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Elementi di Servizi di cancelleria

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DEPOSITI GIUDIZIARI
(a cura di Angela Siragusa)

GENERALITÀ
Nel corso dei procedimenti giudiziari (civili, penali, volontaria giurisdizione, amministrativi rimessi
alla competenze del G.O.) può sorgere la necessità di depositati DENARO e TITOLI, allo scopo di:

- Garanzia
- Cautela processuale imposta dalla legge o dal giudice
- Semplice e temporanea custodia.

Tali depositi sono costituiti da valori:

- Sottratti alla disponibilità delle parti


- Cautelarmente accantonati
- Assunti in custodia dall’a.g., in attesa di destinazione.

Idealmente tale custodia dovrebbe essere affidata alle cancellerie, ma poiché queste ultime non
sarebbero in grado di garantire la dovuta sicurezza, la legge ne attribuisce il compito ad istituzioni
pubbliche o private. Inoltre, una recente normativa dispone che in alcuni casi, anziché Poste
italiane, il ruolo di depositario sia svolto dalla società Equitalia giustizia spa, in qualità di gestore
del F.U.G.

I DEPOSITI PER CONCORRERE AD INCANTI possono farsi anche nelle cancellerie.

Tale normativa può subire deroghe: tali depositi possono essere effettuati anche presso istituti di
credito.

DEPOSITANTI
Essi sono:

1. Le parti ed i loro procuratori


2. Il cancelliere
3. L’ufficiale giudiziario ed il commissionario o l’istituto di vendite giudiziarie
4. La polizia giudiziaria
I VERSAMENTI AL FONDO UNICO GIUSTIZIA (F.U.G.)

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A tale fondo affluiscono:

a) In materia penale:
1. Le somme di danaro, i titoli al portatore, quelli emessi o garantiti dallo Stato ed ogni
altra attività finanziaria a contenuto monetario o patrimoniale sequestrati
nell’ambito di procedimenti penali e di procedimenti di applicazione di misure di
prevenzione. Tali risorse, qualora non facciano parte di complessi aziendali, non
affluiscono al FUG, se non in occasione dell’eventuale liquidazione dell’azienda
stessa. Devono anche includersi le somme di denaro oggetto di sequestro
conservativo.
2. I proventi derivanti dai beni confiscai nell’ambito dei predetti procedimenti o di
quelli di irrogazione di sanzioni amministrative
3. Le somme di denaro ex art. 262 comma 3 bis cpp, cioè quelle per le quali non è
stata disposta la confisca e nessuno ne ha chiesto la restituzione.
b) In materia civile:
1. Le somme di danaro già depositate presso Poste Italiane spa, banche o latri
operatori, in relazione a procedimenti civili di cognizione, esecutivi o speciali, non
riscossi o non reclamati dagli avanti diritto entro 5 anni dalla data di estinzione del
procedimento o dal momento in cui l’ordinanza di assegnazione è diventata
definitiva.
2. Le somme di danaro ex art. 117, quarto comma, R.D. 267/42, e cioè le somme
spettanti ai creditori del fallimento che non si presentano per il riparto finale o che
sono irreperibili, decorsi 5 anni dall’avvenuto deposito da parte del curatore
fallimentare, di dette somme sul libretto postale giudiziario.

I DEPOSITI PRESSO GLI UFFICI POSTALI


Devono essere depositate presso gli uffici postali:

 Le somme ricavate dalle vendite nelle esecuzioni mobiliari ed immobiliari promosse dagli
esattori delle imposte
 Le somme provenienti da successioni di cittadini italiani deceduti all’estero
 Le somme ricavate dalle vendite mobiliari e quelle provenienti da esecuzioni forzate in
genere
 Le somme provvisoriamente depositate in cancelleria per cauzione e per spese, nelle
procedure di espropriazione immobiliare dagli offerenti agli incanti rimasti aggiudicatari
 Le somme provenienti da cauzioni in materia civile

Prima dell’istituzione del FUG, venivano depositare presso Poste Italiane anche le somme ricavate
da vendite di corpi di reato, non confiscati, nonché le somme sequestrate nei procedimenti penali.

I depositi presso gli uffici postali sono divenuti fruttiferi in virtù degli artt. 8, comma 4, e 11 D.M.
2002. Le nuove disposizioni si applicano anche ai depositi giudiziari in essere alla data di entrata in
vigore del decreto stesso.
Gli uffici postali, però, possono ricevere in deposito somme di denaro solo per conto di uffici

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giudiziari che abbiano sede nello stesso comune.

All’atto del deposito, l’ufficio postale rilascia gratuitamente un libretto di risparmio senza limiti di
somma e provvede all’apertura di una partita nel registro. S-bis, scrivendo in ambedue:

 Generalità dell’intestatario
 Ammontare del deposito
 Indicazione della causale
 Cancelleria presso la quale il libretto deve rimanere in deposito, fino all’estinzione del
deposito, ed è conservato nel fascicolo al quale si riferisce.

Una volta estinti, i libretti devono essere restituiti all’ufficio postale emittente, a cura del
cancelliere.

Sul libretto devono annotarsi tutti i mandati di pagamento. Esaurite le pagine del libretto, l’ufficio
postale ne rilascia un altro, trasportandovi il credito residuo.

Inoltre l’amministrazione centrale autorizza la duplicazione dei libretti

- Smarriti
- Distrutti
- Sottratti

I libretti Mod. B-1 devono sempre essere intestati alla parte anche quando sono effettuati dai
procuratori, con le seguenti eccezioni:

 Alla procura della repubblica, somme pertinenti a cittadini italiani morti all’estero
 Ad avvocati muniti di procura, per somme depositate per concorrere ad incanti per conto
di persone da nominare
 Al debitore riguardo la somma inerente il prezzo di aggiudicazione nei procedimenti di
espropriazione immobiliare

I DEPOSITI PRESSO LA CASSA DELLE AMMENDE


La cassa delle ammende è dotata di personalità giuridica e ha sede presso la direzione generale
degli istituti di prevenzione e pena del ministero della giustizia.

Presso tale cassa si eseguono i versamenti relativi alle sanzioni in caso di:

 Inammissibilità o di rigetto della dichiarazione di ricusazione


 Inammissibilità o di rigetto della richiesta di rimessione del processo da parte dell’imputato
 Testimoni, periti o custodi di cose sequestrate, regolarmente citati che omettono di
comparire
 Etc
Vi si depositano, inoltre, le cauzioni:

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 Imposte al custode delle cose sequestrate
 Imposte in caso di restituzione delle cose sequestrate a chi ne abbia diritto
 Offerte dall’imputato al responsabile civile per garantire i crediti ex art. 316 cpp

In tal caso il giudice dispone con decreto che non si faccia luogo al sequestro conservativo e
stabilisce le modalità con cui la cauzione deve essere prestata.

Il deposito in titoli si effettua tramite la cancelleria del giudice che ha inflitto la sanzione, la quale
ne curerà l’inoltro all’amministrazione della cassa.

Depositi cauzionali in denaro  le relative somme vanno versate integralmente ai


concessionari del servizio riscossione. I concessionari provvedono a riversare le somme
riscosse alle tesorerie provinciali dello Stato, che a sua volta confluiranno alla tesoreria
centrale dello stato.

Gli uffici giudiziari hanno l’obbligo di inoltrare alla cassa delle ammende un’apposita
comunicazione di avvenuto versamento, corredata da lettera esplicativa della causale di ciascun
versamento.

Le citate cauzioni si estinguono:

- per confisca: che devono essere devolute alla cassa delle ammende
- o per restituzione: che avviene mediante emissione di mandato di pagamento solo dopo
che la cancelleria abbia trasmesso alla cassa delle ammende la copia del provvedimento di
restituzione e un certificato in duplice copia attestante l’esistenza o meno di eventuali
spese o spese pecuniarie, affinché il relativo importo se dovuto, sia trattenuto dalla cassa e
inoltrato all’erario.

La cancelleria deve inoltre segnalare alla cassa l’ultimo recapito della persona avente diritto al
rimborso. Del deposito non è previsto l’iscrizione nel registro generale dei depositi giudiziari
(Mod.1).

I DEPOSITI PRESSO ISTITUTI DI CREDITO


La legge permette che alcuni depositi possano essere effettuati presso istituti di credito.
Di solito si fa ricorso ai depositi bancari per:
- Somme relativi a fallimenti.
- somme provenienti da eredità giacente
- somme derivanti da cauzioni civili.

Del deposito non è prevista iscrizione nel registro generale dei depositi giudiziari.
I prelevamenti avvengono con l'emissione di apposito provvedimento autorizzativo del magistrato
e presentazione del libretto per l'annotazione delle operazioni o estinzioni del deposito.
Per ogni pagamento deve essere emesso dal giudice delegato mandato, direttamente al nome
della persona cui deve essere effettuato il pagamento.
Il giudice delegato e il cancelliere devono depositare la firma presso l'istituto di credito, che è

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tenuto a dare comunicazione alla cancelleria di ciascuna operazione o ritiro di somme.

REGISTRI DI CANCELLERIA
Per i depositi giudiziari è prescritta la tenuta di alcuni registri ad opera degli uffici giudiziari. In
particolare il registro Fug, I registri Mod. I e IV e il registro memoriale sono prescritti per tutte le
cancellerie presso cui possono affluire depositi.

I Mod. II e III sono prescritti solo presso la cancelleria del tribunale ove si svolgono le procedure
inerenti l'esecuzione immobiliare.
Qualora sussistano particolari esigenze logistiche ed organizzative i registri possono essere
duplicati con provvedimento del capo dell'ufficio giudiziario.

REGISTRO FUG
Tale registro è stato istituito a decorrere dal 1 gennaio 2009 e sostituisce il registro generale dei
depositi giudiziari nella sola materia penale.

Le risorse sequestrate vanno iscritte nel registro in uso all'ufficio giudiziario che procede. Nel caso
in cui il pubblico ministero esercita l'azione penale o richiede l'archiviazione, nel registro in uso la
procura della Repubblica va annotata la data in cui gli atti vengono trasmessi.

In questo caso l'ufficio giudicante deve scrivere nel proprio registro quanto in sequestro,
comunicando il numero di iscrizione all'ufficio inquirente per l'annotazione nel omologo registro.
Il registro Fug è suddiviso in due sezioni: ordinario e misure di prevenzione.

Le annotazioni in questo registro di tutte le informazioni in esso previste sono necessarie per
l'evidenza delle risorse che sono affluite al fondo , sia al fine di effettuarne periodici controlli sia
per l'annotazione della definizione della procedura.

Inizialmente era prevista la tenuta del registro in forma cartacea mentre adesso il sistema si è
completamente informatizzato: di conseguenza tutti i dati relativi ai beni oggetto di sequestro
sono di competenza del Fug.
Poiché con l'implementazione del sistema informativo delle misure di prevenzione è contemplata
la piena integrazione dei dati inseriti progressivamente dei vari uffici interessati, risulta
fondamentale ed imprescindibile che siano inserite in modo completo ed esaustivo le informazioni
che riguardano le risorse economiche influenti nel suddetto fondo.

Effettuata l'iscrizione nel registro Fug, gli uffici dovranno provvedere a:

 Aggiornare l'elenco delle cose sequestrate


 Inserire copia dell'elenco nel fascicolo processuale e annotare sulla relativa copertina il
numero del registro Fug.
MOD. I

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I cancellieri debbono scrivervi, appena ricevuti, i depositi eseguiti dalle parti o dalla cancelleria sui
libretti postali che vengono depositati in cancelleria.
In tale Mod. devono essere riportate tutte le notizie del caso e deve essere staccata la relativa
ricevuta per essere consegnata all'interessato. Nel giorno stesso del versamento i cancellieri
devono presentare il relativo libretto di risparmio. Tale libretto deve essere iscritto sul registro
Mod. I della cancelleria dell'ufficio giudiziario nella cui giurisdizione si trova l'ufficio postale
emittente, non avendo influenza la circostanza che a giudicare sia competente altra autorità
giudiziaria.

MOD. II
Detto registro serve per annotarvi depositi provvisori eseguiti in cancelleria per concorrere agli
incanti nelle procedure di espropriazione immobiliare. Il giudice dell'esecuzione, infatti, quando
dispone la vendita stabilisce l'ammontare della cauzione il termine entro il quale deve essere
presentata dagli offerenti.
La cauzione costituisse una percentuale del prezzo base e tale somma è destinata ad essere
convertita in deposito definitivo per gli aggiudicatari, oppure è destinata ad essere restituita a
coloro che non risultano aggiudicarsi l'incanto o la gara. Coloro che intendono partecipare
all'incanto dunque devono effettuare nelle mani del cancelliere, il deposito dell'indicata cauzione
insieme con l'ammontare approssimativo delle spese di vendita.
MOD. III
si tratta di un Mod. che serve per la partecipazione, da farsi all'ufficio postale, per la conversione
dei depositi provvisori, effettuati per concorrere agli incanti, in depositi definitivi, mediante
versamento entro il giorno successivo all'udienza e l'iscrizione sul registro Mod. I del relativo
libretto, previo discarico nel Mod. II.
MOD. IV
I depositi giudiziari sono depositi vincolati, per cui qualsiasi modificazione della loro destinazione
consistenza è subordinata ad un provvedimento del magistrato e all'adempimento di alcune
formalità che variano con il variare della specie di deposito. Tale registro serve per prelevare
somme depositate sui libretti postali infruttiferi mediante mandati emessi dall'autorità giudiziaria.
Tali mandati si compongono di quattro parti:

 la prima relativa alla matrice


 la seconda relativa alla partecipazione
 la terza relativa all'avviso di emissione
 la quarta relativa al mandato vere proprio.

MEMORIALE
Questo registro serve per trasmettere la parte seconda terza del registro Mod. IV all'ufficio postale
che emise il libretto e che deve eseguire il pagamento. L'ufficio postale poi rilascia ricevuta del
pagamento mediante annotazione sullo stesso registro. Tutti i registri devono essere numerati e
vidimati ciascun foglio dal capo dell'ufficio giudiziario il quale deve indicare alla fine del registro
stesso il numero dei fogli di cui si compone.

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RESTITUZIONE, CONFISCHE DEVOLUZIONE DELLE RISORSE AFFLUITE AL FUD
In caso di restituzione delle somme dei valori sequestrati, l'ufficio, oltre a comunicare all'avente
diritto il provvedimento di restituzione, deve darne comunicazione di quelli che sono i valori.
Decorsi tre mesi dalla comunicazione dell'avviso senza che l'avente diritto abbia provveduto al
ritiro, sono devoluti alla cassa ammende.
Per la comunicazione indirizzata alla società, non si allega alcuna copia del provvedimento di
restituzione.
Non si procede alla comunicazione mediante Mod. C quando l'avente diritto alla restituzione è
ignoto o irreperibile.
Mediante l'ulteriore Mod. C-bis deve essere data comunicazione alla società Equitalia giustizia in
ordine alla data di ricezione, ai fini della devoluzione delle risorse alla cassa delle ammende.

Lo stesso Mod. C-bis deve essere utilizzato nelle ipotesi di restituzione sia all'avente diritto ignoto
o irreperibile sia all'avente diritto al quale non è stato possibile notificare l'avviso di cui al Mod. C
per sopravvenuta in reperibilità.

In entrambi i casi mediante il Mod. C bis sono comunicate alla società Equitalia giustizia la data in
cui il provvedimento di restituzione è passato in giudicato o divenuto definitivo e le relative
informazioni sulle somme oggetto del provvedimento, ai fini della devoluzione delle risorse alla
cassa delle ammende, decorsi sei mesi previsti dalla legge.
Se si tratta di somme oggetto di sequestro conservativo, la comunicazione alla società Equitalia
giustizia in ordine ai provvedimenti di assegnazione delle predette somme deve essere effettuata
utilizzando il Mod. C-ter.

Per la restituzione di somme, nessun ulteriore adempimento è richiesto ed in particolare nessun


mandato tratto dal Mod. IV deve essere emesso.

Infatti tutti i depositi anche se anteriori sono ormai regolati dalla nuova disciplina.

I provvedimenti di confisca delle risorse sequestrate sono comunicate alla società Equitalia
giustizia nel Mod. D.

PRINCIPALI NORME RELATIVE ALL’EMISSIONE DEI MANDATI TRATTI

SUL REGISTRO MOD. I


I mandati sono distinti con numerazione progressiva annuale e debbono essere predisposti in ogni
parte della cancelleria e recare il bollo dell’ufficio e la firma del capo dell’ufficio giudiziario e della
cancelleria.

Dall’emissione di ciascun mandato deve essere:

1) Addebitato l’importo nel corrispondente libretto e l’operazione deve essere convalidata


dalla firma del magistrato e del cancelliere
2) Fatta annotazione nel registro Mod. I a margine della relativa iscrizione con l’indicazione

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degli estremi del mandato, importo e beneficiario più firma convalidata.

Il mandato non può essere ammesso al pagamento finché l’ufficio postale non abbia ricevuto dalla
cancelleria le parti 2° e 3° del mandato stesso e se non siano state osservate tutte le formalità
previste.

Competente ad emettere gli ordinativi di pagamento è la cancelleria dell’autorità giudiziaria che


ha deciso il procedimento e che deve dare esecuzione al provvedimento divenuto definitivo.

Per la compilazione dei mandati, per l’assegnazione o distribuzione di somme nelle procedure di
esecuzione e per ogni liquidazione di onorari nelle procedure fallimentari, la cancelleria per ogni
mandato deve riscuotere il corrispondente diritto di cancelleria.

Tale disposizione si applica solo ai processi civili depositati alla data del 2002 quando le parti non si
sono avvalse delle disposizioni sul contributo unificato.

La parte quarta del mandato va consegnata direttamente al soggetto a cui favore il mandato è
stato tratto previa quietanza su carta bollata.

Nel caso di estinzione del deposito giudiziario, si pone il problema della liquidazione, la cui
procedura sarà:

- Il cancelliere emette il mandato tratto sul Mod. IV di pareggiamento a saldo e compila il


modulo di richiesta estinzione e comunicazione interessi
- L’ufficio postale completa la richiesta di estinzione, inserendo l’importo degli interessi
maturati e rinvia la documentazione all’ufficio giudiziario.
- Il cancelliere trascrive gli interessi maturati sul Mod. b-1
- Infine l’ulteriore mandato ed il libretto Mod. b-1 sono trasmessi all’ufficio postale.

In alternativa è consentito richiedere il rimborso di somme con contestuale estinzione del libretto
di deposito senza chiedere il preventivo calcolo degli interessi.

- Nel caso in cui vi sia un solo beneficiario sul mandato del pagamento dovrà essere indicata
la somma capitale accompagnata dalla frase “più interessi di estinzione fino al soddisfo”;
- Se vi sono più beneficiari, dovrà essere indicata la somma capitale spettante a ciascun
beneficiario accompagnata dalla frase “più …% per interessi di estinzione”

Conversione in vaglia
Quando bisogna trasmettere delle somme presso enti che non hanno sede o residenza nel luogo
dove ha sede l’ufficio giudiziario che ha emesso il pagamento o l’ufficio postale presso cui è stato
rilasciato il libretto, il mandato deve essere intestato al predetto ufficio che lo convertirà in vaglia
in favore dell’avente diritto.
Rinnovazione e duplicazione dei mandati

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I mandati di pagamento tratti sul registro Mod. I sono validi per due mesi, oltre quello di
emissione.

Trascorso tale termine, gli uffici postati devono restituire alla cancelleria gli avvisi relativi ai
mandati non presentati per la riscossione durante il periodo di validità.

Il beneficiario del mandato scaduto può chiedere la rinnovazione all’u.g.

Per la duplicazione provvede la stessa autorità che lo ha emesso.

Sospensione del pagamento dei mandati


Quando qualche mandato non può essere pagato, perché irregolare o discordante dall’avviso, gli
uffici possono ritirarlo, rilasciandone ricevuta Mod. N e rimettendolo subito alla cancelleria dalla
quale fu rilasciato.

Se manca l’avviso, gli uffici devono sospenderne il pagamento e chiederne l’avviso stesso in
cancelleria.
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PATROCINIO A SPESE DELLO STATO

SEZIONE PRIMA
NORMATIVA GENERALE SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO

GENERALITA’
L’art 24 cost. stabilisce che ai meno abbienti sono assicurati i mezzi per difendersi davanti ad ogni
giurisdizione.

L’intera disciplina del patrocinio a stese dello stato è stata inserita nel TU delle disposizioni
legislative e regolamentati in materia di spese di giustizia.

AMBITO DI APPLICAZIONE DELL’ISTITUTO


Nel processo penale, il patrocinio a spese dello stato è assicurato per la difesa del cittadino non
abbiente (indagato, imputato, danneggiato, persona offesa, etc.  straniero/apolide residente in
Italia, o regolarmente soggiornante sul territorio nazionale).

Stessa cosa è prevista nel processo civile, amministrativo, contabile e tributario, volontaria
giurisdizione, quando le ragioni non appaiono manifestamente infondate.

Non possono essere ammessi al beneficio:

- Indagato, imputato, condannato per reati commessi in violazione delle norme per la
repressione dell’evasione fiscale
- Le parti processuali in cause civili riguardanti la cessione di crediti

L’ammissione al patrocinio è ammessa in ogni stato e fase del giudizio (esecuzione, revisione,
revocazione, etc).

La mediazione obbligatoria
Il D.L. n.69/13 ha reintrodotto il procedimento di mediazione quale condizione di procedibilità per
le domande giudiziarie relative alle materie elencate al relativo art. 5.

La mediazione è gratuita per coloro che avrebbero goduto del patrocinio statale ovvero quando la
mediazione è disposta dal giudice.
La normativa non prevede che lo stato versi la indennità non corrisposte dall’organismo di

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mediazione dalla parte non abbiente, ma il ministero della giustizia provvede al monitoraggio delle
mediazioni concernenti i soggetti esonerati.

Quando la mediazione è obbligatoria, perché condizione di procedibilità, se non ha esito


conciliativo, si ritiene coperta dal procedimento di ammissione al patrocinio dello stato adottato
dal competente consiglio dell’ordine degli avvocati (COA).

La negoziazione assistita
Il D.L. n. 132/14 ha introdotto la procedura della negoziazione assistita quale nuovo strumento di
composizione stragiudiziale della controversia. Alle parti grava l’onere del compenso per
l’assistenza del legale. Quando però il procedimento è condizione di procedibilità, all’avvocato non
è dovuto alcun compenso, se la parte si trova nelle condizioni per l’ammissibilità al patrocinio a
spese dello stato.

La parte interessata è comunque obbligata a versare all’avvocato un’apposita dichiarazione


sostitutiva dell’atto di notorietà.

CONDIZIONI PER L’AMMISSIONE AL BENEFICIO


- Reddito imponibile ai fini IRPEF non superiore a € 11.528,41
- Non essere condannati ai reati ex artt. 416 bis c.p., 291 quater TU 43/73, 73 TU 309/90 o
avvalendosi dalle condizioni ex art. 416 bis c.p.
- La persona offesa dai reati ex (per es. 600, 600 bis, 600 ter, etc) è ammessa anche in
deroga ai limiti
- Che le ragioni non siano manifestamente infondate.

ISTANZA DI AMMISSIONE
- Ammessa in ogni stato e grado del giudizio, purché se ne abbiano i requisiti
- Deve essere sottoscritta dall’interessato a pena di inammissibilità.
- Nel processo civile, amministrativo, tributario, deve contenere anche i fatti posti a
fondamento dell’istanza

IL DIFENSORE
- La persona ammessa al patrocinio può nominare un difensore scelto tra gli iscritti in
appositi elenchi presso i COA.
- Si tratta di avvocati che ne fanno istanza di iscrizione avendo i relativi requisiti, quali per es.
o Esperienza professionale
o Assenza di sanzioni disciplinari
o Etc
- Si può scegliere un solo difensore: se successivamente si sceglie un altro difensore, gli
effetti dell’ammissione cessano
CTP E INVESTIGATORI PRIVATI

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- La persona ammessa può nominare un CTP, il quale deve essere residente nel distretto
della corte d’appello nel quale pende il processo
- Il difensore della persona ammessa può beneficiare di un sostituto o di un investigatore
privato (con le stesse prescrizioni di cui sopra “vedi residenza”)
- Possono essere scelti anche al di fuori, ma in tal caso non sono dovute le spese di trasferta.

LIQUIDAZIONE DEI COMPENSI


- L’ONORARIO e le SPESE spettanti al difensore, all’ausiliario del magistrato, ctp, etc, sono a
carico dello stato e vengono liquidati dal giudice mediante decreto di pagamento.
- Tale liquidazione è effettuata al termine di ciascuna fase

SEZIONE SECONDA
DISPOSIZIONI PARTICOLARI SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
NEL PROCESSO PENALE

PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA
- È presentata dall’interessato o dal difensore, o inviata a mezzo raccomandata l’ufficio del
magistrato presso cui pende la causa. Se il richiedente è detenuto, ad pera del direttore o
dell’ufficiale di pg.
- Se è depositata in cancelleria, il cancelliere forma immediatamente il fascicolo presso cui
deposita la domanda
- Il fascicolo verrà quindi sottoposto al giudice procedente per la decisione sull’ammissione,
previa visione dei documenti richiesta al depositario.

DECISIONE E CONTROLLI SULL’ISTANZA


Nei 10 giorni successivi a quelli in cui è stata presentata o è pervenuta l’istanza, il magistrato
davanti al quale pende il processo o quello che ha emesso il provvedimento impugnato, verificata
l’ammissibilità, ammette l’interessato al patrocinio alle spese dello stato, se ricorrono le condizioni
di reddito.

Il magistrato respinge l’istanza se vi sono fondati motivi per ritenere che l’interessato non versi
nelle condizioni stabilite.

Prima di provvedere, il magistrato può trasmettere la relativa istanza alla guardia di finanza per le
relative verifiche.

In ordine alla domanda, il giudice può:

1) Dichiararla inammissibile
2) Accoglierla
3) Rigettarla
IMPUGNAZIONE DEL PROVVEDIMENTO DI RIGETTO

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Avverso il provvedimento di rigetto, l’interessato entro 20 giorni può proporre ricorso davanti al
presidente del tribunale a cui appartiene il magistrato che ha emesso il provvedimento di rigetto.
Tale ricorso va iscritto nel ruolo generale degli affari civili non contenzioni e si svolge in camera di
consiglio.

EFFETTI DELL’AMMISSIONE AL PATROCINIO DEL PROCESSO PENALE


Per effetto dell’ammissione al patrocinio alcune spese sono gratuite, altre sono anticipate
dell’erario (art. 107 T.U.).

Sono spese gratuite le copie degli atti processuali, quando sono necessarie per l’esercizio della
difesa.

Sono invece spese anticipate dall’erario:

Per esempio:

- Le indennità e le spese di viaggio spettanti ai magistrati


- Le indennità e le spese di viaggio spettanti ai testimoni
- Onorario e spese degli avvocati
- Indennità di custodia

[Ecc… ecc…]

In riferimento all’azione di risarcimento del danno nel processo penale, l’ammissione al beneficio
produce i medesimi effetti ora indicati; inoltre, se la spesa è posta a carico della parte ammessa, si
provvede a prenotare a debito talune voci di spesa, e cioè ad annotarle semplicemente sun un
apposito registro.

Più precisamente sono prenotati a debito:

- Il contributo unificato;
- Le spese forfetizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio;
- L’imposta di registro;
- L’imposta ipotecaria e catastale.

REVOCA DEL DECRETO DI AMMISSIONE


Il giudice, con decreto motivato, revoca l’ammissione:

- Se, entro trenta giorni dalla scadenza del termine di un anno dalla data di presentazione
dell’istanza o dalla precedente comunicazione, l’interessato non provvede a comunicare le
eventuali variazioni dei limiti di reddito.
- Se, le condizioni di reddito risultano variate da escludere l’ammissione;
- Se, riguardo il cittadino di Stati non appartenenti all’Unione europea detenuto, internato
non è stata prodotta la certificazione dell’autorità consolare;
- se, risulta provata la mancanza delle condizioni di reddito previste per l’ammissione,

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anche all’esito delle integrazioni richieste.

La competenza è del magistrato che procede al momento della scadenza dei termini suddetti
ovvero al momento in cui la comunicazione è effettuata o, se procede la Corte di cassazione, il
magistrato che ha emesso il provvedimento impugnato.

CASI DI RECUPERO DELLE SPESE PROCESSUALI


Le parti diverse della persona ammessa al patrocinio sono chiamate a pagare in favore dello Stato
le spese processuali.

- Se si tratta di reato punibile a querela della persona offesa, nel caso di sentenza non di
luogo o di assoluzione dell’imputato ammesso al patrocinio, il magistrato se condanna il
querelante al pagamento delle spese in favore dell’imputato, ne dispone il pagamento in
favore dello Stato.
- Quando si procede d’ufficio, il magistrato se rigetta la domanda di restituzione o di
risarcimento del danno, o assolve l’imputato ammesso al beneficio per cause diverse dal
difetto di impunibilità e condanna la parte civile non ammessa al beneficio al pagamento
delle spese processuali in favore dell’imputato, ne dispone il pagamento in favore dello
Stato.
- Con la sentenza che accoglie la domanda di restituzione o di risarcimento del danno il
magistrato se condanna l’imputato non ammesso al beneficio al pagamento delle spese in
favore della parte civile ammessa al beneficio, ne dispone il pagamento in favore dello
Stato.

ESTENSIONE PARZIALE DELLE NORME SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO IN


MATERIA PENALE
Al di fuori dei casi di ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato, sono previste
alcune ipotesi in cui si applicano le disposizioni relative al patrocinio in materia penale.

- L’onorario e le spese spettanti al difensore di persona ammessa al programma si


protezione dei collaboratori di giustizia sono liquidati dal magistrato nella misura e con la
modalità stabilite per i casi di ammissione di patrocinio a spese dello Stato.
Esso spetta per ogni fase del procedimento, compresa quella dell’esecuzione, e per ogni
grado del giudizio.
- Se il difensore di un distretto di corte d’appello o diverso da quello dell’autorità giudiziaria
precedente, in deroga alle norme sul patrocinio.

COMPENSI AL DIFENSORE DI UFFICIO


Il principio stabilito al di fuori delle ipotesi di ammissione al patrocinio a spese dello Stato
l’attività del difensore d’ufficio deve essere in ogni caso retribuita.
Al fine però di assicurare l’effettività e l’efficacia della difesa di ufficio, l’onorario e le spese

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spettanti al difensore di ufficio sono liquidati dal magistrato.

Lo Stato ha diritto di recuperare le somme anticipate, a meno che la persona assistita dal
difensore d’ufficio non chieda ed ottenga l’ammissione al patrocinio. Ciò comporta la necessità
che a seguito dell’anticipazione delle somme, si inizi immediatamente la procedura di
recupero nei confronti della persona assistita.

Le medesime regole si applicano anche al caso di difesa d’ufficio di un indagato.

COMPENSI AL DIFENSORE DI UFFICIO DEL MINORE


La necessità di garantire l’effettività della difesa anche nel processo penale a carico di
minorenni ha condotto all’adozione di un congegno in parte diverso da quanto previsto per la
difesa d’ufficio nel processo nei confronti dei maggiorenni. Si è garantito infatti una sorta di
ammissione officiosa al patrocinio a spese dello Stato, senza cioè alcuna domanda da parte
del minorenne o dei suoi familiari, purchè esistano le condizioni reddituali richieste dalla
normativa in materia, la cui sussistenza è verificata però solo in un secondo momento.

L’ammissione è comunque limitata al solo compenso del difensore e non si pone il problema
delle altre spese anticipate dall’erario e non è prevista alcuna condanna alle spese processuali,
queste quindi, una volta effettuate, rimangono definitivamente a carico dello Stato.

PATROCINIO IN FAVORE DELLE VITTIME DEL TERROSISMO E DELLE STRAGI


Si prevede che nei procedimenti penali, civili, amministrativi e contabili il patrocinio delle
vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice o dei superstiti è a totale carico dello
Stato.
16
SEZIONE TERZA

DISPOSIZIONI PARTICOLARI SUL PATROCINIO A SPESE


DELLO STATO NEL PROCESSO CIVILE

PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA
L’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato deve essere presentata
esclusivamente dall’interessato o dal difensore, ovvero inviata, a mezzo raccomandata, al
competente consiglio dell’ordine degli avvocati.

Se il consiglio dell’ordine lo richiede, l’interessato è tenuto, a produrre la documentazione


necessaria ad accertare la veridicità di quanto in essa indicato.

DECISIONE E CONTROLLI SULL’ISTANZA


Nei dieci giorni successivi a quello cui è presentata o pervenuta l’istanza, il consiglio dell’ordine
degli avvocati, verificata l’ammissibilità dell’istanza, ammette in via anticipata e provvisoria al
patrocinio a spese dello Stato se, sulla base di quanto dichiarato dal richiedente, ricorrono le
condizioni di reddito cui l’ammissione al beneficio è subordinata e se le pretese che si intende
far valere non appaiono manifestamente infondate.

Copia dell’atto è trasmessa all’interessato e al magistrato competente. Se il consiglio


dell’ordine degli avvocati ha respinto o dichiarato inammissibile l’istanza, questa può essere
riproposta al magistrato, il quale decide con apposito decreto.

EFFETTI DELL’AMMISSIONE AL PATROCINIO NEL PROCESSO CIVILE


- Si ritiene estesa a tutti gli atti che vi si riferiscono, anche di volontaria giurisdizione
- Giova per tutti i gradi di giudizio: se chi l’ha ottenuta sia rimasta soccombente, non potrà
giovarsi dell’ammissione per proporre impugnazione
- Una volta ammessi, le spese che in via ordinaria sarebbero state a carico della parte
ammessa vengono prenotate a debito (es. contributo unificato, imposta di bollo) o
anticipate dall’erario (onorari e spese del difensore, indennità e spese di viaggio spettanti a
magistrati)

REVOCA DELL’AMMISSIONE AL BENEFICIO


- Se sopravvengono modifiche delle condizioni reddituali, il magistrato provvede a
revocare il provvedimento di ammissione
- Con apposito decreto, avviene tale revoca se risultano insussistenti i presupposti o se
l’interessato ha agito o resistito in mala fede.
- Ha effetto dall’accertamento delle modificazioni reddituali.
RECUPERO DELLE SPESE PROCESSUALI

17
- Una volta condannata la parte soccombente alla rifusione delle spese processuali, il
relativo pagamento dovrà essere effettuato a favore dello Stato.
- Se ciò non avviene e la vittoria della causa mette la parte ammessa al patrocinio in
condizione di restituirle in favore dello Stato, questa deve provvedervi.
- L’azione di recupero può essere esercitata per tutte le spese prenotate ed anticipate
quando la parte abbia conseguito almeno il sestuplo delle spese.
- Tale limite non riguarda le spese effettivamente anticipate dall’erario.
- Se vi è transazione tutte le parti sono solidamente obbligate al pagamento delle spese
prenotate a debito con divieto di accollarle al beneficiario.
- Nelle cause promosse contro i soggetti ammessi al beneficio, la parte attrice o
impugnante è obbligate al pagamento delle spese prenotate a debito, quando il
giudizio sia estinto o rinunciato.

ESTENSIONE PARZIALE DELLE NORME SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO IN


MATERIA CIVILE
- Processi relativi all’impugnazione del decreto di espulsione da parte del cittadino di
Stati non appartenenti all’Unione europea
- Processi relativi all’adozione e all’affidamento dei minori
- Processi in cui è parte un fallimento
- Processi di interdizione o inabilitazione ad istanza del pubblico ministero.
3

18
SPESE DI GIUSTIZIA PAGATE DALL’ERARIO
(A cura di GIUSY IORIO)

SEZIONE PRIMA

NORMATIVA GENERALE SULLE SPESE PAGATE DALL’ERARIO

PREMESSA
Il principio della domanda vuole che l’autorità giudiziaria provveda quando la parte
invoca la tutela giurisdizionale dei propri interessi. Nel processo penale l’iniziativa è
affidata allo stato a mezzo del pm, titolare dell’azione penale. Nel processo civile la
difesa dei propri interessi è affidata alla libera determinazione del titolare.

Per il principio dell’onere delle spese, l’anticipazione del costo del processo grava sul
soggetto che lo promuove. Nel processo penale le spese sono anticipate dall’erario
ad eccezione di quelle relative ad atti richiesti dalle parti e di quelle relative alla
pubblicazione della sentenza. Se la parte è ammessa al patrocinio a spese dello
stato, l’erario anticipa anche le spese degli atti di parte.

Nel processo civile la parte provvede alle spese degli atti che compie e che chiede.
Se la parte è ammessa al patrocinio a spese dello stato le spese sono anticipate
dall’erario, salvo che ne sia prevista la prenotazione a debito.

Il T.U. in materia di spese di giustizia dpr 115/2002 amplia il concetto di spese di


giustizia. Vi sono ricompresi -oltre alle spese di giustizia affrontate dallo stato per
l’esercizio della funzione giurisdizionale- anche i diritti, le tasse e i tributi a carico
delle parti che in taluni casi vengono prenotati a debito.

SPESE DI GIUSTIZIA IN MATERIA PENALE


In materia penale sono ripetibili le spese di:

 Spedizione, diritti e indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari


 Trasferta per atti fuori dalla sede del processo
 Indennità per i testimoni

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 Indennità di custodia
 Demolizione opere abusive
 Pubblicazione provvedimenti del magistrato

Non sono ripetibili:

 Indennità magistrati onorari, giudici popolari e degli esperti


 Spese di trasferta dei magistrati di corte d’assise
 Spese per rogatorie dall’estero ed estradizioni da e per l’estero

Sono escluse dal novero delle spese di giustizia sepoltura di detenuti e delle persone
decedute in pubblica via, traduzione dei detenuti e trasporto atti e oggetti che
servono al processo.

SPESE DI GIUSTIZIA IN MATERIA CIVILE


In materia civile in conseguenza dell’ammissione al gratuito patrocinio l’erario
paga:

 Onorari e spese al difensore


 Spese di viaggio a magistrati, appartenenti agli uffici, ufficiali giudiziari
 Spese di viaggio a testimoni, notai, consulenti tecnici, ausiliari
 Spese per la pubblicità legale dei provvedimenti
 Spese per il compimento o per la distruzione dell’opera
 Spese di notificazione a richiesta d’ufficio
 Indennità di trasferta e spese di spedizione

Sono comunque pagate dallo stato alcune spese nella procedura fallimentare,
nell’eredità giacente rilevata d’ufficio, nella vendita di beni sequestrati e confiscati,
nel processo in cui è parte un’amministrazione pubblica. L’erario paga le indennità
della magistratura onoraria.

REGISTRO DELLE SPESE PAGATE ALL’ERARIO


I pagamenti dell’erario devono essere annotati nel registro delle spese pagate
dall’erario, posto in uso presso uffici del giudice di pace, tribunali, corti d’appello,
procure e uffici NEP.

PAGAMENTI TELEMATICI
Al registro si applicano le norme per la tenuta dei registri in modo informatizzato.
Nella totalità degli uffici giudiziari è operante la piattaforma SIAMM-ARSPG. Gli
utenti esterni, per le singole istanze di liquidazione, possono utilizzare un’interfaccia

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web che dialoga telematicamente con il sistema SIAMM-ARSPG.

FOGLIO DELLE NOTIZIE


Transitoriamente, in attesa della completa informatizzazione, è stato predisposto
un foglio delle notizie ai fini del recupero, nel quale vengono annotati i pagamenti
di spese ripetibili.

ORDINI E DECRETI DI PAGAMENTO


Per T.U. in materia di spese di giustizia, il funzionario amministrativo è competente
alla quantificazione e all’emissione dell’ordine di pagamento. Il magistrato
interviene con decreto di pagamento costituente titolo (senza bisogno di ulteriore
ordine del funzionario) nei soli casi in cui vada valutato il quantum. Il magistrato
liquida le spettanze degli ausiliari, le indennità ai custodi, spese straordinarie
comprese quelle per le intercettazioni. Ordine e decreto indicheranno le spettanze,
non anche le spese accessorie calcolate dall’ufficio contabile.

PAGAMENTO DELLE SPESE


La riforma del 2006 stabilisce che le spese di giustizia vengano pagate mediante
emissione di ordini di accreditamento da parte dell’amministrazione centrale in
favore dei dirigenti amministrativi preposti a tribunali, corti d’appello, cassazione,
procure. Procedura:

1. L’ufficio istruisce le pratiche e liquida (annotandole nell’apposito registro) le


spese senza ritardo. Ogni 15 giorni trasmette agli uffici del funzionario
delegato i provvedimenti di liquidazione, la documentazione probatoria e il
mod.31.
2. Il funzionario delegato, ricevuta la documentazione, emette i predetti
ordinativi e invia al beneficiario l’avviso di pagamento. Il funzionario da
comunicazione anche all’ufficio giudiziario che ha liquidato la spesa.

La piattaforma SICOGE consente di gestire le fasi del processo di spesa. Completata


l’evoluzione verso la dematerializzazione del flusso di spesa, non solo i rendiconti,
ma l’intera documentazione in formato digitale, verrà trasmessa per mezzo della
piattaforma SICOGE.
PAGAMENTI IN FAVORE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

21
Dal 2007 per i pagamenti a favore della magistratura onoraria è stato avviato
l’applicativo GiudiciNet. Tale sistema, amministrato direttamente dal Ministero
dell’economia e delle finanze, si utilizza sempre per i giudici di pace. Per gli altri
magistrati onorari, per i compensi qualificati come reddito da lavoro autonomo,
occorre far riferimento alla procedura ordinaria. GiudiciNet non può essere
utilizzato né per i giudici il cui trattamento è gestito dalle direzioni provinciali del
tesoro, né per le somme non soggette a tassazione (eventuali rimborsi spese). La
novità della procedura riguarda i pagamenti, non la tenuta dei registri.

PAGAMENTI RESIDUALI PRESSO GLI UFFICI POSTALI E REGOLAZIONI CONTABILI


La riforma conserva ipotesi di anticipazione delle spese da parte degli uffici postali
per atti di notifiche nei procedimenti penali e civili e di espropriazione forzata,
quando gli oneri sono a carico dell’erario. Gli uffici compilano un apposito modello
da trasmettere all’ufficio postale. L’ufficio postale accerta la regolarità formale del
modello, dovendo rifiutare il pagamento se manca taluno dei dati obbligatori.
L’ufficio posatale rimette quietanza alla competente filiale di Poste Italiane. In tal
caso il funzionario delegato riceve gli atti solo quale addetto ai controlli.

ADEMPIMENTI FISCALI
Alcuni adempimenti fiscali sono posti a carico di cancellerie e segreterie. Il
funzionario delegato versa le ritenute fiscali e trasmette le ricevute agli uffici
giudiziari per conto dei quali si è effettuato il versamento. Gli uffici cureranno gli
adempimenti fiscali. Le dichiarazioni IRAP sono invece presentate direttamente dal
funzionario delegato.

Gli uffici giudiziari, relativamente ai redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente,


devono presentare all’agenzia delle entrate il mod. 770 tramite intermediari abilitati
o richiedendo l’abilitazione. Annualmente si procede al conguaglio con rilascio della
certificazione unica. Nell’ipotesi di prestazione una tantum l’IRPEF e le addizionali
regionali, provinciali e comunali si prelevano all’atto del conguaglio. Le trattenute
relative ai compensi accessori, erogati a personale dell’amministrazione giudiziaria,
sono comunicate alle direzioni provinciali del tesoro.

Gli uffici che utilizzano SIAMM-ARSPG possono comunicare i modelli 770 e CU in


modalità informatica.
22
SEZIONE SECONDA

DISCIPLINA RELATIVA AD ALCUNE VOCI DI SPESA

TRASFERTE PER IL COMPIMENTO DI ATTI FUORI DALLA SEDE IN CUI SI SVOLGE IL


PROCESSO
Spese di viaggio e indennità di trasferta vengono conferiti per il compimento di atti
al di fuori della sede in cui si svolge il processo penale o civile a:

 Magistrati onorari e professionali secondo le norme relative alla missione dei dipendenti
statali
 Magistrati di corte d’assise e d’assise di appello se il dibattimento è in luogo diverso da
quello di normale convocazione.
 Appartenenti agli uffici, ufficiali e agenti di polizia per atti delegati.

INDENNITA’ E SPESE AI TESTIMONI


Le indennità e le spese ai testimoni nel processo penale sono anticipate dall’erario
e sono ripetibili. Se il testimone è citato dalla parte, le spese e le indennità sono
quantificate dal funzionario addetto all’ufficio e il pagamento sarà a carico della
parte. Nel processo civile le indennità e le spese ai testimoni sono a carico della
parte richiedente salvo ammissione al gratuito patrocinio.

Ai testimoni residenti nel comune o non oltre due chilometri dal come in cui ha sede
l’ufficio, spetta 0,36€ al giorno. Al testimone minore degli anni quattordici non
spetta indennità, ma spetta agli accompagnatori (anche di invalidi gravi) sempre che
non siano testimoni essi stessi.

Ai dipendenti pubblici per fatti inerenti il servizio non spetta indennità ma


integrazione sino a concorrenza del trattamento di missione.

In caso di impossibilità di sostenere le spese per raggiungere il luogo, il funzionario


emette l’ordine di pagamento prima della testimonianza. Spetta indennità a:

 Persona offesa da reato, salvo che si sia costituita parte civile


 Denunzianti
 Querelanti
Nei casi di accompagnamento coattivo le spese sono liquidate dal magistrato che ha

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ordinato l’accompagnamento. Le indennità spettanti ai militari che hanno
accompagnato spettano all’amministrazione d’appartenenza.

COMPENSI SPETTANTI AGLI AUSILIARI DEL MAGISTRATO


Agli ausiliari del magistrato spettano onorario, indennità di viaggio e di soggiorno,
spese di viaggio, rimborso spese sostenute per l’adempimento dell’incarico.

Misure degli onorari


Onorari: sono fissi, variabili, a tempo. La misura è stabilita in apposite tabelle
approvate dal ministero della giustizia di concerto con il ministero economia e
finanze.

Onorari a vacazioni: la vacazione è di 2 ore, per la prima sono previsti 14,68€, per
ciascuna delle successive 8,15€. Non possono essere liquidate più di quattro
vacazioni al giorno. L’onorario può essere raddoppiato se il termine per il
compimento delle operazioni non supera i 5 giorni, aumentato della metà ne non
supera i 15 giorni.

Determinazione degli onorari: il magistrato nel determinare gli onorari tiene conto di
difficoltà, pregio e completezza della prestazione. In caso d’urgenza gli onorari
possono essere aumentati del 20%. Per prestazioni di eccezionale importanza,
complessità e difficoltà l’onorario può essere aumentato fino al doppio. Se la
prestazione non è completata in tempo, per gli onorari a tempo non si tiene conto
del periodo successivo alla scadenza del termine, gli altri onorari sono ridotti di un
terzo.

Incarichi collegiali: il compenso globale è quello spettante al singolo aumentato del


40% per ciascun membro, salvo che ognuno debba svolgere per intero l’incarico.

Indennità di viaggio e spese: si applica il trattamento per i dipendenti statali


(dirigente seconda fascia). Le spese di viaggio sono rimborsate in base alla tariffa di
prima classe. Gli ausiliari devono presentare nota specifica con le spese sostenute, il
magistrato esclude dal rimborso le spese non necessarie. Se gli ausiliari si avvalgono
di prestatori d’opera, la spesa è determinata sulla base delle tabelle.

Liquidazione dei compensi ed opposizione: le spettanze degli ausiliari sono liquidate


con decreto motivato dal magistrato. Nel processo penale il decreto è titolo
provvisoriamente esecutivo se sussiste il segreto sugli atti. Avverso il decreto le parti

24
(compreso il p.m.) possono proporre opposizione entro 20 gg dalla comunicazione.

COMPENSI AL CUSTODE
Al custode di beni sottoposti a sequestro probatorio e preventivo (penale),
giudiziario e conservativo (civile), spetta un indennità determinata in apposite
tabelle. Queste indicano le indennità per la custodia di veicoli a motore e natanti.
Per le altre categorie si fa riferimento agli usi locali.

L’indennità è liquidata, su domanda del custode, dal magistrato con decreto


motivato. Il decreto è provvisoriamente esecutivo e comunicato alle parti. Se gli atti
sono coperti da segreto è comunicato al solo beneficiario e successivamente, alla
cessazione del segreto, alle parti.

Avverso il decreto il beneficiario e le parti possono proporre opposizione, entro 20


gg dalla comunicazione, al presidente dell’ufficio giudiziario.

COMPENSI DEI GIUDICI POPOLARI, AGLI ESPERTI COMPONENTI DEI COLLEGI E AI


MAGISTRATI ONORARI
Sono spese non ripetibili, assimilabili ai costi di funzionamento ordinario

Giudici popolari: gli è riconosciuta un’indennità di 25,85 € per ogni giorno di


esercizio della funzione. Indennità aumentata (a 51,67 per le prime 50 udienze, a
56,81 per le cinquanta successive udienze, a 61,97 per le altre) se i giudici popolari
perdono il diritto alla retribuzione nel periodo in cui esercitano le funzioni di giudice.
Fuori dal comune di residenza spettano spese di viaggio e indennità di trasferta ai
giudici popolari della corte d’assise e della corte d’assise d’appello. Le predette
indennità sono dovute al giudice popolare citato e poi licenziato, se regolarmente
comparso.

Esperti dei tribunali e delle sezioni di corte d’appello per i minori: gli sono dovute le
medesime indennità previste per i giudici onorari di tribunale.

Esperti di tribunali di sorveglianza: gli spetta il trattamento economico degli esperti


cui può avvalersi l’amministrazione penitenziaria. Se prestano servizio fuori della
loro residenza gli spettano le indennità e le spese previste per i giudici popolari di

25
corte d’assise.

Esperti delle sezioni agrarie: per ogni udienza è riconosciuta un’indennità pari a
1,55€. Se l’udienza è in luogo diverso da quello di residenza sono dovute le spese di
viaggio e indennità spettanti ai dipendenti statali, dirigenti di seconda fascia.

Giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari: si seguono i criteri dettati


dall’art.3bis d.l. 151\2008. Ai G.O.T. spetta un’indennità di 98 € per le attività in
udienza svolte nello stesso giorno, ed un’ulteriore indennità di euro 98 ove il
complessivo impegno lavorativo superi le cinque ore. Ai V.P.O. spetta un’indennità
di 98€ per la partecipazione a una o più udienze e ogni altra attività delegabile (
attività svolte anche cumulativamente). Ulteriore indennità di 98€ è prevista ove il
complessivo impegno superi le cinque ore giornaliere. Si computano anche i tempi
di ritiro del giudice in camera di consiglio. Non potrà tenersi conto delle eventuali
sospensioni del giudice dell’attività di udienza. La durata delle udienze è rilevata dai
verbali.

Giudici di pace: le indennità sono pari a 36,15€ per udienze e apposizione di sigilli,
56, 81€ per ogni processo definito o cancellato, 20€ per udienze in materia di
immigrazione, 10 € per provvedimenti in materia di immigrazione.

E’ corrisposta un’indennità di euro 10,33 per l’emissione di:

 Decreto d’archiviazione
 Ordinanza che dichiara incompetenza
 Dichiarazione di inammissibilità e manifesta infondatezza con trasmissione al pm
 Decreto di sequestro preventivo, conservativo e provvedimento motivato di rigetto
 Autorizzazione a disporre le intercettazioni
 Ordinanze dichiarative dell’estinzione del processo art.308 c.p.c.
 Ordinanze ex art 186 quater c.p.c.
 Ordinanze di cancellazione della causa dal ruolo

Giudici ausiliari presso la corte d’appello: La l.98\2013 prevede che presso ogni corte
d’appello siano previsti giudici ausiliari col fine di agevolare la definizione dei
procedimenti civili. Al giudice ausiliare spetta un’indennità onnicomprensiva di 200€
per ogni provvedimento che definisce il processo, da corrispondere ogni tre mesi.
Nei casi di equa riparazione (c.d. legge Pinto) è dovuta un’indennità di 25€ per
ciascun decreto.
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SPESE PER LA DEMOLIZIONE DI OPERE ABUSIVE E DI RIDUZIONE IN PRISTINO DEI
LUOGHI
Il magistrato che si occupa di demolizione di opere abusive o di riduzione in
pristino dei luoghi, può chiedere l’intervento delle strutture tecnico-operative del
ministero della difesa. Con un’apposita convenzione sono state disciplinate le
indennità e le spese. Il magistrato richiedente liquida in favore del ministero della
difesa l’importo dovuto dapprima a titolo d’acconto poi, all’esito dell’intervento, a
titolo di saldo.

L’incarico può essere affidato a imprese private quando meno oneroso. L’importo
verrà liquidato, con decreto motivato, secondo criteri predeterminati nel prezzario
per le opere edili ed impiantistiche.
4

27
CONTRIBUTO UNIFICATO E ALTRI ONERI A CARICO DEI PRIVATI

Tra i costi a carico del privato figurano diritti, tasse, imposte di varia natura salvo che
la legge riconosca l’esenzione, il patrocinio a spese dello stato o, in luogo
dell’esazione, la prenotazione a debito. In caso di patrocinio a spese dello stato,
quest’ultimo si accolla le spese che normalmente dovrebbero essere sostenute dai
privati.

In ambito penale le spese sono a carico dell’erario e i privati sostengono le spese


per gli atti da essi richiesti. In ambito civile ciascuna parte provvede alle spese per gli
atti che compie e chiede, e deve anticipare le spese ogni volta che l’anticipazione è
posta a suo carico dalla legge o dal magistrato.

IL CONTRIBUTO UNIFICATO DI ISCRIZIONE A RUOLO


Il contributo unificato di iscrizione a ruolo, introdotto nel 1999 e ripreso nel Testo
Unico in materia di spese di giustizia d.p.r. 115/2002, unifica tutti gli incombenti di
natura fiscale che gravano sul procedimento. Dovuto per ciascun grado di giudizio
nel processo civile ed amministrativo, è posto a carico della parte che per prima si
costituisce, che deposita il ricorso introduttivo ovvero che, nei processi esecutivi, fa
istanza di assegnazione o vendita di beni pignorati.

L’importo è determinato per scaglioni di valore della causa. Tale valore deve
risultare dalla dichiarazione della parte nelle conclusioni dell’atto introduttivo. E’
valida la dichiarazione resa al di fuori dell’atto introduttivo purché antecedente
all’iscrizione a ruolo e sottoscritta dal difensore.

In ambito penale non è dovuto alcun contributo unificato a meno che la parte civile
non si limiti a chiedere la mera condanna generica, ma chieda invece la condanna al
pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno. Il contributo è
determinato secondo i medesimi scaglioni del processo civile.

IMPORTI DEL CONTRIBUTO UNIFICATO


IMPORTO CONTRIBUTO VALORE DELLA CAUSA
43,00€ Fino a 1.100€
98,00€ Da 1.100€ a 5.200€
237,00 Da 5.200 a 26.000
518,00 26.000 a 52.000

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759,00 52.000 a 260.000
1.214,00 260.000 a 520.000
1.680,00 Superiore a 520.000

Nei processi in cassazione il contributo è raddoppiato ed è dovuto un importo pari


all’imposta fissa di registrazione dei provvedimenti giudiziari.

Il contributo è ridotto alla metà per:

 procedimenti di ingiunzione (anche per l’opposizione a decreto ingiuntivo ma non per la


domanda riconvenzionale)
 convalida di sfratto ( il valore si determina in base ai canoni non corrisposti. Con
l’eventuale passaggio al procedimento ordinario bisogna integrare il contributo)
 procedimenti cautelari
 procedimenti possessori, soggetti ad un unico versamento pur se strutturati in due fasi
 procedimenti sommari di cognizione (se il procedimento prosegue con rito ordinario la
parte è tenuta a integrare il contributo)

Per la procedura fallimentare si versa un unico contributo di 851€ che copre anche
la riapertura del fallimento ma non il fallimento in estensione.

CONTRIBUTO UNIFICATO NEL PROCESSO AMMINISTRATIVO


Nel processo amministrativo il contributo ammonta a 650€. In materia di accesso, di
silenzio, ottemperanza o esecuzione, per i ricorsi aventi ad oggetto cittadinanza,
residenza, ingresso nello stato italiano, il contributo è di 300€. L’onere è dovuto in
ogni caso dalla parte soccombente, la soccombenza si determina col passaggio in
giudicato della sentenza.

MODALITÀ DI PAGAMENTO
Il contributo unificato può essere corrisposto mediante versamento:

 presso concessionari con modello F23


 presso uffici postali so conto corrente intestato alla tesoreria provinciale dello stato
 presso rivendite di generi di monopolio o valori bollati

La ricevuta deve contenere:

 ufficio giudiziario
 generalità e codice fiscale dell’attore o ricorrente
 generalità altre parti
La ricevuta del versamento deve essere allegata all’atto e deve inserita nel fascicolo

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d’ufficio. Se la ricevuta è persa, il cancelliere ne annota gli estremi sul registro del
ruolo generale.

IL PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO NEL PROCESSO CIVILE TELEMATICO


Nel processo civile telematico, al fine di comunicare l’avvenuto pagamento del
contributo unificato, la ricevuta è inserita come allegato nel caso di utilizzo di PEC.

I servizi di pagamento in modalità telematica sono messi a disposizione da soggetti


abilitati. Il Sistema Pubblico di Connettività (Nodo dei Pagamenti-SPG) garantisce la
connessione tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento. Il
punto di accesso è garante del rispetto delle Linee Guida emanate dall’Agenzia per
l’Italia Digitale. La ricevuta di pagamento restituita all’utente costituisce prova del
trasferimento dell’importo.

ESENZIONI DAL PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO


Sono esenti dal pagamento del contributo unificato per specifica previsione
legislativa:

 controversie individuali di lavoro, pubblico impiego o assistenza e previdenza obbligatorie


 risarcimento danno cagionato nell’esercizio di funzioni giudiziarie
 scioglimento matrimonio, cessazione dei suoi effetti civili, separazione e relativa
negoziazione assistita
 affrancazione fondi enfiteutici
 recupero crediti professionali dei difensori d’ufficio
 impugnazione decreto d’espulsione dello straniero
 tutela interdetti, curatela inabilitati e amministrazione di sostegno
 masi chiusi
 materia elettorale

Sono esenti in relazione all’oggetto alla natura i processi:

 rettificazione stato civile


 materia tavolare
 esecutivo per consegna o rilascio
 equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo
 assegni per il mantenimento della prole
 interdizione o inabilitazione
 dichiarazione assenza o morte presunta
 minori, interdetti, inabilitati
In mancanza di specifica previsione normativa si ritiene esente da qualunque tributo

30
il procedimento per l’interruzione di gravidanza di minorenne.

Le ragioni dell’esenzione devono risultare da apposita dichiarazione di parte.

Il cancelliere deve verificare:

1. l’esistenza della dichiarazione della parte in ordine al valore


2. l’esistenza della ricevuta di versamento
3. la corrispondenza dell’importo versato all’importo dovuto

OMESSO O INSUFFICIENTE PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO


In caso di omesso o insufficiente pagamento del contributo unificato, la cancelleria
presso la quale è depositato l’atto è competente al recupero. Entro 30 giorni si
notifica l’invito al pagamento dell’importo dovuto indicando termine e modalità di
pagamento, nonché l’avvertenza che il mancato pagamento entro un mese
comporterà l’applicazione della sanzione prevista all’art. 71 d.p.r.131/86. La
sanzione va notificata personalmente e deve contenere l’espressa indicazione
dell’impugnabilità dinanzi al giudice tributario entro 60 gg. Se il debitore presenta
deduzioni l’ufficio, entro un anno, irroga la sanzione con atto motivato a pena di
nullità, anche in ordine alle deduzioni.

La sanzione ex art.71 si applica ai processi iscritti successivamente al 12 agosto


2006.

RIMBORSO DEL CONTRIBUTO UNIFICATO ERRONEAMENTE VERSATO


Il Ministero dell’economia e delle finanze disciplina in un’apposita circolare il diritto
al rimborso del contributo unificato erroneamente versato. A titolo esemplificativo
il diritto al rimborso insorge quando siano state versate somme eccedenti lo
scaglione di riferimento, siano duplicati i versamenti, il versamento sia effettuato
per un procedimento esente.

Condizione imprescindibile per chiedere il rimborso è l’identificabilità dell’ufficio


giudiziario competente, del contribuente e dell’ufficio giudiziario. Ragion per cui, in
caso di mancato deposito dell’atto, a seguito di versamento presso ricevitorie, è
preclusa la possibilità di ottenere la restituzione.
Il rimborso deve essere chiesto entro 2 anni dal versamento con istanza in carta

31
semplice, prodotta all’ufficio giudiziario competente, personalmente o a mezzo
raccomandata.

Se presentata ad ufficio incompetente sarà lo stesso ufficio ad inoltrarla all’ufficio


competente. Se questo non è individuabile, l’istanza sarà inoltrata al tribunale
ordinario del relativo circondario.

ANTICIPAZIONE FORFETTARIA PER LE NOTIFICAZIONI


Il T.U. in materia di spese di giustizia impone alla parte che per prima si costituisce
in giudizio, che deposita ricorso introduttivo ovvero che fa istanza di assegnazione o
vendita nell’espropriazione forzata, l’anticipazione forfettaria per le notificazioni.

L’importo è determinato in 27,00€, corrisposto temporaneamente in marche da


bollo, in attesa di decreto del Presidente della Repubblica, non ancora emanato, che
ne specifichi le modalità. L’anticipazione è dovuta anche dalla parte civile che si
costituisce nel processo penale, salvo ammissione al gratuito patrocinio. Sono
esenti dall’anticipazione:

 i procedimenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza relativi al risarcimento del


danno cagionato nell’esercizio delle funzioni
 ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare

SPESE PER LE NOTIFICHE A RICHIESTA DELLE PARTI


Le parti private devono anticipare agli ufficiali giudiziari i diritti, le indennità di
trasferta e le spese per gli atti richiesti. Per le notificazioni effettuate direttamente
dagli avvocati si corrispondono diritti mediante marche da bollo, annullate prima
dell’uso. Gli ufficiali giudiziari vigilano sull’esatta corresponsione. L’avvocato ha
facoltà di notificare anche mediante PEC.

IMPOSTA DI BOLLO
Con l’introduzione del contributo unificato, l’imposta di bollo non è più applicabile
per il criterio oggettivo d’esclusione. Se l’esclusione è assoluta nel processo penale,
nel processo civile ed amministrativo tale regola è limitata agli atti e ai
provvedimenti già soggetti a contributo unificato. L’imposta di bollo non si applica
alle copie autentiche degli atti e dei provvedimenti del processo se richieste dalle
parti per il cd. criterio soggettivo di esclusione. Non è dovuto il bollo né sulla
sentenza spedita in forma esecutiva, né sulla copia conforme uso impugnazione.

L’imposta di bollo si applica:


 ai procedimenti civili non soggetti a contributo unificato

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 istanze e domande provenienti da terzi estranei al rapporto processuale
 atti non giurisdizionali compiuti dagli uffici es. atto notorio, dichiarazioni
sostitutive…

L’imposta di bollo è di 16 €, per gli atti indicati all’art.13 della Tariffa Bollo è di €2.

IMPOSTA DI REGISTRO
L’imposta di registro si applica agli atti per i quali la tariffa allegata al d.p.r. 131\86
impone la registrazione e agli atti volontariamente registrati (per assicurare la
conservazione e per attribuire data certa all’atto). La registrazione è l’annotazione in
apposito registro con apposizione di data, numero, imposta pagata.

E’ competente qualsiasi ufficio del registro. Per i soli atti pubblici, scritture private
autenticate, atti giurisdizionali è competente la sede dell’Agenzia delle Entrate nella
cui circoscrizione risiede il p.u. obbligato alla registrazione.

Atti soggetti a registrazione


Sono soggetti a registrazione gli atti aventi per oggetto prestazioni a contenuto
patrimoniale, gli atti che definiscono il giudizio anche parzialmente (decreti ingiuntivi,
provvedimenti di aggiudicazione ed assegnazione, sentenze che rendono esecutivi i
lodi arbitrali e i provvedimenti stranieri), anche qualora siano stati impugnati , gli atti
pubblici formati dal cancelliere in qualità di pubblico ufficiale.
Esempi di atti soggetti a registrazione:

 sentenze civili ad esclusione di quelle di mero rito, anche non passate in giudicato
 decreti ingiuntivi
 provvedimenti ingiuntivi ex art 186 bis, ter, quater
 provvedimenti cautelari e possessori

Atti soggetti a registrazione ma esenti dall’imposta di registro


Sono soggetti a registrazione, ma esenti da imposta di registro:

 verbali conciliazioni non superiori a 51.645 €


 provvedimento di scioglimento o cessazione effetti civili del matrimonio o separazione
personale dei coniugi
 controversie individuali di lavoro, pubblico impiego, previdenza e assistenza
 conciliazione in sede non contenziosa dinanzi al giudice di pace
 interdizione, inabilitazione, tutela curatela, amministrazione di sostegno. Non anche alla
tutela dei minori
 provvedimenti di cassazione

33
 opposizione ad ordinanza-ingiunzione

ADEMPIMENTI DI CANCELLERIA ANCHE IN SEGUITO ALL’INFORMATIZZAZIONE DEL


SERVIZIO GIUSTIZIA
L’ufficio finanziario cura la formalità della registrazione. Sono obbligati a chiedere la
registrazione il pubblico ufficiale per gli atti redatti, ricevuti e autenticati; i cancellieri
e i segretari per le sentenze, decreti e altri atti cui hanno partecipato.

E’ riscosso un diritto di registrazione (4,13€) nei soli procedimenti già iscritti a ruolo
prima del 28\02\2002, a meno che le parti non abbiano optato per il nuovo regime.

I pubblici ufficiali possono rilasciare originali, copie, estratti solo dopo la registrazione,
indicando gli estremi della registrazione e sottoscrivendo.

Il divieto di rilascio non si applica:

 sentenze o provvedimenti rilasciati per la prosecuzione del giudizio


 atti richiesti d’ufficio
 atti destinati alla trascrizione o iscrizione nei registri immobiliari
 atti occorrenti per omologazione o approvazione
 atti che il p.u. deve depositare per legge presso uffici pubblici

Gli atti soggetti a registrazione vanno iscritti nel registro repertorio mod.45, vidimato
e numerato in ogni mezzo foglio. Gli atti sono annotati giorno per giorno, senza spazi.
Con la progressiva informatizzazione, il repertorio va integrato con i registri
informatici (SICID per la cognizione civile, SIECIC per procedure concorsuali).

I cancellieri, entro il mese successivo a ciascun quadrimestre, presentano il repertorio


all’ufficio finanziario che ne controlla regolarità e corrispondenza ed appone il proprio
visto. Per l’omessa presentazione o irregolare tenuta del repertorio è prevista una
sanzione pecuniaria e la sospensione fino a sei mesi.

Fino all’attivazione della procedura telematica la trasmissione all’ufficio finanziario va


effettuata mediante copia autentica. L’ufficio indica gli estremi di registrazione ed un
termine di dieci giorni dalla ricezione se c’è prenotazione a debito, altrimenti dal
pagamento.
I DIRITTI DI CANCELLERIA

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Il T.U. in materia di spese di giustizia ha abrogato i diritti di cancelleria, con le sole
eccezioni dei diritti di copia e certificato, uniche ipotesi ancora applicabili, per la
disciplina dei quali si rimanda ad un regolamento non ancora adottato.

I DIRITTI DI COPIA E DI CERTIFICATO


Il diritto di copia
Il diritto di copia è dovuto nella misura stabilita da specifica tabella. Per incentivare il
ricorso alle copie in formato elettronico, il d.l. 193\2009, integrato dalla l.24\2010,
prevede che per i diritti di copia in formato cartaceo siano aumentanti del 50% gli
importi tabellari. Per i diritti di copia rilasciata in formato elettronico, gli importi si
determinano in relazione al numero di pagine.

Nelle copie autentiche il cancelliere attesta la conformità all’originale. L’attività di


attestazione di conformità, col relativo diritto, è collegata ai singoli atti e non al
numero di pagine.

Per il rilascio su supporto cartaceo entro 2 giorni l’importo dovuto è triplicato. Non
c’è triplicazione per la copia elettronica.

Dinanzi al giudice di pace tutti i diritti di copia sono ridotti a metà.

Il diritto di certificato
Il diritto di certificato non è dovuto in ambito amministrativo. Per ogni certificato
richiesto dalle parti è dovuto un diritto pari a 3,84€. Se si richiede il rilascio immediato
e si ottiene in giornata è dovuto un ulteriore diritto di 3,84€ per il certificato del
casellario giudiziale, per carichi pendenti e per le sanzioni amministrative dipendenti
da reato.

Durante le indagini preliminari il diritto di certificato non è dovuto, il pm può negare


infatti, con decreto motivato, l’informativa relativa alle iscrizioni nel registro delle
notizie di reato.

I diritti di copia e certificato sono pagati mediante marche da bollo (oggi


contrassegni), applicate sull’originale o sull’istanza, annullati dal cancelliere con
timbro a secco. Per copia su compact disk (DVD) il diritto è corrisposto con le modalità
di pagamento previste per il contributo unificato.
IL RILASCIO DI COPIE SU SUPPORTO INFORMATICO

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Per ciò che attiene al rilascio di copie su supporto informatico, è necessario il
superamento delle iniziali indicazioni fornite in via interpretativa dagli uffici
ministeriali secondo il quale si poteva far riferimento all’importo forfetizzato per CD
ogniqualvolta venissero utilizzati hard disk esterni, chiavette usb, etc. Si supera il
concetto di capienza del supporto in favore di quello di costo del servizio. Ove non
sia possibile calcolare il numero di pagine memorizzate si può chiedere per una sola
volta l’importo di 320,48€.

Il diritto di copia, senza certificazione di conformità, non è dovuto quando


all’estrazione provvedono soggetti abilitati ad accedere al fascicolo informatico. Il
difensore, il dipendente di cui la pubblica amministrazione si avvale per stare in
giudizio, il consulente tecnico, il professionista delegato il curatore, il commissario
giudiziale possono estrarre con modalità telematiche duplicati, copie analogiche o
informatiche. Queste ultime, se munite della certificazione di conformità,
equivalgono all’originale.

Per le tabelle consultare il libro pag.518


5

36
PRENOTAZIONE A DEBITO DELLE SPESE DI GIUSTIZIA
(A cura di SERENA FABRIZIO)

1 NOZIONE E FINALITA’
Si definisce “prenotazione a debito” l’annotazione a futura memoria di una nuova voce di spesa,
per la quale non vi è pagamento, ai fini dell’eventuale recupero. Si tratta di imposte, tasse e tributi
vari che in alcuni casi espressamente previsti dalla legge, lo Stato non percepisce immediatamente
ma che si limita ad annotare ai fini dell’eventuale successivo recupero. Al contrario
dell’anticipazione della spesa da parte dell’erario che indica un vero e proprio pagamento.

L’annotazione della prenotazione a debito avviene su un apposito registro.

2 AMBITO DI APPLICAZIONE DELL’ISTITUTO


L’ambito nel quale trova applicazione tale disciplina è il patrocinio a spese dello Stato e
precisamente il patrocinio in materia civile, mentre in materia penale trova applicazione solo agli
effetti dell’ammissione al patrocinio relativa all’azione di risarcimento del danno nel processo
penale; invece in ogni altra ipotesi di patrocinio a spese dello Stato in ambito penale trova
applicazione solo l’anticipazione della spesa e non la prenotazione a debito.
Per effetto dell’ammissione al patrocinio sono spese prenotate a debito:

1. Il contributo unificato;
2. L’imposta di bollo;
3. Le spese forfettizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio nel processo civile;
4. L’imposta di registro nel processo civile e amministrativo;
5. L’imposta ipotecaria e catastale;
6. I diritti di copia.
Al di fuori del patrocinio a spese dello Stato è prevista la prenotazione a debito:
1. Nelle procedure fallimentari
2. Nelle procedure dell’eredità giacente avviata d’ufficio
3. Nelle procedure di vendita dei beni sequestrati ma non di quelli confiscati.

3 PROCESSO IN CUI E’ PARTE L’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA


Un’ipotesi particolare di prenotazione a debito è data dal caso di processi in cui è parte
un’amministrazione dello Stato o altra amministrazione pubblica espressamente ammessa da
norma di legge alla prenotazione d’imposte o spese a suo carico.
Se nel processo è parte un’amministrazione pubblica, sono prenotati a debito, se a carico
dell’amministrazione stessa:
1. Il contributo unificato nel processo civile e amministrativo;

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2. L’imposta di bollo nel processo contabile e tributario;
3. L’imposta di registro nel processo civile e amministrativo;
4. L’imposta ipotecaria e catastale;
5. Le spese forfettizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio nel processo civile.

4 PROCEDURA ESECUTIVA ATTIVATA DAL CONCESSIONARIO DELLA RISCOSSIONE


Tra coloro che sono equiparati allo Stato ai fini della prenotazione a debito, figurano i Concessionari
del servizio riscossione delle entrate iscritte a ruolo, e cioè sia le entrate tributarie che quelle di altra
natura, come le entrate derivanti dal recupero delle spese processuali e delle spese pecuniarie. Per
la procedura esecutiva relativa alle entrate iscritte al ruolo attivata dal concessionario, questo
annota come prenotati a debito:

1. Il contributo unificato;
2. Le spese per le notificazioni a richiesta d’ufficio
3. I diritti di copia

5 NORME PARTICOLARI SULLE PRENOTAZIONI


IMPOSTA DI BOLLO
E’ prenotata a debito nel processo tributario e contabile nel quale trovano ancora applicazione le
disposizioni sul bollo, e nel processo civile e amministrativo qualora non sia soggetto al contributo
unificato.

IMPOSTA DI REGISTRO
Si registrano a debito, cioè senza contemporaneo pagamento delle imposte dovute:

 Le sentenze, i provvedimenti e gli atti che occorrono nei procedimenti contenziosi nei quali
sono interessate le amministrazioni dello Stato e le persone o enti morali ammessi al
beneficio del patrocinio a spese dello Stato;
 Gli atti formati nell’interesse dei soggetti di cui al primo punto dopo che sia iniziato il
procedimento contenzioso e necessari per l’ulteriore corso del procedimento stesso o per la
sua definizione;
 Gli atti relativi alla procedura fallimentare;
 Le sentenze che condannano al risarcimento del danno prodotto da fatti costituenti reato.

Nelle sentenze di cui all’ultimo punto deve essere indicata la parte obbligata al risarcimento del
danno, nei cui confronti deve essere recuperata l’imposta prenotata a debito.

6 REGISTRO DELLE SPESE PRENOTATE A DEBITO


Le prenotazioni a debito, alla pari delle anticipazioni da parte dell’erario e dei crediti da recuperare,
devono essere annotate su appositi registri: presso gli uffici che svolgono le relative funzioni deve
essere tenuto, tra gli altri, il registro ufficialmente denominato “delle spese prenotate a debito”
(Mod.2/A/SG per gli uffici giudiziari; Mod.2/B/SG per gli uffici NEP).
Il registro delle spese prenotate a debito deve essere posto in uso dove nasce la spesa da prenotarsi

38
e quindi presso: la corte di cassazione (che non ha in uso il registro delle spese pagate dall’erario),
le corti d’appello, le procure generali presso le corti d’appello, i tribunali ordinari, i tribunali per
minorenni, gli uffici del giudice di pace, i tribunali e gli uffici di sorveglianza e gli uffici NEP.
Le spese prenotate devono essere iscritte secondo un mero ordine cronologico, assegnando ad ogni
voce di spesa di natura diversa un autonomo, progressivo numero di registro.

7 FOGLIO DELLE NOTIZIE


L’ufficio giudiziario procedente deve annotare sul relativo registro le spese prenotate a debito; nello
stesso tempo nei fascicoli processuali è disposto che si debba tenere un foglio delle notizie ai fini
del recupero su cui l’ufficio deputato all’annotazione delle spese prenotate, è tenuto a riportare gli
importi che dovranno eventualmente essere recuperati. ( è uno strumento che ha la funzione di
riepilogare l’elenco delle spese del processo).
CAPITOLO 6

39
RECUPERO DELLE SPESE DI GIUSTIZIA E DELLE PENE
PECUNIARIE
1 PREMESSA
Le spese di giustizia, anticipate dall’erario (in materia civile e penale) o prenotate a debito (in
materia civile) sono in alcuni casi soggette al recupero in favore dello Stato, in presenza di
determinate specifiche condizioni.

In materia penale è disciplinato il recupero:

a. Delle spese processuali in caso di condanna,


b. Delle spese pecuniarie;
c. Delle sanzioni amministrative pecuniarie inflitte agli enti che hanno commesso illecito
amministrativi dipendenti da reato;
d. Delle spese di mantenimento dei detenuti;
e. Delle spese processuali nei casi di ammissione al patrocinio alle spese dello Stato.

In materia civile è disciplinato il recupero:

a. Delle spese processuali nelle procedure di eredità giacente attivate d’ufficio;


b. Delle spese processuali nei casi di ammissione di patrocinio a spese dello Stato;
c. Del contributo unificato totalmente o parzialmente non corrisposto.

Restano escluse dall’applicazione delle disposizioni sulla riscossione:

a. La procedura fallimentare;
b. La procedura di vendita dei beni sequestrati;
c. La procedura esecutiva attivata dal concessionario per la riscossione delle entrate iscritte a
ruolo;
d. Il processo in cui è parte l’amministrazione pubblica ammessa alla prenotazione a debito
delle spese processuali.

2 SPESE PROCESSUALI RIPETIBILI E NON RIPETIBILI IN MATERIA PENALE


Il testo unico D.P.R. 30-5-2002 n.115, dopo aver stabilito il principio per cui le spese del processo
penale sono anticipate dall’erario, ad eccezione di quelle relative agli atti chiesti dalle parti private
(anch’esse però anticipate nel caso di ammissione al patrocinio a spese dello Stato), individua le
spese recuperabili (ripetibili), distinguendole da quelle non recuperabili (non ripetibili).

In materia penale sono spese ripetibili:

a. Le spese di spedizione, i diritti e le indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari per le


notificazioni;
b. Le spese relative alle trasferte per il compimento di atti fuori dalla sede in cui si svolge il

40
processo;
c. Le spese e le indennità dei testimoni;
d. Gli onorari, le spese e le indennità di trasferta e le spese per l’adempimento dell’incarico
degli ausiliari del magistrato;
e. Le indennità di custodia;
f. Le spese per la pubblicazione dei provvedimenti del magistrato;
g. Le spese per la demolizione di opere abusive;
h. Le spese straordinarie;
i. Le spese del mantenimento dei detenuti;

Sono spese non ripetibili:

a. Le indennità dei magistrati onorari, dei giudici popolari nei collegi d’assise e degli esperti;
b. Le spese relative alle trasferte dei magistrati professionali di corte d’assise per il
dibattimento tenuto in luogo diverso da quello di normale convocazione;
c. Le spese per le rogatorie dall’estero e per le estradizioni da e per l’estero.

3 LE SPESE DI MANTENIMENTO IN CARCERE


Il condannato a pena detentiva, oltre all’obbligo di rimborsare allo Stato le spese processuali, è
tenuto a rimborsare all’erario le spese per il suo mantenimento in carcere durante l’espiazione della
pena definitiva, anche se tale obbligo non è stato dichiarato esplicitamente nel provvedimento
conclusivo. Il condannato a pena detentiva per un reato in relazione al quale fu sottoposto a
custodia cautelare, deve rifondere le spese per il mantenimento durante il periodo di custodia. Il
pagamento delle spese di mantenimento in carcere è un’obbligazione del condannato e tale
obbligazione non si trasmette agli eredi né al responsabile civile. Sono spese di mantenimento quelle
riguardanti gli alimenti, il corredo e le medicine per i detenuti e il rimborso si ha per una quota non
superiore ai due terzi del costo reale; il rimborso viene effettuato mediante il prelevamento delle
somme necessarie dalla remunerazione spettante al condannato per il lavoro prestato nello
stabilimento penitenziario; in mancanza della remunerazione le spese sono recuperate secondo le
regole comuni alle altre spese processuali.

4 SPESE RECUPERABILI PER INTERO E SPESE FORFETTIZZATE IN MATERIA PENALE.


LA RIFORMA DEL 2009. IL RECUPERO “IN SOLIDO” ED ILRECUPERO “PRO-QUOTA”
Le spese del processo penale anticipate dall’erario erano, prima della riforma introdotta con la L.
18-6-2009 n.69, recuperate per intero. In seguito alla riforma le spese del processo penale anticipate
dall’erario sono recuperate nei confronti di ciascun condannato, senza vincolo di solidarietà, nella
misura fissa (forfettaria) stabilita con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze.
Il decreto determina la misura del recupero con riferimento al grado di giudizio e al tipo di processo;
al giudice è consentito di disporre l’aumento degli importi sino al triplo in ragione della complessità
delle indagini e degli atti compiuti.
La riforma del 2009 ha eliminato il vincolo della solidarietà tra i coimputati; infatti gli importi da

41
recuperare sono recuperati nei confronti di ciascun condannato in misura corrispondente alla quota
del debito da ciascuna dovuta in base al decreto emanato. Il contributo unificato e l’imposta di
registro prenotati a debito per l’azione civile nel processo penale, sono recuperati nei confronti di
ciascun condannato al risarcimento del danno in misura corrispondente alla quota del debito da
ciascuna dovuta.
a. Se il provvedimento di condanna è divenuto irrevocabile prima dell’entrata in vigore della L.
n. 69/2009: si dovrà procedere al recupero delle spese relative ai reati cui la condanna si
riferisce nei confronti dei condannati in solido per lo stesso reato o per reati connessi;
b. Se il provvedimento di condanna è divenuto irrevocabile successivamente all’entrata in
vigore della L. n. 69/2009: le spese che devono essere recuperate per intero vanno divise per
quota, in parti uguali, nei confronti di ciascun imputato condannato, in base all’importo
complessivo delle spese ripetibili, ma senza tener conto del riferimento ai reati cui la
condanna si riferisce;
c. Con l’emanazione prima del D.M. n. 111/2013 e poi del D.M. n. 124/2014 la regola diventa
il recupero “forfetizzato” delle spese fatta eccezione delle spese di consulenza tecnica e
perizia, spese per la pubblicazione della sentenza, spese per la demolizione di opere abusive
(che vanno recuperate per intero); tranne queste, le spese saranno recuperate nei confronti
di ciascun condannato in misura corrispondente alla quota del debito da ciascuno dovuta in
base al citato decreto.

5 RECUPERO DELLE SPESE PROCESSUALI IN MATERIA PENALE

Con la sentenza di condanna è dichiarato l’obbligo del condannato al pagamento delle spese
processuali essendo l’obbligo del pagamento conseguenza legale della condanna. Questo obbligo
non si trasmette agli eredi del condannato: tale principio è stato introdotto con una pronuncia della
Corte Costituzionale; a parere di questa l’obbligazione relativa alle spese processuali deve essere
considerata una vera e propria sanzione economica accessoria alla pena, e come tale essa non può
non partecipare al carattere della personalità che è proprio di tutte le pene.
Ci sono dei casi in cui, ai fini della condanna alle spese, non è richiesto il presupposto della condanna
dell’imputato: è il caso delle spese processuali quando sono poste a carico del querelante o
querelato, nonché nell’ipotesi di difesa d’ufficio e di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

6 IPOTESI PARTICOLARI RELATIVE ALLE SPESE PROCESSUALI IN MATERIA PENALE


GIUDIZIO DI IMPUGNAZIONE
Per le spese del giudizio di primo grado vale il principio secondo cui esse possono far carico
all’imputato soltanto in caso di condanna. Una deroga è contenuta nell’art. 592 c.p.p., secondo il
quale l’obbligo del pagamento delle spese processuali relative al giudizio di impugnazione scaturisce
dalla dichiarazione di inammissibilità o dal rigetto totale dell’impugnazione stessa. Infatti la parte
privata che l’ha proposta è condannata alle spese del procedimento.
 Se l’imputato propone appello e questo è rigettato o dichiarato inammissibile, il condannato

42
deve pagare le spese del giudizio di primo grado e quelle successive;
 Se l’imputato viene assolto in primo grado e condannato in appello, deve pagare le spese di
1° e 2° grado di giudizio;
 Se l’imputato, condannato in primo grado, viene assolto in sede di appello, non deve pagare
né le spese di 1° grado né quelle di 2°;
 Se l’imputato propone appello e l’appello è accolto anche solo parzialmente, il condannato
non paga le spese di 2° grado ma è tenuto a pagare solo le spese di 1° grado;
 Se è rigettato l’appello proposto dal solo P.M. l’imputato non deve pagare le spese del 2°
grado;
 Se è rigettato l’appello proposto sia dall’imputato che dal P.M., sono poste a carico
dell’imputato le spese del 2° grado;
 L’imputato deve pagare anche le maggiori spese del giudizio di impugnazione se, su appello
del P.M., la sentenza è riformata “in peius”;
 Se è proposto ricorso per Cassazione, dichiarato inammissibile o respinto, l’imputato deve
pagare le spese del grado di giudizio;
 L’imputato non è tenuto a pagare le spese processuali quando la sentenza impugnata viene
annullata “senza rinvio”, purché sia stata accolto almeno uno dei motivi proposti.

PROCESSO DI PREVENZIONE, DI ESECUZIONE E DI SORVEGLIANZA


Si procede al recupero delle spese solo in caso di condanna alle spese da parte della Corte di
Cassazione.

SENTENZA DI PATTEGGIAMENTO E DECRETO PENALE DI CONDANNA


Nel caso di decreto penale di condanna e di sentenza del patteggiamento (ma in quest’ultimo caso
solo quando la pena irrogata non supera i due anni di pena detentiva, sola o congiunta a pena
pecuniaria) si procede al recupero solo delle spese per la custodia dei beni sequestrati e delle spese
di mantenimento dei detenuti. Si recuperano anche gli importi degli oneri tributari necessari alla
trascrizione del sequestro conservativo.

CONDONO
Poiché alla sentenza di condanna deve seguire l’obbligo del pagamento delle spese processuali,
l’applicazione del condono non elimina la condanna né l’obbligo di pagare le spese, in quanto tale
beneficio è limitato alla sola esecuzione della pena ed attiene solo a questa, non influendo di contro
sul merito del giudizio di condanna.

IMPUGNAZIONE DEI PROVVEDIMENTI RELATIVI ALLE MISURE CAUTELARI


Nell’ipotesi di procedimento incidentale avente ad oggetto il riesame, l’appello ovvero il ricorso per
Cassazione avverso provvedimenti che dispongono una misura cautelare, il giudice
dell’impugnazione condanna alle spese del procedimento ai sensi degli artt. 592 e 616 c.p.p.
AMNISTIA

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Questa è un atto di clemenza generale con cui lo Stato rinunzia all’applicazione della pena. Si
distinguono:

 Amnistia propria: applicata cioè prima che la sentenza sia passata in giudicato; si ha per i
reati il cui accertamento giurisdizionale è ancora in corso: in tal caso estingue il reato e
l’imputato non è obbligato a pagare le spese processuali perché prosciolto senza subire il
processo;
 Amnistia impropria: la quale, intervenendo dopo una sentenza irrevocabile di condanna, fa
cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie ma non gli effetti penali della
condanna.

Nei casi di amnistia dove sia prima intervenuta condanna definitiva, rimane salva l’azione dell’erario
per la riscossione delle spese processuali e di quelle sostenute dallo Stato per il mantenimento dei
condannati negli stabilimenti penitenziari.

GIUDIZIO DI REVISIONE
In casi di rigetto della richiesta, le spese processuali sono poste a carico della parte privata che l’ha
proposta.

GIUDIZIO DI LETTIMITA’ COSTITUZIONALE


Nei giudizi di legittimità costituzionale le relative spese sono a carico dell’erario e non sono dovute
né tasse né imposte né diritti di alcun genere.

AFFIDAMENTO IN PROVA AL SERVIZIO SOCIALE


La Cassazione ha chiarito che l’esito favorevole dell’affidamento in prova al servizio sociale è idoneo
a estinguere la pena detentiva e non anche la pena pecuniaria né tanto meno le spese processuali.

7 RECUPERO DELLE SPESE PROCESSUALI IN MATERIA CIVILE


Nei casi in cui la legge ne prevede l’anticipazione a carico dell’erario ovvero la prenotazione a debito,
possono essere recuperate dallo Stato secondo le disposizioni dettate dal testo unico 115/2002

PATROCINIO A SPESE DELLO STATO IN MATERIA CIVILE


Il provvedimento che condanna la parte soccombente al pagamento delle spese processuali dispone
che il relativo pagamento sia eseguito a favore dello Stato quando l’altra parte sia stata ammessa al
beneficio. Nel caso in cui lo Stato non venga rimborsato e la vittoria della causa abbia messo la parte
ammessa al patrocinio a spese delle Stato in condizione di potere restituire le spese erogate in suo
favore, questa vi deve provvedere.

 Se la causa viene definita per transazione tutte le parti sono solidamente obbligate al
pagamento delle spese prenotate a debito, con espresso divieto, di accollarli al beneficiario;
 Nelle cause promosse contro i soggetti ammessi al beneficio, la parte attrice o impugnante
è obbligata al pagamento delle spese prenotate a debito, quando il giudizio sia estinto o
rinunciato;
 Nelle ipotesi di cancellazione e nei casi di estinzione diversi da quelli precedentemente

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indicati, tutte le parti sono tenute solidamente al pagamento delle spese prenotate a debito.

REVOCA DELL’ AMMISSIONE AL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO


Se nel corso del procedimento sopravvengono modifiche delle condizioni reddituali rilevanti ai fini
del patrocinio stesso, il magistrato che procede revoca il provvedimento di ammissione al beneficio.
Alla revoca si provvede altresì se risulta l’insussistenza dei presupposti per l’ammissione ovvero se
l’interessato ha agito o resistito in giudizio con mala fede o con colpa grave. Lo Stato ha diritto di
recuperare in danno dell’interessato le somme eventualmente corrisposte successivamente alla
revoca del provvedimento di ammissione.

PROCESSI DI INTERDIZIONE O INABILITAZIONE AD ISTANZA DEL PUBBLICO


MINISTERO
Le spese sono regolate dalle medesime disposizioni in materia di patrocinio a spese dello Stato nei
processi civili. Passata in giudicato la sentenza, la cancelleria deve richiedere a tutori e curatori di
presentare entro un mese la documentazione attestante la sussistenza delle condizioni di reddito
previste per l’ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato: qualora si accerti il
superamento dei limii di reddito previsti, è stabilito il recupero delle spese nei confronti dei tutori e
curatori nella loro qualità.

REVOCA DELLA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO


In caso di revoca le spese della procedura fallimentare, nonché il compenso del curatore, sono poste
a carico del creditore istante, se condannato ai danni per aver chiesto la dichiarazione di fallimento
con colpa, mentre sono a carico del fallito persona fisica, se con il suo comportamento ha dato causa
alla dichiarazione di fallimento.

EREDITA’ GIACENTE ATTIVATA D’UFFICIO


Nelle spese processuali per eredità giacente attivata d’ufficio, alcune di esse sono prenotate a debito
e altre sono anticipate dall’erario. Il magistrato pone le spese della procedura a carico dell’erede in
caso di accettazione successiva; a carico del curatore, nella qualità, se la procedura si conclude senza
che intervenga accettazione.

IMPOSTA DI REGISTRO PER LE SENTENZE CHE CONDANNANO AL RISARCIMENTO DEL


DANNO PRODOTTO DA FATTI-REATO
Tali sentenze si registrano a debito cioè senza contemporaneo pagamento delle imposte dovute.
Quando si tratta di sentenza penale la registrazione deve essere richiesta entro 5 giorni dal
passaggio in giudicato, a cura del funzionario addetto all’ufficio del giudice dell’esecuzione. Gli uffici
giudiziari dovranno procedere a recuperare l’imposta di registro nei confronti della parte obbligata
al risarcimento del danno.
8 UFFICIO COMPETENTE AL RECUPERO

45
L’ufficio incaricato alla gestione delle attività connesse alla riscossione e cioè l’ufficio recupero
crediti, se non diversamente stabilito in modo espresso, è quello presso il magistrato il cui
provvedimento è passato in giudicato o comunque è divenuto definitivo. A seguito della L. 69/2009
per i procedimenti penali definiti dopo l’entrata in vigore tale legge l’ufficio competente è
individuato in quello presso il giudice dell’esecuzione.

9 REGISTRO DEI CREDITI


Nella fase di recupero, a fronte dei diversi registri, è stata disposta l’istituzione di un unico registro
denominato “registro dei crediti da recuperare e delle successive vicende del credito” ( Mod. 3/SG).
Il registro è istituito presso il giudice dell’esecuzione (presso gli uffici giudicanti di I e II grado, ma
non presso le procure né presso la Corte di Cassazione) e presso gli istituti penitenziari. Al registro
si applicano le ordinarie disposizioni previste per la tenuta dei registri presso gli uffici giudiziari.

10 QUANTIFICAZIONE DEL CREDITO DA RECUPERARE. IL FOGLIO DELLE NOTIZIE


Secondo quanto prevede la riforma del 2009 a decorrere dalla data di stipula della convenzione
prevista dall’art 1, comma 367, L. 24-12-2007 n. 244, la quantificazione del credito, previa
acquisizione dei dati anagrafici del debitore, viene curata direttamente dalla società Equitalia
Giustizia S.p.A. (oggi denominata Agenzia delle entrate riscossione) e non più dall’ufficio giudiziario
competente. Poiché non è ancora completata l’informatizzazione del sistema (nel quale l’ufficio che
svolge la funzione di quantificare l’importo da recuperare è in grado di estrarre i dati che gli servono
telematicamente), il testo unico. 115/2002 dispone che nei fascicoli processuali si debba tenere un
foglio delle notizie ai fini del recupero, su cui l’ufficio che procede all’annotazione sul registro delle
spese prenotate a debito è tenuto a riportare gli importi che dovranno eventualmente essere
recuperati; allo stesso modo provvede l’ufficio che annota le spese pagate dall’erario, limitatamente
però ai pagamenti di spese ripetibili. Al termine di ogni fase processuale il funzionario addetto
procederà alla chiusura del foglio di notizie, attestando in calce ad esso la presenza o l’assenza di
spese da recuperare.

SETTORE PENALE
All’atto del passaggio in giudicato della sentenza se c’è titolo per il recupero, sia la copia conforme
del sotto-fascicolo relativo al foglio di notizie sia la copia della sentenza, devono essere trasmessi
all’ufficio recupero crediti. L’originale del foglio delle notizie dovrà rimanere all’interno del fascicolo
processuale per essere trasmesso, insieme allo stesso, all’ufficio giudiziario competente per la fase
di gravame.

SETTORE CIVILE
Se c’è titolo per il recupero, sia la copia conforme del sotto-fascicolo relativo al foglio notizie sia la
copia della sentenza, sia la copia degli atti necessari per l’identificazione dei debitori devono essere
conservati dal funzionario addetto per essere trasmessi all’ufficio che cura il recupero del credito
successivamente al passaggio in giudicato della sentenza. Nel caso di ricorso per Cassazione, il foglio
di notizie non potrà essere chiuso fino all’esito del relativo procedimento e l’ufficiale giudiziario che
ha emesso il provvedimento impugnato dovrà conservare la copia conforme all’originale del sotto-
fascicolo del foglio notizie fino a quando la cancelleria della corte di cassazione non trasmetterà il

46
fascicolo insieme al foglio di notizie relativo all’ulteriore fase processuale; in questo caso la
riscossione relativa a tutti i gradi di giudizio, sarà curata non dall’ufficio presso la corte ma dall’ufficio
del giudice competente.

11 PROCEDURA DI RECUPERO
Passato in giudicato o divenuto definitivo il provvedimento o per le spese di mantenimento cessata
l’espiazione della pena, si dà inizio alla procedura di recupero del credito. Secondo le modalità
previste dalla convenzione con Equitalia Giustizia S.p.A. ( oggi Agenzia delle entrate riscossione),
l’ufficio di recupero crediti a mano a mano che pervengono dalle varie cancellerie i sotto-fascicoli
delle spese di giustizia, provvede a redigere, sul sistema SIAMM le note A (per il settore penale) e le
note A1 (per il settore civile) inserendone una copia nel sotto-fascicolo di riferimento. Il personale
di Equitalia Giustizia S.p.A. cura, con cadenza concordata, l’acquisizione degli atti e verifica le note
consegnate che, attraverso il sistema informatico le vengono trasmesse. Sono trasmessi anche:

 La copia del provvedimento giurisdizionale irrevocabile o comunque definitivo


 La copia del foglio delle notizie relativo ad ogni fase e grado del processo anche se negativo
 La copia di tutti gli atti e i provvedimenti giurisdizionali che incidono sulla quantificazione
del credito

La società, acquisiti gli atti ed effettuata la verifica dei dati identificativi del debitore, procede alla
quantificazione delle spese processuali e procede all’iscrizione a ruolo ( e consegnerà i predetti ruoli
ad Equitalia Servizi S.p.A) entro un mese dalla data del passaggio in giudicato della sentenza o dalla
data in cui è divenuto definitivo il provvedimento o dalla cessata espiazione in istituto. Nel ruolo
devono risultare gli importi prenotati a debito a favore dei soggetti diversi dall’erario per

consentirne il riversamento da parte dell’agente della riscossione all’esito della riscossione. Il


termine di 30 giorni per l’iscrizione a ruolo si interrompe con la richiesta di regolarizzazione degli
atti trasmessa dalla società entro i primi 15 giorni dalla ricezione degli atti e decorre nuovamente a
seguito dalla comunicazione di risposta dell’ufficio.

12 ASPETTI PARTICOLARI DELLA RISCOSSIONE NEL PROCESSO PENALE


SENTENZA PENALE DI CONDANNA APPELLATA SOLO DA ALCUNI IMPUTATI:
RISCOSSIONE E SPESE SOLIDALI
Se la sentenza penale di condanna di primo grado passa in giudicato solo nei confronti di taluni
imputati, mentre per altri viene proposto appello, l’ufficio recupero crediti presso l’ufficio giudiziario
di primo grado deve procedere all’attività di riscossione a carico dei soli imputati condannati per i
quali la sentenza di primo grado è divenuta irrevocabile. Al passaggio in giudicato della sentenza che
definisce il giudizio d’impugnazione, l’ufficio recupero crediti competente dovrà procedere alla
riscossione degli importi dovuti nei confronti degli imputati condannati in via definitiva con la
sentenza di appello. La quantificazione dei crediti a loro carico dovrà comprendere sia le somme da
ciascuno dovute a titolo individuale che quelle al cui pagamento gli stessi imputati sono tenuti in via
solidale. Nel caso in cui si applichi il principio del recupero “pro quota” e ci sia impugnazione ad

47
opera solo di alcuni coimputati condannati, il recupero delle spese deve avvenire in due fasi:

 In una prima fase si procede ad una iniziale e provvisoria quantificazione, riparto e recupero
delle spese nei confronti di tutti coloro che siano stati condannati con sentenza passata in
giudicato;
 In un secondo momento, definite tutte le ulteriori posizioni interessate, si procederà alla
revisione del riparto e alla rideterminazione definitiva della quota di debito.

SENTENZA DI CONDANNA PARZIALMENTE ANNULLATA DALLA CASSAZIONE CON


RINVIO PERALCUNI IMPUTATI
I criteri del punto A) vanno adottati anche nei casi di sentenza penale di condanna a carico di più
imputati annullata, con rinvio dalla Cassazione per alcuni ricorrenti e passata in giudicato per altri.
Gli uffici di riscossione coinvolti nel recupero crediti, quando sono solidali, saranno quello presso il
giudice che ha pronunciato la sentenza di condanna impugnata davanti alla corte con ricorso
rigettato e quello presso il giudice che in sede di rinvio ha emesso la sentenza di condanna passata
in giudicato.

UNIFICAZIONE DI PENE CONCORRENTI: UFFICIO COMPETENTE PER IL RECUPERO


(ART. 663 C.P.P.)
La segreteria della cancelleria della procura deve trasmettere, senza ritardo, copia del
provvedimento di cumulo alla cancelleria del corrispondente ufficio giudicante, competente per la
gestione delle attività connesse alla riscossione del credito; quest’ultima dovrà comunicare alle
cancellerie dei giudici che pronunciarono le condanne comprese nel provvedimento di cumulo, di
aver preso in carico l’esecuzione dell’intera pena pecuniaria cumulata affinché le stesse provvedano
all’eliminazione dalle scritture contabili della partita di credito relativa alle pene pecuniarie assorbite
nel cumulo.

DEFINIZIONE DELLA POSIZIONE PROCESSUALE DI ALCUNO DEI COIMPUTATI


MEDIANTE PATTEGGIAMENTO
Il ministero della giustizia ha chiarito che nel caso in cui uno o più coimputati definiscono la propria
posizione mediante patteggiamento a pene inferiori a due anni di cui all’art. 444 c.p.p. (quindi senza
condanna alle spese) è necessario prima scorporare dall’importo complessivo delle spese le quote
astrattamente riferibili agli imputati che hanno definito la propria posizione col patteggiamento;
l’importo rimanente costituirà la base per il successivo calcolo delle quote di spesa da porre a carico
dei restanti coimputati condannati.

13 SOSPENSIONE AMMINISTRATIVA DELLA RISCOSSIONE


In caso di impugnazione del ruolo emesso dal concessionario, il funzionario addetto può sospendere
la riscossione; la sospensione può essere disposta solo su istanza dell’interessato e sempre che i
motivi di impugnazione non risultino infondati. Elenchiamo alcune ipotesi di sospensione:
 L’omessa o irrituale notifica dell’invito al pagamento

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 L’errore nella individuazione del soggetto debitore
 L’erronea determinazione dell’importo iscritto a ruolo
 La duplicazione dell’iscrizione a ruolo per la medesima partita di credito
 La contestazione del credito per intervenuto pagamento

DOMANDA DI SOSPENSIONE
Deve essere presentata all’ufficio personalmente o a mezzo di persona incaricata dal debitore con
apposita delega scritta. La sottoscrizione deve essere autenticata con le modalità previste dalle
norme sulla documentazione amministrativa; può essere anche sottoscritta e depositata dal
difensore del debitore munito di procura o trasmessa a mezzo di raccomandata e in questo caso la
domanda si considera presentata nel giorno in cui è pervenuta all’ufficio. L’inosservanza di queste
disposizioni comporta l’inammissibilità della domanda

PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE
Sulla domanda di sospensione decide il funzionario addetto all’ufficio nel termine di 30 giorni dalla
data di presentazione con provvedimento motivato. Questo deve contenere:

 Le generalità del debitore o la denominazione dell’ente o della società e le generalità del


legale rappresentante;
 La data di presentazione della domanda
 L’indicazione della partita di credito alla quale la domanda di sospensione si riferisce
 L’esposizione dei motivi che giustificano la sospensione amministrativa della riscossione o il
rigetto o la inammissibilità della domanda
 Il periodo per il quale la sospensione viene concessa

Il provvedimento di accoglimento della sospensione perde efficacia a seguito della cancellazione


della causa a ruolo o a seguito della definizione el giudizio di primo grado di impugnazione del ruolo.

14 SOSPENSIONE EX LEGGE 228/2012


La cosiddetta “Legge di Stabilità 2013” ha introdotto un’importante novità in materia di riscossione;
il contribuente può chiedere, con apposita istanza presentata al concessionario, la sospensione
immediata delle cartelle di pagamento ed eventuali azioni esecutive o cautelari e di ottenere
l’annullamento di queste in caso di inerzia dell’ente creditore. I concessionari sono tenuti a
sospendere l’attività di riscossione se le somme sono interessate da:

 Prescrizione o decadenza del diritto di credito intervenuta in data antecedente a quella in


cui il ruolo è reso esecutivo;
 Un provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore
 Una sospensione amministrativa concessa dall’ente creditore
 Una sospensione giudiziale oppure una sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la
pretesa dell’ente creditore
 Un pagamento effettuato in data antecedente alla formazione del ruolo stesso a favore

49
dell’ente creditore

15 DISCARICO AUTOMATICO DEL RUOLO


Una volta iscritto il credito a ruolo, il concessionario deve trasmettere all’ufficio compente una
specifica comunicazione di inesigibilità a seguito dell’infruttuoso esperimento delle procedure di
riscossione coattiva. Decorsi 3 anni dalla comunicazione di inesigibilità, il concessionario è
automaticamente discaricato: il discarico comporta l’eliminazione dalle scritture patrimoniali dei
crediti erariali, nel caso di pene pecuniarie non ci sarà il discarico ma l’apertura del procedimento di
conversione. Fino al discarico l’ufficio può comunicare al concessionario l’esistenza di nuovi beni da
sottoporre a esecuzione per riscuotere le somme iscritte a ruolo.

16 REISCRIZIONE A RUOLO DEI CREDITI DISCARICATI


Questa costituisce un’ipotesi eccezionale e l’art 1 del decreto dirigenziale del ministero della
giustizia in data 18-05-2005 ha individuato come unico criterio per la reiscrizione il pagamento di
una diversa partita di credito da parte dello stesso debitore avvenuto successivamente al discarico.
La reiscrizione può essere effettuata solo se il credito non risulti prescritto o legalmente estinto. Il
credito reiscritto deve essere riscosso mediante iscrizione a ruolo; insieme all’importo del credito
originario, vanno anche riscossi gli interessi e le eventuali spese delle procedure esecutive di cui il
concessionario abbia chiesto il rimborso.

17 DISCARICO AUTOMATICO PER SPESE DI IMPORTO NON SUPERIORE A 25,82


EURO
La L. 8-3-1989 n. 89 dispose l’annullamento degli articoli di credito per spese di giustizia quando il
credito non superasse l’importo di 25,82 euro; la disposizione però si applicava solo ai crediti iscritti
nel campione penale. Il testo unico n. 115/2002 riprendendo il precetto della L. 89/1989 ha sancito
il discarico automatico per i crediti al di sotto di un determinato importo e relativi a spese
processuali di mantenimento di importo non superiore a euro 25,82 euro se risulti infruttuoso il
primo pignoramento.

18 PAGAMENTI INDEBITI
 Se le somme iscritte a ruolo, pagate al debitore, sono riconosciute indebite, l’ufficio
competente incarica dell’effettuazione del rimborso l’agente alla riscossione che entro 30
giorni dal ricevimento di tale incarico, invia apposita comunicazione all’avente diritto.
L’agente della riscossione anticipa le somme provvedendo al pagamento:
a. Immediatamente in caso di presentazione dell’avente diritto presso i propri sportelli;
b. Entro 10 giorni dal ricevimento della relativa richiesta, in caso di scelta del
pagamento mediante bonifico.
 Se le somme iscritte a ruolo sono riconosciute indebite prima del pagamento, si procede a
rettifica del ruolo secondo modalità definite con decreto del ministro dell’economia e delle
finanze.
19 DILAZIONE E RATEIZZAZIONE DEL CREDITO

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La disciplina relativa alla dilazione e rateizzazione del credito non ha carattere generale dovendosi
distinguere tra:

SPESE PROCESSUALI E DI MANTENIMENTO, SANZIONI PECUNIARIE PROCESSUALI


Il debitore può chiedere la dilazione o la rateizzazione dell’importo dovuto per spese processuali,
spese di mantenimento dei detenuti e per sanzioni pecuniarie processuali, indicando le cause che
gli impediscono di soddisfare immediatamente il debito e il termine più breve che gli occorre per
provvedervi; tale richiesta deve essere presentata, a pena di decadenza, prima dell’inizio della
procedura esecutiva. Per quanto riguarda la fase della riscossione mediante ruolo, l’agente della
riscossione su richiesta del contribuente può concedere la ripartizione del pagamento delle somme
iscritte a ruolo fino al massimo di 72 rate mensili. Al beneficio può essere ammesso il debitore in
disagiate condizioni economiche o temporaneamente impossibilitato a pagare il debito in un’unica
soluzione.
Se la domanda è correttamente presentata all’ufficio competente, il funzionario addetto può
concedere:
 La dilazione del pagamento del debito, con conseguente sospensione della riscossione per
un periodo massimo di 12 mesi, con obbligo di pagamento integrale del debito alla scadenza
del termine concesso;
 La rateizzazione del pagamento delle somme dovute fino ad un massimo di 30 rate con
cadenza mensile;
 La dilazione del pagamento, con conseguente sospensione, per un periodo massimo di 6
mesi e la successiva rateizzazione del pagamento per un numero massimo di 24 rate con
cadenza mensile.
Le rate scadono l’ultimo giorno del mese; sulle somme rateizzate o dilazionate si applicano gli
interessi al tasso del 4% annuo a favore dell’erario. In caso di mancato pagamento di una rata il
debitore decade automaticamente dal beneficio ed è tenuto al pagamento, in un’unica soluzione,
della restante parte del debito.

SANZIONI AMMINISTRATIVE PECUNIARIE


Perle sanzioni amministrative pecuniarie inflitte agli enti che hanno commesso illeciti amministrativi
dipendenti dal reato, l’ufficio competente alla concessione del beneficio si identifica nel giudice
dell’esecuzione. Questi, su richiesta del contribuente, può concedere la ripartizione del pagamento
delle somme iscritte a ruolo fino ad un massimo di 60 rate mensili o la sospensione della riscossione
per un anno e, successivamente, la ripartizione del pagamento fino ad un massimo di 72 rate mensili.
In caso di mancato pagamento della prima rata o di due rate, il debitore decade automaticamente
dal beneficio della rateizzazione e l’intero importo iscritto a ruolo ancora dovuto è immediatamente
riscuotibile in unica soluzione.

PENE PECUNIARIE
Il giudice, tenuto conto delle condizioni economiche del condannato, con la sentenza di condanna
o con il decreto penale di condanna può disporre la rateizzazione della pena pecuniaria con
ripartizione in rate mensili da 3 a 30, ciascuna per un importo non inferiore ad euro 15,00. In ogni

51
momento il condannato può estinguere la pena mediante un unico pagamento. Non sono dovuti
interessi per la rateizzazione; in caso di mancato pagamento di una rata il debitore decade
automaticamente dal beneficio ed è tenuto al pagamento in un’unica soluzione della restante parte
del suo debito.

20 REMISSIONE DEL DEBITO PER SPESE


La remissione del debito è applicabile solo alle spese processuali in materia penale e alle spese di
mantenimento in carcere. Trova la sua ratio nella necessità di evitare al condannato il sacrificio dei
carattere patrimoniale consistente nel pagamento delle spese a suo carico, riconoscendogli un
“premio” per aver avuto una condotta regolare. La remissione è concessa dal magistrato di
sorveglianza, su domanda, presentata all’interessato o dai prossimi congiunti o proposta dal
consiglio di disciplina. L’applicazione del beneficio richiede il concorso di 2 condizioni:

 Le disagiate condizioni economiche


 La regolarità nella condotta tenuta dal condannato in sede di espiazione della pena o in
libertà

La condotta si considera regolare quando i soggetti, durante la detenzione, hanno manifestato


costante senso di responsabilità e correttezza nel comportamento personale e nelle eventuali
attività lavorative o culturali. Se invece non vi è stata detenzione si tiene conto della regolarità della
condotta in libertà.

21 CONVERSIONE DELLA PENA PECUNIARIA


In presenza di un debito per spese processuali, lo Stato può decidere di rinunciare a riscuotere il
debito in presenza di determinate condizioni del debitore. Per le pene pecuniarie, tutte le volte che
il debitore si trovi in stato di insolvenza per effettive difficoltà economiche, si può ricorrere alla
rateizzazione o alla dilazione, ma in nessun caso alla rinuncia definitiva al credito che può essere
convertita in una sanzione comunque limitativa della libertà personale anche se non a carattere
detentivo. La procedura ha inizio con la comunicazione da parte della società Equitalia Giustizia
S.p.A.; al fine di accertare l’effettiva insolvibilità del condannato, il magistrato di sorveglianza
dispone le opportune indagini dove sia ha ragione di ritenere che lo stesso possiede beni o fonti di
reddito. Se il debitore risulta insolvibile il magistrato di sorveglianza può disporre la rateizzazione
della pena o il differimento della conversione per un tempo non superiore a 6 mesi. Le pene della
multa e dell’ammenda non eseguite per insolvibilità si convertono nella libertà controllata per un
periodo massimo di un anno e di sei mesi; a richiesta del condannato la pena può essere convertita
in lavoro sostitutivo che consiste nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della
collettività da svolgere presso lo Stato, regioni, provincie, comuni o presso enti e organizzazioni di
assistenza, di istruzione e non può superare i 60 giorni.
22 ANNULLAMENTO DEL CREDITO

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ANNULLAMENTO PER IRREPERIBILITA’
La condizione di irreperibilità si realizza quando la notifica dell’invito al pagamento sia avvenuta con
notificazione a persona di residenza, dimora o domicilio sconosciuti. in tal caso l’ufficio annulla il
credito, previo parere conforme dell’avvocatura dello stato nel caso in cui l’importo non superi il
limite di 2.582,28 euro. L’annullamento non deve più essere decretato dall’amministrazione
finanziaria e non è più previsto come obbligatorio il previo parere del consiglio di stato.

ANNULLAMENTO PER INSUSSISTENZA


Nei casi in cui il credito è estinto legalmente, l’ufficio provvede all’annullamento; se il credito risulti
già iscritto a ruolo, viene discaricato automaticamente. Tra le ipotesi di estinzione legale del credito
si hanno:

 L’intervenuta prescrizione del credito;


 Limitatamente alle pene pecuniarie, tutti i casi di estinzione del reato;
 Riguardo alle spese di giustizia in materia penale, la morte del debitore;
 Il credito fondato su una norma dichiarata incostituzionale

Una particolare ipotesi di estinzione legale riguarda le spese processuali e di mantenimento e quindi
per specifici importi non si procede neanche alla notifica dell’invito al pagamento; per importi
inferiori a 16,53 euro, l’ufficio non effettua l’iscrizione a ruolo in caso di inadempimento di credito
relativo alle spese processuali e di mantenimento.

23 RISCOSSIONE DEL CONTRIBUTO UNIFICATO


In caso di omesso o insufficiente pagamento del contributo unificato, la cancelleria competente al
recupero è quella preso il magistrato dove è stato depositato l’atto che ha reso necessario il
pagamento o l’integrazione del contributo stesso. Alla riscossione del contributo si applicano le
disposizioni relative alla riscossione mediante ruolo; in caso di ritardato o omesso pagamento anche
seguito dell’invito, l’ufficio recupero crediti applica la sanzione prevista dall’ art 7 D.P.R. n.131/1986
( si applica la sanzione amministrativa dal 100 al 200% della maggiore imposta dovuta). La misura
della sanzione va commisurata alla durata dell’inadempimento nelle seguenti percentuali:
 25% dell’importo dovuto e non versato se il pagamento avviene oltre la scadenza del termine
per l’adempimento indicato nell’avviso, ma entro il 60° giorno
 150% dell’importo dovuto e non versato se il pagamento avviene tra il 61° e l’80° giorno
 200% dell’importo dovuto e non versato se il pagamento avviene successivamente.
7

53
LOCALI E MOBILI DEGLI UFFICI GIUDIZIARI
(A cura di Nick Andrew Ozzy)

Il patrimonio mobiliare dello Stato risulta contabilmente suddiviso in sette categorie.

Tre di queste (beni mobili di prima categoria; beni mobili di seconda categoria; beni mobili di sesta
categoria) sono direttamente riferibili alle dotazioni degli uffici giudiziari.

Beni mobili di prima categoria: mobilio; arredamento

Beni mobili di seconda categoria: libri e pubblicazioni ufficiali e non;

Beni mobili di sesta categoria: automezzi ed altri beni iscritti nei pubblici registri;

Prima del 2015 per tutti gli uffici giudiziari, eccetto che per i locali ed i mobili della Corte di
Cassazione e gli uffici con sede nel palazzo di giustizia di Roma per cui è sempre lo Stato a provvedere
in via esclusiva, le spese (manutenzione; riparazione; provviste; arredamento; pulizia) erano poste
in capo alle amministrazioni comunali. Le spese straordinarie, invece, quali ad es. quelle occorrenti
per la fornitura e l’ammodernamento degli impianti tecnologici, erano poste in capo allo Stato.

Dopo il 2015, con l’entrata in vigore della L. 190/14, la competenza a provvedere anche alle spese
ordinarie per la gestione e manutenzione degli uffici giudiziari, è passata definitivamente in capo
allo Stato.

N.B. Tutti i rapporti contrattuali preesistenti non hanno cessato di esistere, subentrando, nella
titolarità di essi, il Ministero della Giustizia.

Allo scopo di individuare il fabbisogno nonché assicurare il regolare funzionamento degli uffici
giudiziari compresi nel circondario, è stata istituita la Conferenza permanente. Tale “organo”, al fine
di perseguire l’obbiettivo per cui è stato istituito, può stipulare accordi o convenzioni a livello
circondariale (ciò, in ogni caso, non può comportare nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato).
Allo scopo invece di tenere traccia contabile presso gli Uffici giudiziari sono stati istituiti diversi

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registri, quasi tutti ormai informatizzati.

a) registro inventario (MOD. 94 C.G.)

In questo registro (che è un verbale), a cura del consegnatario ed entro 3 giorni dalla consegna,
vengono iscritti, con numerazione progressiva ed all’interno di ciascuna categoria, secondo le
specifiche dettate dal nuovo sistema dei conti SEC 95, tutti i beni mobili consegnati all’ufficio che
non abbiano il carattere di beni di consumo, con il relativo valore (che deve essere superiore a 500
€ IVA compresa).

I beni devono essere esattamente descritti nella loro qualità, numero e destinazione d’uso.

Il verbale deve riportare anche l’indicazione del locale o stabilimento in cui essi sono custoditi.

Tale registro, redatto in 3 copie, viene inviato all’ufficio riscontrante ed all’ufficio da cui dipende il
consegnatario. Una copia resta al consegnatario che ogni 5 anni provvede a rinnovare gli inventari.

b) giornale di entrata e uscita degli oggetti mobili di proprietà dello Stato (MOD. 96 C.G.)

A differenza del mod. 94 che è statico, riportando esso il solo inventario dei beni consegnati, il mod.
96 è dinamico, e si può dire che è la sua prosecuzione.

Il mod. 96 è suddiviso in due parti: nella prima parte si annotano i beni in entrata mentre nella
seconda si annotano i beni in uscita (a seguito di vendite, prestiti ad altri uffici ecc.ecc.). Esso mette
in evidenza, immediatamente dopo la redazione dell’inventario, in modo cronologico, le successive
operazioni di carico e scarico mano a mano che i beni vengono acquisiti oppure dismessi.

Il mod. 96 viene compilato per esercizio finanziario ed è istituito in tanti esemplari quante sono le
categorie di beni da iscrivere.

c) prospetto delle variazioni (MOD. 98 C.G.)

Al termine dell’esercizio finanziario, viene redatto anche il prospetto riassuntivo (MOD. 98 C.G.),
che, in sostanza, serve a verificare, unitamente al MOD. 96, gli aumenti o le diminuzioni sia in
quantità che in valore dei beni mobili nell’esercizio finanziario considerato.

Esso deve essere inviato dal consegnatario entro il 15 febbraio di ogni anno al competente ufficio
riscontrante (ufficio centrale del bilancio per le amministrazioni centrali o la Ragioneria provinciale
dello Stato per gli uffici perifici).

Esso prima di essere inviato all’ufficio riscontrante, deve essere validato dal dirigente responsabile
degli acquisti o dal titolare dell’ufficio periferico.
55
Altri registri sono:

1) MOD. 130 (sono buoni a tre sezioni attraverso i quali avviene materialmente la registrazione
nell’inventario delle operazioni di carico e scarico di beni);

2) MOD. 24 (è un registro in cui si iscrivono tutti i beni di consumo e oggetti fragili quali ad esempio:
oggetti di cancelleria o oggetti di vetro ma anche impianti elettrici per illuminazione);

3) MOD. 71 (è un registro a tre sezioni che viene compilato dall’unità organizzativa dell’ufficio per
richiedere al consegnatario la fornitura di beni di consumo. Una sezione rimane all’unità
organizzativa mentre le altre due sono inviate al consegnatario ai fini delle operazioni carico e
scarico di cui al MOD. 24).

4) MOD. 99 (è un verbale che serve a formalizzare il cambio del consegnatario ed assume rilevanza
ai fini dell’accertamento delle responsabilità nei casi di irregolarità o mancanza di beni).

5) MOD. 227 P.G.S. (è una scheda compilata dal consegnatario in cui son indicati i beni mobili
esistenti in una determinata stanza. Copia di tale scheda deve essere tenuta esposta nei singoli uffici
al fine di consentire attività di vigilanza, ricognizione e accertamento da parte del consegnatario.
Un’altra copia invece è custodita dal consegnatario).

Le gestione dei beni mobili e di quelli di facile consumo, nonché della maggioranza dei modelli sopra
descritti (ad es. mod. 130, 96 e 98) avviene per il tramite di un nuovo sistema di controllo e gestione:
il Sistema GE.CO.

Tale sistema non è nient’altro che una piattaforma informatica interconnessa che aiuta i
consegnatari nelle attività di rendicontazione. Essa si interfaccia direttamente con gli uffici
riscontranti (Ufficio centrale del bilancio o Ragionerie provinciali dello Stato) e permette di inglobare
tutta la documentazione cartacea.

Soggetti importanti:

a) Consegnatario è colui che riceve, in virtù di apposita qualifica, in consegna i beni mobili dello
Stato.

b) Utilizzatore è materialmente il fruitore o consumatore dei beni materiali destinati dal


consegnatario all’ufficio.

c) Ufficio riscontrante è, per le amministrazioni centrali, l’Ufficio centrale del bilancio. Per gli uffici
periferici, la Ragioneria provinciale dello Stato. In sostanza è il soggetto gerarchicamente
sovraordinato (mia deduzione).
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Consegnatario ed utilizzatore non sono lo stesso soggetto. I consegnatari, infatti, sono posti alle
dipendenze del responsabile degli acquisti di beni e servizi necessari per il funzionamento delle
Amministrazioni dello Stato e su di essi gravano gli obblighi ed i doveri di vigilanza, rendicontazione,
custodia, conservazione nonché di tenuta delle scritture contabili sopra descritte (i vari modelli..).
Essi inoltre sono direttamente e personalmente responsabili degli oggetti ricevuti a seguito di
regolare verbale di consegna, relativamente al periodo in cui sono stati in carica.

Gli incarichi di consegnatario sono conferiti per un periodo non superiore a 5 anni, rinnovabile una
sola volta, al personale amministrativo-contabile che appartenga ai ruoli dell’amministrazione cui
sono dati in uso o appartengano i beni mobili.

Annualmente, e nei casi di cambiamento del consegnatario presso le amministrazioni centrali, un


funzionario del competente ufficio riscontrante ed il dirigente responsabile degli acquisti di beni e
servizi, verificano, in contraddittorio con il consegnatario, la regolarità delle scritture, la consistenza
dei beni, la loro corrispondenza con le risultanze contabili. Presso gli uffici periferici la stessa verifica
viene eseguita solo in occasione del cambiamento del consegnatario.

Della verifica viene redatto processo verbale. Nei casi di riscontrate irregolarità e gravi
inadempienze, copia del processo verbale è trasmesso alla competente Procura regionale della
Corte dei Conti.

I beni mobili possono essere eliminati dalla dotazione dell’ufficio attraverso:

a) discarico dei beni mobili che a seguito di ricognizione risultino mancanti per furto, forza maggiore
o naturale deperimento, salvo colpa del consegnatario che ha l’obbligo di vigilanza ecc.ecc.. Il
discarico avviene con apposito provvedimento a firma del Ministro, su richiesta dell’ufficio
interessato. Tale decreto vale a porre in regola la gestione contabile dell’ufficio ma non produce
alcun effetto di liberazione, rimanendo integro il giudizio della Corte dei conti sulla eventuale
responsabilità dell’agente.

b) i beni mobili posso essere trasferiti tra consegnatari della stessa o di altra amministrazione con
autorizzazione del dirigente responsabile degli acquisti di beni e servizi.

c) i beni mobili possono essere anche ceduti a titolo oneroso o a titolo gratuito (alla Croce Rossa;
alle istituzioni scolastiche) quando non risultino più funzionali alle esigenze dell’Ufficio, previo
parere di una commissione all’uopo istituita.
8

57
SPESE DI UFFICIO
(A cura di Valeria Tronci)

1. GENERALITÀ

Attraverso il servizio delle spese d'ufficio ciascuna amministrazione pubblica provvede ad acquisire
e mantenere in efficienza gli strumenti operativi indispensabili per l'attuazione dei propri compiti.

L'elenco delle spese d'ufficio non corrisponde esattamente a quello relativo agli uffici giudiziari, in
quanto molte delle spese loro riguardanti sono state poste a carico dei comuni (spese per pigioni,
riparazioni, manutenzioni, illuminazione, riscaldamento e custodia dei locali, acqua e telefonia,
fornitura e manutenzione di mobili e impianti, spese per pulizia dei locali).

2. SPESE RELATIVE AGLI UFFICI GIUDIZIARI

1. Spese di rappresentanza (con esse la PA presenta verso l'esterno una immagine adeguata al
ruolo)
2. acquisto libri,pubblicazioni,abbonamenti periodici (in particolare libri legali, esclusi i
quotidiani)
3. rilegatura di libri, riviste, bollettini ufficiali, gazzette ufficiali,atti documenti e volumi dei
provvedimenti
4. tasse postali e telegrafiche
5. acquisto di stampanti, registri e oggetti di cancelleria
6. pulitura, manutenzione delle macchine da scrivere e da calcolo
7. acquisto di materiale e di oggetti che servono per la pulizia e l'igiene dei locali

3. COSTITUZIONE E GESTIONE DEL FONDO PER LE SPESE DI UFFICIO

Il sistema di assegnazione dei fondi per le spese d'ufficio è stato modificato a partire dal 1996
quando è stato ricondotto alla normativa generale sulla contabilità dello Stato e quando il Ministero
della Giustizia ha disposto l'abbandono della vecchia procedura basata sulla emissione di ruoli di
spese fisse per passare a quella basata sull'emissione di appositi ordini di accreditamento in favore
dei funzionari delegati.
Ulteriore evoluzione si ha con il D. Lgs. del 2006 n. 240, in cui si individuano le competenze dei

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dirigenti amministrativi proposti agli uffici e il decentramento su base regionale o interregionale di
alcune competenze del Ministero centrale. Per essere completa l'operativa del d. lgl. n. 240, si
attende l'attuazione del disposto decentramento del Ministero attraverso l'adozione di un apposito
regolamento.

A regime le nuove competenze del dirigente amministrativo andranno a svolgere un disegno


unitario che muove dal livello più alto (Ministero), passando per un livello intermedio (direzioni
regionali e interregionali) per arrivare al livello degli uffici giudiziari:

1- il ministero definisce annualmente gli obiettivi generali, emana le direttive generali e ripartisce le
risorse tra i dipartimenti

2- i capi dei dipartimenti distribuiscono le risorse alle direzioni regionali o interregionali oppure le
assegnano direttamente ai dirigenti amministrativi definendo i programmi e formulando le direttive
generali, nonché esercitando i poteri di indirizzo e coordinamento previsti dall'attuale normativa

3- i direttori regionali ed interregionali attuano programmi definiti dai capi dipartimento ed


assegnano le risorse tra gli uffici territorialmente competenti

In attesa dell'istituzione delle direzioni regionali ed interregionali, le competenze dei dirigenti


amministrativi sono ricavate dalle norme immediatamente precettive che hanno effetto
sull'allocazione dei beni materiali e sull'impiego delle risorse finanziarie.

Anche la gestione delle risorse finanziarie e strumentali segue le finalità e le dinamiche della riforma,
infatti, seppur il dirigente dell'ufficio sia il solo competente ad adottare provvedimenti che
impegnano l'amministrazione verso l'esterno, la gestione in parola non è libera nel fine ma deve
tenere conto: dell'indirizzo espresso dall'amministrazione centrale e dalle direzioni
regionali/interregionali che saranno istituite e dell'indirizzo contenuto nel programma annuale delle
attività.

Gli atti che comportano oneri di spesa devono rispettare i limiti individuati nel provvedimento di assegnazione delle
risorse dal direttore regionale/interregionale territorialmente competente e dai capi dipartimento del ministero. Questi
limiti di spesa sono i limiti economici entro cui può muoversi il dirigente. Il dirigente è però anche “funzionario delegato”
del piano contabile ed è quindi personalmente responsabile delle spese ordinate e della regolarità dei pagamenti, egli
deve inoltre trasmettere ogni sei mesi al direttore regionale o interregionale competente l'elenco delle spese sostenute
nel semestre per il controllo sulla regolare attuazione dei programmi.

E' bene però chiarire che per la piena attuazione della normativa sul decentramento occorre attendere il regolamento
attuativo, al momento la gestione delle risorse è attribuita secondo la normativa vigente, che prevede la competenza
dei Capi delle Corti d'appello e delle Procure Generali presso le Corti d'appello quali funzionari delegati preposti alla
gestione dei fondi stanziati per le esigenze di ciascun ufficio del distretto.
4. REGISTRI

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Per l'amministrazione e la contabilità delle spese d'ufficio, gli uffici giudiziari gestori dei fondi
utilizzano il registro delle spese d'ufficio in cui sono compresi sia l'autorizzazione della spesa sia il
buono con ci si autorizza il pagamento.

Il registro, prima di essere usato deve essere numerato e vidimato in ogni mezzo foglio dall'ufficio giudiziario ed il
numero dei mezzi fogli deve essere annotato, in tutte lettere, nell'ultimo di esso.

Le spese vanno annotate nelle colonne di pertinenza e quando si indicano gli importi risultanti dai documenti
giustificativi essi vanno arrotondate alle dieci lire e per l'euro alla seconda cifra decimale. Sempre sul registro, alla fine
dell'esercizio finanziario, deve essere riportato il bilancio consuntivo.

Per il servizio delle spese d'ufficio è richiesta la tenuta del giornale di cassa nel quale sono evidenziate tutte le entrate
e le uscite di esercizio.

Attualmente la contabilizzazione delle fatture e la presa in carico dei beni acquistati avviene utilizzando i sistemi
informatici di gestione di contabilità SICOGE e GE.CO.

Dal 1 luglio 2014 è entrato in vigore l'obbligo di tenuta del registro delle fatture. In tale registro, entro 10 giorni dal
ricevimento, sono annotate le fatture o le richieste equivalenti di pagamento per somministrazioni, forniture e appalti
e per le obbligazioni relative a prestazioni professionali emesse nei loro confronti. Il registro deve essere unico per tutto
l'ente.

5. APPROVVIGIONAMENTO DI BENI E SERVIZI

La legge n. 488 del 1999, all'art.26 ha introdotto importanti novità nelle modalità di acquisto di beni
e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni. L'intervento normativo è finalizzato alla
razionalizzazione degli acquisti, al contenimento e al monitoraggio della spesa e alla semplificazione
dei processi di acquisto. Si è delineato un sistema in cui sono individuate imprese per la loro
fornitura.

Il Ministero dell'economia e delle finanze ha assunto il compito di stipulare convenzioni in base alle
quali le imprese fornitrici prescelte si impegnano ad accettare, alle condizioni e ai prezzi stabiliti,
ordinativi di fornitura deliberati dalle amministrazioni dello Stato, sino alla concorrenza di un
quantitativo complessivamente predeterminato.

Le amministrazioni pubbliche possono ricorrere a queste convenzioni o ne utilizzano i parametri di


prezzo-qualità, come limiti massimi, per l'acquisto di beni e servizi comparabili oggetto delle stesse.

La stipulazione di un contratto in violazione di tale disposizione è causa di responsabilità


amministrativa e ai fini della determinazione del danno erariale si tiene conto anche della differenza
tra i prezzo previsto nelle convenzioni e quello indicato dal contraente.

Il D.M. Del 2009 ha individuato le seguenti tipologie di beni e servizi:

- arredi per ufficio


- carburanti da autotrazione

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- macchine per ufficio, prodotti hardware e software

- noleggio e acquisto di autoveicoli

- servizi di buoni pasto, telefonia fissa e mobile

- apparati e servizi di telefonia e trasmissione dati

Il Ministero dell'economia e delle finanze ha deliberato di avvalersi della CONSIP per la realizzazione
del sistema delle convenzioni, affidandole la gestione delle procedure per la conclusione delle
convenzioni e dei meccanismi di controllo e monitoraggio. Le convenzioni sono stipulate
direttamente dalla CONSIP per conto del Ministero.

6. ACQUISTO DEL MATERIALE DI FACILE CONSUMO

Il DPR n. 254 del 2002 (Regolamento concernente le questioni dei consegnatari e dei cassieri delle
amministrazioni dello Stato) ha dettato disposizioni e criteri direttivi ai fini di razionalizzare gli
acquisti del materiale di facile consumo.

Il dirigente responsabile degli acquisti di beni e servizi, sulla base dei consumi sostenuti negli esercizi
precedenti e della valutazione delle esigenze prospettate, è tenuto a fissare uno standard
quantitativo degli oggetti di cancelleria, stampanti, carta e materiale di facile consumo idoneo ad
assicurare il funzionamento degli uffici.

Alla fine di ogni esercizio il dirigente responsabile degli acquisti e dei servizi presenta il rendiconto annuale nel quale
sono riportate le consistenze iniziali, le loro variazioni e le rimanenze finali, accompagnato da una relazione, da
trasmettere al titolare del centro di responsabilità e all'ufficio riscontrante, volta a far conoscere le modalità di
acquisizione, le quantità, i prezzi spuntati, i consumi, le risorse assegnate e gli eventuali scostamenti.
11

61
NORME SULLA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA
(A cura di Nick Andrew Ozzy)

Il Testo Unico sulla documentazione amministrativa, al fine di semplificare la formazione della


documentazione che deve essere prodotta agli organi della P.A., prevede che possono essere comprovati con
dichiarazioni sottoscritte dall'interessato e prodotte in sostituzione delle normali certificazioni (dichiarazioni
sostitutive di certificazioni), determinati stati, qualità personali e fatti.

La peculiarità di questa disciplina risiede nel fatto che è data possibilità al cittadino, nei rapporti con la P.A.
di produrre in sostituzione delle certificazioni e documentazioni richieste, dichiarazioni rese dagli stessi, nelle
forme previste dalla Legge, facendo divieto al Pubblico Ufficiale di richiedere la certificazione ufficiale in luogo
delle dichiarazioni sostitutive (violazione dovere d'ufficio).

Gli stati, le qualità personali ed i fatti che posso formare oggetto di dichiarazione sostitutiva di certificazioni
sono elencati all'art. 46 del Testo Unico.

Vi rientrano a titolo esemplificativo: data e luogo di nascita; residenza; cittadinanza; stato di famiglia; titoli
di studio; situazione reddituale; stato di disoccupazione; di non essere a conoscenza di essere sottoposto a
procedimenti penali; di non aver riportato condanne penali ecc.ecc.

Non possono essere sostituiti da autocertificazioni i certificati medici, sanitari, veterinari, di origine, di
conformità CE, di marchi o brevetti, salvo deroghe.

A differenza della dichiarazione sostitutiva di certificazioni, che riguarda stati, qualità e fatti riguardanti il
soggetto che rende la dichiarazione, la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà (art. 47) è una
dichiarazione resa sotto giuramento ad un Pubblico Ufficiale, dinanzi a due testimoni, attestante fatti a
conoscenza non solo della persona che rende la dichiarazione ma anche della comunità.

Tali atti possono essere ricevuti dal cancelliere, dal notaio e dal Sindaco, senza una particolare competenza
per territorio, salvo deroghe.
Le dichiarazioni sui fatti, qualità personali e stati che non rientrano nell'art. 46 del Testo Unico, anche

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riguardanti altre persone, possono essere rese con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Ogni singola amministrazione è tenuta a predisporre i moduli necessari per la redazione delle dichiarazioni
sostitutive che gli interessati hanno facoltà di utilizzare ed in essi deve essere presente il richiamo alle sanzioni
penali previste in caso di false dichiarazioni.

Le dichiarazioni sostitutive in generale non possono essere utilizzate quali fonti di prova innanzi all'autorità
giudiziaria. La loro validità è circoscritta ai rapporti tra cittadino e P.A.

Destinatari della disciplina di cui al Testo Unico sono anche i cittadini dell'Unione Europea mentre i cittadini
extracomunitari possono comprovare soltanto fatti, stati e qualità personali certificabili da parte di soggetti
pubblici italiani, salvo deroghe.

L'autenticità delle sottoscrizioni delle istanze o dichiarazioni da produrre alla P.A. è garantita se esse
provengono in via telematica e risultano sottoscritte con firma digitale o il sottoscrittore è identificato
mediante l'uso della carta d'identità elettronica o la carta nazionale dei servizi. Negli altri casi l'istanza o la
dichiarazione deve essere sottoscritta alla presenza del pubblico ufficiale oppure sottoscritta e presentata
unitamente ad un documento d'identità del sottoscrittore.

Quando invece l'istanza o la dichiarazione sostitutiva, anche se prodotta alla P.A., è finalizzata ad ottenere la
riscossione da parte di terzi soggetti di benefici economici o di altra natura, allora occorre l'autenticazione
della sottoscrizione redatta da un notaio, cencelliere, segretario comunale o altro dipendente incaricato dal
Sindaco.

L'autenticazione consiste nell'attestazione, da parte del pubblico Ufficiale, che la sottoscrizione è stata
apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive. Essa deve
contenere anche il nome, cognome, qualifica del Pubblico ufficiale nonchè la firma dello stesso unitamente
al timbro dell'ufficio.

I notai, i cancellieri, i segretari comunali o altri funzionari incaricati dal Sindaco, anche se di comune diverso
da quello di residenza del richiedente, possono rilasciare copie autentiche di atti o documenti emessi
dall'ufficio di appartenenza o che si trovano custoditi presso di loro.
L'autenticazione delle copie consiste nell'attestazione di conformità con l'originale scritta alla fine della copia

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a cura del Pubblico Ufficiale autorizzato. Il Pubblico Ufficiale dovrà indicare, altresì, il proprio nome, cognome,
qualifica, il numero dei fogli impiegati ed apporre la propria firma unitamente al timbro dell'ufficio.

Le copie autentiche possono essere validamente prodotte in luogo degli originali.

L'autenticazione delle copie può essere evitata attraverso l'utilizzazione di una dichiarazione sostitutiva
dell'atto di notorietà. Infatti tale dichiarazione può anche riguardare la conformità all'originale della copia di
un atto o documento rilasciato dalla P.A. o custodito presso di essa.
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1

ATTRIBUZIONI GENERALI
1 LA NOTIZIA DI REATO: RICEZIONE E SUCCESSIVI INCOMBENTI

Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per
iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti
di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa documentazione. Tiene luogo della
comunicazione scritta la comunicazione della notizia di reato consegnata su supporto magnetico o
trasmessa per via telematica. La segreteria della procura della Repubblica annota sugli atti che
possono contenere notizie di reato la data e l’ora in cui sono pervenuti in ufficio e li sottopone
immediatamente al procuratore della Repubblica per l’eventuale iscrizione nel registro delle
notizie di reato.
Inoltre, non appena il nome della persona alla quale è iscritto nel registro delle notizie di reato, la
segreteria provvede a richiedere i certificati anagrafici, il certificato del casellario giudiziale, il
certificato delle iscrizioni relative ai procedimenti per i quali la persona ha assunto la qualità di
imputato (certificato dei carichi pendenti) nonché il certificato del casellario giudiziale europeo.
Provvede, infine, alla formazione del fascicolo e cura l’aggiornamento delle iscrizioni ed ogni
successiva annotazione riguardante il movimento del fascicolo.

2 REGISTRO DELLE NOTIZIE DI REATO


Il registro delle notizie di reato è espressamente previsto dall’art. 335 c.p.p., in esso il P.M. iscrive
immediatamente ogni notizia di reato che perviene o che ha acquisito di propria iniziativa.
Il P.M. acquisisce altresì la notizia dell’illecito amministrativo dipendente da reato commesso
dall’ente annota immediatamente nel registro gli elementi identificativi dell’ente unitamente alle
generalità del suo legale rappresentante nonché il reato da cui dipende l’illecito.
Il nostro sistema processuale penale riserva al registro delle notizie di reato previsto dall’art. 335
c.p.p., un rilievo particolare:
1. il termine utile per il compimento delle indagini preliminari (artt. 405, 408 c.p.p) decorre dalla
data in cui vengono iscritte nel registro le generalità della persona cui il fatto è attribuito;
2. il termine utile perché il P.M. presenti la richiesta di giudizio immediato decorre dalla data di
iscrizione della notizia di reato;
3. ai fini del rilascio del c.d. <<certificato dei carichi pendenti>>, è la formulazione dell’imputazione
a determinare la pendenza del procedimento.

Dal registro delle notizie di reato sono previsti, rispettivamente:


- il mod. 21 e d il mod. 21 bis per le procure della Repubblica presso i tribunali;

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- il mod. 22 per le procure della Repubblica presso le preture;
- il mod. 52 per le procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni.
Il registro risulta informatizzato sull’intero territorio nazionale.
Nel registro ogni notizia di reato assume un numero d’ordine annuale e vi si annotano, oltre alla
data di iscrizione, la data in cui è pervenuta la notizia è quella in cui è stata individuata (con
relativa generalità) la persona alla quale il fatto è attribuito, tutte le notizie di maggior rilievo in
merito al procedimento e al suo svolgimento.
Più specifico è il contenuto del mod. 21 bis, in uso per i procedimenti di competenza del giudice di
pace, oltre ai dati riportati nel registro delle notizie di reato, anche quelli attinenti ai rapporti
intercorrenti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, sia anteriormente che successivamente
all’iscrizione della notizia criminis, nonché i dati relativi agli adempimenti legati all’istituto del
ricorso immediato. Funzione tipica del mod. 21 serve anche alla mera protocollazione degli atti
che pervengono nella segreteria del pubblico ministero.
Va infine ricordato che per le notizie di reato relative ad ignoti, è previsto un apposito registro
obbligatorio (Mod. 44).
Qualora a seguito delle indagini espletate venga individuata la persona a cui è attribuito il fatto, si
dovrà procedere ad una nuova iscrizione nel reg. Mod. 21 (relativo alle persone note) indicando il
numero del registro di provenienza. E’ opportuno che i procedimenti per reati di competenza del
giudice di pace iscritti nel registro ignoti Mod. 44 siano indicati con modalità tali da rendere gli
stessi facilmente individuabili, ad esempio utilizzando la sigla <<GDP>> o simili.
Da una corretta interpretazione delle disposizioni contenute nell’art. 335 c.p.p., le quali fanno
obbligo al P.M. di iscrivere il nome della persona cui il reato è attribuito (comma 1) e di annotare
ogni mutamento della qualificazione giuridica del fatto o delle sue circostanze, deriva che le
informative non costituenti notizia di reato non dovranno essere riportate nel registro delle notizie
di reato, bensì in un diverso registro (Mod. 45), del tutto autonomo dal primo e non assimilabile
all’attuale registro delle notizie di reato.

3 DISPOSIZIONI GENERALI NELLA FORMAZIONE DEI FASCICOLI


Ai sensi dell’art. 3 reg. esec. c.p.p., la copertina del fascicolo deve contenere le generalità della
persona a cui è attribuito il reato nonché la data e il numero della iscrizione della notizia di reato
nel registro.
Gli atti e le produzioni sono inseriti nel fascicolo in ordine cronologico a cura della cancelleria o
segreteria, che provvede alla numerazione delle singole pagine.
Il fascicolo deve contenere l’indice degli atti e delle produzioni, l’elenco delle cose sequestrate, la
distinta delle spese anticipate dall’erario diverse da quelle per le quali è stabilito, il “Foglio delle
Notizie”, la copia della sentenza o del decreto penale di condanna.
Ad integrazione di quanto stabilito dal codice di rito, il Ministero della Giustizia ha ritenuto
opportuno la formazione di un sotto-fascicolo per ogni indagato o imputato sottoposto alla misura
cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, nel quale vengano raccolte le copie dell’ordinanza
con cui la misura è stata adottata, del relativo verbale di esercitazione e di tutti gli atti incidenti
sulla durata, modifica o cessazione della misura. Tale sotto fascicolo deve essere allegato al
fascicolo principale. E’ necessario altresì provvedere ad una opportuna annotazione su tutti i
fascicoli processuali della data di prescrizione dei reati oggetto del procedimento penale.
4 FASCICOLI DELLE INDAGINI PRELIMINARI

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A) Il fascicolo del pubblico ministero
Gli atti contenenti la notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini sono conservati
insieme agli atti compiuti dalla polizia giudiziaria in un apposito fascicolo custodito presso l’ufficio
del pubblico ministro. Da tale fascicolo andranno poi estratti gli atti che saranno inseriti nel
fascicolo del dibattimento, ovvero in quel fascicolo contenente tutto il materiale probatorio
utilizzabile dal giudice per la decisione.
Nel fascicolo del P.M., vanno inoltre conservati i provvedimenti originali emessi dal G.I.P., al quale
è riconosciuta la facoltà di disporne l’esibizione, ai sensi dell’art. 16 disp. reg.
Gli atti compiuti nel corso delle indagini preliminari ai quali i difensori hanno diritto di assistere,
sono depositati nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno successivo al
compimento dell’atto;

B) Il fascicolo del difensore


E’ estesa anche alla fase delle indagini, con possibilità delle parti diverse dal P.M., attraverso i loro
difensori, di svolgere attività di investigazione per ricercare ed individuare elementi di prova a
proprio favore.
I difensori, in particolare, possono colloquiare, ricevere dichiarazioni e assumere informazioni dalle
persone che sono in grado di riferire circostanze utili alle indagini, provvedendo direttamente alla
documentazione di tali attività, nonché richiedere i documenti in possesso della pubblica
amministrazione, ed accedere a luoghi, anche privati o non aperti al pubblico.
Il P.M. ha facoltà di prendere visione della documentazione contenuta nel fascicolo così formato e
di estrarne copia prima che venga adottata una decisione su richiesta delle altre parti o con il loro
intervento. Dopo la chiusura delle indagini preliminari, il fascicolo del difensore è inserito nel
fascicolo del pubblico ministero, tuttavia, la documentazione di atti non ripetibili compiuti in
occasione dell’acceso ai luoghi e inserita direttamente nel fascicolo per il dibattimento, una volta
formato.

5 IL FASCICOLO PER IL DIBATTIMENTO


Gli atti compiuti nel corso delle indagini preliminari sono, generalmente, inutilizzabili e dopo
l’emissione del decreto che dispone il giudizio restano confinati nel fascicolo del P.M.
E’ consentita un’acquisizione anticipata delle prove a mezzo dell’incidente probatorio e la c.d.
trasmigrazione di alcuni atti irripetibili dal fascicolo del P.M. o del difensore a quello del
dibattimento.
Immediatamente dopo l’emissione del decreto che dispone il giudizio, il giudice provvede nel
contraddittorio delle parti alla formazione del fascicolo per il dibattimento. Se una delle parti ne fa
richiesta il giudice fissa allo scopo una nuova udienza.
Per i reati di competenza del giudice di pace, quest’ultimo, dopo la dichiarazione di apertura del
dibattimento, invita le parti ad indicare gli atti da inserire nel fascicolo per il dibattimento.
Nel caso di ricorso immediato al giudice di pace da parte della persona offesa, sarà la stessa
cancelleria del giudice a formare apposito fascicolo, raccogliendo gli atti indicati.
Formatosi il fascicolo per il dibattimento, gli atti ivi inseriti possono essere letti, anche d’ufficio nel
dibattimento, invece gli atti inseriti nel fascicolo del pubblico ministero possono essere utilizzati
nell’esame testimoniale e dalle parti private per le contestazioni possono essere acquisiti negli atti
del fascicolo per il dibattimento.
6 FASI E GRADI DEL PROCEDIMENTO PENALE.

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(vedi procedura penale)

7 L’INFORMAZIONE DI GARANZIA
L’informazione di garanzia viene inviata alla persona sottoposta alle indagini al fine di consentirle il
concreto esercizio del diritto di difesa anche nella fase delle indagini preliminari.
L’informazione di garanzia deve contenere:
- l’indicazione delle norme di legge che si asseriscono violate;
- la data e il luogo del fatto;
- l’invito a nominare un difensore di fiducia.

L’informazione di garanzia inviata all’ente, a cui è attribuito l’illecito amministrativo dipendente da


reato, deve contenere l’invito a dichiarare ovvero eleggere domicilio per le notificazioni nonché
l’avvertimento che per partecipare al procedimento l’ente deve depositare la dichiarazione.

8 DEGLI ATTI PROCESSUALI E PROCEDIMENTALI


Sono processuali gli atti provenienti dal giudice, dai soggetti e dalle parti processuali nonché da
figure che non hanno soggettività processuale – come ad esempio i consulenti, testimoni ed i periti
- ma che si muovono tuttavia nell’ambito processuale.
Sono posti in essere dopo il promovimento dell’azione penale e fino alla sentenza definitiva, dagli
atti procedimentali, che sono compiuti nello stadio delle indagini preliminari e, anche in quello del
processo.
E’ richiesta la sottoscrizione di un atto o di un documento, è sufficiente la scrittura di propria
mano, in fine dell’atto, del nome e del cognome di chi deve firmare.

9 ASSISTENZA DEL PUBBLICO UFFICIALE


Anche gli appartenenti al profilo professionale di assistente giudiziario possono essere adibiti
all’assistenza del magistrato nell’attività istruttoria o nel dibattimento, con controlli di redazione e
sottoscrizione dei relativi verbali, purchè abbiano maturato almeno un anno di servizio nella
qualifica.
L’ausiliario sta ad indicare il soggetto, che in base al proprio profilo professionale di volta in volta
determinato per legge, ha tra le proprie attribuzioni proprio quella di redigere e sottoscrivere il
verbale quale attività di documentazione.

10 LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE


L’azione civile in sede penale è esercitata dal suo titolare o da chi la rappresenta, o dall’erede. Chi
intende costituirsi parte civile deve farne dichiarazione personalmente o per mezzo di procuratore
speciale. La dichiarazione può avvenire per l’udienza preliminare e, successivamente, fino a che
non siano state compiute per la prima volta le formalità di apertura del dibattimento.

11 IL VERBALE
Il verbale ottempera alla funzione fondamentale di documentazione degli atti processuali o
procedimentali, a partire dai primissimi interventi della polizia giudiziaria.
Esso è redatto con il mezzo della stenotipia, con altro sistema meccanico ovvero, nel caso di
impossibilità di tali mezzi, attraverso la scrittura manuale.
Il codice conosce due forme di verbale, a seconda delle diverse esigenze, e, cioè, il verbale in

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forma integrale e quello in forma riassuntiva: il primo comporta la riproduzione completa delle
domande, delle risposte e delle dichiarazioni rese da tutti i partecipanti ad una determinata
attività prevista dal codice di rito; il secondo, al contrario, implica una riproduzione fedele ma
sommaria delle dichiarazioni rese, accompagnata però dalla contestuale riproduzione fonografica.
In ogni caso il giudice, quando ritenga l’una e l’altra forma insufficiente, può disporre anche la
riproduzione audiovisiva se assolutamente indispensabile.
Si può ricorrere alla sola verbalizzazione in forma riassuntiva nel caso in cui gli atti abbiano un
contenuto semplice o di limitata rilevanza, ovvero siano momentaneamente indisponibili gli
strumenti di riproduzione o gli ausiliari tecnici oppure qualora si tratti di dibattimento innanzi al
giudice di pace ovvero al tribunale in composizione monocratica, purchè in quest’ultimo caso le
parti vi consentano e il giudice non ritenga necessaria la redazione in forma integrale.
La verbalizzazione soltanto in forma riassuntiva è altresì prevista per l’udienza innanzi al giudice
dell’esecuzione. La forma riassuntiva costituisce eccezione e non regola. Anche nell’udienza
preliminare il verbale è redatto solo in forma riassuntiva ma, su richiesta delle parti, il giudice
dispone la riproduzione fonografica o audiovisiva ovvero la redazione del verbale con la stenotipia.
Il verbale è redatto dall’ausiliario che assiste il giudice. Quest’ultimo può autorizzare l’ausiliario a
farsi assistere da personale tecnico, di non necessaria appartenenza all’amministrazione statale,
allorquando si debba verbalizzare con la stenotipia ed ogni altro mezzo meccanico.
Il verbale contiene la menzione del luogo, dell’anno, del mese, del giorno e, quando occorre
dell’ora in cui è cominciato e chiuso, le generalità degli intervenuti, l’indicazione delle cause, se
note, della mancanza di coloro che sarebbero dovuti intervenire. La descrizione di quanto
l’ausiliario ha fatto o ha constatato o di quanto è avvenuto in sua presenza nonché le dichiarazioni
ricevute da lui o da altro pubblico ufficiale che gli assiste. E’ necessario, inoltre, indicare se le
dichiarazioni siano state rese spontaneamente o previa domanda e se siano state dettate dal
dichiarante o se questi, autorizzato, abbia consultato note scritte. Il verbale, previa lettura, è
sottoscritto alla fine di ogni foglio dal pubblico ufficiale che lo ha redatto, dal giudice e dalle altre
parti intervenute.
Ai sensi dell’art. 142 c.p.p., il verbale è nullo se vi è incertezza assoluta sulle persone intervenute o
se manca la sottoscrizione del pubblico ufficiale che lo ha redatto. Il pubblico ufficiale redigente
verbale è l’ausiliario ovvero l’ufficiale di polizia giudiziaria. La figura dell’ausiliario può essere
ricondotto ai profili professionali del cancelliere e del funzionario giudiziario, ed eventualmente
anche dell’assistente giudiziario.

12 RILASCIO DI COPIE, DI ESTRATTI O DI CERTIFICATI


In materia penale il rilascio di “copie, estratti o certificati” è soggetto a preventiva autorizzazione.
Chiunque vi abbia interesse può, sia durante il procedimento penale che dopo la sua definizione,
richiedere il rilascio a proprie spese di copia, estratti o certificati di singoli atti.
Ovviamente l’autorizzazione non deve essere chiesta nei casi in cui la legge riconosce
espressamente il diritto al rilascio di copie, estratti o certificati di atti.
Al fine di individuare i soggetti che devono autorizzare il rilascio di copie occorre distinguere a
seconda che la richiesta sia fatta durante il procedimento o dopo la sua definizione:
- se la richiesta è fatta nel corso del procedimento il rilascio di copie o estratti è autorizzato dal
pubblico ministero o dal giudice che procede al momento della presentazione della domanda;
- se invece la richiesta è fatta dopo la definizione del procedimento, il rilascio è autorizzato dal
presidente del collegio che ha emesso la sentenza o dal giudice che ha emesso il provvedimento di
archiviazione.

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La copia può essere rilasciata con i sistemi più svariati, mediante la dattilografia o il sistema della
fotocopiatrice. Il sistema attuale più diffuso è proprio quello del rilascio di copie fotostatiche. Nei
casi previsti dalla legge, il rilascio di copie potrà avvenire anche a distanza mediante l’utilizzo di
strumenti informatici o altre apparecchiature idonee.
Nel certificato, che può essere richiesto soltanto dall’interessato o da un suo delegato, il
cancelliere riporta quei dati che possono essere desunti dai registri.
E’ dovuto il diritto di certificato da corrispondere mediante l’applicazione di marche da bollo.
Anche per il rilascio di copie, con e senza certificazione di conformità, sono dovuti i prescritti diritti
di copia secondo gli importi stabiliti.
Quando il difensore, anche a mezzo di sostituti, presenta all’autorità giudiziaria atti o documenti,
ha diritto al rilascio di attestazione dell’avvenuto deposito, anche in calce ad una copia.

A) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del pubblico ministero (art. 117 c.p.p.)
B) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del Ministro dell’Interno (art. 118 c.p.p.):
l’autorità giudiziaria può autorizzare all’accesso diretto al registro delle notizie di reato, anche se
tenuto in forma automatizzata. L’autorità giudiziaria può trasmettere le copie e le informazioni di
cui si è detto innanzi anchè di propria iniziativa. Le copie e le informazioni acquisite sono coperte
dal segreeto d’ufficio.
C) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del Presidente del Consiglio dei ministri (art.
118bis c.p.p.): copie di atti procedimentali penali e informazioni scritte sul loro contenuto ritenute
indispensabili per lo svolgimento delle attività connesse alle esigenze del Sistema di informazione
per la sicurezza della Repubblica. Le copie e le informazioni acquisite sono coperte dal segreto
d’ufficio.
D) Il certificato dei c.d. “carichi pendenti”: gli estremi del “carico pendente” sono costituiti da: 1) i
dati relativi alla imputazione, annotati con completezza e precisione; 2) i dati relativi alle diverse
fasi e gradi del giudizio.
E) Copia dei documenti sequestrati.

13 LE NOTIFICHE DEGLI ATTI


A) Le notifiche in generale: Il procedimento penale, quale serie di attività e di atti documenti
susseguitisi nel tempo, richiede che essi siano portati a conoscenza dei soggetti e, in genere, delle
persone chiamate ad agire nella fase processuale e pre-processuale. Le notificazioni sono,
appunto, quelle attività poste in essere per assicurare la conoscenza di atti. L’osservanza del
meccanismo legale di notifica assicura, però solo una presunzione, legale, di conoscenza, essendo
ben diversa la effettività di una conoscenza reale.
L’attività di comunicazione dell’atto è descritta nella relazione di notifica che nella sua forma tipica
è redatta dall’ufficiale giudiziario con le indicazioni di tempo, luogo, consegnatario e destinatario
dell’atto.
A norma dell’art. 148, la lettura dei provvedimenti alle persone presenti e gli avvisi che sono dati
dal P.M. o dal giudice verbalmente agli interessati in loro presenza sostituiscono le notificazioni,
purchè ne sia fatta menzione del verbale.
La violazione delle disposizioni in materia comporta la nullità della notifica.
I soggetti incaricati per le notifiche sono, per gli atti del P.M. nel corso delle indagini preliminari,
l’ufficiale giudiziario, in via principale, ovvero la polizia giudiziaria nei soli casi di atti di indagini o
provvedimenti che la stessa polizia giudiziaria è delegata a compiere o tenuta ad eseguire.
Peraltro, sono sostitutivi di notificazioni gli avvisi verbalmente dati dal magistrato agli interessati,

70
presenti, ed equivalenti a notifiche le consegne di atti effettuate direttamente agli interessati dalla
segreteria del P.M. (art. 151 c.p.p.). Per gli atti del giudice (G.I.P. e giudice dibattimentale),
l’organo ordinario e il solo ufficiale giudiziario, tuttavia, nei procedimenti con detenuti ed in quelli
davanti al tribunale del riesame il giudice può disporre che, in caso di urgenza, le notificazioni
siano eseguite dalla Polizia penitenziaria del luogo in cui i destinatari sono detenuti; la consegna
dell’atto all’interessato da parte della cancelleria del giudice vale come notifica. Per le parti
private, i loro atti possono essere spediti dal difensore al destinatario mediante raccomandata.
In ordine alla forma della notifica, per gli atti del giudice e nei casi di urgenza, da una
comunicazione telefonica a cura della cancelleria, poi oggetto di conferma mediante telegramma,
ovvero anche da mezzi innominati di trasmissione.
In relazione al destinatario della notifica, se trattasi del P.M., la copia dell’atto è consegnata alla
sua segreteria, se trattasi della persona offesa, della parte civile, del responsabile civile o del luogo
di lavoro ovvero nella temporanea dimora, possibilmente, in mani proprie o, in mancanza, a
persona anche temporaneamente convivente e, in subordine al portiere. Se non sono costituiti in
giudizio, la notifica avviene, sempre per i soggetti in questione, nel domicilio effettivo da essi
dichiarato ovvero nel domicilio legale da essi effettivamente prescelto. Se, infine, sono già
costituiti in giudizio stante la rappresentanza processuale del difensore, le notifiche sono eseguite
presso i rispettivi difensori.

B) Le notifiche all’imputato
Per la prima notifica, essenziale per instaurare un rapporto di conoscenza nel processo, se
l’imputato è detenuto, egli va ricercato nell’istituto e va consegnata, in mani proprie, la copia
dell’atto, se trovasi assente dall’istituto, la copia dell’atto è consegnata al direttore dell’istituto,
che informerà poi l’itneressato.
Invece se l’imputato è libero, la notifica, come già visto per gli altri soggetti privati, avviene
nell’abitazione o nel luogo di lavoro ovvero, in subordine, nella temporanea dimora, in mani
proprie o, in mancanza, nelle mani della persona convivente o del portiere (in quest’ultimo caso la
notifica va integrata con avviso con raccomandata R.R.). In mancanza o rifiuto di soggetti idonei a
ricevere la notifica per conto dell’imputato, alla porta del luogo a costui appartenente viene affisso
avviso di deposito, l’atto è depositato in Comune e gli viene spedita raccomandata R.R.
Per l’imputato militare, la prima notifica è eseguita in mani proprie e, in mancanza, tramite l’ufficio
del Comandante, secondo un procedimento analogo a quello per i detenuti. Le notificazioni
successive alla prima sono eseguite, in caso di nomina del difensore di fiducia, mediante consegna
ai difensori. Il difensore può dichiarare immediatamente all’autorità che procede di non accettare
la notificazione.
C) Il domicilio dichiarato o eletto.
Pertanto, sin dal primo contatto con la P.G., con il P.M. o con il giudice, l’indagato o imputato è
invitato a dichiarare o eleggere e che, ove necessario, in mancanza, le notifiche avverranno
mediante consegna al difensore.
D) L’imputato irreperibile, latitante, evaso o all’estero
Se l’imputato è irreperibile, oppure è latitante o evaso, all’impossibilità legale di notifica si
sopperisce con la notifica al difensore dell’atto che, così, ne ha la rappresentanza processuale.
Analogamente, per l’imputato all’estero, che non abbia eletto domicilio in Italia e quindi non possa
essere personalmente contattato, la notifica è eseguita mediante consegna dell’atto al difensore.

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Particolarmente delicata è la tematica della irreperibilità dell’imputato, il decreto di irreperibilità
emesso dal giudice è subordinato all’espletamento di ricerche nei luoghi almeno di nascita, ultima
residenza o dimora o luogo di lavoro, nonché presso l’amministrazione carceraria. L’irreperibilità
ha una scansione periodica, a seconda delle fasi processuali, sicché ogni nuovo decreto di
irreperibilità deve basarsi su nuove ricerche.

F) Le notifiche a mezzo del servizio postale


Anche in ambito penale l’ufficiale giudiziario può avvalersi del servizio postale per la notificazione
degli atti,salvo che l’autorità giudiziaria non richieda che la notificazione sia eseguita
personalmente. L’ufficiale scrive la relazione di notificazione sull’atto e sulla copia facendo
menzione dell’ufficio postale per mezzo del quale si spedisce copia dell’atto. L’avviso di
ricevimento costituisce prova della notificazione. I termini della notificazione eseguita via posta,
decorrono dalla data di consegna del piego risultante dall’avviso di ricevimento. L’agente postale
consegna il piego personalmente al destinatario nel luogo indicato sulla busta a persona di
famiglia che conviva con lui purchè non sia affetta da malattia mentale o abbia meno di 14 anni.
L’avviso di ricevimento e il registro di consegna devono essere sottoscritti dalla persona a cui è
consegnato il piego; se questo non sa firmare l’agente postale ne fa menzione sul registro di
consegna e sull’avviso di ricevimento. Se il destinatario o le persone alle quali può farsi la
consegna si rifiutano, l’agente postale lo indica sull’avviso indicando anche il nome della persona
che si rifiuta se è diversa dal destinatario e la data , appone la sua firma sull’avviso che è subito
restituito al mittente. La notificazione si ha per eseguita nella data suddetta. Se le perosne
abilitate a ricevere il piego si rifiutano o l’agente postale non può consegnarlo, il piego è
depositato presso l’ufficio postale.

G) Sistema di notificazioni e comunicazioni telematiche penali


In ambito penale a pec come strumento di trasmissione telematica di notificazioni e comunicazioni
è stata introdotta con il D.l.193/09 . Successivamente, a decorrere dal 15 dicembre 2014 la pec è
diventato lo strumento esclusivo per l’invio di notificazioni e comunicazioni a persona diversa
dall’imputato nei processi davanti al tribunale e alla corte d’appello. Per consentire l’invio delle
notificazioni tramite pec, il ministero della giustizia ha reso disponibile per tutte le tipologie di
ufficio giudiziario la piattaforma SNT (sistema notificazioni telematiche in ambito penale. Tale
sistema è utilizzato sin dall’iscrizione della notizia di reato; in sostanza è usato anche dalle
procure.La forma della notifica via pec non è destinata a sostituire tutte le forme di notificazione
ex art. 148c.p.p., ma solo alcune specifiche forme e ne confronti di soggetti diversi dall’imputato
(resp. Civili, civilmente obbligati per la pena pecuniaria, parti civili, periti, consulenti) e
precisamente:

-notificazioni e avvisi ai difensori disposte dall’autorità giudiziaria;

-avvisi, notificazioni e comunicazioni urgenti disposte dal giudice nei confronti di persone diverse
dall’imputato

-le comunicazioni chieste dal pm


14 PROVVEDIMENTI

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B) provvedimenti del gip
Una volta chiuse le indagini preliminari il gip può emanare una serie di provvedimenti:

- decide sulla richiesta di archiviazione

- dispone il giudizio immediato

- emette il decreto penale di condanna

- dispone l’udienza preliminare 8 che si conclude o con decreto di rinvio a giudizio o con sentenza
di non luogo a procedere

- decide in sede di giudizio abbreviato

-provvede sull’applicazione del patteggiamento

C) disposizioni in materia di protezione dati personali


Dato che le sentenze e le altre decisioni dell’autorità giudiziaria sono accessibili tramite sistema
informativo e tramite i sito internet della stessa autorità, l’art 52 dlgs 196/03 prevede che
l’interessato per motivi legittimi può richiedere, con richiesta depositata nella medesima
cancelleria o segreteria, un’annotazione volta a precludere in caso di riproduzione della sentenza
l’indicazione dei dati e delle generalità del medesimo interessato riportati sulla sentenza o sul
provvedimento. Sulla richiesta con decreto provvede l’autorità che pronuncia la sentenza. Inoltre
anche senza tale annotazione, è sempre obbligatoria l’omissione delle generalità quando si tratta
di identità di minori o in procedimenti riguardanti rapporti di famiglia e stato delle persone.

15 DECRETO PENALE
Nei procedimenti per i reati perseguibili d’ufficio o a querela, il pm quando ritiene che si debba
applicare solo la pena pecuniaria ( anche se inflitta in sostituzione di quella detentiva), può
presentare al gip entro sei mesi dall’iscrizione della persona cui il reato è attribuito nel registro
delle notizie di reato e previa trasmissione del fascicolo,richiesta motivata di emissione de decreto
penale di condanna indicando al misura della pena.Il pm può chiedere una pena ridotta fino alla
metà del minimo edittale. Copia del decreto è comunicata al pm e notificata al condannato, al
difensore, e alla persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria. Se non è possibile eseguire la
notificazione per irreperibilità dell’imputato, il giudice revoca il decreto penale e rimette gli atti al
pm. Il d. penale non ha efficacia di giudicato nel giudizio civile e amministrativo.

16 IL GIUDIZIO DI I GRADO
Il giudizio di I grado si articola in fasi:

-atti preliminari a dibattimento

-dibattimento

-atti successivi al dib.


a) atti preliminari al dibattimento

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Tra La data di emissione del decreto che dispone il giudizio e la data del giudizio medesimo non
deve intercorrere un termine non inferiore a a 20 giorni e non superiore a 60. Il decreto è
notificato alla persona offesa e all’imputato almeno 20 giorni prima della data prevista per
l’udienza, ma il presidente del trib. o della corte d’assise può per giustificati motivi anticipare o
posticipare l’udienza una sola volta. In caso di anticipazione dell’udienza il decreto è notificato alla
persona offesa e ai difensori almeno 7 giorni prima. In caso di citazione diretta a giudizio davanti il
tribunale in composizione monocratica il decreto è notificato almeno all’imputato 60 giorni prima
dell’udienza. Per i procedimenti davanti al giudice di pace almeno 30 giorni prima. Le parti che
intendono chiedere l’esame di testimoni, periti o consulenti devono depositare la lista con
l’indicazione delle circostanze almeno 7 giorni prima della data prevista per il dibattimento.

17 IL DIBATTIMENTO
Il dibattimento è il complesso di attività che va dagli atti introduttivi fino alla discussione finale. Il
dibattimento si differenzia dall’udienza, in quanto quest’ultima è il tempo di una singola seduta
destinata allo svolgimento di uno o più dibattimenti. Mentre il dibattimento è la trattazione in
udienza di un determinato processo. Il dibattimento può svolgersi in più udienze o esaurirsi in una
sola udienza. Il giudice può sospendere il dibattimento una sola volta e per un periodo non
superiore a 10 giorni per gravi motivi. In tali casi il presidente ne da avviso oralmente che
sostituisce le notificazioni e le citazioni; di ciò l’ausiliario del giudice ne fa menzione nel verbale.

B Verbali di udienza

L’ausiliario che assiste il giudice redige il verbale che contiene:

-luogo, data, ora di apertura dell’udienza

-nomi e cognomi dei giudici

-generalità parti e imputati e del rappresentante del PM

Il verbale è inserito nel fascicolo del dibattimento. Il verbale contiene le attività svolte in udienza e
riporta sinteticamente le conclusioni e le richieste dei difensori e del PM . Riporta integralmente i
provvedimenti orali del presidente. I provvedimenti pubblicati in udienza mediante lettura sono
allegati al verbale.

Le parti possono far inserire nel verbale ogni dichiarazione di loro interesse; le memorie
presentate dalle parti sono allegate al verbale. Il verbale è sottoscritto (alla conclusione
dell’udienza o alla fine del dibattimento) alla fine di ogni foglio dal pubblico ufficiale che lo ha
redatto edè presentato al presidente per l’apposizione del visto ).
Nel verbale è documentato l’esame del testimone riproducendo le domande poste dalle parti e dal

74
presidente nonché le risposte . Se il verbale è formato con stenotipia entro 3 giorni dalla sua
formazione deve essere trascritto.

19 IMPUGNAZIONI
L’atto d’impugnazione è presentato personalmente o a mezzo incaricato presso la cancelleria del
giudice che ha emesso il provvedimento impugnato.

Il pubblico ufficiale che lo riceve indica il giorno di ricezione e la persona che lo presenta e lo
unisce agli atti del procedimento.

L’impugnazione può essere presentata anche con dichiarazione scritta da inviarsi al cancelliere
con raccomandata, il quale dopo averci apposto l’indicazione del giorno in cui la riceve e la propria
sottoscrizione la unisce agli atti: l’impugnazione s’intende proposta nella data di spedizione della
raccomandata o del telegramma. In questo caso la sottoscrizione della dichiarazione deve essere
accompagnata dall’attestazione di autenticità della firma fatta da un notaio o altro pubblico
ufficiale.

La dichiarazione si può fare anche davanti al cancelliere del tribunale o del Giudice di pace diverso
da quello in cui le parti si trovano; la cancelleria senza ritardo comunica al cancelliere del giudice
che emise il provvedimento impugnato.

Le parti devono depositare le copie necessarie per la notificazione. vengono depositate 2 copie in
caso di appello e 5 in caso di ricorso per cassazione. Se non vengono presentate le copie vi
procede la cancelleria a spese di chi ha depositato.

La cancelleria cura la formazione di 3 fascicoli per l’appello e 6 per il ricorso per cassazione (tutti
contenenti la sentenza impugnata e gli atti d’impugnazione ).

20 SENTENZE DIBATTIMENTALI
La sentenza è redatta e sottoscritta (il dispositivo) dal presidente e contiene una concisa
esposizione dei motivi di fatto e diritto su cui è fondata . la sentenza E’ nulla se manca la
motivazione. La pubblicazione della sentenza avviene in udienza mediante la lettura del dispositivo
da parte del presidente o di un giudice del collegio . La sentenza è depositata immediatamente in
cancelleria dopo la pubblicazione o nel termine di 15 giorni. Il pubblico ufficiale addetto appone la
sua sottoscrizione e la data del deposito. Quando la sentenza non è depositata entro il 30° giorno
o entro il diverso termine stabilito dal giudice, l’avviso di deposito è comunicato al pm e notificato
alle parti private e al difensore dell’imputato.

In margine o in calce alla sentenza il cancelliere annota :

-eventuale data di notifica dell’avviso di deposito;

-l’esito della impugnazione ;

-data di irrevocabilità del provvedimento ;


-eventuali provv. di amnistia o indulto

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- riabilitazione e revoca delle sentenze di condanna

Del deposito delle sentenze viene preso nota nel modello 30( registro di deposito delle sentenze)
istituito allo scopo di avere un ordine progressivo delle sentenze. Gli originali delle sentenze sono
raccolti in appositi volumi annuali e custoditi presso la cancelleria del giudice che le ha emesse . Gli
originali delle sentenze di corte d’assise sono raccolti in appositi volumi e custoditi presso la
cancelleria del tribunale

Alla correzione della sentenza si procede anche d’ufficio laddove manchino requisiti della
sentenza. Il provvedimento è dato con ordinanza ed è fatta annotazione sull’originale della
sentenza.

21 ESECUZIONE DELLA SENTENZA


L’esecuzione avviene quando le sentenze sono divenute irrevocabili. I provvedimenti di
proscioglimento e le sentenze di non luogo a procedere hanno effetto immediato. L’esecuzione si
ha quando un provvedimento diviene esecutivo per mancanza d’impugnazione.

La cancelleria ne trasmette l’estratto, senza ritardo e non oltre 5 giorni, al pm presso il giudice
competente per l’esecuzione. Il pm promuove l’esecuzione senza ritardo.

La segreteria del PM per l’esecuzione di decreti panali e sentenze penali realizza i seguenti
adempimenti :

1- Iscrive nel registro delle esecuzioni le sentenze di condanna a pene detentive, a pene
pecuniarie e i decreti penali. Oggi è in uso il registro SIEP ( dove si iscrivono tutti questi
provvedimenti);
2- Forma un fascicolo (dove sono raccolto l’estratto dell’esecutivi, il certificato del casellario, i
dati acquisiti presso il sistema informatico);
3- Sottopone il fascicolo al PM ( anche per l’adozione di provvedimenti cautelari) ;
4- Trasmette al direttore dell’istituto penitenziario un foglio sottoscritto dal Pm con la
quantità di pene da eseguire e la data in cui termina l’esecuzione;
5- Comunica al direttore ogni successivo provvedimento relativo all’esecuzione della pena;
6- Provvede alla pubblicazione della sentenza ( in caso di condanna all’ergastolo si provvede
affissione al comune ove la sentenza è stata pronunciata,nel comune di residenza del
condannato e in quella ove il delitto fu commesso); la sentenza di condanna è pubblicata
sul sito internet del ministero della giustizia( per la pubblicazione bisogna inviare il testo in
un documento doc via email all’indirizzo sentenze@giustizia.it contenente data d’inizio e
di fine di pubblicazione sul sito.
2

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I CORPI DI REATO
(A cura di Teresa Miele)

1 NOZIONE DI CORPO DI REATO E DECRETO DI SEQUESTRO


CORPO DI REATO: cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso,
nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto, il prezzo.

COSE PERTINENTI AL REATO: sono quelle in senso lato connesse al reato, cioè quelle
che conservano anche indirettamente ad accertare la consumazione del reato, il suo
responsabile, le circostanze e comunque quelle necessarie o anche solo utili per
l’accertamento del fatto.
Per la rilevanza probatoria che rivestono i corpi di reato, l’art. 253 c.p.p. prevede che:
“L’autorità giudiziaria dispone con decreto motivato il sequestro del corpo del reato
e delle cose pertinenti al reato necessarie per l’accertamento dei fatti.
Al sequestro procede personalmente l’autorità giudiziaria ovvero un ufficiale di polizia
giudiziaria delegato con lo stesso decreto.
Copia del decreto di sequestro è consegnata all’interessato, se presente.”

Qualora il corpo di reato sia costituito da DOCUMENTI ai sensi dell’art. 237 c.p.p. “E’
consentita l’acquisizione, anche di ufficio, di qualsiasi documento proveniente
dall’imputato, anche se sequestrato presso altri o da altri prodotto”.

2 REDAZIONE DEL VARBALE DI SEQUESTRO

Chi procede al sequestro redige il VERBALE DI SEQUESTRO che contiene:


-l’indicazione del luogo di custodia, in cui può sempre recarsi il difensore in quanto ha
facoltà di esaminare le cose sequestrate;
-l’elenco delle cose sequestrate, formato assegnando un distinto numero a ciascuna
cosa sequestrata. Più cose sequestrate, se della stessa specie, possono essere
raggruppate sotto un unico numero;
-la descrizione delle cautele adottate per assicurarle;
-l’indicazione della specie e del numero dei sigilli apposti.
Le carte sono numerate e sottoscritte singolarmente da chi procede al sequestro; se

77
ciò non è possibile, esse sono rinchiuse in uno o più pacchi sigillati, numerati e timbrati
Sulle cose sequestrate ovvero sui pacchi in cui esse sono rinchiuse è apposta
l’indicazione del procedimento al quale si riferiscono.

3 RIESAME DEL DECRETO DI SEQUESTRO


Art 257 c.p.p. “Contro il decreto di sequestro l’imputato, la persona alla quale le cose
sono state sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione possono
proporre richiesta di riesame, anche nel merito, a norma dell’articolo 324. La
richiesta di riesame non sospende l’esecuzione del provvedimento.”

La richiesta va presentata nella cancelleria del Tribunale del capoluogo della provincia
nella quale ha sede l’ufficio che ha emesso il provvedimento, entro 10 gg dalla data di
esecuzione del provvedimento che ha disposto il sequestro o dalla diversa data in cui
l’interessato ha avuto conoscenza dell’avvenuto sequestro. La cancelleria deve
immediatamente dare avviso all’autorità giudiziaria procedente che, entro il giorno
successivo, trasmette al tribunale gli atti su cui si fonda il provvedimento oggetto di
riesame.
Con la richiesta di riesame vanno enunciati i motivi e chi l’ha proposta ha facoltà di
enunciare i nuovi motivi davanti al giudice del riesame.

4 COPIA DEI DOCUMENTI SEQUESTRATI

Ex art 258 c.p.p.: “L’autorità giudiziaria può fare estrarre copia degli atti e dei
documenti sequestrati, restituendo gli originali, e, quando il sequestro di questi è
mantenuto, può autorizzare la cancelleria o la segreteria a rilasciare gratuitamente
copia autentica a coloro che li detenevano legittimamente.
I pubblici ufficiali possono rilasciare copie, estratti o certificati dei documenti loro
restituiti dall’autorità giudiziaria in originale o in copia, ma devono fare menzione in
tali copie, estratti o certificati del sequestro esistente.
In ogni caso la persona o l’ufficio presso cui fu eseguito il sequestro ha diritto di avere
copia del verbale dell’avvenuto sequestro.
Se il documento sequestrato fa parte di un volume o di un registro da cui non possa

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essere separato e l’autorità giudiziaria non ritiene di farne estrarre copia, l’intero
volume o registro rimane in deposito giudiziario. Il pubblico ufficiale addetto, con
l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, rilascia agli interessati che li richiedono
copie, estratti o certificati delle parti del volume o del registro non soggette al
sequestro, facendo menzione del sequestro parziale nelle copie, negli estratti e nei
certificati.”

Il difensore in quanto ha diritto di esaminare i documenti sequestrati nel luogo in cui


si trovano e di estrarne copia.

5 APPOSIZIONE DEI SIGILLI ALLE COSE SEQUESTRATE

Ex art. 260 c.p.p. “Le cose sequestrate si assicurano con il sigillo dell’ufficio giudiziario
e con le sottoscrizioni dell’autorità giudiziaria e dell’ausiliario che la assiste ovvero, in
relazione alla natura delle cose, con altro mezzo, anche di carattere elettronico o
informatico, idoneo a indicare il vincolo imposto a fini di giustizia.
L’autorità giudiziaria fa estrarre copia dei documenti e fa eseguire fotografie o altre
riproduzioni delle cose sequestrate che possono alterarsi o che sono di difficile
custodia, le unisce agli atti e fa custodire in cancelleria o segreteria gli originali dei
documenti, disponendo, quanto alle cose, in conformità dell’articolo 259. “

Ex art. 261 c.p.p. “L’autorità giudiziaria, quando occorre procedere alla rimozione dei
sigilli, ne verifica prima l’identità e l’integrità con l’assistenza dell’ausiliario.
Compiuto l’atto per cui si è resa necessaria la rimozione dei sigilli, le cose sequestrate
sono nuovamente sigillate dall’ausiliario in presenza dell’autorità giudiziaria.
L’autorità giudiziaria e l’ausiliario appongono presso il sigillo la data e la
sottoscrizione.”
6 REGISTRO DEI CORPI DI REATO ED ATTIVITA’ PER IL DEPOSITO E LA CUSTODIA

79
DELLE COSE SEQUESTRATE

Ricezione dei corpi di reato

L’ufficiale o l’agente di polizia giudiziaria che procede al sequestro deve racchiudere


il corpo di reato in un involucro sigillat6o sul quale devono essere indicate le
generalità della persona sottoposta ad indagine o dell’imputato, il numero del
procedimento, la sommaria descrizione del contenuto e cognome, nome e domicilio
della persona alla quale il reperto appartiene e depositarlo in segreteria, unitamente
al verbale di sequestro e all’elenco delle cose sequestrate.
Il cancelliere o il segretario, dopo aver notificato l’integrità dei sigilli, deve provvedere
ad iscrivere sul registro i corpi di reato e applicare allo stesso un cartellino col numero
di registrazione.

Custodia delle cose sequestrate

Ex art. 259 c.p.p. “Le cose sequestrate sono affidate in custodia alla cancelleria o alla
segreteria. Quando ciò non è possibile o non è opportuno, l’autorità giudiziaria
dispone che la custodia avvenga in luogo diverso, determinandone il modo e
nominando un altro custode, idoneo a norma dell’articolo 120.

All’atto della consegna, il custode è avvertito dell’obbligo di conservare e di


presentare le cose a ogni richiesta dell’autorità giudiziaria nonché delle pene previste
dalla legge penale per chi trasgredisce ai doveri della custodia. Quando la custodia
riguarda dati, informazioni o programmi informatici, il custode è altresì avvertito
dell’obbligo di impedirne l’alterazione o l’accesso da parte di terzi, salva, in
quest’ultimo caso, diversa disposizione dell’autorità giudiziaria. Al custode può essere
imposta una cauzione. Dell’avvenuta consegna, dell’avvertimento dato e della
cauzione imposta è fatta menzione nel verbale. La cauzione è ricevuta, con separato
verbale, nella cancelleria o nella segreteria.”

I corpi del reato vanno custoditi in appositi locali destinati a tale scopo e dotati di
chiusure particolarmente idonee e di efficienti dispositivi di sicurezza. Per reperti di
valore e per le sostanze stupefacenti è prescritto l’uso della cassaforte.
Le cose sequestrate non possono essere rimosse dai luoghi in cui sono custodite, se

80
non nei casi consentiti dalla legge. Quando i sigilli appaiono rotti o alterati si procede
alla verificazione delle cose sequestrate, a cura della cancelleria o della segreteria. Di
ogni verificazione e in tutti i casi di rimozione e riapposizione di sigilli è redatto
verbale.

Ex art 82 disp. Att. c.p.p.: le cose sequestrate sono depositate nella cancelleria del
tribunale e annotate nei vari registri, mentre il denaro sequestrato, se l’autorità
giudiziaria non dispone diversamente, è depositato nell’ufficio postale. La cancelleria
provvede agli adempimenti ex art 83 disp. Att. c.p.p.

Gli artt. 82 e 83 disp. Att. c.p.p. si applicano anche i procedimenti di competenza del
Giudice di Pace.

Registro dei corpi di reato

Le cose sequestrate custodite presso la cancelleria sono annotate nel REGISTRO DEI
CORPI DI REATO, MOD.41, in cui è indicato:
-il numero di procedimento a cui si riferiscono
-nome e cognome della persona a cui appartengono, se sono noti
-nome e cognome della persona il cui nome è stato iscritto nel registro delle notizie
di reato
-le trasmissioni ad altri uffici giudiziari e le restituzioni.

Il registro è diviso in 2 parti e la numerazione è progressiva:


-nella prima parte: vanno annotati i corpi di reato ordinari, ossia quelli privi di
particolare valore;
-nella seconda parte: vanno annotati i reperti di valore, ossia gli stupefacenti le
sostanze psicotrope, le monete, i preziosi in genere ed oggetti aventi valore
scientifico, artistico od archeologico.
Su ciascun reperto va indicato il contenuto dello stesso, il corrispondente numero di
registro dei corpi di reato, quello del registro generale degli affari penali, mentre sulla
copertina del fascicolo deve essere segnalata la presenza di cose sequestrate
nell’ambito del procedimento.
Con l’introduzione del SICP (Sistema Informativo della Cognizione Penale) i corpi di

81
reato ordinari e i reperti di valore sono registrati senza distinzione di numerazione, in
apposito campo nel quale vanno riportati i dati di riferimento.

Se le cose sequestrate sono oggetti preziosi, monete, carte di pubblico credito o altri
titoli al portatore, si provvede alla loro verificazione, osservate le disposizioni ex art
261 cpp, relativo alla rimozione dei sigilli delle operazioni è redatto verbale che viene
unito agli altri.
Se in uno stesso procedimento vengono sequestrati più oggetti, essi costituiscono
unico corpo del rato e vanno registrati con un unico numero d’ordine.
Un elenco delle cose sequestrate, possibilmente su carta colorata, deve essere unito
dal cancelliere agli atti del procedimento.

Registro delle cose sequestrate ed affidate in custodia a terzi

Il modello 42 consente di operare un costante controllo, anche in relazione allo stato


del processo, sulla sorte dei beni in sequestro che per la loro natura o per legge sono
custoditi presso terzi depositari.
Il registro è tenuto da tutti gli uffici giudicanti di 1° grado (tribunali ordinari e relative
sezioni distaccate, tribunali per i minorenni, uffici del giudice di pace) cosi come il
registro mod. 41, ma anche dalle procure presso i tribunali e tribunali per i minorenni.
Ogni iscrizione effettuata sul registro mod. 42 della procura è destinata a rimanere
pendente fino a quando il PM, nel corso delle indagini preliminari, ordini la
restituzione delle cose sequestrate ovvero ne disponga la vendita.
A seguito della progressiva informatizzazione dei servizi e dell’introduzione nel
sistema penale del SICP i beni oggetto di sequestro ed affidati a terzi sono iscritti nel
registro informatico ad opera della segreteria della procura della Repubblica, cui non
fa seguito un’ ulteriore iscrizione a carico della cancelleria del tribunale o del giudice
di pace: al momento in cui l’ufficio prende in carico il procedimento, il bene
sequestrato mantiene il medesimo numero di iscrizione nel registro informatico.
Il funzionario responsabile degli adempimenti connessi alla fase della convalida del
sequestro deve dare atto dell’esistenza di cose in sequestro sulla copertina del
fascicolo, con apposita annotazione, compilare l’elenco delle cose sequestrate da
inserire nel fascicolo ed, infine, trasmettere copia del verbale di sequestro e del
relativo provvedimento di convalida al funzionario responsabile alla tenuta del
registro mod. 42. A sua volta quest’ultimo è tenuto a segnalare il numero di presa in
carico del bene, da riportare sull’elenco delle cose sequestrate e sulla copertina del

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fascicolo.
Il magistrato che omette o ritarda l’adozione dei provvedimenti in ordine alla
destinazione die beni sequestrati e il funzionario che non esegue o ritarda
indebitamente l’esecuzione di provvedimenti di restituzione o di vendita della cosa
sequestrata, sono responsabili di eventuali danni erariali conseguenti al protrarsi
della custodia.

7 FASCICOLO E CORPI DI REATO

All’esito delle indagini preliminari, il P.M. deposita presso la cancelleria del giudice
dell’udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio e trasmette il fascicolo
contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate ed i
verbali degli atti compiuti davanti al giudice delle indagini preliminari. Il corpo del
reato e le cose pertinenti al reato sono allegati al fascicolo, a meno che non debbano
essere custoditi altrove.
Qualora il giudice dell’udienza preliminare disponga il giudizio, la cancelleria formerà
il FASCICOLO PER IL DIBATTIMENTO che contiene:
-gli atti relativi alla procedibilità dell’azione penale, all’esercizio dell’azione civile e al
certificato generale del casellario giudiziale;
-i verbali degli atti irripetibili compiuti dal PM o dalla polizia giudiziaria
-il corpo del reato e le cose pertinenti al reato, a meno che non debbano essere
custoditi altrove.
Lo stesso è nel caso di giudizio immediato.

8 DURATA DEL SEQUESTRO ED ELIMINAZIONE DELLE COSE SEQUESTRATE

All’eliminazione del corpo del reato si procede a seguito di statuizione del giudice
passata in giudicato.
Tuttavia è possibile l’eliminazione anche precedentemente con:
-l’eliminazione dal proprio carico per trasferimento del processo al giudice
dell’impugnazione;
- l’eliminazione delle cose sequestrate per distruzione;
- l’eliminazione delle cose deteriorabili per distruzione o vendita;
- l’eliminazione per restituzione all’avente diritto, quando, nel corso del

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procedimento penale, il perdurare del sequestro non appare più necessario ai fini
penali.

Il Giudice decide con la sentenza che definisce il giudizio o con successiva ordinanza.
Dell’attività di eliminazione, l’ufficio deve custodire la relativa documentazione,
distinta per modalità.

Restituzione

Ex art 262 cpp: “Quando non è necessario mantenere il sequestro a fini di prova, le
cose sequestrate sono restituite a chi ne abbia diritto, anche prima della sentenza.
Non si fa luogo alla restituzione e il sequestro è mantenuto ai fini preventivi quando
il giudice provvede a norma dell’articolo 321.
Dopo la sentenza non più soggetta a impugnazione le cose sequestrate sono restituite
a chi ne abbia diritto, salvo che sia disposta la confisca.”

Ex art 85 disp. Att. cpp: “Quando sono state sequestrate cose che possono essere
restituite previa esecuzione di specifiche prescrizioni, l'autorità giudiziaria, se
l'interessato consente, ne ordina la restituzione impartendo le prescrizioni del caso e
imponendo una idonea cauzione a garanzia della esecuzione delle prescrizioni nel
termine stabilito.
Scaduto il termine, se le prescrizioni non sono adempiute, l'autorità giudiziaria
provvede a norma dell'articolo 260 comma 3 del codice qualora ne ricorrano le
condizioni.”

Procedimento per la restituzione delle cose sequestrate

Ex art 263 cpp:”La restituzione delle cose sequestrate è disposta dal giudice con
ordinanza se non vi è dubbio sulla loro appartenenza.
In caso di controversia sulla proprietà delle cose sequestrate, il giudice ne rimette la
risoluzione al giudice civile del luogo competente in primo grado, mantenendo nel
frattempo il sequestro.
Nel corso delle indagini preliminari, sulla restituzione delle cose sequestrate il
pubblico ministero provvede con decreto motivato.
Contro il decreto del pubblico ministero che dispone la restituzione o respinge la

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relativa richiesta gli interessati possono proporre opposizione sulla quale il giudice
provvede a norma dell’articolo 127.
Dopo la sentenza non più soggetta a impugnazione, provvede il giudice
dell’esecuzione.”

Al termine delle indagini preliminari e nel caso di richiesta di archiviazione,


competente a disporre la restituzione delle cose sequestrate è il giudice per le indagini
preliminari.

Ex art 150 DPR n. 115/2002:


”La restituzione dei beni sequestrati è disposta dal magistrato d'ufficio o su richiesta
dell'interessato esente da bollo; è comunque disposta dal magistrato quando la
sentenza è diventata inoppugnabile.
Il provvedimento di restituzione è comunicato all’avente diritto ed al custode.
Della avvenuta restituzione è redatto verbale.
La restituzione è concessa a condizione che prima siano pagate le spese per la
custodia e la conservazione delle cose sequestrate, salvo che siano stati pronunciati
provvedimento di archiviazione, sentenza di non luogo a procedere o sentenza di
proscioglimento ovvero che le cose sequestrate appartengano a persona diversa
dall'imputato o che il decreto di sequestro sia stato revocato a norma dell'articolo
324 del cpp.
Con il provvedimento di restituzione è data comunicazione che le spese di custodia e
conservazione delle cose sequestrate, decorsi trenta giorni dalla ricezione della
comunicazione, sono in ogni caso a carico dell'avente diritto alla restituzione e che le
somme o valori sequestrati, decorsi tre mesi dalla rituale comunicazione senza che
l'avente diritto abbia provveduto al ritiro, sono devoluti alla cassa delle ammende.”

PROVVEDIMENTI IN CASO DI MANCATA RESTITUZIONE

Il T.U. 115/2002 ha introdotto modifiche anche in tema di restituzione e vendita di


beni sequestrati.
Le modifiche consistono in una semplificazione e accelerazione della procedura dei
restituzione, rispetto alla disciplina già prevista dagli artt. 265 e 265 Cpp: la pregressa
procedura rendeva solo ipotetico il recupero delle spese sul ricavato della vendita, già

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che il bene veniva venduto quando ormai era privo di valore.
Il T.U. stabilisce che l’avente diritto alla restituzione delle cose affidate in custodia a
terzi, ovvero alla cancelleria, è ignoto o irreperibili, il cancelliere presenta gli atti al
magistrato, il quale ordina la vendita delle cose sequestrate da eseguirsi non oltre
sessanta giorni dalla data del provvedimento, con cui il magistrato stabilisce le
modalità della vendita ed il luogo in cui deve eseguirsi.
La vendita è disposta dal magistrato, in ogni momento se i beni non posso essere
custoditi senza pericolo di deterioramento o senza rilevante dispendio. Il
provvedimento è comunicato all’avente diritto e va affisso per dieci giorni continui
nell’albo del tribunale e degli altri uffici giudiziari del circondario.
L’elenco dei beni invenduti e dei beni affidati alla cancelleria per i quali l’avente diritto
non ha provveduto al ritiro è presentato al magistrato che ne dispone la distruzione.
La vendita è eseguita a cura dell’ufficio anche a mezzo degli istituti vendite giudiziarie,
mentre per i beni che hanno interesse scientifico o pregio di antichità o di arte, deve
essere avvisato il Ministero della giustizia che può disporre l’invio al museo criminale
e ad altri istituti (musei, scuole, gabinetti scientifici)
Le somme ricavate affluiscono al Fondo Unico Giustizia versate su un conto corrente
unico nazionale aperto da Equitalia Giustizia presso Poste Italiane SpA.
Decorsi tre mesi
-dalla vendita delle cose sequestrate, se nessuno ha provato di avervi diritto, le
somme ricavate dalla vendita sono devolute alla cassa delle ammende, dedotte le
spese anticipate dall’erario e quelle prenotate a debito;
-dalla comunicazione del provvedimento di restituzione, senza he l’avente diritto
abbia provveduto al ritiro, le somme e i valori sequestrati sono devoluti alla cassa
delle ammende.
Decorsi sei mesi dalla data in cui la sentenza è passata in giudicato o il provvedimento
è divenuto definitivo, se l’avente diritto alla restituzione delle somme o di valori
sequestrati è ignoto o irreperibile, le somme e i valori sono devoluti alla cassa delle
ammende.

DISTRUZIONE DELLE COSE SEQUESTRATE

Ex art. 260 cpp: ”L’autorità giudiziaria procede, anche su richiesta dell’organo


accertatore, alla distruzione delle merci di cui sono comunque vietati la fabbricazione,
il possesso, la detenzione o la commercializzazione quando le stesse sono di difficile

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custodia, ovvero quando la custodia risulta particolarmente onerosa o pericolosa per
la sicurezza, la salute o l’igiene pubblica ovvero quando, anche all’esito di
accertamenti tecnici non ripetibili, compiuti ai sensi dell’articolo 360, risulti evidente
la violazione dei predetti divieti.
L’autorità giudiziaria dispone il prelievo di uno o più campioni con l’osservanza delle
formalità di cui all’articolo 364 e ordina la distruzione della merce residua.”

Distruzione o vendita di cose deperibili

Ex art. 260 cpp: “ Se si tratta di cose che possono alterarsi, l’autorità giudiziaria ne
ordina, secondo i casi, l’alienazione o la distruzione.”

Ex art. 83 disp.att.c.p.p.: “La vendita o la distruzione sono eseguite a cura della


cancelleria o della segreteria anche a trattativa privata.
La distruzione può essere eseguita anche da persona idonea o dalla polizia giudiziaria
che ha eseguito il sequestro.
Delle operazioni è redatto verbale da allegare agli atti.
L'autorità giudiziaria, prima che si proceda alle operazioni di vendita o distruzione
dispone il prelievo dei campioni, quando ciò è possibile, dando avviso al difensore.”
Le somme ricavate dalla vendita delle cose deperibili affluiscono al Fondo Unico di
Giustizia, in attesa dei provvedimenti definitivi sulla destinazione delle stesse
(restituzione o confisca)
Confisca

Ex art 240 cp: “Nel caso di condanna, il giudice può ordinare la confisca delle cose che
servirono o furono destinate a commettere il reato, e delle cose che ne sono il
prodotto o il profitto.
È sempre ordinata la confisca:
1)delle cose che costituiscono il prezzo del reato;

1-bis) dei beni e degli strumenti informatici o telematici che risultino essere stati in
tutto o in parte utilizzati per la commissione dei reati di cui agli articoli 615 ter, 615
quater, 615 quinquies, 617 bis, 617 ter, 617 quater, 617 quinquies, 617 sexies, 635
bis, 635 ter, 635 quater, 635 quinquies, 640 ter e 640 quinquies;
2) delle cose, la fabbricazione, l’uso, il porto, la detenzione o l’alienazione delle quali

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costituisce reato, anche se non è stata pronunciata condanna.

Le disposizioni della prima parte e dei numeri 1 e 1-bis del capoverso precedente non
si applicano se la cosa o il bene o lo strumento informatico o telematico appartiene a
persona estranea al reato. La disposizione del numero 1-bis del capoverso precedente
si applica anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma
dell'articolo 444 del codice di procedura penale.
La disposizione del numero 2 non si applica se la cosa appartiene a persona estranea
al reato e la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione possono essere
consentiti mediante autorizzazione amministrativa”

9 ELIMINAZIONE DEI CORPI DI REATO CONFISCATI

La cancelleria provvede alla vendita delle cose confiscate, salvo che per esse sia
prevista una specifica destinazione. La vendita delle cose confiscate può essere
eseguita dalla cancelleria anche a mezzo degli istituti di vendite giudiziarie.
Il giudice dispone la distruzione delle cose confiscate se la vendita non è opportuna.
All’affidamento dell’incarico procede la cancelleria. Il giudice può disporre che alla
distruzione proceda la polizia giudiziaria che ha eseguito il sequestro.
Sono previsti dei CASI in cui CORPI DI REATO CONFISCATI NON POSSONO ESSSERE
VENDUTI, ma debbono essere altrimenti destinati.

10 VENDITA DEI CORPI DI REATO CONFISCATI

I corpi di reato confiscati sono venduti, a cura del cancelliere, ai pubblici incanti ed il
ricavato della vendita viene devoluto al patrimonio dello Stato.
La vendita dei corpi di reato confiscati avviene a cura del cancelliere previa
autorizzazione del capo dell’ufficio giudiziario, che ha il compito di nominare uno
stimatore per individuare il prezzo minimo degli oggetti da vendere.
Della vendita dovrà darsi massima pubblicità, infatti l’elenco dei reperti posti in
vendita e i relativi prezzi stimati deve essere affisso per tre giorni consecutivi nell’albo
dell’ufficio giudiziario e pubblicato nella cronaca locale di un giornale.
I bandi di vendita devono contenere il prezzo base attribuito in sede di stima ad ogni
oggetto e la descrizione non sommaria degli oggetti.
L’aggiudicazione è fatta al maggior offerente, partendo dal prezzo base fissato

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dall’esperto, quando, dopo una triplice pubblica enunciazione del prezzo raggiunto,
non è fatta un’offerta maggiore.
Alla pubblica asta possono concorrere tutti tranne i minori, gli infermi di mente, il
personale dell’ufficio che procede alla vendita, lo stimatore, il banditore.
Il pagamento del prezzo avviene in contanti.
Man mano che si svolgono le operazioni di venduta il cancelliere redige il processo
verbale soggetto a registrazione presso l’ufficio del registro (Agenzia delle Entrate),
iscritto sul registro cronologico e sul repertorio, e conservato in apposite cartelle
secondo l’ordine di data.
Nel verbale gli aggiudicatari devono essere indicati con le generalità complete.
Le somme ricavate affluiscono al Fondo Unico Giustizia versate su un conto corrente
unico nazionale aperto da Equitalia Giustizia presso Poste Italiane SpA.

11 SPESE NELLA PROCEDURA DI VENDITA

Nella procedura di vendita di beni sottoposti a sequestro penale, alcune spese sono
prenotate a debito, altre sono anticipate dall'erario.
Sono spese prenotate a debito:
a) il contributo unificato;
b) i diritti di copia.
Sono spese anticipate dall'erario:
a) le spese di spedizione o l'indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari per le
notificazioni civili a richiesta d'ufficio;
b) le spese ed onorari agli ausiliari del magistrato;
c) l'indennità di custodia;
d) le spese per gli strumenti di pubblicità dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria.
Le spese prenotate o anticipate sono detratte dal ricavato della vendita dall’ufficio
che procede, prima che l’eventuale residuo venga dato all’avente diritto alla cassa
delle ammende.
Le spese anticipate dall'erario nella procedura di vendita di beni confiscati sono:
a) le spese di spedizione o l'indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari per le
notificazioni civili a richiesta d'ufficio;
b) le spese ed onorari agli ausiliari del magistrato;
c) l'indennità di custodia;
d) le spese per gli strumenti di pubblicità legale dei provvedimenti del magistrato.

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Non sono considerate spese prenotate a debito perchè trattandosi di beni dello Stato,
il problema del recupero sul ricavato non si pone, è versato all’erario.

12 NORME PARTICOLARI PER LE MATERIE ESPLODENTI

Le materie esplodenti: gas asfissianti o accecanti, non vanno conservati in cancelleria


ma appesa sequestrati, vanno sottoposti a perizia e sono inviati in casse o speciali
contenitori alla direzione dell’artiglieria per essere distrutti.

13 TRASPORTO DEI CORPI DI REATO

Avviene a mezzo dell’Arma dei Carabinieri, quando questa provvede anche alla
traduzione die detenuti.
Se ciò non si verifica, a meno che il mancato trasporto possa arrecare pregiudizio ai
fini di giustizia, i corpi di reato di poco valore, di piccole dimensioni e non ingombranti,
possono essere spediti agli uffici giudiziari per mezzo della posta, con pacco
assicurato, previamente annunciato all’ufficio destinatario con speciale distinta in
doppio esemplare, uno dei quali deve essere restituito con l’attestazione di
ricevimento del pacco.
Nel caso di consegna di reperti ai periti per accertamenti tecnici, va fatta annotazione
a margine del registro datata e firmata dal perito, lo stesso avviene alla restituzione
del reperto.

14 COSE SEQUESTRATE PER REATI DI CONTRABBANDO

Quando il decreto di sequestro o di convalida del sequestro di tabacchi lavorati


emesso dall’autorità giudiziaria non è più assoggettabile a riesame, l’autorità
giudiziaria ordina la distruzione del tabacco lavorato sequestrato e dispone il prelievo
di uno o più campioni, determinandone l’entità, con l’osservanza delle formalità di cui
all’articolo 364 del codice di procedura penale.
I beni mobili compresi quelli iscritti in pubblici registri, le navi, le imbarcazioni, i
natanti e gli aeromobili sequestrati nel corso di operazioni di polizia giudiziaria
anticontrabbando, sono affidati dall’autorità giudiziaria in custodia giudiziale agli

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organi di polizia che ne facciano richiesta per l’impiego in attività di polizia, ovvero
possono essere affidati ad altri organi dello Stato o ad altri enti pubblici non
economici, per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale. Nel caso
in cui non vi sia alcuna istanza di affidamento in custodia giudiziale, i beni sequestrati
sono ceduti ai fini della loro distruzione sulla base di apposite convenzioni.
L’ispettorato compartimentale dei Monopoli di Stato o il ricevitore capo della dogana,
prima di procedere all’affidamento in custodia giudiziale o alla distruzione dei
suddetti beni devono chiedere preventiva autorizzazione all’organo dell’autorità
giudiziaria competente per il procedimento, che provvede entro trenta giorni dal
ricevimento della richiesta.
Con il provvedimento definitivo di confisca i beni mobili di cui si è detto sono
assegnati, a richiesta, agli organi o enti che ne hanno avuto l’uso e, in mancanza di
richiesta, vanno distrutti.

15 STATISTICA

Nel gennaio di ogni anno la cancelleria compila un prospetto numerico dei corpi di
reato, ordinari e di valore, dal quale deve risultare il movimento ad essi relativo
durante l’anno precedente. Al prospetto va unita una relazione del capo dell’ufficio.
Alla fine di ogni anno solare, in calce all’ultimo numero dei corpi di reato iscritto
nell’anno devono essere riportati tutti i numeri dei corpi di reato per i quali non sia
ancora provveduto alla loro eliminazione, con la distinzione tra quelli sequestrati in
procedimento in corso e quelli per i quali è già stato emesso un provvedimento di
destinazione non ancora eseguito.
3

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CASELLARIO GIUDIZIALE, ANAGRAFE DELLE SANZIONI
AMMINISTRATIVE E RELATIVI CARICHI PENDENTI

1 PREMESSE GENERALI

Il casellario giudiziale, è un servizio gestito dagli uffici giudiziari con lo scopo di


raccogliere e conservare le notizie relative ai provvedimenti in materia penale, civile
ed amministrativa, nonché al rilascio, a richiesta di uffici o enti pubblici e di privati,
delle relative certificazioni.
Accanto al casellario giudiziale è stato istituito il certificato dell'anagrafe delle
sanzioni amministrative, che svolge le stesse funzioni del primo, ma con riferimento
alle sanzioni inflitte agli enti per illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Infine è stato istituito il servizio dei carichi pendenti con cui sono rilasciate
certificazioni che riguardano la presenza o meno, nel registro delle notizie di reato, di
iscrizioni relative a procedimenti penali nei quali l’interessato ha assunto la qualità di
imputato.
Le norme del testo unico 313/2002 disciplinano l'iscrizione, l'eliminazione, la
trasmissione e conservazione dei dati del casellario giudiziale, del casellario dei carichi
pendenti, dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato,
dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato,
nonché i servizi certificativi, le relative procedure degli uffici interessati.
Una novità importante del T.U. è il SISTEMA INFORMATIVO AUTOMATIZZATO che è il
supporto alla base di tutte le procedure per le attività degli uffici coinvolti concernenti
l’iscrizione, eliminazione, scambio, trasmissione, conservazione dei dati e servizi
certificati, anche nei rapporti con l’utenza.
Art 2 del TU, come modificato dal D.Lgs 74/2016 definisce:
casellario giudiziale e' il registro nazionale che contiene l'insieme dei dati relativi a
provvedimenti giudiziari e amministrativi riferiti a soggetti determinati;

casellario giudiziale europeo e' l'insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari di
condanna adottati negli Stati membri dell'Unione europea nei confronti di cittadini
italiani;
casellario carichi pendenti è l’insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari riferiti

92
a soggetti determinati che hanno la qualità di imputato;

anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato è l’insieme dei dati relativi
a provvedimenti giudiziari che applicano, agli enti con personalità giuridica e alle
società e associazioni anche prive di personalità giuridica, le sanzioni dipendenti da
reato;

anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato è


l’insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari riferiti agli enti con personalità
giuridica e alle società e associazioni anche prive di personalità giuridica cui è stato
contestato l’illecito amministrativo dipendente da reato.

2 PROVVEDIMENTI ISCRIVIBILI

Nel casellario giudiziale si iscrivono per estratto:

1)i provvedimenti giudiziari penali di condanna definitivi, anche pronunciati da


autorità giudiziarie straniere se riconosciuti ai sensi degli articoli 730 e seguenti del
codice di procedura penale, salvo quelli concernenti contravvenzioni per le quali la
legge ammette la definizione in via amministrativa, o l'oblazione limitatamente alle
ipotesi di cui all'articolo 162 del codice penale, sempre che per quelli esclusi non sia
stata concessa la sospensione condizionale della pena;

2) i provvedimenti giudiziari definitivi concernenti le pene, compresa la sospensione


condizionale e la non menzione, le misure di sicurezza personali e patrimoniali, gli
effetti penali della condanna, l'amnistia, l'indulto, la grazia, la dichiarazione di
abitualità, di professionalità nel reato, di tendenza a delinquere;

3) i provvedimenti giudiziari concernenti le pene accessorie;

4) i provvedimenti giudiziari concernenti le misure alternative alla detenzione;

5) i provvedimenti giudiziari concernenti la liberazione condizionale;


6) i provvedimenti giudiziari definitivi che hanno prosciolto l'imputato o dichiarato

93
non luogo a procedere per difetto di imputabilità, o disposto una misura di sicurezza,
nonché quelli che hanno dichiarato la non punibilità ai sensi dell'articolo 131-bis del
codice penale;

7) i provvedimenti giudiziari definitivi di condanna alle sanzioni sostitutive e i


provvedimenti di conversione di cui all'articolo 66, terzo comma, e all'articolo 108,
terzo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689;

8) i provvedimenti giudiziari del pubblico ministero previsti dagli articoli 656, comma
5, 657 e 663 del codice di procedura penale;

9)i provvedimenti giudiziari di conversione delle pene pecuniarie;

10) l'ordinanza che ai sensi dell'articolo 464-quater del codice di procedura penale
dispone la sospensione del procedimento con messa alla prova;

11) i provvedimenti con cui il giudice dispone la sospensione del procedimento ai


sensi dell'articolo 420-quater del codice di procedura penale;

12) i provvedimenti giudiziari definitivi concernenti le misure di prevenzione della


sorveglianza speciale semplice o con divieto o obbligo di soggiorno;

13) i provvedimenti giudiziari concernenti la riabilitazione;

14) i provvedimenti giudiziari di riabilitazione, di cui all'articolo 15 della legge 3 agosto


1988, n. 327;

15) i provvedimenti giudiziari di riabilitazione speciale relativi ai minori, di cui


all'articolo 24 del regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, e successive modificazioni;
16) i provvedimenti giudiziari definitivi di interdizione e inabilitazione e quelli di
revoca, nonché i decreti che istituiscono, modificano o revocano l'amministrazione di
sostegno;
17) i provvedimenti giudiziari relativi all'espulsione dello straniero a titolo di sanzione

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sostitutiva o alternativa alla detenzione, ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, come sostituito dall'art. 15 della legge 30 luglio 2002, n. 189;

18) i provvedimenti amministrativi di espulsione e i provvedimenti giudiziari che


decidono il ricorso avverso i primi, ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo 25
luglio 1998, n. 286, come modificato dall'art. 12 della legge 30 luglio 2002, n. 189;

19) i provvedimenti di correzione, a norma di legge, dei provvedimenti già iscritti;

20) qualsiasi altro provvedimento che concerne a norma di legge i provvedimenti già
iscritti, come individuato con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi
dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro
della giustizia.

Nel casellario dei carichi pendenti si iscrivono per estratto:

1) i provvedimenti giudiziari di cui all'articolo 60, comma 1, del codice di procedura


penale, il provvedimento di revoca della sentenza di non luogo a procedere, il decreto
di citazione di cui all'articolo 636, comma 1, del codice di procedura penale (questi
ultimi due in quanto comportano la riassunzione della qualità di imputato), i
provvedimenti giudiziari di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n.
274, nell’ambito dei procedimenti penali innanzi al giudice di pace;

2) ogni altro provvedimento giudiziario che decide sull'imputazione, emesso nelle fasi
e nei gradi successivi.

Nell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato si iscrivono per


estratto:

1) i provvedimenti giudiziari definitivi che applicano agli enti le sanzioni


amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231;

2) i provvedimenti giudiziari definitivi relativi all'esecuzione delle stesse sanzioni;

3) qualsiasi altro provvedimento che concerne a norma di legge i provvedimenti già


iscritti, come individuato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del

95
Ministro della giustizia.

Nell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato


(che ha funzione speculare rispetto al casellario dei carichi pendenti) si iscrivono per
estratto:

1)i provvedimenti giudiziari con i quali viene contestato all'ente l'illecito


amministrativo dipendente da reato;

2) ogni altro provvedimento giudiziario che decide sulla contestazione dell'illecito


amministrativo emesso nelle fasi e nei gradi successivi.

3 CONTENUTO DEGLI ESTRATTI DEI PROVVEDIMENTI ISCRIVIBILI

Ogni provvedimento giudiziario e amministrativo è iscritto nel casellario giudiziario


per estratto contenente i seguenti dati:

1)cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo della persona cui si
riferisce il provvedimento.
Il codice identificativo è il codice fiscale per il cittadino italiano e per il cittadino di
Stato dell'Unione europea che abbia il domicilio fiscale in Italia, nonché il codice
individuato con l’utilizzazione del sistema di riconoscimento delle impronte digitali
esistenti presso il Ministero dell’Interno, per il cittadino di Stato dell'Unione europea
che non abbia il codice fiscale e per il cittadino di Stato non appartenente all'Unione
europea;

2) numero identificativo del procedimento;

3) autorità che ha emesso il provvedimento;

4)data, dispositivo del provvedimento e norme applicate.

L'estratto del provvedimento giudiziario penale contiene, inoltre, secondo il tipo di


provvedimento, i seguenti dati:
96
1)luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a ciascun reato;

2) pena principale e pena accessoria, circostanze, sanzione sostitutiva, sospensione


condizionale della pena e non menzione della condanna nel certificato del casellario
giudiziale, misure alternative alla detenzione, con riferimento a ciascun reato, anche
nelle ipotesi di concorso formale o di reato continuato, di cui all'articolo 81 del codice
penale e nell’ipotesi di connessione tra procedimenti, alcuni dei quali di competenza
del giudice di pace;

3) misura di sicurezza, dichiarazione di abitualità o professionalità, dichiarazione di


tendenza a delinquere.

Circa il Casellario dei carichi pendenti, ogni provvedimento giudiziario è iscritto per
estratto contenente, secondo il tipo di provvedimento, i seguenti dati:

1)cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo della persona cui si
riferisce il provvedimento giudiziario; codice identificativo è il codice fiscale per il
cittadino italiano e per il cittadino di Stato dell'Unione europea che abbia il domicilio
fiscale in Italia, nonché il codice individuato con l’utilizzazione del sistema di
riconoscimento delle impronte digitali esistenti presso il Ministero dell’Interno per il
cittadino di Stato dell'Unione europea che non abbia il codice fiscale e per il cittadino
di Stato non appartenente all'Unione europea;

2) numero identificativo del procedimento;

3) autorità che ha emesso il provvedimento giudiziario;

4) data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate;

5) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a ciascun reato;

6) pena principale e pena accessoria, circostanze, sanzione sostitutiva, sospensione


condizionale della pena e non menzione della condanna nel certificato del casellario
giudiziale, anche nelle ipotesi di concorso formale o di reato continuato, di cui
all'articolo 81 del codice penale e nell’ipotesi di connessione tra procedimenti, alcuni

97
dei quali di competenza del giudice di pace;

7) misura di sicurezza, dichiarazione di abitualità o professionalità, dichiarazione di


tendenza a delinquere.

Circa l’Anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato ogni


provvedimento giudiziario è iscritto per estratto contenente i seguenti dati:

1) denominazione e codice identificativo dell'ente cui si riferisce il provvedimento


giudiziario; codice identificativo è il codice fiscale dell'ente;

2) rappresentante e sede legale dell'ente;

3) numero identificativo del procedimento;

4) autorità che ha emesso il provvedimento giudiziario;

5) data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate;

6) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a ciascun illecito


amministrativo dipendente da reato;

7) sanzione amministrativa applicata, con riferimento a ciascun illecito


amministrativo dipendente da reato, anche nelle ipotesi di cui all'articolo 21, del
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Circa l’Anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato
ogni provvedimento giudiziario è iscritto per estratto contenente, secondo il tipo di
provvedimento, i seguenti dati:

1)denominazione e codice identificativo dell'ente cui si riferisce il provvedimento


giudiziario; codice identificativo è il codice fiscale dell'ente;

2)rappresentante e sede legale dell'ente;


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3)numero identificativo del procedimento;

4)autorità che ha emesso il provvedimento giudiziario;

5)data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate;

6) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a ciascun illecito


amministrativo dipendente da reato;

7) sanzione amministrativa applicata, con riferimento a ciascun illecito


amministrativo dipendente da reato, anche nelle ipotesi di cui all'articolo 21, del
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

4 ELIMINAZIONE DELLE ISCRIZIONI

Le iscrizioni nel casellario giudiziale sono eliminate al compimento dell'ottantesimo


anno di età o per morte della persona alla quale si riferiscono.

Sono, inoltre, eliminate le iscrizioni relative:

1)ai provvedimenti giudiziari revocati a seguito di revisione, o per abolizione del reato;

2) ai provvedimenti giudiziari dichiarati mancanti o non esecutivi o dei quali è stata


sospesa l'esecuzione o disposta la restituzione nel termine, ai sensi dell'articolo 670
del codice di procedura penale;

3) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento o di non luogo a procedere per


difetto di imputabilità, trascorsi dieci anni in caso di delitto o tre anni in caso di
contravvenzione dal giorno in cui il provvedimento è divenuto irrevocabile, o, nel caso
di non luogo a procedere, dal giorno in cui è scaduto il termine per l'impugnazione;

4) ai provvedimenti giudiziari di condanna per contravvenzioni per le quali è stata


inflitta la pena dell'ammenda, trascorsi dieci anni dal giorno in cui la pena è stata
eseguita ovvero si è in altro modo estinta;
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5) ai provvedimenti giudiziari che hanno dichiarato la non punibilità ai sensi
dell'articolo 131-bis del codice penale, trascorsi dieci anni dalla pronuncia;

6) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento per difetto di imputabilità emessi dal


giudice di pace, trascorsi tre anni dal giorno in cui il provvedimento è divenuto
irrevocabile;

7) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento per difetto di imputabilità relativi ai


reati di competenza del giudice di pace, emessi da un giudice diverso, limitatamente
alle iscrizioni concernenti questi reati, trascorsi tre anni dal giorno in cui il
provvedimento è divenuto irrevocabile;

8) ai provvedimenti giudiziari di condanna emessi dal giudice di pace, trascorsi cinque


anni dal giorno in cui la sanzione è stata eseguita se è stata inflitta la pena pecuniaria,
o dieci anni se è stata inflitta una pena diversa, se nei periodi indicati non è stato
commesso un ulteriore reato;

9) ai provvedimenti amministrativi di espulsione, quando sono annullati con


provvedimento giudiziario o amministrativo definitivo;

10) ai provvedimenti con cui il giudice dispone la sospensione del procedimento ai


sensi dell'articolo 420-quater del codice di procedura penale, quando il
provvedimento è revocato.
3. Se sono state applicate misure di sicurezza, i termini previsti dal comma 2
decorrono dalla data della revoca della misura di sicurezza e, se questa è stata
applicata o sostituita con provvedimento giudiziario di esecuzione, è eliminata anche
l'iscrizione relativa a quest'ultimo.
Le iscrizioni di provvedimenti giudiziari relativi a minori di età sono eliminate al
compimento del diciottesimo anno di età della persona cui si riferiscono, eccetto
quelle relative al perdono giudiziale, che sono eliminate al compimento del
ventunesimo anno, ed eccetto quelle relative ai provvedimenti di condanna a pena
detentiva, anche se condizionalmente sospesa.

Le iscrizioni nel casellario dei carichi pendenti sono eliminate:


1) al compimento dell'ottantesimo anno di età o per morte della persona alla quale si

100
riferiscono;

2) quando viene meno il principale presupposto dell’iscrizione, quindi alla cessazione


della qualità di imputato ai sensi dell'articolo 60, comma 2, del codice di procedura
penale, quando non è più soggetta a impugnazione la sentenza di non luogo a
procedere, ovvero è divenuta irrevocabile la sentenza di proscioglimento o di
condanna o divenuto esecutivo il decreto penale di condanna.

Le iscrizioni nell'anagrafe delle sanzioni amministrative sono eliminate trascorsi


cinque anni dal giorno in cui è stata eseguita la sanzione pecuniaria, o trascorsi dieci
anni dal giorno in cui è cessata l'esecuzione di qualunque altra diversa sanzione, se
negli stessi periodi non è stato commesso un ulteriore illecito amministrativo.

Le iscrizioni dell'anagrafe dei carichi pendenti delle sanzioni amministrative sono


eliminate alla cessazione della qualità di ente sottoposto al procedimento di
accertamento relativo agli illeciti amministrativi dipendenti da reato.

CASELLARIO GIUDIZIALE EUROPEO


Il D.Lgs. 74/2016 ha introdotto nel TU del 2002 un nuovo titolo II bis (Art 5 bis-5
quater) ai sensi del quale

- nel casellario giudiziale europeo si iscrivono per estratto:

a) le condanne pronunciate in un altro Stato membro dell'Unione europea nei


confronti di cittadini italiani trasmesse all'Ufficio centrale;

b) le successive decisioni concernenti l'esecuzione della pena o che modificano o


eliminano le condanne iscritte.

-Ogni estratto di condanna ricevuto e' conservato integralmente attraverso


l'iscrizione dei seguenti dati:

a) informazioni obbligatorie necessariamente trasmesse dallo Stato di condanna:


nome completo (cognome, nome, eventuale secondo cognome, eventuale secondo

101
nome), data di nascita, luogo di nascita, composto di citta' e Stato, sesso, cittadinanza
ed eventuali nomi precedenti;
data della condanna, nome dell'organo giurisdizionale, data in cui la decisione e'
diventata definitiva;
data del reato, qualificazione giuridica del fatto, riferimento alle disposizioni
giuridiche applicabili;
pena, principale ed accessoria, misure di sicurezza e decisioni successive che
modificano l'esecuzione della pena;

b) informazioni facoltative trasmesse se iscritte nel casellario giudiziale dello Stato di


condanna:
nome dei genitori della persona condannata;
numero di riferimento della condanna;
luogo del reato;
interdizioni derivanti dalla condanna;

c) informazioni supplementari che devono essere trasmesse se sono a disposizione


dell'autorita' centrale dello Stato di condanna:
numero di identita' o tipo e numero del documento di identificazione della persona
condannata;
impronte digitali della persona condannata, conservate ai sensi dell'articolo 43;
eventuali pseudonimi della persona condannata.

Le iscrizioni nel casellario giudiziale europeo sono eliminate a seguito di identica


eliminazione comunicata dall'autorita' centrale di altro Stato membro di condanna.

5 COMPETENZA DEGLI UFFICI

Gli uffici territoriali e locali rilasciano certificati en consentono la visura delle iscrizioni,
mentre l’ufficio iscrizione, in via principale, e l’ufficio centrale provvedono
all’inserimento dei dati nel sistema e alla loro eliminazione.
Ai fini del controllo e della verifica degli accessi al sistema e delle operazioni svolte dai
diversi uffici coinvolti sono stati istituiti:
- Registro attività: che consente agli uffici il monitoraggio dei soggetti che

102
compiono le attività di acquisizione dei dati, della data e della tipologia delle
stesse;
- Registro dei certificati e delle visure: consente agli uffici il monitoraggio dei
soggetti che compiono le attività di certificazione e visura dei dati.

L’integrità dei registri è verificata dall’ufficio centrale con frequenza mensile.


Le registrazioni sono conservate per 10 anni.

Ufficio iscrizione

E’ l’ufficio presso l’autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento


giudiziario soggetto a iscrizione o a eliminazione.
L'ufficio iscrizione iscrive l'estratto nel sistema ed elimina dal sistema le
iscrizioni di tutti i provvedimenti, esclusi quelli di competenza dell'ufficio
centrale
Ai fini dell'eliminazione, ufficio iscrizione è l'ufficio presso l'autorità giudiziaria
che ha emesso il provvedimento soggetto ad eliminazione per decorso del
tempo o l'ufficio presso l'autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento
da cui deriva l'eliminazione dell'iscrizione.
L'iscrizione o l'eliminazione è effettuata quando il provvedimento giudiziario è
definitivo; nel caso di iscrizione di provvedimenti non definitivi, quando il
provvedimento è pubblicato nelle forme di legge.
L'ufficio iscrizione verifica l'esistenza nel fascicolo dei codici identificativi delle
persone e degli enti, nonché del numero identificativo del procedimento;
verifica, inoltre, la completezza nel provvedimento dei dati utili ai fini
dell'estratto. All’esito della verifica:
-se riscontra nel fascicolo la mancanza del codice identificativo delle persone o
degli enti o del numero identificativo del procedimento provvede ad inserirlo
secondo le modalità previste dai decreti dirigenziali emanati ai sensi degli
articoli 42 e 43 del T.U.
-se nel provvedimento riscontra dati mancanti o incompleti, lo segnala
all'autorità competente alla correzione, e in particolare, al giudice penale ai
sensi dell'articolo 130, del codice di procedura penale, al giudice civile o
amministrativo ai sensi dell'articolo 288, secondo comma, del codice di
procedura civile, all'autorità amministrativa che ha emesso il provvedimento.
-se riscontra contrasti tra il provvedimento da iscrivere e quelli già iscritti nel

103
sistema, effettua la segnalazione al pubblico ministero competente ai fini della
risoluzione della questione concernente l'iscrizione, ai sensi dell'articolo 40;
-in caso di correzione di errori materiali incorsi al momento dell’inserimento
dei dati nel sistema e rilevati dopo la validazione, provvede senza ritardo lo
steso ufficio iscrizione su disposizione del dirigente o di persona da lui delegata,
anche a seguito di segnalazione di terzi.

Ufficio territoriale

E’ l’ufficio presso il Giudice di Pace che ha competenza in materia.


L'ufficio territoriale rilascia i certificati, esclusi quelli richiesti da autorità
straniere, e consente la visura delle iscrizioni.

Ufficio locale
E’ l’ufficio presso il tribunale e presso il tribunale dei minorenni, che ha
competenza in materia.
L'ufficio locale rilascia i certificati, compresi quelli richiesti da autorità straniere,
e consente la visura delle iscrizioni.
Tale ufficio, a differenza di quello territoriale, rilascia anche i certificati richiesti
da autorità straniere.
Quando transitoriamente è previsto che all’immissione dei dati nel sistema e
alla loro eliminazione provvede l’ufficio locale, questo assume tutte le funzioni
dell’ufficio iscrizione.

Ufficio centrale

E’ l’ufficio presso il Ministero della Giustizia che ha competenze in materia.


L'ufficio centrale svolge i seguenti compiti:
1) raccoglie e conserva i dati immessi nel sistema del casellario giudiziale e dei
carichi pendenti, trattando separatamente quelli delle iscrizioni relative ai
minorenni;

2) raccoglie e conserva i dati immessi nell'anagrafe delle sanzioni


amministrative dipendenti da reato e nell'anagrafe dei carichi pendenti delle
sanzioni amministrative dipendenti da reato;
104
3) conserva i dati suddetti adottando le più idonee modalità tecniche al fine di
consentirne l'immediato utilizzo per la reintegrazione di quelli
eventualmente andati persi e per la compilazione dei certificati di
emergenza;

4) conserva ai fini statistici, in modo anonimo, i dati eliminati;

5) concorre ad elaborare le modalità tecniche di funzionamento del sistema di


cui all'articolo 42, relative all'iscrizione, eliminazione, scambio, trasmissione
e conservazione dei dati nelle procedure degli e tra gli uffici;

6) vigila sull'attività degli uffici, adottando le misure necessarie per prevenire


o rimuovere eventuali irregolarità;

7) adotta le iniziative necessarie e promuove gli interventi opportuni per


garantire il pieno svolgimento delle funzioni del casellario giudiziale, del
casellario dei carichi pendenti, dell'anagrafe delle sanzioni amministrative
dipendenti da reato, dell'anagrafe dei carichi pendenti delle sanzioni
amministrative dipendenti da reato.

Attività residuale di iscrizione:


1) L'ufficio centrale iscrive nel sistema l'estratto ed elimina dal sistema le
iscrizioni dei provvedimenti amministrativi di espulsione e dei
provvedimenti giudiziari che decidono il ricorso avverso questi;

2) iscrive nel sistema l'estratto delle decisioni definitive adottate dalla Corte
europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, concernenti i
provvedimenti giudiziali ed amministrativi definitivi delle autorità nazionali
già iscritti, di seguito alla preesistente iscrizione cui esse si riferiscono, su
richiesta del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della
giustizia. L'iscrizione può
essere effettuata anche su istanza del soggetto o dei soggetti interessati. In
tale caso, l'istanza è presentata direttamente all'ufficio centrale ovvero,
qualora si tratti di decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo relative
a provvedimenti giudiziari, all'ufficio iscrizione del casellario giudiziale
presso l'autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento cui la decisione
si riferisce. L'ufficio iscrizione trasmette senza indugio la richiesta all'ufficio

105
centrale, che provvede alla successiva iscrizione, acquisito il parere del
Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia.

3) L'ufficio centrale iscrive nel sistema l'estratto del decreto di grazia.

Attività di eliminazione:

1) L'ufficio centrale elimina dal sistema le iscrizioni relative a persone


morte, le iscrizioni relative a persone che hanno compiuto ottanta anni,
nonché le iscrizioni dei provvedimenti giudiziari relativi a minori.

L'ufficio centrale, infine, svolge le seguenti attività di supporto:

1) fornisce al Ministero della giustizia i dati relativi all'esecuzione dei


provvedimenti giudiziari in materia penale;

2) fornisce all'autorità giudiziaria e alla pubblica amministrazione, in modo


anonimo a fini statistici, dati in ordine all'andamento dei fenomeni criminali,
utilizzando anche le informazioni relative alle iscrizioni eliminate, fatte salve
le norme a tutela del trattamento dei dati personali;

3) in applicazione di convenzioni internazionali o per ragioni di reciprocità e, in


quest'ultimo caso, nei limiti ed alle condizioni di legge, fornisce alle
competenti autorità straniere i dati relativi a decisioni riguardanti cittadini
stranieri.

6 PROCEDURE DI ISCRIZIONE

L’ufficio iscrizione iscrive nel sistema informativo automatizzato i provvedimenti


soggetti ad iscrizione nel casellario giudiziale e nell’anagrafe delle sanzioni
amministrative dipendenti da reato, previa verifica della completezza dei dati
necessari. Terminata l’iscrizione l’ufficio procede alla validazione dei dati in assenza
di errori o in presenza di anomali che l’ufficio dichiara accettate. A tale operazione
consegue l’immodificabilità dei dati iscritti e la disponibilità informatica degli stessi

106
per il rilascio dei certificati.
Il provvedimento iscritto risulta nella fase “in lavorazione” finchè non termina la
procedura di verifica e di validazione.
I dati relativi ai provvedimenti validati possono essere modificati solo dopo la
svalidazione da parte dell’ufficio iscrizione e se viene indicata la motivazione. La
modifica del dato anagrafico comporta la creazione di un nuovo soggetto e il
trasferimento a suo carico dei provvedimenti svalidati o che risultano in lavorazione.
Della modifica va data comunicazione agli uffici interessati.
Qualora l’ufficio iscrizione, riscontra la mancata iscrizione del provvedimento
giudiziario da collegare ad altro provvedimento, esso dovrà provvedere:
-ad inserire un provvedimento provvisorio o fittizio. Il provvedimento è fittizio quando
risulta eliminato dalla banca dati del casellario giudiziale per motivi diversi dal
compimento dell’ottantesimo anno di età, o del diciottesimo anno per il
provvedimento riguardante minori, o ancora dalla morte della persona iscritta;
- a sollecitare senza ritardo l’ufficio iscrizione competente anche per via telematica e
limitatamente al provvedimento provvisorio;
- a validare il provvedimento di sua pertinenza appena pervenuta la comunicazione
dell’avvenuto inserimento del provvedimento mancante.

L’ufficio iscrizione provvede entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento del sollecito
ad iscrivere il provvedimento mancante on a comunicare all’ufficio iscrizione che ha
effettuato il sollecito i motivi del rifiuto dell’iscrizione. Nel caso di impossibilità di
portare a termine la procedura, l’ufficio iscrizione dà comunicazione all’ufficio
centrale.

7 SERVIZI CERTIFICATIVI

Sono competenti al rilascio dei certificati e delle visure senza efficacia certificativa
tutti gli uffici territoriali e locali. Per il rilascio di certificati richiesti dall’autorità
interessate di Stati dell’Unione Europea o da altre autorità straniere sono competenti
tutti gli enti locali.
Nel caso di totale o parziale non operatività del sistema informativo automatizzato,
l’ufficio che riceve la richiesta rilascia un certificato di emergenza che contiene i dati
acquisiti presso l’ufficio centrale. Se, alla data del ripristino del sistema, è riscontrata
una discordanza nei dati rispetto alla data di richiesta del certificato, l’ufficio che ha

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rilasciato il certificato di emergenza provvede all’invio al richiedente del certificato
ordinario, che sostituisce quello di emergenza.
Tutti i certificati sono rilasciati nel giorno della richiesta, eccetto il certificato di
emergenza che è rilasciato non appena sono acquisiti i dati necessari.
Al fine di rispondere a esigenze espresse dalla normativa sul trattamento dei dati
personali, è disposto che dal certificato non risulta il codice identificativo della
persona o dell’ente cui si riferisce il provvedimento.

Certificati acquisiti dall’autorità giudiziaria

Per ragioni di giustizia, gli uffici che esercitano la giurisdizione penale e quelli del
pubblico ministero acquisiscono dal sistema il certificato di tutte le iscrizioni esistenti
riferite ad un determinato soggetto o ad un determinato ente.
Previa autorizzazione del giudice procedente, il pubblico ministero acquisisce dal
sistema lo stesso certificato concernente la persona offesa dal reato o il testimone,
per le finalità riconosciute dal codice di procedura penale. La stessa facoltà è
riconosciuta anche al difensore.
Secondo il D.Lsg 74/2016 gli uffici che esercitano la giurisdizione penale in uno Stato
membro dell’Unione Europea, per ragioni di giustizia, possono richiedere e acquisire,
tramite la propria autorità centrale competente, dall’ufficio centrale le informazioni
sulle condanne relative a un cittadino italiano con riferimento:
-ai provvedimenti giudiziari iscritti nel casellario giudiziale italiano;
-alle condanne iscritte nel casellario giudiziale europeo (nuovo art. 21 bis T.U.)

Certificati richiesti dall’interessato


L'interessato ha il diritto di ottenere il certificato dei carichi pendenti e del casellario
giudiziario, che può essere generale, il certificato penale, il certificato civile, senza
motivare la richiesta.
La stessa regola vale anche per l’ente interessato che richiede il certificato
dell’anagrafe delle sezioni amministrative dipendenti da reato e dell’anagrafe dei
carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Nel certificato generale sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale
ad eccezione di quelle relative:
1) alle condanne delle quali è stato ordinato che non si faccia menzione nel

108
certificato a norma dell'articolo 175 del codice penale, purché il beneficio non
sia stato revocato;

2) alle condanne per contravvenzioni punibili con la sola ammenda e alle


condanne per reati estinti a norma dell'articolo 167, primo comma, del codice
penale a seguito della concessione del beneficio della sospensione condizionale
della pena;

3) alle condanne per i reati per i quali si è verificata la causa speciale di estinzione
prevista dall'articolo 556 del codice penale;

4) alle condanne in relazione alle quali è stata definitivamente applicata l'amnistia


e a quelle per le quali è stata dichiarata la riabilitazione, senza che questa sia
stata in seguito revocata;

5) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445 del codice di procedura penale e ai


decreti penali;

6) alle condanne per fatti che la legge ha cessato di considerare come reati,
quando la relativa iscrizione non è stata eliminata;

7) ai provvedimenti giudiziari che hanno dichiarato la non punibilità ai sensi


dell'articolo 131-bis del codice penale, quando la relativa iscrizione non è stata
eliminata;

8) ai provvedimenti riguardanti misure di sicurezza conseguenti a sentenze di


proscioglimento o di non luogo a procedere, quando le misure sono state
revocate;

9) ai provvedimenti che riguardano l'applicazione delle misure di prevenzione


della sorveglianza speciale semplice o con divieto o obbligo di soggiorno;

10) ai provvedimenti giudiziari emessi dal giudice di pace;

11) ai provvedimenti giudiziari relativi ai reati di competenza del giudice di


pace emessi da un giudice diverso, limitatamente alle iscrizioni concernenti
questi reati;
109
12) ai provvedimenti di interdizione, di inabilitazione e relativi
all'amministrazione di sostegno, quando esse sono state revocate

Inoltre se è stata dichiarata la riabilitazione speciale in favore di soggetti minori non


è riportata alcuna iscrizione relativa al minore.

Nel certificato penale sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale ad
eccezione di quelle relative al certificato generale ed inoltre quelle relative ai
provvedimenti amministrativi di espulsione dello straniero e ai provvedimenti
giudiziari che decidono il ricorso avverso i primi.

Nel certificato civile sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale
relative:

1) ai provvedimenti giudiziari definitivi di interdizione e inabilitazione salvo che siano


stati revocati; ai decreti che istituiscono o modificano l'amministrazione di sostegno,
salvo che siano stati revocati;

2) ai provvedimenti amministrativi di espulsione e ai provvedimenti giudiziari che


decidono il ricorso avverso i primi,

3)ai provvedimenti concernenti le pene accessorie portanti limitazioni alla capacità


del condannato.

Nel certificato del casellario dei carichi pendenti a richiesta dell’interessato sono
riportate le iscrizioni esistenti nel ad accezione di quelle relative:

1) alle condanne delle quali è stato ordinato che non si faccia menzione nel certificato
a norma dell'articolo 175, del codice penale, purché il beneficio non sia stato
revocato;

2) alle condanne per contravvenzioni punibili con la sola ammenda;

3) alle condanne per i reati per i quali si è verificata la causa speciale di estinzione
prevista dall'articolo 556, del codice penale;
110
4) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445, del codice di procedura penale
(sentenze di patteggiamento) e ai decreti penali;

5) ai provvedimenti giudiziari emessi dal giudice di pace;

6) ai provvedimenti giudiziari relativi ai reati di competenza del giudice di pace emessi


da un giudice diverso, limitatamente alle iscrizioni concernenti questi reati.

L'ente interessato ha diritto di ottenere il certificato dell'anagrafe delle sanzioni


amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti
amministrativi dipendenti da reato senza motivare la richiesta.
Nel certificato sono rispettivamente riportate le iscrizioni esistenti nell'anagrafe delle
sanzioni amministrative dipendenti da reato e nell'anagrafe dei carichi pendenti degli
illeciti amministrativi dipendenti da reato, ad accezione di quelle relative ai
provvedimenti di applicazione della sanzione su richiesta e ai provvedimenti di
applicazione della sanzione pecuniaria all'esito del procedimento per decreto.

Certificato penale richiesto dal datore di lavoro

Il certificato penale del casellario giudiziale deve essere richiesto dal soggetto che
intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o
attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori,
al fine di verificare l'esistenza di condanne per taluno dei reati di cui agli articoli 600-
bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies e 609-undecies del codice penale, ovvero
l'irrogazione di sanzioni interdittive all'esercizio di attività che comportino contatti
diretti e regolari con minori.

Certificato del casellario giudiziale europeo richiesto dall’interessato

Il cittadino italiano ha diritto di ottenere, senza motivare la richiesta, il rilascio del


certificato contenente le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale europeo, nella
misura in cui il diritto dello Stato membro di condanna ne preveda la menzione.
Il cittadino di altro Stato membro dell'Unione europea che rivolge richiesta di
informazioni all'Ufficio centrale acquisisce da esso le informazioni relative alle
condanne pronunciate nello Stato membro di cittadinanza e a quelle dallo stesso
ricevute e conservate, nella misura in cui il diritto dello Stato membro di condanna ne

111
preveda la menzione.

Certificati richiesti dalle pubbliche amministrazioni e dai gestori di pubblici servizi

Le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi hanno diritto di ottenere i


medesimi certificati richiedibili dai soggetti interessati, purchè relativi a persone
maggiori di età, e dagli enti interessati, quando tali certificati sono necessari per
l’esercizio delle loro funzioni.
Con il decreto dirigenziale 5-12-2012 sono state stabilite le modalità tecnico operative
per consentire alle amministrazioni pubbliche e ai gestori di pubblici servizi la
consultazione diretta, per via telematica, del sistema informativo del casellario (SIC),
qualora per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali abbiano necessità di
procedere:

- all’acquisizione d’ufficio di informazioni concernenti stati, qualità e fatti;


- ai controlli delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni;
- all’acquisizione dei certificati richiesti dall’interessato, nonché ai certificati
dell’anagrafe delle sanzioni amministrative richiesti dall’ente interessato;
- all’acquisizione del certificato del casellario giudiziale per ragioni di elettorato;
- all’acquisizione del certificato previsto dalle disposizioni in materia di appalti
pubblici.

La consultazione diretta del sistema è limitata all’acquisizione delle certificazioni del


casellario giudiziale, relativo a persone di maggiore età (salvo le richieste giustificate
dalla necessità di aggiornare le liste elettorali) e di quelle relative all’anagrafe delle
sanzioni amministrative dipendenti da reato.
Le amministrazioni interessate all’accesso al SIC devono formulare apposita richiesta
riportando in modo analitico e puntuale, le fattispecie di reato e le condizioni ostative
per la definizione positiva di ciascuno di essi e comunque ogni ulteriore indicazione
necessaria per la realizzazione di una procedura informatica per un accesso selettivo.
Per consentire l’accesso al sistema sono stipulate tra il Ministero della giustizia e le
amministrazioni interessate apposite convenzioni redatte su schemi tipo distinti
eventualmente secondo l’ambito territoriale di competenza dell’amministrazione
richiedente (nazionale, regionale, comunale) in base alle linee guida della DigitPA
(ente nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione) e sentito il

112
garante per la protezione dei dati personali.
L’accesso al SIC avviene tramite una registrazione sul sistema. In via transitoria, le
amministrazioni che non hanno ancora effettuato la registrazione richiedono i
certificati nei seguenti modi:
- l’acquisizione del certificato avviene previa richiesta all’ufficio locale del casellario
giudiziale. La richiesta è formulata secondo i modelli in uso e può essere inoltrata
tramite PEC se riguarda categorie o gruppi di persone numerosi;
- per le richieste concernenti un solo soggetto l’ufficio locale del casellario giudiziale
provvede all’estrazione del certificato direttamente dal SIC, alla sua stampa,
all’apposizione di firma autografa e timbro dell’ufficio e alla successiva consegna
all’amministrazione richiedente;
- per le richieste concernenti categorie o gruppi di persone numerosi, limitatamente
ai certificati in materia di casellario giudiziale, le amministrazioni interessate possono
utilizzare apposito software. L’ufficio locale del casellario giudiziale controlla che la
richiesta riporti il numero e la data di protocollo e trasmette al SIC il file contenente i
dati anagrafici dei soggetti;
- il sistema elabora le informazioni ricevute e consente l’estrazione di certificati, che
potranno essere prodotti: in formato PDF con firma autografa del responsabile del
servizio certificativo sostituita dall’indicazione a stampa del nominativo dello stesso,
nell’ipotesi in cui l’amministrazione interessata abbia optato, nella richiesta, per la
consegna dei certificati dei certificati su carta; e in formato PDF con la firma digitale
del direttore dell’ufficio del casellario centrale, qualora l’amministrazione interessata
abbia optato per l’invio dei certificati tramite PEC;
- se la trasmissione dei certificati avviene con PEC il relativo file è protetto da una
password appositamente creata dal sistema. Qualora la numerosità dei certificati
contenuti nel file non ne consenta la trasmissione via PEC lo stesso, sempre protetto
da password, potrà essere consegnato su supporto magnetico.
Queste disposizioni transitorie restano valide fino al 30.06.2017.
Il D.Lgs. 74/2016 ha disposto che nel certificato del casellario giudiziale europeo
richiesto dalla PA sono riportate le iscrizioni del casellario giudiziale europeo, in
ordine a un cittadino italiano, nella misura in cui il diritto dello Stato membro di
condanna ne prevede la menzione. Nella risposta alla richiesta di informazioni da
parte della PA in ordine ad un cittadino di altro Stato membro sono riportate le
condanne pronunciate nello stesso e quelle da esso ricevute e conservate, nella
misura in cui il diritto dello Stato membro di condanna ne prevede la menzione.
La PA di altro Stato membro dell’unione europea che rivolge la richiesta di

113
informazioni all’ufficio centrale nei confronti di un cittadino italiano acquisisce da
esso le informazioni relative alle condanne iscritte:
-nel casellario giudiziale;
- nel casellario giudiziale europeo, nella misura in cui il diritto dello Stato membro di
condanna ne prevede la menzione

Certificato del casellario giudiziale per ragioni di elettorato

Il certificato per ragioni di elettorato contiene solo le iscrizioni esistenti nel casellario
giudiziale che incidono sul diritto elettorale.
L'interessato ha diritto di ottenere il certificato senza motivare la richiesta; soggetti
diversi dall'interessato possono richiedere lo stesso certificato previsto nell’ambito
della disciplina dell’elettorato attivo e della tenuta e revisione delle liste elettorali.

Visura delle iscrizioni

Gli interessati possono conoscere tutte le iscrizioni ad esso riferite, ma senza efficacia
certificativa, comprese quelle di cui non è fatta menzione nei certificati richiesti
dall’interessato, dalle P.A. e dai gestori di pubblici servizi e che compaiono invece nei
certificati acquisiti dall’autorità giudiziaria.
Sono competenti a consentire la visura tutti gli uffici territoriali e tutti gli uffici locali.

Disposizioni transitorie
In via transitoria l’art 23 del decreto 25.01.2007 stabilisce che agli uffici locali sono
affidati:
a)in materia di casellario giudiziale il rilascio dei: certificati richiesti dall'interessato,
dal difensore, certificati per uso elettorale, certificati richiesti dall’autorità giudiziaria,
limitatamente agli uffici che esercitano la giurisdizione penale e di quelli del pubblico
ministero non collegati alla RUG, nonché dei certificati richiesti dalle autorità
straniere;
b) in materia di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato il rilascio

114
dei: certificati richiesti dall'ente interessato, certificati richiesti dall’autorità
giudiziaria, limitatamente agli uffici che esercitano la giurisdizione penale e di quelli
del pubblico ministero non collegati alla RUG.

c)in via transitoria, sono competenti a consentire la visura i soli uffici locali.

8 NORME FISCALI
I certificati richiesti dagli interessati in materia civile e quelli generali del casellario
giudiziale sono soggetti all’imposta di bollo in misura fissa; cosi anche per i certificati
in materia penale.
Le istanze per il rilascio di qualsiasi tipo di certificato sono esenti da bollo.
Alla stessa disciplina sono soggetti i certificati richiesti per uso lavoro, mentre
l’esenzione dal bollo sussiste per i certificati necessari per l’iscrizione nelle liste di
collocamento presso gli uffici del lavoro e della massima occupazione e per i certificati
per uso adozione.
Per ogni tipo di certificato richiesto dall’interessato è dovuto un diritto di certificato
di € 3,84. Se si richiede il rilascio immediato e si ottiene il certificato nel medesimo
giorno della richiesta, è dovuto un ulteriore diritto di € 3,83.
Il pagamento del diritto di certificato avviene con l’applicazione di contrassegni di
bollo sull’istanza di rilascio. Il funzionario addetto all’ufficio annulla con il timbro secco
dell’ufficio le marche e attesta l’avvenuto pagamento del diritto sul certificato
rilasciato, mentre rifiuta di rilasciare il certificato se le marche mancano o sono di
importo inferiore a quello stabilito.

9 CONTROVERSIE IN MATERIA DI ISCRIZIONE E CERTIFICATI

Sulle questioni concernenti le iscrizioni e i certificati del casellario giudiziale e dei


carichi pendenti decide il tribunale del luogo dove ha sede l’ufficio locale nel cui
ambito territoriale è nata la persona cui è riferita l’iscrizione o il certificato, o il
Tribunale di Roma, per le persone nate all’estero, o delle quali non è stato accertato
il luogo di nascita nel territorio dello Stato.
Sulle questioni concernenti le iscrizioni e i certificati dell’anagrafe delle sanzioni

115
amministrative dipendenti da reato e dell’anagrafe da carichi pendenti degli illeciti
amministrativi dipendenti da reato decide sempre il Tribunale di Roma.
Il tribunale è monocratico e decide con le forme del procedimento dell’esecuzione.
116
PARTE III – GLI AFFARI CIVILI

PRINCIPALI NORME SUGLI AFFARI CIVILI

1 ISCRIZIONE E FASCICOLAZIONE
Il processo civile è "attivato" dalla domanda di parte, che consiste in a) nell'atto di citazione a
comparire a udienza fiss a; b)nel ricorso (dove previsto); c)nella domanda orale davanti al giudice
di pace, di cui è redatto processo verbale che l'attore deve poi notificare al convenuto.

Dopo la notificazione: l'attore deve costituirsi in giudizio e depositare anche la nota di iscrizione a
ruolo e il fascicolo di parte quando non si è davanti al gdp.

Il convenuto si costituisce e deposita il suo fascicolo.

Fascicolo di parte: costituito da originali o copie di essi di atti svolti in giudizio, anzitutto quindi
citazione, comparse di risposta o d'intervento, memorie ecc. Atti consultabili da tutte le parti e da
difensori con procura.

Attività del cancelliere: controllo formale (regolarità atti svolti e documenti, sottoscrive indice
fascicolo all'inizio e ogni volta che si agigunge nuovo documento), controllo fiscale (tasse su atto
pagate)

Contributo unificato: lo anticipa la prima parte che si costituisce e, eventualmente, uno autonomo
apposito è pagato da tutte le parti che modificano successivamente la loro domanda

Fascicolo d'ufficio: formato dal cancelliere come iscrive causa a ruolo. Non si può asportare
dall'ufficio PER NESSUN MOTIVO.

Fascic. ufficio contiene tutti gli atti principali di svolgimento del processo: atti di costituzione parti,
memorie carta non bollata, processi verbali, provvedimenti del giudice, atti di istruzione, copia del
dispositivo della sentenza. Atti contenuti sono esaminabili da parti e difensori con procura.

Cancelleria comunica se giudice istruttore designato differisce udienza (max di 45 gg, 168bis cpc).

N.B. Se il g.i. non tiene udienza quel giorno (già stabilito) o si ha rinvio d'ufficio, la cancelleria
comunica solo rinvio, dato che è automatico il rinvio a primo giorno successivo previsto in
calendario.
2. ISCRIZIONE E FASCICOLAZIONE NEL PROCESSO CIVILE TELEMATICO.

117
Atto introduttivo e primo atto difensivo può essere cartaceo o telematico. Atti successivi
depositati solo via telematica. Vale anche per procedimenti monitori come l’ingiunzione.
Presidente tribunale autorizza deposito in modo diverso se sistemi informatici sono ko ed è
urgente il deposito. Queste regole non valgono per le opposizioni al decreto ingiuntivo, che sono
conservati in appositi registri annuali con indice cronologico e rubrica.

Va rispettata normativa su sottoscrizione, trasmissione ecc.

3. PROCURA ALLE LITI


Procura va apposta in calce o a margine di atti introduttivi/che attivano procedimento o delle
memorie di nomina nuovo difensore.

Procura speciale conferita per un determinato grado processo salvo non sia detto altro.

Procura può essere cartacea o telematica. Se cartacea, difensore la autentica con firma digitale e
la spedisce in via telematica in cancelleria.

E’ apposta in calce anche procura su foglio separato però congiunto ad atto cui si riferisce; anche
su doc informatico separato ma questo va sottoscritto con firma digitale da difensore e congiunto
quindi ad atto cui procura si riferisce.

4. REGISTRI DI CANCELLERIA. RINVIO AL CAP.10 PARTE I.

5. NEL PROCEDIMENTO DI COGNIZIONE.


Decreto del capo di ogni ufficio giudiziario stabilisce e indica giorni per udienze prima
comparizione, istruzione, discussione. SI fa anno per anno.

Ruolo d'udienza per ogni udienza istruttoria e per ogni giudice istruttore (anche quando è giudice
unico) : vi si indica cause trattate e provvedimenti adottati. Lo compila il cancelliere.

Verbale di causa: unico per ogni processo, vi si registrano le varie udienze fino a chiusura
istruzione. Da iscrivere nel registro cronologico solo quando viene iniziata causa.

Di ogni udienza si redige processo verbale. Limitato a essenziale, riporta persone intervenute,
circostanze di luogo e di tempo in cui sono compiuti atti riportati. Descrive attività svolte,
ordinanze pronunciate in udienza e rilevazioni e dichiarazioni fatte. Non sono riprodotte difese
delle parti. In calce a processo verbale sono messe le ordinanze pronunciate fuori udienza, o
inserite con foglio separato sottoscritto con data da giudice o Presidente Collegio. Cancelliere
comunica le ordinanze fuori udienza e tutti atti connessi entro tre giorni da atto pena nullità. Il
verbale di discussione è successivo al verbale di causa. Si fa su foglio apposito rispetto a verbale di
causa.

In istruzione, se assunti mezzi di prova (istruzione probatoria), si redige relativo processo verbale
di dichiarazioni e operazioni fatte, persone intervenute, luogo data ecc. Non vanno in fascicolo

118
d'ufficio, non vanno in ruolo generale.

Tutti questi verbali (ECCETTO verbali assunzione prove) vanno in fascicolo d'ufficio.

Verbale di querela di falso in corso di causa: appositamente redatto, in presenza parti e PM e


contiene descrizione stato documento asserito falso con indicazione particolarità (abrasioni
cancellature ecc.) .

Processo verbale apposito per ordinanze ex 186bis ter e quater, dato che contengono pronunce su
diritti. Viene iscritto in registro cronologico.

6. RITIRO DEL FASCICOLO DI PARTE


Durante il procedimento il fascicolo di parte può essere ritirato dalla cancelleria quando la parte lo
chiede, ma serve autorizzazione del giudice istruttore. L’autorizzazione, anche verbale, è inserita in
verbale d’udienza (se fatta in udienza) o depositata in cancelleria (se fatta fuori udienza).

Se g.i. dispone restituzione fascicolo, deve essere eseguita. Se causa rimessa a collegio, le parti
possono ritirare il fascicolo senza autorizzazione, ma devono ridepositarlo alle comparse
conclusionali.

Una volta definito il procedimento il fasc. di parte è reso alla parte senza formalità.

7. LE SENTENZE.
Va distinto anzitutto se a pronunciarsi è il collegio o il giudice unico.

Se si pronuncia il collegio, giudice estensore redige minuta della sentenza e la consegna al


presidente perché entrambi la sottoscrivano. Presidente consegna minuta al cancelliere perché ne
scriva testo originale di persona o con un dattilografo.

Se giudice estensore è presidente collegio, sottoscrizione è unica.

Se si pronuncia giudice unico, è questo a consegnare minuta al cancelliere.

Deposito sentenza: ci si riferisce a deposito atto originale, cpc prevede 60 gg per collegio, 30 per
g.unico, 15 per gdp. Consegna minuta al cancelliere sono atti interni e non sono richiamati da
norma sui termini per deposito.

Nel deposito si attribuisce numero cronologico alla sentenza e numero di repertorio se queste
vanno registrate. Inoltre cancelliere da atto del deposito in calce a sentenza stessa, apponendo
data e sua firma. Entro 5 giorni è comunicato alle parti il deposito avvenuto, con biglietto che
contiene anche testo integrale sentenza. (Ricordiamo che termini per impugnazione partono da
data deposito).

Le sentenze si raccolgono in volumi annuali corredati da indice cronologico e da rubrica alfabetica.


119
8. SURROGAZIONE E RICOSTRUZIONE DI SENTENZE SMARRITE O DISTRUTTE.
Valgono le regole del codice di procedura penale artt.112 e 113.

Quindi, se servono atti originali del procedimento, che però risultano smarriti o distrutti si ricorre
a:

Surrogazione: se si accerta che esiste copia autentica di atto distrutto, Presidente Corte o del
tribunale ordina che chi la detiene consegni alla cancelleria la copia, che andrà a sostituire atto
mancante. Detentore ha diritto a ottenere gratis nuova copia.

Ricostruzione: se non è possibile ricorrere alla surrogazione, si ricorre a ricostruzione. Giudice


(Presidente o chi?) , anche d’ufficio, accerta contenuto atto mancante e stabilisce con ordinanza se
e in quale tenore va ricostruito.

9.DECRETI DI INGIUNZIONE.
Anche qui si versa il contributo unico salvo esenzioni.

Al ricorso, avvocato unisce nota spese. Se il ricorso verte su crediti da onorari o rimborsi spese
sostenute durante processo dal professionista (avvocato o altri), va unita al ricorso la parcella,
firmata dal ricorrente e col parere dell’ordine professionale, salvo credito non sia fissato con
tariffe obbligatorie.

Formazione fascicolo di ogni ricorso.

Decreto ingiunzione è iscritto in ruolo generale affari contenziosi civili-procedimenti speciali


sommari.

Ricordiamo che dal 30 giugno deposito atti avviene solo via telematica ECCETTO per l’opposizione
(vd par.2)

Una volta che giudice dichiara esecutorietà del decreto, cancelliere rilascia copia in forma
esecutiva di esso. Formula esecutiva può essere apposta in calce.

Se si fa opposizione a decreto ingiuntivo, questo è comunque provvisoriamente esecutivo


(mediante ordinanza non impugnabile) se l’opposizione non è fondata su prova scritta. Se
opposizione è limitata ad alcune somme, ingiunzione è esecutiva per somme non contestate.

10 TRASCRIZIONE E REGISTRAZIONE PROVVEDIMENTI.


La trascrizione delle vicende relative a immobili e beni mobili registrati è onere per i privati,
obbligo per i pubblici ufficiali che hanno ricevuto o autenticato l’atto soggetto a trascrizione.

La trascrizione si richiede al Servizio di pubblicità Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (AdE)


competente per territorio in cui si trovano i beni.
Cancelliere, se manca qualche elemento da indicare nella nota, lo chiede alle parti o al procuratore

120
mediante raccomandata. Quando tutto è ok spedisce via posta espresso atti e note in piego; copia
autentica del titolo e nota di trascrizione su supporto informatico.

Parte deve versare oneri tributari, se non lo fa cancelliere manda richiesta ad AdE con dicitura
“senza previo pagamento imposta” , gli oneri tributari verranno recuperati poi dagli uffici
finanziari.

AdE effettua trascrizione e invia nota a Cancelleria dove si certifica avvenuta trascrizione.
Cancelliere inserisce in fascicolo d’ufficio duplo della nota e trascrive in calce al provvedimento
originale l’avvenuta trascrizione.

La registrazione è l’altra formalità obbligatoria per il cancelliere. Vanno registrati tutti gli atti per
cui legge lo prevede, mediante invio fatto dal cancelliere all’ufficio locale dell’AdE.

Sentenze, decreti e altri atti degli organi giurisdizionali a cui cancellieri hanno partecipato nella
formazione, la registrazione va chiesta entro cinque giorni da emanazione/pubblicazione
provvedimento.

11 PROCEDIMENTO DI APPELLO.
Appellante inserisce copia sentenza che ha appena appellato nel proprio fascicolo.

Ufficiale giudiziario che notifica atto impugnazione manda immediatamente avviso scritto a
cancelliere giudice che ha pronunciato sentenza impugnata, e su originale sentenza impugnata
viene annotata l’avvenuta impugnazione.

Cancelliere del giudice d’appello richiede a cancelliere giudice primo grado trasmissione fascicolo
d’ufficio salvo che impugnazione non sia contro sentenza non definitiva (123 bis disp. att.cpc). In
ogni caso giudice appello può richiedere trasmissione fasc. d’ufficio o produzione di copia di atti a
parte interessata.

12.RICORSO PER CASSAZIONE.


Qui invece è ricorrente a chiedere a cancelleria giudice sentenza impugnata a trasmettere
fascicolo alla cancelleria della Corte. Cancelleria Corte restituisce richiesta col visto, e parte la
deposita col ricorso (salvo che impugnazione sia contro sentenza non definitiva).

Ricorsi e controricorsi sono sottoscritti dagli avvocati di parte, che provvedono al deposito
mediante invio per posta con raccomandata alla cancelleria della Corte. Vanno inseriti anche i vari
atti previsti, come copie sentenza, procura speciale, atti e documenti su cui il ricorso si fonda.
Copie sentenza e ricorsi vanno in quattro copie (copia + 3 copie in carta libera, le 3 se mancano
vengono fatte direttamente da cancelleria a spese parte).

A questi atti vanno aggiunti: marche per i diritti, indennità di trasferta e spese postali per
notificazioni, copie in carta semplice del ricorso/controricorso, un doppio elenco in carta semplice
di tutte le carte e marche inviate, sottoscritto dall’avvocato, versamento contributo unificato e
versamento imposta fissa di registrazione dei provvedimenti giudiziari.
Cancelliere riceve plico e verifica ci sia tutto e che elenchi siano esatti. Attesta data di arrivo del

121
piego in copia che poi restituisce a mittente, che eventualmente contiene indicazione elementi
mancanti.

Elementi mancanti possono essere inviati entro i 20 giorni per presentare ricorso o comunque
entro trenta giorni da ricevimento copia mandata da cancelleria.

Una volta inviato il plico per il deposito e gli elementi mancanti, questi sono dati per avvenuti alla
data di invio della raccomandata.

Una volta arrivato il fascicolo d’ufficio, il cancelliere vi mette la busta usata per l’invio del
ricorso/controricorso e quella usata nel caso per le marche e copie.

Agli avvocati non residenti in Roma sono inviati dietro loro richiesta fatta nel deposito avviso
udienza discussione e dispositivo sentenza Corte.

13. NORME SUL RILASCIO DELLE COPIE IN MATERIA CIVILE.


Parti e difensori minuti di procura hanno diritto di esaminare atti e documenti inseriti in fascicolo
d’ufficio e di parte e farsene rilasciare copia dal cancelliere, pagando il bollo.

Per gli atti di valenza pubblica (cioè di valore oltre il processo) chiunque ha diritto con istanza in
cancelleria a ottenere copie ed estratti.

Rifiuto o ritardo del cancelliere nel rilascio sono illeciti civili e penali.

Rilascio è escluso SE: atto non è stato ancora pubblicato; se atto non è stato ancora registrati; se
atto ha forma esecutiva (unica copia con formula è rilasciata a parte vincitrice e basta); se atto è
stato impugnato come falso, nel caso è giudice ad autorizzare rilascio; se atto è processo verbale
di assunzione preventiva di prova non ancora però ammessa in giudizio, nel caso è sempre giudice
ad autorizzare rilascio.

Copia del titolo in forma esecutiva- sua spedizione.

Le sentenze cui la legge da potere esecutivo sono rilasciate a parte vincitrice in copia con formula
esecutiva. Se una sentenza è formalmente perfetta, cancelliere non può rifiutarsi di rilasciarne
copia con formula esecutiva (interpret. Min Giustizia) . Se sentenza, per contenuto, non ha
capacità di essere esecutiva, ma è rilasciata copia con formula, si commette semplice irregolarità.
Cancelliere non deve verificare se dispositivo sentenza è idoneo o meno.

La formula consiste nell’intestazione e nella comanda,apposta a originale o copia, a tutti gli ufficiali
giudiziari, di mettere a esecuzione il titolo.

Atti soggetti a registrazione.

Gli atti registrati (vd sopra) possono essere rilasciati in copia e anche in originale dai cancellieri che
li hanno formati. Vanno indicati gli estremi della registrazione.

Possono essere rilasciati prima della registrazione ma deve essere apposto materialmente l’uso a
cui sono destinati: sentenze e provvedimenti vari del giudice, sia originali che copie ed estratti,

122
rilasciati per la prosecuzione del giudizio; atti richiesti d’ufficio per proseguire un giudizio; atti che
servono per la trascrizione/iscrizione o per approvazioni od omologazioni; atti che pubblico
ufficiale deve depositare presso gli uffici pubblici.
2

123
COMUNICAZIONI E NOTIFICAZIONI IN MATERIA CIVILE

1: COMUNICAZIONI E NOTIFICAZIONI : GENERALITA’

Per portare a conoscenza i soggetti dei vari provvedimenti del giudice, il legislatore ha istituito de
mezzi: comunicazione e notificazione.

Art. 170, dopo la costituzione in giudizio, tutte le comunicazioni e notificazioni sono fatte al
procuratore costituito(salvo disp. Legge), se esso è costituito per più parti basta una sola copia.

Rivisitazione comunicazioni e notificazioni in virtù del processo di digitalizzazione:

D.L. 35/2015(conv. L80/2015): ha introdotto l’utilizzo di fax e posta elettronica per comunicazioni
sentenze e ordinanze da parte del cancelliere.

D.M. 28.05.2010 (I) – (II): a decorrere dal 15° gg dopo la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale dei
predetti decreti ministeriali, negli uffici giudiziari designati, ogni comunicazione da eseguirsi nel
procedimento o ordinanaza nomina consulente e relative comunicazioni allo stesso destinatario,
debba farsi tramite PEC; la notificazione o comunicazione che contiene dati sensibili, è fatto per
estratto con messa a disposizione sul sito individuato dall’amministrazione dell’atto integrale.

Contemporaneamente è stato disposto che, nell’albo degli avvocati fosse indicato, oltre al codice
fiscale e anche indirizzo PEC.

Art. 16 del D.L. 179/2012 è stato dato l’avvio a profonde modifiche delle comunicazioni e
notificazioni telematiche di cancelleria.

2 : LA COMUNICAZIONE
Nozioni e forme:

 la comunicazione ha carattere di semplice avviso, per dar notizia di un provvedimento;


 viene disposta dal cancelliere, o dal giudice quando ne ravvisa la necessità;
 è data con “biglietto di cancelleria”;
 i destinatari sono: P.M., parti, consulenti tecnici, custodi o altri ausiliari del giudice;
 è formato da due parti identiche, una recapitata al destinatario, l’altra resta nel
fascicolo processuale con annotazione o relazione a provare l’avvenuto adempimento;
 può avvenire in due modi: con consegna diretta dal cancelliere all’interessato , che ne
rilascia ricevuta sulla matrice, o a mezzo di PEC;
 nei casi residuali può essere trasmessa per fax o dall’ufficiale giudiziario.
124
Rilevanza della forma di comunicazione:

Anche se non è richiesta particolare forma, il biglietto di cancelleria deve contenere tutti gli
elementi necessari per l’identificazione della provenienza dell’atto, il nome delle parti e il testo
integrale del provvedimento comunicato, a pena di nullità.

Se trasmesso per PEC, deve essere formato e inviato secondo la normativa vigente per i documenti
informatici.

Se eseguita con consegna diretta al destinatario dal cancelliere, il soggetto riceverà la parte
esterna, staccabile, del biglietto e apporrà la firma sulla matrice che rimane agli atti; se la notifica è
fatta dall’ufficiale giudiziario, egli consegnerà la parte al soggetto destinato, e riconsegnerà la
matrice firmata al cancelliere, dopo aver fatto relazione di consegna sia sulla matrice che sulla
parte consegnata al destinatario.

Anche nel caso di notifica dell’ufficiale giudiziario, la comunicazione resta sempre un atto del
cancelliere, dove l’ufficiale giudiziario ha una funzione strumentale.

3. LA NOTIFICAZIONE

Concetto e natura giuridica:

La notificazione è un atto dell’ufficiale giudiziario, con cui si porta a conoscenza del destinatario un
altro atto scritto, di cui viene consegnata copia integrale e conforme.

Se viene disposta consegna telematica, ma non si conosce l’indirizzo PEC del destinatario,
l’ufficiale giudiziario consegnerà una copia su formato cartaceo.

Nel momento della consegna l’ufficiale giudiziario fa relazione, da lui datata e sottoscritta, che fa
fede fino a querela di falso, del contenuto circa le operazioni e ricerche eseguite, alla persona cui è
stata consegnata e il tempo e luogo di consegna.

La notificazione è atto accessorio, tranne che per gli atti che realizzano i propri effetti dalla
notificazione stessa, in questo caso essa diviene elemento essenziale e costitutivo.

Organo della notificazione:


L’organo addetto alla notificazione è l’ufficiale giudiziario.

125
In caso di suo impedimento, si puo’ delegare il messo del giudice di pace, tramite apposita delega
del capo dell’ufficio giudiziario.

In caso di atti riguardanti la competenza del giudice di pace, la notificazione viene fatta dal messo
del giudice di pace, senza necessità di delega.

Effetti della notificazione:

Gli effetti delle notificazione fanno fede alla consegna dell’atto da notificare, nell’osservanza
rigorosa delle norme di disciplina della notifica stessa, e non dalla cognizione del contenuto
dell’atto notificato.

4. DIFFERENZA TRA COMUNICAZIONE E NOTIFICAZIONE

Seppur accomunate dal fine della conoscenza di un atto, la comunicazione e notificazione hanno le
seguenti differenze:

 Contenuto: la comunicazione contiene un mero avviso, affinché venga data conoscenza di


un determinato atto al destinatario. La notificazione è un atto con cui si determina la
conoscenza formale dell’atto, attraverso la consegna di copia conforme( la notificazione è
un vero e proprio “atto accessorio” dell’atto da consegnare);
 Forma: la notificazione assume la forma di copia dell’atto da notificare, la comunicazione,
soprattutto in passato, era redatta in forma libera;
 Effetti: alla notificazione la legge processuale collega i seguenti effetti:
- Istaurazione del contradditorio;
- Decorrenza termini costituzione delle parti(163 bis. Cpc), o per impugnazioni(326cpc);
- Decorrenza del termine per il debitore di adempiere l’obbligazione prima di iniziare
l’esecuzione forzata(482cpc)
Questi effetti sono di solito esclusi in caso di comunicazione.

Con le novità apportate dal D.L.179/2012, le differenze tra comunicazioni e notificazioni si sono
quasi del tutto eliminate, soprattutto con l’introduzione della modifica all’art. 133cpc, la quale
dispone che la comunicazione avente ad oggetto la sentenza(inviata tramite PEC),deve contenere
non più solo al dispositivo ma alla versione integrale della stessa.
5. FORME DELLA NOTIFICAZIONE

126
Le forme della notificazione sono due: forme generali e forme particolari.

Forme generali:
la notificazione deve avvenire, di regola, anzitutto con consegna della copia dell’atto nelle mani
del destinatario presso la sua abitazione, o, se non possibile, in ovunque lo trovi nella
circoscrizione dell’ufficiale giudiziario. Se la notificazione non è possibile nel modo sopracitato, ci
sono delle alternative:

- Nel comune di residenza, cercando il destinatario nella casa di abitazione, luogo di


lavoro o dove esercita l’industria o il commercio, consegnando l’atto, in caso di assenza
del destinatario, nelle mani di una persona i famiglia o addetta alla casa - all’ufficio-
all’azienda, purché non minore di 14 anni o palesemente incapace;
- Se vi è rifiuto o incapacità o irreperibilità delle persone sopra citate, l’ufficiale
giudiziario, deposita l’atto da notificare nella casa comunale, affigge l’avviso in busta
chiusa sulla porta di abitazione e avvisa il destinatario tramite raccomandata. La data di
notifica sarà intesa quella della ricezione della raccomandata o comunque 10 giorni
dopo l’invio della raccomandata.
- Se il destinatario abbia eletto domicilio presso una - ufficio, la notifica può farsi alla
persona o al capo dell’ufficio, se il domicilio è stato eletto in un contratto al fine
specifico delle notificazioni, vi è l’obbligo di eseguire la notificazione presso il domicilio
eletto. La notificazione non può farsi al domicilio, se lo stesso è stato richiesto dal
domiciliatario o se questo sia morto o trasferitosi altrove;
- Se non è vietato dalla legge, la notificazione può farsi tramite posta: in tal caso
l’ufficiale giudiziario non ha limiti territoriali. Egli redige il verbale di notifica, sia
sull’originale che sulla copia da consegnare, nel quale indica anche l’ufficio postale
utilizzato che effettuerà la notificazione della copia con piego raccomandato con
ricevuta di ritorno. La data di notificazione si intenderà quella della ricezione della
raccomandata o comunque 10 giorni dopo l’invio della stessa. L’agente postale
consegna il plico nelle mani del destinatario o, in caso di assenza, a persona di famiglia
con lui convive, che non sia inferiore di anni 14 o manifestamente incapace. In
mancanza di tali persone, il plico può essere consegnato nelle mani del portiere dello
stabile(che ha rapporto di lavoro continuativo). Nel caso in cui la notifica non avvenga
nelle mani del destinatario, l’agente postale dovrà avvisare il destinatario con
raccomandata.
- Se la notifica non è in alcun modo possibile( assenza destinatario , rifiuto dell’addetto
etc), il piego viene depositato presso l’ufficio postale addetto alla consegna e, l’agente
postale dovrà notificare il tentativo di notifica e del relativo deposito attraverso avviso
in busta chiusa con raccomandata con ricevuta di ritorno, che in caso di assenza del
destinatario, dovrà essere apposto sulla porta di abitazione o in cassetta della
corrispondenza. L’avviso deve contenere: l’indicazione di chi ha richiesto la
notificazione, dell’ufficiale giudiziario al quale la notifica è stata richiesta e l’ordine
cronologico, data deposito piego e indirizzo ufficio postale ove si trova lo stesso, l’invito
a ritirarlo entro 6 mesi(180gg). Decorsi 10gg dall’invio della raccomandata, l’avviso di
ricevimento è riconsegnato al mittente, in cui si fa menzione in calce del motivo del

127
deposito e della data dello stesso. Se entro 180gg il piego non viene ritirato, lo stesso
viene riconsegnato al mittente. La notifica si intende eseguita trascorsi 10gg dall’invio
della raccomandata di avviso di deposito del piego.
- Se non è fatto divieto di legge, la notifica può avvenire con invio della copia informatica
dell’atto, sottoscritta con firma digitale, all’indirizzo PEC indicato nei pubblici elenchi, o
comunque elenchi accessibili dalle P.A.( art. 149 bis cpc),l’ufficiale giudiziario, redige
relazione di notifica su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale
e allegato all’atto da notificare. La notifica si intende effettuata al momento che il
gestore rende disponibile l’atto alla casella di posta indicata. Effettuata la notifica,
l’ufficiale giudiziario consegna al mittente, anche per via telematica, l’atto notificato
con la relazione di notifica.
- Alle persone giuridiche, enti non riconosciuti o società senza personalità giuridica, la
notificazione va fatta nelle mani del rappresentante o persona incaricata alla
corrispondenza, nella loro sede. Si può anche notificare nelle mani della persona
indicata nell’atto, nella sua residenza o domicilio.
- Per le notifiche alle amministrazione dello Stato, vanno eseguite negli uffici
dell’avvocatura dello stato, nei casi prev. Dalla legge, in tutti gli altri casi va fatta nella
sede stessa dell’amministrazione, nelle mani di chi la rappresenta nel luogo in cui
risiede il giudice che prosegue.

Forme speciali:
- se il destinatario vive abitualmente su una nave mercantile, la notifica può essere
effettuata nelle mani del comandante o chi ne fa le veci;
- se il destinatario non ha residenza, domicilio o dimora nello stato italiano e non vi ha
eletto domicilio o nominato procuratore, la notifica viene fatta con spedizione tramite
raccomandata e mediante consegna dell’altra copia al pubblico ministero che ne cura la
trasmissione al Ministero degli affari esteri per la consegna diretta al destinatario, la
notificazione si intende effettuata nei 20 gg successivi a quello in cui sono state
compiute le formalità prescritte(art. 142 cpc);
- nel caso in cui non si conosca la residenza o dimora del destinatario, la notifica viene
fatta al luogo dell’ultima residenza, se non si conosce neanche questa viene fatta nel
luogo di nascita. Nel caso non si conoscono nessuno dei luoghi sopra citati, l’ufficiale
giudiziario consegna copia al PM, anche in tal caso la notifica si intende avvenuta
passati 20gg dalle formalità prescritte;
- se il destinatario è un militare, e non si riesce a notificare in mani proprie, l’ufficiale
giudiziario, osservate le norme dell’art. 139 e succ. cpc, consegna copia al PM il quale
cura l’invio della stessa al comandante del corpo a cui il destinatario fa parte;
- il giudice, con decreto scritto in calce all’atto da notificare, può stabilire che la
notificazione venga effettuata in modo diverso da quello stabilito per legge, o anche
per telegramma, quando circostanze particolari e la necessità di celerità lo richiedono.

-
In particolare: la pubblicità per pubblici proclami:
(art. 150 cpc) -la legge prevede che, qualora la notificazione nei modi ordinari risulti difficile per il
rilevante numero di destinatari o per la difficoltà di identificarli tutti, si possa ricorrere a tale rito,
in cui il giudice con decreto, su istanza di parte, autorizza alla notificazione per pubblici proclami;

128
nel decreto dichiara altresì i soggetti a cui la notificazione è da farsi con l’ordinaria procedura, e
sono indicati i modi che appaiono più opportuni, per portare a conoscenza l’atto agli altri
destinatari.

Notificazioni effettuate dagli avvocati:


l’avvocato, munito di procura alle liti e con autorizzazione del consiglio dell’ordine di cui fa
parte, può eseguire la notificazione di atti in materia civile, amministrativa e stragiudiziale,
secondo le modalità previste dalla legge 890/1982; la notificazione, anche senza
autorizzazione del consiglio dell’ordine di cui fa parte l’avvocato, può essere effettuata
tramite invio all’indirizzo PEC.
Se si avvale di servizio postale, l’avvocato fa relazione di notifica sull’originale e sulla copia
dell’atto, facendo menzione dell’ufficio postale per mezzo di quale si spedisce il piego
raccomandato con avviso di ricevimento. In calce agli stessi atti, l’ufficio postale appone il
timbro di vidimazione, inserendo la copia/e nelle buste comunicanti, sulle quali il
notificante deve aver apposto il numero del registro cronologico.
Per le notifiche effettuate da avvocati, è previsto il versamento di diritti tramite marche da
bollo, secondo le norme dell’art.2 D.M. 27.05.94, di cui gli uffici giudiziari devono
controllare sull’esatta corrispondenza dei citati diritti.
La notificazione per via telematica, viene effettuata mediante invio all’indirizzo di PEC
risultante sui pubblici registri, se il documento non è in formati informatico, l’avvocato
effettua estrazione informatica su supporto analogico, la notificazione si esegue allegando
alla mail copia dell’atto da notificarsi, la notifica si perfeziona quando viene redatta la
ricevuta di attestazione della mail.
L’avvocato redige relazione di notificazione su documento informatico separato,
sottoscritto con firma digitale d allegato al messaggio si pec.
Per notifica telematica non è richiesta l’autorizzazione del consiglio dell’ordine, né la
tenuta del registro cronologico, né la marca da bollo di notifica.
Nei casi in cui il cancelliere deve prendere nota sull’originale del provvedimento
dell’avvenuta notificazione di un atto di opposizione o impugnazione, il notificante
provvede, contestualmente alla notifica, a depositare copia dell’atto da notificare presso la
cancelleria del giudice che ha eseguito il provvedimento.
Con la L. 69/2009, si è previsto che l’Avvocatura dello Stato possa esguire la notificazione
degli atti civili, amministrativi e stragiudiziali.

Notificazioni all’estero:
punto di partenza della disciplina è l’art. 142 cpc, vedi sopra.

Per le notifiche in ambito comunitario. Il regolamento n. 1393/2007, ha delineato le linee guida


per le notifiche tra stati comunitari, stabilendo che, le notificazioni da effettuarsi all’estero
vengano trasmesse da appositi organi mittenti, designati dai singoli stati ed indirizzati a specifici
organi riceventi.
In Italia gli organi emittenti: Uffici Unici degli ufficiali giudiziari costituiti presso le Corti d’Appello ,

129
presso i Tribunali Ordinari che non siano sedi di Corti d’Appello e presso le loro sezioni distaccate.

Gli organi riceventi sono: Ufficio Unico degli Ufficiali Giudiziari presso la Corte d’Appello di Roma.

Ogni stato indica l’autorità centrale incaricata di dare informazioni o di cercare soluzioni in caso di
trasmissioni.

La trasmissione degli atti tra l’organo mittente e ricevente può avvenire con qualsiasi mezzo
appropriato, a patto che il contenuto sia fedele a quello del documento spedito, deve essere
redatto nella lingua ufficiale dello Stato richiesto.

Gli atti e tutti i documenti trasmessi sono esonerati dalla legalizzazione o altre formalità. L’organo
mittente, che chiede la restituzione di un esemplare dell’atto corredato da apposito certificato,
deve trasmettere l’atto da notificare o comunicare in due esemplari.

L’organo ricevente procede o fa procedere alla notificazione secondo le leggi dello stato membro,
o secondo modalità richiesta dal mittente, e compatibile con le leggi dello stato ricevente.

6. COMUNICAZIONI E NOTIFICAZIONI TELEMATICHE DI CANCELLERIA

il cit. art. 16 del D.L. 179/2012, al comma 4, dispone che nei procedimenti civili, le comunicazioni e
le notificazioni di cancelleria vengono fatte tramite invio all’indirizzo PEC risultante dai pubblici
elenchi o comunque elenchi accessibili alle P.A., secondo normativa. La relazione di notificazione è
redatta in forma automatica dai sistemi informatici.

Ci sono però delle eccezioni:

- comma 6: le notifiche con deposito in cancelleria, vanno fatte nei confronti dei soggetti
che hanno l’obbligo di munirsi di indirizzo PEC, che non hanno a istituire o comunicare
tale indirizzo, tale procedura si ha anche quando vi è un caso di mancata consegna del
messaggio per cause imputabili al destinatario;
- comma 7: se il soggetto sta personalmente in giudizio, deve indicare l’indirizzo di posta
elettronica certificata se esso non è inserito nei pubblici elenchi, al quale ricevere
comunicazioni e notifiche riguardanti il processo.
- Comma 8: quando non è possibile recapitare il messaggio all’indirizzo PEC per cause
non imputabili al destinatario, si applicano le normali forme di notificazioni, telefax o
con richiesta dal cancelliere all’ufficiale giudiziario(art. 136 comma 3, art.137 e
seguenti)
4

130
TUTELA DEI MINORI ED ALTRI ISTITUTI DI PROTEZIONE
DELLE PERSONE PRIVE DI AUTONOMIA

NOZIONI DI TUTELA – LA TUTELA DEI MINORI

La tutela è l’istituto giuridico con il fine di protezione e amministrazione delle persone che per età
e incapacità, sono incapaci di amministrarsi da soli.

Esso è un surrogato della potestà genitoriale, in quanto presuppone che questa sia estinta per
morte o revocazione ad entrambi i genitori.

Presso ogni tribunale vi è un giudice con funzioni tutelari.

ORGANI COMPETENTI ALLA DENUNCIA AL GIUDICE TUTELARE

Al fine di rendere possibile la nomina del tutore, sono tenuti alla denuncia al giudice tutelare(art
345c.c.):

- L’ufficiale di stato civile, che riceve la dichiarazione di morte di un genitore che lascia
un figlio minore o che, riceve dichiarazione di nascita da genitori ignoti;
- Il notaio che procede alla pubblicazione di un testamento contenente la designazione di
un tutore o di un produttore;
- Il cancelliere che ha depositato in cancelleria un provvedimento da cui deriva l’apertura
di una tutela;
- I parenti entro il terzo grado;
- La persona designata quale tutore o protutore.

LA PROCEDURA DI APERTURA DELLA TUTELA DEI MINORI

Il giudice tutelare, appena ricevuta la notizia da cui deriva l’apertura della tutela, nomina un tutore
o protutore. Non si nomina il protutore se la tutela è affidata ad enti di assistenza.
Il giudice nomina tutore le persone designate, tramite testamento, atto pubblico o scrittura

131
privata autenticata, da chi ha esercitato per ultimo la potestà genitoriale.

Se manca la designazione o se gravi motivi si oppongono alla nomina della persona designata, la
scelta avviene tra ascendente e altri parenti, i cui nominativi vengono forniti dal giudice tutelare
con apposite schede dall’ufficiale di stato civile.

Il giudice prima della nomina, dispone l’ascolto del minore che sia maggiore di 12 anni o anche
minore, ma che sia capace di discernimento.

È nominato un solo tutore a più fratelli e sorelle, se vi è conflitto d’interessi tra minori soggetti alla
stessa tutela, il giudice tutelare nomina un curatore speciale.

La tutela può essere deferita a un ente di assistenza che operi nel Comune ove vi ha domicilio il
minore, quando nel comune di domicilio non vi siano parenti o affini.

Il giudice ha sempre la possibilità di nominare un tutore quando le circostanze lo richiedono.

Il tutore che cessa le funzioni, deve fare subito la consegna dei beni e presentare entro due mesi il
conto finale, che verrà approvato dal giudice.

Dell’apertura o chiusura della tutela, il cancelliere deve dare comunicazione entro 10 gg,
all’ufficiale di stato civile.

I provvedimenti dell’apertura e chiusura della tutela sono reclamabili entro 10 gg dall’apertura o


chiusura, per tale motivo essi devono essere comunicati anche al P.M.;

Le cancellerie non possono rilasciare copie prima di 10gg proprio per la possibilità di reclami,
tranne nei casi in cui il giudice ordina l’efficacia immediata del provvedimento.

INCAPACITA’ ALL’UFFICIO TUTELARE E DIFESA DALLO STESSO

La tutela è un ufficio obbligatorio, non si può rifiutare o rinunciare, tranne nei seguenti casi:

- Coloro che non hanno disponibilità del proprio patrimonio;


- Coloro esclusi dalla tutela con disposizione scritta dell’ultimo che ha esercitato la
potestà genitoriale;
- Coloro che hanno o sono per avere una lite pendente con il minore, con la quale può
essere pregiudicato lo stato del minore o parte del suo patrimonio;
- Coloro che sono incorsi nella perdita di responsabilità genitoriale o nella decadenza di
essa, o sono stati rimossi;
- Il fallito.
Sono dispensati dall’ufficio di tutore il presidente del Consiglio dei Ministri, i membri del Sacro
Collegio, i presidenti di assemblee legislative e i Ministri Segretari di Stato.
Hanno diritto di essere dispensati su loro domanda i soggetti elencati nell’art. 352 c.c.(chi ha più di

132
60anni, chi ha più di 3 figli etc..)

ATTRIBUZIONI DEL TUTORE E PROTUTORE

Il tutore prima di esercitare la tutela, deve prestare giuramento dinanzi al giudice di prestarla con
diligenza e fedeltà, e deve formare l’inventario dei beni del minore(362 c.c.)

L’inventario si fa con il ministero del cancelliere del tribunale o di un notaio a ciò delegato dal
giudice, con l’intervento del protutore e, se possibile, con la partecipazione del minore(che abbia
compiuto 16 anni), e con l’assistenza di due testimoni, scelti tra parenti o amici della famiglia.

Se il valore non eccede 7.75euro, il giudice può consentire che l’inventario sia fatto senza
cancelliere.

L’inventario è depositato in cancelleria, è iscritto a cronologico ea repertorio ed è soggetto a


registrazione.

Nel verbale di deposito il tutore e protutore ne dichiarano con giuramento la sincerità.

Il tutore deve amministrare il patrimonio del minore con la diligenza del buon padre di famiglia,
egli risponde al minore dei danni da lui cagionati violando i propri doveri.

Durante l’amministrazione, il tutore deve tenere la contabilità e annualmente deve rendere conto
al giudice tutelare. Il giudice può convocare in qualsiasi momento il tutore o protutore per
chiedere informazioni o chiarimenti.

TUTELA DEGLI INTERDETTI

Il giudice tutelare sovrintende anche alla tutela degli interdetti.

L’interdizione riguarda il soggetto, maggiore o minore di età, che per cause di incapacità non può
provvedere ai proprio interessi.

L’interdizione può essere proposta mediante ricorso dalla persona stessa, dal conuge, dalla
persona stabilmente convivente, dai parenti entro il 4grado, dagli affini entro il 2grado, al tutore,
curatore o P.M.

Se l’interdicendo si trova sotto la responsabilità genitoriale o ha per curatore un genitore,


l’interdizione può essere promossa solo dal genitore o dal P.M.

Per il ricorso è competente il Tribunale ove l’interdicendo ha residenza o domicilio.


Prima di decidere il giudice provvede all’esame dell’interdicendo e può provvedere alla nomina di

133
un tutore temporaneo.

Una volta promosso il giudizio di interdizione, il tribunale può, d’ufficio, dichiarare l’inabilitazione
per infermità di mente, se invece risulta opportuno l’amministrazione di sostegno, il giudice,
d’ufficio o su istanza di parte, dispone la trasmissione del procedimento al giudice tutelare. In tal
caso, sarà lo stesso Tribunale ad adottare provvedimenti urgenti circa la cura della persona
interessata e del suo patrimonio.

Diversa è invece l’interdizione legale, la quale risulta una pena accessoria decisa dal giudice penale
a seguito di ergastolo o pena di reclusione non inferiore a 5 anni.

Secondo l’articolo 32 c.p. all’interdizione legale si applicano le norme della legge civile
sull’interdizione giudiziale(424 cc – 662 cpp)

IL REGISTRO DELLE TUTELE DEI MINORI E DEGLI INTERDETTI

La cancelleria addetta all’ufficio del giudice tutelare deve tenere il registro delle tutele dei minori e
degli interdetti – MOD.32 – la cui numerazione deve essere annuale.

Il cancelliere è responsabile della tenuta del registro che, se tenuto cartaceo, deve essere da lui
numerato e vidimato prima di essere messo in uso.

Detto registro, corredato da apposita rubrica, si divide in due parti:

 Nella prima parte vengono annotati i provv. del giudice tutelare, di ciascuna tutela con
tutte le informazioni richieste(data sentenza interdizione- dati del tutore – dati del
protutore etc…)
 La seconda parte è destinata all’annotazione dei provvedimenti emanati dal tribunale per i
minorenni, che dovranno essere trasmessi al giudice titolare del luogo in cui il minore ha
domicilio.
Ad ogni tutela dei minori o interdetti, è riservato un capito speciale, formato da un foglio con due
pagine contrapposte, finito il foglio riservato si continua sul successivo foglio, con chiara
prosecuzione del foglio esaurito.

Tutte le richieste dirette al giudice tutelare circa le tutele sono registrate nel registro delle istanze
tutelari –MOD.34- così da tener traccia delle istanze, che in caso contrario andrebbero ad influire
solo nel fascicolo della tutela.
134
CURATELA DEGLI INIBALITATI E RELATIVO REGISTRO( MOD.33 –
CURATELA DEI MINORI EMANCIPATI E DEGLI INABILITATI)

L’inabilitazione è una limitazione della capacità giuridica del maggiore di età e dell’infermo di
mente, quando lo stato non è così grave da richiedere l’interdizione.

Si è inabilitati anche quando, per uso di sostanze alcoliche o stupefacenti, si espone se stessi o la
propria famiglia a gravi pregiudizi economici.

Possono essere inabilitati anche il sordo o cieco che non abbia avuto l’opportuna educazione(415
c. c.)

L’inabilitazione può essere proposta con ricorso dall’interessato, dal coniuge, dalla persona
stabilmente convivente, dai parenti entro il 4grado e affini entro il 2grado, dal tutore, curatore o
dal P.M..

Se si trova sotto la responsabilità genitoriale o ha per curatore uno dei genitori, l’inabilitazione può
essere promossa solo dal genitore o dal P.M.

Competente è il giudice dove l’inabilitato ha il domicilio o residenza.

Prima di decidere il giudice procede all’analisi dell’inabilitando e, se lo ritiene opportuno, può


nominare un curatore provvisorio, il relativo provvedimento viene iscritto nel registro degli
interdetti e inabilitati – mod.31- e comunicato entro 10gg all’ufficiale di stato civile per
l’annotazione a margine dell’atto di nascita e al giudice tutelare per l’annotazione nl registro delle
curatele – mod.33.

Se nel corso del giudizio si rileva l’esistenza delle condizioni richieste per l’interdizione, il P.M. fa
istanza al tribunale, il quale provvede dopo l’istruttoria necessaria.

Se invece si ritiene di dover applicare l’amministrazione di sostegno, si trasmette il procedimento


al giudice tutelare. Anche in questo caso il Tribunale competente dovrà poi adottare gli atti urgenti
per la cura dell’inabilitato e per il suo patrimonio.

Per la curatela è prescritta la tenuta del registro delle curatele dei minori emancipati e degli
inabilitati – MOD.33 – con numerazione annuale.

Il cancelliere è responsabile della tenuta del registro, che se su supporto cartaceo, prima id essere
messo in uso va da lui numerato e vidimato.

Tutte le istanze in merito alla curatela indirizzate al giudice tutelare vanno tenute nel registro delle
istanze al giudice tutelare – MOD.34
AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

135
La legge 6/2004 ha introdotto nel nostro ordinamento l’istituto dell’amministrazione di sostegno.

A norma dell’art. 404 c.c. la persona che, per infermità o menomazione fisica-psichica, si trova
nell’impossibilità, anche parziale o temporanea di provvedere ai propri interessi, può essere
assistita da un amministratore di sostegno. Il beneficiario conserva la capacità di agire per tutti gli
atti cui non è richiesta la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore di
sostegno e può compiere tutti gli atti per le esigenze della sua vita quotidiana.

La procedura per la nomina è prevista dagli art. 407 e 408 c.c.:

Il decreto di nomina deve contenere:

 Generalità della persona beneficiaria e dell’amministratore di sostegno;


 Durata dell’incarico(anche indeterminata);
 Oggetto dell’incarico e gli atti che l’amministratore può compiere in nome e per conto del
beneficiario;
 Gli atti che il beneficiario può compiere solo con il sostegno dell’amministratore;
 I limiti, anche periodici, delle spese che l’amministratore può sostenere con le somme che
il beneficiario ha o può avere a disposizione;
 Della periodicità con cui l’amministratore deve dar conto al giudice circa l’attività svolta e
le condizioni di vita del beneficiario.

Il giudice tutelare può modificare o integrare, anche d’ufficio, le decisioni assunte con il
decreto di nomina.
Il decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno, il decreto di chiusura e ogni altro
provvedimento, deve essere registrato nel registro delle amministrazioni di sostegno –
mod. 33 bis- tenuto dal cancelliere del tribunale. In tale registro, ad ogni amministrazione
di sostegno è riservato un foglio formato da due parti contrapposte, esaurito il foglio si
prosegue nel foglio successivo con gli opportuni richiami.
Il decreto di apertura e chiusura(per le amministrazioni temporanee) dell’amministrazione
di sostegno, devono essere comunicati entro 10gg all’ufficiale di stato civile per
l’annotazione a margine all’atto di nascita del beneficiario.
Il decreto che istituisce, modifica o revoca l’amministrazione id sostegno deve essere
iscritto per estratto nel casellario giudiziario.

10 NORME FISCALI

Gli atti della procedura della tutela dei minori e degli interdetti, compresi l’inventario, i
conti annuali e quello finale, le istanze d’autorizzazione e relativi provvedimenti, già esenti
dall’imposta di bollo, a partire dal 2002 beneficiano anche dell’esenzione del contributo
unificato(art. 10 comma 3, D.P.R. 115/2002).
La medesima esenzione dal contributo unificato e dall’imposta di bollo, è stata allargata a

136
“tutti gli atti e provvedimenti relativi ai procedimenti previsti dal titoli XII del libro I del
codice civile”, comprendendo quindi anche quelli della curatela degli inabilitati e
dell’amministrazione di sostegno.
Eguale esclusione non si applica per la tutela dei minori.
È esente da registrazione l’inventario dei beni nella tutela degli interdetti, ma non quello
della tutela dei minori.
Nessuna esenzione è prevista per altre imposte, tasse e diritti, poiché l’esenzione del
versamento del contributo unificato non può estendersi agli altri oneri fiscali o tributari se
non espressamente previsto dalla legge.
4

137
PROCEDURE CONCORSUALI
(A cura di Antonella Rapoli)

NORME GENERALI:
a. Sono riferibili alla sola impresa commerciale  con requisiti individuati dal legislatore
b. Si parla di Impresa in dissesto economico:
o Stato di crisi
o Insolvenza
c. CONCORSUALITÀ  coinvolgimento di tutti i creditori affinché siano soddisfatti.
d. UNIVERSALITÀ  Sottrarre il patrimonio all’imprenditore commerciale.

1) La principale procedura concorsuale è il FALLIMENTO  Legge fallimentare (R.D.


163/1942 modificato da D.Lgs 5/2009 e D.Lgs 169/2007) + concordato preventivo ed
amministrazione coatta
 Non sono soggetti a Fallimento e concordato preventivo se congiuntamente si ha:
- Attivo patrimoniale annuo <300.000€ nei 3 esercizi antecedenti l’istanza di
fallimento
- Ricavi lordi < 200.000€ nei 3 esercizi antecedenti l’istanza di fallimento
- Debiti < 500.000€
 Dal 2006 l’istituto della riabilitazione  diventa ESDEBITAZIONE  i debiti non
soddisfatti diventano ineseguibili per “buona condotta”.
- Tribunale chiude il fallimento con decreto sentiti il curatore ed il comitato di
creditori  il decreto è trasmesso ai creditori via PEC.
 Organi preposti alle procedure concorsuali:
- FALLIMENTO ORDINARIO  tribunale fallimentare (quello che lo ha dichiarato)
+ giudice delegato (x controllo e vigilanza) + curatore + comitato di creditori;
- CONCORDATO PREVENTIVO  tribunale (che ammette alla procedura) +
giudice delegato + commissario giudiziale;
- AMMINISTRAZIONE COATTA  tribunale (che accerta insolvenza) +
commissario liquidatore (individuale o collegiale) + comitato di sorveglianza (3-5
membri).

REGISTRI
In TRIBUNALE  in cancelleria - sez. Fallimentare

a. Ruolo delle istanze x la dichiarazione di fallimento (mod.22)


b. Registro dei fallimenti dichiarati (mod.23)
c. Registro dei concordati preventivi (mod.25)
d. Registro delle liquidazioni coatte amministrative (mod.27)
e. Registro delle amministrazioni straordinarie (mod.28)
Hanno numerazione annuale.

138
Sono a gestione informatizzata attraverso il SIECIC .

Procedura x la dichiarazione di fallimento


Imprenditore insolvente (non più in grado di soddisfare le sue obbligazioni)  è dichiarato fallito
 su ricorso :

- Del debitore;
- Di 1 o più creditori;
- Del PM.
1) Presentazione RICORSO al Tribunale competente (del luogo in cui ha sede l’impresa)
- + versamento (contributo unificato x procedure in camera di consiglio)
- + anticipazione forfetaria all’erario di spese x notificazioni;
2) iscritto nel ruolo delle istanze x la dichiarazione di fallimento;
3) procedimento x dichiarazione di fallimento in tribunale in camera di consiglio  collegiale;
4) tribunale con decreto (a firma del presidente o del giudice delegato) convoca:
- debitore;
- creditori istanti;
- PM se ha avuto iniziativa.
5) RICORSO + DECRETO notificati dalla cancelleria  alla PEC del debitore (da registro delle
imprese)  se non  brevi manu tramite ufficiale giudiziario presso la sede dell’impresa
 se non  deposito nella casa comunale.
6) UDIENZA  fissata entro 45gg dal deposito del ricorso (tra notifica ed udienza non meno
di 15gg)  termini abbreviabili x urgenza con Decreto motivato dal Presidente del
tribunale.
7) Tribunale su istanza di parte può  emettere provvedimenti cautelari o conservativi del
patrimonio  efficacia limitata fino a sentenza (che può confermarli o revocare).
 Non si dichiara fallimento se i debiti <30.000€
8) Tribunale dichiara fallimento con sentenza, con cui:
- Nomina giudice delegato;
- Nomina curatore;
- Ordina al debitore il deposito dei bilanci e scritture contabili, dei creditori  entro
3 gg
- Fissa luogo e tempo x adunanza x l’esame del passivo  non oltre 120gg da
deposito sentenza/ 180 gg se + complessa;
- Assegna termine ai creditori e terzi x deposito domande in cancelleria  entro 30
gg da adunanza;
9) SENTENZA produce effetti dalla data di pubblicazione  nei riguardi dei terzi gli effetti si
hanno dalla data di iscrizione della sentenza nel registro delle imprese.
1. Principali attribuzioni del CANCELLIERE nella procedura fallimentare

 Dopo la sentenza  ad opera del cancelliere 


- notificazioni e comunicazioni [spetta al fallito l’obbligo di consegnare al

139
curatore la propria corrispondenza]
- formazione del FASCICOLO (anche informatico) con indice e suddivisi in sezioni
tutti gli atti, provvedimenti, ricorsi attinenti al procedimento, esclusi quelli
riservati dal giudice.
 Comitato dei creditori  possono prendere visione del fascicolo
 Fallito  può prendere visione del fascicolo TRANNE:
- relazione del curatore;  copia trasmessa al PM
- atti riservati dal giudice.
 Altri creditori e terzi  se esiste interesse specifico ed attuale  possono prendere
visione ed estrarre copia, previa autorizzazione del giudice.
 Cancelliere assiste il curatore nella rimozione dei sigilli e redazione dell’INVENTARIO  redatto
in doppio originale e sottoscritto dagli intervenuti ( prima della chiusura il curatore invita il
fallito ad indicare se esistano altre attività  a pena di falsa o omessa dichiarazione)
- Un copia depositata in cancelleria;
- Una copia trattenuta dal curatore.
 Vengono meno gli obblighi della cancelleria nella procedura di realizzazione dell’attivo
(“programma di liquidazione” vendita di beni mobili/immobili/mobili registrati)  attuato
dal curatore entro 60 gg dall’inventario  egli si avvale di altri soggetti specializzati  può, in
via eccezionale, prevedere che il programma sia attuato dal giudice delegato  in tal caso
ritorna responsabile la cancelleria.

IL CURATORE FALLIMENTARE
 Nominato con sentenza  se x sostituzione o revoca  con decreto del tribunale.
[esiste registro nazionale accessibile con :

- Provvedimenti di nomina dei curatori, commissari giudiziali e liquidatori;


- Provvedimenti di chiusura del fallimento, omologazione del concordato,
ammontare dell’attivo e passivo. ]
 Entro 2 gg dalla nomina  deve comunicare l’accettazione al giudice  se non  il tribunale in
camera di consiglio ne nomina un altro d’urgenza.
 È pubblico ufficiale  amministra il patrimonio fallimentare e compie tutte le operazioni della
procedura sotto la vigilanza del giudice e del comitato dei creditori.
 Non può stare in giudizio senza autorizzazione del giudice salvo:
- X contestazioni o tardive dichiarazioni di crediti o diritti di terzi;
- nei procedimenti promossi x impugnare atti del giudice o del tribunale;
- Casi in cui non serve il difensore.
 Non assume il ruolo di avvocato.
 A fallimento dichiarato  a lui compete l’apposizione dei sigilli sui beni (secondo la procedura del
c.p.c).  se beni in + luoghi  può delegare a coadiutori designati dal giudice.  se non è
possibile “sigillare”  provvede alla descrizione nel processo verbale.
 Può richiedere l’assistenza della forza pubblica
 Deposita atti e documenti della procedura  in modalità telematica;
 Comunica con creditori e titolari di diritti  usando la PEC da loro indicata  se omessa o non
arrriva x causa del destinatario deposito in cancelleria  le conserva x 2 anni dopo la chiusura.
 Esercita personalmente le fz del proprio ufficio  ma può delegare se autorizzato dal comitato dei

140
creditori (l’onere del delegato è detratto dal suo compenso)
 Entro 60gg dalla dichiarazione di fallimento  deve presentare al giudice una relazione
particolareggiata contenente:
 cause e circostanze del fallimento;
 responsabilità del fallito;
 atti già impugnati dai creditori;
il giudice nel frattempo può richiedere una relazione sommaria;

Ogni 6 mesi redige rapporto riepilogativo  su ciò che ha svolto + conto di gestione.

 COMPENSO  liquidato su sua istanza e decreto del tribunale non soggetto a reclamo  dopo
l’approvazione del rendiconto o dopo esecuzione del concordato.  sono possibili ACCONTI  se
si susseguono + curatori: sono liquidati proporzionalmente alla fine della procedura, salvo acconti.
 gli acconti seguono la presentazione di un progetto di ripartizione parziale.  se a chiusura
non c’è attivo : le spese sono anticipate dall’erario. NO altri compensi. NO rimborsi spese.

DISCIPLINA DELLE SPESE PROCESSUALI


Tutte le spese della procedura fallimentare, più imposte e tasse  gravano sulla massa attiva del
fallimento

Il contributo unificato (€ 851,00) copre l’intera procedura  dalla sentenza che dichiara  alla
chiusura + eventuale riapertura  ALTRO CONTRIBUTO UNIFICATO se fallimento in estensione.

Se nel fallimento non vi è denaro  le spese sono:

 Prenotate a debito:  non è più necessario il decreto del giudice


o Imposta di registro;
o Imposta ipotecaria e imposta catastale;
o Contributo unificato;
o Diritti di copia.
 Anticipate dall’erario:
o Spese di spedizione, indennità di trasferta x notificazioni dell U.G.
o Indennità e spese di viaggio dei magistrati e personale d’ufficio x atti fuori sede;
o Spese ed onorari degli ausiliari del magistrato;
o Strumenti di pubblicità;
o Spese ed onorari al curatore  x volontà della Corte Costituzionale.
le spese sono annotate sulla piattaforma SIAMM-ARSPG  (a seguito di informatizzazione dei
registri)  sulla piattaforma viene elaborato il foglio delle notizie (annotate spese debito e quelle
ripetibili dall’erario)  queste cifre devono essere prontamente recuperate dalla liquidazione
dell’attivo.  ne dispone il curatore, su autorizzazione del giudice  dai fondi o dal conto
fallimentare-

il fallito non è condannato alle spese.


Spese + compenso al curatore  sono a carico de creditore istante se condannato ai danni  se

141
ha chiesto fallimento con colpa.

Spese a carico del fallito se con il suo comportamento ha dato causa alla dichiarazione di
fallimento.
5

142
OPPOSIZIONE AD ORDINANZA-INGIUNZIONE E AD ATTI DI
ACCERTAMENTO DI INFRAZIONE AL CODICE DELLA STRADA

GENERALITÀ
L’ OPPOSIZIONE AD ORDINANZA-INGIUNZIONE  strumento giurisdizionale con cui si chiede al
giudice di sindacare sulla:

- Legittimità
- Merito
di atti amministrativi con cui la PA raggiunge l’autore dell’illecito  x pagamento di sanzione +
spese.

Vale anche x opposizione all’ordinanza di confisca.

RIFORMA PROCESSUALE  D. Lgs 150/2011  contro Ordinanza-Ingiunzione e confisca gli


interessati possono proporre OPPOSIZIONE (come da art.6)  (come avviene x le controversie
regolate dal rito del lavoro)  opposizione davanti

 al Giudice Di Pace oppure


 Al tribunale  monocratico  sanzione x

Per MATERIA INDIPENDENTEMENTE DALLA


MATERIA
Tutela del lavoro Se sanzione pecuniaria max > 15.493€
Previdenza e assistenza obbligatorie Se sanzione pecuniaria senza limite
max
Tutela ambiente e inquinamento ed applicata è >15.493€
Igiene di alimenti Se sanzione di natura diversa da
Valutaria pecuniaria, sola o congiunta a sanzione
Antiriciclaggio Pecuniaria

LA PRESENTAZIONE DELL’OPPOSIZIONE
L’ OPPOSIZIONE AD ORDINANZA-INGIUNZIONE  davanti a giudice competente

- Per materia
- Per territorio  luogo della violazione
 entro 30 gg da notifica / 60 gg (se interessato risiede all’estero)  se termine è decorso  è
INAMMISSIBILE
 X violazione al C.d.S.  alternativamente  ricorso al Prefetto / autorità giudiziaria

143
ordinaria

Opposizione mediante  RICORSO + ordinanza notificata  anche a mezzo posta 


L’INTERESSATO può stare in giudizio personalmente  L’AUTORITÀ può delegare a funzionari. 
procedimento esentasse/imposte  è dovuto  contributo unificato + anticipo forfettario x
notifiche.

IL PROCEDIMENTO
RICORSO  ricevuto dal Cancelliere  lo iscrive nel ruolo generale degli affari contenziosi civili (+
rubrica alfabetica)  lo presenta al giudice:

- Se NON è nei termini  inammissibile d’ufficio  con ordinanza impugnabile;


- Se è nei termini  con decreto in calce al ricorso stesso  GIUDICE fissa
udienza  ordina all’autorità che ha emesso il provvedimento, di depositare in
cancelleria 10 gg prima dell’udienza  copia di rapporto con gli atti di
accertamento + contestazione o notificazione della violazione.
Il CANCELLIERE  notifica il ricorso) + decreto (la prova scritta della conoscenza vale come notifica
all’OPPONENTE o suo procuratore e all’AUTORITÀ ( se infrazione del C.d.S, è accertata dal
funzionari/ ufficiali dello STATO l’autorità è il prefetto. Se da funzionari/ufficiali degli EE.LL. 
l’autorità legittimata passivo all’opposizione è regione/provincia/comune).

 Tra notifica e udienza  termini come da art. 163bis c.p.c [Tra il giorno della notificazione [c.p.c. 148]
della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi [c.p.c. 155] non minori di
novanta giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se si trova all'estero]
 il giudice può sospendere (con ordinanza non impugnabile) x gravi e circostanziate
ragioni (motivazione)  e se chiesto dalle parti  se pericolo  sospensione con decreto
fuori udienza inaudita altera parte diventa inefficace se non confermata nella successiva
udienza.
 CONVENUTO  obbligo di costituirsi almeno 10 gg prima dell’udienza  DEPOSITO in
cancelleria di memoria difensiva + mezzi di prova + documenti  con eccezioni processuali
e di merito non rilevabili d’ufficio (pena decadenza).
GIUDICE ALLA PRIMA UDIENZA :

- Se ricorso NON è nei termini  inammissibile con sentenza;


- Se OPPONENTE o DIFENSORE assenti senza legittimo impedimento  giudice
con ordinanza appellabile convalida il provvedimento (se non
manifestatamente illegittimo o mancante il deposito dei documenti
dell’AUTORITA’) + spese.
- Ammette mezzi di prova proposti dalle parti e rilevanti  dispone immediata
assunzione o fissa altra udienza (termine perentorio x deposito di note
difensive)
- Vale il PRINCIPIO DISPOSITIVO  non rileva d’ufficio la nullità. Può rilevare
d’ufficio la prescrizione del diritto e riscuotere la sanzione.
GIUDICE TERMINATA L’ISTRUTTORIA  invita le parti a precisare le conclusioni e a discutere la

144
causa.  se necessario e su richiesta delle parti  altri 10 gg x deposito di note difensive  DOPO
 PRONUNCIA SENTENZA (all’udienza successiva).

LA DECISIONE
Esaurita la discussione orale e udite le conclusioni  SENTENZA che definisce il giudizio di
opposizione  LETTURA DEL DISPOSITIVO + ragioni di fatto e diritto.

SENTENZA depositata in cancelleria entro 15 gg da pronuncia (se particolarmente complessa, il


giudice fissa nel dispositivo termine di 60gg x deposito)

 CANCELLIERE :

- il giorno stesso della lettura  assegna al dispositivo un numero di sentenza,


progressivo e annuale  sarà lo stesso al deposito della SENTENZA +
motivazione;
- 2 diversi numeri cronologici sono dati al dispositivo: 1 alla lettura, l’altro al
deposito della sentenza in cancelleria.
- La comunica immediatamente alle parti;  però SOLO DOPO DEPOSITO della
sentenza completa di motivazione;  Il dispositivo, essendo letto in udienza,
non va comunicato.
- Se opposizione all’ordinanza-ingiunzione  applica sanzione x emissione di
assegni senza autorizzazione  la cancelleria a giudizio definito  ne comunica
al prefetto l’esito.
CON LA SENTENZA IL GIUDICE può:

- Rigettare opposizione  spese al ricorrente


- Accoglie opposizione  annulla in tutto/in parte l’ordinanza  determina
eventuale sanzione dovuta (almeno minimo edittale)
6

145
SUCCESSIONE E PUBBLICITÀ DEI TESTAMENTI

NOZIONI GENERALI E REGISTRO


Nella CANCELLERIA di ogni tribunale, tenuto a cura del cancelliere  c’è il registro delle
successioni (mod.35) + rubrica alfabetica (se cartaceo)  x la pubblicità degli atti di successione.
 pubblici ed opponibili a terzi.

REGISTRO (se cartaceo)  numerato e vidimato in ogni foglio dal cancelliere  nell’ultimo c’è il
numero tot delle pagine.  è annuale  + RUBRICA  dei testamenti depositati in cancelleria dai
notai  sono pubblici  su richiesta la cancelleria rilascia estratti e certificati.

 REGISTRO delle successioni  è diviso in 3 parti:


- 1° parte  registra le accettazioni dell’eredità con beneficio di inventario + atti
e dichiarazioni relative + nomina curatore + le pubblicità x i creditori;
- 2° parte  registra le rinunce all’eredità;
- 3° parte  registra le nomine dei curatori per le eredità giacenti, gli atti d
curatela, accettazione e rinuncia degli esecutori testamentari.
L’ISCRIZIONE nel registro è fatta:

- D’ufficio  dal cancelliere (dichiarazioni che lui riceve / provvedimenti del


giudice)
- Su istanza di parte  con produzione di copia autentica dell’atto .
Questi atti sono iscritti nel ruolo generale degli affari civili non contenziosi e da
trattarsi in camera di consiglio.

RACCOLTA DI TESTAMENTI
NOTAIO  trasmette copia in carta libera dei verbali + testamento pubblico  redatti e
trasmessi ad apertura della successione  nella cancelleria del tribunale dove questa si è aperta.

CANCELLIERE  raccoglie in appositi volumi (verbali + testamento) + annotazione in rubrica


alfabetica generale  REGISTRO GENERALE DEI TESTAMENTI (mod.47)  no informatizzato

le copie possono essere esaminate da chiunque ne faccia richiesta.

ACCETTAZIONE DELL’EREDITÀ
a) Generalità
EREDITÀ  accettazione con DICHIARAZIONE:

- Semplice;
- Con beneficio d’inventario  tiene separato il patrimonio del defunto da quello

146
dell’erede  si prescrive in 10 anni da apertura successione (non la rileva il
cancelliere d’ufficio)  prescrizione opposta da interessato.  è necessaria
dichiarazione:
o Al cancelliere [?] del tribunale in cui si apre la successione;  la nota
dice: dal 2010 è il funzionario giudiziario o direttore amministrativo;
o al notaio  con istanza (con bollo) + copia di dichiarazione in argomento
 si procede ad inserzione nel registro delle successioni.
 Dopo la dichiarazione di accettazione con beneficio d’inventario  entro 1 mese
dall’inserzione nel registro delle successioni  deve essere trascritta d’ufficio (dal
CANCELLIERE) su supporto informatico ed inviata con copia autentica allegata all’atto di
accettazione.

b) Inventario
Prima / dopo la dichiarazione d’accettazione con beneficio d’inventario  INVENTARIO:

- Se PRIMA  deve avere la data di compimento


- se è fatto DOPO  deve essere fatto entro 3 mesi dalla dichiarazione  ed
entro 1 mese il pubblico ufficiale che lo ha redatto deve far inserire nel registro
LA DATA DI COMPIMENTO;
FORMULAZIONE  chiesta con ricorso al tribunale  che provvede con decreto

RICHIESTA  da chi ha diritto alla rimozione dei sigilli:

- esecutore testamentario;
- coloro con diritto di successione;
- creditori.
ESEGUITO

- dal cancelliere del tribunale;


- Dal notaio designato dal defunto con testamento o nominato dal tribunale;
previo avviso almeno 3 gg prima (luogo, data, ora)  non necessario a coloro che NON HANNO
residenza/domicilio nella circoscrizione del tribunale  in loro vece si avvisa il notaio (che a
seguito di istanza di chi ha chiesto l’inventario) è nominato con decreto del tribunale x
rappresentarli.

HANNO DIRITTO DI ASSISTERE:

- Coniuge superstite, eredi legittimi presunti, esecutore testamentario, eredi


istituiti e legatari, creditori che si oppongono alla rimozione dei sigilli.
L’ufficiale che procede può nominate 1 o + STIMATORI  x la valutazione.

PROCESSO VERBALE DELL’INVENTARIO deve contenere:


- Descrizione di immobili, loro natura, situazione, confini, dati catastali e mappe

147
censorie;
- descrizione e stima di mobili;
- quantità e specie di monete contante;
- indicazione di altre attività e pssività:
- eventuali libri e registri di commercio  firmate in principio e fine dall’ufficiale;
- ora di apertura e chiusura.

MODALITÀ DI CHIUSURA DELL’INVENTARIO E NORME FISCALI


Prima di chiudere l’inventario l’ufficiale (cancelliere o notaio) chiede a chi custodiva o abitava 
se esiste altro da inventariare.

I processi verbali di inventario (come accettazione/rinuncia di eredità) sono soggetti a pagamento


del bollo.

I processi verbali sono soggetti a registrazione  dal cancelliere entro 20gg dalla chiusura.

1. Compenso ai funzionari di cancelleria per le operazioni di inventario

Non compete loro alcun compenso, se non l’indennità d trasferta o di missioni.

2. Rinuncia all’eredità

Con dichiarazione al notaio o cancelliere del tribunale in cui si è aperta la successione  è inserita
nella seconda parte del registro delle successioni.

Ove il chiamato abbia rinunciato gratuitamente all'eredità, gli altri chiamati a cui l'eredità è stata
devoluta possono completare l'iter formale affinchè la rinuncia possa considerarsi valida (519 c.c.).

Può essere impugnata dai creditori del rinunciante e sino alla prescrizione può essere revocata 
con la stessa modalità della rinuncia.

Verbale di rinuncia all’eredità o al legato  in carta bollata  è soggetto a registrazione ma non a


trascrizione.

EREDITÀ GIACENTE
Aperta la successione può avvenire che i chiamati non accettino subito l’eredità  intercorre lasso
di tempo tra la delazione e l’accettazione  per evitare che i beni ereditari restino abbandonati e
privi di tutela giuridica  è predisposto istituto dell’EREDITÀ GIACENTE  il tribunale in cui la
successione si apre nomina un curatore dell’eredità (su istanza o d’ufficio)  x curare gli interessi
dell’eredità fino a che non è accettata / devoluta allo Stato.

CURATORE  nominato con decreto  notificato dalla cancelleria al nominato  è iscritto nella
3° parte del registro delle successioni (dove si annotano gli atti compiuti nell’interesse della
curatela)  il CURATORE può rinunciare  se accetta GIURA davanti al giudice di custodire e
amministrare fedelmente  agisce sotto la vigilanza del giudice, da cui può essere revocato e
sostituito  a cui presenta i conti di gestione.
OBBLIGHI  INVENTARIO dell’eredità ( che è eseguito dal cancelliere o dal notaio. Vd. b))  nei

148
30gg successivi promuove la vendita dei beni mobili, quella dei beni immobili deve essere
autorizzata dal tribunale con decreto in camera di consiglio SE NECESSARIA.

CESSA ad accettazione dell’eredità.  se non ci sono eredi fino al 6° la procedura si chiude e


l’eredità è acquisita dallo Stato.

Se l’EREDITA’ GIACENTE è attivata d’ufficio le spese processuali sono:.

PRENOTATE A DEBITO:

- Contributo unificato;
- Diritti di copia.
ANTICIPATE DALL’ERARIO:

- Spese di indennità di trasferta, spedizione, notificazione;


- Spese di viaggio dei magistrati e di appartenenti al suo ufficio x lo
svolgimento di atti fuori sede;
- Spese di pubblicità.
RECUPERO DELLE SPESE  il giudice, conclusa la procedura  pone le spese a carico del curatore
 quindi dell’eredità.  se l’erede accetta, pertanto saranno a carico suo  si costituisce TITOLO
X IL PROCEDIMENTO DI RECUPERO  regole ordinarie (iscrizione del credito nel registro dei
crediti, iscrizione al ruolo, ecc..)

ESECUTORI TESTAMENTARI
Di norma spetta all’erede eseguire le disposizioni del de cuius, ma ci sono casi in cui può essere
necessario nominare un ESECUTORE TESTAMENTARIO che metta in atto le ultime volontà 
devono essere indicate in un atto.  possono essere nominati + esecutori  devono essere
persone che abbiano la piena capacità di obbligarsi  possono Accettare/rifiutare  ma deve
essere risultare da dichiarazione fatta in cancelleria del tribunale in cui si è aperta la successione
annotata nella 3° parte del registro delle successioni  l’accettazione non può avere condizioni o
termine.

APPOSIZIONE DI SIGILLI
Se i beni ereditari restano incustoditi / sono nella disponibilità di alcuni e potrebbero essere
sottratti o dispersi  ciascun interessato può chiedere al tribunale del luogo dove si trovano i beni
l’APPOSIZIONE DEI SIGILLI  il tribunale provvede con decreto  se nel luogo non c’è tribunale,
provvede il giudice di pace che trasmette immediatamente al tribunale il processo verbale.

POSSONO RICHIEDERLO:

- L’esecutore testamentario;  DEVE se tra gli eredi ci sono minori/ interdetti/


assenti/ persone giuridiche;
- Chi ha diritto alla successione;
- Chi coabitava col defunto se gli eredi sono assenti;
- I creditori;

149
ISTANZA  mediante RICORSO in cui il richiedente dichiara la residenza / elegge il domicilio nel
Comune sede del tribunale  se istanza fatta mentre si procede ad inventario si sigillano solo gli
oggetti non inventariati  se inventario concluso : non si sigilla a meno che l’inventario non sia
impugnato.

DISPOSTA D’UFFICIO  su richiesta del PM se:

- Coniuge o alcuni eredi sono assenti;


- Se ci sono minori/interdetti e manca il tutore o curatore;
- Se il de cuius aveva rivestito cariche pubbliche e nei suoi luoghi siano rinvenibili
atti della PA o a carattere riservato  si sigillano solo i luoghi/mobili dove ci
possa essere qualcosa;
- All’APPOSIZIONE PROVVEDE DIRETTAMENTE IL GIUDICE che ha emesso il
provvedimento con l’assistenza del cancelliere (che redige processo verbale:
operazioni svolte, numero di sigilli. Custodisce le chiavi delle serrature sigillate
sino a rimozione)  il giudice può richiedere l’intervento della forza pubblica.
- Art. 757 c.p.c.  si trovano testamenti o altre carte importanti, il giudice
provvede alla conservazione di essi. Se non può provvedervi nello stesso giorno,
nel processo verbale descrive la forma esterna delle carte, e le chiude in un
involto da lui sigillato e sottoscritto, in presenza delle parti, fissando il giorno e
l'ora in cui emetterà i provvedimenti ulteriori.
- Art 758. Cpc  Se vi sono oggetti sui quali non è possibile apporre i sigilli, o che
sono necessari all'uso personale di coloro che abitano nella casa, se ne fa
descrizione nel processo verbale. Delle cose che possono deteriorarsi, il giudice
può ordinare con decreto la vendita immediata, incaricando un commissionario.
- Il giudice nomina un CUSTODE x conservare le cose sigillate.
Una volta posti i sigilli  neppure il giudice ed il cancelliere possono più accedere  salvo per
motivi urgenti e con decreto motivato del giudice su istanza dell’esecutore testamentario/ eredi/
creditori/ d’ufficio  si procede a rimozione  l’istanza e il decreto sono stesi di seguito al
processo verbale di apposizione.

La RIMOZIONE non può avvenire e l’inventario non può essere eseguito se non dopo 3 gg
dall’apposizione dei sigilli  è necessario avvisare chi ha diritto di assistere almeno 3 gg prima 
se urgenza (con decreto motivato) si procede prima  se uno degli eredi è minore, prima di
procedere è necessario nominare un tutore.

La RIMOZIONE è eseguita dal cancelliere o da un notaio nominato dal giudice (dal NOTAIO se si
deve procedere ad inventario)  se NON INVENTARIO può procedere anche il giudice di pace, ove
non sia il tribunale.

Chi procede verifica lo stato dei sigilli  se manomessi  sospende e fa rapporto al giudice, il
quale si reca sul luogo per verifiche e provvedimenti necessari.
150
1

LE CANCELLERIE GIUDIZIARIE

LE CANCELLERIE E LE SEGRETERIE GIUDIZIARIE


Presso la magistratura giudicante (C.Cassazione, C.d’Appello, Tribunale; G. di Pace)  è istituito
ufficio di CANCELLERIA

Presso la magistratura requirente (Procura Generale presso la C. Cassazione. P. Generale presso la


C. d’Appello. P. Generale presso il Tribunale)  è istituito ufficio di SEGRETERIA.

La differenza è solo nella denominazione, il personale amministrativo ha lo stesso profilo


professionale ed accede con lo stesso concorso  la distinzione è solo in sede di assegnazione e di
funzioni svolte, se x il PM o x il Giudice.

FUNZIONI  compiti di documentazione delle attività giudiziarie

- Registrazione e custodia di atti;


- Funzioni amministrative che garantiscono alla funzione giurisdizionale di essere
efficace;
o Documentazione processuale;
o Pubblicazione degli atti del magistrato;
o Esecuzione dei provvedimenti emessi.
- FZ AUTONOME  articolazioni periferiche del Ministero della Giustizia 
amministrative:
o Atti di notorietà
o Autentica di firme
o Rilascio di copie autentiche di documenti esibiti da privati.
o Ecc

CANCELLIERE  Nomenclatura impropriamente usata in maniera generica x tutto il personale di


cancelleria.  distinzione x funzioni:

- GIURISDIZIONALE: documentazione / assistenza / autenticazione


o Documentazione (come Notaio)  conferisce all’atto la pubblica fede;

151
o Autenticazione  imprime sigillo dell’ufficialità e legalità  sottrae
l’atto alla disponibilità del giudice
- AMMINISTRATIVE:
o partecipazione a commissioni centrali / periferiche che operano nella
Giustizia  come componente o segretario;
o incarichi ispettivi presso cancellerie / G. di Pace e assistenza ai giudici
ispettori
o vidimazione dei registri di cancelleria
o rilascio di ordini di pagamento spese.
1. Il personale amministrativo degli uffici giudiziari

COMPARTO MINISTERI  diviso in 9 qualifiche funzionali  ≠ livello retributivo

- Qualifica dirigenziale  con qualifica professionale e retributiva specifica;


- Qualifica NON dirigenziale  criterio di flessibilità  nuovi modelli
organizzativi.
Le 9 qualifiche funzionali  accorpate in 3 aree di inquadramento:
o AREA A (o PRIMA)  qualifiche I II e III  ex posizione economica A
o AREA B (o SECONDA) qualifiche IV V e VI  ex posizione economica B
o AREA C (o TERZA ) qualifiche VII, VIII e IX posizione economica C 
personale ad esaurimento;
ad ogni area corrispondono livelli omogenei di competenze, conoscenze e
capacità.  all’interno dell’area sono collocati i profili professionali  secondo
i settori di attività sono indicate in maniera sintetica:
o Mansioni
o Requisiti
o Livello professionale richiesto;
per cui il dipendente è adibito alle mansioni x cui è assunto.
L’accesso a ciascuna area parte dalla posizione retributiva iniziale sono
possibili progressioni  x fasce economiche.

I PROFILI PROFESSIONALI DELL’AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA


29/07/2010  nuovo C.C. Integrativo del personale non dirigenziale del M. della Giustizia:

- Definizione del nuovo ordinamento professionale e dei profili;


- Flessibilità tra profili all’interno delle aree;
- Progressioni all’interno del nuovo sistema classificatorio  le 3 AREE
Ogni profilo è articolato in fasce retributive:  la differenza non è nelle mansioni, ma solo nella
retribuzione  effetto della progressione x competenze maturate

Ogni lavoratore è inscritto in un’area funzionale e in un profilo professionale.


152
AREA FUNZIONALE FASCE RETRIBUZIONE PROFILO PROFESSIONALE

PRIMA 3 fasce ausiliario


SECONDA 6 fasce conducente di automezzi;
Operatore giudiziario:
assistente alla vigilanza dei
locali e l servizio automezzi;
assistente giudiziario,
cancelliere, contabile,
assistente informatico,
assistente linguistico,
ufficiale giudiziario.
TERZA 7 fasce Funzionario giudiziario,
funzionario contabile,
funzionario informatico,
funzionario linguistico,
funzionario UNEP,
funzionario statistico,
funzionario
dell’organizzazione,
funzionario bibliotecario,
direttore amministrativo.
Ogni lavoratore è inscritto in un’area funzionale e in un profilo professionale.

L’ASSISTENTE GIUDIZIARIO
Nel profilo confluisce la figura dell’Operatore giudiziario, ex posizione economica B2 e B3

 SPECIFICHE PROFESSIONALI:
o Conoscenze teoriche e pratiche di medio livello;
o Discreta complessità dei processi e delle problematiche da gestire;
o Capacità di coordinamento di unità operative interne  assunzione di
responsabilità dei risultati;
o Relazioni con capacità organizzative di media complessità.
 CONTENUTI PROFESSIONALI:
o Lavoratore svolge (anche al pc)  su istruzioni  collaborazione in compiti di
natura giudiziaria, contabile, tecnica e amministrativa.  cura l’aggiornamento e la
corretta conservazione di atti e fascicoli.  dopo 1 anno di esperienza: assistenza al
magistrato nell’attività istruttoria / dibattimento x relazione e sottoscrizione dei
verbali.
 ACCESSO AL PROFILO:
fascia F2 - SECONDA Area mediante CONCORSO PUBBLICO (!)
 REQUISITI DI ACCESSO:
Diploma di I.S. di 2°, conoscenza lingua straniera; uso apparecchiature informatiche.
X ciò che attiene il processo civile telematico  può svolgere :

153
- Deposito di atti;
- Accettazione della busta telematica;
- Accettazione atti x cui non si genera una responsabilità contabile  x cui serve
il cancelliere.

I DIRIGENTI PRESSO GLI UFFICI GIUDIZIARI


Uffici giudiziari  “doppia dirigenza”  xchè vi operano contemporaneamente:

- personale amministrativo  x cui c’è il Dirigente Amministrativo;


- Magistrati (con ordinamento e stato giuridico propri) x cui c’è magistrato
“capo dell’ufficio” ( presidente del tribunale, di corte, Procuratore…) e che
esercita funzioni dirigenziali + importanti.
Da Riforma dell’Ordinamento Giudiziario (D.Lgs 240/2006)  distinzione tra funzioni del dirigente
amministrativo e magistrato capo d’ufficio:

MAGISTRATO CAPO D’UFFICIO DIRIGENTE AMMINISTRATIVO


- È titolare dell’ufficio  Primario - (1) Si coordinano x l’impiego ragionato
- Garantisce l’unitarietà dell’ufficio; delle risorse materiali e finanziarie A LUI
- Rappresenta l’ufficio; assegnate;  x cui redigono
- Adotta i procedimenti x organizzare congiuntamente un programma delle
l’attività e x gestione dei magistrati (1); attività da svolgere nell’anno (entro il
- È il datore di lavoro x la sicurezza 15/02).
(81/2008); - Assegna il personale amministrativo, le
- È funzionario delegato x le spese di risorse finanziarie e beni materiali;
funzionamento degli uffici giudiziari (2) - Controlla l’attività lavorativa, l’integrità
degli strumenti, idoneità all’impiego;
- Ha potere disciplinare  x rimprovero
verbale e censura:
- Gestisce le cause di sospensione del
rapporto (infortunio, malattia, maternità),
permessi e ferie.
- È competente x i provvedimenti che
impegnano verso l’esterno  secondo gli
indirizzi dell’amministrazione centrale /
direzioni regionali e di quanto previsto nel
programma delle attività.
- È funzionario delegato sul piano contabile
 è responsabile delle spese ordinate e
della regolarità dei pagamenti.  x le
spese di giustizia (2)

La funzione di DIRIGENTE AMMINISTRATIVO può essere svolta SOLO da un dirigente, non da un


“facente funzione delegato” appartenente alle aree funzionali  Se il posto è vacante  il ruolo è
ricoperto dal MAGISTRATO CAPO D’UFFICIO.
Se è vacanza temporanea  allora sì, si individua il funzionario delegato vicario.

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