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Etsi igitur haec corporeitas in nihilum cedit, corpore humano corrupto, tamen
impedire non potest quin idem numero resurgat: eo quod corporeitas primo modo
dicta non in nihilum cedit, sed eadem manet.
ITALIANO
Per quanto poi riguarda la corporeità, si noti che essa può indicare due cose
distinte. Primo, la forma sostanziale del corpo, in quanto esso rientra nel genere
di sostanza. E in tal senso la corporeità di qualsiasi corpo non è altro che la
forma sostanziale di esso, in forza della quale ciascun essere rientra nel suo
genere e nella sua specie, ma in quanto gli conferisce di avere le tre dimensioni.
Infatti in un unico e identico essere non ci sono diverse forme sostanziali, di cui
una lo inserirebbe nel genere supremo, ossia in quello delle sostanze; un'altra nel
genere prossimo, p. es., nel genere dei corpi e degli animali; e un'altra ancora
nella specie, p. es., di uomo o di cavallo. Perché se la prima forma ne facesse già
una sostanza, le forme successive si aggiungerebbero a qualcosa di
concretamente attuale e a una natura sussistente: cosicché le forme successive
non costituirebbero un qualcosa di concreto, ma verrebbero a trovarsi in esso
come forme accidentali. Perciò è necessario che la corporeità, in quanto è forma
sostanziale dell‘uomo, non sia altro che l’anima razionale, la quale nella materia
sua propria richiede appunto le tre dimensioni: poiché è atto di un corpo. —
Secondo, la corporeità può indicare la forma occidentale, per cui un corpo rientra
nel genere della quantità, o estensione. E in tal senso la corporeità non è altro
che le tre dimensioni, le quali costituiscono la nozione di corpo. Ebbene,
nonostante che questa corporeità venga annichilata con la corruzione del corpo
umano. Tuttavia ciò non può impedire a quest'ultimo di risorgere numericamente
identico; proprio perché non cade nel nulla, ma rimane identica, la corporeità
secondo la prima accezione.
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