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4.

GEOMETRIA DELLE MASSE


4.1

Momenti del 2 ordine.

Sono detti momenti (di masse, di superfici, ecc...) del secondo ordine quelli esprimibili come prodotto
della massa (area) per una distanza (lunghezza) elevata al quadrato, oppure per due distanze.
4.2

Momento dinerzia assiale.

Dato un sistema piano di masse puntiformi m i ed una qualsiasi retta X, si definisce momento
dinerzia assiale rispetto allasse X (simbolo Jx) la somma dei prodotti di ciascuna massa per il quadrato
della rispettiva distanza (y2) dallasse X .
Jx = miyi2

(4.1)

Le distanze y dall'asse X, analogamente a quanto visto per i momenti statici (Cap. 3) sono
considerate positive o negative a seconda se sono disposte dalla parte sopra e a destra, oppure sotto ed a
sinistra, rispetto all'asse X. Da tale definizione, essendo le masse (o le aree) sempre positive ed il quadrato
di una distanza (anche se negativa) anchesso positivo, ne deriva che il momento dinerzia assiale
sempre positivo. Si esclude, naturalmente, il caso particolare e poco significativo delle masse puntiformi
mi tutte allineate sullasse X (distanze yi tutte nulle) per qual caso risulta Jx uguale a zero.
Dato un sistema piano di assi cartesiani (non necessariamente ortogonali) X,O,Y, evidente il
significato delle espressioni
Jx = miyi2
e
Jy = mixi2
rispettivamente momento dinerzia assiale rispetto allasse X e momento dinerzia assiale rispetto allasse Y:
Le distanze yi dallasse X e le distanze xi dallasse Y sono misurate parallelamente ai rispettivi assi Y e X,
risultando tra loro ortogonali solo nel caso (da noi pi usato) di assi cartesiani ortogonali. In [figura4.1a]
riportato un sistema di quattro masse puntiformi riferite ad un sistema di assi obliqui, in cui le distanze
positive sono usualmente rappresentate in linea continua e le distanze negative in linea tratteggiata.
Ricordando la definizione di potenza di una grandezza, possiamo riscrivere la (4.1) come
miyi2 = miyiyi = (miyi)yi
Il termine tra parentesi (m iyi) facilmente riconoscibile come momento statico della generica
massa mi rispetto allasse X che possiamo indicare col simbolo Sxi .
Possiamo, allora, scrivere la precedente espressione come
Jx = Sxiyi

(4.2)

Se consideriamo i momenti statici Sxi di ogni singola massa mi come una nuova massa ausiliaria
posta nello stesso punto della corrispondente massa m i, il termine della (4.2) entro la sommatoria, indicante
il prodotto della massa ausiliaria S xi per la sua distanza yi dallasse X, rappresenta, per definizione, il
momento statico di tale massa ausiliaria rispetto allasse X.
Tenuto conto che la massa ausiliaria il momento statico della massa puntiforme originaria collocato
nello stesso punto in cui posta tale massa originaria, si pu concludere che la (4.2) indica che il momento
dinerzia Jx, rispetto allasse X, pu considerarsi come il momento statico dei momenti statici
calcolati rispetto al medesimo asse X.
Per analogia col teorema di Varignon, valido per i momenti statici, ci si chiede se esiste un punto ben
determinato (per i momenti statici era il baricentro G) in cui poter concentrare la massa (o area) totale m i in
modo che il momento dinerzia assiale possa ottenersi come prodotto della massa totale m i per il quadrato
della distanza di tale punto dallasse X.
Tale punto, per ragioni che saranno illustrate pi avanti, non esiste. possibile, tuttavia, definire
una particolare distanza x , il cui valore dipende dalla posizione dellasse X, tale che si abbia
Jx = 2xmi

(4.3)

ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

Tale distanza x denominata raggio dinerzia rispetto allasse X. Essa si determina, se noto il
valore di Jx , come radice quadrata della frazione costituita da Jx fratto la massa totale m i (o l'area totale
Ai in caso di superfici).
Dalle espressioni considerate, si deduce che lunit di misura per il momento
dinerzia assiale di un sistema di masse puntiformi il kgm2 , mentre per lanalogo momento d'inerzia
assiale di un sistema di superfici la quarta potenza di una lunghezza (se l'area espressa in cm2, lunit di
misura del momento d'inerzia il cm4).
4.3

Momento polare.

Si definisce momento polare (simbolo J p) di un sistema di masse puntiformi, rispetto ad un punto P


(denominato polo ) la somma dei prodotti di ciascuna massa per il quadrato della rispettiva distanza (r2 ) dal
polo P.
Jp= mir2i
(4.4 )
Se si fa coincidere il polo P con lorigine di un sistema di assi cartesiani ortogonali XOY, per la
distanza ri della generica massa mi dal polo O si ha (teorema di Pitagora) : r2i = xi2 + yi2 [figura4.1b]
Y

Y
m1

x1

xi

m2

x2

ri

y1

yi

mi
yi

y2

O
y3

3
m

x4

x3

y4

m4

fig 4.1a

fig 4.1b

Allora si pu scrivere:
Jpo = mir2i = mi(xi2 + yi2) = mi(xi2) + mi(yi2)
Ricordando la definizione dei momenti dinerzia assiali, riconosciamo negli ultimi termini rispettivamente Jy e
Jx , e possiamo scrivere
Jpo = Jx + Jy
Tale relazione tra momenti dinerzia polare e assiali permette di calcolare J po, momento polare
rispetto allorigine O degli assi cartesiani se sono noti i momenti dinerzia assiali J x e Jy, ma non viceversa.
opportuno notare che, al pari del momento assiale, il momento polare sempre positivo (nullo
solo per il caso particolare privo dinteresse in cui r i = 0, cio quando tutte le masse si trovano sul polo).
Lunit di misura per questo momento del secondo ordine quella gi detta di kgm2 per i sistemi di masse e
di cm4 (o potenza alla quarta di altra unit di misura della lunghezza) per i sistemi di superfici.
4.4

Momento centrifugo.

Dato un sistema di riferimento nel piano cartesiano XOY, non necessariamente ortogonale, si
definisce momento centrifugo di un sistema di masse puntiformi, e si indica con Jxy, la somma dei prodotti di
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ciascuna massa per le sue rispettive distanze xi dall'asse Y ed yi dall'asse X, ciascuna misurata
parallelamente al rispettivo asse. In [figura4.2a] riportata una generica massa puntiforme m i in un sistema
di riferimento con assi obliqui, mentre in [figura4.2b] riportato l'usuale sistema di riferimento cartesiano con
assi ortogonali.
Y

Y
xi

mi

mi

xi

yi
yi

figura4.2a

X
figura4.2b

In formule si pu scrivere indifferentemente secondo una delle due espressioni (4.5) oppure (4.5') :
Jxy = miyixi

Jyx = mixiyi

(4.5)

(4.5')

essendo le due espressioni equivalenti per via della propriet commutativa valida per il prodotto x iyi=yixi .
Anche in questo caso l'unit di misura il kgm2 per i sistemi di masse puntiformi e di una lunghezza
alla quarta potenza nel caso di superfici (per esempio cm4). Poich le masse sono sempre positive, il
momento centrifugo avr il segno determinato dal prodotto delle coordinate xiyi e, pertanto, potr risultare
positivo, negativo o nullo, diversamente dagli altri due momenti del secondo ordine (assiale e polare) che
sono sempre positivi.
4.5

Teorema di trasposizione (HUYGENS / STEINER).

Si esamina un importante Teorema, utile in molte applicazioni, che consente, noto il momento del
secondo ordine rispetto ad un preciso riferimento (asse, polo, coppia di assi), di determinarne il valore
rispetto ad altro analogo riferimento di posizione nota. Si esamineranno i casi dei tre diversi momenti.
a) momento assiale.
Sia dato un sistema di n masse puntiformi m1, m2. m3,.....mn e due rette
parallele: una retta XG, passante per il baricentro G(xG;yG) del sistema di masse e la retta X ad essa parallela
posta alla distanza dx dalla retta XG baricentrica [figura4.3].

m3
m1
yG1

yG3

XG

dx

y1

y3

yG2

y2

m2

figura4.3
ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

Per ogni massa mi del sistema si avr yi=yGi+dx (1) essendo, con ovvio significato dei simboli, y i la
distanza della generica massa mi dall'asse X ed yGi la distanza della stessa massa dall'asse XG .
In tale espressione il valore della distanze yi oppure yGi va considerato col suo segno, utilizzando
l'usuale convenzione di considerarla positiva o negativa a seconda della posizione della massa m i da una
parte o dall'altra rispetto all'asse X o rispettivamente XG.
In base a quanto detto sul segno delle distanze yi o yGi a seconda della posizione delle masse
rispetto agli assi ed osservando la [figura4.3], si deduce che la precedente espressione (1) sempre valida
qualsiasi sia la posizione della generica massa mi rispetto agli assi X e XG. Operando la sostituzione di tale
valore di yi nella formula (4.1) si ha:
Jx= miyi2 = mi( yGi+dx )2 = miyGi2 + 2dxmiyGi + d2xmi
Il valore dx essendo costante viene scritto fuori dal segno di sommatoria. In tale uguaglianza,
essendo yGi la distanza della masse dall'asse XG, il primo termine , per definizione, il momento d'inerzia
assiale rispetto alla retta baricentrica XG che si indicher con JxG. Nel secondo termine di tale uguaglianza,
l'espressione entro il segno di sommatoria ( miyGi ) , per definizione, il momento statico del sistema di
masse rispetto all'asse XG . Poich XG passa per il baricentro, come noto, tale momento statico nullo.
Si pu, pertanto, scrivere la seguente uguaglianza, che rappresenta il teorema di trasposizione
Jx = JxG + d2xmi

(4.6)

Il teorema di trasposizione pu, quindi, enunciarsi


Il momento d'inerzia (Jx) di un sistema di masse rispetto ad un asse X uguale al momento d'inerzia
(JxG) calcolato rispetto all'asse XG, parallelo all'asse X e passante per il baricentro, aumentato del
prodotto della somma delle masse (massa totale) per il quadrato (d 2x) della distanza tra gli assi X e XG.
Osservando l'espressione (4.6) si possono fare alcune importanti considerazioni. Il termine d2xmi ha
valore sempre positivo e, per causa del quadrato, cresce rapidamente al crescere della distanza d x tra i due
assi paralleli X e XG. Questo implica che il momento d'inerzia assiale tanto pi piccolo quanto pi l'asse
rispetto a cui si calcola vicino al baricentro.
Ne consegue che per le infinite rette aventi la stessa direzione (rette parallele) il momento d'inerzia
assiale di valore pi piccolo quello calcolato rispetto all'asse XG passante per il baricentro (risulta dx =0).
La precedente relazione (4.6) pu interpretarsi anche nel considerare il momento d'inerzia assiale
(Jx) rispetto ad un generico asse X come costituito dal momento assiale che avrebbe l'intera massa se fosse
concentrata nel baricentro (d2xmi) aumentata del termine JxG, cio del momento d'inerzia assiale rispetto
all'asse baricentrico XG, parallelo all'asse X.
Si noti che la distanza dx tra gli assi paralleli XG e X altro non che l'ordinata yG del baricentro G se
l'asse X, invece di un generico asse, fosse l'asse delle ascisse di un sistema di riferimento cartesiano. In
riferimento ad un sistema di assi cartesiani, vale la successiva uguaglianza per indicare il momento assiale
della massa totale (mi), supposta concentrata nel baricentro, rispetto all'asse X : d 2xmi = y2Gmi
Ci premesso, la precedente relazione (4.6) riferita ad un sistema di assi cartesiani si pu scrivere
Jx = JxG + y2Gmi

(4.7)

Da tale espressione si deduce che per un sistema di masse puntiformi, supposta la massa totale
(mi) concentrata nel baricentro, per ottenere Jx, momento d'inerzia assiale rispetto all'asse X, al momento
d'inerzia assiale della massa totale (y 2Gmi) rispetto all'asse x occorre aggiungervi il termine JxG che, in
quanto momento assiale (rispetto all'asse baricentrico XG parallelo all'asse X), non mai nullo.
Trova, cos, giustificazione quanto prima anticipato (par. 4.2) che non esiste per i momenti d'inerzia
un teorema analogo a quello di Varignon valido per i momenti statici, cio non possibile determinare il
momento d'inerzia assiale rispetto ad un asse X come semplice prodotto della massa totale concentrata nel
baricentro per il quadrato della distanza del baricentro dall'asse X (perch necessario aggiungere J xG).
Ricordando la relazione (4.3) del momento d'inerzia assiale ottenuto come prodotto della massa
totale per il quadrato del raggio d'inerzia, in riferimento all'asse baricentrico X G parallelo all'asse X, si pu
scrivere la relazione

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JxG = 2xGmi

(4.8)

In tale espressione ovvio il significato di xG ,raggio d'inerzia relativo all'asse baricentrico XG. Utilizzando
i raggi d'inerzia, la precedente espressione (4.7) del teorema di trasposizione diventa
2xmi = 2xGmi + y2Gmi
Dividendo ambo i membri di tale uguaglianza per la stessa quantit non nulla (mi) si ha:
2x = 2xG + y2G

(4.9)

Tale importante relazione tra raggi d'inerzia ci permette di determinare il raggio d'inerzia ( x) del sistema di
masse rispetto all'asse X, invece (par.4.2) che come radice quadrata del rapporto Jx/mi, ottenendolo in funzione del

raggio d'inerzia xG rispetto all'asse baricentrico XG parallelo all'asse X, e della distanza yG tra i due assi.
Il teorema di trasposizione valido, con adattamenti, anche per gli altri momenti del 2 ordine.
b) momento polare.
Si visto, che in riferimento all'origine di un sistema di assi cartesiani, per n
masse puntiformi m1, m2. m3,...mn vale la relazione Jpo = Jx + Jy che permette di conoscere il momento
polare in funzione dei momenti assiali.
Si considerino [figura4.4] le due rette, rispettivamente parallele agli assi coordinati e passanti per il
baricentro G(xG;yG) del sistema di masse. Una retta XG, parallela all'asse X e distante da esso della quantit
dx ed una retta YG, parallela all'asse Y e distante da esso della quantit dy.
In tale [figura4.4]
rappresentata una sola generica massa mi del sistema, per comodit posizionata nel primo quadrante, ma il
ragionamento che segue valido qualunque sia la posizione delle masse.
Y

NB! Come si pu notare in figura 4.4 per la distanza


rG del baricentro dall'origine O degli assi vale la
relazione (teorema di Pitagora) r2G = d2x+d2y.

YG

dy

mi

xi

yi
xG

rG

yG

XG

G
dx

Si ricorda che le coordinate delle singole masse sono


considerate positive o negative a seconda della
posizione della massa rispetto agli assi. Ascissa xi
positiva se la massa disposta a destra dell'asse Y
(negativa se a sinistra);
Ordinata positiva se la
massa disposta sopra l'asse X (negativa se disposta
sotto).
Con tali premesse valgono sempre le seguenti
relazioni, (vedere anche [figura4.3] ) sia in valore che
in segno, qualunque sia la posizione della generica
massa mi rispetto agli assi coordinati:

yi=yGi+dx (1)

xi=xGi+dy (1')

figura4.4
Ricordando la relazione (4.6) del momento d'inerzia rispetto all'asse X Jx =JxG+d2xmi, per il
momento d'inerzia rispetto all'asse Y lecito scrivere per analogia, Jy =JyG+d2ymi (4.6)' con ovvio
significato dei simboli adoperati.
Tutto ci premesso, riprendendo la precedente relazione del momento polare si pu scrivere:
Jpo = Jx + Jy ;

Jpo = JxG+d2xmi + JyG+d2ymi ; Jpo = JxG + JyG + (d2x+d2y)mi

Notato che [figura4.4] vale la relazione r2G = d2x+d2y si pu, infine, scrivere
Jpo = JxG + JyG + r2Gmi

(4.10)

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Tale espressione (4.10) rappresenta il teorema di trasposizione per il momento d'inerzia polare. Si
noti come l'ultimo termine del secondo membro di tale espressione rappresenta il momento polare, rispetto
all'origine O degli assi cartesiani, della massa totale (mi) supposta tutta concentrata nel baricentro G e
come occorra aggiungere ad esso i primi due termini per ottenere il momento d'inerzia polare Jpo .
c) momento centrifugo.
Si visto, in relazione alla [figura4.4] per un sistema di n masse puntiformi
m1, m2. m3,...mn, che valgono le relazioni (1) e (1'). Tenendo conto di tali relazioni e ricordando l'espressione
(4.5) del momento centrifugo si pu scrivere:
Jxy = miyixi ;

Jxy = mi( yGi+dx)( xGi+dy) ;

Jxy = miyGixGi + dymiyGi +dxmixGi + dxdymi

Si noti che il primo termine del secondo membro di tale uguaglianza, in base alla definizione,
rappresenta il momento centrifugo del sistema di masse rispetto agli assi baricentrici XG e YG che possiamo
indicare con il simbolo JxGYG .
Le espressioni sotto il segno di sommatoria del secondo e terzo termine esprimono il momento
statico del sistema di n masse puntiformi m1, m2. m3,...mn rispettivamente rispetto all'asse XG ed all'asse YG
che sono due assi baricentrici. Tali momenti statici, come noto, sono nulli e, pertanto, risultano nulli i
predetti secondo e terzo termine.
Il quarto termine rappresenta il momento centrifugo rispetto agli assi coordinati X e Y della massa
totale (mi) supposta tutta concentrata nel baricentro G.
In definitiva si pu riscrivere la precedente
espressione come
Jxy = JxGYG + dxdym (4.11)
i
che rappresenta il momento di trasposizione per il momento d'inerzia centrifugo. Anche in questo caso
occorre aggiungere un termine (JxGYG) al corrispondente momento centrifugo della massa totale, supposta
concentrata nel baricentro, per poter ottenere il momento centrifugo J xy .
4.6

Centro relativo di un asse (Baricentro dei momenti statici).

Si precedentemente visto che il momento d'inerzia di un sistema di masse puntiformi rispetto ad un


asse X pu considerarsi (4.2) come momento statico dei singoli momenti statici delle masse rispetto ad un
medesimo asse X, con ciascun momento statico posizionato al posto della corrispondente massa.
Se ogni singolo momento statico S xi si considera come (par. 4.2) una massa ausiliaria, possiamo
considerare il baricentro di tale nuovo sistema piano di masse ausiliarie, che ovviamente sar un punto
diverso e distinto dal baricentro G delle masse.
Sia Cx tale baricentro dei momenti statici Sxi (ciascuno, come detto, posizionato al posto della
corrispondente massa mi) e siano XCx e YCx le sue coordinate per cui si pu indicare Cx (XCx ; YCx).
Applicando il teorema di Varignon al sistema di masse ausiliarie costituito dai momenti statici Sxi , si
pu ottenere il suo momento statico come prodotto della massa (ausiliaria) totale (Sxi) per la distanza (YCx)
dall'asse X del suo baricentro Cx. Per quanto finora detto, il secondo membro della relazione (4.2) si pu
scrivere: Sxiyi = YCxSxi
L'espressione di sommatoria Sxi la somma dei singoli momenti statici, cio il momento statico
totale del sistema di masse mi rispetto all'asse X, che si pu esprimere (par. 3.5) come prodotto della massa
totale per la distanza yG del baricentro G delle masse dall'asse X, cio come yGmi.
Allora, il secondo membro della precedente uguaglianza si pu scrivere: Y CxSxi = YCxyGmi.
Infine, la relazione (4.2) Jx = Sxiyi diventa

Jx = YCx yG mi

(4.12)

questa un'importante relazione, che permette di mettere in evidenza alcune propriet del
baricentro Cx dei momenti statici che, pi comunemente, chiamato centro relativo dell'asse X, rispetto al
sistema di masse dato. Esplicitando la (4.12) rispetto all'ordinata del centro relativo si ottiene
YCx =Jx/(yGmi) = Jx/Sx, cio
YCx = Jx/Sx

(4.13)

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che fornisce l'importante relazione di determinare l'ordinata del centro relativo di un qualsiasi asse X come
rapporto tra il momento d'inerzia ed il momento statico del sistema di masse rispetto a tale asse X.
Confrontando l'espressione (4.12) con la (4.3) che esprime il momento assiale come prodotto del
quadrato del raggio d'inerzia per la massa totale si ha: 2xmi = YCxyGmi e dividendo per mi ambo i
membri si ha

2x = YCx yG

4.7

(4.14)

Momenti d'inerzia di figure piane

Come per il baricentro ed i momenti statici, le definizioni e le relazioni riguardanti momenti di


secondo ordine viste per i sistemi di masse puntiformi si possono estendere ai sistemi continui, cio alle
figure piane. Basta ricondurre l'area della figura piana ad un sistema di masse puntiformi. Ci si pu fare
suddividendo la figura piana in tante strisce larghe quante la figura piana e di altezza piccolissima (h) (il
simbolo si legge delta perch la lettera maiuscola delta dell'alfabeto greco e con tale simbolo, di solito,
viene indicata una quantit piccolissima o infinitesima) e considerare l'area piccolissima di tale striscia come
massa ubicata nel baricentro della striscia. Allora [figura4.5a] una figura piana pu ridursi ad un insieme di
strisce piccolissime aventi altezza h e corrispondente area A, ottenuta come prodotto della larghezza
della striscia per la sua altezza piccolissima h.

B
Gi

Ai

Gi

h
Cx

Sx

H/2

yi

yi

Ai

H
X

X
figura4.5a

figura4.5b

Ovviamente, per una qualsiasi figura piana suddivisa in un certo numero n di strisce piccolissime di
area A, vale la relazione A=Ai in cui con A si indicata l'area di tutta la figura piana e con Ai l'area
piccolissima di una qualsiasi delle n strisce che compongono la figura.
Con tali premesse ogni figura stata ricondotta ad essere composta da un numero n di masse-aree
puntiformi disposte nel baricentro di ciascuna striscia. Ciascuna striscia, data la piccolissima altezza h,
pu considerarsi avere la base superiore di lunghezza circa uguale alla base inferiore e quindi assimilarsi ad
un rettangolo.
Si possono allora applicare tutte le relazioni e formule viste per i momenti del secondo ordine valide
per i sistemi di masse puntiformi, con l'avvertenza di sostituire, al posto della generica massa m i, la generica
area piccolissima Ai.
In particolare il momento d'inerzia assiale rispetto all'asse x pu esprimersi secondo la relazione
(4.12), che diventa Jx=YCxyGAi,, cio
Jx = YCxyGA

(4.12')

Tale relazione, noto il centro relativo di una determinata figura piana rispetto ad un asse X, permette
di calcolare il momento assiale rispetto a tale asse X come prodotto dell'area della figura per la distanza del
baricentro e per la distanza del centro relativo dal medesimo asse X.
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4.8

Rettangolo.

Sia dato un rettangolo di base B ed altezza H. Si voglia determinare il suo momento d'inerzia
rispetto ad un asse X tangente alla base. Si procede suddividendo il rettangolo in tanti piccoli rettangolini
uguali, aventi ciascuno la base pari a B ed altezza, piccolissima, pari ad h. Naturalmente risulter h=H.
evidente che l'area Ai di ciascun rettangolino [figura4.5b] sar pari a Ai=Bh e, pertanto l'area
totale del rettangolo sar A=Ai =Bh =Bh =BH.
Applicando la relazione (4.12') per il calcolo di Jx si ha Jx=YCxyGBH
La posizione del baricentro del rettangolo nota (incrocio delle diagonali), pertanto la sua distanza dall'asse
X tangente alla base sar yG=H/2 . Per la posizione del centro relativo C x (baricentro dei momenti statici)
occorre fare alcune considerazioni.
Il momento statico della generica area elementare Ai rispetto all'asse X vale Aiyi in cui yi
rappresenta la distanza del baricentro della generica area elementare dall'asse X. Le aree elementari Ai
sono tutte uguali a Bh, pertanto ogni singolo momento statico varier proporzionalmente alla distanza yi
del baricentro di ciascuna area elementare dall'asse X. Ricorrendo ai vettori fittizi per rappresentare i
momenti statici, essi saranno disposti parallelamente all'asse X, avranno verso concorde (verso destra nella
[figura4.5b]) ed intensit variabile pari al generico momento statico Aiyi e saranno applicati nel baricentro
Gi della generica striscia, quindi a distanza yi dall'asse X.
Allora si pu notare come i valori dei singoli
momenti statici, rimanendo costante l'area della striscia elementare, varino con legge lineare in dipendenza
della distanza yi, dal valore zero al valore massimo, man mano che si considerano strisce elementari pi
lontane dall'asse X.
La rappresentazione dei momenti statici , dunque, come si pu notare in
[figura4.5b],.di tipo triangolare,
Il momento statico totale vale, come noto, S x=yGA; Sx=(H/2)(BH); cio Sx=BH2/2. Esso si pu
considerare disposto nel suo baricentro (centro relativo) che, corrispondendo al baricentro di una
distribuzione triangolare, si trover a 1/3 dell'altezza dalla base di tale triangolo e, quindi, a 2/3 dell'altezza
del triangolo dal suo vertice, che giace [figura4.5b] sull'asse X. Si vede nella stessa figura come il vettore
rappresentativo di tale momento statico sia applicato proprio nel centro relativo Cx. In conclusione, ne
consegue che YCx = H.
A questo punto possibile applicare la relazione (4.12') per determinare il momento d'inerzia del
rettangolo rispetto all'asse X, tangente alla sua base: Jx=YCxyGA ; Jx=( H)(H/2)(BH); ed infine
Jx = BH3/3
Noto il valore del momento d'inerzia assiale del rettangolo rispetto alla base possibile, utilizzando il
teorema di trasposizione, ricavare il momento J xG, cio il momento d'inerzia del rettangolo rispetto all'asse
XG passante per il suo baricentro e parallelo alla base. Utilizzando la relazione (4.7), in cui si sostituisce la
massa totale con l'area si ha: Jx =JxG+y2GA ; da cui JxG =Jx - y2GA;
JxG =BH3/3 (H/2)2(BH) ;
JxG =BH3/3 BH3/4 ed infine
JxG = BH3/12
Come gi si sapeva, JxG, essendo calcolato rispetto all'asse baricentrico, il pi piccolo tra tutti i
momenti d'inerzia rispetto a rette parallele all'asse X. In questo caso, il momento d'inerzia baricentrico vale
un quarto del corrispondente momento assiale rispetto alla base.
Se si vogliono calcolare i momenti d'inerzia assiale del rettangolo rispetto ad un asse Y tangente il
lato (altezza) di lunghezza H ed ad un asse Y G, baricentrico e parallelo all'asse Y, con analoghe deduzioni si
ricavano le formule
JY = HB3/3

JYG = HB3/12

Per il rettangolo risulta H B e, pertanto, per i due momenti d'inerzia baricentrici sar J XG JYG. Non
solo, essendo i due assi baricentrici XG e YG assi di simmetria tra loro perpendicolari, tra gli infiniti valori
che pu assumere il momento d'inerzia assiale calcolato rispetto ad un qualsiasi asse rG passante per il
baricentro, dei due valori JXG e JYG, uno risulter il massimo e l'altro il minimo. Tale affermazione sar
giustificata pi avanti dopo aver trattato l'ellisse d'inerzia.
Le precedenti formule relative ai momenti d'inerzia del rettangolo sono valide anche per il
parallelogramma avente la base di lunghezza B ed altezza H.
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4.9

Quadrato.

Le formule relative ai momenti d'inerzia del rettangolo sono valide anche per il quadrato, con l'unica
condizione di porre B=H pari alla lunghezza del lato del quadrato. evidente che, non essendoci differenza
tra base ed altezza del quadrato, i momenti rispetto all'asse X saranno uguali ai corrispondenti momenti
rispetto all'asse perpendicolare Y. Detta, perci, l la lunghezza del lato del quadrato, le precedenti formule
valide per il rettangolo diventano
Jx = JY = l4/3
4.10

JxG = JYG = l4/12

Triangolo.

Un qualsiasi triangolo pu sempre ritenersi pari alla met di un parallelogramma, ottenuto


considerando uno dei due triangoli in cui rimane suddiviso il parallelogramma da una sua diagonale.
Nell'esempio di [figura4.6a] il triangolo ABC pu ritenersi ottenuto tracciando la diagonale AC del
parallelogramma ABCD. Il baricentro G P del parallelogramma ABCD si trova nel punto d'incontro delle sue
diagonali e, quindi, sul punto medio della diagonale AC. Il momento d'inerzia rispetto all'asse baricentrico
XP del parallelogramma, parallelo alla sua base AB, vale (formula del rettangolo) BH3/12.
Poich la diagonale AC divide il parallelogramma in due triangoli uguali ABC e DAC, le rispettive
aree saranno uguali e pari alla met dell'area del parallelogramma cio ciascuna pari a BH/2. Allora il
momento d'inerzia del solo triangolo ABC, rispetto all'asse X P varr la met di quello del parallelogramma
rispetto allo stesso asse XP, sar quindi, per il triangolo, JXP = BH3/24.

Xo

C
bi

GP

XP
XG

H/2
H/3
Xa

b1

B
figura4.6a

b2

figura4.6b

Il momento d'inerzia del triangolo ABC rispetto al suo asse baricentrico X G parallelo all'asse XP si
ottiene utilizzando il teorema di trasposizione, nota la distanza d x tra i due assi: dx= H/2 H/3; dx=H/6.
Allora JxG = JXP - d2xA(ABC) ; JxG = BH3/24 - ( H/6)2(BH/2); JxG = 2BH3/72 cio
JxG = BH3/36
Con il teorema di trasposizione si pu calcolare il momento d'inerzia del triangolo rispetto ad un asse
Xa parallelo all'asse baricentrico passante dalla base AB. Tenendo conto che la distanza d x tra gli assi X G e
Xa pari a H/3 si ha: Ja = JXG + d2xA(ABC) ; Ja = BH3/36 + (H/3)2(BH/2); cio
Ja = BH3/12.
Sempre utilizzando il teorema di trasposizione, si pu calcolare il momento d'inerzia del triangolo
rispetto ad un asse Xo parallelo all'asse baricentrico X G, nonch alla base AB, e passante per il vertice C.
Avendo presente che la distanza dx tra gli assi XG e Xo pari a 2H/3 si ha:
Jo = JXG + d2xA(ABC) ;
3
2
3
Jo = BH /36 + (2H/3) (BH/2);
cio
Jo = BH /4.
ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

4.11

Cerchio.

Per determinare il momento d'inerzia del cerchio rispetto ad un asse baricentrico, si tenga presente
che, avendo il baricentro nel centro O del cerchio, uno qualsiasi degli infiniti diametri asse baricentrico.
Conviene suddividere il cerchio di raggio r in un numero elevato n di settori circolari (spicchi) aventi tutti
l'arco del contorno della stessa piccolissima lunghezza b. Data la ridotta dimensione degli n settori circolari,
il trattino di arco di lunghezza b pu considerarsi rettilineo, cio un piccolo segmento di pari lunghezza.
Ciascun settore circolare pu, allora, assimilarsi ad un triangolo isoscele con altezza pari al raggio r,
base bi e vertice O in comune [figura4.6b] e la cui area varr Ai=bir/2. evidente, inoltre, che la lunghezza
complessiva delle n basi dei settori circolari sar pari alla lunghezza della circonferenza, cio bi=2r.
Volendo determinare il momento d'inerzia polare del cerchio rispetto al centro O del cerchio, esso si
pu determinare come somma dei momenti d'inerzia di tutti i triangolini-settori circolari rispetto ad un asse
passante per il centro O e di direzione variabile, per di volta in volta parallelo alla base b del triangolino.
Operando in tal modo, infatti, i vari assi di direzione variabile, paralleli alla base dei triangolini,
avranno tutti un solo punto in comune, il centro O, che risulter polo dei momenti di secondo ordine.
Per quanto visto sui momenti d'inerzia rispetto ai vari assi di un triangolo si ha, per ogni triangolino,
che il momento d'inerzia rispetto ad un asse parallelo alla base e passante per il centro O : JP=bir3/4.
Allora il momento polare dell'intero cerchio, rispetto al centro O, dato dalla somma dei momenti
d'inerzia degli n settori circolari: JP= bir3/4; JP= r3/4bi ; JP= (r3/4)2r ; cio JP = r4/2.
Per evidenti ragioni di simmetria multipla del cerchio, rispetto ad un qualsiasi suo diametro, i
momenti d'inerzia assiali passanti per O JX e JY risultano uguali. Tenendo conto (par. 4.3) della relazione
Jpo=Jx+Jy , in questo caso si ha: Jx=Jy = JP/2; cio
JxG=JyG= r4/4
4.12

Figure composte da rettangoli.

Nella pratica si ha spesso a che fare con sezioni di elementi strutturali che possono ritenersi
composte da figure geometriche elementari (cerchio, triangolo, quadrato, rettangolo, ecc.).
Un caso ricorrente quello di sezioni composte da due o pi rettangoli. Tenuto conto di quanto
detto finora sul rettangolo, ed applicando opportunamente il teorema di trasposizione, si in grado di
determinarne i vari momenti del secondo ordine.
Si consideri come esempio la sezione a T che pu considerarsi composta [figura4.7a] dalla somma
di due rettangoli, oppure da un rettangolo privato della superficie di due rettangoli pi piccoli [ figura4.7b].
Con l'esempio numerico riportato, si vedr che si otterranno risultati identici nell'un caso e nell'altro.
Nella [figura4.7a] la sezione a T si considera composta dal rettangolo 1 di baricentro G1 ed area
A1=110 =10 cm2 e dal rettangolo 2 di baricentro G2 ed area A2=102 =20 cm2. Preso atto che la figura
ammette un asse di simmetria parallelo all'asse Y a distanza 5 cm da esso, tenuto conto delle dimensioni dei
due rettangoli, si possono individuare subito le coordinate dei baricentri, che risultano essere: G 1(5 ; 5) e
G2(5 ; 11). L'ascissa XG del baricentro della sezione, trovandosi sull'asse di simmetria, sar pari a 5 cm.
L'ordinata si determina facilmente applicando il teorema di Varignon.
S x = A1y1+A2y2 =
105+2011= 270 cm3.
A= A 1+A2 = 10+20 = 30 cm 2.
Allora yG = Sx/A = 270/30 = 9 cm.
Dunque, per le coordinate del baricentro si avr G (5 : 9).
Determinate le coordinate del baricentro G, facile determinare le distanze tra i baricentri dei
rettangoli componenti ed il baricentro dell'intera figura: d1x=GG1=4cm e d2x=GG2=2cm.
Per il calcolo dei momenti assiali baricentrici dell'intera sezione, osservando la [figura4.7a], bisogna
tenere presente che l'asse baricentrico XG non risulta in posizione particolare per nessuno dei due rettangoli
componenti, mentre l'asse baricentrico YG, risulta baricentrico sia per il rettangolo 1 e sia per il rettangolo 2.
Ovviamente, il momento assiale baricentrico J XG sar dato dalla somma dei momenti d'inerzia
rispetto allo stesso asse XG dei rettangoli componenti 1 e 2. In simboli JXG=J1G+J2G.
Per il rettangolo 1 l'asse XG si trova a distanza d1x=4cm dal baricentro G1, per cui applicando il
teorema di trasposizione si ha: J1 =BH3/12+d21xA1= 1103/12+4210= 1000/12+1610= 83,3+160= 243,3 cm4.
Per il rettangolo 2 l'asse XG si trova a distanza d2x=2cm dal baricentro G2, per cui applicando il
teorema di trasposizione si ha: J2G = BH3/12+d22xA2= 1023/12+2220= 80/12+420= 6,6+80= 86,6 cm4.
Infine JXG=J1G+J2G ; JXG= 243,3 + 86,6;
JXG = 330 cm4.
Per il momento assiale baricentrico rispetto all'asse YG varr l'analoga relazione relazione JYG=J1G+J2G.
ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

Ricordando quanto prima detto che l'asse baricentrico Y G, risulta baricentrico per entrambi i
rettangoli, si trova rapidamente per il rettangolo 1: J1G= BH3/12= 1013/12= 10/12= 0,83= 0,83 cm4;
analogamente per il rettangolo 2 si ha: J2G =BH3/12 =2103/12 =2000/12 =166,6 cm4.
Infine JYG=J1G+J2G ; JYG= 0,83 + 166,6;
JYG = 167,5 cm4.
In modo analogo il momento d'inerzia assiale rispetto all'asse X dato dalla somma dei momenti
assiali rispetto allo stesso asse X dei rettangoli componenti 1 e 2. In simboli JX=J1X+J2X.
Per il rettangolo 1 l'asse X risulta tangente alla base, allora J1X= BH3/3= 1103/3= 1000/3= 333,3 cm4.
Per il rettangolo 2, invece, l'asse X si trova a distanza d x=11 cm dal baricentro G2 per cui occorre applicare il
teorema di trasposizione: J2X= BH3/12 + d2xA2 = 1023/12 + 11220= 80/12+12120= 6,6+2420= 2426,6 cm4.
Infine, JX=J1X+J2X ; JX= 333,3 + 2426,6;
JX = 2760 cm4.
Anche per il momento assiale rispetto all'asse Y varr l'analoga relazione J Y=J1Y+J2Y.
Per il rettangolo 1 l'asse Y si trova a distanza dy=5 cm dal baricentro G1 per cui occorrer applicare il
teorema di trasposizione: J1Y= BH3/12 + d2yA1 = 1013/12 + 5210 =10/12 + 2510 =0,83+250 =250,83 cm4.
Per il rettangolo 2, l'asse Y risulta tangente alla base, allora J2Y=BH3/3 =2103/3 =2000/3 =666,6 cm4.
Infine, JY= J1Y+J2Y ; JY= 250,83 + 666,6;
JY = 917,5 cm4.
Y

4,5

4,5

10

YG

YG

G2
2

xG

G2

G3

figura4.7a

12

G1

10

G 1

xG

figura4.7b

A questo punto si pu far notare che, determinati col metodo di calcolo appena visto, indifferentemente i
momenti assiali baricentrici JXG e JYG oppure i momenti assiali JX e JY dell'intera sezione, sarebbe stato
possibile ricavare pi velocemente gli uni dagli altri o viceversa, invece che procedere col metodo di calcolo
appena illustrato, semplicemente applicando il teorema di trasposizione all'intera figura a T.
Infatti, poich [figura4.7a] le distanze tra i rispettivi assi paralleli X e X G e gli assi paralleli Y e Y G altro
non sono che le coordinate del baricentro dell'intera sezione, gi determinate, yG= 9 cm e xG= 5 cm,
applicando il teorema di trasposizione risultano verificate le uguaglianze di seguito indicate.
JX = JXG + yG2A; 2760= 330 + 9230; 2760= 330 + 8130; 2760= 330 + 2430;
2760=2760
JY = JYG + xG2A; 917,5= 167,5 + 5230; 917,5= 167,5 + 2530; 917,5= 167,5 + 750; 917,5=917,5.
Un diverso metodo per calcolare i momenti d'inerzia assiali per la sezione a T quello che fa riferimento
alla composizione della stessa come differenza di rettangoli come indicato in [figura4.7b].
In base ai tre rettangoli indicati in figura si ricava G 1 (5; 6); G2 (2,25; 5); G3 (7,75; 5). Le aree
saranno: A1 =1012 = 120 cm2; A2 = A3 = 4,510 = 45 cm2 , per cui l'area totale della sezione a T si otterr
sottraendo dall'area del rettangolo 1 le aree dei rettangoli 2 e 3; pertanto A = A 1-A2-A3 = 120-45-45 = 30 cm2,
come gi si sapeva.
Il baricentro della sezione a T si trover sull'asse di simmetria verticale parallelo
all'asse Y, per cui sar yG = 5 cm.
L'ordinata si determina facilmente applicando il teorema di Varignon.
S x = A1y1-A2y2-A3y3; Sx
= 1206 455 455 = 720 225 225 = 270 cm 3. Allora yG = Sx/A = 270/30 = 9 cm. Dunque, per le
coordinate del baricentro si otterr il risultato, gi noto, G (5; 9).
Il momento d'inerzia rispetto all'asse X si otterr, al solito, come differenza dei momenti assiali dei tre
rettangoli rispetto allo stesso asse X, cio JX = J1XJ2XJ3X.
ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

Osservato che l'asse X risulta coincidente con le rispettive basi dei tre rettangoli si otterr: J 1X=
BH3/3= 10123/3 =17280/3 = 5760 cm4. J2X=J3X =BH3/3= 4,5103/3 =4500/3 = 1500 cm4.
Pertanto JX = 5760 1500 1500;
JX = 2760 cm4.
Il momento d'inerzia rispetto all'asse Y si otterr anch'esso come differenza dei momenti assiali dei tre
rettangoli rispetto allo stesso asse Y, cio JY = J1Y-J2Y-JXY.
In tale circostanza, per, l'asse Y risulta tangente alla base di due soli rettangoli, per cui per il terzo
rettangolo occorrer applicare il teorema di trasposizione tenendo presente che la distanza tra il suo
baricentro G3 e l'asse Y l'ascissa, gi nota, pari a 7,75 cm.
Allora, per il rettangolo 1: J 1Y = BH3/3=
3
4
3
1210 /3 =12000/3= 4000 cm . Per il rettangolo 2: J2Y = BH /3= 104,53/3 =911,25/3 = 303,75 cm4. Per il
rettangolo 3: J3Y= BH3/12+d2yA3= 104,53/12+7,75245= 911,25/12+60,0645= 75,94+2702,81= 2778,75 cm4.
Pertanto JY = 4000 303,75 2778,75;
JY = 917,5 cm4.
Noti i momenti assiali della sezione a T rispetto agli assi coordinati, applicando il teorema di trasposizione
si ricavano facilmente, come gi visto, i momenti d'inerzia rispetto agli assi baricentrici ad essi paralleli.
JXG = JX - yG2A; JXG = 2760 - 9230; JXG = 2760 - 8130; JXG = 2760 2430;
JXG = 330 cm4.
JYG = JY - xG2A; JYG = 917,5 - 5230; JYG = 917,5 - 2530; JYG = 917,5 750;
JYG = 167,5 cm4.
4.13

Considerazioni sul Centro relativo

a) L'espressione (4.14) ci fornisce l'importante informazione che la distanza YCx del Centro relativo
dall'asse X e la distanza yG del baricentro dal medesimo asse X sono inversamente proporzionali, cio al
crescere dell'una diminuisce l'altra.
Tale espressione (4.14) costituisce un'ulteriore conferma che non
esiste, per i momenti d'inerzia, un analogo teorema di Varignon. Non possibile, cio, concentrare tutta la
massa mi in un punto in modo da poter ottenere il momento d'inerzia Jx come prodotto della massa totale
mi per il quadrato della distanza di tale punto dall'asse X. In ogni caso, tale punto non pu essere n il
baricentro G, n il centro relativo Cx .
Infatti, con la relazione (4.3) si visto che esiste solo la particolare distanza definita raggio d'inerzia
il cui quadrato (2x) moltiplicato per la massa totale mi permette di ottenere il momento assiale Jx. Ora, in
base alla relazione (4.14) il quadrato del raggio d'inerzia x, non potr mai essere uguale n a al quadrato di
YCx, n al quadrato di YG risultando, appunto, x medio proporzionale tra YCx e YG.
b) I punti G e Cx sono distinti tra loro e, inoltre, sono distanti in modo diverso da un qualsiasi
asse X di cui Cx il centro relativo.
Dato un sistema di masse puntiformi anche univocamente
determinato il suo baricentro G. Invece Cx, essendo il baricentro dei momenti statici rispetto all'asse X, ha
una posizione variabile in funzione del variare del singolo momento statico il quale dipende dalla distanza y i
della generica massa dall'asse X. Variando la posizione dell'asse X, varia la distanza yi della generica
massa mi, conseguentemente anche il momento statico della massa e, quindi, il baricentro di tali momenti
statici, cio, in definitiva, varia la posizione del centro relativo Cx. Dato un sistema di masse puntiformi,
si pu, infine, affermare che ad ogni asse X corrisponde uno ed uno solo centro relativo Cx.
c) Tenendo presente le diverse formule che riguardano il raggio d'inerzia si possono scrivere le
espressioni seguenti Dalla (4.14) si ha: YCx = 2x / yG ; ma il numeratore di tale frazione al secondo membro
si pu scrivere, utilizzando l'espressione (4.9), come 2x = 2xG + y2G Unificando le due espressioni si pu
scrivere YCx = (2xG + y2G) / yG e semplificando YCx = 2xG / yG + yG ; scambiando gli addendi si ha
YCx = yG + 2xG / yG

(4.15)

Il termine dato dal rapporto 2xG/yG detto spostamento del centro relativo.
Esso, infatti,
rappresenta la maggiore distanza, dall'asse X, del suo centro relativo C x rispetto al baricentro G, come
evidenziato da tale relazione (4.15). Quindi il centro relativo sempre pi distante del baricentro
dall'asse X (tranne il caso banale di masse tutte allineate sull'asse X), ad ulteriore conferma che Cx e G
sono due punti distinti.
d) Se nel sistema di masse puntiformi considerato, ferma restante ciascuna massa nella sua
posizione, si fa scorrere la retta X, muovendola parallelamente a se stessa, si visto nel precedente punto
b) che la posizione del centro relativo all'asse X varia col variare della posizione di X. Anzi, si pu affermare
che se la retta X si avvicina al baricentro (che un punto fisso ben determinato), il centro relativo Cx, nello
spostarsi in dipendenza dello spostamento dell'asse X, si allontana dalla retta X in modo che il baricentro
G risulti interposto tra l'asse X ed il suo centro relativo. Si gi visto nel precedente punto a) come le
distanze dall'asse X del baricentro e del centro relativo siano inversamente proporzionali, cio al diminuire
ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

dell'una aumenta l'altra e viceversa. All'avvicinarsi dell'asse X al baricentro G diminuisce la sua distanza yG
e, per quanto detto, aumenta la distanza YCx del centro relativo Cx.
Quando l'asse X, avvicinandosi al baricentro, passer per G risulter yG=0. Di conseguenza, poich
il momento d'inerzia assiale non mai nullo, tenendo conto della relazione (4.12) affinch J x non sia nullo
occorre che YCx abbia un valore infinito ( ).
Solo cos , al limite, possibile che il prodotto 0,
corrispondente al prodotto YCxyG, assuma un valore finito non nullo che moltiplicato per la massa totale
fornisca il valore del momento d'inerzia. In tale caso si pu affermare che il centro relativo di una qualsiasi
retta baricentrica si trova all'infinito.
Viceversa, quando la retta X si allontana dal baricentro, il centro relativo Cx si avvicina al baricentro
G, che rimane sempre interposto tra l'asse X ed il suo centro relativo. Infatti, quando la retta X tende ad
allontanarsi sempre pi, sia la distanza YCx del suo centro relativo (che varia di posizione in dipendenza della
retta X), sia la distanza yG del baricentro (che rimane un punto fisso, indipendente dalla posizione della retta
X) tendono entrambe ad aumentare grandemente. Se la retta X si allontana all'infinito ( con altra espressione si
dice che diventa la retta impropria del piano) la distanza del baricentro delle masse da essa tende anch'essa
all'infinito, cio risulta yG = . Poich, al limite, il rapporto tra un numero finito non nullo ed un valore infinito
uguale a zero, ricordando la relazione (4.15) si deduce che lo spostamento del centro relativo nullo, cio
(2xG/yG)=0, e quindi la stessa relazione diventa Y Cx=yG che implica che, in questo caso, il baricentro ed il
centro relativo coincidono. In tale caso limite il baricentro G pu considerarsi il centro relativo della retta
all'infinito (o retta impropria) del piano.
Concludendo le considerazioni, in un sistema di masse puntiformi data una qualsiasi retta X non
baricentrica, il suo centro relativo ed il baricentro si troveranno sempre dalla stessa parte rispetto all'asse X,
ma il centro relativo sar pi distante, cio sar sempre Ycx yG, o, esprimendolo in altri termini, il baricentro
G sar sempre interposto tra la retta X ed il suo centro relativo Cx.
4.14

Assi coniugati.

Un'altra propriet del centro relativo evidenziata dal comportamento dei momenti centrifughi. Si
consideri il solito sistema di masse puntiformi, una generica retta X ed il suo centro relativo C x [figura4.8].
Si tracci, a piacere, una qualsiasi retta Y (non necessariamente ortogonale alla retta X) che, per, passi per
il centro relativo CX. Si ricordi che il centro relativo C x un punto diverso dal baricentro G, il quale
sempre interposto tra l'asse X ed il corrispondente centro relativo C x.
m2

Cx
G

Cy

m1

yCx

yi

m3

Xi

figura4.8
Si consideri il momento centrifugo rispetto a tali due assi X ed Y. In base alla relazione (4.5) si ha:
Jxy = miyixi , che pu riscriversi
Jxy = (miyi)xi = Sxixi . Ma tale ultima espressione palesemente
uguale a zero.
Infatti, ragionando similmente a quanto fatto nel ricavare la relazione (4.12) si riconosce che
l'espressione entro sommatoria rappresenta il momento statico della massa ausiliaria Sxi rispetto all'asse
Y (vi compare la distanza-ascissa xi).

ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

Tenendo presente il teorema di Varignon, si pu concentrare la massa ausiliaria totale Sxi nel suo
baricentro (centro relativo dell'asse X) Cx e scrivere: Jxy = xCxSxi. Ma, nel caso in esame, xCx = 0, poich Cx, in
base al posizionamento iniziale dell'asse Y, si trova sull'asse Y per cui la sua distanza da esso, cio la sua
ascissa xCx nulla. Dunque il momento centrifugo rispetto a tali particolari assi X e Y nullo.
D'altro canto, in base a quanto gi detto sulla propriet commutativa della moltiplicazione, si pu
scrivere la precedente espressione del momento centrifugo Jxy = miyixi, come
Jxy = (mixi)yi = Syiyi ,
momento centrifugo che si appena dimostrato essere uguale a zero.
In tale espressione si riconosce che il termine entro sommatoria rappresenta il momento statico della
massa ausiliaria Syi rispetto all'asse X (vi compare la distanza-ordinata y i).
In base al teorema di
Varignon, concentrando la massa ausiliaria totale Syi, che raffigura il momento statico delle masse
rispetto all'asse Y, nel suo baricentro (centro relativo dell'asse Y) Cy e scrivere: Jxy = yCySyi.
Poich si appena visto che tale momento centrifugo nullo, ne scaturisce che in quest'ultima
relazione deve per forza essere yCy = 0. Ora l'annullarsi dell'ordinata yCy del centro relativo Cy significa
semplicemente che tale centro relativo ha distanza nulla dall'asse X, in altre parole: Cy, centro relativo
dell'asse Y, si trova sull'asse X. Da tutte queste considerazioni scaturisce la seguente importante
propriet.
Se una retta contiene il Centro relativo, rispetto ad un dato sistema di masse (aree), di un'altra
retta, allora quest'ultima deve necessariamente contenere il Centro relativo del medesimo
sistema di masse (aree) rispetto alla prima retta.
Nell'esempio appena visto di [figura4.8] si dimostrato che la retta Y, la quale per costruzione si era
imposto che passasse per il centro relativo Cx dell'asse X, a causa di tale passaggio viene ad avere il suo
centro relativo Cy disposto proprio sulla retta X.
Coppie di rette siffatte vengono definite assi coniugati. Per gli assi coniugati vale la propriet
appena evidenziata.
Il momento centrifugo rispetto a due assi (rette) coniugati nullo
Vale anche la propriet inversa.
Se nullo il momento centrifugo di un sistema di masse (aree) rispetto a due qualsiasi rette, queste
risultano essere due assi coniugati.

4.15

Ellisse centrale d'inerzia.

Si consideri un generico sistema piano di n masse puntiformi di cui stato determinato il baricentro
G ed una qualsiasi retta xi. Della retta xi possibile determinare il suo centro relativo Cxi rispetto al sistema
di masse in esame.
Si congiunga il centro relativo Cxi con il baricentro G e sia YG il nome di tale retta
baricentrica. Per quanto detto sugli assi coniugati, la retta YG, contenendo il centro relativo Cxi sar asse
coniugato della retta xi.
Si consideri il punto C'xi , appartenente alla retta YG e simmetrico del centro relativo Cxi rispetto al
baricentro G. Se si muove la retta x i, parallelamente a se stessa, avvicinandola al baricentro G, per quanto
prima osservato (par. 4.13) sulle propriet dei centri relativi, il centro relativo Cxi si sposter allontanandosi
dal baricentro G ed anche dalla retta xi .
Conseguentemente il punto C'xi , essendo simmetrico del centro relativo, muovendosi sulla rettaYG si
allontaner dalla parte opposta, avvicinandosi alla retta xi. Inevitabilmente accadr che, per una ben
determinata posizione della retta x i, il suo centro relativo Cxi sar ad una distanza tale dal baricentro G che il
suo simmetrico C'xi andr a posizionarsi, dalla parte opposta a G, proprio nel punto di intersezione della retta
xi con la retta baricentrica YG, alla quale detto punto simmetrico C'xi appartiene per costruzione.
La retta xi in tale particolare posizione [figura4.9], che determina la presenza su di essa di C'xi, punto
simmetrico del suo centro relativo, sar denominata X.
Si consideri un'altra qualsiasi retta x n, di direzione diversa dalla precedente x i.
Si ripeta il
procedimento individuando il suo centro relativo Cxn , tracciando per esso un nuovo asse coniugato

ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

baricentrico YG e su di esso il simmetrico C'xn


Spostando opportunamente la retta x n, la si posizioni in
modo che su di essa vada a finire proprio il punto C'xn, simmetrico del centro relativo.

Cx

YG

X
C'x
Xi

figura4.9
Si cos individuata una nuova coppia di punti simmetrici rispetto al baricentro G e che giacciono su due
rette (un punto su ciascuna retta) che sono tra loro assi coniugati.
Ripetendo numerose volte tale
procedimento si potranno individuare tante coppie di punti simmetrici Cx e C'x che si verranno a trovare
tutti su una curva che ha la forma di una ellisse, e che, essendo inerente a grandezze collegate ai momenti
d'inerzia, denominata ellisse centrale d'inerzia.
Con tale procedimento si sono individuate le numerose coppie di rette coniugate X e YG baricentrica.
bene evidenziare che la retta XG, passante per il baricentro e parallela alla retta X, risulta anch'essa retta
coniugata della retta YG (il centro relativo di XG il punto all'infinito o punto improprio della retta YG, cio la
sua direzione) [figura4.9].
Le coppie di assi coniugati baricentrici come le rette XG e YG, intersecando l'ellisse centrale d'inerzia,
determinano al suo interno dei segmenti che, passando per il centro (G) dell'ellisse, ne costituiscono due
diametri. Tali diametri, essendo parte di assi coniugati, sono denominati diametri coniugati.
L'ellisse centrale d'inerzia importante perch ogni suo semidiametro pari al raggio d'inerzia
rispetto all'asse (ovviamente baricentrico) cui appartiene il rispettivo diametro coniugato [figura4.10].
Si dimostra ci tenendo innanzi tutto conto che, per la simmetria rispetto al punto G dei punti Cx e
C'x, risulta (GC'x)=(CxG) e, quindi, che la lunghezza del diametro (CxC'x), che ha tali punti per estremi sar
(CxC'x)=(2CxG).
Si calcoli, inoltre, il momento d'inerzia rispetto all'asse X, utilizzando la formula (4.12) J x=YCxyGmi.
Nel caso in esame si ha, per la distanza del centro relativo Cx:
YCx =(CxC'x)=2(CxG); mentre, per la distanza del baricentro G si ha: yG = (GC'x)=(CxG).
La precedente espressione del momento d'inerzia, introducendo i valori appena evidenziati, diventa
Jx =2(CxG)(CxG)mi; e quindi si ottiene Jx = 2(CxG)2mi (2).
Ricordando l'espressione del teorema di trasposizione Jx = JxG + d2xmi si pu notare come nel caso in
esame la distanza dx tra l'asse X e l'asse parallelo baricentrico risulti dx =(GC'x)=(CxG) per cui si pu
scrivere Jx =JxG+(CxG)2mi ed infine, ricordando l'espressione (4.8) di JxG si ha:
Jx = 2xGmi+(CxG)2mi. (3).
Confrontando queste espressioni (2) e (3) dello stesso momento Jx si ha:
2(CxG)2mi = 2xGmi+(CxG)2mi; e semplificando il fattore mi si ha 2(CxG)2 = 2xG+(CxG)2; cio
2(CxG)2 (CxG)2 = 2xG e quindi (CxG)2 = 2xG .
Estraendo la radice quadrata d'entrambi i membri si ottiene, infine, l'importante relazione che ci si era prefissi
di dimostrare, che il semidiametro pari al raggio d'inerzia rispetto all'asse (diametro) coniugato baricentrico

(CxG) = xG

(4.16)

ing. Francesco Avolio - Appunti dalle lezioni di Costruzioni: cap. 4

YG
Cx

xG
G

C'x

XG

Figura4.10
Appurato che nell'ellisse centrale d'inerzia ogni semidiametro pari alla lunghezza del raggio
d'inerzia (ovviamente baricentrico) rispetto alla retta individuata dal diametro coniugato, interessante
notare come tra gli infiniti valori che pu assumere la lunghezza di un semidiametro ci saranno senz'altro un
valore minimo ed un valore massimo. Ebbene, risulta che il raggio d'inerzia (semidiametro) minimo ed il
raggio d'inerzia (semidiametro) massimo appartengono ad assi coniugati.
Tali assi coniugati sono denominati assi principali d'inerzia, appunto perch il momento d'inerzia
(ovviamente baricentrico) calcolato rispetto ad essi risulta per uno minimo e per l'altro massimo.
Inoltre, godono della singolare propriet di essere, fra le infinite coppie di assi coniugati di una
determinata ellisse d'inerzia, la sola coppia di assi coniugati tra loro PERPENDICOLARI.
Nella [figura4.10] gli assi principali d'inerzia sono individuati dai due diametri principali (diametro
minore e diametro maggiore dell'ellisse) di colore blu e rosso.
Per quanto sinora detto, il momento d'inerzia assiale baricentrico JxG = 2xGmi calcolato rispetto al
diametro principale maggiore (colore rosso) risulter di valore minimo, essendo il raggio d'inerzia implicato
pari al semidiametro coniugato minore (colore blu).
Analogamente, il momento d'inerzia assiale baricentrico calcolato rispetto al diametro principale
minore (colore blu) risulter di valore massimo, essendo il raggio d'inerzia implicato pari al semidiametro
coniugato maggiore (colore rosso).
Tutte le altre coppie di diametri coniugati formano tra loro angoli diversi da 90 ed il momento
d'inerzia (baricentrico) calcolato rispetto a tali assi avr un valore intermedio tra il valore minimo ed il valore
massimo spettante agli assi principali.
Se una distribuzione di masse puntiformi (o una figura piana) ammette un asse di simmetria esso
risulter senz'altro asse principale d'inerzia; l'altro asse principale sar, ovviamente, la retta passante per il
baricentro e perpendicolare all'asse di simmetria.
Se la distribuzione di masse puntiformi (o una figura piana) ammette tre o pi assi di simmetria
risulter pi semplice la determinazione degli assi principali, in quanto l'ellisse centrale d'inerzia diventa una
circonferenza e ogni qualsiasi coppia di diametri perpendicolari risulter essere costituita da diametri
coniugati e principali allo stesso tempo. In tale caso particolare i diametri principali risulteranno
indifferenziati (non ci saranno un diametro massimo ed un diametro minimo) e cos tutti i momenti d'inerzia,
rispetto ad un qualsiasi asse baricentrico, avranno lo stesso valore.
4.16

Relazioni e costruzioni grafiche.

Si gi considerata (par. 4.2) la determinazione analitica del raggio d'inerzia x rispetto ad un


generico asse X (o di xG rispetto ad un asse baricentrico X G) effettuata estraendo la radice quadrata del
rapporto tra il momento d'inerzia assiale e la massa (area) totale m i .
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Esiste, per, un procedimento grafico per la determinazione di x o di xG che mette in evidenza


ulteriori particolarit del centro relativo e del corrispondente asse.
noto che risulta sempre Ycx > yG e che Cx e G sono due punti distinti (tranne il caso limite gi
accennato, che determina la coincidenza dei due punti).
Si costruisca una semicirconferenza che abbia la misura del diametro pari a Ycx. Ricordando che
ogni triangolo inscritto in una semicirconferenza risulta essere un triangolo rettangolo, con ipotenusa
coincidente col diametro, si disegni il triangolo rettangolo ABC, di ipotenusa AC, scegliendo opportunamente
il vertice B sulla semicirconferenza in modo che si abbia che la proiezione di uno dei due cateti
sull'ipotenusa (diametro AC) sia pari proprio a yG.
Nella [figura4.11] in cui riportata la costruzione del triangolo rettangolo inscritto ABC, si ipotizzato
che sia la proiezione del cateto BC sull'ipotenusa ad avere la lunghezza pari a yG.
A
Ycx- yG

XG
Ycx

yG

C
figura4.11
Sia BH l'altezza del triangolo relativa all'ipotenusa. Per quanto finora detto, si ha per costruzione:
(AC)=Ycx e (HC)=yG.
Applicando il 1 teorema di Euclide al triangolo rettangolo ABC si avr: (BC)2 = (AC)(HC).
Ricordando i valori delle lunghezze indicate, ne scaturisce (BC) 2= YCxyG. D'altronde si visto che vale la
relazione (4.14) 2x = YCxyG .
Dal confronto di tali uguaglianze ne deriva (BC) 2 = 2x da cui scaturisce l'importante relazione
BC = x
Considerando il triangolo BHC, anch'esso rettangolo, ma col lato BC che ne rappresenta l'ipotenusa,
ed applicando il teorema di Pitagora si pu scrivere: (BC)2 = (HB)2+(HC)2 e sostituendo ai lati i valori noti si
ha 2x = (HB)2+ y2G. Facendo il confronto con la relazione (4.9) 2x = 2xG + y2G ne deriva (HB)2 = 2xG da
cui si deduce l'importante relazione
HB = XG
Si conclude, quindi, che una volta nota la posizione del centro relativo di un asse e quella del
baricentro di un sistema di masse (aree) mediante le rispettive distanze Ycx e yG possibile determinare
graficamente, con la costruzione appena vista, sia x che xG .
Costruzione importante.
La costruzione grafica appena vista per la determinazione dei raggi d'inerzia
rispetto ad un generico asse X o ad un asse ad esso parallelo e passante per il baricentro X G, permette di
evidenziare una relazione molto importante tra asse e baricentro. In riferimento alla precedente [ figura4.11],
siano note sia la posizione del centro relativo che la posizione del baricentro. Si indichi con la lettera
minuscola e la distanza tra il centro relativo C x ed il baricentro G ; in tal modo risulta chiaramente stabilita
l'uguaglianza e = Ycx yG. La distanza e denominata, per motivi che saranno indicati al momento
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opportuno nel prosieguo degli studi, eccentricit e costituisce uno dei termini dell'importante relazione
seguente

e yG = 2XG

(4.17)

Tale relazione, che sar utilizzata in seguito, molto simile alla relazione (4.14) e mostra che la
distanza (eccentricit) e del centro relativo Cx dal baricentro inversamente proporzionale alla distanza
yG del baricentro dall'asse X il cui centro relativo proprio Cx.
Non solo, ma il loro prodotto uguale al quadrato del raggio d'inerzia baricentrico xG rispetto
all'asse XG, parallelo all'asse X e passante per il baricentro.
La dimostrazione della validit della relazione (4.17) immediata, se si applica il 2 teorema di
Euclide al triangolo rettangolo ABC, inscritto nella semicirconferenza [figura4.11].
(HA)(HC) = (HB)2; Sostituendo alla lunghezza dei segmenti il loro valore noto si ha:
(Ycx yG)yG = 2xG e tenendo conto del valore definito per e si ha
eyG = 2xG , cio proprio la
relazione (4.17) che resta, cos, dimostrata.
4.17

Nocciolo centrale d'inerzia.

Il nocciolo centrale d'inerzia ha interesse per le figure piane (sezioni di elementi strutturali) e la sua
utilit pratica sar evidente nel prosieguo degli studi quando sar affrontato lo sforzo normale eccentrico (o
la sollecitazione composta di momento flettente e di sforzo normale). Allo stato attuale basti sapere che
esso una figura piana, tutta contenuta all'interno dell'ellisse centrale d'inerzia della sezione in esame.
Il nocciolo centrale d'inerzia definito come il luogo geometrico (insieme) di tutti i centri relativi,
rispetto all'ellisse centrale d'inerzia di una data figura piana (sezione), delle rette che non tagliano
detta figura (sezione).
Il nocciolo centrale d'inerzia , quindi, una figura piana chiusa e convessa, qualunque sia la forma
della figura (sezione) data, ed il cui contorno costituito da tutti i centri relativi delle rette tangenti alla data
figura piana (sezione).
Sono escluse le eventuali rette tangenti che dovessero in pi tagliare la figura in qualche altro punto
(si pensi ad una figura con contorno ondulato con tratti consecutivi aventi curvatura opposta) come avviene
per la retta t tangente nel punto A della sezione [figura4.12a].
Si pu considerare il nocciolo come il contorno di confine tra i centri relativi che si posizionano al
suo interno ed i centri relativi che si posizionano al suo esterno in dipendenza della posizione della retta
relativa a seconda che esterna oppure secante rispetto alla data figura (sezione). Pertanto, si possono
desumere le seguenti affermazioni:
Ogni retta tangente alla figura (sezione) data ha il proprio centro relativo sul contorno del
nocciolo.

ogni retta esterna alla figura (sezione) data ha il proprio centro relativo all'interno del
nocciolo. In particolare se la retta all'infinito il suo centro relativo coincide col baricentro.

ogni retta secante la figura (sezione) data ha il proprio centro relativo all'esterno del
nocciolo. In particolare le rette baricentriche hanno il centro relativo all'infinito.
Nel tracciare il nocciolo centrale d'inerzia si deve tenere ben presente che:

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se la figura (sezione) data ha il contorno costituito da segmenti (lati), la tangente ad un lato coincide
con esso e, pertanto, ad ogni lato della figura (sezione) corrisponde un solo punto sul contorno del
nocciolo che , appunto, il centro relativo della retta tangente coincidente col lato;
se la figura (sezione) data ha dei vertici lungo il suo contorno, la tangente alla figura in un suo vertice
non unica e, pertanto, esistono molteplici centri relativi, uno per ogni tangente nel vertice della
figura (sezione).
Tutti questi molteplici centri relativi risultano, inoltre, allineati in quanto
appartenenti ad una retta il cui centro relativo proprio il vertice della figura (sezione) data. In altre
parole al vertice della figura (sezione) data corrisponde un tratto rettilineo (segmento) o lato del
contorno del nocciolo, che appartiene ad una retta la quale risulta essere asse coniugato delle
molteplici tangenti nel vertice della figura (sezione) data.

Da tali ultime due considerazioni scaturisce che se la figura (sezione) un poligono, il suo nocciolo un altro
poligono ad esso interno i cui vertici sono i centri relativi dei lati ed i cui lati sono gli assi relativi dei vertici
della figura (sezione).
Tenendo conto di ci e delle precedenti relazioni, si ricava la costruzione del nocciolo centrale
d'inerzia di una sezione a forma di RETTANGOLO avente i lati di misura B ed H [figura4.12b].

A
CAB

XG

C
DC

A
YG

figura4.12a

figura4.12b

Sia CAB il centro relativo del lato AB del rettangolo avente misura B. Come noto esso si trover
sull'asse coniugato baricentrico del lato AB, cio sull'asse Y G.
Ricordando che il baricentro G risulta
interposto tra l'asse ed il suo centro relativo e che si indicata con la lettera e la distanza del centro
relativo dal baricentro si pu individuare l'esatta posizione di C AB utilizzando la relazione (4.17).
Nel caso in esame del rettangolo, il momento d'inerzia assiale baricentrico rispetto all'asse XG vale
JXG = BH3/12 e di conseguenza (formula (4.8)) 2xG = JXG/BH cio 2xG = H2/12.
D'altro canto la distanza yG del baricentro dal suo lato AB vale yG = H/2, per cui applicando la
relazione (4.17) si ottiene il valore di e, distanza del centro relativo C AB dal baricentro, come rapporto tra il
quadrato del raggio d'inerzia baricentrico e la distanza del baricentro dal lato, cio e = 2xG / yG , per cui

e = H/6

(4.18)

Allo stesso modo facile determinare il centro relativo C DC del lato CD, disposto anch'esso sull'asse
baricentrico YG, ma (simmetricamente) dalla parte opposta rispetto al baricentro.
Analogamente si determinano i due centri relativi dei lati BC e DA, entrambi disposti
simmetricamente rispetto al baricentro, ciascuno a distanza B/6 da esso, ma sull'asse baricentrico X G.

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Ne consegue, quindi [figura4.12b], che il nocciolo centrale d'inerzia di un rettangolo un rombo,


disposto al centro del rettangolo, avente diagonali parallele ai lati del rettangolo e lunghe rispettivamente un
terzo della loro misura, cio H/3 e B/3.
Data la posizione mediana (centrale) del nocciolo, si usa dire che ciascuna delle due diagonali del
rombo occupa il terzo medio di ciascuna delle due mediane della sezione rettangolare.
Pertanto, se si considera un punto P situato su una mediana di una figura rettangolare al limite del
terzo medio, cio a distanza H/6 dal baricentro, il suo asse relativo corrisponde al lato del rettangolo situato
dalla parte opposta al baricentro.
Se il punto P situato all'interno del terzo medio, cio a distanza dal baricentro minore di H/6, il
suo asse relativo esterno alla sezione (e parallelo al lato di lunghezza B).
Se il punto P situato all'esterno del terzo medio, cio a distanza dal baricentro maggiore di H/6, il
suo asse relativo interno alla sezione, vale a dire secante la sezione, parallelo al lato di lunghezza B e
posizionato dalla parte opposta rispetto al baricentro (baricentro interposto).
Per la sezione a forma di QUADRATO, si deduce che il nocciolo centrale d'inerzia un quadrato,
disposto in posizione mediana, con i lati inclinati di 45 rispetto ai lati della sezione e con le diagonali lunghe
un terzo del lato della sezione.
Per la sezione a forma di CERCHIO ricordando che JXG = r4/4 , A = r2 si ricava (formula (4.8))
2
2
xG = r /4. Essendo yG = r ed applicando la formula (4.17) si ricava, infine, e = r/4.
Pertanto il nocciolo centrale di una sezione circolare di raggio r anch'esso un cerchio, disposto in
modo concentrico, e di raggio pari ad un quarto del raggio della sezione.

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