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Ebook di Silvia Pallini


Silvia Pallini

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Sono una donna, una tra le tante, una come tutte, il mio nome non ha alcuna importanza, potrei
chiamarmi Anna, Silvana o Gertrude, non farebbe differenza.

La mia vita é ‘normale’ piena delle cose ‘normali’ che riempiono i giorni delle altre donne, ma
anche quelli degli uomini.

Una vita piena di cose da fare, una corsa contro il tempo che comunque passa inesorabile. La
voglia di rallentare, di riposarsi é forte ma non si può, c’è sempre qualcosa di urgente da fare, qual-
cuno che ha bisogno delle mie attenzioni o prestazioni.

Dentro il cuore costante una speranza, come un’attesa... cambierà... prima o poi qualcuno si
accorgerà di me o comunque succederanno delle cose, incontrerò qualcosa di diverso... prima o
poi... Ma il tempo passa e tutto sembra ripetersi più o meno uguale.

Ogni tanto qualche evento importante segna una svolta. A volte sono eventi belli ma la sensazio-
ne di gioia di solito dura poco. Altre volte sono eventi brutti o molto brutti. In ogni caso sembra che
questo corpo fisico sia molto resistente, incassa i colpi, all’inizio sente male ma poi, gradualmente
anche il dolore si sparge e va ad ispessire la corazza.

Eppure vivo in una zona del mondo in cui non manca niente. Ho una casa riscaldata, letti como-
di, dispensa piena, e anche gadget di vario tipo...

Ho una relazione ‘normale’, un figlio ‘normale’ e un lavoro ‘normale’.

Ma allora cosa manca?

Cosa mi spinge a cercare sempre qualcosa?

Voglio più soldi, voglio più oggetti, mi servono... credo che quando avrò una casa più grande,
starò meglio. No, forse la casa non basta, forse starò meglio quando avrò un figlio, o quando mio
figlio otterrà una prestigiosa laurea con il massimo dei voti, o quando troverò un uomo che vivrà
solo per me, o quando finiranno le guerre nel mondo, o quando...

Questa continua ricerca mi costa tanta energia, cerco con tutte le mie forze di far andare le cose
come voglio, credo di poter controllare persone e situazioni:

- “Non mangiare robaccia, ti fa male”


- “Studia così ti costruirai un futuro”
- “Se mi impegno e mi sacrifico oggi, domani sarà migliore”
- “Non devi fare così, dovresti essere diverso”
- “Mettiamo da parte i nostri soldi così ci garantiremo la vecchiaia”
- “Devo lottare contro tutte le brutture e le ingiustizie del mondo”

Che fatica!!!

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Il fardello che porto sulle spalle diventa sempre più pesante e allora comincio ad osservarmi, ad
ascoltarmi e mi accorgo... finalmente.

La verità é che mi sento sola. Questo mi costringe ad essere eccessivamente accomodante. La


paura di perdere le persone mi fa stare zitta quando in realtà vorrei urlare, mi fa rimanere quando
invece vorrei andarmene, mi fa rinunciare ai miei sogni e ai miei bisogni.

La verità é che non credo in me stessa. Non mi piaccio, mi sento diversa e spesso esclusa... Ora
capisco perché cerco di dimostrarmi brava, capace, intelligente, anche quando questo comporta-
mento mi costa un sacco di energia e mi fa andare in una direzione che non è la mia.

Mi costringo a fare cose di cui non mi interessa niente per non deludere persone che amo o che
comunque sono importanti per me.

Comincio a capire: non faccio quello che faccio perché non ci sono alternative, faccio quello
che faccio per contenere le mie paure e i miei sensi di colpa.

Quindi gli altri non c’entrano niente, tutto parte dal mio mondo interiore.

Sono io che lavoro come una matta perché se non lo facessi... cosa sentirei dentro di me?

Mi osservo e mi accorgo che ogni volta che mi concedo qualcosa mi sento in colpa. Il Senso del
Dovere si sveglia e urla forte.

Sono io che sacrifico il mio tempo per dare buoni consigli, dirigere situazioni varie, salvare, ascol-
tare, accompagnare, aiutare... perché se non lo facessi mi sentirei in colpa.

Il Giudice si sveglierebbe e mi accuserebbe di essere egoista.

Comincio a prendermi il tempo per osservare costantemente me stessa, le mie emozioni, le mie
reazioni automatiche, le mie paure, le mie convinzioni, tanti limiti che mi impongo da sola.

Respiro... respiro ancora... comincio a vedere la via d’uscita. Se tutto é diretto da me, anche se
ancora non sono completamente consapevole, posso trovare il modo di modificarlo.

Tante domande si affollano nella mia mente... va bene, forse posso costruirmi una vita migliore,
più serena. Forse posso accettare una certa dose di piacere (sembra quasi una parolaccia). Posso
anche divertirmi, ma che senso ha tutto questo?

Mi guardo intorno e quello che vedo è deprimente... forse persone che amo stanno soffrendo,
forse in questo momento ci sono bambini che muoiono di fame o popolazioni che subiscono la
guerra...

Come posso far finta di niente?

Che senso ha tutto questo?

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Rifletto, cerco, leggo, prego, penso...

Poi una notte un Sogno:

Cammino da sola in un paesaggio desolato. Una sorta di nebbia rende tutto quasi irreale. Cam-
mino un po’ spaventata per vicoli che non conosco. Non c’è nessuno in giro, neanche un cane.
Continuo a svoltare di vicolo in vicolo sperando di trovare qualcosa che sia per me un riferimento
conosciuto, ma più vado avanti e più quello che vedo mi fa sentire persa.

Improvvisamente vedo in lontananza quello che sembra un grande edificio. Sento l’impulso
forte di dirigermi in quella direzione e comincio a correre, arrivo in una grande, grandissima piaz-
za. L’edificio assai imponente sembra un vecchio auditorium, vecchio ma in buone condizioni. Mi
avvicino al grande portone e le ante si aprono da sole. Penso che potrebbe esserci una fotocellula
ma l’idea è assurda, non sembra proprio un luogo che conosca alcun tipo di tecnologia. Comun-
que sia, questa cosa mi rassicura un pochino e procedo curiosa.

Incontro altre due porte che, come la prima, al mio avvicinarmi si aprono da sole. Questa cosa
mi fa sorridere: - Vediamo mi dico...

Oltrepassata la seconda porta mi trovo in una stanza immensa, tanto grande da far pensare al
Duomo di Firenze, e anzi, in qualche modo me lo ricorda, nonostante sia un unico altissimo stan-
zone piuttosto buio.

Improvvisamente si accendono le luci, ma non le vedo in realtà, vedo solo che ora l’ambiente è
molto illuminato e mi permette di accorgermi che è pieno di strumenti musicali, sono tanti, tan-
tissimi. Faccio uno sforzo per comprendere tutto con un’unica occhiata, ma non è possibile, sono
troppi elementi. Il mio cuore batte all’impazzata.

Gli strumenti sono sospesi nel vuoto e sembrano muoversi, come se suonassero, ma non sento
alcuna musica.

Ci sono migliaia di strumenti diversi, alcuni non li avevo mai visti prima, ma so che sono strumenti
musicali.

Sono disposti a semicerchio, come fossero un’orchestra, e si agitano.

Ce ne sono di grandi e molto grandi e di piccoli e molto piccoli.

Alcuni sembrano più importanti, come fossero attori principali, altri rimangono in secondo pia-
no, come fossero comparse.

Non capisco, quello che vedo è completamente senza senso, è assurdo e... non mi piace.

Mi volto verso l’uscita ma la porta è chiusa e so che non si aprirà, allora rassegnata mi siedo in
terra ad osservare questo spettacolo incredibile.

Il mio cuore si calma e mi chiedo cosa ci faccio in questo posto...

Osservo... pianoforti, pianole, organi immensi che sembrano vantarsi e togliere la scena ad altri,
trombe, tromboni, flauti che sembrano protestare, viole, violini e violoncelli che sembrano chie-

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dere spazio e cosi via.

Mi accorgo che alcuni strumenti si fermano e altri accelerano.

In certi momenti sembra che ci sia un qualche accordo, poi improvvisamente ognuno va per
conto proprio.

Qualcuno suona solo due note silenziose e poi più niente.

Osservo e sento nel mio cuore che così non va bene, che dovrei andare a mettere a posto le
cose, dovrei far quietare quelli che prendono tanto posto e dare più spazio a chi rimane nascosto.
Ci sono una serie di tamburelli che si muovono appena e sembrano tristi, vorrei andare a conso-
larli.

Mi rendo conto dell’assurdità della situazione e del mio forte coinvolgimento emotivo. Ma non
posso farci niente. Sento quello che sento.

Più guardo la scena più mi sembra di conoscerla, e aumenta il mio sgomento, che velocemente
diventa rabbia e dolore. Mi sento impotente e non ci capisco niente.

Le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi:

Perché?

Perché?

Perché?

Sono intrappolata in questa stanza e costretta a guardare questo spettacolo inutile e senza senso.

Chiudo gli occhi e chiedo, non so neanche a chi, di aiutarmi a capire. Se sono qui ci deve essere
un motivo. Vorrà dire qualcosa...

Rimango così, con gli occhi chiusi e prego...

Una strana pace si impossessa di me, una Pace che sa.

Lentamente apro gli occhi e vedo...

Ogni strumento è mosso, suonato da qualcosa, sembra una forma vagamente umana ma estre-
mamente luminosa. Comprendo: ogni strumento è suonato da una presenza luminosa. La scena
comincia ad avere più senso, la mia mente si placa un pochino.

Ma chi sono questi che suonano gli strumenti?

Una parola, o forse un suono, appare dentro di me: “Coscienza.”

Quindi ogni strumento è suonato da una Coscienza.

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Mi chiedo se lo strumento è consapevole della Coscienza che lo sta suonando...

“Alcuni si, altri non molto.” La risposta è arrivata chiara e immediata dentro di me.

Mi stupisco.

Continuo ad osservare, la Coscienza che suona sembra sempre serena, sia quella dei grandi
strumenti protagonisti, sia quella dei piccoli in secondo piano.

Alcune Coscienze attaccano a suonare e altre smettono.

Ma tutte sono felici.

Non capisco chi determina il loro entrare o uscire, il loro rallentare o accelerare.

Ognuno sembra suonare per conto proprio, ma se così fosse ne risulterebbe un gran caos, un
rumore senza senso certamente sgradevole e poco armonioso.

Mentre questo pensiero mi balena nella mente si accende l’audio...

Quella che sento è la melodia più bella e armoniosa che abbia mai sentito, o addirittura imma-
ginato di sentire.

Rimango incantata, i miei sensi si perdono in tanta bellezza.

Mi lascio cullare dalla musica che diventa sempre più bella e mi entra nelle cellule, come se di-
ventasse me. Il mio Cuore si dilata e provo qualcosa che sembra estasi... Amore, un Amore grande
che comprende tutto, un Amore indescrivibile.

Rimango in questo spazio sospeso come se fossi fuori dal tempo, fuori da tutto, in un’altra di-
mensione. Tutto è Bellezza e Armonia.

Poi ancora una domanda si affaccia alla mia mente: come possono essere così sincronizzati tutti
questi strumenti, come fanno a sapere quando entrare, rallentare, sospendere, ecc. ?

La stessa voce dentro di me mi dice di girarmi.

Lo faccio e vedo una luce abbagliante, un forma che la mia mente velocemente decodifica:

C’è un direttore d’orchestra, immenso, luminoso.

Adesso è tutto più chiaro: niente è per caso, ogni Coscienza è diretta dal Direttore, c’è una sorta
di spartito cosmico condiviso, cui tutti, su livelli diversi, partecipano.

Mi sposto nella grande stanza in modo da poter comprendere con lo sguardo sia gli strumenti,
sia le loro Coscienze, sia il Direttore d’Orchestra.

La mia mente fa tanta fatica a mettere a posto i pezzi, e si affanna ancora cercare risposte. Per-
ché? Come? Quando? E prima? E dopo? Ma allora?

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Un vortice si forma intorno alla mia testa e mi ritrovo seduta sul letto con gli occhi sbarrati.

Cosa mi è successo?

Non lo so. So solo che qualcosa dentro di me è cambiato per sempre, come se avessi avuto ac-
cesso, seppure per un attimo, a Qualcosa di Grande.

È stato un sogno o cos’altro...?

Non lo so, so che le immagini non svaniscono e il ricordo di quello che ho vissuto è chiaro e limpi-
do nella mia memoria, indipendentemente dalla mia volontà continua ad attirare la mia attenzione.

A momenti vorrei non pensarci più, ma non è possibile, da quel momento in poi tutta la mia vita
ruota intorno a quelle immagini, come se il Sogno fosse una specie di centro intorno a cui tutto il
resto si dipana... Che strana sensazione, a momenti mi sento imprigionata e a momenti mi sento
grata.

Improvvisamente un’illuminazione, un pensiero folgorante che So essere vero.

Mi trovo come nel sogno davanti a quello strano spettacolo e voglio uscire, ma la porta è chiusa
e non si apre. Capisco. Come nel sogno sono costretta a rimanere ad osservare e prendermi il
tempo di ascoltare anche quello che succede in me, quello che provo, dall’impotenza, alla rabbia,
fino all’Amore.

Ok, respiro e comincio a sentire dentro gratitudine, c’è una Forza che non conosco che sta evi-
dentemente comunicando con me, ed io So che è per il mio bene.

Formulo la domanda nella mia testa: perché mi accade questo?

Perché proprio a me?

Come nel sogno la risposta arriva chiara dentro di me: “Perché tu lo hai chiesto.”

Comincio a piangere e sono lacrime di gioia. Mi sento finalmente amata e protetta;

questa Cosa Immensa che comunica con me mi ama. Sei Dio?... chiedo...

Di nuovo sento chiaramente la risposta: “Certo, chi vuoi che sia, sono il Direttore d’orchestra,
sono la Fonte di tutto ciò che è, sono l’Amore Infinito che tutto ama e comprende e tu sei una
Particella di me, come tutti.”

Mi stai dicendo che io sono uno degli strumenti musicali che ho visto nel sogno?

“Esattamente”

Va bene, per oggi basta, vado a farmi una corsa.

Non riesco più a distrarmi. Faccio le stesse cose di sempre ma il mondo mi sembra diverso, le
persone ora sono persone, le guardo... sono importanti... anche se non le conosco... osservo i loro
volti... Particelle di Dio, come me, ma loro lo sanno?

“No, in generale pochi se ne rendono conto.”

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La voce mi ha risposto immediatamente.

Sento un brivido e una forte emozione, morbida, commovente: gratitudine.

Ad ogni mia sincera domanda Dio, la Voce, risponde dentro di me. Che meraviglia, mi sento
Particella di Dio e il mio Amore aumenta a dismisura.

Ho ancora tanti elementi del Sogno che non sono chiari nella mia mente. Non capisco bene
cosa possano significare ma non ho fretta. È come se volessi godermi questa sensazione di svela-
mento. Per tutta la vita ho cercato di capire il senso ed ho sofferto tantissimo perché non lo vede-
vo da nessuna parte. Mi sembrava che il mondo, l’umanità, fosse un agglomerato di gente piena di
dolore che si agitava inutilmente e senza scopo.

Ecco fulminea un’altra illuminazione: come gli strumenti musicali.

Mi sembravano assurdi nel loro agitarsi e anche vittime di ingiustizie e soprusi gli uni sugli altri.
Ma poi ho visto le Coscienze che li muovevano e ho capito che il loro movimento non era a caso,
ma aveva un ruolo nella produzione di quella meravigliosa armonia che alla fine sono riuscita ad
ascoltare.

Quindi... ognuno di noi, ogni corpo fisico, come uno strumento musicale, è mosso da una Co-
scienza Spirituale che sa perfettamente quello che sta facendo.

Ma allora non c’è libertà, se siamo costretti a essere suonati in un certo modo, cosa possiamo
farci? Una punta di rabbia travolge il mio corpo.

Mi rilasso, respiro, dimmi come funziona per favore...

“Fino a che tu credi di essere solo lo strumento musicale, quindi ti identifichi unicamente e com-
pletamente con il tuo corpo fisico, ti sentirai manipolata; quando sceglierai di allargare i tuoi oriz-
zonti potrai accorgerti che la Coscienza che suona sei sempre tu, ma su un livello più alto, come
una parte di te che sta su un’altra dimensione. Tu non la vedi con gli occhi fisici, pertanto ti senti
costantemente sola, ma basta che cominci a guardare con gli occhi dello Spirito e la Coscienza,
la tua Parte Spirituale si presenta volentieri.”

Va bene, questo mi piace, ma non credere di avermi convinta, ci sono ancora molte cose che
non tornano. Ancora mi sento pervasa da un’ondata di rabbia, rabbia che nasconde dolore.

Allora signor Dio saccente spiegami perché succedono cose tanto brutte, perché le persone
si ammazzano, rubano, inquinano, eccetera. Questa Coscienza che suona secondo me è un po’
matta!!!

“Ti capisco.” dice la Voce dentro di me “È doloroso vedere gli altri soffrire, ma é proprio il dolore
che ti ha costretta a cercarMi. Ogni strumento ha un suo percorso e ognuno di voi é libero di fare
tutte le scelte che vuole. Fino a che vi percepite soli, lontani dalla vostra parte Spirituale e separati
da tutti gli altri strumenti, agite spinti dalla paura. Allora vi difendete oppure attaccate. Cercate di
controllare tutto e tutti e vi date un gran daffare per far andare le cose come volete voi. Ma non
funziona.

Solo quando non ne potete più del dolore che provate cominciate a cercare altro e, come vi é
stato insegnato dai grandi maestri, se chiedete vi sarà dato.”

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“Io ci sono per tutti, ognuno di voi può trovarmi dentro il proprio cuore, ma non siete obbligati a
cercarMi e neppure ad ascoltarMi.”

Grazie di avermi risposto. Mi rendo conto che a volte so essere antipatica.

“Ricordati che questa é una tua percezione, io ti amo comunque”.

Simpatia e antipatia, bello e brutto, giusto o sbagliato, nero o bianco, sopra o sotto, vittima o
carnefice, eccetera. Per me sono semplicemente le sfumature che rendono interessante il vostro
mondo ‘fisico’.

Vi osservo e vi amo e so, con assoluta certezza, che tutti voi, chi prima chi dopo, arriverete alla
comprensione, alla pace, alla gioia all’Amore, insomma a Me. Non può essere che così perché voi
siete già Me, lo avete solo dimenticato... ma lo ricorderete...”

Mi sento leggera come non mi ero mai sentita, mi sento in pace, nutrita e amata. Questo mi
rende bendisposta verso tutto e verso tutti.

Mi tornano in mente quei piccoli tamburelli che suonano poche note... ancora un’illuminazio-
ne: sono come i bambini che nascono e muoiono molto piccoli, senza aver avuto la possibilità di
suonare la propria musica.

Di nuovo sento la rabbia assalirmi ma... il ricordo della melodia esplode nelle mie cellule. La rivivo
con tutta me stessa e di nuovo mi sento trascinata in un mare d’Amore.

Respiro... anche queste morti, questi eventi drammatici fanno parte della Melodia...

La mia mente si ribella... Non é possibile, non é giusto, non può essere così, uffa Dio, non puoi
dirmi che anche questo ha un senso.

O forse si...

Ti prego dimmi...

“Ti ho già detto che ogni anima ha un suo percorso durante il quale, attraverso le esperienze
che fa, evolve. Significa che gradualmente si libera dalle memorie di dolore e dalla paura. Questo
processo richiede molto lavoro e molto impegno, nella materia densa e voi lo sperimentate come
dolore. Ma é ben pagato “

Sento Dio che sorride amorevolmente dentro di me.

“Non ci sono errori, ogni Anima sceglie di abbassare molto la propria frequenza per entrare nel
mondo fisico per sperimentare situazioni che le servono per avvicinarsi a quello che veramente È.
Me, Amore Divino.

Inoltre alcune Anime scelgono di svolgere un servizio particolare ad altre. Ma anche questo fa
parte del loro percorso evolutivo. Spesso un bambino che muore tocca tantissime coscienze e
apre diverse possibilità, c’è chi si chiude alla vita e chi invece, per superare il dolore si mette al ser-
vizio dalla Vita, in tanti modi diversi.

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Ovviamente ogni strada intrapresa conduce ad obbiettivi diversi, i risultati raggiunti in termini di
dolore, rabbia e vittimismo oppure di Amore, Compassione e Condivisione, saranno l’indice della
validità e utilità del percorso intrapreso.

Così attraverso prove ed errori ognuno di voi si avvicina a Me. Ed IO ci sono e ci sarò sempre,
pronto ad accogliere, consolare, rafforzare, incoraggiare, amare. Perché per me ognuno di voi é
prezioso, é una parte di Me.

Come ogni goccia é una parte del mare e ogni cellula una parte dell’universo. Esisto solo IO,
in forme diverse, tutto é Me, Dio, come potrei non amarvi?

Sento che l’iceberg che avevo messo a protezione del mio cuore comincia a gocciolare, mi sto
veramente scongelando. Percepisco Bellezza e Amore ovunque. Perfezione, Mistero, Evoluzione.

E finalmente una chiave di lettura a mia disposizione... Sincronicità.

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