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DEPOSITI GIUDIZIARI
(a cura di Angela Siragusa)
GENERALITÀ
Nel corso dei procedimenti giudiziari (civili, penali, volontaria giurisdizione, amministrativi rimessi
alla competenze del G.O.) può sorgere la necessità di depositati DENARO e TITOLI, allo scopo di:
- Garanzia
- Cautela processuale imposta dalla legge o dal giudice
- Semplice e temporanea custodia.
Idealmente tale custodia dovrebbe essere affidata alle cancellerie, ma poiché queste ultime non
sarebbero in grado di garantire la dovuta sicurezza, la legge ne attribuisce il compito ad istituzioni
pubbliche o private. Inoltre, una recente normativa dispone che in alcuni casi, anziché Poste
italiane, il ruolo di depositario sia svolto dalla società Equitalia giustizia spa, in qualità di gestore
del F.U.G.
Tale normativa può subire deroghe: tali depositi possono essere effettuati anche presso istituti di
credito.
DEPOSITANTI
Essi sono:
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A tale fondo affluiscono:
a) In materia penale:
1. Le somme di danaro, i titoli al portatore, quelli emessi o garantiti dallo Stato ed ogni
altra attività finanziaria a contenuto monetario o patrimoniale sequestrati
nell’ambito di procedimenti penali e di procedimenti di applicazione di misure di
prevenzione. Tali risorse, qualora non facciano parte di complessi aziendali, non
affluiscono al FUG, se non in occasione dell’eventuale liquidazione dell’azienda
stessa. Devono anche includersi le somme di denaro oggetto di sequestro
conservativo.
2. I proventi derivanti dai beni confiscai nell’ambito dei predetti procedimenti o di
quelli di irrogazione di sanzioni amministrative
3. Le somme di denaro ex art. 262 comma 3 bis cpp, cioè quelle per le quali non è
stata disposta la confisca e nessuno ne ha chiesto la restituzione.
b) In materia civile:
1. Le somme di danaro già depositate presso Poste Italiane spa, banche o latri
operatori, in relazione a procedimenti civili di cognizione, esecutivi o speciali, non
riscossi o non reclamati dagli avanti diritto entro 5 anni dalla data di estinzione del
procedimento o dal momento in cui l’ordinanza di assegnazione è diventata
definitiva.
2. Le somme di danaro ex art. 117, quarto comma, R.D. 267/42, e cioè le somme
spettanti ai creditori del fallimento che non si presentano per il riparto finale o che
sono irreperibili, decorsi 5 anni dall’avvenuto deposito da parte del curatore
fallimentare, di dette somme sul libretto postale giudiziario.
Le somme ricavate dalle vendite nelle esecuzioni mobiliari ed immobiliari promosse dagli
esattori delle imposte
Le somme provenienti da successioni di cittadini italiani deceduti all’estero
Le somme ricavate dalle vendite mobiliari e quelle provenienti da esecuzioni forzate in
genere
Le somme provvisoriamente depositate in cancelleria per cauzione e per spese, nelle
procedure di espropriazione immobiliare dagli offerenti agli incanti rimasti aggiudicatari
Le somme provenienti da cauzioni in materia civile
Prima dell’istituzione del FUG, venivano depositare presso Poste Italiane anche le somme ricavate
da vendite di corpi di reato, non confiscati, nonché le somme sequestrate nei procedimenti penali.
I depositi presso gli uffici postali sono divenuti fruttiferi in virtù degli artt. 8, comma 4, e 11 D.M.
2002. Le nuove disposizioni si applicano anche ai depositi giudiziari in essere alla data di entrata in
vigore del decreto stesso.
Gli uffici postali, però, possono ricevere in deposito somme di denaro solo per conto di uffici
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giudiziari che abbiano sede nello stesso comune.
All’atto del deposito, l’ufficio postale rilascia gratuitamente un libretto di risparmio senza limiti di
somma e provvede all’apertura di una partita nel registro. S-bis, scrivendo in ambedue:
Generalità dell’intestatario
Ammontare del deposito
Indicazione della causale
Cancelleria presso la quale il libretto deve rimanere in deposito, fino all’estinzione del
deposito, ed è conservato nel fascicolo al quale si riferisce.
Una volta estinti, i libretti devono essere restituiti all’ufficio postale emittente, a cura del
cancelliere.
Sul libretto devono annotarsi tutti i mandati di pagamento. Esaurite le pagine del libretto, l’ufficio
postale ne rilascia un altro, trasportandovi il credito residuo.
- Smarriti
- Distrutti
- Sottratti
I libretti Mod. B-1 devono sempre essere intestati alla parte anche quando sono effettuati dai
procuratori, con le seguenti eccezioni:
Alla procura della repubblica, somme pertinenti a cittadini italiani morti all’estero
Ad avvocati muniti di procura, per somme depositate per concorrere ad incanti per conto
di persone da nominare
Al debitore riguardo la somma inerente il prezzo di aggiudicazione nei procedimenti di
espropriazione immobiliare
Presso tale cassa si eseguono i versamenti relativi alle sanzioni in caso di:
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Imposte al custode delle cose sequestrate
Imposte in caso di restituzione delle cose sequestrate a chi ne abbia diritto
Offerte dall’imputato al responsabile civile per garantire i crediti ex art. 316 cpp
In tal caso il giudice dispone con decreto che non si faccia luogo al sequestro conservativo e
stabilisce le modalità con cui la cauzione deve essere prestata.
Il deposito in titoli si effettua tramite la cancelleria del giudice che ha inflitto la sanzione, la quale
ne curerà l’inoltro all’amministrazione della cassa.
Gli uffici giudiziari hanno l’obbligo di inoltrare alla cassa delle ammende un’apposita
comunicazione di avvenuto versamento, corredata da lettera esplicativa della causale di ciascun
versamento.
- per confisca: che devono essere devolute alla cassa delle ammende
- o per restituzione: che avviene mediante emissione di mandato di pagamento solo dopo
che la cancelleria abbia trasmesso alla cassa delle ammende la copia del provvedimento di
restituzione e un certificato in duplice copia attestante l’esistenza o meno di eventuali
spese o spese pecuniarie, affinché il relativo importo se dovuto, sia trattenuto dalla cassa e
inoltrato all’erario.
La cancelleria deve inoltre segnalare alla cassa l’ultimo recapito della persona avente diritto al
rimborso. Del deposito non è previsto l’iscrizione nel registro generale dei depositi giudiziari
(Mod.1).
Del deposito non è prevista iscrizione nel registro generale dei depositi giudiziari.
I prelevamenti avvengono con l'emissione di apposito provvedimento autorizzativo del magistrato
e presentazione del libretto per l'annotazione delle operazioni o estinzioni del deposito.
Per ogni pagamento deve essere emesso dal giudice delegato mandato, direttamente al nome
della persona cui deve essere effettuato il pagamento.
Il giudice delegato e il cancelliere devono depositare la firma presso l'istituto di credito, che è
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tenuto a dare comunicazione alla cancelleria di ciascuna operazione o ritiro di somme.
REGISTRI DI CANCELLERIA
Per i depositi giudiziari è prescritta la tenuta di alcuni registri ad opera degli uffici giudiziari. In
particolare il registro Fug, I registri Mod. I e IV e il registro memoriale sono prescritti per tutte le
cancellerie presso cui possono affluire depositi.
I Mod. II e III sono prescritti solo presso la cancelleria del tribunale ove si svolgono le procedure
inerenti l'esecuzione immobiliare.
Qualora sussistano particolari esigenze logistiche ed organizzative i registri possono essere
duplicati con provvedimento del capo dell'ufficio giudiziario.
REGISTRO FUG
Tale registro è stato istituito a decorrere dal 1 gennaio 2009 e sostituisce il registro generale dei
depositi giudiziari nella sola materia penale.
Le risorse sequestrate vanno iscritte nel registro in uso all'ufficio giudiziario che procede. Nel caso
in cui il pubblico ministero esercita l'azione penale o richiede l'archiviazione, nel registro in uso la
procura della Repubblica va annotata la data in cui gli atti vengono trasmessi.
In questo caso l'ufficio giudicante deve scrivere nel proprio registro quanto in sequestro,
comunicando il numero di iscrizione all'ufficio inquirente per l'annotazione nel omologo registro.
Il registro Fug è suddiviso in due sezioni: ordinario e misure di prevenzione.
Le annotazioni in questo registro di tutte le informazioni in esso previste sono necessarie per
l'evidenza delle risorse che sono affluite al fondo , sia al fine di effettuarne periodici controlli sia
per l'annotazione della definizione della procedura.
Inizialmente era prevista la tenuta del registro in forma cartacea mentre adesso il sistema si è
completamente informatizzato: di conseguenza tutti i dati relativi ai beni oggetto di sequestro
sono di competenza del Fug.
Poiché con l'implementazione del sistema informativo delle misure di prevenzione è contemplata
la piena integrazione dei dati inseriti progressivamente dei vari uffici interessati, risulta
fondamentale ed imprescindibile che siano inserite in modo completo ed esaustivo le informazioni
che riguardano le risorse economiche influenti nel suddetto fondo.
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I cancellieri debbono scrivervi, appena ricevuti, i depositi eseguiti dalle parti o dalla cancelleria sui
libretti postali che vengono depositati in cancelleria.
In tale Mod. devono essere riportate tutte le notizie del caso e deve essere staccata la relativa
ricevuta per essere consegnata all'interessato. Nel giorno stesso del versamento i cancellieri
devono presentare il relativo libretto di risparmio. Tale libretto deve essere iscritto sul registro
Mod. I della cancelleria dell'ufficio giudiziario nella cui giurisdizione si trova l'ufficio postale
emittente, non avendo influenza la circostanza che a giudicare sia competente altra autorità
giudiziaria.
MOD. II
Detto registro serve per annotarvi depositi provvisori eseguiti in cancelleria per concorrere agli
incanti nelle procedure di espropriazione immobiliare. Il giudice dell'esecuzione, infatti, quando
dispone la vendita stabilisce l'ammontare della cauzione il termine entro il quale deve essere
presentata dagli offerenti.
La cauzione costituisse una percentuale del prezzo base e tale somma è destinata ad essere
convertita in deposito definitivo per gli aggiudicatari, oppure è destinata ad essere restituita a
coloro che non risultano aggiudicarsi l'incanto o la gara. Coloro che intendono partecipare
all'incanto dunque devono effettuare nelle mani del cancelliere, il deposito dell'indicata cauzione
insieme con l'ammontare approssimativo delle spese di vendita.
MOD. III
si tratta di un Mod. che serve per la partecipazione, da farsi all'ufficio postale, per la conversione
dei depositi provvisori, effettuati per concorrere agli incanti, in depositi definitivi, mediante
versamento entro il giorno successivo all'udienza e l'iscrizione sul registro Mod. I del relativo
libretto, previo discarico nel Mod. II.
MOD. IV
I depositi giudiziari sono depositi vincolati, per cui qualsiasi modificazione della loro destinazione
consistenza è subordinata ad un provvedimento del magistrato e all'adempimento di alcune
formalità che variano con il variare della specie di deposito. Tale registro serve per prelevare
somme depositate sui libretti postali infruttiferi mediante mandati emessi dall'autorità giudiziaria.
Tali mandati si compongono di quattro parti:
MEMORIALE
Questo registro serve per trasmettere la parte seconda terza del registro Mod. IV all'ufficio postale
che emise il libretto e che deve eseguire il pagamento. L'ufficio postale poi rilascia ricevuta del
pagamento mediante annotazione sullo stesso registro. Tutti i registri devono essere numerati e
vidimati ciascun foglio dal capo dell'ufficio giudiziario il quale deve indicare alla fine del registro
stesso il numero dei fogli di cui si compone.
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RESTITUZIONE, CONFISCHE DEVOLUZIONE DELLE RISORSE AFFLUITE AL FUD
In caso di restituzione delle somme dei valori sequestrati, l'ufficio, oltre a comunicare all'avente
diritto il provvedimento di restituzione, deve darne comunicazione di quelli che sono i valori.
Decorsi tre mesi dalla comunicazione dell'avviso senza che l'avente diritto abbia provveduto al
ritiro, sono devoluti alla cassa ammende.
Per la comunicazione indirizzata alla società, non si allega alcuna copia del provvedimento di
restituzione.
Non si procede alla comunicazione mediante Mod. C quando l'avente diritto alla restituzione è
ignoto o irreperibile.
Mediante l'ulteriore Mod. C-bis deve essere data comunicazione alla società Equitalia giustizia in
ordine alla data di ricezione, ai fini della devoluzione delle risorse alla cassa delle ammende.
Lo stesso Mod. C-bis deve essere utilizzato nelle ipotesi di restituzione sia all'avente diritto ignoto
o irreperibile sia all'avente diritto al quale non è stato possibile notificare l'avviso di cui al Mod. C
per sopravvenuta in reperibilità.
In entrambi i casi mediante il Mod. C bis sono comunicate alla società Equitalia giustizia la data in
cui il provvedimento di restituzione è passato in giudicato o divenuto definitivo e le relative
informazioni sulle somme oggetto del provvedimento, ai fini della devoluzione delle risorse alla
cassa delle ammende, decorsi sei mesi previsti dalla legge.
Se si tratta di somme oggetto di sequestro conservativo, la comunicazione alla società Equitalia
giustizia in ordine ai provvedimenti di assegnazione delle predette somme deve essere effettuata
utilizzando il Mod. C-ter.
Infatti tutti i depositi anche se anteriori sono ormai regolati dalla nuova disciplina.
I provvedimenti di confisca delle risorse sequestrate sono comunicate alla società Equitalia
giustizia nel Mod. D.
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degli estremi del mandato, importo e beneficiario più firma convalidata.
Il mandato non può essere ammesso al pagamento finché l’ufficio postale non abbia ricevuto dalla
cancelleria le parti 2° e 3° del mandato stesso e se non siano state osservate tutte le formalità
previste.
Per la compilazione dei mandati, per l’assegnazione o distribuzione di somme nelle procedure di
esecuzione e per ogni liquidazione di onorari nelle procedure fallimentari, la cancelleria per ogni
mandato deve riscuotere il corrispondente diritto di cancelleria.
Tale disposizione si applica solo ai processi civili depositati alla data del 2002 quando le parti non si
sono avvalse delle disposizioni sul contributo unificato.
La parte quarta del mandato va consegnata direttamente al soggetto a cui favore il mandato è
stato tratto previa quietanza su carta bollata.
Nel caso di estinzione del deposito giudiziario, si pone il problema della liquidazione, la cui
procedura sarà:
In alternativa è consentito richiedere il rimborso di somme con contestuale estinzione del libretto
di deposito senza chiedere il preventivo calcolo degli interessi.
- Nel caso in cui vi sia un solo beneficiario sul mandato del pagamento dovrà essere indicata
la somma capitale accompagnata dalla frase “più interessi di estinzione fino al soddisfo”;
- Se vi sono più beneficiari, dovrà essere indicata la somma capitale spettante a ciascun
beneficiario accompagnata dalla frase “più …% per interessi di estinzione”
Conversione in vaglia
Quando bisogna trasmettere delle somme presso enti che non hanno sede o residenza nel luogo
dove ha sede l’ufficio giudiziario che ha emesso il pagamento o l’ufficio postale presso cui è stato
rilasciato il libretto, il mandato deve essere intestato al predetto ufficio che lo convertirà in vaglia
in favore dell’avente diritto.
Rinnovazione e duplicazione dei mandati
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I mandati di pagamento tratti sul registro Mod. I sono validi per due mesi, oltre quello di
emissione.
Trascorso tale termine, gli uffici postati devono restituire alla cancelleria gli avvisi relativi ai
mandati non presentati per la riscossione durante il periodo di validità.
Se manca l’avviso, gli uffici devono sospenderne il pagamento e chiederne l’avviso stesso in
cancelleria.
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SEZIONE PRIMA
NORMATIVA GENERALE SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
GENERALITA’
L’art 24 cost. stabilisce che ai meno abbienti sono assicurati i mezzi per difendersi davanti ad ogni
giurisdizione.
L’intera disciplina del patrocinio a stese dello stato è stata inserita nel TU delle disposizioni
legislative e regolamentati in materia di spese di giustizia.
Stessa cosa è prevista nel processo civile, amministrativo, contabile e tributario, volontaria
giurisdizione, quando le ragioni non appaiono manifestamente infondate.
- Indagato, imputato, condannato per reati commessi in violazione delle norme per la
repressione dell’evasione fiscale
- Le parti processuali in cause civili riguardanti la cessione di crediti
L’ammissione al patrocinio è ammessa in ogni stato e fase del giudizio (esecuzione, revisione,
revocazione, etc).
La mediazione obbligatoria
Il D.L. n.69/13 ha reintrodotto il procedimento di mediazione quale condizione di procedibilità per
le domande giudiziarie relative alle materie elencate al relativo art. 5.
La mediazione è gratuita per coloro che avrebbero goduto del patrocinio statale ovvero quando la
mediazione è disposta dal giudice.
La normativa non prevede che lo stato versi la indennità non corrisposte dall’organismo di
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mediazione dalla parte non abbiente, ma il ministero della giustizia provvede al monitoraggio delle
mediazioni concernenti i soggetti esonerati.
La negoziazione assistita
Il D.L. n. 132/14 ha introdotto la procedura della negoziazione assistita quale nuovo strumento di
composizione stragiudiziale della controversia. Alle parti grava l’onere del compenso per
l’assistenza del legale. Quando però il procedimento è condizione di procedibilità, all’avvocato non
è dovuto alcun compenso, se la parte si trova nelle condizioni per l’ammissibilità al patrocinio a
spese dello stato.
ISTANZA DI AMMISSIONE
- Ammessa in ogni stato e grado del giudizio, purché se ne abbiano i requisiti
- Deve essere sottoscritta dall’interessato a pena di inammissibilità.
- Nel processo civile, amministrativo, tributario, deve contenere anche i fatti posti a
fondamento dell’istanza
IL DIFENSORE
- La persona ammessa al patrocinio può nominare un difensore scelto tra gli iscritti in
appositi elenchi presso i COA.
- Si tratta di avvocati che ne fanno istanza di iscrizione avendo i relativi requisiti, quali per es.
o Esperienza professionale
o Assenza di sanzioni disciplinari
o Etc
- Si può scegliere un solo difensore: se successivamente si sceglie un altro difensore, gli
effetti dell’ammissione cessano
CTP E INVESTIGATORI PRIVATI
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- La persona ammessa può nominare un CTP, il quale deve essere residente nel distretto
della corte d’appello nel quale pende il processo
- Il difensore della persona ammessa può beneficiare di un sostituto o di un investigatore
privato (con le stesse prescrizioni di cui sopra “vedi residenza”)
- Possono essere scelti anche al di fuori, ma in tal caso non sono dovute le spese di trasferta.
SEZIONE SECONDA
DISPOSIZIONI PARTICOLARI SUL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
NEL PROCESSO PENALE
PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA
- È presentata dall’interessato o dal difensore, o inviata a mezzo raccomandata l’ufficio del
magistrato presso cui pende la causa. Se il richiedente è detenuto, ad pera del direttore o
dell’ufficiale di pg.
- Se è depositata in cancelleria, il cancelliere forma immediatamente il fascicolo presso cui
deposita la domanda
- Il fascicolo verrà quindi sottoposto al giudice procedente per la decisione sull’ammissione,
previa visione dei documenti richiesta al depositario.
Il magistrato respinge l’istanza se vi sono fondati motivi per ritenere che l’interessato non versi
nelle condizioni stabilite.
Prima di provvedere, il magistrato può trasmettere la relativa istanza alla guardia di finanza per le
relative verifiche.
1) Dichiararla inammissibile
2) Accoglierla
3) Rigettarla
IMPUGNAZIONE DEL PROVVEDIMENTO DI RIGETTO
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Avverso il provvedimento di rigetto, l’interessato entro 20 giorni può proporre ricorso davanti al
presidente del tribunale a cui appartiene il magistrato che ha emesso il provvedimento di rigetto.
Tale ricorso va iscritto nel ruolo generale degli affari civili non contenzioni e si svolge in camera di
consiglio.
Sono spese gratuite le copie degli atti processuali, quando sono necessarie per l’esercizio della
difesa.
Per esempio:
[Ecc… ecc…]
In riferimento all’azione di risarcimento del danno nel processo penale, l’ammissione al beneficio
produce i medesimi effetti ora indicati; inoltre, se la spesa è posta a carico della parte ammessa, si
provvede a prenotare a debito talune voci di spesa, e cioè ad annotarle semplicemente sun un
apposito registro.
- Il contributo unificato;
- Le spese forfetizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio;
- L’imposta di registro;
- L’imposta ipotecaria e catastale.
- Se, entro trenta giorni dalla scadenza del termine di un anno dalla data di presentazione
dell’istanza o dalla precedente comunicazione, l’interessato non provvede a comunicare le
eventuali variazioni dei limiti di reddito.
- Se, le condizioni di reddito risultano variate da escludere l’ammissione;
- Se, riguardo il cittadino di Stati non appartenenti all’Unione europea detenuto, internato
non è stata prodotta la certificazione dell’autorità consolare;
- se, risulta provata la mancanza delle condizioni di reddito previste per l’ammissione,
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anche all’esito delle integrazioni richieste.
La competenza è del magistrato che procede al momento della scadenza dei termini suddetti
ovvero al momento in cui la comunicazione è effettuata o, se procede la Corte di cassazione, il
magistrato che ha emesso il provvedimento impugnato.
- Se si tratta di reato punibile a querela della persona offesa, nel caso di sentenza non di
luogo o di assoluzione dell’imputato ammesso al patrocinio, il magistrato se condanna il
querelante al pagamento delle spese in favore dell’imputato, ne dispone il pagamento in
favore dello Stato.
- Quando si procede d’ufficio, il magistrato se rigetta la domanda di restituzione o di
risarcimento del danno, o assolve l’imputato ammesso al beneficio per cause diverse dal
difetto di impunibilità e condanna la parte civile non ammessa al beneficio al pagamento
delle spese processuali in favore dell’imputato, ne dispone il pagamento in favore dello
Stato.
- Con la sentenza che accoglie la domanda di restituzione o di risarcimento del danno il
magistrato se condanna l’imputato non ammesso al beneficio al pagamento delle spese in
favore della parte civile ammessa al beneficio, ne dispone il pagamento in favore dello
Stato.
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spettanti al difensore di ufficio sono liquidati dal magistrato.
Lo Stato ha diritto di recuperare le somme anticipate, a meno che la persona assistita dal
difensore d’ufficio non chieda ed ottenga l’ammissione al patrocinio. Ciò comporta la necessità
che a seguito dell’anticipazione delle somme, si inizi immediatamente la procedura di
recupero nei confronti della persona assistita.
L’ammissione è comunque limitata al solo compenso del difensore e non si pone il problema
delle altre spese anticipate dall’erario e non è prevista alcuna condanna alle spese processuali,
queste quindi, una volta effettuate, rimangono definitivamente a carico dello Stato.
PRESENTAZIONE DELL’ISTANZA
L’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato deve essere presentata
esclusivamente dall’interessato o dal difensore, ovvero inviata, a mezzo raccomandata, al
competente consiglio dell’ordine degli avvocati.
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- Una volta condannata la parte soccombente alla rifusione delle spese processuali, il
relativo pagamento dovrà essere effettuato a favore dello Stato.
- Se ciò non avviene e la vittoria della causa mette la parte ammessa al patrocinio in
condizione di restituirle in favore dello Stato, questa deve provvedervi.
- L’azione di recupero può essere esercitata per tutte le spese prenotate ed anticipate
quando la parte abbia conseguito almeno il sestuplo delle spese.
- Tale limite non riguarda le spese effettivamente anticipate dall’erario.
- Se vi è transazione tutte le parti sono solidamente obbligate al pagamento delle spese
prenotate a debito con divieto di accollarle al beneficiario.
- Nelle cause promosse contro i soggetti ammessi al beneficio, la parte attrice o
impugnante è obbligate al pagamento delle spese prenotate a debito, quando il
giudizio sia estinto o rinunciato.
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SPESE DI GIUSTIZIA PAGATE DALL’ERARIO
(A cura di GIUSY IORIO)
SEZIONE PRIMA
PREMESSA
Il principio della domanda vuole che l’autorità giudiziaria provveda quando la parte
invoca la tutela giurisdizionale dei propri interessi. Nel processo penale l’iniziativa è
affidata allo stato a mezzo del pm, titolare dell’azione penale. Nel processo civile la
difesa dei propri interessi è affidata alla libera determinazione del titolare.
Per il principio dell’onere delle spese, l’anticipazione del costo del processo grava sul
soggetto che lo promuove. Nel processo penale le spese sono anticipate dall’erario
ad eccezione di quelle relative ad atti richiesti dalle parti e di quelle relative alla
pubblicazione della sentenza. Se la parte è ammessa al patrocinio a spese dello
stato, l’erario anticipa anche le spese degli atti di parte.
Nel processo civile la parte provvede alle spese degli atti che compie e che chiede.
Se la parte è ammessa al patrocinio a spese dello stato le spese sono anticipate
dall’erario, salvo che ne sia prevista la prenotazione a debito.
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Indennità di custodia
Demolizione opere abusive
Pubblicazione provvedimenti del magistrato
Sono escluse dal novero delle spese di giustizia sepoltura di detenuti e delle persone
decedute in pubblica via, traduzione dei detenuti e trasporto atti e oggetti che
servono al processo.
Sono comunque pagate dallo stato alcune spese nella procedura fallimentare,
nell’eredità giacente rilevata d’ufficio, nella vendita di beni sequestrati e confiscati,
nel processo in cui è parte un’amministrazione pubblica. L’erario paga le indennità
della magistratura onoraria.
PAGAMENTI TELEMATICI
Al registro si applicano le norme per la tenuta dei registri in modo informatizzato.
Nella totalità degli uffici giudiziari è operante la piattaforma SIAMM-ARSPG. Gli
utenti esterni, per le singole istanze di liquidazione, possono utilizzare un’interfaccia
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web che dialoga telematicamente con il sistema SIAMM-ARSPG.
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Dal 2007 per i pagamenti a favore della magistratura onoraria è stato avviato
l’applicativo GiudiciNet. Tale sistema, amministrato direttamente dal Ministero
dell’economia e delle finanze, si utilizza sempre per i giudici di pace. Per gli altri
magistrati onorari, per i compensi qualificati come reddito da lavoro autonomo,
occorre far riferimento alla procedura ordinaria. GiudiciNet non può essere
utilizzato né per i giudici il cui trattamento è gestito dalle direzioni provinciali del
tesoro, né per le somme non soggette a tassazione (eventuali rimborsi spese). La
novità della procedura riguarda i pagamenti, non la tenuta dei registri.
ADEMPIMENTI FISCALI
Alcuni adempimenti fiscali sono posti a carico di cancellerie e segreterie. Il
funzionario delegato versa le ritenute fiscali e trasmette le ricevute agli uffici
giudiziari per conto dei quali si è effettuato il versamento. Gli uffici cureranno gli
adempimenti fiscali. Le dichiarazioni IRAP sono invece presentate direttamente dal
funzionario delegato.
Magistrati onorari e professionali secondo le norme relative alla missione dei dipendenti
statali
Magistrati di corte d’assise e d’assise di appello se il dibattimento è in luogo diverso da
quello di normale convocazione.
Appartenenti agli uffici, ufficiali e agenti di polizia per atti delegati.
Ai testimoni residenti nel comune o non oltre due chilometri dal come in cui ha sede
l’ufficio, spetta 0,36€ al giorno. Al testimone minore degli anni quattordici non
spetta indennità, ma spetta agli accompagnatori (anche di invalidi gravi) sempre che
non siano testimoni essi stessi.
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ordinato l’accompagnamento. Le indennità spettanti ai militari che hanno
accompagnato spettano all’amministrazione d’appartenenza.
Onorari a vacazioni: la vacazione è di 2 ore, per la prima sono previsti 14,68€, per
ciascuna delle successive 8,15€. Non possono essere liquidate più di quattro
vacazioni al giorno. L’onorario può essere raddoppiato se il termine per il
compimento delle operazioni non supera i 5 giorni, aumentato della metà ne non
supera i 15 giorni.
Determinazione degli onorari: il magistrato nel determinare gli onorari tiene conto di
difficoltà, pregio e completezza della prestazione. In caso d’urgenza gli onorari
possono essere aumentati del 20%. Per prestazioni di eccezionale importanza,
complessità e difficoltà l’onorario può essere aumentato fino al doppio. Se la
prestazione non è completata in tempo, per gli onorari a tempo non si tiene conto
del periodo successivo alla scadenza del termine, gli altri onorari sono ridotti di un
terzo.
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(compreso il p.m.) possono proporre opposizione entro 20 gg dalla comunicazione.
COMPENSI AL CUSTODE
Al custode di beni sottoposti a sequestro probatorio e preventivo (penale),
giudiziario e conservativo (civile), spetta un indennità determinata in apposite
tabelle. Queste indicano le indennità per la custodia di veicoli a motore e natanti.
Per le altre categorie si fa riferimento agli usi locali.
Esperti dei tribunali e delle sezioni di corte d’appello per i minori: gli sono dovute le
medesime indennità previste per i giudici onorari di tribunale.
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corte d’assise.
Esperti delle sezioni agrarie: per ogni udienza è riconosciuta un’indennità pari a
1,55€. Se l’udienza è in luogo diverso da quello di residenza sono dovute le spese di
viaggio e indennità spettanti ai dipendenti statali, dirigenti di seconda fascia.
Giudici di pace: le indennità sono pari a 36,15€ per udienze e apposizione di sigilli,
56, 81€ per ogni processo definito o cancellato, 20€ per udienze in materia di
immigrazione, 10 € per provvedimenti in materia di immigrazione.
Decreto d’archiviazione
Ordinanza che dichiara incompetenza
Dichiarazione di inammissibilità e manifesta infondatezza con trasmissione al pm
Decreto di sequestro preventivo, conservativo e provvedimento motivato di rigetto
Autorizzazione a disporre le intercettazioni
Ordinanze dichiarative dell’estinzione del processo art.308 c.p.c.
Ordinanze ex art 186 quater c.p.c.
Ordinanze di cancellazione della causa dal ruolo
Giudici ausiliari presso la corte d’appello: La l.98\2013 prevede che presso ogni corte
d’appello siano previsti giudici ausiliari col fine di agevolare la definizione dei
procedimenti civili. Al giudice ausiliare spetta un’indennità onnicomprensiva di 200€
per ogni provvedimento che definisce il processo, da corrispondere ogni tre mesi.
Nei casi di equa riparazione (c.d. legge Pinto) è dovuta un’indennità di 25€ per
ciascun decreto.
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SPESE PER LA DEMOLIZIONE DI OPERE ABUSIVE E DI RIDUZIONE IN PRISTINO DEI
LUOGHI
Il magistrato che si occupa di demolizione di opere abusive o di riduzione in
pristino dei luoghi, può chiedere l’intervento delle strutture tecnico-operative del
ministero della difesa. Con un’apposita convenzione sono state disciplinate le
indennità e le spese. Il magistrato richiedente liquida in favore del ministero della
difesa l’importo dovuto dapprima a titolo d’acconto poi, all’esito dell’intervento, a
titolo di saldo.
L’incarico può essere affidato a imprese private quando meno oneroso. L’importo
verrà liquidato, con decreto motivato, secondo criteri predeterminati nel prezzario
per le opere edili ed impiantistiche.
4
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CONTRIBUTO UNIFICATO E ALTRI ONERI A CARICO DEI PRIVATI
Tra i costi a carico del privato figurano diritti, tasse, imposte di varia natura salvo che
la legge riconosca l’esenzione, il patrocinio a spese dello stato o, in luogo
dell’esazione, la prenotazione a debito. In caso di patrocinio a spese dello stato,
quest’ultimo si accolla le spese che normalmente dovrebbero essere sostenute dai
privati.
L’importo è determinato per scaglioni di valore della causa. Tale valore deve
risultare dalla dichiarazione della parte nelle conclusioni dell’atto introduttivo. E’
valida la dichiarazione resa al di fuori dell’atto introduttivo purché antecedente
all’iscrizione a ruolo e sottoscritta dal difensore.
In ambito penale non è dovuto alcun contributo unificato a meno che la parte civile
non si limiti a chiedere la mera condanna generica, ma chieda invece la condanna al
pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno. Il contributo è
determinato secondo i medesimi scaglioni del processo civile.
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759,00 52.000 a 260.000
1.214,00 260.000 a 520.000
1.680,00 Superiore a 520.000
Per la procedura fallimentare si versa un unico contributo di 851€ che copre anche
la riapertura del fallimento ma non il fallimento in estensione.
MODALITÀ DI PAGAMENTO
Il contributo unificato può essere corrisposto mediante versamento:
ufficio giudiziario
generalità e codice fiscale dell’attore o ricorrente
generalità altre parti
La ricevuta del versamento deve essere allegata all’atto e deve inserita nel fascicolo
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d’ufficio. Se la ricevuta è persa, il cancelliere ne annota gli estremi sul registro del
ruolo generale.
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il procedimento per l’interruzione di gravidanza di minorenne.
31
semplice, prodotta all’ufficio giudiziario competente, personalmente o a mezzo
raccomandata.
IMPOSTA DI BOLLO
Con l’introduzione del contributo unificato, l’imposta di bollo non è più applicabile
per il criterio oggettivo d’esclusione. Se l’esclusione è assoluta nel processo penale,
nel processo civile ed amministrativo tale regola è limitata agli atti e ai
provvedimenti già soggetti a contributo unificato. L’imposta di bollo non si applica
alle copie autentiche degli atti e dei provvedimenti del processo se richieste dalle
parti per il cd. criterio soggettivo di esclusione. Non è dovuto il bollo né sulla
sentenza spedita in forma esecutiva, né sulla copia conforme uso impugnazione.
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istanze e domande provenienti da terzi estranei al rapporto processuale
atti non giurisdizionali compiuti dagli uffici es. atto notorio, dichiarazioni
sostitutive…
L’imposta di bollo è di 16 €, per gli atti indicati all’art.13 della Tariffa Bollo è di €2.
IMPOSTA DI REGISTRO
L’imposta di registro si applica agli atti per i quali la tariffa allegata al d.p.r. 131\86
impone la registrazione e agli atti volontariamente registrati (per assicurare la
conservazione e per attribuire data certa all’atto). La registrazione è l’annotazione in
apposito registro con apposizione di data, numero, imposta pagata.
E’ competente qualsiasi ufficio del registro. Per i soli atti pubblici, scritture private
autenticate, atti giurisdizionali è competente la sede dell’Agenzia delle Entrate nella
cui circoscrizione risiede il p.u. obbligato alla registrazione.
sentenze civili ad esclusione di quelle di mero rito, anche non passate in giudicato
decreti ingiuntivi
provvedimenti ingiuntivi ex art 186 bis, ter, quater
provvedimenti cautelari e possessori
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opposizione ad ordinanza-ingiunzione
E’ riscosso un diritto di registrazione (4,13€) nei soli procedimenti già iscritti a ruolo
prima del 28\02\2002, a meno che le parti non abbiano optato per il nuovo regime.
I pubblici ufficiali possono rilasciare originali, copie, estratti solo dopo la registrazione,
indicando gli estremi della registrazione e sottoscrivendo.
Gli atti soggetti a registrazione vanno iscritti nel registro repertorio mod.45, vidimato
e numerato in ogni mezzo foglio. Gli atti sono annotati giorno per giorno, senza spazi.
Con la progressiva informatizzazione, il repertorio va integrato con i registri
informatici (SICID per la cognizione civile, SIECIC per procedure concorsuali).
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Il T.U. in materia di spese di giustizia ha abrogato i diritti di cancelleria, con le sole
eccezioni dei diritti di copia e certificato, uniche ipotesi ancora applicabili, per la
disciplina dei quali si rimanda ad un regolamento non ancora adottato.
Per il rilascio su supporto cartaceo entro 2 giorni l’importo dovuto è triplicato. Non
c’è triplicazione per la copia elettronica.
Il diritto di certificato
Il diritto di certificato non è dovuto in ambito amministrativo. Per ogni certificato
richiesto dalle parti è dovuto un diritto pari a 3,84€. Se si richiede il rilascio immediato
e si ottiene in giornata è dovuto un ulteriore diritto di 3,84€ per il certificato del
casellario giudiziale, per carichi pendenti e per le sanzioni amministrative dipendenti
da reato.
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Per ciò che attiene al rilascio di copie su supporto informatico, è necessario il
superamento delle iniziali indicazioni fornite in via interpretativa dagli uffici
ministeriali secondo il quale si poteva far riferimento all’importo forfetizzato per CD
ogniqualvolta venissero utilizzati hard disk esterni, chiavette usb, etc. Si supera il
concetto di capienza del supporto in favore di quello di costo del servizio. Ove non
sia possibile calcolare il numero di pagine memorizzate si può chiedere per una sola
volta l’importo di 320,48€.
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PRENOTAZIONE A DEBITO DELLE SPESE DI GIUSTIZIA
(A cura di SERENA FABRIZIO)
1 NOZIONE E FINALITA’
Si definisce “prenotazione a debito” l’annotazione a futura memoria di una nuova voce di spesa,
per la quale non vi è pagamento, ai fini dell’eventuale recupero. Si tratta di imposte, tasse e tributi
vari che in alcuni casi espressamente previsti dalla legge, lo Stato non percepisce immediatamente
ma che si limita ad annotare ai fini dell’eventuale successivo recupero. Al contrario
dell’anticipazione della spesa da parte dell’erario che indica un vero e proprio pagamento.
1. Il contributo unificato;
2. L’imposta di bollo;
3. Le spese forfettizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio nel processo civile;
4. L’imposta di registro nel processo civile e amministrativo;
5. L’imposta ipotecaria e catastale;
6. I diritti di copia.
Al di fuori del patrocinio a spese dello Stato è prevista la prenotazione a debito:
1. Nelle procedure fallimentari
2. Nelle procedure dell’eredità giacente avviata d’ufficio
3. Nelle procedure di vendita dei beni sequestrati ma non di quelli confiscati.
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2. L’imposta di bollo nel processo contabile e tributario;
3. L’imposta di registro nel processo civile e amministrativo;
4. L’imposta ipotecaria e catastale;
5. Le spese forfettizzate per le notificazioni a richiesta d’ufficio nel processo civile.
1. Il contributo unificato;
2. Le spese per le notificazioni a richiesta d’ufficio
3. I diritti di copia
IMPOSTA DI REGISTRO
Si registrano a debito, cioè senza contemporaneo pagamento delle imposte dovute:
Le sentenze, i provvedimenti e gli atti che occorrono nei procedimenti contenziosi nei quali
sono interessate le amministrazioni dello Stato e le persone o enti morali ammessi al
beneficio del patrocinio a spese dello Stato;
Gli atti formati nell’interesse dei soggetti di cui al primo punto dopo che sia iniziato il
procedimento contenzioso e necessari per l’ulteriore corso del procedimento stesso o per la
sua definizione;
Gli atti relativi alla procedura fallimentare;
Le sentenze che condannano al risarcimento del danno prodotto da fatti costituenti reato.
Nelle sentenze di cui all’ultimo punto deve essere indicata la parte obbligata al risarcimento del
danno, nei cui confronti deve essere recuperata l’imposta prenotata a debito.
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e quindi presso: la corte di cassazione (che non ha in uso il registro delle spese pagate dall’erario),
le corti d’appello, le procure generali presso le corti d’appello, i tribunali ordinari, i tribunali per
minorenni, gli uffici del giudice di pace, i tribunali e gli uffici di sorveglianza e gli uffici NEP.
Le spese prenotate devono essere iscritte secondo un mero ordine cronologico, assegnando ad ogni
voce di spesa di natura diversa un autonomo, progressivo numero di registro.
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RECUPERO DELLE SPESE DI GIUSTIZIA E DELLE PENE
PECUNIARIE
1 PREMESSA
Le spese di giustizia, anticipate dall’erario (in materia civile e penale) o prenotate a debito (in
materia civile) sono in alcuni casi soggette al recupero in favore dello Stato, in presenza di
determinate specifiche condizioni.
a. La procedura fallimentare;
b. La procedura di vendita dei beni sequestrati;
c. La procedura esecutiva attivata dal concessionario per la riscossione delle entrate iscritte a
ruolo;
d. Il processo in cui è parte l’amministrazione pubblica ammessa alla prenotazione a debito
delle spese processuali.
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processo;
c. Le spese e le indennità dei testimoni;
d. Gli onorari, le spese e le indennità di trasferta e le spese per l’adempimento dell’incarico
degli ausiliari del magistrato;
e. Le indennità di custodia;
f. Le spese per la pubblicazione dei provvedimenti del magistrato;
g. Le spese per la demolizione di opere abusive;
h. Le spese straordinarie;
i. Le spese del mantenimento dei detenuti;
a. Le indennità dei magistrati onorari, dei giudici popolari nei collegi d’assise e degli esperti;
b. Le spese relative alle trasferte dei magistrati professionali di corte d’assise per il
dibattimento tenuto in luogo diverso da quello di normale convocazione;
c. Le spese per le rogatorie dall’estero e per le estradizioni da e per l’estero.
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recuperare sono recuperati nei confronti di ciascun condannato in misura corrispondente alla quota
del debito da ciascuna dovuta in base al decreto emanato. Il contributo unificato e l’imposta di
registro prenotati a debito per l’azione civile nel processo penale, sono recuperati nei confronti di
ciascun condannato al risarcimento del danno in misura corrispondente alla quota del debito da
ciascuna dovuta.
a. Se il provvedimento di condanna è divenuto irrevocabile prima dell’entrata in vigore della L.
n. 69/2009: si dovrà procedere al recupero delle spese relative ai reati cui la condanna si
riferisce nei confronti dei condannati in solido per lo stesso reato o per reati connessi;
b. Se il provvedimento di condanna è divenuto irrevocabile successivamente all’entrata in
vigore della L. n. 69/2009: le spese che devono essere recuperate per intero vanno divise per
quota, in parti uguali, nei confronti di ciascun imputato condannato, in base all’importo
complessivo delle spese ripetibili, ma senza tener conto del riferimento ai reati cui la
condanna si riferisce;
c. Con l’emanazione prima del D.M. n. 111/2013 e poi del D.M. n. 124/2014 la regola diventa
il recupero “forfetizzato” delle spese fatta eccezione delle spese di consulenza tecnica e
perizia, spese per la pubblicazione della sentenza, spese per la demolizione di opere abusive
(che vanno recuperate per intero); tranne queste, le spese saranno recuperate nei confronti
di ciascun condannato in misura corrispondente alla quota del debito da ciascuno dovuta in
base al citato decreto.
Con la sentenza di condanna è dichiarato l’obbligo del condannato al pagamento delle spese
processuali essendo l’obbligo del pagamento conseguenza legale della condanna. Questo obbligo
non si trasmette agli eredi del condannato: tale principio è stato introdotto con una pronuncia della
Corte Costituzionale; a parere di questa l’obbligazione relativa alle spese processuali deve essere
considerata una vera e propria sanzione economica accessoria alla pena, e come tale essa non può
non partecipare al carattere della personalità che è proprio di tutte le pene.
Ci sono dei casi in cui, ai fini della condanna alle spese, non è richiesto il presupposto della condanna
dell’imputato: è il caso delle spese processuali quando sono poste a carico del querelante o
querelato, nonché nell’ipotesi di difesa d’ufficio e di ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
42
deve pagare le spese del giudizio di primo grado e quelle successive;
Se l’imputato viene assolto in primo grado e condannato in appello, deve pagare le spese di
1° e 2° grado di giudizio;
Se l’imputato, condannato in primo grado, viene assolto in sede di appello, non deve pagare
né le spese di 1° grado né quelle di 2°;
Se l’imputato propone appello e l’appello è accolto anche solo parzialmente, il condannato
non paga le spese di 2° grado ma è tenuto a pagare solo le spese di 1° grado;
Se è rigettato l’appello proposto dal solo P.M. l’imputato non deve pagare le spese del 2°
grado;
Se è rigettato l’appello proposto sia dall’imputato che dal P.M., sono poste a carico
dell’imputato le spese del 2° grado;
L’imputato deve pagare anche le maggiori spese del giudizio di impugnazione se, su appello
del P.M., la sentenza è riformata “in peius”;
Se è proposto ricorso per Cassazione, dichiarato inammissibile o respinto, l’imputato deve
pagare le spese del grado di giudizio;
L’imputato non è tenuto a pagare le spese processuali quando la sentenza impugnata viene
annullata “senza rinvio”, purché sia stata accolto almeno uno dei motivi proposti.
CONDONO
Poiché alla sentenza di condanna deve seguire l’obbligo del pagamento delle spese processuali,
l’applicazione del condono non elimina la condanna né l’obbligo di pagare le spese, in quanto tale
beneficio è limitato alla sola esecuzione della pena ed attiene solo a questa, non influendo di contro
sul merito del giudizio di condanna.
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Questa è un atto di clemenza generale con cui lo Stato rinunzia all’applicazione della pena. Si
distinguono:
Amnistia propria: applicata cioè prima che la sentenza sia passata in giudicato; si ha per i
reati il cui accertamento giurisdizionale è ancora in corso: in tal caso estingue il reato e
l’imputato non è obbligato a pagare le spese processuali perché prosciolto senza subire il
processo;
Amnistia impropria: la quale, intervenendo dopo una sentenza irrevocabile di condanna, fa
cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie ma non gli effetti penali della
condanna.
Nei casi di amnistia dove sia prima intervenuta condanna definitiva, rimane salva l’azione dell’erario
per la riscossione delle spese processuali e di quelle sostenute dallo Stato per il mantenimento dei
condannati negli stabilimenti penitenziari.
GIUDIZIO DI REVISIONE
In casi di rigetto della richiesta, le spese processuali sono poste a carico della parte privata che l’ha
proposta.
Se la causa viene definita per transazione tutte le parti sono solidamente obbligate al
pagamento delle spese prenotate a debito, con espresso divieto, di accollarli al beneficiario;
Nelle cause promosse contro i soggetti ammessi al beneficio, la parte attrice o impugnante
è obbligata al pagamento delle spese prenotate a debito, quando il giudizio sia estinto o
rinunciato;
Nelle ipotesi di cancellazione e nei casi di estinzione diversi da quelli precedentemente
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indicati, tutte le parti sono tenute solidamente al pagamento delle spese prenotate a debito.
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L’ufficio incaricato alla gestione delle attività connesse alla riscossione e cioè l’ufficio recupero
crediti, se non diversamente stabilito in modo espresso, è quello presso il magistrato il cui
provvedimento è passato in giudicato o comunque è divenuto definitivo. A seguito della L. 69/2009
per i procedimenti penali definiti dopo l’entrata in vigore tale legge l’ufficio competente è
individuato in quello presso il giudice dell’esecuzione.
SETTORE PENALE
All’atto del passaggio in giudicato della sentenza se c’è titolo per il recupero, sia la copia conforme
del sotto-fascicolo relativo al foglio di notizie sia la copia della sentenza, devono essere trasmessi
all’ufficio recupero crediti. L’originale del foglio delle notizie dovrà rimanere all’interno del fascicolo
processuale per essere trasmesso, insieme allo stesso, all’ufficio giudiziario competente per la fase
di gravame.
SETTORE CIVILE
Se c’è titolo per il recupero, sia la copia conforme del sotto-fascicolo relativo al foglio notizie sia la
copia della sentenza, sia la copia degli atti necessari per l’identificazione dei debitori devono essere
conservati dal funzionario addetto per essere trasmessi all’ufficio che cura il recupero del credito
successivamente al passaggio in giudicato della sentenza. Nel caso di ricorso per Cassazione, il foglio
di notizie non potrà essere chiuso fino all’esito del relativo procedimento e l’ufficiale giudiziario che
ha emesso il provvedimento impugnato dovrà conservare la copia conforme all’originale del sotto-
fascicolo del foglio notizie fino a quando la cancelleria della corte di cassazione non trasmetterà il
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fascicolo insieme al foglio di notizie relativo all’ulteriore fase processuale; in questo caso la
riscossione relativa a tutti i gradi di giudizio, sarà curata non dall’ufficio presso la corte ma dall’ufficio
del giudice competente.
11 PROCEDURA DI RECUPERO
Passato in giudicato o divenuto definitivo il provvedimento o per le spese di mantenimento cessata
l’espiazione della pena, si dà inizio alla procedura di recupero del credito. Secondo le modalità
previste dalla convenzione con Equitalia Giustizia S.p.A. ( oggi Agenzia delle entrate riscossione),
l’ufficio di recupero crediti a mano a mano che pervengono dalle varie cancellerie i sotto-fascicoli
delle spese di giustizia, provvede a redigere, sul sistema SIAMM le note A (per il settore penale) e le
note A1 (per il settore civile) inserendone una copia nel sotto-fascicolo di riferimento. Il personale
di Equitalia Giustizia S.p.A. cura, con cadenza concordata, l’acquisizione degli atti e verifica le note
consegnate che, attraverso il sistema informatico le vengono trasmesse. Sono trasmessi anche:
La società, acquisiti gli atti ed effettuata la verifica dei dati identificativi del debitore, procede alla
quantificazione delle spese processuali e procede all’iscrizione a ruolo ( e consegnerà i predetti ruoli
ad Equitalia Servizi S.p.A) entro un mese dalla data del passaggio in giudicato della sentenza o dalla
data in cui è divenuto definitivo il provvedimento o dalla cessata espiazione in istituto. Nel ruolo
devono risultare gli importi prenotati a debito a favore dei soggetti diversi dall’erario per
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opera solo di alcuni coimputati condannati, il recupero delle spese deve avvenire in due fasi:
In una prima fase si procede ad una iniziale e provvisoria quantificazione, riparto e recupero
delle spese nei confronti di tutti coloro che siano stati condannati con sentenza passata in
giudicato;
In un secondo momento, definite tutte le ulteriori posizioni interessate, si procederà alla
revisione del riparto e alla rideterminazione definitiva della quota di debito.
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L’errore nella individuazione del soggetto debitore
L’erronea determinazione dell’importo iscritto a ruolo
La duplicazione dell’iscrizione a ruolo per la medesima partita di credito
La contestazione del credito per intervenuto pagamento
DOMANDA DI SOSPENSIONE
Deve essere presentata all’ufficio personalmente o a mezzo di persona incaricata dal debitore con
apposita delega scritta. La sottoscrizione deve essere autenticata con le modalità previste dalle
norme sulla documentazione amministrativa; può essere anche sottoscritta e depositata dal
difensore del debitore munito di procura o trasmessa a mezzo di raccomandata e in questo caso la
domanda si considera presentata nel giorno in cui è pervenuta all’ufficio. L’inosservanza di queste
disposizioni comporta l’inammissibilità della domanda
PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE
Sulla domanda di sospensione decide il funzionario addetto all’ufficio nel termine di 30 giorni dalla
data di presentazione con provvedimento motivato. Questo deve contenere:
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dell’ente creditore
18 PAGAMENTI INDEBITI
Se le somme iscritte a ruolo, pagate al debitore, sono riconosciute indebite, l’ufficio
competente incarica dell’effettuazione del rimborso l’agente alla riscossione che entro 30
giorni dal ricevimento di tale incarico, invia apposita comunicazione all’avente diritto.
L’agente della riscossione anticipa le somme provvedendo al pagamento:
a. Immediatamente in caso di presentazione dell’avente diritto presso i propri sportelli;
b. Entro 10 giorni dal ricevimento della relativa richiesta, in caso di scelta del
pagamento mediante bonifico.
Se le somme iscritte a ruolo sono riconosciute indebite prima del pagamento, si procede a
rettifica del ruolo secondo modalità definite con decreto del ministro dell’economia e delle
finanze.
19 DILAZIONE E RATEIZZAZIONE DEL CREDITO
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La disciplina relativa alla dilazione e rateizzazione del credito non ha carattere generale dovendosi
distinguere tra:
PENE PECUNIARIE
Il giudice, tenuto conto delle condizioni economiche del condannato, con la sentenza di condanna
o con il decreto penale di condanna può disporre la rateizzazione della pena pecuniaria con
ripartizione in rate mensili da 3 a 30, ciascuna per un importo non inferiore ad euro 15,00. In ogni
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momento il condannato può estinguere la pena mediante un unico pagamento. Non sono dovuti
interessi per la rateizzazione; in caso di mancato pagamento di una rata il debitore decade
automaticamente dal beneficio ed è tenuto al pagamento in un’unica soluzione della restante parte
del suo debito.
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ANNULLAMENTO PER IRREPERIBILITA’
La condizione di irreperibilità si realizza quando la notifica dell’invito al pagamento sia avvenuta con
notificazione a persona di residenza, dimora o domicilio sconosciuti. in tal caso l’ufficio annulla il
credito, previo parere conforme dell’avvocatura dello stato nel caso in cui l’importo non superi il
limite di 2.582,28 euro. L’annullamento non deve più essere decretato dall’amministrazione
finanziaria e non è più previsto come obbligatorio il previo parere del consiglio di stato.
Una particolare ipotesi di estinzione legale riguarda le spese processuali e di mantenimento e quindi
per specifici importi non si procede neanche alla notifica dell’invito al pagamento; per importi
inferiori a 16,53 euro, l’ufficio non effettua l’iscrizione a ruolo in caso di inadempimento di credito
relativo alle spese processuali e di mantenimento.
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LOCALI E MOBILI DEGLI UFFICI GIUDIZIARI
(A cura di Nick Andrew Ozzy)
Tre di queste (beni mobili di prima categoria; beni mobili di seconda categoria; beni mobili di sesta
categoria) sono direttamente riferibili alle dotazioni degli uffici giudiziari.
Beni mobili di sesta categoria: automezzi ed altri beni iscritti nei pubblici registri;
Prima del 2015 per tutti gli uffici giudiziari, eccetto che per i locali ed i mobili della Corte di
Cassazione e gli uffici con sede nel palazzo di giustizia di Roma per cui è sempre lo Stato a provvedere
in via esclusiva, le spese (manutenzione; riparazione; provviste; arredamento; pulizia) erano poste
in capo alle amministrazioni comunali. Le spese straordinarie, invece, quali ad es. quelle occorrenti
per la fornitura e l’ammodernamento degli impianti tecnologici, erano poste in capo allo Stato.
Dopo il 2015, con l’entrata in vigore della L. 190/14, la competenza a provvedere anche alle spese
ordinarie per la gestione e manutenzione degli uffici giudiziari, è passata definitivamente in capo
allo Stato.
N.B. Tutti i rapporti contrattuali preesistenti non hanno cessato di esistere, subentrando, nella
titolarità di essi, il Ministero della Giustizia.
Allo scopo di individuare il fabbisogno nonché assicurare il regolare funzionamento degli uffici
giudiziari compresi nel circondario, è stata istituita la Conferenza permanente. Tale “organo”, al fine
di perseguire l’obbiettivo per cui è stato istituito, può stipulare accordi o convenzioni a livello
circondariale (ciò, in ogni caso, non può comportare nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato).
Allo scopo invece di tenere traccia contabile presso gli Uffici giudiziari sono stati istituiti diversi
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registri, quasi tutti ormai informatizzati.
In questo registro (che è un verbale), a cura del consegnatario ed entro 3 giorni dalla consegna,
vengono iscritti, con numerazione progressiva ed all’interno di ciascuna categoria, secondo le
specifiche dettate dal nuovo sistema dei conti SEC 95, tutti i beni mobili consegnati all’ufficio che
non abbiano il carattere di beni di consumo, con il relativo valore (che deve essere superiore a 500
€ IVA compresa).
I beni devono essere esattamente descritti nella loro qualità, numero e destinazione d’uso.
Il verbale deve riportare anche l’indicazione del locale o stabilimento in cui essi sono custoditi.
Tale registro, redatto in 3 copie, viene inviato all’ufficio riscontrante ed all’ufficio da cui dipende il
consegnatario. Una copia resta al consegnatario che ogni 5 anni provvede a rinnovare gli inventari.
b) giornale di entrata e uscita degli oggetti mobili di proprietà dello Stato (MOD. 96 C.G.)
A differenza del mod. 94 che è statico, riportando esso il solo inventario dei beni consegnati, il mod.
96 è dinamico, e si può dire che è la sua prosecuzione.
Il mod. 96 è suddiviso in due parti: nella prima parte si annotano i beni in entrata mentre nella
seconda si annotano i beni in uscita (a seguito di vendite, prestiti ad altri uffici ecc.ecc.). Esso mette
in evidenza, immediatamente dopo la redazione dell’inventario, in modo cronologico, le successive
operazioni di carico e scarico mano a mano che i beni vengono acquisiti oppure dismessi.
Il mod. 96 viene compilato per esercizio finanziario ed è istituito in tanti esemplari quante sono le
categorie di beni da iscrivere.
Al termine dell’esercizio finanziario, viene redatto anche il prospetto riassuntivo (MOD. 98 C.G.),
che, in sostanza, serve a verificare, unitamente al MOD. 96, gli aumenti o le diminuzioni sia in
quantità che in valore dei beni mobili nell’esercizio finanziario considerato.
Esso deve essere inviato dal consegnatario entro il 15 febbraio di ogni anno al competente ufficio
riscontrante (ufficio centrale del bilancio per le amministrazioni centrali o la Ragioneria provinciale
dello Stato per gli uffici perifici).
Esso prima di essere inviato all’ufficio riscontrante, deve essere validato dal dirigente responsabile
degli acquisti o dal titolare dell’ufficio periferico.
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Altri registri sono:
1) MOD. 130 (sono buoni a tre sezioni attraverso i quali avviene materialmente la registrazione
nell’inventario delle operazioni di carico e scarico di beni);
2) MOD. 24 (è un registro in cui si iscrivono tutti i beni di consumo e oggetti fragili quali ad esempio:
oggetti di cancelleria o oggetti di vetro ma anche impianti elettrici per illuminazione);
3) MOD. 71 (è un registro a tre sezioni che viene compilato dall’unità organizzativa dell’ufficio per
richiedere al consegnatario la fornitura di beni di consumo. Una sezione rimane all’unità
organizzativa mentre le altre due sono inviate al consegnatario ai fini delle operazioni carico e
scarico di cui al MOD. 24).
4) MOD. 99 (è un verbale che serve a formalizzare il cambio del consegnatario ed assume rilevanza
ai fini dell’accertamento delle responsabilità nei casi di irregolarità o mancanza di beni).
5) MOD. 227 P.G.S. (è una scheda compilata dal consegnatario in cui son indicati i beni mobili
esistenti in una determinata stanza. Copia di tale scheda deve essere tenuta esposta nei singoli uffici
al fine di consentire attività di vigilanza, ricognizione e accertamento da parte del consegnatario.
Un’altra copia invece è custodita dal consegnatario).
Le gestione dei beni mobili e di quelli di facile consumo, nonché della maggioranza dei modelli sopra
descritti (ad es. mod. 130, 96 e 98) avviene per il tramite di un nuovo sistema di controllo e gestione:
il Sistema GE.CO.
Tale sistema non è nient’altro che una piattaforma informatica interconnessa che aiuta i
consegnatari nelle attività di rendicontazione. Essa si interfaccia direttamente con gli uffici
riscontranti (Ufficio centrale del bilancio o Ragionerie provinciali dello Stato) e permette di inglobare
tutta la documentazione cartacea.
Soggetti importanti:
a) Consegnatario è colui che riceve, in virtù di apposita qualifica, in consegna i beni mobili dello
Stato.
c) Ufficio riscontrante è, per le amministrazioni centrali, l’Ufficio centrale del bilancio. Per gli uffici
periferici, la Ragioneria provinciale dello Stato. In sostanza è il soggetto gerarchicamente
sovraordinato (mia deduzione).
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Consegnatario ed utilizzatore non sono lo stesso soggetto. I consegnatari, infatti, sono posti alle
dipendenze del responsabile degli acquisti di beni e servizi necessari per il funzionamento delle
Amministrazioni dello Stato e su di essi gravano gli obblighi ed i doveri di vigilanza, rendicontazione,
custodia, conservazione nonché di tenuta delle scritture contabili sopra descritte (i vari modelli..).
Essi inoltre sono direttamente e personalmente responsabili degli oggetti ricevuti a seguito di
regolare verbale di consegna, relativamente al periodo in cui sono stati in carica.
Gli incarichi di consegnatario sono conferiti per un periodo non superiore a 5 anni, rinnovabile una
sola volta, al personale amministrativo-contabile che appartenga ai ruoli dell’amministrazione cui
sono dati in uso o appartengano i beni mobili.
Della verifica viene redatto processo verbale. Nei casi di riscontrate irregolarità e gravi
inadempienze, copia del processo verbale è trasmesso alla competente Procura regionale della
Corte dei Conti.
a) discarico dei beni mobili che a seguito di ricognizione risultino mancanti per furto, forza maggiore
o naturale deperimento, salvo colpa del consegnatario che ha l’obbligo di vigilanza ecc.ecc.. Il
discarico avviene con apposito provvedimento a firma del Ministro, su richiesta dell’ufficio
interessato. Tale decreto vale a porre in regola la gestione contabile dell’ufficio ma non produce
alcun effetto di liberazione, rimanendo integro il giudizio della Corte dei conti sulla eventuale
responsabilità dell’agente.
b) i beni mobili posso essere trasferiti tra consegnatari della stessa o di altra amministrazione con
autorizzazione del dirigente responsabile degli acquisti di beni e servizi.
c) i beni mobili possono essere anche ceduti a titolo oneroso o a titolo gratuito (alla Croce Rossa;
alle istituzioni scolastiche) quando non risultino più funzionali alle esigenze dell’Ufficio, previo
parere di una commissione all’uopo istituita.
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SPESE DI UFFICIO
(A cura di Valeria Tronci)
1. GENERALITÀ
Attraverso il servizio delle spese d'ufficio ciascuna amministrazione pubblica provvede ad acquisire
e mantenere in efficienza gli strumenti operativi indispensabili per l'attuazione dei propri compiti.
L'elenco delle spese d'ufficio non corrisponde esattamente a quello relativo agli uffici giudiziari, in
quanto molte delle spese loro riguardanti sono state poste a carico dei comuni (spese per pigioni,
riparazioni, manutenzioni, illuminazione, riscaldamento e custodia dei locali, acqua e telefonia,
fornitura e manutenzione di mobili e impianti, spese per pulizia dei locali).
1. Spese di rappresentanza (con esse la PA presenta verso l'esterno una immagine adeguata al
ruolo)
2. acquisto libri,pubblicazioni,abbonamenti periodici (in particolare libri legali, esclusi i
quotidiani)
3. rilegatura di libri, riviste, bollettini ufficiali, gazzette ufficiali,atti documenti e volumi dei
provvedimenti
4. tasse postali e telegrafiche
5. acquisto di stampanti, registri e oggetti di cancelleria
6. pulitura, manutenzione delle macchine da scrivere e da calcolo
7. acquisto di materiale e di oggetti che servono per la pulizia e l'igiene dei locali
Il sistema di assegnazione dei fondi per le spese d'ufficio è stato modificato a partire dal 1996
quando è stato ricondotto alla normativa generale sulla contabilità dello Stato e quando il Ministero
della Giustizia ha disposto l'abbandono della vecchia procedura basata sulla emissione di ruoli di
spese fisse per passare a quella basata sull'emissione di appositi ordini di accreditamento in favore
dei funzionari delegati.
Ulteriore evoluzione si ha con il D. Lgs. del 2006 n. 240, in cui si individuano le competenze dei
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dirigenti amministrativi proposti agli uffici e il decentramento su base regionale o interregionale di
alcune competenze del Ministero centrale. Per essere completa l'operativa del d. lgl. n. 240, si
attende l'attuazione del disposto decentramento del Ministero attraverso l'adozione di un apposito
regolamento.
1- il ministero definisce annualmente gli obiettivi generali, emana le direttive generali e ripartisce le
risorse tra i dipartimenti
2- i capi dei dipartimenti distribuiscono le risorse alle direzioni regionali o interregionali oppure le
assegnano direttamente ai dirigenti amministrativi definendo i programmi e formulando le direttive
generali, nonché esercitando i poteri di indirizzo e coordinamento previsti dall'attuale normativa
Anche la gestione delle risorse finanziarie e strumentali segue le finalità e le dinamiche della riforma,
infatti, seppur il dirigente dell'ufficio sia il solo competente ad adottare provvedimenti che
impegnano l'amministrazione verso l'esterno, la gestione in parola non è libera nel fine ma deve
tenere conto: dell'indirizzo espresso dall'amministrazione centrale e dalle direzioni
regionali/interregionali che saranno istituite e dell'indirizzo contenuto nel programma annuale delle
attività.
Gli atti che comportano oneri di spesa devono rispettare i limiti individuati nel provvedimento di assegnazione delle
risorse dal direttore regionale/interregionale territorialmente competente e dai capi dipartimento del ministero. Questi
limiti di spesa sono i limiti economici entro cui può muoversi il dirigente. Il dirigente è però anche “funzionario delegato”
del piano contabile ed è quindi personalmente responsabile delle spese ordinate e della regolarità dei pagamenti, egli
deve inoltre trasmettere ogni sei mesi al direttore regionale o interregionale competente l'elenco delle spese sostenute
nel semestre per il controllo sulla regolare attuazione dei programmi.
E' bene però chiarire che per la piena attuazione della normativa sul decentramento occorre attendere il regolamento
attuativo, al momento la gestione delle risorse è attribuita secondo la normativa vigente, che prevede la competenza
dei Capi delle Corti d'appello e delle Procure Generali presso le Corti d'appello quali funzionari delegati preposti alla
gestione dei fondi stanziati per le esigenze di ciascun ufficio del distretto.
4. REGISTRI
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Per l'amministrazione e la contabilità delle spese d'ufficio, gli uffici giudiziari gestori dei fondi
utilizzano il registro delle spese d'ufficio in cui sono compresi sia l'autorizzazione della spesa sia il
buono con ci si autorizza il pagamento.
Il registro, prima di essere usato deve essere numerato e vidimato in ogni mezzo foglio dall'ufficio giudiziario ed il
numero dei mezzi fogli deve essere annotato, in tutte lettere, nell'ultimo di esso.
Le spese vanno annotate nelle colonne di pertinenza e quando si indicano gli importi risultanti dai documenti
giustificativi essi vanno arrotondate alle dieci lire e per l'euro alla seconda cifra decimale. Sempre sul registro, alla fine
dell'esercizio finanziario, deve essere riportato il bilancio consuntivo.
Per il servizio delle spese d'ufficio è richiesta la tenuta del giornale di cassa nel quale sono evidenziate tutte le entrate
e le uscite di esercizio.
Attualmente la contabilizzazione delle fatture e la presa in carico dei beni acquistati avviene utilizzando i sistemi
informatici di gestione di contabilità SICOGE e GE.CO.
Dal 1 luglio 2014 è entrato in vigore l'obbligo di tenuta del registro delle fatture. In tale registro, entro 10 giorni dal
ricevimento, sono annotate le fatture o le richieste equivalenti di pagamento per somministrazioni, forniture e appalti
e per le obbligazioni relative a prestazioni professionali emesse nei loro confronti. Il registro deve essere unico per tutto
l'ente.
La legge n. 488 del 1999, all'art.26 ha introdotto importanti novità nelle modalità di acquisto di beni
e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni. L'intervento normativo è finalizzato alla
razionalizzazione degli acquisti, al contenimento e al monitoraggio della spesa e alla semplificazione
dei processi di acquisto. Si è delineato un sistema in cui sono individuate imprese per la loro
fornitura.
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha assunto il compito di stipulare convenzioni in base alle
quali le imprese fornitrici prescelte si impegnano ad accettare, alle condizioni e ai prezzi stabiliti,
ordinativi di fornitura deliberati dalle amministrazioni dello Stato, sino alla concorrenza di un
quantitativo complessivamente predeterminato.
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- macchine per ufficio, prodotti hardware e software
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha deliberato di avvalersi della CONSIP per la realizzazione
del sistema delle convenzioni, affidandole la gestione delle procedure per la conclusione delle
convenzioni e dei meccanismi di controllo e monitoraggio. Le convenzioni sono stipulate
direttamente dalla CONSIP per conto del Ministero.
Il DPR n. 254 del 2002 (Regolamento concernente le questioni dei consegnatari e dei cassieri delle
amministrazioni dello Stato) ha dettato disposizioni e criteri direttivi ai fini di razionalizzare gli
acquisti del materiale di facile consumo.
Il dirigente responsabile degli acquisti di beni e servizi, sulla base dei consumi sostenuti negli esercizi
precedenti e della valutazione delle esigenze prospettate, è tenuto a fissare uno standard
quantitativo degli oggetti di cancelleria, stampanti, carta e materiale di facile consumo idoneo ad
assicurare il funzionamento degli uffici.
Alla fine di ogni esercizio il dirigente responsabile degli acquisti e dei servizi presenta il rendiconto annuale nel quale
sono riportate le consistenze iniziali, le loro variazioni e le rimanenze finali, accompagnato da una relazione, da
trasmettere al titolare del centro di responsabilità e all'ufficio riscontrante, volta a far conoscere le modalità di
acquisizione, le quantità, i prezzi spuntati, i consumi, le risorse assegnate e gli eventuali scostamenti.
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NORME SULLA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA
(A cura di Nick Andrew Ozzy)
La peculiarità di questa disciplina risiede nel fatto che è data possibilità al cittadino, nei rapporti con la P.A.
di produrre in sostituzione delle certificazioni e documentazioni richieste, dichiarazioni rese dagli stessi, nelle
forme previste dalla Legge, facendo divieto al Pubblico Ufficiale di richiedere la certificazione ufficiale in luogo
delle dichiarazioni sostitutive (violazione dovere d'ufficio).
Gli stati, le qualità personali ed i fatti che posso formare oggetto di dichiarazione sostitutiva di certificazioni
sono elencati all'art. 46 del Testo Unico.
Vi rientrano a titolo esemplificativo: data e luogo di nascita; residenza; cittadinanza; stato di famiglia; titoli
di studio; situazione reddituale; stato di disoccupazione; di non essere a conoscenza di essere sottoposto a
procedimenti penali; di non aver riportato condanne penali ecc.ecc.
Non possono essere sostituiti da autocertificazioni i certificati medici, sanitari, veterinari, di origine, di
conformità CE, di marchi o brevetti, salvo deroghe.
A differenza della dichiarazione sostitutiva di certificazioni, che riguarda stati, qualità e fatti riguardanti il
soggetto che rende la dichiarazione, la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà (art. 47) è una
dichiarazione resa sotto giuramento ad un Pubblico Ufficiale, dinanzi a due testimoni, attestante fatti a
conoscenza non solo della persona che rende la dichiarazione ma anche della comunità.
Tali atti possono essere ricevuti dal cancelliere, dal notaio e dal Sindaco, senza una particolare competenza
per territorio, salvo deroghe.
Le dichiarazioni sui fatti, qualità personali e stati che non rientrano nell'art. 46 del Testo Unico, anche
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riguardanti altre persone, possono essere rese con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Ogni singola amministrazione è tenuta a predisporre i moduli necessari per la redazione delle dichiarazioni
sostitutive che gli interessati hanno facoltà di utilizzare ed in essi deve essere presente il richiamo alle sanzioni
penali previste in caso di false dichiarazioni.
Le dichiarazioni sostitutive in generale non possono essere utilizzate quali fonti di prova innanzi all'autorità
giudiziaria. La loro validità è circoscritta ai rapporti tra cittadino e P.A.
Destinatari della disciplina di cui al Testo Unico sono anche i cittadini dell'Unione Europea mentre i cittadini
extracomunitari possono comprovare soltanto fatti, stati e qualità personali certificabili da parte di soggetti
pubblici italiani, salvo deroghe.
L'autenticità delle sottoscrizioni delle istanze o dichiarazioni da produrre alla P.A. è garantita se esse
provengono in via telematica e risultano sottoscritte con firma digitale o il sottoscrittore è identificato
mediante l'uso della carta d'identità elettronica o la carta nazionale dei servizi. Negli altri casi l'istanza o la
dichiarazione deve essere sottoscritta alla presenza del pubblico ufficiale oppure sottoscritta e presentata
unitamente ad un documento d'identità del sottoscrittore.
Quando invece l'istanza o la dichiarazione sostitutiva, anche se prodotta alla P.A., è finalizzata ad ottenere la
riscossione da parte di terzi soggetti di benefici economici o di altra natura, allora occorre l'autenticazione
della sottoscrizione redatta da un notaio, cencelliere, segretario comunale o altro dipendente incaricato dal
Sindaco.
L'autenticazione consiste nell'attestazione, da parte del pubblico Ufficiale, che la sottoscrizione è stata
apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive. Essa deve
contenere anche il nome, cognome, qualifica del Pubblico ufficiale nonchè la firma dello stesso unitamente
al timbro dell'ufficio.
I notai, i cancellieri, i segretari comunali o altri funzionari incaricati dal Sindaco, anche se di comune diverso
da quello di residenza del richiedente, possono rilasciare copie autentiche di atti o documenti emessi
dall'ufficio di appartenenza o che si trovano custoditi presso di loro.
L'autenticazione delle copie consiste nell'attestazione di conformità con l'originale scritta alla fine della copia
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a cura del Pubblico Ufficiale autorizzato. Il Pubblico Ufficiale dovrà indicare, altresì, il proprio nome, cognome,
qualifica, il numero dei fogli impiegati ed apporre la propria firma unitamente al timbro dell'ufficio.
L'autenticazione delle copie può essere evitata attraverso l'utilizzazione di una dichiarazione sostitutiva
dell'atto di notorietà. Infatti tale dichiarazione può anche riguardare la conformità all'originale della copia di
un atto o documento rilasciato dalla P.A. o custodito presso di essa.
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1
ATTRIBUZIONI GENERALI
1 LA NOTIZIA DI REATO: RICEZIONE E SUCCESSIVI INCOMBENTI
Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per
iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti
di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa documentazione. Tiene luogo della
comunicazione scritta la comunicazione della notizia di reato consegnata su supporto magnetico o
trasmessa per via telematica. La segreteria della procura della Repubblica annota sugli atti che
possono contenere notizie di reato la data e l’ora in cui sono pervenuti in ufficio e li sottopone
immediatamente al procuratore della Repubblica per l’eventuale iscrizione nel registro delle
notizie di reato.
Inoltre, non appena il nome della persona alla quale è iscritto nel registro delle notizie di reato, la
segreteria provvede a richiedere i certificati anagrafici, il certificato del casellario giudiziale, il
certificato delle iscrizioni relative ai procedimenti per i quali la persona ha assunto la qualità di
imputato (certificato dei carichi pendenti) nonché il certificato del casellario giudiziale europeo.
Provvede, infine, alla formazione del fascicolo e cura l’aggiornamento delle iscrizioni ed ogni
successiva annotazione riguardante il movimento del fascicolo.
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- il mod. 22 per le procure della Repubblica presso le preture;
- il mod. 52 per le procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni.
Il registro risulta informatizzato sull’intero territorio nazionale.
Nel registro ogni notizia di reato assume un numero d’ordine annuale e vi si annotano, oltre alla
data di iscrizione, la data in cui è pervenuta la notizia è quella in cui è stata individuata (con
relativa generalità) la persona alla quale il fatto è attribuito, tutte le notizie di maggior rilievo in
merito al procedimento e al suo svolgimento.
Più specifico è il contenuto del mod. 21 bis, in uso per i procedimenti di competenza del giudice di
pace, oltre ai dati riportati nel registro delle notizie di reato, anche quelli attinenti ai rapporti
intercorrenti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, sia anteriormente che successivamente
all’iscrizione della notizia criminis, nonché i dati relativi agli adempimenti legati all’istituto del
ricorso immediato. Funzione tipica del mod. 21 serve anche alla mera protocollazione degli atti
che pervengono nella segreteria del pubblico ministero.
Va infine ricordato che per le notizie di reato relative ad ignoti, è previsto un apposito registro
obbligatorio (Mod. 44).
Qualora a seguito delle indagini espletate venga individuata la persona a cui è attribuito il fatto, si
dovrà procedere ad una nuova iscrizione nel reg. Mod. 21 (relativo alle persone note) indicando il
numero del registro di provenienza. E’ opportuno che i procedimenti per reati di competenza del
giudice di pace iscritti nel registro ignoti Mod. 44 siano indicati con modalità tali da rendere gli
stessi facilmente individuabili, ad esempio utilizzando la sigla <<GDP>> o simili.
Da una corretta interpretazione delle disposizioni contenute nell’art. 335 c.p.p., le quali fanno
obbligo al P.M. di iscrivere il nome della persona cui il reato è attribuito (comma 1) e di annotare
ogni mutamento della qualificazione giuridica del fatto o delle sue circostanze, deriva che le
informative non costituenti notizia di reato non dovranno essere riportate nel registro delle notizie
di reato, bensì in un diverso registro (Mod. 45), del tutto autonomo dal primo e non assimilabile
all’attuale registro delle notizie di reato.
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A) Il fascicolo del pubblico ministero
Gli atti contenenti la notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini sono conservati
insieme agli atti compiuti dalla polizia giudiziaria in un apposito fascicolo custodito presso l’ufficio
del pubblico ministro. Da tale fascicolo andranno poi estratti gli atti che saranno inseriti nel
fascicolo del dibattimento, ovvero in quel fascicolo contenente tutto il materiale probatorio
utilizzabile dal giudice per la decisione.
Nel fascicolo del P.M., vanno inoltre conservati i provvedimenti originali emessi dal G.I.P., al quale
è riconosciuta la facoltà di disporne l’esibizione, ai sensi dell’art. 16 disp. reg.
Gli atti compiuti nel corso delle indagini preliminari ai quali i difensori hanno diritto di assistere,
sono depositati nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno successivo al
compimento dell’atto;
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(vedi procedura penale)
7 L’INFORMAZIONE DI GARANZIA
L’informazione di garanzia viene inviata alla persona sottoposta alle indagini al fine di consentirle il
concreto esercizio del diritto di difesa anche nella fase delle indagini preliminari.
L’informazione di garanzia deve contenere:
- l’indicazione delle norme di legge che si asseriscono violate;
- la data e il luogo del fatto;
- l’invito a nominare un difensore di fiducia.
11 IL VERBALE
Il verbale ottempera alla funzione fondamentale di documentazione degli atti processuali o
procedimentali, a partire dai primissimi interventi della polizia giudiziaria.
Esso è redatto con il mezzo della stenotipia, con altro sistema meccanico ovvero, nel caso di
impossibilità di tali mezzi, attraverso la scrittura manuale.
Il codice conosce due forme di verbale, a seconda delle diverse esigenze, e, cioè, il verbale in
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forma integrale e quello in forma riassuntiva: il primo comporta la riproduzione completa delle
domande, delle risposte e delle dichiarazioni rese da tutti i partecipanti ad una determinata
attività prevista dal codice di rito; il secondo, al contrario, implica una riproduzione fedele ma
sommaria delle dichiarazioni rese, accompagnata però dalla contestuale riproduzione fonografica.
In ogni caso il giudice, quando ritenga l’una e l’altra forma insufficiente, può disporre anche la
riproduzione audiovisiva se assolutamente indispensabile.
Si può ricorrere alla sola verbalizzazione in forma riassuntiva nel caso in cui gli atti abbiano un
contenuto semplice o di limitata rilevanza, ovvero siano momentaneamente indisponibili gli
strumenti di riproduzione o gli ausiliari tecnici oppure qualora si tratti di dibattimento innanzi al
giudice di pace ovvero al tribunale in composizione monocratica, purchè in quest’ultimo caso le
parti vi consentano e il giudice non ritenga necessaria la redazione in forma integrale.
La verbalizzazione soltanto in forma riassuntiva è altresì prevista per l’udienza innanzi al giudice
dell’esecuzione. La forma riassuntiva costituisce eccezione e non regola. Anche nell’udienza
preliminare il verbale è redatto solo in forma riassuntiva ma, su richiesta delle parti, il giudice
dispone la riproduzione fonografica o audiovisiva ovvero la redazione del verbale con la stenotipia.
Il verbale è redatto dall’ausiliario che assiste il giudice. Quest’ultimo può autorizzare l’ausiliario a
farsi assistere da personale tecnico, di non necessaria appartenenza all’amministrazione statale,
allorquando si debba verbalizzare con la stenotipia ed ogni altro mezzo meccanico.
Il verbale contiene la menzione del luogo, dell’anno, del mese, del giorno e, quando occorre
dell’ora in cui è cominciato e chiuso, le generalità degli intervenuti, l’indicazione delle cause, se
note, della mancanza di coloro che sarebbero dovuti intervenire. La descrizione di quanto
l’ausiliario ha fatto o ha constatato o di quanto è avvenuto in sua presenza nonché le dichiarazioni
ricevute da lui o da altro pubblico ufficiale che gli assiste. E’ necessario, inoltre, indicare se le
dichiarazioni siano state rese spontaneamente o previa domanda e se siano state dettate dal
dichiarante o se questi, autorizzato, abbia consultato note scritte. Il verbale, previa lettura, è
sottoscritto alla fine di ogni foglio dal pubblico ufficiale che lo ha redatto, dal giudice e dalle altre
parti intervenute.
Ai sensi dell’art. 142 c.p.p., il verbale è nullo se vi è incertezza assoluta sulle persone intervenute o
se manca la sottoscrizione del pubblico ufficiale che lo ha redatto. Il pubblico ufficiale redigente
verbale è l’ausiliario ovvero l’ufficiale di polizia giudiziaria. La figura dell’ausiliario può essere
ricondotto ai profili professionali del cancelliere e del funzionario giudiziario, ed eventualmente
anche dell’assistente giudiziario.
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La copia può essere rilasciata con i sistemi più svariati, mediante la dattilografia o il sistema della
fotocopiatrice. Il sistema attuale più diffuso è proprio quello del rilascio di copie fotostatiche. Nei
casi previsti dalla legge, il rilascio di copie potrà avvenire anche a distanza mediante l’utilizzo di
strumenti informatici o altre apparecchiature idonee.
Nel certificato, che può essere richiesto soltanto dall’interessato o da un suo delegato, il
cancelliere riporta quei dati che possono essere desunti dai registri.
E’ dovuto il diritto di certificato da corrispondere mediante l’applicazione di marche da bollo.
Anche per il rilascio di copie, con e senza certificazione di conformità, sono dovuti i prescritti diritti
di copia secondo gli importi stabiliti.
Quando il difensore, anche a mezzo di sostituti, presenta all’autorità giudiziaria atti o documenti,
ha diritto al rilascio di attestazione dell’avvenuto deposito, anche in calce ad una copia.
A) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del pubblico ministero (art. 117 c.p.p.)
B) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del Ministro dell’Interno (art. 118 c.p.p.):
l’autorità giudiziaria può autorizzare all’accesso diretto al registro delle notizie di reato, anche se
tenuto in forma automatizzata. L’autorità giudiziaria può trasmettere le copie e le informazioni di
cui si è detto innanzi anchè di propria iniziativa. Le copie e le informazioni acquisite sono coperte
dal segreeto d’ufficio.
C) Richiesta di copie di atti e di informazioni da parte del Presidente del Consiglio dei ministri (art.
118bis c.p.p.): copie di atti procedimentali penali e informazioni scritte sul loro contenuto ritenute
indispensabili per lo svolgimento delle attività connesse alle esigenze del Sistema di informazione
per la sicurezza della Repubblica. Le copie e le informazioni acquisite sono coperte dal segreto
d’ufficio.
D) Il certificato dei c.d. “carichi pendenti”: gli estremi del “carico pendente” sono costituiti da: 1) i
dati relativi alla imputazione, annotati con completezza e precisione; 2) i dati relativi alle diverse
fasi e gradi del giudizio.
E) Copia dei documenti sequestrati.
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presenti, ed equivalenti a notifiche le consegne di atti effettuate direttamente agli interessati dalla
segreteria del P.M. (art. 151 c.p.p.). Per gli atti del giudice (G.I.P. e giudice dibattimentale),
l’organo ordinario e il solo ufficiale giudiziario, tuttavia, nei procedimenti con detenuti ed in quelli
davanti al tribunale del riesame il giudice può disporre che, in caso di urgenza, le notificazioni
siano eseguite dalla Polizia penitenziaria del luogo in cui i destinatari sono detenuti; la consegna
dell’atto all’interessato da parte della cancelleria del giudice vale come notifica. Per le parti
private, i loro atti possono essere spediti dal difensore al destinatario mediante raccomandata.
In ordine alla forma della notifica, per gli atti del giudice e nei casi di urgenza, da una
comunicazione telefonica a cura della cancelleria, poi oggetto di conferma mediante telegramma,
ovvero anche da mezzi innominati di trasmissione.
In relazione al destinatario della notifica, se trattasi del P.M., la copia dell’atto è consegnata alla
sua segreteria, se trattasi della persona offesa, della parte civile, del responsabile civile o del luogo
di lavoro ovvero nella temporanea dimora, possibilmente, in mani proprie o, in mancanza, a
persona anche temporaneamente convivente e, in subordine al portiere. Se non sono costituiti in
giudizio, la notifica avviene, sempre per i soggetti in questione, nel domicilio effettivo da essi
dichiarato ovvero nel domicilio legale da essi effettivamente prescelto. Se, infine, sono già
costituiti in giudizio stante la rappresentanza processuale del difensore, le notifiche sono eseguite
presso i rispettivi difensori.
B) Le notifiche all’imputato
Per la prima notifica, essenziale per instaurare un rapporto di conoscenza nel processo, se
l’imputato è detenuto, egli va ricercato nell’istituto e va consegnata, in mani proprie, la copia
dell’atto, se trovasi assente dall’istituto, la copia dell’atto è consegnata al direttore dell’istituto,
che informerà poi l’itneressato.
Invece se l’imputato è libero, la notifica, come già visto per gli altri soggetti privati, avviene
nell’abitazione o nel luogo di lavoro ovvero, in subordine, nella temporanea dimora, in mani
proprie o, in mancanza, nelle mani della persona convivente o del portiere (in quest’ultimo caso la
notifica va integrata con avviso con raccomandata R.R.). In mancanza o rifiuto di soggetti idonei a
ricevere la notifica per conto dell’imputato, alla porta del luogo a costui appartenente viene affisso
avviso di deposito, l’atto è depositato in Comune e gli viene spedita raccomandata R.R.
Per l’imputato militare, la prima notifica è eseguita in mani proprie e, in mancanza, tramite l’ufficio
del Comandante, secondo un procedimento analogo a quello per i detenuti. Le notificazioni
successive alla prima sono eseguite, in caso di nomina del difensore di fiducia, mediante consegna
ai difensori. Il difensore può dichiarare immediatamente all’autorità che procede di non accettare
la notificazione.
C) Il domicilio dichiarato o eletto.
Pertanto, sin dal primo contatto con la P.G., con il P.M. o con il giudice, l’indagato o imputato è
invitato a dichiarare o eleggere e che, ove necessario, in mancanza, le notifiche avverranno
mediante consegna al difensore.
D) L’imputato irreperibile, latitante, evaso o all’estero
Se l’imputato è irreperibile, oppure è latitante o evaso, all’impossibilità legale di notifica si
sopperisce con la notifica al difensore dell’atto che, così, ne ha la rappresentanza processuale.
Analogamente, per l’imputato all’estero, che non abbia eletto domicilio in Italia e quindi non possa
essere personalmente contattato, la notifica è eseguita mediante consegna dell’atto al difensore.
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Particolarmente delicata è la tematica della irreperibilità dell’imputato, il decreto di irreperibilità
emesso dal giudice è subordinato all’espletamento di ricerche nei luoghi almeno di nascita, ultima
residenza o dimora o luogo di lavoro, nonché presso l’amministrazione carceraria. L’irreperibilità
ha una scansione periodica, a seconda delle fasi processuali, sicché ogni nuovo decreto di
irreperibilità deve basarsi su nuove ricerche.
-avvisi, notificazioni e comunicazioni urgenti disposte dal giudice nei confronti di persone diverse
dall’imputato
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B) provvedimenti del gip
Una volta chiuse le indagini preliminari il gip può emanare una serie di provvedimenti:
- dispone l’udienza preliminare 8 che si conclude o con decreto di rinvio a giudizio o con sentenza
di non luogo a procedere
15 DECRETO PENALE
Nei procedimenti per i reati perseguibili d’ufficio o a querela, il pm quando ritiene che si debba
applicare solo la pena pecuniaria ( anche se inflitta in sostituzione di quella detentiva), può
presentare al gip entro sei mesi dall’iscrizione della persona cui il reato è attribuito nel registro
delle notizie di reato e previa trasmissione del fascicolo,richiesta motivata di emissione de decreto
penale di condanna indicando al misura della pena.Il pm può chiedere una pena ridotta fino alla
metà del minimo edittale. Copia del decreto è comunicata al pm e notificata al condannato, al
difensore, e alla persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria. Se non è possibile eseguire la
notificazione per irreperibilità dell’imputato, il giudice revoca il decreto penale e rimette gli atti al
pm. Il d. penale non ha efficacia di giudicato nel giudizio civile e amministrativo.
16 IL GIUDIZIO DI I GRADO
Il giudizio di I grado si articola in fasi:
-dibattimento
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Tra La data di emissione del decreto che dispone il giudizio e la data del giudizio medesimo non
deve intercorrere un termine non inferiore a a 20 giorni e non superiore a 60. Il decreto è
notificato alla persona offesa e all’imputato almeno 20 giorni prima della data prevista per
l’udienza, ma il presidente del trib. o della corte d’assise può per giustificati motivi anticipare o
posticipare l’udienza una sola volta. In caso di anticipazione dell’udienza il decreto è notificato alla
persona offesa e ai difensori almeno 7 giorni prima. In caso di citazione diretta a giudizio davanti il
tribunale in composizione monocratica il decreto è notificato almeno all’imputato 60 giorni prima
dell’udienza. Per i procedimenti davanti al giudice di pace almeno 30 giorni prima. Le parti che
intendono chiedere l’esame di testimoni, periti o consulenti devono depositare la lista con
l’indicazione delle circostanze almeno 7 giorni prima della data prevista per il dibattimento.
17 IL DIBATTIMENTO
Il dibattimento è il complesso di attività che va dagli atti introduttivi fino alla discussione finale. Il
dibattimento si differenzia dall’udienza, in quanto quest’ultima è il tempo di una singola seduta
destinata allo svolgimento di uno o più dibattimenti. Mentre il dibattimento è la trattazione in
udienza di un determinato processo. Il dibattimento può svolgersi in più udienze o esaurirsi in una
sola udienza. Il giudice può sospendere il dibattimento una sola volta e per un periodo non
superiore a 10 giorni per gravi motivi. In tali casi il presidente ne da avviso oralmente che
sostituisce le notificazioni e le citazioni; di ciò l’ausiliario del giudice ne fa menzione nel verbale.
B Verbali di udienza
Il verbale è inserito nel fascicolo del dibattimento. Il verbale contiene le attività svolte in udienza e
riporta sinteticamente le conclusioni e le richieste dei difensori e del PM . Riporta integralmente i
provvedimenti orali del presidente. I provvedimenti pubblicati in udienza mediante lettura sono
allegati al verbale.
Le parti possono far inserire nel verbale ogni dichiarazione di loro interesse; le memorie
presentate dalle parti sono allegate al verbale. Il verbale è sottoscritto (alla conclusione
dell’udienza o alla fine del dibattimento) alla fine di ogni foglio dal pubblico ufficiale che lo ha
redatto edè presentato al presidente per l’apposizione del visto ).
Nel verbale è documentato l’esame del testimone riproducendo le domande poste dalle parti e dal
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presidente nonché le risposte . Se il verbale è formato con stenotipia entro 3 giorni dalla sua
formazione deve essere trascritto.
19 IMPUGNAZIONI
L’atto d’impugnazione è presentato personalmente o a mezzo incaricato presso la cancelleria del
giudice che ha emesso il provvedimento impugnato.
Il pubblico ufficiale che lo riceve indica il giorno di ricezione e la persona che lo presenta e lo
unisce agli atti del procedimento.
L’impugnazione può essere presentata anche con dichiarazione scritta da inviarsi al cancelliere
con raccomandata, il quale dopo averci apposto l’indicazione del giorno in cui la riceve e la propria
sottoscrizione la unisce agli atti: l’impugnazione s’intende proposta nella data di spedizione della
raccomandata o del telegramma. In questo caso la sottoscrizione della dichiarazione deve essere
accompagnata dall’attestazione di autenticità della firma fatta da un notaio o altro pubblico
ufficiale.
La dichiarazione si può fare anche davanti al cancelliere del tribunale o del Giudice di pace diverso
da quello in cui le parti si trovano; la cancelleria senza ritardo comunica al cancelliere del giudice
che emise il provvedimento impugnato.
Le parti devono depositare le copie necessarie per la notificazione. vengono depositate 2 copie in
caso di appello e 5 in caso di ricorso per cassazione. Se non vengono presentate le copie vi
procede la cancelleria a spese di chi ha depositato.
La cancelleria cura la formazione di 3 fascicoli per l’appello e 6 per il ricorso per cassazione (tutti
contenenti la sentenza impugnata e gli atti d’impugnazione ).
20 SENTENZE DIBATTIMENTALI
La sentenza è redatta e sottoscritta (il dispositivo) dal presidente e contiene una concisa
esposizione dei motivi di fatto e diritto su cui è fondata . la sentenza E’ nulla se manca la
motivazione. La pubblicazione della sentenza avviene in udienza mediante la lettura del dispositivo
da parte del presidente o di un giudice del collegio . La sentenza è depositata immediatamente in
cancelleria dopo la pubblicazione o nel termine di 15 giorni. Il pubblico ufficiale addetto appone la
sua sottoscrizione e la data del deposito. Quando la sentenza non è depositata entro il 30° giorno
o entro il diverso termine stabilito dal giudice, l’avviso di deposito è comunicato al pm e notificato
alle parti private e al difensore dell’imputato.
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- riabilitazione e revoca delle sentenze di condanna
Del deposito delle sentenze viene preso nota nel modello 30( registro di deposito delle sentenze)
istituito allo scopo di avere un ordine progressivo delle sentenze. Gli originali delle sentenze sono
raccolti in appositi volumi annuali e custoditi presso la cancelleria del giudice che le ha emesse . Gli
originali delle sentenze di corte d’assise sono raccolti in appositi volumi e custoditi presso la
cancelleria del tribunale
Alla correzione della sentenza si procede anche d’ufficio laddove manchino requisiti della
sentenza. Il provvedimento è dato con ordinanza ed è fatta annotazione sull’originale della
sentenza.
La cancelleria ne trasmette l’estratto, senza ritardo e non oltre 5 giorni, al pm presso il giudice
competente per l’esecuzione. Il pm promuove l’esecuzione senza ritardo.
La segreteria del PM per l’esecuzione di decreti panali e sentenze penali realizza i seguenti
adempimenti :
1- Iscrive nel registro delle esecuzioni le sentenze di condanna a pene detentive, a pene
pecuniarie e i decreti penali. Oggi è in uso il registro SIEP ( dove si iscrivono tutti questi
provvedimenti);
2- Forma un fascicolo (dove sono raccolto l’estratto dell’esecutivi, il certificato del casellario, i
dati acquisiti presso il sistema informatico);
3- Sottopone il fascicolo al PM ( anche per l’adozione di provvedimenti cautelari) ;
4- Trasmette al direttore dell’istituto penitenziario un foglio sottoscritto dal Pm con la
quantità di pene da eseguire e la data in cui termina l’esecuzione;
5- Comunica al direttore ogni successivo provvedimento relativo all’esecuzione della pena;
6- Provvede alla pubblicazione della sentenza ( in caso di condanna all’ergastolo si provvede
affissione al comune ove la sentenza è stata pronunciata,nel comune di residenza del
condannato e in quella ove il delitto fu commesso); la sentenza di condanna è pubblicata
sul sito internet del ministero della giustizia( per la pubblicazione bisogna inviare il testo in
un documento doc via email all’indirizzo sentenze@giustizia.it contenente data d’inizio e
di fine di pubblicazione sul sito.
2
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I CORPI DI REATO
(A cura di Teresa Miele)
COSE PERTINENTI AL REATO: sono quelle in senso lato connesse al reato, cioè quelle
che conservano anche indirettamente ad accertare la consumazione del reato, il suo
responsabile, le circostanze e comunque quelle necessarie o anche solo utili per
l’accertamento del fatto.
Per la rilevanza probatoria che rivestono i corpi di reato, l’art. 253 c.p.p. prevede che:
“L’autorità giudiziaria dispone con decreto motivato il sequestro del corpo del reato
e delle cose pertinenti al reato necessarie per l’accertamento dei fatti.
Al sequestro procede personalmente l’autorità giudiziaria ovvero un ufficiale di polizia
giudiziaria delegato con lo stesso decreto.
Copia del decreto di sequestro è consegnata all’interessato, se presente.”
Qualora il corpo di reato sia costituito da DOCUMENTI ai sensi dell’art. 237 c.p.p. “E’
consentita l’acquisizione, anche di ufficio, di qualsiasi documento proveniente
dall’imputato, anche se sequestrato presso altri o da altri prodotto”.
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ciò non è possibile, esse sono rinchiuse in uno o più pacchi sigillati, numerati e timbrati
Sulle cose sequestrate ovvero sui pacchi in cui esse sono rinchiuse è apposta
l’indicazione del procedimento al quale si riferiscono.
La richiesta va presentata nella cancelleria del Tribunale del capoluogo della provincia
nella quale ha sede l’ufficio che ha emesso il provvedimento, entro 10 gg dalla data di
esecuzione del provvedimento che ha disposto il sequestro o dalla diversa data in cui
l’interessato ha avuto conoscenza dell’avvenuto sequestro. La cancelleria deve
immediatamente dare avviso all’autorità giudiziaria procedente che, entro il giorno
successivo, trasmette al tribunale gli atti su cui si fonda il provvedimento oggetto di
riesame.
Con la richiesta di riesame vanno enunciati i motivi e chi l’ha proposta ha facoltà di
enunciare i nuovi motivi davanti al giudice del riesame.
Ex art 258 c.p.p.: “L’autorità giudiziaria può fare estrarre copia degli atti e dei
documenti sequestrati, restituendo gli originali, e, quando il sequestro di questi è
mantenuto, può autorizzare la cancelleria o la segreteria a rilasciare gratuitamente
copia autentica a coloro che li detenevano legittimamente.
I pubblici ufficiali possono rilasciare copie, estratti o certificati dei documenti loro
restituiti dall’autorità giudiziaria in originale o in copia, ma devono fare menzione in
tali copie, estratti o certificati del sequestro esistente.
In ogni caso la persona o l’ufficio presso cui fu eseguito il sequestro ha diritto di avere
copia del verbale dell’avvenuto sequestro.
Se il documento sequestrato fa parte di un volume o di un registro da cui non possa
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essere separato e l’autorità giudiziaria non ritiene di farne estrarre copia, l’intero
volume o registro rimane in deposito giudiziario. Il pubblico ufficiale addetto, con
l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, rilascia agli interessati che li richiedono
copie, estratti o certificati delle parti del volume o del registro non soggette al
sequestro, facendo menzione del sequestro parziale nelle copie, negli estratti e nei
certificati.”
Ex art. 260 c.p.p. “Le cose sequestrate si assicurano con il sigillo dell’ufficio giudiziario
e con le sottoscrizioni dell’autorità giudiziaria e dell’ausiliario che la assiste ovvero, in
relazione alla natura delle cose, con altro mezzo, anche di carattere elettronico o
informatico, idoneo a indicare il vincolo imposto a fini di giustizia.
L’autorità giudiziaria fa estrarre copia dei documenti e fa eseguire fotografie o altre
riproduzioni delle cose sequestrate che possono alterarsi o che sono di difficile
custodia, le unisce agli atti e fa custodire in cancelleria o segreteria gli originali dei
documenti, disponendo, quanto alle cose, in conformità dell’articolo 259. “
Ex art. 261 c.p.p. “L’autorità giudiziaria, quando occorre procedere alla rimozione dei
sigilli, ne verifica prima l’identità e l’integrità con l’assistenza dell’ausiliario.
Compiuto l’atto per cui si è resa necessaria la rimozione dei sigilli, le cose sequestrate
sono nuovamente sigillate dall’ausiliario in presenza dell’autorità giudiziaria.
L’autorità giudiziaria e l’ausiliario appongono presso il sigillo la data e la
sottoscrizione.”
6 REGISTRO DEI CORPI DI REATO ED ATTIVITA’ PER IL DEPOSITO E LA CUSTODIA
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DELLE COSE SEQUESTRATE
Ex art. 259 c.p.p. “Le cose sequestrate sono affidate in custodia alla cancelleria o alla
segreteria. Quando ciò non è possibile o non è opportuno, l’autorità giudiziaria
dispone che la custodia avvenga in luogo diverso, determinandone il modo e
nominando un altro custode, idoneo a norma dell’articolo 120.
I corpi del reato vanno custoditi in appositi locali destinati a tale scopo e dotati di
chiusure particolarmente idonee e di efficienti dispositivi di sicurezza. Per reperti di
valore e per le sostanze stupefacenti è prescritto l’uso della cassaforte.
Le cose sequestrate non possono essere rimosse dai luoghi in cui sono custodite, se
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non nei casi consentiti dalla legge. Quando i sigilli appaiono rotti o alterati si procede
alla verificazione delle cose sequestrate, a cura della cancelleria o della segreteria. Di
ogni verificazione e in tutti i casi di rimozione e riapposizione di sigilli è redatto
verbale.
Ex art 82 disp. Att. c.p.p.: le cose sequestrate sono depositate nella cancelleria del
tribunale e annotate nei vari registri, mentre il denaro sequestrato, se l’autorità
giudiziaria non dispone diversamente, è depositato nell’ufficio postale. La cancelleria
provvede agli adempimenti ex art 83 disp. Att. c.p.p.
Gli artt. 82 e 83 disp. Att. c.p.p. si applicano anche i procedimenti di competenza del
Giudice di Pace.
Le cose sequestrate custodite presso la cancelleria sono annotate nel REGISTRO DEI
CORPI DI REATO, MOD.41, in cui è indicato:
-il numero di procedimento a cui si riferiscono
-nome e cognome della persona a cui appartengono, se sono noti
-nome e cognome della persona il cui nome è stato iscritto nel registro delle notizie
di reato
-le trasmissioni ad altri uffici giudiziari e le restituzioni.
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reato ordinari e i reperti di valore sono registrati senza distinzione di numerazione, in
apposito campo nel quale vanno riportati i dati di riferimento.
Se le cose sequestrate sono oggetti preziosi, monete, carte di pubblico credito o altri
titoli al portatore, si provvede alla loro verificazione, osservate le disposizioni ex art
261 cpp, relativo alla rimozione dei sigilli delle operazioni è redatto verbale che viene
unito agli altri.
Se in uno stesso procedimento vengono sequestrati più oggetti, essi costituiscono
unico corpo del rato e vanno registrati con un unico numero d’ordine.
Un elenco delle cose sequestrate, possibilmente su carta colorata, deve essere unito
dal cancelliere agli atti del procedimento.
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fascicolo.
Il magistrato che omette o ritarda l’adozione dei provvedimenti in ordine alla
destinazione die beni sequestrati e il funzionario che non esegue o ritarda
indebitamente l’esecuzione di provvedimenti di restituzione o di vendita della cosa
sequestrata, sono responsabili di eventuali danni erariali conseguenti al protrarsi
della custodia.
All’esito delle indagini preliminari, il P.M. deposita presso la cancelleria del giudice
dell’udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio e trasmette il fascicolo
contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate ed i
verbali degli atti compiuti davanti al giudice delle indagini preliminari. Il corpo del
reato e le cose pertinenti al reato sono allegati al fascicolo, a meno che non debbano
essere custoditi altrove.
Qualora il giudice dell’udienza preliminare disponga il giudizio, la cancelleria formerà
il FASCICOLO PER IL DIBATTIMENTO che contiene:
-gli atti relativi alla procedibilità dell’azione penale, all’esercizio dell’azione civile e al
certificato generale del casellario giudiziale;
-i verbali degli atti irripetibili compiuti dal PM o dalla polizia giudiziaria
-il corpo del reato e le cose pertinenti al reato, a meno che non debbano essere
custoditi altrove.
Lo stesso è nel caso di giudizio immediato.
All’eliminazione del corpo del reato si procede a seguito di statuizione del giudice
passata in giudicato.
Tuttavia è possibile l’eliminazione anche precedentemente con:
-l’eliminazione dal proprio carico per trasferimento del processo al giudice
dell’impugnazione;
- l’eliminazione delle cose sequestrate per distruzione;
- l’eliminazione delle cose deteriorabili per distruzione o vendita;
- l’eliminazione per restituzione all’avente diritto, quando, nel corso del
83
procedimento penale, il perdurare del sequestro non appare più necessario ai fini
penali.
Il Giudice decide con la sentenza che definisce il giudizio o con successiva ordinanza.
Dell’attività di eliminazione, l’ufficio deve custodire la relativa documentazione,
distinta per modalità.
Restituzione
Ex art 262 cpp: “Quando non è necessario mantenere il sequestro a fini di prova, le
cose sequestrate sono restituite a chi ne abbia diritto, anche prima della sentenza.
Non si fa luogo alla restituzione e il sequestro è mantenuto ai fini preventivi quando
il giudice provvede a norma dell’articolo 321.
Dopo la sentenza non più soggetta a impugnazione le cose sequestrate sono restituite
a chi ne abbia diritto, salvo che sia disposta la confisca.”
Ex art 85 disp. Att. cpp: “Quando sono state sequestrate cose che possono essere
restituite previa esecuzione di specifiche prescrizioni, l'autorità giudiziaria, se
l'interessato consente, ne ordina la restituzione impartendo le prescrizioni del caso e
imponendo una idonea cauzione a garanzia della esecuzione delle prescrizioni nel
termine stabilito.
Scaduto il termine, se le prescrizioni non sono adempiute, l'autorità giudiziaria
provvede a norma dell'articolo 260 comma 3 del codice qualora ne ricorrano le
condizioni.”
Ex art 263 cpp:”La restituzione delle cose sequestrate è disposta dal giudice con
ordinanza se non vi è dubbio sulla loro appartenenza.
In caso di controversia sulla proprietà delle cose sequestrate, il giudice ne rimette la
risoluzione al giudice civile del luogo competente in primo grado, mantenendo nel
frattempo il sequestro.
Nel corso delle indagini preliminari, sulla restituzione delle cose sequestrate il
pubblico ministero provvede con decreto motivato.
Contro il decreto del pubblico ministero che dispone la restituzione o respinge la
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relativa richiesta gli interessati possono proporre opposizione sulla quale il giudice
provvede a norma dell’articolo 127.
Dopo la sentenza non più soggetta a impugnazione, provvede il giudice
dell’esecuzione.”
85
che il bene veniva venduto quando ormai era privo di valore.
Il T.U. stabilisce che l’avente diritto alla restituzione delle cose affidate in custodia a
terzi, ovvero alla cancelleria, è ignoto o irreperibili, il cancelliere presenta gli atti al
magistrato, il quale ordina la vendita delle cose sequestrate da eseguirsi non oltre
sessanta giorni dalla data del provvedimento, con cui il magistrato stabilisce le
modalità della vendita ed il luogo in cui deve eseguirsi.
La vendita è disposta dal magistrato, in ogni momento se i beni non posso essere
custoditi senza pericolo di deterioramento o senza rilevante dispendio. Il
provvedimento è comunicato all’avente diritto e va affisso per dieci giorni continui
nell’albo del tribunale e degli altri uffici giudiziari del circondario.
L’elenco dei beni invenduti e dei beni affidati alla cancelleria per i quali l’avente diritto
non ha provveduto al ritiro è presentato al magistrato che ne dispone la distruzione.
La vendita è eseguita a cura dell’ufficio anche a mezzo degli istituti vendite giudiziarie,
mentre per i beni che hanno interesse scientifico o pregio di antichità o di arte, deve
essere avvisato il Ministero della giustizia che può disporre l’invio al museo criminale
e ad altri istituti (musei, scuole, gabinetti scientifici)
Le somme ricavate affluiscono al Fondo Unico Giustizia versate su un conto corrente
unico nazionale aperto da Equitalia Giustizia presso Poste Italiane SpA.
Decorsi tre mesi
-dalla vendita delle cose sequestrate, se nessuno ha provato di avervi diritto, le
somme ricavate dalla vendita sono devolute alla cassa delle ammende, dedotte le
spese anticipate dall’erario e quelle prenotate a debito;
-dalla comunicazione del provvedimento di restituzione, senza he l’avente diritto
abbia provveduto al ritiro, le somme e i valori sequestrati sono devoluti alla cassa
delle ammende.
Decorsi sei mesi dalla data in cui la sentenza è passata in giudicato o il provvedimento
è divenuto definitivo, se l’avente diritto alla restituzione delle somme o di valori
sequestrati è ignoto o irreperibile, le somme e i valori sono devoluti alla cassa delle
ammende.
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custodia, ovvero quando la custodia risulta particolarmente onerosa o pericolosa per
la sicurezza, la salute o l’igiene pubblica ovvero quando, anche all’esito di
accertamenti tecnici non ripetibili, compiuti ai sensi dell’articolo 360, risulti evidente
la violazione dei predetti divieti.
L’autorità giudiziaria dispone il prelievo di uno o più campioni con l’osservanza delle
formalità di cui all’articolo 364 e ordina la distruzione della merce residua.”
Ex art. 260 cpp: “ Se si tratta di cose che possono alterarsi, l’autorità giudiziaria ne
ordina, secondo i casi, l’alienazione o la distruzione.”
Ex art 240 cp: “Nel caso di condanna, il giudice può ordinare la confisca delle cose che
servirono o furono destinate a commettere il reato, e delle cose che ne sono il
prodotto o il profitto.
È sempre ordinata la confisca:
1)delle cose che costituiscono il prezzo del reato;
1-bis) dei beni e degli strumenti informatici o telematici che risultino essere stati in
tutto o in parte utilizzati per la commissione dei reati di cui agli articoli 615 ter, 615
quater, 615 quinquies, 617 bis, 617 ter, 617 quater, 617 quinquies, 617 sexies, 635
bis, 635 ter, 635 quater, 635 quinquies, 640 ter e 640 quinquies;
2) delle cose, la fabbricazione, l’uso, il porto, la detenzione o l’alienazione delle quali
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costituisce reato, anche se non è stata pronunciata condanna.
Le disposizioni della prima parte e dei numeri 1 e 1-bis del capoverso precedente non
si applicano se la cosa o il bene o lo strumento informatico o telematico appartiene a
persona estranea al reato. La disposizione del numero 1-bis del capoverso precedente
si applica anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma
dell'articolo 444 del codice di procedura penale.
La disposizione del numero 2 non si applica se la cosa appartiene a persona estranea
al reato e la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione possono essere
consentiti mediante autorizzazione amministrativa”
La cancelleria provvede alla vendita delle cose confiscate, salvo che per esse sia
prevista una specifica destinazione. La vendita delle cose confiscate può essere
eseguita dalla cancelleria anche a mezzo degli istituti di vendite giudiziarie.
Il giudice dispone la distruzione delle cose confiscate se la vendita non è opportuna.
All’affidamento dell’incarico procede la cancelleria. Il giudice può disporre che alla
distruzione proceda la polizia giudiziaria che ha eseguito il sequestro.
Sono previsti dei CASI in cui CORPI DI REATO CONFISCATI NON POSSONO ESSSERE
VENDUTI, ma debbono essere altrimenti destinati.
I corpi di reato confiscati sono venduti, a cura del cancelliere, ai pubblici incanti ed il
ricavato della vendita viene devoluto al patrimonio dello Stato.
La vendita dei corpi di reato confiscati avviene a cura del cancelliere previa
autorizzazione del capo dell’ufficio giudiziario, che ha il compito di nominare uno
stimatore per individuare il prezzo minimo degli oggetti da vendere.
Della vendita dovrà darsi massima pubblicità, infatti l’elenco dei reperti posti in
vendita e i relativi prezzi stimati deve essere affisso per tre giorni consecutivi nell’albo
dell’ufficio giudiziario e pubblicato nella cronaca locale di un giornale.
I bandi di vendita devono contenere il prezzo base attribuito in sede di stima ad ogni
oggetto e la descrizione non sommaria degli oggetti.
L’aggiudicazione è fatta al maggior offerente, partendo dal prezzo base fissato
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dall’esperto, quando, dopo una triplice pubblica enunciazione del prezzo raggiunto,
non è fatta un’offerta maggiore.
Alla pubblica asta possono concorrere tutti tranne i minori, gli infermi di mente, il
personale dell’ufficio che procede alla vendita, lo stimatore, il banditore.
Il pagamento del prezzo avviene in contanti.
Man mano che si svolgono le operazioni di venduta il cancelliere redige il processo
verbale soggetto a registrazione presso l’ufficio del registro (Agenzia delle Entrate),
iscritto sul registro cronologico e sul repertorio, e conservato in apposite cartelle
secondo l’ordine di data.
Nel verbale gli aggiudicatari devono essere indicati con le generalità complete.
Le somme ricavate affluiscono al Fondo Unico Giustizia versate su un conto corrente
unico nazionale aperto da Equitalia Giustizia presso Poste Italiane SpA.
Nella procedura di vendita di beni sottoposti a sequestro penale, alcune spese sono
prenotate a debito, altre sono anticipate dall'erario.
Sono spese prenotate a debito:
a) il contributo unificato;
b) i diritti di copia.
Sono spese anticipate dall'erario:
a) le spese di spedizione o l'indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari per le
notificazioni civili a richiesta d'ufficio;
b) le spese ed onorari agli ausiliari del magistrato;
c) l'indennità di custodia;
d) le spese per gli strumenti di pubblicità dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria.
Le spese prenotate o anticipate sono detratte dal ricavato della vendita dall’ufficio
che procede, prima che l’eventuale residuo venga dato all’avente diritto alla cassa
delle ammende.
Le spese anticipate dall'erario nella procedura di vendita di beni confiscati sono:
a) le spese di spedizione o l'indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari per le
notificazioni civili a richiesta d'ufficio;
b) le spese ed onorari agli ausiliari del magistrato;
c) l'indennità di custodia;
d) le spese per gli strumenti di pubblicità legale dei provvedimenti del magistrato.
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Non sono considerate spese prenotate a debito perchè trattandosi di beni dello Stato,
il problema del recupero sul ricavato non si pone, è versato all’erario.
Avviene a mezzo dell’Arma dei Carabinieri, quando questa provvede anche alla
traduzione die detenuti.
Se ciò non si verifica, a meno che il mancato trasporto possa arrecare pregiudizio ai
fini di giustizia, i corpi di reato di poco valore, di piccole dimensioni e non ingombranti,
possono essere spediti agli uffici giudiziari per mezzo della posta, con pacco
assicurato, previamente annunciato all’ufficio destinatario con speciale distinta in
doppio esemplare, uno dei quali deve essere restituito con l’attestazione di
ricevimento del pacco.
Nel caso di consegna di reperti ai periti per accertamenti tecnici, va fatta annotazione
a margine del registro datata e firmata dal perito, lo stesso avviene alla restituzione
del reperto.
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organi di polizia che ne facciano richiesta per l’impiego in attività di polizia, ovvero
possono essere affidati ad altri organi dello Stato o ad altri enti pubblici non
economici, per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale. Nel caso
in cui non vi sia alcuna istanza di affidamento in custodia giudiziale, i beni sequestrati
sono ceduti ai fini della loro distruzione sulla base di apposite convenzioni.
L’ispettorato compartimentale dei Monopoli di Stato o il ricevitore capo della dogana,
prima di procedere all’affidamento in custodia giudiziale o alla distruzione dei
suddetti beni devono chiedere preventiva autorizzazione all’organo dell’autorità
giudiziaria competente per il procedimento, che provvede entro trenta giorni dal
ricevimento della richiesta.
Con il provvedimento definitivo di confisca i beni mobili di cui si è detto sono
assegnati, a richiesta, agli organi o enti che ne hanno avuto l’uso e, in mancanza di
richiesta, vanno distrutti.
15 STATISTICA
Nel gennaio di ogni anno la cancelleria compila un prospetto numerico dei corpi di
reato, ordinari e di valore, dal quale deve risultare il movimento ad essi relativo
durante l’anno precedente. Al prospetto va unita una relazione del capo dell’ufficio.
Alla fine di ogni anno solare, in calce all’ultimo numero dei corpi di reato iscritto
nell’anno devono essere riportati tutti i numeri dei corpi di reato per i quali non sia
ancora provveduto alla loro eliminazione, con la distinzione tra quelli sequestrati in
procedimento in corso e quelli per i quali è già stato emesso un provvedimento di
destinazione non ancora eseguito.
3
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CASELLARIO GIUDIZIALE, ANAGRAFE DELLE SANZIONI
AMMINISTRATIVE E RELATIVI CARICHI PENDENTI
1 PREMESSE GENERALI
casellario giudiziale europeo e' l'insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari di
condanna adottati negli Stati membri dell'Unione europea nei confronti di cittadini
italiani;
casellario carichi pendenti è l’insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari riferiti
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a soggetti determinati che hanno la qualità di imputato;
anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato è l’insieme dei dati relativi
a provvedimenti giudiziari che applicano, agli enti con personalità giuridica e alle
società e associazioni anche prive di personalità giuridica, le sanzioni dipendenti da
reato;
2 PROVVEDIMENTI ISCRIVIBILI
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non luogo a procedere per difetto di imputabilità, o disposto una misura di sicurezza,
nonché quelli che hanno dichiarato la non punibilità ai sensi dell'articolo 131-bis del
codice penale;
8) i provvedimenti giudiziari del pubblico ministero previsti dagli articoli 656, comma
5, 657 e 663 del codice di procedura penale;
10) l'ordinanza che ai sensi dell'articolo 464-quater del codice di procedura penale
dispone la sospensione del procedimento con messa alla prova;
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sostitutiva o alternativa alla detenzione, ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, come sostituito dall'art. 15 della legge 30 luglio 2002, n. 189;
20) qualsiasi altro provvedimento che concerne a norma di legge i provvedimenti già
iscritti, come individuato con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi
dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro
della giustizia.
2) ogni altro provvedimento giudiziario che decide sull'imputazione, emesso nelle fasi
e nei gradi successivi.
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Ministro della giustizia.
1)cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo della persona cui si
riferisce il provvedimento.
Il codice identificativo è il codice fiscale per il cittadino italiano e per il cittadino di
Stato dell'Unione europea che abbia il domicilio fiscale in Italia, nonché il codice
individuato con l’utilizzazione del sistema di riconoscimento delle impronte digitali
esistenti presso il Ministero dell’Interno, per il cittadino di Stato dell'Unione europea
che non abbia il codice fiscale e per il cittadino di Stato non appartenente all'Unione
europea;
Circa il Casellario dei carichi pendenti, ogni provvedimento giudiziario è iscritto per
estratto contenente, secondo il tipo di provvedimento, i seguenti dati:
1)cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo della persona cui si
riferisce il provvedimento giudiziario; codice identificativo è il codice fiscale per il
cittadino italiano e per il cittadino di Stato dell'Unione europea che abbia il domicilio
fiscale in Italia, nonché il codice individuato con l’utilizzazione del sistema di
riconoscimento delle impronte digitali esistenti presso il Ministero dell’Interno per il
cittadino di Stato dell'Unione europea che non abbia il codice fiscale e per il cittadino
di Stato non appartenente all'Unione europea;
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dei quali di competenza del giudice di pace;
Circa l’Anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato
ogni provvedimento giudiziario è iscritto per estratto contenente, secondo il tipo di
provvedimento, i seguenti dati:
1)ai provvedimenti giudiziari revocati a seguito di revisione, o per abolizione del reato;
100
riferiscono;
101
nome), data di nascita, luogo di nascita, composto di citta' e Stato, sesso, cittadinanza
ed eventuali nomi precedenti;
data della condanna, nome dell'organo giurisdizionale, data in cui la decisione e'
diventata definitiva;
data del reato, qualificazione giuridica del fatto, riferimento alle disposizioni
giuridiche applicabili;
pena, principale ed accessoria, misure di sicurezza e decisioni successive che
modificano l'esecuzione della pena;
Gli uffici territoriali e locali rilasciano certificati en consentono la visura delle iscrizioni,
mentre l’ufficio iscrizione, in via principale, e l’ufficio centrale provvedono
all’inserimento dei dati nel sistema e alla loro eliminazione.
Ai fini del controllo e della verifica degli accessi al sistema e delle operazioni svolte dai
diversi uffici coinvolti sono stati istituiti:
- Registro attività: che consente agli uffici il monitoraggio dei soggetti che
102
compiono le attività di acquisizione dei dati, della data e della tipologia delle
stesse;
- Registro dei certificati e delle visure: consente agli uffici il monitoraggio dei
soggetti che compiono le attività di certificazione e visura dei dati.
Ufficio iscrizione
103
sistema, effettua la segnalazione al pubblico ministero competente ai fini della
risoluzione della questione concernente l'iscrizione, ai sensi dell'articolo 40;
-in caso di correzione di errori materiali incorsi al momento dell’inserimento
dei dati nel sistema e rilevati dopo la validazione, provvede senza ritardo lo
steso ufficio iscrizione su disposizione del dirigente o di persona da lui delegata,
anche a seguito di segnalazione di terzi.
Ufficio territoriale
Ufficio locale
E’ l’ufficio presso il tribunale e presso il tribunale dei minorenni, che ha
competenza in materia.
L'ufficio locale rilascia i certificati, compresi quelli richiesti da autorità straniere,
e consente la visura delle iscrizioni.
Tale ufficio, a differenza di quello territoriale, rilascia anche i certificati richiesti
da autorità straniere.
Quando transitoriamente è previsto che all’immissione dei dati nel sistema e
alla loro eliminazione provvede l’ufficio locale, questo assume tutte le funzioni
dell’ufficio iscrizione.
Ufficio centrale
2) iscrive nel sistema l'estratto delle decisioni definitive adottate dalla Corte
europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, concernenti i
provvedimenti giudiziali ed amministrativi definitivi delle autorità nazionali
già iscritti, di seguito alla preesistente iscrizione cui esse si riferiscono, su
richiesta del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della
giustizia. L'iscrizione può
essere effettuata anche su istanza del soggetto o dei soggetti interessati. In
tale caso, l'istanza è presentata direttamente all'ufficio centrale ovvero,
qualora si tratti di decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo relative
a provvedimenti giudiziari, all'ufficio iscrizione del casellario giudiziale
presso l'autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento cui la decisione
si riferisce. L'ufficio iscrizione trasmette senza indugio la richiesta all'ufficio
105
centrale, che provvede alla successiva iscrizione, acquisito il parere del
Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia.
Attività di eliminazione:
6 PROCEDURE DI ISCRIZIONE
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per il rilascio dei certificati.
Il provvedimento iscritto risulta nella fase “in lavorazione” finchè non termina la
procedura di verifica e di validazione.
I dati relativi ai provvedimenti validati possono essere modificati solo dopo la
svalidazione da parte dell’ufficio iscrizione e se viene indicata la motivazione. La
modifica del dato anagrafico comporta la creazione di un nuovo soggetto e il
trasferimento a suo carico dei provvedimenti svalidati o che risultano in lavorazione.
Della modifica va data comunicazione agli uffici interessati.
Qualora l’ufficio iscrizione, riscontra la mancata iscrizione del provvedimento
giudiziario da collegare ad altro provvedimento, esso dovrà provvedere:
-ad inserire un provvedimento provvisorio o fittizio. Il provvedimento è fittizio quando
risulta eliminato dalla banca dati del casellario giudiziale per motivi diversi dal
compimento dell’ottantesimo anno di età, o del diciottesimo anno per il
provvedimento riguardante minori, o ancora dalla morte della persona iscritta;
- a sollecitare senza ritardo l’ufficio iscrizione competente anche per via telematica e
limitatamente al provvedimento provvisorio;
- a validare il provvedimento di sua pertinenza appena pervenuta la comunicazione
dell’avvenuto inserimento del provvedimento mancante.
L’ufficio iscrizione provvede entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento del sollecito
ad iscrivere il provvedimento mancante on a comunicare all’ufficio iscrizione che ha
effettuato il sollecito i motivi del rifiuto dell’iscrizione. Nel caso di impossibilità di
portare a termine la procedura, l’ufficio iscrizione dà comunicazione all’ufficio
centrale.
7 SERVIZI CERTIFICATIVI
Sono competenti al rilascio dei certificati e delle visure senza efficacia certificativa
tutti gli uffici territoriali e locali. Per il rilascio di certificati richiesti dall’autorità
interessate di Stati dell’Unione Europea o da altre autorità straniere sono competenti
tutti gli enti locali.
Nel caso di totale o parziale non operatività del sistema informativo automatizzato,
l’ufficio che riceve la richiesta rilascia un certificato di emergenza che contiene i dati
acquisiti presso l’ufficio centrale. Se, alla data del ripristino del sistema, è riscontrata
una discordanza nei dati rispetto alla data di richiesta del certificato, l’ufficio che ha
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rilasciato il certificato di emergenza provvede all’invio al richiedente del certificato
ordinario, che sostituisce quello di emergenza.
Tutti i certificati sono rilasciati nel giorno della richiesta, eccetto il certificato di
emergenza che è rilasciato non appena sono acquisiti i dati necessari.
Al fine di rispondere a esigenze espresse dalla normativa sul trattamento dei dati
personali, è disposto che dal certificato non risulta il codice identificativo della
persona o dell’ente cui si riferisce il provvedimento.
Per ragioni di giustizia, gli uffici che esercitano la giurisdizione penale e quelli del
pubblico ministero acquisiscono dal sistema il certificato di tutte le iscrizioni esistenti
riferite ad un determinato soggetto o ad un determinato ente.
Previa autorizzazione del giudice procedente, il pubblico ministero acquisisce dal
sistema lo stesso certificato concernente la persona offesa dal reato o il testimone,
per le finalità riconosciute dal codice di procedura penale. La stessa facoltà è
riconosciuta anche al difensore.
Secondo il D.Lsg 74/2016 gli uffici che esercitano la giurisdizione penale in uno Stato
membro dell’Unione Europea, per ragioni di giustizia, possono richiedere e acquisire,
tramite la propria autorità centrale competente, dall’ufficio centrale le informazioni
sulle condanne relative a un cittadino italiano con riferimento:
-ai provvedimenti giudiziari iscritti nel casellario giudiziale italiano;
-alle condanne iscritte nel casellario giudiziale europeo (nuovo art. 21 bis T.U.)
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certificato a norma dell'articolo 175 del codice penale, purché il beneficio non
sia stato revocato;
3) alle condanne per i reati per i quali si è verificata la causa speciale di estinzione
prevista dall'articolo 556 del codice penale;
6) alle condanne per fatti che la legge ha cessato di considerare come reati,
quando la relativa iscrizione non è stata eliminata;
Nel certificato penale sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale ad
eccezione di quelle relative al certificato generale ed inoltre quelle relative ai
provvedimenti amministrativi di espulsione dello straniero e ai provvedimenti
giudiziari che decidono il ricorso avverso i primi.
Nel certificato civile sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale
relative:
Nel certificato del casellario dei carichi pendenti a richiesta dell’interessato sono
riportate le iscrizioni esistenti nel ad accezione di quelle relative:
1) alle condanne delle quali è stato ordinato che non si faccia menzione nel certificato
a norma dell'articolo 175, del codice penale, purché il beneficio non sia stato
revocato;
3) alle condanne per i reati per i quali si è verificata la causa speciale di estinzione
prevista dall'articolo 556, del codice penale;
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4) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445, del codice di procedura penale
(sentenze di patteggiamento) e ai decreti penali;
Il certificato penale del casellario giudiziale deve essere richiesto dal soggetto che
intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o
attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori,
al fine di verificare l'esistenza di condanne per taluno dei reati di cui agli articoli 600-
bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies e 609-undecies del codice penale, ovvero
l'irrogazione di sanzioni interdittive all'esercizio di attività che comportino contatti
diretti e regolari con minori.
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preveda la menzione.
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garante per la protezione dei dati personali.
L’accesso al SIC avviene tramite una registrazione sul sistema. In via transitoria, le
amministrazioni che non hanno ancora effettuato la registrazione richiedono i
certificati nei seguenti modi:
- l’acquisizione del certificato avviene previa richiesta all’ufficio locale del casellario
giudiziale. La richiesta è formulata secondo i modelli in uso e può essere inoltrata
tramite PEC se riguarda categorie o gruppi di persone numerosi;
- per le richieste concernenti un solo soggetto l’ufficio locale del casellario giudiziale
provvede all’estrazione del certificato direttamente dal SIC, alla sua stampa,
all’apposizione di firma autografa e timbro dell’ufficio e alla successiva consegna
all’amministrazione richiedente;
- per le richieste concernenti categorie o gruppi di persone numerosi, limitatamente
ai certificati in materia di casellario giudiziale, le amministrazioni interessate possono
utilizzare apposito software. L’ufficio locale del casellario giudiziale controlla che la
richiesta riporti il numero e la data di protocollo e trasmette al SIC il file contenente i
dati anagrafici dei soggetti;
- il sistema elabora le informazioni ricevute e consente l’estrazione di certificati, che
potranno essere prodotti: in formato PDF con firma autografa del responsabile del
servizio certificativo sostituita dall’indicazione a stampa del nominativo dello stesso,
nell’ipotesi in cui l’amministrazione interessata abbia optato, nella richiesta, per la
consegna dei certificati dei certificati su carta; e in formato PDF con la firma digitale
del direttore dell’ufficio del casellario centrale, qualora l’amministrazione interessata
abbia optato per l’invio dei certificati tramite PEC;
- se la trasmissione dei certificati avviene con PEC il relativo file è protetto da una
password appositamente creata dal sistema. Qualora la numerosità dei certificati
contenuti nel file non ne consenta la trasmissione via PEC lo stesso, sempre protetto
da password, potrà essere consegnato su supporto magnetico.
Queste disposizioni transitorie restano valide fino al 30.06.2017.
Il D.Lgs. 74/2016 ha disposto che nel certificato del casellario giudiziale europeo
richiesto dalla PA sono riportate le iscrizioni del casellario giudiziale europeo, in
ordine a un cittadino italiano, nella misura in cui il diritto dello Stato membro di
condanna ne prevede la menzione. Nella risposta alla richiesta di informazioni da
parte della PA in ordine ad un cittadino di altro Stato membro sono riportate le
condanne pronunciate nello stesso e quelle da esso ricevute e conservate, nella
misura in cui il diritto dello Stato membro di condanna ne prevede la menzione.
La PA di altro Stato membro dell’unione europea che rivolge la richiesta di
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informazioni all’ufficio centrale nei confronti di un cittadino italiano acquisisce da
esso le informazioni relative alle condanne iscritte:
-nel casellario giudiziale;
- nel casellario giudiziale europeo, nella misura in cui il diritto dello Stato membro di
condanna ne prevede la menzione
Il certificato per ragioni di elettorato contiene solo le iscrizioni esistenti nel casellario
giudiziale che incidono sul diritto elettorale.
L'interessato ha diritto di ottenere il certificato senza motivare la richiesta; soggetti
diversi dall'interessato possono richiedere lo stesso certificato previsto nell’ambito
della disciplina dell’elettorato attivo e della tenuta e revisione delle liste elettorali.
Gli interessati possono conoscere tutte le iscrizioni ad esso riferite, ma senza efficacia
certificativa, comprese quelle di cui non è fatta menzione nei certificati richiesti
dall’interessato, dalle P.A. e dai gestori di pubblici servizi e che compaiono invece nei
certificati acquisiti dall’autorità giudiziaria.
Sono competenti a consentire la visura tutti gli uffici territoriali e tutti gli uffici locali.
Disposizioni transitorie
In via transitoria l’art 23 del decreto 25.01.2007 stabilisce che agli uffici locali sono
affidati:
a)in materia di casellario giudiziale il rilascio dei: certificati richiesti dall'interessato,
dal difensore, certificati per uso elettorale, certificati richiesti dall’autorità giudiziaria,
limitatamente agli uffici che esercitano la giurisdizione penale e di quelli del pubblico
ministero non collegati alla RUG, nonché dei certificati richiesti dalle autorità
straniere;
b) in materia di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato il rilascio
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dei: certificati richiesti dall'ente interessato, certificati richiesti dall’autorità
giudiziaria, limitatamente agli uffici che esercitano la giurisdizione penale e di quelli
del pubblico ministero non collegati alla RUG.
c)in via transitoria, sono competenti a consentire la visura i soli uffici locali.
8 NORME FISCALI
I certificati richiesti dagli interessati in materia civile e quelli generali del casellario
giudiziale sono soggetti all’imposta di bollo in misura fissa; cosi anche per i certificati
in materia penale.
Le istanze per il rilascio di qualsiasi tipo di certificato sono esenti da bollo.
Alla stessa disciplina sono soggetti i certificati richiesti per uso lavoro, mentre
l’esenzione dal bollo sussiste per i certificati necessari per l’iscrizione nelle liste di
collocamento presso gli uffici del lavoro e della massima occupazione e per i certificati
per uso adozione.
Per ogni tipo di certificato richiesto dall’interessato è dovuto un diritto di certificato
di € 3,84. Se si richiede il rilascio immediato e si ottiene il certificato nel medesimo
giorno della richiesta, è dovuto un ulteriore diritto di € 3,83.
Il pagamento del diritto di certificato avviene con l’applicazione di contrassegni di
bollo sull’istanza di rilascio. Il funzionario addetto all’ufficio annulla con il timbro secco
dell’ufficio le marche e attesta l’avvenuto pagamento del diritto sul certificato
rilasciato, mentre rifiuta di rilasciare il certificato se le marche mancano o sono di
importo inferiore a quello stabilito.
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amministrative dipendenti da reato e dell’anagrafe da carichi pendenti degli illeciti
amministrativi dipendenti da reato decide sempre il Tribunale di Roma.
Il tribunale è monocratico e decide con le forme del procedimento dell’esecuzione.
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PARTE III – GLI AFFARI CIVILI
1 ISCRIZIONE E FASCICOLAZIONE
Il processo civile è "attivato" dalla domanda di parte, che consiste in a) nell'atto di citazione a
comparire a udienza fiss a; b)nel ricorso (dove previsto); c)nella domanda orale davanti al giudice
di pace, di cui è redatto processo verbale che l'attore deve poi notificare al convenuto.
Dopo la notificazione: l'attore deve costituirsi in giudizio e depositare anche la nota di iscrizione a
ruolo e il fascicolo di parte quando non si è davanti al gdp.
Fascicolo di parte: costituito da originali o copie di essi di atti svolti in giudizio, anzitutto quindi
citazione, comparse di risposta o d'intervento, memorie ecc. Atti consultabili da tutte le parti e da
difensori con procura.
Attività del cancelliere: controllo formale (regolarità atti svolti e documenti, sottoscrive indice
fascicolo all'inizio e ogni volta che si agigunge nuovo documento), controllo fiscale (tasse su atto
pagate)
Contributo unificato: lo anticipa la prima parte che si costituisce e, eventualmente, uno autonomo
apposito è pagato da tutte le parti che modificano successivamente la loro domanda
Fascicolo d'ufficio: formato dal cancelliere come iscrive causa a ruolo. Non si può asportare
dall'ufficio PER NESSUN MOTIVO.
Fascic. ufficio contiene tutti gli atti principali di svolgimento del processo: atti di costituzione parti,
memorie carta non bollata, processi verbali, provvedimenti del giudice, atti di istruzione, copia del
dispositivo della sentenza. Atti contenuti sono esaminabili da parti e difensori con procura.
Cancelleria comunica se giudice istruttore designato differisce udienza (max di 45 gg, 168bis cpc).
N.B. Se il g.i. non tiene udienza quel giorno (già stabilito) o si ha rinvio d'ufficio, la cancelleria
comunica solo rinvio, dato che è automatico il rinvio a primo giorno successivo previsto in
calendario.
2. ISCRIZIONE E FASCICOLAZIONE NEL PROCESSO CIVILE TELEMATICO.
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Atto introduttivo e primo atto difensivo può essere cartaceo o telematico. Atti successivi
depositati solo via telematica. Vale anche per procedimenti monitori come l’ingiunzione.
Presidente tribunale autorizza deposito in modo diverso se sistemi informatici sono ko ed è
urgente il deposito. Queste regole non valgono per le opposizioni al decreto ingiuntivo, che sono
conservati in appositi registri annuali con indice cronologico e rubrica.