Sei sulla pagina 1di 2

Maria Tortora Amore liquido.

Sulla fragilità dei legami affettivi 20 luglio 2012

“L’estrema fragilità dei legami umani, la sensazione di insicurezza che essa incute e gli opposti
desideri – stringere i legami e mantenerli allentati – che tale sensazione genera è ciò che questo
libro tenterà di rilevare, illustrare e interpretare“. Fin dalla prefazione Bauman mette in luce quali
siano le peculiarità più rilevanti del suo saggio sulla “fragilità dei legami affettivi”, su quell’amore
che, in un mondo “liquido”, da lui messo in luce nel noto “Modus Vivendi. Inferno e utopia del mondo
liquido”, non può che liquefarsi a sua volta.

La modernità e i suoi processi irrefrenabili hanno trasformato in maniera radicale l’esistenza degli
occidentali. Un mondo liquido è quello in cui le abitudini, i comportamenti, le scelte e le stesse
strutture sociali non riescono a raggiungere una solidità tale da consentire loro di mantenere
inalterata e sicura nel tempo la propria forma. Tutto diviene instabile, effimero, incerto e la fragilità
che caratterizza la vita di ognuno contagia, inevitabilmente, anche i legami affettivi e sentimentali.

Ovviamente nel mondo liquido la formula che vuole l’amore come un legame eterno ed inscindibile è
praticamente impossibile da applicare. Gli “standard dell’amore“, in sostanza, si sono abbassati a
tal punto che la parola amore viene utilizzata per includere un po’ di tutto. L’assiduità e la
disinvoltura con le quali si professa e si pratica l’amore (o quello che viene definito tale) hanno fatto
in modo che le esperienze, appassionanti ma anche brevi ed episodiche, vengano consumate come si
consuma tutto il resto. “E così è infatti, in una cultura consumistica come la nostra, che predilige
prodotti pronti per l’uso, soluzioni rapide, soddisfazione immediata, risultati senza troppa fatica,
ricette infallibili, assicurazione contro tutti i rischi e garanzie del tipo «soddisfatto o rimborsato»
quella di imparare l’arte di amare è la promessa (falsa, ingannevole, ma che si spera ardentemente
essere vera) di rendere l’«esperienza dell’amore» simile ad altre merci, che attira e seduce
sbandierando tutte queste qualità e promettendo soddisfazioni immediate e risultati senza sforzi“.

Troppo spesso, nei nostri tempi, si confonde l’amore con il desiderio ossia con l’impulso di
possedere ciò che attrae. Una volta esaurito l’assaggio, il “bene” è dissipato, il “prodotto” è
consumato e ridotto a rifiuto da smaltire. Il desiderio, come si evince, conduce alla distruzione.
L’amore, invece, è altra cosa poiché è, fondamentalmente, la spinta che induce a voler prendersi
cura dell’altro: “amore significa prepotente desiderio di proteggere, nutrire, riparare; e anche di
accarezzare, coccolare e accudire, oppure di difendere gelosamente, isolare, imprigionare. Amore
significa essere al servizio, stare a disposizione, attendere ordini, ma potrebbe anche significare
espropriazione e sequestro di responsabilità“. Questo significa anche che il desiderio esclude
l’amore e non prevede né eternità né investimenti. Il lungo termine, oggi, non è sostenibile. I tempi
si restringono continuamente tanto che anche la coltivazione di un desiderio può essere ritenuta
controproducente. E, proprio come accade nei centri commerciali, le persone sono sempre più
spesso stimolate ed eccitate da voglie immediate ed estemporanee che non producano alcuna
conseguenza. I coinvolgimenti di coppia, quindi, divengono meramente sessuali. Essi seguono
semplicemente una voglia momentanea visto che persino il desiderio può rivelarsi troppo
impegnativo.

E così le relazioni sembrano obbedire pateticamente alla logica dello shopping: consumate sul posto
e per una sola volta così che sia possibile disfarsene subito dopo. Una filosofia che, spiega Bauman
con una buona dose di ironia, viene spesso divulgata dai cosiddetti esperti di questioni sentimentali i
quali, dalle pagine delle loro rubriche sulle riviste più cool, consigliano ai loro lettori dal cuore
infranto di non precludersi alcuna esperienza perché la relazione a venire potrebbe riservare
qualcosa di nuovo ed eccitante di cui non vale la pena privarsi. “Una relazione, ti dirà l’esperto, è un
investimento come tutti gli altri: ci metti tempo, denaro, fatica che avresti potuto riservare ad altri
scopi, cosa che però non hai fatto, nella speranza di compiere la scelta giusta e che tutto ciò che hai
perduto o che non hai guadagnato sarebbe stato recuperato con gli interessi nel corso del tempo“.
Ergo: non vale la pena investire su qualcosa che non è sicuro. E cosa c’è di più fluttuante ed incerto
dell’amore? Per questo si preferiscono quelle che Catherine Jarvie definisce le “relazioni tascabili“,
1/2
Maria Tortora Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi 20 luglio 2012

frequentazioni da tirare fuori solo se e quando servono (“l’incarnazione dell’istantaneità e della


smaltibilità“) alla base delle quali c’è sostanzialmente la convenienza.

Eppure si nota spesso una palese contraddizione: da una parte molti sembrano aspirare, almeno
nelle intenzioni o quanto meno a parole, all’amore solido, alla relazione stabile ma, nella pratica,
sono terrorizzati dall’idea che un legame si solidifichi. Purtroppo gli impegni affettivi vengono
percepiti come minacciosi e lo stare insieme è visto come una potenziale trappola. Un meccanismo
che, nell’era di Internet, viene facilmente aggirato grazie alle relazioni virtuali vissute in un
contesto che consente rapidamente di entrare ed uscire a proprio piacimento e in cui distacco e
disimpegno sono la regola.

Il saggio di Bauman ripropone costantemente molte delle tematiche “liquide” affrontate sovente nei
suoi libri. Il famoso sociologo polacco si produce in numerose riflessioni su quegli aspetti della vita
sentimentale/affettiva che, chi più, chi meno, ha potuto vivere sulla propria pelle. Riconoscere o
riconoscersi nei vari comportamenti evidenziati dallo studioso permette di notare il carattere
“universale” di questa opera che potrebbe indurre chiunque ad interessarsi alla lettura di “Amore
liquido”. La scrittura di Bauman è intessuta di riferimenti filosofici, politici e sociali com’è tipico del
suo stile, un filo logico di coerenti osservazioni che si sviluppano lungo tutto il libro in un’accurata
disamina di come si siano evoluti i rapporti umani nel corso degli ultimi due secoli. Un periodo
durante il quale la modernità ha trasformato, spesso in maniera radicale, il modo di correlarsi gli uni
rispetto agli altri e che, a conti fatti, non ha prodotto altro che un clima di diffidenza, di sfiducia, di
approssimazione e di dubbi.

2/2

Potrebbero piacerti anche