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Eurojust

EE
EUROJUST

Eurojust nell’ambito dello spazio giuridico europeo


I. NASCITA E SVILUPPO DELLO SPAZIO GIURIDICO EUROPEO

La fonte dello spazio giuridico europeo si rinviene nel Trattato di Amsterdam


sull‘Unione Europea del 1 maggio 1999, che , all’art. 29 si prefigge lo scopo di
garantire ai cittadini della Comunità “un livello elevato di sicurezza in uno spazio di
libertà, sicurezza e giustizia, sviluppando tra gli Stati membri un’azione comune nel
settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale e prevenendo e
reprimendo il razzismo e la xenofobia”.
Gli articoli successivi del Trattato ( 31, 32 e 34), prevedono che lo scopo di cui al
citato art. 29 dovrà venire perseguito “prevenendo e reprimendo la criminalità
organizzata o di altro tipo, in particolare il terrorismo, la tratta degli esseri umani e i
reati contro i minori, il traffico illecito di droga e di armi, la corruzione e la frode,
mediante una più stretta collaborazione tra le autorità giudiziarie e le altre autorità
competenti degli Stati membri.
Le richiamate disposizioni nel settore della cooperazione giudiziaria penale parlano,
inoltre, di garanzia della compatibilità delle normative applicabili negli Stati membri
nella misura necessaria per migliorare la suddetta cooperazione e la progressiva
adozione di misure per la fissazione di norme minime relative agli elementi
costitutivi dei reati e alle sanzioni , con particolare riferimento alla criminalità
organizzata, al terrorismo e al traffico illecito di sostanze stupefacenti (art. 31).

Il rafforzamento della cooperazione giudiziaria in materia penale si configura quindi


quale elemento primario dello spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia voluto, sia
pure nelle linee programmatiche, dal Trattato sull’Unione, soprattutto per combattere
quelle forme più gravi di criminalità che trascendono i confini nazionali.

In un’epoca di globalizzazione, quale quella che stiamo vivendo, anche la criminalità


agisce ormai al di fuori delle frontiere, in una dimensione transnazionale e
internazionale, inserendosi con facilità in uno spazio penale europeo frazionato in
quindici diversi sistemi processuali e spostandosi secondo una precisa logica di
territorialità, che tiene conto della minore forza di contrasto di ciascun Paese, sia a
livello normativo che operativo e delle difficoltà nella collaborazione giudiziaria.

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Per contrastare questi fenomeni , in materia di coordinamento di indagini e
cooperazione a livello giudiziario e di polizia, l’Unione Europea, nell’ambito del
terzo pilastro ha già fornito alcune soluzioni operative per accelerare i tempi di
esecuzione e semplificare le attuali prassi operative della cooperazione giudiziaria
penale tra gli Stati membri..

II. GLI ORGANI DI COORDINAMENTO E COOPERAZIONE

ORGANI DI COOPERAZIONE
GIUDIZIARIA E DI POLIZIA

EUROPOL

MAGISTRATI
COLLEGAMENTO EUROJUST EJN

OLAF

II.1 EUROPOL

Il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, in vigore dal 1 ° novembre 1993, ha


previsto la formazione di un Ufficio Europeo di Polizia (EUROPOL) agli articoli
Kl e K2 (ora corrispondenti agli articoli 29 e 30 dopo le modifiche apportate dal
Trattato di Amsterdam), con lo scopo di ottenere "una cooperazione rafforzata fra le
forze di polizia".
La convenzione istitutiva di tale Ufficio di polizia (Convenzione Europol)è stata poi
adottata soltanto nel 1995 con la Decisione del Consiglio dell’Unione Europa
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.C 313 del 27/11/1995.

L'obiettivo di questo nuovo organismo è quello di predisporre un sistema di scambio


di informazioni tra le diverse forze di polizia degli Stati membri, per accrescerne
l'efficacia dei servizi tramite una loro più stretta cooperazione (purché, però, ci siano

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indizi concreti dell'esistenza di una struttura o di un'organizzazione criminale, e che
due o più Paesi risultino lesi da questa in modo così ampio - date la gravità e le
conseguenze dei reati stessi - da dover richiedere l'azione comune degli altri Stati
membri).
All'articolo 4 della convenzione Europol del 1995 si prescrive che ciascuno
Stato dell'UE crea o designa un'unità nazionale incaricata di svolgere le funzioni di
collegamento tra l 'Europol e i servizi - sempre nazionali - competenti; e le relazioni
tra di questi si disciplinano in base alle norme costituzionali interne ai singoli Stati.
Le unità nazionali di collegamento con Europol forniscono ad esso le informazioni
necessarie perché possa svolgere le sue funzioni, rispondono alle richieste loro rivolte
dall'ufficio europeo di polizia e offrono consulenze; di contro, anche le unità
nazionali di collegamento, possono richiedere le informazioni e le analisi necessarie
per le indagini che esse svolgono.
Solo in singoli casi concreti le unità nazionali non devono trasmettere
informazioni all'Europol, in particolare se, così facendo, si arreca "pregiudizio agli
interessi nazionali essenziali di sicurezza nazionale; se è compromesso il successo di
indagini in corso o la sicurezza delle persone; se si trasmettono informazioni
riguardanti servizi o attività specifiche di informazione in materia di sicurezza dello
Stato. Il collegamento tra queste unità e 1'Europol si rafforza mediante l'invio di
almeno un ufficiale nazionale, che funge da tramite nei loro rapporti: questo membro
sottostà alla legislazione del proprio Stato d'origine. Gli ufficiali incaricati facilitano
lo "scambio di informazioni tra le unità nazionali da cui provengono e 1'Europol, in
particolare:

- trasmettendo all'Europol informazioni provenienti dalle rispettive unità


nazionali;
- comunicando alle rispettive unità nazionali le informazioni dell'Europol;
- cooperando con gli agenti dell'Europol mediante informazioni e consulenza
nelle analisi delle informazioni concernenti lo Stato membro di origine"
(articolo 5).

I1 sistema di informazioni che Europol gestisce e istruisce è informatizzato ed è


alimentato costantemente e direttamente dagli Stati membri rappresentati dalle unità
nazionali e da Europol stesso, che è anche responsabile per il suo corretto
funzionamento, sia da un punto di vista tecnico, sia funzionale.
Questa rete di informazioni contiene dati che riguardano le persone sospettate, in base
alla legislazione nazionale, di aver commesso o partecipato alla commissione di un
reato, o che sono state condannate, se il reato rientra nelle competenze di Europol
(articolo 8 convenzione Europol).
Il sistema contiene inoltre elementi su individui di cui si sospetta che potranno
compiere reati che ricadano nell'ambito operativo di Europol, o persone che si
ritengono affiliate ad organizzazioni
criminali.
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Se però, il procedimento contro l'interessato è definitivamente archiviato o se costui è
assolto, i dati relativi a questa decisione devono essere cancellati.
Il diritto d'accesso ai dati è molto severo: infatti è concesso solo alle unità nazionali,
agli ufficiali di collegamento, al direttore, ai vicedirettori e agli agenti Europol.

II.2 I MAGISTRATI DI COLLEGAMENTO

Nel 1996 un’ azione comune del Consiglio dell’Unione Europea ha istituito la figura
del “Magistrato di collegamento”, allo scopo i facilitare ed accelerare, attraverso
l’istituzione di contatti diretti con le autorità giudiziarie dello Stato di destinazione e
lo scambio di informazioni e di dati statistici tra i rispettivi sistemi giuridici, tutte le
forme di cooperazione giudiziaria, sia in materia civile che penale. L'atto del
Consiglio prevede un "invio o scambio di magistrati o di funzionari particolarmente
esperti nel campo delle procedure riguardanti la cooperazione giudiziaria, denominati
magistrati di collegamento, tra gli Stati membri, in base ad accordi bilaterali o
multilaterali".
Lo scopo principale è quello di contribuire allo scambio di informazioni sui sistemi
giuridici e giudiziari degli Stati membri e sul loro funzionamento.
I magistrati di collegamento operano tramite la presa di contatti diretti con i servizi
competenti e con le autorità giudiziarie dello Stato di destinazione; E’ previsto anche
lo scambio di informazioni, in capo ai singoli Paesi membri, che riguardano iniziative
intraprese per realizzare tale cooperazione tra magistrati e la comunicazione annuale
di esse al Segretariato generale del Consiglio dell'UE.

II.3 LA RETE GIUDIZIARIA EUROPEA

Il 29 giugno 1998, poi, a tale prima struttura , concepita su base bilaterale , un’altra
azione comune del Consiglio ha aggiunto la “Rete giudiziaria europea” (European
Judicial Network) , composta da autorità distribuite in ciascuno Stato ed operanti
quali punti di contatto a disposizione dei magistrati, interni e stranieri, con lo scopo di
migliorare gli standards qualitativi della cooperazione giudiziaria in materia penale
tra gli Stati membri dell’U.E.
La Rete prevede l'istituzione di uno o più punti di contatto a livello nazionale
nell'ambito della cooperazione giudiziaria per fornire informazioni di natura giuridica
o pratica alle proprie autorità giudiziarie o a quelle degli altri Paesi membri; ad essa
possono essere associati anche i magistrati di collegamento di cui si è detto sopra.
L'articolo 2 dell'azione comune del 1998 che istituisce la RGE, precisa che si
formano i "punti di contatto per ciascuno Stato membro in funzione delle sue norme
interne e della ripartizione interna delle competenze facendo in modo di comprendere
l'intero territorio nazionale e le varie forme di criminalità grave", quali quella
organizzata, la corruzione, il traffico di stupefacenti o il terrorismo.

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Per l'Italia i punti di contatto si individuano a livello di ciascuna Procura generale
presso la Corte d'Appello, oltre che presso l'Ufficio II della Direzione generale degli
affari penali del Ministero della Giustizia.

Le persone di contatto, riporta l'articolo 4 dell'azione comune del 1998, sono


"intermediari attivi che hanno il compito di agevolare la cooperazione tra gli Stati
membri, soprattutto nell'azione contro le forme di criminalità grave".
I magistrati che fanno parte della rete sono a disposizione delle autorità giudiziarie -
locali e nazionali - per permettere che si stabiliscano contatti diretti ed efficaci tra
queste stesse.

II.4 L’OLAF

Nella materia specifica dell'azione di contrasto delle frodi al bilancio comunitario, è


stato inoltre istituito nel 1999 l'Ufficio europeo di lotta antifrode (OLAF),
nell’ambito delle nuove competenze in materia di tutela degli interessi finanziari
della Comunità, delineate dall'articolo 280 del Trattato C.E.
La lotta contro le frodi comunitarie s’inserisce nel quadro della "Cooperazione di
Polizia e giudiziaria in materia penale" del titolo VI del Trattato UE, ma
contemporaneamente il perseguimento dei reati che colpiscono gli interessi finanziari
europei, costituisce anche una vera e propria materia a sé stante, "specifica e
determinata"" perché ad essere aggredite, sono le risorse economiche europee, e
dunque si colpiscono direttamente anche gli Stati membri e i suoi contribuenti.

L'articolo 280 TCE stabilisce che "la Comunità e gli Stati membri combattono la
frode e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari della Comunità stessa
mediante misure … dissuasive e tali da permettere una protezione efficace negli Stati
membri”… Gli Stati membri coordinano l'azione diretta a tutelare gli interessi
finanziari della Comunità contro la frode. A tal fine essi organizzano, assieme alla
Commissione, una stretta e regolare cooperazione fra le autorità competenti.

Secondo la convenzione relativa alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione


(G.U.C.E. C 316 del 27/11/1995), s'intende come "frode che lede gli interessi
finanziari delle Comunità:
a) in materia di spese, qualsiasi azione od omissione intenzionale relativa
all'utilizzo 0 alla presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi, inesatti o
incompleti cui consegua il percepimento o la ritenzione illecita di fondi provenienti
dal bilancio generale delle Comunità europee o dai bilanci gestiti dalle Comunità
europee o per conto di esse, alla mancata comunicazione di un'informazione in
violazione di un obbligo specifico cui consegua lo stesso effetto e alla distrazione di
tali fondi per fini diversi da quelli per cui essi siano stati inizialmente concessi;

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b) in materia di entrate, qualsiasi azione od omissione intenzionale relativa
all'utilizzo o alla presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, inesatti o
incompleti cui consegua la diminuzione illegittima di risorse del bilancio generale
delle Comunità europee o dei bilanci gestiti da queste ultime o per conto di esse, alla
mancata comunicazione di un'informazione in violazione di un obbligo specifico o
alla distrazione di un beneficio lecitamente ottenuto cui consegua lo stesso effetto".
L'OLAF ha poteri di inchiesta amministrativa su tutto il territorio dell'Unione europea
ed i risultati delle sue indagini possono essere ammessi come prove nei procedimenti
penali degli Stati membri. Il dato è significativo perché per la prima volta un organo
sovranazionale ha la possibilità di raccogliere elementi di prova ai quali
l'ordinamento comunitario assicura poi una effettiva utilizzabilità nei singoli stati.

III. EUROJUST

Ad integrazione di tutto il sistema, quale ulteriore passo per la realizzazione di un


autentico spazio giuridico europeo, in attuazione delle disposizioni del Trattato
sull’Unione Europea, il Consiglio dell’Unione europea il 28 febbraio 2002 ha istituito
infine l’Unità definitiva di cooperazione giudiziaria EUROJUST, quale organo
dell'Unione, dotato di personalità giuridica e finanziato a carico del bilancio
dell'Unione Europea. L’Unità definitiva era stata preceduta da una unità provvisoria,
denominata Pro-Eurojust , creata il 14 dicembre 2000 e cessata definitivamente
nell’aprile di questo anno.

L’idea di EUROJUST nasce a Tampere, una città della Finlandia, dove il 15 e il 16


ottobre 1999 si riunì il Consiglio Europeo, composto dai Capi di Stato e di Governo
dei 15 Stati membri dell’Unione, per tenere una riunione straordinaria esclusivamente
dedicata alle problematiche degli affari interni e della giustizia.
In quella sede venne deciso di creare l’unità di cooperazione giudiziaria permanente,
denominata Eurojust, con l’obiettivo di rafforzare la lotta contro le forme gravi di
criminalità, in particolare di criminalità organizzata, che trascendendo la dimensione
nazionale investono più di uno Stato membro.

III.1 Competenze di Eurojust

Nell'ambito di indagini e azioni penali concernenti almeno due Stati membri e


relative ai comportamenti criminali , in ordine a forme gravi di criminalità,
soprattutto se organizzata, gli obiettivi assegnati all'Eurojust sono i seguenti:

a) stimolare e migliorare il coordinamento, tra le autorità nazionali competenti degli


Stati membri, delle indagini e delle azioni penali tra gli stessi, tenendo conto di
qualsiasi richiesta formulata da un'autorità competente di uno Stato
membro e di qualsiasi informazione fornita da un organo competente in virtù di
disposizioni adottate nell'ambito dei trattati;
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b) migliorare la cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri, in
particolare agevolando la prestazione dell'assistenza giudiziaria internazionale e
l'esecuzione delle richieste di estradizione;
c) assistere altrimenti le autorità competenti degli Stati membri
per migliorare l'efficacia delle loro indagini e azioni penali.

Su richiesta dell'autorità competente di uno Stato membro, l'Eurojust può


inoltre fornire sostegno anche qualora le indagini e le azioni penali interessino
unicamente lo Stato membro in questione e un paese terzo, se con tale paese è stato
concluso un accordo che instaura una cooperazione o se tale sostegno, in un caso
particolare, rivesta un interesse essenziale.
3. Su richiesta dell'autorità competente di uno Stato membro o della Commissione,
l'Eurojust può fornire sostegno anche qualora le indagini e le azioni penali interessino
unicamente lo Stato membro in questione e la Comunità.

Ad Eurojust compete inoltre la capacità di svolgere una serie di funzioni che le


sono state attribuite nel contesto della cooperazione giudiziaria europea e , in
particolare:

1. l'Eurojust deve fornire un parere in caso di concorso di richieste nei confronti


della stessa persona se la questione le viene sottoposta (articolo 16 della
proposta di decisione quadro del Consiglio relativa al mandato d'arresto europeo
e alle procedure di consegna tra Stati membri ;

2. l'Eurojust deve essere informata dei motivi del ritardo nell'esecuzione di un


mandato di arresto in uno Stato membro (articolo 17 del doc. 14207/01);

3. ai sensi dell'articolo 10 del protocollo della convenzione relativa all'assistenza


giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea  le autorità
competenti dello Stato membro richiedente possono comunicare all'Eurojust
eventuali problemi riscontrati per quanto attiene all'esecuzione di una richiesta
di informazioni sui conti bancari.

L'Eurojust svolgerà inoltre un ruolo importante nella trasmissione delle richieste


di assistenza giudiziaria da paesi terzi nel contesto di un accordo in base agli articoli
24 e 38 del TUE sulla cooperazione internazionale in materia penale (articoli 1 e 13
del documento 12276/2/01 CRIMORG 102).

L'Eurojust contribuirà anche a costituire squadre investigative comuni e


parteciperà a tali squadre, in virtù dell'articolo 13, paragrafo 6 della convenzione, del
29 maggio 2000, relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale delle conclusioni
del Consiglio GAI del 20 settembre 2001 e della proposta di adozione della decisione
quadro relativa alle squadre investigative comuni (doc. 12442/01 COPEN 56, del
9/10/2001) (non ancora ratificata dall’Italia)
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L'ambito di competenza generale dell'Eurojust comprende:

a) le forme di criminalità e i reati per i quali l'Europol è competente ad agire, in


qualsiasi momento, a norma dell'articolo 2 della convenzione Europol del 26 luglio
1995 e, in particolare :
 la prevenzione e la lotta contro il terrorismo;
 il traffico illecito di stupefacenti;
 la tratta di esseri umani;
 le reti d'immigrazione clandestina;
 il traffico illecito di materie radioattive e nucleari;
 il traffico illecito di autoveicoli;
 la lotta contro la falsificazione dell'euro;
 il riciclaggio dei proventi di attività criminali internazionali.

b) le seguenti forme di criminalità:


- la criminalità informatica ;
- la frode, la corruzione e qualsiasi altro reato che colpisca gli interessi finanziari
della Comunità Europea;
- il riciclaggio dei proventi di reato;
- la criminalità ambientale,
- la partecipazione ad un'organizzazione criminale ai sensi dell'azione comune
98/733/JAI del Consiglio, del 21 dicembre 1998, relativa alla punibilità della
partecipazione a un'organizzazione criminale negli Stati membri dell'Unione
europea;

c) altri reati perpetrati in relazione alle forme di criminalità e ai


reati di cui ai paragrafi a) e b).

Per altri tipi di reati diversi da quelli di cui al paragrafo 1) l'Eurojust può, a
titolo complementare, conformemente ai suoi obiettivi, prestare assistenza nelle
indagini e azioni penali su richiesta di un'autorità competente di uno Stato membro.

1. Per realizzare i suoi obiettivi, l'Eurojust svolge le sue funzioni:


a) per il tramite di uno o più membri nazionali interessati ;
b) attraverso il collegio, nelle ipotesi:

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1) per le quali uno o più membri nazionali interessati a un caso trattato dall'Eurojust
ne fanno richiesta ;
2) relative ad indagini ed azioni penali che abbiano un'incidenza sul piano
dell'Unione o che possano interessare Stati membri diversi da quelli direttamente
implicati;
3) nelle quali si pone una questione generale riguardante la realizzazione dei suoi
obiettivi ;
4) previste da altre disposizioni della decisione istitutiva di Eurojust.

III.2 Membri di Eurojust

Ciascuno Stato membro ha nominato un rappresentante presso l’Unità. Gli


Stati membri hanno la facoltà di inviare più persone per assistere il rappresentante
designato e uno di questi avrà funzioni di sostituto. I membri lavorano in condizioni
di parità nell’ambito di una “tavola rotonda”. L’Unità non dispone di un servizio di
interpretazione proprio e si avvale delle risorse linguistiche dei suoi membri.

La maggior parte dei membri gestisce un sistema di archiviazione separato,


conformemente a quanto previsto dall'ordinamento giuridico di ciascuno Stato
membro. Ciò consente loro di soddisfare le richieste e i requisiti dei rispettivi paesi in
materia di protezione dei dati personali.

La cooperazione giudiziaria si svolge conformemente alle disposizioni del


diritto dei trattati e del diritto interno di ciascuno Stato membro applicabili al caso in
questione.

I poteri delineati per il membro nazionale non consentono l’esercizio


dell’azione penale e lo svolgimento diretto di attività investigativa e sono funzionali
in via mediata alla giurisdizione.

Il ruolo assegnato ad Eurojust dalla decisione istitutiva e i poteri delineati


per ciascun membro nazionale, essenzialmente non giurisdizionali ,evitano,
peraltro, i pericoli strettamente connessi all'assunzione di un'eventuale posizione
di supremazia gerarchica di Eurojust nei confronti degli organismi responsabili a
livello nazionale dell'esercizio dell'azione penale.
La funzione di coordinamento assegnata ad Eurojust. punta, infatti, a rendere
concretamente operante l'esigenza della cooperazione tra le diverse autorità
giudiziarie titolari delle indagini preliminari, senza sottrarre a queste poteri
investigativi o processuali e senza sovrapporsi ad esse all'interno di un rapporto
di supremazia gerarchica.

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III. 3 LE MODALITA’ OPERATIVE

La particolarità del metodo di lavoro adottato da Eurojust consiste nella rilevanza che
assumono le riunioni di coordinamento organizzate dai membri per agevolare lo
scambio di informazioni tra i magistrati inquirenti dei diversi Paesi e per analizzare (e
possibilmente tentare di risolvere) gli eventuali ostacoli giuridici che esistono alla
cooperazione comunitaria.
I1 punto di forza, dunque, dell'Unità è l'attività di gruppo dei componenti, che
lavorano paritariamente in una sorta di tavola rotonda: solitamente, nella prassi ormai
acquisita da Eurojust, questi incontri si organizzano tre volte a settimana (il martedì,
il mercoledì ed il giovedì) allo scopo di discutere e analizzare i vari casi pervenuti
all'unità, mettendo in comune le risorse che derivano dalle diverse esperienze
giudiziarie in possesso dei quindici componenti .

Queste riunioni dell’Unita di cooperazione, organizzate per l'esame e la


trattazione dei casi concreti, si articolano su tre differenti tipi di livello:
- il primo tipo, è di ricognizione collegiale in cui ciascun componente dell'unità
segnala al collegio i casi che vorrebbe sottoporre all'attenzione di Eurojust;
- se i casi indicati si ritengono interessanti e rientrano nella sfera di attribuzione
dell'unità , si passa al livello successivo, il secondo - appunto - che si realizza
con incontri più ristretti (e non già collegiali, dunque), ai quali partecipano solo
i rappresentanti nazionali di Eurojust degli Stati interessati al caso sollevato:
s'inizia perciò ad analizzare più concretamente il problema (che solitamente
riguarda gli ostacoli alla cooperazione giudiziaria in casi di indagini su reati
collegati in più Paesi membri), lavorando operativamente su di esso.
- Vi è, infine, la possibilità di arrivare ad un terzo tipo di livello, senz'altro
quello più particolare nella tipologia delle riunioni di Eurojust, perché
rappresenta una forma speciale di coordinamento allargato: si tratta della vera e
propria risoluzione del caso prospettato, che può avvenire o attraverso lo
scambio (mediato da Eurojust) di atti tra autorità di polizia o giudiziarie
interessate, ovvero attraverso l'organizzazione di incontri fra queste stesse
autorità coinvolte nel caso sollevato.

Questi incontri di terzo livello costituiscono l'aspetto più interessante del compito
affidato ad Eurojust, perché facilitano - tramite le riunioni tenute da pubblici
ministeri, giudici e ufficiali di polizia - la discussione e lo scambio in formazioni utili
che permettono, di acquisire una visione d'insieme nei casi particolari di criminalità
organizzata che coinvolge più Stati comunitari e di adottare conseguentemente una
strategia comune.
L'Unità ha organizzato diverse riunioni di coordinamento cui hanno partecipato
alti magistrati, procuratori e funzionari di polizia degli Stati membri. Le riunioni
vertevano su una serie di differenti attività criminose e in particolare sul terrorismo,
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sul traffico di esseri umani , sulla pornografia infantile attraverso internet e sul
traffico di stupefacenti. Questo nuovo approccio di collaborazione ha consentito a
importanti agenti investigativi e magistrati del pubblico ministero di riunirsi per
discutere casi di comune interesse e in modo da scambiarsi informazioni, rendendo
più efficace il trattamento dei rispettivi casi. Ha permesso loro anche di sviluppare e
condividere le prassi migliori, utilizzando tutti i nuovi strumenti offerti dalla
cooperazione internzazionale.
Anche l'Europol è stato associato e ha partecipato ad alcune di queste riunioni.

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Per il miglior utilizzo delle risorse della struttura operativa, il Regolamento di
esecuzione di Eurojust ha previsto cinque Gruppi permanenti di lavoro:

- trattamento dei casi;


- Comunicazione e marketing;
- Strategia ;
- Valutazione.
- Amministrazione

Committees and the College


Casework Strategy
Committee Committee

THE COLLEGE

Communications Administration

Committee Group

Evaluation Committee

Questi gruppi di lavoro , ai quali partecipano i membri nazionali e i loro assistenti,


si riuniscono periodicamente e hanno la funzione di svolgere l’attività
propedeutica agli incontri del Collegio, di proporre soluzioni finalizzate alla
migliore organizzazione del lavoro, di far conoscere all’esterno il reale valore
aggiunto che l’unità può apportare nella cooperazione giudiziaria e nel
coordinamento delle indagini e di prospettare, infine, modifiche regolamentari e di
procedura pe adattarle alla natura e qualità dei casi trattati.

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IV.Statistiche 2001 - 2002

REQUESTING COUNTRIES

35

31
30
27
26
25
25
23 23
21 21
20
20 19 19
17

15 14
12
10
10 9 9 9
8
7 7
6
5 4 4 4 4
3
2 2 2

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2001 2002

Requested Countries

70

63

60

50
46

41 42
39 38 37
40 37
35
33
30 30
30 27 28

20 18
16
13
10 10 10
10 8 8
5 6 5
3 4 4
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2001 2002

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V. Considerazioni sul ruolo di Eurojust

La sfera di competenza di Eurojust è modellata sul prioritario obiettivo di


rafforzare le indagini contro le forme gravi di criminalità organizzata, a carattere
transnazionale, attraverso una struttura giudiziaria indipendente, con compiti
chiari e predefiniti, senza appesantimenti burocratici e inutili sovrapposizioni
rispetto ad altri organismi comunitari tendenzialmente affini (ad es.l’OLAF,
un'unità di supporto giudiziario composta da magistrati) .
Eurojust è un organo di giustizia in grado di operare concretamente e in
misura efficace allorquando la trattazione del caso coinvolga almeno due Stati
membri e richieda il coordinamento delle azioni investigative condotte dalle
autorità nazionali, ovvero un'agevolazione dei meccanismi della cooperazione
giudiziaria.
Oltre all’attività di coordinamento, tuttavia, la nuova unità sarà presto posta in
grado, attraverso l’utilizzazione di un sistema informativo costituito dalla
creazione di un' apposita banca dati centrale (dove far affluire tutte le notizie
occorrenti per far emergere i possibili elementi di connessione tra le varie indagini
svolte a livello nazionale ),anche una funzione di impulso investigativo nei
confronti delle diverse autorità giudiziarie nazionali, ponendo a disposizione tutti
gli elementi e i dati utili per iniziare un’investigazione o completarne una già
avviata.
Il coordinamento tra le autorità nazionali competenti, per lo svolgimento delle
forme più gravi di criminalità, si dovrà poi necessariamente realizzare su un
patrimonio informativo necessariamente più ampio, costituito da tutte le
informazioni fornite dagli altri organi comunitari e, in primo luogo dall’Europol e
dall’OLAF , per accertare i concreti elementi di connessione o collegamento tra le
varie indagini.

Entro la data del 3 settembre 2003, l’Italia dovrà conformare la propria


legislazione alla decisione istitutiva di Eurojust.
Nella stessa data dovranno essere definiti anche i poteri del rappresentante
nazionale e precisati i suoi spazi di intervento nei confronti delle autorità
giudiziarie locali e centrali

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V. Le prospettive future

Eurojust è l’ultima nata tra le strutture dell’Unione Europea create per


combattere i fenomeni più gravi di criminalità che travalichino i confini nazionali
ma non è l’ultimo tassello nella costruzione compiuta di un autentico spazio
giuridico europeo nel contesto della cooperazione prevista dal Terzo pilastro..

Per la definitiva realizzazione di tale spazio appare indispensabile un


sostanziale avvicinamento delle legislazioni degli Stati membri, con la progressiva
adozione di norme comuni relative agli elementi costitutivi dei reati e alle
sanzioni, specie per quanto riguarda la criminalità organizzata, il terrorismo, il
traffico di essere umani e il traffico illecito di stupefacenti.

Questo obiettivo potrà realizzarsi soltanto con la creazione di un sistema


penale comune che comprenda il coordinamento delle indagini sia a livello di
polizia che giudiziario e una legislazione comune che superi o quanto meno
attenui le barriere attuali derivanti dai confini nazionali.

Un passo in avanti in questo senso è stato compiuto con l’elaborazione di un


Corpus Juris , contenente disposizioni penali per gli interessi finanziari della
Comunità Europea pubblicato nel 1997 da una Commissione di studio diretta dala
Professoressa Mireille Del mas-Marty, dell’Università della Sorbona.
Il progetto, per ora finalizzato alla sola tutela degli interessi finanziari della
Comunità , prevede norme sia sostanziali che procedurali e contempla la
costituzione di un Pubblico ministero europeo, titolare delle indagini preliminari in
materia ( frode in danno del bilancio comunitario, corruzione, abuso d’ufficio,
malversazione, rivelazione di segreti di ufficio, ricettazione e riciclaggio di fondi
che costituiscono il prodotto o il profitto degli altri delitti, l’associazione a
delinquere volta alla commissione di un qualsiasi delitto prevista dal Corpus.
La costruzione di questo sistema penale europeo ha però, almeno per ora, il limite
di presupporre sempre e necessariamente l’esistenza dei sistemi nazionali penali,
rispetto ai quali si pone come integrazione e completamento.
Il principio guida che regola tutto il sistema , infatti, è che le indagini sono
affidate al pubblico ministero a livello europeo, ma la competenza per il giudizio
continua ad appartenere ai tribunali nazionali, che saranno chiamati ad applicare la
normativa del Corpus Juris e, in via sussidiaria il diritto nazionale.
Il tentativo di creare un sistema penale comune va certamente incoraggiato ma,
allo stato attuale il progetto del Corpus Juris, pur aggiornato nel 2000, non è mai
stato adottato o trasfuso in atti comunitari.

Un altro passo avanti nella creazione di uno spazio giuridico europeo è la


costituzione di un Procuratore Europeo indipendente (PPE), che persegua la tutela
degli interessi finanziari della Comunità.

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In questo senso vi è una iniziativa della Commissione (2000, 608 def ), che segue
le indicazioni emerse nel vertice di Nizza del Dicembre 2000 e un libro verde
dell’OLAf (Green paper) e che ipotizza una revisione dell’art. 280 del Trattato Ce,
con l’inserimento dell’art. 280 bis.
Secondo questa proposta , dovrebbe essere istituito un Procuratore europeo,
incaricato delle indagini e titolare dell’esercizio dell’azione penale per i reati che
ledono gli interessi finanziari della Comunità. Il PPE dovrebbe operare attraverso
procuratori europei delegati nei rispettivi Stati della Comunità, incaricati del
raccordo tra la struttura centrale e le giurisdizioni nazionali.

La strada da percorrere per la completa integrazione dei sistemi giudiziari dei


Paesi membri della Comunità, come si vede, è ancora lunga e irta di ostacoli. Le
iniziative in corso vanno però nella direzione giusta e possiamo concretamente
sperare che in un futuro non tanto lontano tutti i cittadini della Comunità potranno
essere tutelati in un autentico spazio unico europeo che garantisca a tutti “libertà.
Sicurezza e Giustizia”.

Cesare Martellino
Rappresentante Italiano in Eurojust

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