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secolo nella Russia zarista e sarebbero stati creati col chiaro intento di fomentare e diffondere non si
sa bene Per quale motivo l'odio verso gli ebrei all'interno dell'impero zarrista attribuendo una
cospirazione ebraica massonica con l'obiettivo di impadronirsi del mondo intero.
Secondo narrativa ufficiale, la natura di falso sarebbe stata appurata fin da subito.
Tra le fonti citate da Wikipedia apprendiamo l'esistenza di un libro già pubblicato nel negli anni 90
a cura di Cesare de Michelis professore emerito dell'università Tor Vergata di Roma.
Il professore studioso italiano di letteratura russa ha pubblicato questo lavoro che secondo la critica
sistemica e universitaria offre un nuovo sguardo sulla storia della composizione di quello che può
essere considerato senza dubbio il testo centrale dell'antisemitismo moderno il lavoro si compone in
due parti La prima è riferita all'indagine sulla storia della falsificazione mentre la seconda Fornisce
la versione originale dei protocolli in lingua russa ricostruita da De Michelis a partire dalle note del
testo dalle edizioni già note richiamate nel testo il professore di Tor Vergata analizza
meticolosamente e lucidamente questa edizione lo fa in un contesto più ampio relativamente a
quello meramente culturale e politico russo ebraico ed rompe o di quel periodo del dei primi anni
del XX secolo l'ultimo capitolo del lavoro è interamente dedicato al legame tra i rappresentanti dei
gruppi antisemiti russi e di vari ambienti sociali e intellettuali italiani dell'epoca fascista de Michelis
Mette in discussione una serie di nozioni accettate sui protocolli in particolare la data e luogo della
loro composizione le fonti incorporate nel testo presentando il protocolli come un'invenzione
puramente russa che riflette l'ideologia del Movimento antisemita gusto dell'epoca di fine secolo. La
narrativa ufficiale sostiene che i protocolli siano stati composti quindi la falsificazione dei protocolli
sia stata redatta tra il 1894 e il 1899 in Francia dalla polizia segreta dello zar lokrana ma De
Michelis basandosi su recenti studi russi dei protocolli sergej dudakov ne Colloca la composizione
intorno al 1902 o 1903 nella Russia zarista e tale composizione sarebbe stato operata dai membri
delle principali partiti politici e antisemiti bruscoe so brani e su yooz-voco secondo le conclusioni
del professore emerito teresa sarebbero le fonti da cui si è attinto al fine di redigere la falsificazione
dei protocolli la prima fonte è Jude Start di Theodore Hertz il classico documento sionista la
seconda Fonte sarebbe il discorso del rabbino redatto tra il 1868 e il 1876 parte di un'opera di
carattere culturale e politico chiamata Garrix di godsk ed il famoso nonché il famoso dialogo di
Maurice Jolie nel 1864 che altro non era se no non una critica mascherata Napoleone III. Altre fonti
sarebbero il grande inquisitore di Dostoevskij tratto dai fratelli Karamazov del 1879 e diversi
articoli Tolstoj relativi all'educazione. Nuovarredo secondo De Michelis in questo modo I
compilatori dei protocolli sarebbero stati in grado non solo di smascherare tra virgolette i piani e i
meccanismi ebraici ma anche di attaccare i loro avversari Rossi socialisti e tolstoiani in particolare.
Aumentazione centrale di questo lavoro e l'analisi del rapporto tra i protocolli e il nascente
movimento sionista de Michelis sostiene che i protocolli furono la risposta diretta agli sforzi della
leadership sionista di stabilire una Patria nazionale per gli ebrei in Palestina. In tale visione i piani
per il dominio del mondo attribuiti paesaggi rispecchiano il modo attraverso il quale il sionismo
veniva percepito nei circoli antisemiti flussi di inizio Novecento dove i protocolli furono
opportunamente realizzati inoltre De Michelis si sofferma sul 1903 anno della visita di Hertz in
Russia al fine di ottenere il sostegno del governo zarista sulla creazione di colonie ebraiche in
Palestina. Nella sua opera De Michelis riesce a stabilire un legame tra antisemitismo e antisionismo
con un argomentazione insufficiente dovuta alla complessità del pensiero sionista. Secondo lo
studioso di Tor Vergata nic viene visto come centrale nella cultura russa antisemita dell'epoca
poiché la nozione di superuomo spesso male interpretata dagli estremisti russi veniva trasposta nelle
loro menti sugli ebrei che ne protocolli vengono presentati come super uomini che vogliono
dominare il gregge. Ancora di più De Michelis sostiene che le idee di Nietzsche esercitavano un
fascino particolare sui principali pensatori sionisti russi dell'epoca i quali proponevano una sorta di
Nietzsche onismo sionista in cui il popolo d'Israele Era visto come si vedeva come si presentava
come il superuomo collettivo. Nonostante ciò De Michelis non chiarisce se questo sia il modo in cui
gli antisemiti consideravano il legame tra sionismo e filosofia di Nietzsche oppure sei pensatori
sonisti sostenessero negativamente questa nazione di superuomo collettivo ad Onore del vero
occorre ricordare che Adam sostenitore del sionismo spirituale e forte oppositore di Theodore Hertz
che era il capo del movimento sionista politico non aderì mai mai a nessun movimento sionista di
Nietzsche criticando aspramente chi voleva applicare la nozione di superuomo all'idea biblica
tuttavia neppure berceschi il cui pensiero Era evidentemente influenzato da Nietzsche sosteneva la
nozione di ebreo come superuomo collettivo al contrario invitava gli Ebrei a spogliarsi di tutte le
responsabilità collettive coltivavano invece un individualismo Radicale queste le considerazioni che
portano a credere che De Michelis mentre conosce perfettamente la cultura antisemita rossa
dimostra eccessiva Lagune circa la conoscenza dei dibatti di culturali sionisti nel periodo riferito
alla stesura presunta dei protocolli. A maggior ragione se consideriamo che questo libro Il
manoscritto inesistente è un'opera di indagine storica scritta da uno studioso di letteratura non uno
storico né tantomeno un geopolitico ammette lo stesso De Michelis che le sue scoperte che per
pubblicare le sue scoperte le sue scoperte non sono state riferite sulla cornice letteraria ma quanto
sul semplice testo dei protocolli questo perché a suo dire si è voluto considerare l'unico elemento
che non si può mentire che non può mentire il testo stesso la sua natura linguistica e le modalità
della tradizione.
La questione dell'origine del PSM non può essere studiata separatamente dalla definizione del testo
e dalle sue interpretazioni. Altrimenti, come già successo, ci si imbatte nell'impossibilità di
procedere oltre problemi irrisolvibili, l'idea impone che, tutto considerato, la storia dell'uso delle
parole È più importante delle parole stesse, e ciò ha portato all'accettazione passiva, o almeno in
parte, della Trappola della mistificazione, questo ha portato me ad approfondire la ricerca che io
adesso pongo davanti All'attenzione, e naturalmente al giudizio, del lettore.
Dopo una ventina di edizioni comparse in Russia fra il 1903 e il 1912, il PSM si è diffuso nel
mondo dal 1919 con l'edizione tedesca, svedese, polacca, inglese ,ungherese, e francese. La prima
edizione italiana apparve Nel febbraio del 1921. Fra le edizioni successive tradotte in molte lingue
ce n'era anche una in yiddish, che ha offerto l'opportunità di interferenze non disinteressate.
Tuttavia, l'origine del PSM sono rimaste a volte nel mistero; l'unica cosa che sembrava certa e che
derivassero da manoscritti francesi, trafugati e copiati in una cospirazione, o altresì compilati dai
servizi segreti russi, i quali impedivano l'accesso al mistero. Forse parte della mistificazione?
Conseguentemente io ho deciso di fare luce anche sugli aspetti più oscuri del PSM,
destreggiandomi , nonostante svariati infruttuosi , tentativi fra le molte fonti contraddittorie (archivi
segreti, ebrei rinnegati, spie, scrittori mistici, femme fatales, manoscritti consumati, traduttore
anonimi ed altri) chi ho seguito questo mistero. Queste sono tutte quelle cose che io preferisco
vedere come una cornice letteraria intorno a un testo inventato nel grande romanzo della storia.
Piuttosto, vorrei considerare l'unico elemento che non può mentire: Il testo in sé, la sua natura
linguistica, la sua costruzione e le modalità delle sue tradizioni. Il lavoro dei suoi creatori ha di
conseguenza avuto come fine la restituzione del testo del PSM che segue principi ecdotici
contemporanei, che è un'operazione così ovvia e banale da essere sistematicamente trascurata. Il
testo che appare nelle appendici e così ricostruito ed è visibilmente diverso dalle versioni
precedenti, specialmente dalle edizioni di nilus.
Solo dopo aver affrontato quel problema sembra possibile tentare una nuova lettura del testo,
reinserendogli le coordinate linguistiche e l'ambiente culturale nel quale è stato prodotto. Solo allora
sarà possibile comprendere meglio la sua diffusione in Italia, in quanto l'autore italiano. Nel fare ciò
non era mia intenzione scappare dall'inerente trama della storia così come ritirarsi nelle camere
ascetiche della filologia. Piuttosto è il collegamento fra le obbligazioni accademiche e quelle civili
che hanno alimentato lo stimolo per questa ricerca. Ciò che ha stimolato questo lavoro è stata la mia
lettura del volume di Ja. Tazbir nel 1993 insieme ad alcuni non molto convincenti e aspetti del
saggio di N. Cohn ed alcuni suggerimenti letterali sviluppati dal leggere il pendolo di Foucoult di
Umberto Eco. Leggere i libri di S. Dudakov del 1994 mi ha portato a espandere in un progetto più
ampio il progetto originale inteso come una limitata incursione nella storia testuale del PSM. Oltre a
consultare biblioteche italiane e archivi o intrapreso ricerche in Mosca, parigi, gerusalemme e Tel
Aviv.
Fra il 1994 e il 1997 ho presentato svariati fasi del Progresso di questo studio di fronte al pubblico
di vari paesi, e ho trovato il supporto di ascoltatori e lettori e incoraggiamenti nel procedere sul
questo percorso.
Sono grato al centro dello studio dell'antisemitismo internazionale vidal Sassoon dell'università
ebraica di Gerusalemme che si è occupata della pubblicazione dei lavori in Israele ed è responsabile
per questa edizione inglese. Sono anche grato a Roberta De Giorgi. Questo libro è dedicato alla
memoria di mio padre, è Eurialo, e al Pastore Tullio Vanay.