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Progetto Grafico e Redazione

Biesse Solution s.r.l. con sede in


Viale A. La Falce, 85 – 87040 San Lorenzo del Vallo (CS)

© copyright 2021
By Biesse Solution s.r.l.
PROPRIETA’ LETTERARIA RISERVATA

ISBN 978-88-945201-1-8

Data di Pubblicazione 01/11/2021


INDICE
Sommario
1. INTRODUZIONE. ........................................................................................................................ 4
LIM ATTUALITÀ E NUOVE FRONTIERE ........................................................................................... 4
2. PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE (PNSD) ........................................................................ 13
3. SISTEMA HARDWARE LIM ....................................................................................................... 28
4. SISTEMA SOFTWARE LIM ........................................................................................................ 32
5. DIDATTICA INNOVATIVA OPEN BOARD ................................................................................... 35
INTERFACCIA ........................................................................................................................... 35
IMPOSTAZIONI E PREFERENZE ................................................................................................ 36
LA BARRA DEGLI STRUMENTI .................................................................................................. 40
LA PALETTA STILO.................................................................................................................... 44
IL WEB ..................................................................................................................................... 52
GESTIONE DOCUMENTI ........................................................................................................... 55
MOSTRA DESKTOP................................................................................................................... 58
BIBLIOTECA .............................................................................................................................. 62
LIVELLI E SIMMETRIE ............................................................................................................... 74
MENU OPEN BOARD ............................................................................................................... 77
CONSIDERAZIONI FINALI ......................................................................................................... 82
6. La LIM NELLA DIDATTICA ......................................................................................................... 84
ESEMPI CONCRETI ....................................................................................................................... 96
ESEMPIO N.1 PROGETTO DIDATTICO CON LA LIM .................................................................. 99
PROGETTO DIDATTICO N. 2 CON LA LIM............................................................................... 102
7. INCLUSIVITA’ CON LA LIM ..................................................................................................... 105
8. LA LIM E LA CLASSE DIGITALE ................................................................................................ 113
9. CONSIGLI SU COME USARE LA LIM ....................................................................................... 115
IN CONCLUSIONE....................................................................................................................... 117
10. LINEE GUIDA PER LA DIDATTICA ......................................................................................... 118
1. INTRODUZIONE.
LIM ATTUALITÀ E NUOVE FRONTIERE

La LIM (acronimo di Lavagna Interattiva Multimediale) ricopre un


ruolo di assoluta importanza all’interno dei numerosi dispositivi
tecnologici che ormai sono entrati nelle scuole.
Le ragioni di questa centralità risiedono nella capacità della LIM di
creare un ponte tra passato e futuro; il passato della lavagna di
ardesia tradizionale e il futuro delle nuove tecnologie interattive.

La LIM infatti oggi affianca, nelle classi scolastiche, la classica


lavagna rappresentandone di fatto la logica evoluzione, una
presenza indispensabile per garantire una transizione digitale nel
modo di fare didattica tuttora in itinere. E non è difficile
immaginare che in un futuro a noi molto vicino la LIM possa
sostituire del tutto quella tradizionale.
Senza ombra di dubbio la LIM più di ogni altro dispositivo
tecnologico ha facilitato la penetrazione delle cosiddette ICT
(acronimo di Information and Communications Technology) nella
didattica avviando una vera e propria rivoluzione pedagogica.

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E sì, perché fare didattica con la LIM – lo sanno bene i professori
che la usano – implica una progettualità a monte che non lascia
spazio per improvvisazioni.
Una lezione con la LIM va costruita in ogni suo aspetto a partire
dalla ricerca da parte del docente di testi, immagini, video più
efficaci da utilizzare, alla stima dei tempi della lezione.

Monitorare una didattica che parte da un progetto pensato in ogni


sua parte infatti è molto più fattibile del monitoraggio di azioni
didattiche improvvisate e sempre diverse come avviene nella
maggior parte dei casi delle lezioni tradizionali.
Quando si improvvisa infatti non si può analizzare ciò che si è
messo in atto in classe per il semplice fatto che non si conserva
traccia della lezione che viene scritta alla lavagna tradizionale,

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delle correzioni che vengono apportate in quanto viene tutto
cancellato definitivamente.

L’introduzione e la
diffusione della LIM nelle
scuole italiane avviene nel
2008 quando il MIUR
promuove un progetto dal
nome Azione LIM che
prevede tra le altre uno
stanziamento di fondi pari
a 93.354.571 € utili sia all’acquisto di questi dispositivi digitali
(35.114 unità) sia alla formazione del personale docente.

Accanto a questo progetto ne sono nati altri dall’accordo del MIUR


con le Regioni:
- LIM in classe
- Classi 2.0
- SCUOLE 2.0
- CENTRI SCOLASTICI DIGITALI
- PROGETTO WIRELESS NELLE SCUOLE
Non meno importanti sono stati i fondi europei di cui hanno
beneficiato PON (Programmi Operativi Nazionali) e POR
(Programmi Operativi Regionali).
In generale tra i momenti cruciali nella promozione delle nuove
tecnologie e della formazione del corpo docenti si segnalano
anche:

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- Circolare n°282/97 Programma di Sviluppo delle
Tecnologie Didattiche
- Circolare n° 425/97 Programma di Sviluppo delle
Tecnologie Didattiche
- Piano Nazionale Scuola Digitale (2015)

Proprio al Piano Nazionale Scuola Digitale (2015) viene dedicato


un ampio approfondimento nella Parte 2 di questa guida.

Particolarmente importante è il
Piano Nazionale Scuola
Digitale.
Il Miur lo definisce un pilastro
fondamentale de La Buona
Scuola (legge 107/2015) con una
visione operativa che rispecchia
la linea del Governo rispetto alle
più importanti sfide di
innovazione e di educazione
digitale riguardanti il sistema
pubblico di cui la scuola è parte
integrante.
All’interno del documento si presenta un obiettivo cruciale:
«L’educazione nell’era digitale non deve porre al centro la
tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la
utilizzano»

7
La LIM diventa quindi il luogo fisico e virtuale in cui diventa
possibile l’integrazione delle ICT nella didattica.
I concetti disciplinari diventano più efficaci grazie alle immagini,
alla grafica, al suono e ai filmati, in sostanza alla multimedialità e
all’ipermedialità che si fa esperienza comune e condivisa
attraverso lo schermo touch della lavagna.
Un altro aspetto non trascurabile connesso all’uso della LIM è
quello della conservazione del materiale didattico che può essere
riproposto, migliorato e implementato a seconda delle particolari
esigenze e risposte degli alunni.

Una lezione strutturata con la LIM viene


contenuta in un file che può essere gestito e
archiviato con estrema facilità dal docente.
Oggi accanto alle LIM standard – da 48 a 110
pollici – il mercato fornisce anche LIM piccole
da 19 a 27 pollici, una via di mezzo tra un
tablet e una lavagna, molto versatili sia per
usi individuali che per lavori di gruppo.

È proprio il Piano Nazionale Scuola Digitale che ha aperto il mondo


della scuola al cosiddetto BYOD (acronimo di Bring Your Own
Device) ovvero l’utilizzo di dispositivi elettronici personali (oggi il
più delle volte banditi e requisiti all’inizio delle lezioni
dall’insegnante anche per direttive dei dirigenti scolastici) durante
le attività didattiche.

8
Rimangono da gestire e chiarire temi importanti connessi al BYOD
come quello della sicurezza e della privacy dell’alunno nell’uso di
tali tecnologie miste e integrate (sul telefono cellulare utilizzato
per la didattica possono essere presenti profili social e altri dati
privati).

Tali problematiche
dovranno essere
chiarite con apposite
Linee Guida dal Miur in
collaborazione con
AgID (Agenzia per
l’Italia Digitale) e il
Garante per la
Privacy.
Una nuova frontiera
dell’interattività è
anche lo screen
mirroring ossia un
proiettore interattivo
che consente di
materializzare una LIM
su qualsiasi tipo di
superficie come una
parete o un tavolo
rendendola interattiva e sensibile al tocco e quindi in grado di
comunicare con un pc.
Oltre a tutto quanto detto la LIM e le tecnologie affini consentono
la comunicazione sia con software istallati sul computer sia con

9
software cosiddetti web-based utilizzati in remoto grazie alle
tecnologie cloud.
Attraverso applicazioni come Google Classroom che può essere
gestita in classe attraverso la LIM ad esempio è possibile gestire
una classe in virtuale sia a distanza che in presenza.
Durante la pandemia da Covid19 è stato proprio grazie a
strumenti come Classroom se le classi hanno potuto avere
continuità didattica sia pure in modalità a distanza (DAD).

In presenza il vantaggio
che si ha è quello della
dematerializzazione dei
documenti prodotti sia
dall’insegnante che dagli
alunni e questo permette
lo sviluppo della
competenza digitale,
tanto nei docenti quanto
negli alunni, tanto
invocata da tempo a
livello europeo.
«Una scuola occupata al
100% da archivi cartacei
potrebbe essere uno
scenario non così
lontano. Il dato di
saturazione rilevato è
infatti al momento vicino all’80%: ogni scuola, in media, ospita al
suo interno circa 85 mq di documentazione cartacea» (Piano
Nazionale Scuola Digitale).

10
La transizione tecnologica nelle scuole italiane statali appena
descritta si può evincere chiaramente dai dati diffusi dal Servizio
Statistico del Miur – anno 2015.
Da tale rilevazione si evincono due dati particolarmente
significativi:

 i laboratori scolastici dotati di LIM sono il 43,6% (media


nazionale)

 le aule scolastiche dotate i LIM sono il 41,9% (media


nazionale), ben 12,6 punti percentuali in più rispetto il
2013/2014.

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Servizio statistico Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca A.S. 2014/2015

12
A livello regionale
però le differenze
sono ancora
particolarmente
marcate. Per quanto
concerne i laboratori
dotati di LIM
abbiamo ad esempio
un 61,4% in Calabria
contro un 28,7% del
Veneto mentre per
quanto concerne le aule abbiamo un 85,5% della Sardegna contro
un 23,3% del Piemonte.

2. PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE (PNSD)

L’esigenza di innovare la scuola italiana nella direzione delle nuove


tecnologie digitali ha spinto il Ministero dell’Istruzione
dell’Università e della Ricerca all’elaborazione un documento di
indirizzo importantissimo che va sotto il nome di Piano Nazionale
Scuola Digitale.
Questo progetto di portata pluriennale ha stanziato fondi con
l’obiettivo di una costruzione di una nuova educazione nell’era
digitale - e non riduttivamente di un’educazione digitale - capace
di sostenere la formazione continua di tutti gli attori coinvolti nella
scuola che sappiamo caratterizzarsi in due direzioni:

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 life-long (in tutto l’arco della vita)
 life–wide (in tutti i contesti della vita sia formali che
informali).

La scuola è senza ombra di dubbio il più grande generatore di


domanda di innovazione e quindi di digitalizzazione ragion per cui
risulta strategicamente necessario riuscire nella sfida di
trasformare la scuola da quello che è oggi in una scuola digitale al
passo coi tempi.
L’idea di costruire un piano nazionale per la scuola digitale è stata
preceduta da diverse esperienze che si sono avvicendate dal 2008
in poi e che vengono elencate di seguito:
 Azione LIM (2008). Questo progetto prevedeva la diffusione
della LIM in tutte le scuole italiane statali. Vennero stanziati
dei fondi pari a 93.354.571 euro complessivi utili sia
all’acquisto delle LIM da parte degli istituti scolastici sia alla
formazione dei docenti sull’utilizzo di questa tecnologia.

 Azioni Cl@ssi 2.0 (2009-2012). Questo progetto noto per lo


slogan “non più la classe in laboratorio ma il laboratorio in
classe” nasceva con l’obiettivo della creazione di ambienti di
apprendimento innovativi all’interno delle classi.

Il progetto ha coinvolto ben 416 classi di ogni ordine e grado e ha


previsto un finanziamento complessivo di 8.580.000 euro per
l’acquisto di tecnologie innovative e 1.944.857 per formazione e
supporto.

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 Azione Scuol@ 2.0 (2011). Il progetto ha riguardato 14
istituti scolastici in cui si è fatta sperimentazione nella
programmazione didattica incentrando la stessa su strategie
innovative;

 Azione Editoria digitale scolastica (2010). Questo progetto


aveva l’obiettivo della produzione di contenuti digitali da
parte di 20 istituti scolastici con un finanziamento pari a
4.400.000 euro;

 Accordi MIUR – Regioni (2012). Per rendere maggiormente


efficace il progetto di innovazione tecnologica nelle scuole si
è cercato una sinergia tra Ministero e Regioni. Tali accordi
hanno permesso un ulteriore investimento pari a 33 Mln
euro.

 Azione Centri Scolastici Digitali (CSD) (2012). Questo


progetto ha riguardato le scuole più disagiate a livello
geografico garantendo iniziative di sostegno per dotazioni
infrastrutturali atte a garantire la fruizione tecnologica in
zone montane e piccole isole particolarmente svantaggiate;

 Azione wi-fi (2013). Il progetto ha riguardato l’introduzione


della wi-fi nelle scuole con lo stanziamento 15 mln di euro
tra il 2013 e il 2014;

 Azione Poli Formativi. Con questo progetto determinate


scuole chiamate poli formativi hanno avuto il compito di
organizzare e gestire la formazione dei docenti su specifici
progetti formativi digitali in un’attività di formazione tra pari
(attività peer to peer tra docenti).

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Per la creazione di 56 poli formativi sono stati stanziati 1.600.000
euro tra il 2013 e il 2014.
Non meno importanti sono stati i PON (Programmazione
Operativa Nazionale).
Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Tecnologico (2014-2015)
il 99,3% delle istituzioni scolastiche ha un proprio sito web, il
58,3% utilizza forme di comunicazione scuola- famiglia online, il
69,2% utilizza il registro elettronico di classe.
Questi dati oltre quelli già presentati nella parte introduttiva sulla
diffusione dei dispositivi tecnologici dimostrano come la
penetrazione della tecnologia nelle scuole italiane è ormai una
realtà importante.
I dati OCSE che riguardano studenti e docenti in rapporto alle
competenze digitali non sono particolarmente positivi: la
competenza digitale degli studenti italiani vede l’Italia al 23mo
posto in Europa.
Per quanto concerne invece i docenti l’Italia è al primo posto per
necessità di formazione.
È stato elaborato un indice generale chiamato Digital Economy
Index che vede l’Italia al 25mo posto su 28.
Per tutti i dati appena elencati appare evidente come sia
necessario investire sull’innovazione delle scuole italiane e come
strumenti come il Piano Nazionale Scuola digitale siano
fondamentali per raggiungere tale obiettivo.
Ma entriamo nel merito dei contenuti del Piano Nazionale Scuola
Digitale.

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Il Piano Nazionale Scuola Digitale è strutturato in 4 aree
fondamentali che corrispondono all’ordine dei passaggi nella
strategia che si vuole seguire nell’innovare la scuola italiana:
1. Strumenti
2. Competenze e contenuti
3. Formazione
4. Accompagnamento
Nella prima area denominata Strumenti troviamo tutte le
condizioni che permettono lo
sviluppo di una nuova scuola
digitale:
 Accesso alle tecnologie
come la fibra ottica,
connettività, cablaggio etc;
 Spazi e ambienti di
apprendimento innovativi e
laboratoriali;
 Amministrazione digitale;
 Identità digitale
(assegnazione di un profilo
digitale a ogni persona della
scuola per l’accesso e la
fruizione dei contenuti digitali).
È oltremodo evidente come siano di fondamentale importanza
nell’ambito degli strumenti i seguenti aspetti correlati:

 Garantire la fibra ottica/connessione banda larga in


tutte le scuole;

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 Cablaggio LAN o wireless di tutti gli ambienti scolastici;

 Creazione di nuovi paradigmi educativi.

All’interno del Piano Nazionale Scuola Digitale si sancisce un


principio fondamentale: il Diritto ad Internet.
Riportiamo testuali parole: “il Diritto a Internet parte a scuola, ed
è a scuola che, prima di ogni altro luogo, deve essere garantito”.
Nel garantire tale diritto, oltre al Ministero, hanno un ruolo
fondamentale le Regioni, le Provincie e i Comuni che con le loro
azioni locali possono incidere significativamente sulle
propedeutiche dotazioni strutturali dei singoli istituti scolastici.
Attraverso questo Piano il Ministero provvede a riconoscere un
contributo per servizi di connettività di base a quelle Scuole che
non sono state sostenute dai Comuni di appartenenza.
Nella parte denominata Spazi e Ambienti per l’apprendimento il
Piano afferma che “Gli spazi, i materiali e le tecnologie devono
adattarsi agli utenti e non viceversa” quindi aule, laboratori,
biblioteche devono essere dotate e aumentate dalla tecnologia a
servizio di un nuovo modo di imparare, più laboratoriale e
informale.
Non solo quindi dotare spazi di tecnologie ma rendere tali spazi
come luoghi in cui un nuovo processo di apprendimento possa
esprimersi in tutte le direzioni.

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Il Piano ha previsto
anche i cosiddetti
Challenge Prizes (Premi
incentivo) che
prevedono una
ricompensa in denaro a
chiunque riesca a dare
delle soluzioni
innovative ad esigenze
esistenti secondo una
logica di sfida
tecnologica e sociale.
Un’azione molto
importante promossa
all’interno del Piano
riguarda il Bring Your
Own Device (BYOD): una
politica che prevede
l’utilizzo dei dispositivi elettronici personali durante le attività
didattiche.

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Aspetti importantissimi e
propedeutici per la concreta
realizzazione del BYOD riguardano i
profili di sicurezza delle interazioni
e l’integrazione tecnica dei
dispositivi personali con le
dotazioni degli spazi scolastici.
Senza usare parole troppo difficili il
discorso si riassume nel fatto che sia
docenti che studenti devono essere
in grado di poter utilizzare i propri
dispositivi tecnologici in classe
senza che ci siano impedimenti
tecnici o di altra natura.
Siccome in passato non sono mancate contraddizioni in merito
all’uso dei propri dispositivi tecnologici, all’interno del Piano viene
previsto che il MIUR, in collaborazione con AGID (Agenzia per
l’Italia Digitale) e il Garante per la Privacy, si faccia carico di
diramare apposite linee guida.
Altra azione importante prevista all’interno del Piano riguarda il
Piano Laboratori.
Si prevede che la dimensione laboratoriale sia portata al centro
del processo educativo per creare luoghi di apprendimento
innovativi e tecnologici ma anche di creatività e ingegno. Un
laboratorio capace, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, di
entrare in classe e non di rimanere ai margini di una didattica
extracurricolare come è avvenuto fino ad oggi.

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All’interno del Piano vengono perciò stanziati fondi per 4 tipi di
interventi:
 Creazione di atelier creativi e laboratori per le competenze
chiave per gli istituti comprensivi e le scuole del primo ciclo
in cui si possano sviluppare manualità, artigianato. Creatività
e tecnologia;

 Rafforzamento in chiave digitale degli indirizzi


professionalizzanti e caratterizzanti della scuola secondaria
di secondo grado attraverso la realizzazione di nuovi
laboratori tematici e digitali.

 La creazione di laboratori territoriali per l’occupabilità in cui


più scuole del territorio sviluppano pratiche didattiche
avanzate in sinergia con il mondo del lavoro, le imprese e gli
enti locali;

 Laboratori School-friendly. Laboratori aperti alle scuole e


agli istituiti presso musei, enti di ricerca, parchi tecnologici,
fondazioni.
La rivoluzione pedagogica auspicata dal Piano passa senza ombra
di dubbio per la creazione di un profilo digitale di ogni attore
scolastico.
La gestione dell’identità digitale inoltre rappresenta uno dei
cardini della riforma della Buona Scuola. Un’azione di continuità
verso la creazione del Sistema Pubblico integrato dell’Identità
Digitale (SPID).
Il profilo digitale di ogni studente potrà essere quindi associato
anche al curriculum delle esperienze formative maturate durante
il percorso scolastico.

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Anche per il docente si parla di
profilo digitale a cui potranno essere
associate tutte le informazioni
relative al fascicolo docente, alla
propria crescita professionale, al
portfolio professionale.
Il Piano inoltre dedica spazio anche
all’Amministrazione Digitale della
scuola anche in relazione ai problemi
di gestione dell’attuale materiale
cartaceo, protocolli, compiti in classe
e alle potenzialità del digitale di
rendere più snello ogni processo
attraverso la dematerializzaione.
Altro capitolo importante è l’implementazione del registro
elettronico e la dotazione di questo strumento presso le scuole
ancora sprovviste.
In questa nuova strategia il digitale diviene Foundational Literacy
ossia nuova alfabetizzazione di base oltre che vettore cruciale per
lo sviluppo delle Competenciens e Qualities (Competenze e
attitudini).
Al centro di questa nuova alfabetizzazione troviamo il Pensiero
Computazionale, una sorta di nuova sintassi, punto di incontro tra
pensiero logico e creativo.
In questo complesso quadro di cambiamenti il docente deve fare
da facilitatore all’incontro tra i ragazzi e questa nuova architettura
socio- tecnologica.

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Creare una nuova scuola
digitale dal nulla non è
facile. Come trasformare le
pionieristiche ma ancora
isolate esperienze
scolastiche digitali in una
prassi? Il Piano cerca di dare
una risposta anche a questo.
Una prima importante
azione è quella della
raccolta codificata delle
migliori esperienze relative
ai progetti già realizzati e
della successiva
valorizzazione.
Sarà quini indispensabile
creare una banca dati di piani pedagogici e processi didattici utile
sia alla fruizione che alla formazione del personale scolastico.
Si entra così nella seconda parte del Piano dedicata alle
competenze e contenuti.
L’obiettivo è quello di creare il Cittadino del futuro, il cittadino
digitale e affinché ciò avvenga ogni studente dovrà formarsi
adeguatamente sui seguenti temi:

 Diritti della rete, Dichiarazione per i Diritti in Internet


redatta dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad
internet della Camera dei Deputati;

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 Educazione ai media e alle dinamiche sociali online (social
network);

 Qualità, Integrità e circolazione dell’informazione ossia


attendibilità delle fonti, diritti e doveri nella circolazione
delle opere creative, privacy e protezione dei dati,
information literacy.
Continuando con l’elenco troviamo ancora:
 Economia digitale;

 Comunicazione e interazione digitale;

 Dinamiche di generazione, analisi, rappresentazione e


riuso dei dati;

 Making, robotica educativa, internet delle cose;

 Arte digitale e gestione digitale del cultural heritage;

 Lettura e scrittura in ambienti digitali e misti, il digital


storytelling, creatività digitale;

Particolare attenzione va data al digital storytelling ossia una


procedura narrativa finalizzata all’insegnamento che si basa
sull’assunto che una storia è più facile da capire e soprattutto da
ricordare rispetto a una piatta e noiosa spiegazione.

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Il Piano individua tante strategie per digitalizzare la scuola e tra le
tante punta a riformare drasticamente la disciplina di Tecnologia
A-60 della scuola secondaria di primo grado.
Tale disciplina dice il piano deve includere nel curricolo le tecniche
e le applicazioni digitali in grado di accompagnare la disciplina nel
futuro.
Oggi come ieri infatti l’ora di Tecnologia si riduce troppo spesso ad
un laboratorio manuale di disegno tecnico invece di guardare alla
progettazione, alla stampa 3d, all’artigianato digitale, al rapporto
tra digitale e materia fisica.
Altro tema particolarmente importante del Piano Nazionale
Scuola Digitale è quello dell’imprenditorialità e del lavoro.
L’imprenditorialità infatti è considerata una delle competenze
chiave per l’apprendimento permanente da parte della
Commissione Europea.
Il Piano lancia la promozione delle Olimpiadi
dell’Imprenditorialità così come avviene con altre discipline come
matematica, fisica, italiano.
È importante che lo studente già in età scolare entri in contatto,
attraverso esperienze significative, con il tessuto produttivo della
società.
A tal fine risulta imprescindibile l’alternanza scuola–lavoro
declinata però al digitale attraverso un protocollo di intesa con
Confindustria Digitale e i diversi attori del mondo dell’innovazione
tecnologica.
Digitalizzare la scuola passa soprattutto dal cambiamento delle
risorse utilizzate dai docenti.

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Invece di utilizzare sempre i contenuti dei libri di testo che sono
per lo più statici il Piano spinge verso l’utilizzo di risorse dinamiche
quali le OER (Open Educational Resources).
Le OER reperibili in rete sono risorse finalizzate all’educazione
strutturate e condivise dai docenti di tutto il mondo.
In questo ordine di idee è necessario fornire alla scuola una guida
in cui vengono spiegate le varie tipologie di risorse digitali, i criteri
e le possibili forme di utilizzo.
La guida comprenderà anche la parte di autoproduzione dei
contenuti digitali dispensando consigli utili per ottimizzare
qualità, efficacia e riuso dei contenuti.
Altra sfida prevista dal Piano riguarda quella di ammodernamento
delle biblioteche scolastiche verso attività di lettura e scrittura
mista (su carta e digitale).
Coniugare i classici servizi che offrono le biblioteche scolastiche a
nuovi servizi di documentazione e alfabetizzazione informatica è
la chiave per rendere protagonisti del futuro spazi che altrimenti
rischiano una rapida e inesorabile obsolescenza.
Si entra così nelle ultime due sezioni del Piano: Formazione e
accompagnamento. Il Piano dedica ampio spazio alla formazione
del personale scolastico: una nuova formazione improntata
all’innovazione didattica che deve diventare priorità all’interno
del sistema nazionale di formazione obbligatoria (introdotta per
la prima volta dalla Buona Scuola).
La formazione deve interessare non solo i docenti ma anche il
dirigente scolastico e il direttore amministrativo (DSGA) i quali
hanno un ruolo ecisivo nel processo di dematerializzazione.

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Un ruolo importante sia per la formazione interna che per
l’attivazione delle politiche innovative del PNSD è quello
dell’animatore digitale.
Un’altra novità del Piano consiste nella costruzione di una rete di
snodi formativi (sedi in cui avverrà la nuova formazione digitale).
Il Piano si impegna a finanziare almeno 300 snodi formativi
distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Tali snodi si prevede siano soggetti ad una valutazione e revisione
periodica e saranno animati e monitorati dagli USR.
Il soggetto invece deputato al coordinamento delle azioni dei
snodi sarà un Comitato Tecnico Scientifico Regionale.
In definitiva ciò servirà a passare da una realtà consolidata di
singoli corsi di formazione ad una di formazione continua in cui
l’evento formativo è di fatti occasione di aggiornamento e
ampliamento dei rapporti con le reti territoriali che a vario titolo
riguardano la Scuola.
Il PNSD nella sua attuazione sarà sostenuto e accompagnato dai
seguenti organi:
 Osservatorio per la Scuola Digitale che rileverà le strategie
messe in atto dalle singole scuole per concretizzare la
didattica digitale del Piano;
Grazie alle informazioni raccolte dall’Osservatorio verrà elaborato
un Indicatore dedicato per il Sistema Nazionale di Valutazione
(SNV) che servirà come strumento di verifica della singola
situazione scolastica.

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 Comitato Scientifico che servirà come Organo di garanzia
rispetto all’attuazione del Piano e sarà composto da esperti
di livello nazionale e internazionale.

3. SISTEMA HARDWARE LIM

Dal punto di vista fisico che cos


è la LIM?
La LIM, acronimo di Lavagna
Interattiva Multimediale, è un
dispositivo tecnologico di tipo
touch sensitive che ha le
sembianze di una lavagna tradizionale (ovviamente la
superficie della lavagna non è in ardesia ma in policarbonato).
La LIM può essere:
 Fissa (installata su una parete)

 Mobile (trasportabile tramite apposito carrello)


e dispone sia di un’interfaccia USB sia di un set di penne
elettroniche.
È connessa ad un computer e a un proiettore (soluzione
maggiormente diffusa). Tecnologie più recenti fanno a meno
del proiettore poiché la lavagna risulta retroilluminata.
Le LIM fisse presentano pro e contro.

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I contro risiedono nel fatto che sono meno versatili di quelle
mobili mentre tra i pro troviamo una minore esposizione al
danneggiamento.

Le LIM mobili sono


sicuramente più flessibili
delle fisse in quanto
possono essere
trasportate non solo
all’interno della stessa
aula ma anche da aula e
aula.

Per contro sono evidentemente più esposte al logorio e al


danneggiamento dovuti allo spostamento della lavagna che
solitamente avviene su un apposito carrello.
Questo alla lunga può generare problemi tecnici sulla calibrazione
dell’apparato.
Il puntatore sulla LIM infatti per coincidere con il punto da noi
selezionato con il dito o con la penna deve essere calibrato.
La procedura di calibrazione viene lanciata in automatico all’avvio
della LIM e la si esegue facilmente seguendo tutte le indicazioni.
Se questo non avviene bisogna settare il tutto attraverso il
software della LIM selezionando l’apposita voce calibrazione.

29
Il KIT LIM-proiettore-computer consente di proiettare sulla
superficie della LIM lo schermo del computer rendendolo
interattivo.

Abbiamo due collegamenti all’interno del kit con funzionalità


diverse:

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 il collegamento computer – proiettore che permette di
visualizzare sulla LIM i contenuti presenti sul desktop del
computer;

 il collegamento LIM – computer che consente


l’interazione tra la superficie della LIM e lo schermo del
computer e viceversa.

Dunque la LIM non è altro che una periferica di un computer in


grado di svolgere sia funzione di input che di output.
Generalmente la funzione di output viene svolta dal proiettore.
Possiamo avere LIM di tipo:

 Analogico-resistive che consentono il tocco della superficie


con le dita.
Alcune LIM supportano la tecnologia multitouch cioè il tocco
simultaneo di due dita che consente di ingrandire, ruotare o
spostare oggetti proprio come in un cellulare di ultima
generazione.

 Elettromagnetiche che necessitano di un’apposita penna di


interazione.
La penna della LIM può essere usata con una duplice funzione,
quella di penna digitale e quella di mouse. Per un corretto
funzionamento del dispositivo bisogna accertarsi che lo stesso sia
accesso (è presente un apposito tasto di accensione) e che sia
alimentato correttamente da una mini pila.

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Sulla superficie della LIM è quindi possibile scrivere, gestire
immagini, riprodurre video, consultare risorse web.
Si capisce bene quindi perché tale dispositivo è interattivo e
multimediale. Esso infatti è in grado di ricevere gli input degli
utenti (interattività) e permette di utilizzare più forme di media
contemporaneamente (multimedialità).
La maggior parte delle LIM hanno le casse audio integrate mentre
le LIM che non sono dotate di questa tecnologia devono sfruttare
le casse presenti nel videoproiettore.

4. SISTEMA SOFTWARE LIM


Presentando le caratteristiche e le peculiarità della LIM abbiamo
parlato di interattività e multimedialità.
Queste caratteristiche sono possibili grazie ad appositi software
chiamati software autore grazie ai quali è possibile realizzare e
gestire disegni, grafici, immagini, video, testi, suoni, interagire con
le risorse di rete e del computer.
Ogni LIM ha in dotazione il suo specifico software autore. Tra i più
conosciuti troviamo Smart, Interwrite, Promethean, Mimio,
Interboard.
In generale tali software sono dati in licenza d’uso a pagamento
attraverso un codice utente.

32
Il problema che si ha
nell’utilizzo i tali
software autore è che
questi non
comunicano tra loro
per cui un docente che
dovesse muoversi in
più istituti scolastici
sarebbe
verosimilmente costretto a formarsi su più software autore per
poter utilizzare e condividere lezioni e contenuti prodotti.
La mancata interoperabilità ad esempio si riscontra tra LIM di
marche diverse come SmartBoard, Promethean, StarBoard.

Per superare questo limite e facilitare il


lavoro degli insegnanti sono nati software
gratuiti universali per LIM pensati
appositamente per scuole e università come
OpenBoard.

Questo software nasce dallo studio di un team di Ginevra come


sviluppo del più conosciuto software Open Sankoré.
OpenBoard può essere quindi scaricato e installato senza alcuna
registrazione e limitazione d’uso ed è in grado di funzionare non
solo su ogni tipo di LIM ma anche su tutti i sistemi operativi:
Windows, Linus e Mac.

33
Per scaricare questo software è necessario collegarsi al sito
http://www.openboard.ch/download.en.html e scegliere la
versione compatibile con il proprio sistema operativo.
L’uso di questo software - su cui questo corso si concentrerà nella
spiegazione di tutte le sue funzionalità - ha l’indubbio vantaggio di
poter salvare i contenuti in un formato unico e intellegibile da ogni
dispositivo LIM rendendo indipendente il docente dalle diverse
marche di LIM e software che via via incontrerà nei diversi istituti
scolastici durante la sua carriera.
Il fatto di essere gratuito non deve far pensare ad un software
meno prestante rispetto a quelli a pagamento. Esso infatti è ricco
i funzionalità e presenta un’interfaccia semplice e intuitiva.
Con OpenBoard è possibile importare, inserire e gestire
animazioni, disegni, file audio, file video, esportare lezioni in pdf.
Esso comunica con le risorse di rete – dispone di un browser
interno attraverso cui si può navigare senza dover uscire dal
programma - ed è capace di includere al volo contenuti di Google
Maps e Wikipedia.

34
Inoltre è possibile prendere annotazioni con la scrittura a mano
libera e usare altri strumenti integrati quali una calcolatrice e un
dizionario.
Ad OpenBoard è dedicata la parte 5 di questo corso in modalità di
videolezione a cui si rimanda integralmente per ogni
approfondimento.

5. DIDATTICA INNOVATIVA OPEN BOARD


INTERFACCIA
L’interfaccia di Open Board è immediata e permette di visualizzare
una panoramica completa degli strumenti che offre.
È presente la paletta stilo e lo spazio di lavoro.

Gli elementi fondamentali dell’interfaccia grafica sono tutti


settabili cliccando sull’icona Open Board – Preferenze.

35
IMPOSTAZIONI E PREFERENZE
La schermata che appare dopo aver scelto Preferenze è la
seguente:
Tra le impostazioni più importanti relativi allo schermo troviamo:

• Posizione della paletta stilo

• Posizione della barra degli strumenti (posizione superiore


per uso con tavoletta digitale, posizione inferiore per uso
con lavagna interattiva).

• Modalità di avvio Desktop/lavagna (l’interfaccia


iniziale sarà direttamente il desktop ovvero con la
lavagna).

36
Un’altra impostazione fondamentale risulta la scelta dello
schermo più adatto. Selezionando dalla barra degli strumenti
l’icona Sfondo è possibile settare l’interfaccia voluta.

37
Le opzioni possibili saranno sei:

• Sfondo chiaro semplice

• Sfondo chiaro
con griglia (foglio a quadretti)

Le opzioni possibili saranno sei:

• Sfondo chiaro a righe


(foglio a righe)

• Sfondo scuro semplice

38
• Sfondo scuro con griglia
(foglio a quadretti)
La dimensione della griglia
è regolabile attraverso
l’apposita barra

• Sfondo scuro a righe


(foglio a righe)

Le diverse opzioni di sfondo con la griglia sono regolabili sempre


dalle impostazioni e preferenze cliccando su griglia:

39
In questo caso il colore della griglia è impostato color acqua
marina per lo sfondo bianco e in grigio per lo sfondo nero. I colori
sono regolabili dall’utente semplicemente cliccando sopra il
quadratino del colore.
Selezionando l’opzione Evidenziatore si ha la possibilità di settare
i colori e gli spessori del tratto.

Quando vengono cambiate da questo pannello le impostazioni


relative al colore e al tratto immediatamente si aggiornano le
icone presenti nella barra degli strumenti se è attiva la penna
evidenzia.
LA BARRA DEGLI STRUMENTI
È composta da una serie di comandi singoli e gruppi di comandi.
La prima icona è 𝑺𝒕𝒊𝒍𝒐 che permette di mostrare o di nascondere
la paletta degli strumenti.

40
Il secondo gruppo di comandi è quello relativo ai colori
precedentemente settati nelle impostazioni generali.

Il terzo gruppo di comandi è quello relativo al tratto


precedentemente settato nelle impostazioni generali.
Il quarto gruppo di comandi è quello relativo allo spessore della
gomma.
Il quinto comando è sfondo (già visto)
Il sesto doppio comando è annulla e rifai (permette di tornare
indietro in casi di errori e in avanti in caso di recupero di un
passaggio già fatto)
Proseguendo si ha il comando 𝑷𝒂𝒈𝒊𝒏𝒆 + che permette di
aprire nuove pagine a seconda delle esigenze.

41
Azionando il comando a tendina si ha la possibilità di avere sotto
controllo un riepilogo delle pagine aperte in modo da gestirle
direttamente cliccandoci sopra.

Selezionando dal menu a tendina la pagina 2 si attiva sulla barra


degli strumenti l’icona del comando Precedente che permette di
ritornare alla pagina precedente in questo caso la pag. 1
Selezionando dal menu a tendina la pagina 1 si attiva sulla barra
degli strumenti l’icona del comando Successivo che permette di
ritornare alla pagina successiva in questo caso la pag. 2

42
Infine nella parte centrale della barra degli strumenti troviamo il
comando Cancella che pulisce l’intero contenuto della pagina
attiva.
Nel caso in figura stavamo lavorando sulla pag. 1 (menu a tendina)
e con il comando cancella è stata eliminato l’intero suo contenuto,
infatti la pagina in primo piano dopo il comando risulta pulita.

43
LA PALETTA STILO

La paletta stilo, come detto, è un’interfaccia grafica molto


importante e riunisce molte funzioni. Vediamole.
Annota documento: permette di scrivere usando la penna
con tratto
e colore preimpostati;
Cancella l’annotazione: permette di cancellare usando la
gomma
con tratto preimpostato;
Evidenzia: permette di evidenziare usando un evidenziatore
con
tratto preimpostato;

44
In questo caso, in figura, abbiamo evidenziato in giallo la e e la r di
Open board scritte precedentemente con lo strumento annota
documento.

Seleziona e modifica oggetti: permette di selezionare


qualsiasi oggetto della pagina.
Cliccando sulla n di open ad esempio si attiva una piccola
finestra che permette di ruotare la lettera, cancellarla,
copiarla etc. Nel caso in figura è stata ruotata.

45
Interagisci con gli oggetti: permette di
selezionare qualsiasi oggetto della pagina e di
apportare modifiche senza che queste
vengono visualizzate sulla pagina.
Tale opzione è molto utile quando ad
esempio si lascia la possibilità a uno studente
di interagire con il contenuto della pagina in
modo tale da non sovraccaricare la stessa di
informazioni.

In questo caso si è proceduto allo spostamento delle lettere e


delle evidenziazioni senza ottenere la visualizzazione delle singole
finestre di modifica.

46
Scorri pagina: permette di muoversi e
spostarsi all’interno della pagina tenendo
premuto il tasto destro del mouse oppure
direttamente l’icona della mano.

Nell’immagine abbiamo spostato il contenuto in


basso a sinistra

47
Zoom avanti: permette di ingrandire il
contenuto della pagina o
dell’area proiettata;

Zoom indietro: permette di rimpicciolire il


contenuto della pagina o dell’area proiettata;

Puntatore laser virtuale: permette di


indicare con un grande punto rosso una parte
del contenuto della pagina senza lasciare
traccia. Serve per richiamare l’attenzione su
un determinato particolare
Disegna linee: permette di disegnare in
modo agevolato delle linee dritte utili ad
esempio alla rappresentazione di una figura
geometrica.

48
Scrivi testo: permette scrivere un testo e di
scegliere tipo di carattere, colore, ingrandimento
etc.

49
Cattura parte dello schermo: permette di
fotografare una parte del contenuto dello
schermo e di copiarlo all’interno della stessa
pagina,di una pagina successiva o di salvarlo
nella biblioteca.

50
Tastiera virtuale: quando non si utilizza la tastiera
del sistema si può utilizzare la tastiera virtuale le
cui dimensioni sono regolabili.

51
IL WEB
Web: comando presente nella barra degli strumenti, consente di
disporre di un browser web completamente integrato in Open
Board

Ad un certo punto della lezione si può avere la necessità di


mostrare un contenuto web (immagine, video o altro)
raggiungibile direttamente attraverso questo comando che attiva
la finestra sottostante.

Compaiono inoltre due barre strumenti; la prima orizzontale che


permette la gestione del web e del lavoro, la seconda verticale che
permette di agire sul contenuto web.

52
In questo caso abbiamo prima ricercato la pagina di nostro
interesse con il browser e successivamente, tramite il comando
cattura contenuto flash lo abbiamo importato all’interno della
nostra lavagna in modo da renderlo a tutti gli effetti un oggetto
della pagina con cui poter interagire.

Vediamo più precisamente i comandi delle due barre strumenti.

Strumenti: Visualizza o nasconde gli strumenti specifici del


browser Web

53
Indietro/avanti: Visualizza la pagina web precedente o
successiva;

Ricarica: aggiorna il contenuto della pagina web in visualizzazione;

Ferma il caricamento: interrompe il caricamento della pagina;

Home: Visualizza la home page definita nelle preferenze utente


dell'applicazione

Ricerca indirizzo web: Campo per inserire l'indirizzo (URL) di un


sito web utilizzando la tastiera

Più grande/più piccolo: Ingrandisce o riduce l'intera


visualizzazione della pagina web visualizzata sullo schermo;
Lavagna: ritorna immediatamente alla lavagna e quindi alla
pagina di lavoro;
La barra strumenti verticale contiene quattro icone:
Cattura contenuto flash: Consente di selezionare
il contenuto di una pagina web per la creazione di
un’applicazione web all’interno del nostro documento
di lavoro. Questa nuova applicazione fa sì che venga
creata nella biblioteca Applicazioni una cartella web

54
con il contenuto scelto che sarà quindi
sempre disponibile.
Cattura parte dello schermo: Cattura un'area di una
pagina Web come immagine per aggiungerla
direttamente a OpenBoard.
Funziona allo stesso modo del comando.

Cattura una finestra: Cattura tutta la pagina Web


corrente come immagine per aggiungerla
direttamente a OpenBoard.

Cattura contenuto web: funzione non sempre


possibile in quanto i siti proteggono
il loro contenuto;

Tastiera virtuale: Visualizza una tastiera virtuale per


facilitare la scrittura quando non si e davanti al computer.

GESTIONE DOCUMENTI
Attivando l’icona Documenti è possibile gestire tutti i lavori creati
con Openboard.

55
La finestra che appare, nella parte sinistra, fornisce un riepilogo
dei lavori; cliccando sopra uno dei lavori in elenco è possibile
riaprire un vecchio documento, consultarlo o implementarlo.

Anche in questo caso si attiva nella parte bassa dello schermo


un’ulteriore barra degli strumenti composta dai seguenti comandi

Nuovo documento: crea un nuovo documento nella cartella


corrente;
Nuova cartella: crea una nuova cartella di lavoro con all’interno
un nuovo documento;

56
Importa: Importa dei file OpenBoard o PDF nella cartella
selezionata. Se si importa un documento OpenBoard, esso verrà
copiato con gli altri senza alterarne quello originale.
Esporta: Esporta il documento selezionato OpenBoard, PDF. Se si
esporta il documento in formato OpenBoard, è possibile usarlo e
modificarlo da qualsiasi altro computer che abbia lo stesso
software.

Rinomina: cambia il nome della cartella o del documento


selezionato. È anche possibile fare doppio clic su di esso per
rinominarlo;
Duplica: crea una copia della pagina o del documento selezionato;
Cestino: permette di eliminare i documenti non utili proprio come
in un normale pc;
Apri nella lavagna: apre immediatamente nella lavagna su cui si
sta lavorando una pagina di un documento selezionato dalla lista;
Aggiungi al documento di lavoro: inserisce la pagina selezionata
di un documento non aperto copiandola in quello attualmente
utilizzato e visualizzato da OpenBoard. Questo consente
d'intervenire sulla pagina di un altro documento senza modificare
l'originale.

57
Aggiungi : inserisce delle immagini, delle cartelle d'immagini o dei
file PDF e OpenBoard a un documento esistente. Le pagine
aggiunte vengono messe alla fine del documento.
Un aspetto molto importante di Openboard riguarda la creazione
automatica di un nuovo documento quando si avvia il software.
Se non rinominiamo il documento creato all’inizio di ogni sessione
di lavoro questo viene sempre memorizzato nella cartella
“Documenti senza titolo” con la data e l'ora di creazione del
documento.
Inoltre per spostare e organizzare i documenti è sempre possibile
far ricorso al drag and drop. Selezionando un documento lo si può
rilasciarlo nella cartella di destinazione. Si può fare lo stesso con
le pagine di un documento selezionando la pagina che si desidera
spostare e rilasciandola su un'altra pagina dello stesso
documento. La pagina selezionata si posizionerà subito dopo la
pagina di destinazione.

MOSTRA DESKTOP

Nella barra degli strumenti è presente un comando molto


importante: Mostra Desktop.
Tramite questo comando è possibile, in qualsiasi momento della
sessione di lavoro tornare al desktop del proprio pc. Questa
comunicabilità tra il software e il proprio desk del computer è utile
per la gestione di qualsiasi lavoro anche e soprattutto quando, a

58
seguito delle limitazioni del browser interno ad Openboard, si
deve ricorrere a quello esterno.
Una volta cliccato sull’icona del comando visualizzeremo il nostro
desktop in cui però sarà presente una paletta di strumenti come
quella in figura che analizziamo specificatamente nel seguito.

Icona lavagna: permette, con un clic, di tornare


immediatamente alla pagina corrente del documento
di lavoro di Openboard.
Icona matita: permette scrivere e appuntare
informazioni sul desktop o su qualsiasi elemento
visualizzato sullo
schermo proprio come mostrato in figura in cui è stata
sottolineata una parte di testo della presente slide
durante la sua creazione in Power Point.

59
Icona gomma: permette, con un clic, di cancellare
le annotazioni eseguite con la matita sul desktop o sul
documento visualizzato;
Icona evidenziatore: permette di evidenziare
qualsiasi
parte del contenuto visualizzato sullo schermo del
proprio computer. In questo caso abbiamo
evidenziato
il titolo della presente slide durante la sessione di
lavoro in PowerPoint.

60
Icona selezione: permette di disattivare qualsiasi
strumento attivo della paletta in modo da poter
gestire e selezionare icone, cartelle e documenti
come avviene normalmente usando il proprio
computer;
Icona puntatore: permette puntare proprio come
un puntatore laser una parte di contenuto visualizzato
sullo schermo al fine di richiamare l’attenzione da
parte
degli alunni su di esso;
Icona tastiera: visualizza la tastiera virtuale sullo
schermo;
Icona cattura parte dello schermo: il puntatore del
mouse si trasforma in mirino per fare una schermata.
Cliccando in un punto dell'area che si desidera
catturare e trascinando il mouse fino all'angolo
opposto si seleziona l'area preferita che viene
visualizzata in grigio.
La stessa potrà essere gestita sui documenti di
Openboard o salvata;
Icona cattura schermo: permette catturare, gestire e
salvare ciò che viene visualizzato sullo schermo. Detto
contenuto potrà essere importato sul documento di
lavoro in Openboard o salvato.

61
BIBLIOTECA
La biblioteca è accessibile dall’icona segnata in rosso in
figura che permette diaccedere ad una finestra di riepilogo
contenente diverse raccolte:

• Audio

• Video

• Immagini

• Animazioni

• Interattività

• Applicazioni

• Forme

• Preferiti

• Ricerca Web

62
La cartella Audio contiene la biblioteca di suoni. Dopo
l’installazione di OpenBoard viene creata automaticamente una
cartella “OpenBoard” nella cartella musica sul PC (per Windows il
percorso è il seguente Documenti, Musica, OpenBoard; per Mac e
Linux è il seguente Cartella utente, Musica, OpenBoard).
È possibile utilizzare direttamente questa cartella per ampliare o
rimuovere i suoni senza aprire OpenBoard.

Per inserire un suono sulla pagina di lavoro del documento si apre


la cartella audio e si trascina l’oggetto scelto rilasciandolo sulla
pagina con un semplice drag and drop.

63
La cartella Filmati contiene la biblioteca personale di file video.
Dopo l’installazione di OpenBoard viene creata automaticamente
una cartella video sul proprio computer (per Windows il percorso
è il seguente Documenti, I miei video, OpenBoard; per Mac e Linux
il percorso è il seguente Cartella utente, video, OpenBoard). È
possibile utilizzare direttamente questa cartella per ampliare o
rimuovere dei video senza aprire OpenBoard.

Per inserire un video sulla pagina di lavoro del documento si apre


la cartella video e si trascina l’oggetto scelto rilasciandolo sulla
pagina con un semplice drag and drop.

64
La cartella Immagini contiene la biblioteca personale di file
immagini. Dopo l’installazione di OpenBoard viene creata
automaticamente una cartella immagini sul proprio computer
(per Windows il percorso è il seguente Documenti, le mie foto,
OpenBoard; per Mac e Linux il percorso è il seguente Cartella
utente, immagini, OpenBoard). È possibile utilizzare direttamente
questa cartella per ampliare o rimuovere immagini senza aprire
OpenBoard.
Per inserire un’ immagine sulla pagina di lavoro del documento si
apre la cartella immagini e si trascina l’oggetto scelto rilasciandolo
sulla pagina con un semplice drag and drop.

65
La cartella Animazioni contiene la biblioteca personale di file di
animazione. Il funzionamento è simile a quanto già descritto
precedentemente
Le interattività sono un tipo speciale di applicazioni che
permettono la creazione di esercizi interattivi completamente
personalizzabili. Molte interattività, direttamente utilizzabili, sono
disponibili nella biblioteca.
Nell’immagine vediamo tante interattività proposte tra le quali
domande a quiz sui numeri, frasi, giochi logici, dadi, tabelle etc.

66
La cartella Applicazioni permette di inserire strumenti di
dimostrazione aggiuntivi sulla lavagna ed estendere le
funzionalità di base di OpenBoard. Nella cartella sono presenti
numerose applicazioni predefinite di OpenBoard.
Per inserire un’applicazione sulla pagina di un documento
OpenBoard si procede come con gli altri oggetti ossia con un
semplice drag and drop.
Nell’immagine abbiamo scelto l’applicazione funzioni
matematiche GraphMe che permette di rappresentare e studiare
graficamente una funzione

67
La cartella Applicazioni contiene
numerose opzioni:
• Maschera: visualizza una finestra
ridimensionabile che consente di
nascondere le informazioni sulla pagina
per poi rivelarle progressivamente
proprio come avverrebbe con un foglio
bianco posizionato su un proiettore;
• Righello, compasso, goniometro e
squadra e lente;
• Cache: funziona come una maschera
che consente di mostrare solo una parte
della pagina;

68
• Web;

• AnyEmbed consente d'importare


nella pagina un oggetto
multimediale
del web tramite il loro link embed.

• Calcolatrice;

• ColorPicker consente di selezionare


un colore
(RAL) per la matita e compasso,
oltre ai cinque colori di base
offerti da OpenBoard.

• GeoInfo: mostra una mappa


interattiva.
Quando si clicca su uno dei
continenti
i paesi vengono mostrati insieme
con le loro bandiere.

69
• Google map;

• GraphMe;

• Horloge;

• HTML: consente di scrivere


codice HTML e di visualizzare il
risultato.
Funziona come un motore
d'interpretazione
del codice HTML.

• Notes: funziona come un post-it.


Ciò consente di aggiungere
le note in una pagina;

• Openstreetmap;

• QRcode;

70
• Stopwatch: Cronometro e un conto
alla
rovescia, può essere visualizzato sulla
pagina
del documento e programmato
secondo le esigenze in ore, minuti e
secondi.

• VideoPicker: consente di visualizzare


un video preso su Vimeo o Viddler,
copiando l'indirizzo sul browser Web,
quindi inserendo il testo nel suo
settore.

Caratteristica fondamentale di Vimeo è che non consente la


pubblicazione di video con contenuti proibiti o qualsiasi opera che
non sia stata creata unicamente dall'utente; in questa maniera il
sito si pone come una vetrina internazionale per registi e creativi
consentendo la possibilità di condividere e pubblicare video su
altri siti e commentarli. È stato il primo sito della sua categoria a
consentire il caricamento di video in alta definizione.

71
• Webrowser: permette di navigare su
Internet direttamente dallo spazio di
lavoro.

• Wikipedia: permette di accedere


direttamente alla più famosa
enciclopedia on-line

• Wiktionnairy: consente l'accesso


diretto a questo dizionario on-line.

72
• iCell: mostra la riproduzione di una cellula umana e dei suoi
componenti. Quando si sceglie uno di questi, un dettaglio
con la sua descrizione viene mostrato.

73
LIVELLI E SIMMETRIE

Quando si selezionano più


immagini dalla biblioteca e si
importano nella pagina di lavoro
risulta fondamentale gestire le
sovrapposizioni a seconda
dell’attenzione e dell’ordine che si
vuole dare alle stesse.
Nella pagina sottostante sono
state caricate nell’ordine 1,2,3
alcune foto di Roma e la loro
visualizzazionesegue l’ordine della
scelta.

2
3

74
Se però, come avviene solitamente, si ha la necessità di
cambiare l’ordine della visualizzazione in quanto si vuole
richiamare l’attenzione sulla prima foto si deve attivare il
livello superiore come in figura.

Altro comando interessante ai fini della manipolazione di


foto e immagini èla simmetria.
Cliccando nella parte centrale a sinistra della foto e scorrendo
verso destra si realizza il ribaltamento simmetrico della stessa.

75
Ed ecco nell’immagine sottostante il risultato della
trasformazione.

76
Attivando la simmetria dall’alto verso il basso si specchia la foto
rispetto all’asse orizzontale.

MENU OPEN BOARD


Ritorniamo sul menu Openboard e scopriamo le restanti
funzionalità
• Dimensione pagina: Modifica la dimensione del formato
delle pagine OpenBoard : dal formato 4/3 ad un formato
16/9;

• Taglia: comando per tagliare un oggetto, un’immagine, un


audio, un testo etc;

77
• Copia: comando per copiare un oggetto, un’immagine, un
audio, un testo etc;

• Incolla: comando per incollare un oggetto, un’immagine, un


audio, un testo etc;

• Nascondi Openboard: nasconde OpenBoard, senza dover


chiudere e riaprire il software.

• Sospendi: mette OpenBoard in standby.;

• Apri tutorial: indirizza al tutorial e quindi alla pagina web


dedicata in cui è possibile accedere a tutti i contenuti e le
spiegazioni delle funzionalità del programma;

78
• Multischermo: Abilita/disabilita la modalità multi-schermo

• Controlla aggiornamenti: Controlla l'esistenza di un


aggiornamento.

• Podcast: Il podcast consente di registrare tutte le operazioni


eseguite su OpenBoard e il suono se si dispone di un
dispositivo in grado di salvarlo.

79
Quando si attiva podcast appare la seguente icona

Il bottone rosso inizia e ferma la registrazione;


Il cronometro conta la durata della registrazione;
La terza icona apre una finestra a tendina in cui è possibile settare
microfoni, dimensione della registrazione video, la pubblicazione
su Youtube.

80
Il file video generato sarà salvato sul desktop con l’icona indicata
in figura e sarà un file in formato wmv.

81
CONSIDERAZIONI FINALI
Openboard insieme alla Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)
permette ai docenti di svolgere attività cooperative che rendono
attiva la partecipazione e la didattica. Allo stesso tempo, la
possibilità di utilizzare materiale multimediale e interattivo
favorisce la comprensione deisignificati per i singoli studenti in
quanto mobilita l’emotività degli stessi attraverso un’esperienza
sensoriale più completa di quella relativa alla didattica
tradizionale. Per questi e altri motivi, la LIM è uno strumento
utilissimo per favorire una didattica più inclusiva ed efficace.

Fornendo ai docenti e agli alunni la possibilità di utilizzare un


approccio interattivo, la LIM e il software che permette di
usarla consentono disfruttare tutti i vantaggi dell'apprendimento
multimediale. La sua diffusione potrebbe rendere la scuola più
inclusiva e più vicina alle necessità degli alunni oltre ad agevolare
il compito dell'insegnante, rendendo la docenza più dinamica ed
efficace.
La LIM è uno strumento fondamentale per promuovere e
realizzare l'inclusione di studenti con Bisogni Educativi Speciali
(BES) o Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) e un
coinvolgimento maggiore di tuttigli alunni.
Il superamento di un tipo di insegnamento tradizionale a
favore diun metodo didattico più efficace e inclusivo, quindi,
non è soltanto utileper i ragazzi con problemi di apprendimento,
ma per tutto il gruppo classe.
Non si tratta solamente di cambiare gli strumenti che si utilizzano
a lezione, ma di approdare ad un approccio diverso di fare
didattica.

Non trascurabile è l’aspetto riguardante il luogo classe. Occorre


intervenirenell'organizzazione dell'ambiente in cui si sviluppano le

82
relazioni educativee di apprendimento trasformando il
cosiddetto settingpedagogico.

Concettualmente si tratta di passare da un tipo di insegnamento


nozionistico e trasmissivo, che mette una distanza - il più delle
volte una vera e propria barriera tra l’alunno e il docente - verso
un modello di lezione in cui è proprio lo studente ad essere
al centro della scena.
Openboard e la LIM facilitano lo svolgimento di attività
cooperative in cui il gruppo funziona come una squadra e in cui
l'aiuto reciproco è una componente fondamentale per acquisire
abilità sociali e di problem solving.
La possibilità di strutturare insieme una mappa concettuale
interattiva di un argomento permette, per esempio, di dare
un'idea globale dell'argomento trattato e di spiegarlo con un
video o alcune immagini. L'utilizzo di oggetti multimediali
differenti può permettere a bambini con disturbi di
apprendimento di seguire la lezione con gli altri senza rimanere
indietro.
Questo nuovo tipo di didattica presuppone un lavoro a monte da
parte del docente sicuramente più oneroso rispetto alla lezione
tradizionale ma di gran lunga più efficace e più appagante, oltre
ad offrire la possibilità allo stesso di analizzare quanto fatto, i
risultati ottenuti e correggere il tiro al fine di migliorare l’efficacia
dell’azione educativa e di insegnamento.
In sostanza rende possibile un monitoraggio in continuo del lavoro
svolto.

83
6. La LIM NELLA DIDATTICA

I dispositivi tecnologici ad alto tasso di innovazione presenti oggi


sul mercato e in parte diffusi all’interno degli ambienti scolastici
sono in grado di arricchire quello che molti addetti al settore
chiamano ormai setting didattico.
Se usati in modo corretto e consapevole essi possono
rappresentare un’opportunità di crescita e un valore aggiunto alle
comuni pratiche di insegnamento.

Tra questi dispositivi tecnologici troviamo a buon diritto la LIM


Lavagna Interattiva Multimediale.
Prima di concentrarci sui diversi aspetti del fare didattica con
l’ausilio della LIM cerchiamo di capire quali sono le principali
differenze tra la lavagna tradizionale di ardesia e la LIM.

84
Per quanto concerne la lavagna tradizionale possiamo dire che:

 È uno strumento attraverso cui si è impostato per lungo tempo


un modello trasmissivo di insegnamento/apprendimento;

 Non favorisce un approccio cooperativo durante le lezioni (di


solito si va a turno alla lavagna);
 Non permette di salvare il lavoro creato su di essa sia da parte
del docente che del discente (infatti si scrive, si cancella, si
riscrive in una sorta di processo circolare etc.)

Per quanto concerne la LIM possiamo dire che:

 È idonea a supportare sia modelli trasmissivi (se il docente la


usa come se fosse una lavagna tradizionale) che cooperativi e
laboratoriali (approccio innovativo);

 Permette il salvataggio del lavoro fatto e la conseguente


possibilità di riprenderlo in un secondo momento quindi
semplifica la predisposizione e la gestione dei materiali
didattici;

È in grado di utilizzare diversi linguaggi multimediali e


ipermediali che permettono la visualizzazione dei concetti e la
catalizzazione dell’attenzione dell’alunno oltre che
l’integrazione delle ICT nella didattica;

 Permette la fruizione delle risorse del web come ad esempio le


OER (acronimo di Open Educational Resources).

85
 Rende possibile l’interazione contemporanea tra più utenti
sullo stesso lavoro;

È un contenitore di materiale digitale utile alla didattica


(immagini, audio, esercitazioni, video etc.);
 È in grado di generare e implementare la competenza digitale
degli alunni in primis e del docente.

Per tutto quanto elencato la LIM, così come tutte le altre


tecnologie, rappresenta una nuova opportunità per ripensare e
innovare l’azione didattica a patto che non si pretenda che essa
da sola possa cambiare le cose.
Come accade con tutte le nuove tecnologie è ormai acclarato che
i ragazzi mostrano sin dai primi approcci un certo interesse ed
entusiasmo nell’utilizzarle. Sono stati fatti studi riguardanti
specificatamente la LIM che hanno dimostrato un aumento del
grado di partecipazione degli studenti durante le lezioni.
Le motivazioni sono presto spiegate: la presentazione dei
contenuti multimediali (immagini, video, audio, ipertesti etc.)
tramite la LIM migliora il grado di comunicazione catalizzando più
attenzione negli alunni.
Edgar Dale nel 1969 elaborò uno studio denominato Cono
dell’Esperienza di Dale dal quale si evince che dopo due settimane
tendiamo a ricordare:

- il 10% di ciò che leggiamo


- il 20% di ciò che udiamo

86
- il 20% di ciò che vediamo
- il 50% di ciò che vediamo e udiamo (come avviene quando
ad esempio guardiamo un film)

Nelle esperienze sopra elencate la natura del coinvolgimento


secondo Dale è passivo.

 il 70% di ciò che diciamo (quando facciamo un discorso)


 il 90% di ciò che facciamo o diciamo (come in qualsiasi
esperienza reale come ad esempio quella laboratoriale)

In queste ultime due esperienze elencate la natura del


coinvolgimento è attivo.
È evidente quindi che la didattica che utilizza le ICT si avvale di
quel potenziale utile a trasformare un’esperienza didattica di tipo
trasmissivo e quindi passivo in una esperenziale, laboratoriale e
quindi attiva, in quanto presuppone coinvolgimento e interazione
dell’alunno.

87
Nella classica lezione
tradizionale trasmissiva quando
il docente descrive fenomeni,
situazioni l’alunno cerca di
immaginarle nella propria
mente, di attingere alla propria
memoria ma questo nella
maggior parte dei casi obbliga
l’alunno ad uno sforzo che devia
la sua attenzione dalla lezione e
non sempre le proprie risorse
sono sufficienti a sostenere
questo tipo di esperienza
didattica.
Quando l’alunno non riesce a seguire attivamente la lezione
subentra noia, disinteresse, scoraggiamento, sfiducia in se stessi.

Attraverso la LIM e in generale le nuove tecnologie l’alunno ha la


possibilità di visualizzare il concetto mentre pensa (video,
immagini, icone etc.), di esplorare componenti hardware,
software, risorse di rete, accedere a tecnologie che permettono
anche estensioni della realtà come nel caso di realtà virtuale e
aumentata.
L’utilizzo delle ICT nella didattica disciplinare porta quel mondo
digitale in cui i ragazzi sono immersi quotidianamente all’interno
della scuola garantendo una continuità di comportamento che
non può che fare bene all’alunno.
In sintesi possiamo dire che gli effetti della LIM sugli studenti sono:

88
 Incoraggia un’esperienza didattica cooperativa.
 Aumento della motivazione e della partecipazione in quanto
rende le lezioni più coinvolgenti, catalizza l’attenzione
attraverso contenuti più interessanti, incoraggia l’interazione
tra alunno e contenuto, tra alunno e docente e tra pari;

 Maggiore efficacia rispetto ai diversi tipi di apprendimento e


stili cognitivi in quanto dispone di diversi tipi i linguaggio
(audio, video, testuale, iconico, ipermediale, multimediale
etc.)

 Superamento del digital divide ossia quel divario digitale


generato dalla diversità delle condizioni sociali, economiche e
geografiche che gli alunni vivono;

I ragazzi di oggi sono da molti ormai identificati come nativi


digitali, crescono circondati da telefonini, computer, videogiochi,
internet e il loro modo di fare esperienza nel mondo avviene in
una continua immersione in questo tipo di linguaggi elettronici al
punto tale da divenire il loro approccio naturale.
Chiedere perciò ad un ragazzo che a casa e nei suoi ambiti privati
si confronta quotidianamente con i nuovi linguaggi tecnologici di
entrare a scuola e adottarne di diversi per imparare - magari quelli
dei loro docenti - non può generare certo effetti positivi
sull’apprendimento.
Un nativo digitale infatti:

- Predilige informazioni veloci;


- Il suo grado di attenzione decade molto presto;
89
- Preferiscelavorare su più fronti insieme agli altri e
contemporaneamente (multitasking);

- La sua attenzione si concentra primariamente verso grafici e


immagini e in seconda battuta verso i testi;

- Ama la dimensione ludica (numerose sono ormai App di


giochi con finalità didattiche come ad esempio Pear deck,
Quizizz, Tynker)

- Non ama un approccio serioso

Ci siamo sin ora soffermati sugli aspetti riguardanti il rapporto


LIM-alunno nella didattica, ora volgiamo la nostra attenzione sul
rapporto LIM-docente.
Il primo aspetto fondamentale nel rapporto di un docente con la
LIM consiste nella messa in discussione del proprio modo di
insegnare, magari consolidato in tanti anni di lavoro.
Secondo i dati OCSE TALIS 2013 l’Italia è al primo posto per
necessità di formazione ICT dei propri docenti: almeno il 36% ha
dichiarato di non essere sufficientemente preparato per la
didattica digitale, a fronte di una media del 17%.
L’Italia è inoltre il primo Paese dell’OCSE per percentuale di
docenti oltre i 50 anni (il 62% rispetto ad una media del 35%).
La LIM offre al docente la possibilità di gestire nella didattica una
mole di materiale digitale diversificato (testi, immagini, icone,
video, audio, ipertesti etc.) senza precedenti e questo deve essere
vissuto da parte del docente come una grande opportunità.

90
In sintesi il docente ha la possibilità di:

 Progettare un’azione didattica mirata scegliendo di volta in


volta il materiale più idoneo a veicolare i concetti in
relazione ai diversi stili di apprendimento dei propri alunni;

 Strutturare lezioni personalizzate;


 Creare risorse digitali sempre accessibili agli alunni;
 Salvare e riutilizzare il lavoro fatto;

 Gestire, documentare, monitorare tutte le fasi


dell’apprendimento avendo la possibilità di esaminarle
insieme agli alunni in modo da consolidare e riflettere
sull’esperienza didattica;
 Prestare maggiore attenzione durante la lezione alla risposta
degli alunni in quanto una lezione completamente erogata
attraverso la LIM lascia più spazio di osservazione al
docente;
 Ripensare e ricalibrare continuamente la propriaazione
didattica in relazione ai risultati conseguiti.

91
Per contro il docente corre i seguenti rischi:

 di creare una conoscenza superficiale che non lascia spazio


alla rielaborazione e alla riflessione personale dei concetti
acquisiti.

• l’eventualità di dover far fronte con le proprie competenze


a problemi tecnici di vario genere (la calibrazione della lavagna
interattiva, problemi nella gestione del software) possono
generare interruzioni nella fruizione della lezione con
conseguente rallentamento della lezione e perdita di attenzione
degli alunni;

• generare un sovraccarico cognitivo dovuto all’erogazione di


una grande mole di materiale e stimoli sensoriali sovrapposti che
può vanificare l’azione didattica e in particolare il riconoscimento
dei contenuti maggiormente rilevanti rispetto a quelli secondari;

Ma occupiamoci ora dell’utilizzo didattico della LIM nel concreto


anche attraverso esempi pratici sull’uso di questo strumento in
aula.
Possiamo usare la LIM progettando attività pedagogiche con
diversi obiettivi.
Una prima opzione è quella di procedere con una LEZIONE
CENTRATA SUL DOCENTE usando la LIM per proiettare e spiegare
dei contenuti anche multimediali.
In tal caso è più corretto parlare di esposizione piuttosto che di
lezione.

92
In questo caso si usa la LIM prevalentemente come una lavagna
tradizionale, come un mero supporto tecnologico, un vettore di
comunicazione.
Nella maggior parte dei casi i docenti la utilizzano così non facendo
entrare la LIM come parte attiva dentro il processo pedagogico.
La LIM viene utilizzata per mostrare documenti che sono stati
strutturati altrove e con altri software, o al limite – nei casi in cui
il docente non lavora del tutto da solo - per scrivere e disegnare a
mano coinvolgendo gli alunni durante la lezione.
Ma ciò evidentemente non basta e non permette né al docente né
all’alunno di sfruttare appieno tutte le potenzialità di questo
straordinario strumento.
L’unico valore aggiunto dell’uso della LIM in questo caso risiede
nel fatto di poter potenziare la spiegazione attraverso l’utilizzo di
materiale multimediale e di risorse web riuscendo così ad essere
maggiormente efficace rispetto all’uso della lavagna tradizionale.
Spiegare il sistema solare o il moto della Terra attorno al Sole, il
teorema di Pitagora o di Talete e in genere tutta la geometria
tridimensionale alla lavagna tradizionale è operazione assai
dispendiosa e poco redditizia in termini di apprendimento.
Farlo con l’ausilio di video, immagini, animazioni multimediali
semplifica di gran lunga sia il lavoro del docente che degli studenti.

Ma il coinvolgimento, l’interesse, l’entusiasmo iniziale degli alunni


si spegnerà con ogni probabilità nel giro di poco tempo.
In tal caso peraltro il lavoro e l’impegno che il docente deve
spendere per usare la LIM rimane superiore ai benefici limitati
che riuscirà a trarre da questo tipo di azione didattica.

93
Una seconda opzione è quella di procedere con una LEZIONE
CENTRATA SULLO STUDENTE puntando così sull’interazione degli
studenti per svolgere esercizi e attività alla LIM.
Questo secondo approccio è sicuramente più maturo del primo.
La LIM diventa il luogo fisico in cui gli studenti si raggruppano,
interagiscono con i contenuti presentati manipolandoli, aprendo
e ingrandendo figure, riascoltando contenuti.
Con questo metodo possono essere efficacemente presentati dal
docente mappe, quiz interattivi, opere d’arte, reazioni chimiche e
formule matematiche attraverso animazioni e video condivisi in
rete dalla comunità internazionale dei docenti (risorse creative
common CC)
È chiaro che questa interazione LIM-studenti non è gratuita e non
può crearsi se il contenuto presentato con la LIM è statico come
ad esempio una slide composta solo da testo e qualche immagine.
L’interazione diventa possibile a patto che il contenuto strutturato
dal docente lo consente.
È quindi è indispensabile l’uso di software didattici capaci di
creare ambienti virtuali da esplorare che rivelano attraverso la
scoperta i contenuti didattici.
Lo studente così diventa parte attiva del processo e manipola i
contenuti conquistandoli gradualmente attraverso ad esempio il
rispetto di regole date dal docente e sarà capace di riflettere
maggiormente sull’esperienza didattica vissuta.
Una terza opzione è quella di procedere con una LEZIONE
CENTRATA SUL GRUPPO puntando così sull’interazione reciproca
di tutti gli attori: contenuti disciplinari, studenti (relazioni anche
tra pari), docente.

94
Questo terzo approccio può essere inteso come il logico
potenziamento di quello precedente con l’ulteriore valore
aggiunto della comunicazione di stimoli utili alla discussione e alla
formulazione di ipotesi.
Insieme si giunge quindi alla risoluzione di un problema.
Attraverso questo approccio gruppi di studenti possono
presentare i propri lavori fatti di foto, tabelle, filmati anche
realizzati direttamente, discutere tra loro attivamente
potenziando il cooperative learning.
Ogni alunno potrà quindi entrare nel merito della discussione di
un determinato lavoro fatto dal suo o da altri gruppi di lavoro,
interrogarsi insieme agli altri se gli obiettivi sono stati raggiunti, se
il gruppo di lavoro ha funzionato bene, chi ha prodotto cosa
insegnandolo magari agli altri etc.
Inoltre il gruppo può presentare il proprio lavoro sul web
pubblicando quanto fatto ad esempio sul sito della scuola
chiudendo attivamente il cerchio dell’esperienza didattica vissuta.
Tutto quanto appena visto ci spiega dal punto di vista teorico i
diversi approcci didattici che un docente può scegliere e di come
la LIM possa aiutarlo a migliorare l’efficacia del suo lavoro.
Concretamente però come deve guidare il docente l’azione
didattica sfruttando i contenuti da proporre attraverso la LIM?
Facciamo alcuni esempi pratici per intenderci.
Tutte le strategie didattiche che verranno di seguito elencate
risultano tanto più efficaci quanto più il docente riesce a renderle
ludiche e a strutturare gli alunni in gruppi sfruttando così anche
quella sana competizione che fa crescere l’interesse verso
l’attività proposta.

95
ESEMPI CONCRETI

Esempio 1. Il docente propone sulla LIM una lezione composta da


figure, icone e immagini e chiede agli studenti di osservarle
attentamente e di confrontarle facendo quindi leva sulle capacità
di analisi e comparazione degli studenti.

Esempio 2. Il docente propone sulla LIM un video e lo interrompe


ad un certo punto e chiede agli studenti cosa accadrà secondo loro
mobilitando operazioni mentali deduttive e di inferenza. Insieme
si riavvia il video per scoprire se le ipotesi formulate erano giuste.

96
Esempio 3. Il docente propone sulla LIM un’animazione di una
legge fisica/regola geometrica/matematica e chiede agli studenti
di osservare il suo funzionamento - interagendo attivamente con
l’applicazione sulla LIM - cercando di capire quando e come usarla
e in quali contesti. In tal modo il docente attiva nella mente degli
alunni la capacità di formulare ipotesi e contestualizzare problemi.

Esempio 4. Il docente propone sulla LIM un video che descrive un


problema da risolvere dandone tutte le informazioni necessarie e
chiede agli studenti di analizzare ciò che hanno visto e coglierne
criticamente tutti gli aspetti. Il docente potenzia così la capacità di
osservazione ed educa al problem solving.

97
Esempio 5. Il docente propone sulla LIM alla rinfusa parole,
immagini, video, azioni e chiede agli studenti di osservare tutti
questi componenti e metterli in ordine attivamente interagendo
sulla LIM secondo legami logici mobilitando così nella loro mente
capacità di classificazione, generalizzazione e uso di categorie
concettuali.

98
ESEMPIO N.1 PROGETTO DIDATTICO CON LA LIM
Tipo di Scuola: Istituto Tecnico Superiore
Disciplina: Fisica
Argomento: Legge di gravitazione universale Newton
Durata: 5 ore
Studenti coinvolti: 20 studenti della classe seconda meccanica

Il docente prima di tutto fissa gli obiettivi del suo progetto


didattico

Obiettivi di apprendimento fissati dal docente:


1. Comprensione della legge di gravitazione universale
(correlazione della forza gravitazionale alle masse degli
oggetti e alla distanza relativa, comprensione della terza
legge di Newton per le forze gravitazionali)
2. Progettazione di esperimenti utili a dedurre una equazione
che leghi masse, distanza e forza gravitazionale ed
effettuazione di misurazioni utili a determinare la costante
gravitazionale universale;
3. Riflettere sulle procedure di laboratorio e saper relazionare
alla LIM.
4. Familiarizzazione con la LIM

99
Elenco e sequenza delle attività:

1. Simulazione della Legge di Newton in classe attraverso la


LIM – attività per gruppi (1 ora).
Attraverso la simulazione scaricabile al seguente
https://phet.colorado.edu/en/simulations/gravity-force-lab
il gruppo di lavoro visualizza la forza gravitazionale che due oggetti
esercitano reciprocamente, manipola le componenti in gioco
cambiando le proprietà degli oggetti per verificarne le variazioni
che queste inducono sulla forza gravitazionale.

100
2. Esperienza di laboratorio di fisica preparata dal docente per
i gruppi di lavoro su quanto appreso in classe con la
simulazione alla LIM (2 ore);

3. Relazione dei gruppi di lavoro sull’attività svolta (1 ora);

4. Condivisione e discussione alla LIM in classe dei diversi


gruppi di lavoro sull’esperienza didattica
complessivamente compiuta (1 ora);

1. Conclusioni del docente alla LIM di fronte alla classe con


illustrazione del lavoro prodotto dai gruppi, evidenziazione
delle differenze e dei punti in comune, risultati ottenuti;

2. Valutazione da parte del docente del grado di interesse, di


comprensione, di apprendimento degli studenti
relativamente all’esperienza condotta e confronto con altre
esperienze simili (condotte magari in classi diverse o in anni
precedenti con altre classi) al fine apportare migliorie
attraverso una revisione del progetto didattico.

101
PROGETTO DIDATTICO N. 2 CON LA LIM
Tipo di Scuola: Scuola secondaria di I grado
Disciplina: Geografia
Durata: 5 Argomento: tutto il programma di Geografia
Durata: 5 ore (+ tempo per lo studio)
Studenti coinvolti: 80 studenti (4 terze classi)

Il docente prima di tutto fissa gli obiettivi del suo progetto


didattico

Obiettivi di apprendimento fissati dal docente:

1. Ripasso dell’intero programma di Geografia;

2. Valutazione dell’apprendimento acquisito durante l’anno


scolastico;

3. Preparazione per l’esame di terza media;

4. Cooperazione e lavoro di gruppo in ogni classe (cooperative


learning);

5. Migliorare nell’uso della LIM

102
Elenco e svolgimento delle attività:
1° fase. Propedeuticamente il docente suddivide tutto il
programma in sezioni. All’interno di ogni classe gli studenti si
dividono in tanti gruppi quante sono le sezioni e ripassano gli
argomenti specifici di quella particolare sezione a loro assegnata.

2° fase – Apprendimento Collaborativo (Peer tutoring) Ogni


gruppo insegna agli altri gruppi l’argomento di propria
competenza in modo che ogni alunno della classe sia preparato su
tutto il programma

3° fase – Il docente struttura 2 test (uno per le semifinali e 1 per


la finale) composti da 50 domande su tutto il programma oggetto
di esame utilizzando materiale presente in rete (immagini, video,
etc.) anche e soprattutto per la verifica in modo che lo studente
possa rendersi conto autonomamente dalla rete internet della
risposta corretta e della relativa spiegazione subito dopo aver
risposto.

103
4° fase – semifinali (2 ore) Il docente struttura un calendario di
sfide tra coppie di classi e sorteggia 5 studenti per classe che
dovranno rispondere alle prime 10 domande del test sulla LIM su
due finestre identiche con la stessa versione del test.
Successivamente sorteggia gli altri 5 studenti per classe che
dovranno rispondere alle successive 10 domande e così via fino ad
esaurire il test assicurandosi che a turno tutti gli alunni delle classi
siano coinvolti nel test.

5° fase – finale (2 ore) e premiazione. Le modalità di svolgimento


della prova sono le stesse usate per le semifinali.

1. Conclusioni sull’esperienza da parte del docente alla LIM di


fronte alle classi con illustrazione del quadro complessivo di
preparazione di ogni classe in vista dell’esame e
considerazioni sul funzionamento del cooperative learning
praticato

Rilevazione anche tramite dibattito in aula sul grado di


coinvolgimento degli alunni nell’attività svolta alla LIM, sui
materiali proposti e sul valore aggiunto della competizione
all’interno del processo di apprendimento.

104
7. INCLUSIVITA’ CON LA LIM

L’apprendimento è un’esperienza soggettiva in quanto ognuno di


noi possiede un determinato stile cognitivo o di apprendimento o
anche tipo di intelligenza.
Uno stile cognitivo si esprime attraverso un particolare modo di
interagire, recepire ed elaborare stimoli e informazioni e una
particolare strategia nell’affrontare problemi sia teorici che reali.

105
Capire quindi quale sia la migliore
strategia didattica di un docente in
relazione ai diversi stili di
apprendimento dei suoi alunni
risulta fondamentale e costituisce
ancora oggi ambito di ricerca da
parte degli studiosi.
L’enorme complessità del problema
tende per sua natura a sfuggire però
ad una teorizzazione rigida, tuttavia
gli studi sin ora condotti hanno
identificato le seguenti coppie duali
di stili cognitivi:

 Stile impulsivo: è caratterizzato da brevi tempi decisionali e


generalmente da una maggiore tendenza a individuare
soluzioni precipitose e non ottimali.

Lo studente con un approccio impulsivo tende a rilegare al tempo


libero le attività di studio o addirittura solo in prossimità di un
esame e ha una spiccata tendenza all’azione quasi immediata
lasciando breve spazio alla riflessione sulla decisione.

106
Per contro chi adotta uno

 Stile riflessivo tende a rispondere in modo più lento e


accurato.

Lo studente con un approccio riflessivo tende alla pianificazione


delle attività e pone attenzione a tutti i passaggi dando sempre
priorità al pensare rispetto alla decisione.

 Stile sistematico: è caratterizzato dalla ricerca di soluzioni


prendendo in considerazione una variabile per volta e
cercando tutte le possibili connessioni con le conoscenze già
in proprio possesso.

Questo approccio richiede più tempo e in teoria consente di


arrivare a una soluzione più solida ma il rischio che si corre
consiste nel concentrarsi eccessivamente sui particolari perdendo
di vista il cuore del problema.

Per contro chi adotta uno

 Stile intuitivo procede per singole ipotesi che cerca di


confermare o confutare;

Questo approccio si dimostra veloce ma in genere presenta il


limite dell’approssimazione che porta a confermare la prima
ipotesi senza andare oltre.

107
 Stile risolutore: privilegia l’azione e la concretezza
nell’affrontare un problema e cerca di ottenere soluzioni
con il minimo dispendio di tempo ed energie. In coerenza
con quanto appena detto procede cercando
nell’informazione a disposizione ciò che serve a risolvere
la necessità contingente.

Questo approccio predilige testi chiari e concisi che permettono


di apprendere i concetti basilari.

Per contro chi adotta uno

 Stile assimilatore privilegia la ricerca di soluzioni esaustive


e articolate, mettendo in secondo piano l’utilità pratica e la
necessità contingente.

Questo approccio tende a indagare e a confrontare le teorie e le


posizioni di diversi autori.

 Stile convergente: prende le informazioni disponibili per


convergere su un’unica soluzione del problema.

Questo approccio è di tipo logico – sequenziale e procede per


temi e problemi finalizzati al superamento di una prova o di un
esame.

108
Per contro chi adotta uno

 Stile divergente prende le informazioni disponibili per


generare in modo creativo molteplici risposte al problema,
meno prevedibili e dirette e per questo originali.

Questo approccio ha come obiettivo ultimo non la risoluzione di


quel particolare problema quanto invece un arricchimento della
cultura personale.

 Stile verbale: centra il processo di apprendimento sull’uso


della lingua, sia scritta che parlata imparando attraverso
la lettura, la ripetizione e i riassunti.

Uno studente che addotta un approccio verbale tende a


concentrarsi prioritariamente sul suono delle parole pronunciate
dall’insegnante.

Per contro chi adotta uno

 Stile visuale centra il processo di apprendimento sull’uso


e la fruizione di immagini, diagrammi, tabelle
privilegiando nello studio l’uso di schemi grafici e mappe
concettuali.

Lo studente che adotta uno stile visuale è più interessato alle


immagini di cui il docente si avvale nelle spiegazioni rispetto a
quanto raccontato.

109
 Stile indipendente: tende a isolare gli argomenti e a
valutarli separatamente senza preoccuparsi di creare
collegamenti.

Per contro chi adotta uno

 Stile dipendente: esalta le relazioni tra gli argomenti e


tra questi e il contesto.

 Stile globale: tende a procedere prioritariamente da


una visione d’insieme del sistema per giungere
successivamente al particolare.

Per contro chi adotta uno

 Stile analitico parte invece dall’analisi del dettaglio


per poi approdare al quadro d’insieme.

Ma è chiaro che fare un elenco degli stili cognitivi non è


propriamente corretto in quanto nella realtà ve ne sono
sicuramente altri che sfuggono ad una precisa teorizzazione o che
stanno a metà strada tra uno stile e un altro o ancora che risultano
dalla composizione di più stili presentati.

110
Sulla base di quanto esposto si capisce bene come l’uso della LIM
possa introdurre enormi vantaggi in relazione alle molteplici
risposte individuali di apprendimento.
È facile prendere atto del fatto che avere la possibilità di
strutturare una lezione arricchita di materiale digitale come
immagini, audio, video, può facilitare notevolmente la
comprensione di studenti che prediligono ad esempio stili
cognitivi visuali e verbali.
Per uno studente straniero che ancora non conosce bene la lingua
del paese che lo ospita, una lezione visuale faciliterà il suo
apprendimento. Stessa cosa vale per uno studente ipoacusico che
trova nella LIM un valido ausilio per il superamento della sua
condizione di svantaggio.
In generale la LIM si pone come valido aiuto per superare i deficit
degli alunni portatori dei cosiddetti BES (Bisogni Educativi
Speciali).
Analoghe considerazioni valgono per chi predilige uno stile
interattivo - in quanto la LIM si pone proprio come strumento di
cooperazione e coinvolgimento di gruppo in cui ognuno può
condividere informazioni ed esperienze con il proprio pari e con il
docente – e uno stile cinestetico - in quanto sulla LIM si può agire
con le mani e con i movimenti del corpo attraverso la tecnologia
touch- screen.
L’area dei BES è molto grande e comprende altre tipologie di
bisogni oltre i deficit psicofisici: lo svantaggio sociale e culturale,
disturbi specifici di apprendimento, semplicemente trovarsi in un
Paese straniero lontano dalla propria cultura e dalla propria
lingua.

111
Lo svantaggio sociale ad esempio determina il digital divide che
letteralmente in italiano significa divario digitale.
Il termine è nato per indicare quelle zone geografiche in cui la
popolazione non ha accesso alla rete internet ma nel tempo si è
arricchito di ulteriori significati.
La ragione del digital divide sono diverse: politiche (Cuba è un
esempio), economica o geografica (carenza di infrastrutture o
condizioni di povertà della popolazione).
In Italia ad esempio la ragione principale di tale fenomeno risiede
nella carenza delle infrastrutture.

Senza andare troppo oltre


molte sono le famiglie in
Italia che non possono
permettersi un pc o
l’abbonamento alla linea
internet.
In questi ambiti sociali un
bambino cresce in una
condizione di analfabetizzazione informatica che può superare a
scuola con l’uso delle ICT e della LIM.
Esiste anche un digital divide intergenerazionale: quello tra i
docenti e gli studenti. Secondo recenti indagini la scuola italiana
rimane fortemente ancorata – nonostante essa sia in buona parte
dotata di strutture tecnologiche moderne – ad un tipo di didattica
tradizionale che privilegia la lezione frontale (circa il 70% dei
docenti la usa) rispetto alla didattica laboratoriale e digitale.

112
Questo gap digitale generazionale genera dispersione scolastica
che si manifesta con un disinteresse culturale da parte degli
alunni.

8. LA LIM E LA CLASSE DIGITALE

Usare la LIM nella didattica significa proiettare la classe nel mondo


digitale. Non bisogna andare più in laboratorio per familiarizzare
con le nuove tecnologie in quanto sono quest’ultime a entrare
direttamente nella classe tramite la LIM.
La multimedialità quindi può diventare una risorsa a portata di
mano, costantemente presente in ogni fase della processo di
insegnamento/apprendimento.
In quest’ordine di idee La LIM è stata definita “uno strumento per
la mente” (Jonassen, 2006) che consente di espandere
l’esperienza cognitiva in altre dimensioni sino a qualche tempo fa
sconosciute.
La didattica si trasforma in un processo circolare, senza gerarchie
e direzionalità imposte, aperto alla creatività e all’intreccio di
molteplici esperienze: Internet, social network, software generici
e specifici, multimedialità.
La classe e l’aula si smaterializzano e diventano aperte a nuove
esperienze, a nuovi scambi: la possibilità di collegarsi con un
docente di un’altra scuola a distanza per un meeting, condividere
un progetto con un’altra classe di diversa zona geografica etc.

113
Sia l’esperienza di insegnamento che di apprendimento possono
sfruttare un tempo dilatato e non semplicemente lineare che
nasce e si consuma in classe.
L’insegnante può inviare agli alunni test anche via mail, mettere a
disposizione approfondimenti della lezione su piattaforma on line
i cui contenuti sono sempre accessibili, far svolgere compiti
differenziati a gruppi di alunni attraverso l’utilizzo di device.

L’alunno può contemporaneamente approfondire contenuti su


internet, incrociare dati, formulare nuove ipotesi sostenuto
dall’informazione e dalle esperienze condivise in rete.

114
9. CONSIGLI SU COME USARE LA LIM

La LIM è uno strumento molto potente in termini di potenzialità


didattiche ma va usato con consapevolezza.
Ecco alcuni consigli che arrivano dalla pratica sul campo.
1. La Lim non dev’essere usata sempre e comunque: si deve
fare un’analisi attenta dell’attività da fare. Se la Lim, nel caso
specifico, non dà effettivamente nessun valore aggiunto è
meglio non usarla.

2. Bisogna usare la Lim solo quando la si sa usare. Cimentarsi


in un progetto didattico con la Lim in una situazione di
incertezza legata al suo uso significherebbe compromettere
l’intero progetto, perdersi in problemi tecnici e suscitare
sfiducia e noia negli alunni.

3. Bisogna cominciare da attività semplici per poi via via


addentrarsi in progetti più complessi.

4. Non usare la LIM per compiti e attività di breve durata. Ciò


significherebbe sminuire le potenzialità dello strumento e
farlo avvertire agli alunni come un’appendice non
indispensabile nell’attività didattica.

5. Usare la LIM per trasformare la lezione da espositiva a


interattiva e collaborativa. Questo presuppone un cambio
di paradigma dell’insegnamento da parte del docente.

6. Usare la LIM per promuovere un approccio


interdisciplinare. Il docente nel dispositivo Lim trova il

115
giusto strumento per spaziare nei diversi ambiti disciplinari
(possibilità di presentazione di contenuti semplificati e già
pronti in rete) così da rompere i confini tra le materie
funzionali solo all’organizzazione scolastica ma che nella
realtà non trovano alcun riscontro. Far intravedere questa
prospettiva all’alunno già nelle ore di una specifica materia
significa aumentare l’interesse complessivo dell’alunno nei
confronti dei temi presentati.

In definitiva possiamo concludere quanto afferma Ellerani e cioè


che l’uso della Lim richiede:

- Familiarità (sull’uso, sulla condivisione tra docenti etc.);


- Organizzazione (dello spazio dell’aula, sull’accessibilità, sul
processo di insegnamento/apprendimento);
- Interattività (capacità di manipolazione, comunicazione e
condivisione da parte di docente e alunni);
- Flessibilità (cambiare i percorsi della lezione step by step in
relazione alla risposta degli alunni)
- Progettualità (identificazione bisogni alunni, preparazione
delle lezioni, monitoraggio risultati, azioni correttive);
- Apertura mentale (accettare nuove idee, incoraggiare idee
divergenti)
- Costruttività (ragionare per ipotesi, simulazione dei
fenomeni).

116
IN CONCLUSIONE

Per tutto quanto detto in questo corso la LIM non è uno strumento
che da solo è in grado di risolvere ogni problema didattico.
Anzi, un corretto approccio con questo strumento implica una
progettazione didattica rigorosa da parte del docente che è
chiamato a scegliere il materiale didattico digitale maggiormente
efficace allo scopo (dover scegliere in un’infinità di risorse non è
facile e costa tempo) oltre che una seria riflessione sugli obiettivi
da raggiungere e le strategie più idonee per conseguire il successo
formativo degli alunni.
A fronte di questo grande impegno a valle della lezione il docente
e gli alunni conseguono il grande vantaggio di avere un materiale
didattico che non svanisce, sempre presente, sempre
implementabile e consultabile.
La LIM come tutte le ICT traccia la traiettoria da seguire per
rendere concreta la scuola digitale indispensabile per dare agli
studenti di oggi le chiavi di lettura del domani.

117
10. LINEE GUIDA PER LA DIDATTICA
In questo Capitolo si Riportano le Linee Guida per la Didattica Integrata del MIUR

IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO


L’emergenza sanitaria ha comportato l’adozione di provvedimenti
normativi che hanno riconosciuto la possibilità di svolgere “a
distanza” le attività didattiche delle scuole di ogni grado, su tutto
il territorio nazionale (decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, articolo
1, comma 2, lettera p)).

La Nota dipartimentale 17 marzo 2020, n. 388, recante


“Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni
operative per le attività didattiche a distanza” aveva già offerto
alle istituzioni scolastiche il quadro di riferimento didattico
operativo.

Il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni,


con Legge 6 giugno 2020, n. 41, all’articolo 2, comma 3, stabilisce
che il personale docente assicura le prestazioni didattiche nelle
modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici
a disposizione, ed integra pertanto l’obbligo, prima vigente solo
per i dirigenti scolastici ai sensi del decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri 4 marzo 2020, articolo 1, comma 1, lettera
g), di “attivare” la didattica a distanza, obbligo concernente, nel
caso del dirigente, per lo più adempimenti relativi alla
organizzazione dei tempi di erogazione, degli strumenti
tecnologici, degli aiuti per sopperire alle difficoltà delle famiglie e
dei docenti privi di sufficiente connettività. Con riferimento, nello
specifico, alle modalità e ai criteri sulla base dei quali erogare le

118
prestazioni lavorative e gli adempimenti da parte del personale
docente, fino al perdurare dello stato di emergenza, si rimanda
alle disposizioni del comma 3-ter del medesimo DL 22/2020.

Il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 ha finanziato ulteriori


interventi utili a potenziare la didattica, anche a distanza, e a
dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per la
fruizione di modalità didattiche compatibili con la situazione
emergenziale, nonché a favorire l’inclusione scolastica e ad
adottare misure che contrastino la dispersione.

Il decreto del Ministro dell’istruzione 26 giugno 2020, n. 39 ha


fornito un quadro di riferimento entro cui progettare la ripresa
delle attività scolastiche nel mese di settembre, con particolare
riferimento, per la tematica in argomento, alla necessità per le
scuole di dotarsi di un Piano scolastico per la didattica digitale
integrata.

Le presenti Linee Guida forniscono indicazioni per la


progettazione del Piano scolastico per la didattica digitale
integrata (DDI) da adottare, nelle scuole secondarie di II grado, in
modalità complementare alla didattica in presenza, nonché da
parte di tutte le istituzioni scolastiche di qualsiasi grado, qualora
emergessero necessità di contenimento del contagio, nonché
qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività
didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche
contingenti.

119
Su questa specifica ultima ed estrema eventualità, saranno gli
Uffici scolastici regionali a intervenire a supporto delle istituzioni
scolastiche, sulla base delle specifiche situazioni che avessero a
manifestarsi, sulla scorta di quanto già previsto e sperimentato
ai sensi dell’articolo 31, comma 3 dell’Ordinanza del Ministro
dell’istruzione 16 maggio 2020, n. 10.

Nel richiamare integralmente, nel merito, quanto già espresso


all’interno del Documento per la pianificazione di cui al
DM39/2020, si evidenzia che tutte le scuole, a prescindere dal
grado di istruzione, dovranno dotarsi del suddetto Piano.

L’elaborazione del Piano, allegato o integrato nel Piano Triennale


dell’Offerta Formativa, riveste dunque carattere prioritario poiché
esso individua i criteri e le modalità per riprogettare l’attività
didattica in DDI, a livello di istituzione scolastica, tenendo in
considerazione le esigenze di tutti gli alunni e gli studenti, in
particolar modo degli alunni più fragili.
COME ORGANIZZARE LA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
Ogni istituzione scolastica del Sistema nazionale di istruzione e
formazione definisce le modalità di realizzazione della didattica
digitale integrata, in un equilibrato bilanciamento tra attività
sincrone e asincrone.

La didattica digitale integrata, intesa come metodologia


innovativa di insegnamento-apprendimento, è rivolta a tutti gli
studenti della scuola secondaria di II grado, come modalità
didattica complementare che integra la tradizionale esperienza di

120
scuola in presenza, nonché, in caso di nuovo lockdown, agli alunni
di tutti i gradi di scuola, secondo le indicazioni impartite nel
presente documento.

La progettazione della didattica in modalità digitale deve tenere


conto del contesto e assicurare la sostenibilità delle attività
proposte e un generale livello di inclusività, evitando che i
contenuti e le metodologie siano la mera trasposizione di quanto
solitamente viene svolto in presenza.

L’ANALISI DEL FABBISOGNO


Le istituzioni scolastiche avviano una rilevazione di fabbisogno di
strumentazione tecnologica e connettività, qualora il quadro
rispetto ai mesi di sospensione delle attività didattiche sia mutato
anche in considerazione dell’ingresso dei nuovi alunni nelle classi
prime, al fine di prevedere la concessione in comodato d’uso
gratuito degli strumenti per il collegamento, agli alunni che non
abbiano l’opportunità di usufruire di device di proprietà.

La verifica del fabbisogno sarà necessaria per procedere, ove non


già avvenuto, all’approvazione in Consiglio di Istituto dei criteri di
concessione in comodato d’uso delle dotazioni strumentali
dell’istituzione scolastica, avendo cura che essi contemplino una
priorità nei confronti degli studenti meno abbienti, attraverso la
definizione di criteri trasparenti di assegnazione nel rispetto della
disciplina in materia di protezione dei dati personali, i cui aspetti
saranno definiti in un apposito documento predisposto dal
Ministero in collaborazione con l’Autorità garante per la

121
protezione dei dati personali, al fine di fornire alle famiglie una
specifica informativa.

La rilevazione potrà riguardare anche il personale docente a


tempo determinato al quale, se non in possesso di propri mezzi,
potrà essere assegnato un dispositivo in via residuale rispetto agli
alunni e solo ove il fabbisogno da questi espresso sia
completamente soddisfatto. Si ritiene che i docenti assunti a
tempo indeterminato, in quanto da anni assegnatari delle somme
della Carta del docente, siano nella possibilità di dotarsi di
adeguati strumenti da utilizzare per la prestazione lavorativa,
coerentemente con le politiche “BYOD” che ogni istituzione
scolastica è chiamata ad adottare (Azione#6 del PNSD).

Per quanto attiene la garanzia di connettività, oltre alla


prosecuzione degli accordi a livello nazionale con i principali
gestori di telefonia mobile garantiti dall’AgID, le istituzioni
scolastiche potranno riavviare o instaurare nuovi contratti per
l’acquisto di sim dati, procedendo all’attivazione di procedure di
acquisizione previste dalla normativa vigente, fermo restando che
sono in corso contatti con gli operatori da parte
dell’Amministrazione centrale.

GLI OBIETTIVI DA PERSEGUIRE


Il Collegio docenti è chiamato a fissare criteri e modalità per
erogare didattica digitale integrata, adattando la progettazione
dell’attività educativa e didattica in presenza alla modalità a
distanza, anche in modalità complementare, affinché la proposta
didattica del singolo docente si inserisca in una cornice

122
pedagogica e metodologica condivisa, che garantisca omogeneità
all’offerta formativa dell’istituzione scolastica. Al team dei docenti
e ai consigli di classe è affidato il compito di rimodulare le
progettazioni didattiche individuando i contenuti essenziali delle
discipline, i nodi interdisciplinari, gli apporti dei contesti non
formali e informali all’apprendimento, al fine di porre gli alunni,
pur a distanza, al centro del processo di insegnamento-
apprendimento per sviluppare quanto più possibile autonomia e
responsabilità.

Va posta attenzione agli alunni più fragili. Nel caso in cui si


propenda per attività di DDI come metodologia complementare
alla didattica in presenza, si avrà cura di orientare la proposta
verso gli studenti che presentino fragilità nelle condizioni di
salute, opportunamente attestate e riconosciute, consentendo a
questi per primi di poter fruire della proposta didattica dal proprio
domicilio, in accordo con le famiglie, anche attivando percorsi di
istruzione domiciliare appositamente progettati e condivisi con
le competenti strutture locali, ai fini dell’eventuale integrazione
degli stessi con attività educativa domiciliare. Nei casi in cui la
fragilità investa condizioni emotive o socio culturali, ancor più nei
casi di alunni con disabilità, si suggerisce che sia privilegiata la
frequenza scolastica in presenza, prevedendo l’inserimento in
turnazioni che contemplino alternanza tra presenza e distanza
solo d’intesa con le famiglie.

123
I docenti per le attività di sostegno, sempre in presenza a scuola
assieme agli alunni, curano l’interazione tra tutti i compagni in
presenza e quelli eventualmente impegnati nella DDI, nonché con
gli altri docenti curricolari, mettendo a punto materiale
individualizzato o personalizzato da far fruire all’alunno medesimo
in incontri quotidiani con il piccolo gruppo e concorrono, in stretta
correlazione con i colleghi, allo sviluppo delle unità di
apprendimento per la classe.

È necessario che la scuola fornisca alle famiglie una puntuale


informazione sui contenuti del Piano scolastico per la didattica
digitale integrata, sui criteri che saranno utilizzati dai docenti per
operare la scelta degli studenti cui proporre la DDI, nel rispetto
della disciplina in materia di protezione dei dati personali
raccogliendo solo dati personali strettamente pertinenti e
collegati alla finalità che si intenderà perseguire, assicurando la
piena trasparenza dei criteri individuati, sulle caratteristiche che
regoleranno tale metodologia e gli strumenti che potranno essere
necessari.

Per le situazioni di fragilità, a qualsiasi tipologia esse siano


riconducibili, è opportuno che le istituzioni scolastiche operino
periodici monitoraggi al fine di poter attivare, in caso di necessità,
tutte le azioni necessarie volte a garantire l’effettiva fruizione
delle attività didattiche, in particolar modo per gli studenti con
cittadinanza non italiana neo arrivati in Italia, anche con il
supporto delle agenzie del territorio, per non trasformare le
differenze linguistiche, socio-economico-culturali in elementi di
aggravio del divario di opportunità tra studenti. L’individuazione
degli alunni cui proporre percorsi alternativi in DDI dovrà avvenire

124
adottando specifiche garanzie a tutela dei dati dei minori,
considerata la delicatezza delle informazioni trattate.

GLI STRUMENTI DA UTILIZZARE


Ogni scuola assicura unitarietà all’azione didattica rispetto
all’utilizzo di piattaforme, spazi di archiviazione, registri per la
comunicazione e gestione delle lezioni e delle altre attività, al fine
di semplificare la fruizione delle lezioni medesime nonché il
reperimento dei materiali, anche a vantaggio di quegli alunni che
hanno maggiori difficoltà ad organizzare il proprio lavoro. A tale
scopo, ciascuna istituzione scolastica individua una piattaforma
che risponda ai necessari requisiti di sicurezza dei dati a garanzia
della privacy1, tenendo anche conto delle opportunità di gestione
di tale forma di didattica che sono all’interno delle funzionalità del
registro elettronico, assicuri un agevole svolgimento dell’attività
sincrona anche, possibilmente, attraverso l'oscuramento
dell'ambiente circostante e risulti fruibile, qualsiasi sia il tipo di
device (smartphone, tablet, PC) o sistema operativo a
disposizione.

Per il necessario adempimento amministrativo di rilevazione della


presenza in servizio dei docenti e per registrare la presenza degli
alunni a lezione, si utilizza il registro elettronico2, così come per le
comunicazioni scuola-famiglia e l’annotazione dei compiti
giornalieri. La DDI, di fatto, rappresenta lo “spostamento” in
modalità virtuale dell’ambiente di apprendimento e, per così dire,
dell’ambiente giuridico in presenza.

125
L’Animatore e il Team digitale garantiscono il necessario supporto
alla realizzazione delle attività digitali della scuola, attraverso
collaborazione rivolta ai docenti meno esperti e, nel rispetto della
normativa sulla protezione dei dati personali e adottando misure
di sicurezza adeguate, la creazione e/o la guida all’uso di
repository, in locale o in cloud rispetto ai quali va preventivamente
valutata la modalità di gestione dei dati in esso contenuti come
precisato più avanti, per la raccolta separata degli elaborati degli
alunni e dei verbali delle riunioni degli organi collegiali, qualora
svolte a distanza, in modo da garantire la corretta conservazione
degli atti amministrativi e dei prodotti stessi della didattica.

La creazione di repository scolastiche, ove non già esistenti e


disponibili sulle piattaforme multimediali in uso, che siano
esplicitamente dedicate alla conservazione di attività o video-
lezioni svolte e tenute dal docente, al di là dei prodotti a tal fine
dedicati messi a disposizione dalle principali applicazioni di
registro elettronico, potrà costituire strumento utile non solo per
la conservazione, ma anche per ulteriore fruibilità nel tempo di
quanto prodotto dai docenti stessi, anche in modalità asincrona,
sempre nel rispetto della disciplina in materia di protezione dei
dati personali con specifico riferimento alla necessaria regolazione
dei rapporti con eventuali fornitori esterni, e della normativa di
settore applicabile ai rapporti di lavoro, con particolare riguardo
alla conservazione di immagini e/o audio.

Gli Uffici scolastici regionali, attraverso le reti di scopo per la


formazione del personale e con l’ausilio dei referenti regionali per
il PNSD, i Future Labs, le reti di scuole sulle metodologie
innovative garantiscono il proprio supporto alle istituzioni

126
scolastiche, sia in termini di formazione che di know-how,
attivando se necessario forme di gemellaggio e monitoraggio che
restituiscano i fabbisogni del territorio e consentano interventi
immediati ed efficaci.

L’Amministrazione centrale proseguirà il suo impegno per


garantire, attraverso appositi accordi con la RAI – Radiotelevisione
italiana, l’erogazione di contenuti didattici sui canali tematici
dell’emittente, secondo orari prestabiliti, organizzati per fasce
d’età, dalla prima infanzia all’età adulta.

127
L’ORARIO DELLE LEZIONI
Nel corso della giornata scolastica dovrà essere offerta, agli alunni
in DDI, una combinazione adeguata di attività in modalità sincrona
e asincrona, per consentire di ottimizzare l’offerta didattica con i
ritmi di apprendimento, avendo cura di prevedere sufficienti
momenti di pausa.

Nel caso di attività digitale complementare a quella in presenza, il


gruppo che segue l’attività a distanza rispetta per intero l'orario di
lavoro della classe salvo che la pianificazione di una diversa
scansione temporale della didattica, tra alunni in presenza e a
distanza, non trovi la propria ragion d’essere in motivazioni
legate alla specificità della metodologia in uso.

Nel caso in cui la DDI divenga strumento unico di espletamento


del servizio scolastico, a seguito di eventuali nuove situazioni di
lockdown, saranno da prevedersi quote orarie settimanali minime
di lezione:

- Scuola dell'infanzia: l’aspetto più importante è mantenere il


contatto con i bambini e con le famiglie. Le attività, oltre ad
essere accuratamente progettate in relazione ai materiali, agli
spazi domestici e al progetto pedagogico, saranno
calendarizzate evitando improvvisazioni ed estemporaneità
nelle proposte in modo da favorire il coinvolgimento attivo dei
bambini. Diverse possono essere le modalità di contatto: dalla
videochiamata, al messaggio per il tramite del rappresentante di
sezione o anche la videoconferenza, per mantenere il rapporto
con gli insegnanti e gli altri compagni. Tenuto conto dell’età

128
degli alunni, è preferibile proporre piccole esperienze, brevi
filmati o file audio.

È inoltre opportuno attivare una apposita sezione del sito della


scuola dedicata ad attività ed esperienze per i bambini della
scuola dell’infanzia. Si rimanda al documento di lavoro
“Orientamenti pedagogici sui Legami educativi a Distanza. Un
modo diverso per ‘fare’ nido e scuola dell’infanzia3”.

- Scuola del primo ciclo: assicurare almeno quindici ore


settimanali di didattica in modalità sincrona con l'intero gruppo
classe (dieci ore per le classi prime della scuola primaria),
organizzate anche in maniera flessibile, in cui costruire percorsi
disciplinari e interdisciplinari, con possibilità di prevedere
ulteriori attività in piccolo gruppo, nonché proposte in modalità
asincrona secondo le metodologie ritenute più idonee.
- Scuole secondarie di primo grado ad indirizzo musicale:
assicurare agli alunni, attraverso l’acquisto da parte della scuola
di servizi web o applicazioni che permettano l’esecuzione in
sincrono, sia le lezioni individuali di strumento che le ore di
musica d’insieme.
- Scuola secondaria di secondo grado: assicurare almeno venti
ore settimanali di didattica in modalità sincrona con l'intero
gruppo classe, con possibilità di prevedere ulteriori attività in
piccolo gruppo nonché proposte in modalità asincrona secondo
le metodologie ritenute più idonee.
- CPIA: per i percorsi di primo livello, primo periodo didattico,
assicurare almeno nove ore alla settimana di didattica in
modalità sincrona con l'intero gruppo di apprendimento; per i

129
percorsi di primo livello, secondo periodo didattico, assicurare
almeno dodici ore alla settimana di didattica in modalità
sincrona con l'intero gruppo di apprendimento; per i percorsi di
alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana
assicurare almeno otto ore alla settimana di didattica in
modalità sincrona con ogni gruppo di apprendimento; per i
percorsi di secondo livello assicurare almeno quattro ore al
giorno di didattica in modalità sincrona con l'intero gruppo di
apprendimento.

Fermo restando l’orario di servizio settimanale dei docenti


stabilito dal CCNL, il Dirigente scolastico, sulla base dei criteri
individuati dal Collegio docenti, predispone l’orario delle attività
educative e didattiche con la quota oraria che ciascun docente
dedica alla didattica digitale integrata, avendo cura di assicurare
adeguato spazio settimanale a tutte le discipline sia che la DDI
sia scelta come modalità complementare alla didattica in
presenza, sia che essa costituisca lo strumento esclusivo
derivante da nuove condizioni epidemiologiche rilevanti. Nella
strutturazione dell’orario settimanale in DDI, è possibile fare
ricorso alla riduzione dell’unità oraria di lezione, alla
compattazione delle discipline, nonché adottare tutte le forme
di flessibilità didattica e organizzativa previste dal Regolamento
dell'Autonomia scolastica.

REGOLAMENTO PER LADIDATTICA DIGITALE INTEGRATA


Considerate le implicazioni etiche poste dall’uso delle nuove
tecnologie e della rete, le istituzioni scolastiche integrano il
Regolamento d’Istituto con specifiche disposizioni in merito alle
norme di comportamento da tenere durante i collegamenti da

130
parte di tutte le componenti della comunità scolastica
relativamente al rispetto dell’altro, alla condivisione di
documenti e alla tutela dei dati personali e alle particolari
categorie di dati (ex. dati sensibili). In relazione a tale ultimo
aspetto si sottolinea come qualsiasi forma di condivisione deve
riguardare solo dati personali adeguati, pertinenti e limitati a
quanto strettamente necessario rispetto alle finalità per le quali
sono trattati secondo il principio di minimizzazione tenendo
conto del ruolo e delle funzioni dei soggetti a cui tale
condivisione è estesa. Inoltre, andranno disciplinate le modalità
di svolgimento dei colloqui con i genitori, degli Organi Collegiali
e delle assemblee studentesche e di ogni altra ulteriore
riunione.

I docenti, ad esempio, nel predisporre le attività da proporre


alla classe in modalità sincrona, hanno cura di predisporre un
adeguato setting “d’aula” virtuale evitando interferenze tra la
lezione ed eventuali distrattori. Ancor più in caso di DDI estesa a
tutti i gradi scolastici per nuova emergenza epidemiologica, i
docenti e tutto il personale della scuola, a vario titolo in
contatto video con gli studenti e con le famiglie, rispettano le
prescrizioni di cui agli artt. 3 e sgg. del decreto del Presidente
della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62.

Anche il Regolamento di disciplina degli studenti e delle


studentesse della scuola secondaria sarà integrato con la
previsione di infrazioni disciplinari legate a comportamenti
scorretti assunti durante la didattica digitale integrata e con le
relative sanzioni.

131
Le istituzioni scolastiche dovranno porre particolare attenzione
alla formazione degli alunni sui rischi derivanti dall’utilizzo della
rete e, in particolare, sul reato di cyberbullismo.

Le scuole inseriscono infine, nel Patto educativo di


corresponsabilità, un’appendice specifica riferita ai reciproci
impegni da assumere per l’espletamento della didattica digitale
integrata.

METODOLOGIE E STRUMENTI PER LA VERIFICA


La lezione in videoconferenza agevola il ricorso a metodologie
didattiche più centrate sul protagonismo degli alunni, consente
la costruzione di percorsi interdisciplinari nonché di capovolgere
la struttura della lezione, da momento di semplice trasmissione
dei contenuti ad agorà di confronto, di rielaborazione condivisa e
di costruzione collettiva della conoscenza. Alcune metodologie si
adattano meglio di altre alla didattica digitale integrata: si fa
riferimento, ad esempio, alla didattica breve, all’apprendimento
cooperativo, alla flipped classroom, al debate quali metodologie
fondate sulla costruzione attiva e partecipata del sapere da parte
degli alunni che consentono di presentare proposte didattiche
che puntano alla costruzione di competenze disciplinari e
trasversali, oltre che all’acquisizione di abilità e conoscenze. Si
raccomanda alle istituzioni scolastiche di procedere ad una
formazione mirata che ponga i docenti nelle condizioni di
affrontare in maniera competente queste metodologie, al fine di
svilupparne tutte le potenzialità ed evitare che, in particolare

132
alcune di esse, si sostanzino in un riduttivo studio a casa del
materiale assegnato.

Ai consigli di classe e ai singoli docenti è demandato il compito


di individuare gli strumenti per la verifica degli apprendimenti
inerenti alle metodologie utilizzate. Si ritiene che qualsiasi
modalità di verifica di una attività svolta in DDI non possa
portare alla produzione di materiali cartacei, salvo particolari
esigenze correlate a singole discipline o a particolari bisogni
degli alunni. I docenti avranno cura di salvare gli elaborati degli
alunni medesimi e di avviarli alla conservazione all’interno degli
strumenti di repository a ciò dedicati dall’istituzione scolastica.

VALUTAZIONE
La normativa vigente attribuisce la funzione docimologica ai
docenti, con riferimento ai criteri approvati dal Collegio dei
docenti e inseriti nel Piano Triennale dell’Offerta formativa.
Anche con riferimento alle attività in DDI, la valutazione deve
essere costante, garantire trasparenza e tempestività e, ancor
più laddove dovesse venir meno la possibilità del confronto in
presenza, la necessità di assicurare feedback continui sulla base
dei quali regolare il processo di insegnamento/apprendimento.
La garanzia di questi principi cardine consentirà di rimodulare
l’attività didattica in funzione del successo formativo di ciascuno
studente, avendo cura di prendere ad oggetto della valutazione
non solo il singolo prodotto, quanto l'intero processo. La
valutazione formativa tiene conto della qualità dei processi
attivati, della disponibilità ad apprendere, a lavorare in gruppo,
dell’autonomia, della responsabilità personale e sociale e del
processo di autovalutazione. In tal modo, la valutazione della

133
dimensione oggettiva delle evidenze empiriche osservabili è
integrata, anche attraverso l’uso di opportune rubriche e diari di
bordo, da quella più propriamente formativa in grado di
restituire una valutazione complessiva dello studente che
apprende.

ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI


Il Piano scuola 2020, allegato al citato DM 39/2020 prevede che
l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali e le scuole,
ciascuno secondo il proprio livello di competenza, operino per
garantire la frequenza scolastica in presenza degli alunni con
disabilità con il coinvolgimento delle figure di supporto
(Operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione e gli
Assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità
sensoriale). Per tali alunni il punto di riferimento rimane il Piano
Educativo Individualizzato, unitamente all’impegno
dell’Amministrazione centrale e delle singole amministrazioni
scolastiche di garantire la frequenza in presenza.

Particolare attenzione va dedicata alla presenza di alunni in


possesso di diagnosi rilasciata ai sensi della Legge 170/2010 e di
alunni non certificati, ma riconosciuti con Bisogni educativi
speciali dal team docenti e dal consiglio di classe, per i quali si fa
riferimento ai rispettivi Piani Didattici Personalizzati. Per questi
alunni è quanto mai necessario che il team docenti o il consiglio
di classe concordino il carico di lavoro giornaliero da assegnare e
garantiscano la possibilità di registrare e riascoltare le lezioni,
essendo note le difficoltà nella gestione dei materiali didattici
ordinari nel rispetto della richiamata disciplina di settore e delle
indicazioni fornite dal Garante (cfr. Vademecum scuola).

134
L’eventuale coinvolgimento degli alunni in parola in attività di
DDI complementare dovrà essere attentamente valutato,
assieme alle famiglie, verificando che l’utilizzo degli strumenti
tecnologici costituisca per essi un reale e concreto beneficio in
termini di efficacia della didattica. Le decisioni assunte dovranno
essere riportate nel PDP.

Per gli alunni ricoverati presso le strutture ospedaliere o in cura


presso la propria abitazione e frequentanti le scuole carcerarie
l’attivazione della didattica digitale integrata, oltre a garantire il
diritto all’istruzione, concorre a mitigare lo stato di isolamento
sociale e diventa, pertanto, uno degli strumenti più efficaci per
rinforzare la relazione. Il Dirigente scolastico attiva ogni
necessaria interlocuzione con i diversi attori competenti per
individuare gli interventi necessari ad attivare proficuamente la
didattica digitale integrata.

PRIVACY
Sugli aspetti relativi al trattamento dei dati personali, il
Ministero dell’istruzione, in collaborazione con l’Autorità
garante per la protezione dei dati personali, predisporrà un
apposito documento di dettaglio contenente indicazioni
specifiche.

SICUREZZA
Il Dirigente scolastico, in qualità di datore di lavoro, ha il
compito di tutelare la salute dei lavoratori attraverso attività di
informazione mirata, anche se la prestazione avviene in

135
ambienti di lavoro diversi dai locali scolastici. Pertanto è
opportuno che il Dirigente trasmetta ai docenti a vario titolo
impegnati nella didattica digitale integrata, nel caso in cui essa
sia erogata dal loro domicilio, e al Responsabile dei Lavoratori
per la Sicurezza una nota informativa, redatta in collaborazione
con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione,
inerente i comportamenti di prevenzione da adottare per
ridurre i rischi derivanti dall'esecuzione della prestazione
lavorativa al di fuori dell’ambiente scolastico.

RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA
Va favorito il necessario rapporto scuola-famiglia attraverso
attività formali di informazione e condivisione della proposta
progettuale della didattica digitale integrata. È opportuna, oltre
alla menzionata tempestiva informazione alle famiglie sugli orari
delle attività, per consentire loro la migliore organizzazione, la
condivisione degli approcci educativi, finanche di materiali
formativi, per supportare il percorso di apprendimento di quegli
alunni con particolari fragilità che necessitino, in DDI,
dell’affiancamento di un adulto per fruire delle attività
proposte.

Anche in rinnovate condizioni di emergenza, le istituzioni


scolastiche assicurano, comunque, tutte le attività di
comunicazione, informazione e relazione con la famiglia
previste all’interno del Contratto collettivo nazionale di Lavoro
vigente e previsti dalle norme sulla valutazione, avendo cura di
esplicitare i canali di comunicazione attraverso cui essi potranno
avvenire.

136
FORMAZIONE DEI DOCENTI E DEL PERSONALE ASSISTENTE
TECNICO
La formazione dei docenti rappresenta una leva fondamentale
per il miglioramento e per l’innovazione del sistema educativo
italiano. Il periodo di emergenza vissuto dalla scuola ha attivato
processi di formazione dovuti all'impellente necessità di
affrontare l’esperienza della didattica a distanza. È quanto mai
opportuno che ciascuna scuola predisponga, all’interno del
Piano della formazione del personale, attività che sappiano
rispondere alle specifiche esigenze formative.

I percorsi formativi a livello di singola istituzione scolastica o di


rete di ambito per la formazione potranno incentrarsi sulle
seguenti priorità:

1. informatica (anche facendo riferimento al DigCompEdu4),


con priorità alla formazione sulle piattaforme in uso da
parte dell’istituzione scolastica;
2. con riferimento ai gradi di istruzione:
a. metodologie innovative di insegnamento e ricadute
sui processi di apprendimento (didattica breve,
apprendimento cooperativo, flipped classroom,
debate, project based learning);
b. modelli inclusivi per la didattica digitale integrata e
per la didattica interdisciplinare;
c. gestione della classe e della dimensione emotiva degli
alunni;

137
3. privacy, salute e sicurezza sul lavoro nella didattica digitale
integrata;
4. formazione specifica sulle misure e sui comportamenti da
assumere per la tutela della salute personale e della
collettività in relazione all’emergenza sanitaria.

Per il personale Assistente tecnico impegnato nella


predisposizione degli ambienti e delle strumentazioni
tecnologiche per un funzionale utilizzo da parte degli alunni e dei
docenti, si prevedranno specifiche attività formative, anche
organizzate in rete con altre istituzioni scolastiche del territorio, al
fine di ottimizzare l’acquisizione o il rafforzamento delle
competenze necessarie allo scopo.

138
Finito di pubblicare
nel mese di Novembre 2021
presso la sede di San Lorenzo del Vallo (CS)
Viale A. La Falce, 85 – 87040
€ 67,00

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