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Servizi concernenti

Formazione anche a Distanza

Ente individuato ope legis sia per la


realizzazione dei corsi, che per il rilascio degli
attestati

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Corso singolo:
Metodologie e Tecnologie Didattiche Generali
(M-PED/03 – M-PED/04)
monte ore 150 – 6 CFU

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Il Piano nazionale della Scuola digitale –
Cosa rappresenta
Il Piano Nazionale della Scuola Digitale (PNSD)
è lo strumento che il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha predisposto
per l’elaborazione di una strategia complessiva di
rinnovamento della scuola italiana.

È chiaro che la prima finalità che tale documento si


prefigge di soddisfare è quella di adeguare il sistema
educativo del nostro paese alle sfide di innovazione
dell’era digitale.

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Il Piano nazionale della Scuola digitale
Cosa rappresenta

Il PNSD è una delle parti più importanti della legge


107/2015, meglio nota come La Buona Scuola.

Esso ha valenza pluriennale e intende orientare il


lavoro di tutta l’Amministrazione della Scuola pubblica,
con azioni già finanziate che le diverse Direzioni del
Ministero si prenderanno cura di attuare.

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Il Piano nazionale della Scuola digitale
Cosa rappresenta
Le fonti di risorse alle quali attinge sono molteplici.
Campeggiano per importanza i Fondi Strutturali
Europei (PON Istruzione 2014-2020) e le risorse della
legge 107/2015.
Il Piano da origine inevitabilmente ad importanti
occasioni di collaborazione tra i progetti del Miur e quelli
di altri Ministeri e Uffici Governativi, delle Regioni e
degli Enti locali, con conseguente integrazione delle
risorse di competenza dei diversi soggetti.

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Il Piano nazionale della Scuola digitale
Cosa rappresenta
Il PNSD prende le mosse da una riconsiderazione
critica e razionale del patrimonio di esperienze della
scuola italiana e intende connettere i suoi indirizzi ed
investimenti alla necessità di produrre un risultato
visibile in tutto il Paese, da Nord a Sud, in città e in
provincia.
Esso indica soluzioni di adeguamento alle modalità e
tecnologie del mondo digitale e quindi di profondo
rinnovamento del sistema scolastico e formativo
nazionale, senza escludere le conquiste dell’esperienza
storica.

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Il Piano nazionale della Scuola digitale
Cosa rappresenta
Per trattare i temi dell’Educazione nell’era digitale, è
d’obbligo partire dalle necessità che i nuovi tempi
impongono, e cioè quella di un apprendimento che duri
tutto l’arco della vita (lifelong) e si svolga in tutti i
contesti, formali e non (lifewide). Queste necessità sono
della società tutta, e la Scuola non può non adeguarsi ad
esse.
La Scuola italiana si è assegnata il compito di
sviluppare le competenze digitali degli studenti e di
rendere la tecnologia digitale uno strumento didattico di
costruzione delle competenze in generale.
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Cosa rappresenta
A riconoscere e raccomandare l’importanza di tale
aggiornamento per l’evoluzione della Scuola, sono
peraltro, quattro rilevanti centri di osservazione:
1. L’Hig Level Conference della Commissione
Europea (Dicembre 2014);
2. Il Centre for Educational Research and
Innovation dell’OCSE, con numerose
pubblicazioni;
3. Il New Vision for Education Report del World
Economic;
4. Ricerche come « L’educazione per il XXI secolo»
del Think tank Ambrosetti.
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Cosa rappresenta

L’azione culturale parte da una nuova idea di


scuola, moderna ed aperta, intesa non
esclusivamente come luogo fisico dove recarsi per
recepire conoscenze che unilateralmente vengono
trasmesse dall’istituzione, bensì come spazio aperto
per l’apprendimento e come strumento che metta gli
studenti nella condizione di sviluppare competenze
per la vita.

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Il Piano nazionale della Scuola digitale
Cosa rappresenta
In tale contesto le tecnologie diventano
fondamentali e ordinarie, non solo nelle attività tese
alla formazione e all’apprendimento, ma anche in quelle
amministrative. Così il linguaggio digitale si introduce e
contamina tutti gli ambienti della scuola, di fatto
congiungendoli in una dimensione comune: classi,
ambienti comuni, spazi di laboratorio, spazi informali,
spazi individuali, uffici. Con ricadute estese al territorio.

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Cosa rappresenta

Sostanzialmente le finalità rimangono quelle tipiche


del sistema educativo: il proficuo apprendimento degli
studenti, le loro competenze, i loro risultati, il loro modo
di collegarsi alla società sia come cittadini che come
professionisti e lavoratori in genere. Questi obiettivi
saranno modernizzati nei contenuti e nei modi, per un
indispensabile adeguamento ai movimenti di un mondo
che cambia rapidamente e che richiede soprattutto tre
cose: agilità mentale, competenze trasversali e un ruolo
attivo dei giovani.
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Cosa rappresenta

Per raggiungere tali risultati, tutto il personale


scolastico, e non solo i docenti, deve cooperare ed
aggiornarsi ad accogliere le sfide dell’innovazione: sfide
metodologico-didattiche per i docenti, e sfide
organizzative per dirigenti scolastici e per il personale
amministrativo.
Il Piano Nazionale della Scuola Digitale fornisce gli
strumenti per affrontare e vincere tali sfide. Esso
costituisce la via italiana alla scuola digitale.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
La sua storia
Il tema di un Piano Nazionale per la Scuola
Digitale è stato affrontato per la prima volta nel 2007.
L’obiettivo che principalmente si prefiggeva era quello di
introdurre l’innovazione digitale nella Scuola e di
modificare, modernizzandoli, gli ambienti di
apprendimento.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
La sua storia
La prima azione è stata Azione LIM, promossa nel
2008. Essa favoriva l’inserimento e la diffusione
capillari, nelle attività didattiche in classe, della
Lavagna Interattiva Multimediale (LIM). Questo
strumento tecnologico era considerato simile alla
lavagna di ardesia, e quindi tale da non stravolgere le
classi e da consentire una familiarizzazione dei docenti
con le tecnologie. L’azione ha comportato un
investimento complessivo di 93.354.571 euro, di cui
80.937.600 euro per l’acquisto di LIM e 12.416.971 per la
formazione di 72.357 docenti all’uso sia tecnico che
didattico delle LIM. Con questa azione sono state
assegnate 35.114 LIM. www.icotea.it
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Azione Cl@ssi 2.0, attivata nel 2009, si prefiggeva di
favorire la realizzazione di laboratori in classe, piuttosto
che continuare a portare le classi in laboratorio. Essa,
pertanto, intendeva stimolare l’ideazione e la costituzione
di ambienti di apprendimento innovativi. Il progetto, dal
2009 al 2012, ha comportato un investimento di euro
8.580.000 per l’acquisto delle dotazioni tecnologiche e di
euro 1.944.857 per supporto e formazione. Nei tre anni
sono state attrezzate 416 classi.

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L’Azione SCUOL@ 2.0 è stata attivata nel 2011, con un
investimento di euro 4.500.000. Quattordici istituti
scolastici sono stati messi in condizione di realizzare
concrete innovazioni, sia attraverso nuove forme di
programmazione didattica che mediante nuovi modelli di
organizzazione delle risorse umane ed infrastrutturali .

L’azione Editoria Digitale Scolastica è stata avviata


nel 2010 ed ha riguardato la produzione di contenuti
digitali in 20 istituti scolastici di ogni ordine e grado, con
un finanziamento di 4.400.000 euro.
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Gli Accordi MIUR – Regioni sono stati sottoscritti il


18 settembre 2012, e sono nati per rendere la
diffusione del processo di innovazione digitale più
capillare nel territorio. In base a tale forma di
collaborazione tra il livello centrale e quello regionale,
sono stati impegnati 33 milioni di euro che hanno
consentito di assegnare altre 1.931 LIM, di formare
905 Cl@ssi 2.0 in 23 Scuole 2.0.

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L’Azione Centri Scolastici Digitali (CSD) ha


permesso di individuare scuole situate in territori
particolarmente disagiati dal punto di vista
geografico, piccole isole o zone montane, in base ai
parametri indicati nel decreto-legge 18 Ottobre 2012,
n. 179, e di attivarvi iniziative di sostegno, dotandole
di infrastrutture tecnologiche e collegandole a scuole
in centri urbani.

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L’Azione Wi-Fi è stata attivata in applicazione delle


prescrizioni del decreto legge n.104 del 2013. In base ad
essa, sono stati stanziati 5 milioni di euro per il 2013 e 10
milioni di euro per il 2014 per finanziare 1554 progetti
(avviso MIUR n. 2800 del 12 Novembre 2013) per la
connettività wireless nelle scuole.

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L’Azione Poli Formativi ha consentito di
individuare alcune istituzioni scolastiche per
l’organizzazione e la gestione di corsi di
formazione sul digitale rivolti ai docenti. A seguito
di apposito avviso pubblico, le scuole interessate ( sia
come singole che organizzate in rete ) sono state
invitate a presentare i propri progetti formativi.

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La sua storia
I migliori sono stati selezionati per svolgere il ruolo di
cosiddetti Poli Formativi, assumendo il compito di
organizzare e gestire la formazione dei docenti, così come
descritta nel progetto selezionato. Per le attività di
formazione, i Poli formativi si sono avvalsi di docenti
competenti in materia, individuati sulla base di elenchi
provinciali o regionali, predisposti dai rispettivi Uffici
Scolastici regionali a seguito della presentazione di
candidature volontarie da parte di docenti interessati. Si
è trattato di un’attività di formazione tra pari.

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• Per il funzionamento dei poli formativi, sono stati


stanziati 600.000 euro per l’anno 2013 ( decreto MIUR
dell’11 Ottobre 2013, n. 821) che hanno permesso la
creazione di 38 poli formativi interprovinciali e 1
milione di euro per l’anno 2014 ( decreto MIUR del 2
Ottobre 2014, n. 762, in attuazione dell’art.16, comma
1, lett.f, del decreto-legge n.104 del 2013 ), che ha
consentito la costituzione di 18 poli formativi
regionali.

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La sua storia

• Il processo di digitalizzazione si è sviluppato anche


attraverso risorse stanziate a livello europeo con
la Programmazione operativa nazionale (PON
Istruzione) 2007-2013, che ha riguardato tuttavia le
sole quattro regioni obiettivo convergenza (Campania,
Calabria, Sicilia,Puglia).
• Entrando più dettagliatamente nel merito, il PON
Istruzione 2007-2013 ha fornito investimenti per gli
ambienti digitali nelle scuole per un ammontare
complessivo di 494.000.000 di euro, coinvolgendo 3.600
scuole e favorendo la realizzazione di 14.983 progetti.

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• Ancora più in particolare, il PON Istruzione,


per conseguire il risultato di accrescere la
diffusione, l’accesso e l’uso dell’informatizzazione
nella scuola (misura D), ha attuato degli
interventi formativi sulle nuove tecnologie della
comunicazione rivolti ai docenti e al personale
della scuola (D1), per un investimento di euro
45.628.737,81, realizzando 5.557 progetti,
interessando 495 scuole per anno e coinvolgendo
128.618 docenti.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
La sua storia
• Con la Misura D4, lo stesso PON Istruzione ha
promosso iniziative per lo sviluppo della società
dell’informazione, attraverso i centri polifunzionali di
servizio, investendo 5.483.532 di euro, realizzando 218
progetti, inserendo 495 scuole e coinvolgendo 15.078
docenti.
• Infine, con la Misura D5, alla voce Progetti
nazionali, il PON Istruzione ha investito euro
7.072.776,84, realizzando 8 progetti, coinvolgendo 495
scuole e 147 docenti.
• Il totale della misura D) è stato di euro 58.185.046,
per la realizzazione di 5.803 progetti e il
coinvolgimento di 495 scuole e 143.843 docenti.
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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
Lo stato della scuola digitale in Italia

• Nel nostro paese i plessi scolastici attivi sono


33.000, per un totale di 326.000 aule. Il 70% di questi
plessi è connesso in Rete in modalità cablata o
wireless, ma il più delle volte con una connessione
inidonea alla didattica digitale. Il 41% dei plessi è
dotato di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo.
• I laboratori delle scuole sono 65.650, per una media
di 7,8 per istituto. Di questi l’82,5% è connesso in Rete
in modalità cablata o Wireless, il 43,6% è dotato di
LIM e il 16,9% di proiettore interattivo.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
Lo stato della scuola digitale in Italia

• Sommando le dotazioni di aule, laboratori, e


biblioteche scolastiche, sono 1.3 0 0.0 0 0 le dotazioni
tecnologiche a disposizione delle scuole ( 605.000 nei
laboratori, 650.000 nelle classi e la cifra restante nelle
biblioteche).
• Il rapporto tecnologie/alunni ha registrato nell’anno
scolastico 2014-2015 un passaggio da una media
nazionale di un dispositivo ogni 8,9 alunni ad una
media di un dispositivo ogni 7,9 alunni.
Il dato conferma che la penetrazione del digitale nella
scuola italiana è un fenomeno concreto.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

• L’Osservatorio Tecnologico è stato istituito nel


2000 come servizio di supporto telematico per
raccogliere i dati del processo di digitalizzazione delle
scuole. Le rilevazioni relative all’impiego di dotazioni
multimediali nella didattica sono state praticate
periodicamente e in modo sistematico dal MIUR. Il
tasso di adesione volontaria delle scuole è elevato, pari
al 97,6% per le scuole statali e al 54,1% per le
paritarie.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

L’ultima analisi (a.s. 2014-2015) si è articolata su tre


versanti:
1. Dematerializzazione dei servizi: impiego di siti
e portali, comunicazione scuola-famiglia, registro
elettronico di classe e del docente, gestione
centralizzata dei contenuti didattici multimediali;
2. Dotazione tecnologica dei laboratori e delle
biblioteche: verifica dell’impiego di connessioni,
computer, LIM e proiettori interattivi;

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Lo stato della scuola digitale in Italia
3. Dotazioni tecnologiche delle aule: verifica
dell’impiego di connessioni, dispositivi fissi e mobili
in dotazione a studenti e docenti, LIM e proiettori
interattivi.
I dati della rilevazione 2014 contenuti nell’Osservatorio
Tecnologico mostrano che il 99,3% delle istituzioni scolastiche ha un
proprio sito web, il 58,3% utilizza forme di comunicazione scuola-
famiglia on line, il 69,2% utilizza un registro elettronico di classe, il
73,6% utilizza il registro elettronico del docente e il 16,5% utilizza
forme di gestione centralizzata LMS (Learning Management
Systems quali ad es. Moodle) per la didattica e i suoi contenuti.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

• La digitalizzazione amministrativa delle


scuole è invece ad un livello di grave
insufficienza. La saturazione degli archivi cartacei
delle scuole è all’80%, mentre il 68% delle scuole non
ha un sistema informatico di gestione documentale, e
l’80% non possiede un sistema informatico per la
conservazione sostitutiva a norma di legge.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

L’identità digitale
• L’art. 1, comma 28, della legge 107/2015 ha fissato
l’obiettivo di associare il profilo dello studente ad una
identità digitale.
• Finora il principale strumento di identità digitale è
La Carta dello Studente, che è una tessera nominativa
attestante lo status di studente frequentante che
consente l’accesso ad un’area online nella quale fruire di
beni e servizi o delle varie prerogative del diritto allo
studio.
• Sono 2,7 milioni le Carte dello Studente attive in
circolazione e 8 milioni quelle distribuite negli anni.
Inoltre 1 milione di studenti è registrato al Portale Lo
Studio, per un totale di 370.000 accessi alla settimana.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

• Per quanto riguarda i contenuti digitali, la Banca


Dati delle adozioni dei libri di testo, per l’anno scolastico
2015-2016, presenta uno scenario di adozioni digitali
ancora limitato. Citiamo un solo dato: nella secondaria
di II grado, il 35% adotta il libro prevalentemente
cartaceo con contenuti digitali integrativi, il 63,9% anche
il libro digitale e l’1,1% solo materiali digitali.
• Quanto alle competenze degli studenti, l’Italia è 25ma
in Europa per numero di utenti Internet (59%) e 23ma
per competenze digitali di base (47%) Secondo recenti
dati OCSE, ogni quindicenne italiano usa il computer in
classe 19 minuti al giorno, contro una media Ocse di 25
minuti.

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Lo stato della scuola digitale in Italia

• Per quanto attiene ai docenti, i dati dell’indagine OCSE


TALIS 2013 vedono l’Italia al primo posto per necessità di
formazione ICT dei propri docenti. Il 36% ha dichiarato di
non essere preparato per la didattica digitale, a fronte di
una media del 17%.
• Il Digital Economy Index vede l’Italia al 25mo posto su
28, con debolezze strutturali riguardo alla connettività e al
capitale umano.
• Si rende necessario un approccio più sistematico, dato
che la diffusione della scuola digitale, negli ultimi anni, è
stata lenta. E’ tempo di investire in un intervento organico
di innovazione delle scuole italiane, con iniziative che
riguardino l’accesso, gli ambienti di apprendimento, i
dispositivi, le piattaforme, l’amministrazione digitale, la
ricerca, la formazione , la didattica, la metodologia e le
competenze.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
Lo stato della scuola digitale in Italia

• Gli interventi del MIUR, a partire dal 2009,


costituiscono un patrimonio di competenze e di strumenti
da non perdere.
• Ma non vanno dimenticati i singoli docenti e intere
scuole cha hanno partecipato in questi anni ai progetti su
metodologie innovative per la didattica e la trasformazione
degli spazi di apprendimento proposte da European
Schoolnet. I progetti E-twinning, Creative Classroom Lab,
Living School Lab, Sennet e Scientix sono stati portatori di
innovazione sui temi più avanzati del digitale a scuola.
European Schoolnet ha raccolto i risultati di quei progetti
in una piattaforma MOOC a disposizione dei docenti
europei.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
Lo stato della scuola digitale in Italia

• Da queste esperienze, INDIRE ha tratto gli


elementi per far nascere la rete italiana di
Avanguardie Educative, che lavora per codificare e
sistematizzare il patrimonio di innovazione didattica e
metodologica attuato nelle scuole che aderiscono.
• Esiste anche un movimento di innovazione dal
basso. Sono le reti, formali ed informali, costituite da
fondazioni o associazioni, reti di scuole o comunità di
pratiche, online e offline, che rappresentano un vero e
proprio movimento digitale.
• MIUR, Regioni, Comuni e USR, collaborando,
potranno conoscere bene questo movimento e renderlo
parte dei processi istituzionali.
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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi

• Occorre che gli sforzi di digitalizzazione siano


inseriti all’interno di un’idea di innovazione, di scuola
non più unicamente trasmissiva, bensì di scuola
aperta e inclusiva in una società che cambia.
• Nell’agenda, il primo capitolo è costituito dalle
condizioni di accesso, dalla qualità degli spazi e degli
ambienti, dall’identità digitale e dall’amministrazione
digitale.
• Didattica, contenuti e competenze sono gli altri
tasselli fondamentali del Piano. Nello stesso tempo,
anche la formazione del personale, orientata
all’innovazione didattica e aperta a quella
organizzativa, sarà fondamentale per andare avanti.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale
Gli obiettivi
• Il primo capitolo è quello dell’accesso. Sono
necessari fibra ottica, connettività e cablaggio
all’interno di ogni scuola. Sono queste le prime voci di
un investimento e di una collaborazione tra le parti
istituzionali.
• L’educazione nell’era digitale non deve però porre al
centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione
didattica che la utilizzano.
• E’ necessario modernizzare tutti gli spazi della
scuola. Gli interventi a favore dell’edilizia scolastica
dovranno riconfigurare funzionalmente gli ambienti
per l’ apprendimento, affinché in essi didattica e
tecnologie digitali si integrino efficacemente.
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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi

• A tal fine, bisogna potenziare e rivisitare i


laboratori scolastici, con l’obiettivo di renderli
ambienti associati all’innovazione e alla creatività
digitale.
• Il perseguimento degli obiettivi di digitalizzazione,
passa da una migliore gestione dell’organizzazione
scolastica, e dal rafforzamento dei servizi digitali
innovativi che la scuola offre al territorio, alle
famiglie, agli studenti, al proprio personale. E’
pertanto indispensabile migliorare il lavoro di chi fa
l’amministrazione scolastica ogni giorno e potenziare i
servizi digitali delle scuole, a partire dal registro
elettronico.
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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi

• Dare un profilo digitale ad ogni persona della


scuola significa realizzare un sistema per cui
l’accesso al web, ai contenuti e ai servizi diventi unico,
semplice e federato con il concorso degli enti locali, in
coerenza con le politiche del governo sull’identità
digitale.
• Tale accesso al web deve essere finalizzato alla
costruzione da parte delle istituzioni, delle scuole e del
mercato, di servizi efficienti, per la didattica come per
la cittadinanza digitale. Così l’educazione si apre al
territorio, diventa più agile la fruizione degli spazi di
apprendimento e diventa più sicura l’identità degli
studenti.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi

• Definire le competenze di cui i nostri studenti hanno


bisogno è una sfida più impegnativa. Tali competenze
devono essere allineate al ventunesimo secolo, essere
trasversali e consistere in nuove alfabetizzazioni.
• In particolare, occorre rafforzare le competenze relative
alla comprensione e alla produzione di contenuti complessi
e articolati anche all’interno dell’universo comunicativo
digitale, nel quale prevale la frammentazione.
• Per questo è essenziale lavorare sull’alfabetizzazione
informativa e digitale (information literacy e digital
literacy), guardare al rapporto fra pubblico e privato, tra
creatività digitale e artigianato, tra imprenditorialità
digitale e manifattura e lavoro.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi
• In tale contesto si colloca l’introduzione al pensiero
logico e computazionale e la familiarizzazione con gli
aspetti operativi delle tecnologie informatiche.
• Questa dimensione fa degli studenti degli utenti
consapevoli di ambienti e strumenti digitali, ma anche dei
produttori, creatori e progettisti. I docenti dovranno essere
messi nelle condizioni di agire come facilitatori di percorsi
didattici innovativi.
• Il mondo del lavoro e la società in generale richiedono
competenze «trasversali», come il problem solving, il
pensiero laterale e la capacità di apprendere. Le
opportunità dell’autoimprenditorialità nell’era digitale sono
un modo per sviluppare competenze attraverso la pratica.

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Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale – Gli obiettivi

• Occorre riavvicinare i ragazzi alle carriere scientifiche


in ambito STEAM (acronimo di science, technology,
engineering, arts and mathematics).
• Il personale della scuola deve essere attrezzato per tutti
i cambiamenti richiesti dalla modernità. La formazione dei
docenti deve essere centrata sull’innovazione didattica,
tenendo conto delle tecnologie digitali come sostegno per la
realizzazione dei nuovi paradigmi educativi e la
progettazione operativa di attività. Occorre passare dalla
scuola della trasmissione a quella dell’apprendimento.
• È necessario includere nelle azioni il resto del personale
scolastico, offrendo anche al personale non docente i
necessari elementi per comprendere tutta la visione.

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