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Nel 1927 l’isolamento politico e diplomatico sa delle relazioni con la Gran Bretagna furo
dell’Unione Sovietica aveva raggiunto un li no i momenti più salienti di questa nuova fa
vello che non si ricordava dai tempi della se nell’ultimo scorcio degli anni venti; lo
guerra civile. Proprio mentre all’interno del scambio di ambasciatori con gli Stati Uniti e
paese l’opposizione di sinistra veniva defini l’ingresso nella Società delle Nazioni ne rap
tivamente ed ufficialmente sconfitta e il XV presentarono l’apogeo nel biennio 1933-34*.
Congresso del Pcus sottolineava l’urgenza di Nel 1928, malgrado il governo americano,
varare il piano quinquennale di sviluppo eco appoggiato dalla grande stampa, continui a
nomico, la tragica sorte della rivoluzione ci mostrarsi contario a qualsiasi ripensamento
nese ispirata da Mosca e la rottura delle rela in ordine al riconoscimento diplomatico, un
zioni diplomatiche con l’Inghilterra sembra nuovo atteggiamento comincia a prendere
vano aver posto in un vicolo cieco la politica piede negli Stati Uniti nei confronti del
estera del paese dei Soviet. Alla fine dell’an l’Urss, dapprima nel mondo degli intellettua
no, però, apparvero i primi sintomi di una li liberals, poi via via in settori sempre più
inversione di tendenza e una delegazione so ampi e diversificati. Tramite principale e pri
vietica partecipò a Ginevra, sede della Socie vilegiato di questa nuova ‘immagine’ del-
tà delle Nazioni, a una sessione della Com l’Urss — che sarà elemento non secondario
missione per il disarmo, continuata poi nel del positivo esito dei rapporti politico-diplo
marzo dell’anno successivo. matici tra i due paesi — sono i sempre più
La delegazione era guidata dal vicecom numerosi ‘turisti’ che viaggiano nel paese dei
missario agli Affari Esteri, Livtinov, che nel Soviet (tra questi, nel 1927-28, Dewey, Dos
giro di pochi anni, — e dal 1930 al vertice del Passos, Dreiser, Baldwin), viaggiatori occa
Commissariato — sarebbe stato l’artefice sionali spesso con scarse conoscenze prece
dell’ingresso dell’Urss nell’arena della diplo denti ma con profonde motivazioni ideali e
mazia mondiale. La ratifica del Patto Kel- politiche. Ma anche, e forse soprattutto, lo
log-Briand allargato anche all’Urss e la ripre sono alcuni giornalisti, corrispondenti nel-
II materiale per questo lavoro è stato raccolto durante un periodo di ricerca nel 1981 presso la Università della Cali
fornia, a Berkeley, grazie anche al contributo del CNR n. 54426.
1 Non è possibile dar conto della vastissima letteratura sui rapporti diplomatici di Urss e Stati Uniti negli anni venti e
trenta. Basterà ricordare: T.R. Maddux, Years o f Estrangement. American relations with the Soviet Union 1933-
1941, University Press of Florida, 1980; D.G. Bishop, The Roosevelt-Litvinov Agreements. The American View, Sy
racuse UP, New York, 1965; N. Grant, The Russian Section. A Window on the Soviet Union, in “Diplomatic Histo
ry” v. 2, Winter 1978; J.L. Gaddis, The Soviet Union and the United States: A n Interpretative History, New York,
John Wiley & Sons, 1978.
l’Urss per conto di alcune testate, che riusci l’educazione progressiva, un’economia quasi
ranno nel giro di pochi anni e a volte di mesi capitalistica e, soprattutto, dall’ardente idea
a diventare dei veri opinion-makers, ascoltati lismo”4.
consiglieri di politici e finanzieri, conqui I motivi di “attrazione” dell’Urss sarebbe
standosi un ruolo e una importanza rara ro di lì a poco cambiati, e molti degli stessi
mente raggiunti dalla categoria in una forma inauguratori di questo nuovo corso nei con
così netta e precisa2. fronti dell’Urss — Dewey per primo —
Dorothy Thompson, giornalista del “New avrebbero presto mutato alcune opinioni di
York Evening Post” , sintetizzava in questo fondo. Ma, paradossalmente, proprio l’en
modo la nuova ottica, intellettuale e psicolo fasi ‘ideale’ delle testimonianze della fine de
gica, condivisa dalla maggior parte di questi gli anni venti sarebbe sopravvissuta: seppure
più o meno improvvisati ‘amici’ dell’Urss: a cornice di un discorso profondamente di
“Il fatto certamente non meno degno di nota verso che avrà invece nella pianificazione e
riguardo alla Russia è che, indipendentemen nel gigantesco sforzo di modernizzazione
te dal punto di vista che ognuno si porta die l’asse del suo interessamento.
tro in questo paese, una volta che lo si è visi E.M. Newman, uno dei visitatori più atipi
tato e una volta che s’è compreso come quel ci di questo periodo, interessato più che altro
lo che vi sta accadendo non sia un arido espe alle sorti dell’aristocrazia e al contrasto tra
rimento politico ma il doloroso processo di l’architettura millenaria e l’impronta operaia
una nazione nell’atto di rinascere, si è co data alle città dal nuovo regime, scriveva nel
stretti a pensare e a pensare ancora: a rivive 1928 che “talvolta è sembrato che i turisti,
re esperienze e a ravvivare impressioni in un che negli ultimi anni sono arrivati in questo
tentativo di rendere più chiaro a se stessi di paese nascosto, abbiano trovato quasi com
che cosa si tratti”3. pletamente quello che erano venuti a cercare;
Le persone che più incarnavano il mutato come se il risultato delle loro osservazioni di
atteggiamento verso l’Urss appartenevano pendesse dalle loro personali simpatie ed an
per la maggior parte al mondo liberal, a quel tipatie, dalle loro opinioni politiche e forse
filone democratico-progressista che aveva in da una loro precedente conoscenza della
America una lunga tradizione e una varietà Russia e da una certa esperienza negli affari
di sfumature. La crisi del liberalismo, rap internazionali” . Rammentando come un vi
presentava la realtà culturale in cui una nuo sitatore offrisse l’immagine di una Russia
va valutazione dell’Urss poteva costituire un povera e analfabeta mentre un altro rimanes
momento decisivo per ricostruire una più se colpito dal dilagante progresso della cultu
precisa identità politica e sociale. Si trattava ra, e come l’idea di un’utopia egualitaria si
di democratici che “erano ancora devoti de alternasse a quella di una persecuzione impe
mocratici, e che si rivolsero all’Unione So rante, concludeva: “Sono convinto che le più
vietica per trovare non una nuova fede ma recenti osservazioni debbono finire tra i ri
una via d’uscita alla loro vecchia fede. Così fiuti perché non sarebbero di alcun aiuto co
essi furono attratti dalla legislazione sociale, me guida per i futuri visitatori [...]. La Rus-
2 Cfr. soprattutto P.G. Filene, Americans and the Soviet Experiment 1917-1933, Cambridge, 1967 e R.H. Pells, Ra
dicai Visions and American Dreams. Culture and Social Thought in the Depression Years, New York, 1973.
3 D. Thompson, The New Russia, New York, 1928, p. V ili.
4 P.G. Filene, Americans and the Soviet Experiment, cit., p. 154. Cfr. anche F.A. Warren, Liberals and Commu
nism. The ‘Red Decade’ Rivisited, Bloomington, 1966 e R. A. Lawson, The Failure o f Indipendent Liberalism 1930-
1941, New York, 1971.
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 7
sia è stata il risultato naturale di condizioni riodo di pieno stalinismo e il loro atteggia
che sono esistite attraverso tutti i secoli del mento di pacata discussione, di relativismo,
suo sviluppo e della sua espansione. Se un al di curiosità per la differenza e il nuovo, co
tro regime dovesse mai seguire a quello dei stituirà la base di posizioni esplicitamente fa
Soviet non potrebbe mai ritrovare quelle vorevoli proprio su quel terreno economico e
stesse condizioni: la nazione non potrà mai politico su cui essi si erano mostrati più scet
più essere come era prima della Rivoluzio tici e riservati. È soprattutto in questo senso
ne”5. Pur rappresentando probabilmente che i visitatori dell’Urss nel biennio 1927-28
uno degli ultimi esempi dell’atteggiamento segnano una fase nuova, una transizione a
prevalente fra i visitatori americani prima del un atteggiamento diverso. Già nei loro scritti
1927-28, il discorso di Newman condivide in si nota a volte un uso della realtà sovietica
parte quell’atteggiamento pragmatico e dei come contraltare, per lo più polemico, alle
deologizzato che si riscontrava anche nelle condizioni sociali e politiche esistenti negli
posizioni più partecipi ed emotive. Stati Uniti: dall’ammirazione per l’efficienza
I democratici americani, tra le cui fila si sociale al privilegio del bene pubblico anche
annoverano quasi tutti gli americani recatisi a scapito delle forme di libertà, dall’interes
in Urss in questo periodo, “ammiravano la samento per una nuova mentalità, che sem
rivoluzione d’Ottobre soprattutto per le sue bra frutto insieme di libera sperimentazione
conquiste culturali, più che per quelle econo e di indottrinamento pianificato, all’ammi
miche” . E non solo — come suggerisce anco razione per la condizione delle donne, per la
ra P. Filene — perché per la maggior parte protezione del lavoro, per l’umanità del trat
erano educatori, operatori sociali, studiosi di tamento carcerario. Sarà però solo la crisi
scienze sociali6. Il minor interesse alla politi del ’29 ad affrettare e a maturare questo at
ca e all’economia si accompagnava infatti a teggiamento, incentrando soprattutto sui te
una accettazione pressoché totale della im mi economici e della sicurezza collettiva un
magine che di sé offrivano le autorità sovieti confronto ‘parallelo’ tra le due società in cui
che in questi settori. Pur se il sistema nel suo i giudizi sull’Urss saranno una preziosa carti
complesso era sottoposto a giudizio critico e na di tornasole anche per comprendere l’at
visto come contrapposto o per lo meno im teggiamento di molti americani verso il loro
proponibile per il mondo occidentale, l’idea stesso paese.
che si trattasse realmente di uno stato prole In molti dei viaggiatori nell’Urss nel bien
tario e in transizione verso il socialismo non nio 1927-28, a una impostazione fortemente
era messa in discussione come ‘fatto’; era an relativistica si accompagnò l’interesse per
zi la base empirica per le argomentazioni e i una comparazione sia pur sbrigativa tra
giudizi successivi. l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Fu que
L’atteggiamento di questi liberals si fon sto anche il caso dello scrittore Theodor
dava su un’analisi dell’ultimo periodo della Dreiser che dedicò un intero capitolo dei suoi
Nep e delle prime avvisaglie della pianifica ricordi di Russia alla differenza di “tempera
zione, ed era quindi evidentemente influen mento” degli americani e dei sovietici. “Mai
zato da una situazione contraddittoria e nella mia vita — comincia il quarto capitolo
spesso confusa. Eppure i loro giudizi verran — sono stato più impressionato dalle diffe
no in parte ripresi proprio nel successivo pe renze di atteggiamento e di temperamento
che separano le nazioni di quanto lo fui da civiltà russa ha, come risultato, molti obietti
quelle che dividono i russi e gli americani”7. vi in comune con quella americana. Come la
Il temperamento semiasiatico dei russi, la lo nostra, essa è una civiltà basata sull’afferma
ro maggiore socievolezza e propensione alla zione che il lavoro non è un male, ma il più
vita collettiva, così come la loro attrazione grande bene possibile; che un uomo che non
per l’astrazione e la filosofia, aveva partico ha alcun tipo di lavoro è sgradevole, che lo è
larmente colpito Dreiser, abituato alla con il fannullone, nemico della società per quan
cretezza e schiettezza degli americani. Sem to bene educato ed attraente sia e per quanto
brava allo scrittore che solo i leader comuni le sue doti possano essere il tramite di una
sti coltivassero un impegno per i problemi elegante civiltà; e infine che l’aumento della
materiali della vita che era negli Stati Uniti produzione dovrebbe essere l’obiettivo prin
una psicologia individuale corrente. E tutta cipale di una nazione”8.
via Dreiser intravedeva una novità nel nuovo È però soprattutto nel campo dello svilup
atteggiamento dei russi verso le macchine e la po industriale, della creazione di un’econo
tecnologia importata dall’occidente, il segno mia di scala e di una produzione in serie che
di una parziale discesa dal mondo dei sogni Pamericanizzazione sembra essere ‘l’ideale
alla realtà; anche se ipotizzava che questo en socialista’ maggiormente perseguito in Rus
tusiasmo nell’appropriarsi dei più intricati sia. E proprio perché la modernizzazione
dettagli delle nuove meraviglie meccaniche dell’industria è ai suoi inizi, l’adorazione dei
potesse avere il semplice obiettivo di lavorare russi per le macchine sembra addirittura su
meno e meglio per dedicare più tempo al pro perare quella americana, circondata com’è,
prio universo di fantasie e sogni. ancora, da un alone di fascino e di romanti
Nella comparazione tra Stati Uniti e Unio cismo. La coscienza che la depressione eco
ne Sovietica, però, più che la sofisticata di nomica iniziata nel 1929 segnasse una svolta
stinzione di temperamento raccontata da storica nello sviluppo della società americana
Dreiser è l’interpretazione espressa da Doro e che altrettanto fosse vero per l’Urss con
thy Thompson a risultare prevalente. Per la Tesperimento di pianificazione, sarà in se
giornalista americana, la tendenza dominan guito lo sfondo costante di un confronto in
te sembra essere quella di un percorso per sistente suggerito da tutti i personaggi di
molti aspetti simile, in cui il contrasto da sot maggiore o minore spicco che si recheranno
tolineare dovrebbe essere casomai quello di nell’Unione Sovietica.
entrambi — Usa e Urss — nei confronti della È stato scritto che “per un numero cre
vecchia e decadente Europa, legata a una tra scente di scrittori all’inizio degli anni trenta,
dizione aristocratica e feudale, nemica l’esempio sovietico non rappresentò solo
dell’industrialismo, timorosa della meccaniz un’alternativa al capitalismo democratico,
zazione e della produzione in serie, ostile a ma rimpiazzò pure, in modo plausibile, il So
una americanizzazione delle proprie società. gno Americano ormai al tramonto. Il suo fa
In Russia, al contrario, la rottura con il vec scino risiede infatti tanto nei suggerimenti
chio ordine zarista e la volontà di costruire simbolici di un nuovo modello di vita che nel
una società modellata su principi compieta- suo più prosaico programma sociale ed eco
mente diversi avrebbe fatto sì che “la nuova nomico”9. E infatti i successi, prevalente-
10 Sull’atteggiamento verso l’Urss di alcuni dei pianificatori americani e sui progetti americani in Urss si può vedere
M. Flores, The American Attitude towards the First Soviet Five-Year Pian, in “Annali di storia americana” , v. 1, n.
1 (di prossima pubblicazione).
S " S i era trattato del primo gruppo non comunista di sindacalisti americani giunto nell’Urss per una visita non uffi
ciale, ma che era stata molto pubblicizzata. Il viaggio di due mesi attraverso tutta l’Urss era terminato con un incon
tro con Stalin.
12 S. Chase, R. Dunn, R.G. Tugwell (eds.), Soviet Russia in the Second Decade. A Joint Survey by the Technical
S ta ff o f the First American Trade Union Delegation, New York, 1928, p. 29. Il primo piano fu formalmente adotta
li to nell’aprile 1929 quando la XVI conferenza del PCUS adottò la variante cosiddetta ottimale. Il piano prevedeva, a
differenza di quanto detto da Chase, un aumento della produzione industriale complessiva del 180% e dei beni stru
mentali del 230%, con una precisa priorità attribuita all’industria di base.
10 Marcello Flores
ogni buon comunista” e sorretti da una vo lista Eugene Lyons, uno dei veterani dei cor
lontà di sfida senza eguali nel mondo con rispondenti occidentali in Urss, ricordava co
temporaneo tanto che, per poterla ritrovare me Stalin avesse descritto il 1929 come l’an
“occorreva ritornare ai tempi di Cromwell, o no della grande rottura col passato e come
di Maometto, o di San Paolo” . “la sua descrizione sembrasse in retrospetti
Gli economisti, che saranno ancor più in va ancor più vera di quanto apparve a
teressati nei tre o quattro anni successivi, quell’epoca [...]. Quello che accadde negli
non erano tuttavia i soli a interrogarsi sul anni seguenti, infatti, fu tutto tranne che una
nuovo corso che il primo piano quinquenna estensione o intensificazione degli atteggia
le avrebbe impresso all’Unione Sovietica13. menti stabiliti nel 1929” 1S. Che si trattasse di
Un articolo apparso nel giugno 1929 su “Na una ‘svolta’ di notevole portata erano in
tion’s Business” portavoce della Camera di molti a riconoscerlo. Non tutti pensavano
commercio degli Stati Uniti, puntava diritto però che le ‘grandiose’ novità del primo pia
alla sostanza dell’interesse dei suoi lettori ri no avrebbero potuto in seguito essere ancora
cordando come fossero finiti ormai i tempi più approfondite o accentuate. La fecalizza
di Trockij e Zinov’ev sulle prime pagine dei zione dell’interesse per gli aspetti economici
giornali e come “adesso le notizie più impor del piano sembrano a volte presagire muta
tanti dalla Russia riguardano piuttosto menti di più vasta portata, ma la loro astra
l’apertura di un cotonificio, l’arrivo di una zione non interessa più di tanto. Un osserva
delegazione per comprare macchinari ameri tore attento e informato come William H.
cani, la firma di un contratto con una com Chamberlin, segnalava il significato ‘storico’
pagnia statunitense per farsi assistere nella del piano nel senso di una futura indipenden
costruzione di una centrale idroelettrica” . za economica, ma individuava poi come ef
L’articolo sosteneva pure la necessità di fetto immediato il rafforzamento del potere
smetterla di tirare in ballo questioni morali, militare sovietico.
essendo “futile” e “senza tatto” parlarne In genere l’interesse per il piano fu più ap
“mentre vi sono negoziati per l’acquisto di pannaggio degli economisti o degli ingegneri
trattori americani destinati alle aziende agri che non dei letterati e dei filosofi; e se fu un
cole statali sovietiche o quando esperti petro interessamento spesso accompagnato da giu
liferi americani sono consultati sulla possibi dizi positivi, molto raramente si concluse con
lità di costruire una raffineria a Baku” . Il un invito a ripetere l’esperienza russa. La
tempo degli affari, in sostanza, aveva ripreso simpatia per il piano quinquennale compor
il sopravvento e “Nation’s Businness” si tò, al contrario, una posizione di accentuato
schierava a favore di un rigido pragmatismo relativismo: esso poteva funzionare nelle j
nel trattare con l’Unione Sovietica14. specifiche condizioni economiche e politiche ]
In uno dei suoi libri di memorie, il giorna dell’Urss, non certo essere innestato su un
I
13 Cfr. M. Flores, The american Attitude towards the First Soviet five-year Plan, cit. ;
14 Soviet Contradictions, in “Nation’s Business” , giugno 1929, p. 27. (
15 Eugene Lyons, Assignment in Utopia, New York, 1937, p. 201. Lyons collaborò negli anni venti a pubblicazioni £
comuniste americane, scrisse un libro su Sacco e Vanzetti lottando per la loro liberazione e lavorò all’ufficio ameri- c
cano della Tass. Nel 1928 andò in Russia come corrispondente della United Press dove rimase fino al 1934. Egli stes- a
so fa datare la sua ‘disillusione’ sul comuniSmo sovietico al 1931-32, di fronte alla brutalità della collettivizzazione | i
agricola. Tornato in Usa continuò ad occuparsi di cose sovietiche con un atteggiamento sempre più critico verso f
l’Urss e i suoi estimatori americani. t
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 11
terreno così diverso per tradizione e realtà immagine adeguata e aderente alle aspettati
sociale come quello americano16. ve di chi si recava in visita in Urss17.
A spiegare l’atteggiamento statunitense È significativo che la conclusione del pri
nei confronti dell’Urss, del resto tutt’altro mo piano quinquennale, anticipata alla fine
che univoco, concorrevano diversi fattori; i del 1932 dopo solo quattro anni, non abbia
più rilevanti erano certamente le trasforma destato nella stampa americana quell’interes
zioni politico-culturali di una parte consi- samento che aveva invece caratterizzato la
stente degli intellettuali e il confronto tra fase centrale della sua esistenza. Non manca
I
un’economia in ristagno e un’espansione ac rono certo le prese di posizione, anzi quasi
celerata. Ad essi vanno però aggiunti altri tutti i giornali diedero il loro contributo a
motivi che in modo esplicito o sottaciuto so giudicare il successo o il fallimento del pia
no più volte apparsi nelle testimonianze dei no. Si trattò però di valutazioni affrettate e
contemporanei: dalla convinzione che, con sintetiche, prive di quell’ampiezza e di quella
la sconfitta il Trockij, il pericolo rivoluzio curiosità che avevano accompagnato le os
nario si fosse esaurito e che l’Unione Sovieti servazioni precedenti. Vi fu anche, natural
ca non rappresentasse più una minaccia di mente, chi tentò di analizzare con equilibrio
retta o indiretta per gli Stati Uniti, all’orgo il significato e il ruolo del primo periodo
glio per il mito americano esistente nell’Urss, dell’industrializzazione e della pianificazio
I alla soddisfazione per i vantaggi economici e ne. Esemplare fu il caso di Edgar S. Furniss
commerciali, all’identificazione con gli sfor che su “Current History” cercò di allargare
zi sovietici assimilati alla tradizione pionieri una panoramica degli eventi economici an
stica americana. Se per gli umanisti erano i che ai risultati sociali e culturali raggiunti dal
‘nuovi valori’ e la costruzione dell’‘uomo piano.
[
nuovo’ che rappresentavano l’elemento di Furono però soprattutto alcuni dei più no
attrazione capace di mettere la sordina alle ti inviati americani — Fischer, Duranty,
perplessità e alle obiezioni in tema di demo Chamberlin — a offrire i contributi più inte
crazia e diritti civili, per i tecnici, gli ingegne ressanti, riuscendo a mantenere un livello di
ri e gli economisti era la sfida tecnologico-in- informazione aggiornato e continuo e po
dustriale — che puntava a superare in dieci nendo l’accento sui problemi congiunturali e
anni il percorso compiuto da altre nazioni in sulle emergenze episodiche oltre che sui più
quasi un secolo — a costituire un fascino ini stabili e consolidati effetti della pianificazio
ziale spesso successivamente ridimensionato. ne. Introducendo, per di più, un problema
Attrazione e fascino che i sovietici cercavano che l’ansia modernizzatrice e la curiosità in-
in ogni modo di rafforzare dedicando non dustrialistica degli americani aveva spesso la
pochi sforzi alla costruzione di una propria sciato nell’ombra e che si rivelava invece co-
j 16 W.H. Chamberlin, The Soviet Planned Economie Order, Boston, 1931, pp. 28-33. Chamberlin si recò in Urss per
la prima volta nel 1922, accompagnato dalla moglie di origine russa e divenne presto corrispondente per il “Christian
; Science Monitor” . Da una iniziale ammirazione passò, nel 1924, ad una posizione di “disincantamento e neutralità”
(cfr. il suo The Confession o f an Individualist, New York, 1940) pur continuando, fino al 1932, a sottolineare gli
aspetti positivi del regime. Scosso dalla carestia del 1932, che vide come una mossa tattica del regime per imporre la
collettivizzazione delle campagne, nel 1934 abbandonò l’Urss assumendo un atteggiamento sempre più ostile. Cfr.
anche P.G. Filene, American and the Soviet Experiment, cit., 204-206 e 254-255.
| 17 Cfr. S.R. Margulies, The Pilgrimage to Russia. The Soviet Union and the Treatment o f Foreigners 1924-1937,
Madison, 1968, soprattutto le pp. 14-33 e 77-78 e L.S. Feuer, American Travellers to the Soviet Union 1917-1932:
■the Formation o f a Component o f New Deal, in “American Quarterly” , XIV, Summer, 1962, pp. 118-149.
12 Marcello Flores
18 E.S. Fumiss, Setbacks to the Soviet Pian; Soviet Anxieties over Five-Year Plan; Results o f the Five-Year Plan,
Soviet Economic Gains; The Test o f Soviet Economy, in “Current History” febbraio 1932, gennaio 1933, febbraio
1933, agosto 1933, ottobre 1933; L. Fischer, Stalin Faces the Peasant, in “The Nation”, gennaio 1933: W. Duranty, I
Write as I Please, New York, 1935, pp. 245 e 275; W .H. Chamberlin, cit. pp. 16-22 e 44-62 e The Balance Sheet o f
the Five-Year Plane, in “Foreign Affairs” , aprile 1933.
19 Cfr. P.G. Filene, American and the Soviet Experiment, pp. 276 sgg. per i ritratti di Fischer, Lyons, Chamberlin e
Strong. Maurice Hindus, originario della Russia da cui era emigrato prima del 1917, tornò nel 1925 in Unione Sovie
tica, interessato soprattutto all’impatto della rivoluzione nelle campagne. Durante gli anni trenta fu collaboratore
della rivista comunista “New Masses” per cui scrisse numerose corrispondenze dall’Urss.
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 13
C’era, tra coloro che difendevano più o me, non sembreranno però fondarsi su di es
meno apertamente la scelta di Stalin, un en se. E può così capitare, nel leggere le opinio
tusiasmo genuino; di tutt’altra natura, però, ni di uno stesso viaggiatore, di rimanere col
da quello che si era riversato sui programmi piti dalla sua capacità di descrizione e di ana
di industrializzazione. Lì erano infatti la mo lisi e, contemporaneamente, dal grado di
dernizzazione, la tecnologia, la meccanizza prevenzione, pregiudizio, parzialità, auto
zione, il superamento in gran parte volonta censura.
ristico di un’arretratezza secolare, i motivi di Eugene Lyons ricorda come i sessantacin-
simpatia, di elogio, di partecipazione e di so que giorni che intercorsero tra l’inizio della
stegno. Nelle campagne questo elemento era parola d’ordine “liquidazione dei kulak co
sì presente — e il continuo richiamo al tratto me classe” il 27 dicembre 1929 e l’articolo di
re e al suo ruolo risolutivo e quasi magico lo Stalin del 2 marzo 1930, Vertigine del succes
testimoniava — ma inserito in un discorso so, che segnò una pausa e in parte una ritira
che aveva le sue radici nel progetto di realiz ta momentanea nella politica di collettivizza
zazione del socialismo, di un’organizzazione zione forzata, furono determinanti per la sua
sociale in cui l’individuo si annullava e si sa identità politica e professionale: “Il concen
crificava per il bene comune. Se l’industria trato di terrore di quei sessantacinque giorni
lizzazione poteva sembrare a molti un modo segnò un confine nel mio modo di pensare e
di americanizzare la Russia, la collettivizza sentire. Per due anni avevo costruito un
zione era invece la prova della diversità ed complesso impianto di giustificazione nei
anche della praticabilità di un progetto socia confronti del regime sovietico. Adesso, senza
le costruito su presupposti del tutto dissimili. che io lo volessi, quell’impianto cominciava
Per questo, anche, dietro i giudizi dei più a crollarmi attorno. I simboli della fede ave
entusiasti amici dell’Urss, vi è spesso il rico vano perso ai miei occhi vividezza e forza.
noscimento di un percorso drammatico, non Gli slogan e le canzoni socialiste, le coraggio
lineare, difficile e irto di errori e interrogati se promesse rivoluzionarie, le sfilate e gli ap
vi. Così come, all’opposto, molti tra i più se pelli per un mondo migliore, mi sembravano
veri critici della collettivizzazione mantengo adesso segnate dal ridicolo. Fu a questo pun
no spesso un atteggiamento di comprensio to che mi trovai ad affrontare più cosciente
ne, di sospensione del giudizio, di attesa per mente anche il problema con cui mi dovetti
gli sviluppi futuri. Ciò che avviene nelle cam confrontare per molti anni: parlare o non
pagne sovietiche agli inizi degli anni trenta parlare. Ricordavo come fosse ieri il mio per
sembra spingere gli osservatori e i visitatori sonale impegno a non attaccare il regime so
americani ad accettare e giudicare gli avveni vietico, ma non ero più sicuro che una espo
menti su una base principalmente ideologico- sizione della realtà sovietica costituisse un at
politica. Ma, paradossalmente, non sarà tan tacco alla rivoluzione proletaria”20.
to in nome dei principi (socialisti o capitali Il periodo della collettivizzazione non ebbe
sti, liberali o comunisti) che si argomenterà però su tutti l’effetto che ne ricevette Lyons.
pro o contro la collettivizzazione. Bensì sulla Anzi, proprio i giudizi di alcuni tra i maggio
base di fattori che, selezionati ed evidenziati ri giornalisti presenti in Urss a quell’epoca
in modo spesso contrapposto, porteranno a sembrano suggerire che il relativismo da essi
formulare giudizi che, pur spesso coincidenti utilizzato come cornice entro cui comprende
con le opzioni politiche e ideali di chi li espri re gli avvenimenti sovietici sia divenuto mag-
giormente giustificatorio proprio alla prova avrebbero avuto sui contadini effetti più si
con le questioni sollevate dalla nuova linea gnificativi che non i due millenni precedenti,
introdotta da Stalin nelle campagne. paragonava la rivoluzione agraria in corso
Se la necessità storica dello sviluppo eco alla grande rivoluzione industriale del sette
nomico e il fine comunitario ed egualitario cento, e riteneva che “per quanto fosse dolo
del programma comunista apparivano a Fi roso il processo di transizione per quelli della
scher i filtri indispensabili attraverso cui va vecchia generazione che non possono o non
lutare le pur riconosciute brutalità della col vogliono cambiare le loro abitudini di vita,
lettivizzazione, Duranty proiettava in un fu per la Russia era l’alba di un nuovo giorno” .
turo più immediato i vantaggi ottenuti con Maurice Hindus, il più dedito tra tutti i visi
mezzi tanto discutibili, cercando di contrap tatori americani a descrivere i cambiamenti e
porre alla istintiva solidarietà per i kulaki che i problemi che agitavano le campagne, pur
traspariva da tanta stampa occidentale una senza raggiungere le iperboli di Eddy si spin
più logica e asettica fiducia nel progresso e geva più oltre, collegando insieme, come ef
nella sua intrinseca razionalità: “Quando il fetto della collettivizzazione, la modernizza
mondo vide la battaglia russa per la colletti zione dell’agricoltura, il perseguimento an
vizzazione da vicino e mentre si stava svol che nelle campagne degli obiettivi della rivo
gendo, ci fu un generale moto di simpatia per luzione e la capacità di ottenere cibo suffi
i kulaki, questi contadini che lavoravano du ciente per il sempre maggior numero di ope
ramente ed erano strappati dalle loro pro rai urbani immessi nel processo di industria
prietà per andare a lavorare sotto la direzio lizzazione. L’abolizione della piccola pro
ne di funzionari su una terra non loro; ma prietà non era solo vista come requisito indi
questo approccio sentimentale non va al noc spensabile per introdurre nelle campagne
ciolo della questione, che era il tentativo di una moderna meccanizzazione: ma anche co
regolare con equità la vecchia disputa tra gli me strumento per eliminare “una molteplici
interessi della città e della campagna... In al tà di sprechi evidenti legati alla proprietà in
tre parole, che i villaggi preferissero o no al dividuale della terra, sprechi in sementi, la
progresso la loro sporcizia e la loro ignoran voro, energia umana ed animale”22.
za, il progresso si sarebbe imposto lo stesso. Raramente si attribuiva la spinta alla col
Molti di coloro che denunciano le sofferenze lettivizzazione, come arrivava a scrivere
dei contadini russi strappati alle loro case Ward, alla volontà dei contadini di uscire
non hanno visto le case in questione, che so dalla propria miseria o si giudicava lo svilup
no spesso più simili a porcili che ad abitazio po del movimento kolchoziano come una ini
ni umane”21. ziativa spontanea degli stessi, sorretta solo
Che la collettivizzazione fosse uno stru brevemente da una “campagna a vasto rag
mento per far uscire l’agricoltura russa dalla gio iniziata dal vertice che utilizzava tutti i
sua secolare arretratezza era un giudizio mezzi della pubblicità e, in qualche caso, del
scontato per gli osservatori più favorevoli la coercizione”. In genere la ricostruzione
all’Urss. Sherwood Eddy, prevedendo che i delle principali fasi della collettivizzazione
mutamenti degli anni trenta nelle campagne avveniva seguendo le tappe della politica
21 W. Duranty, I Write as I Please, cit., pp. 286-287; cfr. anche L. Fischer, Soviet Journey, New York, 1934, pp. 93
e 172.
22 S. Eddy, The Challenge o f Russia, New York, 1931, p. 60; M. Hindus, The Great Offensive, New York, 1933,
Cfr. anche A. Mankhouse, Moscow 1911-1933, Boston, 1934.
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 15
agraria del partito comunista e delle posizio ventivato, Villard citava numerosi resoconti
ni personali di Stalin. Chamberlin, cui si de di Duranty apparsi sul “New York Times”
ve forse il resoconto più distaccato, ne sinte concordando con lui che si trattava di “un
tizzava gli obiettivi in tre punti: cooperazio vero e proprio terremoto” e “di una battaglia
ne produttiva dei contadini poveri e medi più vitale per l’umanità di quella di Getty
nelle fattorie collettive o kolchozy, sterminio sburg o di Verdun” . Con maggiore lungimi
dei contadini ricchi, i kulaki, e sviluppo in ranza di Duranty, però, Villard ammoniva a
tensivo delle aziende agricole statali, i sov- non dimenticare la sofferenza e i patimenti
chozy■ Di questa politica egli rintracciava i che stavano accompagnando quei risultati e
momenti salienti nella sconfitta della ‘destra’ soprattutto il fatto che, dopo solo dodici an
buckhariniana nel 1928, negli obiettivi asse ni, la rivoluzione toglieva la terra a coloro
gnati all’agricoltura dal piano quinquennale, cui l’aveva data. Egli concludeva, meno pro
nell’andamento delle requisizioni e degli am penso di Eddy a valutare positivamente la
massi cerealicoli dell’autunno 1929; infine contropartita che i contadini avrebbero rice
nel discorso di Stalin della fine dicembre vuto in cambio (radio, scuole, ospedali, tea
1929 in cui si chiamava alla lotta per l’espro tri), osservando che “è impossibile credere
priazione dei kulaki e la loro liquidazione co che il contadino vorrà cambiare di propria
me classe, che approvava e sanzionava una volontà il suo stato di piccolo proprietario in
pratica già messa in atto in alcuni distretti23. quello di impiegato dello Stato” .
Nel 1929 non erano in molti, negli Stati Nemmeno un mese dopo, su “Current Hi
Uniti, a interrogarsi su quello che stava acca story” , Alzada Comstock metteva in rilievo
dendo nelle campagne sovietiche. E del resto il carattere di vera e propria guerra in corso
j anche il piano quinquennale verrà recepito tra il governo e i contadini, riportando noti
solo un anno o due dopo, da una parte più zie di condanne a morte comminate a kulaki
ampia di opinione pubblica, come un evento che si erano ribellati, avevano nascosto il
fondamentale della storia di quel periodo. A grano per venderlo al mercato nero, avevano
quei pochi che cercavano di interpretare gli compiuto assassini ed incendi, partecipando
avvenimenti di Russia in un’ottica rivolta al a organizzazioni controrivoluzionarie dirette
futuro non sfuggiva però l’importanza di al da preti e proprietari terrieri. La lotta per il
cuni dati e di alcune tendenze che si sarebbe grano sintetizzava, per Comstock, tutto il
ro ben presto rivelate in tutto il loro signifi- contraddittorio e antagonistico rapporto tra
cato. Nel novembre 1929, Oswald Garrison i bolscevichi e i contadini che sembrava ades
I
Villard, editorialista di “The Nation”, dedi so, dopo la promessa fatta nel giugno 1928 di
cava poche ma consistenti righe ai contadini, abbandonare ogni misura repressiva, ripren
nel resoconto a più puntate che andava fa dere fiato sotto la forma di un conflitto aper
cendo sul suo viaggio in Russia. Ricordando to e non più tollerabile da entrambe le
come i dati sulle campagne mostrassero un parti24.
aumento del 10 per cento nel raccolto di gra- Il 5 marzo 1930 su “The New Republic” ,
; no rispetto all’anno precedente e uno svilup Vera Micheles Dean tentava di offrire una
po delle fattorie statali maggiore di quello spiegazione della lotta sociale in corso in
previsto dal piano e in metà del tempo pre Unione Sovietica puntualizzando innanzitut-
23 H.F.Ward, In Places o f Profit. Socia! Incentives in the Soviet Union, New York, 1933, p. 205; W.H. Chamberlin,
The Soviet Planned Economie Order, cit., pp. 113-115.
24 “The Nation”, 27 novembre 1929; “Current History” dicembre 1929.
16 Marcello Flores
to la natura e il ruolo dei combattimenti in gna dire senza esagerazione che adesso, den
campo. Da una parte vi era il kulak, il cui tro i confini della Russia, il comuniSmo ha
termine “strettamente parlando è applicabile intrapreso una ultima e decisiva battaglia
solo al contadino che sfrutta altri contadini contro il capitalismo”25.
sia prendendoli a salario sia affittando al po Chi erano dunque questi kulaki, contro
sto loro materiale agricolo”, la cui essenza cui si stavano giocando le sorti del sociali
era di essere un capitalista in embrione e di smo, per gli americani? Hindus ne dà una
averne la psicologia, e che era sospettato “di lunga spiegazione che compendia anche
corrompere le persone più deboli della comu quelle, più sintetiche, di altri osservatori:
nità con lo scopo di ottenerne i favori” e ac “Letteralmente la parola significa mano e si
cusato di unirsi agli elementi antisociali della usa per quelle persone che accaparrano nelle
popolazione, preti ed ex nobili, e verso cui proprie mani dei beni materiali e se li tengo
adesso si riversava “tutto l’odio, la derisione no stretti. Legalmente un kulak è un uomo
e il sospetto che un tempo si era rivolto con che indulge a qualche forma di sfruttamen
tro la borghesia”. Dall’altra vi erano i kol- to... In realtà, comunque, il kulak è un colti
chozy, le fattorie collettive che riunivano in vatore che ha successo, per come il successo è
forma cooperativa le piccole fattorie indivi misurato in Russia... In America il kulak
duali, e a cui lo Stato offriva crediti e aiuto russo medio sarebbe un pover’uomo, ed an
tecnico in cambio di una vendita dei prodotti che in Russia non esiste una classe perma
in eccesso a un prezzo prefissato e i sovcho- nente di kulaki. In genere il kulak non è il
zy, le fattorie statali, meno sviluppate e grasso barbaro fannullone che è tratteggiato
“usate principalmente come stazioni agricole nei film sovietici. Uomo energico e parsimo
WÊÊÊÊÊlÊtÊÊÊÊÊÊÊÊ
sperimentali” . La collettivizzazione, prose nioso, talvolta povero, non ha nulla del
guiva la Dean, era il logico sviluppo del pia l’ozioso proprietario dei tempi passati che
no quinquennale (occorreva più grano per faceva fare ad altri tutto il lavoro. In Russia
sfamare gli operai) e il suo successo dipende è una delle persone che lavorano più dura
va dalla cooperazione che avrebbero mostra mente, e lo stesso vale per sua moglie e i suoi
to i contadini. I kulaki, rappresentando un figli”26.
ostacolo all’unità di operai e contadini, do Se il kulak veniva definito con buona ap
vevano essere liquidati, vale a dire, “nella prossimazione, mancava invece alla gran
terminologia comunista” , esiliati o uccisi. parte degli osservatori americani la possibili
Disciplina di ferro contro i kulaki e stimolo tà di quantificarlo, di valutarne il peso relati
all’entusiamo cooperativistico degli altri vo nella struttura sociale e produttiva delle
contadini avrebbero dovuto essere i due car campagne, di analizzare gli effetti della sua
dini della futura politica agricola sovietica. eliminazione. Questo non vuol dire, tutt’al-
Ma l’atteggiamento dei contadini rimaneva tro, che vi fossero nella stampa dell’epoca
incerto come quello, altrettanto decisivo, dei pochi riferimenti all’andamento della deku-
fattori climatici: “Poche cose sono impossi lakizzazione. Anche i fautori della colletti
bili al governo sovietico: può distruggere o vizzazione, infatti, raccontavano senza trop
trasformare il contadino; può essere fortuna pe reticenze le forme della coercizione gover
to e sfuggire alle intemperie degli elementi. nativa e della resistenza contadina, pur se
Ciononostante, per parafrasare Lenin, biso evidentemente esisteva tutta una gamma di
sfumature nel calcare o meno la mano sulla vamente, dei loro attrezzi e dei loro animali.
drammaticità della battaglia per lo sterminio Anche le cifre riportate non sono sempre le
dei kulaki. Numerose sono le testimonianze e stesse. In genere si lascia la sintesi quantitati
i racconti su questi contadini ‘ricchi’, caccia- va all’immaginazione del lettore e si parla,
! ti dalle loro case, spogliati di ogni avere, con- con uguale convinzione, di migliaia o di mi
dotti a colonizzare nuovi territori incolti, la lioni. Harper cercherà di puntualizzare la
I
sciati senza possibilità di lavoro a vagabon questione sottolineando come ai cinque mi
dare nelle già affollate città, costretti ad ab lioni di kulaki riconosciuti ufficialmente an
bandonare famiglie e figli, spesso costretti ai dassero aggiunti gran parte dei contadini me
lavori forzati, uccisi dalla carestia, dalla po di che ricevevano un trattamento analogo e
lizia, nel quasi sempre vano tentativo di var come in gran parte dei villaggi, le confische
care le frontiere. Da parte di tutti veniva sot riguardassero il 30 per cento delle famiglie.
tolineata la non collaborazione, la protesta Ma anche dove non si danno dati statistici
passiva, lo sterminio delle greggi e delle man l’impressione che si cerca di offrire è quella
drie, l’uccisione degli animali posseduti, pri di un sommovimento a vasto raggio, di un
ma di essere costretti all’esilio interno. C’era terremoto, di una guerra, di qualcosa che ha
invece una divergenza di opinioni tra chi rite insieme le caratteristiche della calamità natu
neva che parte dei kulaki fossero costretti ad rale e del pogrom pianificato. “L’Armata
entrare nei kolchozy, e solo per questo cer rossa — scriveva Eve Garett Grady — piom
cassero di liberarsi, vendendo e uccidendo, bava sui distretti di notte, confiscava le case,
di quello che non potevano portarsi nelle fat la terra, il bestiame, il pollame, gli attrezzi,
torie collettive dove sarebbero stati trattati l’arredamento ed anche il vestiario e gli effet
' alla stregua dei contadini più poveri; e chi in ti personali dei contadini che si ribellavano.
vece raccontava come venisse impedito l’in- Con la crudeltà dei tempi di guerra, uomini,
gresso, anche a chi volesse fame parte, consi donne e bambini, con nulla tranne gli abiti
I
derando il kulak sempre e comunque un ne che avevano indosso, venivano portati via
mico del popolo. La violenza della resistenza dalle loro case e trascinati attraverso la step
aveva raggiunto, secondo alcuni resoconti, la pa. A migliaia furono deportati dal sud fino
! forma aperta della ribellione collettiva, alle nere foreste del nord per lavorare sotto
dell’incendio doloso, dell’assassinio indivi la sferza del negriero a produrre legname da
duale, con l’Armata rossa che a volte si rifiu costruzione per l’estero, migliaia che erano
tava di sparare su quelli che avrebbero potu- nati e cresciuti sotto cieli più dolci ed estivi e
to essere parenti o familiari; per altri vi era che, anche se fossero stati provvisti di un ve
Ì
solo violenza sulla ricchezza che si possede stiario appropriato, cosa che non era, sareb
va, come un’ultima vendetta contro il gover bero stati poco adatti ad un lavoro nelle re
no espropriatore. gioni attorno al circolo Artico” . Pur raccon
tando le stesse cose, ben diversa è l’atmosfe
Diverso è anche il parere sull'atteggiamen
ra descritta da Hindus: “Oppure, con le loro
to degli altri gruppi di contadini: per alcuni,
famiglie, erano stipati dentro vagoni stracol
attorno ai kulaki si raggruppavano i contadi-
mi, talvolta con scarso cibo, ed esiliati in al
I ni medi ed anche una parte di quelli poveri,
cune regioni del nord — a cominciare di nuo
| specie nelle regioni con sensibili minoranze
vo una vita su quelle terre vergini, in una se
nazionali, in una difesa omogenea del mon
gheria o nella costruzione di qualche nuovo
do ‘contadino’ contro l’intrusione dei ‘citta
impianto. La Russia tremava per i pianti e le
dini’ e degli operai; altri davano invece rilie
maledizioni di questa gente sorpresa nella
vo alla gioia dei contadini poveri nel poter
notte. Ma non vi era vendetta nella loro pu-
scacciare i kulaki e appropriarsi così, colletti
18 Marcello Flores
nizione. Si trovavano sulla strada della rivo quello relativo all’eliminazione dell’odiato
luzione e dovevano venir spazzati via a tutti i kulak. Stalin, dopo aver richiamato l’atten
costi”27. zione sull’enorme successo della collettiviz
Scrivendo da Mosca il 2 marzo 1930, Wal zazione che aveva già coinvolto il 50 per cen
ter Duranty inviava al suo giornale, il “New to di tutte le famiglie contadine, metteva in
York Times” , un cablogramma relativo a un guardia dal farne discendere una affrettata
articolo di Stalin, apparso lo stesso giorno su linea di completamento, elencava una serie
tutti i giornali sovietici, in cui giudicava che di ‘errori’ e di ‘eccessi’, e indicava in una
“la sua arte di governo sembra porre Stalin pausa, anzi in una parziale ritirata, la giusta
allo stesso livello di Lenin, e la sua dichiara linea di edificazione socialista nelle campa
zione è incontestabilmente il più importante gne. La collettivizzazione, ricordava Stalin,
discorso fatto in Russia da parecchi anni” . era stata condotta con metodi amministrativi
Se la prima considerazione era frutto dell’at oltre che coercitivi, abbandonando troppo
trazione e del fascino che il dittatore sovieti presto la fase dell’artel (la cooperativa agri
co esercitava sul corrispondente americano, cola di produzione) e arrivando troppo rapi
la seconda rappresentava un acuto giudizio damente alla formazione della vera e propria
su una realtà che i giorni a venire avrebbero comune agricola. Se i kolchozy dovevano es
ampiamente verificato. In effetti l’articolo sere il fulcro delle zone a larga produzione di
Vertigine del successo, ancora adesso costi grano, non così doveva avvenire nelle regioni
tuisce un punto fermo nella valutazione sto dove la lavorazione dei prodotti caseari era
rica non solo della collettivizzazione ma di predominante. Infine, pur se la battaglia
tutta l’opera di Stalin28. contro i kulaki andava proseguita, bisognava
Ricostruendo qualche tempo dopo i con fare attenzione a non coinvolgere contadini
vulsi avvenimenti di quei giorni, Hoover in di altre categorie e si doveva permettere a chi
dividuava nell’articolo di Stalin la risposta a entrava nell’artel di mantenere la propria ca
una situazione di rivolta e di boicottaggio sa, i propri attrezzi, i propri orti, galline,
che rischiava di far svanire i soddisfacenti ri maiali, pecore e perfino una mucca per uso
sultati economici ottenuti dalla prima fase personale. Hoover ricorda che i giornali con
della collettivizzazione forzata. Si era alla vi l’articolo di Stalin andarono a ruba, che
gilia della semina di primavera e la preoccu molti contadini lo lessero con lo stesso atteg
pazione delle autorità sembrava dirottarsi giamento con cui i loro avi avevano accolto
verso un più tradizionale obiettivo — il rac l’editto di emancipazione dello zar Alessan
colto — abbandonando momentaneamente dro II e lo stesso Lyons, non certo tenero
27 E.G. Grady, Seeing Red. Behind the Scenes in Russia Today, New York, 1931, p. 167. Cfr. anche M. Hindus, The
Great Offensive, cit., p. 147; A. Mankhouse, Moscov, 1911-1933, cit., p. 203; W. Durant, The Lesson o f Russia,
London, 1933, pp. 41-43; F. Utley, The Dream we Lost, New York, 1940, pp. 50-58; C.B. Hoover, The Economie
Life o f Soviet Russia, New York, 1931, pp. 98-106; S. Harper, Making Bolsheviks, Chicago, 1931, pp. 91-93 e il nu
mero speciale di “Fortune” del marzo 1931.
28 Sulla collettivizzazione cfr.: M. Lewin, Russian Peasants and Soviet Power, London, 1968; L. Volin, A Century
o f Russian Agriculture; Cambridge, 1970; J.R. Millar, The Soviet Rural community, Urbana, 1971; A. Nove, The
decision to Collectivize, in W. A. Douglas (ed.) Agrarian Policies and Problems in Communist and non-Communist
Countries, Seattle, 1971; H. Hunter, The Over-Ambitious First Soviet Year Plan, in “ Slavic Review” , giugno 1973;
M.G. Ellman, Did the Agricultural Surplus provide the resources fo r the Increase in Investment in the USSR during
the First Five-Year Plan?, in “The Economic Journal” , dicembre 1975, n. 85, pp. 844-864. Un primo approccio più
complessivo al primo piano è quello di M. Lewin, Society and Stalinist State in the Period o f the First Five-Year
Plan, in “Social History” , 1976, n. 2.
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 19
verso quella “bugia trasparente” che era l’ar mezzi di produzione — terra, sementi, mac
ticolo del 2 marzo, doveva riconoscere che chinari e bestie da tiro — creando così un ar
Stalin “fu lodato con esultanza per la sua mi tel”, errore “corretto” dal discorso del 2
sericordiosa perspicacia” e che “i contadini marzo, aveva portato ad una notevole distru
erano troppo contenti per essere logici” . zione del patrimonio zootecnico sovietico e
L’articolo di Stalin venne seguito in breve che solo col ritorno delle capre, oche, muc
tempo da una serie di misure che permetteva che, galline ai loro proprietari, erano riap
no ai contadini di ritirarsi dai kolchozy (an parsi sui mercati urbani latte, burro, formag
che se a chi rimaneva si garantivano una serie gio e pollami. Fischer individuava nelle mi
di vantaggi), di vendere i loro prodotti sul sure intraprese l’ultimo di tanti zig-zag che
mercato, di non essere perseguitati per moti avevano caratterizzato la politica bolscevica,
vi religiosi. “In genere i contadini pensarono riconoscendo che “negli ultimi sei mesi i co
— scriverà Hoover — che la paura di un boi munisti si sono comportati come se l’obietti
cottaggio della semina di primavera e di ri vo della loro vita fosse quello di inasprire il
volte era ciò che li aveva salvati dalla loro in maggior numero possibile di contadini con
tollerabile posizione” . Il processo di colletti tro questa forma collettiva di economia” , at
vizzazione si interruppe drasticamente, ca tribuiva a Stalin una notevole capacità di
lando dal 55 al 25 per cento secondo Cham azione pur se “un migliore statista avrebbe
berlin, dal 63 al 22 per cento per Lyons e an fatto lo stesso qualche mese prima e si sareb
cor più nelle stime di Hoover29. be preso in parte la responsabilità per gli er
Il significato della svolta imposta da Stalin rori commessi dai suoi seguaci su sua istru
fu in gran parte analizzata dagli osservatori zione” ; si proclamava tuttavia ancora con
americani alla luce di elementi successivi; a vinto che “il futuro del socialismo dipende in
questo forse si deve un sostanziale equilibrio Russia dalla collettivizzazione” . Solo la ra
nel valutare cause ed effetti, pur se in genere zionalità dei kolchozy avrebbe infatti per
si mise in evidenza la grande capacità di stati messo l’elettrificazione e la meccanizzazione
sta del leader comunista nell’evitare che lo nell’agricoltura e un incremento della produ
scontento montante nelle campagne coinvol zione agricola capace di svecchiare il villag
gesse la struttura stessa del potere sovietico. gio russo “l’unità economica più arretrata
Ma anche tra coloro che scrissero più a ridos d’Europa”30.
so della pausa imposta alla collettivizzazio Tra le varie forme assunte dall’agricoltura
ne, non mancò chi seppe trarne indicazioni e socializzata, il kolchoz era quello che mag
previsioni per il futuro. Scrivendo il 27 mar giormente attirava l’attenzione dei visitatori
zo un articolo per “The Nation” , Louis Fi americani e in genere quello in cui si identifi
scher sosteneva che “il recente mutamento cava l’essenza stessa della collettivizzazione e
radicale avvenuto nella politica [...] non si il perno attorno a cui ruotava l’opera di de-
gnifica in alcun modo un mutamento dei kulakizzazione. Solo gli osservatori più at
principi” e metteva in luce come “l’errore” tenti cercheranno di mettere in risalto la
di spingere per una immediata collettivizza combinazione delle diverse forme organizza
zione invece che “socializzare solamente i te dell’agricoltura sovietica e di capirne il
[9 W. Duranty, Duranty Reports Duranty, New York, 1934, p. 385; E. Lyons, Assignment in Utopia, cit., p. 290;
C.B. Hoover, The economie Life o f Soviet Russia, cit., pp. 112, W .H. Chamberlin, The Soviet Planned Economie
Order, cit., pp. 118-120.
10 “The Nation”, 30 aprile 1930.
20 Marcello Flores
ruolo e la tendenza. Louis Fischer racconta la seta, la gomma ed altri materiali” . Passan
va su “The Nation” il suo viaggio lungo la do poi ad analizzare il kolchoz, Sims ricorda
‘regione del grano’, individuando nel sov- va, in base a statistiche ufficiali, che tre
choz, l’azienda agricola statale, la forma de quarti dell’area coltivata dipendeva da questi
stinata ad avere successo, “non solo perché il organismi, preponderanti ovunque tranne
governo ne vuole creare parecchie, ma per che in Siberia e negli Urali. Dopo gli aspri
ché il vantaggio che danno sull’agricoltura conflitti sociali del 1930 essi avevano ripreso
individualizzata ed anche sulle fattorie col a crescer di importanza, soprattutto grazie
lettive è così evidente che sicuramente vi sarà alle Stazioni di macchine e trattori che “ser
una richiesta spontanea di nuovi sovchozy”■ vono gruppi di kolchoz, affittano i trattori,
Fischer si riferiva in particolare ad alcune insegnano ai contadini come usarli e organiz
fattorie a monocoltura di grano: in una di zano la loro diffusione nei villaggi”32.
quelle visitate “il direttore usa un aeroplano Se dunque nel sovchoz si identificava
per andare da un luogo all’altro dell’azien l’aspetto di meccanizzazione e modernizza- ;
da” , trattandosi di un’area di 220 mila ettari zione dell’agricoltura, nel kolchoz si riassu
di cui 113 mila coltivati ed in cui si utilizzava meva il significato della collettivizzazione in
no 3.500 operai, 220 trattori, 230 trebbiatrici tesa come fase transitoria di organizzazione
e 450 seminatrici meccaniche. Fischer sottoli comunitaria il cui requisito era principal
neava come questa azienda agricola fosse mente l’eliminazione dei kulaki. È compren
sette volte più ampia della più grande fatto sibile quindi che gli osservatori americani, di
ria americana, quella di John Campbell nel fronte a un panorama ben più complesso e
Montana, e ricordava come proprio Camp frastagliato di quello esistente nell’industria, !
bel avesse svolto mansioni di consulente agri e in presenza di precise e drastiche scelte go
MÊÈÊÊÊÊ
colo presso il governo sovietico31. vernative che sollevavano parziali consensi,
In uno studio miscellaneo dal titolo La passiva accettazione o attiva resistenza da
nuova Russia tra il primo e il secondo Piano parte delle forze sociali interessate, sceglies
quinquennale, apparso nel 1933, il sociologo sero per lo più un solo aspetto delle campa
Newell Sims descriveva le diverse forme gne da usare come fonte documentaria per i
di organizzazione agricola attribuendo an loro lettori. Già nella preferenza a individua- I
ch’egli al sovchoz il ruolo principale, soprat re il sovchoz o il kolchoz come cardine per il- »
tutto “in quanto migliori organismi per lustrare la situazione agraria sovietica, si può
l’agricoltura su vasta scala e come terreno di cogliere in parte l’atteggiamento e il grado di
prova per nuove tecniche, metodi, esperi simpatia o di ripulsa del visitatore americano
menti” . Sviluppate soprattutto sui vasti terri per l’esperienza collettivizzatrice. Nel giudi
tori incolti delle regioni periferiche, i sovcho zio che poi si dava su questi organismi, si ;
zy “sono imprese altamente specializzate. estrinsecava ancor meglio la critica, la giusti- |
C’è tutta una rete di sovchoz per ogni diverso ficazione, o l’esaltazione. Un esempio è il j
prodotto, il grano, le barbabietole da zuc modo con cui si guardò alle Smt (Stazioni di
chero, la frutta, il tè, il tabacco, le pecore, le macchine e trattori), gestite dallo Stato e im- I
mucche, la verdura e tutta una serie di rac pegnate per servire i kolchozy. Anne Louise
colti per l’industria tra cui il cotone, il lino, Strong descriveva il fenomeno — in una cor
rispondenza da Odessa — con toni entusia pubblica sovietica dell’Ucraina, gli chiedeva
stici, sottolineandone la razionalità, la mo spiegazioni su voci sempre più frequenti
dernità, l’incremento di produttività, la ca ascoltate alla fabbrica di trattori di Kharkov
pacità di collegare in una crescita economica dove lavorava: “Compagno Petrovsky — gli
e culturale villaggi sparsi e arretrati inseren dissi — le notizie che ci giungono parlano di
doli organicamente in un piano il cui fine era milioni di contadini che muoiono dappertut
sia il socialismo che il progresso. Lyons evi to. Ognuno vede attorno a sé povertà e mor
denziava invece i limiti di una formale auto- te. Dicono che cinque milioni di persone so
gestione — quella kolchoziana — ferreamen no già morte quest’anno e ce lo rinfacciano
te sottomessa alle scelte e ai ricatti di un po (a noi comunisti) come sfida e insulto. Cosa
tere centralizzato, mentre Chamberlin si li dobbiamo dirgli?” .
mitava a notare la prevedibile scomparsa del “Non dire loro nulla — rispose il presiden
le proprietà private in una situazione in cui te Petrovsky — ciò che dicono è vero. Sap
credito e macchine venivano concesse solo piamo che milioni di persone muoiono. Que
alle aziende socializzate. Diversa era anche la sta è una sfortuna, ma il glorioso futuro
valutazione di altri aspetti della vita nelle fat dell’Unione Sovietica lo avrà giustificato.
torie collettive: chi difendeva il cottimo o il Non dir loro nulla” . Che la disastrosa situa
salario misto (in denaro e in natura), chi ve zione alimentare del 1932-33 non dovesse es
deva nell’obbligo a comprare i prodotti ali sere divulgata e che gli effetti tragici di quella
mentari dal kolchoz medesimo una forma di tremenda carestia dovessero essere tenuti na
razionamento e di ulteriore sfruttamento; chi scosti a vantaggio forse degli storici futuri,
attribuiva all’organizzazione collettiva una non erano solo le autorità sovietiche a pen
maggiore efficienza e chi sottolineava la sarlo. Eugene Lyons racconterà che tra i
mancanza di una gestione manageriale e giornalisti stranieri era ricordata come “il
l’adesione solo per paura dei contadini medi classico esempio di understatement giornali
e poveri; chi infine delineava una vita sociale stico” una notizia del 30 marzo 1933 che la
e culturale ricca e in espansione di contro ad redazione di Mosca aveva fatto pubblicare
altri che ritenevano lo standard di vita conta sul “New York Times” e in cui si affermava
dino sostanzialmente simile al passato ma candidamente che “in realtà non c’è fame o
senza più l’illusione e la speranza di possede morte per inedia, ma piuttosto una dilagante
re il proprio pezzo di terra. Alcuni dei fattori mortalità per malattie dovute alla malnutri
che caratterizzarono la collettivizzazione — zione” .
la grande mobilità e l’enorme flusso di mi In effetti, pur se “Literary Digest” già dal
grazioni interne — venivano a volte appena marzo del 1932 insisteva nel descrivere la si
citati, e altri — come i nuovi rapporti di mer tuazione alimentare, e cerealicola in partico
cato soprattutto tra città e campagna — ve lare, come drammatica, parlando generica
nivano volutamente ignorati per la difficoltà mente di quaranta milioni di contadini affa
di comprenderne i meccanismi e di offrirne mati, i più accreditati corrispondenti ameri
una descrizione attendibile33. cani non sembravano dar segno di accorgersi
Fred Beai ricorda nelle sue memorie che, del destino tragico cui erano abbandonati i
parlando nel 1933 con il presidente della Re sovietici, stretti nella morsa di una serie di
33 Cfr. M. Hindus, Red Bread, cit., pp. 49-51, 174-178, 210-227; M. Hindus, The Great Offensive, cit., pp. 128-131;
S. Harper, Making Bolsheviks, pp. 92-105; E. Lyons, Assignment in Utopia, cit., pp. 322-327; C.B. Hoover, The
economie Life o f Soviet Russia, cit., pp. 89-92; S. Eddy, cit., pp. 44-45; E.T. Colton, The X Y Z o f Communism,
New York, 1935, pp. 190-201.
22 Marcello Flores
raccolti fallimentari e nella ripresa massiccia fensori del sistema familiare — una battaglia r
della collettivizzazione forzata. Walter Du- tra gli innovatori socialisti e i conservatori z
ranty, ad esempio, dedicava ampio spazio al individualisti, tra il giovane e il vecchio”34. f
la crisi dell’agricoltura, alla scarsità e malnu La coincidenza tra la carestia, le difficoltà r
trizione del bestiame, riconosceva che “la dell’agricoltura socializzata e il trapasso tra c
maggioranza dei contadini non ha più carne, il primo e il secondo piano quinquennale, c
zucchero, formaggio, burro, latte, uova e tè, non permise che negli Stati Uniti si dedicasse r
salvo a rari intervalli ed in piccole quantità”, largo spazio a una analisi approfondita delle e
ma si domandava poi, con un eufemismo ap prime e decisive tappe della collettivizzazio f
parentemente sincero, quali fossero “le ra ne. Non fu però solo la contraddittorietà del t
gioni per la mancanza di cibo che minaccia il le informazioni e il sovrapporsi di differenti c
programma sovietico alla fine del primo pe problemi a impedire che si riuscisse a darne C
riodo dell’economia pianificata, che per il re un consuntivo più completo. Nel 1933 la cu I
sto è apparentemente riuscito” . La mancan riosità del mondo americano per l’Urss era c
za di cibo — perché di carestia il “New York diminuita e, contemporaneamente, l’atten 1
Times” parlerà solo nell’agosto 1933 — era zione si andava appuntando sempre più ver t
vista da Duranty come l’effetto della resi so i risvolti politico-diplomatici che alla fine É
stenza contadina alla collettivizzazione o, co dell’anno avrebbero condotto al riconosci c
me tentò di precisare, “più precisamente co mento formale tra i due paesi. Vi furono, co s
me il risultato delle misure prese per vincerne munque, dei tentativi, immediati o di poco c
e maggiormente stretto la cinta nel passato. Louis Fischer, di cui già si è ricordata t
Al giornalista americano appariva “sorpren l’esaltazione del sistema sovchoziano, cerca I
dente” che, di fronte a una realtà di cui le va di tracciare, in due articoli apparsi su I
stesse autorità sovietiche non minimizzavano “The Nation” nel gennaio e febbraio del ]
la gravità, i dirigenti comunisti potessero 1933, una sintesi che non rimanesse confina I
(
parlare di pieno successo nella conversione ta ai gravi immediati problemi emersi nell’in
“fisica” dell’agricoltura alle sue forme socia verno 1932-33. La base di ogni discorso, per c
lizzate, mentre la conversione “morale” sa Fischer, doveva essere il riconoscimento che i
‘
rebbe stata inadeguata per lacune e debolez vantaggi ottenuti dal proletario negli ultimi
ze mostrate dalla direzione del partito in al dieci anni erano avvenuti a spese dei contadi 1
cuni settori. La sorpresa non gli impediva ni, benché “questo processo di far pagare al 1
tuttavia di affermare che “questo, nell’opi contadino le spese è andato così avanti che
nione di chi scrive, è fondamentalmente giu ha ormai raggiunto il punto da cui inizia la
sto. Per tutto il paese vi è una grande batta fase inversa” .
glia morale tra gli entusiasti della nuova via,
che è dura e difficile perché nuova e non ap
Non si poteva però nascondere che il siste
ma kolchoziano, specialmente nel suo aspet
;
pianata dal tempo e dall’esperienza, e i di to commerciale più che in quello produttivo, 1
1
34 F. Beal, Proletarian Journey, New York, 1937, p. 310; E. Lyons, The Red Decade, New York, 1941, p. 127; W.
Duranty, Duranty Reports Duranty, cit., pp. 277-285.
La collettivizzazione delle terre in Unione Sovietica 23
non funzionava bene, e che gli stessi sovcho- Uno dei pochi esempi di complessiva ri
zy si erano trovati costretti a vendere i loro considerazione della collettivizzazione fu
prodotti al mercato aperto a prezzi inflazio quello di un lungo articolo di Chamberlin
nati. Le difficoltà dell’agricoltura erano dall’eloquente titolo La prova del fuoco dei
quindi da imputarsi più alla complessa mac contadini russi. In un libro sulla pianificazio
china amministrativa sovietica e ai complessi ne apparso qualche anno prima, Chamberlin
meccanismi di scambio tra città e campagne aveva considerato la collettivizzazione, già in
e tra i diversi settori economici che non in un pieno svolgimento, come “una pietra miliare
fallimento dell’ipotesi di incremento produt nella storia dello sviluppo economico sovieti
tivo attraverso la collettivizzazione. Rispetto co” perché avrebbe raggiunto tre importan
a quest’ultima, infine, si era verificato un ec tissimi risultati: interrotto la stagnazione e la
cesso di autoritarismo e di arbitrarietà a sca sottoproduzione dell’agricoltura sovietica,
pito di una autorganizzazione democratica specie quella granaria; coinvolto il settore
dei lavoratori: “Ciò di cui l’Unione Sovietica più recalcitrante entro l’orbita della pianifi
ha bisogno per fare delle vere riforme è l’in cazione; combinato insieme “due importanti
teresse, l’iniziativa e la responsabilità dei sin mutamenti nel sistema agrario sovietico, la
goli e della base piuttosto che la dittatura sua meccanizzazione e la sua socializzazio
dall’alto — più democrazia economica” . Nel ne” . Meno affascinato dalle generiche affer
secondo articolo Fischer elencava le traversie mazioni di principio e dall’astratta identifi
di migliaia di contadini, costretti a lasciare i cazione di obiettivi ‘storici’, Chamberlin in
propri villaggi, l’introduzione dei passaporti dividuava più tardi, nei quattro anni trascor
per l’interno, la restrizione nei consumi, riaf si dalla decisione di porre fine all’agricoltura
fermando con ancora più nettezza che “la privata, una “rivoluzione agraria dall’alto”
funzione che la storia ha assegnato ai bolsce- che aveva trasformato lo stesso aspetto este
vichi è l’industrializzazione della Russia. Più riore delle campagne russe, riscontrabile, se
che trovare nuova terra da coltivare per le non altro, nell’enorme aumento dei trattori
masse dei contadini, l’Urss punta a creare in circolazione e nell’altrettanto incredibile
nuovi posti di lavoro per loro nelle città” . diminuzione di cavalli, maiali, pecore. Si era
Egli insisteva di nuovo sull’eccesso di misure trattato, proseguiva Chamberlin, di un pe
repressive, pur mostrandosi fiducioso che la riodo caratterizzato da fame, sofferenze,
“bilancia ineguale” tra contadini e operai tensioni, meno tragiche solo dei drammatici
avrebbe potuto assumere connotati meno anni della guerra civile. Ciò che era stato ri
conflittuali, e concludeva affermando che voluzionato, ancor più del paesaggio agra
“l’aspetto più importante del passaggio dal rio, era la sfera dei rapporti umani; la liqui
primo al secondo piano quinquennale è la re dazione dri kulaki e la massiccia introduzio
lativa facilità con cui è stato accettato. Tutte ne a livelli direttivi di burocrati e operai pro
le carte sono in una sola mano. Quella che venienti dalle città era stata accompagnata
può essere descritta in modo abbastanza vero da un capovolgimento della scala sociale: “in
come la presente crisi dell’Urss è molto di un senso molto letterale, i primi sono spesso
versa dalla crisi nei paesi capitalisti, perché i divenuti gli ultimi e gli ultimi i primi” .
leader bolscevichi ne conoscono le cause, ne Chamberlin ricordava come il livello più bas
hanno pianificato la cura, e la stanno già ap so raggiunto dall’agricoltura collettivizzata
plicando”35. nel 1932-33, e non solo per colpa del tempo
36 W.H. Chamberlin, cit., pp. 142-143. Cfr. anche C.B. Hoover, The Economie Life o f Soviet Russia, cit., pp. 115-
120; E. Friedman, Russia in Transition, New York, 1932, pp. 152-163.
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