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Inno in dieci versi - Dasasloki (Shankara)

1. Non sono la terra n l'acqua n il fuoco n l'aria n lo spazio, non sono


nemmeno i sensi e neppure l'insieme di tutti questi enti; poich tutto ci
transitorio mentre l'Uno sempre esistente anche nel sonno profondo. Perci
Io sono quell'Uno, assoluto e benefico, che sempre e solo permane.
2. Non sono le classi sociali, n le leggi che governano le classi sociali, gli
ordini e le loro tradizioni, n mi competono la pratica della concentrazione, la
meditazione, lo yoga e le altre discipline. Le illusioni sovrapposte relative alle
nozioni di "io" e di "mio" traggono origine da ci che non il S e sono
soggette a distruzione. Perci Io sono quell'Uno, assoluto e benefico, che
sempre e solo permane.
3. Non sono la madre n il padre, non sono gli Di n i diversi mondi, non
sono i Veda n i sacrifici n possono descrivermi come i luoghi sacri di
pellegrinaggio. Poich durante il sonno profondo tutto ci diviene inesistente
pari a un vuoto assoluto, Io sono quell'Uno, assoluto e benefico, che sempre e
solo permane.
4. Non sono la dottrina Samkhya n quella Saiva, non sono la teoria
Pancaratra e non rispecchio l'opinione Jaina n, ancora, la dottrina Mimamsa
e tutte le altre. Giacch soltanto attraverso la peculiare ed effettiva
realizzazione coscienziale che si svela la mia natura di S infinitamente puro,
Io sono quell'Uno, assoluto e benefico, che sempre e solo permane.
5. Non sono n in alto n in basso, n all'interno n all'esterno, n al centro n
intorno, n verso Oriente n verso Occidente. Essendo onnipervadente come
l'etere sono per natura unico e indivisibile; perci sono quell'Uno, assoluto e
benefico, che sempre e solo permane.
6. Non sono n il bianco n il nero, n il rosso n il giallo; non sono sottile n
massiccio, n corto n lungo. Essendo la mia natura il puro splendore (di
Conoscenza), per ci stesso sono privo di forma. Io sono quell'Uno, assoluto e
benefico, che sempre e solo permane.
7. Non sono l'istruttore n il testo sacro, non sono il discepolo n
l'insegnamento; non sono "te" (che mi ascolti) n "me" (che ti parlo) e
nemmeno questo intero dispiegamento cosmico. La vera natura del S la
pura Coscienza, la quale non ammette alcuna differenziazione. Perci Io sono
quell'Uno, assoluto e benefico, che sempre e solo permane.
8. Per me non c' stato di veglia n di sogno n di sonno profondo; non mi
condiziona n il piano grossolano (visva) n quello sottile-luminoso (taijasa)
n quello causale (prajna). Essi hanno la natura dell'ignoranza, mentre Io
sono il Quarto, al di l dei tre stati (condizionati). Perci Io sono quell'Uno,
assoluto e benefico, che sempre e solo permane.
9. Poich soltanto il S onnipervadente e onnicomprensivo, autoesistente
ed anche l'unico Soggetto senza "altro", Esso costituisce l'ultima Verit.

Tutto questo universo, essendo altro dal S, semplice apparenza. Perci Io


sono quell'Uno, assoluto e benefico, che sempre e solo permane.
10. E, invero, il S non pu definirsi nemmeno come Uno (con secondo);
infatti donde mai potrebbe emergere un secondo che sia altro da Quello?
Esso, perci, non n assolutezza n relativit, n si pu dire che sia il vuoto e
nemmeno che sia un qualcosa, giacch la Sua natura la pura Non-dualit.
Perci, come posso io, allora, parlarvi di Quello che proclamato da tutto il
Vedanta?

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