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Cosa è la non dualità?

di Gianfranco Bertagni

Io tocco con la mia mano un tavolo, io sento un suono, io odoro un profumo, … Con il
pensiero, con il linguaggio (che è pensiero) distinguo, divido: c'è un io da una parte e
qualcosa che è sentito dall'altra. Per esempio: c'è la mano e c'è il tavolo, c'è l'orecchio e c'è
il suono, ecc.
Ma cosa succede nella realtà? Prima del linguaggio (linguaggio che divide), prima del
pensiero (che dualizza)? Prima c'è il semplice sentire. Un sentire dove non c'è niente di
distinto da nulla. Mano-che-tocca-il-tavolo: dovrebbe essere una parola unica. Non sento
nessuna separazione: nessuna mano da una parte e un tavolo dall'altra.
Allora quella idea che ho (idea: siamo nell'ambito del pensiero), secondo la quale ci sono
soggetto e oggetto (distinti, separati), è appunto un'idea: proprio solo del pensiero, non al
reale sentire. E questo è relativo anche alla dimensione emotiva: sento paura, sono
contento, provo amore... Non c'è nulla di separato dal mio provare paura, nel momento
nel quale provo paura. E così anche quando sono contento, quando amo.
Prendiamo il caso di io che ascolto una musica. Chiediamoci: ho l'impressione di un io
dentro di me rispetto a una musica fuori di me. Io e musica: sono solo concetti quando io
penso a quest'esperienza, ma in realtà la realtà del sentire è solo quella di un ascolto. Io che
ascolto e la musica ascoltata non sono due enti separati: è la stessa esperienza in cui la
separazione tra io e musica crolla, o meglio non c'è mai stata. Allora in realtà: io non
ascolto una musica, io non vedo un oggetto, io non sento il tavolo. Nella realtà invece, nel
momento nel quale io ascolto una musica, sono quella musicalità; nel momento nel quale
provo un'emozione, io sono quell'emozione. E via dicendo. Tutto in me, in quel momento,
è sentire (o ascoltare, o vedere, o provare...). Quindi il sentire è quella consapevolezza, il
mio essere è quel sentire, il mio sé è quella cosa nel momento nel quale la esperisco.
La conclusione è che non c'è mai stata alcuna dualità. Io e la musica, io e il tavolo, io e
l'oggetto che vedo, io e il profumo, …: sono la stessa cosa. L'essenza del sé è l'essere di ciò
che il sé sperimenta. Ed è ciò che è più proprio della nostra esperienza. Così sotto i miei
occhi che non me ne accorgo. E allora vado in cerca di un'esperienza non duale.

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