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Avvertenza
Queste pagine sono state realizzate da un chirurgo specialista in
chirurgia vascolare per informare i pazienti sulla patologia varicosa,
le sue cause, il trattamento e la sua evoluzione. Per tale motivo sono
state redatte con un linguaggio piano ed accessibile anche a chi non
ha conoscenze di medicina, in modo da poter offrire un primo
orientamento su come affrontare le varici degli arti inferiori….
Le vene varicose sono quelle vene rigonfie e serpiginose che vedete sporgere
sotto la vostra pelle; se non adeguatamente trattate tendono a peggiorare e
possono portare a complicanze che influiranno sulla vostra qualità di vita.
Si può dire, per semplificare, che nell’arto inferiore esistono tre tipi di vene; le
vene superficiali (quelle che vedete sotto la pelle), le vene profonde (che
decorrono in mezzo ai muscoli delle gambe) e le vene “perforanti” che le
connettono; le vene profonde convergono dalla radice dell’arto verso la vena
cava, un grosso vaso venoso situato nell’addome che riporta il sangue al
cuore.
Quando siete in piedi il sangue venoso deve lottare contro la forza di gravità
per ritornare al cuore; per fare questo i muscoli delle gambe spremono le vene
profonde. All’interno delle vene vi sono valvole che mantengono la direzione
del flusso verso l’alto, impedendo che il sangue refluisca in basso (figura 1);
quando i muscoli si contraggono le valvole si aprono, quando si rilassano le
valvole si chiudono. In questo modo il sangue è forzato a risalire e non può
refluire verso il basso. Questa che vi ho descritto rappresenta la cosiddetta
“pompa”venosa del polpaccio (figura 2).
Figura 1
Figura 2
A questo
punto
avrete
capito
che le
vene
dilatate
che
osservate
sulle
vostre
gambe
-la grande safena parte dal malleolo interno , decorre sulla superficie
interna della gamba e della coscia (figura in basso a sinistra) ed alla fine si
getta nella vena femorale alla radice della coscia (cosidetta “crosse” della
safena”); al suo sbocco c’è una valvola che dovrebbe impedire il reflusso del
sangue ma che, nell’insufficienza venosa, è dilatata e quindi insufficiente.
Le disastrose conseguenze di
una flebotrombosi del circolo
profondo; nella figura 8 una
ipodermite cronica ed una varice
recidiva da trombosi post-
stripping(!), nella figura 9
un'ulcera varicosa...
Cos'è la “flebite”?
C’è una complicanza che il paziente teme in modo particolare ed è la
flebotrombosi, ovvero la “flebite”. Nella flebotrombosi un coagulo di sangue
si forma all’interno del vaso; se questo avviene in una vena superficiale, come
ad esempio la grande safena, il vaso si presenta duro, dolente, coperto da una
cute che progressivamente si fà sempre più arrossata e calda al tatto; nella
fotografia qui sotto potete osservare un classico esempio di flebotrombosi
superficiale. La diagnosi è clinica ed il trattamento è soprattutto locale (ovvero
pomate, antinfiammatori e bendaggio elastocompressivo).
La flebotrombosi dei vasi profondi (di cui abbiamo già accennato prima) ha
invece caratteristiche di maggiore gravità; l’arto si presenta gonfio e
camminare diventa impossibile a causa del dolore. La flebotrombosi profonda
è particolarmente temibile sia per la possibilità che un frammento del coagulo
si stacchi dalla parete della vena e vada ad ostruire la circolazione polmonare
(la temuta “embolia polmonare” che può avere conseguenza disastrose) sia
per il danno alle valvole venose e quindi alla “pompa venosa” (di cui abbiamo
Una flebite
già parlato). Si pongono così le basi per la cosidetta “sindrome insorta su di una varice o
postflebitica”
"varicoflebite"; si tratta di un'evenienza
.
abbastanza frequente che, pur non
destando preoccupazioni, merita un
trattamento adeguato e tempestivo
Volendo accennare brevemente alle cause della flebotrombosi la principale è
da ascrivere alla stasi del sangue venoso che porta alla formazione di un
coagulo all’interno del vaso; questo può verificarsi dopo lunghi periodi a letto
(tipicamente nei pazienti ospedalizzati), nel corso di lunghi voli in aereo
oppure in soggetti che hanno una particolare predisposizione alla trombosi per
cause genetiche. Ovviamente anche in varici lunghe e tortuose il sangue
ristagna e si possono avere le condizioni per una “varicoflebite”. In tutti questi
casi un trattamento “fai da te” è assolutamente sconsigliabile e un consulto
dalla specialista deve essere effettuato il prima possibile.
-Prendersi delle pause nel corso della giornata e sollevare le gambe al di sopra
del livello del cuore.
La terapia chirurgica
Il trattamento chirurgico delle varici degli arti inferiori è il più conosciuto ed il
più diffuso. Con l’avvento del Day Hospital la chirurgia delle varici ha
conosciuto una nuova era, in particolare da quando alcune novità hanno fatto
la loro comparsa in camera operatoria e, più precisamente;
-laflebectomia per mini incisioni (figura qui in alto a sinistra), dove la vena
viene estratta mediante un incisione millimetrica con l’aiuto di un uncino, in
modo da lasciare una cicatrice pressoché invisibile…
Cos’è la scleroterapia?
Nella scleroterapia all’interno della varice viene iniettata una sostanza (liquido
sclerosante) che ne danneggia la parete interna, provocandone lo spasmo, la
trombosi ed una reazione infiammatoria che, nelle intenzioni, dovrebbe
portare alla chiusura definitiva della vena.
Ma le varici ritornano?
Molte pazienti rifiutano di sottoporsi all’intervento chirurgico nella
convinzione che “tanto le varici ritornano”. Sarebbe come rifiutarsi di andare
dal dentista perché … tanto le carie ai denti si ripresentano sempre.
L’intervento chirurgico deve essere inteso come una parte fondamentale, ma
non la sola, del trattamento dell’insufficienza venosa che andrà seguita negli
anni con visite di controllo e una sorveglianza attenta.
Tuttavia è possibile che un intervento non abbia successo e questo può essere
dovuto a;
-a ROMA; c/o Studio Medico "Bulletta" V.Sabotino 2/A Roma (Quartiere "Delle
Vittorie") - Tel. 06 37353104.
-a ROMA SUD; S.Maria delle Mole; Via Nettunense 64 c/o "Fisio Medical Center"
- Tel 06 93543077
Tutto il materiale che vedete pubblicato è originale ed è stato raccolto personalmente dal
Dr.Garavello nel corso della sua attività clinica e chirurgica.