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INTRODUZIONE
La preparazione atletica del calcio si è sempre basata su metodi e mezzi propri di altre discipline,
prima fra tutte l'atletica leggera, che ben poco ha a che fare con uno sport di squadra. La ragione di
ciò risiede probabilmente nel fatto che l'importanza della preparazione fisica per il calciatore è
acquisizione alquanto recente e la letteratura scientifica ha prodotto un certo numero di studi
specifici solo negli ultimi 10-15 anni. Oggi paghiamo ancora lo scotto di una preparazione che, se
non si può definire del tutto aspecifica, è a mio avviso adattata e non propria della disciplina stessa.
La stragrande maggioranza degli allenatori e dei preparatori conosce e utilizza tutti i metodi più o
meno recenti per l'allenamento della potenza aerobica, anche grazie al fatto che i lavori scientifici
pubblicati sull'argomento sono decine se non centinaia. E' sorprendente constatare, al contrario,
quanta poca chiarezza vi sia sull'allenamento anaerobico e, in parte, su quello intermittente. Io
ritengo che la forma di resistenza specifica del gioco del calcio sia una resistenza anaerobica,
mentre le capacità ossidative dovrebbero costituire un supporto di essa. Sono convinto che la
capacità di sprintare senza perdere potenza durante un incontro sia tra le capacità più importanti che
un calciatore debba possedere: da un punto di vista strettamente quantitativo, gran parte dell'energia
che sostiene una partita di calcio è fornita dal sistema aerobico; è vero, però, che molto spesso le
azioni decisive in un incontro sono quelle portate avanti ad intensità molto elevate. Pensate alla
capacità di una squadra di pressare, riconquistare palla e ripartire velocemente per cercare la
conclusione: se una squadra riuscisse a mantenere un ritmo così elevato per tutta la durata della
partita, vedrebbe aumentare notevolmente le sue possibilità di vittoria.
La RSA si può definire come l'abilità di mantenere invariata nel tempo la prestazione di sprint.
Grazie ad essa, un giocatore riesce a sprintare e a recuperare per poi sprintare nuovamente, e questa
sequenza può essere ripetuta una o più volte. "I giocatori che sono in possesso di una buona RSA
saranno in grado di ripetere azioni di sprint con un minimo scarto rispetto alla loro migliore
prestazione, cosa che non riuscirà a coloro che sono in possesso di una scarsa RSA" (Bishop 2002).
LA VALUTAZIONE DELLA RSA
Oggi lo sviluppo della RSA è considerato la nuova frontiera della preparazione atletica in molte
discipline di squadra, tra cui anche il calcio. Per stilare un programma di allenamento è però
necessario saper valutare questa capacità attraverso dei test, i cui dati serviranno per:
• valutare il livello della capacità di RSA;
• preparare un programma di allenamento "individualizzato" per gruppi omogenei di giocatori
che, a seconda delle necessità, può essere rivolto a colmare le lacune o a esaltare le
caratteristiche dei singoli;
• valutare i progressi nel tempo della capacità stessa, verificando anche la validità del
programma di allenamento predisposto.
E' bene che i test siano semplici e facilmente riproducibili, perché andranno ripetuti almeno tre
volte nel corso della stagione: una valutazione iniziale nel periodo pre-campionato, una prima
verifica durante la sosta invernale con eventuali correzioni o adattamenti del programma, una
verifica conclusiva al termine della stagione.
Un test per la valutazione della RSA deve rispecchiare le caratteristiche proprie della capacità. Deve
perciò prevedere una serie di sprint effettuati ad intensità massimale, ciascuno separato da un tempo
di recupero prestabilito. Le variabili di interesse sono:
• il picco di potenza, che nel caso della corsa coincide con il tempo più basso;
• il tempo totale di sprint;
• il tasso di affaticamento in %.
Dal tempo del primo scatto possiamo ottenere un'indicazione della potenza anaerobica dell'atleta,
mentre dal lavoro totale e dal decremento della prestazione di sprint possiamo avere un'idea della
sua RSA. Soprattutto nel caso dei giovani calciatori, può succedere che la prestazione migliore non
sia realizzata durante la prima prova, ma alla seconda o alla terza; in quel caso, il decremento della
prestazione deve essere calcolato sempre sul tempo più basso.
Vi sono diversi protocolli di test per valutare la RSA: alcuni di questi utilizzano il cicloergometro,
altri la corsa. Il protocollo di corsa è ovviamente più specifico per il gioco del calcio e, quando
possibile, deve essere preferito al test al cicloergometro. Di seguito, vi propongo alcuni esempi di
test.
1) Test di corsa (Fitzsimons protocol)
Il protocollo messo a punto da Fitzsimons prevede:
ERGOMETRO: il test viene effettuato in campo o su pista con rilevazione dei tempi tramite
l'utilizzo di fotocellule
N° SPRINT: 6
DISTANZA: 40 m
INTENSITA': massimale
TEMPO DI RECUPERO: partenze ogni 30 s (Trec.= 30 sec. - Tlav.)
MODALITA' DI ESECUZIONE: partenza da fermo
DATI RILEVATI: tempi di percorrenza delle singole prove
Esempio: supponiamo che un atleta, nell'esecuzione del test, faccia rilevare i seguenti tempi di
sprint:
1 5.27
2 5.34
3 5.43
4 5.50
5 5.71
6 5.76
Tab. 1
In letteratura esistono numerose tabelle di valutazione per i tempi di percorrenza sulle varie
distanze, che tengono conto della disciplina praticata, del livello di qualificazione, dell'età, del sesso
e così via. Per capire se il proprio giocatore è da considerarsi lento o veloce, l'allenatore potrà
confrontare i risultati dei propri giocatori con i valori proposti in queste tabelle, fermo restando il
giudizio relativo al proprio gruppo che emerge dal confronto fra i risultati dei diversi giocatori.
L'utilizzo dell'indice di fatica (FI= fatigue index) per il rilievo della RSA non mi sembra molto
affidabile, perché calcola solo la differenza tra il tempo peggiore e quello migliore, non fornendo
alcuna informazione sugli sprint intermedi. Ritengo che una buona soluzione sia proporre il
protocollo di Bangsbo e analizzare i dati ottenuti con la procedura messa a punto da Fitzsimons.
ERGOMETRO: il test viene effettuato in campo o su pista con rilevazione dei tempi tramite
l'utilizzo di fotocellule
N° SPRINT: 11
DISTANZA: 20 m
INTENSITA': massimale
TEMPO DI RECUPERO: 15-20 s (a seconda dell'età e del livello di qualificazione)
MODALITA' DI ESECUZIONE: partenza da fermo, 1.5 metri prima della fotocellula
DATI RILEVATI: gli 11 tempi di percorrenza delle ripetute, le 11 frequenze cardiache di lavoro, 5
frequenze cardiache di recupero.
Anche in questo caso ritengo sia molto utile analizzare i dati secondo la procedura di Fitzsimons.
Nella tabella 4 sono riportati, a titolo di esempio, i risultati del test da me eseguito su una squadra di
Allievi Nazionali nella stagione 2001/2002: tutti i giocatori hanno eseguito 11 sprint massimali di
20 m con 20" di recupero tra una prova e l'altra, secondo il protocollo del Coverciano Test.
miglior tempo tempo totale tempo ideale decr. % Si nota immediatamente
giocatore
(ago 2001) (ago 2001) (ago 2001) (ago 2001)
LEA. 3.00 35,20 33,00 6,67
come il giocatore LEA. abbia
Tab. 4.
principalmente su un ulteriore incremento di velocità.
UN'ESPERIENZA PERSONALE
Il test di Fitszimons è riportato solo a titolo di esempio ma è sconsigliabile in quanto prevede prove
ripetute sui 40 metri, situazione abbastanza lontana dalla realtà di gara. Nel calcio la maggior parte
degli sprint ad intensità massimale ha una durata estremamente breve: le più recenti match analysis
hanno evidenziato che nel corso di un incontro di alto livello le distanze medie degli sprint si
aggiravano sui 13-17 metri [1] , [7] per una durata di circa 2 s. Una conferma a questo dato ci viene da
alcuni studi che hanno evidenziato come la prestazione sui 30 metri non era correlata al livello
tecnico dei giocatori, mentre la capacità di accelerare sui 10 metri risultava determinante poter
giocare ad alto livello [5].
Il test di Bangsbo è fortemente influenzato dalla tecnica esecutiva dei cambi di direzione: il dato che
si ricava è sia condizionale sia coordinativo, per cui un ragazzo veloce ma poco padrone della
tecnica degli appoggi ne risulterebbe penalizzato.
Se il tempo a disposizione è sufficiente, io faccio eseguire ai miei giocatori due diversi test:
-un test in linea, solitamente il test di Coverciano, per avere un dato esclusivamente "condizionale"
della potenza anaerobica e della RSA;
-il test di Bangsbo, i cui dati confrontati con quelli del primo test mi danno un'idea anche
"dell'agilità" del giocatore.
Dopo qualche anno di esperienza, ho deciso che è meglio eseguire questi test sulla pista di atletica:
in questo modo si perde qualcosa in termini di specificità (terreno e scarpe diversi da quelli di gara),
ma si guadagna in riproducibilità. Infatti, le condizioni del terreno in dicembre sono sempre molto
diverse da quelle che si trovano in agosto, mentre quelle di una pista di atletica sono più costanti.
I dati che ottengo da questi due test, che ovviamente sono svolti in giorni diversi e immediatamente
dopo il riscaldamento, in condizioni di freschezza, li incrocio con quelli ottenuti dai test specifici
della capacità di accelerazione (di solito sui 5 metri) e di velocità (10 e 20 metri): riesco così ad
ottenere un quadro sufficientemente preciso delle caratteristiche di velocità e resistenza specifica di
ogni giocatore. Analizzando i dati con attenzione, suddivido i ragazzi in gruppetti con
caratteristiche omogenee, in genere tre o quattro, che seguiranno programmi di lavoro leggermente
diversificati fra loro. In un successivo articolo cercherò di fornire qualche indicazione utile sui
mezzi e la programmazione dell'allenamento della RSA. Per il momento mi auguro che quanto
esposto in questo lavoro possa essere un utile spunto di riflessione per tutti i colleghi; naturalmente
sarei ben felice di ricevere consigli e critiche inerenti gli argomenti esposti.
Davide Fantini,
preparatore atletico Rimini FC
BIBLIOGRAFIA
(1) Bangsbo, J. et al.: Activity profile of competition soccer, Can. J. Sport Sci., 16: 110-116,
1991
(2) Bangsbo, J.: La preparazione fisica nel calcio. Un approccio scientifico, Teknosport libri
(eds), Ancona, Italia, 1996
(3) Bishop, D. et al.: The validity of a repeated sprint ability test, J. Sci. Med. Sport, 4(1): 19-
29, 2001
(4) Bishop, D.: La scienza della Repeated Sprint Ability, Teknosport, 24: pp. 3-9, 2002
(5) Cometti, G. et al.: Isokinetic strength and anaerobic power of elite, sub-elite and amateur
French soccer players, Int. J. Sports Med., 22(1): 45-51, 2001
(6) Marella, M. & Risaliti, M.: Il libro dei test. Le prove di valutazione fisica per tutti gli
sport, Ed. Correre, Editoriale Sport Italia, Milano (Italia), pp.49-50, 1999
(7) Marella, M.: comunicazione personale, conferenza regionale AIPAC, aprile 2004