 2,1 mg /24h; nell'uomo 0,4 - 1,8
mg 24/h).
Steroidi 17 chetogeni (S 17 K) L'aumento del rapporto PTL/17 OH CS è
Questo gruppo comprende tutti i derivati a 21 patognomonico di un difetto enzimatico sur-
atomi di carbonio del 17 OH progesterone e renalico.
quindi anche il pregnantriolo e gli altri steroi- Il pregnantriolo fa parte degli steroidi 17 che-
di di analogo significato: la loro determinazio- togeni.
ne è utile per la diagnosi di virilizzazione sur-
renalica da ostacolata sintesi di cortisolo per
difet to enzimatico di 21 o 11 idrossilasi. Testosterone (T)
Valori normali 7 - 18 mg/24 ore. Nella donna alcuni irsutismi, virilismi, alope-
Il dosaggio diagnostico degli S 17 K non è cie si accompagnano a valori alti, urinari e
molto usato perché la maggior parte degli plasmatici, di testosterone. Valori urinari nor-
autori preferisce dosare direttamente il pre- mali nella donna 5 - 20 mg/24 ore.
gnantriolo. Valori alti di testosterone urinario nella
donna si ritrovano in presenza di tumori
ormonosecernenti surrenalici od ovarici
Deidroepiandrosterone (DHEA) (arre n o b l a stoma, ipernefroma, leydigioma,
I livelli normali urinari sono di 0,2 - 2 mg nel- luteoma).
l'uomo e di 0,2 - 1,8 mg nella donna. Nell'uomo il dosaggio del testosterone è utile
L'aumento dei livelli di DHEA e del rapporto soprattutto nella diagnosi di ipogonadismo.
DHEA / 17 OH CS tradisce una iperfunzione Escrezione urinaria nel maschio adulto nor-
surrenalica. male 50 - 100 mg/24 ore.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Dosaggio degli Ormoni nel Plasma


Delta 4 androstenedione (D4 A)
Questo ormone è il più importante androgeno
Cortisolo nella donna, è il precursore degli estrogeni ed
Concentrazioni elevate, specie alla sera, orien- è in gran parte il responsabile della seborrea
tano per una sindrome di Cushing. Nella sin- e dell'acne nel sesso femminile.
d rome di Cushing il cortisolo di base è Deriva per il 50% dalla secrezione ovarica,
aumentato e, soprattutto, il ritmo circadiano per il 30% dalla secrezione surrenalica e per
è scomparso. la quota restante dalla trasformazione perife-
I valori normali alle ore 8 sono compresi fra rica di precursori. L'ovaio secerne androste-
0,14 - 0,63 micromoli/L (160 - 690 nanomo- nedione particolarmente nel periodo interme-
li/L), alle ore 16 fra 0,083 - 0,42 micromoli/L dio e luteinico del ciclo, ciò può forse spiega-
(50 -250 nanomoli/L), alle ore 20 sono infe- re i periodici peggioramenti dell'acne femmi-
riori al 50% del valore delle ore 8. nile in fase ovulatoria e premestruale. La pro-
Valori di cortisolo bassi o normali associati a duzione di androstenedione può aumentare
concentrazioni aumentate di deidroepiandro- in premenopausa con conseguente ritorno
sterone (DHEA) e di 17 OH progesterone (17 dell'acne e lieve virilizzazione.
OH P) sono patognomonici di deficit enzima- Dall'androstenedione ad opera dell'enzima 17-
tico surrenalico (21 o 11 idrossilasi) con sin- beta-idrossisteroido-ossido-reduttasi si forma
drome di virilizzazione. testosterone. Androstenedione e testosterone
rappresentano tappe intermedie della biosin-
tesi degli estrogeni.
Deidroepiandrosterone (DHEA) I valori normali di androstenedione nella
Il deidroepiandrosterone è un debole andro- donna sono normalmente compresi fra 1,33 e
geno secreto quasi esclusivamente dal surrene 5,27 nanomoli/L e sono più bassi nell'uomo.
(95%) sia in forma libera (DHEA) che come Valori compresi tra 10 e 20 nanomoli/L, asso-
solfato (DHEAS) nella quantità di 7 mg/die e ciati a gonadotropina luteinizzante (LH) ele-
10 - 20 mg/die rispettivamente. Circola nel vata, orientano verso una possibile diagnosi
sangue soprattutto come DHEAS legato alla di ovaio policistico. Valori al di sopra di 30
albumina. nanomoli/L sono orientativi invece per un
Nella donna i valori plasmatici normali di tumore surrenalico o ovarico ormonosecer-
DHEAS sono compresi fra 2,1 - 8,8 micromo- nente.
li/L e diminuiscono dopo la menopausa scen-
dendo nettamente sotto 0,3 -1,6 micromoli/L.
Tassi plasmatici compresi fra 15 - 30 micro- 17 OH progesterone (17 OH P)
moli/L orientano verso una diagnosi di iper- L'aumento plasmatico di questo ormone al di
androgenismo normosurrenalico, se associati sopra di 15 nanomoli/L nella donna in fase
ad ipercortisolemia orientano verso una sin- follicolare, specie se questi tassi elevati si
drome di Cushing, se superiori a 50 - 100 accompagnano a valori alti di DHEAS e valo-
micromoli/L verso una patologia tumorale, se ri bassi o normali di cortisolo, orienta verso la
associati infine ad aumento dei tassi di 17 OH diagnosi di deficit enzimatico surrenalico di
progesterone ed ipocortisolemia verso una 21 o 11 idrossilasi.
carenza enzimatica congenita.

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

Testosterone (T) 3 alfa-diolo glicuronide (3 al-diol-g)


Valgono per i dosaggi plasmatici le stesse con- Un discorso metabolico simile a quello del
siderazioni che abbiamo fatto per i dosaggi DHT si verifica per il 5 alfa-androstan-3-alfa-
urinari. 17 - b eta-diolo (3 alfa-diolo), metabolita del
Valori normali 5 - 10 ng/ml (10,4 - 34,6 nano- DHT, che oltretutto si trova in circolo in posi-
moli/L) nell'uomo e 0,02 - 0,8 ng /ml (0,3 - 3 zione di equilibrio instabile con il DHT. Da
nanomoli/L) nella donna. queste osservazioni risulta che DHT e 3 alfa-
Il testosterone si trova nel plasma legato per il diolo (3 al-diol) circolanti non possono essere
99% circa ad una betaglobulina specifica: Sex spia umorale della attività metabolica degli
Hormone Binding Globulin (SHBG). Solo la androgeni a livello dei tessuti bersaglio (ne'
quota libera è metabolicamente attiva. tantomeno del follicolo pilifero).Al contrario
Vale di nuovo la pena di ricordare che la capa- è stato dimostrato (Serio M.) mediante infu-
cità di legame della SHBG per il testosterone sione di T e DHT marcati che il 3-alfa-diolo
è superiore alla testosteronemia (intorno a 14 glicuronide circolante proviene in larga misu-
ng/ml) pertanto il dosaggio dell'ormone libe- ra dalla conversione del DHT e può essere
ro è un esame praticamente inutile e, in sog- considerato un marker più preciso dell'attivi-
getti norm o p roteici, sarà sempre frazio n e tà androgenica a livello dei tessuti bersaglio.
costante dell'ormone totale. Purtroppo attualmente il dosaggio del 3 al-
diol-g non può essere fatto in modo routinario
ma solo come sofisticata indagine di ricerca e
Diidrotestosterone (DHT) nessun laboratorio è in grado di dosarlo cor-
I valori normali plasmatici sono nell'uomo rentemente, pertanto non siamo neppure in
1,03 - 2,92 nanomoli/L e nella donna 0,14 - grado di fornirne i valori normali né tantome-
0,76 nanomoli/L. Per il 25% l'ormone circo- no quelli patologici (ovviamente, non esisten-
lante è prodotto come tale dai testicoli e per il do un metodo di dosaggio standardizzato,
restante 75% deriva dalla trasformazione del questi variano da laboratorio a laboratorio).
testosterone ad opera della 5-alfa-reduttasi. Possiamo tuttavia dire che, dalle ricerche spe-
Studi metabolici condotti mediante infusione rimentali effettuate, il 3 al-diol-g risulta
di steroidi radioattivi hanno dimostrato che costantemente aumentato in corso di irsuti-
tale metabolizzazione avviene solo in piccola smo (e quindi probabilmente in corso di calvi-
parte dal metabolismo tissutale dell'ormone, zie maschile) e pertanto il suo dosaggio avreb-
mentre la maggior parte proviene da conver- be lo stesso valore pratico di un esame obietti-
sione in circolo (Serio M.), probabilmente nel vo.
fegato.
Il suo dosaggio non può quindi (come talvolta
si è voluto fare) essere preso a parametro della Gonadotropine (FSH - LH)
attività periferica della 5-alfa-reduttasi follico- I valori normali plasmatici di FSH nell'uomo
lare, inoltre questo dosaggio è affidabile solo sono da 1,5 a 12 U/L; nella donna in fase fol-
in pochi laboratori e pertanto non può essere licolare da 5 a 20 U/L, al picco ovarico da 15
routinario. a 30 U/L, in fase luteinica da 5 a 15 U/L.
I valori normali plasmatici di LH nell'uomo
sono compresi fra 4 e 20 U/L; nella donna in
fase follicolare da 5 a 25 U/L, al picco ovula-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

torio da 30 a 60 U/L, in fase luteinica da 5 a iperprolattinemia. Valori di prolattina > 200


15 U/L. ng/ml o 5.000 mU/L, al di fuori della gravi-
L'aumento della concentrazione plasmatica di danza e dell'allattamento, sono quasi invaria-
entrambe le gonadotropine orienta verso una bilmente associati alla presenza di un adeno-
sindrome climaterica o comunque verso un ma ipofisario e valori fra 100 e 200 ng/ml o
ipogonadismo primitivo. Elevati tassi plasma- 2.000 - 5.000 mU/L sono da ritenere assai
tici di gonadotropina luteinizzante (LH) con sospetti. Una iperprolattinemia anamnestica-
follicolostimolante (FSH) normale o diminui- mente non chiara richiede sempre ulteriori
ta, congiuntamente ad elevata concentrazione accertamenti diagnostici.
di androstenedione, orienta verso la sindrome
dell'ovaio policistico ed impone la richiesta di
una ecografia pelvica. Ormoni tiroidei
L'ipotiroidismo è causa frequente di caduta di
capelli nella donna. Nell'ipotiroidismo la cute
Ormone adrenocorticotropo (ACTH) è pallida e secca; le unghie sono fragili e sotti-
L'ACTH stimola la sintesi degli ormoni delle li; i capelli, anch'essi fragili, secchi e sottili, si
ghiandole surrenali. La sua concentrazione diradano cadendo in telogen (telogen effluvio
nel sangue è massima al mattino e minima la ipotiroideo) senza arrivare mai ad una vera
sera. È alterato nella S. di Cushing, nell'ipopi- calvizie. Caratteristica è la perdita dei peli
tuitarismo, nell'insufficienza surrenalica, nei delle sopracciglia (limitata alla metà tempora-
difetti enzimatici surrenalici. Chi deve sotto- le) e la rarefazione dei peli ascellari e pubici.
porsi al dosaggio dell'ACTH deve sospendere, Si può porre diagnosi di ipotiroidismo dosan-
72 ore prima dell'esame, i farmaci che posso- do l'ormone stimolante la tiroide (TSH) e gli
no influenzare i valori (per esempio, cortiso- ormoni tiroidei, in particolare la tiroxina
ne o estrogeni). Bisogna inoltre sospendere (T4). Un ipotiroidismo primitivo è caratteriz-
l'attività fisica intensa 24 ore prima del test e zato da alti valori plasmatici di TSH e bassi o
stare a digiuno per 12 ore prima dell'esame. normali di T4.
Valori normali: mattino: 5 - 60 picogrammi / I valori plasmatici normali di T4 sono com-
ml di sangue, sera: 5 - 30 picogrammi / ml di presi fra 5 e 12 mg/dl o 65 -155 nanomoli/L;
sangue. i valori normali di T3 sono compresi fra 115
e 190 ng/dl o 3,54 - 10,16 picomoli/L; i valo-
ri normali dell'indice di tiroxina libera (FTI)
Prolattina (PRL) oscillano fra 3 e 9; i valori normali di TSH
I valori normali nella donna sono intorno a 9 sono compresi fra 0,5 e 4 mU/L. Come un
- 20 ng/ml o 75 - 504 mU/L e salgono nel ipotiroidismo si ripercuota sull'apparato pili-
corso della gravidanza a 150 - 200 ng/ml o fero non è chiaro.
3000 - 4000 mU/L. Nell'uomo i valori norma- L'ipotiroidismo è causa di anemia ferrocaren-
li sono intorno a 6 - 7 ng/ml o 75 - 288 mU/L. ziale ed ipozinchemia, da sole sufficienti a
L'iperprolattinemia può essere iatrogena (da giustifi c a re l'effluvio. Questo si manife sta
estrogeni, da psicolettici ecc.), funzionale (da anche perché la tiroxina, per la sua azione sui
stress, da allattamento ecc), da adenoma ipo- fattori di crescita, svolge un ruolo essenziale
fisario. La probabilità di un adenoma ipofisa- nelle prime fasi di crescita del capello (anagen
rio è direttamente correlata con i valori della 1 - 2).

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

VENTI PROTOCOLLI DIAGNOSTICI base ed a riposo in fase follicolinica precoce.


IN ENDOCRINOLOGIA DI BASE Rx cranio-sella, Ecografia Ovarica.
le patologie endocrine in cui è facile
imbattersi 3) Protocollo diagnostico
per sospetto ipermineralcorticismo
leggenda: (iperaldosteronismo o M. di Conn)

s = siero Sintomi guida: sindrome da eccessivo riassor-


u = urina bimento di sodio causato da ipersecrezione di
p = plasma mineralcorticoidi da adenoma o tumore sur-
S = sangue intero renalico, iperplasia bilate rale del surrene,
F = femmina difetti enzimatici della steroidogenesi o bloc-
M = maschio co della 11 beta idrossisteroidodeidrogenasi a
TPOAb = anticorpi tiroidei contro la livello renale; ipertensione, ipopotassiemia,
perossidasi o frazione microsomiale. alcalosi con tetania latente, poliuria, assenza
TGAb = anticorpi tiroidei contro di edemi.
la tireoglobulina Esami: s-Potassio, s-Sodio, s-Cloruri.
TSHAb= anticorpi tiroidei contro Attività Reninica Plasmatica (ridotta a dieta
il recettore del TSH normosodica per 6 giorni = 100 m Eq die),
u-Aldosterone (aumenta a dieta normosodica
per 6 giorni = 100 m Eq die).

1) Protocollo diagnostico
per adenomi ipofisari
4) Protocollo diagnostico
Sintomi guida: cefalea, disturbi visivi, segni a per sospetta S. di Cushing
focolaio, secrezione endocrina caratteristica
del tipo di tumore ipofisario. Sintomi guida: patologico aumento del corti-
Esami di I live l l o: s-GH, u-GH, s- solo; faccia a luna piena, poliglobulia, obesità
Somatomedina C, s-PRL, p-ACTH, s-Cortisolo, tronculare, striae rubrae, ipotrofia degli arti,
u-Cortisolo, s-LH, s-FSH, s-Testosterone (M), s- ipertensione arteriosa, iperpigmentazione
TSH, s-fT4, Rx cranio-sella. cutanea (se iper ACTH), sintomi psichici.
Esami di II livello: TAC / RMN, visita oculisti- Esami: Cortisolo (aumentato), s-ACTH
ca / campimetria. (aumentato, ridotto o normale), S-VES, S-emo-
cromo, s-Potassio, s-Sodio, s-Cloruri.
2) Protocollo diagnostico
per amenorrea a) se cortisolo libero aumentato e ACTH ridot-
to: Ecografia surrenalica.
Sintomi guida: assenza di flussi mestruali da b) se cortisolo libero aumentato e ACTH nor-
180 giorni o flussi mai comparsi, dimagri- male: TAC o RMN.
mento, aumento di peso, traumi cranici, cefa- c) se cortisolo libero ed ACTH aumentati: RX
lea, disturbi visivi, irsutismo. torace ecc.
Esami: s-TSH, s-fT4 , s-LH, s-FSH, s-PRL di

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

5) Protocollo diagnostico 8) Protocollo diagnostico


per poliuria polidipsia per sospetto di feocromocitoma

S i n tomi guida: pre gresso trauma cra n i c o , Sintomi guida: ipersecrezione di catecolami-
cefalea, disturbi visivi, granulomatosi sistemi- ne da tumore cromaffine; ipertensione arte-
che, poliuria. riosa stabile od a crisi, ipotensione ortostati-
Esame di I° livello: Bilancio idrico giornalie- ca, tachicardia, palpitazioni, cefalea, sudora-
ro per conferma della poliuria. zione, nausea, vomito, diarrea.
a) in caso di conferma della poliuria: esame Esami: u-VMA e/o u-Metanefrine (da effet-
urina con valutazione u-Glucosio e densità). tuarsi i giorni della crisi se l'andamento dell'i-
b) se glicosuria: diabete mellito pertensione è variabile).
p-Glucosio basale (cerca iperglicemia)
p-Potassio (cerca ipopotassiemia) 9)Protocollo diagnostico
s-Calcio (cerca ipercalcemia) per gozzo nodulare
p-Sodio , p-Cloruri (nodulo singolo o più noduli)
c) se assenza di malattie renali primitive, dia-
bete mellito, ipopotassiemia, ipercalcemia Sintomi guida: aumento di volume della tiroi-
inviare a centro specializzato. de circoscritto ad una o più zone della ghian-
dola.
6) Protocollo diagnostico Esami: s-TSH, s-fT4, s-fT3, TPOAb, TGAb,
per difetti staturali Scintigrafia tiroidea, Ecografia tiroidea.
- in caso di nodulo ipocaptante o non captan-
Sintomi guida: bambini con statura inferiore te lo iodio: Ago-aspirato, s-Calcitonina.
al 3° percentile; bassa statura senza correla-
zione con media genitoriale e velocità di 10) Protocollo diagnostico per
accrescimento inferiore al 10° percentile. “incidentaloma” surrenalico
Valutare parametri auxologici parentali del
soggetto Sintomi guida: massa surrenalica asintomati-
Esami: s-Emocromo, Sideremia, Transferrina, ca di reperto occasionale;
Colesterolo, Trigliceridi, s-Glucosio, s-Azoto, s- Esami: s-Potassio, s-Sodio, s-Cloruri,
Proteine totali e Protidogramma, s-Proteina s-Glucosio, s-Creatinina, s-VES, u-Cortisolo,
C, s-fT4, s-TSH, s-Calcio, s-Fosfati inorganici, s-DEA-S, s-Testosterone, u-17 Chetosteroidi,
s-Fosfatasi alcalina, s-Osteocalcitonina, Rx u-VMA, TAC o RMN surrenale.
Mano-Polso per età ossea.
11) Protocollo diagnostico
7) Protocollo diagnostico per sospetto insulinoma
per esoftalmo
Sintomi guida: sindrome ipoglicemica causa-
Sintomi guida: esoftalmo, diplopia, sensazio- ta da tumore delle insule pancreatiche (beni-
ne di “fastidio” oculare. gni multipli / maligno unico) o iperplasia
Esami: s-TSH, s-fT4, s-fT3, TPOAb, TGAb, delle insule; possibile associazione MEN 1;
TSHAB, Visita oculistica, Ecografia orbitaria. disturbi neuropsichici, obnubilamento visivo,
scotomi, diplopia, tremito, amnesie, perdite di

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

coscienza, vampate di calore, sudorazioni pro- (controllare: calcio ionizzato approssimativo =


fuse, crampi addominali, diarrea. Ca +[ 0,6 (4,5 - Albumina in gr)]
Esami: s-Glucosio, s-Insulina, s-Pe ptide C, Sintomi guida: parestesie, crisi tetaniche.
Visita Psichiatrica Esami: s-Calcio, s-Calcio Ionizzato, s-Fosfati
inorganici, s-Fosfatasi Alcalina, s-Sodio,
12) Protocollo diagnostico s-Potassio, s-Cloruri, s-Magnesio,
per iper GH: s-Proteine totali e Protidogramma,
acromegalia e gigantismo s-ALT, s-AST, s-Colesterolo, s-Trigliceridi, s-Ac.
Urico, s-Creatinina, s-Creatinina Clearance,
Sintomi guida: eccessivo accrescimento statu- Es.Urina (pH), u-Calcio, u-Fosforo, u-Ac. Urico
rale (prepuberi) e/o delle estremità e ossa cra- nelle 24h
niche (adulti), ispessimento della cute e del
sottocutaneo, macroglossia, diastasi dentaria, 15) Protocollo diagnostico
disturbi del campo visivo e segni a focolaio. per ipopituitarismo
Esami di I° livello: s-GH, u-GH, p-Glucosio, s-
Somatomedina C, s-PRL, Rx cranio-sella. Sintomi guida: arresto della crescita, ipogeni-
- se i dati sono fuori dai parametri inviare a talismo, imp otenza, irregolarità mestruali,
centro specializzato! astenia, torpore, cute pallida/giallognola, ipo-
trofia degli annessi cutanei, cefalea, ipotensio-
13) Protocollo diagnostico ne saltuaria, ipoglicemia saltuaria.
per ipercalcemia Esami di I° livello: s-Glucosio, s-Colesterolo, s-
Trigliceridi, S-emocromo, s-Potassio, s-Sodio,
(Calcemia > 11 mg/dl o 2,8 mM/L e/o calcio s-Cloruri. s-LH, s-FSH, s-ACTH, s-PRL (2
ione > 5,2 mg/dl) determinazioni a 20'), s-Testosterone (M),
Sintomi guida: spesso asintomatica, astenia, s-fT4, s-TSH, s-Cortisolo (ore 8 - 16), s-DEA-S,
disturbi psichici, dolori ossei, nausea, vomito, u-17 OH Corticosteroidi, u-17 Chetosteroidi,
dolori addominali, calcolosi renale, assunzio- Rx cranio-sella.
ne di Vit. D. - se i dati sono fuori dai parametri inviare a
Esami: s-Calcio, s-Calcio Ionizzato, s-Fosfati centro specializzato!
inorganici, s-Fosfatasi Alcalina, s-Sodio,
s-Potassio, s-Cloruri, s-Magnesio, s-Protei ne 16) Protocollo diagnostico
totali e Protidogramma, s-ALT, s-AST, per sospetto iposurrenalismo
s-Colesterolo, s-Trigliceridi, s-Ac. Urico, (insufficienza surrenalica)
s-Creatinina, s-Creatinina Clearance, s-PTH,
s-TSH, s-fT4, Es. Urina (pH), u-Calcio, Sintomi guida: ipotensione, astenia profonda,
u-Fosforo, u-Ac. Urico nelle 24h, Esame sedi- ta lvolta febbre elevata, iperpigmentazione,
mento dimagrimento, nausea, vomito, caduta dei
capelli e dei peli.
14) Protocollo diagnostico Esami: S-emocromo, s-Glucosio, s-Potassio,
per ipocalcemia s-Sodio, s-Cloruri, s-Calcio, s-Fosfati, s-Urea
s-ACTH (aumentato o normale), s-Cortisolo
(Calcemia < 8,5 mg/dl o 2,0 mM/L e/o calcio (ore 8 - 16) (ridotto), s-DEA-S (ridotto), Attività
ione < 4,3 mg/dl) Reninica Plasmatica (aumentata)

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

17) Protocollo diagnostico normale.


per ipotiroidismo PSEUDO: sviluppo dei soli caratteri sessuali
senza maturazione gonadica.
Sintomi guida: astenia, pallore, freddo, varia- Esami: s-fT4, s-TSH, s-DEA-S, s-Testosterone
zione del tono della voce, invecchiamento (M), s-17 beta estradiolo, s-17 OH progestero-
cutaneo, gozzo, ipostaturismo nei bambini. ne, s-beta HCG, u-Estrone-Glucuronide,
Esami di I livello: s-TSH, s-fT4 u-Pregnantriolo-Glucuronide, Rx Mano-Polso
Orientamento di base: per età ossea.
TSH > fT4 < f. primitiva
TSH < fT4 < f. secondaria
TSH > fT4 > resistenza periferica
Esami di II livello: TGAb, TPOAb, TSHAB
BIBLIOGRAFIA
18) Protocollo diagnostico
per irsutismo Binazzi M., Wierdis T.: “Studio delle alopecie
femminili disendocrine” G. It. Derm. 1980;
Sintomi guida: aumento della pelosità associa- 96: 244.
ta o meno a turbe mestruali.
Esami: s-LH, s-FSH, s-ACTH, s-PRL entro il 3° D'Ambrogio G., Golinelli S., Mantovani M.,
giorno del ciclo (2 determinazioni a 20'), Bertani L., Genazzani A.R.: “Approccio dia-
s-Testosterone, s-DEA-S, s-17 OH progestero- gnostico alla paziente irsuta” Chron. Derm.
ne, u-17 Chetosteroidi, RX cranio-sella, eco- 1984; 4: 537.
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strazione temperatura basale per almeno 3 Emperaire J.C.: “Manuale di endocrinologia
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ne e 9 anni nei maschi.
VERA: anticipo di maturazione con pubertà Jeanmougin M.: “Patologia dei capelli e del

14
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

cuoio capelluto” edizione italiana LA TERAPIA MEDICA IN TRICOLOGIA


CE.D.RI.M. s.r.l., Milano, 1991: 13 - 38. Trichiatria

Marliani A.: “La calvizie comune” SIMCRE, GENERALITÀ


Firenze, 1986: 63-67. a cura di Paolo Gigli

Maroulis G.B.: “Evaluation of hirsutism and Iniziamo ora la vera Trichiatria: un esame
hyperandrogenemia” Fertil. Steril. 1981; 36: delle possibilità terapeutiche attuali in
273. Tricologia.
È evidente che a calvizie instaurata, quando
Negri M., Drammis E.: “COMPENDIO DI sul cuoio capelluto rimane solo una coronci-
ENDOCRINOLOGIA e METABOLISMO” na di capelli, nessuna terapia medica potrà
Lombardo, Roma, 1981. dare risultati in qualche modo soddisfacenti.
È a tutt'oggi aleatorio pensare che una terapia
Parker F.: “Cute e ormoni” in; Williams R.H. medica possa restituire la chioma ad un calvo
(Eds) “Trattato di endocrinologia” III° edizio- o rinfoltire una testa gravemente diradata in
ne italiana Piccin, Padova, 1979: 1104-1122. modo esteticamente apprezzabile. La terapia
medica sarà essenzialmente “terapia del
Pazzagli M.: “I dosaggi ormonali” in; Giusti defluvio” e mirerà soprattutto a conservare la
G. e Serio M (Eds) “Endocrinologia” USES, quantità e la qualità dei capelli ancora pre-
Firenze, 1988: 183-225. senti sul cuoio capelluto, anche se un parzia-
le recupero è spesso, in qualche misura, pos-
Serio M.: “Manifestazioni ormonali da iperan- sibile in molti casi.
drogenismo nella donna” in; Giusti G. e Serio È opportuno che il paziente cominci a curare
M. (Eds) “Endocrinologia” USES, Firenze, i sui capelli precocemente, quando ancora
1988: 1283-1303. sono presenti ma si accorge di andare incon-
tro a calvizie.
Spada A.: “Recettori e patologia recettoriale La terapia sarà presumibilmente lunga, talvol-
in endocrinologia” Agg Med 1987; 4: 203. ta anche decenni, e sarà spesso seguita ed
indirizzata con esami tricologici e con una
Williams R.H. : “Trattato di Endocrinologia”. foto periodica.
III edizione italiana, Piccin, Padova, 1979. È anche opportuno non promettere mai al
paziente ciò che pensiamo di non poter man-
Zanussi C., Schlechter P., Cantalamessa L.: tenere.
“ENDOCRINOLOGIA” UTET, Torino, 1981. Comunque è nostra convinzione che la perdi-
ta dei capelli, di qualunque essa sia, possa
essere quasi sempre contrastata, spesso ferma-
ta e talvolta invertita, con terapia medica ade-
guata e instaurata tempestivamente.

Quando si decida di intraprendere una tera-


pia occorre ricordarsi, specie se il paziente è
di sesso femminile, che in caso di reale

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

aumento della steroidogenesi (dimostrabile impedisce una ulteriore penetrazione) e suc-


attraverso i dosaggi degli steroidi urinari ed cessivamente per diffusione attrave rso la
ematici) deve essere considerata la possibilità ghiandola sebacea; per via transcutanea, pas-
di una patologia legata alla presenza di un sando attraverso gli strati dell'epidermide e la
tumore ormonosecernente, di un difetto enzi- membrana basale fino al derma papillare e
matico surrenalico, di un ovaio policistico profondo.
ecc. L'anamnesi dovrà anche escludere cause Le preparazioni ad uso topico devono avere
iatrogene del defluvio come l'uso di preparati buona capacità di penet razione, che sarà
ormonali, anabolizzanti, antifecondativi, anti- tanto più spiccata quanto più bassa è la ten-
coagulanti, inibitori delle pro staglandine, sione superficiale del loro ve i c o l o .
anfetaminici, citostatici ecc. Dovrà inoltre Preparazioni oleose o acquose hanno pertan-
essere chiesto al paziente se è dimagrito (con to scarsa capacità di penetrazione, essendo
o senza diete dimagranti), se soffre di disturbi dotate di alta tensione superficiale. Il solvente
intestinali, se fa uso di lassativi che possano migliore per un farmaco topico ad uso tricolo-
condizionare uno stato cronico di malassorbi- gico è ancora oggi l'etanolo a 60 - 70° che
mento ecc. Saranno infine indagate quelle potrebbe essere addizionato con un tensioatti-
malattie che notoriamente possono provocare vo, come il Tween 80 o l'alchilamidobetaina, a
effluvio, come il diabete, le leucosi, la lue ecc. bassissima concentrazione (0,002%). L'acido
Lo screening di base sarà indirizzato dallo glicolico, noto alfa idrossiacido, diminuendo
stato clinico e potrà comprendere: emocromo, la coesione dei corneociti ed assottigliando lo
VES, sideremia, magnesiemia, zinchemia, Ra- strato corneo, alla concentrazione del 1 - 2% è
test, protidogramma, HBsAg, HCV, VDRL, ben tollerato e potrebbe anch'esso favorire la
LH, FSH, tiroxina, TSH, 17 OH progesterone, penetrazione di principi attivi sciolti nella
testosterone, DHEAS, prolattina, 17 ketoste- soluzione.
roidi urinari. Un farmaco topico ideale per terapia tricolo-
gica dovrebbe essere anche dotato di scarsa
La terapia potrà essere effettuata per via gene- possibilità di assorbimento, cioè avere poche
rale e locale. probabilità di entrare nella circolazione gene-
La terapia per via generale è spesso oggi pos- rale per non determinare effetti sistemici.
sibile ed efficace e dovrà mirare a correggere Esamineremo ora quelle che sono le possibili-
patologie dermatologiche e/o squilibri endo- tà terapeutiche attualmente a disposizione.
crino-metabolici che possano essere causa o
concausa di calvizie. La te rapia topica è
comunque ancora oggi un pilastro altrettanto
fondamentale su cui si basa la Tricologia.
I farmaci usati nella terapia topica hanno la
possibilità, se liposolubili, di penetrare fino
alla papilla e alla matrice del pelo in due
modi: per via tranfollicolare, seguendo inizial-
mente il follicolo pilifero fino all'infundibulo
per capillarità (a questo livello trovano la
guaina epiteliale interna corneificata e rigida
che, fusa con la guaina epiteliale esterna,

16
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

SOSTANZE NATURALI UTILI PER LA


BIBLIOGRAFIA SALUTE DEI CAPELLI
a cura di Fabrizio Fantini
Hammerstein J.: “Possibilities and limits of
endocrine tera py. Androgenization in L'assunzione equilibrata di nutrienti, vitami-
women” Excepta Medica 1980; pag 221. ne e oligoelementi è indispensabile per la
salute dei capelli. La calvizie comune ha, in
Muscardin L., Muscardin L.M.: “Il trattamen- genere, la particolarità di avere un decorso
to antiandrogeno: possibilità, limiti ed effetti lungo e graduale che può peggiorare a causa
secondari” Cron. Derm 1974; 6: 871. di infiammazioni, telogen effluvium e derma-
tite seborroica, oltre che per effetto di un'ali-
Sch a e fer H.: “La penet razione cutanea” mentazione e di uno stile di vita inadeguati
Cosm. Derm1985; 1: 59. (consigliamo di legge re: Fantini Fabrizio:
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Appl. Cosmet 1984; 2: 38. estratti di piante officinali sono in grado di
esercitare un'azione antinfiammatoria e anti-
Selleri R., Botrè C., Orzalesi G.: “Permeabilità microbica ed anche di contrastare la 5-alfa-
ed assorbimento cutaneo” in “Chimica e tec- reduttasi, enzima responsabile della conver-
nologia dei pro d otti cosmetici” Selleri e sione del testosterone in diidrotestosterone
Botrè, Firenze, 1977, 28-37. (DHT) e che, come ormai sappiamo, è il mag-
gior responsabile della calvizie comune e del
diradamento maschile dei capelli.
Nella storia della medicina, migliaia di farma-
ci sono stati sintetizzati a partire da sostanze
naturali ed ancora oggi numerosi ricercatori
si occupano di scandagliare impervie zone
tropicali per scoprire nuove specie vegetali
che possano fornire nuovi principi attivi da
isolare e riprodurre in laboratorio. Talvolta è
però impossibile sintetizzare chimicamente le
nuove molecole scoperte e, poiché non si può
brevettare una pianta o una sostanza natura-
le (che sono patrimonio di tutti), molte volte
manca l'interesse ad investire gli ingenti capi-
tali e le risorse che la ricerca richiede. Per
questo motivo raramente le piante officinali
possono vantare la stessa quantità di studi
controllati dei farmaci di sintesi. La sostanza
naturale, una volta stabilita la sua atossicità,
presenta però il vantaggio di avere nella sua
composizione un complesso di principi attivi

17
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

che possono agire in sinergia fra loro, deter- la salute dei capelli a condizione che il loro
minando un'azione antinfiammatoria, antimi- impiego avvenga con la supervisione di un
crobica e antiseborroica. Si spiega così come, bravo specialista e che si abbiano garanzie
il più delle volte, la pianta officinale eserciti sulle modalità di estrazione dei principi attivi.
un'attività meno mirata che coinvolge più dis- In questo paragrafo descriviamo una serie di
turbi e patologie all'apparenza non collegati. principi attivi di origine vegetale potenzial-
La sua azione specifica è quindi sovente meno mente utili in Tricologia. Il loro utilizzo non
efficace e potente rispetto a quella di un far- deve sostituire la terapia medica, ma può
maco che è stato creato per garantire la mas- costituire una valida e benefica integrazione
sima efficacia ma può ugualmente rappresen- per la salute dei capelli.
tare un valido supporto, soprattutto a livello Anche le sostanze di origine naturale possono
preventivo e magari in sinergia con altri trat- avere, pur se meno frequentemente, effetti
tamenti. collaterali e interazioni con i farmaci di sinte-
Esistono sostanze naturali e principi alimen- si; proprio per tale ragione è importante sem-
tari che possono contribuire a mantenere sani pre affidarsi ad un bravo medico.
i capelli. Il tè verde, i fitosteroli derivati da
piante quali Serenoa repens (palma nana
seghettata), pygeum africanum (prugno afri- Serenoa repens
cano), l'ortica e la soia contrastano l'azione
del DHT. Altre sostanze, per esempio la vita- La serenoa repens è una delle piante officina-
mina B6, lo zinco e l'acido azelaico, bloccano li più usate per alleviare i sintomi dell'ipertro-
la 5-alfa-reduttasi a livello topico. Gli estratti fia prostatica benigna. Si tratta di una palma
del seme d'uva e dell'orzo possiedono la pro- nana che forma densi agglomerati nei terreni
prietà di agire sulla riepitelizzazione e sull'in- sabbiosi e aridi delle zone subtropicali e meri-
duzione della fase di crescita del capello. Il dionali degli Stati Uniti. Le popolazioni indi-
germe di grano e il lievito di birra possono gene americane ne utilizzavano le bacche
costituire una valida integrazione di aminoa- come tonico, per regolare la minzione e con-
cidi, vitamine, oligoelementi e antiossidanti. trastare alcuni disturbi della sfera sessuale. È
Il Ginseng, invece, può aiutare nei momenti stato dimostrato che i suoi componenti princi-
di intenso stress fisico e mentale. pali, fitosteroli ed acidi grassi, sono efficaci
Alcuni auto ri ipotizzano che i fitoste ro l i nella cura dell'ipertrofia prostatica benigna.
estratti da alcuni vegetali, di cui è stata dimo- Come si è già detto, l'ipertrofia prostatica e l'a-
strata l'efficacia nel trattamento dell'ipertro- lopecia androgenetica sono patologie affini,
fia prostatica, potrebbero essere utili anche in quanto entrambe correlate all'azione del
per la calvizie comune ed auspicano che ven- diidrotestosterone (DHT) sulla ghiandola pro-
gano effettuati studi clinici controllati statica e sul follicolo pilifero. La serenoa
(Prager, 2002). Il preparato topico di betasito- repens ha dimostrato un'attività inibente sulla
sterina, estratto dalla serenoa repens, potreb- 5-alfa-reduttasi, enzima che catalizza la pro-
be essere promettente, in quanto capace con- duzione di DHT. La sua azione è per molti
temporaneamente di inibire la 5-alfa-redutta- versi simile a quella della finasteride, farmaco
si e di occupare i recettori cellulari del diidro- usato per curare sia l'iperplasia prostatica che
testosterone e degli estrogeni. l'alopecia androgenetica. La sua efficacia è
Le sostanze naturali possono essere utili per dovuta ad un'azione antiandrogena selettiva a

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

livello dei recettori periferici, senza interfe- La betasitosterina, dopo l'inattivazione parzia-
renza con le ghiandole endocrine. le della 5-alfa-reduttasi, si aromatizza, com-
I numerosi studi sull'efficacia di serenoa portandosi come un estrogeno debole. La
repens nell'ipertrofia prostatica benigna per- blanda stimolazione estrogenica può, per atti-
mettono di monitorare gli eventuali effetti col- vazione dell'adenilciclasi di membrana, stimo-
laterali dei suoi principi attivi, che in ogni lare le mitosi della matrice, contribuire al
caso sono assai rari. Non si sono riscontrati mantenimento dell'anagen ed all'ottimizzazio-
cali della libido o problemi della sfera sessua- ne della fase catagen.
le. Ta lvolta possono manife sta rsi disturbi La serenoa repens, a differenza della finaste-
gastrointestinali se non assunta a stomaco ride, non modifica i valori dell'antigene pro-
pieno. statico specifico (PSA). Sembra inoltre che
I risultati clinici confermano l'efficacia della non alteri il quadro ormonale sistemico, né
serenoa repens nell'alleviare i sintomi dell'i- provochi disfunzione erettile.
pertrofia prostatica, con un miglioramento Per quanto riguarda l'azione topica, varie
della qualità di vita e un riequilibrio del flus- lozioni tricocosmetiche l'annoverano tra i loro
so urinario. È importante che le capsule componenti.
abbiano una concentrazione titolata di acidi
grassi e fitosteroli superiore all'85%. Conclusioni
Serenoa repens è un fitocomplesso presente
Meccanismi d'azione della serenoa repens in commercio sia come specialità medicinale
- Contrasta la produzione del diidrotestostero- sia come preparato erboristico, con differenze
ne. nella percentuale dei principi attivi.
La serenoa repens inibisce entrambi i coenzi- Gli studi clinici sull'ipertrofia prostatica che
mi della 5-alfa-reduttasi (tipo 1 e 2), sia nelle ne confermano la buona tollerabilità sono
cellule epiteliali prostatiche sia nelle cellule stati effettuati con dosaggi compresi tra 160 e
follicolari umane, riducendo di fatto la produ- 320 mg/die (estratto secco titolato con acidi
zione di DHT a partire da testosterone. grassi e fito ste roli superiori all'85%). Ha
- Impedisce al DHT di legarsi ai recettori delle dimostrato di inibire la 5-alfa-reduttasi di tipo
cellule del follicolo pilosebaceo. 1 e 2, pertanto può essere utile per contrasta-
Il DHT, una volta prodotto a partire dal testo- re la calvizie comune. Sotto forma di capsule
sterone, si lega a un recettore delle cellule dei la serenoa repens va utilizzata a dosaggi che
follicoli piliferi. Alcuni fitosteroli, come la variano tra 90 e 320 mg/die.
betasitosterina, presenti nell'estratto di sere-
noa repens, entrano in competizione con il
DHT per legarsi a tali recettori e inattivare in Pygeum africanum
parte l'azione di questo ormone.
- Svolge un'azione antinfiammatoria. Pygeum africanum, il prugno africano, è un
Alcuni componenti della pianta inibiscono la albero sempreverde le cui proprietà benefiche
ciclossigenasi, enzima fondamentale per la sul tratto urinario erano già note alle popola-
produzione di pro staglandine, perta n to la zioni indigene africane. I principi attivi che si
serenoa repens esercita anche un'azione estraggono dalla corteccia sono acidi grassi,
antinfiammatoria. steroli come la betasitosterina, triterpeni e
- Ha una blanda azione estrogenosimile. due alcoli, il tetracosanolo e il dodecosanolo.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

L'American Journal of Medicine ha di recen- calda questa viene bloccata mediante torrefa-
te pubblicato una raccolta di tutti i risultati zione. Si conserva, così, una maggior quanti-
disponibili riguardanti 18 trial sull'efficacia tà di sostanze e vitamine antiossidanti. I prin-
di pygeum africanum: i dati hanno conferma- cipali antiossidanti sono i flavonoidi, numero-
to che l'estratto determina un riequilibrio del se vitamine, i microelementi quali lo zinco e
flusso urinario e della sintomatologia irritati- il ferro e soprattutto le catechine, polifenoli
va nel paziente con ipertrofia prostatica. caratterizzati da una potente azione antiossi-
L'azione antiandrogena periferica è simile a dante.
quella della serenoa repens, in quanto tra i Gli studi di labora to rio svolti dal dot to r
suoi componenti figura la beta s i to sterina, Hirota Fujiuki, dell'Istituto Saitama di
molecola che inibisce la 5-alfa-reduttasi. I tri- Ricerca sul Cancro a Komuro (Giappone),
terpeni pentaciclici, agendo sull'enzima 5- hanno dimostrato che il tè verde è un forte
alfa-lipossigenasi, sono probabilmente respon- antiossidante e inibitore della crescita delle
sabili di una riduzione nella produzione di cellule tumorali. La bassa percentuale di casi
leucotrieni, mediatori dell'infiammazione di tumore della prostata nella popolazione
nella dermatite atopica e nella psoriasi. cinese, correlata all'assunzione di tè verde,
sembra confermare le proprietà benefiche di
Meccanismi d'azione del pygeum africanum questa pianta medicinale. Uno studio condot-
- Inibizione della 5-alfa-reduttasi. to presso il Medical College di Calcutta ha evi-
- Azione antagonista recettoriale a livello peri- denziato che il tè verde è in grado di ridurre
ferico. il colesterolo e di contrastare l'infarto cardia-
- Azione antileucotrienica. co.
- Debole azione similestrogenica. I principi attivi del tè verde hanno proprietà
antinfiammatorie e antimicrobiche: secondo
Conclusioni uno studio dell'Università di Tokyo, contrasta-
Pygeum africanum è stato spesso studiato in no l'insorgenza della carie dentale tramite
associazione con l'ortica: l'utilizzo combinato un'attività battericida sullo St re ptococcus
dei due fitocomplessi risulta più efficace. Il mutans. Il tè verde, inoltre, contiene epigallo-
p re p a rato dov rebbe essere somministrato catechina-3-gallato ed epicatechina-3-gallato:
come estratto liofilizzato con il 30% di compo- queste due sostanze sono tannini che hanno
nenti lipidici e con una titolazione di n-dode- un'azione di tipo non steroideo e bloccano,
cosanolo allo 0,4%. con un meccanismo non competitivo, le attivi-
Sono disponibili in commercio compresse o tà della 5-alfa-reduttasi di tipo 1. Il tè verde ha
capsule i cui dosaggi variano da 60 a 200 mg quindi una potenziale attività antiandrogena
al giorno. soprattutto a livello della ghiandola sebacea.
Quest'azione sulla ghiandola sebacea permet-
te di ipotizzare un effetto di modulazione e
riequilibrio della produzione di sebo, anche
Tè verde (Camellia sinensis) se ciò non è dimostrato a livello topico, come
del resto attualmente succede per quasi tutte
Nella produzione del tè verde, al contrario del le sostanze antiandrogene non ormonali uti-
tè normale, le foglie non subiscono fermenta- lizzate comunemente nei trattamenti cosmeti-
zione, perché dopo l'essiccazione con aria ci.

20
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

Meccanismi d'azione del tè verde È una bevanda ricca di sostanze e vitamine


- Inibisce la 5-alfa-reduttasi di tipo 1 antiossidanti che dovrebbe essere sempre pre-
L'inibizione è più evidente a livello della sente in una dieta ideale, anche per il suo
ghiandola sebacea. Contra sta l'azione del minor contenuto di caffeina rispetto sia al tè
DHT che, prodotto in eccesso, provoca un normale sia al caffè.
aumento della secrezione di sebo e soprattut- Studi di laboratorio hanno dimostrato che il
to uno squilibrio nei suoi componenti. tè verde è un inibitore della crescita delle cel-
- Svolge una potente azione antiossidante. lule tumorali. Altri studi consentono di ipotiz-
L'epigallocatechina-3-gallato (EGCG), lo stesso zare un'azione antinfiammatoria, antimicro-
polifenolo in grado di contrastare l'azione bica, di riduzione del colesterolo e degli even-
della 5-alfa - reduttasi, è probabilmente la ti cardiovascolari.
sostanza capace di una forte azione antiossi-
dante, sia in vitro sia in alcuni studi in vivo. Il
tè verde è in grado di inattivare alcuni agenti Acidi grassi polinsaturi omega 3
cancerogeni, come le nitrosammine e certi
idrocarburi aromatici. I benefici effetti biologici degli omega 3 sono
- Stimola l'irrorazione sanguigna e la rigenera- stati scoperti studiando il rischio cardiovasco-
zione della pelle. lare di popolazioni eschimesi che consumava-
- Esercita un'azione antinfiammatoria e anti- no notevoli quantità di pesce azzurro, salmo-
microbica. ne e merluzzo. Le stesse popolazioni emigrate
- Svolge una moderata attività di riduzione del in Paesi industrializzati, che avevano abban-
tasso di colesterolo nel sangue. donato le abitudini alimentari tradizionali,
- È un utile integratore di vitamina C, ferro, presentavano un maggior rischio cardiovasco-
zinco, fluoro e altri importanti oligoelementi. lare e un'incidenza più elevata di dermatite
atopica e psoriasi, malattie cutanee rare negli
Il tè verde non ha effetti collaterali. Il conte- eschimesi.
nuto di caffeina è nettamente inferiore rispet-
to sia ad altre varietà di tè sia al caffè. È molto Gli acidi grassi omega 3 sono fondamentali
importante che sia bevuto tiepido, in quanto, per ot t i m i z z a re i messaggi ormonali del
in generale, il calore eccessivo disattiva la vita- corpo, in quanto precursori degli eicosanoidi
mina C e l'assunzione di bevande troppo calde “buoni”, meno infiammatori e maggiormente
(a temperature che variano dai 55 ai 70 °C) vasodilata to ri. Gli acidi grassi polinsaturi
potrebbe essere dannosa per la mucosa esofa- sono sostanze cosiddette “essenziali” perché
gea. l'organismo non è in grado di produrle e deve
Il tè verde è disponibile anche in forma di introdurle mediante l'alimentazione.
capsule e compresse.
Meccanismi d'azione degli omega 3
Conclusioni - Inibiscono la 5-alfa-reduttasi di tipo 1 e 2
Il tè verde inibisce selettivamente l'isoenzima grazie all'acido linolenico.
di tipo 1 della 5-alfa-reduttasi con un mecca- - Sono componenti fondamentali delle mem-
nismo di tipo non steroideo, quindi contrasta brane biologiche e del tessuto epiteliale.
l'azione del DHT a livello della ghiandola - Sono costituenti del film idrolipidico, fonda-
sebacea. mentale per l'integrità della pelle e del cuoio

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

capelluto. omega 3, con differenti concentrazioni di


- Esercitano un'azione antinfiammatoria. acidi grassi. Nei casi di elevati tassi di triglice-
- Inducono una riduzione del tasso dei trigli- ridi nel post infarto si possono utilizzare le
ceridi nel sangue. capsule da 1 g, che devono contenere acidi
- Svolgono un'azione vasodilatatoria e antiarit- grassi polinsaturi con una percentuale di
mogena. acido linolenico e docosaenoico non inferiore
all'85%; la loro assunzione deve comunque
Gli acidi grassi polinsaturi, grazie a un mecca- avvenire sotto controllo medico.
nismo di inibizione dell'attività della 5-alfa-
reduttasi, esplicano anch'essi una parziale
azione antiandrogena e contribuiscono alla Soia
formazione del film idrolipidico da parte
delle ghiandole sebacee e sudoripare sia sulla La soia è un legume conosciuto da millenni e
cute sia sul cuoio capelluto. sono ormai noti i suoi effetti benefici sulla
salute in generale e sui capelli. I suoi semi,
Conclusioni che rientrano nell'alimentazione di base delle
L'acido linolenico (ALA) è un inibitore della popolazioni orientali, contengono una mag-
5-alfa-reduttasi di tipo1 e 2 ed ha dimostrato, giore percentuale di proteine (40%) con
in vitro, di ridurre la produzione di diidrote- buone quantità di aminoacidi essenziali
stosterone. È utilizzato come ingrediente di rispetto agli altri legumi. La soia apporta
alcune lozioni cosmetiche, proprio in virtù di anche quantità apprezzabili di vitamine, glu-
tale azione antiandrogena, sebbene per il cidi, lipidi e sali minerali.
momento non vi siano studi attendibili sull'ef- Altri suoi componenti sono gli isoflavoni, che
ficacia del preparato topico. si comportano come fitoestrogeni: genisteina,
La nostra dieta è spesso povera di queste daidzeina, glyciteina, biocanina e formonone-
sostanze, che svolgono numerose attività tina. Ben il 90% dei sui grassi è rappresenta-
benefiche riducendo sia i trigliceridi sia il to da acidi grassi insaturi, altra caratteristica
ri s chio cardiovascolare, perciò, a maggior che rende la soia un alimento prezioso.
ragione, dovremmo assumerle in adeguata La soia esercita un'azione antiossidante e
quantità. L'American Heart Association ha riduce il colesterolo. Nelle popolazioni che si
divulgato linee guida alimentari per prevenire nutrono abitualmente di soia si è osservata
la mortalità cardiovascolare, consigliando di una minor incidenza di disturbi della meno-
consumare almeno due porzioni di pesce pausa, di cancro della mammella, del colon e
grasso alla settimana, frutta secca (per esem- di patologie cardiovascolari. Le donne asiati-
pio, noci) e oli vegetali ricchi di acido linole- che che si sono trasferite negli Stati Uniti e
nico. È risaputo inoltre che in molte affezioni hanno abbandonato l'alimentazione tradizio-
cutanee, quali la dermatite e la psoriasi, la nale hanno acquisito la stessa percentuale di
composizione del sebo cutaneo subisce uno rischio per queste malattie delle coetanee
squilibrio nei suoi componenti e in tal caso occidentali. Lo stesso “Progetto Diana”, effet-
gli omega 3 possono ristabilire le percentuali tuato dall'Istituto Nazionale per lo Studio e la
di acidi grassi ideali per l'integrità della fun- Cura dei Tumori di Milano, ha evidenziato
zionalità epiteliale. che una dieta ricca di soia ed omega 3 e pove-
Sono disponibili numerosi preparati a base di ra di grassi saturi e glucidi con alto indice gli-

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

cemico, è in grado di ridurre alcuni dei prin- del testosterone in DHT a livello del follicolo
cipali fattori di rischio per il cancro della pilifero. La vitamina B6 è altresì coinvolta nel
mammella. metabolismo degli acidi grassi e modula in
La genisteina ha dimostrato di contrastare la parte la secrezione del sebo; potenzia l'effetto
proliferazione delle cellule tumorali prostati- antiandrogeno dello zinco e insieme diminui-
che in coltura. Gli isoflavoni agiscono come scono la concentrazione di DHT in circolo.
deboli estrogeni aumentando la quantità di Studi scientifici hanno dimost ra to come
SHBG circolante. La daidzeina, altro fitoe- anche lo zinco eserciti un'azione inibitrice
strogeno della soia, è convertito dalla flora della 5-alfa-reduttasi, proteggendo il follicolo
intestinale nel suo metabolita più importante, e la prostata dagli effetti del diidrotestostero-
l'equol; studi svolti dal Dipartimento delle ne. La sua quantità negli alimenti è minima e
Ricerche Biomediche dell'Un i ve rsità del ciò giustifica una sua supplementazione. Il
Colorado (Stati Uniti) hanno comprovato che fabbisogno giornaliero è di 15 mg; per ottene-
l'equol riesce a bloccare l'attività del DHT re un'azione inibente la 5-alfa-reduttasi, lo
occupandone il recettore. Senza dubbio la zinco può essere assunto per sei mesi a dosag-
soia può considerarsi potenzialmente utile gi maggiori, sempre sotto controllo medico. In
per combattere gli effetti negativi del DHT sul questi casi occorre controllare l'assorbimento
ciclo del capello e sull'ipertrofia della prosta- intestinale di rame, che potrebbe essere ridot-
ta. to da un eccesso di zinco.
In fitoterapia si utilizzano integratori con Anche l'acido azelaico ha dimostrato di inibi-
dosaggi di isoflavoni variabili tra 60 e 100 mg, re localmente la conversione del testosterone
che nel nostro caso vanno assunti solo dopo in diidrotestosterone. Esercita inoltre un'azio-
aver consultato uno specialista, perché gli ne antimicrobica, antinfiammatoria e inter-
estratti della soia possono interferire con la viene nei processi di cheratinizzazione. Fonti
fisiologia del ciclo mestruale e con alcuni far- naturali di acido azelaico sono il germe di
maci come il tamoxifene oltre ad alterare lo grano e la segale.
sviluppo delle ghiandole endocrine del feto.
Nell'alimentazione si impiegano i semi, che Uno studio conferma un'ulteriore efficacia
vanno prima messi a bagno in abbondante sull'inibizione della 5-alfa-reduttasi a livello
acqua per varie ore. Dopo aver scolato l'acqua della pelle umana (fino al 90%) da parte dello
d'ammollo, si fanno cuocere a fuoco lento e a zinco, della vitamina B6 e dell'acido azelaico
tegame coperto. in associazione.

Zinco, Acido Azelaico, Vitamina B6 Vite ed estratto del seme d'uva

Lo zinco, l'acido azelaico e la vitamina B6 L'uva è uno degli alimenti con maggior valore
hanno dimostrato di inibire l'azione della 5- nutritivo. È infatti ricca di vitamine B1, B2, A
alfa-reduttasi nella pelle umana, quindi si pos- e C e di sali minerali quali il magnesio, il
sono considera re pote n z i a l m e n te utili per fosforo, il calcio, il potassio, il fluoro. Il chic-
ridurre gli effetti negativi del DHT. co d'uva ha tra i suoi costituenti anche gli
Il piridossale, una delle tre forme della vitami- acidi grassi polinsaturi, i flavonoidi, gli anto-
na B6, ha la capacità di inibire la conversione ciani, i tannini e il resveratrolo, una sostanza

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

antiossidante, antimutagena e con attività di Conclusioni sulle procianidine B2 e B3


fitoestrogeno. Gli studi su queste sostanze naturali sono
I proantociani sono sostanze idrosolubili pre- ancora all'inizio.
senti nel seme d'uva e conferiscono il colore Le procianidine B2 e B3 sono sostanze poten-
scuro a vari tipi di frutta. Contribuiscono a zialmente utili perché sembrano in grado sia
mantenere l'integrità dell'endotelio, aumenta- di promuovere la fase anagen del capello sia
no il colesterolo “buono” (HDL), giovano al di protrarne la durata; favoriscono, quindi,
microcircolo sanguigno e sono potenzialmen- un ciclo di crescita normale. I loro estratti
te utili per contrastare l'insufficienza venosa e figurano tra gli ingredienti di varie lozioni e
l'azione dannosa dei radicali liberi. shampoo.
In virtù delle caratteristiche dei suoi costi-
tuenti, oltre che per la vinificazione e per le
qualità di frutto gustoso e salutare, l'uva è uti- Ginseng (Panax Ginseng)
lizzata anche dalla fitoterapia moderna.
In fitoterapia va usato l'estratto secco standar- Il panax ginseng è una delle piante asiatiche
dizzato del seme e del frutto con titolazione più apprezzate per le sue qualità. La sua radi-
delle proantocianidine al 95 - 98% e del resve- ce presenta una singolare conformazione che
ratrolo allo 0,1%, con dosaggi che variano da ricorda la figura umana e per tale motivo la
200 a 400 mg. L'estratto secco ha dimostrato pianta viene anche chiamata “radice d'uo-
di promuovere, in vitro, la proliferazione mo”.
delle cellule epiteliali del ratto e, in vivo, di Il ginseng è considerato un “adattogeno” per
attivare lo sviluppo del follicolo del ratto. eccellenza, in quanto esercita un'attività
Sono inoltre disponibili studi sulla buona tol- armonizzante sui sistemi nervoso ed endocri-
lerabilità del preparato topico. no. Numerosi studi di ricercatori russi e tede-
schi hanno dimostrato che è in grado di
Orzo e procianidine B2 e B3 aumentare le difese dell'organismo, miglio-
rando la risposta allo stress fisico e mentale.
L'orzo è una delle piante più antiche coltivate I suoi costituenti principali sono saponine (i
dall'uomo e i suoi semi sono racchiusi in spi- ginsenoidi) che hanno una struttura ormono-
ghe tipiche delle Graminacee, ricco di fosforo simile. Alcuni di essi (Rg1) agiscono sull'asse
e amido ha proprietà antinfiammatorie ed ipotalamo-ipofisi-surreni modulando il siste-
emollienti. ma che regola lo stress. In questo modo gli
L'orzo può costituire una valida alternativa al ormoni dello stress vengono stimolati con l'in-
caffè in quanto ha buone qualità nutritive e tensità giusta e al momento opportuno e in
non stimola in modo eccessivo il sistema ner- seguito riequilibrati nelle loro concentrazioni
voso. Nell'orzo sono presenti anche i proanto- ematiche.
ciani, sostanze che sembra possano promuo- Il ginseng è anche un efficace antiastenico
vere la crescita delle cellule epiteliali in vitro fisico e psichico, riduce i tassi ematici di cole-
e indurre l'anagen in vivo. sterolo e trigliceridi, potenzia le difese immu-
La procianidina B3 isolata nell'orzo sembra nitarie. È stata riscontrata anche un'azione
essere un agente stimolante la crescita dei rivitalizzante sull'epidermide, con migliora-
capelli. mento del microcircolo cutaneo. Alcuni fito-
steroli del ginseng gli conferiscono anche

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

un'attività estrogeno-simile. minerali quali lo zinco, il ferro e il selenio. Il


Il ginseng può essere assunto come antistress lievito di birra è una fonte naturale e prezio-
occasionale, per qualche giorno, oppure per sa di tali sostanze, importanti anche per i
un periodo di un mese. Occorre utilizzare l'e- nostri capelli.
stratto secco standardizzato in ginsenoidi al Il germe di grano può costituire un'ulteriore
10 - 15%, a dosaggi che variano tra i 160 e i integrazione di sostanze preziose per l'organi-
240 mg al giorno. smo e i capelli. Tra i suoi componenti annove-
Il ginseng è annoverato dalla FDA americana ra sali minerali, aminoacidi e numerose vita-
tra le piante medicinali considerate sicure. La mine del gruppo B, tra cui l'acido folico.
sua assunzione è controindicata nei soggetti
nervosi, iperattivi e ipertesi, nei bambini di
età inferiore a 12 anni e in gravidanza. Se ne Ortica (Urtica Dioica)
sconsiglia la somministrazione anche in corso
di terapia con anticoagulanti (warfarin) e anti- L'ortica è un antico rimedio per la cura dei
depressivi. capelli. Conosciuta da sempre per le sue pro-
È importante contrastare lo stress per evitare pri età depura t i ve e antinfiammatorie, ha
l'insorgenza di molti disturbi e patologie. Il dimostrato di contenere principi tricologici
ginseng non agisce direttamente su una deter- attivi. La pianta è alta circa un metro ed è
minata malattia, ma ha la capacità di esercita- caratterizzata dalla disposizione opposta delle
re un'azione aspecifica sulle risposte di difesa foglie dotate di peli urticanti nella parte infe-
dell'organismo, stimolando il sistema immu- riore. Vive ai margini di sentieri e pietraie ed
nitario e modulando la produzione degli è presente in tutta la macchia mediterranea.
ormoni dello stress. Le parti utilizzate sono le radici e le foglie. Le
Lo stress può causare la perdita dei capelli, radici contengono fitosteroli quali la betasito-
perciò l'utilizzo appropriato del ginseng per sterina, in grado di inibire la formazione di
brevi periodi può contri b u i re a supera re d i i d rote sto ste rone. Studi scientifici hanno
momenti di difficoltà fisica o psichica e costi- confermato l'efficacia dell'ortica nell'ipertro-
tuire un valido supporto alle strategie di tera- fia prostatica in associazione con pygeum afri-
pia tricologica. canum e serenoa repens.
La pianta è ricca di clorofilla, acido gallico,
istamina, acetilcolina, carotene, vitamina C
Lievito di birra e germe di grano ed oligoelementi (silicio, ferro, potassio, cal-
cio, manganese ecc.). L'istamina è probabil-
Il lievito di birra è indubbiamente utile per la mente in grado di attivare l'adenilciclasi di
salute della pelle e dei capelli, in quanto costi- membrana e quindi l'AMP ciclico, promuo-
tuisce una buona fonte di vitamine del grup- vendo la sintesi di energia.
po B e di importanti sali minerali, come il Le radici contengono anche polifenoli, ligna-
ferro e il magnesio. Grazie a queste caratteri- ni e lectani, sostanze ad azione antiossidante.
stiche svolge anche un'azione ricostituente,
disinto s s i c a n te e antianemica. Ricord i a m o Meccanismi d'azione dell'ortica
che uno stile di vita stressante e un'alimenta- - Inibizione della 5-alfa-reduttasi.
zione scorretta possono spesso causare parzia- - Azione antinfiammatoria e rimineralizzante.
li carenze vitaminiche e soprattutto di sali - Azione antiossidante.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Conclusioni meria esitono la b. cylindrica, b. japonica, b.


macrophylla, b. malabaric, b. platyphylla, b.
L'ortica svolge un'azione rivita l i z z a n te sul spicata, b. tricuspiss, b. Boehemeria e la b.
cuoio capelluto ed è impiegata spesso negli nivea che è conosciuta come ramie o ramia ed
shampoo e nelle lozioni tonificanti per capel- è utilizzata per la produzione di fibre tessili.
li. Le radici hanno proprietà antiforfora e
antiseborrea. Si utilizza anche in capsule o Nello studio effettuato sulla boehmeria nipo-
compresse con dosaggi da 50 a 100 mg, di soli- nonivea per stabilire le capacità sulla ricresci-
to in associazione con pygeum africanum. ta del pelo dei topi sono stati identificati e
Non esistono studi specifici sull'efficacia del- quantificati, nell'est ra t to in acetone della
l'ortica nelle patologie del capello, tuttavia la pianta, degli acidi grassi polinsaturi quali l'al-
betasitosterina ha dimostrato di ridurre la for- fa-linolenico, linoleico, palmitico, elaidico,
mazione di DHT. oleico e stearico che hanno azione inibitoria
L'ortica, fin dai tempi antichi, è stata la pian- nei confronti dell'enzima 5-alfa-reduttasi. Il
ta più usata per preparare decotti, infusi e contenuto di questi acidi grassi nella boehme-
impacchi per la cura dei capelli. ria nipononivea è stato confrontato con altre
La Urtica Dioica si trova facilmente in erbori- specie di piante, ed appare essere uno dei più
steria. Sono disponibili in commercio anche elevati con un valore attorno al 15% in peso
lozioni pronte per l'uso e la tintura madre per nell'estratto in acetone.
eseguire frizioni anticaduta.
Studi di competizione enzimatica in vitro
sulla 5-alfa-reduttasi confermano come certi
Boehmeria Nipononivea acidi polinsaturi (alfa, gamma-linolenico)
a cura di Daniele Campo siano in grado di inibire l'attività dell'enzima.
L'estratto di boehmeria nipononivea ha una
La boehmeria nipononivea o niponivea koidz potente attività inibitoria sulla 5-alfa-redutta-
è denominata anche kara-musi, karamushi o si e promuove la ricrescita del pelo nei topi. Il
kogane kushi ed appartiene alla famiglia delle blocco sull'enzima avviene per via non ormo-
Urticaceae. È una pianta perenne originaria nale (come quello della finasteride), ma
del Giappone che cresce sui suoli boscosi fino mediante la modificazione della matrice lipi-
ad un'altezza di 1,5 m le cui foglie sono simi- dica della membrana cellulare; in tal modo
li a quelle dell'ortica, da qui il nome inglese di l'azione di inibizione dell'enzima non coinvol-
“false nettle” cioè falsa ortica, ma non possie- ge un meccanismo competitivo verso il testo-
dono peli urticanti. Le foglie sono verdi nella sterone e si annulla il rischio di effetti collate-
parte superiore e bianche nella parte inferio- rali.
re. I fusti fibrosi sono usati per produrre L'attività sulla 5-alfa-reduttasi è da imputarsi
carta o abiti. I fiori sono dioici. alla presenza di 6 acidi grassi (alfa-linolenico,
Non sono noti usi particolari per questa pian- linoleico, palmitico e in minor quantità elai-
ta e nella medicina popolare viene considera- dico, oleico e stearico) mentre l'attività dell'e-
ta diuretica ed emmenagoga. Le foglie e le stratto di boehmeria nipononivea sulla ricre-
radici sono considerate edibili se cotte. scita del pelo è stata attribuita anche alla pre-
La boehmeria nipononivea è una sottospecie senza di altri fitocostituenti non identificati.
della boehmeria nivea. Tra le specie di boeh- Confermando studi precedenti, è stato verifi-

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

cato che nelle frazioni di estratto di boehme- SOSTANZE TERAPEUTICHE ATTUALI


ria nipononivea l'acido alfa-linolenico, linolei- IN TRICOLOGIA
co e oleico sono tra i più attivi nell'inibire la
5-alfa-reduttasi. Importante è notare che il Estrogeni
modello animale usato per l'esperimento non
ha una calvizie androgeno-dipendente ed è Gli effetti degli estrogeni sui capelli sono ben
stata solo misurata la facilitazione alla ricre- conosciuti e dimostrati anche clinicamente da
scita di pelo pred e ce ntemente ra s a to. La quello che avviene in gravidanza, quando i
ragione dell'induzione della crescita del pelo follicoli prolungano l'anagen ed il numero dei
nei topi non è del tutto chiara ma è stata attri- telogen si riduce notevolmente. La proprietà
buita in particolar modo all'acido alfa-linole- degli estrogeni di prolungare l'anagen spiega
nico, elaidico e stearico, e certamente l'alto anche la caduta dei capelli che si osserva
contenuto in acidi grassi inibitori della 5-alfa- dopo il parto, quando i follicoli che non erano
reduttasi nella boehmeria nipononivea, ren- andati in telogen durante la gravidanza lo
dono questa pianta il candidato ideale per fanno tutti contemporaneamente con un tipi-
preparazioni stimolanti la crescita del capello. co effluvio. In menopausa, quando crollano i
livelli di estrogeni, si osserva spesso perdita e
La boehmeria nipononivea si utilizza in cap- diradamento dei capelli con comparsa di alo-
sule per uso orale da 200 - 250 mg. pecia carenziale.
Benché siano stati identificati nelle urine di
donne gravide oltre 30 steroidi ad attività
estrogenica, ed almeno 10 siano presenti nelle
urine di donne in età fertile al di fuori della
BIBLIOGRAFIA gravidanza, nella pratica clinica hanno impor-
tanza solo tre classici estrogeni: estrone (E1),
Fantini F.: “Prevenire e contrastare la caduta estradiolo (E2), estriolo (E3).
dei capelli” Tecniche Nuove, 2005, Milano. L'estradiolo si trova in equilibrio nel plasma
con l'estrone e i due steroidi sono tra loro
Price V.H. “Androgenetic alopecia in adole- interconvertibili; l'estrone può convertirsi in
scents”. Cutis 2003; 71(2) :115 - 21. estradiolo irreversibilmente. Nella donna in
età fertile oltre il 90% degli estrogeni ovarici
Rinaldi F., Sorbellini E.: “The Effect Of sono secreti come estradiolo che è anche lo
Herbal Extract On Hair Growth” In “Female steroide di gran lunga più potente del gruppo.
Androgenic Alopecia” 63rd Annual Meeting Per spiegare gli effetti degli estrogeni sui
February 18 - 22, 2005 New Orleans. capelli si è pensanto alla loro capacità di dimi-
nuire la quota libera e attiva di testosterone
Shimizu K., Kondo R., Sakai K., Shoyama Y., nel plasma, favorendo la produzione epatica
Sato H., Ueno T.: “Steroid 5alpha-reductase di Sex Hormone Binding Globulin (SHBG)
inhibitory activity and hair regrowth effects ma, come det to preced e nte m e n te, qu e sto
of an extract from Boehmeria nipononivea” effetto può avere solo una importanza margi-
Biosci Biotechnol Biochem. 2000 Apr; 64 (4): nale; si può pensare che stimolando la produ-
875 - 7. zione del fattore di crescita per l'endotelio
vascolare (VEGF) inducano il prolungamento

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

dell'anagen e la proliferazione delle cellule estrogeni deve essere la via topica. La terapia
della papilla dermica. Sappiamo comunque topica con estrogeni, un tempo proscritta,
che a livello del follicolo del capello l'estrone merita una attenta riconsiderazione e una
(non l'estradiolo) attiva l'adenilciclasi delle revisione. Gli estrogeni sono dotati di un
cellule della matrice e della papilla. Finita la buon assorbimento transcutaneo, valutabile,
fase anagen, fin dall'inizio del catagen, i folli- in occlusione, intorno al 10 - 14%, ed il loro
coli trasformano androstenedione ed estradio- uso topico ha dimostrato spesso un effetto
lo in estrone, con aumento delle concentrazio- sistemico evidente. Pur con questa limitazio-
ni di cAMP fino a dare il via ad una nuova ne il loro utilizzo, soprattutto nel defluvio
fase anagen ed attivando le cellule staminali carenziale postmenopausale della donna e
del bulge. I follicoli in anagen producono tenuto conto delle controindicazioni generali
invece diidrotestosterone da testosterone, con all'uso di estrogeni, appare razionale e ragio-
inibizione della adenilciclasi e calo dei livelli n evolmente scev ro da effetti indesidera t i .
di cAMP fino a portare il follicolo in catagen Presupposto teorico di questa terapia topica è
ed il capello in telogen. che l'alopecia che vogliamo curare sia dovuta,
Un primo tentativo terapeutico del defluvio in in tutto o in parte, a scarsa impregnazione
telogen carenziale ed androgenetico, riservato estrogenica dei follicoli del cuoio capelluto
al sesso femminile, potrà basarsi sull'uso di (alopecia carenziale). Per uso topico l'estroge-
estrogeni per via generale. L'etinilestradiolo no più attivo in senso tricologico sembra poi
viene somministrato di norma dal 5° al 21° essere il debole estrone. La fonte principale di
giorno del ciclo a dosaggi variabili da 0,01 a estrone nell'essere umano è il tessuto adiposo
0,1 mg pro die. Gli estrogeni coniugati vengo- sottocutaneo che, sia nel maschio come nella
no somministrati a dosi variabili da 0,625 a femmina, lo produce in quantità variabile e
2,50 mg pro die. Notiamo che questi dosaggi proporzionale alla massa grassa, in un indivi-
(specie se si considera che l'effetto biologico duo medio almeno il doppio in quantità di
dell'etinilestradiolo è almeno 10 volte superio- quanto ne produca l'ovaio femminile, circa
re a quello dell'estradiolo naturale) sono piut- 0,2 - 0,4 mg/die. Per uso topico l'estrone è
tosto alti paragonati alla quantità fisiologica attivo, in senso tricologico, a concentrazioni
degli estrogeni secreta giornalmente dall'o- intorno allo 0,02% - 0,05%. L'applicazione
vaio, che varia, a seconda dei diversi momen- topica a tale concentrazione comporta un
ti del ciclo, da 0,15 mg a 0,5 mg/die (estradio- totale di 0,2 - 0,5 mg di ormone per ml di
lo: 0,08 - 0,25; estrone: 0,11 - 0,24). Questi soluzione; con un assorbimento del 10% (mas-
dosaggi soprafisiologici possono dar luogo ad simo teorico sotto occlusiva) si potrà valutare
effetti secondari: metrorragie, melasma del la dose massima assorbita intorno a 0,02 -
viso, candidosi vaginale, disturbi vascolari 0,05 mg/ml e, considerando come queste
ecc. La te rapia orale con estro geni nella quantità non spostano sensibilmente il pool
donna fertile verrà quindi consigliata solo in globale dell'estrone circ o l a n te, si capisce
associazione con progestinici, con netta ridu- come questo potrà essere accettato come sicu-
zione degli effetti secondari. ro sia nella donna che nel maschio. Per la
Se però consideriamo che il comparto ormo- terapia si usa una soluzione idroalcolica (eta-
nale dei follicoli dei capelli non è il comparto nolo 70°) di estrone applicata sul cuoio a gior-
ematico ci rendiamo conto che, in Tricologia, ni alterni, nella quantità di 2 - 3 ml.
la principale via di somministrazione degli Pro m et tente sembra anche l'impiego del

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

17alfa estradiolo, isomero sintetico inattivo BIBLIOGRAFIA


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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

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Marliani A. et al.: “La terapia medica della Il progesterone naturale, i suoi derivati diret-
calvizie comune” Medicina Geriatrica 1989; ti e quelli 17 alfa idrossilati si sono dimostra-
2: 82-97. ti capaci di inibire l'attività 5-alfa-reduttasica
per competizione con il testosterone.
Marliani A.: “La terapia medica della calvizie I progestativi di sintesi, utilizzati da soli per
comune” Etruria Medica, Firenze, 1992. via generale, possono trovare indicazione nei
defluvi femminili da carenza progestrinica
Orfanos CE, Vogels I.: “Local therapy of per anovulazione e tipicamente nel defluvio
androgenetic alopecia with 17 alpha-estrodiol. del periodo premenopausale della donna che
A controlled, randomizedl double-blind si può vedere 4 - 5 anni prima della menopau-
study” , Dermatologica 1980: 161(2): 124 - 32. sa. Tale periodo è caratterizzato da cicli ano-
vulatori con mestrui irregolari (caratteristi-
Prince V.H.: “Hormonal control of baldness” che l'oligomenorrea e le metrorragie) e coinci-
Int J Derm 1976; 15: 742 - 744. de con deficit progestinico e conservata (se
pur ridotta) produzione estrogenica. Il deficit
Pye R.J., Meyrick G., Pye M.J., Burton J.L.: progestinico comporta da un lato un aumen-
Effect of oral contraceptives on sebum excre- to di attività degli androgeni ovarici (per
tion rate” Br Med J 1977; 2: 1581. ridotta competizione periferica) e dall'altro
incremento della secrezione ipofisaria di LH
Rook A.: “Endocrine influences in hair e della secrezione di androstenedione da
growth” Br Med J 1965; 2: 609. parte dello stroma ovarico. Somministreremo
retroprogesterone o medrogestone o medros-
Saihan E.M., Burton J.L.: “Sebaceous glands siprogesterone (derivato del 17 idrossiproge-
suppression in female acne patients by combi- sterone, metabolita intraghiandolare fisiologi-
ned glucocorticoid-estro gen th e ra py” Br J co del progesterone) alla dose di 5 - 10 - 20 mg
Derm 1979; 103: 139. dal 14° - 16° al 25° giorno del ciclo.
Otterremo una riduzione della produzione
Schumacher-Stock U.: “Estrogen treatment of androgena gonadica, un effetto di inibizione
hair disease” in “Hair Research”, Springer, sul metabolismo periferico del testosterone ed
Berlin, 1981: 318. un ripristino della regolarità del mestruo.
Dovrebbe essere evitato l'uso di progestinici
Scheuplein R.J., Blanck I.H., Brauner G.J., derivati dal 19 nortestosterone (nor-androsta-
MacFarlane D.J.: “Percutaneous absorption ni) che possono avere azione androgena diret-
of steroids” J Invest Dermatol 1969; 52: 63. ta.
Al di fuori del caso della carenza progestinica
Weirich G., Longauer J.: “Inhibition of seba- e del periodo della pre-menopausa i progesta-
ceous galnds by topical applicatin of oestro- tivi sono generalmente somministrati insieme

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

agli estrogeni, sotto forma di “pillola antife- 1) fissazione diretta sui recettori degli andro-
condativa” (la prima in Italia fu l'ENOVID) geni;
che nelle prime versioni ad alto dosaggio di 2) fissazione sulla SHBG: il testosterone lega-
estrogeno (di solito l'etinilestradiolo) da 0,075 to alla SHBG viene spiazzato dal progestinico
a 0,1 mg, allora sempre associato ad un proge- con conseguente aumento della sua quota
stinico non androgenizzante (di norma il libera.
noretinodrel, il clormadione, il medrossipro- È importante saper distinguere i progestinici
gesterone) davano buoni risultati sull'andro- di sintesi a 19 e 20 atomi di carbonio, poten-
genismo cutaneo con riduzione della caduta zialmente androgenizzanti e i progestinici a
dei capelli, miglioramento della seborrea e 21 atomi di carbonio, derivati dal progestero-
dell'acne. Successivamente, per il timore di ne naturale, non androgenizzanti e talvolta ad
complicanze tromboemboliche, si è assistito effetto decisamente antiandrogeno e dai quali
ad una ricerca di dosaggi steroidei sempre più deriva anche il noto ciproterone. In genere
bassi e si è preferito non superare il dosaggio possiamo dire che i progestativi più simili al
di 0,05 mg di etinilestradiolo accoppiando l'e- progesterone (retroprogesterone, medrogesto-
strogeno ad un progestativo nor-androstanico ne, demegestone, promegestone ecc) e quelli
(come il noretisterone, il norgestrel, il levo- della serie del 17 alfa - i d ro s s i p ro ge sterone
norgestrel, il desogestrel, il gestodene ecc.) esplicano azione antiandrogena mentre quelli
derivato dal 19 nor-testosterone, ad emivita della serie del 19 nor-testo sterone azione
più lunga e quindi utilizzabile a dosaggio più androgena.
basso e con maggiore sicurezza contraccettiva Per uso locale il progesterone naturale ed i
ma talora con effetti androgenizzanti. Si sono suoi derivati 17 idrossilati, si sono dimostrati
così ottenuti anticoncezionali orali più sicuri, capaci di inibire l'attività 5-alfa-reduttasica
facilitando la contraccezione, ma anche capa- del 70 - 87% nei soggetti trattati (Zappalà F. -
ci di aggravare o creare un clima androgenico Mauvais-Jarvis P.). Dopo applicazione epicuta-
cutaneo con defluvio, ipertricosi ed acne “da nea circa il 10% del progesterone sommini-
pillola”. Alla diffusione della pillola antife- strato supera lo strato cutaneo, viene concen-
condativa è attribuibile l'aumento della stem- trato nei tessuti epidermici, dermici e ghian-
piatura nelle donne giovani che si è manife- dolari e quindi per la massima parte metabo-
stato negli ultimi 25 - 30 anni. lizzato gradualmente in derivati inattivi a
L'attività androgena dei progestinici di sintesi livello del complesso follicolo-pilo-sebaceo
utilizzati per la contraccezione orale è assai (Fayolle J. - Mauvais-Jarvis P.). Il passaggio nel
variabile da composto a composto: trascurabi- circolo sistemico (assorbimento) è estrema-
le per i derivati dei metaboliti fisiologici del mente ridotto e le concentrazioni seriche
progesterone, è invece assai accentuata per i dello steroide rimangono pressoché invariate
progestinici più potenti e ad emivita lunga, (Manfredi G. - Mauvais-Jarvis P.).
caratterizzati da 19 o 20 atomi di carbonio e In passato è stata commercializzata una pre-
deri vati dal testosterone (nor-androstani). parazione etica di progesterone per uso topico
Ricordiamo che il progesterone naturale è ma a concentrazione probabilmente troppo
caratterizzato da una struttura tetraciclica a bassa (0,5%) per poter evidenziare appieno gli
21 atomi di carbonio. effetti terapeutici.
Gli effetti androgeni dei progestinici possono Possiamo trattare con soluzione topica di pro-
essere attribuiti a due diversi meccanismi: gesterone naturale i pazienti di sesso maschi-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

le affetti defluvio androgenetico e selezionati Fayolle J.: “La progesterone percutanée dans
per una incipiente alopecia o per una chiara le traitement de l'acne et des états séborrhei-
ereditarietà familiare. Il progesterone è stato ques de la peau et du cuir chevelu. Etude de
usato in passato a concentrazioni variabili 66 cas” Lyon Medical 1975; 233: 1303.
(sempre più alte col passare degli anni) di 0,5
- 1,0 - 1,5 - 2% in soluzione idroalcolica (eta- Feldmann R.J., Maibach H.I.: “percutaneous
nolo 60 - 70%) nella dose di 4 ml al giorno (20 penet ration of ste roids in man” J Inve st
- 40 - 60 - 100 mg die). Si è notata una quasi Dermatol 1969; 52: 89.
costante riduzione della percentuale dei telo-
gen, tanto più significativa quanto più alta Franceschini P.: “Prévention de la calvitie.
era la concentrazione di ormone nella solu- Séborrhée et progestérone percutanée” Vie
zione usata. Medicale 1975; 1: 1569.
Degna di nota è la quasi assoluta mancanza di
segnalazione di effetti collaterali ad eccezione Hellman L., Yoshida K., Zumoff B.: “The
di quelli imputabili all'eccipiente alcolico del effect of medrossyprogesterone acetate on the
progesterone: bruciore della cute, secchezza pituitary-adrenal axis” J Clin Endocrin Metab
dei capelli, pitiriasi secca (forfora). 1976; 42: 912.

M a n f redi G.: “Considerazioni sull'attività


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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

Finasteride
Occella C., Schiazza L., Nemelka O., Alpigiani
M.G., Rampini E.: “Il progesterone nel tratta- È la prima sostanza registrata per il tratta-
mento topico dell'acne non infiammatoria” mento orale dell'alopecia androgenetica ed è
Med Est 1985; 2: 63. diventata oggi una delle pietre angolari della
terapia dell'alopecia androgenetica vera.
Panzer C., Wise S., MS, Fantini G., Kang D., La finasteride è un composto 4-azasteroide
MD, Munarriz R, Andre Guay A. and sintetico che rappresenta il capostipite di una
Goldstein I.: "Impact of Oral Contraceptives recente classe di inibitori specifici della 5-alfa-
on Sex Hormone Binding Globulin and reduttasi ed è indicato per il trattamento della
Androgen Levels: A Retrospective Study in iperplasia prostatica benigna. È uno steroide
Women with Sexual Dysfunction" The J of inibito re comp et i t i vo della 5-alfa - re d u t tasi
Sexual Medicine 2006; 3: 104. umana di tipo 2, attivo in vitro ed in vivo. La
finasteride non ha affinità per i recettori degli
Prince V.H.: “Testosterone metabolism in the androgeni. È una sostanza cristallina di colo-
skin” Arch. Derm 1975; 11: 1496. re bianco, solubile in cloroformio e negli alco-
li inferiori, insolubile in acqua.
Scheuplein R.J., Blanck I.H., Brauner G.J., Per spiegare il meccanismo d'azione della
MacFarlane D.J.: “Percutaneous absorption finasteride nella alopecia androgenetica
of steroids” J Invest Dermatol 1969; 52: 63. occorre ricordare che nel follicolo pilifero
sono presenti enzimi e sistemi enzimatici che
Van Der Willigen A.H., Pe e re b o o m -Wyna convertono androgeni più deboli in androge-
J.D.R., Van Joost Th., Stolz E.: “A preliminary ni più potenti; tra questi ha forse il ruolo più
study of the effect of 11 alfa-hydroxyprogeste- importante nella patogenesi della alopecia
rone on the hair growth in men suffering androgenetica la 5-alfa-reduttasi, di cui esisto-
from androgenic alopecia” Ac ta Derm no due isoenzimi. Questi isoenzimi hanno
Venereol 1987; 67: 82. localizzazione differente nel cuoio capelluto:
il tipo 1 è situato a livello delle ghiandole e
Voigt W., Hsia S.L.: “Further studies on testo- dei dotti sebacei; il tipo 2 è presente a livello
ste rone 5 alfa reductase of human skin. della guaina epiteliale esterna e della papilla
Structural features of ste roid inhibitors” J dermica.
Biol Chem 1973; 248: 420. Una singola dose di 5 mg di finasteride per os
provoca una rapida riduzione della concentra-
Zappalà F., Caruso A., Giardina A., Randazzo zione serica di DHT, con effetto massimo
S.D.: “Attività terapeutica del progesterone osservabile dopo 8 ore, che raggiunge circa
soluzione allo 0,5% in alcune derm a to s i l'80% dopo 7 - 10 giorni di terapia e ritorna ai
androgenodipendenti” Med Est 1983; 3: 113. valori di pretrattamento alla sospensione. La
finasteride non ha effetti sui livelli circolanti
di cortisolo, estradiolo, prolattina, ormone
tireotropo e tiroxina né sull'assetto lipidico. In
pazienti trattati per 12 mesi è stato osservato
un aumento di circa il 15% dell'ormone lutei-
nizzante (LH) e di circa il 9% del follicolosti-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

molante (FSH), rimanendo comunque i livelli uro-genitale e la conseguente formazione di


nei limiti fisiologici. Il quadro metabolico che una pseudovagina). Poiché ovviamente i testi-
si ottiene è simile a quello dei soggetti con coli non sono discesi e esiste un micropene
deficit genetico di 5-alfa-reduttasi , che pre- scambiato per un clitoride, questi soggetti alla
sentano livelli di DHT marcatamente ridotti, nascita vengono giudicati delle femmine; al
prostata piccola e, alla nascita, difetti di svi- momento della pubertà, lo sviluppo delle
luppo dei genitali esterni ma non altri distur- masse muscolari di tipo maschile, direttamen-
bi clinicamente importanti. te testosterone dipendenti ed il micropene
Una dose orale di finasteride viene escreta capace di erezione, renderanno evidente lo
nelle urine per il 39% sotto forma di metabo- stato di pseudoermatofroditismo. Non vi è
liti e per il 57% nelle feci, sempre come meta- vera ginecomastia. Questo modello clinico ha
boliti. La biodisponibilità è intorno all'80% e dimostrato, per quanto riguarda l'apparato
non viene influenzata dal cibo. Le concentra- genitale maschile, che le strutture wolffiane
zioni massime si raggiungono in circa 2 ore e (deferente, epididimo, vescichette seminali)
l'assorbimento è comp l eto in 6 - 8 ore . sono sotto il controllo del testosterone mentre
L'emivita plasmatica della sostanza è di circa i genitali esterni, lo scroto, la prostata, sono
6 ore. Il legame proteico è di circa il 93%. sotto il controllo del diidrotestosterone.
Dopo somministrazione giornaliera di 5
mg/die la concentrazione plasmatica allo Anche per la finasteride, come per quasi tutti
stato di equilibrio è di circa 8 - 10 ng/ml e gli altri antiandrogeni, fu subito preconizzato
rimane stabile nel tempo. Non sono stati rile- un uso nella terapia del defluvio androgeneti-
vati fatti di tossicità epatica, renale gastrica, co che si è concretizzato nel 1999 con l'immis-
respiratoria o cardiovascolare imputabili al sione in commercio di una specialità conte-
farmaco né è stata osservata alcuna evidenza nente 1 mg di finasteride.
di effetti carcinogenetici né mutageni. La sua
somministrazione nella donna è potenzial- Studi clinici della durata superiore a due anni
mente pericolosa per il rischio di femminiliz- hanno dimostrato che la finasteride, al dosag-
zazione dei genitali esterni di un feto maschio gio di 1 mg al giorno, rallenta la caduta ed
in gravidanza. Il blocco della 5-alfa-reduttasi incrementa la crescita di capelli (Kaufman,
fetale comporta il rischio della Sindrome di 1998). Una ulteriore esperienza multinaziona-
Re i fenstein iatrogena. La Sindrome di le a più lungo termine ha dimostrato che il
Reifenstein è una forma di pseudoermatofro- trattamento con finasteride (1 mg al giorno
ditismo incompleto dovuto a deficit parziale nell'arco di cinque anni) è ben tollerato,
del meccanismo di azione del testosterone. determina miglioramenti persistenti nella cre-
Questa forma è ovviamente caratterizzata dal- scita dei capelli e rallenta l'ulteriore progres-
l'incapacità di trasformare il testosterone in sione della calvizie (Kaufman, 2002). Negli
d i i d rotestoste rone. I tessuti bersaglio del uomini giovani e di media età con alopecia
testosterone subiranno una normale differen- androgenetica, la finasteride si è dimostrata
ziazione (si formeranno i dotti deferenti, l'epi- in grado di far regredire la miniaturizzazione
didimo, le vescichette seminali) mentre rimar- del capello (Whiting, 1999).
ranno di tipo femminile i tessuti bersaglio del In uno studio, la finasteride ha aumentato il
diidotestosterone (per esempio lo scroto: ne peso dei capelli in uomini affetti da alopecia
risulta la persistenza dell'apertura del seno androgenetica. II peso dei capelli è aumenta-

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

to molto di più della loro quantità, il che sta More E.C., TanakA W.K.: “The effect of fina-
ad indicare che vi sono altri fattori, oltre al steride, a 5 alfa-reductase inibitor, on scalp
numero, quali un aumento del tasso di cresci- skin testoste rone and dihy d rotestoste ro n e
ta (lunghezza) e dello spessore, che contribui- concentrations in patients with male pattern
scono agli effetti positivi della finasteride baldness” J Clin Endocrinol Metabol 1994;
(Price, 2002). 79/3: 703 - 706.

La dose di 1 mg è somministrata per os in Forti G., Montali E., Serio M.: “Disordini
pazienti esclusivamente di sesso maschile. Gli della differenziazione sessuale” in Giusti G.,
effetti collaterali sembrano essere poco rile- Serio M. Eds: “Endocrinologia” USES,
vanti o poco vistosi, intorno al 2% dei pazien- Firenze, 1988: 1047.
ti trattati e comunque reversibili alla sospen-
sione del farmaco. Gli effetti collaterali più Gillenwater J.Y., Howards S.S.: “Year Book of
frequ e n te m e n te riportati sono ov v i a m e n te Urology 1993” Bayer Mosby Yerar Book -
quelli correlati alla funzione sessuale: impo- Edizione Italiana, Torino- 1994: 141 - 144.
tenza (3,7%), diminuzione della libido (3,3%),
diminuzione del volume dell'eiaculato, Kaufman K.D.: “Finasteride nel trattamento
(2,8%). dei soggetti maschi affetti da alopecia andro-
genetica” Am Ac Derivato, 1998.

Kaufman K.D. “Esperienza multinazionale a


lungo termine (5 anni) con la finasteride 1 mg
nel trattamento di uomini con alopecia andro-
genetica” Eur J Dermatol, 2002.

Prince V.: “Variazioni nella determinazione


del peso e nella conta dei capelli in soggetti di
sesso maschile affetti da alopecia androgeneti-
ca dopo trattamento con finasteride 1mg al
giorno” Am Ac Dermatol, 2002.

Rhodes L., Harper J., Uno H., Haito G.,


Au d et te Arruda J., Ku ra ta S., Berna C.,
Primka R., Pikounis B.: “The effects of fina-
BIBLIOGRAFIA steride (Prostra) on hair growth hair cycle
stage, and se rum testosterone and dihydrote-
Beisland H.O., Binlowitz B., Bre k kan E.: stosterone in adult male and female stumptail
“Scandinavian clinical study of finasteride in macaques (Macaca arc toides)” J Clin
treatment of benign prostatic hyperplasia” Endocrinol Metabol 1994; 79/4: 991 - 996.
Eur Urol 1992; 21: 271

Dallob A.L., Sadick N.S., Unger W., Lipet S.,


Geissier L.A., Gregoire S.L., Nguyen H.H.,

35
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Ciproterone le, 50 o 100 mg di ciproterone acetato, facen-


do poi seguire 11 giorni con la sola specialità
Abbiamo visto come un progestinico possa estroprogestinica. È forse superfluo ribadire
avere un effetto o androgeno o, viceversa, che, per sperare di ottenere un risultato vali-
antiandrogeno. Questo ha aperto il capitolo do e duraturo, questa terapia deve essere pro-
degli antiandrogeni. Ricordiamo, a titolo sto- tratta per anni e che è strettamente riservata
rico, il 17 metil-nortestosterone, il 17 alfa-pro- al sesso femminile.
piltestosterone ed il clormadione. Oggi l'an- Il ciproterone acetato sembra possedere
tiandrogeno più usato e più maneggevole è il a n che i requisiti fondamentali per essere
ciproterone acetato, steroide derivato dal 17 usato topicamente a concentrazioni di 0,5 -
idrossiprogesterone, dotato di marcata attività 1% in soluzione idroalcolica. Con l'uso topico,
progestativa ed antigonadotropa da blocco sempre peraltro sconfessato dalla casa produt-
ipofisario. Il meccanismo di azione del cipro- trice, si potrebbe forse ottenere nella cute una
terone acetato a livello periferico è legato alla concentrazione di steroide superiore a quella
competizione con il diidrotestosterone per il ottenibile con la somministrazione per via
re c et to re citosolico intra c i toplasmatico. Si orale evitando al contempo gli effetti sistemi-
parla pertanto di meccanismo antiandrogeno ci che ne precludono l'utilizzo nel maschio.
“recettoriale”. Il ciproterone si lega al recetto- L'assenza di alterazioni, durante la terapia
re citosolico con affinità maggiore del diidro- topica, delle concentrazioni plasmatiche delle
testosterone e ne impedisce, quindi, il traspor- gonadotropine e del testosterone, depone per
to nel nucleo cellulare. Inoltre il ciproterone uno scarso (o assente) assorbimento o per una
possiede certamente una debole azione ini- rapida inattivazione metabolica locale simile
bente sulla 5-alfa-reduttasi (azione comunque a quella del progesterone. I netti migliora-
discussa e meno spiccata di quella del proge- menti dei tricogrammi dei pazienti trattati
sterone naturale). E' ormai storico il cosiddet- depongono altresì per l'efficacia topica dell'or-
to “tra t tamento sequenziale inve rso”, di mone (Marliani A.).
Hammerstein e Cupceancu (1969), che furo- L'effetto peculiare del ciproterone, essenzial-
no i primi a trattare per via generale le donne mente di blocco del recettore citosolico del
affette da acne, seborrea, irsutismo, con 100 diidrotestosterone, spiega anche gli insucces-
mg di ciproterone acetato associati a 0,05 mg si, riportati dalla letteratura, nella terapia
di etinilestradiolo per 10 giorni, seguiti da 11 topica dell'acne con questo antiandrogeno,
giorni di solo estrogeno. poiché l'ormone stimolante la secre z i o n e
Oggi il dosaggio più usato è quello di 0,035 sebacea sembra essere l'androstandiolo (3 alfa
mg di etinilestradiolo e 2 mg di ciproterone Ald) e non il diidrotestosterone.
acetato a cicli di 21 giorni, sotto forma di pil- L'effetto terapeutico sul defluvio, sull'acne e
lola antifecondativa, reperibile in commercio sulla seborrea della associazione orale etinile-
come specialità. Questi bassi dosaggi di cipro- stradiolo+ciproterone appare dovuto, a nostro
terone acetato, validi nella seborrea e nell'ac- parere, più all'effetto dell'estrogeno ed al bloc-
ne, si sono dimostrati però insufficienti, o co della steroidogenesi ovarica che al ciprote-
comunque di scarsa efficacia, nell'irsutismo e rone; inoltre da quando la dose di etinilestra-
nella alopecia femminile e pertanto viene diolo nella associazione etica è stata portata
spesso consigliato di associare, nei primi 10 da 50 a 35 microgrammi l’attività terapeutica
giorni di terapia con la specialità commercia- sull'acne e sulla seborrea appare assai com-

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

promessa (l'efficacia sul defluvio è peraltro


sempre stata molto aleatoria e mai dimostra- Cormane R.H., Van De Meeren H.L.M.:
ta). “Cyproterone acetate in the management of
Rileviamo ancora che, poiché l'azione antian- severe acne in males” Arch Derm Res 1981;
drogena prevalente del ciproterone è dovuta 271: 183.
alla sua affinità col recettore citosolico del dii-
drotestosterone, una preparazione per uso Chapmann M.G., Jeffcoate S.L., Dewhurst J.:
topico di progesterone e ciproterone, insieme, “Cyprote rone acetate and adrenosuppres-
dovrebbe poter realizzare una blocco sequen- sion” Lancet 1981; 2: 417.
ziale del metabolismo intra fo l l i c o l a re del
testosterone presumibilmente di buona effica- Cunliffe W.J., Shuster S., Cassels-Smith A.J.:
cia terapeutica e, a nostro parere, di buona “The effect of topical ciproterone acetate on
maneggevolezza. sebum secretion in patients with acne” Br J
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37
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

1966; 46: 561. quali un calo della libido, impotenza, riduzio-


ne della motilità degli spermatozoi, amenor-
Suraci C., Costa C., De Pedrini P.: rea, tensione al seno, cloasma. Una ginecoma-
“Ciproterone acetato e spironolattone a con- stia dolorosa nell'uomo si riscontra nel 60%
fronto nella terapia dell'irsutismo femminile” dei casi trattati da oltre 6 mesi. Nella donna si
Clin Ter 1983; 104: 463. può evitare la comparsa della maggior parte
d e gli effetti indesiderati somminist ra n d o l o
dal 16° al 25° giorno del ciclo a dose variabi-
Spironolattone le fra i 25 ed i 200 mg pro die, meglio se abbi-
nato ad un estroprogestico, poiché l'attività
Lo spironolattone è un composto steroideo antiandrogena del farmaco potrebbe provoca-
sintetico analogo strutturale dell'aldosterone re la femminilizzazione di un feto maschio.
e del progesterone. È il più noto dei progesti- L'effetto terapeutico nel defluvio androgeneti-
nici lattonici, così detti per la presenza di un co vero si evidenzia dopo 3 - 4 mesi.
anello lattonico in C17. I progestinici lattoni- Nei casi di iperandogenismo la letteratura
ci sono anche caratterizzati da un gruppo che- riferisce che i livelli di androgeni si riducono
tonico in C3 ed un doppio legame tra C4 e C5. solo se superiori alla norma, e tendono alla
Tipico dello spironolattone è un gruppo tiace- normalità, pur non arrivando generalmente
tico in posizione 7 alfa. ai perfetti limiti fisiologici.
Lo spironolattone compete con l'aldosterone a Tra gli effetti collaterali della terapia con spi-
livello dei siti recettoriali citoplasmatici dove ronolattone potremmo aspettarci la poliuria,
forma complessi inattivi. Per la sua attività la polidipsia, l'ipotensione. Questi invece si
antialdosteronica lo spironolattone è da verificano raramente e la poliuria, quando
tempo utilizzato come diuretico ed antiiper- compare, è limitata ai primi giorni di cura.
tensivo, effetti che di fatto sono evidenti solo
se esiste una espansione di volume plasmatico Considerata la sua attività a livello del recetto-
e/o una ipertensione da iperaldosteronismo. re citosolico degli androgeni lo spironolattone
L'uso clinico di questo farmaco ha inoltre evi- può essere usato anche topicamente a concen-
denziato una attività antiandrogena e femmi- trazioni variabili dallo 0,3 al 5%. I risultati
nilizzante, simile a quella del ciproterone, che oggettivi sull'acne (crema all'1 - 5%) sono
successivamente si è dimostrato esplicarsi a buoni in oltre il 90% dei casi; decisamente
livello periferico con un meccanismo compe- buoni sono anche gli effetti dello spironolatto-
titivo (come per il ciproterone acetato) sul ne sulla seborrea del cuoio capelluto (soluzio-
recettore citosolico del testosterone, del dii- ne idroalcolica allo 0,3 - 1%). Nel defluvio
drotestosterone, dell'androstandiolo. androgenetico lo spironolattone (1%) è stato
Lo spironolattone è quindi un potente antian- usato anche associato al progesterone (2%) in
drogeno recettoriale. alcol etilico 80%. L'associazione con progeste-
La somministrazione orale di spironolattone rone dovrebbe poter realizzare un blocco
può ridurre la te sto ste ronemia anche del sequenziale sul metabolismo del testosterone
50%, dimostrando così anche una azione e di fatto ha dato risultati migliori di quelli
antiandrogena centrale il cui meccanismo ottenuti con solo progesterone ma inferiori a
non è chiaro. Come conseguenza numerosi quelli del solo ciproterone acetato.
sono gli effetti collaterali sulla sfera sessuale, L'uso topico dello spironolattone non ha mai

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

portato nella nostra esperienza ad effetti col-


laterali riferibili all’azione ormonale, si è però
osservato un effetto aggressivo valutabile nel-
l'l,5% dei casi per la crema e nello 0,5% dei
casi per la soluzione. Questo effetto aggressi-
vo si è manifestato nella maggior parte dei
casi con una lieve irritazione che raramente
ha richiesto sospensione della terapia ed è
regredito poi spontaneamente. In rari casi si
è osservato un eczema con le caratteristiche
dell'eczema allergico da contatto e con patch
test positivo.
Un altro “effetto collaterale” dello spironolat-
tone per uso topico è il cattivo odore di solfu-
ro che lo caratterizza. Questo è dovuto all'i-
d rolisi del gruppo tioacetico, debolmente
lega to allo ste roide in posizione 7 alfa.
Quando lo spironolattone viene preparato in
c rema (acqua/olio) o in soluzione
(etanolo/acqua), libera acido tiacetico il cui
odore è sgradevole. Nelle soluzioni idroalcoli-
che l'odore dell'acido tioacetico può essere
mascherato con mentolo (0,2%). Lo spirono- BIBLIOGRAFIA
lattone potrebbe inoltre essere sostituito con
canrenoato di potassio che, privo del gruppo Ad a chi K., Kano M.: “Adenil cyclase in
tiazoico, non presenta il problema dell'odore human hair follicles: its inhibition by dihy-
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Nielsen P.G.: “Treatment of facial hirsutism anche la cimetidina (Winters S.J.). Questo
with 3% canrenone cream” noto antiistaminico H2 è in grado di compete-
Dermatologica1982; 165: 636. re per il recettore citosolico del testosterone
analogamente al ciproterone ed allo spirono-
Nielsen G.P.: Treatment of moderate idiopatic lattone (Fundre J.W.). Somministrato per os ai
hirsutism with a cream containing canrenone dosaggi consueti di 800 - 1200 mg può essere
(an antiandrogen)” Dermatologica 1982; 165: utile nell'acne come nella seborrea (Burton
636. J.L.), nella ipertricosi (Vigersky R.A.), nel
defluvio androgenetico (Houmayon A.) e può
Nielsen P.G.: “Treatment of idiopatic hirsu- essere somministrata sia a soggetti di sesso
tism with spironolactone” Dermatologica femminile che maschile. Gli effetti collaterali
1982; 165: 194. reali sono trascurabili e l'effetto antiandroge-
no appare solo periferico. Durante una tera-
Nielsen P.G.: “Treatment of acne vulgaris pia con cimetidina può essere consigliabile
with a cream containing canrenone” controllare i livelli serici di prolattina che
Dermatologica 1983; 111: 275. facilmente vengono alterati dal farmaco (Van
Thiel D.H.); se la prolattina dovessero salire
Prantera M., Pizzino A., Pizzino D., Varotti eccessivamente la terapia sarà interrotta per-
C.: “Terapia antiandrogena topica nella blefa- ché è possibile che questo ormone ipofisario
rite seborroica” Gior It Derm Ven 1988; 11: possa di per sé essere causa di iperandrogeni-
581. smo (Giusti G.- Orfanos C.E.).
La cimetidina sembrerebbe avere le caratteri-
Shapiro G., Evron S.: “A novel use of spirono- stiche per un uso anche topico nell'androgeni-
lactone treatment of hirsutism” J Clin smo cutaneo. In letteratura tuttavia si trovano
Endocrin Metab 1980; 51: 429. scarse notizie di un suo uso locale nel deflu-
vio androgenetico (Rittmaster R.S.).

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

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histamine H2 receptor antagonist, occupies geno non steroideo, attivo solo per via orale,
androgen receptors” Clin Endocrin Metab caratterizzato da un potente effetto antiandro-
1979; 48: 189. geno grazie alla sua capacità di inibire la cap-
tazione e/o il legame nucleare degli androge-
Giusti G., Bassi F., Forti G., Giannotti P., ni a livello delle cellule dei tessuti bersaglio.
Calabresi E., Pazzagli M., Fiorelli G., Mannelli La flutamide possiede effetti antiandrogeni
M., Misciglia N., Serio M.: “Effects of prolac- altamente specifici. I dati biomedici dimostra-
tin on androgen secretion by the human adre- no che la flutamide è altamente specifica nei
nal” in Robyn C., Harter M.: “Progress in pro- confronti delle attività androgeno-dipendenti
lactin physiology and pathology” con scarso effetto sulle altre attività ormonali.
Elsevier/North-Holland Biomedical Press, La flutamide è priva di attività estrogenica,
Amsterdam-New York, 1978: 293 - 303. antiestrogenica, progestativa e antiprogestati-
va. Non sembra possedere alcuna attività tera-
Houmayon A.: “Treatment of female androge- togena né effetti carcinogenetici. Essendo un
netic alopecia with cimetidine” Int J antiandrogeno non steroideo non ha effetto
Dermatol 1987; 2: 128. antigonadotropo e, inoltre, dal momento che
blocca i recettori androgenici a livello ipotala-
Orfanos C.E., Helter H.: mico, si verifica per il meccanismo di feed-
“Haarwachstumsstörung bei hyperprolaktinä- back negativo un aumento della secrezione di
mie” Z. Hautkr 1988; 63: 23. LH con conseguente iperplasia delle cellule di
Leydig e apparentemente paradossale aumen-
Rittmaster R.S.: “Topical antiandrogens in to delle concentrazioni seriche di testostero-
the treatment of male patte rn baldness” ne. Peraltro si è osservata soppressione della
Clinics in Dermatol 1988; 4: 122. spermatogenesi. È impiegata al dosaggio di
250 mg al giorno. Somministrato per os, il
Van Thiel D.H., Gavaler J.S., Smith A.I.jr., farmaco è rapidamente assorbito e completa-
Paul G.: “Hypothalamic-pituitary-gonadal dis- mente escreto attraverso l'emuntorio renale
function in man using cimetidine” N Engl J come 2-amino-5-nitro-4(trifluorometil)-fenolo.

41
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

La flutamide è pericolosamente epatotossica sopra chiasmatico, i nuclei paraventricolari, il


e la sua prescrizione va accuratamente valuta- midollo allungato, il ganglio cervicale supe-
ta ed attentamente seguita. Il suo utilizzo non riore ed infine la ghiandola pineale. La luce
può essere protratto nel tempo. inibisce il rilascio di norepinefrina a livello
del pinealocita, mentre la sua mancanza
durante la notte ne stimola la secrezione, con
la conseguente attivazione di recettori beta e
alfa adrenergici che, a loro volta, attivano la
sintesi e secrezione di melatonina.
Attraverso questo meccanismo la melatonina
viene prodotta in maniera squisitamente cir-
cadiana e funge da sincronizzatore dell'orolo-
gio biologico sito nel nucleo soprachiasmatico
allo scopo di adattare l'organismo ai cambia-
menti ambientali legati all'alternarsi delle sta-
BIBLIOGRAFIA gioni.
Gli effetti della melatonina sono quindi mol-
Lundgren R.: “Flutamide as primary treat- teplici e si esercitano su vari organi e cellule
ment for metastatic prostatic cancer” Br J of (pleiot ropia). Tali effetti possono essere
Urol 1987; 54: 744 - 750. mediati da recettori specifici o avvenire in
modo aspecifico grazie all'attività antiradicali
Salerno R., Maltoni G.: “Steroidi e cancro” in liberi della melatonina e dei suoi metaboliti.
Giusti G., Serio M. Eds: “Endocrinologia” Tra gli effetti specifici mediati dai recettori
USES, Firenze, 1988:1522. spicca l'azione antiproliferativa che la melato-
nina può esercitare sulle cellule epiteliali pro-
statiche umane siano esse normali o tumora-
Melatonina li.
Questo effetto è mediato dalla capacità della
Alla melatonina è stata attribuita una azione melatonina di dislocare il recettore per gli
antiossidante ed antiandrogena e ne è stato androgeni dalla sua sede normale nel nucleo
proposto l’utilizzo per uso topico nella alope- al citoplasma della cellula. In questo modo la
cia androgenetica e nella alopecia areata. cellula non risponde più allo stimolo prolife-
La ghiandola pineale è situata nel cervello, rativo degli androgeni. Siccome anche nei
sulla parete posteriore del terzo ventricolo; cheratinociti umani si individuata la presenza
riceve innervazione afferente di tipo simpati- di recettori specifici per la melatonina, è
co che ne regola la funzione. La luce recepita ragionevole pensare che l'effetto terapeutico
da cellule ga n glionari fotosensibili situate che la melatonina mostrerebbe di possedere
nella parte anteriore della retina (e quindi nell'alopecia androgenetica possa dipendere
diverse e separate dal sistema visivo) eccita da un meccanismo molto simile a quello
alcune componenti ret i n o i p ota l a m i che del dimostrato nelle cellule prostatiche.
nervo ottico e il segnale di tipo inibitorio rag- È in commercio una preparazione di melato-
giunge la ghiandola pineale attraverso una nina allo 0,1% per l'alopecia androgenetica.
complessa via nervosa che include il nucleo

42
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

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nina: interazioni con gli androgeni” Simposio sterina di cui si è parlato anche nel paragrafo
satellite agli incontri di dermocosmetologia delle sostanze naturali. È uno steroide, estrai-
medica e chirurgica, Saint Vincent 3 - 6 bile dalla serenoa repens (Sabal Serrulata o
novembre 2004. Palmetta della Florida) e dal pigeum africa-
num, che appare avere le caratteristiche di

43
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

progestinico 17 sostituito ed insieme di debo- Sitosterol as a possible hormone of sabal


le estrogeno. frits” Planta Med 1965; 14: 169.
La betasitosterina risulta in grado di impe-
gnare contemporaneamente la 5-alfa-reduttasi Sultan C., Terrazza A., Devillier C., Carilla E.,
ed i recettori citosolici del diidrotestosterone Briley M., Loire C., Descomps B.: “Inhibition
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static hyperplasia: a 1-year randomized inter- Il cortisone ed alcuni suoi derivati, sommini-
national study" Eur Urol 2002; 41: 497 - 507. strati per via orale, sono i farmaci di prima
scelta per sopprimere l'increzione di ACTH
Di Silverio F. et al: “Evidence that Serenoa nelle forme di iperandrogenismo di origine
Repens displays an antiestrogenic activity in surrenalica. Si tratta, per lo più, di deficit
prostatic tissue of benign prostatic hyper- enzimatici surrenalici ad espressione incom-
trophy patients” Eur Urol 1992; 21: 271. pleta e tardiva riguardanti la 21 idrossilasi o
la 11 idrossilasi. Queste forme di iperandroge-
Duker E.M., Kopanski L., Schweikert H.M.: nismo si osservano soprattutto in pazienti di
“Inibition 5 alfa reductasi activity by extracts sesso femminile, anche perché nel maschio
of Sabal Serrulata” Planta Med 1989; 55: passano facilmente indiagnosticate.
587. La terapia topica corticosteroidea in
Tricologia veniva generalmente sconsigliata
Glemain P, Coulange C, Billebaud T, et al.: dalla maggior parte degli autori. In passato
"Tamsulosine avec ou sans Serenoa repens cortisonici fluorurati hanno provocato, con il
dans l'hypertrophie bénigne de la prostate: loro uso ed abuso, danni cutanei come atro-
l'essai OCOS [in French]" Prog Urol 2002; 12: fia, acne steroidea, dermatite periorale ecc.
395 - 403. Riteniamo però che la maggior parte di questi
danni siano in realtà da attribuire all'alogeno
Schoepflin G., Rimpler H., Haensel R.: “Beta- introdotto nella molecola per esaltarne la

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

potenza ed allungarne l'emivita e che i corti- vità degli ormoni in grado di attivare l'adenil-
costeroidi debbano essere rivalutati. ciclasi (tiroxina, fattori di crescita, effetto beta
Esaminiamo le ragioni per cui giudichiamo dell'adrenalina ecc);
valido usare corticosteroidi, particolarmente 8) il cortisolo ed i cortisonici non fluorurati,
l'idrocortisone (cortisolo) nella terapia locale usati topicamente, sono in grado di contrasta-
del defluvio androgenetico: re i fenomeni di fibrosi cicatriziale che con-
1) in caso di seborrea l'uso di un blando cor- corrono, in tutte le patologie tricologiche, alla
ticosteroide non alogenato è certamente utile perdita definitiva del follicolo.
per controllare l'eritema e la desquamazione
oltre che per rimuovere il sebo, mettendo così L'uso topico di cortisonici può quindi risulta-
la cute in condizioni di poter ricevere meglio re decisivo in Tricologia e si pone a cavallo fra
le altre terapie topiche; le terapie antinfiammatorie, endocrine e
2) il cortisolo facilita le attività mediate da quelle intese a modulare, attraverso il sistema
cAMP (Iizuka H. - Voorhees J.), probabilmen- adeniciclasi-cAMP, il metabolismo energetico
te mediante un blocco della fosfodiesterasi del bulbo pilifero.
(Zanussi C.), forse anche attivando l'adenilci-
clasi, e contribuisce così ad attivare il metabo-
lismo energetico del tricocheratinocita;
3) il cortisolo attiva la neoglicogenesi delle
cellule della matrice e della papilla del bulbo
pilifero, analogamente a quanto avviene nel
fegato; il glicogeno si accumula nel citopla-
sma cellulare durante il catagen/telogen e
viene consumato durante l'anagen (De Villez
RU); il cortisolo consente, quindi, una produ-
zione di glicogeno tale da garantire l'omeosta-
si glicidica ed energetica del capello;
4) il glicogeno che si accumula a livello della
membrana vitrea e della guaina epiteliale I cortisonici risultano particolarmente utili
esterna durante il catagen, necessario duran- nella terapia degli effluvi quando centinaia di
te le prime fasi dell'anagen alle cellule stami- capelli entrano, quotidianamente e contem-
nali che vanno a riformare la nuova matrice, poraneamente, in fase telogen (con caduta
non può essere utilizzato senza cortisolo; acuta e vistosa di centinaia di capelli al gior-
5) il cortisolo si lega debolmente ai recettori no, tutti nella stessa fase del ciclo vitale).
degli androgeni, riduce l'attività enzimatica Localmente, per applicazioni quotidiane, si
della 5-alfa-reduttasi e compete, sia pur blan- può usare l'idrocortisone emisuccinato o ace-
damente, con il diidrotestosterone per il recet- tato all'1 - 2% in preparazione galenica idroal-
tore citosolico; colica 70 - 80% , oppure l'idrocortisone 17-
6) il cortisolo è probabilmente capace di butirrato all'0,1% in alcol isopropilico 50%
incrementare i fenomeni di aromatizzazione (specialità etica), il prednacinolone acetonide
del follicolo pilifero, analogamente a quanto 0,05% in glicole propilenico ed altre prepara-
dimostrato nel tessuto adiposo (Salerno R.); zioni etiche. Spesso l'effluvio si stabilizza e si
7) il cortisolo ha azione permissiva della atti- arresta rapidamente, nel giro di qualche setti-

45
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

mana e ciò è anche strano se si considera che bitory effect of dexametasone on steroidoge-
il periodo catagen+telogen è di circa 100 gior- nesis of human adrenal in vivo” J Clin
ni e che questi capelli dovranno comunque Endocrin Metab 1979; 48: 861.
cadere. Negli effluvi più intensi (con molte
centinaia e talvolta migliaia di capelli caduti Voorhees J., Marcello L., Duell A.: “ Cyclic
ogni giorno) una fiala intramuscolare di 6- AMP, cyclic GMP and gl u c o c o rticoids as
metilprednisolone acetato 40 mg, ripetuta potential metabolic regulators of epidermal
ogni 7 giorni per 3 volte, da spesso risultati p ro l i feration and differentiation” J Inve st
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delle basi puriniche che includono alcune
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Upjohn Company, Kalamazoo-Michigan, guanina, l'adenina, l'ipoxantina, l'acido urico.
1986. Il sostantivo “xantine” deriva dal greco xan-
thõs, che significa giallo, a causa del colore
Darley C.R., Moore J.W., Besser G.M., Munro che prendono questi composti quando vengo-
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estrogen in the treatment of women with late Dal punto di vista medico tre sono le xantine
onset or persistent acne vulgaris” Br J Derm più importanti: la teofillina, la teobromina e
1983; 108: 345. la caffeina. Si tratta di tre alcaloidi con costi-
tuzione chimica simile ampiamente distribui-
Iizuka H., Ohkawara A.: “Effects of glucocor- ti nel mondo vegetale. La caffeina si trova nei
ticoids on the beta-adrenergic adenylate cycla- frutti della “coffea arabica” e specie similari
se system of pig skin” J Invest Dermatol 1983; dalle quali si ricava il caffè; la teobromina è
80: 524. contenuta nei semi di “teobroma cacao” con
i quali si ottiene il cacao ed il cioccolato; la
Salerno R., Maltoni G.: “Steroidi e cancro” in teofillina e la caffeina si trovano nelle foglie di
Giusti G., Serio M. Eds: “Endocrinologia” “thea sinensis” da cui si ricava il tè. La caffei-
USES, Firenze, 1988:1491. na, la teofillina e la teobromina sono xantine
metilate e vengono spesso denominate metil-
Saihan E.M., Burton J.L.: “Sebaceous glands xantine. La caffeina è 1,3,7 trimetil-xantina;
suppression in female acne patients by combi- la teofillina è 1,3 dimetil-xantina; la teobromi-
ned glucocorticoid-estro gen th e ra py” Br J na è una 3,7 dimetil-xantina.
Derm 1979; 103: 139. Da tempo è noto che le xantine sono capaci di
inibire la fosfodiesterasi, enzima che catalizza
Saito E., Ichikawa Y., Homma M.: “Direct ini- la conversione dell'cAMP in 5 AMP (inattivo).

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

Ne consegue l'incremento intracellulare di


cAMP, non per una sua aumentata produzio-
ne, bensì per un prolungamento dell'emivita
da inibita degradazione.
Queste premesse hanno indirizzato diversi
autori verso l'utilizzo topico delle xantine nel
defluvio androgenetico e nel telogen effluvio
a concentrazioni variabili dallo 0,2 al 2% nel
tentativo di allungare la fase anagen. D'altra
parte numerosi studi in vivo ed in vitro hanno BIBLIOGRAFIA
messo in evidenza le proprietà di penetrazio-
ne transcutanea delle xantine (Bronaugh R.L. Adachi K.: “Epidermal cyclic AMP system and
- Feldmann R.J. - Rogers J.G. - Zesch A.). I its possible role in proliferation and differen-
risultati di questo tipo di approccio terapeuti- tiation” In Seiji M., Bernstein I.A.
co, controllati con il tricogramma, sono stati “Biochemistry of cutaneous epidermal diffe-
interessanti (Seiler W.G.) e pertanto, conside- rentiation” University of Tokyo Press, ToKyo,
rata anche la loro assoluta innocuità, possia- 1977: 288 - 308.
mo considerare che le xantine , in particolare
la caffeina e la teofillina, possono essere uti- Bronaugh R.L., Stewart R.F., Congdon E.R.,
lizzate come farmaci topici nel trattamento di Giles A.L.: “Methods for in vitro percuta-
alcune patologie del capello. neous absorption studies. Comparison with in
Le xantine rappresentano il prototipo del far- vivo results” Toxicol appl. Pharmacol 1982;
maco che agisce attivando il sistema delle pro- 62: 474.
teine chinasi, modulando la disponibilità
energetica per le sintesi proteiche del capello. C h o p ra D.P.: “Effects of teophylline and
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47
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

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ged blach b i rd” Env i ron Physiol Biochem ta locale dei capelli e bloccare le forme inizia-
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Zappacosta, nel 1980, descrisse un caso di
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Nel 1984, Uno descrisse su modello animale,
Schwarz W., Schell H., Horstein O.P., macaca speciosa, l'effetto anticalvizie di una
Bernlocher W., Weghorn C.: “Variations of soluzione di minoxidil al 5%.
AMP in epidermis and plasma of male adult La stessa casa produttrice del farmaco, dopo
subjects” Dermatologica 1981; 162: 230. un momento di relativo shock, iniziò quindi
una serie di accertamenti sull'efficacia del
Seiler W.G., Feldmann U., Bohnert E., Jung minoxidil come anticalvizie, accertamenti che
E.G.: “Local terapy in androgenic alopecia” J culminarono poi nel riconoscimento da parte
Appl Cosmetol 1984; 2: 38. della F.D.A. e nell'immissione sul mercato di
una soluzione al 2% e poi al 5% in alcol,
Zesch A., Schaefer H., Stuttgen G.: “The acqua e glicole propilenico.
quantitative distribution of percutaneously L'assorbimento del farmaco per uso topico
applied caffeine in the human skin” Arch pare essere molto basso, intorno all'1,4% della
Dermatol Res 1979; 266: 277. dose applicata (con oscillazioni da 0,3 a 4,5
%), vale a dire 0,28 mg/die, attenendosi alla
posologia consigliata di 2 ml di soluzione al
Minoxidil (e sostanze correlate) 2% al giorno. In circa 4 giorni il 95% del
minoxidil viene escreto attraverso le urine.
Chimicamente il minoxidil è una 2,4 diami- L'efficacia del minoxidil come anticalvizie è
no-6-piperidino-pirimidina-3-ossido con peso ormai accettata. Il farmaco sembra in grado
molecolare di 209,25. Attualmente è l'unica di fermare e talvolta invertire il progressivo
sostanza registrata come farmaco anticalvizie miniaturizzarsi del capello, cioè l'involuzione
per uso topico. del pelo terminale a pelo vellus tipica del
Si tratta di un vasodilatatore periferico diret- defluvio androgenetico. È chiaro che il farma-
to, attivo per via orale, senza interessamento co può agire solo dove esiste un centro germi-
dei recettori beta adrenergici che non vengo- nativo, non potrà quindi mai far crescere peli
no bloccati. È un farmaco ad elevata attività, sui polpastrelli o su una zona di alopecia cica-
con emivita media di 4,2 ore, la cui indicazio- triziale.
ne era, in origine, il trattamento della iperten- La valutazione dei risultati ottenuti con il
sione refrattaria alle comuni terapie. minoxidil ha sofferto di soggettività e per que-
La sua avventura come anticalvizie iniziò nel sto le varie casistiche parlano di risultati posi-
1979, quando Burton e Marhall descrissero tivi dal 10 al 70%. L'effetto terapeutico comin-
una ipertricosi interessante la fronte, i padi- cia a manifestarsi dopo una latenza di 4 - 6
glioni auricolari, le tempie, le sopracciglia e mesi. Il minoxidil combatte il sintomo, ossia
gli avambracci di un uomo di 50 anni, iperte- la miniaturizzazione progressiva dei capelli
so, che assumeva minoxidil al dosaggio di 15 ma non agisce minimamente sulle cause gene-
mg/die ed ipotizzarono che una formulazione tico-endocrine della calvizie, pertanto la sua

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efficacia sembra perdurare solo finché viene derma il minoxidil viene metabolizzato in sol-
applicato. Inoltre al momento della sospensio- fato di minoxidil, che pare essere il metaboli-
ne della terapia con minoxidil i follicoli tenu- ta attivo.
ti artificialmente in anagen passano rapida- L'emivita del farmaco sulla cute è mediamen-
mente in cata ge n / telogen provocando un te di 22 ore e ciò giustifica anche la prescri-
effluvio. zione di una sola applicazione giornaliera.
Non è completamente conosciuto il meccani- Riguardo agli effetti collaterali i casi segnala-
smo d'azione che comunque coinvolge certa- ti di ipertricosi e crescita di peli in sedi diver-
mente le vie di controllo metabolico e non i se dal cuoio capelluto (volto, spalle, orecchi)
meccanismi ormonali. In particolare questo sono ve ro s i m i l m e n te causati da eccessiva
farmaco sembra attivare il ciclo di Krebs e applicazione del prodotto, da applicazione in
l'incremento della produzione di substrato sedi sbagliate o da diffusione con il sudore.
energetico con un conseguente aumento della Per il resto gli effetti collaterali non si disco-
sintesi proteica. stano da quelli segnalati con il placebo.
Nel 1983 Baden e Kubilus hanno segnalato Numerosi studi svolti in tutto il mondo hanno
che colture di cheratinociti umani, trattate confermato che un'accurata preliminare sele-
con minoxidil, sopravvivono più a lungo dei zione dei soggetti da trattare e l'utilizzo di
controlli. Questo suggerisce che il minoxidil dosaggi non eccessivi evitano la quasi totalità
rallenti la senescenza di queste cellule analo- degli effetti collaterali. Nella nostra esperien-
gamente a quanto accade con il Fattore di za, ad eccezione di qualche eritema locale,
Crescita Epidermico (EGF). Se si considera non abbiamo osservato altre reazioni. Il mino-
che l'EGF, o un fattore di crescita a lui simile xidil nelle formulazioni disponibili in com-
(che provvisoriamente chiamiamo Fattore di mercio è al 2% ed al 5% in soluzione glico-
Crescita Follicolare: HrGF ?), è verosimilmen- alcoolica 70°. L'impiego delle concentrazioni
te implicato nel mantenimento della fase ana- più elevate aumenta il rischio di effetti colla-
gen, si intuisce quale potrebbe essere il mec- terali e, probabilmente, espone il paziente al
canismo d'azione del minoxidil. In definitiva rischio di telogen effluvium.
il minoxidil mima l'azione di un fattore di cre- In conclusione con il minoxidil abbiamo a dis-
scita, inoltre provoca l'apertura dei canali posizione un’arma ancora irrinunciabile
intracellulari del potassio a livello delle cellu- nella terapia contro la calvizie. Il minoxidil è
le muscolari lisce delle arteriole periferiche. però un farmaco di non facile utilizzo che
Quest'azione produce un effetto vasodilatato- deve essere prescritto solo dal medico e la sua
re periferico diretto, che risulta immediata- utilità è maggiore se i soggetti da trattare ven-
mente evidente a carico del microcircolo della gono preventivamente selezionati.
papilla dermica. Non sembra che sia la vaso-
dilatazione a promuovere la crescita dei capel- Alcune sostanze chimicamente correlate col
li, ma questo meccanismo, secondo alcuni minoxidil, in particolare il solfato di minoxi-
ricercatori, potrebbe in qualche modo favori- dil, il dicloridrato di minoxidil e il triaminodil
re il prolungarsi della fase anagen. Studi ( 2,6 diamino-4-pirrolidino-pirimidina-1-ossi-
recenti indicano, infine, che il minoxidil do) ed altre, sono state proposte in terapia.
potrebbe aumentare la vascolarizzazione Il solfato ed il dicloridrato di minoxidil sono,
della papilla dermica inducendo angiogenesi. a differenza del minoxidil, solubili in acqua e
Una volta penetrato nel follicolo pilifero e nel questo può essere un vantaggio quando sia

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

utile una preparazione topica a basso titolo on cultured keratinocytes” J Invest Dermatol
alcolico (20 - 30%). Poiché il solfato di mino- 1983; 81: 558.
xidil, che del minoxidil è il primo metabolita
cutaneo, sembra il metabolita attivo, si suppo- Baker C.A., Uno H., Johnson G.A.: “Minoxidil
ne che il suo effetto possa essere analogo. sulfation in the hair follicle” Skin Pharmacol
Il triaminodil è una sostanza chimicamente 1994; 7: 335 - 339.
molto simile al minoxidil che è stata usata il
Tricologia cosmetica molto prima che il mino- Burton J.L., Marshall A.: “Hypertrichosis due
xidil fosse immesso in commercio. Ancora to minoxidil” Br. J. Dermatol 1979; 101: 593.
oggi poiché il minoxidil non può essere usato
in preparazioni cosmetiche e non può essere Campese V.M.: “Minoxidil: a review of its
ve n d u to senza ri c et ta medica, l'industria pharmacological properties and therapeutic
cosmetica propone come alternativa il triami- use” Drugs 1981; 22: 257.
nodil in alcune preparazioni per uso tricologi-
co di libera vendita. Castillo G., Moshell A.N., Jorgensen H.,
Il grave handicap di tutte queste sostanze è la Barbee W., Nigra T.P.: “Contact sensitization
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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

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and photopulse plet ysmogra p hy” J Inve st Puhvel S.M. - Sunderlin J.).
Dermatol 1984; 82: 515. Secondo la nostra esperienza l'utilizzo della
sostanza appare utile solo in rari casi nell'alo-
Zappacosta A.R.: “Reversal of baldness in pecia androgenetica e talvolta nell'alopecia
patient receving minoxidil for hypertension” areata.
N Engl J Med 1980; 303: 1480. I retinoidi devono essere utilizzati in soluzio-
ne a concentrazioni molto basse (0,005-
Zappacosta A.R.: “Reversal of baldness in 0,02%) poiché spesso sono troppo irritanti.
patient receving minoxidil for hypertension”
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Acido retinoico

L'acido tra n s retinoico (tretinoina, derivato


acido della vitamina A), da solo o in combina- BIBLIOGRAFIA
zione con il minoxidil, è stato oggetto di valu-
tazione per la terapia topica della calvizie. Ashton R.D.et Al: “Histologic changes in the
Secondo quel che riportano Bazzano G.S. e skin of the rhino mouse induced by retinoids”
Terezakis N., dopo un anno di trattamento la J. Invest Dermatol 1984; 82: 632-635.
combinazione topica tretinoina 0,025% +
minoxidil 0,5% è risultata efficace nel 66% Bazzano G.S., Te rezakis N., Galen W.:
dei casi studiati. “Topical tretinoin for hair growth promo-
Il retinolo, di cui i derivati acidi rappresenta- tion” J Am Acad Dermatol 1986; 4: 880.
no la forma attiva, ha dimostrato la sua capa-
cità di aumentare e regolare la proliferazione Christophers E., Wolff H.: “Effects of vitamin
cellulare, di differenziare l'epitelio, di incre- A acid in skin: in vivo and in vitro studies”
mentare la crescita vascolare (Christophers E. Acta Derm Venereol 1975; 55s: 42.
- Kaufman D.G.).
Del resto, da studi in vitro, sappiamo che l'a- Kaufman D.G., Baker M.S., Smith J.M., et Al.:
cido retinoico aumenta il numero dei recetto- “RNA metabolism in tracheal epithelium alte-
ri di membrana per l'EGF fino a sette volte, ration in hamsters deficient in vitamin A”
senza diminuire la loro affinità (Lizuka H.). Scienze 1972; 177: 1105.
Dato che il minoxidil probabilmente mima gli
effetti dell'EGF e dell'HrGF la sua associazio- Iizuka H., Ohkuma N., Ohkawara A.: “Effects
ne con la tretinoina renderebbe disponibili of retinoids on the cyclic AMP system of pig
un maggior numero di recettori. skin epidermis” J Invest Dermatol 1985; 85:
Dell'acido retinoico conosciamo inoltre la 324.
capacità di penetrazione attraverso la cute
umana (Schaefer H.) e conosciamo specifici Ong D.E., Chytil F.: “Presence of cellular reti-

53
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

nol and retinoic acid-binding proteins in expe- fosfati.


rimental tumors” Cancer Lett 1983; 81: 59. Non sappiamo quale sia la capacità di pene-
trazione di uno zucchero semplice attraverso
Puhvel S.M., Sakamoto M.: “Cellular retinoih la cute ma possiamo pensare che non sia infe-
acid-binding proteins in human epidermis riore al 2,5% poiché questa è la quantità teo-
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L'uso topico dei pentosi nella terapia dei Rougier A., Lotte C.: “Penetrazione ed assor-
defluvi e degli effluvi ha la sua base raziona- bimento percutaneo in vivo: tecnica di strip-
le nel concetto che, se lo zucchero può pene- ping” Cosm Dermatol 1989; 28: 29.
trare nel derma fino alla papilla ed alla matri-
ce del pelo, può inibire a retroazione lo shunt
degli esosomonofosfati, moderando la produ- Glicole propilenico (ed altri batteriostatici e
zione di NAPH2 (essenziale per la 5 alfa ridu- fungistatici)
zione), ed al contempo può fornire alla glico-
lisi anaerobia substrati metabolici che si inse- Glicole propilenico, sodio solfofenato, zinco
riscono dopo il blocco della fosfofruttochinasi piritione, solfuro di selenio vengono ciclica-
operato dalla proteina-chinasi attiva (Marliani mente riproposti nella terapia del defluvio
A.). androgenetico per la loro capacità di ridurre
I pentosi più usati a questo fine dall'industria la carica cutanea di malassezia / pityrospo-
cosmetica sono lo xilulosio e lo xilosio, meta- rum ovalis.
boliti fisiologici dello shunt degli esosomono- La flora cutanea è stata considerata in passa-

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aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

to come un elemento causale della calvizie ed telio della parete follicolare, il tutto amalga-
in particolare l'attenzione si è sempre puntata mato dai grassi della seborrea. Il capello cadu-
sulla malassezia / pityro s p o rum pre s e n te to ricresce di volta in volta più sottile, più fra-
sulla cute e nei follicoli piliferi nel 100% dei gile e con un anagen sempre più breve, finché
casi di seborrea. Vi è netto rapporto fra inten- il follicolo atrofizzato scompare lasciando il
sità della seborrea e grado di sviluppo e diffu- cuoio capelluto decalvato ed assottigliato con
sione della malassezia / pityrosporum ovalis. residui peli folletti isolati o diffusi.
Il pityrosporum è in grado di utilizzare i lipi- Questa concezione patogenetica che ha avuto
di apportati dalla seborrea (trigliceridi, cere, in passato largo credito, ha ancora i suoi
squalene, colesterolo e suoi esteri, di norma sostenitori e poiché comporta un tipo di
non attaccabili da altre specie saprofitiche o approccio terapeutico di tipo non strettamen-
parassitarie); i prodotti di scissione delle fra- te farmacologico ha trovato larghi appoggi nel
zioni lipidiche (acidi grassi) sarebbero alla mondo della cosmesi. L'industria cosmetico-
base della caratteristica iperreattività della tricologica ha così proposto trattamenti ad
cute del seborroico. Gli acidi grassi, attraver- effetto mirato sul pityrosporum: solfuro di
so una azione iperemizzante, stimolerebbero selenio, zinco piritione, sodio solfofenato e
un ulteriore richiamo di grassi. Ne consegui- soprattutto glicole propilenico associati, più
rebbe un circolo vizioso in cui i prodotti dalla con fantasia che con scienza, a mucopolisac-
seborrea attaccati dal pityrosporum incre- caridi, xantine, estratti placentari, liquido
menterebbero sia la seborrea sia lo sviluppo amniotico, esosi ecc. Persino le preparazioni
del pityrosporum stesso sino a provocare una etiche di minoxidil al 2% contengono il 20%
follicolite cronica attenuata, a lentissima evo- di glicole propilenico, che essendo difficil-
luzione, ma potenzialmente distruttiva e cica- mente evaporabile contribuisce a tenere in
triziale, istologicamente caratterizzata dalla soluzione sulla cute la sostanza attiva (forse
spongiosi della parete del follicolo, la cui con- anche ad aumentarne la solubilità e la biodi-
seguenza finale sarebbe la calvizie (Puccinelli sponibilità) ed il 50% di alcol etilico, questa
V.). La calvizie comune è cioè considerata da associazione ci sembra però nata per caso
questa concezione patogenetica come un qua- oltre che per scienza: il glicole propilenico è il
dro attenuato di "follicolite decalvante". “denaturante di Stato” americano.
Il processo follicolitico inizierebbe fin dalla
pubertà con l'aumento della seborrea, lo svi-
luppo della malassezia / pityrosporum (fino BIBLIOGRAFIA
ad allora ospite inattivo della cute), l'invasione
progressiva del follicolo pilifero da parte del Baden H.P.: “The management of hyperche-
fungo, la sofferenza sempre più marcata dei ratosis” in Frost P., Gomez E.C., Zaias N. Eds:
tricocheratinociti e delle strutture follicolari “ Recent Ad vances in Dermato-
(documentata dai fenomeni di spongiosi). In Pharmacology” Spectrum Publications, New
questa fase il capello cade facilmente, sponta- York, 1978: 219.
neamente o con minima trazione, ed intorno
alla radice è evidente una pitiriasi pulverulen- Faergemann J., Fredriksson T.: “Antimycotic
ta e successivamente la presenza di un mani- activity af propane-1,2-diol (propylene glycol)”
cotto jalino-gelatinoso costituito dalle guaine Saburandia 1980; 18: 163.
di Henle e di Huxley e dalle squame dell'epi-

55
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Faergemann J.: “Propylene glycol in the treat- Ketoconazolo


ment of tinea versicolor” Acta Derm Venereol
1980; 60: 92.
Il ketoconazolo è un derivato imidazolico
Faergemann J.: “Quantita t i ve culture of strutturalmente correlato ad altri della mede-
Pityrosporum orbiculare” Int J Derm a to l sima classe come il clotrimazolo, il miconazo-
1983; 23: 110. lo, l'econazolo, il tioconazolo, l'isoconiazolo
ecc.
Faergemann J.: “Propylene glycol in the treat- Il ketoconazolo è ben assorbito dopo sommi-
ment of seborrheic dermatitis of the scalp: a nistrazione orale e questa proprietà lo ha
double-blind study” Cutis 1988; 42: 69. reso, in pratica, il primo imidazolico utilizza-
bile per os nella terapia delle micosi. Il mec-
Grosshans E.: “La pityrosporose” in canismo dell'azione antifungina del ketocona-
Grosshans E. Ed: “Précis de dermatologie et zolo, come del resto degli altri farmaci imida-
venereologie” Masson, Paris, 1987. zolici, è legato all'inibizione della biosintesi
dell'ergosterolo (principale lipide di membra-
Leyden J.J., McGinley K.J., Kligman A.M.: na dei funghi e dei lieviti). Il ketoconazolo ini-
“The role of microorganism in dandruff” bisce l'attività della 14 alfa demetilasi del
Arch Dermatol 1976; 112: 333. lanosterolo, precursore dell'ergosterolo, bloc-
cando il citocromo P 450. Il blocco del cito-
Puccinelli V.: “Note di aggiornamento sulla cromo P 450 porta anche all'inibizione degli
calvizie (elementi eziopatogenetici e prospetti- altri enzimi da esso dipendenti: 17-20 liasi, 11
ve terapeutiche)” Stampa med 1989; 14: 40. b eta Idrossilasi, 17 alfa idrossilasi, 20-22
desmolasi. Questi effetti si evidenziano però a
Rantuccio F.: “Studio clinico sull'attività del dosaggi più alti rispetto a quelli usati solita-
tricosaccaride associato al sodio solfofenato mente nella terapia orale delle micosi, da cui
nel trattamento delle disfunzioni del cuoio il buon indice terapeutico del farmaco come
capelluto” Med Est 1986; 1 - 2: 13. antifungino. È comunque ben confermata
l'attività di soppressione androgenica del keto-
Shuster S.: The aetiology of dandruff and the conazolo (De Coster R. - Dunn J. - Pont A.).
mode of action of therapeutic agents” Br J De Coster per primo (1986) ha dimostrato che
Dermatol 1984; 111: 235. il ketoconazolo, somministrato ogni 8 ore alla
dose di 400 mg per 14 giorni, produce effetti
Vanderwyck R.W., Roia F.C.: “The relations- scarsi sulle concentrazioni plasmatiche di cor-
hip between dandruff and microbical flora on tisolo ed aldosterone, mentre si produce una
the human scalp” J Soc Cosm Chem 1987; 15: elevazione delle concentrazioni plasmatiche
761. di 11-desossicorticosterone, 11-desossicortiso-
lo e corticosterone. Questi risultati fanno pen-
sare che si possa verificare anche un eccesso
di attività mineralcorticoide.
In studi controllati contro placebo ed in dop-
pio cieco, non solo la somministrazione orale
di ketoconazolo 200 mg/die (Ford G.P.) ha

56
aprile 2006 - N° 17 - Giornale Italiano di Tricologia

portato a notevoli remissioni della dermatite 1986; 24: 657.


seborroica del cuoio capelluto e del viso ma
anche la sola applicazione topica per 4 setti- Dunn J., Craven P., Graybill J.R.: “Effect of
mane di una crema al 2% di (Skinner R.B.) ha ketoconazole on gonad function in man” in
dimostrato inaspettatamente analoghi effetti, Einstein H.E., Catanzaro A. Eds:
sicché la ditta produttrice allargò presto le “ C o c c i d i o i d o mycosis” The Na t i o n a l
indicazioni della crema a questa patologia e Fundation for Infectious Diseases,
propose in commercio anche una versione al Washington D.C, 1985: 83 - 487.
2% ed 1% in shampoo per capelli grassi e con
forfora. Questi risultati vengono messi in rela- Ford G.P., Ive F.A., Midgley G.:
zione con una netta diminuzione della popo- “Pithyrosporum folliculitis and ketoconazo-
lazione cutanea in pityrosporum / malassezia. le” Br J Dermatol 1982; 107: 691.

Ford G.P., Farr P.M.; Ive F.A., Shuster S.:


“The response of seborrhoeic dermatitis to
ketoconazole” Br J Dermatol 1984; 111: 603.

Greew C.A., Farr P.M., Shuster S.: “Treatment


of seborrhoeic dermatitis of the face, scalp,
and trunc to topical ketoconazole” Br J
Dermatol 1987; 116: 217.

Pont A., Williams P.L., Azhar S., Reaven E.,


BIBLIOGRAFIA Spratt D.I. et Al.: “Ketoconazole blocks testo-
sterone synthesis” Arch. Inter. Med 1982; 39:
Carr M.C., Price D.M., Ive F.A.: “Treatment of 274.
seborrhoeic dermatitis with ketoconazole: I.
Response of seborrhoeic dermatitis of the Pont A., Williams P.L., Azhar S., Reitz R.E.,
scalp to topical ketoconazole” Br J Dermatol Bochra C., et Al.: “Ketoconazole blocks testo-
1987; 116: 213. sterone synthesis” Arch Inter Med 1982; 42:
2137.
De Coster R., Caers I., Haelterman C.,
Debroye M.: “Effects of single administration Pont A., Williams P.L., Loose D.S., Feildman
of ketoconazole on total and physiologically D., Reitz R.E., et Al.: “Ketoconazole blocks
free plasma testosterone and 17 beta-oestra- adrenal steroid synthesis” Ann Int Med 1982;
diol levels in healthy male volunteers” Eur J 97: 370.
Clin Pharm 1985; 29: 489.
Schurmeyer T., Nieschlag E.: “Ketoconazole
De Coster R., Caers I., Coene M.C., Amery W., induced drop in serum and saliva testostero-
Beerens D., et Al.: “Effects of dose ketocona- ne” Lancet 1982; 2: 1098.
zole therapy on the main plasma testicular
and adrenal steroids in previsiously untreac- Skinner R.B., Noah P.W., Taylor R.M., Zanolli
ted prostatic cancer patients” Clin Endocrin M.D., West S., et Al.: “Double-blind treatment

57
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

of seborrheic dermatitis with 2% ketoconazo- Questa preparazione si distribuisce sul cuoio


le cream” J Am Acad Dermatol 1985; 12: 852. capelluto due o tre volte alla settimana.

ASSOCIAZIONI DI PRINCIPI
TERAPEUTICI BIBLIOGRAFIA
a cura di Fiorella Bini
Chapmam M.G., Dowsett M., Dewhurst C.J. et
Abbiamo già detto come la terapia di un all.: “Spironolactone in combination with an
defluvio non possa prescindere dall'aspetto oral contraceptive: an alternative treatment
endocrino e dall'aspetto metabolico. È quindi for hirsutism” Br J Obset Gynaecol 1985; 92:
razionale pensare che possa essere usata una 983.
terapia di associazione fra più principi attivi.
Già abbiamo detto delle terapie di associazio- Kutten F., Rigaud C., Wright F., Mauvais-
ne con etinilestradiolo e ciproterone e dell'as- Javais P.: “Treatment of irsutism by oral
sociazione fra minoxidil e tretinoina; in lette- cyproterone acetate and percutaneus estra-
ratura troviamo notizie sull'associazione di un diol” J Clin Endocrin Metab 1980; 51: 1107.
estroprogestinico con lo spironolattone per
via orale (Chapmam M.G.), sull'associazione Pittaway D.E., Maxon W.S., Wentz A.C.:
orale di estrogeni e glucocorticoidi (Pochi “Spironolactone in combination drug therapy
P.E. - Saihan E.M.), sull'associazione di cipro- unresponsive hirsutism” Fertil Steril 1985;
terone orale ed estradiolo percutaneo (Kutten 43: 878.
F.), sull'associazione topica di estrogeni ed
antiadrogeni (Weirich G.). Pochi P.E., Strauss J.S.: “Sebaceous gland
Le terapie di associazione che uniscono far- inhibition from combined gl u c o c o rticoid-
maci attivi sulla via di controllo metabolico estrogen treatment” Clin Exp Dermatol 1976;
del capello (minoxidil, xantine, solfa to di 112: 1108.
zinco ecc) con farmaci in grado di agire sulla
androgeno-estrogeno dipendenza (progestero- Saihan E.M., Burton J.L.: “Sebaceous glands
ne, ciproterone, spironolattone, estrone ecc) suppression in female acne patients by combi-
danno, a nostro parere, i migliori risultati ned glucocorticoid-estro gen th e ra py” Br J
terapeutici nel defluivo androgenetico. Derm 1979; 103: 139.
Ad esempio:
Preparazione Weirich G., Longauer J.: “Inhibition of seba-
(minoxidil solfato 2,5% ceous glands by topical applicatin of oestro-
(minoxidil base 2,5% gen and anti-androgen on the auricolar skin
(progesterone base1% of rabbits” Arch Derm Foresch 1974: 81: 250.
(ac. salicilico 1%
(idrocortisone butirrato 0,05%
(estrone base 0,02%
(alcol 80° qb a ml 200
per uso esterno
con contagocce.

58
EDIZIONI TricoItalia (Firenze) novembre 2006

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- parte nona


edizione 2006
Proprietà letteraria ed artistica riservata all'Autore.©

SOMMARIO

LA CHIRURGIA TRICOLOGICA

Le opzioni chirurgiche - pag. 6


Generalità sull’autotrapianto monofollicolare - pag. 12
Le indicazioni all'autotrapianto - pag.16
La procedura chirurgica - pag. 18
Le fasi dell'autotrapianto - pag. 19
Il postoperatorio - pag. 28
Risultati e controlli - pag. 29
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2006

parte IX
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Carlo Grassi
Marino Salin
Piero Tesauro
Fabrizio Fantini
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter
Vincenzo Gambino
Gaetano Agostinacchio

EDIZIONI TricoItalia Firenze


novembre 2006
SOMMARIO:
LA CHIRURGIA TRICOLOGICA

CENNI STORICI - pag. 5

LE OPZIONI CHIRURGICHE - pag. 6


Rotazione di lembi - pag. 6
Riduzione dell'area calva - Detonsurazione - pag. 8
L'autotrapianto monobulbare - pag. 9
L'impianto di capelli artificiali - pag. 9

GENERALITÀ SULL'
AUTOTRAPIANTO MONOFOLLICOLARE - pag. 12
Le possibilità dell'autotrapianto - pag. 12
I limiti dell'autotrapianto - pag. 13
Il prelievo delle unità follicolari - pag. 13
La visita preliminare - pag. 15
Le indicazioni all'autotrapianto - pag. 16
L'autotrapianto nei pazienti giovani - pag. 16
L'autotrapianto nelle donne - pag. 16
Il preoperatorio - pag. 17
Istruzioni preoperatorie per il paziente - pag. 17

LA PROCEDURA CHIRURGICA - pag. 18


Note sull'anestesia - pag. 18
Le fasi dell'autotrapianto - pag. 19
Valutazione e prelievo dell'area donatrice - pag. 19
Preparazione dei graft - pag. 22
Creazione dei siti di ricezione - pag. 23
Inserimento dei graft - pag. 24
Aspetti particolari dell'autotrapianto - pag. 26
La ridefinizione della linea frontale - pag. 26
Il rinfoltimento del vertice e la tonsura - pag. 27
Considerazioni - pag. 28
Il postoperatorio - pag. 28
Prescrizioni ed istruzioni nel postoperatorio - pag. 29
Complicanze - pag. 29
Risultati e controlli - pag. 29
L'autotrapianto nelle aree cicatriziali - pag. 30
novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

LA CHIRURGIA TRICOLOGICA

Con la collaborazione di:


Piero Tesauro, Gaetano Agostinacchio,
Carlo Grassi e Vincenzo Gambino

Quando la calvizie si è definitivamente instau-


ra ta nessuna te rapia medica, per quanto
aggiornata, può apprezzabilmente modificare Sfortunatamente, a causa della 2° guerra
lo stato dei nostri pazienti; solo la Chirurgia mondiale, il lavoro di Okuda non fu conosciu-
Tricologia potrà porre rimedio ridistribuendo to fuori dal Giappone fino al 1959 quando la
i capelli dalle zone superstiti. sua tecnica fu diffusa in tutto il mondo da
Norman Orentreich che da allora è considera-
to il padre della moderna chirurgia della cal-
CENNI STORICI vizie.

Già all'inizio del 1800 Baromio affermò che


era possibile trapiantare pelle e peli ma i
primi veri accenni ad una chirurgia implanto-
logica degli annessi cutanei si devono al tede-
sco J. Dieffenbach che nel 1822, con la sua
tesi di laurea, provava la possibilità di un
autotrapianto di pelle, piume e peli negli ani-
mali.
Un secolo più tardi, nel 1939, Okuda descris-
se sul Japanese Journal of Dermatology la tec- Orentreich studiò e definì anche il “fenome-
nica del punch (bisturi circolare) per preleva- no della dominanza” di alcune patologie sulla
re da zone donatrici isole di cute con capelli o cute sana e viceversa e dimostrò che il bersa-
peli da reimpiantare nelle aree alopeciche, glio dei fattori inducenti la calvizie è un recet-
soprattutto del cuoio capelluto ma anche di tore a livello follicolare.
sopracciglia, baffi e pube.

Sul suo concetto di “dominanza” e sulle sue


idee sul recettore follicolare è basato il razio-
5
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

nale di tutte le tecniche chirurgiche e si è divaricata per qualche secondo.


giunti a negare validità alle teorie, fino ad Dal 1990 in poi questa tecnica chirurgica è
allora diffuse, secondo cui l'alopecia era cau- andata sempre perfezionandosi, fino a con-
sata da fatti ischemici del cuoio capelluto. sentire oggi risultati ritenuti fino a pochi anni
fa impensabili per naturalità e densità.

Oggi dunque le tecniche per il trattamento


chirurgico della calvizie sono molteplici; sta
all'abilità e all'esperienza del chirurgo utiliz-
zarle singolarmente o in associazione per otte-
nere il miglior risultato possibile a seconda
del paziente, del quadro clinico, delle sue
aspettative, del sesso, delle condizioni genera-
li e locali. Vediamole in breve.
Nel 1975 l'argentino Juri descrisse la tecnica
di rotazione del lembo temporo-parieto-occi-
pitale, successiva m e n te perfe z i o n a ta da LE OPZIONI CHIRURGICHE
Chaijchir e oggi quasi del tutto abbandonata.
Nel 1977 Blanchard e Hunger diffusero la tec- Rotazione e trasposizione di lembi di
nica di riduzione dell'area calva (detonsura- cuoio capelluto (tecnica di Juri)
zione) anche associata con l'autotrapianto e
Kabaker dimost rò l'utilità degli espansori È la tecnica proposta da Juri nel 1975, oggi
cutanei. quasi abbandonata, per ricostruire la linea
A part i re dal 1982, con il micrografting frontale. Consiste nell'autonomizzare, in ane-
descritto da Rolf Nordstrom e Manny Marrit, stesia locale e, solitamente, in due sedute ope-
si ha una nuova svolta, un decisivo perfeziona- ratorie ambulatoriali distanziate di circa 15
mento tecnico e nasce un nuovo concetto: giorni, un lembo di cute nella regione latero-
l'autotrapianto monobulbare. posteriore del cuoio capelluto. Si tratta di un
lembo centrato sull'arteria temporale superfi-
ciale, lungo 20 - 25 cm, largo 3,5 - 4 cm. La
sua forma deve essere attentamente valutata e
calcolata in modo da permettere una facile
rotazione.
Ottenuto il lembo rotante questo deve essere
posizionato con l'arteria te mp o rale sulla
regione frontale in anestesia generale. Per
fare questo il lembo viene completamente
autonomizzato sul peduncolo anteriore e ruo-
tato fino a raggiungere la zona frontale dove,
Questa tecnica si basa sulla applicazione di precedentemente, è stata rimossa una striscia
bulbi piliferi ottenuti dall'area occipitale i glabra di epidermide profonda 1 - 2 mm, in
quali vengono inseriti nell'area ri c evente modo da fornirgli un alloggio adeguato e rico-
mediante un'incisione puntiforme mantenuta struire l'attaccatura frontale.

6
novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

Segue sutura, bendaggio non compressivo e e dal conseguente scarso apporto vascolare; in
drenaggio aspirante (per togliere eventuali questo caso il danno estetico è mal riparabile.
raccolte di liquido). Questa ultimo rischio può essere evitato con
Il bendaggio viene rimosso normalmente la variante tecnica di Faivre-Rabineau che
dopo 24 ore dall'intervento ed i punti di sutu- prevede l'impiego di due lembi temporali,
ra dopo 10 - 15 giorni. ovviamente più corti, che si congiungono
Questa tecnica chirurgica può essere eseguita sulla linea mediana (lunghezza 10 - 12 cm e
su entrambi i lati (sia da destra che da sini- larghezza 2 - 2,5 cm).
stra) e può essere associata al trapianto ad
isole per coprire il vertice.
Lo scollamento della regione retro auricolare,
con lifting esteso al collo, permette una sutu-
ra della zona donatrice senza tensione.

Usando la tecnica di rotazione dei lembi si ha


il vantaggio di una immediata alta densità di
capelli (difficile ad ottenersi con gli innesti) e
lo svantaggio di un risultato estetico non sem-
pre perfetto. L'attaccatura frontale dei capelli
spesso assume facilmente un aspetto anorma-
le. Infatti se la lunghezza del lembo non è suf-
ficiente, per farlo arrivare dalla parte opposta
è necessario disporlo in maniera quasi oriz-
zontale determinando una linea frontale del
tutto innaturale, cioè priva della stempiatura
maschile (il paziente assomiglia un po' alla
creatura del barone di Frankestein); quando
la tecnica è eseguita su entrambi i lati i due
I problemi di questo tipo di intervento sono: lembi presentano una direzione dei capelli
- quelli, teorici, connessi all'anestesia genera- l'uno nel senso contrario all'altro (il capello è
le, inclinato di 75° rispetto al piano cutaneo),
- l'edema e l'ematoma della fronte, comune contribuendo a dare immediatamente un'im-
ma non grave, pressione di innaturalità a tutto il cuoio capel-
- la temibile necrosi (fino ed oltre 2 cm) dell'e- luto e rendendo arduo qualsiasi tentativo di
stremità distale del lembo ruotato che in pettinatura.
genere dipende dalla sua eccessiva lunghezza È una tecnica che ha oggi pochi estimatori e

7
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

viene talvolta utilizzata in chirurgia oncologi- tocutaneo in vicinanza dell'area da detonsura-


ca, per ricoprire una breccia chirurgica con- re, 45 - 60 giorni prima dell'intervento.
seguente all'asportazione di un tumore. L'espansore, posizionato sotto la cute, viene
lentamente e progressivamente riempito di
soluzione fisiologica con una comune siringa
Riduzione dell'area calva attraverso una valvola monodirezionale, in
(Detonsurazione di Blanchard e Hunger - modo da espandere la cute soprastante. In
scalp reduction - scalp lifting - galeoplastica) qu e sto modo, al momento dell'inte rve n to ,
sarà disponibile un lembo di tessuto (provvi-
In chirurgia tricologica è la tecnica più sem- sto di capelli) da poter utilizzare per coprire
plice ed intuitiva proposta da Blanchard e l'area calva.
Hunger nel 1977. Consiste nell'asportare chi- Ovviamente la presenza di queste “protube-
rurgicamente una “losanga” di cuoio capellu- ranze” sulla testa in preparazione dell'inter-
to alopecico e suturarne poi i lembi. Scopo vento, è fonte di problemi estetici e relaziona-
dell'intervento è ridurre l'area calva e, una li non indifferenti.
volta che questa è stata ridimensionata, rifini-
re, eventualmente, il lavoro con un autotra-
pianto. Prima dell'intervento occorre valutare
palpatoriamente con i polpastrelli delle dita
l'elasticità del cuoio capelluto per evitare di
trovarsi poi, una volta eseguito l'intervento,
nell'impossibilità di chiudere la breccia opera-
toria. L'intervento viene effettuato in aneste-
sia locale e, se necessario, può essere ripetuto
più volte, sempre con qualche mese di inter-
vallo. Sono comuni, dopo l'intervento, l'ede- Più recente è l'uso dell' “estensore sottocuta-
ma e la cefalea che scompaiono in qualche neo” (extender), una sorta di tirante che ha
giorno. Il lavaggio della testa è in genere con- minimizzato gran parte dei disagi degli espan-
sentito dopo 3 - 4 giorni. sori classici. Si tratta di uno strumento dello
spessore di 0,5 mm, in silicone elastico, con
alle estremità degli uncini di titanio che si
inseriscono nella galea; la sua lunghezza può
essere diversa in relazione alla dimensione
della zona da ridurre. In corrispondenza della
zona glabra, di solito il vertice, viene pratica-
ta una incisione ellittica che permette di inse-
rire l'estensore ancorato mediante gli uncini
alla galea capitis ed in tensione, poi la ferita
viene suturata con filo trasparente e sottile, in
Una variante tecnica prevede l'uso di “espan- sostanza invisibile. L'estensore è percepibile
sori cutanei” (secondo Kabaker). Si tratta, in solo al tatto ma praticamente non è visibile e
pratica, di “palloncini” di materiale biocom- permette una ottima vita di relazione evitan-
patibile che vengono introdotti nel tessuto sot- do l'inconveniente più grave degli espansori.

8
novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

Dopo circa un mese la tensione dell'estensore hanno definitivamente sostituito i cosiddetti


ha notevolmente ridotto la zona calva avvici- “trapianti ad isola” (Okuda - Orentreich) che,
nando i margini di cute espansa e coperta di pur rimpiazzando le zone calve, davano al tra-
capelli. Il chirurgo toglie l'estensore, viene pianto un aspetto a capelli di bambola (a ciuf-
rimossa la cute calva ed i bordi allineati e fetti) assolutamente poco estetico e poco natu-
suturati definitivamente. rale. L'estetica e la naturalezza l'autotrapianto
I risultati migliori si ottengono nei casi di l'ha conquistata definitivamente con l'avvento
media calvizie, per superfici da 10 a 13 cm di dei mini trapianti e dei micro trapianti
diametro. (micrografting).

L'autotrapianto monobulbare secondo L'impianto di capelli artificiali (meto-


Nordstrom e Marrit. do Yamada)

È la tecnica pro p o sta nel 1982, da Rolf Ricordiamo per completezza e soprattutto a
Nordstrom e Manny Marrit, con la quale si è titolo storico anche questa tecnica parachi-
avuta una svolta determinante ed un perfezio- rurgica, a nostro parere obsoleta ma che ha
namento tecnico decisivo. Ancora oggi è que- avuto ed ha i suoi estimatori e che viene, qua
sta la tecnica più utilizzata, più conosciuta e o là, ancora praticata e periodicamente ripro-
quella di cui parleremo più diffusamente in posta.
queste pagine; è ormai divenuta l'opzione di L'imp i a n to di capelli artificiali nel cuoio
prima scelta da quando sono stati introdotte capelluto è una procedura di mascheramento
variazioni e migl i o ramenti sostanziali ch e della calvizie. Tale metodica si diffuse rapida-

9
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

mente dall'America e dal Giappone verso stesia, alcune centinaia di questi capelli, di
l'Europa approdando in Italia all'inizio degli solito fino a 500. Il tessuto cicatriziale che si
anni 80. forma intorno al cappio fissa l'estremità del
I “capelli artificiali”, nella loro concezione capello che rimane ancorato al sottocutaneo
originale (secondo Yamada), sono di polieste- con una certa stabilità. Tra capello impianta-
re e colorati con pigmenti inorganici che to e cute avviene inoltre un processo di epite-
danno loro un aspetto naturale. Dapprima lizzazione, o di marsupializzazione, che fini-
arrivavano direttamente dal Giappone, in con- sce per formare una specie di pseudofollicolo,
tenitori sterili, poi sono stati prodotti un po' sola barriera che dovrebbe impedire ai germi
ovunque. La loro lunghezza originale era di di invadere il derma. Il capello artificiale,
16 cm. Ad una estremità presentano una spe- nonostante l'ancoraggio, va comunque incon-
cie di cappio. Mediante un apposito strumen- tro, come ogni corpo estraneo, ad un proces-
to questi capelli vengono afferrati da un ago so di superficializzazione che finisce con la
sottile e “sparati”, anche senza necessità di sua espulsione; una perdita di capelli artificia-
anestesia, nel cuoio capelluto ad una profon- li considerata normale oscilla mediamente fra
dità di 8 - 15 mm, sempre sopra la “galea capi- il 10 e il 30% all'anno. Occorrono quindi
tis” (fascia connettivale semi rigida che si periodici interventi di rinfoltimento che com-
estende sopra e a protezione del cranio). pensino le perdite.

Il “cappio”, in basso al capello, funziona da Della tecnica originale di Yamada sono state
sistema di ancoraggio quando intorno ad esso proposte numerose varianti ma tutte senza
si forma tessuto cicatriziale. Durante ogni reali vantaggi: differiscono fra di loro per il
seduta possono essere impiantati, senza ane-

tipo di materiale con cui il capello è realizza-


to, per il metodo di colorazione più o meno
superficiale della fibra, per il tipo di cappio
che dovrebbe fermarlo alla galea, per la forma
dell'ago infissore ma sopratutto per la prove-

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

nienza del kit chirurgico. Una delle tecniche - l'informazione del paziente sul pre e sul post
più originali prevede l'impianto di capelli a operatorio deve essere corretta; deve essere
“V”, da inserire con uno strumento ad ago anche chiara e precisa su quanto il metodo di
retrattile, dotato di 2 punte, che aggancia il impianto può dare e su quali sono i suoi difet-
capello in corrispondenza del vertice della V e ti connaturati ed i suoi limiti e costi.
lo rilascia ad una profondità di 8 mm. Dato L'inconveniente subito più evidente di questo
che così ad ogni impianto corrispondono 2 metodo consiste nel fatto che viene espulso
capelli e che il metodo di inserimento è velo- fino al 30% dei capelli impiantati ogni anno e
cissimo, si arriva fino a 800 capelli all'ora. Il poiché è previsto un periodico intervento di
risultato estetico immediato, specie nei casi di rinfoltimento che compensi le perdite, i costi
aree alopeciche limitate con assenza di tessu- si fanno assai elevati e il soggetto diventa
to cicatriziale e se la quantità di capelli inse- “dipendente” dal “centro tricologico”.
riti non è troppo grande (2000 - 5000 capelli), Successivamente ogni capello che viene espul-
è assolutamente buono ed anche la tollerabi- so lascia una piccola zona di alopecia cicatri-
lità del materiale artificiale da parte della ziale che piano piano finisce per trasformare
cute è, all'inizio, apparentemente buona. l'alopecia androgenetica in una alopecia cica-
I risultati sono nel tempo, di solito, molto triziale.
inferiori alle aspettative. Sono poi anche drammaticamente frequenti
Per un buon esito di questa tecnica occorre fenomeni di reazioni da corpo estraneo con
comunque che venga rispettato un preciso formazione di tipici granulomi infiammatori.
protocollo le cui regole fondamentali sono: Troppo frequente è anche l'infezione della
- l'implantologo deve essere qualificato, possi- cute causata da basse cariche di batteri, spes-
bilmente specialista in dermatologia con espe- so anche antibiotico resistenti.
rienza di dermochirurgia;
- la fibra del capello artificiale deve essere un
polimero medical-grade, registrato nella far-
macopea come filo da sutura;
- i pigmenti utilizzati nella fibra devono esse-
re di origine naturale ed inglobati nel polime-
ro ancora allo stato liquido perché non posa-
no migrare nel derma;
- il sistema di ancoraggio deve essere a nodo
reversibile per consentire, se necessario, l'e-
strazione della fibra con danni cicatriziali
minimi;
- le fasi di attuazione dell'interve n to di
impianto debbono essere collegate fra loro in
maniera organica e programmata per ottene-
re il meglio che il metodo può offrire;
- dopo il momento operatorio il paziente non Oltre a tutto questo il costo degli interventi è
dovrà essere abbandonato ma verrà seguito molto alto (i preventivi vengono fatti un tanto
nel tempo e da personale medico adeguata- a capello) e questo prezzo non è giustificato
mente preparato; né dal costo del materiale usato né dai risulta-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

ti ottenuti né spesso, purtroppo, dalla profes- corpo estraneo, ancora meno biocompatibile
sionalità di chi effettua questi impianti. di una fibra artificiale, pertanto anche questa
Q u e sta tecnica, che fu dich i a rata illegale metodica è soggetta a tutti gli stessi inconve-
negli USA dalla FDA nel 1983, è ancora spo- nienti e a tutti i rischi del metodo Yamada.
radicamente praticata da “tricologi” spesso
non meglio qualificati e spesso non medici, Solo con pare re dell'8 febbraio 1995, il
per i quali si configura anche il reato di eser- Ministero della Sanità italiano ha deliberato
cizio abusivo della professione. che l'innesto di capelli inorganici o naturali
Una variante, che riteniamo abbandonata, di deve essere considerato atto medico ed esegui-
questa tecnica è l'impianto di capelli naturali to da laureati in medicina e chirurgia abilita-
(“Tims”-Tecnica implantologica metodo ti all'esercizio della professione, inoltre i cen-
Santi). tri ove l'attività viene eseguita devono essere
Si tratta in questo caso di capelli veri nei considerati ambulatori ai sensi dell'art. 193
quali il bulbo originale viene sostituito con Testo Unico LL SS e successive modifiche.
uno pseudobulbo artificiale, polimerico, a Tutto questo sembra ancora largamente insuf-
“treccia aperta”, che consentirà l'ancoraggio ficiente!
alla cute; dopo la sterilizzazione, con metodo
simile a quello dei capelli artificiali, i capelli
vengono inseriti nel cuoio capelluto con la GENERALITÀ SULL'AUTOTRAPIANTO
“pistola implantologica”, in direzione obli- MONOFOLLICOLARE
qua, 30 - 35°, ad una profondità di 5 - 8 mm). (micrografting)
Ad un test preliminare di valutazione, effet-
tuato con 100 - 150 capelli, segue, in genere Le possibilità dell'autotrapianto
dopo 2 mesi, l'impianto vero e proprio (300 -
350 capelli per seduta, sempre ad un costo Un autotrapianto non crea nuovi capelli dal
calcolato sul numero dei capelli e comunque nulla, ma si limita a distribuire su una zona
assai alto). Il risultato estetico della metodica più ampia quelli presenti sul cuoio capelluto.
è migliore di quello ottenibile con i capelli Poiché esistono gradi diversi di calvizie,
artificiali e la percentuale di perdita annua anche i risultati dell'autotrapianto variano da
sarebbe inferiore. Qualunque sia il risultato soggetto a soggetto; è evidente che maggiore è
estetico dell'impianto di capelli occorre poi l'estensione dell'area priva di capelli, più pic-
sempre considerare non solo il problema della cola l'ampiezza della zona donatrice, minore
loro “perdita” annua ma anche quello della sarà la densità finale raggiungibile. La densi-
loro conservazione. Il deteriora m e n to dei tà ottenibile con un autotrapianto, quindi, è
capelli naturali sarà infatti tanto più veloce sempre inferiore a quella dei capelli normali.
quanto più vengono trattati: shampoo, petti- Per ottenere un risultato più naturale possibi-
nature, asciugature, acqua clorata, cappelli, le nella zona fro n tale i capelli ve n g o n o
caschi, per non parlare di colorazioni e deco- impiantati molto vicini, mentre si tende a
lorazioni che ne compromettono rapidamente ridurre la loro densità nelle zone posteriori.
la qualità e l'aspetto. In definitiva il risultato Un autotrapianto consente di ottenere risulta-
estetico iniziale (magari buono) verrà perduto ti permanenti, poiché i capelli spostati man-
più o meno rapidamente. Inoltre anche il tengono le caratteristiche proprie della loro
capello naturale è comunque e ovviamente un sede di provenienza (nuca) e quindi non cado-

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

no o cadono molto avanti degli anni (fenome- pio in un giovane, un'attaccatura ideale ma
no della dominanza di Orentreich). Il numero troppo avanzata. Il risultato estetico di questa
di capelli, o meglio il numero di unità follico- strategia potrebbe essere catastrofico a distan-
lari, che può essere trapiantato in un singolo za di anni quando, col progredire della calvi-
intervento è normalmente compreso tra 1500 zie, cadranno i capelli immediatamente poste-
e 2500, anche se è in teoria possibile raggiun- riori a quelli trapiantati (che invece, prove-
gere numeri molto più alti (3.000 o anche nendo dalla nuca, pers i ste ranno): a quel
4.000). Sebbene molti pazienti diano estrema punto, senza capelli utilizzabili nell'area di
importanza al numero di capelli trapiantati donazione, resterebbe ben poco da fare per
per seduta, è bene tenere presente che in correggere l'errore del primo trapianto.
genere il risultato ottenuto con due sedute da La perdita dei capelli è un fenomeno conti-
1.500 capelli effettuate a distanza di qualche nuo che ha una fase di caduta molto rapida
mese è superiore per densità e naturalezza fra i 20 ed i 35 anni ma non si arresta nean-
rispetto a quello ottenibile con un'unica sedu- che in età avanzata.
ta da 3.000 capelli, in particolare se l'area da
rinfoltire non è molto estesa.
Indipendentemente dal numero di capelli tra- Il prelievo delle unità follicolari
piantati, l'intervento viene effettuato in ane-
stesia locale, senza ricovero, ed ha un periodo Fondamentalmente sono oggi due le procedu-
di convalescenza molto ridotto; già 24 ore re alla base dell'autotrapianto:
dopo la sua esecuzione i segni visibili si limi- l'escissione di una losanga occipitale di cuoio
tano a piccole crosticine in corrispondenza capelluto o il prelievo delle singole unità bul-
degli innesti e ad modesto gonfiore nella zona bari (procedura FUE, Follicular Unit
delle palpebre. Extraction), entrambe praticate sulla parte
posteriore e/o laterale dello scalpo.

I limiti dell'autotrapianto La tecnica FUE (il cosiddetto prelievo “follico-


lare” mediante microaspiratore monobulba-
Come è ovvio, il limite principale dell'autotra- re) è ancor oggi oggetto di dibattito e viene
pianto è costituito dall'ampiezza dell'area da adottata, come pratica abituale dei prelievi,
rinfoltire e dalla disponibilità di capelli tra- soltanto da pochi chirurghi. Il vantaggio attri-
piantabili. Meno ovvio, sopra t t u t to per i buito a tale tecnica, rappresentato dalle mino-
pazienti più giovani, è che la calvizie è un ri dimensioni con conseguente minore visibi-
fenomeno dinamico, che con gli anni tende lità delle cicatrici, necessita di ulteriori valu-
inevitabilmente a peggiorare. Il paziente idea- tazioni. È utilizzabile essenzialmente nelle
le è un soggetto con calvizie stabilizzata e forme più lievi di calvizie dove possono basta-
almeno 35 anni di età. Di fatto il chirurgo si re 400 - 500 bulbi. Si tratta di una forma
trova spesso a dover operare pazienti anche moderna di punch, cioè di microbisturi circo-
molto più giovani, con calvizie ancora in pro- lare in grado di prelevare segmenti minimi di
gressione. È imp o rtante che il chirurgo cuoio capelluto contenenti uno o due bulbi. È
esponga con onestà i limiti del rinfoltimento un metodo valido per ridurre le stempiature
ottenibile, ed eviti di utilizzare tutti i capelli ma poco adatto quando si voglia rinfoltire
dell'area di donazione per ricreare, ad esem- una zona ampia: in questi casi prima di rag-

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

giungere un risultato soddisfacente dovranno molto piccole consente di poter utilizzare


essere effettuate varie sedute a distanza tra aghi sottili per allestire i siti di ricezione, così
loro di qualche mese. da non correre il rischio di danneggiare i fol-
licoli vicini e provocare eccessivo danno vasco-
lare.

I tempi operatori sono inoltre più lunghi in


quanto il prelievo richiede più tempo e quin-
di i costi per collocare 400 - 500 bulbi sono
quasi sovrapponibili a quelli necessari per
una seduta “standard” di microinnesti. Le
modalità della pro c e d u ra sono identich e :
intervento ambulatoriale in anestesia locale.
Il decorso postoperatorio è sovrapponibile in
quanto il collocamento degli innesti è identi-
co. La ripercussione del prelievo sulla zona
posteriore donatrice è minima anche se i pro- Il microtrapianto di unità follicolari (dall'in-
cessi cicatriziali successivi alla guarigione dei glese Follicular unit micrografting) ha per-
piccoli punti dove sono stati prelevati i singo- messo di superare i limiti delle precedenti tec-
li innesti possono ridurre la quantità comples- niche, compreso l'inestetico “effetto bambo-
siva dei bulbi prelevabili successivamente. la” (pluggy look) e di allargare il numero di
Questo metodo ha in effetti il vantaggio di candidati alla chirurgia della calvizie. Questa
essere meno traumatico e di non lasciare procedura, di grande flessibilità, consente più
alcun esito cicatriziale. Richiede però più di qualunque altra di ricreare o ridefinire la
pazienza per chi desideri raggiungere rinfolti- linea frontale e temporale in modo talmente
menti importanti che potranno avere alla fine naturale da rendere quasi impossibile la per-
un costo complessivo superiore. cezione che il soggetto si sia sottoposto a ripri-
stino chirurgico.
La tecnica di prelievo oggi più diffusa è l'escis-
sione della losanga occipitale. Al microscopio L'affinamento e la personalizzazione da parte
il lembo cutaneo viene poi sezionato in unità dei chirurghi delle varie procedure esistenti
follicolari (contenenti da 1 a 4 capelli) e unità ha portato alla continua messa a punto di tec-
multifollicolari (contenenti dai 3 ai 6 capelli n i che individuali, divulga te poi attraverso
ciascuna). La creazione di unità follicolari pubblicazioni e congressi dedicati. Ma su un

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

punto tutti i chirurghi sono sempre concordi, molto pressanti, deve essere illustrata l'evolu-
di procedere nei primi millimetri della zona zione che la capigliatura potrà avere nel corso
frontale (praticamente il 5 - 10% del totale dei della vita e come questo sia da considerare in
capelli da trapiantare) con la tecnica di micro- fase di programmazione dell'autotrapianto.
grafting. Per il resto la scelta è discrezionale: Spesso ciò che terrorizza un ragazzo che
dal trapianto totale (autotrapianto di unità perde i capelli non è la situazione presente
follicolari) al micro/minitrapianto, dagli inne- ma quella che teme possa accadere più avanti
sti combinati (slot punch) agli innesti lineari. nel tempo. Un trapianto dovrà dargli la sicu-
rezza che la calvizie non ci sarà. Un bravo chi-
rurgo consiglierà la strategia migliore senza
promettere risultati miracolosi, bensì cercan-
do la soluzione giusta e prendendo in conside-
razione l'età, il grado di calvizie, la densità, il
colore e la qualità dei capelli dell'area dona-
trice. Spesso, nel colloquio con il paziente, si
sottolinea che la calvizie non è una malattia,
ma un problema estetico e psicologico: il com-
pito del chirurgo consiste nel trovare la solu-
zione a tale problema.
Durante il colloquio preliminare, il paziente
riceverà alcune importanti informazioni sulla
La visita preliminare tecnica più adeguata, su come prepararsi
all'interve n to, sul numero degli inte rventi
Il primo contatto tra chirurgo e paziente rive- necessari o che potranno essere necessari per
ste sempre un'importanza fondamentale. È in lui, sui risultati parziali e finali che si potran-
questa sede che si dovrà stabilire se la calvizie no ottenere, sugli accorgimenti e sulle possibi-
ha raggiunto uno stadio in cui altre terapie li complicanze del postoperatorio, sulla stima
non possono più dare risultati soddisfacenti e realistica dei costi fisici ed economici. È que-
se è quindi corretto utilizzare la chirurgia. sta l'occasione che il chirurgo ha per rispon-
Dal IV stadio della scala di Hamilton la chi- dere a eventuali domande e dubbi. La visione
rurgia è spesso la soluzione migliore, anche se di materiale illustrativo di casi clinici pre e
occorre sottolineare che le scale di classifica- post chirurgia nonché la sottoscrizione di un
zione dell'alopecia sono solo indicative e che consenso informato chiaro e dettagliato aiute-
ogni paziente deve essere valutato singolar- rà il paziente ad avvicinarsi all'intervento con
mente. una maggiore consapevolezza dei vantaggi e
Per pianificare in maniera corretta l'interven- dei limiti dell'autotrapianto.
to è importante, con alcune deroghe, che la Per evitare delusioni il paziente dovrà fonda-
caduta si sia in qualche maniera stabilizzata. mentalmente aver chiaro un concetto base:
È importante che si sondino anche le aspetta- che l'autotrapianto dei capelli svolge ottima-
tive che portano il paziente al chirurgo, che mente il compito di ridistribuire i capelli esi-
siano realistiche e non legate a desideri irrea- stenti ma non può crearne di nuovi.
lizzabili o a dismorfofobia. Ai pazienti più gio-
vani, in cui ansie e speranze sono in genere

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Le indicazioni all'autotrapianto re verso chi non è ancora maggiorenne, il chi-


rurgo dovrà tenere un atteggiamento rassicu-
È candidato all'intervento di autotrapianto: rante e nel contempo deciso. Dovrà fargli pre-
- chi presenta alopecia androgenetica di tipo sente che, se la calvizie non è particolarmen-
sia maschile che femminile; te avanzata, è preferibile attendere e valutar-
- chi desidera aumentare la densità dei capel- ne l'ulteriore progressione. Nel frattempo, per
li in un'area diradata; mantenere il più possibile i capelli presenti,
- chi presenta aree cicatriziali causate da trau- deve essere preso in considerazione il tratta-
mi (anche chirurgici, come ad esempio un lif- mento medico: finasteride, minoxidil ecc.
ting facciale) o da malattie cutanee; Qualora poi si decidesse comunque per un
- chi vuole infoltire o ripristinare i peli perdu- intervento precoce è necessario optare per un
ti in parti del corpo come sopracciglia, ciglia, approccio poco aggressivo e prevedere la peg-
pube, aree ustionate. giore ipotesi possibile di evoluzione dell'alope-
Candidato alla chirurgia della calvizie può cia. Per progettare l'intervento occorre anche
definirsi chi, uomo o donna, a partire dai affidarsi all'anamnesi familiare, valutando i
diciotto anni, abbia rilevato una perdita per- casi di calvizie in famiglia, soprattutto del
manente dei capelli (dall'intervento sono padre e del nonno materno.
esclusi i diabetici insulinodipendenti ed i car-
diopatici gravi). Il rinfoltimento chirurgico è
giustificabile anche in presenza di un'area L'autotrapianto nelle donne
diradata di piccole dimensioni, soprattutto se
il soggetto vive il problema con forte disagio e La donna può essere sottoposta al trapianto
come elemento di disistima. purché abbia capelli di buona qualità e suffi-
La visita preliminare ha lo scopo di informa- ciente densità nella regione donatrice. La
re il paziente sulle possibili soluzioni del pro- donna vive la calvizie come un grave handi-
blema ma senza spingerlo all'intervento. Se il cap non solo per i suoi risvolti estetici ma
paziente non risulta essere un candidato vali- soprattutto per il danno di immagine che que-
do all'autotrapianto o è comunque troppo gio- sta comporta e che si ripercuote, a volte con
vane per affrontarlo è meglio invitarlo a un forme estreme, nella sua vita affettiva, sociale
secondo controllo dopo almeno 6 - 12 mesi. e professionale.
Nel discutere l'autotrapianto con una donna è
opportuno un approccio diverso ri s p et to
L'autotrapianto nei pazienti giovani all'uomo. Di notevole importanza è il non ali-
mentare aspettative troppo elevate ed irrealiz-
I giovani pazienti sono sempre difficili da zabili che possono sfociare in pesanti delusio-
accontentare poiché la volontà di ricorrere ni e profonda amarezza. L'esposizione sarà
all'autotrapianto si carica di una serie di chiara e senza esagerazioni sui risultati rag-
aspettative non sempre obiettive. Spesso viene giungibili. Il chirurgo, dopo aver valutato
richiesta la correzione della normale alopecia quali siano le cause che determinano la perdi-
frontoparietale (la ste mpiatura). La calvizie ta dei capelli, dovrà stimare se la paziente
prematura può avere conseguenze psicologi- abbia una sufficiente densità dell'area dona-
che pesanti per la qualità della vita. Nei con- trice occipitale e se i capelli siano di diametro
fronti di un giovane paziente ed in particola- adeguato. Occorre infine informare la pazien-

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

te sul fatto che, con il periodo perimenopau- transaminasi, marker dell'epatite B e C e


sale e postmenopausale, ci potrà essere un'ul- dell'HIV, esami di coagulazione, ECG.
teriore perdita dei capelli e che pertanto È importante che il chirurgo sia a conoscenza
potranno dover essere prese in considerazione di eventuali farmaci assunti dal paziente, i cui
future sessioni di autotrapianto, sempre che componenti possano interagire con il sangui-
l'area donatrice sia in grado di consentirle. namento o con i farmaci impiegati nella ses-
sione chirurgica.
Si chiede al paziente di eventuali allergie (al
latice ad esempio) o di reazioni tossiche ad
anestetici e medicamenti impiegabili durante
l'arco della sessione chirurgica.
Il giorno stesso dell'intervento si procede allo
scatto delle fotografie preoperatorie, viene
rivisto ed eventualmente rivalutato, il piano
operatorio personalizzato e compilato duran-
te la visita preliminare.
Al paziente viene richiesto di sottoscrivere il
consenso informato, con il quale dichiara di
In mancanza dei requisiti necessari si dovrà essere a conoscenza delle modalità dell'auto-
in ogni caso scartare l'ipotesi dell'intervento, trapianto nonché delle eventuali complicanze
dirottando eventualmente la paziente verso il che da esso potrebbero derivare.
camouflage. Confermata al contrario la candi-
datura all'autotrapianto, possono essere util-
mente prospettate le tecniche che prevedono Istruzioni preoperatorie per il paziente
l'impiego pressoché esclusivo di unità mono-
follicolari. Si sconsiglia sempre, nella donna, - Astenersi dall'assumere farmaci antinfiam-
il prelievo nelle zone laterali e temporali, per- matori e analgesici nella settimana anteceden-
ché è sempre possibile un loro futuro dirada- te l'intervento (tali farmaci possono allungare
mento, evenienza che lascerebbe scoperta e il tempo di sanguinamento).
visibile la cicatrice operatoria. - Astenersi dall'assumere integratori nutrizio-
nali una settimana prima dell'intervento.
Sospendere ogni terapia locale (fiale, lozioni
Il preoperatorio ecc.) una settimana prima dell'intervento.
- Non assumere bevande alcoliche, compreso
Qualche settimana prima dell'autotrapianto vino e birra, nelle 24 ore antecedenti l'inter-
viene consegnata al paziente una scheda con- vento.
tenente i suggerimenti ed i consigli da mette- - La mattina dell'intervento fare regolarmente
re in atto per facilitare l'intervento stesso e colazione.
l'immediata ripresa della attività. - Effettuare uno shampoo accurato il giorno
Sebbene l'autot rapianto dei capelli non stesso dell'intervento.
richieda, per la sua natura, grandi indagini - Attenersi ad ogni altra eventuale istruzione e
preliminari, molti chirurghi prescrivono alcu- prescrizione data dal chirurgo.
ni esami di routine preoperatori: emocromo,

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

LA PROCEDURA CHIRURGICA to (4 - 6 ore), dovute principalmente al nume-


A cura di Vincenzo Gambino ro di trapianti per ciascuna sessione nonché
alle più piccole dimensioni degli stessi. Tutto
Prima di addentrarci nella descrizione della questo richiede un'anestesia adeguata, che
procedura chirurgica è necessario considera- mantenga costante la propria azione e miglio-
re alcuni elementi che contribuiscono a deter- ri l'emostasi limitando il sanguinamento.
minarne il successo e fra questi l'organizza- La scelta e la somministrazione dell'anestetico
zione dell'ambulatorio chirurgico, la distribu- ra p p resentano quindi un elemento fonda-
zione razionale degli spazi, la strumentazione mentale. L'importanza di controllare il dolore
utilizzata durante l'intervento. in tutte le fasi e di ridurre l'ansia del paziente
non deve essere sottovalutata. Per tale ragione
L'autotrapianto dei capelli deve essere pratica- è necessario che il chirurgo sia a conoscenza
to in una struttura qualificata, che garantisca dell'azione, del dosaggio, della durata e delle
la costante presenza dell'anestesista in tutte le eventuali reazioni tossiche dell'anestetico che
fasi dell'intervento e che sia dotata di attrezza- andrà a utilizzare.
ture per la rianimazione, garantendo così la Tra gli anestetici locali sono oggi preferite la
massima sicurezza del paziente. lidocaina cloridrato 1% con adrenalina
1/100.000 e la bupivacaina 0.25% con adre-
La sala operatoria deve essere sufficientemen- nalina 1/20.000 che ha una durata d'azione
te spaziosa, adeguatamente illuminata, dotata di 2 - 3 volte più lunga della lidocaina ma è
di poltrone ad altezza regolabile e di un tavo- più tossica.
lo operatorio automatizzato che consenta la Le reazioni allergiche a questi anestetici sono
posizione di Trendelenburg. molto rare e dovute per lo più a un conservan-
te, il metilparabene, che viene aggiunto nelle
preparazioni multidose per le sue proprietà
Note sull'anestesia batteriostatiche e fungistatiche. La tossicità
sistemica è dovuta a due motivi: a un'iniezio-
L'autotrapianto di capelli è un intervento chi- ne accidentale intravascolare, anche in mini-
ru rgico ad invasività limitata che può e ma quantità, oppure a una somministrazione
dovrebbe sempre essere eseguito in anestesia eccessiva in dose unica. La casa farmaceutica
locale. Questa, oltre a consentire la dimissio- raccomanda di non superare la dose di 50 ml
ne del paziente praticamente subito dopo l'in- di lidocaina 1% con adrenalina 1/100.000 per
tervento, lo porta a interagire e a collaborare unica somministrazione; il dosaggio massimo
a t t i va m e n te in tutte le fasi chirurgiche. raccomandato per la bupivacaina 0,25% con
L'anestesia pone comunque dei problemi che adrenalina 1/200.000 è invece di 225 mg.
vanno conosciuti. Primo fra tutti la durata
dell'interve n to, che normalmente prevede La somministrazione di benzodiazepine ridu-
diverse ore di lavoro e anche il paziente più ce gli effetti sul sistema nervoso centrale e
collaborante ha spesso necessità di un suppor- aumenta la soglia convulsiva. Sono sufficienti
to farmacologico che gli consenta di soppor- secondo la maggior parte dei chirurghi trico-
tarne la lunghezza. Occorre considerare che logi 10 mg per os di diazepam ma qualcuno
le moderne tecniche di autotrapianto richie- preferisce una sedazione più profonda per via
dono ora sessioni più lunghe rispetto al passa- venosa; in questo caso per ragioni medico-

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

legali si consiglia comunque la presenza di un - inserimento dei bulbi.


anestesista. Se si desidera sedare il paziente la
scelta dei farmaci cade sulle molecole ipnoti-
co sedative di ultima generazione, caratteriz- Fase 1:
zate da un favorevole profilo farmacocinetico Valutazione e prelievo dell'area donatrice
a rapida azione ed altrettanto veloce caduta
della concentrazione plasmatica al disot to Il paziente viene vestito con una comoda
della finestra terapeutica, tale che il rischio di vestaglia, poi introdotto in sala operatoria e
sedazione prolungata e di effetti collaterali a preparato per il controllo continuo dei segni
distanza risulta praticamente annullato. vitali. Le attuali apparecchiature di monito-
Queste proprietà permettono, durante l'inter- raggio rilevano i dati di pressione sanguigna,
vento, una sedazione del paziente efficace ed cuore, polso, polmoni con un sensore non
estremamente modulabile, conservando intat- invasivo sistemato su un dito. A questo punto
ta la possibilità di dimissione a fine procedu- viene somministrato un antibiotico ed un leg-
ra. Il Midazolam (Ipnovel®), benzodiazepina gero sedativo. Una compressa da 1 g di amoxi-
ad azione ultrabreve, somministrata in boli cillina (che il paziente continuerà ad assume-
retratti fino al raggiungimento dell'effetto cli- re dopo l'intervento per 5 giorni al dosaggio
nico desiderato, può essere utilizzata con di 1 g 2 volte al giorno) accompagnata da 10
tranquillità e rimane a tutt'oggi la molecola mg di diazepam che riduce la tossicità dell'a-
maggiormente utilizzata. Il Pro p o fo l nestetico. La somministrazione dell'antibioti-
(Diprivan®) si rivela prezioso qualora si pre- co ha, ovviamente, lo scopo di prevenire even-
ferisca l'infusione continua per ottenere un tuali infezioni anche se queste, dopo un inter-
livello stabile di sedazione, che può variare vento di autotrapianto, sono estremamente
dalla semplice ansiolisi fino ad un vero e pro- rare.
prio stato ipnotico. Le caratteristiche del far- A paziente seduto su una poltrona simile a
maco, il suo elevato volume di distribuzione e quella in uso negli studi dentistici ha inizio la
la rapida caduta della concentrazione plasma- p re p a razione dell'area donatrice. Con un
tica a fine infusione legata sia a fenomeni di rasoio elettrico si accorciano selettivamente i
degradazione che di ridistribuzione, ne capelli presenti sulla striscia da prelevare alla
ga rantiscono la cessazione completa degl i lunghezza di 2 mm (questo consentirà, a
effetti clinici anche dopo infusioni di lunga intervento ultimato, di coprire i punti di sutu-
durata. ra con i capelli circostanti), poi si disinfetta.
L'area donatrice elettiva (SDA, Safe Donor
Area) è situata nella regione parieto-occipita-
Le fasi dell'autotrapianto le, dove i capelli sono permanenti. Il criterio
di definizione della SDA tiene conto di una
L'autotrapianto dei capelli si articola in quat- serie di fattori come l'età del paziente, la sua
tro specifiche fasi chirurgiche il cui rispetto è anamnesi familiare, l'esame obbiettivo.
determinante per la riuscita dell'insieme: L'approccio più sicuro è comunque sempre
- valutazione e prelievo dell'area donatrice; quello più conservativo, che definisce il mar-
- preparazione dei graft e delle unità follicola- gine inferiore a partire dalla protuberanza
ri; occipitale e prosegue lateralmente verso la
- creazione dei siti di ricezione; zona parietale con una larghezza di prelievo,

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

in caso di primo intervento e logicamente ottenere. Per un espianto che va da una zona
dopo aver accertato l'elasticità del cuoio capel- temporale all'altra si usano 10 - 12 ml di ane-
luto, di 2 cm nella zona occipitale, che dimi- stetico (lidocaina).
nuisce a 1,5 cm nella zona parietale e poi si Finita l'anestesia, dopo aver abbassato lo
restringe. schienale della poltrona, si fa distendere il
paziente in posizione prona con il viso appog-
giato su un apposito cuscino (prono pillow). È
pratica comune ora infiltrare nell'area di pre-
lievo soluzione fisiologica con una siringa da
10 ml provvista di ago da 21 Gauge, iniettan-
do sia nel tessuto adiposo sottocutaneo sia a
livello del derma superficiale. La tumescenza
che si ottiene con l'infiltrazione di soluzione
fisiologia offe diversi vantaggi:
- mantiene ferma e solleva l'area di prelievo, il
che permette di praticare l'incisione dei mar-
gini della losanga senza danneggiare le strut-
ture vascolari e nervose sottostanti;
- aumenta la distanza tra i capelli, aiutando il
Valutata l'area donatrice, si procede, sempre chirurgo a non sezionare i bulbi;
con il paziente seduto in poltrona, alla sommi- - aumenta lo spazio tra le unità follicolari,
nistrazione dell'anestetico. facilitando la loro successiva separazione e
preparazione;
- riduce il sanguinamento.
Il taglio dei margini della losanga deve avveni-
re creando il minor danno possibile ai bulbi.
La maggior parte degli operatori utilizza un
bisturi monolama, più sicuro in quanto con-
sente un miglior controllo dell'angolo di cre-
scita dei capelli, posizionando la lama paralle-
lamente a essi e penetrando nel tessuto di 5 -
6 mm.

L'anestesia viene effettuata con una siringa da


3 ml e un ago da 30 Gauge. Generalmente si
inizia dalla protuberanza occipitale iniettan-
do lentamente l'anestetico nel derma profon-
do e procedendo verso le aree parietali.
La quantità di anestetico adoperata in questa
fase varia, ovviamente, in rapporto alla
dimensione della zona di prelievo che dipen-
de dal numero di unità follicolari che si vuole

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

Praticate le due incisioni si utilizza una pinza procede all'eventuale emostasi dei vasi (il san-
emostatica curva che, inserita chiusa nei tagli guinamento è comunque ridotto per la tume-
chirurgici e successivamente aperta, permette scenza e per il vasocostrittore contenuto nel-
il distacco della losanga arrecando il minimo l'anestetico) e quindi alla sutura.
danno possibile ai bulbi. Il ricorso al bisturi
bilama o multilama (questi ultimi consentono
il prelievo di più strisce di larghezza variabile
in rapporto ai distanziatori impostati tra le
lame), pur favorendo una più rapida prepara-
zione dei graft, aumenta il rischio di danneg-
giamento dei follicoli.

Come praticare la sutura dell'area di espianto


è ancora oggi fonte di discussione sia per il
materiale da utilizzare (graffette o fili) che per
la convenienza o meno di un doppio piano di
s u t u ra (ovvero punti sia sot to c u tanei ch e
superficiali).

Scollati i margini della losanga, questa viene


delicatamente sollevata da una sua estremità
e si procede allo scollamento dei piani profon-
di con la lama da bisturi o, meglio, con forbi-
ci a punta piccola.

Non esiste sutura che non lascia traccia ma


una cicatrice “invisibile” è il fiore all'occhiel-
lo del chirurgo tricologo. Una cicatrice sottile,
oltre al vantaggio puramente estetico, è fonda-
mentale per preservare una zona donatrice
priva di reazione fibrotica e che sia la più
ampia possibile a disposizione per eventuali
interventi successivi. Sono comunque vari i
Questa fase, estremamente imp o rtante, fattori che concorrono alla formazione di una
richiede precisione, attenzione e delicatezza “bella” cicatrice.
per scongiurare lo “strappo” della striscia e Secondo Richard Shiell esiste una predisposi-
lasciare sufficiente tessuto adiposo attorno ai zione genetica a cicatrici “non belle”, fre-
bulbi per proteggerli. Effettuato il prelievo, si quente nelle persone originarie del bacino

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Mediterraneo e, più estesamente, dell'Africa. vo sicché, alla conclusione di più sessioni chi-
rurgiche, il paziente si ritrovava con 2 ed
anche 3 cicatrici, tra loro parallele, definite
figurativamente da Russell Knudsen con il
termine di “venetian window blinds” (tendine
veneziane). Tale pratica è oggi inaccettabile e,
nel caso di un successivo intervento di auto-
trapianto, la vecchia cicatrice viene rimossa
mantenendola al centro della zona del prelie-
vo stesso.

Cercare di migliorare un brutto 'esito cicatri- Fase 2:


ziale il più delle volte riproduce una cicatrice Preparazione dei graft e delle unità follicolari
ugualmente non bella. Predisposizione a
parte, per favorire il migliore processo di cica- La striscia donatrice, una volta prelevata,
trizzazione è sicuramente fondamentale sutu- viene immersa in soluzione fisiologica in un
rare con la minor tensione possibile. Per contenitore di vetro sterile (Petri-dish) a sua
quanto concerne il materiale e la tecnica da volta adagiato in un contenitore di ghiaccio,
adottare, siamo certi che le scelte del chirur- che ne mantenga la temperatura di 6 - 10° C
go dettate dalla sua esperienza sortiranno il (il calore favorisce la disidratazione dei bulbi
migliore risultato per i suoi pazienti. Volendo e, con questa, la morte cellulare).
entrare nel merito delle graffette, nonostante
siano molti ad adoperarle e con risultati eccel-
lenti, sono certamente più fastidiose per il
paziente. La maggior parte dei chirurghi pre-
ferisce una sutura intradermica con punti 3-0
vicryl e una cutanea a punti staccati con
punti 4-0 nylon, che vengono rimossi dopo
circa dieci giorni.

Mentre il chirurgo con calma va a suturare l'a-


rea di espianto un assistente prende ora in
carico la losanga di cute prelevata e ne inizia
la dissezione, sotto microscopio stereoscopico,
in tante fettucce dello spessore di 1 o 2 unità
follicolari. Per facilitare questa prima opera-
zione l'assistente, con una pinzetta anatomi-
ca, esercita con la mano sinistra una leggera
trazione su un'estremità della striscia adagia-
Fino a qualche anno fa dominava la tendenza ta su un abbassalingua sterilizzato e fissata
di lasciare la cicatrice di un precedente prelie- con un piccolo ago, provvedendo quindi con

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

la mano destra al sezionamento che così avvie- comodamente seduto in poltrona e potrà rilas-
ne con la massima visibilità dei bulbi. sarsi leggendo, ascoltando musica o guardan-
do un film.

Ogni strisciolina così prodotta viene immedia-


tamente immersa in soluzione fisiologica e
affidata agli altri assistenti che concludono,
sempre sotto microscopio, la separazione e Fase 3:
preparazione delle unità follicolari. Nel corso Creazione dei siti di ricezione
di tutto questo processo, sia la striscia origina-
ria che le piccole strisce da essa ricavate ven- Mentre gli assistenti preparano i graft, il chi-
gono continuamente vaporizzate di soluzione rurgo prepara la zona ricevente; questa viene
fisiologica. Il taglio deve essere netto e preci- pulita ed anestetizzata con lo stesso anestetico
so, praticato con un bisturi a lama del 10, pre- utilizzato per la zona donatrice. Utilizzando
stando la massima attenzione a preservare lidocaina 1% con adrenalina 1/100.000 si ini-
l'integrità delle strutture bulbari. zia dalla parte posteriore, meno sensibile, e si
L'accorgimento di lasciare del tessuto adiposo procede a cerchio lungo la linea frontale, con
attorno alle papille dermiche eviterà di trau- le stesse modalità descritte per la zona di pre-
matizzarle durante l'inserimento nei siti di lievo, così da ottenere un blocco anestetico
ricezione. (ring block).
Durante questa fase è bene parlare con il
paziente spiegandogli cosa viene fatto e prepa-
randolo a quello che può avvertire: un pizzi-
core e una lieve sensazione di bruciore. Non
occorre e non si deve procedere con fretta. È
importante che il paziente abbia, alla fine del-
l'intervento, un buon ricordo anche della fase
di anestesia, che è poi l'unica realmente spia-
cevole.
Successivamente si inietta all'interno del ring
La preparazione dei graft e delle unità follico- block 3 - 5 ml di bupivacaina 0.25% con adre-
lari può richiedere alcune ore, secondo il nalina 1/200.000 e, in maniera estremamen-
numero e l'esperienza degli assistenti e la te superficiale, 1 - 2 fiale da 1,8 ml di lidocai-
quantità di unità follicolari da preparare. na 2% con adrenalina 1/50.000. Tale integra-
Durante questo tempo, il paziente rimane zione ha lo scopo di ottenere un migliore

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

effetto vasocostrittivo e anestetico in quanto bile. L'incisione che crea il sito di ricezione
alcune te rminazioni nervose, specialmente deve altresì essere praticata rispettando il
nella regione frontale, decorrono superficial- naturale angolo di crescita del capello in quel-
mente. Il tutto avviene adoperando sempre la area e salvaguardando l'integrità di even-
una quantità di gran lunga inferiore alla dose tuali capelli presenti, nel caso il trapianto ser-
massima consigliata. visse per infoltire un'area diradata.

Dopo aver atteso per circa 30 minuti, in modo Crediamo che 40 - 50 incisioni per cm2 siano
che il farmaco abbia raggiunto il massimo del adatte al raggiungimento di un ottimo risulta-
suo effetto vasocostrittore, si passa alla crea- to. La profondità delle stesse non deve essere
zione dei siti di ricezione, provvedendo anche troppo ridotta per via dei problemi di inseri-
in questo caso a un po' di tumescenza, iniet- mento dei graft che ne deriverebbero, né trop-
tando soluzione fisiologica zona per zona, po profonda, ma arrestarsi superficialmente
poco prima di incidere, così da evitarne la dis- al tessuto adiposo sottocutaneo.
persione e sfruttando al massimo il suo effet-
to compressivo. Fase 4:
I siti destinati ad ospitare i graft possono esse- Inserimento dei graft
re realizzati con una varietà di strumenti:
lame da bisturi, punch di vario diametro, Creati i siti di ricezione, si procede all'inseri-
microlame e aghi di varie dimensioni. Alcuni mento dei bulbi.
operatori creano da sé gli strumenti che poi
utilizzeranno per fare i siti di ricezione. Non
volendo nemmeno in questo contesto entrare
nel merito di quale sia lo strumento più ade-
guato, lasciamo ad ogni chirurgo la persona-
lizzazione di tale scelta, in base alla propria
preferenza, esperienza e alla specifica zona
sulla quale va ad intervenire.
L'incisione deve essere leggermente più picco-
la del diametro del graft, preparata in modo
da causare un minor trauma e un minor L'impianto avviene per mezzo di pinzette ana-
danno vascolare e nel contempo da consenti- tomiche ricurve o diritte a seconda della pre-
re la maggiore vicinanza possibile degli inne- fe renza individuale. L'unità fo l l i c o l a re va
sti e di conseguenza la migliore densità possi- presa delicatamente alla base, non a livello

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del tessuto adiposo, facilmente friabile, ma a varia in rapporto al numero dei graft da inse-
livello delle fibre collagene presenti (ch e rire. Una tipica megasession con 2.000 - 2.500
appaiono di colore bianco) avendo l'accortez- unità follicolari richiede, per un paziente che
za di non stringerla più di tanto per non cau- non presenta nessuno dei problemi che illu-
sare traumi (si deve avvertire la sensazione di streremo di seguito, circa 3 - 4 ore con quat-
tenerla senza toccarla). tro assistenti che simultaneamente iniziano
l'inserimento delle unità fo l l i c o l a ri.
Ricordiamo che in questo lasso di tempo il
paziente rimane sempre comodamente sedu-
to. Attorno a lui, due assistenti si posizionano
lateralmente cominciando a inserire i graft
lungo la linea frontale mentre gli altri due si
posizionano dietro per completare la rima-
nente area. Man mano che il campo operato-
rio si restringe, stacca di lavorare prima un
assistente e poi un secondo, lasciando agli
A tale scopo qualcuno ricorre a pinzette ana- altri il compito di terminare l'intervento.
tomiche con un grado di chiusura regolabile. Normalmente a metà della fase di inserimen-
L'inserimento nella profondità del sito rice- to, e comunque prima che il paziente inizi ad
vente deve avvenire con un delicato movimen- avvertire fastidio, si provvede ad un'integra-
to del polso e senza forzature. L'unità follico- zione dell'anestesia sia nell'area di prelievo
lare, una volta inserita, va posizionata in che lungo i bordi dell'area di ricezione.
modo armonico con la direzione del capello Vediamo ora quali problemi possono insorge-
corto presente. re durante l'inserimento delle unità follicola-
ri; essenzialmente parliamo del sanguinamen-
to dei siti di ricezione e il fenomeno del pop-
ping out.
Per quanto riguarda il sanguinamento, si
provvede a infiltrare l'area con lidocaina 2%
con adrenalina 1/50.000, eserc i tando per
alcuni secondi con garze una pressione decisa
ed omogenea. Tale manovra, ripetuta più
volte, consente di poter continuare l'inseri-
mento che, ancor maggiormente, deve avveni-
re con la massima delicatezza.
Trapiantare innesti molto piccoli all'interno Il popping out consiste invece nella fuoriusci-
di minime incisioni ed in grande quantità ta di graft già inseriti nel momento in cui si
richiede abilità ed esperienza da parte del chi- procede all'inserimento di un innesto ad essi
rurgo, che non deve mai perdere il controllo vicino. Si tratta di un problema legato alla
della qualità del lavoro, anche quando l'inse- poca elasticità dell'area di ricezione oppure a
rimento degli innesti viene delegato agli assi- un eccessivo sanguinamento del paziente ,
stenti. risolvibile inserendo i graft “a macchia di leo-
La durata di quest'ultima fase chirurgica pardo”, cioè saltando l'inserimento di 3 - 4 siti

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

per poi ritornarci successivamente e tenendo proprio per il modo in cui il chirurgo affron-
eventualmente in loco quelli già inseriti eser- ta il disegno personale della linea frontale.
citando una lieve, uniforme pressione con un
bastoncino cotonato o una garza.
È intuibile come questi piccoli inconvenienti,
che sono facilmente ovviabili da uno staff
esperto, possano comportare un prolunga-
mento, anche se normalmente modesto, della
durata dell'intervento.
Terminato l'inserimento delle unità follicola-
ri, il campo operatorio viene ripulito da even-
tuali grumi di sangue spruzzandovi soluzione
fisiologica pura e tamponando con garze. Il
chirurgo procede quindi a un controllo atten- Vi sono varie formule che indicano la colloca-
to del lavoro, verificando che tutto risulti esse- zione ideale della linea frontale. È sempre
re perfet to, spruzzando ancora soluzione consigliabile tuttavia un approccio conservati-
fisiologica sulla parte ed asciugando infine vo (8 - 9 cm di distanza dalla glabella) da adat-
con l'aria tiepida di un phon: ha inizio in que- tare alla forma del viso, all'età, all'estensione
sto preciso momento il processo di attecchi- della calvizie, alla densità dell'area donatrice
mento dei bulbi e la formazione di microsco- del paziente. Per ottenere la naturalezza del-
piche crosticine, tante quanti sono i graft l'insieme si procede alla creazione dei siti di
inseriti. ricezione secondo un percorso irregolare e
casuale. Il chirurgo deve mettersi di continuo
Aspetti particolari dell'autotrapianto: davanti al paziente in modo da averne una
la linea frontale ed il vertice prospettiva anche frontale. Deve inoltre, ai
pazienti che lo desiderano, mostrare “in diret-
La ridefinizione della linea frontale ta” la realizzazione della hairline affidando
loro uno specchio e ascoltandone commenti e
Affrontiamo ora uno dei momenti più impor- suggerimenti.
tanti di un intervento di autotrapianto, in cui
la sola abilità chirurgica dell'operatore non è
sufficiente se non è accompagnata da senso
artistico. Fino a pochi anni fa si tendeva al
raggiungimento di una eccessiva perfezione
disegnando una linea frontale troppo simme-
trica con immediata densità. L'esperienza ci
ha invece dimostrato che tale approccio pro-
duce risultati innaturali. Un'eccessiva densità
è inoltre sconsigliabile, soprattutto se le riser-
ve delle zone donatrici sono limitate.
Pur essendo l'intervento di autotrapianto sem- Nei primi 2 cm di linea frontale si eseguono
pre il medesimo nella sua esecuzione, il risul- incisioni traverse, coronali, all'interno delle
tato finale dovrebbe essere sempre diverso quali verranno inseriti esclusivamente tra-

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

pianti con singoli follicoli provenienti dalla tale e per il vertice.


zona laterale del capo e particolarmente adat- Qualora il paziente abbia invece 40 o più anni
ti per la maggiore sottigliezza dei loro capelli. e l'esame obiettivo nonché l'anamnesi familia-
La distanza tra gli impianti è in rapporto alla re indichino che la perdita dei capelli è limi-
densità finale che si desidera raggiungere, tata alla sola zona del vertice, si potrà interve-
fermo restando quel gradiente crescente che nire con una maggiore densità.
consente di ottenere una maggiore naturalez-
za. Il resto delle incisioni sono radiali, sagitta-
li, e riceveranno unità follicolari.

Il rinfoltimento del vertice e la tonsura

Negli interventi di autotrapianto viene giusta-


mente rivolta una notevole attenzione alla
ricostruzione della linea frontale. Si parla
molto poco del vertice, che viene spesso tra-
scurato. Il rinfoltimento della tonsura esige senso arti-
È convinzione comune che l'autotrapianto del stico ed abilità tecnica uguale se non superio-
vertice in pazienti giovani con tonsura non re a quella richiesta per la linea frontale per-
dovrebbe essere eseguito. Fatta questa pre- ché in questa zona i capelli cambiano direzio-
messa, per pazienti di età compresa tra i 20 ed ne a spirale ed i vortici si presentano con
i 30 anni, raccolta l'anamnesi familiare sulla molte varianti.
calvizie e accertato che l'area donatrice sia
sufficiente per tre interventi, si può procede-
re alla correzione della tonsura anche se si
ipotizza che in futuro la calvizie possa evolve-
re fino allo stadio 6 o tra lo stadio 6 e 7 della
classificazione di Norwood. Il vantaggio tecni-
co che rende possibile questo “azzardo” è il
trapianto di un singolo follicolo. Una striscia
di cute con un migliaio di follicoli, che un
tempo fruttava 300 - 350 trapianti, oggi rende
tutti i sui 1.000 innesti, assicurando la possi- Per facilitare l'accesso alla parte inferiore del
bilità di una copertura più ampia anche se vertice il paziente viene sistemato in posizio-
più diradata. ne prona, come per la procedura di prelievo.
L'obiettivo è di un “crown” dall'aspetto rado Tale posizione rende più ergonomica e fisica-
naturale, verosimile. Con il paziente devono mente più semplice per il chirurgo la creazio-
anche essere discussi i benefici ed i rischi ne dei siti di ricezione e, per lo staff, l'inseri-
delle terapie mediche oggi disponibili. mento dei trapianti.
Importante è trattare tutta la tonsura in un'u- I follicoli vengono inseriti verso il basso, cam-
nica volta ma lasciare abbastanza zona dona- biando in un secondo tempo direzione in una
trice per altri due interventi: per la zona fron- curva di 360°, al fine di ricreare il vortice.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Una volta raggiunto il centro del vertice, il Considerazioni


paziente viene fatto tornare seduto in poltro-
na. - È di gran lunga preferibile un autotrapianto
Occorre considerare il centro del vertice, dove conservativo che troppo aggressivo.
i capelli crescono in avanti, un'estensione - L'obiettivo non è rinfoltire il più possibile
della regione frontale, per cui occorre provve- un'area glabra o diradata, ma ottenere una
dere in questa sede con una maggiore densi- graduale densità, massima nell'area centrale e
tà. a diminuire man mano che ci si avvicina ai
quattro lati periferici.
- L'esperienza fa sì che ogni chirurgo adotti
un proprio modus operandi con i suoi pazien-
ti. È limitativo rimanere rigidi sulle proprie
convinzioni e scettici verso nuovi approcci. Se
si è invece aperti a nuove prospettive si avrà
una maggiore possibilità di trovare caso per
caso il miglior approccio chirurgico che
risponde alle singole esigenze.
- Anche l'autotrapianto ha i suoi limiti. Il chi-
rurgo si deve adattare a quello che ha a dispo-
sizione per raggiungere un risultato più com-
pleto possibile. Quando la clonazione dei fol-
licoli sarà una realtà, sarà possibile ottenere il
totale ripristino dei capelli in tutti i casi di cal-
vizie.
- Un autotrapianto ben riuscito è quello che,
una volta ricresciuti i capelli, non risulta rico-
noscibile, nemmeno all'occhio più critico, per
la naturalezza dei risultati raggiunti!

Il postoperatorio

Al termine dell'intervento, il paziente control-


la il suo aspetto allo specchio e, lasciata la
struttura medica senza la necessità di un ben-
daggio, potrà riprendere le normali attività
già dopo poche ore dall'intervento.
È possibile, nelle 24 - 48 ore successive, avver-
tire nell'area donatrice una fastidiosa sensa-
zione di stiramento della cute, risolvibile con
un blando analgesico. Per i primi giorni,
viene consigliato al paziente di dormire in
posizione semi-seduta, in modo da prevenire o

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

ridurre al minimo edema ed ecchimosi. allergie ai materiali utilizzati.


L'incisione sull'area donatrice guarisce con Occasionalmente può verificarsi attorno al
un esito cicatriziale sottile e trascurabile este- follicolo trapiantato una lieve infiammazione,
ticamente, anche perché ricoperto dai capelli simile a quella provocata da un foruncolo o
circostanti. I punti di sutura esterni applicati da un pelo incluso, che normalmente rispon-
in questa sede vanno rimossi intorno alla de con la semplice applicazione di compresse
decima giornata. calde.
Le crosticine che si formano nel sito di rice- - Una minoranza dei pazienti lamenta, a par-
zione, normale conseguenza del processo di tire dal secondo o terzo giorno dal trapianto,
cicatrizzazione, pot ranno essere camuffate un lieve edema dell'area frontale, destinato a
pettinando adeguatamente i capelli presenti o scomparire spontaneamente. Per prevenire o
utilizzando pro d otti per il camouflage; far fronte a questo fenomeno si consiglia di
cadranno senza lasciare segni visibili, in un dormire per 3 - 4 notti con la testa sollevata da
tempo relativamente breve: 4 - 6 giorni quelle più cuscini e di applicare ghiaccio sulla fron-
relative a singole unità follicolari, entro 10 te.
giorni quelle degli innesti multifollicolari. - È normale avvertire sulla zona del prelievo (a
livello della cicatrice parieto-occipitale) e
nella parte centrale posteri o re del cuoio
capelluto una sensazione di intorpidimento,
Prescrizioni ed istruzioni nel postoperatorio formicolio o insensibilità, che andranno gra-
dualmente scomparendo in 2 - 8 mesi.
Amoxicillina: 1 cpr al mattino e 1 cpr alla sera - È comune un effluvio, di solito non impor-
per 5 giorni tante, dei capelli preesistenti dopo 2 - 4 setti-
Cortisone: posologia a scalare per 3 giorni mane dall'intervento. La ricrescita dei capelli
Crema antibiotica: applicare un sottile strato caduti avverrà prima o simultaneamente a
solo sui punti di sutura la sera, da rimuovere quella dei capelli trapiantati.
il mattino successivo con uno shampoo - Estremamente rare sono piccole emorragie.
Antidolorifico: 1 cps alla sera In questo caso il paziente potrà intervenire da
Shampoo consigliato: detergente oleoso solo, esercitando una pressione diretta per 10
Al termine dell'intervento, il paziente riceve - 15 minuti; qualora non avvenisse l'emostasi,
una scheda riportante le istruzioni da osserva- si rivolgerà al chirurgo.
re nelle settimane successive. - Altrettanto e forse più rara è la fuoriuscita di
È auspicabile la costante reperibilità del chi- un innesto. In questo caso di “pop-out” del
rurgo per far fronte a qualsiasi problema. graft, occorrerà lasciar guarire la parte appli-
cando la pomata antibiotica prescritta per la
sutura di prelievo. L'innestò verrà rimpiazza-
to nel corso di un intervento successivo.
Complicanze

L'autotrapianto dei capelli è una procedura Risultati e controlli


relativamente poco invasiva, che comporta
raramente complicanze importanti. I capelli trapiantati inizieranno a crescere
- Le complicanze più frequenti sono legate ad dopo 4 - 6 mesi dall'intervento.

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Di solito si richiede un controllo a 3, 6 e 12


mesi dall'autotrapianto.

L'autotrapianto nelle aree ustionate o cicatri-


ziali

Le aree alopeciche ustionate e cicatriziali pre-


sentano una ridotta vascolarizzazione. Per
tale motivo, nel corso dell'autotrapianto, con-
viene non creare siti di ricezione troppo ravvi-
cinati. Per una maggiore densità del rinfolti-
mento sono necessari, di norma, due inter-
venti praticati a distanza di almeno 6 mesi.

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

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novembre 2006 - N° 18 - Giornale Italiano di Tricologia

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33
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

34
EDIZIONI TricoItalia (Firenze) aprile 2007

Andrea Marliani

-diagnostica e terapia- indici


edizione 2007
Proprietà letteraria ed artistica riservata all’Autore.©

Prefazione di Carlo Alberto Bartoletti pag. 5


Introduzione di Torello Lotti pag. 5

Indici generali pag. 7


Indice alfabetico pag. 17
EDIZIONI TricoItalia
(Firenze)

-ANDREA MARLIANI-
TRICOLOGIA
-diagnostica e terapia-
edizione 2007

Indici
Tutti i diritti riservati all’Autore©

Collaboratori:

Paolo Gigli
Fiorella Bini
Carlo Grassi
Marino Salin
Piero Tesauro
Fabrizio Fantini
Daniele Campo
Roberto D’Ovidio
Guido Vito Trotter
Vincenzo Gambino
Gaetano Agostinacchio

EDIZIONI TricoItalia Firenze


aprile 2007
aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

PREFAZIONE INTRODUZIONE
di Carlo Alberto Bartoletti di Torello Lotti

Presento molto volentieri questo ultimo impe- “Il problema non è far passare idee nuove, ma
gno del collega Andrea Marliani a cui mi lega distruggere idee vecchie”.
stima ed amicizia da molti anni. John Maynard Keynes
M a rliani, Specialista in Dermatologia e
Endocrinologia, è docente di spicco della L’uomo si è sempre preoccupato per i suoi
nostra Scuola, sin dai primi albori. Il collega, capelli, qualche volta fino alla nevrosi, come
con notevole capacità didattica, apporta un già sosteneva il più antico specialista in malat-
importante contributo culturale ai medici tie dei capelli di cui si ha notizia nel 4000 a.C,
allievi, iscritti alla struttura, sulla tricologia, l’egiziano Hakiem el Demagh. Solo quando la
tema che da sempre lo vede appassionato stu- medicina occidentale ha creduto di trovare la
dioso in prima linea. La Sua competenza spe- propria identità e le proprie specializzazioni,
cifica è tale da farne un’autorità nazionale ed ha poco valorizzato la Tricologia tanto che,
internazionale. Questi 9 (10) volumetti rap- s a lvo poche grandi eccezioni, la maggior
presentano i capitoli di un manuale dal titolo: parte dei dermatologi ha prestato scarso inte-
“Tricologia -diagnostica e terapia-”. resse ai problemi dei capelli. Il termine
La dovizia di schemi, di figure e di foto istolo- Tricologia compare sul vocabolario della lin-
giche e cliniche, di tipo esplicativo, in compa- gua italiana Zingarelli solo dal 1997, forse a
gnia di un’elegante veste grafica fanno di que- dimostrazione di quanto sopra. La Tricologia,
sta opera un prodotto di qualità. e più in generale la Dermatocosmetologia,
Auguro a questa produzione scientifica un sono state a lungo considerate con un pò di
successo meritato presso chi, medico esperto sospetto dall’Accademia e dal mondo derma-
o neofita, voglia occuparsi con proprietà di tologico in generale. Sembrava di entrare in
tricologia. un settore in cui le basi scientifiche erano
poco chiare e in cui ancora meno chiara era
la distinzione con i cosiddetti “Tricologi non
Medici” e, ovviamente, non specialisti
Dermatologi. Se possibile, era ancora meno
chiara la distinzione fra la prassi ispirata alla
deontologia medica e le “esigenze del marke-
ting” relative ai cosiddetti “prodotti per capel-
li” non sempre deontologicamente accettabili.
Questa era l’atmosfera generale durante gli
anni della mia formazione specialistica che
pure si svolgeva in un’isola felice: il Direttore,
Professor Panconesi, aveva lungimirantemen-
Prof. Carlo Alberto Bartoletti, M.D. te istituito a Firenze, nell’ambito della Clinica
Direttore della Scuola Internazionale di Dermatologica, un Servizio di Cosmetologia,
Medicina Estetica che era diventato da subito molto attivo, in
Fondazione Internazionale Fatebenefratelli, gran parte orientato alla ricerca, alla diagno-
Roma si e alla cura delle malattie dei capelli. Ma il

5
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

dermatologo “serio” non doveva occuparsi di più giovane sottoscritto confida i primi segre-
Tricologia. Chi dei giovani specialisti si voleva ti sulle cure dei capelli negli anni della
occupare consistentemente di Tricologia lo Specializzazione, mira anche alla riscoperta
faceva comunque quasi di nascosto, quasi ver- del contributo fiorentino in Tricologia. La
gognandosi e senza dirlo ai colleghi e soprat- speranza è che questa fatica possa essere utile
tutto ai docenti; non aveva maestri e quel che non solo al Dermatologo ma anche, e soprat-
apprendeva lo imparava sul campo. Erano tutto, a tutti i medici che desiderano com-
altri che si occupavano di capelli... nonne, prendere i problemi dei capelli e di chi perde
parrucchieri e tricologi e centri tricologici di o crede di perdere i capelli, facendo passare le
estrazione imp recisata ed imp re c i s a b i l e . idee nuove e, più che altro le idee vecchie.
Questi Centri erano ovviamente criticati dalla
dermatologia ufficiale che però poco faceva
per nobilitare la Tricologia. Lo stesso termine
Tricologia non veniva pronunziato ma si dove-
va parlare di “malattie dei capelli”, operando
un distinguo non banale. Del resto la
Tricologia in senso odierno era allora giova-
ne. Gli stessi studi di Hamilton con i quali si
può dire che nasca la Tricologia moderna
sono del 1942 e le pubblicazioni di Norwood
del 1970. La svolta avviene negli anni 80.
Improvvisamente, da quando l’industria far-
maceutica inizia a commercializzare i primi
farmaci ufficialmente diretti a cambiare il
decorso della calvizie maschile (progesterone
e minoxidil prima, finasteride poi) e comincia
a inve stire in ri c e rca e promozione, la
Tricologia dive n ta qualcosa di dignitoso.
Vengono pubblicati i primi libri. La
Dermatologia Accademica ufficiale rivendica Prof. Torello Lotti,
i suoi diritti sulla materia e, dal mondo acca- Ordinario di Dermatologia e Direttore
demico, si fa la Guerra ai Centri Tricologici. I dell’U.O. di Fisioterapia Dermatologica.
Professori, subito aggiornatisi su nuovi testi Firenze
americani, non disdegnano di allargare le pro-
prie competenze sulla Tricologia. La Società
Italiana di Dermatologia e Venereologia poco
dopo istituirà un Gruppo di Studio di
Tricologia. La svolta è consacrata. La Scuola
Fiorentina, forse prima e più delle altre in
Italia, ha gloriose tradizioni di Tricologia.
Questo lavoro, frutto della competenza di
Andrea Marliani, un insigne allievo di quella
nostra comune Scuola Fiorentina, che al poco

6
aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

Indici dei fascicoli

fascicolo 1

INTRODUZIONE - pag. 5
Valutazioni psicologiche ed
antropologiche sulla calvizie - pag. 5

RICHIAMO ENDOCRINOLOGICO - pag. 8


terminologia - pag. 8
Ricordi di biochimica degli steroidi - pag. 8

RICHIAMI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA - pag. 10


Richiami di embriologia e fisiologia - pag. 10
Generalità sulla cute e sottocutaneo - pag. 12
Struttura del capello e dei follicoli piliferi - pag. 13
Ghiandola sebacea - pag. 21
Muscolo piloerettore - pag. 22
Costituzione chimica del capello - pag. 23
Il ciclo del capello - pag. 24
Il ciclo “ideale” del capello - pag. 27

7
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 2

FISIOPATOLOGIA ENDOCRINO-METABOLICA
DEL CAPELLO E DEL PELO - pag. 5
Controllo steroideo - pag. 6
Il recettore citosolico del diidrotestosterone - pag. 10
Controllo metabolico - pag. 10
Controllo autocrino-paracrino - pag. 18
Il controllo del ciclo del capello (sintesi) - pag. 20

Alopecie in endocrinopatie - pag. 24

“DIETA” E CAPELLI - pag. 25


Aminoacidi e proteine - pag. 28
la cistina - pag. 28
la metionina - pag. 29
Istidina, glicina, fenilalanina, tirosina - pag. 29
Acidi grassi essenziali - pag. 30
Le vitamine e i capelli - pag. 30
- Vitamina A (retinolo) e retinoidi - pag. 31
- Vitamina D - pag. 36
- Vitamina E - pag. 38
- Vitamina K - pag. 40
- Vitamina B1 (tiamina) - pag. 41
- Vitamina B2 (riboflavina) - pag. 42
- Vitamina PP (B3, niacina) - pag. 42
- Vitamina B5 (acido pantotenico) - pag. 43
- Vitamina B6 (piridossina) - pag. 44
- Vitamina H (B8, biotina) - pag. 45
- Vitamina B12 (cobalamina) - pag. 46
- Acido folico (folacina, vit. M dei vecchi Autori) - pag. 46
- Vitamina C (acido ascorbico) - pag. 47
- Acido lipoico (acido tioctico) - pag. 50
Il ruolo degli oligoelementi per i capelli - pag. 50
- Ferro - pag. 50
- Zinco - pag. 52
- Rame - pag. 53
- Magnesio - pag. 54
- Selenio - pag. 54
Conclusioni - pag. 55

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aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 3

LA PAPILLA DERMICA DEL CAPELLO - pag. 5

ANOMALIE DEL FUSTO DEL CAPELLO - pag. 11


Fratture del fusto - pag. 12
Alterazioni della regolarità del fusto - pag. 16
Arricciamenti del fusto - pag. 20
Altre alterazioni traumatiche - pag. 22
Anomalie delle guaine del capello - pag. 23
Anomalie del follicolo - pag. 24

IPOTRICOSI ED ALOPECIE GENETICHE - pag. 26


Forme isolate non cicatriziali - pag. 26
Forme isolate cicatriziali - pag. 27
Displasie ectodermiche - pag. 28
Sindromi ittiosiche - pag. 29
Sindromi da invecchiamento precoce - pag. 30
Sindromi metaboliche - pag. 30

ALTERAZIONI DEL COLORE - pag. 31


Eterocromia - pag. 31
AIbinismo e piebaldismo - pag. 31
Poliosi - pag. 31
Canizie - pag. 32
Eterocromia esogena - pag. 32

EDITORIALE - pag. 34

9
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 4

AFFEZIONI DEL CUOIO CAPELLUTO DI FREQUENTE RISCONTRO

Forfora - pag. 5
Seborrea - pag. 10
Dermatite seborroica - pag. 11
Psoriasi - pag. 13
Tigne - pag. 15
Pseudotigna amiantacea - pag. 19
Pediculosi - pag. 19
Tricotillomania - pag. 24
Dismorfofobia - pag. 27
Principi generali di trattamento - pag. 28

LE ALOPECIE:
DEFINIZIONE e CLASSIFICAZIONE - pag. 31

NOTE DI FISIOPATOLOGIA PILARE


Effluvio e Defluvio - pag. 32
Considerazioni - pag. 36

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aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 5

CLASSIFICAZIONE CLINICO DIAGNOSTICA


DEGLI EFFLUVI E DEI DEFLUVI - pag. 5
Effluvio - Defluvio - pag. 5
Il pull test - pag. 6

IL TELOGEN EFFLUVIO - pag. 8


Telogen effluvio acuto - pag. 8
Telogen effluvio subacuto e cronico - pag. 9
Approccio al telogen effluvio - pag. 9
Anemie - pag. 16
Ipotiroidismo - pag. 23
La tiroidite autoimmune - pag. 25

L’ALOPECIA AREATA - pag. 27


Cenni storici - pag. 27
Generalità sulla alopecia areata - pag. 29
Malattie associate - pag. 30
Studio della immunità cellulomediata - pag. 30
Esordio ed aspetti clinici - pag. 31
Decorso - pag. 33
Diagnosi - pag. 34
Prognosi - pag. 35
Aspetti istologici - pag. 35
Laboratorio - pag. 36
Cenni di terapia - pag. 37
Le terapie della alopecia areata - pag. 38

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Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 6

ALOPECIA ANDROGENETICA
"Calvizie Comune" - pag. 5
Definizione e generalità - pag. 5
Epidemiologia - pag. 6
Fra ereditarietà e difetto enzimatico - pag. 8
Fisiologia endocrino metabolica - pag. 9
Controllo steroideo - pag. 10
Controllo metabolico - pag. 10
Controllo autocrino-paracrino - pag. 11
Alopecia frontoparietale - pag. 13
Aspetti clinici della alopecia androgenetica - pag. 14
Evoluzione negli uomini - pag. 14
La regola degli angoli frontoparietali - pag. 16
Evoluzione nelle donne - pag. 17
Ma ... esiste davvero l’alopecia
androgenetica femminile? - pag. 19
Il controllo del ciclo del capello - pag. 21
Fisiologia del catagen - pag. 22
Eziologia della alopecia androgenetica - pag. 26
Gli androgeni - pag. 27
La conversione degli androgeni - pag. 29
La 5-alfa-reduttasi - pag. 31
Il recettore citolosolico degli androgeni - pag. 31
Anatomia patologica - pag. 32

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aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 7

LE ALOPECIE CICATRIZIALI
Inquadramento e criteri diagnostici - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive - pag. 5

Alopecie cicatriziali acquisite primitive


linfocitarie - pag. 7
Lichen planopilaris - pag. 7
La Sindrome di Graham Little - pag. 11
Alopecia frontale fibrotica - pag. 12
Fibrosing alopecia in a pattern distribution - pag. 14
Lupus Eritematoso Cronico Discoide - pag. 16
Pseudopelade di Brocq - pag. 20
Alopecia parvimaculata - pag. 23
Alopecia cicatriziale centrale centrifuga
e Sindrome degenerativa follicolare - pag. 24

Alopecie cicatriziali acquisite primitive


neutrofiliche - pag. 26
Follicolite decalvante - pag. 26
Acne cheloidea della nuca - pag. 29
Dermatosi pustolosa erosiva
del cuoio capelluto - pag. 31
Cellulite dissecante - pag. 32

Alopecie cicatriziali acquisite secondarie - pag. 33

Aplasia cutis - pag. 34


Mucinosi follicolare - pag. 35
Sclerodermia - pag. 37
Tigne - Kerion - Tigna favosa - pag. 39
Tricotillomania - pag. 42
Tumori - pag. 45

13
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 8

IL LABORATORIO EMATOLOGICO - pag. 5


SCREENING GENERALE - pag. 5
SCREENING ENDOCRINO - pag. 6
Dosaggio degli Ormoni nelle Urine - pag. 6
Dosaggio degli Ormoni nel Plasma - pag. 8
PROTOCOLLI IN ENDOCRINOLOGIA - pag. 11
LA TERAPIA MEDICA IN TRICOLOGIA - pag. 15
SOSTANZE NATURALI - pag. 17
Serenoa repens - pag. 18
Pygeum africanum - pag. 19
Tè verde - pag. 20
Acidi grassi polinsaturi omega 3 - pag. 21
Soia - pag. 22
Zinco, Acido Azelaico, Vitamina B6 - pag. 23
Vite ed estratto del seme d’uva - pag. 23
Orzo e procianidina B3 - pag. 24
Ginseng (Parnax Ginseng) - pag. 24
Lievito di birra e germe di grano - pag. 25
Ortica (Urtica Dioica) - pag. 25
Boehmeria Nipononivea - pag. 26
SOSTANZE TERAPEUTICHE ATTUALI - pag. 27
Estrogeni - pag. 27
Progesterone - pag. 30
Finasteride - pag. 33
Ciproterone - pag. 36
Spironolattone - pag. 38
Cimetidina - pag. 40
Flutamide - pag. 41
Melatonina - pag. 42
Betasitosterina - pag. 43
Cortisone - pag. 44
Xantine - pag. 46
Minoxidil (e sostanze correlate) - pag. 48
Acido retinoico - pag. 53
Pentosi - pag. 54
Glicole propilenico - pag. 54
Ketoconazolo - pag. 56
ASSOCIAZIONI TERAPEUTICHE - pag. 58

14
aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

fascicolo 9

LA CHIRURGIA TRICOLOGICA
CENNI STORICI - pag. 5

LE OPZIONI CHIRURGICHE - pag. 6


Rotazione di lembi - pag. 6
Riduzione dell’area calva - Detonsurazione - pag. 8
L’autotrapianto monobulbare - pag. 9
L’impianto di capelli artificiali - pag. 9

GENERALITÀ SULL’
AUTOTRAPIANTO MONOFOLLICOLARE - pag. 12
Le possibilità dell’autotrapianto - pag. 12
I limiti dell’autotrapianto - pag. 13
Il prelievo delle unità follicolari - pag. 13
La visita preliminare - pag. 15
Le indicazioni all’autotrapianto - pag. 16
L’autotrapianto nei pazienti giovani - pag. 16
L’autotrapianto nelle donne - pag. 16
Il preoperatorio - pag. 17
Istruzioni preoperatorie per il paziente - pag. 17

LA PROCEDURA CHIRURGICA - pag. 18


Note sull’anestesia - pag. 18
Le fasi dell’autotrapianto - pag. 19
Valutazione e prelievo dell’area donatrice - pag. 19
Preparazione dei graft - pag. 22
Creazione dei siti di ricezione - pag. 23
Inserimento dei graft - pag. 24
Aspetti particolari dell’autotrapianto - pag. 26
La ridefinizione della linea frontale - pag. 26
Il rinfoltimento del vertice e la tonsura - pag. 27
Considerazioni - pag. 28
Il postoperatorio - pag. 28
Prescrizioni ed istruzioni nel postoperatorio - pag. 29
Complicanze - pag. 29
Risultati e controlli - pag. 29
L’autotrapianto nelle aree cicatriziali - pag. 30

15
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

16
aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

Indice alfabetico degli argomenti

Acidi grassi essenziali fascicolo 2 pag. 30


Acidi grassi polinsaturi omega 3 fascicolo 8 pag. 21
Acido azelaico fascicolo 8 pag. 23
Acido retinoico fascicolo 8 pag. 53
Acido folico (folacina, vit. M dei vecchi Autori) fascicolo 2 pag. 46
Acido lipoico (acido tioctico) fascicolo 2 pag. 50
Acne cheloidea della nuca fascicolo 7 pag. 29
Affezioni del cuoio capelluto fascicolo 4 pag. 5
Albinismo e piebaldismo fascicolo 3 pag. 31
Alopecia cicatriziale centrale centrifuga fascicolo 7 pag. 24
Alopecia androgenetica “anatomia patologica” fascicolo 6 pag. 32
Alopecia androgenetica fascicolo 6 pag. 5
Alopecia androgenetica “controllo autocrino” fascicolo 6 pag. 11
Alopecia androgenetica “controllo metabolico” fascicolo 6 pag. 10
Alopecia androgenetica “controllo steroideo” fascicolo 6 pag. 10
Alopecia androgenetica “definizione e generalità” fascicolo 6 pag. 5
Alopecia androgenetica “epidemiologia” fascicolo 6 pag. 6
Alopecia androgenetica “eziologia” fascicolo 6 pag. 26
Alopecia androgenetica “fisiopatologia” fascicolo 6 pag. 9
Alopecia androgenetica “ereditarietà” fascicolo 6 pag. 8
Alopecia androgenetica “aspetti clinici” fascicolo 6 pag. 14
Alopecia androgenetica “evoluzione negli uomini” fascicolo 6 pag. 14
Alopecia androgenetica “evoluzione nelle donne” fascicolo 6 pag. 17
Alopecia androgenetica femminile fascicolo 6 pag. 19
Alopecia areata fascicolo 5 pag. 27
Alopecia areata “cenni storici” fascicolo 5 pag. 27
Alopecia areata “generalità” fascicolo 5 pag. 29
Alopecia areata “malattie associate” fascicolo 5 pag. 30
Alopecia areata “studio della immunità” fascicolo 5 pag. 30
Alopecia areata “esordio ed aspetti clinici” fascicolo 5 pag. 31
Alopecia areata “decorso” fascicolo 5 pag. 33
Alopecia areata “diagnosi” fascicolo 5 pag. 34
Alopecia areata “prognosi” fascicolo 5 pag. 35
Alopecia areata “aspetti istologici” fascicolo 5 pag. 35
Alopecia areata “laboratorio” fascicolo 5 pag. 36
Alopecia areata “cenni di terapia” fascicolo 5 pag. 37
Alopecia areata “terapie” fascicolo 5 pag. 38
Alopecia frontale fibrotica fascicolo 7 pag. 12
Alopecia frontoparietale fascicolo 6 pag. 13
Alopecia parvimaculata fascicolo 7 pag. 23

17
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Alopecie cicatriziali fascicolo 7 pag. 5


Alopecie cicatriziali acquisite primitive fascicolo 7 pag. 5
Alopecie cicatriziali acquisite secondarie fascicolo 7 pag. 33
Alopecie cicatriziali “criteri diagnostici” fascicolo 7 pag. 5
Alopecie cicatriziali “inquadramento” fascicolo 7 pag. 5
Alopecie cicatriziali primitive linfocitarie fascicolo 7 pag. 7
Alopecie cicatriziali primitive neutrofiliche fascicolo 7 pag. 26
Alopecie genetiche isolate non cicatriziali fascicolo 3 pag. 26
Alopecie genetiche cicatriziali fascicolo 3 pag. 27
Alopecie in endocrinopatie fascicolo 2 pag. 24
Alterazioni del colore fascicolo 3 pag. 31
Alterazioni della regolarità del fusto fascicolo 3 pag. 16
Alterazioni traumatiche fascicolo 3 pag. 22
Androgeni fascicolo 6 pag. 27
Androgeni “conversione” fascicolo 6 pag. 29
Anemie fascicolo 5 pag. 16
Anomalie del follicolo fascicolo 3 pag. 24
Anomalie delle guaine del capello fascicolo 3 pag. 23
Anomalie del fusto del capello fascicolo 3 pag. 11
Aminoacidi e proteine fascicolo 2 pag. 28
Anatomia e fisiologia fascicolo 1 pag. 10
Antropologia della calvizie fascicolo 1 pag. 5
Aplasia cutis fascicolo 7 pag. 34
Approccio al telogen effluvio fascicolo 5 pag. 9
Associazioni terapeutiche fascicolo 8 pag. 58
Arricciamenti del fusto fascicolo 3 pag. 20
Autotrapianto “area donatrice “ fascicolo 9 pag. 19
Autotrapianto ”aspetti particolari” fascicolo 9 pag. 26
Autotrapianto “complicanze” fascicolo 9 pag. 29
Autotrapianto “considerazioni” fascicolo 9 pag. 28
Autotrapianto “creazione dei siti di ricezione” fascicolo 9 pag. 23
Autotrapianto “indicazioni” fascicolo 9 pag. 16
Autotrapianto “inserimento dei graft “ fascicolo 9 pag. 24
Autotrapianto “istruzioni nel postoperatorio” fascicolo 9 pag. 29
Autotrapianto “istruzioni preoperatorie” fascicolo 9 pag. 17
Autotrapianto “le fasi” fascicolo 9 pag. 19
Autotrapianto “limiti” fascicolo 9 pag. 13
Autotrapianto monobulbare fascicolo 9 pag. 9
Autotrapianto nei pazienti giovani fascicolo 9 pag. 16
Autotrapianto nelle aree cicatriziali fascicolo 9 pag. 30
Autotrapianto nelle donne fascicolo 9 pag. 16
Autotrapianto “note sull’anestesia” fascicolo 9 pag. 18

18
aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

Autotrapianto “possibilità” fascicolo 9 pag. 12


Autotrapianto “postoperatorio” fascicolo 9 pag. 28
Autotrapianto “preoperatorio” fascicolo 9 pag. 17
Autotrapianto “preparazione dei graft” fascicolo 9 pag. 22
Autotrapianto “ridefinizione della linea frontale” fascicolo 9 pag. 26
Autotrapianto “risultati e controlli” fascicolo 9 pag. 29
Autotrapianto “vertice e tonsura” fascicolo 9 pag. 27
Autotrapianto “visita preliminare” fascicolo 9 pag. 15
Betasitosterina fascicolo 8 pag. 43
Biochimica degli steroidi fascicolo 1 pag. 8
Boehmeria Nipononivea fascicolo 8 pag. 26
Calvizie Comune fascicolo 6 pag. 5
Canizie fascicolo 3 pag. 32
Cellulite dissecante fascicolo 7 pag. 32
Chimica del capello fascicolo 1 pag. 23
Chirurgia tricologica fascicolo 9 pag. 5
Chirurgia tricologica “cenni storici” fascicolo 9 pag. 5
Ciclo dei capello fascicolo 1 pag. 24
Ciclo “ideale” del capello fascicolo 1 pag. 27
Cimetidina fascicolo 8 pag. 40
Cinque alfa reduttasi fascicolo 6 pag. 31
Ciproterone fascicolo 8 pag. 36
Cortisone fascicolo 8 pag. 44
Cistina fascicolo 2 pag. 28
Classificazione degli effluvi e dei defluvi fascicolo 5 pag. 5
Conclusioni su dieta e capelli fascicolo 2 pag. 55
Controllo del ciclo del capello fascicolo 6 pag. 21
Controllo autocrinoparacrino fascicolo 2 pag. 18
Controllo del ciclo del capello (sintesi) fascicolo 2 pag. 20
Controllo metabolico fascicolo 2 pag. 10
Controllo steroideo fascicolo 2 pag. 6
Conversione degli androgeni fascicolo 6 pag. 29
Costituzione chimica del capello fascicolo 1 pag. 23
Cute e sottocutaneo fascicolo 1 pag. 12
Definizione e Classificazione delle alopecie fascicolo 4 pag. 31
Dermatite seborroica fascicolo 4 pag. 11
Dermatosi pustolosa erosiva fascicolo 7 pag. 31
Detonsurazione fascicolo 9 pag. 8
Dieta e Capelli fascicolo 2 pag. 25
Dismorfofobia fascicolo 4 pag. 27
Displasie ectodermiche fascicolo 3 pag. 28
Dosaggio degli Ormoni nel Plasma fascicolo 8 pag. 8

19
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Dosaggio degli Ormoni nelle Urine fascicolo 8 pag. 6


Editoriale fascicolo 3 pag. 3
Effluvio e Defluvio fascicolo 4 pag. 32
Effluvio Defluvio fascicolo 5 pag. 5
Estrogeni fascicolo 8 pag. 27
Eterocromia fascicolo 3 pag. 31
Eterocromia esogena fascicolo 3 pag. 32
Ferro fascicolo 2 pag. 50
Fibrosing alopecia in a pattern distribution fascicolo 7 pag. 14
Finasteride fascicolo 8 pag. 33
Fisiologia pilare “considerazioni” fascicolo 4 pag. 36
Fisiopatologia endocrinometabolica fascicolo 2 pag. 5
Flutamide fascicolo 8 pag. 41
Follicolite decalvante fascicolo 7 pag. 26
Forfora fascicolo 4 pag. 5
Generalità sull’autotrapianto monofollicolare fascicolo 9 pag. 12
Germe di grano fascicolo 8 pag. 25
Ginseng (Parnax Ginseng) fascicolo 8 pag. 24
Glicina fascicolo 2 pag. 29
Glicole propilenico fascicolo 8 pag. 54
Fenilalanina fascicolo 2 pag. 29
Fisiologia del catagen fascicolo 6 pag. 22
Fisiologia pilare fascicolo 4 pag. 32
Fratture del fusto fascicolo 3 pag. 12
Generalità sulla cute e sottocutaneo fascicolo 1 pag. 12
Ghiandola sebacea fascicolo 1 pag. 21
Impianto di capelli artificiali fascicolo 9 pag. 9
Introduzione alla Tricologia fascicolo 1 pag. 5
Ipotiroidismo fascicolo 5 pag. 23
Ipotricosi ed alopecie genetiche fascicolo 3 pag. 26
Istidina fascicolo 2 pag. 29
Ketoconazolo fascicolo 8 pag. 56
Laboratorio ematologico fascicolo 8 pag. 5
Laboratorio screening endocrino fascicolo 8 pag. 6
Laboratorio screening generale fascicolo 8 pag. 5
Lichen planopilaris fascicolo 7 pag. 7
Lievito di birra fascicolo 8 pag. 25
Lupus Eritematoso Cronico Discoide fascicolo 7 pag. 16
Magnesio fascicolo 2 pag. 54
Melatonina fascicolo 8 pag. 42
Metionina fascicolo 2 pag. 29
Minoxidil (e sostanze correlate) fascicolo 8 pag. 48

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aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

Mucinosi follicolare fascicolo 7 pag. 35


Muscolo piloerettore fascicolo 1 pag. 22
Note di fisiologia pilare fascicolo 4 pag. 32
Oligoelementi per i capelli fascicolo 2 pag. 50
Opzioni chirurgiche fascicolo 9 pag. 6
Ortica (Urtica Dioica) fascicolo 8 pag. 25
Orzo e procianidina B3 fascicolo 8 pag. 24
Papilla dermica del capello fascicolo 3 pag. 5
Pediculosi fascicolo 4 pag. 19
Pentosi fascicolo 8 pag. 54
Pygeum africanum fascicolo 8 pag. 19
Poliosi fascicolo 3 pag. 31
Prelievo delle unità follicolari fascicolo 9 pag. 13
Procedura chirurgica fascicolo 9 pag. 18
Procianidina B3 fascicolo 8 pag. 24
Progesterone fascicolo 8 pag. 30
Pseudopelade di Brocq fascicolo 7 pag. 20
Pseudotigna amiantacea fascicolo 4 pag. 19
Principi generali di trattamento fascicolo 4 pag. 28
Protocolli in endocrinologia fascicolo 8 pag. 11
Psicologia della calvizie fascicolo 1 pag. 5
Psoriasi fascicolo 4 pag. 13
Pull test fascicolo 5 pag. 6
Rame fascicolo 2 pag. 53
Recettore citosolico del diidrotestosterone fascicolo 2 pag. 10
Recettore citolosolico degli androgeni fascicolo 6 pag. 31
Regola degli angoli frontoparietali fascicolo 6 pag. 16
Ricordi di biochimica degli steroidi fascicolo 1 pag. 8
Richiami di anatomia e fisiologia fascicolo 1 pag. 10
Richiami di embriologia e fisiologia fascicolo 1 pag. 10
Richiamo endocrinologico fascicolo 1 pag. 8
Riduzione dell’area calva “detonsurazione” fascicolo 9 pag. 8
Rinfoltimento del vertice e la tonsura fascicolo 9 pag. 27
Rotazione di lembi fascicolo 9 pag. 6
Seborrea fascicolo 4 pag. 10
Selenio fascicolo 2 pag. 54
Serenoa repens fascicolo 8 pag. 18
Sindrome di Graham Little fascicolo 7 pag. 11
Sindrome degenerativa follicolare fascicolo 7 pag. 24
Sindromi da invecchiamento precoce fascicolo 3 pag. 30
Sindromi ittiosiche fascicolo 3 pag. 29
Sindromi metaboliche fascicolo 3 pag. 30

21
Manuale di Tricologia Giornale Italiano di Tricologia

Sclerodermia fascicolo 7 pag. 37


Soia fascicolo 8 pag. 22
Sostanze terapeutiche attuali fascicolo 8 pag. 27
Sostanze terapeutiche naturali fascicolo 8 pag. 17
Spironolattone fascicolo 8 pag. 38
Struttura del capello e dei follicoli piliferi fascicolo 1 pag. 13
Telogen effluvio fascicolo 5 pag. 8
Telogen effluvio acuto fascicolo 5 pag. 8
Telogen effluvio subacuto e cronico fascicolo 5 pag. 9
Terapia medica in tricologia fascicolo 8 pag. 15
Tigne fascicolo 4 pag. 15
Tigne Kerion Tigna favosa fascicolo 7 pag. 39
Tiroidite autoimmune fascicolo 5 pag. 25
Tirosina fascicolo 2 pag. 29
Terminologia endocrinologica fascicolo 1 pag. 8
Tè verde fascicolo 8 pag. 20
Trattamento fascicolo 4 pag. 28
Tricotillomania fascicolo 4 pag. 24
Tricotillomania fascicolo 7 pag. 42
Tumori fascicolo 7 pag. 45
Uva fascicolo 8 pag. 23
Valutazioni psicologiche ed antropologiche fascicolo 1 pag. 5
Vitamina A (retinolo) e retinoidi fascicolo 2 pag. 31
Vitamina B1 (tiamina) fascicolo 2 pag. 41
Vitamina B2 (riboflavina) fascicolo 2 pag. 42
Vitamina B5 (acido pantotenico) fascicolo 2 pag. 43
Vitamina B6 (piridossina) fascicolo 2 pag. 44
Vitamina B6 fascicolo 8 pag. 23
Vitamina B12 (cobalamina) fascicolo 2 pag. 46
Vitamina C (acido ascorbico) fascicolo 2 pag. 47
Vitamina D fascicolo 2 pag. 36
Vitamina E fascicolo 2 pag. 38
Vitamina H (B8, biotina) fascicolo 2 pag. 45
Vitamina K fascicolo 2 pag. 40
Vitamina PP (B3, niacina) fascicolo 2 pag. 42
Vitamine e i capelli fascicolo 2 pag. 30
Vite ed estratto del seme d’uva fascicolo 8 pag. 23
Xantine fascicolo 8 pag. 46
Zinco fascicolo 2 pag. 52
Zinco fascicolo 8 pag. 23
5alfa reduttasi fascicolo 6 pag. 31

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aprile 2007 - N° 19 - INDICI Giornale Italiano di Tricologia

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