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-
l' intero complesso della celebrazione." a luce de(. Il dono
dello Spirito Santo
S. Il nella celebrazione
saNI
/s1i1u10 /n1ern . Don Bosco,
Via Cabo lo 27, Torino . ·
liturgica
" In quest'opera di restaurazione sono stati seguiti dei criter· d"1 .
si è voluto seguire dei percorsi uniformi che avrebbero inquadra:O ~~rsi: non ACHILLE M . TRIACCA . SDB
te e reso monotono il tutto; resta però inspiegabile come, nella ~ig_i~arnen.
dell e seconde edizioni non siano state fatte certe integrazioni O c mini~iforma
si rendevano necessarie per omologare i testi. orrezioni che
...
124 · LXXXII (1995) RIVISTA LITURGICA
Il
.. ua genuinità. Alcune caratteristiche ct· . . •w subentra ad ogni livello e amalgama le diverse tappe
e p,u ne11 a s . . ( SC) 2 . 1 cu
sempr
. d. nella acr S osanctum Conc1hum = , circa la Ch·ie.1 Spin b . ( f ·1
del dinamismo cele rauvo. c s?tto i paragrafo 3).
s, ,ce .. che va mutato, valgono per la celebrazio _ È giunto il momento in cm dalle problematiche pneu-
mutato c10 . . . d . , ne
sa, . divina v1S1b1le e otata con tonahta ed el tologiche si deve pervenire alle tematiche e da queste ap-
che e umana e , l l b . e-
menti. )OV!Sl
. . -b·l· I I,
ecc. Queste rendono •a ce e . razione autent·1- rn:dare alla vitalità pneumatologica della celebrazione.
., risultano intimamente intrecciate ed anche. pr _ È opportuno opporsi alla dicotomia di chi ipotizzando
ca quanto pm ., . In-
1
terscam b1.abi'Ji · Di fatto quanto p1u vita . mente nella celebra- diverse pneumatologie non riesce a comprendere che esiste
.
z10ne s1. fa esperienza della presenza. .invocata . dello Spirito, una sola Chiesa, come un solo Battesimo e cioè una sola li-
'ù la celebrazione rapporta sia i 1mistero celebrato al-
tan t o p1 . lf d l . ·1 . turgia di Cristo-Chiesa vivificata da uno e un solo Santo Spi-
la vita del fedele sia la vita de e e e invera i mistero, a be- rito. L'accento è da porsi sull'unicità della liturgia cristiana
ne di tutta Ja Chiesa e del mondo. Per questo mi sembra ne- proprio in ragione del dono dello Spirito Santo. Al caso li-
cessario sgomberare il terreno da una serie di dati che costi- mite si potrà studiare la pneumatologia liturgica che si diffe-
tuiscono come il rovescio di una medaglia ( = pars destruens) renzia in ragione della stessa effusione di doni dello Spirito.
e che permettono di vedere la vera effigie della medaglia Dunque diversi aspetti pneumatologici, ma una ricchezza sola
( = pars aedificans). rapportata allo stesso Spirito Santo.
1.1. Fulcri basilari « al negativo» In una parola : non si tratta di soffermarsi qui sulle opi-
nioni che fran~mnan o ma sulla realtà della liturgia. lvi per
Quanto si vuole rammentare qui serve per togliere - se
Spiritum dall ::i cc<lluvie di anomalie si è portati a passare ad
ancora è necessario - equivoci di diverso sp essore. Vengo-
una serie di unc. :nalie cioè da «anormalità» di comprensio-
no solo elencati. Ciascuno comprenderà le m o tivazioni di que-
ne alla« norm:.:d 11, del costitutivo della liturgia. Per questo
sta scelta .
è ovvio lasciare: a m onte lo stare a completare l'elenco dei
- È arrivato il tempo di smettere di a ff,~rmare che le li-
fulcri al negativo, p er passare a fornire:
turgie dell'Occidente posseggono pochissimi a ccenni allo Spi-
rito Santo. Questo è un comune modo erroneo di dire che
1.2. Fulcri basilari « al positivo»
dopo quanto è stato indagato sul linguaggio liturgico, non
si può più sostenere. Basti compulsare le linee metodologi- Questi vengono elencati da due precedenti studi da me con-
che e i contenuti messi in risalto nella «voce» Spirito Santo dotti sempre sul dono dello Spirito Santo nella liturgia« mi-
n_el N~ovo Dizionario di Liturgia oramai alla sua sesta edi- stero - azione - vita» e nella celebrazione liturgica.
ZIOne ,tal_iana e tradotto in spagnolo, portoghese e francese Il primo studio (da cui i fulcri numerati con cifre arabi-
per c~nvmcersi, caso mai, del contrario. che), dal titolo « Presenza e azione dello Spirito Santo nel-
-. E_ o~a anche che si superi l'increscioso dato di fatto che l'assemblea liturgica», è apparso in: « Ephemerides Liturgi
spec,ahsti di div • . . . •• · · a- cae» 99 (1985) 349-382. Il secondo (da cui i fulcri numerati
. . .
st oraI1st1 erso genere (bibhstl teologi spmtuahstl, P
ht · ·) • ' ' h con numerazione romana), dal titolo « Pneumatologia, epi-
e' ' urgiSti ignorino vicendevolmente le conquiste c e
iascun ramo dell 0 ·b·1 Al o- cletologia, o paracleto logia». Contributo alla comprensione
sitivo· e' or . sci i e progressivamente raggiunge. P.
· ama, aug b'l · 1-
neare O c,·r I u~a 1 e che si giunga ad una sintesi 0 1 ~ella presenza ed azione dello Spirito Santo da alcune visua-
co are (pen · van· li della teologia liturgica ha visto la luce in: « Salesianum »
taggiare la litur . ~oret1ca), ma progrediente, per av 48 (1986) 67-107.
.
st
gia « mi ero - azione - vita» dove il dono de110 ,
126
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELEBRAZIONE 127
Ebbene senza stare a ripetere tutta l'argomentazione, mi
. Ili. Principio delle_ dime~sioni agiasmica e cultuale pro-
sembra opportuno accentuare: . ·e ad ogni celebrazione, m forza dello Spirito .
l. Lo Spirito Santo costitui~ce ed ~ntesse l'assemblea li- pn IV . Principio di correlazione tra «mistero-azione-vita» e
.
turg1ca, a sua volta segno
. .dell Ecclesia. . toria della salvezza.
5
2_ L' assemblea liturgica m quanto con:ipagmata dallo Spi. V. Principio di unitarietà dei tre livelli presenti in ogni ce-
•to Santo si riscopre «celebrante» e nmanda all'Ecc!esia lebrazione sacramentaria.
~opolo sa~erdotale, regale, profetico'. martiriale. VI. Principio della continuità di crescita per mezzo della
3. L'assemblea liturgica «congregatlo» pentecostale, dallo celebrazione.
Spirito Santo è costituita «memoriale» ~elle assemblee cul- vn. Principio dell'interazione dinamica tra assemblea e
tuali storico-salvifiche. Esse a loro volta si «coagulano» nella Spirito Santo.
loro valenza salvifica nell'Ecclesia. VIII. Principio della differenziazione delle funzioni del-
4. L'assemblea liturgica, visibilizzazione del Cristo in forza l'assemblea in ragione della teleologia dello Spirito.
dello Spirito e concretizzazione dell'invisibile presenza dello IX. Principio dell'assemblea liturgica polarizzatrice del-
Spirito in forza di Cristo. l'azione invocata dello Spirito Santo.
5. La partecipazione dell'assemblea: sinergia tra i fedeli X. Principio riel dinamismo sacramentario proteso all'Eu-
e lo Spirito Santo. caristia « aeternit as Spiritus Sancti ».
6. L'assemblea strutturata in ministeri diffèrenziati è epi- XI. Principio dd!e epiclesi della liturgia del quotidiano .
fania dei diversi carismi dello Spirito Santo . XII. P riw. ip:.:, dell'esistenziale liturgico.
7. L'assemblea liturgica, presa in se stess 2. e nelle azioni XIII. Prm,· ./.•'; dell'attivismo partecipativo liturgico.
che espleta, è una perenne interazione con le r;.petute epiclesi Ad ogni k ,.:o : ç resta palese che i principi ricordati ai nu-
dello Spirito. meri 7 == VH ; S "'' VJ. ll ; 9 == IX si corrispondono anche se le di-
8. l dinamismi dello Spirito Santo nell'assemblea liturgi- mostrazioni nei loci citati si completano a vicenda. Ed è an-
ca si concretizzano nel costituirla « Chiesa in miniatura». che vero che sia quelli elencati dal n. 1 al n. 11, sia quelli
9. L'assemblea liturgica« polarizzatrice» dell'azione del- dal n. I al n . XIII sono solo principi che attendono d' essere
lo Spirito Santo. ancora completati. Io stesso sono alla continua ricerca di dati
10. L'assemblea liturgica: una comunità pneumatofora. da cui far emergere le costanti che amo chiamare « princi-
11. L'assemblea liturgica: « Ecclesia » dossologica per una pi», in quanto sono verificabili in continuità nel tessuto ec-
vita cultuale. clesiale.
Il ~ontributo che ha dimostrato questi principi, diede m0 : Ebbene è proprio da quanto ho precedentemente trattato
do ~1 poter arrivare ad un ulteriore elenco di principi primi che posso con conoscenza di causa asserire quanto segue, ri-
per 1~tess~re u~ discorso pneumatologico attorno alla cele- facendomi a categorie biblico-liturgiche quali: anamnesis 0
~r~~one liturgica che è la più alta manifestazione di ogni at- memoriale; methexis o partecipazione, e a categorie _p_neu-
hv1ta della . . Chie
. sa st essa. S1• tratta dei. seguenti:
. matologiche quali: epiclesi ovvero presenza dello Spmto a
I. Prmcip10 biblico-liturgico. seguito di una preghiera invocativa; paraclesi ovvero « pr~-
II . .Principio dell'z'nterscam b zabzlzta
' .. , tra « presenza-az10
· ne» s~nza attiva» e« azione presente» dell'altro paracleto, 10 Sp~-
d1. Cnsto e «p . nto; anaclesi o ritorno a seguito di una ri-chiamata dello Spi-
..
resenza-azione» dello Spirito Santo.
128 JONE 129
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELE BRAZ
l ·
11111
130
• 11111
JIII"""
...
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELEBRAZIONE
arlerò più diffusamente in altra s
. otio spiritalis che sospinge il fedele alla celebrazione.
-,
Ma ~i, tutto questo pconseguire le finalità del contrib ede, me ~ima» è così suscettibile di una definizione: è il tempo
tanto p1u che ora pe~vogliare l'attenzione più direttam~to, Il </<lP metanoia sempre in atto nell'autentico fedele, cioè è il
sono necessidtatloda c~ dello Spirito e sulle caratteristiche ~hte de a . . . .
. do delle insp,ratwnes gra 11ae sa1utans. Lo Spirito con
sull'aspetto e on . e peno · ·
il dono assume nella celebrazione. ue presenze 1llumma 1·1 f ed e1e, Io f orti·f·1ca, lo induce, Jo
1
c:~-duce alla celebrazione quale focus ubif[oret lo stesso Spi-
• dello Spirito nei dinamismi della celebrazion rito. . ..
3. I «ruo I1» e Non per nulla la celebrazwne (=durante) e 11 tempo delle
La celebrazione dei sacramenti, se a~egua~amente spiega. ef/usiones Spiritus pari cio~ ~I quando ~i- realizzano le epi-
ta e capita dal fedele, polarizza la sua _vita. D1 fatto « quanto lesi che trasformano, sant1f1cano, glonf1cano. Si tratta di
precede» la celebrazione deve vedere Il sogg~tto che vi pren- ~aper cogliere che la ce~ebrazione _in forza d~llo Spirito rea-
d à parte orientato al« momento celebrativo». Da questo lizza le effusiones graflae salutans pro glona.
ei;nto si s~olge e deriva tutta la vita del fedele stesso, in un Ad ogni celebrazione succede un «dopo» che deve costi-
modo irripetibile e univoco dopo la celebrazione dei sacra- tuire sempre di più il tempo della vita nuova e della novità
menti che secondo la teologia perenne comportano il «ca- di vita per raffo rzare, radicare, espletare il culto spirituale
rattere». In ogni caso quanto segue la celebrazione postula appunto nella « lit urgia della vita». Questo periodo può es-
nel fedele una presa di coscienza sempre più approfondita sere definito come quello della continuatio gratiae salutaris
e di impegno adeguatamente operativo circa le realtà cele- sempre co n la fin a lità della gloria.
brative. Ebbene da quanto qui è accennato derivano ruoli ti- L'unitari ~tL c:he lo Spirito Santo opera tra i tre« tempi»
pici che la presenza e azione dello Spirito espleta a favore quali «il pr i,.1 :c: •· il durante - il dopo» raccorda l'evento di
dell'autenticità della celebrazione. salvezza iP ,·:. e;,me del fedele stesso che sotto l'egida dello
Spirito p rni: • ~;va mente raggiunge la temperies spiritalis ov-
3.1. Il dono dello Spirito è dono di unitaFietà: in che modo
vero l'aet,~·:-, .,,,;,ntalis mediante cui la presenza dello Spirito
L'azione sacra per eccellenza, cioè la cele brazione liturgi- è intensifi cata perché alla sua azione gratuita corrisponde la
ca, non esaurisce la realtà «liturgia» che è più ampia del mo- risposta operativa del fedele.
mento celebrativo. Ora, per quanto il «mistero» in sé consi-
derato e la« vita» esistano prima e dopo la celebrazione, tut· 3.2. Il don o dello Spirito è dono di pienezza: sempre?
tavia stanno in relazione inscindibile con l'azione sacra· Si sa che in ogni celebrazione di sacramento lo Spirito si
celebrativa (cf se 10). Questa è evento ordinato, oltre che dona ex parte sui in modo « pieno - completo - esaustivo».
all~ santificazione delle persone, anche all'edificazione della La coartazione del dono infinitamente incommensurabile
Chiesa e alla pienezza del culto del Padre in Cristo in forza avviene ex parte subiecti. Ebbene uno dei dinamismi pneu-
dello Spirito (cf se 5). ' ' matologici presenti nella celebrazione è cristallizzabile nel « do-
In ques~i dinamismi il dono dello Spirito è riconducibile ~o di pienezza». Di fatto nell'azione liturgica si fa « memo-
al ruolo d1 « sutura t ore-compagmatore
• · » e del .
» del « pnma riale» del «mistero» e la vita del fede le è « compresenzializ-
« d opo » celeb f
, . . , ra ivo « verso - con - e dalla» celebrazione. •
z~ta » mediante la modalità della «partecipazione». Anzi la
L urutaneta che è · . . . . • santo
fa comp d raggmng1blle m merito allo Spmto VJta è Presente nella celebrazione in modo che gli effetti del-
..
ren ere che Eg1·1 ne 1 «prima» celebrativo agisce· co·
.
la cel eb razione
· s1· estendano alla vita.
· Ebbene a d ogm. « seg-
136
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELEBRAZIONE 137
,... ...
mento » de1. di'namismi accennati la presenza
.. ed azione
,. de o
. •to sono presenti come dono spec1f1co perche il « lllern
11 «sc!erosi spirituale». È Lui. .ched ne dilata le capacità spiri-
Spm . . . . . ..,o. tuali per renderlo sempre pm a eguato « comprehensor » di
. I non si può mai ndurre a semp1ice memona ps1c0Jo .
nae » . ·r· g1. Lui che si dona.
ca o intellettiva ma realtà sto_nco sa1v1 ic~. Lo Spirito è la
emoria » degli eventi di Cnsto nella Chiesa e nel monct
«m d
li «memoriale-dono» è un ono pneumato
I .
og1co che fa SJ,
o. 3.3_ Il dono dello Spirito è dono di fruttuosità: in quale misura
. .
che il dinamismo di ogni celeb razione sia sempre nella su All'interrogativo si può dare subito la risposta che pro-
pienezza di attuazione, ~i a~tualità, di perpet~~zione, di el viene anche da quanto è stato sopra riferito (specie 3.2.) e
Jicacia. Così la « partec1p~z1one » v;de_ I? _Spinto .Sa~to co- cioè che la misura di cui qui si vorrebbe dire è incommensu-
me il primario « attore-!ac1tore » dell att1v1ta partecipativa esi- rabile.
gita dalla celebrazione. La risposta è alla domanda formulata per attirare l'atten-
Anzi sia la partecipazione alla celebrazione liturgica zione sul fatto che il dono dello Spirito, nei dinamismi della
(=durante) sia la partecipazione alla « liturgia della vita» celebrazione, è preminente. Esso serve per comprendere l'au-
(=prima-dopo) vedono il dono dello Spirito quale orienta- tenticità della celebrazione stessa. Il termine «autenticità»
tore attivo della vita del fedele alla celebrazione e quale ani- in relazione alla celebrazione, nelle fonti liturgiche antiche
matore costante della vita del fedele che« si alimenta» dalla occidentali non ro mRne, era reso con l'aggettivo «legitima »
celebrazione, specialmente dell'Eucaristia. cioè« iuxta legem 1,. Qui però sono interessati tre livelli della
Sempre dunque lo Spirito struttura l' agire e l'essere cri- celebrazione: vali,f,", liceità, fruttuosità. Essi sono da inten-
stiano sulla liturgia, semplificandoli da strutt me inutili e am- dere non solo ne;. 1.n . J o della teologia« classica» bensì come
plificandoli a ritmo del sentire cum Ecc/esia, n.- il' esse in Chri- doni dello Spn :,.n
sto in diretto rapporto con la progressiva coni'ormazione in Di fatto b , ;s);;J , a è da rapportarsi al sentire cum Eccle-
Christum. sia, ali' agere p;-c Ecclesia e al vivere in Ecclesia. Tutto que-
Il dono della pienezza è sempre in fieri da parte dei parte- sto è frutto del doa0 dello Spirito che amalgama la volontà
cipanti, in quanto essi possono disattendere i dinamismi del dei celebranti alla volontà della Chiesa, questa ha potere sulle
dono dello Spirito. Mentre da Sua parte è sempre in actu exer- celebrazioni sacramentarie (eccetto quello di «inventare» altri
cito «pieno-completo». Un dono da parte dello Spirito al- sacramenti) in ragione dello Spirito. Il suo dono è inteso alla
l'accettazione da parte del fedele è presente di nuovo come liceità e più ancora al dono fruttuoso dello Spirito qual è la
dono spirituale perché il fedele accetti e accetti pienamente. fruttuosità della celebrazione; quest'ultimo dono è raggiun-
Nella «tensione» che viene a crearsi tra l'indefinito « incal- to quando il fedele partecipa alla celebrazione in piena sin-
zare » dello Spirito e la limitatezza recettiva del fedele, si in- tonia con tutte le movenze dello Spirito stesso.
serisce un fatto importante che serve a sottolineare che ogni Si può così affermare che senza lo Spirito nessun dinami-
cel~br_azi?ne sacramentaria (si pensi in modo peculiare all'Eu- smo della celebrazione perviene alla sua finalità perché solo
canstrn) e -~~ivocamente nuova, irripetibile, fruttuosamente con il sacro Pneuma ogni tipo di celebrazione sacramentaria
pr~g_na._C,o m ragione dell'esistenziale liturgico che è tempo consegue quanto significa. Così ogni sviluppo organico di ap-
pnvi~egiat? dello Spirito per portare ogni fedele all'età ma- profondimento dei riti e delle preghiere, dei loro significati
tura m. Cnsto (cf E'r4
" , 13) • E- lo Spirito
. che crea m • ogni· uo-. e dei loro contenuti è rapportato proprio all'accoglien_za del-
mo d1 buona volont'a Ia rottura con qualsivoglia • forma d1 lo Spirito con il suo dono molteplice. Verrà consegmto che
...
138
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELEBRAZIONE 139
lii
. loria in Dio in un presente salvifico attuante e antici-
. 1 brato sarà sempre di più creduto, profess 010, g il fine della d osso1og1a
. st essa.
quanto e ce e ato,
pante
Lo Spirito è dono _ 1_ e~e d"mone,
d. b . d"1 eu Iogia,
· di eucaristia
vissuto - . 't e celebrazione sono costitutivamente•
o·1.fatto Spini odinamica tanto da poter pervenire allain Pro· ui il futuro salvifico e reso presente nella celebrazione
per
che cè sempre il culmme . d". 1_un pr?ces~~ d'1 ren d'1mento di lode
gr ess1va. osrnos
d n' urgenza che lo stu d'10 d e 11 a ce1ebrazionecorn.
rens1one e ire come con d'1tw . szne
• qua non che: Per. e di culto alle Persone d1vme. Si_ ant1c1pa la_dossologia trini-
P
P
venga a recebrazione d d . .
postula a parte e1 partecipanti 1, taria escatologica nella celebrazione che_fa 11 memoriale del-
_ 1a ce le C" f , ac. le lodi trinitarie delle assemblee celebrative del passato. Nel-
. del dono e del Donatore. 10 a s1 che se la e 1
cettaz1one . . d 1. . e e- l' hic et nunc si realizza quanto è rapportato al dono dello
. può essere circoscritta m e 1m1tate coordinate s
braz1one . d. . , Pa- Spirito che innanzitutto è l'originalità del dono.
ziali e temporali, la liturgia 1 cm essa e parte va oltre tali
Tale originalità è da rapportarsi sia allo Spirito Santo, sia
coordinate; . . . . all'effetto della sua presenza nella celebrazione in atto e nel-
_ la celebrazione autentica (alias: « leg1tlma ») sta a dir
la quale vi confluisce il «prima» celebrativo e da cui parte
fruttificazione della simbiosi pneumatologica ad essa conna~
l'energia spirituale per il «dopo» celebrativo. Così l'origi-
turata. Qui si innesta l'utilità dell'approfondimento: del rap.
nalità della celebrazione sempre nuova, unica, irripetibile ri-
porto tra \e origini della celebrazione ( = eziologia) e le fina-
trova la sua origine nel dono primigenio dello Spirito. Di fatto
lità ultime (=teleologia); delle relazioni di sviluppo della dot-
trina dell'interscambio « Spirito Santo e celebrazione »· l'originali t à e la verità della celebrazione consiste nell'essere
dell' «efficientismo silenzioso» dello Spirito nella celebrazion; focus gratzf'icato dalla gratia, impulsato dalle motiones spi-
rita/es percht: \;,o, ,.:;Jebrazione è azione pneumato-sintonizzata,
specie nelle persone che vi partecipano ; ·
- la celebrazione diventa amplifica z.i-:m e della simpatia e fruttificai; i,' , ~, .:tilt o in spirito e verità progressivamente
operativa del fedele con lo Spirito perché ;"•ri ma ancora la ce- doxologk o.
lebrazione è sinergia empatica con lo S):-, • lt o che si dona in Per q ue.~i o ~, r;;i de finizione descrittiva di celebrazione po-
modo che « nello Spirito» si possa cele b I are. trebbe esser•: n cerc;ata negli elementi gravitanti attorno al fatto
che ogni celebr~zio ne autentica è il locus dell'epiclesi dello
3.4. li dono dello Spirito è dono di originalità: davvero? Spirito invocato e anamneticamente presente e agente, e quin-
Lo Spirito è donato nella celebrazion e in modo peculiare di partecipativamente effuso ai presenti in ragione anche de-
perché egli che è unico lo è anche perché è primigenio sem· gli altri.
pre ogni volta che si dona. Su questa a ffermazione sono
da ricercarsi sia la «capacità» della celebrazione di «spriz· * * *
zare di S_p!rito Santo» perché essa è sorgente dell'esperienz~ Il dono dello Spirito Santo nella celebrazione liturgica, gra-
dello Spmto che anima la Chiesa. A sua volta l'Ecclesia puo zie alla fede in Cristo Gesù come cambia lo statuto ontologi-
essere
. sempr e d'1 pm"' 11
· segno elevato sui popoli come f0rza co dei fedeli che vengono fatti figli di Dio ed eredi (cf Rm
vitale
. per att· 1·
irar 1 a Cristo e Cristo al Padre sempre in· ra· 8 , 14-17; Gal 4,4-7) così è principio del nuovo comportamen-
g1one dello Spirito Santo , to ~tico del credente.
Il dono dello s · · , · to è il E lo Spirito che sta all'origine della vita dell ' uomo nuovo
vivificatore della pmto e_ dono di originalità in quan sto·
.
ria della salv d~ssolog1a celebrativa. Per suo mezzo la_ di e che intesse la comunione tra i fedeli. Egli smuove l'animo
ezza e contemplata nella gloria a Dio, gloria
IL DONO DELLO SPIRITO NELLA CELEBRAZIONE 141
140
I"""'" ,..
. . d esserGli docile, docibile, disponibile d"/
del cnsuano a . ' t ata.
. re più alla sua az10ne. . « di' es6ptrou
btle semp I Spirito Santo è l'alfa della vita spirituale d
Mentre o • e1fe en ainigmati »
. h l'omega della sua pienezza. -
dele e anc e ·1
.
mstena
'. f tto come Egli assicura lo svi uppo delle diverse< .
D1 a
. 11·ta· » presenti nella cele b raz10ne,
· d' •
. a pienezza
,
<ll11
ct,· eff_-1- IIN Dalla iconografia
del Dio di Abramo e d'Isacco
142
...
LXXXII (1995) RIVISTA LITURGICA 143-172