Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SUMMARIUM
la teologia e volle ehe i suoi preti avessero eominciato a dettare alcuni eom-
pendii di polemica, molto giovevoli per isbarbare queUe formalita che s'inse-
gnavano tuttavia nelle scuole di quel tempo. E poiche erasi la filosofia aneh'essa
eominciata a dettare con altri principi pili sodi uniti alle dimostrazioni ma-
tematiche, ehe gUt si erano sentite in Napoli sotto la scorta del famoso Tom-
maso Cornelio e di M. Aurelio Severino, ambedue primarii lettori dell'Uni-
121
certa a chi veniva a lui per il sacramento della penitenza 0 per semplice
consiglio spirituale. E bisogna ricordare che una millenaria pratica pastorale
della penitenza, forse particolarmente per necessita socio-culturali, aveva abi-
tuato i fedeli ad una specie di perenne minorita, sicche il sacerdote era da
essi quasi obbligato a sostituirsi aHa lora coscienza e a dire l'ultimo giudizio
sul da fare «qui e ora »: essi l'avrebbero eseguito alla lettera sicuri di fare
la volonta di Dio.
In questo ambiente Alfonso doveva rispondere ai fedeli· che gli chiedevano
il 'da farsi «qui e ora ». Se il probabiliorismo gli appariva falso, il probabilismo~
come era proposto, non gli appariva sicuro ne 10 convinceva del tutto. Di qui Ie
ansieta, fino aHo scrupolo, fino al voto di obbedienza al direttore (dr. L. GAUDE,
De morali systemate ... , p. 12-13). Erano scrupoIi dO'vuti alIa forte sensibilita
124
18 T. Tlh'l:NOIA, Della vita ed istituzione ... , II, cc. 26, 38; M. DE MEULE-
efr.
MEESTER, Bibliographie gemirale des Ecrivains Redemptoristes, I: Bibliographie
de S. Alphonse M. De Liguori, La Haye-Louvain 1933, 61-62; A. SAMPERS, Contro-
versia quam S. Alphonsus sustinuit ann. 1746-48 {{ de maledictione 111.0rtuorum »,
in: Spicilegium historicum C.ss.R. 14 (1966) 347.
125
citata, Alfonso annotava: «Le bestemmie son tali, 0 perche suonano COSl
appresso tutti, 0 perche COSl Ie intende chi Ie proferisce. Domandate pure
a chi bestemmia i morti, se ha inteso maledir Ie anime sante del Purgatorio
o del cielo, vi dira tosto di no. Dunque se cosl la sente chi dice e chi ascolta,
la bestemmia dov'e? .. seguendosi l'opinione contraria, si vengo:Q.o a facilitare
Ie colpe; perche la gente minuta, preoccupata da tal sentimento, crede, come
ho trovato, dopo che hanno inteso esser peccato mortale, che sia peccato
mortale bestemmiare ai. morti, agli animali, aIle pioggie e venti ecc. I con-
fessori devono impedire i peccati. Seguendo il mio sentimento, se ne impe-
discono moltissimi; perche essendo sl usuale tal bestemmia, oh quanto si
moltiplicherebbero Ie colpe col pubblicar che sia colpa grave! Dunque, perche
non si deve fare e tenere cio che e sl conforme alla ragione?}) (Lettere di
.S. Alfonso Maria de' Liguori, III, Roma s.a. [1890], 2.
20 Cfr. A. TANNOIA, Della Vita ed istituzione... , I, 245.
126
par. III, nn. 17-18, in cui il Santo parla dell'ufficio di dottore proprio del
confessore.
25 CONe. VAT II, Decr. Optatam Totius, n. 16.
128
28 lvi, 1. I, c. IV, n.11; Opera Omnia... ; 24; ecco il pas so in maniera pill
5.
130
30 S. ALFONSO, Pratica di amar Gesu Cristo, c. IV, n.9 in: Opere Ascetiche,
32 lvi, c. VIII, n. 1, in: Opere Ascetiche, I, 73. Nel cap. IV, il Santo scrive:
« Gesu Cristo come Dio merita per se da noi tutto l'amore; rna egli, coll'amore
che ci ha dimostrato, ha voluto metterci per COS! dire in necessita di amarlo
almena per gratitudine di quanta ha fatto e patito per noi. Egli ci ha amati
assai per esser assai da noi amato ... » (n. 1; Opere Ascetiche, I, 32).
33 Cfr. F. SUAREZ, De Statu perfectionis et religion is, 1. I, c. IV, n.11, in:
tiche, I, 76.
132
39 lvi, c. IV, n. 68; Theologia Moralis ... , 564. Subito dopo (n.69) il Santo
42 Ivi.
43 Parlando dell'orazione, Alfonso ha queste forti espressioni: «Oh Deus!
Et quantum confessarii afferrent animabus utilitatem adhibendo hanc minimam
diligentiam! Et oh qualem Deo rationem sunt reddituri, si ita non se gerant,
quoniam ipsi tenentur pro curare, quantum in se est, spiritualem progressum
suorum poenitentium! Oh quot animas possent ipsi ad viam periectionis diri-
gere, easque a recidendo in peccata gravia liberare, si adhiberent hanc tenuem
industriam dirigendi eas per viam orationis, et interrogandi postea saltern
sub initiis vitae spiritualis, utrum earn fecerint an non! Quando anima aliqua
se in oratione solidavit, difficillime iterum Deum amittit; et ideo oratio mentalis
insinuanda est non tantum timoratis, sed etiam peccatoribus, qui saepe ob
defectum considerationis redeunt ad vomitum» (lvi, c. IX, par. I, n. 124, in:
Theologia Moralis ... , 597).
44 lvi, c. IX, par. IV, n. ISS, in: Theologia Moralis ... , 616.
137
53 «10 nel libro mio, oltre quel che sia pratica del confessore,vi ho poste,
in breve ed in volgare, una bast ante notizia di tutte Ie cose principali della
Morale. Chi sa questo libretto mio, benche breve, pub ben confessare ne' paesi
di fuori; e percib io rho fatto per utile della mia diocesi» (Lettere, III, 179),
,Cfr. M. DE MEULEMEESTER, op. cit., 122-123.
140
hac in re distinguit; eo scil. quod prudentiam illam nos non tantum opere,
tanquam Sanctus, verum etiam ore, verba nempe scripto, tanquam Sanctus
Ecc1esiae Doctor mirifico modo edocuit. Non tantum lucidum exemplum, verum
etiam egregius Magister prudentiae christianae tam personalis quam pastoralis
est» (C. DAMEN, S. Alfonsus doctor prudentiae, in: Rassegna di morale e di
diritto, 5-6 (1939-1940), nn. 4, 1, p. 1.
56 Cfr. ivi, 5-6. Damen cita qui S. Tomrnaso: Ie citazioni non sernbrano
sempre esatte, rna la dottrina e di chiaro sapore· tommasiano. Darnen dipende
da J. Maritain che riporta anche in nota.
57 {( Hinc proprie quaeri non potest de alicujus doctrinae prudentia, sed
ticem sistentes, stylum saepe sapientem istius temporis, sed ad medullam eius
penetrantes, tunc videmus elementa ista prudentialia in eis inveniri modo prorsus
singulari; idque in ordine ad prudentiam tam personalem quam pastoralem,
ita tamen, ut ea quae ex se ad prudentiam personalem spectant, de facto su-
bordinentur prudentiae pastorali» (C. DAMEN, op. cit., 8).
143
62S. ALFONSO, Theologia Moralis, praefatio; ed. L. Gaude, I, Romae 1905, LV.
63({ Ma stiam persuasi che non mai giungeremo ad acquistare un grande
amore verso Dio, se non per mezzo di Gesu Cristo e se non abbiamo una par-
ticolare divozione verso la sua Passione, colla quale egli ci ha procurato la
divina grazia ... egli ci apre la porta, egli c'introduce al Padre, ed egli, per Ii
meriti della sua Passione, ci ottiene dal Padre il perdono de' peccati e tutte
Ie grazie che riceviamo da Dio. Miseri noi se non avessimo GesLl Cristo! E chi
mai potra abbastanza lodare e ringraziare l'amore e la bonta che questo buon
Redentore ha avuta per noi, poveri peccatori, in voleI' modre per liberarci
dalla morte eterna?» (S. ALFONSO, Riflessioni sulla passione di Gesu Cristo
esposte alle anime divote, c. X, n. 24; in: Opere Ascetiche, V, Roma 1934, 338.
145
CONCLUSIONE.
SUMMARIUM
4 Cf. the long-standing battle waged by the theologians and the official
Church against the social institution of usury. On this see B.W. DEMPSEY,
Interest and esury (Washington 1943) and J.T. NOONAN, The Scholastic Analysis
of Usury (Cambridge, Mass., 1957).
154
even though of course sociological factors are not the only ones
that make them what they are. Many other anthropological
factors enter also into the making of man - cultural traditions,
individual psychological factors, group-psychological experien-
ces, processes of philosophical or theological reflections, and so
on 6. All this variety of anthropological experience that goes to
the making of man is reflected in the variety of aspects that can
be found in moral theology. It is the sociological aspect of human
life ana experience that concerns us here, and our conclusion
regarding the degree of its presence in the study field of moral
theology is that it is present in the whole of that field, although
,obviously it does not constitute the whole of that field or of
any single area of it. It is present even in the moral-theological
analysis of the nl0st individual of nl0ral situations or cases, as
in the traditional theology of epikeia, since the individual is
considered, in such an analysis, in his position of predicamental
~transcendence' relatively to all ordinary moral norms, including
those belonging to his place in the established social systems,
civil or ecclesiastical, that ordinarily govern his life. His moral
situation is precisely that of being an 'exception' to all that can
be 'systematically' formulated and that very fact means that
systems - theological, philosophical, cultural and social sys-
tems - enter constitutively into his situation, though in this
case as factors determinative not of his conformity to them but
'of his 'transcendence' of them 7.