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LUSO DELLA LACCA NELLARTE CINESE

Nascita, sviluppo ed evoluzione nel corso dei secoli


Definizione di Lacca
Larte della laccatura
La lacca in Cina
L esportazione nei vicini Paesi: Giappone e Corea
La lacca in occidente
Bibliografia

N.B. : in allegato trover un cd-rom contenente la presentazione grafica del lavoro e


le immagini relative agli argomenti trattati.

DEFINIZIONE DI LACCA

Parola di origine hindi (lakh) che indica il lattice ottenuto mediante lincisione del tronco della specie Rhus
vernicifera (pianta della famiglia delle Anarcadiaceae), originaria della Cina e diffusa in tutto lEstremo
oriente. Gli alberi, la cui vita media fra i 15 e i 20 anni, destate vengono incisi; emettono allora un succo
grigio e sciropposo il cui elemento essenziale chiamato urushiol dal giapponese urushi, lacca, un
idrocarburo con formula chimica C14H18O2; esposta allossigeno questa sostanza si polimerizza
spontaneamente costituendo cos la pi antica sostanza plastica nota alluomo.
Lurushiol forma il 74% del volume del succo di lacca, mentre il resto formato per il 20% di acqua, 2% di
albume e 4% di gomma simile alla gomma arabica. Dopo essere stato filtrato pi volte attraverso un telo di
canapa, il succo di lacca viene riscaldato a fuoco lento cos da perdere leccesso di umidit; viene poi
conservato in vasi impermeabili allaria. Allora pronto per luso, con o senza laggiunta di sostanze
coloranti.
La lacca resiste allacqua in modo quasi incredibile. Un oggetto di lacca pu stare sepolto nella terra umida o
essere inondato per anni (e forse secoli) eppure, a meno che non abbia subito danni esterni per cui il legno
o il tessuto al di sotto esposto allazione dellumidit, emerge fresca e forte come non mai.
Per merito di queste ed altre qualit (come la resistenza al caldo e agli acidi), la lacca eccelle sia come
copertura protettiva che come mezzo per decorare le superfici.
Finora abbiamo parlato della cosiddetta lacca orientale, ovvero quella di origine naturale; le lacche indiane,
birmane e cingalesi, di composizione differente (cosiddetta lacca di resina), sono ricavate dalla
gommalacca, sostanza resinosa prodotta dalla secrezione deposta da alcuni insetti ( Tachardia lacca) sugli
alberi. Dal XVII secolo, tale prodotto fornir la base alle vernici utilizzate dagli artigiani europei per imitare le
lacche dellEstremo oriente.

LARTE DELLA LACCATURA


Finita la preparazione, entra in azione il laccatore o hsiu kung. Applicava diversi successivi strati di lacca,
ognuno dei quali era lasciato seccare prima di applicarcene sopra un altro. Per seccare effettivamente la
lacca necessita di unatmosfera umida e di una temperatura oscillante fra i 21 e i 26 C. di conseguenza le
lacche appena dipinte venivano poste di solito in una fossa umida scavata nella terra e chiamata casa
dellombra; in queste condizioni gli oggetti laccati conseguivano la massima resistenza e conservabilit.
Lo strato superiore di lacca era di importanza cruciale perch dalla sua levigatezza dipendeva la brillantezza
e il lustro dellarticolo finito. Loperaio che lo applicava era uno specialista chiamato nelle iscrizioni shang
kung, operaio (che lavora lo strato) superiore.
Loggetto passava ora nelle mani del hua kung o pittore, e di altri che avevano il compito di decorarlo.
Sulle lacche dellEstremo oriente troviamo diverse tecniche di decorazione delle superfici, tradizionalmente
suddivise in due classi principali: lacca dipinta (hua chi) e lacca intagliata (tiao chi); ma si potrebbe fare una
categoria a s per la lacca intarsiata (dipinta e intagliata), e per quella in cui la decorazione a rilievo
realizzata con uno stucco di lacca, carbone, nerofumo e altre sostanze.
Fin qui possiamo dedurre che larte della decorazione con la lacca nata, cresciuta e si sviluppata
nellestrema area orientale del globo, ma le sue origini provengono pi precisamente dalla Cina.

LA LACCA IN CINA

La lacca in Cina era gi utilizzata in epoca Shang, ma luso a scopo decorativo risale alla fine della dinastia
Zhou, intorno al 300 a.C. Gli scavi effettuati soprattutto nella regione di Changsha, nellHunan, hanno portato
alla luce alcune suppellettili, scudi, strumenti musicali e oggetti rituali laccati in rosso, giallo e talvolta in
verde su fondo nero. Personaggi e animali sono presenti unitamente a motivi a volute e triangoli, ispirati ai
bronzi dellepoca.
Il riferimento pi antico al chi shu si trova in una canzone dello Shih ching, Libro delle Odi ritenuto del VII
sec. a.C. Dice che il sovrano di un piccolo stato occupante parte dellodierno Honan nord-orientale,
piantasse nel giardino del suo palazzo degli alberi fra cui il chi, e col legno facesse dei liuti. Inoltre il capitolo
Yu kung dello Shu ching, Libro delle Storie, elencando i tributi inviati dalle Nove Province al leggendario Yu
del III millennio a.C. , parla di chi e di seta provenienti dallo Yen, e di chi seguito da tre variet di canapa
(hsi, chih e chu) provenienti da Yu. Yen e Yu erano parti dellodierno Honan centrale e sud-orientale, del
Hopei meridionale e del Shantung sud-occidentale, ma il Yu kung probabilmente non risale oltre il IV sec.
a.C. e tutto ci che possiamo ricavare da questo passo che lalbero cresceva pressa poco quando fu
scritto il libro e che esisteva allora una tradizione di et incerta secondo cui era sempre esistito.
Ma sotto la dinastia Han (205 a.C. 220 d.C.) che ritroviamo gli esemplari pi preziosi poich in questo
periodo divennero estremamente popolari oggetti con fondo scuro e figurazioni in rosso, decorati da
arabeschi e motivi fantastici.
Il periodo Han pervaso da una certa aria di urbanit; vi si sente uninsistenza sui valori materiali e sul
benessere mondano che sembra andare daccordo con la fiducia burocratica, fine a se stessa, nei
documenti giunti fino ai nostri giorni. Nonostante gli alti e bassi, le ribellioni interne e la minaccia contro la
sua stessa esistenza da parte dei nomadi del nord durante i primi cento anni, non si pu pensare al periodo
Han come a un periodo drammatico: un periodo civile cosciente di s; eppure, nonostante la sua
magnificenza, forse un po vuoto.
La lacca , per consenso generale, un lusso. anche adattissima per lesportazione essendo forte e
leggera; e raggiunse in epoca Han un culmine di eccellenza tecnica e artistica. Non c da stupirsi dunque
che trovasse ben presto la via dei mercati stranieri quando, allinizio del I sec. a.C., la Cina cominci per la
prima volta a partecipare direttamente al commercio mondiale. La lacca Han, insieme con la seta, formano
un legame con cui possiamo connettere la cultura materiale con la vita sociale economica di quei tempi;
erano ambedue costose, e si prestavano a una manifattura su grande scala e una standardizzazione delle
qualit. Dovunque si trovi una larga classe dirigente, c richiesta proprio di questi evidenti segni di ricchezza
e di solidariet di classe. E proprio allora esisteva una simile classe sociale.
Lalbero della lacca (chi shu) cresce oggi solo nellAnnam, nella Cina meridionale, in Corea e in Giappone
(dove fu introdotto dal continente nel III sec. d.C.). IN Cina il suo confine settentrionale oggi costituito
dallarea fra i fiumi Wei e Han nel Shensi meridionale; ma ci non vuol dire che il luogo dorigine
dellindustria della lacca fosse nella Cina meridionale.
In epoca Han i centri principali della produzione della manifattura si erano spostati verso ovest e sud-ovest.
Un commentario di uno studioso del III sec. d.C. , Li Chi, nel capitolo Ti li chih della Storia della dinastia
degli Han anteriori, d i nomi di dieci fabbriche di stato che producevano diversi oggetti duso al tempo degli
Han anteriori; la fabbrica n. 7 era nel dipartimento di Ho-nei, la regione interna allattuale Huai-ching nel
Honan settentrionale; la fabbrica n. 8 nel dipartimento di Shu, era vicina se non addirittura nella localit di
Cheng-tu, lattuale capitale della provincia del Szechwan; e la fabbrica n. 9 era nel dipartimento di Kuanghan a circa 30 miglia a nord-est di Cheng-tu. Queste tre fabbriche secondo il commentatore Ju Shun (c.
189-265 d.C.), producevano tutte lacca e, dalle iscrizioni su oggetti di lacca ritrovati di recente, sappiamo
che le fabbriche 8 e 9 producevano veramente la lacca in epoca Han. A parte varie altre prove letterarie che
attestano la presenza nel Huai-ching della fabbrica 7, nessunaltra fabbrica nominata in queste iscrizioni.
Comunque alcune danno il nome di artigiani e registrano la data della fabbricazione senza specificare la
localit. La maggior parte della lacche Han, per, non reca iscrizioni e possiamo quindi dedurne, con un
certo fondamento che almeno queste erano di fabbricazione privata.
Anche in epoca pre-Han, la lacca fu adoperata per moltissimi usi, ad esempio per intarsiare i bronzi. Un
noto gruppo di vasi di bronzo della Prima Fase, assai probabilmente Shang-Yin, presenta un caratteristico
intarsio di una sostanza scura entro le cavit dello stampo; e si generalmente creduto che questa sostanza
sia lacca. Lintarsio torna ad esser di nuovo di moda nei bronzi della Terza Fase e oltre alla lacca viene
adoperata la malachite, il turchese, loro e largento (lo stile dei bronzi della Terza Fase generalmente
considerato curiosamente ibrido). Ma se larte del bronzo della Terza Fase un insieme comprendente
motivi, stili e tecniche tipici di diverse arti del bronzo, come la pittura in lacca, per il canale principale
attraverso cui passarono tutte le caratteristiche che si disseminarono poi fra la molteplicit delle arti di epoca
Han. Se perci i bronzi intarsiati della Terza Fase contengono echi di una precedente tradizione di pittura in
lacca, dobbiamo ugualmente riconoscere che gli stili e i motivi caratteristici di questi bronzi si trasmisero a
loro volta allarte Han di qualunque tipo, e fecero la loro apparizione in quasi tutte le sostanze, fra le quali la
lacca, in cui trovarono espressione.
Assai prima del periodo Han si sapeva che si poteva migliorare la qualit delle lacche introducendo una
sostanza intermedia fra la lacca e la base di legno. Si pu dire che questo era un tipo di preparazione non
dissimile a quella in uso nella pittura europea. La parola huan talvolta usata in testi pre-Han con lo stesso
significato di chi, lacca; ma dalle citazioni Han risulta chiaro che il huan era in realt una tecnica primitiva

che forse apr la via al chia chu (tecnica in uso in Cina verso il IV sec. a.C. secondo cui la lacca non veniva
applicata direttamente sul legno, ma su una base di tela di canapa ruvida che lo ricopriva, oppure solamente
su una pezza di canapa, tecnica che presso i giapponesi veniva chiamata kanshitsu, lacca secca). Lo Shuo
wen lo definisce lacca con polvere (in particolare polvere di ossa) mescolata e applicata. Assai
probabilmente questa mescolanza veniva spalmata come gesso sul supporto di legno, veniva lasciata
asciugare e poi lavorata fino a formare una superficie adatta per applicare la lacca sola.
Nel periodo Han gli utensili di lacca si dividevano ormai in tre gruppi, a seconda se la lacca veniva
applicatasela sul legno, o sul legno coperto di tela, o su unarmatura di sola tela. La grande maggioranza
appartiene al primo gruppo; di 84 vasi di lacca trovati nella tomba di Wang Kuang, segretario del grande
governatore di Lo-lang, solo 5 rivelano la tecnica chia chu, e questi sono laccati su un panno applicato a una
base di legno; i rimanenti 79 sono laccati direttamente sul legno. Anche i vasi di lacca provenienti dal confine
Niya nel Turchestan cinese sono laccati direttamente sul legno e contrastano con quelli provenienti dalla pi
prospera e vicina Lou-lan dove invece usata la canapa fra il legno e la laccatura. In tutto il Turchestan
cinese stato trovato finora un solo vaso in cui la lacca applicata sulla sola armatura di canapa; questo
processo era evidentemente riservato agli oggetti pi belli e costosi.Dobbiamo quindi concludere che le
lacche provenienti da avamposti coloniali (molte delle quali anche notevolissime) non rappresentano affatto
tutta la produzione del periodo. I veri capolavori probabilmente non lasciarono mai la Cina.
Le iscrizioni, come abbiamo osservato, danno spesso i nomi degli artigiani (kung) responsabili dei vari stadi
della manifattura del vaso. Dapprima viene il su kung. Il significato originario di su era stoffa grezza, ma la
parolaassunse ben presto il senso metaforico di nudo,bianco o non ricamato, venendo cos ad indicare la
base su cui era applicata la decorazione. Con questa variet di significati per la parola su, difficile dire
quale fosse esattamente il compito del su kung; forse era incaricato della superficie di preparazione, huan;
forse era responsabile dellapplicazione della canapa sulla base di legno; forse era incaricato di fare
larmatura di canapa se non veniva utilizzata alcuna base di legno.
Queste antiche tecniche di laccatura sembra si siano evolute secondo stadi perfettamente corrispondenti a
quelli registrabili nella storia della pittura a olio o a tempera presso i pittori europei. Cos la base di legno, tre
volte huan, corrisponderebbe alla tavoletta di legno mesticata; la laccatura su canapa preparata e applicata
su una base di legno sarebbe praticamente identica alla tecnica europea di pittura a olio o a tempera su una
tela stesa sul legno; la laccatura infine sulla canapa sola sarebbe lequivalente della pittura a olio su tela.
La lacca quando dura pu essere tagliata, incisa o intagliata con la stessa precisione dellavorio. Questo
genere di lavoro raggiunse la perfezione nel XVIII sec. con i tour de force delle botteghe di Pechino. Non ve
ne sono tracce anteriormente al periodo Han; abbiamo per esemplari di lacche Han con disegni che sono
intagliati fino a uno strato sottostante di colore pi chiaro oppure sono riempiti di un pigmento bianco e
talvolta rosso; e anche le iscrizioni sono intagliate in questo modo.
Un carattere presente in alcune iscrizioni su lacche Han e che nomina un operaio a cu venivano passati gli
oggetti laccati dopo essere passati per le mani del hua kung, stato a volte detto tung, rosso o dipingere
di rosso; di qui il termine tung kung stato tradotto con decoratore in (lacca) rossa. Ma ora convinzione
generale che tung sia in realt una variante di tiao, intagliare, incidere e che il tiao kung sia loperaio il cui
lavoro pi importante era di incidere liscrizione e di armonizzarla piacevolmente col resto della decorazione.
Il nero e il rosso sembra siano stati i pi antichi pigmenti di lacca usati in Cina, il primo derivato
probabilmente da un solfato di ferro o dal nerofumo, il secondo dal cinabro (solfuro di mercurio) e dal
cartamo (carthamus tinctorius) o dallo zafferano (crocus sativa). Forse il nero precedente al rosso. Il
leggendario Shun, ci dice il Han fei tz, aveva dei vasi per i sacrifici laccati in nero dentro e fuori, mentre
quelli commissionati dal suo successore Yu erano neri fuori e rossi dentro. Comunque fosse, luso della
lacca nera per lesterno e di quella rossa per linterno, sembra divenisse una regola fin dal IV sec. a.C. ,
specialmente per la decorazione dei sarcofagi. Generalmente parlando, se i due colori sono usati insieme, il
rosso applicato sopra il nero e non viceversa. Forse cera un componente chimico nel rosso chelo rendeva
inadatto per dipingerci sopra con la lacca nera. Comunque il Huai nan tz dice: Il tintore poteva tingere di
blu sul nero, ma non viceversa; lartigiano poteva dipingere di rosso sul nero, ma non viceversa.
In tarda epoca Chou una sfumatura di bianco ricavata dal piombo bianco, un grigio azzurro chiaro e unaltra
sfumatura di rosso si erano aggiunti sulla tavolozza del laccatore. Un verde ricavato da un composto di
cromo, gialli dal cadmio e dallocra, e il blu si trovano tutti su lacche Han e forse non erano noti prima. Nel
cap. 93 del Chien han shu leggiamo che il sarcofago dellimperatore era dipinto di vermiglio al di dentro,
mentre sulle pareti esterne apparivano un drago verde (ching) e una tigre bianca, e il sole e la luna dipinti
rispettivamente in oro e in argento. Questi ultimi pigmenti erano certamente in voga ne II sec. d.C. perch si
trovano su lacche provenienti dalle tomba del cesto dipinto a Lo-lang, risalente a quel periodo.
I disegni non venivano sempre dipinti col pennello. Ci sono, ad esempio, due ciotole di lacca trovate a Tunhuang, su ognuna delle quali un disegno a tre cerchi concentrici che racchiudono un punto centrale
ripetuto cos esattamente da far pensare che dovette essere usato un ausilio meccanico. infatti possibile
che in tarda epoca Chou venissero usati stampini e sigilli per laccare sui vasi di bronzo o sui loro modelli in
cera.
Fra le lacche pi belle e costose del periodo Han, erano quelle decorate con intarsi di bronzo, oro, argento e
tartaruga, con manici dorati e i piedi e altri accessori di metallo. Loperaio nominato dopo lo shang kung il
tung erh kou huang tu kung, ovvero doratore del manico di bronzo; ma possiamo affermare che il lavoro di

questo operaio comprendeva tutti gli abbellimenti del tipo sopra ricordato. Alcuni di questi vasi dovevano
essere assai stravaganti.
Proprio come Plinio attaccava i gusti costosi che mandavano in fallimento la Roma dei suoi tempi, Huan
Kuan e Kung Yu criticavano la moda cinese delle lacche di lusso; nel Chien han shu si legge che Kung Yu
aveva costatato che oltre 5 milioni di denaro veniva sprecato annualmente nelle lacche di Shu e Kuang-han
e che aveva seguito limperatore durante una cerimonia dentro il palazzo dellimperatrice e vi aveva scorto
piatti riccamente decorati e dipinti in lacca, e tavole di lacca decorate in oro e in argento. E come gli storici
romani approvavano la frugalit degli imperatori che si astenevano dai lussi come le sete cinesi, cos Fan
Yeh nel suo Hou han shu elogia limperatrice Teng, moglie dellimperatore Hsiao-ho (89-106 d.C.) per aver
rinunciato alle lacche Szechwan dai bordi di bronzo dorato.
Ma ne complesso la maggior parte dei reperti giunti fino ai nostri giorni non sembrano affatto gli oggetti di
lusso di cui si parla tanto nei testi. Assai raramente sono intarsiati doro e dargento; forse riflettono i gusti
meno esigenti di oggetti di lusso.
Prima di concludere questa parte relativa alle lacche cinesi bene ricordare che oltre ai sei operai di cui
abbiamo parlato (loperaio che prepara il fondo; il laccatore; il laccatore dello strato esterno; il doratore; il
pittore; lincisore), nel cosiddetto processo produttivo di una fabbrica di lacche ve ne erano altri due: uno era
il ching kung, espressione di solito tradotta con pulitore (forse lustratore), laltro il tsao kung che era forse il
capo-operaio o la persona responsabile del controllo dellarticolo finito. Con ogni probabilit ciascuno di loro
aveva degli apprendisti che lavoravano sotto di lui e col cui lavoro la produzione era mantenuta costante; ma
il semplice fatto che i loro nomi fossero registrati sullarticolo finito per mostrare di chi era la responsabilit di
ogni momento della manifattura, dimostra che ogni settore della produzione doveva essere controllato
personalmente e con molta severit.

L ESPORTAZIONE NEI VICINI PAESI: Il Giappone e la Corea


LA LACCA IN GIAPPONE
La lacca si sviluppa in Giappone a partire dall'esempio cinese e i primi esemplari rimasti risalgono al VI
secolo , pur se anche in questo caso, attraverso la leggenda di Yamatotakeru, i giapponesi abbiano voluto
accreditarne una origine autoctona, risalente al II secolo. I primi documenti storici risalgono all'editto per

l'istituzione della Fabbrica Imperiale della lacca del 645. Nel 701 il governo incoraggiava addirittura la
popolazione a coltivare alberi di lacca, distribuendo dei terreni e ricevendo in cambio la resina ottenuta.
Nel periodo Nara il primo esempio di lacca dipinta il reliquiario Tamamushi del tempio Horyuji ed
attribuito ad artista coreano. Le lacche di questo periodo sono prevalentemente di soggetto religioso, mentre
accanto a un makie-e primitivo (il makkinru), sono molto usate le tecniche cinesi T'ang, come si vede dagli
oggetti del magazzino imperiale, lo shoso-in, dove vi sono numerosi oggetti ad incrostazione di madreperla
(raden). Le sculture in lacca secca invece sono pi opere di vera scultura in quanto la lacca solo un
legante.
Nel periodo Heian, in cui appare in letteratura nel IX secolo, proprio il termine di makie, si hanno due gruppi
di oggetti. Il primo, di circa 12 pezzi rimasti, fra cui la custodia per manoscritti del buddismo esoterico fatta
per l'imperatore nel 919, seguono fino al X secolo i modelli del periodo Nara. Il secondo gruppo (XI-XII
secolo), vede lo sviluppo di nuove tecniche e una maggiore produzione che comprende la laccatura delle
strutture lignee degli edifici. In questo periodo, oltre al continuo favore del raden, si ha una grande diffusione
del makie con le tecniche del chiriji, con fondo di polvere d'oro e di altre tecniche a spruzzatura d'oro. E' da
ricordare per la profusione di madreperla e lacca dorata insieme, l'interno del konjikido del chuusonji di
Hiraizumi (nell'attuale prefettura di Iwate). L'hira makie si sviluppa alla fine del periodo e gli esemplari pi
antichi sono dei contenitori per sutra con gruppi buddisti in rosso e oro, datati 1176.
Il periodo Kamakura molto importante per l'arte della lacca perch nasce il taka makie in cui il disegno
risulta rilievo grazie a un metodo nuovo di esecuzione, ottenuta spruzzando l'oro sulla superficie per mezzo
di una canna di bamb tagliata in diagonale. E' cos possibile spargere le polveri in diversi tipi e spessori e
lacche hanno cos decorazioni meno rigide e pi pittoriche. Come gi nel tardo Heian i motivi decorativi
prevalenti sono elementi della natura presi isolatamente e disposti sulla superficie in modo da evitare
simmetrie. Nasce anche il negoro-muri e da met periodo si usa prevalentemente oro. L'oggetto tipo una
scatola piatta da toeletta e in generale i contorni sono pi spigolosi rispetto al periodo Heian. Un esempio
notevole la scatola di Taira no masako con alberi uccelli a leggero rilievo dato da un doppio strato di lacca
e con onde, rocce e terra in hira makie, fiori a corolle doppie e personaggi cinesi in foglia d'argento, il tutto
su fondo oro. Sempre in questo periodo si diffonde la tecnica cinese della lacca intagliata e la sua versione
economica, il kamakura bori che per si diffonde realmente solo pi tardi.
Nel periodo Muromachi i centri di produzione principali sono Sakai, Yamaguchi e Odawara. La tecnica makie
utilizza nuovi impasti densi di lacca e polvere di ocra ottenendo uno spessore maggiore. I primi esemplari
sono dodici scatole del santuario Hatayama di Kumano donate da Yoshimitsu e che presentano anche parti
con la nuova tecniche delle lamine di metallo intagliate. Con Yoshimasa si hanno come laccatori ufficiali le
famiglie Koami e Igarashi i cui pezzi sono caratterizzati da decorazioni calligrafiche di passi poetici in stile
molto corsivo e a volte illustrazioni delle posie stesse. In uno stesso pezzo spesso vengono usate pi
tecniche contemporaneamente e vi si nota spesso l'influenza della pittura Yamato-e e Kara-e sui motivi
figurati. Si ha anche la diffusione del kamakura bori, con scheletro ligneo, della lacca incisa vera e propria,
una ripresa del raden e qualche rara opera in chinkin bori (qianjin), dove il disegno graffito sulla lacca
umida e le linee cos ottenute sono riempite d'oro. Il makie cosi famoso che sotto l'imperatore Hsuan-te
(1426-1435), un artista cinese inviato in Giappone per imparare la tecnica!
Nel periodo Momoyama si ha un primo gruppo di oggetti che continua gli stili precedenti, un secondo che
tipico di Hideyoshi (stile Koudaiji), con foglie e piante autunnali disposti in campi contrastanti, un terzo, lo
stile namban, con soggetti ispirati all'Occidente e un quarto gruppo che comprende gli oggetti monocromi di
uso quotidiano e che prosegue invariato in periodo Edo. In generale si nota una maggiore forza decorativa e
una maggiore indipendenza fra la decorazione e la forma dell'oggetto.
In stile koudaiji erano per esempio l'interno e i mobili del castello Momoyama, che andato distrutto, ma di
cui alcune parti si conservano nel tempio di Kyoto da cui prende nome lo stile. Alla fine del periodo domina il
nome di Koetsu, artista eclettico che tratto i suoi soggetti con fantasia e audacia, servendosui di spesse
lamine di piombo e madreperla, oltre che di polvere d'oro.
Periodo Edo: fino al 1630 domina ancora Kyoto con una produzione di pezzi in oro su fondo nero. Il secondo
periodo vede Edo sede di una produzione ufficiale che usa tutte le tecniche con sfatzo. La maggiore
virtuosit tecnica si ha nell'era Genroku, per poi scadere nell'inventiva del disegno a scapito dei virtuosismi.
Le principali famiglie di laccatori ufficiali sono Kouma, Koami, Kajikawa. A Kanazawa si ha una produzione
autonoma con la scuola degli Igarashi che presenta un elegante bilanciamento tra parti decorate e non e a
volte occupanti solo met della superficie. Si hanno anche stili regionali che riprendono lo stile di origine
cinese della pittura su lacca per oggetti di uso quotidiani. Tale stile si diffonde a Edo nel '700 e vi si usano
per lo pi colori ad olio. In generale lo stile pi originale anche nel campo della lacca, quello di Korin,
Sotatsu, Kenzan e Koetsu. Da loro prendono le mosse altri artisti rinomati come Ritsuoo e Mochizuki
Hanzan. La lacca ora usata per una grande variet do oggetti, fra cui gli inro (ne riparleremo).
Dal periodo Meji, quest'arte non ha p mecenati e ha un evoluzione simile a quella delle alltre arti, con una
ripresa a partire dagli anni '50 anche se con semplificazione dei motivi. Il makie resta sinonimo di lacca
giapponese anche se vi si usano un po' tutte le tecniche.

LA LACCA IN COREA

In Corea larte della lacca fu introdotta pressappoco nello stesso periodo dellintroduzione in Giappone (non
bisogna dimenticare infatti che la Corea ha sempre svolto un ruolo di ponte fra le due culture cinese e
giapponese).
Nel periodo di Silla Unificato (668-935) vi era un funzionario addetto alla supervisione di tutte le questioni
riguardanti i lavori in lacca e la raccolta della linfa della lacca, allora una merce importante che veniva anche
esportata in Cina e nel Medio Oriente. Durante la successiva dinastia Kory (918-1392) fu incoraggiata la
piantagione di alberi della lacca e questo port alla creazione di lavori in lacca con intarsi in madreperla, che
rappresenta il massimo raggiunto da quest'arte. Negli annali storici coreani viene perfino annotato che
nell'anno 1432, quattordicesimo anno del regno di Sejong della dinastia Chosn, 182 delle 335 contee
pagarono le tasse con lavori in lacca.
Gli oggetti in lacca si dividono grosso modo in tre tipi: hkch'il, oggetti neri, chuch'il, oggetti rossi, e knch'il,
che sono oggetti di lino, rami o carta dipinti con vari strati di lacca e poi ripiegati per creare cesti o altro.
Attualmente i migliori oggetti vengono da Hoengsng e Wnju nell'area del monte Ch'iaksan, nella provincia
del Kangwndo, dove le differenze di temperatura fra il giorno e la notte sono alte. E tuttavia la quantit di
linfa che si raccoglie poca, per cui la lacca risulta molto cara. Nonostante questo, gli artisti e gli artigiani
tradizionali che usano i metodi antichi mentre sperimentano nuove tecniche, continuano a cercare la lacca
naturale per la sua bellezza e ricchezza, che non possono essere raggiunte dalle pitture sintetiche.
La tecnica che mette meglio in risalto la bellezza della lacca il ch'aehwa ch'ilgi. Vengono tracciati dei motivi
con lacca mischiata a pigmenti colorati, e poi gli stessi vengono coperti con dieci o pi strati di lacca: ne
risulta una delicata armonia di colori che veramente bella. Siccome il colore del ch'aehwa ch"ilgi raggiunge
il massimo del suo splendore all'incirca dieci anni dopo che stato creato l'oggetto, la tecnica richiede una
grande abilit ed esperienza.

LA LACCA IN OCCIDENTE
Le lacche orientali cominciarono a essere imitate in Europa verso la fine del Seicento; i principali centri di
sviluppo furono Italia, Francia, Inghilterra, Portogallo e Paesi Bassi. A Venezia si produssero mobili e piccoli
oggetti (cornici, cofanetti, servizi da toeletta) ornati con motivi astratti, a fiori o a volute. I veneziani idearono
inoltre la "lacca povera" o "falsa lacca", sostituendo alla decorazione pittorica diretta l'applicazione di
apposite stampe, che venivano colorate e ricoperte di una vernice chiamata sandracca.
Dopo essere caduto in disuso nel XIX secolo, il metodo della laccatura torn in voga nel Novecento per la
decorazione degli oggetti in cartapesta, ed attualmente usato nella bigiotteria per rendere i gioielli pi
eleganti e duraturi, oltre che per impreziosire oggetti di uso casalingo.
La lacca, che era tradizionalmente usata per gli utensili di uso comune in casa, oggi trova applicazione in
molte altre circostanze. Per esempio, viene usata nella pittura delle auto Mercedes Benz per creare una
brillantezza elegante e di lunga durata, che non viene danneggiata dall'inquinamento. A causa della sua
resistenza al calore, ad alte temperature, viene anche utilizzata nelle pitture isolanti per i circuiti elettrici e
anche per i cavi sottomarini a fibre ottiche. Recentemente sembra che possa essere dimostrato che la lacca
ha anche effetti terapeutici: secondo certe fonti sarebbe efficace in vari casi. Anche se i test e le ricerche in
proposito non sono ancora terminati, la lacca stata a lungo usata dalla medicina tradizionale coreana
basata sulle erbe.

BIBLIOGRAFIA

Willets, W., Arte cinese, Sansoni, Firenze 1963.

Gernet, J., La Cina antica. Dalle origini all'impero, Luni, Milano 1994.
Tregear, M. e Vainker, S., Tesori d'arte in Cina, De Agostini, Novara 1993.
Sullivan, M., Arte cinese e giapponese, Grolier, New York 1942.
Murase, M., Storia universale dell'arte. Il Giappone, UTET, Torino 1992.
Peruzzo Larousse, La grande enciclopedia, Alberto Peruzzo Editore
Microsoft, Encarta 2005, Microsoft Encarta Enciclopedia.
www.corea.it
www.nipponico.com

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