Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Pierre Levy
Pierre Lvy un filosofo francese che studia l'impatto di Internet sulla societ.
Antonio Calvani
Antonio Calvani professore ordnario e insegna Tecnologie dellIstruzione e dellApprendimento presso lUniersit di Firenze.
Sebbene i docenti siano stati, a partire dagli anni 90, destinatari di numerose azioni di formazione tecnologica (massicce negli anni 2002-2003 con il Piano Nazionale FORTIC) e nonostante la diffusione esponenziale delle cos dette nuove tecnologie, nella scuola italiana continua a permanere una diffusa ostilit da parte dei docenti rispetto allutilizzo delle stesse e tuttora buona parte del corpo docente ha una modesta consapevolezza delle proprie competenze digitali e dei propri bisogni formativi. In realt, non risulta ancora chiaro quali competenze digitali debbano essere in possesso dei docenti. Allo stato attuale, infatti, i documenti ufficiali del MIUR fanno riferimento alla multimedialit sin dal curriculum della scuola dellinfanzia ed alla tecnologia in quello della scuola del primo ciclo, mentre per la secondaria di secondo grado si fa riferimento ad elementi di informatica (biennio dei licei, rientra nel curricolo di matematica). Inoltre, tra le competenze di base da conseguire a conclusione dellobbligo di istruzione (primo biennio della secondaria superiore) e che i docenti sono chiamati a certificare, vi quella di utilizzare e produrre testi multimediali. Sebbene siano state quindi definite le competenze di cui devono essere in possesso i
scuola dellinfanzia
Le Indicazioni per il curriculum per la scuola dellinfanzia e per il primo ciclo di istruzione articolano il curriculum della scuola dellinfanzia in 5 Campi di Esperienza. Il campo dei Linguaggi, Creativit, Espressione declinato in Gestualit, Arte, Musica, Multimedialit. I traguardi previsti per lo sviluppo della competenza multimediale degli alunni sono: esplorare offerte delle tecnologie per fruire delle diverse forme artistiche, per comunicare e per esprimersi attraverso esse. Ministero della Pubblica Istruzione, Indicazioni per il Curricolo per scuola dellinfanzia e per il primo ciclo di Istruzione, settembre 2007, pp. 34-35. Consultabile in http://www.indire.it/indicazioni/content/index.php? action=read_scheda&id_m=3494&id_cnt=4664 oppure www.bdp.it/indicazioni/show_attach.php?id_cnt=4 682
primo ciclo
Le Indicazioni per il Curricolo per scuola dellinfanzia e per il primo ciclo di Istruzione articolano il curriculum della scuola del primo ciclo in Discipline ed Aree disciplinari: lArea Matematico - scientifico Tecnologica articolata in matematica, scienze naturali e tecnologia. Del temine vengono fornite due accezioni e descritti gli ambiti di applicazione (pp. 107-8); sono inoltre indicati i traguardi e gli obiettivi di apprendimento da conseguire al termine della terza e della quinta classe della scuola primaria ed al termine della scuola secondaria di primo grado (pp.109-110).
nostri alunni, non pare altrettanto chiaro quali competenze digitali siano indispensabili per i docenti che operano nella scuola del cambiamento, e che quelle competenze sono chiamati ad insegnare e certificare. Ancor meno chiaro appare come queste debbano essere acquisite dai docenti che non ne fossero ancora in possesso, n se queste debbano essere valutate e come. Manca cio, a oggi, un profilo del docente.
Buona parte dei docenti, pur utilizzando le nuove tecnologie stanno oggi imparando a vivere nel mondo digitale come se apprendessero una nuova lingua (M. Prensky, 2001, p.2) .
M. Prensky
Digital Natives, Digital Immigrants, On the
Horizon, 2001, 9, 5 pp. 15-24 in http://pre2005.flexiblelearning.net.au/projects/reso urces/Digital_Natives_Digital_Immigrants.pdf.
La diffusione e linterconnessione dei computer a partire degli anni 90 ha dato luogo a fenomeni di natura culturale e sociale quale lelaborazione di nuove forme di sapere e di condivisione del sapere (intelligenza collettiva Levy, 1996), ma anche a nuove forme di esclusione culturale (digital divide Levy, 1996).
Pierre Levy
www.instapaper.com/text?u=http://it.wikipedia.org /wiki/Pierre_L%25C3%25A9vy
Siamo ormai al digital divide di seconda generazione: si parla a questo proposito di second level of digital divide (Hargittai,
http://en.wikipedia.org/wiki/Digital_divide Per un approfondimento sul digital divide si rimanda Ranieri (2005) pp. 22 e succ.
Digital divide
2002) ossia di una forma di divario dovuta allincapacit in termini culturali e cognitivi di trarre benefici dalluso delle tecnologie. Esso non riguarda solo i paesi meno sviluppati, ma anche quelli tecnologicamente pi sviluppati, nei quali la diffusione dei mezzi non ha prodotto una aumento delle capacit
Il termine digital native stato coniato da Prensky (2001) e da allora si sono succedute nuove definizioni e dibattiti sullargomento. Allo stato attuale, tuttavia, i lavori finora condotti sullargomento non hanno dimostrato lesistenza di tratti generazionali distintivi comuni, piuttosto una diffusione nellutilizzo di tecnologie cui non corrispondono competenze specifiche (Calvani, 2010, pp. 44-45).
Aspetti etico-sociali del digital divide di uso . La sfida del digital divide assume contorni di natura etico - sociale Ovvero, una diffusione di strumenti tecnologici cui non corrisponde un uso degli stessi sofisticato e responsabile. Un altro effetto della diffusione della tecnologia e della conseguente digitalizzazione dellinformazione leccesso di informazione, il diluvio informazionale che pu produrre un senso di inadeguatezza rispetto alla sovrabbondanza di informazione, spesso percepita come frammentaria, incoerente, non contestualizzata, imprevedibile, qualitativamente sovraccarico cognitivo
Sweller (1988) il primo a parlare di carico cognitivo: costrutto teorico elaborato in ambito cognitivista, pu essere definito come la quantit totale di attivit mentale imposta alla memoria di lavoro in un dato istante e varia in funzione dei rapporti che si danno tra contenuti, studente, e contesto di apprendimento (Calvani, 2009). Per unanalisi esaustiva dei problemi connessi allutilizzo del web nella formazione si veda in particolare Bonaiuti (2006) e Ranieri (2005) pp. 58 e succ. Calvani et al. La competenza digitale nella scuola, p. 27
diluvio informazionale
Pierre Lvy no Roda Viva (08/01/01) - YouTube
disomogenea ed anche ingannevole e che pu esporre a rischi quale il sovraccarico cognitivo. Gli ultimi due aspetti che vogliamo elencare tra le possibili e probabili cause della disaffezione a scuola per le nuove tecnologie sono il percepito gap rispetto alle competenze tecnologiche degli studenti e le troppe aspettative disattese
phoenix effect
Legge generale formulata da Romiszowski (2004), relativa allintroduzione di innovazione tecnologica nellistruzione La legge, nota come phoenix effect, prevede che ogni tecnologia sia soggetta ad una rapida crescita, seguita poi dalla morte e da una lenta rinascita (Bonaiuti 2006, p. 34)
Ma certamente vi sono anche altre motivazione comuni alla base della disaffezione della multimedialit in classe, e che si possono far risalire alla formazione dei docenti, addestrati spesso alluso delle strumentazioni e a quello delle risorse ma con scarse occasioni per riflettere sulle implicazioni culturali ed etiche che luso delle tecnologie comporta. Il radicale cambiamento nella diffusione e fruizione degli strumenti tecnologici a partire dallavvento del web 2.0., ha decretato una evoluzione nelle modalit ed approcci alla multimedialit e sollecita una riflessione sulla nozione e modello di competenza digitale, in particolare per quanto riguarda il mondo della scuola. Ad eccezione dellinformatica nel biennio delle superiori (che ricade nel curriculum di matematica), negli altri ordini di scuola tutti i docenti sono chiamati a concorrere nellinsegnamento e nella verifica delle competenze Web 2.0
Sotto il termine di web 2.0 (OReilly, 2005) si includono spesso tutte le applicazioni che consentono agli utenti di comunicare, condividere risorse e socializzare (ad esempio blog, social networking, instant messaging, ecc.). Calvani (2010) Pi che una evoluzione strettamente tecnologica, quindi, considerato come radicale un mutamento sociale. Gli utenti, infatti, da semplici fruitori sono diventati sempre pi creatori di contenuti.
multimediali: , infatti, una competenza trasversale alle diverse discipline del curricolo. Poich stiamo vivendo un momento epocale nel rapporto tra Competenza digitale
Calvani et al. propongono un modello di
scuola e nuove tecnologie potr essere particolarmente competenza digitale proposto da basato su tre interessante una riflessione approfondita sullargomento, a partire da una definizione di competenza digitale. E si potrebbe
dimensioni: tecnologica, cognitiva ed etica.
quindi prseguire analizzando le implicazioni che queste comportano per ogni docente del nuovo millennio.
Competenze digitali
Unione Europea Key Competences for Lifelong Learning. A European Reference Framework, 2006 http://europa.eu.int/comm/education/policies/ 2010/doc/basicframe/pdf
Ci diamo quindi quale prossimo obiettivo quello di mettere a fuoco quali siano le competenze digitali fondamentali per un docente, e definire, sviluppare e proporre un percorso formativo sulla competenza digitale degli insegnanti, a partire dai documenti dellUnione Europea de dellUNESCO.
Bonaiuti G. (a cura di) E-learning 2.0. Il futuro dellapprendimento in rete tra formale ed informale, Erikson, Trento, 2006 Calvani et al., Modelli e strumenti per la valutazione della http://siel08.cs.unitn.it/Atti/lavori/calvani.pdf competenza digitale nella scuola
Calvani, Cartelli, Fini, Ranieri Gli ambiti e le dimensioni della competenza digitale: la proposta del progetto Digital Competence Assessment, 5 maggio 2009, in http://formare.erickson.it/wordpress/it/2009/gli-ambiti-e-le-dimensioni-della-competenza-digitale-laproposta-del-progetto-digital-competence-assessment/
Calvani, A., Fini, A., Ranieri M. La competenza digitale nella scuola, Erikson, Trento, 2010 CUBAN L., Teachers and Machines. The Classroom Use of Technology Since 1920, Teachers College Press, Columbia University, New York and London, 1986. CUBAN L., Oversold and Underused: Computers in the Classroom, Teachers College Press, Columbia University, New York and London, 2001. Hargittai, E. Second- level digital divide: differences inpeoples online skills, First Monday, 7, 4, 1st April http://firstmonday.org/htbin/cgiwrap/bin/ojs/index.php/fm/article/view/942/864 Levy, P. Lintelligenza collettiva, Feltrinelli, Milano, 1996. OReilly, T. What is Web 2.0 in http://oreilly.com/web2/archive/what-is-web-20.html Prensky, M. Digital Natives, Digital Immigrants, On the Horizon, 2001, 9, 5 pp. 15-24 in http://pre2005.flexiblelearning.net.au/projects/resources/Digital_Natives_Digital_Immigrants.pdf. Ranieri, M. Formazione e cyberspazio, Edizioni ETS, Pisa, 2006 Sweller, J. "Cognitive load during problem solving: Effects on learning". Cognitive Science, 1988, 12 (2): 257285