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ICONA della TRINITA’ Occasione in cui è nata l’icona della Trinità

di Andrej Rublev
Circa vent’anni dopo la morte di San Sergio, intorno al
1422, il beato Nikon, igumeno del monastero di Radonez, chiese
Andrej Rublev: la sua epoca e la sua a Rublev di scrivere ,a lode del padre Sergio, un’icona della Santa
formazione Trinità, da porre sulle porte regali dell’iconostasi della nuova
chiesa dedicata alla Trinità Vivificante. San Sergio aveva dedicato
L’icona della Trinità fu “scritta” dal santo monaco russo
tutta la sua vita spirituale alla contemplazione della SS. Trinità; si
Andrej Rublev, nato intorno al 1365 e morto verso il 1430.
era sforzato di riunire tutta la Russia intorno al suo monastero,
Rublev fu testimone di un avvenimento importante per la per riprodurre nel suo ambiente e nella politica del tempo
storia del suo popolo: Mosca guidò la liberazione del popolo russo l’immagine della Trinità, affinchè gli uomini, mediante la
dai Tartari; questa liberazione fu benedetta ed approvata dalla contemplazione di questo mistero, vincessero l’odio lacerante del
Chiesa, dai metropoliti di tutta la Russia, da San Sergio di mondo. Quindi, nella memoria del popolo russo, San Sergio
Radonez e dai suoi discepoli. rimase il particolare patrono, il custode, la guida e l’espressione
Rublev si aggregò alla comunità del monastero di San vivente del mistero trinitario, della Sua Luce e della Sua Unità.
Sergio (1313-1392), situato nel bosco di Radonez. Egli apprese Questo mistero si era riversato nel santo e aveva fatto di lui
dalla comunità l’amore per l’igumeno Sergio, suo padre spirituale, quella pace incarnata, visibile agli occhi di tutti.
per la Santa Trinità, l’amore e la cura per il monastero e la terra L’icona della Trinità di Rublev esprime tutto il messaggio
patria. di San Sergio: in colore e in luce appare a noi la sua preghiera
In questo monastero Andrej cominciò a sviluppare il suo vivente e ,prima ancora, la preghiera del Cristo di Giovanni:
talento naturale, l’inclinazione per la pittura, assieme al monaco “...perchè tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e
Danijl Cernij, suo primo maestro, con il quale Rublev pregava e io in te...” (Gv. 17,21).
contemplava le icone, preparando il suo ministero di iconografo. Rublev riesce a fare sintesi fra la tradizione della Chiesa
Andrej accrebbe il talento donatogli da Dio, con un lavoro ed il dono gratuito ricevuto e messo a servizio del popolo dei
instancabile e con il cammino dell’ascesi spirituale. credenti, per trasmettere l’esperienza della “luce divina”: egli
prima ha contemplato con gli occhi della Chiesa il mistero che
Caratteristiche peculiari di Rublev sono “l’armonia della desiderava “scrivere”.
composizione e del disegno, la purezza e la leggerezza delle tinte,
la musicalità delle figure e la loro interiorità profondamente Per questo l’iconografo non firma le sue opere, perché
religiosa... Nelle opere del beato Andrej la profondità della scompare davanti alla Chiesa-Madre, come le icone si eclissano
rivelazione teologica del tema è rivolta al cuore di chi prega, di davanti alla Presenza (D. Ange).
chi contempla l’icona” (A. Trubacev) Ogni icona non è autonoma, ma “scritta” in funzione della
liturgia e concepita per uno spazio liturgico: è un messaggio di
fede, un “luogo” d’incontro con Dio, attraverso ciò che
rappresenta.
Questo incontro avviene nella preghiera, nella misura in Nel 1551 il Concilio dei Cento Capitoli raccomandava agli
cui l’icona, al di là dell’essere ammirata, suscita in chi la iconografi di dipingere le icone della Trinità basandosi su questo
contempla quell’esperienza dalla quale è nata. modello, che definì “l’icona delle icone”.

Tradizione iconografica trinitaria Struttura geometrica


L’icona della Trinità di Rublev si inserisce nella grande Come ogni icona, anche questa è “scritta” su una
tradizione iconografica trinitaria; al tempo di Rublev la Trinità struttura geometrica precisa, nella quale ogni elemento ha una
veniva rappresentata sulla traccia del racconto biblico di Genesi proporzione stabilita rispetto agli altri e trova il suo posto,
18,1-15, nel quale Abramo ospita i tre angeli pellegrini, apparsi a secondo il suo significato e il suo valore simbolico.
lui e a Sara per comunicare la promessa divina di una Questa struttura dà un equilibrio ed un’armonia a tutta la
discendenza. Le altre icone bizantine e russe presentavano raffigurazione.
questo avvenimento con tutti i personaggi e dettagli
dell’accoglienza e del pasto consumato dagli angeli ospiti. Tutta la composizione dell’icona di Rublev è costruita
sulla croce, che costituisce la struttura geometrica principale; la
I Padri della Chiesa cominciarono a ravvisare negli angeli sua verticale, quale asse centrale, congiunge l’albero, la testa
le tre Persone della SS. Trinità. Così vennero raffigurate già in S. dell’angelo centrale, la coppa ed il rettangolo dei martiri.
Maria Maggiore a Roma (V sec.) e in S. Vitale a Ravenna (VI
sec.). Bisanzio e poi la Russia conservarono questa tradizione. Gli angeli sono racchiusi dentro un cerchio, che indica
pienezza e perfezione e sottolinea la circolarità degli sguardi
Rublev libera la composizione da dettagli superflui e d’Amore delle Tre Persone. La mano dell’angelo centrale è il
concentra l’attenzione di colui che osserva sul profondo tema centro della circonferenza che raccoglie le tre teste.
trinitario dell’icona, dando ad ogni elemento il valore
sacramentale del simbolo. Anche la coppa, con la testa dell’agnello, posta sopra
l’altare, è iscritta in un cerchio, attorno al quale si concentrano
Egli sicuramente aveva studiato i temi biblici riguardanti tutti gli altri, costituendo il centro ed il movente dell’icona.
Abramo e le diverse interpretazioni dei Padri, per arrivare ad una
interpretazione puramente neotestamentaria della SS. Trinità. La testa dell’angelo centrale forma la punta del triangolo,
la cui base si colloca sulla linea inferiore della tavola-altare.
L’obbedienza di Abramo, fedele a Dio fino all’accettazione
del sacrificio del figlio Isacco, diventa l’obbedienza del Figlio Il secondo triangolo è rovesciato: la sua base superiore
Cristo a Dio Padre, fino alla morte. Il Padre deve consegnare alla posa sulle teste degli angeli laterali e contiene nel vertice inferiore
morte il Figlio e il Figlio deve vuotare questo calice. la fessura rettangolare dell’altare, luogo delle reliquie dei martiri.
La coppa del sacrificio di Cristo è offerta sui corpi offerti dei suoi
L’icona della Trinità di Rublev diventa il modello canonico fratelli.
della rappresentazione della Trinità.
Tutta l’icona è iscritta in un ottagono, simbolo
dell’ottavo giorno, il riposo della creazione. Nella concezione
dell’epoca la terra era ottagonale.
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L’altare rettangolare indica i quattro angoli del mondo, i Il Padre
quattro punti cardinali, il numero simbolico dei quattro
evangelisti: è il segno dell’universalità della Parola. L’angelo di sinistra, il Padre, indossa un mantello color
lilla sopra una tunica azzurra, simbolo della Sua divinità. Il lilla è
Lo spazio compreso tra i due angeli laterali assume la un colore sfumato, evanescente, quasi trasparente, segno del
forma di un calice che sale dal basso: il Padre e lo Spirito Santo mistero e della trscendenza.
sono coloro che contengono il Corpo di Cristo ed il Suo Sangue.
Il suo mantello è appoggiato sulle due spalle, a differenza
del Figlio e dello Spirito, perchè Egli non è inviato, ma invia gli
I tre angeli altri due.
I tre angeli, perfettamente uguali e tuttavia differenziati, Questo suo invio è indicato anche dal piede sinistro, che
rappresentano un solo Dio in tre persone, il Padre, il Figlio e lo sembra iniziare un passo di danza, cui risponde lo Spirito inviato
Spirito Santo. nel mondo dopo il Figlio.
E’ proprio della Santa Trinità non tanto diversificare, Tutto converge verso di lui, come verso la sorgente: gli
quanto essere una ed indivisibile, nella sua essenza e nelle sue altri due angeli, la roccia, la casa, l’albero. E’ statico, diritto,
manifestazioni. Conosciamo il Padre attraverso il Figlio: “Chi vede perchè questa persona è origine a se stessa: è il segno della
me vede il Padre” (Gv 14,19). maestà ed il riferimento per gli altri due angeli.
Conosciamo il Figlio attraverso lo Spirito: “Nessuno può Il gesto della mano e lo sguardo sembrano affidare una
dire Gesù Cristo è il Signore, se non per mezzo dello Spirito missione al Figlio, che l’accoglie, curvo, in senso di consenso.
Santo” (1Cor 12,3).
Le Sue mani non toccano la terra-altare, ma la benedice
Gli scettri identici indicano appunto l’uguaglianza del con le due dita alzate della mano destra; Egli non è nel mondo.
potere ,di cui ciascun angelo è dotato. La diversità è data dai
Il capo inclinato indica che Egli raccoglie l’offerta amorosa
colori delle vesti, ma soprattutto dall’atteggiamento personale di
del Figlio.
ciascuno verso gli altri.
Nell’angelo di sinistra è riconosciuta la figura del Padre, Il Figlio
nell’angelo centrale quella del Figlio e nell’angelo a destra la
figura dello Spirito Santo. L’angelo centrale, il Figlio, indossa la tunica ocra del
Anche noi seguiremo questa interpretazione, tenendo colore della terra, simbolo della natura umana assunta
presente che l’icona non è solo una simbologia da decifrare, ma nell’Incarnazione; il mantello azzurro è segno della natura divina
una pagina di Scrittura da contemplare. di cui si è rivestito dopo il tempo della vita terrena ed è
appoggiato solo su una spalla, perchè Egli è inviato dal Padre. La
stola gialla indica la missione vittoriosa del Cristo “sacerdote”, che
ha dato se stesso per la salvezza del mondo ed è risorto.

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Il Figlio è appena salito al cielo attraverso la strada del Lo Spirito sta partecipando profondamente al dialogo
calice e sta comunicando con il Padre riguardo alla missione che divino ed è pronto per essere inviato nel mondo a continuare
ha compiuto. l’opera del Figlio.
Il suo corpo ricurvo e lo sguardo d’Amore rivolto verso il Il mantello appoggiato solo su una spalla ed il piede, che
Padre indicano la accettazione e la docilità alla volontà paterna. sta rispondendo alla danza iniziata dal Padre, sono simbolo del
suo accingersi a partire per la missione affidatagli: “Quando però
La sua mano destra, appoggiata alla terra-altare, è la più
verrà lo Spirito (dice Gesù), Egli vi guiderà alla verità tutta
vicina alla coppa dell’offerta, perchè Egli è quell’offerta
intera... dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose
simboleggiata dalla testa dell’agnello; la mano riproduce il gesto
future” (Gv 16,13).
di benedizione del Padre e l’atto di appoggiarla alla terra-altare
indica la sua discesa nel mondo, attraverso l’Incarnazione; le due Tutto il simbolismo iconografico dell’icona della Trinità ci
dita sono appunto il simbolo della sua duplice natura: Egli è mostra la tesi ecclesiologica fondamentale: la Chiesa è una
pienamente Dio e pienamente uomo. rivelazione del Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo Gli altri elementi


L’angelo di destra, lo Spirito Santo, indossa sopra la Dietro il Padre si vede la casa di Abramo ,divenuta
tunica azzurra, simbolo della sua divinità, un mantello verde tempio, dimora del Padre e simbolo della Chiesa, sua figlia,
acqua: è il colore della vita, della crescita e fertilità. Nel campo perchè “corpo” di Cristo, secondo la teologia paolina.
spirituale il verde è simbolo della forza vivificante dello Spirito, La quercia di Mambre si trasforma nell’albero di morte
che ha resuscitato Cristo ed ha comunicato al mondo la pienezza della tentazione di Adamo, origine della caduta dell’umanità ed
del significato della Resurrezione. anche di vita: il legno della croce, con cui Cristo, l’uomo nuovo,
Egli è colui che dà vita: lo Spirito di Amore e della ha pagato il riscatto.
comunione. La roccia-monte dietro lo Spirito è insieme simbolo di
Questo angelo ha l’espressione più riservata delle tre protezione , di luogo “teofanico”, cioè luogo dove Dio si manifesta
persone. e simbolo dell’ascensione spirituale.
La sua figura è più piegata sulla mensa, in atteggiamento Il vitello offerto nel vassoio da Sara è diventato coppa
di ascolto, umiltà e docilità. Ci rivela un aspetto nuovo dell’Amore, eucaristica.
tipicamente femminile, che è anche necessità di essere accolto,
custodito, per essere fecondato nel segreto dello Spirito. L’oro, simbolo della luce divina
La sua mano cadente sulla terra-altare indica la direzione
Il fondo e le aureole (nimbi) d’oro sono simbolo della luce
della benedizione: il mondo cui lo Spirito dona Vita e crescita,
divina, come il sole è fonte di ogni luce e colore.
facendo germogliare la coppa del sacrificio ed il suo frutto.

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La luce nell’icona non è naturale, ma spirituale; proviene Poichè lo Spirito è l’Amore tra il Padre e il Figlio,
dalla grazia ricevuta, per mezzo dello Spirito, prima vorremmo renderci docili alla sua azione, per vivere la stessa
dall’iconografo, nella contemplazione del mistero da comunione d’Amore voluta dal Padre e attuata dal Figlio, per
rappresentare, poi da chi contempla l’icona con lo stesso mezzo dello Spirito.
atteggiamento di preghiera.

Prospettiva inversa ed atteggiamento di fronte


all’icona
Come in ogni icona orientale, i punti di vista dell’artista e
dello spettatore non coincidono; le linee non convergono verso
l’occhio di chi guarda, ma, secondo la prospettiva inversa, l’icona
si apre a chi la contempla, invitando ad un movimento di
avvicinamento verso il punto di vista dell’autore dell’icona, che è
la Chiesa; è quindi una conversione alla Chiesa.
L’atteggiamento giusto di fronte ad ogni icona è quello
della preghiera e della contemplazione, come davanti ad una
finestra aperta sul trascendente.
L’cona non si può dire mai del tutto compiuta; l’ultimo
tocco spetta a chi la guarda con atteggiamento umile di ascolto
della Parola scritta.
L’icona è dialogica per natura, perchè ci invita ad entrare
in dialogo con il Mistero rappresentato.
Vorremmo perciò accogliere l’invito a sederci a tavola con
i Tre, con essi partecipare alla sacra conversazione, cogliere e
fare nostro lo scambio di Amore e comunione tra le Tre Persone,
apparentemente identiche, ma distinte nella loro missione.
Vorremmo fare nostro il messaggio di questa icona , che
è quello del Cristo di Gv 17,20-21: “Prego... perchè tutti siano
una sola cosa. Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi
in noi una cosa sola, perchè il mondo creda che tu mi hai
mandato”.

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