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Riccardo Chiaradonna

MARSIlIO FICInO
tRAdUttORe delle enneADi: dUe eSeMPI

a recente ristampa facsimile delleditio princeps di Plotino apprestata da Pietro


Perna, con la traduzione e il commento di Marsilio Ficino (Basilea, 1580)
un evento che interessa non solo i biblioili e gli esperti di Ficino, ma anche gli
studiosi del testo plotiniano, ai quali Stphane Toussaint e la Socit Marsile Ficin
hanno messo a disposizione un utile strumento di lavoro. 1
Limportanza della traduzione di Marsilio Ficino immensa non solo per la ricezione passata di Plotino, 2 ma anche per lo sforzo di esegesi e chiariicazione dei
trattati enneadici al quale gli interpreti sono intenti ancora oggi. Su molti passi
controversi, Ficino propone soluzioni che, a distanza di oltre cinquecento anni,
mantengono intatto il loro interesse, anche alla luce del dibattito critico pi recente. Ne un esempio famoso la traduzione iciniana di v 1 [10], 7.5-6. 3 Qui non
possibile tracciare neanche per sommi capi la storia dellinterpretazione di queste
linee tormentate, nelle quali Plotino descrive il processo di generazione dellIntelletto a partire dallUno. 4 Baster ricordare che, nella loro prima edizione delle
Enneadi (editio maior), 5 Henry e Schwyzer stampavano il testo che segue :
[] pw`~ ou\n nou`n genna`/ h] o{ti th/` ejpistrofh`/ [5]
pro;~ aujto; eJwvra: hJ de; o{rasi~ au{th nou`~ []
1 Plotini Opera Omnia, Cum latina Marsilii Ficini interpretatione et commentatione, Facsimil de ldition de Ble, Pietro Perna, 1580, Introduction de Stphane Toussaint, Villierssur-Marne, Phnix ditions, 2005. Il volume comprende, alle pp. xvi-xxi, una bibliograia su
Ficino e Plotino. Come noto, La traduzione e il commento di Ficino furono stampati per
la prima volta a Firenze, presso Antonio Miscomini, nel 1492. Si veda lo studio fondamentale
di H. D. Saffrey, Florence, 1492 : The Reappearence of Plotinus, Renaissance Quarterly , xlix,
1996, pp. 488-508. Oltre al commento di Ficino, ledizione del 1580 ne riproduce la traduzione
a ianco del testo greco stabilito da Perna.
2 Come scrive Toussaint (Introduction, in Plotini Opera Omnia, cit., p. ii) : Ce quil est
convenu dappeler le Plotin de Ficin compte pour beaucoup dans la gense des ides classiques, chez Ren Descartes, chez Henry More et chez Ralph Cudworth, ainsi que dans lhistoire de lhermetisme et du panthisme modernes. Il convient de rappeler que ce Plotin sera
lu, dans la version de Ficin et avec ses commentaires, de Torquato Tasso Friedrich Creuzer .
3 La numerazione delle linee segue Plotini Opera, ed. P. Henry-H.-R. Schwyzer, 3 voll.,
Oxonii, E Typographeo Clarendoniano, 1964, 1977, 1982 (editio minor).
4 Per unottima trattazione recente, cfr. C. DAncona, Re-reading Ennead v 1[10], 7. What is
the scope of Plotinus geometrical analogy in this passage ? in Traditions of Platonism, Essays in Honour of John Dillon, ed. by J. J. Cleary, Aldershot, Ashgate, 1999, pp. 237-261, un articolo che
d ampio conto del dibattito anteriore e verso il quale sono largamente debitore.
5 Plotini Opera, ed. P. Henry, H.-R. Schwyzer, 3 voll., Paris-Bruxelles, Descle de BrouwerLEdition Universelle, 1951, 1959, 1973 (editio maior).

bruniana & campanelliana, xii, 2, 2006

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Il punto pi controverso riguarda il dimostrativo aujto;. Questa lezione si trova


in tutta la famiglia w (famiglia che comprende il celebre manoscritto A, Laurentianus 87, 3, usato da Ficino per la sua traduzione) e in manoscritti appartenenti
ad altre famiglie. 1 Essa evidentemente presupposta dalla traduzione di Ficino,
che recita : Quia videlicet genitum conversione quadam ad genitorem inspicit .
Si tratta di una traduzione interpretante : Ficino rende esplicito che soggetto di
eJwvra lIntelletto generato (cfr. 7.3 : to; genovmenon) e che il pronome aujto; si riferisce allUno che genera lIntelletto ( genitorem ). In accordo a questa interpretazione, Plotino sostiene che lUno genera lintelletto allorch questultimo si
rivolge allUno da cui proviene. Nelleditio maior Henry e Schwyzer accettano in
app. linterpretazione di Ficino : Ficinus recte . Il solo manoscritto R, Vaticanus
Reginensis Graecus 97, riporta la lezione eJauto;. Tuttavia, nel 1963 Pierre Hadot recensendo ledizione di Henry e Schwyzer avanz alcuni argomenti volti a correggere (come era gi stato fatto da Kirchhof ) il dimostrativo aujto; con il rilessivo
auJto;, sia in v 1 [10], 7.5, sia nel passo parallelo v 1 [10], 6.18. 2 Secondo Hadot, se
il soggetto di eJwvra fosse lIntelletto, questo dovrebbe gi esistere per rivolgersi e
guardare verso lUno ; pertanto, la frase non spiegherebbe afatto come lIntelletto si generi. Inoltre, le parole hJ de; o{rasi~ au{th nou`~ sarebbero ridondanti.
Inine, andrebbe perduta lidea di una somiglianza tra lUno e il nou`~ che, invece,
costituisce il principale nodo concettuale del passo. Per tutte queste ragioni, nota
Hadot, il dimostrativo aujto; va corretto con il rilessivo auJto; e si deve ritenere
che il soggetto di eJwvra sia lo stesso della frase precedente (Pw`~ ou\n nou`n genna/`),
ossia lUno. Queste considerazioni suggerirono a Henry e Schwyzer di correggere il testo secondo le indicazioni di Hadot. 3 Nella minor, essi stamparono perci,
al posto del dimostrativo aujto;, il rilessivo auJto;. Cos corretto, il testo indica non
gi latto attraverso cui lIntelletto generato si rivolge verso il suo genitore, ma
latto attraverso cui lUno (che, come si detto, diviene il soggetto di eJwvra : ad
eJwvra subiectum to; e{n ) si rivolge verso s stesso e genera lIntelletto. Si potrebbe
pensare che le ricerche in questo modo abbiano inalmente corretto un errore
della tradizione del quale Ficino rimasto vittima. In realt, le cose stanno diversamente : gli studi pi recenti (da ultimo, un eccellente articolo di Cristina
DAncona) 4 hanno ben messo in luce che linterpretazione corretta del passo ,
1 Sull tradizione manoscritta delle Enneadi posso solo rinviare al celebre studio di P. Henry, tudes plotiniennes, 2 : Les manuscrits des Ennades, Descle de Brouwer-LEdition Universelle, Paris-Bruxelles, 1941.
2 Cfr. P. Hadot, rec. di Plotini Opera ii, Revue de lhistoire des religions , clxiv, 1963, pp.
92-96, rist. in Id., Plotin, Porphyre. tudes noplatoniciennes, Paris, Les Belles Lettres, 1999, pp.
203-210.
3 Cfr. Plotini Opera, ed. P. Henry-H.-R. Schwyzer (editio maior), t. iii, cit., p. 397 (Addenda
et corrigenda ad textum et apparatum lectionum).
4 cfr. C. DAncona, Re-reading, cit. Schwyzer tornato unultima volta sulla questione in
Corrigenda ad Plotini Textum, Museum Helveticum , xliv, 1987, pp. 252-270, partic. p. 200, nota 3, sintetizzando le spiegazioni alternative di V 1 [10], 6.18 e 7.5 proposte da Hadot, Atikinson
e Igal, e ammettendo di non essere in grado di scegliere.

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con ogni probabilit, proprio quella che la traduzione di Ficino restituisce con
grande chiarezza. Gli argomenti di Hadot in favore dellauJto; rilessivo sono tutto
sommato deboli. Dal punto di vista grammaticale, non implausibile un cambiamento del soggetto di eJwvra rispetto a quello della frase precedente, che
unobiezione ; dal punto di vista dottrinale, il soggetto che compie la conversione
e guarda verso lUno s lIntelletto, ma nel suo stato incoativo ; inoltre non
assolutamente certo che lo scopo di questo argomento consista nel far emergere una somiglianza tra lUno e lIntelletto. 1 Daltra parte, linterpretazione di
Hadot pone problemi molto gravi e, tra le altre cose, porta ad ammettere che
lUno, il primo principio assolutamente semplice, capace di rivolgersi verso s
stesso, una eventualit esclusa espressamente da Plotino in v 3 [49], 1.3-4. Henry
e Schwyzer hanno probabilmente avuto torto a rinunciare allaujto; e ad allontanarsi dallinterpretazione di Ficino.
Altrove le soluzioni proposte da Ficino sono meno felici ma, anche in questi casi, indicano la presenza di reali diicolt linguistiche e dottrinali. Ne un
esempio la traduzione di II 6 [17], 2.20-23. Rispetto a v 1 [10], 7.4-6, questo passo
porta allestremo opposto del cosmo plotiniano, poich esso riguarda la struttura dei corpi materiali. Plotino spiega che le qualit essenziali delle realt corporee (nella terminologia di scuola che egli adotta, le propriet che sono dette
completare le sostanze , o{sai levgontai sumplhrou`n oujsiva~ : quelle, cio, che
le costituiscono in quanto tali, ad esempio il calore nel caso del fuoco) 2 non
sono in realt delle qualit (ossia : non sono qualit in senso proprio), ma sono
atti (sostanziali) che derivano dai principi formatori intelligibili (i lovgoi) ; sono
qualit, invece, i caratteri totalmente estrinseci alla sostanza. Il testo trasmesso
dai manoscritti :
[] h] tauvta~ me;n ouj lektevon poiovthta~, o{sai [20]
levgontai sumplhrou`n oujsiva~, ei[per ejnevrgeiai aiJ aujtw`n
ajpo; tw`n lovgwn kai; tw`n dunavmewn tw`n oujsiwdw`n ijou`sai, a{
d ejstin e[xwqen pavsh~ oujsiva~ [].

Si tratta di un passo molto tortuoso, che gli esegeti prima di Henry e Schwyzer
hanno tentato di emendare in vario modo. Il primo a farlo fu proprio Marsilio
Ficino, la cui traduzione : Forsan vero eas non debemus dicere qualitates quaecunque essentias complere dicuntur. Siquidem actiones vel actus sunt earum a
rationibus essentialibusque potentiis orientes : Sed eas duntaxat quae extra totam essentiam sunt . 3 Questa traduzione presuppone che il testo dei manoscritti
1 Cfr. C. DAncona, Re-reading, cit., pp. 251-252. Contro Hadot sono decisive le obiezioni di
M. Atkinson, Plotinus : Ennead v. 1. On the Three Principal Hypostases, Oxford, Oxford University Press, 19852, pp. 156-160.
2 Il verbo sumplhrou`n usato da Plotino richiama evidentemente laggettivo sumplhrwtikov~,
che tra gli interpreti antichi di Aristotele ricorre frequentemente per indicare le propriet intrinseche allessenza. Luso gi attestato in Lucio, un interprete delle Categorie che si usa
datare tra i a.C. e i d. C. ; cfr. Simpl., In Cat., 48, 2-11 Kalbleisch.
3 Cito la traduzione di Ficino in base alla sua prima edizione del 1492 (cfr. supra, p. 547, nota
1), lasciando linterpunzione inalterata.

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venga corretto sopprimendo larticolo aiJ prima del dimostrativo aujtw`n a 2.21.
probabilmente sulla base della traduzione di Ficino che Pietro Perna, nelleditio
princeps, stampa ejnevrgeiai aujtw`n al posto di ejnevrgeiai aiJ aujtw`n. 1
Nella traduzione di Ficino, il soggetto di sunt quaecunque essentias complere dicuntur ; actiones vel actus predicato ; orientes participio congiunto a actiones vel actus . Cos corretto e interpretato, il testo assume il senso che
segue : non si deve afermare che sono qualit tutte quelle che sono dette completare le sostanze, se vero che sono azioni o atti di esse che derivano dalle ragioni
e delle potenze essenziali. Anche in questo caso, come in v 1 [10], 7, la traduzione
di Ficino interpretante : il greco ejnevrgeiai reso con actiones vel actus , azioni o atti . Prima di esaminare le ragioni di questa scelta, opportuno sofermarsi
sullinterpretazione del pronome earum . A che cosa si riferisce ? La soluzione
pi verosimile che esso si riferisca a essentias : le qualit essenziali sono azioni
o atti delle sostanze, i quali derivano dalle ragioni e dalle potenze essenziali. Oltre
a essere intrinsecamente plausibile, questa interpretazione sostenuta dal parallelo con 3.14-16, dove Plotino aferma che il calore costitutivo del fuoco ne forma
e atto (ei\dov~ ti [...] tou` puro;~ kai; ejnevrgeian ; cfr. anche 3.20-21, e si veda luso
della formula tou`de ejnevrgeia per indicare la forma immanente in II 5 [25], 2.30-31).
In alternativa, earum potrebbe essere riferito a qualitates , ma ci darebbe un
senso grossolanamente falso che diicilmente Ficino pu avere attribuito a queste parole : si dovrebbe ritenere difatti che le propriet costitutive della sostanza
sono atti delle qualit. Secondo Plotino, per, qualit (poiovn) un concetto nettamente distinto rispetto alla sostanza ed associato non con lazione/atto, ma
con la passione (pavqo~) (cfr ii 6 [17], 1.44-49). 2 Per questo motivo, riesce molto dificile capire che cosa potrebbero mai essere ejnevrgeiai di poiovthte~, atti di qualit . Mi pare dunque certo che Ficino riferisse earum a essentias . Le propriet
che completano le sostanze sono atti di esse.
Anche la scelta di tradurre ejnevrgeiai a 2.21 con actiones vel actus pone interessanti questioni. Il pi delle volte, Ficino traduce ejnevrgeia con actus . Questo
uso globalmente rispettato anche nella traduzione del trattato 17, dove ejnevrgeia
ricorre tredici volte (1.56 ; 2.17 ; 2.21 ; 3.2 ; 3.3 ; 3.7 ; 3.10 ; 3.16 ; 3.19 ; 3.20 ; 3.24 ; 3.26 ; 3.27).
Ficino traduce ejnevrgeia con actus undici volte su tredici. Fanno eccezione 1.56,
dove ejnergeiw`n reso con actionum e, per lappunto, 2.21, dove ejnevrgeiai tradotto con actiones vel actus . Actiones , inoltre, usato per tradurre poihvsei~
a 2.19. In 1.56, Plotino aferma che loujsiva di lass detta oujsiva con unaggiunta di atti (meta; prosqhvkh~ ejnergeiw`n, cum actionum additamento ) che impedisce di considerarla come assolutamente semplice. Non mi chiaro perch in
1 Come osserva P. Henry, tudes Plotiniennes 1 : Les tats du texte de Plotin, Paris-Bruxelles,
Descle de Brouwer-LEdition Universelle, 1938, p. 35, la traduzione di Ficino a considrablement inluenc la vulgate des ditions .
2 Sulla concezione della qualit in Plotino come categoria generale del mondo sensibile
opposta alla sostanza, cfr. K. Wurm, Substanz und Qualitt : Ein Beitrag zur Interpretation der plotinischen Traktate VI 1, 2 und 3, Berlin-New York, de Gruyter, 1973 ; R. Chiaradonna, Sostanza
movimento analogia. Plotino critico di Aristotele, Napoli, Bibliopolis, 2002.

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questo caso Ficino renda ejnergeiw`n con actionum : una risposta potrebbe venire
dal fatto che in 1.56 le ejnevrgeiai sono le attivit che costituiscono loujsiva intelligibile. In efetti, Ficino usa anche altre volte actiones per tradurre ejnevrgeiai,
quando questo termine riferito alla pluralit delle attivit proprie delle realt
intelligibili. 1 Questo senso di actio non pu essere assolutamente alla base della traduzione di ejnevrgeiai con actiones vel actus a 2.21, poich in questultimo
passo ben chiaro che le ejnevrgeiai non sono intrinseche al mondo intelligibile,
ma procedono dai lovgoi e completano le sostanze isiche. Molto pi promettente
il parallelo della formula actiones vel actus con luso di actiones per tradurre poihvsei~ a 2.19. Poihvsei~ sono qui le azioni del lovgo~ che costituiscono
le realt sensibili (ad esempio, il riscaldare nel caso del fuoco) ; di fatto, poivhsi~
formula equivalente a ejnevrgeia, termine che viene daltronde usato nelle medesima accezione a 2.17 (ejnevrgeian ejk tou` lovgou). Il senso generale di 2.17 sgg.
chiaro : i caratteri costitutivi delle realt isiche sono atti o azioni derivanti dal
lovgo~ intelligibile ; per questa ragione, essi non sono mere qualit, ma appartengono alla sostanza. In questo contesto, Ficino traduce ejnevrgeian a 2.17 con actum ; poihvsei~ a 2.19 con actiones ; ejnevrgeiai a 2.21 con actiones vel actus .
A 2.21, pertanto, luso, non infrequente in Ficino, di due termini latini per uno
greco 2 sembra avere la funzione di dare pieno rilievo alla condizione ontologica
dei caratteri sostanziali riassumendo largomentazione immediatamente precedente. Le propriet essenziali determinano in s stessa la natura delle sostanze a
cui appartengono : non sono passioni (come le semplici qualit), ma sono atti o
azioni che derivano da principi intelligibili. Ci suggerito anche dal commento di Ficino a queste linee : A quibus quicquid emicat assidue in materiam propriam, esse formarum eiusmodi actus et actiones : ut calor et lumen levitasque in
igne. Quicquid autem inde transit in materiam alienam, passiones existere : sicut
ab igne calor in aquam .
Per ingegnosa che sia, linterpretazione di Ficino non si imposta tra gli esegeti. Va detto, per, che solo di recente, con le edizioni di Henry e Schwyzer, si
pervenuti a una spiegazione soddisfacente del passo che mantiene il testo dei
manoscritti. Sia nelleditio maior sia nella minor, essi propongono in apparato la
medesima spiegazione di 2.21-22 : ejnevrgeiai (scil. eijsin) praedicatum, aiJ aujtw`n
(genetiuus partitiuus ad tauvta~) ijou`sai subiectum . Si ha cos la seguente traduzione : se vero che sono attivit quelle tra di esse che provengono dai lovgoi e
dalle potenze essenziali . Oltre ad avere il pregio di non correggere il testo trdito, linterpretazione di Henry e Schwyzer preferibile anche dal punto di vista
dottrinale. Linterpretazione di aiJ aujtw`n [] ijou`sai come soggetto, e di aujtw`n
come partitivo, rende infatti esplicito che Plotino sta qui introducendo una bipartizione tra caratteri essenziali e semplici qualit. Daltra parte, la stessa soluzione
di Henry e Schwyzer si presta a obiezioni. In particolare, assai poco probabile
1 Per ejnevrgeiai intelligibili = actiones , cfr. la traduzione iciniana di iv 6 [41], 2.21 e v 1
[10], 12.4 ; si veda per anche iii 9 13, 6.7, dove ejnevrgeiai tradotto con actus .
2 Cfr. M. Vanhaelen, Marsilio Ficinos Translation of Platos Eutyphro, Scriptorium , lvi,
2002, pp. 20-47, partic. p. 43.

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che il dimostrativo aujtw`n ( tra di esse ) si riferisca a tauvta~ di 2.20. Piuttosto, esso
va riferito a poiovthta~. 1
Quelli che sono stati discussi brevemente sono solo due esempi, che mostrano
a campione il valore della traduzione di Ficino per lo studio delle Enneadi. Le
soluzioni elaborate da Ficino per risolvere delicati problemi testuali e concettuali
rimangono attualissime e con esse indispensabile che si confronti ogni studioso
del testo di Plotino. Il progetto alla base della traduzione iciniana era tuttavia
ben pi ampio e Stphane Toussaint, nella sua introduzione, ne mette in luce il
signiicato ilosoico e ideologico. Nel pubblicare Plotino, nota Toussaint, Ficino
intende istituire una tradizione autenticamente platonica e riformare la religione.
La supremazia dogmatica del divino, infatti, non pu convenire agli acutissima
ingenia che ricercano la ragione delle cose. La lettura iciniana delle Enneadi
impregnata di alatus , ossia del soio divino del loro autore. 2 Stabilire quanto
di questo programma sia ancora vivo nelle ricerche su Plotino richiederebbe una
lunga discussione che, evidentemente, non qui possibile sviluppare. Baster notare che la ristampa delleditio princeps delle Enneadi da parte della Socit Marsile
Ficin, con i suoi ricchi apparati esegetici e bibliograici, costituisce la base di ogni
futura ricerca su questi temi. 3
1 Cfr. R. Chiaradonna, Enevrgeiai e qualit in Plotino. A proposito di Enn. ii 6 [17], in W. Lapini et alii, Studi in onore di Antonio Battegazzore, in stampa.
2 Cfr. S. Toussaint, Introduction, cit., pp. viii-x. Sul signiicato della traduzione di Plotino
nel pensiero ilosoico e religioso di Ficino si veda H. D. Saffrey, Florence, 1492, cit., da integrare con le precisazioni di S. Toussaint, Plotin chez les moines. En marge des Ennades : Marsile
Ficin dans une lettre de Pietro Delino Camaldule ?, Accademia , vi, 2004, pp. 47-61.
3 Ringrazio sentitamente Stphane Toussaint e Christian Frstel per il loro aiuto nella preparazione di questo contributo.

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