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BRANI DALLE OPERE DI ABHINAVAGUPTA – parte terza

(a cura di Gianfranco Bertagni)

Tutto è percepito come dotato della natura della pura luce, quando la Coscienza sorge in quanto
consapevolezza.
Abhinavagupta

Attrazione e repulsione, piacere e dolore, apparire e sparire sembrano degli stati differenziati;
tuttavia non sono separati dal corpo universale, sono della sua stessa natura. Così, ogni volta che si
innalzano, sii consapevole della loro unità e riconosci in essi l'espressione della Coscienza pura.
Inebriato da questa contemplazione, già non senti sorgere la gioia?
Abhinavagupta

Nessuna attività e nessuno yoga possono essere vie alla realizzazione del sé; perché il sé realizzato
non sorge da alcuna attività. Anzi: qualsiasi attività nasce dallo stato già fin da sempre realizzato del
sé.
Abhinavagupta

Si dice che è il Signore delle dee che si attiva negli organi dei sensi.
Abhinavagupta

Giacché non vi è mai stato nessun ostacolo, tentare di liberarsi è cosa vana. Vi è in ciò solo
un'illusione, l'ombra di un fantasma, semplice corda presa per un serpente. Non rinunciare a nulla,
non possedere nulla, saldo in te stesso, quale tu sei, agisci secondo la tua inclinazione.
Abhinavagupta

Qui non vi è alcun bisogno di progresso spirituale, di contemplazione, di sofismi o argomentazioni.


Non vi è neppure nessuna necessità di meditare, di concentrarsi, di esercitarsi in mormorate
orazioni. Qual è, dimmi, la Realtà ultima, assolutamente certa evidente? Ebbene, ascolta: non
prendere né lasciare, quale tu sei, gusta tutto lietamente.
Abhinavagupta

In questo mondo non è possibile cessare di agire; corpo, parola, pensiero procedono da una
vibrazione.
Abhinavagupta

Il Sé è nutrito dall'esperienza fausta dei sensi.


Abhinavagupta

Secondo il proprio desiderio, ogni essere vivente rivela, cesellandola, la realtà.


Abhinavagupta
Ciò che è ben stabilito interiormente nella Coscienza può con l'intermediario di questa stessa
Coscienza essere trasmesso al soffio, al corpo o all'intelligenza attraverso un esercizio ripetuto, ma
l'operazione inversa è impossibile.
Abhinavagupta

Ogni cosa percepita, tutto ciò che esiste, è gettato precipitosamente nel fuoco che ruggisce nello
stomaco della nostra propria Coscienza abbandonando così ogni differenziazione, nutrendolo con i
diversi combustibili che la realtà ci offre in ogni momento. Quando la forma di ogni cosa e di ogni
oggetto è dissolta da una violenta digestione non resta allora che la pura energia della Coscienza.
Abhinavagupta

La vibrazione gioiosa di Siva è l'universo.

Abhinavagupta

Il cielo della coscienza libera non è né all’esterno né all’interno,


poiché l’ambito della fioritura non lascia loro alcuno spazio.
Abhinavagupta

Questo Siva cosiddetto quiescente, separato dalle altre cose, segregato da tutte le altre vie, simile ad
un vaso non esiste in nessuna parte. Siva non è altro, in effetti, se non la coscienza stessa, che si
spiega in forma di 'grande luce': dove la sua 'sività' non è altro se non questo manifestarsi come tutte
le cose.

Abhinavagupta

Ora poniti fuori dalla progressione spirituale, fuori dalla contemplazione, fuori dall'abile loquacità,
fuori dalla ricerca, fuori dalla meditazione sulle divinità, fuori dalla concentrazione e dalla
recitazione dei testi. Dimmi qual è la Realtà assoluta che non lascia spazio ad alcun dubbio?
Ascoltala bene! Smetti di aggrapparti a questo o a quello, e restando nella tua vera natura assoluta,
gioisci tranquillamente della realtà del mondo.

Abhinavagupta

Viene chiamato dio perché gioca senza preoccuparsi di ciò che va ricercato o respinto.

Abhinavagupta

Il mobile e l'immobile, tutto il percepibile, sono intrisi della sua Presenza.

Abhinavagupta

La condizione dell'«Io» è il riassorbimento dell'oggetto nel soggetto, chiamato anche riposo [...],
giacché è la fine di tutti i desideri.
Abhinavagupta

L'evidenza della Coscienza brilla del suo splendore proprio. Le procedure che vogliono farla
conoscere sono quindi inutili. Senza la sua brillantezza, l'universo non potrebbe esistere.

Abhinavagupta

Le cinque proibizioni - non uccidere, non mentire, non rubare, non aver rapporti sessuali, il non
possesso - le cinque discipline, quali l'ascesi ecc., le varie posizioni del corpo e i diversi tipi di
controllo della respirazione non sono direttamente di utilità alcuna nei riguardi della Coscienza, ma
sono semplici manifestazioni esteriori.

Abhinavagupta

La divinità è qui la Coscienza, in quanto il nostro proprio Sè, che interrogando se stesso è sul punto
di risvegliarsi.

Abhinavagupta

Così giova vedere il corpo pieno di tutti i cammini, variegato dal diverso operare del tempo, sede di
tutti i moti del tempo e dello spazio. [...] Chi penetra in esso, trova la liberazione.

Abhinavagupta

Le manifestazioni del sé e dell'altro, del maestro e del discepolo, non sono che delle costruzioni
immaginarie. Anche l'unione dell'energia folgorante del maestro e del discepolo è solo
un'immaginazione, poiché non sono mai stati separati.

Abhinavagupta

Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di luce, si diverte esso stesso
ad assumere le espressioni della domanda-risposta, che non differiscono da lui. Così, colei che pone
la domanda (Devi) e colui che risponde (Bhairava), non sono che egli stesso, compiacendosi della
propria autoriflessione.

Abhinavagupta

Quando per l'assenza di limitazioni l'aberrazione del funzionamento della mente causato dal non-
riconoscimento della natura essenziale cessa, gli stati quali l'ira, la disillusione ecc. appaiono come
delle semplici espressioni della Coscienza del perfetto e venerato Signore Bhairava.
Abhinavagupta

Un individuo è ovunque. Contiene tutti i sentimenti. L'universo intero è la sua forma.

Abhinavagupta

L’amore, in effetti, rende ancora più saldi i vincoli (che ci legano all’esistenza). Distrutto
questo legame fondamentale, la liberazione in questa stessa vita, secondo me, è cosa fatta.
Abhinavagupta

Interiorità ed esteriorità vibrano di una stessa energia. Esse si esprimono in quanto


espansione e contrazione anche se in essa (questa energia) non esiste questa
differenziazione. Lo yogi che percepisce l'esterno come il riflesso della sua propria
soggettività, dimora nell'assoluto.
Abhinavagupta

Nulla di nuovo è ottenuto, neppure è reso manifesto ciò che non lo era; è solamente
bandita la concezione erronea che considera ciò che è luminoso come non luminoso.
Abhinavagupta

Non esiste alcun controllo della mente, non sorge affatto; nessuno è incatenato.
Non esiste nessun praticante, nessun ricercatore della liberazione, nessuna anima
realizzata.
Abhinavagupta

Il Signore è la totalità dei fenomeni manifesti.


Abhinavagupta

In quanto eterno nessuna via può rivelare la Sua essenza.


Nessuna via può renderLo conosciuto, giacché risplende da se stesso;
non può nemmeno scoprirLo giacché nessun velo è in grado di oscurarLo;
e giacché non vi è nessuna separazione da Lui, niente può penetrarLo.
Abhinavagupta

Il vero non-dualismo è quella visione che vede l'unità nella diversità di questi punti di
vista:
questa è diversità,
questa è unità,
ed è anche entrambi, diversità e unità.
Abhinavagupta

In questo piano, di Coscienza Suprema (Bhairava), il piacere, il dolore, il legame, la


liberazione, l'intelligenza, l'insenzienza sono parole sinonime, né più né meno che vaso o
tazza sono una cosa soltanto.
Abhinavagupta
La verità è dunque questa, che, a quel modo e nella misura che l'anzidetto Śiva Supremo, il
quale è luce soltanto, s'illumina, a questo modo ed in questa misura s'illumina la natura
delle cose.
Abhinavagupta

Occorre guardarsi dal considerare, nominare e trattare i nostri compagni di dottrina in


modo diverso, secondo la casta cui appartengono, bensì considerarli come uguali a Śiva.
Abhinavagupta

Ciò che secondo i Veda è fonte di peccato, secondo questa nostra dottrina di sinistra,
conduce invece speditamente alla perfezione. Tutto l'insegnamento vedico è infatti sotto il
dominio di māyā.
Abhinavagupta

Chi ad ogni istante dissolve in tal modo il tutto nella sua propria coscienza e di nuovo poi lo
emette, s'identifica perennemente con Bhairava.
Abhinavagupta

Per chi infine aspira alla liberazione non v'è nulla di proibito o di prescritto, nel senso che
tutto quello che è piacevole è congiungimento colla coscienza.

Abhinavagupta

Così il corpo giova vederlo pieno di tutti i cammini, variegato dal vario operare del tempo,
sede di tutti i moti del tempo e dello spazio. Il corpo, così veduto, e dentro di sé naturato
(di conseguenza) di tutte le divinità, dev'essere quindi oggetto di contemplazione, di
adorazione e di riti di soddisfazione. Chi penetra in esso, trova la liberazione.

Abhinavagupta

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