sperimentazione
INTRODUZIONE La qualità delle esperienze infantili a scuola costituisce un tradizionale terreno di incontro
fra società e ricerca. Particolare rilevanza rivestono gli studi e gli interventi volti a identificare
precocemente, e a prevenire, fenomeni quali l’abbandono scolastico e le difficoltà e il disagio connessi alla
permanenza di bambini e adolescenti a scuola. La scolarizzazione costituisce, per la maggior parte dei
bambini e degli adolescenti, nel nostro paese, un terreno cruciale per la formazione dell’identità. A scuola
si costruisce un permanente apparato di competenze strumentali e di conoscenze disciplinari, ma si forma
anche il sé accademico, cioè l’immagine di sé in quanto capace di apprendere e di rispondere alle richieste
di competenza cognitiva. La personalizzazione dei processi di apprendimento non deve limitarsi ad
attestare il livello e le competenze del singolo alunno, ma da qui partire per attivare percorsi positivi di
superamento delle difficoltà; la qualità dei processi relazionali e di cooperazione in classe così come le
pratiche educative della comunità scolastica possono essere una risorsa significativa in questa direzione.
Obiettivo della ricerca condotta è stato quello di indagare la relazione tra ambienti di apprendimento,
prestazioni e processi di apprendimento nella prospettiva di identificare i percorsi curricolari teoricamente
fondati, scientificamente verificati e validati, più idonei alla prevenzione del disadattamento e delle
difficoltà scolastiche, al potenziamento delle competenze e all’integrazione degli studenti con disabilità e
con disturbi dell’apprendimento. I presupposti di tale obiettivo sono: 1) la necessità di definire
l’apprendimento come il crocevia di processi cognitivi e socioaffettivi; 2) il riconoscimento della crucialità
del legame tra la persona e il suo ambiente, fisico e socioculturale. La psicologia può concorrere a
promuovere nella scuola e nei contesti educativi una cultura della valutazione indirizzata all’esame attento
dei processi e non solo dei prodotti, basata su metodologie di ricerca fondate empiricamente e ricche dei
migliori apporti della ricerca quantitativa e qualitativa.
1. Approcci teorici
Dalla natura sociale della conoscenza alla scuola
La scuola e i processi formativi sono stati inizialmente indagati in un’ottica incentrata sui prodotti/ processi
dell’apprendimento; sarà solo a partire dalla seconda metà del Novecento che gli psicologi cominceranno a
spostare sistematicamente l’attenzione dalla trasmissione delle conoscenze alla trasmissione dei saperi.
Bronfenbrenner (1979): modello di tipo ecologico, fondato sul continuum “persona-processo-contesto”, un
sistema integrato e dinamico, di cui sia l’individuo che l’ambiente sono elementi inscindibili, che si
influenzano reciprocamente (interazione dinamica uomo-ambiente). La scuola costituisce un vero e proprio
microsistema: in essa infatti l’alunno trascorre molto del proprio tempo, affrontando compiti evolutivi e
accostandosi a molteplici opportunità, essenziali per la crescita personale.
La costruzione sociale degli strumenti cognitivi
Gli studi sul lavoro in rapporto con i coetanei sottolineano la funzione strutturante dell’attività comune e in
particolare della discussione in gruppo, per l’acquisizione di strumenti cognitivi. In questa prospettiva il
lavoro con il gruppo dei pari rende possibile il coinvolgimento affettivo e l’attivazione di scopi personali
dell’alunno, condizioni necess0arie per l’apprendimento. La natura investigativa della conoscenza
scientifica troverebbe quindi un terreno ideale nel carattere esplorativo del lavoro di gruppo, che consente
meglio di altri metodi di comprendere il ruolo giocato dall’esperienza nella presa di decisione scientifica.
Anche la relazione del bambino con i propri insegnanti riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo delle
competenze sociali e cognitive; tale relazione infatti, da un lato funziona come fattore di protezione,
dall’altro è in grado di promuovere quell’infrastruttura evolutiva su cui si costruiscono le conoscenze e le
esperienze scolastiche. Lo studente è considerato un costruttore attivo della propria conoscenza piuttosto
che un recipiente passivo di esperienze e competenze altrui.
1. Approcci metodologici . Il contributo della ricerca traslazionale alla comprensione dei processi nel
contesto scolastico
L’importanza di fondare la pratica e le politiche di intervento su conoscenze scientifiche, fa riferimento a
un nuovo approccio definito “ricerca traslazionale” in cui aspetti teorici e operativi si intrecciano per
comprendere i problemi dei bambini e per avere indicazioni di interventi efficaci. Tutto ciò comporta una
modificazione dell’immagine del ricercatore che non sarà più soltanto lo specialista che dà consigli e
suggerimenti; al contrario sarà il primo anello di congiunzione fra teoria e prassi perché i suoi studi avranno
come oggetto le problematiche rilevanti suggerite dalla comunità e dall’ambiente sociale.