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Giornale di Sicilia 15 Giugno 2000

Restituito oltre un miliardo ai parenti di Angelo Siino


PALERMO. Oltre un miliardo in titoli e denaro contante restituiti ai prossimi congiunti (la
madre, il figlio, la nipote) del collaboratore di giustizia Angelo Siino: la provenienza dei
beni, secondo i giudici di secondo grado, risultata infatti lecita. La decisione della
sezione misure di prevenzione della Corte d'appello di Palermo, che ha parzialmente
annullato una decisione di segno contrario del tribunale, accogliendo cosi, sempre in parte,
il ricorso dei legali dell'ex imprenditore condannato per mafia e i familiari. Confermata
invece la confisca della societ che apparteneva personalmente a Siino: per ottenere
l'annullamento di questo decreto, gli avvocati Candia e Alfredo Galasso hanno presentato
ricorso in Cassazione.
La restituzione del miliardo (esattamente si tratta di 1.104 milioni) finora avvenuta solo
in parte: le somme sarebbero state utilizzate infatti per l'amministrazione giudiziaria della
societ Siino Costruzioni srl, sotto sequestro dal 1991, epoca del primo arresto dell'attuale
collaborante. Di fronte alla mancanza delle somme, i Siino hanno inviato due lettere alla
sezione misure di prevenzione del tribunale, incaricata della gestione amministrativa dei
beni dei cosiddetti prevenuti: i giudici hanno cos disposto, con un altro decreto, che la
restituzione avvenga comunque.
Finora, per, sono stati riconsegnati soltanto somme e dossier titoli appartenenti alla madre
di Siino, Antonia Celeste, per il valore complessivo di 474 milioni. Settecentotrenta
milioni dovranno essere restituiti invece a Giuseppe Siino, figlio del collaborante, e ad
Antonia, figlia del fratello di Angelo Siino, Giuseppe Andrea, ingegnere. La societ Siino
Costruzioni sarebbe invece piena di debiti e il suo valore sarebbe sempre pi ridotto.
La restituzione un atto dovuto -dice l'avvocato Alfredo Galasso - e non c'entra nulla con
la qualit di collaboratore di Siino. E stata dimostrata documentalmente la liceit della
provenienza dei beni. Lungo e tormentato l'iter della confisca del patrimonio di Siino:
dopo il primo arresto dell'ex pilota di rally, nel 1992, vennero sequestrati i suoi beni,
confiscati integralmente nel 1995 dal tribunale, prima della decisione del cosiddetto
ministro dei Lavori pubblici di Tot Riina di collaborare con la Giustizia, che risale al
luglio del 1997, pochi giorni dopo il secondo arresto di Siino.
Il procedimento d'appello per le misure di prevenzione ha parzialmente ribaltato la pronuncia del tribunale: stato chiuso dopo una perizia molto complessa, con cui stata fatta
un'analisi approfondita del patrimonio del prevenuto. La madre di Siino ha dimostrato di
aver acquisito i titoli (il cui valore complessivo di 630 milioni, anche se i giudici hanno
disposto la restituzione di 474) grazie a introiti ricevuti per via ereditaria, dal proprio
padre. Si trattava di redditi agrari, la cui origine stata ricostruita in maniera analitica.
Anche il denaro depositato sul libretto al portatore proviene dalle attivit, giudicate lecite,
del padre di Siino, Giuseppe, che aveva intestato il titolo di credito ai nipoti Antonia e
Giuseppe. Per mezzo del libretto venivano incassati i mandati di pagamento che l'Esa, ente
di sviluppo agricolo, intestava all'imprenditore Giuseppe Siino per lavori effettivamente
svolti. Anche su questo la difesa ha presentato i contratti, alcuni dei quali risalenti al
periodo precedente il 1980, i vaglia cambiari del Banco di Sicilia e i mandati di pagamento
Esa.
Al momento della materiale riconsegna dei beni agli intestatari, per, sorto un intoppo:
mancava infatti la disponibilit delle somme, utilizzate per coprire le spese
dell'amministrazione della societ Siino Costruzioni. Per questo tipo di impegni finanziari,

per, si potrebbero utilizza somme o redditi di beni intestati allo stesso prevenuto e non a
suoi congiunti, anche se ritenuti suoi prestanome. Antonia Celeste, Antonia e Giuseppe
Siino l'hanno fatto presente al tribunale, che ha deciso che la restituzione ai familiari
dell'ex boss avvenga comunque.
Riccardo Arena
EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS

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