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(1) Pio XII. Allocuzione del ZZ Sett. 1956 ai partecipanti del con-
gresso di Assisi. Vedi Atti: La restauraziane liturgica nell'opera di Pio XII,
Centro di azione liturgica 1957, p. 3-4.
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(2) Trovo solo due articoli teorici su questa questione: J. VAN HouTRYVE,
Liturgie et contemplation in:. « Questions litùrgiques et paroissiales » · 6
(1921) 96-110: assai elementare. Migliore invece: · R. Hoo)'INAERT, Liturgie
et contemplation, in: « ~tudes carmélitaines » 17 (1932) I p. 177-215.
CHR. PANFOEDER, Da$ mrstische (nella liturgià), Mainz 1930: intende
«mistico» nel senso di «misterico» secondo O. Case!, non .nel senso della
mistica ·moderna. Vedi anche F. V ANDENBROUCKE, Psalmodie et Contem-
plation, in: «Carme!», 1954, p. ·252.-65. Vi sono alcuni studi,. ma molto
.insufficienti, di tipo storico: M. MuELLER-REIF, Zur Psychologie der
mrstischen Persoennlichkeit, Berlin, 192.1. E. PoND KA~LEEN, Some
english mrstics and the .liturgr, in «Magnificat», Autumn, 1943, p. 9-15,
Spring, 1944, p. 7-11. I ·KocH, Liturgie und Mr~tik: Die Liturgie bei
Meister Ekkchart, iri: « Liturgisches Leben » 7 (1935) · 85-94. Fatti caratteri-
stici: B. l\EET.i, Liturgie und Streben nach Vollkommenheit, Salzburg, 1951: '
pur trattando esplicitamente la questione. dei rapporti· tra liturgia e tendenza
alla perfezion·e, dice di non volere toccare il problema dei .rapporti tra
liturgia e mistica. Aggiunge: chi può sapere e descrivere l'unione con Dio
nei suoi intimi particolari? G. M. BRAso'; Liturgia r espiritualitad; Montser-
rat, 1956: nemmeno· lui tocca questo problema. È a causa di questa evi-
dente carenza del movimento liturgico che sentii il bisogno di trattare
lungamente la materia in: «Il senso teologiéo della liturgia». Edizioni
Paoline, 1.a ed. 1957, p. 575-668; · 2.a ed. ivi 1958, p. 554-62.7. Cito la
seconda edizione.
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I. Una polemica.
~~~i:~~~:;f~Pai~~}~iifiir~1~lS~~···~~~h~;-1a·~iiij~~iiZiI~·-~Ni~~-
dò~"é:"néllo"'s'te~S§~tempo:=co11J~.:rrt~~!§n~:-La-·quaie contempfo-
zfone·;·èosi;-no'ir··~;-·q:uarco~di adeguatamente distinto dal culto
liturgico (come se questo consistesse soltanto nella partecipa-
zione esterna~, in.a, .semplicemente, ~l ~~.. .e.~~!!ç>,__il!,~,~?.-~!.J:i
vato _a .perfezione. A tale contemplazione, come a propria perfe-
zl.one""iìiterna~""é'" ordinato, senza dubb~o, il ~ulto litu!.@co che è,
essenzialmente e nello stesso tempo, mterno ed esterno.
La· contemplazione ·extraliturgica~iliveèe;-·quèffa- che av-
viene in atto .solo privato fuori della partecipazione al culto
liturgico, è ordinata al culto liturgièo e, sotto un altro aspetto,
deve essere ·frutto derivato dal culto liturgico, ·. come suo so-
vrappieno.
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:;:~i~ d:rliessunasorta-senza-una.
relazione almeno in voto impli~
cito ·alla liturgia. · · ·· · · -- ·
Questa asserzione si fonda in primo luogo sul fatto che
il' sacrificio .· della messa ed i sacramenti, anche in ciò che
han:Ilo d'essenziale ~'istituzione aiviila, fanno parte della
~~· rte costi~iscono anzi ìl _riucleo.~en~le; e iD; se~o~Ùo
luogo sulla dottnna della necess1tr,aiiiieno m voto 1mphc1to,
c!_i alcuni sacramenti per avere 1a g:_a~ e raggiungere la
salvezza. _ _ _ _,__
Che il non battezzato non possa ottenere grazia e salvarsi
senza voto ahneno implicito del battesimò è dottrina a tutti
nota; tanto meno potrà egli, senza tale voto, ricevere eventual-
mènte la grazia della contemplazione e raggiungere la perfe-
zione soprannaturale.
L'impossibilità, per chi ha ricevuto il battesimo, quanto
per chi noli l'ha. ricevuto, di avere nessun~ia, t@JQ_!!!!m.O
quella ~,..SQ!!t~lazione. e della ~Tvezze,_~3ile, s~:Qza rife-
rimento, almeno con voto implicito, alla liturgia, si fonda sulla
cfottniia dei Padri greci, di S, Tommasò7dé'f Catechismo . del
concilio di Trento, della n~tà dell~uc~!i~1;ia, almeno desi-
derata con voto implicitOJ~!'._ !l~evere qua1siasi grazia: . in
modo che l'eucaris~,j-~il fine e la vetta cui sono ordinati tutti
i sacraÌnent!_:::-e," con piii"Torte ragione ancora, tutti gli altri
atti che si fanno nella Chiesa - e la fonte di tutte le grazie
quaggiù. Dottrina, sfortunatamente troppo dimenticata, ma non
meno certa.
«Questo sacramento (dell'eucaristia) ha per se stesso la
virtù di conferire la grazia. Nessuno ha la grazia prima di ricevere
questo sacramento se non per un certo voto di riceverlo, fatto
da se stesso come avviene negli adulti, o per il voto della Chiesa
ciò che avviene per i bambini, come è stato detto sopra. Proviene
dunque dall'efficacia di questo, sacramento il fatto che, anche
dal solo vo.to che se ne ha, si .può conseguire la grazia che
vivifica spiritualmente~ .. Per questo sacramento la grazia viene
aumentata e la vita spirituale perfezionata affinchè l'uomo in
se stesso sia perfetto per la. congiunzione con Dio» (22). «Tutti
gli altri sacramenti sono ordinati a: questo sacramento come al
(28) Dal che si può comprendere perchè, oggi ahlleno, sia lecito rima-
nere dubbiosi .dinanzi a ciò che nel 1901 il P. PouLAil'l' scriveva nella prefa-.
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zione della sua celebre op·era: Des graces d'oraison (n.- 2). Egli per scuc
sarsi di trattare la mistica solo sotto l'aspetto psicologico descrittivo senza
considerare quasi affatto quello dogmatico, « speculativo », diceva che sotto
questo ultimo aspetto, non c'era probabilmente da aggiungere nulla a ciò
che era già: stato detto. «In una parola, non pare che la mistica possa fare
dei progressi da questa parte. È molto diverso invece per quantò concerne le
descrizioni ... È in questa direzione che si trova: l'avvenire della mistica».
(29) Vèdi Il senso teologico ... , p. 508-21.
(30) Vedi ivi p. 517-33.
(31) È una delle accuse maggiori che Maritain fa a ciò. che chiama
lo pseudo-liturgismò senza netta distinzione dal movimento liturgico.
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( 43) Per esempio: « La liturgia esige nello stesso tempo che i fedeli
custodiscano il raccoglimento interiore ed aspirino all'unione con Dio, che
tendano cioè anche da lontano a qualcosa che oltrepassa: la semplice parte-
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cipazione al culto' .liturgico e si compie nel segreto dei ' cuo:r;i » p. 9. Qµesto
darebbe ad, intendere çhe. la «semplice partecipazione al culto liturgico». è
qj:ialcosa di puramente ~strins.eco e che la carità ch_e .si .c9:r:çipie nei cuori non
ne fa parte. Anco:r;a:, «:La conteniplaZione dellà· Chiesa; fioritura delle'
virtù teologiche e dei . doni .dello' Spirito Santo riel campo invisibile dei
GU9ri, è 'dtinqile superiore alla grande· voce liturgica che- ne è · ia manife-
stazione. Quantum potes, tantum .aude: ringraziamento, lode, supplica: il
serviziq. liturgico non arriva mai, per quanto puro sia il suo slancio e
ardente Ja stia· esultanza a manifestare questa contemplazione del Corpo
Mistico in maniera totale e adeguata... Anche nelle singole anime la con~
templazione Che esse possono raggiungere è superiore· agli atti con . i quali
prendono parte .al serVizio divino»·p. 13-14. -È chiaro qui che i signori
Maritain _pensano che alla partecipazione alla liturgia appartengono· gli atti
puramente este;l'ni e non gli ' atti delie virtù teologali .che si compiono nel-
l'intimità dei ·cuori.· A p~ 18~19: «Il culto liturgico è quindi un fine
-serilmam.ente--degno;-ma--vi-è-un.. -fine più elevato ancora, al quale (e al
desiderio . del quale) deve. nor,malmente disporre· le anime... La liturgia
chiede perciò ai partecipanti al culto di salire .quanto possono verso quella
cima dove, sotto !.'ispirazione dello Spirito Santo, le virtù teologali produ-
cono un atto interiore che oltrepassa ogni op~razione -umana manifestabile
e specialmente .quelle operazioni che traducono ·con il gesto e con la voce
l'unione alla comunità dei fedeli»~ Così si suppone che ·l'atto interno :r;ion
faccj.a parte- del culto': liturgico, .ma sia un fine. superiore a qÙesto in quànto
il culto. è espre~siorie puramente esterna della: nastra partecipazione comu-
nitaria. A p. 20-21 : « Ciò che chiede e ciò · a cui · incalza le anime, la
liturgia . non può darlo da sola. Occorre lo sforzo ascetico personale, la
pratica personale dell'oraZione· mentale, l'aspirazione personale all'unione
con Dio, la docilità personale ai doni_ dello Spirito Santo... ·Così sarebOO.'
egualmente assai erroneo concludere che li!- · s~plice partec~pazione all~
liturgia possa stabilire la vita spirituale' in uh livello'·più elevato di queUo
in cui è posta dall'unione con Dio mediante la_ contemplazione ». Come se
lo . Sforui ascetico personale, ·la prassi personale della preghiera -mentale,
l'aspirazione. personale all'unione c;~n Dio, : la docilità personale ai doni
d.ello Spirito Santo fossero cose non necessariamente richieste _alla parteci-
pazione perfetta alla « sola liturgia» e non· nec'essariamentj? incluse in
questa; oppure· come se la spiritualità 'liturgica'·fossè quella·-che insegna
che per raggiungere la perfezione basti assistere alle .· funzioni . liturgiche-
senza preoccuparsi_ del restq della vita che le precede e le segue. (Contro
una simile caricatura della liturgia, vedi Il se'nso teologico... p. 516; 533-54);
oppure anc~ra come se 4) la semplice partecipazione alla liturgia:-»- .non:· com-
prendesse ~ome propria perfezione l'unipne .più.:perfetta possibile ,ç:pn-,.Dj.o,..
compresa,. se occorre', -l'unione contemplativa! . :;,, -,.·
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in modo tale che non .appare più la sua natura liturgica e quindi
il suo valore anche liturgico in virtù dell'opus operantis dellf:I
Chiesa, unita e ,agente ·assieme al suo Sposo; a un titolo che
non appartiene a nessuna opera solo privata. L'assemblea litur-
gica vi appare come una semplice addizione di persone private
e non già. come qualcosa di essenzialmente diverso e di ben
altro valore di un assemblea privata sia pur di uomini pii e
in preghiera. Il corpo mistico, adunato nell'assemblea liturgica,
vi è .ridotto a una u_gione puram~nt~.2!~~ di membri ten-
denti allo stesso fine (44).
·Perciò nessuna· traccia negli articoli della dottrina esplicita
della Mediator Dei della superiorità della preghiera liturgica su
quella puramente privata .. Anzi, in fondo, è assai difficile inter"
pretare certe aff~r.m~~igI,Ii altrimenti che come una dichiara.;
z~~~~ s d!!~~~?r;X~~~~g_~~ìfa~!V1~a1I~Yr1~1t;;~c1;~~~ti~~I~
~ggi~re che a quèlla'"1ìturg!ca. "fii--"questo'' caso: sì -diùìer1ti~a
·~<$è la preghiera liturgica, la partecipazione alla . niessa e
la frequentazione dei sacrarp.enti deve sempre, secondo l'esi~
genza . oggettiva delle cose, conservare nella vita di ogni cri-
stiano, (e Dio voglia che conservi sempre anche nella psicolo-
gia. soggettiva di ogni. fedele) la sùa preminenza qualitativa,
(45) Per esempio: «Presso i certosini (la vita solitaria) non esclude
certamente il servizio liturgico e i canti più belli, eppure· l'ufficio cantato
in comune è meno importante che il solo a solo con Dio. Nion più pre-
ghiera pubblica, non più servizio liturgico (eccettuato la messa letta e la
recitazione privata dell'ufficio per i sacerdoti): un Padre de Foucault ha
raggiunto una contemplazione sublime ed una perfezione eroica nella pura
solitudine » p. 91.
(4<>) 1. c., p. 6-7 (articolo del P. Williani); p. 65~68 (di Maritain).
(47) p. 70-71. -
(48) Teologia della mistica, .in: «Problemi e orientamenti di .teologia
dommatica », II, Milano 1957, p. 1017-45.
(49) Ved, per esempio, ivi, p. 1059 sg ..
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necessario, tra ·le altre cose, ricorre anche alle fonti bibliche e
alla tradizione patristica (aggiungiamo: e a quella liturgica).
Tutto questo. non diminuisce in nessun modo il carattere
p:i;oprio e la missione· propria · di S. Giovanni della Croce e
della tradizione teresiana, nè la stima che se ne dève avere; ma
riconosce anche i loro limiti. Si può ritenere dimostrato che
questa . stessa tradizione è certamente incompleta ,..-- sia nella
prassi che nella teoria - nella questione dei rapporti tra litur-
gia e .contemplazione (50). .
. Da tutto questo risulta che .se la spiritualità liturgica e il
movimento liturgico hanno molto da imparare dalla mistica
moderna, è anche vero che la mistica moderna può apprendere
noir poco dalla spiritualità liturgica e dal movimento liturgico;
il tutto per il più gran bene delle anime.
Può essere questa la conclusione del presente articolo. Con-
dusione, come si vede, molto irenica e, certamente, nello spirito
profondo che anima gli articoli del P. William e dei Signori
Maritain.