Sei sulla pagina 1di 12

LO SPAZIO SACRO, IL TEMPIO, LA CHIESA (3 aspetti di un’unica cosa)

Universalità del simbolo, sia nel senso che tutti lo possono comprendere, sia
nel senso che dà origine a tutte le forme particolari che si collegano a lui, FIG.
TEMPLI così tutti i templi costruiti secondo i principi tradizionali, anche se
assumono forme diverse a seconda della loro appartenenza ad una tradizione
particolare, attingono ad un unico tempio universale, all’idea originaria e
primordiale del tempio.

LO SPAZIO SACRO – IL SACRO RECINTO – IL TEMPIO

Nell’antichità, prima che fossero eretti dei templi, il culto alla divinità veniva
reso in alcuni luoghi ritenuti speciali: l’altura o montagna sacra, la caverna
segreta, il bosco sacro, presso delle sorgenti, sotto il cielo stellato o al cospetto
del sole. Questo perché la natura è simbolo di realtà superiori. FIG. ESEMPI
Quando poi cominciarono ad essere costruiti i luoghi di culto questi primi
simboli furono mantenuti, nell’elevazione, nelle cupole, nelle colonne, nelle
cripte e nell’illuminazione pur venendo trasformati in architettura sacra e
quindi li ritroveremo.

FIG. TERRA SPAZIO L’idea di fondo è che la creazione nel suo stato
originario è una rivelazione del divino.

Cos’è uno spazio sacro? È il luogo dove prende dimora Dio stesso e dove
l’uomo può rendergli culto e unirsi a Lui. Spazio sacro e Tempio in realtà
sono sinonimi. Nel tempio si celebrano da tempo immemorabile i misteri
dell’unione del divino con l’umano.

Come si crea uno spazio sacro? C’è un modello? Sì, il modello dell’atto
creativo dell’Universo:

FIG: Sfera nera – sfera bianca

Dio circoscrive una zona dell’infinito, la separa dal resto, la “vuota” della sua
presenza e poi vi ritorna riempiendola con le sue divine energie creando
l’Universo primordiale e rivelandosi in esso. L’uomo è al centro di questo
universo primevo ed è il suo sacerdote. Lo spazio sacro e il tempio sono
dunque un cosmo dove tutto è regolato da leggi perfette e dove Dio e l’Uomo
si incontrano e si uniscono.

1
FIG: cerchio vuoto – cerchio con il punto. Parlando per simboli questa realtà
è rappresentata da un cerchio vuoto, che nell’aspetto della creazione
rappresenta questo cerchio separato che deve accogliere la Luce, e dal cerchio
con il punto, simbolo dell’apparire della Luce divina nella creazione. Dal
punto di vista divino il cerchio vuoto è l’immagine dell’Onnipotenza e della
trascendenza di Dio che nessuno può conoscere, mentre il cerchio con il
punto al centro è Dio che si rivela ed è anche l’immagine della prima Luce
increata divina Keter, la Corona di Dio, dalla quale promanano tutte le altre
luci increate e quindi rappresenta la Volontà suprema di Dio, nell’uomo
invece il cerchio vuoto è immagine della sua mente e quando sorge il punto è
il simbolo dello spirito umano risvegliato, fatto a immagine di Dio. Questi
simboli che sembrano così semplici hanno ancora dei significati importanti,
perché il cerchio rappresenta il cielo, il cerchio con il punto il Sole.

FIG. CRISTO CON SEFIROTH Nella Kabbalà, tradizione esoterica di


Israele, è scritto che quando Dio creò il mondo lo fece con le sue divine
energie, le sephiroth, che significa numerazioni: 10 numeri divini che
racchiudono i poteri di Dio, ed è scritto anche che usò, per comporre la
struttura dell’Universo, le lettere dell’alfabeto sacro, lettere dell’alfabeto
ebraico che sono anche numeri, e come sappiamo ai numeri corrispondono
delle figure geometriche. Così è con la geometria che fin dall’antichità sono
stati eretti tutti i Templi. Nella tradizione giudaico-cristiana Dio stesso donò
in seguito le misure del Tempio di Salomone (vedi Bibbia), e dell’Arca
dell’Alleanza, che insieme alle misure della Gerusalemme Celeste sono il
modello del Tempio cristiano. Questo è importante perché nel pensiero
tradizionale la concezione del tempio non è lasciata all’ispirazione personale
dell’architetto, ma è data da Dio stesso, ovvero il tempio terrestre è realizzato
in conformità ad un archetipo celeste.

Ed ecco perché, come dice T. Palamidessi nel Quaderno La via dei simboli e
la trasmutazione spirituale: “Il Tempio con tutto ciò che contiene è un
cosmogramma, è l’universo intero immune da contaminazione, delineato secondo uno
schema tradizionale essenziale…. Il Tempio è una cittadella e il mondo paradisiaco,
secondo la trasposizione magica ed il potere dei simboli, per cui il miste, ponendosi al
centro, si omologa, si identifica con le forze regolatrici dell’universo e ne assorbe la
potenza taumaturgica”. (Commentare)

2
FIG. CRISTO CREATORE Ma andiamo con ordine: imitando l’atto della
Creazione il sacerdote separa uno spazio dal resto del mondo, lo “taglia” per
renderlo il luogo della manifestazione divina attraverso un vero e proprio
rituale di fondazione:

FIG. TAVOLA 1 fissato un centro che può essere rappresentato sia dallo
stesso sacerdote che da un palo detto gnomone fissato al terreno si delimita
intorno un cerchio che è orientato con le fasi solari. Il palo è l’asse del mondo
che collega il cielo e la terra e questo punto diventa quindi il centro del
mondo. Una volta fissati i 4 punti cardinali, otteniamo il quadrato, e poi un
secondo quadrato che è il modulo-misura fondamentale moltiplicando il
quale in varie proporzioni ecco che può svilupparsi la costruzione del
Tempio.

FIG. SOLE Il Sole è sempre stato simbolo della divinità, l’astro che porta la
vita, la luce e il calore agli uomini e alla terra ed è il punto di riferimento per
orientare lo spazio sacro. Questa cosa è più importante di quanto si pensi ed è
vera per tutti i Templi fin dall’antichità più remota. Il sole è simbolo di Dio,
conosciamo il culto solare delle antiche civiltà, in particolare quella egiziana,
Vedete la ruota solare del tempio di Konarak in India, e anche nel
Cristianesimo il sole è figura di Gesù Cristo, che viene chiamato sole di
Giustizia, il Sole che sorge per rischiarare coloro che stanno nelle tenebre e
nell’ombra della morte, Oriente, FIG. S. GALGANO ed è infatti verso
Oriente che gli edifici di culto cristiano sono orientati perché da Oriente
tornerà il Signore alla fine dei tempi per dare inizio al nuovo ciclo della
resurrezione.

FIG. CROCE 1 Come abbiamo visto l’orientamento si fa attraverso la croce,


segno primordiale di ordinamento, di consacrazione e di perfezione: il caos
primordiale originario viene ordinato in un cosmo che segue leggi regolatrici
e dà origine alla vita.

Abbiamo quindi già i punti principali: il sole, la croce, il quadrato e il cerchio.

Nell’ordine cosmico il quadrato simboleggia la terra, così come il cerchio


simbolizza il cielo, infatti il tempio è il luogo in cui cielo e terra si incontrano,
ognuno di essi nella forma perfetta paradisiaca che aveva in origine.

3
La croce, secondo la cui forma viene eretta la Chiesa cristiana, è un simbolo di
grandissimo significato: abbiamo visto che attraverso questo segno la
creazione giunge alla perfezione, la croce ordina sia il tempo che lo spazio,
“Essa rappresenta i quattro elementi che costituiscono il mondo. Con la croce
furono costruiti molti monumenti sacri dell’antichità.

La croce si ricollega al numero 4, il cui simbolismo nella Bibbia e


nell’Apocalisse rappresenta l’Idea di Universalità, è la cifra sacra del Mondo
terrestre, ricorda le 4 Età del Mondo, spesso insieme ai quattro Animali di
Santità che rappresentano gli Evangelisti. Ricordiamo anche i 4 fiumi che
sgorgano dal trono di Dio nell’Apocalisse.

FIG. 4 Esseri Viventi: simboleggiano le 4 colonne della creazione ovvero i


quattro esseri soprannaturali che reggono gli elementi della creazione, hanno
un rapporto con le quattro grandi costellazioni (Leone, Toro, Scorpione o
Aquila e Acquario) e le 4 stelle reali. La tradizione ebraica fa corrispondere
loro le 4 lettere del grande Nome di Dio YHWH. Sono gli esseri che formano
il carro di fuoco divino e sorreggono il suo trono. Gli Evangelisti sono messi
in relazione con i quattro esseri perché hanno portato nel mondo la
rivelazione del Verbo.

Nel Cristianesimo la croce si è arricchita notevolmente, essendo lo strumento


della salvezza per mezzo del quale il Cristo ha sconfitto la morte e rinnovato
il mondo.

FIG. Croce fiorita

Nel simbolismo più antico la croce è paragonata ad un Albero di Vita, la si


rappresenta fiorita, verde, vivente. Rappresenta l’Albero da cui fruttificano i
frutti della vita spirituale, i doni dello Spirito Santo. Questo Albero è
quell’Albero piantato nell’Eden che l’uomo perdette con la caduta e che è
stato riportato a noi dal Salvatore. Albero della Vita, albero della Sapienza
che si identifica con la vita stessa di Dio. Il Cristo sulla Croce abbraccia
l’intero universo e quindi essa diventa simbolo di salvezza, redenzione,
gloria, vita, e naturalmente simbolo del Sacrificio del Redentore.

Nella liturgia della Chiesa Ortodossa per la Festa dell’Esaltazione della santa
Croce si recita:

4
“L’Albero di Vita piantato sul Calvario si è innalzato al centro della terra e
santifica fino alle estremità dell’Universo”

FIG. Aubeterre paleocristiana 1-2-3-4

La croce segna la distruzione della vecchia natura umana e del peccato e la


rinascita come Figli di Dio, così alcuni antichi battisteri hanno la vasca a
forma di croce per simboleggiare che nel battesimo si muore all’uomo
vecchio che si era perduto con il peccato di Adamo e si rinasce nell’Uomo
Nuovo cioè in Cristo.

La Croce inoltre collega la terra al cielo con l’intersecarsi del braccio


orizzontale e di quello verticale, ed il centro della croce rappresenta quel
particolare stato di coscienza che si sperimenta nel cuore umano quando si
comunica spiritualmente con i mondi superiori e con la presenza di Dio,
realizzando pienamente la comunione eucaristica. A questo si allude con
l’espressione crocifissione dell’uomo vecchio perché è contemporaneamente
la nascita dell’Uomo nuovo, lo spirito che si rinnova nella Luce di Cristo.

Il segno di croce è gesto liturgico e insieme simbolo sui monumenti, negli


affreschi, bassorilievi, mosaici, tombe oggetti di ogni specie.

Per i primi Cristiani la croce appare nei riti battesimali, originariamente è


associata al battesimo stesso e spesso lo indica negli autori antichi. Il vescovo
Abercio parla del popolo “che porta il sigillo splendido”: il termine sigillo,
sphragis, indica il segno della croce inscritto sulla fronte, come usava a quel
tempo.

La croce assume così valore di esorcismo, e il segno di croce fa parte sia della
liturgia che precede il battesimo, infatti tracciato sulla fronte del catecumeno
caccia via da lui il demonio che lo dominava, sia, naturalmente, dei riti
dell’Iniziazione Cristiana.

L’unzione con il segno di croce sulla fronte è il momento culminante della


Cresima, che appunto deriva il suo nome dal “crisma” cioè l’olio santo che è
il veicolo ed il simbolo dello Spirito Santo. L’autorità, la potenza e la gloria
che anticamente venivano riservate ai Re, ai Sacerdoti ed ai Profeti vengono
comunicate da Dio a tutti i rinnovati dalle acque battesimali.

5
Il senso più profondo del segnarsi la fronte con la croce affonda le sue radici
nella tradizione biblica e si dilata in una visione escatologica: Ezechiele in una
sua visione vede i membri della comunità messianica segnati sulla fronte con
il segno ebraico del Tau, l’ultima lettera dell’alfabeto che ha un valore di
resurrezione e di Verità eterna. Nell’Apocalisse di S. Giovanni, gli eletti
saranno segnati sulla fronte con il sigillo, che è il Nome del Padre e
dell’Agnello e che sempre si può identificare con il segno del TAU. Infatti,
sebbene la lettera Tau abbia una sua forma, nell’alfabeto in uso corrente al
tempo di Cristo veniva scritta + oppure X, ed indica il nome di Jahveh.

Il battesimo veniva anche indicato come “portare il Nome”. In un’omelia del


II secolo si trova questa espressione: “Ora il Nome del Padre è il Figlio”. Può
quindi considerarsi certo che il segno di croce con il quale erano marcati i
primi cristiani (a volte veniva tatuato sulla fronte o sul braccio) indicava per
essi il Nome del Signore, cioè il Verbo, e significava la consacrazione a Lui.
(Vedi Danielou: Simboli cristiani primitivi).”

FIG. CHIESA DALL’ALTO Quindi entrare in un santuario a forma di croce,


in una croce che non solo si distende a terra, ma che si eleva verso il cielo, in
tutte le dimensioni dello spazio significa veramente entrare nella dimora
dell’Eterno e nella sua perfezione.

LA CHIESA CORPO DI CRISTO FIG. CROCIFISSO + CROCIFISSO


DISTESO

Il senso più profondo della chiesa è quello di essere il corpo di Cristo:


“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere… egli parlava del
tempio del suo corpo”. (Gv. 2, 19-21). L’idea è che come il corpo dell’uomo è
il tempio del suo spirito, così nell’Uomo – Dio e Uomo universale il Corpo è il
tempio di Dio. L’edificio sacro può essere visto sotto un triplice punto di
vista: in quanto Umanità di Cristo, in quanto chiesa dei credenti o corpo
mistico e come anima individuale, perché ognuno di questi tre aspetti è il
tempio. La forma a croce esalta questo significato perché sul piano della
navata si situa il corpo, sull’altare si trova il cuore e nell’abside o coro la testa
del corpo, le braccia si estendono nel transetto.

FIG. STUPA Questa coincidenza del tempio con il corpo sacro dell’Uomo
divino non è solo del Cristianesimo, ad esempio lo stupa tibetano rappresenta

6
la mente del Buddha, e infatti spesso gli vengono dipinti gli occhi o scolpita la
testa sulla sommità della costruzione.

LA PIETRA La pietra fondamentale (angolare), la pietra d’altare, il


simbolismo

Nella costruzione dell’edificio sacro prende un’importanza notevole il


simbolismo della pietra, che nelle Scritture è vastissimo, l’edificazione della
Chiesa è vista quale costruzione vivente nella quale “voi tutti siete pietre
vive”, ed ha come fondamento la celebre frase del vangelo “La pietra che i
costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo (o pietra d’angolo)
dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri” che si
riferisce al Cristo, fondamento e chiave di volta di tutta la costruzione
spirituale.

FIG. ANGELI CON ARCA (oratorio di Germigny des prés 806 d.C.) La
pietra shethiyah: nello Zohar, commento esoterico del Pentateuco di Mosè, è
scritto che “Al momento della creazione del Mondo, Dio gettò una pietra preziosa
del suo Trono glorioso nell’abisso. Un’estremità di questa pietra sprofondò nell’abisso
e l’altra emerse al disopra del caos. Quest’ultima, che formava un punto
nell’immensità, cominciò a estendersi a destra e a sinistra e in tutte le direzioni, e il
mondo fu stabilito al disopra. Questa pietra porta il nome di Schethiyah”. Su questa
pietra Schethiyah, che a volte è identificata con la pietra eretta come altare da
Giacobbe, era poggiata l’Arca dell’Alleanza nel Santo dei Santi del Tempio di
Salomone.

Così, anche nella costruzione delle Chiese medievali le pietre assumono un


valore particolare. Non è un caso che le corporazioni medievali dei costruttori
di cattedrali, les batisseurs, si dessero il nome di Enfants de Salomon,
rivendicando la loro filiazione divina e il loro sacro compito di erigere il
tempio di Dio.

FIG. PIETRA CUBICA La prima pietra, la pietra di fondazione, viene posata


solennemente ed in quel luogo si pone una lapide commemorativa. La prima
pietra di una chiesa è di forma cubica e porta una croce impressa su ciascuna
delle sei facce, essa viene posta all’angolo Nord-Est, poi altre tre negli altri 3
angoli. La pietra fondamentale, che nel Tempio Cristiano prende il posto
della pietra Schethiyah, è quella che si trova al centro della base dell’edificio,

7
e in pratica sotto l’altare che ne è considerato il cuore, mentre la pietra
d’angolo è quella che all’estremità opposta è sullo stesso asse verticale e
costituisce la chiave di volta, in modo che l’asse che collega queste due pietre
diventi simbolicamente l’asse del mondo. Tutte e tre queste pietre si
riferiscono al Cristo che è il fondatore, il fondamento e la chiave di volta della
Redenzione universale e del Tempio divino, ed è anche il modello spirituale
per tutte le altre pietre che compongono la casa di Dio ovvero le anime dei
credenti, che devono diventare delle pietre cubiche perfettamente squadrate
per entrare a far parte della costruzione spirituale.

“Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente
fondata: chi crede non vacillerà” (Is.28,16

Iniziamo adesso un itinerario simbolico che ci porta al cuore del mistero

L’ATRIO FIG. S. AMBROGIO spesso prima di entrare si trova un atrio, o


nartece, che, pur non essendo ancora lo spazio sacro vero e proprio, fa
ugualmente parte del tempio ed è un luogo di conversione e di pentimento.
Per chi deve entrare per la prima volta nel santuario, cioè ricevere il
battesimo, questo luogo è il luogo della preparazione e coincide
liturgicamente con la fase del catecumenato. Per chi invece è già inserito
nell’Ekklesia è il luogo per rinnovare in certo qual modo il battesimo prima di
entrare e per questo nell’atrio si trovano le acquasantiere, spesso a forma di
conchiglia, contenenti l’acqua benedetta.

LA PORTA

“Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al Signore. È


questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti…” (Sal. 117, 19-23)

La Porta: Si trova ad Ovest, punto dove il sole tramonta e muore il giorno,


che indica la condizione profana, e guarda verso Oriente, dove sorge il sole e
dove si manifesta la Luce di Colui che disse: “Io sono la porta. Nessuno viene
al Padre se non per mezzo mio”. Quindi la porta rappresenta un’apertura,
una zona di passaggio, indica la possibilità di accedere in un luogo non
ancora conosciuto; un’apertura che permette di entrare ed uscire da un
mondo ad un altro, dal profano al sacro. Il significato segreto del simbolismo
della porta è espresso dal termine iniziazione che deriva dal latino IN EO,
entrare dentro. L’iniziazione è un rito che effettua e consacra il passaggio dal
8
mondo profano a quello sacro, è il Battesimo. Il battesimo è un bagno di
eternità. Il termine significa immersione, tuffare, discesa nell’acqua. L’acqua
battesimale ha il valore sacramentale del sangue purificatore di Cristo e dà
inizio alla vita nuova, quella del ritorno al Paradiso.

Simboli della Porta: “Quanto terribile è questo luogo! Questa è proprio la casa di
Dio, questa è la porta del cielo”. (Gen. 28, 17)

FIG. LEONI DUOMO PARMA Spesso dei guardiani sono messi ai lati della
porta a ricordare il carattere temibile del passo di oltrepassare questa soglia,
perché in questo passaggio si passa proprio da un mondo all’altro.

Nelle chiese romaniche e gotiche è ricchissima la decorazione delle porte e


soprattutto del portale principale. Da un certo punto di vista la porta
riassume tutto il tempio: è una nicchia a base rettangolare sormontata da un
arco e quindi la parte arrotondata di nuovo rappresenta il cielo mentre il
rettangolo la terra. Un significato però più importante è che la porta
rappresenta il Cristo stesso e quindi è un simbolo mistico e così dal punto di
vista liturgico la porta viene consacrata attraverso un apposito rito, come del
resto tutte le altre parti della chiesa e la chiesa come tale. Le decorazioni dei
portali vogliono introdurre al mondo rinnovato e trasfigurato della
Gerusalemme Celeste, così nel timpano la figura di Cristo è quasi sempre in
maestà o in gloria come Pantocratore e Maestro dell’Universo. È circondato
da una mandorla che rappresenta appunto la sua gloria, seduto sul trono con
una mano alzata e una che porta il Libro della Vita e circondato dai quattro
esseri viventi. Spesso intorno a lui si vedono gli apostoli, o i vegliardi
dell’Apocalisse e i cori angelici, e non di rado si incontra lo Zodiaco che ha
un’importanza sua specifica.

Lo ZODIACO FIG. cattedrale di Autun esprime il movimento del cielo, che


è simbolo e realtà dell’azione del Verbo nel mondo. Il Verbo preso nella sua
divinità troneggia al centro di tutto nella sua eterna realtà e immutabilità, il
Verbo che agisce nella creazione opera attraverso il tempo e lo spazio nel
movimento circolare del cielo espresso dal cerchio dello Zodiaco che rivela il
divino nel tempo e nello spazio. Il cerchio dello Zodiaco è diviso dall’asse dei
solstizi e degli equinozi che determinano il passaggio da una stagione
all’altra. I solstizi hanno fin dal tempo remoto ricevuto il nome di porte
celesti, la porta d’entrata e la porta di uscita dal mondo. Ai solstizi
9
corrispondono i due Giovanni, il Battista precursore a quello d’estate,
l’Evangelista e profeta dell’Apocalisse a quello d’inverno; uno segna la
venuta del Verbo nel mondo, l’altro il suo ritorno alla fine dei tempi. E infatti
nei timpani di quasi tutte le cattedrali è raffigurato il Giudizio Universale.

Nelle cattedrali gotiche oltre ai tre portali situati ad ovest abbiamo anche tre
portali a Nord e 3 portali a Sud, mentre ad Est sono situate le vetrate che
simboleggiano la Luce di Dio. Queste aperture rappresentano le 12 porte
della Gerusalemme Celeste.

FIG. CRIPTA Badia Prataglia Poppi Ar. la cripta dal punto di vista simbolico
dovrebbe essere il primo punto di passaggio nell’itinerario mistico che la
chiesa comporta perché è il punto più profondo, oscuro, che ricorda la
caverna primordiale, che spesso ospita una tomba con le reliquie del santo
patrono o fondatore della Chiesa. Dopo aver ricevuto il battesimo inizia un
combattimento spirituale per il quale la cripta rappresenta una discesa nelle
profondità della terra, (visita interiora terrae) di sé stessi, nel punto più
profondo della propria coscienza dove nel raccoglimento e nella meditazione
profonda si svolge un combattimento contro le tenebre interiori, si arriva alla
radice dell’esistenza, a conoscere sé stessi ed è possibile infine trovare
l’occultum lapidem come viene definita dall’alchimia, la pietra preziosa che
rigenera e vivifica riportando dalla morte alla vita. È interessante notare lo
stretto parallelo con l’itinerario iniziatico che nell’antico Egitto si svolgeva
all’interno della Grande Piramide: il neofita veniva prima condotto lungo uno
stretto corridoio nel punto più basso, nell’oscurità della camera sotterranea
dove doveva avvenire una prima catarsi. (guardare conf.) in questa morte
mistica si muore appunto alla vita tenebrosa e si rinasce per andare alla luce,
e così si può accedere al santuario pronti a ricevere l’illuminazione e poi la
perfezione che deriva dall’unione con Dio.

FINESTRE NAVATA E ALTARE

FIG. VETRATE 1 E 2 Percorrendo la navata ci si trova nel Santo dove si


perviene alla luce, questo simbolismo è stato esaltato al massimo soprattutto
nelle cattedrali gotiche, con l’apertura delle grandi finestre che rappresentano
la rivelazione, l’illuminazione dell’anima. La luce solare filtrata dai sette
colori esprime tutta la gamma della luce e della sapienza divina, e poiché i

10
colori sono dei simboli e delle forze portano ad una trasformazione della
coscienza.

FIG. AQUILEIA IV SEC. La navata si percorre da ovest, il regno delle


tenebre, per andare verso l’Oriente dove si trova il Santo dei Santi, il punto
più elevato del tempio. La navata si chiama così perché all’inizio del
cristianesimo fu adottato anche un simbolismo marittimo e la chiesa venne
vista come una nave lanciata nello spazio verso il Paradiso, nel III secolo S.
Paolino vescovo di Tiro, grande costruttore del Tempio cristiano, afferma che
la chiesa deve avere una forma allungata perché rappresenta una nave.

FIG. S. CLEMENTE – S. APOLLINARE – BATTISTERO DEGLI ARIANI In


molte chiese antiche nell’abside o nella cupola vi sono raffigurazioni celesti o
paradisiache che fanno riferimento al ritorno al Paradiso e all’entrata nella
Gerusalemme celeste, così qui si vedono tutti i piani della natura riportati alla
loro natura originaria, quella della prima creazione, i diversi regni minerale,
vegetale, animale, umano e angelico rappresentano i gradi di un solo tutto
vivente.

FIG. ALTARE 1-2-3 Separato da un cancello e con dei gradini da salire, a


volte sormontato dal baldacchino, (che ripete lo schema del tempio e
dell’universo, il quadrato sormontato da una cupola o piramide, che
rappresenta il quaternario dominato dal ternario divino, lo Spirito triplice di
Dio) il luogo dell’altare si trova nel Santo dei Santi, il luogo inaccessibile, ed è
insieme montagna, cuore, tomba e altare del sacrificio. Il suo nome deriva da
alta res, luogo elevato. Ogni altare deve avere nel mezzo il sepolcreto, cioè
una cavità dove si inseriscono delle reliquie di santi e di un martire, che poi
viene ricoperta. Sull’altare vengono incise 5 croci, 4 agli angoli e una al
centro: “le quattro croci significano che il Cristo ha riscattato le 4 parti del
mondo. La croce che si trova al centro dell’altare significa che il Salvatore
ha compiuto la nostra redenzione al centro del mondo, cioè a Gerusalemme”.
(Durand de Mende). L’altare cristiano è contemporaneamente tomba, altare
del sacrificio, altare dell’incenso e mensa per consumare la santa agape.
Idealmente, per il mistero che vi viene celebrato rappresenta il Cristo, la sua
Persona ed il suo cuore, corrisponde al Monte Golgotha e per la
corrispondenza tra terra e mondo spirituale o cielo inserisce chi partecipa al
rito nella Celeste Gerusalemme.

11
12

Potrebbero piacerti anche