Andrea Morri
FMH Chirurgia Generale
L'ecocolordoppler ha permesso di evidenziare come si possano formare vene varicose anche quando si hanno valvole venose perfettamente funzionanti. Inoltre, si visto che qualora una vena safena sana (la principale vena del circolo superficiale della gamba) venga usata come protesi in un by pass arterioso, privata di tutte le sue valvole e sottoposta ad un nuovo regime pressorio notevolmente elevato, non subisce degenerazioni varicose. Il secondo meccanismo patogenetico (debolezza primitiva della parete venosa) sembra pi plausibile. Si osservato come la struttura della parete delle vena varicosa ha una minore quantit di collageno ed elastina rispetto alla parete venosa normale. Tale alterazione strutturale determina una ridotta resistenza allo sfiancamento del vaso, con progressiva dilatazione e perdita funzionale. La condizione definibile come uno stato meiopragico del tessuto elastico venoso che colpisce tutti i distretti, superficiali e profondi, sul quale interverrebbero dei fattori di rischio favorenti come lortostatismo, la gravidanza, lobesit, la stipsi. La fleboterapia rigenerativa trova il suo fondamento su tale meccanismo patogenetico, con lintento di ripristinare la continenza e la funzione del distretto venoso rinforzando la parete del vaso. Intervenendo pertanto sulla causa della
patologia venosa e non sull'effetto (formazione di varici e telancectasie). Le opzione chirurgiche (stripping della safena o varicectomia) o la scleroterapia (sclerosanti) hanno lobiettivo di rimuovere od escludere mediante trombosi chimica esclusivamente il vaso malato, ne consegue una ridistribuzione del flusso ematico e pressorio in altri distretti con molto probabile formazione di recidive varicose o inestetiche reti capillari cutanee. La fleboterapia, invece, si propone di curare non solo il vaso malato riportandolo allefficienza iniziale, ma tutto il distretto venoso periferico, superficiale e profondo, normalizzando il flusso ematico e riducendone il regime pressorio allinterno dei vasi, ostacolando pertanto linsorgenza di recidive. La fleboterapia agisce pertanto sulla causa (stato di debolezza primitiva della parete vasale) e non solo sulleffetto (formazione di varici e telancectasie) come avviene invece con il trattamento chirurgico o scleroterapico Per ottenere tale scopo si adopera una soluzione alcalina di salicilato di sodio a concentrazione non sclerosante, definita soluzione rigenerativa. Tale soluzione determina, sui vasi di grosse dimensioni, un ispessimento della parete vasale con parziale fibrosi parietale e mantenimento della componente elastica; sui vasi di calibro minore, privi di fibre elastiche, una fibrosi con irrigidimento del vaso e maggior resistenza allo sfiancamento. Ne consegue il ripristino del giusto calibro dei vasi e la corretta emodinamica del flusso venoso, con
miglioramento sino alla scomparsa degli inestetismi cutanei e dei sintomi correlabili allinsufficienza venosa. La soluzione viene iniettata mediante puntura con un ago molto fine in tutti i vasi visibili (dilatati e non) ed in quelli evidenziabili con un apposito strumento che generando un intenso fascio di luce mette in evidenza i vasi del derma profondo (transilluminazione cutanea).
Sottolineiamo nuovamente come sia fondamentale trattare tutte le vene su tutte le superfici dellarto inferiore, partendo dal piede, indipendentemente dal loro stato di malattia e dalla loro visibilit, in quanto la patologia varicosa nasce da una debolezza primitiva della parete di tutti i vasi. Trattare solamente le vene gi dilatate significherebbe curare in modo non completo la malattia con comparsa di possibili recidive (formazione di nuove varici o rete di capillari) e permanenza dei sintomi.
Progressiva riduzione di calibro di una voluminosa varice del cavo popliteo in corso di fleboterapia.