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La norma UNI 8290


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Edilizia residenziale. Sistema tecnologico


La norma in oggetto è stata pensata per consentire una ordinata e organica scomposizione di un
sistema edilizio in più livelli, con regole omogenee

La scomposizione del sistema presenta tre livelli, dando luogo a tre insiemi denominati, secondo
Uni 7867 parte quarta:

• classi di unità tecnologiche (primo livello)


• unità tecnologiche (secondo livello)
• classi di elementi tecnici (terzo livello)

Le locuzioni che compongono i vari insiemi sono dette voci. Le voci di ciascun livello sono
selezionate secondo criteri di omogeneità. Le voci dei diversi livelli sono tali che i requisiti e/o
sistemi di requisiti siano ad esse attribuibili in quanto caratteri suscettibili di essere definiti e
tendenzialmente misurati e verificati. Le voci dei primi due livelli sono tali da essere le più
opportune a rappresentare funzioni finalizzate a soddisfare esigenze dell’utenza Le voci del
terzo livello corrispondono a classi di prodotti che configurano attualmente modalità di risposta
complessiva o parziale alle funzioni delle unità tecnologiche, ma sono tali da evitare il più
possibile soluzioni precostituite.

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Ai fini operativi, la scomposizione potrà essere estesa ad ulteriori livelli (quarto livello e
successivi); la presente norma non contempla le voci di questi livelli, ma fissa alcuni criteri per la
loro individuazione. La norma si fonda su un criterio di definizione dei termini basato sulla
funzione convenzionalmente attribuita all’oggetto, considerato come parte del sistema edilizio; ciò
non preclude, per scopi particolari, la possibile attribuzione agli oggetti stessi di altre funzioni
complementari di volta in volta messe in evidenza.

Il metodo
La Uni 8290 prefigura una sequenza classificatoria che si basa sulla scomposizione dell’edificio in
classi di unità tecnologiche; ogni classe di unità tecnologica è a sua volta scomposta in unità
tecnologiche; ogni unità tecnologica è a sua volta scomposta in classi di elementi tecnici.
La finalità del lavoro consiste nell’articolare un elenco voci secondo la logica delle opere
compiute, al fine di permettere stime analitiche (vedi costo per unità di misura dei singoli
interventi necessari alla realizzazione di un opera); che stime elementari (vedi costo per unità di
misura delle unità tecnologiche). Si ottiene così che le stesse voci possono essere ricondotte a
categorie omogenee e ordinate quali:

• elementi tecnici
• peculiarità (del materiale o delle modalità di esecuzione)
• variabili (riferibili a caratteristiche dimensionali o prestazionali)
• oneri inclusi e oneri esclusi

Applicazione dei sistemi di classificazione: è evidente che l’attenzione si pone sulle categorie di
elementi tecnici e peculiarità (del materiale o delle modalità di esecuzione), perché rappresentano
il contenuto essenziale del messaggio che si vuole veicolare all’utente in termini di intervento
associato ad un prezzo. Si potrebbe quasi dire che una informazione basata su questi due soli
elementi sarebbe sufficiente a descrivere l’intervento. Per esempio: Palo trivellato eseguito con
getto di calcestruzzo. Mancherebbero certamente informazioni importanti per la determinazione di
un
prezzo ma la comprensione del tipo di intervento sarebbe già sufficiente.
Il piano di classificazione 8290, così come è stato sviluppato, permette di codificare l’elemento
tecnico. Anzi, per precisione, il codice 3.1.1.2, assegnato all’elemento tecnico identifica in realtà
la composizione di codici che rappresentano anche l’unità tecnologica a cui appartiene e la classe
di
unità tecnologiche di riferimento.
Basterà inserire un codice nella posizione che identifica l’elemento tecnico per caratterizzarne
’informazione. Il codice 3.1.1.2.01 rappresenterà, quindi, sempre l’elemento tecnico individuato
prescindendo dalle peculiarità (come materiale o modalità di esecuzione) e dalle variabili
(dimensionali e prestazionali) ed anzi costituirà la categoria di informazioni su cui sarà possibile
far convergere tutti i dati riguardanti i prezzi.
Analogamente per definire le peculiarità del materiale e/o delle modalità di esecuzione basta
attribuire loro un’altra parte di codice (3.1.1.2.01.01) che le rappresenterà univocamente
qualunque sia l’elemento tecnico di riferimento. Ciò apre, secondo noi, nuove ed interessanti
prospettive nella gestione dei dati sia per quanto riguarda il monitoraggio che l’analisi degli stessi.
In pratica si potranno raccogliere informazioni estremamente dettagliate (a livello di variabili
caratteristiche) e procedere ad aggregazioni estremamente interessanti dal punto di vista dei
risultati ottenibili.

Fisicamente la norma è organizzata in più parti:


UNI 8290-1 - Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Classificazione e terminologia
UNI 8290-2 - Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Analisi dei requisiti.

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UNI 8290-3 - Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Analisi degli agenti


UNI 8290/1 FA 122-83 Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Classificazione e terminologia

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Norma UNI 8289:1981
Norma UNI 8290 - 2: 1983
Norma UNI 10838 : 1999
2.5 elemento spaziale (sinonimo unità spaziale)
Porzione di spazio fruibile destinata allo
svolgimento delle attività di una unità ambientale.
2.6 elemento tecnico
Prodotto edilizio più o meno complesso capace di svolgere completamente
o parzialmente funzioni proprie di una o più unità tecnologiche e che si configura
come componente caratterizzante di un subsistema tecnologico.
2.7 esigenza
Ciò che di necessità si richiede per il corretto svolgimento di un’attività
dell’utente o di una funzione tecnologica.
2.12 prestazione edilizia
Comportamento reale dell’organismo edilizio e/o delle sue parti nelle
effettive condizioni d’uso e di sollecitazione.
Le prestazioni edilizie vengono normalmente classificate in:
a) prestazioni ambientali;
b) prestazioni tecnologiche.
2.13 processo edilizio
Sequenza organizzata di fasi che portano dal rilevamento delle esigenze
della committenza - utenza di un bene edilizio al loro soddisfacimento attraverso la
progettazione, la produzione, la costruzione e la gestione del bene stesso.
Il processo edilizio si può riferire ad interventi di nuova costruzione o a interventi sul costruito.
a) Il processo edilizio per interventi di nuova costruzione riguarda la realizzazione di beni
edilizi non ancora esistenti e consiste nella sequenza organizzata di fasi che portano
dal rilevamento delle esigenze della committenza - utenza al loro soddisfacimento attraverso
la progettazione, la produzione, la costruzione di un nuovo bene e la sua gestione
necessaria per la conservazione della sua qualità.
b) Il processo edilizio per interventi sul costruito riguarda la realizzazione di trasformazione
di beni edilizi già esistenti e consiste nella sequenza organizzata di fasi che portano
dal rilevamento delle esigenze della committenza - utenza al loro soddisfacimento
attraverso il rilievo delle prestazioni e dei valori di un bene esistente, la progettazione
e la trasformazione (demolizione, costruzione, ricostruzione) per la qualificazione
o il recupero del bene stesso e la gestione del bene rinnovato per la conservazione
della sua nuova qualità.
2.17 qualità edilizia
Insieme delle proprietà e delle caratteristiche dell’organismo edilizio o di
sue parti che conferiscono ad essi la capacità di soddisfare, attraverso prestazioni, esigenze
espresse o implicite. La qualità edilizia viene normalmente articolata in:
a) qualità funzionale spaziale;
b) qualità ambientale;
c) qualità tecnologica;
d) qualità tecnica;
e) qualità operativa;
f) qualità utile;
g) qualità manutentiva.
2.18 requisito
Traduzione di un’esigenza in fattori atti a individuarne le condizioni di soddisfacimento
da parte di un organismo edilizio o di sue parti spaziali o tecniche, in determinate
condizioni d’uso e/o di sollecitazione.
I requisiti vengono normalmente classificati in:
a) requisiti funzionali spaziali;
b) requisiti ambientali;
c) requisiti tecnologici;
d) requisiti tecnici;
e) requisiti operativi;
f) requisiti di durabilità;
g) requisiti di manutenibilità.

3.2 prestazione ambientale


Prestazione di un elemento spaziale relativa a un requisito ambientale.
3.4 requisito ambientale
Traduzione di un’esigenza in fattori fisico-ambientali e in richieste
di servizi tecnologici, atti a individuarne le condizioni di soddisfacimento da parte di una
unità ambientale.
3.5 sistema ambientale dell’organismo edilizio
Insieme strutturato delle unità ambientali e
degli elementi spaziali, definiti nelle loro prestazioni e nelle loro relazioni.

4.2 conformità funzionale-spaziale


Rispondenza di un elemento spaziale alle specificazioni
funzionali-spaziali.
4.4 requisito funzionale-spaziale
Traduzione di un’esigenza in fattori geometrico dimensionali
e di organizzazione degli spazi, atti a individuarne le condizioni di soddisfacimento da
parte di un elemento spaziale.
UNI 10838:1999 Pagina 4 di 8
4.5 sistema funzionale-spaziale dell’organismo edilizio
Insieme strutturato degli elementi
spaziali definiti attraverso le loro funzioni, le dimensioni, la morfologia, le loro posizioni reciproche
e rispetto all’ambiente esterno.

5.2 prestazione tecnologica


Prestazione di un elemento tecnico e/o di un subsistema tecnologico
relativa ad un requisito tecnologico
5.4 requisito tecnologico
Traduzione di un’esigenza in fattori tecnico-scientifici atti a individuarne
le condizioni di soddisfacimento da parte di un subsistema tecnologico e/o di un
elemento tecnico.
5.5 sistema tecnologico dell’organismo edilizio
Insieme strutturato di unità tecnologiche
e/o di elementi tecnici definiti nei loro requisiti tecnologici e nelle loro specificazioni di prestazione
tecnologica.
Norma UNI 11277:2008
Sostenibilità in edilizia

Esigenze e requisiti di ecocompatibilità dei progetti di


edifici residenziali e assimilabili, uffici e assimilabili, di
nuova edificazione e ristrutturazione

INTRODUZIONE
La verifica dell’ecocompatibilità di materiali, elementi, componenti e processi nell’edilizia, richiede la
definizione dei requisiti da rispettare e la valutazione delle prestazioni fornite. Sono stati messi a punto negli
anni recenti diversi metodi di valutazione delle prestazioni ambientali degli edifici. I metodi di valutazione della
compatibilità ambientale degli edifici rispondono alla necessità di passare da parametri di valutazione specifici
(per esempio riferiti ad un singolo prodotto o a una specifica fase del ciclo di vita) ad aspetti più complessivi e
alla necessità di soddisfare una domanda crescente di informazione ambientale, attraverso la pratica di misure
volontarie da parte dei diversi operatori interessati. La presente norma rappresenta la prima di un gruppo di
norme volte a sviluppare un metodo di riferimento nazionale della valutazione dell’ecocompatibilità degli
interventi edilizi.

4 CLASSI DI ESIGENZE
4.1 Salvaguardia ambientale (SAM)
Insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei
sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte.
4.2 Utilizzo razionale delle risorse (URR)
Insieme delle condizioni per utilizzare le risorse dell’ambiente in modo coerente nei
confronti degli utenti e dell’ambiente stesso con un regime economico/ambientale definito.
4.3 Benessere, igiene e salute dell’utente (BIS)
Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, allo
svolgimento delle attività, all’incolumità e alla salute degli utenti.
Le condizioni di benessere fanno riferimento alla percezione sensoriale positiva
dell’ambiente da parte dell’utente.
Le condizioni di igiene e salute fanno riferimento all’assenza di condizioni patogene e
all’incolumità degli utenti, in relazione anche a emissioni di gas tossici, presenza nell’aria
di particelle o gas pericolosi, emissioni di radiazioni pericolose, inquinamento o tossicità
dell’acqua e del suolo, difetti nell’eliminazione delle acque di scarico, dei fumi e dei rifiuti
solidi o liquidi, formazioni di umidità su parti o pareti dell’opera.

5 REQUISITI
5.1 Utilizzo di materiali, elementi e componenti a ridotto carico ambientale
I materiali, gli elementi e i componenti devono avere un ridotto carico energetico, durante
tutto il ciclo di vita, e ridotte emissioni inquinanti.
La selezione dei materiali da costruzione deve, quindi, essere effettuata tenendo conto delle
principali categorie di impatti ambientali: eutrofizzazione, cambiamenti climatici,
acidificazione, riduzione dello strato di ozono extratmosferico, smog fotochimico,
inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Tali impatti dipendono dalle caratteristiche dei
processi produttivi e anche dalla distanza della fonte di approvvigionamento rispetto al
cantiere di costruzione del manufatto edilizio, in tale ottica è opportuno privilegiare materiali
provenienti da siti di produzione limitrofi al luogo di costruzione, prendendo in considerazione
anche la tipologia dei mezzi che sono utilizzati in relazione ai processi di trasporto.
Inoltre, gli impatti ambientali possono dipendere dalla risorse da cui derivano. Sono da
privilegiare quelli derivanti da risorse rinnovabili, pur considerando che la scelta di un materiale
dipende anche da altri requisiti che possono giustificare soluzioni tecnologiche differenti.
5.2 Utilizzo di materiali, elementi e componenti riciclati
Deve essere previsto un elevato utilizzo di materiali, elementi e componenti riciclati per
diminuire i rifiuti prodotti.
5.3 Utilizzo di materiali, elementi e componenti ad elevato potenziale di riciclabilità
I materiali, gli elementi e i componenti devono avere un elevato grado di riciclabilità che
dipende da:
- condizioni relative all’ubicazione del cantiere rispetto alle attività di trattamento e
recupero dei materiali, che sono effettuate nel contesto territoriale;
- disponibilità di spazi nel cantiere di demolizione per la raccolta dei rifiuti e dei
materiali recuperati;
- tecniche costruttive con cui è realizzato il manufatto edilizio;
- potenzialità dei materiali che costituiscono l’edificio di essere avviati a processi di
recupero e/o riciclaggio;
- condizioni relative alla vicinanza al sistema della viabilità.
5.4 Gestione ecocompatibile del cantiere
Devono essere ridotti i consumi energetici e i livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo
e sottosuolo, in relazione alle diverse operazioni previste nel cantiere, dall’utilizzo delle
risorse e delle diverse sostanze alla gestione rifiuti.
5.5 Utilizzo di tecniche costruttive che facilitino il disassemblaggio a fine vita
È richiesto che siano adottati sistemi costruttivi in grado di facilitare la separabilità dei
componenti dell’edificio durante i processi di demolizione e recupero. Le possibilità di
recuperare i materiali da costruzione alla fine del ciclo di vita dell’edificio dipendono dalle
caratteristiche costruttive dell’edificio stesso.
5.6 Riduzione degli impatti negativi nelle operazioni di manutenzione
Il piano di manutenzione coordinato con il fascicolo tecnico1), dove previsto, deve
contenere prescrizioni relative alla riduzione degli impatti negativi nella gestione rifiuti, alla
riduzione dell’utilizzo delle risorse e sostanze tossiche/nocive.
5.7 Utilizzo di materiali, elementi e componenti caratterizzati da un'elevata durabilità
I materiali, gli elementi e i componenti devono avere una vita utile durevole rispetto alla
vita utile dell’edificio.
5.8 Gestione ecocompatibile dei rifiuti
Deve essere previsto un piano di gestione del fine vita (PGFV) con indicazione dei
materiali, elementi e componenti soggetti a raccolta differenziata, con successivo
recupero e trattamento, rispetto alla massa totale dei rifiuti da costruzione e demolizione.
Tale piano è inteso a:
- pianificare, in modo ottimale la tempistica concernente le operazioni di demolizione,
elaborando preventivamente un inventario particolareggiato dei materiali e degli
elementi tecnici presenti nell’edificio, cui fà seguito la demolizione vera e propria,
che deve essere condotta secondo sequenze adeguatamente pianificate;
- considerare i costi derivanti dall’esecuzione delle operazioni di demolizione
selettiva, in rapporto ai guadagni derivanti dal recupero dei materiali recuperati.
5.9 Riduzione dell'emissione di inquinanti dell'aria climalteranti (gas serra)
La quantità di gas serra misurata in CO2 equivalente emessa per effetto dei processi di
conversione energetica basati su combustibili fossili, deve essere ridotta, tenendo in
considerazione anche la possibilità di piantumazione di alberi in grado di assorbirla.
5.10 Massimizzazione della percentuale di superficie drenante
La superficie di suolo caratterizzata da materiali superficiali drenanti come sabbia o
terriccio pressati, ciottoli e cubetti posati a secco, prato, blocchi con frapposto materiale
vegetale, deve essere estesa per favorire la penetrazione diffusa e a velocità ridotta
dell’acqua piovana e di scarto.
5.11 Contenimento dell'area di sedime degli edifici
La superficie di occupazione degli edifici deve essere ridotta per limitare l’impatto del
costruito sul suolo.
5.12 Recupero ambientale del terreno di sbancamento
Il terreno sbancato al di fuori dell’area di sedime dell’edificio deve essere il più possibile
recuperato a fini ambientali per limitare l’impatto sul suolo.
1) Vedere la legislazione vigente. All’atto di pubblicazione della presente norma è in vigore il Decreto
Legislativo 494/96
(e successive modifiche).
5.13 Protezione delle specie vegetali di particolare valore ed inserimento di nuove specie
vegetali
Le specie vegetali di particolare valore devono essere protette e deve essere previsto,
ove possibile, l’inserimento di nuove specie vegetali autoctone nel rispetto dell’equilibrio
ecologico dell’ambiente.
5.14 Tutela e valorizzazione della diversità biologica del contesto naturalistico
L’impatto negativo del progetto sul sistema naturalistico di contesto, incluse le reti
ecologiche, deve essere minimo e documentato negli elaborati di progetto.
5.15 Adeguato inserimento paesaggistico nel contesto, anche in relazione al rispetto delle
visuali e alla compatibilità con la morfologia del terreno
L’impatto dell'opera rispetto ai caratteri paesaggistici del contesto deve essere adeguato
e documentato negli elaborati di progetto.
5.16 Raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani
Devono essere previsti adeguati spazi per consentire la raccolta e il deposito dei rifiuti in
ambito domiciliare e a scala di quartiere.
5.17 Riduzione del consumo di acqua potabile
Il consumo di acqua potabile deve essere ridotto in relazione alla salvaguardia di questa
risorsa naturale.
5.18 Recupero, per usi compatibili, delle acque meteoriche
Deve essere previsto un efficiente recupero delle acque meteoriche finalizzato ad un
utilizzo compatibile della risorsa, quale l’irrigazione delle aree verdi e il lavaggio di strade
e automobili.
5.19 Utilizzo passivo di fonti rinnovabili per riscaldamento
Devono essere previsti localizzazione e forma degli edifici, nonché l’utilizzo di sistemi e
tecnologie in grado di fornire un effettivo apporto termico "gratuito" finalizzato al
riscaldamento degli ambienti, tramite il trasferimento di calore da radiazione solare,
all’interno degli edifici. Tale trasferimento può avvenire utilizzando materiali come il vetro,
sistemi e tecnologie quali quelli ad accumulo, ad effetto serra, a trasferimento convettivo.
Nello scegliere, dimensionare e collocare un sistema solare passivo, si deve tenere conto
dei possibili effetti di surriscaldamento, che possono determinarsi nelle stagioni
intermedie, oltre che in quella estiva; per ovviare, è necessario progettare in modo
opportuno sistemi di oscuramento operabili e di ventilazione tenendo in considerazione il
variare delle caratteristiche meteorologiche e i requisiti di illuminamento naturale.
5.20 Utilizzo passivo di fonti rinnovabili per il raffrescamento e la ventilazione igienico-sanitaria
Il ricambio d’aria a fini igienico-sanitari deve essere realizzato con ventilazione naturale
controllata. Deve essere previsto l’utilizzo di sistemi di raffrescamento passivo degli
ambienti sfruttando la localizzazione, l’orientamento e la configurazione geometrica degli
edifici, delle facciate e l’esposizione ai venti, e utilizzando sia sistemi di controllo termico
sia tecniche di dissipazione. I sistemi di controllo termico sono costituiti dalle
schermature, da vetri con caratteristiche di trasmissione solare selettiva, dall’isolamento
termico e dall’inerzia. Le tecniche di dissipazione si basano sullo scambio termico
dell’ambiente confinato con pozzi termici naturali, quali l’aria, l’acqua, il terreno e il cielo
notturno, utilizzando la ventilazione naturale, il raffrescamento della massa termica,
geotermico, evaporativo e radiativo.
5.21 Utilizzo passivo di fonti rinnovabili per l'illuminazione
Devono essere previsti sistemi captanti la luce naturale, come sistemi riflettenti e condotti
di luce.
5.22 Isolamento termico
Devono essere previsti materiali e tecnologie ad elevata resistenza termica.
5.23 Inerzia termica per la climatizzazione
Devono essere impiegati materiali e tecnologie ad elevato assorbimento termico, elevata
capacità termica e sfasamento termico.
5.24 Riduzione del fabbisogno d'energia primaria e sostituzione di fonti energetiche da
idrocarburi con fonti rinnovabili o assimilate
L’efficienza energetica (con riferimento all’energia primaria) del sistema complessivo
edificio-impianto in progetto, deve essere incrementata rispetto alla prassi corrente e
all’utilizzo di combustibili fossili non gassosi. Tale incremento può essere ottenuto
riducendo il fabbisogno (misure di conservazione energetica e di aumento di rendimento
degli impianti) e utilizzando sistemi energetici, basati su fonti rinnovabili.
5.25 Riduzione di scambi termici radiativi tra persona e superfici circostanti in periodi di
sovrariscaldamento
Le scelte progettuali, relative alla sistemazione degli spazi esterni, devono essere tali da
abbassare la temperatura percepita dall’utente per effetto della riduzione degli scambi
radiativi tra superfici ambientali e superficie corporea.
5.26 Aumento di scambi termici radiativi in periodi di sottoriscaldamento
Le scelte progettuali relative alla sistemazione degli spazi esterni, devono essere tali da
innalzare la temperatura percepita dall’utente per effetto dell’aumento degli scambi
radiativi tra superfici ambientali e superficie corporea.
5.27 Controllo degli effetti del vento dominante invernale
Le scelte progettuali, relative alla sistemazione degli spazi esterni, devono essere tali da
prevedere il controllo degli scambi convettivi determinati dal flusso del vento sulla
superficie corporea, al fine di una loro riduzione e del conseguente aumento della
temperatura percepita.
5.28 Controllo degli effetti del vento dominante estivo
Le scelte progettuali, relative alla sistemazione degli spazi esterni, devono essere tali da
prevedere il controllo degli scambi convettivi determinati dal flusso del vento sulla
superficie corporea, al fine di non diminuirne la portata per un abbassamento della
temperatura percepita.
5.29 Controllo adattativo delle condizioni di comfort termico
In ambienti confinati con sistemi di climatizzazione estiva devono essere previsti
dispositivi di controllo della temperatura dell’aria interna, tali da consentire la possibilità di
adattamento delle condizioni microclimatiche ad una maggiore variabilità termica, rispetto
a quella generalmente consentita dagli impianti secondo le norme correnti.
5.30 Riduzione degli effetti di disturbo visivi
Le scelte progettuali relative alla sistemazione degli spazi esterni devono evitare il
verificarsi di eventuali disturbi visivi quali, per esempio, l’abbagliamento provocati dalle
interazioni tra gli elementi del progetto e il contesto.
5.31 Illuminazione naturale
Il livello di illuminazione naturale, in un ambiente confinato, deve essere garantito in modo
adeguato.
5.32 Protezione degli spazi d'attività esterni da fonti di rumore esterne agli spazi stessi
Le scelte progettuali, relative alla sistemazione degli spazi esterni, devono essere
adeguate a proteggere gli spazi d’attività da fonti di rumore esterni agli spazi stessi.
5.33 Protezione degli spazi interni da fonti di rumore
Le scelte progettuali, relative agli spazi interni, devono essere adeguate a proteggere da
fonti di rumore esterni gli spazi stessi.
5.34 Protezione degli ambienti e degli spazi esterni da variazioni del fondo elettromagnetico generato da
fonti artificiali
La localizzazione dell’edificio deve essere adeguata a proteggere da variazioni del campo
elettromagnetico a bassissima frequenza, generate da fonti artificiali, quali elettrodotti ad
alta tensione.
5.35 Impianto elettrico e disposizione degli elettrodomestici, in modo da esporre gli utenti a valori minimi di
campo elettromagnetico
Le scelte progettuali relative all’impianto elettrico interno devono essere adeguate a
proteggere l’utente da variazioni del campo elettromagnetico a bassissima frequenza.
5.36 Riduzione delle emissioni tossiche/nocive di materiali, elementi e componenti
Le scelte progettuali, relative ai materiali, elementi e componenti esposti all’aria interna e
alle caratteristiche del sistema di ventilazione, devono consentire la riduzione e,
possibilmente, l’eliminazione di ogni emissione tossico-nociva per l’utente.
5.37 Riduzione della concentrazione di radon
I materiali utilizzati devono essere esenti da rischio d’emissione di radon, e devono
essere previsti sistemi di confinamento del radon eventualmente proveniente dal
sottosuolo, in località geologicamente a rischio.

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