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IL SENSO TEOLOGICO
DELLA LITURGIA
SAGGIO DI LITURGIA TEOLOGICA GENERALE
QUART A EDIZIONE
Testo
Tes
to
EDIZIONI PAOLINE
752 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA
Conclusione
Tutto questo vale a suo modo, anche per la pastorale e la teolo- fuori e tanto meno contro la comunità ma nel quadro della comu-
gia pastorale. L'arte di condurre e conservare il popolo a Cristo e nità e attraverso la comunità. '
Cristo al popolo, appunto perché, arte, deve fare i conti con un aspetto . sempre 9-uando una realtà, specialmente quando una norma
immutabile e con un aspetto mutabile e contingente. L'aspetto im- dI consta. dI due termini - tanto più se questi sembrano anti-
mutabile è determinato dai seguenti fattori: anzitutto dal fine stesso tetIcI, .c?me:. DIO-uomo, grazia-libertà, oggetto-soggetto, individuo-
che non muta mai: condurre e conservare il popolo a Cristo e Cristo comumta. - Il meto?o e i risultati pratici sono notevolmente diversi
al popolo e ciò nel seno della Chiesa; poi da una serie di mezzi se, pur nspettando l due termini senza mai eliminarne uno dei due
determinati come indispensabili allo scopo da Cristo stesso per volon- a dell'altro, si :nette però l'accento su l'uno anziché su l'altro.
tà positiva: come i sacramenti, la struttura gerarchica della Chiesa; . anche quando SI tratta dell'arte pastorale. Nessuna pastorale
inoltre, la natura dell'uomo che dev'essere condotto e conservato Ignorare e nessuna. cattolica ignora sia l'aspetto indi-
a Cristo con tutto quello che da questa natura necessariamente deriva. vIduale della salvezza SIa Il suo aspetto comunitario. Ma tuttavia vi
L'aspetto più o meno mutabile è invece rappresentato dalle dispo- essere, e vi sono difatto, notevoli sfumature di metodo e di
sizioni contingenti e mutabili abituali o momentanee del popolo da teoria o nella prassi pastorale, si mette l'accento
condurre e conservare a Cristo e dai mezzi positivi d'istituzione eccle- mdlvlduo ?he sulla comunità, o al contrario sulla comunità
siastica liberamente determinati dalla Chiesa come concretizzazioni I?VeCe che sull mdlvlduo. Nel primo caso la formula che esprime
particolari dei mezzi imposti dalla natura o dalla positiva libera l oggetto past.orale sarà: salvare gli individui conducendoli e
volontà di Cristo. In questi mezzi d'istituzione ecclesiastica è anno- conservandolI Cnsto nel seno della comunità; nel caso contrario
verata una grande parte della liturgia e tutta la legislazione positiva la fo:mula sara ,oggetto della pastorale è: portare e conservare
disciplinare canonica. a Cnsto nella quale e attraverso la quale si possano
La pastorale deve tenere conto di tutto questo. In essa il fine e salvare glI mdlvldUl.
i mezzi immutabili, nonché quelli di per sé mutabili d'istituzione Le due c?nseguenze diverse assai pratiche sia per
positiva ecclesiastica, possono essere conosciuti per insegnamento non cattolici, sia per quella eser-
astratto come si può imparare la natura d'una cosa, la volontà posi- cltata.m paesI dettI cattolIcI. ESIsteva una discussione pochi anni or
tiva d'un altro e la legislazione di una società. Le disposizioni abituali s?no . allo scopo specifico dell'attività missionaria in paesi
o momentanee del popolo, riguardo alla sua conduttibilità e conser- dI estere. soluzione accettata da tutti fu che, in quei
vabilità a Cristo, non possono essere conosciute che per esperienza paeSI, lo scopo specIfico delle missioni è di fondarvi la Chiesa nella
e per intuizione. quale salvarsi gli individui l. In questa formula l'aspetto
Nell'operosità pastorale, l'adeguamento dell'agire concreto alle comumtano dell'azione missionaria in genere è messo nettamente
disposizioni momentanee del soggetto in vista di condurlo e conser- al primo piano.
varlo a Cristo tenuto conto della sua natura, della volontà positiva Don Michonneau ha giustamente attirato l'attenzione sul fatto che
di Cristo e della disciplina della Chiesa, è oggetto dell'arte pastorale un analogo anche per la pastorale in paesi tradizio-
come prudenza pastorale in atto singolo. Mentre la teologia pasto- nalmente cnstIam, specIalmente ora che il loro cristianesimo è in
rale, come scienza pastorale, dirige l'azione pastorale solo in univer- gran parte, più nominale che reale: «nell'apostolato vi sono due
sale e in astratto, indicando e motivando scientificamente i princìpi grandI tendenze che potremmo sintetizzare con questi due titoli: ci
generali che la reggono e che non potranno poi essere applicati ai casi sono "i d'anime" e i "costruttori di cristianità" 2. I primi
singoli in concreto che sotto la direzione della prudenza pastorale. sono aSSIllatI dIrettamente dal più gran numero possibile di anime
da sa.lvare con. i possibili, anche spiccioli, tra gli uomini
che VIvono OggI; glI altn lo sono invece dal problema di cristianizzare
Il popolo oggetto della pastorale la come tale. Essi vogliono costruire a lunga scadenza anche
se, per CIO fare, dovessero impiegarvi un tempo più lungo ed essere
Oggetto a cui s'indirizza la pastorale è il popolo. Questo concetto momentaneamente impediti di raggiungere un certo numero d'indi-
va qui precisato per la singolare importanza che ha nella questione vidui che: adottando l'.altro sistema, potrebbero più o meno effica-
dei rapporti tra pastorale e liturgia. La Chiesa ha il dovere di con- cemente mfluenzare. SI attengono a questo punto di vista affinché
durre e conservare a Cristo ogni umano individuo. La salvezza con- domani, una società più cristianizzata possa più efficacemente
tiene indiscutibilmente un aspetto profondamente individuale. Ma,
nel pieno rispetto di questa realtà individuale, vi è anche la legge 1 Vedi Evan.gelii praecones di Pio XII del 21 Giugno 1951. Vedi
della salvezza in comunità, com'è stato spiegato a suo luogo. Per I. PAULON, PlantatlO Ecc/eslre. Il fine specifico delle missioni Parma 1953
questo la realtà individuale della salvezza va intesa non solo non 2 Parrocchia, comunità missionaria, trad. itaI. Ed. 2 ed. 1949; p. 91.
758 CAP. XXIII - LITURGIA E PASTORALE . I PRINCÌPI
POPOLO E PASTORALE 759
tire la salvezza, nel seno della comunità, a un numero d 'individui paesi tradizionalmente cristiani la pastorale, oltre che essere preva-
tutto sommato, maggiore.
lentemente pastorale di comunità popolare, deve, più che per il
La differenza ci;i due punti di vista sta essenzialmente nell'im - passato, essere pastorale missionaria, ossia conquistatrice di masse
portanza maggiore o minore data all'ambiente comunitar io per la aliene o alienate dalla Chiesa, e non solo conservatrice di quelle
salvezza degl'in dividui. Quelli che Don Michonneau chiama: costrut- rimaste fedeli. Questa realtà che la pastorale debba essere m'issio-
tori di cristianità pensano a più lunga scadenza e in modo p iù naria non solo in terre pagane, ma, in non pochi casi, anche in terre
comunitario.
tradizionalmente cristiane di nome, è ormai ben nota, dopo l'allarme
Teologicamente parlando, n on vi è dubbio che la concezione dato da Don Godin e dai suoi amici.
comunitaria debba avere la predecenza, appunto per ché pensa ed Ogni pastorale implica un elevamento del popolo perché la meta
opera pill organicamente, con piani che, pur essendo a p iù lunga da raggiungere, Dio in Cristo, è una meta trascendente. Ma è un
scadenza, sono p iù efficaci per il fine che si vuole ottenere. elevamento di natu ra essenzialmente spirituale, non necessariamente
che Pio XI dette a lle m issioni estere : « "fondare la Chiesa", a nflettercI e per sé di natura culturale. In pastorale, elevazioni di altro genere
bene, un po' modificato nella sua espressione, deve essere nece:,sa- non possono essere prese in considerazione che come mezzi al fine
riamente il motto di ogni pastorale: portare e conservare a Cnsto essenziale. Si deve chiedere al popolo di elevarsi a Dio in Cristo e
la comunità affinché in essa si possa più efficacemente e più a lungo quindi a tutti quei mezzi a questo scopo da Cristo indicati come
salvare il maggior numero d'individui. L'oggetto diretto della pasto- necessari sempre e per tutti.
rale deve essere dunque non il popolo somma sconnessa d'individui,
ma il popolo comunità, matrice e ambiente vitale degli individui. Questo elevamento essenziale comporta necessariamente difficoltà
Pensare la pastorale comunitariamente, vuoI dire dare in essa e sacrifici che il pastore non può risparmiare al popolo perché sono
grande importanza alla massa p opolare e farne oggetto della mas- inerenti al fine trascendente da raggiungere. Ma oltre a questi sacrifici '
sima cura, appunto perché la massa popolare costituisce la massa necessari non si può né si deve chiederne al popolo altri non neces-
della comunità e ch e la Chiesa ha per missione di p ortare e conser- sari allo scopo. Il pastore deve adattare al popolo tutti i mezzi
vare anime a Cristo in numero più grande possibile. La Ch iesa deve mutabili ed adattabili per raggiungere lo scopo finale, né imporre
estendere la sua cura pastorale a tutti i gruppi, nessuno escluso sacrifici non necessari perché non richiesti da Cristo per raggiun-
o semplicemente negletto. La pastorale come la Chiesa non è e non gere quel fine . In questo senso, ogni pastorale comporta non solo
può essere classista in nessuno dei sensi che i? J?olitica si dà. of7gi una elevazione del popolo ma anche un adattamento al popolo e si
a questa parola. Tu ttavia, ave la comunità costItUIta o da costItUIre può parlare non solo di portare il popolo a Cristo, ma anche Cristo
è anzitutto di masse popolari, è ovvio pastoral: al popolo. Tra questi adattamenti uno dei più importanti è il fattore
debba essere innanzitutto pastorale di masse popolano SIccome pOI, progressivo perché la pastorale implica una educazione e in ogni
questa è di granlunga la regola, tanto che i casi diversi, par.agone educazione il fattore tempo è essenziale.
a quella regola, sono eccezioni relativamente rare, la logIca : Il fine La cellula comunitaria conservatrice e conquistatrice del popolo
stesso della pastorale esigono in massima che la pastorale SIa popo- a Cristo è la parrocchia. In questa cellula l'azione pastorale si con-
lare ossia adatta allo stato delle masse popolari che deve condurre cretizza praticamente in quattro generi di operosità: predicazione
e c;nservare a Cristo. Le eccezioni sono ammesse, ritenute legittime e catechesi; amministrazione dei sacramenti, dei sacramentali e,
e necessarie, appunto in gruppi ristretti e in ambienti che in genere, compimento della liturgia; quelle che oggi si dicono: le
di masse popolari. Qu ando dunque si dice che la pastorale SI opere parrocchiali, come l'azione cattolica, i circoli ricreativi, le
rizza al popolo, bisogna intenderlo non solo del popolo comumta, opere d'insegnamento generale, quelle di beneficenza e simili; i con-
ma, inoltre, per regola generale, del popolo comunità popolare. . tatti individuali fuori dei tre precedenti casi.
Che oggi poi, questa necessità sia più urgente e sentita, è OVvIO
dalla semplice considerazione che è proprio la massa del popolo
che è maggiormente scristianizzata o in per icolo immediato di es-
serlo - il grande scandalo dei nostri tempi, come diceva Pio XI -;
che le condizioni di questa massa sono maggiormente mutate e 2. L'UNIONE TRA PASTORALE E LITURGIA
mutano ogni giorno, e che questa massa prende ogni giorno maggi.ore
peso nella vita della società. Tanto che quell'importanza che pnma
poteva spettare ad altre classi sociali per determinare l'andamento Quello che si è detto fin qui intorno alla nozione di pastorale
generale della società, oggi è semp re più trasferita immediatamente in genere, ha carattere di semplice richiamo di quei punti che a
alla massa popolare. noi maggiormente interessano per determinare i r apporti tra pasto-
Per lo. cristianizzazione di grandi masse di popolo negli stessi rale e liturgia. Ora, in questo campo, la prima costatazione è che