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Aristotele Detective

Di Margaret Dood

Il libro è ambientato nella Grecia del 300 a.C circa, mentre Alessandro Magno sottomette le
città orientali.
Come tutti i gialli, la narrazione inizia con un delitto: un importante cittadino di Atene,
Boutades, viene trovato morto in casa, ucciso da una freccia scagliatagli in gola.
Stefanos, il protagonista, giovane cittadino ateniese da poco orfano di padre, si ritrova
coinvolto nel processo dopo che suo cugino Filemone è stato accusato dell’ assassinio da parte
di Polignoto, nipote di Boutades.
Così Stefanos decide di chiedere aiuto ad Aristotele, suo ex maestro e abile retore.
La linea principale della difesa prevedeva di provare che Filemone non era ad Atene il giorno
del delitto, poiché era stato esiliato qualche anno prima in seguito ad una rissa in taverna.
Ma Stefanos dovrà ricredersi quando, in seguito alle sue indagini, troverà proprio ad Atene la
moglie ed il figlio di Filemone. Nel frattempo l’ accusa ha provato che Filemone era tornato più
volte ad Atene, insinuando anche che aveva combattuto per i Persiani contro Alessandro
Magno.
La situazione per Stefanos non è facile: inviato da Aristotele, che intanto ha acconsentito ad
aiutarlo nella sua causa, in varie missioni per scoprire indizi, deve affrontare un suo creditore
che afferma di aver visto Filemone correre via dopo il delitto e che pretende degli interessi
altissimi, costringendo il protagonista a vendere molti bene familiari.
Dopo un incontro con Filemone, che clandestinamente era tornato ad Atene per vedere la
madre e che gli spiega di essere innocente, Stefanos viene assalito da alcuni sicari che per
poco non lo uccidono.
Intanto in casa Boutades le morti si susseguono. Prima la moglie e poi uno schiavo di famiglia
vengono trovati senza vita.
Solo la genialità di Aristotele riuscirà a scoprire il colpevole, e Stefanos il giorno del processo
smaschererà Polignoto (che morirà dopo cercando di scappare) scagionando quindi il cugino.
Il miscuglio tra realtà e finzione è ben costruito nel libro, che unisce elementi di fantasia (la
storia dell’ omicidio) con personaggi e luoghi reali (vedi Aristotele o l’agorà o i templi ateniesi).
Proprio Aristotele è il personaggio volutamente più brillante, che risolve gli enigmi senza
nemmeno spostarsi dal suo ufficio (eccetto gli ultimi giorni), i cui tutti discorsi sono attinenti
alla soluzione, sebbene all’ inizio non sembri così. Ecco che durante la lettura si è costretti a
tornare indietro per rileggere con attenzione le parole del filosofo che prima si erano tralasciate
perché considerate superflue, e che invece si rivelano fondamentali. Aristotele: geniale,
generoso e anche presuntuoso. Fin da subito i suoi sospetti (non dichiarati se non alla fine) si
rivelano fondati, si offre di aiutare Stefanos non solo non chiedendo nulla in cambio, ma
aiutandolo spendendo tempo e denaro. Un po’ presuntuoso, perché non rivela niente a
Stefanos fino al giorno prima del processo perché non lo ritiene capace di mantenere il
controllo e il segreto.
Nel libro, il lettore, seguendo il punto di vista di Stefanos che parla in prima persona, è portato
a concentrare i suoi sospetti prima su un individuo, poi su un altro, poi sullo stesso Filemone,
poi riportati sul primo. Alcune pause si interpongono a pensieri sul processo per via della vita
di Stefanos, che deve gestire la sua fattoria in campagna, portare in salvo il cugino e vendere i
suoi beni ed evitare di essere ucciso dai sicari.
All’ umano Stefanos si contrappone il meno reale Aristotele, non per il suo comportamento, ma
per il suo acume forse troppo eccessivo, che sembra superare addirittura Sherlock Holmes, che
riesce a trovare un collegamento o una traccia fin da un granello di sabbia basandosi sul
racconto di terzi.
Giunti al culmine nello studio di Aristotele, l’intrigo si scioglie prima segretamente perché non
viene rivelato subito il colpevole, e poi apertamente durante il processo, creando un lieto fine
per i protagonisti.

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