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Storia

Contemporanea, Francesca Tacchi, 12 CFU


Riassunto di Vincenzo Bologna, tra4o dal manuale di Gabriele Turi
Premessa
Si diba(uto tanto sulla periodizzazione da a(ribuire alle epoche storiche che oggi dis6nguiamo
come storia medievale, moderna e contemporanea. La periodizzazione riguardante let contem-
poranea, ispirata ad alcune parole di Friedrich Engels e Karl Marx, perme(e di cogliere il momento
in cui la storia comincia a diventare mondiale e unitaria. E da a(ribuire quindi al momento in cui
avviene una ro(ura radicale col passato, ovvero a par6re dalle rivoluzioni di ne Se(ecento: la Ri-
voluzione industriale in Inghilterra e la Rivoluzione poli6ca in Francia. InfaJ allorigine e al centro
di questa periodizzazione vi il mondo europeo occidentale des6nato a incontrarsi o scontrarsi col
resto del mondo, visto che ha preteso di estendere il suo modello di vita basato sui principi origina-
ri del capitalismo e del liberalismo.
1. I sogge: e i luoghi
1.1. Gli uomini
I protagonis6 della storia sono gli uomini e le donne, la popolazione comune, prima ancora delle
grandi personalit.
A met del Se(ecento esplosa la rivoluzione demograca. Un aumento esponenziale della po-
polazione dovuto a speciche condizioni economiche e sociali, poli6che e culturali e a nuove
condizioni di vita. Questo si vericato anche a seguito della rivoluzione della mortalit, cio in
merito allallungamento della vita media e alla scomparsa di malaJe come la peste e il colera, e la
diminuzione dei casi di vaiolo e silide.
Si sono verica6 poi fenomeni di grossi spostamen6 di massa, dovu6 agli spostamen6 dei neri
dAfrica ridoJ in schiavit, alle deportazioni o le fughe di massa per mo6vi etnici, razziali e poli6ci,
la Shoah - annientamento degli ebrei - a(uato dal nazismo, che ha portato ad enormi spostamen6
forza6 di intere comunit, e inne gli spostamen6 di mol6ssimi europei verso gli Sta6 Uni6.
1.2. Gli spazi
Allaumento della popolazione, o alle migrazioni, corrisponde sempre levoluzione degli spazi occu-
pa6 o abbandona6. Si scoprono - e quindi se ne sfru(ano le ricchezze - interi con6nen6, e le di-
stanze si accorciano con la rivoluzione dei traspor6.
Lo stesso studio della geograa muta, prendendo come tema principale il rapporto tra uomo e
ambiente.
La popolazione urbana cresciuta ovunque, arrivando alla met della popolazione della Terra.
Ques6 cambiamen6 hanno un impa(o pure sullambiente, per via della deforestazione e dallemis-
sione di gas.
Dopo lera del Mediterraneo e - dopo la scoperta dellAmerica - quella dellAtlan6co, si andava af-
fermando lera del Pacico, con linteresse a scoprire nuovi merca6 e nuovi interessi commerciali e
militari da parte di potenze europee e degli Sta6 Uni6.
Cambiano anche le gerarchie fra i con6nen6, dove si vede un raorzamento del potere degli USA
rispe(o a quello dellUnione Sovie6ca che si indebolisce, no a scomparire nel 1989.
Si velocizzano molto le comunicazioni. Mol6 canali vengono resi navigabili e in parallelo vengono
potenziate le re6 stradali. Sono le macchine a vapore che accelerano il progresso dei mezzi di lo-
comozione, quali ba(elli a vapore e locomo6ve. Successivamente la comparsa delle automobili
sollecita la costruzione di nuove strade e lele(ricit muove anche i treni. Inne, viaggiano pi ve-

loci anche le informazioni, con la nascita della radio, del telefono e nel Novecento col boom della
televisione e a Internet.
Gli eeJ della rivoluzione nei traspor6 e nelle comunicazioni favoriscono lo sviluppo dei commer-
ci, dellindustria, ma sopra(u(o si me(ono a conta(o mondi e culture estremamente diverse.

2. Allorigine, le Rivoluzioni
Le Rivoluzioni della ne del Se(ecento producono la ne dellAncient Rgime, dando il via allet
del capitalismo e della borghesia liberale.
Lo storico Eric Hobsbawm d il nome di Age of RevoluAon al periodo compreso tra gli anni O(anta
del Se(ecento e le rivoluzioni europee del 1848. Parla di una duplice rivoluzione, paragonata a
un vulcano con due crateri. Da un lato individua la rivoluzione industriale che d vita al moderno
sistema delle fabbriche e alla classe operaia, da un altro c quella poli6ca - la Rivoluzione francese
- che da vita ai conceJ di opinione pubblica, par6to, nazione, ci(adinanza, liberalismo e democra-
zia.
2.1. La rivoluzione industriale inglese
Il termine rivoluzione industriale indica il rapido passaggio dalla manifa(ura alla moderna fabbrica
capitalis6ca nella quale si concentrano operai e macchine mosse dal vapore. Cambia cos il modo
di produrre, il lavoro delle braccia sos6tuito da quello della macchina.
Si parla di pi rivoluzioni industriali. La prima si verica in Inghilterra alla ne del 18esimo secolo;
la seconda investe altri paesi europei e gli Sta6 Uni6. Si basa sullindustria tessile e non su quella
pesante, e per inizia6va del privato e non come intervento dire(o dello Stato e delle banche.
I macchinari non erano molto costosi e limpiego era in larga parte composto da donne e bambini,
remunera6 con un salario minore e la giornata lavora6va era di 16 ore.
Accanto alle nuove fabbriche per ancora rimangono in vita le vecchie forme di produzione quale
lar6gianato.
Introduzione di telai meccanici per le fabbriche cotoniere favorisce la produzione di ferro e quindi
del coke - il carbon fossile - simbolo dello sviluppo di Manchester, ci( dellInghilterra che decu-
plic la popolazione, trasformandosi in una grande ci(-fabbrica.
Ma perch tu(o questo accade in Inghilterra? Questo dovuto alle trasformazioni agricole, nella
demograa, nella poli6ca economica e nella posizione poli6ca complessiva della Gran Bretagna.
La recinzione - encolsures - delle terre passate ai grandi proprietari che inves6vano capitali deter-
min una serie di eeJ: laumento della produzione a favore della popolazione non agricola, la
riduzione in povert dei piccoli col6vatori costreJ ad abbandonare le campagne. Ma comunque
dicile valutare i rappor6 tra questa rivoluzione agricola e quella industriale.
La poli6ca economica del paese abolisce la produzione di stoe in solo cotone. Questo fa si che i
dazi di importazione dei tessu6 prodoJ in India triplicano, a favore dellimportazione di cotone
greggio, trasformando il Paese orientale in un mercato per tessu6 prodoJ in Inghilterra. Questo
sviluppo industriale potenzia il peso imperiale dellInghilterra. Dopo il 1790, lindustria dipende
sempre di pi dagli sta6 meridionali degli USA.
Il nuovo modo di produrre non tollera le stru(ure delle an6che organizzazioni corpora6ve, con-
trapponendo il principio di libera concorrenza nel mercato del lavoro: i CombinaAon Acts del 1799-
1800, che vietano le associazioni degli operai, lasciandoli privi di difese.
E in questo frangente che nasce la classe operaia, sos6tuendosi a quello di classe lavoratrice o la-
boriosa. Si introduce quindi il conce(o di classe e non di ceto sociale, denito cio sulla base
della sua collocazione nel processo produJvo e non sulla condizione economica. Quindi apparte-
nere ad una determinata classe sociale uno stato mobile nel tempo.
Marx nel primo volume de Il capitale introduce le valutazioni estrapolate dalle inchieste degli
ispe(ori inglesi sulle condizioni di lavoro delle fabbriche, come ad esempio i lunghissimi turni di
lavoro di 16 ore e tassi di disoccupazione crescen6.
Una nuova forma di protesta rappresentata dal luddismo, movimento che prende il nome da un
leggendario tessitore - Ned Ludd - che si propone di distruggere le macchine, considerate causa

della disoccupazione e della diminuzione dei salari. C il riuto della nuova economia liberista per
ripris6nare quella nota come economia morale a(a a evitare eccessivi squilibri sociali e di rego-
lare il mercato in base ad una concezione popolare di benessere comune. Il movimento fallisce in
mancanza di una guida poli6ca.
2.2. La Rivoluzione francese e let napoleonica
Il simbolo della Rivoluzione francese il giorno della distruzione della prigione della Bas6glia, il 14
Luglio del 1789. Il signicato della periodizzazione della Rivoluzione francese indubbio: si parla di
uguaglianza giuridica e di aermazione dei diriJ civili, di opinione, stampa e culto; si parla di idea
di nazione e Stato liberale basato sulla separazione dei poteri e su una concezione laica.
Let napoleonica, che fa tesoro degli even6 della rivoluzione, introduce e dionde in Europa nuovi
codici e un nuovo sistema amministra6vo, il sistema metrico decimale e mutazioni del vocabolario,
con tan6 nuovi termini introdoJ e vecchi termini che cambiano di signicato - a par6re dallo stes-
so conce(o di rivoluzione -.
Sul piano economico la rivoluzione produce cambiamen6 come labolizione del sistema feudale e
laermazione del libero mercato del lavoro e della libert dimpresa.
La molla che fa sca(are la rivoluzione cos6tuita dai problemi nanziari del regno. Luigi XVI infaJ
convoca gli Sta6 generali che non si riunivano dal 1614. Gli sta6 sono tre: nobilt, clero e il Terzo
stato - composto da commercian6, professionis6, ar6giani e piccoli proprietari, ovvero rappresen-
tavano la maggioranza della popolazione -.
La societ francese percorsa da un profondo malcontento dovuto alle for6 diseguaglianze di trat-
tamento dei suddi6.
Il Terzo stato rappresenta il popolo e la borghesia in via di formazione. Il popolo di Parigi il 14 Luglio
1789 si impossessa della prigione della Bas6glia per rifornirsi di armi e costringere il re a trasferirsi
da Versailles nella capitale, dove il governo municipale pu meglio controllarlo. Come simbolo di
unit tra monarchia e nazione, Luigi XVI ado(a la coccarda tricolore in bianco - colore dei Borbone
- e rosso e blu della municipalit parigina.
Il 26 Agosto 1789 lAssemblea approva la Dichiarazione dei diriH delluomo e del ci4adino, il mani-
festo della rivoluzione che segna la ne dellAncient Rgime.
Laermazione dei diriJ di libert personale, di opinione, di stampa, di culto, di propriet, del con-
trollo sullimposizione delle tasse, delluguaglianza di fronte alla legge e nellaccesso a tu(e le cari-
che pubbliche, contenuta in forma diversa nella Cos6tuzione degli Sta6 Uni6 del 1787. In Francia
pi radicale nei suoi fondamen6 teorici.
LAssemblea, oltre ai diriJ del ci(adino, decreta la fondazione di una monarchia cos6tuzionale di-
s6nguendo il potere esecu6vo, a(ribuito al sovrano, da quello legisla6vo esercitato da una Camera
di rappresentan6 eleJ. Questa cos6tuzione diviene un punto di riferimento per il liberalismo O(o-
centesco, limitandosi a considerare i ci(adini maschi aJvi.
Inoltre, per risolvere i problemi nanziari del paese, lAssemblea espropria e me(e allasta i beni
della Chiesa, che rappresentavano circa il 10% del territorio francese. Circa un sesto del territorio
francese cambia di propriet a vantaggio sopra(u(o dei ce6 borghesi.
Nel 1794 viene abolita la schiavit nelle colonie francesi.
Il corso della rivoluzione viene accelerato dallemergere di corren6 poli6che pi radicali come quel-
la dei giacobini e dalla resistenza del re agli asseJ cos6tuzionali che gli limitavano il potere.
La il tenta6vo di fuga del re evidenzia la forte tensione che aleggia sul fronte controrivoluzionario,
sostenuto in prima linea dallAustria. Ecco che, sentendosi minacciata, la Francia dichiara guerra
allAustria nel 1792.
La Francia viene salvato dalla mobilitazione di truppe composte dal ceto inferiore.

I giacobini di Robespierre, Danton, Marat e Saint-Just quello stesso anno depongono il re, arre-
standolo insieme alla famiglia e ghiglioJnandolo nel Gennaio del 1793.
Il governo provvisorio viene assunto dalla Comune di Parigi, con limpegno di cos6tuire una nuova
assemblea, la Convenzione nazionale. E la ne della monarchia cos6tuzionale e viene proclamata
la repubblica. Il calendario laico sos6tuisce quello ca(olico, che ora prende i nomi dalle stagioni e
dai lavori agricoli.
Il Giugno del 1793 viene approvata una nuova Cos6tuzione, la cui applicazione viene sospesa a
causa della guerra, e una nuova Dichiarazione dei diriJ, fra i quali quello del lavoro, dellassistenza
ai pi poveri e dellistruzione, oltre che il voto a ogni uomo nato e domiciliato in Francia.
Vi il regime del Terrore - alla guida dei giacobini - tra lestate del 1793 e quella del 1794, con il
soocamento nel sangue dei tenta6vi controrivoluzionari, grazie anche allu6lizzo della ghiglioJna
- abolita solo nel 1981 -. Con lesecuzione di Robespierre nisce il Terrore e la fase giacobina della
rivoluzione.
LobieJvo ora quello di ripris6nare lordine borghese del 1792 e a questo si ispira la nuova Cos6-
tuzione del 1795, che restringe la nozione di ci(adino con la richiesta di un censo, abolisce il suf-
fragio universale, ssando come requisito lalfabe6smo e lesercizio di un mes6ere per poter essere
considera6 ele(ori. Viene introdo(o un sistema bicamerale.
E il regime del Dire(orio, dal 1795 al 1799, che svolge una poli6ca moderata.
Il generale Napoleone Bonaparte ha appena 26 anni, quando nel 1796 guida la campagna dItalia
contro lAustria. La guerra raorza il peso dellesercito e le conquiste di Napoleone favoriscono la
sua ascesa poli6ca.
Col colpo di stato del 1799 scioglie il Dire(orio e prepara una nuova Cos6tuzione che ridimensiona
il potere legisla6vo. Solo il primo console, lui stesso, poteva promulgare le leggi e nominare le
alte cariche dello Stato. Con la nuova Cos6tuzione dichiara la rivoluzione nita, assume un conso-
lato a vita e si fa proclamare imperatore Napoleone I da Pio VII.
Le guerre dellimperatore sconvolgono la geograa europea, anne(endo allimpero il Piemonte, la
Toscana, Roma, lIstria, Dalmazia e Olanda. Dopo svaria6 tenta6vi di estendere ancora i conni del-
limpero, le truppe nemiche nel 1814 entrano a Parigi costringendo Napoleone ad abdicare. Sul
trono sale Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI. Lanno dopo, mentre il Congresso di Vienna ridisegna
lEuropa, Napoleone tenta di riprendersi il potere fuggendo dallesilio dellisola dElba. La scon(a
a Waterloo segna la sua ne, che lo port allesilio di SantElena, dove muore nel 1821.
Lordine imposto dallimpero napoleonico nei paesi annessi, subordina6 o allea6, non solo di 6po
poli6co-territoriale. Esso investe lorganizzazione statuale e sociale complessiva, esportando i prin-
cipi liberal-borghesi della rivoluzione, fornendo modelli di alcune is6tuzioni di alta cultura - come
cole Normale di Parigi che ispir la Normale di Pisa - e imponendo un modello di Stato accentrato
re(o da una burocrazia amministra6va qualicata e solida.
Strumento essenziale di raccordo tra Stato e societ il Codice civile che aerma luguaglianza giu-
ridica e i diriJ personali, come quello di propriet, e il riconoscimento del matrimonio civile e del
divorzio.
2.3. Rivoluzione e rivoluzioni
Il conce(o poli6co di rivoluzione che conosciamo risale solo alla ne del Se(ecento, durante la du-
plice rivoluzione. Fino ad allora il termine, a seguito delle scoperte di Copernico, indica il movimen-
to circolare dei piane6: revoluAo, ovvero lorbita seguita dagli astri che tornavano al punto di par-
tenza. Con rivoluzione quindi, in gergo poli6co, prima del 1789 indica non un mutamento completo
dellordine poli6co e sociale, ma la restaurazione dellan6ca autorit legiJma, il ritorno ad essa.

Comincia ad assumere il signicato moderno con la condanna a morte di Carlo I Stuart, denita
come rivoluzione di Dio, come una cosa inevitabile.
Col signicato poli6co moderno si intende una volont di instaurare un nuovo ordine, un progresso
rispe(o al passato, un mutamento radicale di tu(a la societ, diverso dal colpo di Stato o dalla ri-
voluzione di palazzo, che mirano a cambiare il leader e non lordine sociale. Con esso subentra an-
che una nuova concezione della storia. E con esso si denisce il conce(o di controrivoluzione,
come un ritorno al passato.
Il termine usato anche per indicare for6 accelerazioni nel campo poli6co o anche in altri aspeJ
della vita sociale.
Anche alcuni movimen6 che oggi sono deni6 rivoluzionari, al tempo stesso in cui si vericano so-
no auto-deni6 rivoluzionari.
Il tema della rivoluzione come processo si lega stre(amente allanalisi dei suoi cara(eri econo-
mici e sociali nel pensiero socialista e nel marxismo. Il Manifesto del parAto comunista, pubblicato
da Marx ed Engels, intende la rivoluzione industriale come la nuova coscienza di classe proletaria e
del suo ruolo nellabbaJmento del sistema capitalis6co.
La breve esperienza della Comune di Parigi che dalla Guerra civile in Francia viene indicata da Marx
come il primo esempio di governo della classe operaia che ha abba(uto con una rivoluzione lo
Stato borghese di Napoleone III.

3. La dicile ascesa del liberalismo


La ne del dominio napoleonico non segna la scomparsa dei principi liberali del 1789. I paesi euro-
pei proclamano la volont di tornare al passato, ma facendo i con6 con i profondi cambiamen6 del-
la societ prodoJ dalle rivoluzioni di ne secolo.
Trasformazioni profonde a(raversano il con6nente americano in a(esa di riverberarsi sugli equili-
bri del Vecchio Mondo, mentre i paesi dellAmerica meridionale o(engono lindipendenza.
3.1. LAmerica LaAna conquista lindipendenza
Uno degli eeJ delle guerre napoleoniche lindebolimento della Spagna che non riesce a con-
trollare le colonie nellAmerica La6na.
La popolazione creola - i bianchi discenden6 dai coloni - cos6tuisce llite sociale rispe(o alle mas-
se di indios, me6cci e schiavi neri, che non pu accedere alle cariche maggiori, monopolizzate da
spagnoli e portoghesi. Il malcontento viene guidato da Simn Bolvar, che riesce a rendere indi-
pendenza ai vari sta6 dellAmerica del Sud tra il 1811 e il 1836: il Paraguay, lArgen6na e il Cile, la
repubblica degli Sta6 Uni6 di Colombia - di cui Venezuela, Colombia ed Ecuador -, il Per e lUru-
guay, e poi Guatemala, Salvador, Honduras Nicaragua e Costarica.
Inne, il Brasile oJene lindipendenza dal Portogallo e la Spagna dopo ques6 even6 ha in mano
soltanto Cuba. Il Texas nisce negli USA.
Inu6li gli sforzi di Bolvar di unire le nuove repubbliche in una confederazione sul modello statuni-
tense.
3.2. La costruzione degli StaA UniA
Nella prima met dellO(ocento negli Sta6 Uni6 avviene un processo di costruzione che li porta
alla loro conformazione a(uale. Il simbolo di questo mutamento lo spostamento della capitale da
Philadelphia a Washington.
I 13 Sta6 della costa atlan6ca, che nel 1776 si sono resi indipenden6 dalla Gran Bretagna, sono di-
venta6 31 a met dellO(ocento, raggiungendo la costa Ovest.
Si ha una grossa crescita demograca sia per via dellalto tasso di fecondit e la contenuta mortali-
t, sia per lausso di immigran6 irlandesi e tedeschi, venu6 per colonizzare il Far West - denomi-
na6 squa4ers - ai danni delle popolazioni indigene, gli indiani, massacra6 dai pionieri e dalleserci-
to federale.
Fallito il tenta6vo di occupare il Canada, si espandono verso Sud, anne(endo il Texas e strappando
via parte del Messico - denominato poi Nuovo Messico - e la California. A Nord aggiunge lAlaska.
Un paese nato da una rivoluzione conda nelle capacit di governo di una classe dirigente formata
da imprenditori del Nord e proprietari terrieri del Sud.
Le ferrovie, costruite per favorire le comunicazione tra Est e Ovest, sono la prima vera e propria
industria del paese.
Ci sono profonde dierenze economiche e sociali tra gli Sta6 del Nord e quelli del Sud. I grossi cen-
tri urbani in rapida crescita come New York sono in contrapposizione alle grandi piantagioni di co-
tone e tabacco del Sud. A interessi economici diversi, inoltre, si contrappongono anche dieren6
ideologie e programmi poli6ci.
Esaurita la corrente federalista, il cui programma protezionista viene ereditato da alcuni repubbli-
cani, nasce il Par6to democra6co che arriva alla presidenza nel 1828 con Andrew Jackson, che rac-
coglie il malcontento dei proprietari del Sud contrari al protezionismo - che con precise tarie sui
prodoJ annullava la concorrenza europea - e quindi favorevoli al liberismo per indirizzare pi fa-
cilmente sul mercato europeo la produzione agricola e del cotone.
Il Par6to repubblicano, nato nel 1854, sosteneva gli interessi nanziari e con Lincoln il dire(o av-
versario nella Guerra di Secessione (1861) degli Sta6 schiavis6 del Sud.

3.3. Una restaurazione parziale


Il periodo della storia europea che va dal Congresso di Vienna nel 1815 alla rivoluzione di Luglio del
1830 in Francia chiamato Restaurazione, termine usato per indicare il ritorno sul trono dei Bor-
bone.
La Restaurazione non pu essere un ritorno allan6co regime, perch con6nua a ispirare lorganiz-
zazione della famiglia e della propriet secondo i principi borghesi originari e perch vengono con-
servate quelle riforme che hanno reso pi moderno ed eciente lo Stato nel campo amministra6-
vo, nanziario e giudiziario, dando vita a monarchie cos6tuzionali e parlamentari e non pi assolu-
te, su sistemi bicamerali.
In questo modo viene salvato, con una rela6va libert di stampa e non solo in Francia, il motore
nato durante la rivoluzione del 1789.
La societ occidentale europea man6ene i segni della cosidde(a duplice rivoluzione. Alcuni Sta6 si
ispirano infaJ al modello inglese. Ad esempio Camillo Benso conte di Cavour prova a portarlo in
Italia.
Il Congresso di Vienna, cui partecipano Austria, Inghilterra, Prussia e Russia e la Francia scon(a,
stabilisce tra il 1814 e il 1815 un nuovo asse(o internazionale, per limitare in futuro le tendenze
espansionis6che francesi. i Borbone vengono reinsedia6 in Francia, la Gran Bretagna consolida il
suo controllo dei mari a(ribuendosi Malta, alcune isole Ionie e altri pun6 strategici di commercio.
La Russia si raorza anne(endo Polonia, Bressarabia e Finlandia. LAustria acquisisce il Veneto, che
ora cos6tuisce il Regno Lombardo-Veneto.
La Santa Alleanza (1815) s6pulata da Russia, Austria, Prussia e Francia sancisce la volont di ques6
paesi di controllare la situazione poli6ca europea e di stroncare eventuali tenta6vi rivoluzionari,
raorza il rapporto tra Stato e Chiesa.
Diventa Quadruplice Alleanza quando si unisce lInghilterra.
3.4. Col fuoco nella mente
Il fermento intelle(uale che esplode e si dionde nellepoca della Restaurazione ha segni moltepli-
ci. Si espande pure fra gli scri(ori in par6colare, i musicis6, i loso e gli ar6s6 di ogni genere. Ri-
cordo Dostoevskij, Kant e Fichte, Shelling e Hegel, Ren de Chateubriand, Goethe, Chopin, Hugo e
Stendhal.
3.5. Le prime rivoluzioni europee
Le rivoluzioni scoppiate in Europa nel 1820 segnano un importante fa(ore che evidenzia le tensio-
ni suscitate dalla Restaurazione.
Il loro obieJvo quello di aermare i principi liberali sooca6 dai regimi restaura6 e di o(enere
una Cos6tuzione oppure di rivendicare lindipendenza nazionale.
La prima quella in Spagna, poi in Portogallo e nel regno delle Due Sicilie, poi nel regno di Sarde-
gna. Un tenta6vo di insurrezione si ha pure in Russia, in questo caso - come in Spagna e nel regno
delle Due Sicilie - i promotori rivoluzionari sono uciali dellesercito. Inne la Grecia.
3.6. La Rivoluzione di Luglio e la sua inuenza in Europa
Le rivoluzioni del 1830 hanno inuenza maggiore, coinvolgendo alcuni paesi europei, me(endo in
crisi le basi poste dal Congresso di Vienna. Il focolaio in Francia.
Le origini stesse della rivoluzione indicano il blocco sociale che si aerma allora in Francia: alta
borghesia degli aari, intelle(uali e aristocra6ci liberali si trovano uni6 a difendere un liberalismo
moderato contro la reazione monarchica e contro le aspirazioni del popolo parigino. Viene creato

quindi il regno di Luigi Filippo - durato no al 1848 - che amplia lele(orato, concede una Cos6tu-
zione che riconosce la libert di stampa e religiosa, ristabilisce la bandiera tricolore e riforma
listruzione.
Questa rivoluzione pone ne alla Restaurazione e aerma le forze an6legiJmiste e il principio di
nazionalit.
Linuenza non si limita al suo paese di origine, anche il Belgio insorge contro lOlanda protestante,
la Polonia si ribella alla Russia proclamando lindipendenza.
In Italia i carbonari nei duca6 di Modena e Parma e nelle legazioni pon6cie si ribellano. I liberali di
Ciro MenoJ mobilitano gli esponen6 della borghesia che mirano a cos6tuire una monarchia cos6-
tuzionale, ma fallisce il tenta6vo.
Mazzini, durante lesilio a Marsiglia, viene inuenzato dalla concezione democra6ca e unitaria di
Buonarro6 e dei socialis6 utopis6 francesi. Libert, uguaglianza, indipendenza, unit e repubblica
sono i principi su cui fonda la Giovine Italia, organizzazione che, con il simbolo tricolore, vuole svin-
colarsi dallinuenza francese rendendo gli italiani protagonis6 della lo(a per lindipendenza dallo
straniero e per lunit. Il suo programma pubblico a dierenza di quello dei carbonari.
3.7. LInghilterra delle due nazioni
La ques6one operaia al centro della poli6ca inglese allinizio dellO(ocento. Riesce a controllare
gli sconvolgen6 eeJ sociali della rivoluzione industriale - favori6 dallalto prezzo del grano sancito
dalle Corn Laws del 1815, leggi che proteggevano la produzione agricola interna dalla concorrenza
estera, salvaguardando gli interessi dei proprietari terrieri -.
Vengono aboli6 i CombinaAon Acts (1799-1800) perme(endo la cos6tuzione di associazioni ope-
raie, limitando per la libert di sciopero. Nel 1829 vengono riconosciu6 ai ca(olici gli stessi diriJ
poli6ci dei protestan6. Nel quadro internazionale abolisce nel 1833 la schiavit nelle colonie, men-
tre nel campo delle fabbriche le leggi che limitavano la giornata lavora6va di donne e bambini ven-
gono a lungo inosservate.
La consapevolezza che la societ inglese divisa in due - non pi poveri contro ricchi, ma proletari
contro capitalis6 - diusa: si hanno due nazioni o due popoli aerma il futuro primo ministro
Disraeli. Engels evidenzia la fra(ura in due classi contrapposte provocata dalla rivoluzione indu-
striale.
Dopo le agitazioni operaie sostenute da radicali come il losofo Jeremy Bentham, avviene il feno-
meno del Car6smo, movimento poli6co, il cui programma - la Carta del popolo - chiede il suragio
universale maschile, il voto segreto, rinnovo annuale della Camera eleJva, abolizione dei limi6 di
censo per essere eleJ e varie disposizioni di stampo democra6co a(e a far partecipare la classe
popolare alla vita poli6ca.
Il movimento liberista, animato dallindustriale Richard Cobden, riesce a convincere il governo con-
servatore di Robert Peel ad abolire le Corn Laws nel 1846, nel momento in cui la cares6a scoppiata
in Irlanda me(e in dubbio lecacia del protezionismo.
3.8. Il liberalismo
Let della Restaurazione in Europa anche quella in cui si aerma il principio losoco e poli6co
del liberalismo.
E un conce(o pi complesso di quello di libert e usato in termini poli6ci.
La prima origine del liberalismo rintracciabile nelle lo(e per la libert di coscienza e di opinione
per la tolleranza religiosa nellInghilterra del Seicento, quando John Locke si ba(e per i diriJ del

ci(adino nei Tra(a6 sul governo. Ma solo dopo la Rivoluzione francese che si aerma il liberali-
smo poli6co come do(rina.
Benjamin Constant, considerato il padre del liberalismo, aerma che per gli anAchi la libert con-
siste nella partecipazione dire4a agli aari pubblici e per la societ pi complessa dei moderni essa
invece la libert del singolo di esprimere idee, associarsi, e avere propriet. Quindi la libert d
un potere esterno, che diventa libert di agire in modo autonomo.
Lo studioso e uomo poli6co inglese John Stuart Mill elabora questa concezione di libert: la liber-
t deve essere il principio motore delle dierenze di opinione e della loro possibilit di espressione.
Le posizioni di Constant e Mill esprimono al tempo stesso il signicato losoco del liberalismo e i
limi6 sociali che nellO(ocento restringono ai soli proprietari questo diri(o.
Tra il Se(ecento e lO(ocento il liberismo ha molta fortuna in Gran Bretagna sostenuto da econo-
mis6 come Smith, Ricardo e Cobden.
Dopo la grande crisi del 1929 il liberismo economico non un corollario del liberismo economico.
La Dichiarazione dei diriH delluomo e del ci4adino del 1789 aerma che la libera comunicazione
del pensiero e delle opinioni uno dei diriJ pi preziosi delluomo: ogni ci(adino pu dunque
parlare, scrivere, stampare liberamente[...].

4. MovimenI nazionali e mobilit sociale


4.1. La nazione
La nazione un fenomeno nuovo che segna tu(a lepoca contemporanea a par6re dal 1789. Dal
la6no naAo, indica il luogo di nascita e assume non pi un signicato geograco - poi indicato dal
termine paese - ma anche poli6co.
Spesso si abbina alla volont generale, presente ad esempio nella Cos6tuzione spagnola, in quel-
la belga, nello Statuto alber6no, nei proclami mazziniani e inne nella Cos6tuzione russa sovie6ca.
Il conce(o di nazione amplia quello di patria. Gli intelle(uali contribuiscono ad elaborare il
proge(o della comunit immaginata, come succede in Italia e in Germania, nella fase di unica-
zione. Lesistenza di un lite culturale forte, con una lingua nazionale scri(a essenziale per questo
processo.
Fino alla Prima Guerra Mondiale i movimen6 nazionali riescono ad accrescere il numero degli Sta-
6-nazione.
Alla ne dellO(ocento il principio nazionale si aanca dal nazionalismo, ideologia che mira ad ac-
quisire il consenso delle masse alla poli6ca dello Stato e ad aermare la superiorit di una nazione
sulle altre.
4.2. Le rivoluzioni del 1848-49
La ques6one nazionale al centro delle rivoluzioni scoppiate in Europa nel 1858-49, sorte nei vari
Sta6 accomuna6 da principi comuni. Gli a(ori che entrano in scena sono numerosi, dagli ar6giani
agli operai e alle masse popolari dei centri urbani e ai contadini.
La prima a muoversi Palermo, arrivando ad una Cos6tuzione, che poi, a catena oJene la Tosca-
na, il Piemonte e nello stesso Stato della Chiesa.
In Europa tocca a Parigi, poi a Vienna, a Budapest, a Venezia, a Milano, a Praga, a Berlino no in
Russia, e inne in Gran Bretagna. E la rivoluzione pi estesa dal punto di vista geograco.
Parigi ha un ruolo di spicco. Linsurrezione del 22 Febbraio me(e in moto Vienna e Berlino. Solo a
Parigi cade il monarca, viene proclamata la Repubblica. Ovunque sono le capitali le protagoniste.
I segnali di queste rivoluzioni si hanno qualche anno prima con una crisi economica per via dei cat-
6vi raccol6, che innescano un aumento dei prezzi. Una grande cares6a colpisce lIrlanda provocan-
do cen6naia di migliaia di mor6.
Negli Sta6 italiani si manifestano, dopo le rivoluzioni del 1831, nuove spinte liberal-moderate di
autonomia, in concorrenza con le proposte democra6che e repubblicane di Mazzini.
Negli anni Quaranta si intensicano le proposte per dare risposta alla ques6one nazionale in ma-
niera diversa da quella mazziniana. A imporsi il programma moderato che conda sul sostegno
del Piemonte di Carlo Alberto, lo Stato italiano che negli anni Quaranta si dimostra pi disponibile
a caute riforme sul terreno economico civile e giudiziario e sulle aperture del nuovo pontece Pio
IX che a(enua la censura sulla stampa.
Le rivoluzioni europee hanno in comune non solo la preroga6va del concentramento nei centri ur-
bani, ma anche alcuni obieJvi in comune: richiesta di carte cos6tuzionali.
In Italia si parla di Statuto, che indica che la carta concessa o stabilita dallalto.
La carta francese si basa su libert di stampa e di associazione, abolisce la schiavit e la pena di
morte per i rea6 poli6ci, si occupa di diri(o al lavoro. La fraternit che si esprime in ques6 prov-
vedimen6 non spinge no ad arrivare al nuovo Terrore. Pi incisiva lintroduzione duratura del

suragio universale maschile. Si ha una vi(oria dei repubblicani modera6. Essi escludono i sociali-
s6 provocando la rivolta degli operai parigini. La provincia moderata, legiJmata dal suragio uni-
versale, vince sulla Parigi radicale e socialista.
Viene elaborata la Cos6tuzione di novembre. La repubblica democra6ca man6ene il suragio
universale maschile e i principi liberali proclama6 a Febbraio, nel rispe(o della propriet e dellor-
dine pubblico, ed organizzata sul modello degli Sta6 Uni6.
Nel Dicembre del 48 viene ele(o presidente Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone.
In questo clima avviene il colpo di Stato di Luigi Bonaparte che scioglie lAssemblea per ristabilire il
suragio universale e prolungare il suo mandato di dieci anni. Ma la Cos6tuzione fa(a approvare
nel Gennaio del 1852 gli concede poteri ampi.
La Seconda Repubblica nisce nel Novembre del 1852, quando si fa proclamare imperatore col
nome di Napoleone III.
La speranza, diusa fra i popoli di lingua tedesca, di dar vita a un loro Stato nazionale sembra
prendere corpo con lAssemblea cos6tuente ele(a a suragio universale.
Si scontrano inoltre due ipotesi di unicazione: la grande tedesca del regno asburgico, sostenuta
dai ca(olici, e la piccola tedesca degli Hohenzollern di Prussia. A Francoforte prevale la seconda.
Ma la Cos6tuzione votata non entra in vigore, anche se ha un grande valore simbolico.
La rivoluzione scoppiata nel Marzo del 1848 a Vienna costringe limperatore Ferdinando I a conce-
dere ad Aprile una Cos6tuzione. A Praga si forma un governo provvisorio e lUngheria proclama la
propria autonomia.
La rivoluzione viennese produce insurrezioni pure nel lombardo-veneto.
E Luigi Napoleone ad assumersi il compito di abba(ere la Repubblica romana, dove c un governo
guidato da Mazzini con a sua difesa Garibaldi. Il presidente francese intende o(enere il consenso
interno dei ca(olici e limitare linuenza asburgica in Italia.
Dopo il 1848-49 non si vericano rivoluzioni in Europa per tanto tempo se non per via di even6
bellici come la Comune di Parigi del 1871 o le rivoluzioni russe (1905 e 1917).
I movimen6 nazionali riemergono in Italia e in Germania, con nuovi protagonis6 poli6ci, come i
socialis6, che cominciano ad assumere una sionomia poli6ca (Karl Marx e Friedrich Engels).
Oltre il movimento socialista il movimento democra6co a farsi strada, che sos6ene luguaglianza
di tuJ i ci(adini sul terreno poli6co e sociale.
4.3. Due nuovi StaA, Italia e Germania
Nellarco di dieci anni (1861-71) nasce il regno dItalia e il Reich tedesco. Le loro formazioni hanno
origine nelle rivoluzioni del 1848-49 e nei loro esi6.
Lunicazione tedesca un processo condo(o dallalto, per inizia6va della Prussia. Lunit in Italia si
raggiunge con laiuto dei francesi e di un compromesso tra le aspirazioni di espansione territoria-
le della dinas6a sabauda, lopera dei modera6 di Cavour e linizia6va dei democra6ci mazziniani e
garibaldini. Lo stesso termine Risorgimento usato dai suoi protagonis6 per denire il processo di
unicazione in Italia, ne so(olinea il cara(ere nazionale: esso rappresenta lidea di un rinnovamen-
to nella forma di uno Stato-nazione.
Aspirazioni e ipotesi cominciano a concre6zzarsi quando nel 1852 Camillo Benso conte di Cavour
arriva alla guida del Piemonte. Si propone di raorzare lo Stato ispirandosi al modello inglese libe-
rale e liberista. Abolisce i dazi sul grano e compie una serie di opere pubbliche per migliorare le vie
di comunicazione e leconomia.
Nel 1857 il regno sabaudo esibisce alcuni successi grazie alla diplomazia di Cavour. Punta ad o(e-
nere lappoggio di altre potenze an6austriache. Coglie loccasione della guerra di Crimea del 1854 e

si garan6sce la partecipazione alla conferenza di pace di Parigi del 1856. Ivi solleva il problema del-
lasse(o poli6co della penisola italiana. Da qui nasce lasse privilegiato con la Francia per condurre
una poli6ca comune an6austriaca, arrivando no ad un accordo segreto nel 1858.
Le aspirazioni nazionali soddisfa(e sono comunque subordinate agli interessi dinas6ci piemontesi.
Lo scoppio delle insurrezioni an6borboniche in Sicilia spinge Garibaldi a organizzare una spedizione
di mille volontari nel Maggio 1860, prendendo so(o controllo lisola. Raggiunge Napoli a Se(em-
bre, entrandovi col consenso di Napoleone III che chiede di lasciare al pontece Roma e il Lazio. Le
truppe piemontesi occupano Umbria e Marche scendendo poi a sud. Garibaldi si piega ad O(obre
a Teano, dove consegna i suoi poteri a Vi(orio Emanuele.
Marche, Umbria e il meridione vengono annessi al regno sabaudo. Il 17 Marzo del 1861 Vi(orio
Emanuele II viene proclamato a Torino re dItalia per grazia di Dio e volont della nazione. Lo Sta-
tuto del 1848 rimane la carta del regno.
Dieci anni dopo in Germania si conclude il processo di unicazione, o(enuto grazie alla scon(a
dellAustria. Bismark appoggia la burocrazia e lesercito, interpretando la Cos6tuzione del 1850 in
senso ancora pi conservatore. Egli si serve delle sue risorse per accrescere le spese militari, tra-
sformandolo in una grande potenza. Me(e a tacere le opposizioni sciogliendo la Camere e abolisce
la libert di stampa garantendosi lappella6vo di cancelliere di ferro.
Le tappe del passaggio dalla Prussia al Reich tedesco sono rapide, segnate da vi(orie fru(o della
sua supremazia militare.
Al posto dellimpero in Francia viene proclamata la repubblica con il governo Thiers, che nel Mag-
gio del 1871 conclude la pace cedendo lAlsazia e la Lorena.
Poco prima, a Gennaio, viene proclamato imperatore di Germania Guglielmo I.
4.4. Da ceto a classe: una societ borghese?
Una delle denizioni corren6 dellO(ocento quella di secolo della borghesia. E il secolo che si
apre in Europa con lavvento del capitalismo industriale e la sos6tuzione della rappresentanza per
test a quella per sta6 o ce6 e con labolizione del feudalesimo.
Leconomista scozzese Adam Smith esalta, nel 1776 con un libro, il valore dellinizia6va privata al-
linterno di un libero mercato.
LO(ocento vede anche la nascita dei ce6 medi cos6tui6 da professionis6, intelle(uali e commer-
cian6.
Si aerma nel mondo occidentale il conce(o di classe. In Gran Bretagna comincia ad apparire nel
periodo della rivoluzione industriale e i termini classi medie, classi operaie sos6tuisce le gene-
riche classi lavoratrici.
In Francia il termine borghesia prende il posto di Terzo stato per indicare il gruppo che ha mes-
so in crisi la societ feudale. Con borghesia si intende un gruppo denito dalla sua posizione an-
6aristocra6ca e come classe di proprietari capace di aermare i suoi diriJ e il suo potere.
Nella nuova situazione al conce(o di ordine o ceto di nascita si sos6tuisce quello di classe,
che non appar6ene pi per eredit ma in seguito a una divisione sociale dovuta ai rappor6 di pro-
duzione, secondo una mobilit ascendente o discendente.
Lanalisi della borghesia e delle classi come prodo(o dei rappor6 di produzione capitalis6ci viene
so(oposta a discussione allinizio del Novecento dal sociologo tedesco Max Weber.

Gi prima della grande paura del 1848 le classi laboriose vengono iden6cate come classi peri-
colose per le loro forme iniziali di organizzazione e per la diusione delle prime idee socialiste. Da
unaltra parte la borghesia raccoglie gli esponen6 di una nuova ricchezza e potere. Si ri6ene una
classe universale, rappresentate non solo di un segmento sociale ma di tu(a la societ nei suoi
valori pi moderni, liberali e liberis6, laici e razionali, duciosa nella scienza e nel progresso, se-
condo limmagine oerta nel 1827 da Benjamin Constant.
E opportuno parlare quindi non di borghesia, ma di borghesie al plurale, sia per le dierenze
geograche che per le molteplici componen6 di questo gruppo sociale, di 6po economico, produt-
6vo, culturale e di status.
NellEuropa della seconda met dellO(ocento la borghesia si dis6ngue dalle masse popolari e dal-
le loro richieste sociali e democra6che, per via via assimilarsi allaristocrazia, innalzandosi nella sca-
la sociale per contrastare la minaccia proveniente dal basso.

5. La modernizzazione degli staI


Nella seconda met dellO(ocento assis6amo in Europa, in America del Nord e in Giappone a un
consolidamento delle stru(ure degli Sta6.
Le classi dirigen6 sono costre(e a misurarsi con le nuove moderne forme di espressione dellopi-
nione pubblica, di controllo e di consenso. Le soluzioni sono diverse da paese a paese e si devono
adeguare le stru(ure e le funzioni dello Stato.
Nel Novecento la modernizzazione avviene anche per altre vie: da un governo di(atoriale come da
una democrazia. Mol6 governi a(uano una poli6ca liberale cauta, ampliando il diri(o di voto bi-
lanciando col raorzamento del potere esecu6vo. La liberalizzazione del mercato del lavoro e labo-
lizione della schiavit negli Sta6 Uni6 apre la strada a uno sviluppo capitalis6co e a for6 tensioni
sociali cui i governi rispondono non solo con la repressione ma anche recependo - in parte - le ri-
chieste delle classi lavoratrici.
Il passato comunque non viene cancellato del tu(o. In Europa non era venuto meno il potere della
monarchia e della nobilt.
5.1. La nuova unit degli StaA UniA
Romanzi come la Capanna dello zio Tom di Stowe denunciano la schiavit. Ma i pregiudizi razziali
contro i neri con6nuano ad essere assai diusi negli Sta6 Uni6. Il contrasto fra Nord e Sud comun-
que scoppia su basi economiche pi che ideologiche, nella situazione in cui si deve decidere se
amme(ere o meno la schiavit nei nuovi sta6 che si creano a Ovest.
La spaccatura si radicalizza con la nascita del Par6to repubblicano, an6schiavista e favorevole al
protezionismo del Nord. Dallaltra parte si ha il Par6to democra6co che sos6ene i proprietari ter-
rieri del Sud, sostenitori del liberismo per favorire le esportazioni di cotone greggio, col6vato dagli
schiavi neri.
Nel 1860 Nord e Sud si sentono due nazioni dis6nte, il Nord cara(erizzato da una forte industria
capitalis6ca e da un libero mercato del lavoro, il Sud con uneconomia agraria ispirata a criteri tra-
dizionali e paternalis6ci.
In quellanno viene ele(o presidente della repubblica, con i vo6 del nord, Abraham Lincoln, espo-
nente del Par6to repubblicano e contrario allespansione della schiavit.
Nel 1861 i dieci Sta6 del Sud si staccano dallUnione dando vita a una Confederazione. Inizia cos
una guerra civile che si protrae no al 1865. La Confederazione non pu contare nellappoggio del-
lInghilterra - pur interessata allimportazione del cotone - ne su Napoleone III. InfaJ non riesce a
fronteggiare la superiorit economica dellUnione.
LUnione, per o(enere maggiori consensi nel 1862 assegna gratuitamente appezzamen6 di terreno
ai coloni interessa6 a col6varli e arruola nellesercito i primi solda6 neri, che preannuncia laboli-
zione della schiavit nei territori della Confederazione, proclamata da Lincoln nel 1863.
La scon(a della Confederazione pone ne alla guerra civile e d inizio alla ricostruzione degli Sta6
Uni6, come nazione al singolare, con la creazione di un sistema bancario nazionale, una moneta
unica, la costruzione accelerata di una rete ferroviaria da costa a costa e di un sistema di comuni-
cazioni telegrache.
La crisi economica del 1873 me(e in luce le contraddizioni di una crescita incontrollata di 6po mo-
nopolis6co. Cosicch viene varata nel 1890 una legge an6trust.
Nel 1867 con lacquisto dellAlaska dalla Russia gli sta6 uni6 si assicurano la presenza nel Pacico e
maggiori riserve minerarie.

La liberazione degli schiavi comunque non a(enua il razzismo. Il Ku Klux Klan, organizzazione se-
greta di bianchi razzis6 del 1866, lespressione armata e violenta di unos6lit condivisa anche dal
successore di Lincoln, Andrew Johnson.
5.2. La Gran Bretagna: liberalismo e dominio
Durante il lungo regno della regina ViMoria - che ha dato il nome ad unintera et - la Gran Breta-
gna conosce un periodo di straordinario sviluppo economico, dopo il fallimento del periodo car6-
sta.
LEsposizione Universale del 1851, che si svolge nel modernissimo edicio di vetro del Crystal Pala-
ce di Londra, lemblema del progresso industriale che investe la Gran Bretagna e lEuropa.
Dopo la riforma ele(orale del 1832 la Camera dei Comuni vede aumentare la rappresentanza della
borghesia degli aari, anche se ancora il ceto medio e gli operai rimangono insoddisfaJ.
Per raorzare la stabilit interna e le stru(ure di una potenza proie(ata verso unespansione colo-
niale, la Gran Bretagna si a(rezza con alcune riforme a(uate dai governi liberali di Henry Palmer-
ston e di William Gladstone. Si amplia il suragio. Gladstone estende il diri(o di voto agli abitan6
delle campagne.
La riforma del 1867 - con laggiunta nel 1872 del voto segreto - raorza le preroga6ve del Parla-
mento dando limpulso di unorganizzazione su due par66 - whig e tory - che coinvolge lopinione
pubblica e la stampa.
LEducaAon Act del 1870 is6tuisce il controllo sulla formazione elementare so(raendola dalla Chie-
sa anglicana.
Il liberalismo di Gladstone mira ad aermare il principio delluguaglianza civile anche in Irlanda nel
1870. Egli cerca di risolvere la ques6one irlandese senza ricorrendo alla repressione contro gli indi-
penden6s6 del movimento feniano - societ segreta fondata nel 1858 che ricorre al terrorismo,
conuendo nel 1905 al Sinn Fin - e proponendo nel 1886 lautonomia dellIrlanda, incontrando
comunque lopposizione dei protestan6 dellUlster (Irlanda del nord) guida6 da Chamberlain.
Let vi(oriana si dimostra un insieme di liberalismo e imperialismo, nalizza6 a stabilire nuovi e
profondi legami tra masse e monarchia, priva di potere eeJvo ma da sempre simbolo dellunit e
grandezza del paese.
5.3. La Francia e il bonaparAsmo
Limpero di Napoleone III si erige su un sistema poli6co solo formalmente democra6co. Viene
chiamato bonapar6smo ed di 6po autoritario in cerca di una legiJmazione popolare, sul quale
esprime unopinione Marx nel 1852 con Il dicio4o brumaio di Luigi Bonaparte, indicando il Secon-
do impero una parodia del Primo (di Napoleone).
Il bonapar6smo si appoggia in Francia sulla burocrazia statale e la borghesia degli aari. Applica un
enorme impegno nanziario realizzando il canale di Suez. Si ha il riconoscimento del diri(o di as-
sociazione degli operai e del diri(o di sciopero, ispirandosi ad una paternalis6ca tesa ad acquisire
consenso anche presso le fasce pi deboli della popolazione.
La modernizzazione del paese prosegue anche durante la Terza repubblica che is6tuisce un sistema
bicamerale con una Camera e un Senato eleJvi.
Dal 1870 si promuove un processo accelerato di unicazione a(raverso la modernizzazione della
Francia rurale.

5.4. La Germania guglielmina


Il caso della Germania si considera del tu(o par6colare nel quadro storico europeo di questo pe-
riodo. Un pa(o tra la borghesia industriale e gli Junkers, detentori della grande propriet terriera,
perme(e una rapida modernizzazione economica frenando per lo sviluppo democra6co del pae-
se.
La Cos6tuzione del 1871 non fa parola dei diriJ dei ci(adini se non quello ele(orale. La forza poli-
6ca degli Junkers non maggiore di quella dei grandi proprietari terrieri inglesi e il predomino del
potere esecu6vo ricorda il bonapar6smo francese. Quella tedesca una variante della rivoluzione
borghese che si aerma nellEuropa occidentale.
Il potere eeJvo non viene esercitato da un parlamento ma dallimperatore e dal cancelliere che
risponde comunque allimperatore. Un sistema poli6co cos chiuso si scontra con uneconomia e
una societ in rapida crescita. La denizione di impero inquieto sfata limmagine di una compat-
tezza del Reich tedesco.
So(o limpero di Guglielmo I e II la Germania si sviluppa in maniera impetuosa.
Nello stato creato nel 1871 da Bismark i ca(olici, considera6 una minaccia, vengono contrasta6.
Pi avan6 si ha il varo di una legislazione sociale pi avanzata di quella sperimentata nella Francia
di Napoleone III, che pregura il futuro Welfare State: le assicurazioni obbligatori contro le malat-
6e, linvalidit e la vecchiaia, che hanno lo scopo di prevenire i coniJ di classe nellindustria.
5.5. Fare lItalia
Il paese unicato poli6camente nel 1861 deve essere costruito dalle fondamenta. Gli Sta6 sono
profondamente diversi per sviluppo economico, stru(ure amministra6ve e cultura poli6ca, grado
di istruzione e aggregazione sociale. In par6colare le regioni del Mezzogiorno sono assai distan6 da
quelle del Piemonte e della Lombardia. Indice eloquente il forte tasso di analfabe6smo.
Per iniziare si ha lunicazione della moneta delle tarie doganali e dei codici. La Carta fondamen-
tale lo Statuto alberIno del 1848, che rimane in vigore no alla nascita della Repubblica italiana
dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il re ha un grande potere decisionale ed dicile considerare il parlamento come una vera e pro-
pria forma di governo rappresenta6va.
La legge Casa6 del 1859 stabilisce il principio di una scuola elementare obbligatoria, con un inse-
gnamento di 6po laico.
Allo Stato viene data unorganizzazione fortemente centralizzata, vengono nuovamente is6tui6 i
prefeJ, i sindaci dei Comuni sono di nomina regia.
Il brigantaggio, che imperversa il Mezzogiorno lespressione violenta del malcontento contadino
oltre che del tenta6vo dei Borbone di tornare sul trono. La dura repressione militare riesce a scon-
ggere il brigantaggio. E quello il momento in cui si apre la ques6one meridionale, cos6tuita da
arretratezza economica e culturale.
Lo sviluppo della maa, associazione criminale che nasce a Palermo e che si ramica in tu(a la Sici-
lia, fa si che essa rappresen6 un ruolo di supplenza dello Stato controllando il territorio, il mercato
del lavoro e lo stesso mondo poli6co. Lo Stato convive con la maa, lasciandole campo libero.
I governi sono sostenu6 no al 1876 dalla Destra storica, erede della linea di Cavour. Essa deve af-
frontare i problemi pi urgen6 come quello nanziario, risolto con un bilancio posi6vo da Quin6no
Sella con dura pressione scale, anche grazie alla messa in asta dei beni ecclesias6ci incamera6
dallo Stato.

Il Codice civile del 1865 introduce il matrimonio civile, a tes6monianza della laicit dello Stato. Le
azioni poli6che per trasferire la capitale da Torino a Roma incrinano deni6vamente i rappor6 col
pontece. Fermato Garibaldi sullAspromonte temporaneamente la capitale viene spostata a Firen-
ze, n quando viene compiuta la breccia di Porta Pia nel 1870 quando lesercito entra a Roma.
Pio IX pone il divieto ai ca(olici di partecipare alle azioni poli6che come disdegno per lusurpazione
del suo potere temporale.
Quella che viene denita Sinistra riesce a incidere su alcune cose importan6, ques6oni poli6che,
con i governi di Agos6no Depre6s e di Francesco Crispi. La legge Coppino cerca di a(uare in tu(o il
paese lobbligo di istruzione, riuscendo a fare scendere lanalfabe6smo al 50% nel 1901.
E lex garibaldino Crispi a procedere rapidamente con una radicale opera di riforma dello Stato i
cui risulta6 durano no al fascismo e oltre. La caduta di Crispi nel 1896 avviene per problemi di po-
li6ca estera, fallendo i tenta6vi di espansione coloniale in E6opia.
Nel 1882 lItalia si lega con il tra(ato della Triplice alleanza alla Germania e allAustria-Ungheria.
5.6. La duplice monarchia asburgica
Lincapacit di fronteggiare i grossi problemi interni contraddis6ngue limpero austriaco no alla
prima guerra mondiale. I problemi sono dovu6 anche alle spinte nazionali dai paesi soggeJ alla
sua inuenza.
Dopo labolizione deni6va della servit della gleba, la Cos6tuzione del 1861 a(ribuisce il compito
di eleggere il parlamento alle Diete provinciali.
Nel 1867 gli ungheresi, il gruppo etnico non tedesco pi forte, si impongono o(enendo un com-
promesso, creando una duplice monarchia: il regno dUngheria viene dis6nto da quello austria-
co, anche se sempre so(o il controllo di Francesco Giuseppe, mantenendo ministeri degli Esteri,
delle Finanze e della Guerra.
Si fanno strada uguali diriJ civili e poli6ci, libert di opinione, di stampa e di associazione. Gli ebrei
vengono avver66 come una minaccia. Sulla ques6one nazionale con6nuano a coagularsi le tensioni
interne dellimpero. Le minoranze boeme e slave con6nuano a rivendicare uno spazio poli6co e il
diri(o alla parit linguis6ca nelle regioni da loro abitate.
5.7. La Russia e la4razione dellOccidente
Nicola I scatena nel 1854 la guerra di Crimea contro limpero o(omano, che si risolve nel 1856 con
la scon(a russa da parte delle forze inglesi, francesi e piemontesi. La scon(a del 1856 sollecita
la Russia a domandarsi sulla possibilit di competere con le potenze occidentali. Lo zar Alessandro
II, salito al trono nel 1855, si pone lobieJvo di raorzare lo Stato per superare i ritardi e le debo-
lezze di unorganizzazione poli6ca e sociale rimasta immobile.
Con la sua vas6t limpero zarista aveva enormi problemi, derivan6 dalle profonde diversit eco-
nomiche, culturali e religiose interne, senza contare le molteplici etnie separate tra loro. C un
abisso sociale che dis6ngue due Russie incomunicabili fra loro: quella dei grandi proprietari che
guidavano lo Stato dalla capitale San Pietroburgo con i suoi 500.000 abitan6 e quella delle masse
popolari e contadine che cos6tuivano il 90% della popolazione.
Lespansione verso lAsia centrale peggiora le condizioni economiche dei gruppi sociali pi deboli.
Un abbozzo di societ civile rappresentato solo dagli intelle(uali, in conta(o con la cultura euro-
pea, che avevano in pugno solo le armi della le(eratura.

Il segno pi evidente dellarretratezza della Russia la presenza della servit della gleba, un is6tu-
to di origine medievale che lega i contadini alla terra dalla nascita alla morte, potendo inoltre esse-
re vendu6 insieme alla terra.
Il problema dellabolizione della servit della gleba viene arontato da Alessandro II, nel quadro di
un proge(o di ammodernamento dello Stato reso urgente dalla scon(a nella guerra di Crimea.
Con lA(o di emancipazione del 1861 libera dalla servit 20 milioni di contadini delle tenute nobi-
liari. I servi diventano liberi ci(adini con uguali diriJ, con la possibilit di spostarsi in cerca di un
nuovo lavoro, anche se i criteri di assegnazione delle terre furono complica6 e restriJvi: lalta quo-
ta che i servi libera6 dovevano pagare per risca(are le propriet fa si che essi o(engano meno
terreno di prima, a vantaggio della grande propriet nobiliare.
Labolizione della servit della gleba quindi pone le premesse per uno sviluppo capitalis6co nel non
nel se(ore agricolo e non in funzione di un ammodernamento nelle tecniche produJve.
Di grande rilievo la riforma del sistema giudiziario: una legge uguale per tuJ al posto di quella
dis6nta per ce6, la garanzia dellindipendenza dei giudici e la tutela dei diriJ degli accusa6, laper-
tura delle scuole a tuJ i ce6.
Con queste riforme si pregura una societ civile e un futuro Stato di diri(o, non uno Stato nazio-
nale a causa delle diseguaglianze civili e poli6che fra le varie etnie.
5.8. Il governo illuminato in Giappone
Quanto avviene in Giappone nellera Meiji, che si apre nel 1868 denito rivoluzione dallalto. Si
cos6tuisce in tempi rapidissimi uno Stato di 6po moderno che combina la tradizione con i modelli
occidentali. Il Giappone lunico dei paesi dellAsia orientale che nellO(ocento riesce a superare
una profonda crisi interna ed esercitare una forte inuenza nellarea del Pacico.
Di fronte la minaccia straniera, la Cina reagisce chiudendosi in se stessa, il Giappone, quando gli
Sta6 Uni6 nel 1853 chiedono lapertura dei suoi por6 commerciali, acce(a i tra(a6 inuguali che
gli vengono impos6, avviando per subito un processo di riorganizzazione interna sullesempio dei
paesi europei. Il 6more di essere dominato dalle potenze occidentali lo porta ad unoccidentalizza-
zione.
Re(o da un sistema feudale che solo formalmente fa capo allimperatore - residente a Kyoto, ado-
rato come un Dio in base allo shintoismo - il potere eeJvo viene esercitato da un governatore
(shogun) dalla capitale Edo (oggi Tokyo). Egli controlla gran parte delle provincie re(e da signori
feudali (daimyo), al di so(o dei quali hanno i samurai, una casta di guerrieri cui era riservato il di-
ri(o di portare armi ed esercitare funzioni amministra6ve. Leconomia prevalentemente agricola,
tanto che la moneta di scambio fondamentale il riso. Contadini, samurai, mercan6 e ar6giani co-
s6tuiscono delle caste chiuse ed ereditarie.
Tradizionalmente impermeabile alle inuenze esterne, il Giappone muta profondamente di fronte
alla minaccia straniera. Dopo alcuni scontri, nel 1868 limperatore Mutsuhito si insedia a Edo, ribat-
tezzandolo Tokyo e pone ne allo shogunato. Is6tuisce un sistema rappresenta6vo capace di ri-
specchiare le aspirazioni di tuJ gli stra6 sociali.
Comincia cos lera Meiji, o del governo illuminato, che ritenuta linizio dellet contemporanea
del Giappone. Vengono realizzate in pochi anni una serie di riforme che pongono ne al sistema
feudale e alla divisione in classi chiuse. Is6tuisce un sistema bancario con lo yen come moneta uni-
ca, istruzione obbligatoria e la coscrizione, riorganizza lesercito sul modello prussiano. Il geJto
tributario alimenta unindustrializzazione nanziaria e guidata in un primo tempo dallo Stato.
A queste trasformazioni economiche, amministra6ve e militari corrispondono solo in parte cam-
biamen6 poli6co-is6tuzionali. La Cos6tuzione concessa dallimperatore nel 1889 prevede un par-
lamento cos6tuito da una Camera alta composta da notabili di nomina imperiale e da un Camera

rappresenta6va ele(a su base censita ristre(a, e aerma che la sovranit appar6ene alla persona
sacra dellimperatore. Il Codice civile man6ene lordine an6co della famiglia. La forza della tradi-
zione si nota anche nella scuola dove viene impar6to il culto dellimperatore.
La cosidde(a restaurazione Meiji quindi da considerare come un processo riformatore guidato
da esponen6 del vecchio ordine, che innesca uno sviluppo capitalis6co prote(o dallo Stato.
La guerra contro la Cina del 1894-95 assicura allimpero nipponico linuenza sulla Corea e loccu-
pazione dellisola di Taiwan, ma la necessit di acquisire risorse alimenta le aspirazioni giapponesi a
danno della Cina. Alleatosi nel 1902 con lInghilterra per contrastare lavanzata russa in Manciuria,
senza una dichiarazione di guerra il Giappone a(acca limpero zarista, sconggendolo in un anno.
La vi(oria del Giappone ha un grande rilievo non solo perch aerma il suo predomino nellAsia
orientale e perch inuisce sulla crisi russa sfociata in rivoluzione nel 1905, ma ha anche un note-
vole valore simbolico.
5.9. Lo Stato moderno e la ci4adinanza
Si aerma in questo periodo una nuova idea di Stato. La sua organizzazione diversa per eredit
storiche o specicit geograche, ma non si pu dimen6care il comune modello di riferimento dei
vari Sta6 dellO(ocento: non pi uno Stato assoluto, ma un organismo is6tuzionale nel quale lo
stesso sovrano so(oposto alle regole comuni e basa la propria legiJmit sul consenso di una
comunit nazionale di ci(adini uguali di fronte alla legge e non pi diversica6 per ce6 sociali o
ordini.
Prevale quindi la concezione secondo il quale lo Stato in funzione dellindividuo e non viceversa.
Fra i suoi compi6 principali vi , oltre quello di provvedere alla difesa comune e allordine, di ga-
ran6re listruzione pubblica per tuJ i ci(adini. In cambio i ci(adini hanno alcuni doveri comuni,
come le imposte e il servizio militare obbligatorio. Ques6 sono doveri che hanno sostanzialmente
lobieJvo di unicare la societ.
Lo Stato che comincia a congurarsi allora nellEuropa con6nentale si basa sulla divisione dei pote-
ri e garan6re il libero sviluppo della societ civile.
Solo pi tardi, con lavvento della democrazia, il principio della sovranit popolare potr aermarsi
con lis6tuzione del suragio universale e la diusione del sistema dei par66.
Unaltra cara(eris6ca di mol6 Sta6 quella di essere degli StaI nazionali. Appaiono come una co-
munit omogenea dal punto di vista etnico, linguis6co, storico o religioso. E un mo6vo di coesione
che poi sfocia nel nazionalismo.
Quello che cambia comunque n dallinizio dellO(ocento lo spazio di intervento dello Stato, che
spesso produce eeJ oppos6 a quelli cui si era proposto. Invece di indebolire il proprio potere in
nome dei diriJ individuali, lo aumenta. De(a, sopra(u(o, regole ad alcune professioni liberali di
par6colare rilevanza pubblica come quelle giuridiche.
Il processo di ampliamento della sfera pubblica a danno di quella privata des6nato a con6nuare
in seguito a ritmo accelerato.
Si pu denire ciMadino, in questo contesto e in questo periodo, il 6tolare di una serie di diriJ al-
linterno di un ordinamento giuridico-poli6co: i diriJ civili e quelli poli6ci.
Sono molto pi tardi per, con lavvento dei regimi democra6ci e il suragio universale, i 6tolari dei
diriJ civili e dei diriJ poli6ci arrivano a coincidere. Con unimportante eccezione: le donne.

La ci(adinanza implica dei diriJ, oltre che dei doveri, ma pone un problema di iden6t e apparte-
nenza. Gli Sta6 hanno determinato le preroga6ve che determinano lo status di ci(adino sulla base
di principi diversi: quello della discendenza e quello del territorio in qui si na6.
La ques6one della ci(adinanza si conne(e solo in parte con quella dellappartenenza nazionale: lo
dimostrano oggi lesistenza di societ mul6etniche.

6. La conquista del mondo


6.1. Scienza, tecnica e progresso industriale
Le esposizioni universali alla ne dellO(ocento, quella di Londra e quella di Parigi, sono le espres-
sioni pi alte dellorgoglio e del senso di superiorit delluomo occidentale, capace di dominare la
natura e il mondo con le armi della tecnica e dellindustria.
Negli stessi anni i paesi pi for6 dal punto di vista tecnico ed economico realizzano in breve tempo
la pi grande espansione coloniale della storia che investe Africa e Asia. Lindustria rappresenta e
dimostra grandi eeJ fascinatori di massa, come quelli di mol6 romanzi di Jules Verne ispira6 al
sapere tecnico e scien6co.
Il posi6vismo, concezione losoca che esalta il valore supremo della scienza e del concreto, af-
ferma il ruolo progressivo degli industriali e degli scienzia6.
Il conce(o di evoluzione formulato da Charles Darwin nellOrigine della specie (1859) sembra ri-
spondere agli interroga6vi che si pongono non solo per il mondo naturale, ma anche per la societ.
Il darwinismo sociale che ne deriva oJene larga e diversa fortuna, fornendo per ai razzis6 e ai
nazionalis6 i criteri per gius6care la supremazia degli individui e dei popoli for6 su quelli deboli.
La ricerca pura e applicata fa grandi passi in tuJ i se(ori: matema6ca, sica, biologia e medicina,
tra invenzioni tecnologiche come il telefono e la lampadina e sperimentazione di vaccini e medici-
nali alle malaJe pi comuni, per nire con linvenzione del pneuma6co e dellaereo e della dina-
mite di Nobel.
Si tra(a di una grandiosa espansione del sistema dellindustria, secondo 6pologie nuove rispe(o a
quelle che si erano manifestate in Gran Bretagna.
Un impulso notevole allo sviluppo industriale dato dalla Grande depressione del 1873, per una
crisi di sovrapproduzione, inizialmente agricola. Si ha quindi il minor costo di produzione nei paesi
di origine e la diminuzione delle tarie di trasporto, che me(ono in crisi i produ(ori europei.
Proprio il ristagno economico innesta tu(avia innesta quei meccanismi che perme(ono poi una
grande fase di sviluppo negli Sta6 Uni6 e in Europa.
Un ruolo essenziale lo svolge la ferrovia, non solo per un notevole incremento, ma perch con la
sua domanda di ferro e acciaio uno dei volani dellintera economia.
Allo Stato si deve anche la creazione e il potenziamento del sistema scolas6co e universitario.
Unalta tecnologia richiesta dallindustria pesante, mentre nuove fon6 di energia come lele(rici-
t e il petrolio rendono necessario un personale preparato.
Il taylorismo, sistema di razionalizzazione del processo produJvo che comincia ad aermarsi negli
Sta6 Uni6 con le teorie dellingegnere Frederick Taylor, viene applicato da Henry Ford, che nel 1913
introduce nella sua industria automobilis6ca la catena di montaggio.
La crescita dei cos6 di per formare un lavoratore specializzato e per costruire macchinari complessi
favorisce la nascita di aziende di maggiori dimensioni e di concentrazioni industriali e di agevolare
uno stre(o rapporto tra banche e industrie bisognose di nanziamen6.
La trasformazione delleconomia che investe le due sponde dellAtlan6co vede la tenuta della Gran
Bretagna, lo sviluppo impetuoso degli Sta6 Uni6 e quello della Germania sul con6nente europeo
sopravanza la Francia.

Con il varo delle tarie protezionis6che in Germania e in Italia inizia quella convivenza di lunga du-
rata tra gli esponen6 di uneconomia moderna e la vecchia aristocrazia agraria, che frena una com-
pleta modernizzazione dei due paesi.
6.2. Il movimento operaio e il socialismo
Le ci( aJrano manodopera dalle campagne e il moderno proletariato di fabbrica acquista una
coscienza di classe che lo rende pi combaJvo e meglio iden6cabile. Le condizioni di vita degli
operai sono dicili so(o ogni punto di vista.
Negli anni 60 la nascita e lo sviluppo di societ di mutuo soccorso e di organizzazioni sindacali te-
s6moniano la volont degli operai di proteggersi contro linsicurezza del lavoro, gli infortuni e le
malaJe.
Quando si parla di socialismo e di marxismo non bisogna tu(avia pensare ad un corpus omogeneo
di do(rine e di prassi poli6che, ma solo a unidea generale di sviluppo della societ che si ispira, in
forma semplicata, alla teoria di Marx. C la convinzione che il capitalismo protrae in s i germi
della propria dissoluzione.
I diversi loni del movimento operaio trovano una prima forma di coordinamento nellAssociazione
internazionale dei lavoratori (1864, Londra), denominata in seguito Prima Internazionale e colle-
gava singole societ operai locali e singoli individui.
Marx riesce a sconggere la linea anarchica che assume lInternazionale. Gli anarchici, assertori
dellastensionismo poli6co e dellinsurrezione, con6nuano ad avere alcuni pun6 di forza sopra(ut-
to nelle aree agricole e arretrate della Spagna e dellItalia.
La nascita di par66 socialis6 di ispirazione marxista, a par6re dagli anni 70, cambia profondamente
le prospeJve di lo(a dei lavoratori e i modi del loro confronto con le classi dirigen6, che comincia
a spostarsi, sul piano poli6co, allinterno dei parlamen6.
Espressione di questa nuova realt lInternazionale socialista, nota come Seconda Internazionale
(1889, Parigi) di ispirazione marxista, che chiede la giornata lavora6va di 8 ore e di ssare come
giorno di festa dei lavoratori il primo maggio.
In Germania nasce il Par6to socialdemocra6co tedesco (Spd) nel 1875. Nel 1879 nasce il Par6to
socialista operaio spagnolo e in Italia Andrea Costa, staccatosi dallanarchismo, fonda nel 1881 il
Par6to socialista rivoluzionario di Romagna, diventando lanno successivo il primo deputato sociali-
sta. Filippo Tura6 fonda a Genova il Par6to dei lavoratori italiani, che nel 1895 assume il nome di
Par6to socialista italiano (Psi). In Russia si scontrano i menscevichi (minoritari) di Martov, favorevoli
a un par6to di massa sullesempio tedesco per creare nel paese condizioni di democrazia, e i bol-
scevichi (maggioritari) di Lenin, che data larretratezza della Russia, sono favorevoli ad un par6to
disciplinato composto da pochi membri dire(o da rivoluzionari di professione.
LInternazionale lascia campo libero a ques6 par66.
Bernstein ri6ene che il socialismo deve abbandonare lobieJvo di una rivoluzione e ba(ersi per
o(enere riforme graduali in accordo con altre forze progressiste.
Il panorama del movimento operaio si complica alla ne dellO(ocento con lavvento del sindacali-
smo rivoluzionario, un movimento ai margini del socialismo, con larma dello sciopero generale.
La classe dirigente inglese, i governi di GioliJ in Italia o il sistema del bastone e della carota usa-
to in Germania, riescono ad addomes6care almeno una parte del movimento, favorendo le com-
ponen6 moderate.

La Seconda Internazionale nisce a causa del suo opportunismo, il giudizio poli6co di Lenin nel
momento in cui si sta formando la Terza Internazionale comunista, che con Stalin marca la condan-
na del socialismo.
6.3. Colonialismo, imperialismo e nuovi rapporA fra le potenze
Dopo il 1870 il periodo delle prime esplorazioni, come quelle di Livingstone e del giornalista Stan-
ley alla scoperta dellAfrica. E il periodo del ba(ello a vapore, simbolo della tecnologia occidentale,
che rende possibile le conquiste coloniali.
Il canale di Suez perme(e di dimezzare, rispe(o alla ro(a del Capo con la circumnavigazione del-
lAfrica, il tragi(o tra Londra e Bombay. Rivitalizza il Mediterraneo, mare che ha un posto di rilievo
negli obieJvi della poli6ca estera europea.
Con al maggiore velocit consen6ta dallo scafo in acciaio il costo del trasporto delle merci diminui-
sce dras6camente del 90% alla ne dellO(ocento.
Lintensicarsi dei commerci coincide con unespansione coloniale delle potenze europee che per
ampiezza e rapidit non ha uguali nel passato.
Imponente a colonizzazione dellestremo oriente a danno di civilt dotate di unan6ca organizza-
zione statuale. La Gran Bretagna ha il ruolo pi importante. La sua principale concorrente la
Francia e poi gli Sta6 Uni6.
Il colonialismo di ne O(ocento ha in comune con quello del Cinquecento luso della violenza. Ma
le diversit stanno sulle diverse modalit di colonizzazione e del controllo sui popoli soggeJ. Lini-
zia6va presa dire(amente dagli Sta6 che danno vita a colonie di sfru(amento economico, inseri-
te in un mercato sempre pi integrato. Il nuovo colonialismo assume i cara(eri dellimperialismo.
Si venuta aermando la dis6nzione tra impero formale, che comporta loccupazione militare e il
dominio poli6co dire(o di un territorio, e impero informale, col quale paesi ad alto sviluppo indu-
striale esercitano un condizionamento economico senza bisogno di occupare le aree so(osviluppa-
te.
In questo periodo infaJ leconomia assume colonialismo e imperialismo come componen6 essen-
ziali.
Forte la spinta di ricerca di nuovi merca6 per esportare merci in seguito alla crisi di sovrapprodu-
zione della Grande depressione del 1873.
La rapida colonizzazione di un quarto della supercie mondiale si svolge senza scontri arma6 tra le
potenze europee. Questo perch c una stabilit della situazione nel con6nente dopo il 1870, an-
no dal quale conosce quasi un secolo di pace.
Per scongiurare il pericolo di nuovi coniJ il cancelliere tedesco Bismarck convoca nel 1878 il con-
gresso di Berlino, dove Germania, Gran Bretagna e Austria ridimensionano legemonia della Rus-
sia. Viene limitata la sua inuenza su vari paesi.
6.4. Chiesa ca4olica e secolarizzazione
Lo statuto alber6no nel 1861 introduceva la tolleranza per gli altri cul6 e luguaglianza di diriJ
civili e poli6ci, riconoscendo una posizione preminente alla religione ca(olica.
Un secolo dopo, con la Cos6tuzione della Repubblica italiana del 1948 lo Stato e la Chiesa sono in-
dipenden6 e sovrani, e il loro rappor6 sono regola6 dai Pa: Lateranensi. Rispe(o allo Statuto del
1848 la dierenza notevole, perch lar6colo sulle confessioni religiose non pi al primo posto -
lordine degli ar6coli importante in ogni carta cos6tuzionale - e perch non si parla pi di tolle-
ranza ma di libert.

La Chiesa riesce a reagire al processo di ammodernamento, trovando forme di convivenza e di ac-


cordo con il mondo moderno anche a(raverso la cos6tuzione di par6ci ca(olici e ad assumere una
funzione di orientamento sui grandi temi e6ci o sulla ques6one della pace e della guerra nel mon-
do intero.
Con la Rivoluzione francese si apre o si accelera in Europa un processo di secolarizzazione, cio di
liberazione della societ dal controllo religioso, in nome delle regole del saeculum (il mondo terre-
no) e della ragione, secondo gli insegnamen6 dellilluminismo.
La risposta della Chiesa al laicismo duplice: intransigente in linea di principio, disponibile alla trat-
ta6va in concreto.
La Chiesa non si limita tu(avia a rispondere alla sda della secolarizzazione chiudendosi in se stes-
sa, ma tenta la riconquista ca(olica della societ con vari mezzi. In primo luogo riorganizzando e
centralizzando la propria stru(ura gerarchica. In secondo luogo sosta la sua azione dal piano di-
ploma6co a un pi ampio intervento dire(o nella societ civile. Promuove e sos6ene infaJ lo svi-
luppo dellassociazionismo laico, ca(olico, assistenziale, sindacale o poli6co.
Lenciclica Rerum novarum del 1891 la risposta pi organica alla ques6one operaia: il rimedio
non pu essere cos6tuito dal socialismo, che inaridirebbe linizia6va privata, n dallabolizione del-
la propriet.
Non viene abbandonata la via tradizionale di uno stre(o rapporto con gli Sta6, anche per via della
grande paura del comunismo.
Lautodifesa della Chiesa non pu che tradursi in unalleanza con i regimi fascis6 e autoritari contro
il comune nemico comunista.
I PaJ lateranensi s6pula6 con lItalia di Mussolini raorzano il consenso al regime ponendo ne
alla ques6one romana, mentre il Concordato conferisce una posizione di rilievo alla religione ca(o-
lica e alle is6tuzioni ecclesias6che nel paese.
La vi(oria della linea transigente si rivela assai procua, ma comunque qualche is6tuzione ecume-
nica, ovvero che tende a riunire i fedeli, non rinuncia a fa sen6re la propria voce su tu(e le que-
s6oni di rilevanza e6ca - dallaborto, al divorzio, dalla procreazione assis6ta alla clonazione umana -
cercando di inuire sulle scelte dei governi anche a(raverso i par66 ca(olici.
Negli ul6mi anni la Chiesa di Roma intraprende una notevole aJvit sul piano internazionale, in-
tervenendo sui problemi delle disuguaglianze sociali, sugli squilibri fra aree diverse del mondo, sul-
la pace e sulla guerra. Negli anni O(anta-Novanta del Novecento il papa polacco Giovanni Paolo II
sviluppa unintensa aJvit diploma6ca che inuisce sulla caduta del sistema sovie6co.
La Chiesa esce vincitrice dalla sda della secolarizzazione.

7. Il tramonto del vecchio regime


7.1. Nazionalismo e riforme allalba del nuovo secolo
La Belle Epoque il periodo compreso tra la ne dellO(ocento e il primo quindicennio del Nove-
cento. E unepoca che vede, dopo la guerra franco-prussiana, mezzo secolo di pace sul con6nente
europeo, uno sviluppo economico e tecnologico imponente, progressi enormi nella scienza, una
immensa oritura ar6s6ca e un miglioramento della qualit di vita.
Quellera comincia a infrangersi simbolicamente con laondamento del Titanic nel 1912, durante il
viaggio inaugurale del transatlan6co che incarna i successi della tecnologia moderna. Si scordano
per i milioni di emigran6 costreJ per sopravvivere ad a(raversare lAtlan6co dopo aver cercato di
racimolare soldi per il viaggio, e dimen6ca che le riforme sociali a(uate in mol6 paesi europei si
intrecciano con i profondi contras6 poli6ci e ideologici: lepoca della corsa agli armamen6, lo svi-
luppo dei nazionalismi e la nascita del moderno an6semi6smo, e tu(o questo prima che lo scoppio
del coni(o del 1914-18 me(e in evidenza le contraddizioni che si accumulano nei decenni prece-
den6.
Accanto a vaste zone di arretratezza e di povert si delineano se(ori pi dinamici e gruppi sociali
pi ricchi. Crescono i ce6 medi sopra(u(o nel terziario: dai commercian6 ai liberi professionis6,
dai giornalis6 agli impiega6 pubblici.
Un opinione pubblica cresciuta grazie ai progressi dellalfabe6zzazione fa sen6re la sua voce a(ra-
verso la stampa periodica che esprime sempre pi gli orientamen6 non solo della classe dirigente e
degli altri gruppi poli6ci, ma anche dei se(ori professionali.
Il problema di governare una societ cos complessa si pone in tuJ i paesi avanza6. Le soluzioni
sono diverse, mentre in Giappone, in Russia o in Cina con6nuano a prevalere governi fortemente
autoritari, nellEuropa occidentale e negli Sta6 Uni6 una visione liberale e il 6more di un sovver6-
mento dellordine cos6tuito sollecitano il ricorso a due strumen6, spesso intreccia6 fra loro: una
poliIca riformatrice e il nazionalismo.
Lideologia nazionalista esprime pulsioni di forza e di gerarchia nei rappor6 tra i gruppi sociali e nel-
le relazioni internazionali. Il nazionalismo nasce nel momento in cui si acuiscono i contras6 fra le
potenze per la conquista delle colonie e si raorzano il ruolo economico e lapparato militare degli
Sta6. La ricerca di un consenso pi largo spinge mol6 governi a rivolgersi alla nazione, iden6cata
con tu(o il popolo.
Il termine nazionalismo appare alla ne dellO(ocento fra gli ideologi di destra francesi e italiani,
e indica una sorta di patrioJsmo popolare.
Laaire Dreyfus scoppiato nel 1894 segna linizio dellan6semi6smo moderno, a cara(ere razziale
e poli6co e non pi solo religioso. Dal dibaJto sulla vicenda delluciale di origine ebraica, accusa-
to di spionaggio a favore dei tedeschi, prende corpo nel 1899 il movimento nazionalista monarchi-
co e ca(olicheggiante dellAc6on francaise, che ha come principali teorici Maurice Barrs e Charles
Maurras.
Il socialista E6enne Millerand propone una rivendicazione complessiva dei principi del 1789 indivi-
duando nella Chiesa ca(olica il suo avversario principale.

In Italia la crisi interna aperta nel 1896 dalla caduta di Crispi si aggrava alla ne del secolo quando
le sommosse popolari contro i caroviveri nel 1898 producono la repressione del par6to socialista e
del movimento ca(olico.
Dal 1900 il nuovo re Vi(orio Emanuele III succeduto al padre Umberto I, ucciso da un anarchico, si
ada a Giovanni GioliJ che con una poli6ca lungimirante imprime il suo segno nel primo quindi-
cennio del secolo. Punta sul decollo industriale del Nord, ritenendo che un miglioramento delle
condizioni di vita dei lavoratori pu aiutare la crescita del mercato delleconomia. Non ostacola le
organizzazioni sindacali.
Nel 1914 il suragio universale sconvolge gli equilibri poli6ci italiani, perch sono chiama6 a votare
per la prima volta i contadini, tradizionalmente controlla6 dalla Chiesa. Da qui la necessit di ac-
cordi liberali e i ca(olici si dichiarano dispos6 ad votare in funzione an6socialista i candida6 libera-
li.
Negli Sta6 Uni6 si vede un aumento demograco che triplica la popolazione dal 1865 al 1914 con il
contributo decisivo degli immigra6, la liberazione dei manodopera agricola dopo labolizione della
schiavit e la crescita della classe operaia. Tu(o ci non produce tensioni sociali, poich la valvola
di sfogo cara(erizzata da un territorio vas6ssimo ancora in parte da colonizzare.
La presidenza del repubblicano Theodore Roosvelt si dis6ngue per un singolare impasto tra poli6ca
di potenza nelle relazioni internazionali e ampliamento dei poteri del governo federale per aron-
tare i problemi sociali comuni ai vari sta6.
Contro le concentrazioni economiche si muove il presidente Woodrow Wilson, per incen6vare la
concorrenza e lo sviluppo produJvo, puntando sopra(u(o sulla riduzione dei dazi doganali.
7.2. Le campagne si muovono: Cina, Russia, Messico
Allinizio del Novecento la maggioranza della popolazione mondiale ancora occupata nellagricol-
tura. Lagricoltura con6nua a cos6tuire, pur in una societ che si sta industrializzando, il se(ore
economico principale.
Con il nuovo secolo lo scenario comincia a cambiare e si vede la nascita delle prime organizzazioni
sindacali contadine di matrice prevalentemente socialista. I contadini restano per ancora passivi o
non prendono linizia6va da soli. A loro occorre un impulso esterno e degli allea6, in genere unli-
te poli6ca liberale o radicale e un nucleo di classe operaia organizzata. E quanto avviene in Cina,
Russia e Messico.
7.3. La Prima Guerra Mondiale
A Sarajevo, capitale dalla Bosnia-Erzegovina, il 28 Giugno del 1914, un terrorista legato a una orga-
nizzazione nazionalis6ca serba uccide in un a(entato larciduca Francesco Ferdinando, erede al
trono dellimpero austro-ungarico. Un mese dopo lAustria dichiara guerra alla Serbia.
Successivamente segue un gioco di alleanze e di interessi che spinge nel coni(o altri paesi: lInte-
sa tra Gran Bretagna, Francia e Russia, con i quali si schiera il Giappone, poi lItalia, il Portogallo, la
Romania, la Grecia e inne gli Sta6 Uni6. Rimangono neutrali Svizzera, Norvegia Danimarca, Spa-
gna, Olanda e Svezia.
Il coni(o assume per la prima volta nella storia un cara(ere mondiale, durando dal 1814 al 1918
e sconvolge lasse(o internazionale e gli equilibri economici preceden6, inuenzando profonda-
mente la poli6ca degli sta6 e gli orientamen6 dellopinione pubblica.

Milioni di contadini vengono trasforma6 in solda6. La ne della guerra conta 13 milioni di mor6 e
vengono u6lizzate tecnologie avanzate come cannoni perfeziona6, mitragliatrici automa6che, gas,
lanciaamme e autoblindo, aerei e sommergibili.
Di fronte a uno sconvolgimento generale della societ, che coinvolge pure la popolazione civile, c
la consapevolezza dei contemporanei di trovarsi a una svolta.
Il dibaJto sulle cause del coni(o a(ribuiscono la responsabilit principale alla Germania. Secon-
do il tra(ato di Versailles del 1919 la Germania e i suoi allea6 sono responsabili.
E la prima volta che in un tra(ato si a(ribuisce formalmente la colpa di aver scatenato la guerra a
un paese.
Se lAustria dichiara per prima la guerra alla Serbia, la dichiarazione di guerra della Germania alla
Russia e alla Francia fa compiere un salto di qualit agli even6.
Le cause profonde si rinvengono in un complesso di spinte interne ai vari Sta6 e di rappor6 inter-
nazionali che si sono manifesta6 da tempo, chiamando in causa le aspirazioni di potenza della
Germania ma anche degli altri Sta6 coinvol6 nel coni(o. Gli scopi proclama6 dallIntesa - lauto-
determinazione dei popoli e la difesa della democrazia liberale - sono usa6 piu(osto come mo6vi
propagandis6ci da paesi che inseguono rivendicazioni territoriali ed economiche.
Lo scoppio della guerra eeJvamente lesito di un nodo di problemi accumulato da molto tem-
po. Il fa(o che la scin6lla si accende a Sarajevo conferma che i Balcani sono un delicato terreno di
scontro di varie potenze, un punto debole dei territori europei dellimpero o(omano.
Il movimento dei Giovani turchi si rivolta contro il governo di Costan6nopoli e costringe il sultano a
concedere una Cos6tuzione di impronta liberale. I contras6 interni indeboliscono ulteriormente
limpero e una serie di even6 contraggono limpero alla capitale e la fascia lungo lo stre(o dei Dar-
danelli. Questa zona da tempo anche il punto di incrocio dellespansionismo economico e com-
merciale italiano e tedesco, in par6colare.
La Prima Guerra Mondiale non spiegabile come un assalto al potere mondiale da parte della
Germania, ma si a(ribuisce ad una serie di spinte nazionalis6che che prendono il sopravvento qua-
si ovunque.
Le operazioni militari si svolgono su fron6 quasi immobili. Una cara(eris6ca di questo coni(o di
essere una guerra di trincea. Gli aJ di insubordinazione, quelli di autolesionismo per sfuggire alla
trincea e le diserzioni sono forme frequen6 di difesa individuale e apoli6ca.
La(acco tedesco alla Francia si arresta alla Marna gi alla ne del 1914, mentre pi mobile il lun-
go fronte orientale nel quale i russi si scontrano con i tedeschi e gli austriaci.
Lo stesso anno Salandra dichiara la neutralit dellItalia visto che il tra(ato della Triplice Alleanza
fra Germania, Austria-Ungheria e Italia ha un cara(ere difensivo.
Le forze poli6che neutralis6che seguono i liberali fedeli a GioliJ, mentre a favore dellintervento
troviamo gli irreden6s6 come Cesare BaJs6, intelle(uali come Gen6le e DAnnunzio e il socialista
Benito Mussolini, dire(ore dellAvanA - poi fonda Il Popolo dItalia, in seguito quo6diano uciale
del par6to fascista -.
E il re a decidere insieme a Salandra di dichiarare guerra allAustria.
Nel 1916 limpero o(omano diventa teatro di guerra. Una svolta si ha nel 1917 con la rivoluzione
scoppiata in Russia e lentrata in guerra degli Sta6 Uni6.
Labdicazione e larresto dello zar in seguito alla rivoluzione di febbraio producono un rallentamen-
to dellimpegno bellico della Russia, perme(endo agli austro-tedeschi di concentrarsi su Francia e
Italia, che, scon(a a Capore(o, arretra al Piave.

Lenin vuole una pace immediata senza annessioni e senza indennit, e nel marzo del 1918 la Rus-
sia rma con la Germania la pace separata di Brest-Litovsk, cedendo dalla Polonia alle regioni bal6-
che, riconoscendo lindipendenza dellUcraina.
La guerra so(omarina scatenata nel 1917 dai tedeschi contro le navi che commerciano con lInghil-
terra e la Francia cos6tuisce una minaccia per gli USA che dichiarano guerra alla Germania, rispon-
dendo agli interessi economici americani oltre che ai principi liberali e liberis6 proclama6 da Woo-
drow.
Lintervento statunitense serve a compensare la defezione della Russia e ridare slancio, con un aiu-
to economico che risulta decisivo alle forze dellIntesa.
La ne delle os6lit si raggiunge con la viMoria dellIntesa e la scon(a dellimpero austro-ungari-
co si accelera con la nascita di nuovi Sta6 indipenden6.
Il primo coni(o mondiale ridisegna la carta poli6ca dEuropa e di altre par6 del mondo. La scom-
parsa di qua(ro imperi - austro-ungarico, tedesco, o(omano e russo - simboleggi la ne delle ul6-
me ves6gia dellAncient Rgime e apre unera di sviluppo democra6co.
La conferenza di pace con la Germania aperta a Versailles nel gennaio del 1919, segna una svolta
poich i successivi tra(a6 di pace danno vita a nuovi Sta6 con il principio di nazionalit proposto
da Woodrow.
I tra(a6 tengono comunque conto degli interessi dei vincitori. Ne fanno le spese i paesi sconJ
cui viene addebitata la responsabilit di aver scatenato la Guerra. E una pace puni6va sopra(u(o
per la Germania, una pace per votata allinstabilit perch non stat possibile rispe(are in pieno
il principio nazionale in mol6 Sta6 dellEuropa centro-orientale e meridionale, dove sono ancora
costreJ a convivere popoli diversi.
A preservare lequilibrio creato a Versailles dovrebbe contribuire la Societ delle nazioni pregura-
ta da Wilson, succeduto a Woodrow, ma risulta impossibile sia per la rinascita dei nazionalismi, sia
perch ad essa no partecipa la maggiore potenza mondiale, gli Sta6 Uni6.
Lo scoppio di una nuova e pi dirompente guerra mondiale trova alcune delle sue radici con la
conclusione poli6ca del coni(o del 1914-18.
Le conseguenze della guerra non sono solo poli6co-territoriali. Inuisce profondamente sugli as-
seJ interni dei vari paesi. La necessit di sostenere i cos6 di una guerra che si rivela assai pi lunga
del previsto porta a una mobilitazione di tuJ i se(ori delleconomia e a un tenta6vo di coordina-
mento da parte dello Stato per indirizzarli verso gli obieJvi bellici.
Lesistenza di en6 statali per la produzione porta a un raorzamento del capitalismo con laiuto
pubblico.
Il controllo delle classi lavoratrici viene agevolato dallaumento di donne nel mondo del lavoro, che
devono sos6tuire gli uomini al fronte in mol6 se(ori. La gonna viene accorciata per agevolare i
movimen6 durante il lavoro.
Una situazione, questa, che crea successivamente delle tensioni nel dopoguerra, quando gli uomini
rientra6 dal fronte reclamano i loro pos6 di lavoro.
Anche per assolvere i loro nuovi compi6 e per ges6re gli en6 crea6 a questo ne, gli Sta6 devono
potenziare i loro appara6 burocra6ci.
Il clima di guerra me(e a tacere le opposizioni e raorza il potere dellesecu6vo. Anche i paesi pi
avanza6 in senso liberale vedono un forte accentramento delle decisioni poli6che, con la(ribuzio-
ne dei pieni poteri al governo.

8. Un dopoguerra dicile
8.1. Le conseguenze della pace: societ di massa e modello americano
Gli eeJ della Grande Guerra sono enormi su tuJ i piani, connotano quella guerra dei Trentanni
del Novecento, iniziata nel 1914 e terminata col secondo coni(o mondiale, cara(erizzata da crisi
economiche, da aspri contras6 sociali e poli6ci, dalla contrapposizione tra democrazia e di(atura e
dal duro confronto tra il modello capitalis6co e quello comunista.
Uno di ques6 eeJ una grande partecipazione di massa alla vita pubblica, favorita dallallarga-
mento del suragio e dalla crescita dei par66 assieme a quella dei sindaca6. Le tensioni sociali si
manifestano nella forte crescita degli iscriJ ai sindaca6.
I movimen6 di sinistra non riescono a indebolire lautorit dei governi e a contrastare un nazionali-
smo diuso. Questo viene alimentato dalla memoria della Grande Guerra, con monumen6 ai ca-
du6, come la tomba del milite ignoto che li simboleggia tuJ.
In Europa il dissenso sociale e poli6co viene rapidamente riassorbito. Non si ha solo la risposta au-
toritaria dei regimi fascis6, in ques6 paesi e in quelli democra6ci e liberali si ha la tendenza al raf-
forzamento del potere esecu6vo.
Riguardo gli eeJ economici del dopoguerra entra in crisi il gold standard, ovvero il sistema inter-
nazionale che assicura cambi stabili tra le monete prevedendo la loro conver6bilit in oro. Il centro
delleconomia mondiale si sposta da Londra a New York, comportando nuovi equilibri internaziona-
li non solo so(o il prolo economico, ma anche su quello poli6co. Il peso dellEuropa diminuisce
sensibilmente. Variazioni analoghe si hanno nel commercio internazionale.
La guerra sancisce anche il tramonto dellideologia liberista. Lintervento dello Stato con6nua an-
che dopo la ne del coni(o.
Nel 1921 gli Sta6 Uni6 impongono severe limitazioni allimmigrazione. Torna in aJvit il Ku Klux
Klan, con azioni terroris6che mirate anche agli ebrei, i comunis6 e gli stranieri.
I paesi europei stentano a risollevarsi dalle perdite economiche e umane subite nel coni(o, men-
tre assai diversa la situazione degli Sta6 Uni6 dove si apre un decennio di grande sviluppo eco-
nomico e di profonde trasformazioni sociali e culturali.
Orgogliosi della propria iden6t, i repubblicani riescono a sconggere Wilson e la sua ideologia,
portando alla presidenza Warren Harding con le elezioni del 1920, nelle quali le donne votano per
la prima volta.
Il paese si concentra sulla produzione interna e sulla costruzione di un modello di vita capace di
inuenzare il mondo occidentale. E una sorta di era delloro delleconomia americana durata no
al 1929.
La ricchezza delle fon6 energe6che, il petrolio e lele(ricit prodo(a col suo impiego, e le innova-
zioni tecnologiche fanno fare passi da gigante al se(ore automobilis6co.
Il sistema della vendita a rate, assieme alle campagne pubblicitarie favorisce la nascita di una so-
ciet di consumatori, ai quali le grandi catene di distribuzione orono nuovi prodoJ come lo yo-
gurt, il chewing gum e i corn akes Kellogg.
Poi si sviluppa enormemente lindustria del tempo libero come quella discograca, che si avvale
della fortuna commerciale del jazz, quella cinematograca, che elegge come capitale Hollywood,
quella radiofonica, che vede la nascita della NBC e della CBS.
Beni, servizi e comunicazioni di massa propongono un modello di vita, esportato e imitato in altri
paesi, sopra(u(o dopo la seconda guerra mondiale, improntato alla prosperit e alla libera scelta
dellindividuo. COn questo sembra sconggere le6ca del proibizionismo introdo(o nel 1920 e poi
abolito nel 1933.

La forza del capitalismo statunitense si manifesta in una massiccia presenza internazionale. Lin-
uenza economica considerata pi produJva delluso delle armi. La preoccupazione per il man-
tenimento della pace in Europa si manifesta negli interven6 per la ricostruzione della Germania
nellintento di stabilizzarla per farne un baluardo poli6co contro il comunismo. Gli USA concessero i
pres66 necessari alla ripresa produJva, consentendo al tempo stesso linves6mento di capitali sta-
tunitensi.
Zona di inuenza privilegiata degli USA lAmerica La6na, dove tendono a sos6tuire la loro presen-
za militare con una pi intensa penetrazione economica.
8.2. Le democrazie europee
Londata rivoluzionaria par6ta da Pietrogrado nellO(obre del 1917 non si arresta ai conni della
Russia. Sembra minacciare lo stesso asse(o dei paesi connan6, in par6colare Germania e Unghe-
ria, appro(ando del vuoto di potere provocato dalla crisi delle classi dirigen6 responsabili della
scon(a.
Il governo provvisorio tedesco, presieduto dal socialdemocra6co Ebert, cerca di riportare lordine
nel paese, con lobieJvo prioritario di impedire il dilagare dellimpero sovie6co. Le elezioni a suf-
fragio universale danno maggioranza ai socialdemocra6ci, che formano un governo di ispirazione
liberale, con Ebert come presidente del Reich.
In Ungheria, nel Marzo del 1919 Kun, fondatore del Par6to comunista, alleatosi con i socialdemo-
cra6ci crea una Repubblica sovie6ca, che ha vita breve. Il caso dellUngheria, dove viene restaurata
la monarchia, emblema6co dellinvoluzione e della stabilizzazione conservatrice di gran parte
dEuropa centro-orientale, dove oriscono regimi autoritari o fascis6, come Italia, Portogallo, Ger-
mania, Austria e Spagna. Mentre dallaltro lato vediamo democrazie come la Gran Bretagna, Fran-
cia, la Repubblica di Weimar, gli Sta6 scandinavi, il Belgio e lOlanda.
La volont della Francia di ridimensionare la forza e le ambizioni occupa la Ruhr in Germania. Que-
sto riaJzza il revanscismo dellestrema destra tedesca, dove comincia a dis6nguersi il Par6to na-
zionalsocialista fondato nel 1920 da Hitler.
La Germania si riprende entrando nella Societ delle nazioni - dopo aver riconosciuto con gli ac-
cordi di Locarno la fron6era occidentale ssata a Versailles - e riprese i rappor6 con la Francia, e
anche grazie agli aiu6 dagli Sta6 Uni6.
La Francia si risolleva a fa6ca dallo sforzo bellico, aiutata dalle riparazioni tedesche e con una poli-
6ca economica che a(enua la pressione scale sui reddi6, facendo me(ere in circolo maggiori ca-
pitali.
Frequente lavvicendarsi di ministeri dal diverso colore poli6co. Il gioco degli equilibri parlamen-
tari inoltre condizionato dalle divisioni interne ai par66 radicale e socialista.
Pi solide sono le is6tuzioni liberali inglesi, che nonostante gli enormi problemi economici e sociali
aronta il dopoguerra - con il primo ministro George - riuscendo raorzare il consenso del regno e
dare una prima soluzione alla ques6one irlandese.
Dal 1924 alla seconda guerra mondiale, il panorama poli6co inglese dominato da governi conser-
vatori.
Londra nel 1931 is6tuisce il Commonwealth, un organismo che unisce con parit e fedelt alla co-
rona la Gran Bretagna con i dominions - Canada, Australia, Nuova Zelanda, Unione Sudafricana, lo
Stato libero dIrlanda e Terranova - ai quali viene riconosciuta piena autonomia anche in poli6ca
estera.

8.3. Rappresentanza poliAca e democrazia


La partecipazione alla vita poli6ca divenuta pi ampia e intensa. Lopinione pubblica acquista un
ruolo sempre pi importante e c da controllare una societ sempre pi ar6colata, in cui nuovi
soggeJ aspirano a difendere dire(amente i propri interessi.
Il problema non nuovo, ma sono nuove le forme in cui esso si presenta. La ques6one si esposta
gi nella seconda met dellO(ocento, quando il ruolo dello Stato e le profonde mutazioni sociali
hanno sollecitato lo sviluppo di un nuovo modo di comunicare fra governo e ci(adini, che sempre
pi vogliono partecipare alla cosa pubblica.
Il principio fondante del liberalismo e della democrazia - una testa un voto - viene proclamato dal-
la Rivoluzione francese. Si ha una dis6nzione tra ci(adini passivi, provvis6 solo di diriJ civili, e
ci(adini aJvi, che possono partecipare alla vita poli6ca. E diverso anche il conce(o di indivi-
duo che non ogni essere umano, ma ogni maschio che eccelleva per posizione sociale o per
istruzione.
Il liberalismo deve tener conto delle masse allargando il diri(o di voto. Il progressivo ampliamento
del diri(o di voto, so(o la pressione delle forze sociali e dei par66 poli6ci democra6ci, non si tra-
duce automa6camente nellaermazione di un sistema democra6co.
Rimangono inoltre discriminazioni non solo censitarie, ma anche di sesso, razza o religione.
Hanno sempre pi peso notevole nella ba(aglia poli6ca, con lavanzare della societ di massa, i
gruppi di pressione economica e i mezzi di informazione. Le leggi sulla stampa e la censura sono
strumen6 poli6ci che intaccano e con6nuano ad intaccare tu(oggi i principi liberali.
E del resto frequente la tendenza a raorzare il potere esecu6vo via via che si estende il suragio,
cercando di compensare un processo di democra6zzazione inarrestabile.
Strumento cara(eris6co della lo(a poli6ca in epoca contemporanea il parIto organizzato di
massa. A dierenza delle vecchie assemblee di notabili, il par6to moderno unorganizzazione
stabile, provvista di un programma, di uno statuto e di strumen6 di propaganda, re(o da funziona-
ri retribui6 e a cui ci si iscrive pagando una quota.
Nel secondo dopoguerra vengono considera6 parte integrante del sistema poli6co. Ad esempio in
Italia la cos6tuzione del 1948, dopo aver riconosciuto per la prima volta nella storia del paese il
diri(o di associazione, dichiara che tuJ i ci(adini hanno diri(o di associarsi liberamente in par66
per concorrere con metodo democra6co a determinare la poli6ca nazionale.
E nonostante limi6 e resistenze, alla ne della prima guerra mondiale in gran parte dellEuropa e
negli Sta6 Uni6 si va realizzando la democrazia. La situazione comunque pi complessa e la que-
s6one della democrazia cade al centro dei dibaJ6 durante la nascita dei regimi di(atoriali e con le
dicolt di funzionamento degli stessi sistemi liberal-democra6ci. La democrazia nasce nellan6ca
Grecia e viene ripresa solo duemila anni dopo con Robespierre e i giacobini che volevano ispirarsi
proprio al modello ateniese.
La democrazia richiede la separazione tra 6tolarit ed esercizio, basata sul principio di maggioran-
za, considerata spesso 6rannia della maggioranza. Contro i rischi di una democrazia autoritaria
nella societ di massa me(e in guardia Max Weber che si ada alla democrazia solo il compito di
scegliere i governan6 pi competen6, i leader carisma6ci.
Il conce(o di democrazia si confonde per un certo periodo con quello di liberalismo, anche se il
conce(o si subito rivelato illusorio. Solo dal 1848 si cominciano a dis6nguere meglio. Principio
ispiratore di forze poli6ca miran6 ad ampliare laccezione borghese e moderata della libert, la
democrazia non ha fortuna nei movimen6 operai di matrice marxista.

8.4. Inizia il secolo dellAsia


Dopo la guerra del 194-18 sono i paesi del Medio e dellEstremo Oriente ad assumere una nuova
sionomia e un diverso peso, mutando lintero panorama internazionale.
Cominciano a manifestarsi movimen6 nazionalis6ci in tu(a lAsia. Condivideva con lAfrica una sog-
gezione coloniale o una dipendenza quasi completa dalle potenze inglese e francese e poi dagli
Sta6 Uni6 e Giappone.
Ma i popoli dellAfrica riescono a organizzare consisten6 ed ecaci movimen6 di liberazione dal
colonialismo solo dopo il 1945, quando invece giunge a compimento il cammino verso lindipen-
denza dei paesi asia6ci.
I popoli asia6ci si oppongono alla dominazione occidentale in forme diverse, ado(ando gli stessi
strumen6 e valori occidentali, avviando processi rivoluzionari.
Fa eccezione il Giappone che, con la rivoluzione Meiji conosce una rapida trasformazione che lo
consacra come la principale potenza dellAsia.
La lo(a dellindipendenza dellIndia trova la sua guida in Gandhi, avvocato formato a Londra che
durante il suo soggiorno in Sudafrica difende la causa dei lavoratori immigra6 indiani. Introduce
nella ba(aglia an6coloniale quelle forme e quei contenu6 spirituali che, senza dimen6care la con-
cretezza della taJca e degli obieJvi strategici, gli vale lappella6vo di Mahatma (grande anima).
Con6nua la sua azione portando sulle proprie posizioni il Congresso, che trasforma in un vero e
proprio par6to di massa, cercando unit tra ind e mussulmani, comba(endo la discriminazione
dei paria - gli intoccabili esclusi dalle caste - e inizia il boico(aggio delle merci inglesi.

9. I Comunismi
9.1. La Rivoluzione dO4obre
La presa di potere da parte dei bolscevichi so(o la guida di Lenin e poi di Stalin trasforma profon-
damente la stru(ura interna della Russia degli zar e ne fa una grande potenza capace dopo il 1945
di rivaleggiare con gli Sta6 Uni6 per legemonia mondiale, no alla sua dissoluzione nel 1989-1991.
Leco dellOMobre 1917 risuona pure nei paesi europei e in Cina, s6molando mol6 movimen6 di
liberazione dal colonialismo e sulla scia dei par66 comunis6 organizza6 dalla Terza Internazionale,
controllata da Mosca, che svolgono un ruolo essenziale nella lo(a contro il fascismo.
La rivoluzione del 1905 non riesce a indebolire le basi autarchiche del potere zarista, ma ancora
una volta il disastro militare a far sca(are la rivoluzione del 1917 che stavolta si rivela pi radicale
e duratura.
Le scon(e subita ad opera della Germania me(ono in crisi il potere dello zar e la volont di pace
delle masse popolari, confermata dalla disgregazione dellesercito, le rivolte contadine che occu-
pano le terre e il diondersi dei soviet me(e in luce limpossibilit di poter consolidare la fase bor-
ghese della rivoluzione.
I soviet si dotano di milizie armate e il potere centrale non riesce a controllare lesercito o a inuire
su una vita economica sempre pi frammentata.
Il governo provvisorio di Kerenskij col sostegno dei soviet di Pietrogrado, proclama la repubblica,
ma per fermare la controensiva delle forze reazionarie ricorre allaiuto dei bolscevichi di Lenin.
Lenin, tornato dallesilio svizzero, punta sullalleanza tra proletari e contadini. Si sarebbe dovuto
costruire subito un governo di operai e contadini, preparando linstaurazione del socialismo in Rus-
sia.
Nella Tesi di Aprile Lenin invita i membri del par6to bolscevico a comba(ere il governo provvisorio
con i suoi sostenitori socialrivoluzionari e menscevichi in nome della repubblica dei soviet operai e
contadini.
Lenin prepara uninsurrezione che perme(e ai bolscevichi di assumere il controllo del palazzo dIn-
verno, sede del governo. Nel Febbraio del 1918 si realizza la Rivoluzione dO(obre, des6nata a in-
cidere sulla societ russa e sul quadro internazionale. Il giorno seguente si cos6tuisce il nuovo go-
verno, guidato da Lenin, con Trockij responsabile degli Esteri e Stalin alle ques6oni delle nazionali-
t.
Nel Marzo del 1918 la Russia costre(a a compiere la pace separata con la Germania, cedendo col
tra(ato di Brest-Litovsk Polonia e i paesi bal6ci, riconoscendo lindipendenza dellUcraina. Lenin la
chiama pace vergognosa, ma necessaria.
La Repubblica socialista federa6va sovie6ca russa vuole essere una risposta alle tendenze autono-
mis6che e separa6ste. Abolisce la propriet privata della terra e is6tuisce il controllo operaio sulle
fabbriche. Aerma il principio della libera federazione delle nazioni che entrano a farne parte.
Questo un principio che la Cos6tuzione del 1924 estende alla Repubblica russa a tu(e quelle del-
lUnione delle repubbliche socialiste sovie6che (URSS) proclamata nel 1922.
Alla(enuarsi delle minacce controrivoluzionarie, Lenin abbandona il comunismo di guerra per
a(uare una parziale liberazione nelle campagne, nella piccola industria e nel commercio interno
con la Nuova poli6ca economica (NEP) inaugurata nel 1921, con lo scopo di rivitalizzare la produ-
zione agricola.

Alla morte di Lenin, Stalin nei inaugura il culto, per assicurare al regime il consenso delle masse
popolari.
9.2. La costruzione dellURSS e lo stalinismo
Il gulag, sistema di campi di lavoro e di rieducazione is6tuito nel 1919 per i condanna6 per rea6
comuni o per mo6vi poli6ci, diviene una realt di enormi dimensioni nel regime instaurato da Sta-
lin a par6re dagli anni 30.
La decisione di superare la secolare arretratezza del paese promuovendone lindustrializzazione si
prende nel 1928 con il varo del primo piano quinquennale che ssa gli obieJvi da raggiungere.
Presupposto della svolta impressa da Stalin alla poli6ca economica sono labbandono dellespe-
rienza della NEP e la colleJvizzazione dellagricoltura. La frammentazione delle terre in tante pic-
cole aziende impedirebbe di accrescerne la produJvit con luso dei macchinari moderni, mentre
una razionalizzazione delle colture perme(erebbe di spostare la manodopera dalle campagne alle
ci( e alle industrie.
Di qui laccusa rivolta ai kulaki di essere capitalis6 aamatori del popolo, procedendo alla requisi-
zione dei prodoJ e quindi alla colleJvizzazione delle terre: le aziende contadine individuali ven-
gono sos6tuite da quelle colleJve condo(e in forma coopera6va (kolchoz) o con lavoro salariato
alle dipendenze dello Stato (sovchoz).
E una trasformazione a(uata con la violenza.
Di notevoli proporzioni sono invece i risulta6 nel se(ore industriale, in par6colare nellindustria
pesante.
Alla ne degli anni Trenta lURSS diventa una potenza industriale seconda solo agli Sta6 Uni6 e alla
Germania.
La di(atura tu(avia uno dei prezzi di questo incredibile successo.
Il regime totalitario instaurato sopravvive dopo il 1945 sulla scia del forte sen6mento patrioJco
suscitato dalla guerra vi(oriosa, anche dopo la morte di Stalin.
La guerra fredda che oppose lURSS e il blocco sovie6co agli Sta6 Uni6 e al mondo occidentale un
incen6vo ulteriore per mantenere un rigido controllo poli6co e ideologico sulla societ e perpetua-
re la chiusura del paese a ogni inuenza esterna, che si traduce anche in manifestazioni di an6se-
mi6smo.
9.3. La Terza Internazionale e la diusione del comunismo
Nel Marzo del 1919 si fonda a Mosca la Terza Internazionale, conosciuta anche come Internaziona-
le comunista o Comintern. Lenin denuncia il fallimento e il tradimento della Seconda Internazionale
e propone la Terza come erede della Prima, fondata da Marx. Chiara la volont di una ro(ura net-
ta con i par66 socialdemocra6ci che si riconoscono nella Seconda Internazionale.
Fallita lidea di riproporre in altri paesi lesperienza basata sui soviet, il compito di condurre una
ba(aglia rivoluzionaria viene adato a nuovi par66, chiama6 comunis6, organizza6 secondo il
modello del par6to bolscevico costruito da Lenin.
In quasi tuJ i paesi i par66 comunis6 si formano separandosi da quelli socialis6, i quali si riorga-
nizzano dando vita nel 1923 alla Internazionale operaia e socialista, dalle ceneri della Seconda In-
ternazionale. Si tra(a quasi sempre di scissioni di una minoranza, incapace di trascinare il grosso
della classe operaia. E il caso del Par6to comunista dItalia (PcdI) sorto al congresso di Livorno del
Gennaio 1921 per inizia6va di Bordiga.

I par66 comunis6 dei vari paesi hanno scarsa autonomia, sono chiama6 a stringersi a(orno al-
lURSS nella costruzione del socialismo in un paese solo e ad assumere la guida esclusiva della
lo(a contro il capitalismo che passa al contra(acco, come dimostra lavvento del fascismo in Italia.
Il contrasto ideologico fra comunis6 e socialdemocra6ci si accentua. Un ne(o cambiamento di li-
nea si ha solo nel 1934, dopo lavvento di Hitler al potere, rendendo evidente la minaccia del na-
zionalsocialismo, che viene riconosciuto come nemico principale. Deve essere comba(uto cos6-
tuendo unalleanza pi vasta di quella del fronte unico.
Allingresso dellURSS nella Societ delle nazioni corrisponde, nello stesso 1934, lavvio della poli6-
ca dei Fron6 popolari basata su un vasto schieramento an6fascista.
Sebbene i risulta6 concre6 della poli6ca dei Fron6 popolari sono scarsi o poco duraturi, ampia
leco internazionale di unesperienza des6nata ad alimentare con il suo mito le lo(e del movimento
operaio nei decenni successivi.
Da allora lan6fascismo diviene un cara(ere iden6tario del movimento comunista internazionale.
Il ruolo della Terza Internazionale nella diusione del comunismo non si limita allEuropa, ma inve-
ste anche i paesi dellAmerica La6na e sopra(u(o quelli dellAsia. In par6colare gli eeJ della Ri-
voluzione dO(obre si fecero sen6re maggiormente in Cina.

10. Fascismi e nazionalismi in Europa


NellO(obre 1922 si cos6tuisce in Italia il governo presieduto da Mussolini, fondatore del movi-
mento fascista, che dura no al 1943.
In Germania Adolf Hitler, ammiratore di Mussolini, diviene cancelliere nel Gennaio del 1933 e il suo
par6to nazionalsocialista domina incontrastato no al 1945.
Queste due esperienze condividono alcuni obieJvi: lavversione per il liberalismo, la democrazia e
il parlamen6smo, il socialismo e il comunismo, sostengono il principio di un ordine gerarchico re(o
da un di(atore.
Ques6 comunque sono diversi dai cara(eri peculiari del fascismo storico, come quello in Brasile
di Vargas, che un fascismo del sistema imperiale.
Il fascismo di cui parliamo appare invece un fenomeno in gran parte nuovo, diverso dalle vecchie
forme di governo autoritario. La violenza resto lo strumento principale di esercizio del suo potere.
Alcuni sostengono che si dis6ngue fra i modelli maggiori come quello italiano e quello tedesco, al-
tri sostengono che bisogna accomunare i fascismi con il comunismo staliniano, per parlare di un
unico totalitarismo.
La categoria del totalitarismo si basa su un par6to unico e sul rigido principio gerarchico alla vio-
lenza.
Ciascuno di essi ha cara(eri totalitari, ma diversi appaiono gli obieJvi nella costruzione della so-
ciet e diversi sono i modi in cui arrivano al potere e i contenu6 della loro poli6ca.
10.1. LItalia del dopoguerra e il fascismo
LItalia la prima culla del fascismo e al suo esempio si ispirato il nazismo. E necessario inqua-
drarlo nella crisi del dopoguerra prodo(o della vi(oria mu6lata.
Lespressione biennio rosso indica lascesa del movimento operaio guidato dai socialis6 e le agi-
tazioni dei lavoratori per migliori condizioni di vita, che comporta nel 1920 loccupazione delle
fabbriche da parte degli operai metallurgici.
Le elezioni del Novembre 1919 svolte per la prima volta con il sistema proporzionale che premia i
par66 di massa organizza6 vedono i socialis6 con un certo numero di deputa6. Nel Gennaio del
1921 a Livorno, con una scissione dal Par6to socialista, si fonda il Par6to comunista dItalia.
La nascita del Par6to popolare italiano di don Luigi Sturzo segna lingresso dei ca(olici nella vita
poli6ca, ma nisce nel 1923 per volont del Va6cano.
La mancata acquisizione di Fiume fa muovere un corpo di volontari guida6 da Gabriele DAnnunzio
nel Se(embre 1919, che arriva ad occupare la ci( istriana, ma viene annessa allItalia solo nel
1924 con un accordo con la Jugoslavia.
E dicile sfuggire allimpressione che il fascismo ha un rapporto complesso con la storia dellItalia
liberale, al tempo stesso di con6nuit e di ro(ura.
I Fasci di combaJmento, questo il nome originario del movimento fascista, si fondano a Milano nel
1919 da Mussolini, che dopo essere stato espulso dal par6to socialista fonda il giornale Il Popolo
dItalia.
Gli aJ di violenza si intensicano nel 1920 con lo squadrismo, spedizioni di squadre armate. Men-
tre il Par6to quando si trasforma in Par6to nazionale fascista (Pnf) nel Novembre 1921 diventa il
pi forte par6to italiano per numero di iscriJ, trovando la sua base sociale nei ce6 medi, negli
agrari e negli industriali.

I segre6 del suo successo sono la sua violenza, la capacit di mobilitare le masse, la debolezza degli
avversari e la simpa6a dei liberali ossessiona6 dal pericolo rosso, tu(o insieme allappoggio a
Mussolini di se(ori consisten6 della societ italiana e della classe dirigente.
InfaJ si sviluppa al Centro-Nord in cui il Psi pi forte, e meno nel Mezzogiorno in cui la lo(a con-
tro il comune nemico socialista comba(uta dai liberali conservatori e anche dalla maa.
Il termine fascismo indica soltanto un raggruppamento (fascio, appunto) di forze. InfaJ il movi-
mento fascista segue un i6nerario che va da sinistra a destra.
Il movimento ha pure il sostegno di liberali come GioliJ, che pensando di u6lizzarlo come stru-
mento momentaneo nella lo(a contro lavanzata del socialismo rivoluzionario. Di questa situazione
Mussolini ne sa appro(are stringendo alleanze con altre forze conservatrici, o(enendo una signi-
ca6va vi(oria nel 1921.
La marcia su Roma nellO(obre del 1922 lesito della combinazione della violenza fascista con
la debolezza e la connivenza della monarchia e della classe dirigente liberale.
Vi(orio Emanuele III lascia entrare le squadre fasciste a Roma, incaricando Mussolini di formare il
nuovo governo.
Mussolini dimostra subito le sue intenzioni autoritarie, disprezzando parlamento e stampa. Crea la
Milizia volontaria di sicurezza nazionale, che legalizza le squadre fasciste, il Gran consiglio del fasci-
smo, che sos6tuisce il Parlamento, che prepara liste bloccate di candida6 alle elezioni, dimostrando
che tu(o era una farsa.
La denuncia di Ma(eoJ al broglio viene soocata con la sua uccisione e i deputa6 dei par66 an6-
fascis6 condannarono laccaduto. Mentre i par66 comunis6 abbandonano il Parlamento sperando
invano di spingere il re a revocare lincarico a Mussolini.
Nel 1925-1926 viene costruito il regime, e quindi vietato lo sciopero, censurata la stampa e nel
1926 vengono fa(e le leggi fascis6ssime che dichiarano decadu6 i deputa6 fuggi6 dal Parlamen-
to, il Pnf lunico par6to riconosciuto, viene cos6tuita la polizia poli6ca segreta e il Tribunale spe-
ciale per la difesa dello Stato.
La violenza che contraddis6ngue il fascismo rimane il pilastro del regime, che cerca tu(avia anche
il consenso delle masse.
Vengono infaJ in aiuto a questo i PaJ lateranensi raggiun6 nel Febbraio 1929 tra Stato e Chiesa
che pongono ne alla ques6one romana. Creano lo Stato della Ci( del Va6cano, una convenzio-
ne nanziaria che risarcisce il vecchio Stato pon6cio dalle perdite dei suoi beni subite dallItalia. E
con un Concordato si precisa la sfera di inuenza della Chiesa nel paese, denendola come sola
religione dello Stato, a(ribuendo eeJ civili al matrimonio religioso e esteso a tu(e le scuole lin-
segnamento obbligatorio della religione so(o controllo ecclesias6co.
Il regime cerca quindi un conta(o dire(o con le masse per educarle e per esserne legiJmato,
ma non riesce a stabilire un controllo totalitario sul paese.
La scelta deazionis6ca del 1926 di rivalutare la lira cos6tuisce un freno alle esportazioni e raorza
il potere dacquisto della media e piccola borghesia, mentre i lavoratori subiscono tagli salariali.
La crisi del 1929 provoca un aumento della disoccupazione.
10.2. Il nazionalsocialismo
Diversi sono i tempi e i modi in cui sale al potere il nazionalsocialismo in Germania. Si tra(a di una
rivoluzione legale.
Adolf Hitler nel 1921 alla guida del Par6to nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. Giocando
come il fascismo italiano sullambiguit del nome stesso e dei simboli, nel suo programma si rivolge

alla comunit nazionale, agli ex comba(en6 e ai ce6 medi, per formare una grande Germania,
con una poli6ca dove devono essere esclusi gli ebrei.
Nazionalismo e an6semi6smo cominciano a raccogliere il consenso dei reduci e dei ce6 medi,
mentre lapparato paramilitare del Par6to e i repar6 dassalto (SA) esercitano la loro violenza con-
tro esponen6 del movimento operaio e democra6co.
Hitler tenta a Monaco un colpo di Stato, ma viene arrestato. In carcere scrive Mein Kampf (La mia
ba4aglia) dove sono presen6 i temi che ispirano la sua poli6ca quando salir al governo: la lo(a al
bolscevismo, lan6semi6smo e lespansione a est per lo spazio vitale per i tedeschi.
Una crescita impetuosa dei consensi avviene grazie allindebolimento della Repubblica di Weimar a
causa del crollo del 1929. Nel Gennaio 1933 il presidente della repubblica d lincarico a Hitler di
formare il governo.
Arrivato al potere pi per le vie legali che con laiuto delle SA, il nazismo scatena subito la violenza
per liberarsi in pochi mesi degli altri par66 e instaurare la di(atura, e pone delle restrizioni alle li-
bert personali, di stampa e di associazione. Viene sciolto il Par6to socialdemocra6co e quello di
Hitler dichiarato lunico par6to consen6to. Hitler diviene anche presidente della repubblica oltre
che cancelliere e nella no(e dei lunghi coltelli fa assassinare il capo delle SA e mol6 esponen6
del primo nazismo.
Ha inizio il Terzo Reich con a ver6ce il Fhrer (capo) assis6to dal par6to e dai suoi organismi, paral-
leli a quello dello Stato tradizionale. E il par6to a vincere sullo Stato e non viceversa come in Italia.
Nel marzo del 1933 si hanno i primi campi di concentramento per gli avversari poli6ci e la cos6tu-
zione delle Gestapo, la polizia segreta, che epurano la pubblica amministrazione prendendo di mira
i funzionari di origine non ariana.
Le SS, nate come squadre di protezione di Hitler, diventano una potente polizia di par6to inserita
nello Stato. La poli6ca di livellamento elimina le dierenze tra il centro e gli angoli Lnder e inve-
ste tu(e le pieghe della societ.
Gli interven6 per dare un volto unico al paese sono pi rapidi che in Italia.
Il rogo dei libri di autori marxis6, ebrei o comunque considera6 sovversivi, svoltosi a Berlino nel
1933, spinge un gran numero di intelle(uali, anche liberali conservatori come Thomas Mann, an-
che come Einstein, a lasciare il paese per gli Sta6 Uni6 o la Svizzera.
Ecace e capace di creare consensi la poli6ca economica del regime che interviene non per mo-
dicare lasse(o capitalis6co, ma per rendere funzionale ad esso il mercato del lavoro. Col suo in-
tervento totalitario, il regime ore al potere economico una classe operaia privata di ogni difesa,
ma coinvolta in un processo produJvo che giova ad entrambi e che elimina la disoccupazione, gra-
zie anche ad unintensa poli6ca di riarmo.
Mann ha ben presente, oltre agli obieJvi espansionis6ci del regime, la natura razziale e an6semita
della poli6ca che inaugura subito dopo lavvento al potere e che si manifesta nel Terzo Reich con
una ampiezza e violenza inusitate.
10.3. Fascismi e movimenA autoritari
Oltre ai casi tedesco e italiano, di fascismo vero e proprio si pu parlare per lAustria che prima di
essere ammessa nel 1938 alla Germania risente dellinuenza italiana e tedesca come forme tali da
legiJmare luso del termine austrofascismo. Ci sono nazionalis6 che nel 1929 riformano in senso
autoritario la Cos6tuzione del 1920-

Il cancelliere Dollfuss comba(e il forte movimento socialista, provocando nel Febbraio 1934 unin-
surrezione operaia nella capitale, la Vienna rossa, che viene duramente repressa, inaugurando
una di(atura che esautora il Parlamento e vara una nuova Cos6tuzione ispirata al corpora6vismo
fascista.
Il conservatore Wiston Churchill fra gli uomini che apertamente manifestano lapprezzamento per
Mussolini. La crisi economica del 1929 da unulteriore spinta alla diusione del fascismo.
Movimen6 e par66 fascis6 nascono in Gran Bretagna, in Francia e in Belgio, ma senza o(enere
quel successo che cara(erizza Europa centro-orientale, dove de(ero il loro sostegno a regimi auto-
ritari che per 6pologia si avvicinano a quelli fascis6 o che vengono confusi per tali, e il caso della
penisola iberica, che conosce pure una cruenta guerra civile.
Il lofascismo dei regimi autoritari che si diondono in Europa centro-orientale, escludendo la Ce-
coslovacchia, viene alimenato anche dal loro ruolo di baluardo contro lUnione Sovie6ca. Horthy,
reggente dellUngheria, si muove no al 1938 in sintonia con lItalia sia in poli6ca interna che in
poli6ca estera.
An6semi6smo e an6comunismo contraddis6nguono la Romania.
In Polonia il maresciallo Pilsudski a(ua nel 1926 una marcia su Varsavia, prendendo come esem-
pio quella italiana, che gli assicura il potere di(atoriale.
In Jugoslavia Alessandro I a dar vita nel 1929 alla di(atura.
10.4. Le risposte anAfasciste
Gli avversari poli6ci sono considera6 dal fascismo come nemici da annientare anche sicamente
oltre che da isolare con il carcere, il conno e il campo di concentramento.
Il termine an6fascismo, coniato dai fascis6 italiani per denire i loro oppositori, comprende posi-
zioni e metodi di lo(a assai diversi a seconda dei paesi e dei periodi.
La prima risposta an6fascista, data dalla dicolt di agire allinterno del regime di(atoriale,
lemigrazione poli6ca.
Lopposizione pi organizzata si dimostra quella comunista, forte dellappoggio di Mosca.
LaJvit cospira6va interna limitata, forte sopra(u(o di una stampa clandes6na.

11. Verso la catastrofe


11.1. Il 1929 e il New Deal
Il crollo della Borsa di New York del 24 O(obre 1929 di proporzioni inusitate. In poche seJmane
da quel dramma6co gioved nero i 6toli azionari perdono la met del loro valore. Mol6 is6tu6
bancari falliscono e la restrizione o il blocco del credito manda in rovina un gran numero di indu-
strie, me(e in dicolt lagricoltura e riduce gli scambi commerciali.
Nel 1932, quando la fase cri6ca si sta per superare, negli Sta6 Uni6 la produzione diminuisce del
45%, i prezzi agricoli sono cala6 a danno dei col6vatori e i salari vengono contraJ peggiorando la
condizione dei lavoratori.
Gli eeJ della crisi economica del 1929 coinvolgono tu(o il mondo, quando le relazioni interna-
zionali nanziarie e commerciali sono molto intense. Queste hanno il loro centro negli Sta6 Uni6 e
il crollo di New York si ripercuote sulle piazze nanziarie degli altri paesi.
Il crollo del 1929 la causa di una lunga e profonda depressione economica mondiale, ma esso a
sua volta lee(o di profondi squilibri nel sistema capitalis6co e nei rappor6 fra gli Sta6. Le sue ori-
gini si rinvengono negli USA. Alla riduzione dei presII esteri statunitensi del 1928 per il 6more
che non fossero rimborsa6 si aggiunge nel 1929 una crisi di sovrapproduzione: la maggiore oerta
di merci si ha negli anni 20, che non pu trovare sbocco nel mercato interno, dove il potere dac-
quisto dei lavoratori e delle classi medie non aumenta in maniera proporzionale n in quello estero
a causa della situazione debitoria che mol6 paesi ereditano dalla guerra.
Il sistema del gold standard facilita la diusione internazionale del terremoto di New York.
Le risposte alla crisi si assomigliano ovunque. E lintervento pubblico nelleconomia, dire(o o indi-
re(o, a perme(ere la ripresa. Lo Stato is6tuisce al6 dazi protezionis6ci a difesa della produzione
nazionale, lavvio di grandi opere per assorbire la disoccupazione, labbandono della parit della
moneta e la creazione di en6 per venire in aiuto alle industrie in crisi, com lIs6tuto mobiliare ita-
liano (IMI).
In tu(o il mondo capitalis6co il 1929 segna una svolta ponendo la(enzione degli Sta6 sulla que-
s6one sociale. Portavoce di questa nuova poli6ca John Kenyes che sos6ene la necessit di inter-
ven6 pubblici per assicurare loccupazione e accrescere il potere dacquisto dei lavoratori. Queste
idee hanno par6colare fortuna negli USA.
La linea liberista ado(ata dal presidente Hoover viene rovesciata dal democra6co Roosevelt che
propone il New Deal (il nuovo corso) col quale tuJ i ci(adini sono chiama6 alle armi per scong-
gere la crisi con laiuto dello Stato e una pi equa ripar6zione delle ricchezze.
Nel 1933 il governo federale is6tuisce controlli sul mercato azionario per tutelare i risparmiatori.
11.2. Relazioni internazionali: una crisi lunga un decennio
Gli accordi di Locarno del 1925 e il pa(o di Briand-Kellogg del 1928 aprono un processo di disten-
sione che giova alla ripresa economica e gli interessi di quegli Sta6 che lintervento della Societ
delle nazioni non riuscito ad aiutare, anche per lassenza degli Sta6 Uni6 e dellUnione sovie6ca.
La situazione cambia dopo la crisi del 1929. Il rapporto tra questa e il mutamento degli equilibri
internazionali non meccanico o univoco.
Il primo impulso concreato alla destabilizzazione di ques6 equilibri dato dalla guerra italiana in
E6opia, che appare come una vera e propria aggressione contro un paese indipendente e membro
della Societ delle nazioni.

Nel 1936 le truppe di Pietro Badoglio entrano nella capitale Addis Abeba e Vi(orio Emanuele III
viene proclamato imperatore dE6opia, che con Eritrea e Somalia forma lAfrica Orientale Italiana.
Mentre la Societ delle nazioni vota delle sanzioni economiche contro lItalia in quanto paese ag-
gressore, non vi sono eeJ pra6ci e il governo Mussolini si avvicina a quello di Hitler, che aerma
le sue pretese revisionis6che occupando la Renania e ponendo ne alla sua smilitarizzazione deci-
sa a Versailles.
La Societ delle nazioni viene cos messa deni6vamente in crisi. Italia e Germania unite nellAsse
Roma-Berlino sanciscono il loro interessamento comune contro il bolscevismo.
La guerra civile che insanguina la Spagna dal 1936 al 1939 il coagulo dello scontro di ideologie
iniziato con La Rivoluzione dO(obre e con la nascita dei fascismi europei, e i suoi riessi interna-
zionali sono decisivi per le scelte di campo che portano alla seconda guerra mondiale.
Essa ha comunque origini interne, per via del sistema poli6co fragile che non ha mai conosciuto
reali forme di democrazia, con profondi squilibri sociali e for6 spinte autonomis6che che spaccano
tradizionalmente la Spagna.
Francisco Franco vince contro gli oppositori repubblicani con una sanguinosa guerra, instaurando
un regime di 6po fascista. La resistenza dei governi repubblicani si indebolisce per via delle divisio-
ni interne al Fronte. GLi anarchici e il Par6to operaio di unicazione marxista, di ispirazione trocki-
sta e an6stalinista, sono i soli a puntare su una rivoluzione sociale e poli6ca, no a comba(ere con
le armi dei comunis6 lega6 a Mosca. LUnione sovie6ca comunque il solo paese ad aiutare la re-
pubblica con materiale bellico.
Linternazionalizzazione del coni(o un banco di prova per la seconda guerra mondiale e favori-
sce i nazionalis6 di Franco. La richiesta di aiuto da parte della repubblica non viene accolta da
Francia e Inghilterra, mentre Italia e Germania aiutano Franco, perch per Mussolini e Hitler
unoccasione per comba(ere il comunismo e per Stalin un laboratorio per sperimentare la poli6ca
dei Fron6 popolari e per indebolire i fascismi.
Nel fra(empo in Estremo Oriente comincia unaltra guerra. Nel 1937 lesercito nipponico invade la
Cina, forte del Pa(o an6comintern rmato nel 36 con la Germania, al quale aderisce lItalia nel
37. Occupa Nanchino.
La Germania procede allannessione dellAustria senza incontrare gli ostacoli da parte italiana e col
tacito assenso di Francia e Inghilterra, poich questoperazione secondo loro avrebbe soddisfa(o
le richieste della Germania, riequilibrando la situazione minoritaria stabilita a Versailles.
Ma queste concessioni alimentano le mire espansionis6che naziste, focalizzando come obieJvo la
riunione in un unico paese dei popoli di lingua tedesca, prendendo di mira la regione dei Sude6, in
Cecoslovacchia.
Di fronte ad un coni(o generalizzato, nella conferenza di Monaco del 1938 Italia, Francia e Inghil-
terra acce(ano le richieste di Hitler, senza consultare lURSS e il governo ceco.
Gli obieJvi espansionis6ci del nazismo sono so(o gli occhi di tuJ e non vi era pi la gius6cazio-
ne di una popolazione tedesca da riunicare allinterno del Reich.
Alla conferenza di Monaco Inghilterra e Francia hanno mirato a indirizzare la potenza tedesca verso
est per u6lizzarla in funzione an6comunista, ma di fronte alla richiesta di Hitler di o(enere dalla
Polonia Danzica e il passaggio a(raverso il corridoio che divide in due il territorio tedesco, le po-
sizioni dei due governi si irrigidisce. Cos cercano di coinvolgere nuovamente lUnione Sovie6ca in
unopera di contenimento della potenza tedesca.

Ormai troppo tardi per superare la didenza reciproca che la guerra di Spagna ha acuito, mentre
lItalia occupa nel 1939 lAlbania per stringere poi un pa(o di alleanza con la Germania.
11.3. La Seconda Guerra Mondiale
GLi eserci6 non comba(ono nelle trincee, ma con veloci mezzi di trasporto e di oesa, a(raversa-
no spazi immensi, ci( e campagne, e luso di aerei, navi, sommergibili, portaerei e radio e radar
cambia le strategie belliche.
Nel 1945 la guerra nisce con luso di una nuova arma, la bomba atomica sganciata in Giappone e
la ne della guerra conta milioni di mor6, fra cui un vero e proprio genocidio di ebrei dEuropa.
Le cause che portano alla Seconda Guerra Mondiale non sono solo a(ribuibili ad un piano di ag-
gressione della Germania. Vanno considera6 loccupazione dellAlbania da parte dellItalia, il Pa(o
dacciaio fra Italia e Germania, alleanza non solo difensiva ma anche oensiva e la forte crisi dovuta
al crollo della borsa del 1929.
Per questo mo6vo la chiusura delle relazioni commerciali tra gli Sta6, quindi, sollecita una poli6ca
di riarmo per sostenere la domanda interna, sopra(u(o in Germania. Lintervento dei fascismi in
Spagna a sostegno di Franco risponde a quel proge(o ideologico di fascis6zzare lintera Europa,
perseguitato quindi nella Seconda Guerra Mondiale.
Si parla di Nuovo ordine europeo promosso dalla Germania che mira allo sfru(amento economi-
co, anche a(raverso il lavoro forzato, e alla nazicazione di tu(o il con6nente in base ai principi
razzis6 gi a(ua6 nel Reich.
1939
LURSS cerca di difendersi dalla minaccia tedesca rmando nel 1939 un pa(o di non aggressione
con la Germania, il Pa( Ribbentrop-Molotov. Una seJmana dopo le truppe tedesche oltrepassano
il conne polacco e prendono Varsavia.
Mentre Francia e Gran Bretagna entrano in guerra con la Germania, lItalia dichiara la non bellige-
ranza, rinviando limpegno bellico in a(esa di una migliore preparazione militare.
La Polonia diventa in breve tempo il laboratorio del Nuovo ordine europeo sognato dal nazismo
e si procede con la cancellazione delliden6t nazionale distruggendo la classe dirigente polacca,
deportandola nei campi di concentramento. Vengono cos6tui6 dei gheJ che facilitano questope-
razione, vicino ai quali si costruiscono numerosi campi di concentramento (come Auschwitz).
1940
La guerra no al 1940 avviene sul fronte se(entrionale e vede Hitler provare a ridurre alla resa
Francia e Inghilterra, prima di rivolgersi contro lURSS. La linea Maginot viene raggirata passando
dal Belgio, Olanda e Lussemburgo. La Francia viene divisa in due. Una parte controllata dai tede-
schi e la regione a sud dal governo di Vichy.
LItalia abbandona la non belligeranza e dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna. La Francia
rma larmis6zio.
La Gran Bretagna si ada a Churchill che non vuole scendere a paJ col nemico, i massicci a(acchi
aerei tedeschi non piegano il paese, che riceve gli aiu6 militari dagli Sta6 Uni6 e Hitler rinuncia alla
speranza di invaderla.

Nel Se(embre del 1940 Germania, Italia e Giappone siglano il PaMo triparIto, traduzione militare
del Pa(o an6comintern, con lintento di accerchiare lURSS, anche in signicato an6britannico e
an6statunitense, ognuno con le proprie sfere di inuenza.
Senza che Mussolini avverte Hitler nel 1940 le truppe italiane stanziate in E6opia si spingono nella
Somalia inglese e nel Sudan e quelle in Libia cercano di invadere lEgi(o, puntando al controllo del
canale di Suez, ma vengono respinte dalle forze inglesi e costringono lItalia a ri6rarsi anche dal-
lE6opia. In O(obre lesercito di Mussolini a(acca la Grecia partendo dallAlbania, ma viene ferma-
to.
Mentre nel Mediterraneo la o(a britannica inigge gravi perdite a quella italiana, i tedeschi a(ac-
cano la Jugoslavia e la Grecia, occupando inne Creta, punto strategico per il Controllo del Medi-
terraneo.
La guerra parallela intrapresa dallItalia fallisce e ha solo lee(o di mol6plicare i fron6 di ba(a-
glia rendendo il paese ancora pi subalterno alla Germania e indebolendo le potenze dellAsse.
1941
Una svolta decisiva si ha quando sono costreJ ad entrare in guerra Unione Sovie6ca e Sta6 Uni6.
Con il nome in codice di Operazione Barbarossa, linvasione dellURSS avviene nel Giugno del
1941. Sei mesi dopo il Giappone aggredisce gli Sta6 Uni6 e la guerra assume cara(ere mondiale.
La guerra tedesca contro lURSS dovrebbe essere una guerra lampo, perch la Germania sa di
non poter sostenere una lunga guerra di logoramento come quella del 1914-18, per portarla a
termine entro lautunno cercando di evitare gli ostacoli dellinverno russo.
Corollario di guerra totale e guerra lampo la guerra di sterminio. Secondo il Generalplan
Ost, ovvero il Piano generale per lOriente, elaborato dal capo della polizia e delle SS Himmler, si
dovrebbero portare in Siberia milioni di slavi dalla Polonia, dai paesi bal6ci e dalla Russia, sempre
su basi razziste, liberando quei territori che garan6rebbero il cosidde(o spazio vitale nel quale
insediare la popolazione tedesca di razza ariana.
Laccanita resistenza sovie6ca non perme(e la realizzazione di questo proge(o.
Lesercito tedesco, aancato da un mediocre corpo militare italiano, invade i paesi bal6ci, la Polo-
nia e lUcraina, fermandosi alle soglie di Mosca alla ne del 1941.
Stalin assume il comando delle forze armate e inviato tu(a la popolazione alla guerra patrioJca
a difesa del paese, riuscendo ad evitare lannientamento del suo esercito.
Comunque in Russia dilagano saccheggi di risorse alimentari e produJve, sfru(ando anche la ma-
nodopera locale. Vengono infaJ trasferi6 in Germania milioni di lavoratori stranieri, per essere
impegna6 nelle industrie e nei lavori agricoli, contro ogni convenzione nazionale e riducendo in
condizioni schiavis6che le razze inferiori.
Gli Sta6 Uni6, pur mantenendosi neutrali perme(ono il rifornimento alla Gran Bretagna di mate-
riale bellico, con la legge aJ e pres66 e avevano avviato una poli6ca di riarmo, investendo so-
pra(u(o in aerei, navi, sommergibili e portaerei, per inne portare avan6 rapidamente le ricerche
sulla costruzione della bomba atomica.
Il paese abbandona lisolazionismo e nellAgosto del 1941 da un incontro tra Roosevelt e Churchill
viene scri(a la Carta atlanIca, un documento che individua come obieJvo comune la distruzione
della 6rannia nazista, proponendo a tuJ i paesi labbandono dellimpiego della forza e la dimi-
nuzione degli armamen6 per arrivare in futuro a un sistema permanente di sicurezza generale e

il libero accesso a tuJ i paesi ai commerci e alle materie prime mondiali necessarie alla loro pro-
sperit economica.
Limperialismo nipponico annuncia la volont di cos6tuire un nuovo ordine nellAsia orientale,
con lobieJvo dichiarato di comba(ere il comunismo e quello implicito di fare il Giappone lunica
potenza dominante nellarea.
Lunico ostacolo del Giappone per portare a compimento questo proge(o sono gli Sta6 Uni6. Nel
Dicembre del 1941 aerei giapponesi a(accano di sorpresa la o(a statunitense a Pearl Harbor nel-
le Hawaii, facendo sca(are le rispeJve dichiarazioni di guerra, comprese quelle di Italia e Germa-
nia agli USA.
Lo Stato nipponico sembra riuscire nella sua grande opera e questa guerra sembra simile a quella
nazista per eeratezza e impronta razzista, con massacri di civili, prigionieri e stupri.
1942
Nella conferenza di Washington del Gennaio 1942, Sta6 Uni6, Unione Sovie6ca, Gran Bretagna e
altri 26 paesi si impegnano a seguire i principi della Carta atlan6ca e a comba(ere il fascismo senza
concludere tra(a6 di pace separa6.
Con lentrata in guerra degli Sta6 Uni6 e le sue prime vi(orie nel pacico, avviene uninversione di
ro(a nei rappor6 di forza fra i contenden6. La svolta in Europa si ha con la scon(a della Germania
nella lunga ba(aglia di Stalingrado, nellO(obre 1942. In aggiunta alla vi(oria, Stalin scioglie il Co-
mintern, rinsaldando lalleanza con gli occidentali facendo capire di rinunciare ad una rivoluzione
negli altri paesi.
1943
Alla conferenza di Casablanca del Gennaio 1943 Roosevelt e Churchill possono programmare lin-
vasione della Sicilia per chiedere la resa incondizionata dei paesi nemici.
Lapertura del fronte in Italia, dove gli allea6 trovano una debole resistente, comporta la caduta di
Mussolini.
Daccordo col re, che voleva scindere la monarchia dal regime, il Gran consiglio del fascismo vota a
favore dellassunzione del comando delle forze armate al re, esautorando Mussolini, che Vi(orio
Emanuele III fa arrestare, e nominando capo del governo Pietro Badoglio. Ques6 scioglie il par6to
fascista e gli appara6 della di(atura, tollera la ricos6tuzione dei par66 an6fascis6 e dichiara che
lItalia con6nui a partecipare alla guerra a anco della Germania. In realt inizia in segreto le trat-
ta6ve con gli allea6 che portano alla resa incondizionata e allarmis6zio.
Mussolini, liberato dai tedeschi, daccordo con Hitler d vita alla Repubblica sociale italiana che
sos6ene le forze di occupazione germaniche in Italia centro-se(entrionale, marcando la distanza
con la monarchia. Il governo si stanzia a Sal sul lago di Garda.
La Repubblica sociale italiana uno dei tan6 Sta6 europei collaborazionis6. Il termine assume
unaccezione nega6va rispe(o a quello di collaborazione.
1944
La guerra an6fascista condo(a dagli allea6 trova un aiuto nella lo(a di resistenza organizzata da
forze di varia estrazione sociale e poli6ca, che comba(ono per la liberazione, spesso su ideali so-
cialis6 e comunis6, per fondare successivamente un asse(o poli6co nuovo rispe(o al passato.

C lopposizione di alcuni gruppi comunis6, studenteschi e religiosi in Germania che falliscono lat-
tentato a Hitler nel Luglio 1944, promosso da ambien6 militari intenziona6 a sos6tuire il suo regi-
me con un governo conservatore che tra(asse la pace con gli allea6.
Il Comitato di liberazione nazionale comincia ad organizzare in Italia la lo(a armata delle formazio-
ni par6giane contro la Repubblica di Sal.
In Italia la Resistenza coopera alla cacciata dei nazis6 e d un contributo essenziale alla creazione
delle condizioni poli6che da cui nasce la repubblica.
Lo sbarco in Normandia di imponen6 forze anglo-americane il 6 Giugno 1944 perme(e la libera-
zione di Parigi in Agosto e la(acco nale alla Germania, nel quale non vengono risparmia6 gli
obieJvi civili.
1945
La Resistenza italiana proclama il 25 Aprile 1945 linsurrezione generale costringendo alla fuga
Mussolini, ca(urato e gius6ziato dai par6giani.
LArmata rossa, nello stesso periodo entra a Berlino, dove Hitler si suicida qualche giorno prima. In
Germania entra in vigore la resa incondizionata.
Alle conferenze di Yalta e di Potsdam Stalin, Churchill e Roosevelt, sos6tuito da Truman, ssano le
rispeJve sfere di inuenza e le tappe nali della guerra contro il Giappone.
Le grandi ba(aglie condo(e nel Pacico dagli Sta6 Uni6 non sono riuscite a piegare la potenza nip-
ponica, nemmeno il massiccio bombardamento di Tokyo nel Marzo del 1945.
Truman decide allora di usare la forza dissuasiva della bomba atomica appena realizzata, lancian-
dola sulle ci( di Hiroshima e Nagasaki, nellAgosto di quellanno.
Sempre in quel mese lURSS dichiara guerra al Giappone che a Se(embre rma la(o di capitola-
zione a bordo di una corazzata americana.
Il ricorso eccezionale allarma nucleare accelera la vi(oria statunitense, ma diminuisce il peso del-
lUnione Sovie6ca in Asia e pone unipoteca sul futuro ordine mondiale.
11.4. Razzismo, anAsemiAsmo e distruzione degli ebrei
Nel Dicembre del 1946 lAssemblea generale dellOrganizzazione delle nazioni unite (ONU), fonda-
ta lanno prima, dichiara il genocidio un deli(o che ricade so(o la legge internazionale. E una
nuova forma di reato, non prescriJbile, che si aggiunge ai crimini di guerra.
La Convezione dellONU sarebbe impensabile se non si verica un evento di proporzioni eccezionali
come lo sterminio degli ebrei da parte del nazismo.
Il razzismo un fenomeno pi an6co dellanIsemiIsmo, che unaspe(o del razzismo. Di razzi-
smo si comincia a parlare fra le due guerre mondiali e indica lideologia secondo la quale alcune
razze sono superiori ad altre.
E dalla gius6cazione dellimperialismo dei popoli pi for6 che nasce il moderno an6semi6smo.
Spesso in nome del razzismo si compiono genocidi. Negli Sta6 Uni6 due esempi sono il Ku Klux
Klan a danno dei negri e la conquista del Far West ai danni degli indigeni.
In Medio Oriente i massacri e le deportazioni sulletnia curda e dei ceceni si ha ampia documenta-
zione.

Lodio e la discriminazione nei confron6 degli ebrei sono di lunga data, basa6 sostanzialmente su
mo6vi religiosi, sullan6giudaismo che colpisce il popolo accusato di deicidio e in seguito di omicidi
rituali di bambini cris6ani a Pasqua.
E in Francia che assume un cara(ere poli6co con laaire Dreyfus, che viene accusato di spionag-
gio a favore della Germania e condannato alla deportazione.
Agli inizi del Novecento in Russia vengono pubblica6 I protocolli dei savi anziani di Sion, testo che
illustra la riunione di un dire(orio ebraico impegnato a elaborare i piani per la distruzione dellEu-
ropa cris6ana diondendo le idee liberali, socialiste e anarchiche.
Si tra(a di un falso che condensa gli stereo6pi della propaganda an6semita.
Il massacro della seconda guerra mondiale viene individuato col termine Shoah (distruzione), che
lo denisce meglio di Olocausto, parola largamente usata, ma che indica un sacricio religioso.
Lelemento nuovo rispe(o al passato sono le tecniche moderne di sterminio. Si parla di razzismo
biologico. Lo sterminio non serve alcuna nalit sociale, economica o poli6ca, a dierenza di
quanto avviene nei gulag di Stalin, ma ha lobieJvo di eliminare la razza ebraica a vantaggio di
quella ariana.
Lan6semi6smo di Stato fa la sua comparsa anche in Italia con le leggi che nel 1938-39 espellono
studen6 e docen6 ebrei dalla scuola e dalluniversit, vietando matrimoni mis6 e limitando le aJ-
vit dei liberi professionis6.
La Chiesa di Roma non interviene con aJ pubblici di condanna, sebbene sollecitata dagli allea6.
Molto si discusso dei mo6vi dei silenzi di Pio XII. La Chiesa si gius6ca aermando di non voler
procurare mali peggiori sia agli ebrei, sia ai ca(olici che li aiutano segretamente, e con la sua im-
possibilit di schierarsi con una delle par6 in lo(a.
Solo nel 1959, con la decisione di papa Giovanni XXIII di eliminare dalla liturgia della seJmana san-
ta il riferimento ai perdi giudei, viene posto ne al tradizionale an6giudaismo della Chiesa, nella
consapevolezza dei suoi possibili esi6 razzis6.
La rimozione e loblio rappresentano per lungo tempo anche una costante degli Sta6. Solo con una
legge del Luglio 2000 lItalia is6tuisce il giorno della memoria il 27 Gennaio, data dellabbaJ-
mento dei cancelli di Auschwitz per ricordare la Shoah.

12. Due mondi


12.1. Ricostruzione e divisione
I tre grandi del mondo - Sta6 Uni6, Unione Sovie6ca e Gran Bretagna - mirano ad assicurare la pace
futura, ma anche ad ampliare la propria egemonia poli6ca ed economica. LEuropa orientale, lAl-
bania e la Jugoslavia cadono so(o linuenza sovie6ca; lEuropa occidentale invece so(o quella
anglo-americana, insieme alla Grecia e il Giappone so(o gli Sta6 Uni6. Leccezione la Germania,
divisa in qua(ro.
Nel 1947 i tra(a6 di Pace di Parigi s6pula6 con i paesi allea6 della Germania ssano gli asseJ terri-
toriali del dopoguerra, ripris6nando in Europa gli Sta6 nazionali cancella6 o messi in crisi.
Gran Bretagna, Francia e Olanda rientrano in possesso delle colonie in Asia e in Africa che presto
comunque si renderanno indipenden6. Il Giappone perde Taiwan, le zone della Cina occupate e la
Corea.
La Germania divisa in qua(ro tra Francia, Gran Bretagna, Sta6 Uni6 e Unione Sovie6ca e Berlino
amministrata dalle qua(ro potenze.
Viene ssato un te(o massimo per le riparazioni, dovute per la maggior parte allURSS. I nuovi
conni dellEuropa centrale e meridionale hanno lee(o di me(ere in movimento un numero
enorme di profughi.
La guerra pi devastante della storia lascia ferite profonde, materiali e morali, e la ricostruzione del
mondo che ne viene sconvolto richiede energie e risorse immani, poli6che, economiche e culturali.
Il primo compito quello della cancellazione delle rovine lasciate dai fascismi.
Esempi come la Cos6tuzione francese, giapponese e italiana che ripudiano apertamente la guerra,
aermando di non intraprendere ulteriormente, nel corso della storia futura, altri aJ di oesa a
danno di altri popoli, lespressione dire(a di voler rompere col passato, obieJvi presen6 gi nel-
la Carta atlan6ca del 1941 e origine della nascita dellOrganizzazione delle nazioni unite (ONU),
fondata nel 1945 e insediata nel Palazzo di vetro a New York. Raccogliendo 51 paesi si propone di
essere pi opera6va della Societ delle nazioni.
Il processo di Norimberga nellAgosto 1945 condanna a morte gli esponen6 del regime nazista,
compreso il primo ministro nipponico che ha dato il via alla(acco a Pearl Harbor. In Russia lepura-
zione pi dras6ca e in tu(o il mondo intaccato dai fascismi e nazismi avviene un processo di rie-
ducazione, e in generale di denazicazione.
La ro(ura immediata quando viene diviso il mondo in due campi contrappos6, delinea6 dalla
cor6na di ferro pronunciata da Churchill, stesa dai sovie6ci per separare e proteggere i paesi da
loro controlla6 nellEuropa orientale.
Truman chiede al mondo libero di impegnarsi nel contenimento dellespansione del totalitari-
smo comunista.
Si apre lepoca della guerra fredda, per indicare quella contrapposizione frontale tra le due su-
perpotenze emerse, Sta6 Uni6 e Unione Sovie6ca, comba(uta senza scontri direJ a causa dello
equilibrio del terrore, il 6more che uno dei due contenden6 possa usare la bomba atomica, che
ha ne dopo la riunicazione tedesca e la dissoluzione dellURSS. alla ne degli anni 90.
Questa guerra contrassegnata comunque di coniJ come quello della Corea e del Vietnam, che
vanno a delineare sempre pi un modello di mondo bipolare in tu(o il mondo, che vede schierare i
Paesi o a favore degli Sta6 Uni6 o dellUnione Sovie6ca.
Il mondo occidentale si mostra superiore gi nel 1944 quando il dollaro riconosciuto come valuta
di riferimento e nel 1947 il GATT, General Agreement on Tarifs and Trade - successivamente de-

nominato WTO, World Trade OrganizaIon - che abbassa le tarie doganali in tu(o il mondo per
venire incontro alle esigenze statunitensi.
Inoltre il Piano Marshall che facilita la ricostruzione economica europea ha provenienza statuni-
tense.
LobieJvo di stabilizzazione poli6ca di segno moderato viene raggiunto allontanando i comunis6
dai governi in Francia e Italia. Nel 1947 lURSS risponde fondando il Cominform, un Ucio di in-
formazione dei par66 comunis6 che assicura un coordinamento venuto mancare nel Comintern.
Cos ciascuno dei due blocchi si consolida al suo interno. Viene creata la NATO, North AtlanIc
Treaty OrganizaIon, Organizzazione del Pa(o Atlan6co del Nord, fra i paesi dellEuropa Occidenta-
le, gli Sta6 Uni6 e il Canada.
La Germania in questo contesto divisa in due Sta6. Mosca blocca i collegamen6 terrestri con la
zona occidentale di Berlino, superata con gli aerei anglo-americani che assicurano i rifornimen6
alla ci(. Questo accelera la fusione della zona occidentale: nasce la Repubblica federale tedesca
con capitale Bonn, che entra poi nella NATO, mentre a est nasce la Repubblica democraIca tede-
sca.
In Corea scoppia il coni(o tra le due superpotenze nel 1950, divisa tra Nord, lo-sovie6ca, e Sud a
favore del modello occidentale. La guerra si conclude nel 53, inasprendo la strategia an6comuni-
sta di Washington. Dalla poli6ca di contenimento si passa a quella di Eisenhower di roll back,
per far indietreggiare i sovie6ci dalle posizioni da essi conquistate, promuovendo la SEATO, orga-
nizzazione per il sud-est asia6co.
A questa linea corrisponde la poli6ca del senatore McCarthy di caccia alle streghe, o maccar6-
smo, contrassegnata di unondata di persecuzioni e di processi contro quan6 sospe(a6 di lo-co-
munismo.
George Orwell con La fa4oria degli animali del 1945 cri6ca aspramente lutopia comunista e il mo-
dello sovie6co.
12.2. Il modello occidentale
Europa e Sta6 Uni6 fanno parte dello stesso blocco occidentale, che cara(erizza un sistema capita-
lis6co in ne(a contrapposizione con quello sovie6co. Il mondo occidentale diventa un modello
ideologico di riferimento con a(ribu6 di libert e democrazia, trovando il suo baluardo negli Sta6
Uni6, dove avviene una sorta di et delloro.
Con il Piano Marshall la crescita produJva interessa tuJ i se(ori e una crescita cos sostenuta av-
viene anche in Giappone, dove la ristru(urazione del paese accompagnata da una trasformazio-
ne del sistema economico e produJvo, cara(erizzato dalla nascita di grandi concentrazioni indu-
striali che spesso diventano mul6nazionali.
Lo sviluppo si arresta solo nel 1973 con la crisi del petrolio causata dallaumento del prezzo del pe-
trolio da parte della OrganizaIon of the Petroleum ExporIng Countries (OPEC) nel Medio Oriente.
Cambiano quindi i connota6 delleconomia, che si mondializza, sviluppando nuove aree industria-
li dove il costo del lavoro minore, come in Cina, Corea, India e Brasile, vedendo nascere nuovi
se(ori produJvi pi leggeri come quello dellinforma6ca, e dove la disoccupazione assume ca-
ra(eri stru(urali che la rendono dicilmente riassorbibile.
La ques6one razziale comunque non si risolve, nonostante gli sforzi dei Paesi. Negli Sta6 Uni6 John
Kennedy sembra inaugurare quellera della nuova fron6era che dovrebbe riprendere lo spirito
dei colonizzatori dellO(ocento, lanciando una sda poli6ca e culturale, che comunque non riesce

a realizzare, nendo viJma di una(entato nel 1963. OJene qualche successo nella conquista del-
lo spazio, facendo me(ere il primo piede delluomo sulla Luna.
Le ques6oni sociali e dei diriJ civili nel programma di Kennedy vengono arontate da Lyndon
Johnson, arontando la ques6one della povert abbassando le tasse e vietando la discriminazione
razziale.
Nel periodo avviene la fallimentare guerra in Vietnam che conclude il successore Richard Nixon
ri6rando le truppe dal Paese.
Laumento del prezzo del petrolio me(e in crisi leconomia del paese, alla quale cerca di reagire il
repubblicano Ronald Reagan. OJene 6midi risulta6, ma riesce a rilanciare i rappor6 con lURSS
convincendo il nuovo leader sovie6co Michail Gorbaciov ad avviare nel 1985 una poli6ca di di-
stensione con gli USA.
Uscita dalla guerra fortemente ridimensionata, la Gran Bretagna rinuncia alle sue colonie e al suo
impero, vedendo trasformare il Commonwealth in unassociazione di sta6 sovrani nel 1948. Dopo
laustero governo di Margaret Thatcher, che produce tensione sociale e disoccupazione Tony
Blair nel 1997 a risollevare la situazione.
LItalia uscita dal fascismo vede la scelta democra6ca prevalere, e confermare la divisione secolare
tra Nord e Sud, pi conservatore. Nasce la Cigl che rappresenta i sindaca6 ca(olici, socialis6 e co-
munis6.
Nel referendum del 2 giugno 1946 la repubblica prevale alla monarchia. Seguono dei governi di
centro, reJ da Democrazia CrisIana.
LItalia rinuncia ad una poli6ca estera aJva legandosi alla NATO.
nel 1948 la scissione di Cisl e Uil dalla Cigl indebolisce le forze a difesa dei lavoratori, ma negli anni
50 avviene un miracolo economico cara(erizzato da un numero di addeJ allindustria superiori
a quelli agricoli. La produzione di beni di consumo e inves6men6 nelle infrastru(ure fanno da vo-
lano per questo sviluppo.
Negli anni 60 i governi di centro-sinistra con laggiunta del ParIto socialista (PSI) al DC procurano
trasformazioni alla societ. E il periodo del movimento studentesco del 1968.
E dellinizio degli anni 90 che lItalia vede la nascita dei par66 di centro-destra.
12.3. Le esperienze del comunismo
Alla morte di Stalin, il segretario del par6to comunista (PCUS) Nikita Kruscev teorizza la necessit
di un confronto pacico co i paesi capitalis6ci e di rappor6 di uguaglianza tra quelli socialis6.
Egli, salito al governo concentra su di s tu(o il paese, limitando ulteriormente la libert di culto e
con6nua ad esercitare uno stre(o controllo sugli intelle(uali.
Tra i paesi comunis6 quello che ha pi fortuna la Cina. In un quarto di secolo stata guidata da
Mao, che ha fa(o compiere al paese passi da gigante, facendola diventare una delle prime dieci
potenze industriali, riuscendo ad alimentare una popolazione in forte crescita e o(enendo un po-
sto fra i cinque membri permanen6 del Consiglio di sicurezza allONU.

13. Nuovi protagonisI


Gli eeJ della seconda guerra mondiale sono visibili anche dalla decolonizzazione di un gran nu-
mero di paesi e dallemersione di quei soggeJ spesso poco considera6, che o(engono grossi passi
avan6 per la loro emancipazione: le donne.
13.1. La decolonizzazione
Le colonie fondate in Africa o(engono la loro indipendenza in due ondate successive, dopo il se-
condo coni(o mondiale e negli anni 60.
Rispe(o al passato non sono pi so(o dominio dire(o, ma so(o delle sfere di inuenza.
La Carta atlan6ca aerma il diri(o di tuJ i popoli a scegliere al forma di governo con cui i popoli
intendono vivere. Gli stessi popoli soggeJ conquistano la loro indipendenza usando gli stessi mezzi
materiali e intelle(uali dei loro colonizzatori. la maggior parte dei leader spirituali e poli6ci che rie-
scono a rendere indipenden6 i loro paesi provengono da studi e inuenze dire(e dei loro paesi co-
lonizzatori.
Un esempio Gandhi che fa notevoli passi avan6 per lindipendenza dellIndia grazie alla guerra.
In Indocina nel 1941 nasce, col movimento di liberazione guidato dal Par6to comunista del Viet-
nam di Ho Chi Mihn, il Fronte nazionale per lindipendenza del Vietnam, o Vietminh. Proclama, a
seguito delle lo(e contro i colonizzatori francesi e gli occupan6 giapponesi, lindipendenza della
Repubblica democra6ca del Vietnam, non riconosciuta dalla Francia che tenta di rioccupare la par-
te meridionale.
Gli Sta6 Uni6 subentrano ai francesi, nel quadro della guerra fredda contro lURSS e la Cina che so-
stengono il Vietminh nel 1949.
Nel 1961 il Fronte di liberazione del Vietnam del Sud, guidato dai comunis6 vietcong, e sostenuto
dal quello del Nord, scatena unoensiva degli USA da parte di Kennedy e poi Johnson, con pos-
sen6 dispiegamen6 di armi al napalm.
Gli Sta6 Uni6 comunque escono sconJ dal coni(o e il Vietnam si riunica come Repubblica so-
cialista del Vietnam.
Il coni(o inoltre divide lopinione pubblica statunitense e mondiale sollevando interroga6vi sul
ruolo degli Sta6 Uni6 in questa guerra, nonostante fosse gendarme del movimento pacista.
13.2. LAmerica LaAna
Lindipendenza poli6ca conquistata dai paesi la6no-americani allinizio dellO(ocento non su-
ciente a dotarli di unautonomia sostanziale, poich con6nuano a dipendere dagli aiu6 esteri, so-
pra(u(o statunitensi. Solo il Messico riesce ad emanciparsi.
La seconda guerra mondiale perme(e un miglioramento delle economie la6no-americane.
E Cuba con la rivoluzione del 1959 a scuotere lequilibrio di terrore tra le due superpotenze. Il ge-
nerale Ba6sta is6tuisce una di(atura nel 1952 con un colpo di stato sostenuto da Washington. E
lavvocato Fidel Castro messo a capo di un movimento di guerriglia a comba(ere la corruzione del
regime, aancato dallargen6no Ernesto Che Guevara nel 1959, rovesciando il regime di Ba6sta.
Gli Sta6 Uni6 tentano di invadere lisola e impongo lembargo sulle importazioni di Cuba, che spin-
gono a Castro di cercare lappoggio di Mosca, spostando cuba nellarea socialista. LURSS installa
basi missilis6che nellisola per bilanciare quelle USA in Turchia, provocando nel 1962 la pi grande
crisi della guerra fredda, facendo temere per un coni(o nucleare.
Si risolve ri6rando i missili in cambio alla rinuncia degli Sta6 Uni6 a rovesciare la rivoluzione cuba-
na.

14. Il villaggio globale e le sue tensioni


14.1 La caduta dei muri
La crisi di Cuba del 1962 il punto pi alto della guerra fredda, quando il rischio di un coni(o nu-
cleare convince le due superpotenze ad avviare un processo di distensione nei loro rappor6. Le
parole del papa Giovanni XXIII nellenciclica Pacem in terris del 1963 fanno ee(o e i rappor6 fra le
potenze migliorano.
Il processo si ferma a causa delloccupazione sovie6ca nel 1979 dellAfghanistan, che garan6rebbe
rifornimen6 petroliferi allUnione Sovie6ca e per contrastare il contagio delle forze islamiche con-
cre6zzato proprio in territorio afghano dai mujaheddin nazionalis6.
Il movimento studentesco del 1968 nato nelle universit americane a sostegno dei diriJ civili
dei neri e per protesta alla guerra contro il Vietnam. Ha una scarsa valenza poli6ca, ma segnano un
disagio diuso dalle reciproche par6 della cor6na di ferro.
In una situazione di stagnazione economica, Gorbaciov imbocca una nuova strada per lUnione So-
vie6ca. Al congresso del par6to del 1986 propone la perestrojka (ristru(urazione) del sistema
economico e poli6co per dare spazio alla propriet privata e alleconomia di mercato, la glasnot
(trasparenza) che dovrebbe rompere la separazione tra is6tuzioni e ci(adini e una presa da(o
della interdipendenza tra gli Sta6.
Gli eeJ delle sue riforme sono contraddi(ori a causa della scarsa chiarezza di un programma che
introduce correJvi in un sistema socialista non intaccato nella sostanza. Rapida per sono le rica-
dute con un cauto riconoscimento della libert despressione.
Lincontro col presidente americano Reagan fru(a laccordo per smantellare i missili in Europa e
limpegno sovie6co di me(ere ne alloccupazione in Afghanistan.
Il sistema dei paesi comunis6 europei entra in crisi e lUnione Sovie6ca si dissolve in due anni. Nel
1990 Gorbaciov sale alla presidenza, ma il suo potere si rivela debole. ElsIn diviene lanno seguen-
te presidente della Russia, lo stato maggiore dellUnione, che scioglie il PCUS e prende il soprav-
vento su Gorbaciov.
La Russia si trasforma nel 1992 nella Federazione russa, che prende il posto dellURSS allONU.
La poli6ca di Gorbaciov ha eeJ sui paesi dellEuropa orientale, un contagio democra6co in Polo-
nia, Ungheria, Bulgaria e Romania.
Un anno prima della ne dellUnione Sovie6ca nasce la nuova Germania unita in seguito al crollo
del Muro di Berlino del 9 Novembre 1989. Questo segna successivamente la vi(oria dei democra-
6ci nelle libere elezioni del 1990. Il nuovo Parlamento vota nel 1991 il trasferimento della capitale
da Bonn a Berlino, iniziando il dicile processo di integrazione delle due Germanie che si sono
dierenziate notevolmente, accentuando le dierenze dallunicazione della moneta.
La caduta improvvisa dei comunismi ha aperto ovunque scenari di instabilit poli6ca e incertezza
economica. La Cecoslovacchia si divide in due sta6 nel 1992, e lequilibrio che Tito pone tra i 6 Sta6
della Jugoslavia viene scosso. In par6colare il 28 Giugno 1989 il leader comunista serbo Milosevic
invita la folla a comba(ere per la propria iden6t e per la ricostruzione della Grande Serbia. Il
discorso era contro la popolazione albanese e mussulmana del Kossovo e anche nei confron6 delle
altre repubbliche della Jugoslavia.
Slovenia e Croazia nel 1990 indicono libere elezioni che vedono sconJ i comunismi e nel 91 si
dichiarano indipenden6.
C la volont della Serbia di Milosevic di imporsi, che provoca la divisione della Bosnia-Erzegovina
nel 1992 dando origine ad una Repubblica serba e a un coni(o sanguinoso.

Linecacia delle sanzioni dellONU contro la Repubblica federale di Jugoslavia di Milosevic solleci-
ta la NATO e gli Sta6 Uni6 per la cessazione del coni(o. Laccordo di Dayton di Bill Clinton da vita
ad uno Stato bosniaco diviso in due: la Repubblica serba di Bosnia e la Federazione croato-mus-
sulmana.
Le tensioni sfociano in un nuovo coniMo in Kossovo nel 1998, fermato nuovamente dalla NATO,
quando nel 1999 le forze serbe si ri6rano indebolendo Milosevic, scon(o alle presidenziali del
2000. Ora vige la Confederazione delle Repubbliche di Serbia e Montenegro nel 2003.
La caduta dei comunismi e la ne della guerra fredda perme(e ai paesi dellUnione Sovie6ca a en-
trare nella NATO. Si rilancia il processo di integrazione con lEuropa con il tra(ato di Maastricht del
1992 che ha dato vita allUnione Europea, allargandolo ai paesi dellEst nel 2004.
Nel 1957 nasce la Comunit Economica Europea (CEE) che cos6tuisce un mercato comune con
labolizione dei dazi doganali e la libera circolazione di lavoratori, merci e capitali. Gli organi della
CEE non riescono a esercitare per un ruolo di indirizzo poli6co, ma un deciso passo avan6 viene
compiuto col tra(ato di Maastricht del 1992 che la rende lUnione Europea.
Con essa viene ampliato il campo dazione, investendo i temi della poli6ca estera, la norma6va
giudiziaria o quella sullimmigrazione, si is6tuisce lUnione economica e monetaria che si avvale
della Banca centrale europea per dirigere la poli6ca monetaria dei paesi aderen6 e viene introdot-
ta in 11 paesi dellUnione nel 2002 la moneta unica, leuro, creando inoltre la ci(adinanza europea.
Quella degli anni 70 del novecento si presenta come una rivoluzione economica, scien6ca e tec-
nologica nuova e rapidissima. Vengono velocizza6 i traspor6, cresce la societ dei consumi e lin-
glese si aerma come la lingua del mondo economico, nanziario e scien6co. Tu(o ci produce la
globalizzazione, termine nato dallespressione villaggio globale per indicare la rapidit dellin-
terscambio assicurata dai moderni mass media che non conoscono conni nazionali, anche se per i
mass media si parla di processo di internazionalizzazione di un modo di comunicare che diviene
progressivamente un modo di organizzare il mondo.
Al di l della cri6ca del movimento no global, in vari casi la globalizzazione signica laccentra-
mento in poche mani delle decisioni in campo economico e un accentuato divario tra aree di svi-
luppo e di so(osviluppo, nonch un controllo monopolis6co dei mezzi di comunicazione di massa
deleterio per le sor6 della democrazia.
14.2. Il potere di comunicare
Nella realt o nellimmaginazione il testo scri(o rappresenta il nemico di una poli6ca autoritaria.
Ed qui che la stampa e la sua libera circolazione si avvertono come un pericolo dai governan6. La
capacit di leggere e scrivere quella di comunicare, di essere informa6 e di informare, un tempo
riservata ad unlite.
Adesso, nellera di Internet i progressi compiu6 su questo piano sono enormi, ma il problema non
stato ancora risolto.
La capacit di leggere e scrivere degli abitan6 di un paese, e quindi la loro possibilit di comunicare
e partecipare con maggior consapevolezza alla vita civile e poli6ca, una ques6one decisiva per
misurare il grado di sviluppo di una societ anche nellepoca odierna.
14.3. Le guerre e la pace: il nodo del Medio Oriente
Le guerre tradizionali tra Sta6 si intrecciano con quelle di liberazioni dal domino coloniale o quelle
civili, no ad assumere la forma di lo(a poli6ca cos6tuita dal terrorismo nazionale e internaziona-

le, cresciuto molto nel Novecento, assimilato come aJvit bellica. Tu(o ha come preroga6va quel-
la di coinvolgere anche la popolazione civile, che spesso ne rimane viJma.
Negli anni 70-80 la percentuale di prodo(o nazionale lordo des6nata alle spese militari vede al
primo posto il Medio Oriente, primi fra tuJ Iraq, Israele e Arabia Saudita.
Dalla ne della seconda guerra mondiale il Medio Oriente una miscela esplosiva di petrolio, la
nascita dello Stato di Israele con coniJ con6nui, terrorismo e nazionalismo arabo.
Il 14 Maggio 1948 viene proclamato lo Stato di Israele, che riunisce a s lo storico proge(o di un
focolare ebraico. Gli eeJ della Shoah aumentano le immigrazioni in Pales6na bilanciando il
rapporto tra ebrei e arabi.
LONU prepara un piano di spar6zione della Pales6na che prevede una creazione di uno Stato
ebraico e uno pales6nese, mentre Gerusalemme verrebbe messa so(o controllo internazionale.
Il piano invece crea le condizioni per il primo coni(o arabo-israeliano. Nonostante lopposizione
della Lega araba (Iraq, Transgiordania, Arabia Saudita, Egi(o, Libano e Yemen) lo Stato di Israele
proclama lindipendenza del paese, vincendo il coni(o. I pales6nesi, espulsi da Israele, si dividono
tra lEgi(o e la striscia di Gaza e la Transgiordania, che ora diventa la Giordania.
La Repubblica di Israele che si forma si fonda sul riferimento religioso della Torah e una Legge fon-
damentale che regola gli organismi is6tuzionali e tutelano i diriJ civili e poli6ci.
Il panorama del mondo arabo si modica sensibilmente quando la Repubblica egiziana con Nasser
comba(e il fondamentalismo religioso dei Fratelli musulmani divenendo il punto di riferimento per
i nazionalis6 arabi.
Nasser esercita una grande inuenza nella fase di decolonizzazione dellAfrica nera e promuove
lOrganizzazione per la liberazione della PalesIna (OLP) seguita successivamente da Yasser Arafat.
Nel 1973 gli Sta6 arabi produ(ori di petrolio per dimostrare la loro os6lit nei confron6 dei soste-
nitori di Israele bloccano lesportazione del greggio, il cui prezzo quadruplica me(endo in dicolt
i paesi industrializza6. Loro nero si dimostra unarma poli6ca di grande ecacia.
Se il fondamentalismo religioso la ricerca di unispirazione dire(a nei tes6 sacri, per costruire
unideologia, il fondamentalismo islamico vuole essere la risposta a un periodo di decadenza ac-
centuato dal dominio coloniale europeo.
Lapplicazione della shariah (legge sacra) e linvito alla jihad (lo(a) signica sua puricazione
interiore che giusta guerra. Il fondamentalismo islamico pu essere quindi considerato una ri-
voluzione culturale.
La prima applicazione della shariah si ha nel 1972 in Libia dopo che il colonnello Muhammar
Ghedda, sensibile alla ferita della vi(oria israeliana del 1967 rovescia la monarchia instaurando
un regime autoritario e nazionalista ispirato al modello nasseriano. Sora lo scontro con gli Sta6
Uni6, nch non imbocca la via della distensione.
Il vero a(o di nascita del fondamentalismo tu(avia quello della Repubblica islamica instaurata
nel 1979 in Iran dallayatollah Ruhollah Khomeini.
Un caso par6colare quello dellAfghanistan che per ripris6nare lIslam originario essi non si limi-
tano a discriminare gli ind e a calpestare i diriJ civili, ma vogliono incidere sui simboli culturali
vietando di suonare e cantare in pubblico o agli uomini di tagliarsi la barba e imponendo il burqa
alle donne per esaltarne la so(omissione.
Importante il caso dellIraq di Saddam Hussein, divenuto nel 1979 presidente della repubblica
instaura un regime di(atoriale laico. Auspica a imporre la propria egemonia a danno dellArabia

Saudita, lIraq usa le sue grandi risorse petrolifere per potenziarsi militarmente. Si scontra con
lIran no al 1988 senza vin6 n vincitori e nel 1990 invade il Kuwait.
Per evitare una sua egemonia nel 1991 una vasta coalizione guidata dagli Sta6 Uni6 di George
Bush muove guerra allIraq respingendo le truppe no a Baghdad. Non rovescia il regime di Sad-
dam Hussein, ma impone allIraq un embargo commerciale.
E la Prima Guerra del Golfo, che coincide con la dissoluzione dellUnione Sovie6ca e apre anche
formalmente la stagione dominata da ununica superpotenza.
Proprio sugli Sta6 Uni6 si concentrano ulteriormente i risen6men6 dei popoli che si sono conside-
ra6 viJme del dominio statunitense, culmina6 negli aMentaI coordina6 che l11 SeMembre 2001
distruggono le Twin Towers di New York e colpito a Washington il Pentagono.
Da tempo il terrorismo cambia per cara(eri e frequenza: da tenta6vo di supplire a un ritardo nel-
lorganizzazione della lo(a poli6ca, come allinizio del Novecento, a mezzo per accelerarla.
Rivendica6 dallo sceicco saudita Osama Bin Laden, in nome di un Islam nel quale la sua organizza-
zione fondamentalista Al Qaeda non ha un radicamento sociale, gli a(enta6 provocano la guerra.
InfaJ il presidente americano George W. Bush dichiara una lo(a senza termine contro lasse del
male rappresentato dal terrorismo e dal fondamentalismo islamico.
Ne fa le prime spese lAfghanistan sospe(ato di ospitare e proteggere Osama Bin Laden, occupato
un mese dopo la(acco alle Torri Gemelle, con lausilio delle forze della NATO, ponendo ne a Di-
cembre del 2001 al regime dei talebani.
Nel Marzo del 2003 la volta dellIraq, accusato di nascondere armi di distruzione di massa vietate
dalle convenzioni internazionali, ma in seguito mai ritrovate. Con la Seconda Guerra del Golfo una
coalizione anglo-americana travolge in un mese la resistenza irachena rovesciando il regime di
Hussein.
Presentata come una guerra preven6va a difesa dei valori della democrazia, questa guerra come
la prima, non nasconde lesistenza di interessi economici e strategici.

NOTE
Alcune parole e frasi facen6 parte del riassunto sono state estrapolate dire(amente dal manuale
scri(o da Gabriele Turi perch ritenute signica6ve per la comprensione di alcuni passaggi storici.
Il riassunto tra(o da Il nostro mondo di Gabriele Turi e la divisione in capitoli e paragra segue
fedelmente la suddivisione ado(ata dallautore del libro.

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