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LO SPECCHIO A UNA FACCIA


MORFOLOGIA E DARWINISMO IN ERNST CASSIRER

di Salvatore Vasta

Che per Ernst Cassirer il rapporto tra una possibile storia della teoria della conoscenza e unaltrettanto possibile storia della losoa debba essere considerato simmetrico e indissolubile, non soltanto unipotesi esegetica, ma per stessa ammissione del losofo delle forme simboliche una necessit metodologica: compito della losoa infatti in ogni singola fase del suo sviluppo consiste nel mettere costantemente in rilievo, in un concreto complesso storico di determinati concetti e principi scientici, le funzioni logiche generali della conoscenza1. Pertanto, se loperazione intellettuale delloperare un qualche raccordo problematico tra idee e principi di scienza in contesti storici ben determinati gi di per s unoperazione alquanto complessa, ancor pi articolato il progetto del rilevare al loro interno la o le invarianti della conoscenza sotto la specie univoca delle sue funzioni. Un progetto duplice, questo, che non nasconde per sua stessa impostazione un necessario rimando qualicativo ad unidea antropologica ben precisa, il cui senso marcatamente delineato in quel saltus metodologico ed ontologico che in Cassirer rappresentato dal passaggio dalla struttura alla funzione. Non vuole essere oggetto di questo studio lennesima rilettura di un tale nesso, per cui rimandiamo a pi corposi ed autorevoli interventi 2; ma se per Cassirer il problema della costruzione di quella invarianza gnoseologica sta, nel senso che deve essere contenuto, interamente nella ricerca losoca, allora esso il dato

1 E. Cassirer, Storia della losoa moderna. Il problema della conoscenza nella losoa e nella scienza, I, Einaudi, Torino 1952, p. 32. 2 Ci limitiamo a segnalare tra i tanti: M. Ferrari, Il giovane Cassirer e la Scuola di Marburgo, FrancoAngeli, Milano 1988 e Id., Ernst Cassirer. Dalla Scuola di Marburgo alla losoa della cultura, Olschki, Firenze 1996; A. Poma, Il mito nella losoa delle forme simboliche di Ernst Cassirer, Torino 1981; M. Lancellotti, Funzione, simbolo e struttura: saggio su Ernst Cassirer, Studium, Roma 1974; H. Barbara, Libert e mito in Cassirer, ESI, Napoli 1987; S.G. Lofts, Ernst Cassirer, la vie de lesprit: essai sur lunite systematique de la philosophie des formes symboliques et de la culture, Peeters-Vrin, Leuven-Paris 1997.

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imprescindibile che caratterizza qualsiasi azione ricostruttiva del sapere umano da parte del Filosofo. In breve, il problema del simbolismo cassireriano riducibile a questo dato molto particolare; la capacit di farlo emergere nella concretezza storica di concetti e principi scientici costituisce il senso intrinseco dellindagine losoca, la quale mantiene la capacit di riattualizzare quel dato come un compito. Cassirer scriver, infatti, che il pensiero losoco si muove nei confronti di tutte le direzioni spirituali delle esperienze umane
non semplicemente con lintento di abbracciarle con uno sguardo nel loro complesso, ma col presupposto che si debba poterle riferire a un unitario punto focale, a un centro ideale. Tuttavia questo centro, considerato criticamente, non pu mai consistere in un essere dato, ma soltanto in un compito comune. I prodotti della cultura spirituale, il linguaggio, la conoscenza scientica, il mito, larte, la religione, nonostante ogni loro diversit, diventano membri di ununica grande connessione problematica diventano molteplici punti di partenza diretti tutti allunico scopo di trasformare il passivo mondo delle semplici impressioni, nelle quali da prima lo spirito pare rinchiuso, in un mondo della pura espressione spirituale3.

Ponendo lattenzione, oltre che sul contenuto, del brano sopra riportato, anche sulla modalit espressiva, di tutta evidenza come il richiamo ad una liberazione della cultura si innervi specicatamente in direzione della fondazione di una Filosoa della cultura, di cui la riessione matura di Cassirer render conto ampiamente, oltre che nella nota trilogia della Filosoa delle forme simboliche, anche, sinteticamente ma non per questo con meno efficacia, nel Saggio sullUomo. E mentre Cassirer sostiene con forza che la vera nicchia ecologica delluomo, per dirla con Popper, esclusivamente quella simbolica, egli segna di fatto il tracciato di un duplice percorso, contraddistinto da un altrettanto doppio non ritorno. Innanzi tutto, lo sganciamento delluomo dal mondo biologico e il suo riposizionamento allinterno del mondo simbolico smorza epistemologicamente la prospettiva darwiniana di una continuit ininterrotta tra mondo animale e mondo umano, negando legittimit losoca alla ripresa naturalistica del concetto di conoscenza; inoltre, e qui la conseguenza prospetta vincoli di pi ampia portata, la medesima operazione concettuale pone in essere unirriducibilit metodologica per la quale nessun tentativo compiuto di comprendere lumano, lo spirituale, pu essere in un certo qual modo ascritto al punto di vista specico delle scienze particolari, anche considerate secondo una formula dottrinalmente elevata. In tutti i suoi scritti, Cassirer concepisce il conitto tra meccanicisti e vitalisti in termini di dibattito sul metodo, non secondo una direttrice metasica.
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E. Cassirer, Filosoa delle forme simboliche, I, La Nuova Italia, Firenze 1966, p. 13.

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Agli occhi di Cassirer, ogni punto di vista si giustica entro limiti ben precisi. E cos Cassirer prende le parti di un meccanicista ortodosso come Jaques Loeb, quando questi intende spiegare la crescita delle piante verso la luce attraverso un sistema di tropismi o cambiamenti involontari dovuti a processi sici, ma anche, in egual misura, si mostra critico nei confronti di Fechner, che spiega questo piegamento verso la luce non attraverso un complesso meccanismo in cui il tropismo riveste una funzione essenziale, ma piuttosto come la conseguenza di una naturale, meccanica crescita verso lalto, in cui la luce ha una funzione meramente correttiva. Ugualmente Cassirer rigetta anche il ritorno di Driesch alla nozione aristotelica di entelechia e, insieme ad essa, tutte le nozioni speculative di vita, perch ritiene che con esse si sia andati molto pi lontano di quanto possa essere stabilito e dimostrato dalla scienza4. Tuttavia Cassirer ancora daccordo con lassunto dei vitalisti che la vita un fenomeno sui generis che non pu essere sussunto logicamente sotto forma di un meccanismo, anche ideale. Egli sviluppa la sua originale versione dellorganicismo, ritenendo che la biologia abbia a che vedere con il tutto. Il racconto compiuto di questa posizione di Cassirer sulla biologia pu essere rinvenuto nello scritto postumo Lo strutturalismo nella linguistica moderna 5. Cassirer ritiene che la biologia e la linguistica siano legate dal comune denominatore di una metodologia comparata, per nessuna delle due affatto riconducibile a concezioni meccanicistiche. Piuttosto, i principi della conoscenza in biologia sono simili a quelli della linguistica in senso strutturale. Cio, entrambe hanno a che fare con sistemi nei quali le relazioni tra gli elementi producono un tutto complesso, ed entrambe studiano i cambiamenti morfologici da un punto di vista strutturale, piuttosto che causale. Cassirer rinviene il suo punto di vista nella Biologie Theoretische di L. von Bertalanffy, di cui sottolinea il merito di avere sostituito il concetto di nalit con quello di ordine e di sistema: essa caratterizza la vita collascriverle la qualit del sistema 6. In aggiunta a Bertalanffy, Cassirer cita anche la concezione di olismo di Haldane e di biologia teoretica di Uexkll come esempi della sua concezione di biologia, che lo ricollega a Goethe7.

E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, Einaudi, Torino 19715, p. 307. E. Cassirer, Lo strutturalismo nella linguistica moderna, in Id., Saggio sulluomo (1971), Armando, Roma 2004, pp. 377-406. 6 E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 336. 7 Si noti che la salvaguardia di una prospettiva olistica costituisce ancora oggi una delle costanti epistemologiche della biologia contemporanea, soprattutto contro la pretesa del riduzionismo di porre maggiore attenzione allo studio delle propriet isolate dei sistemi, pi in linea con unimpostazione scalista della realt, che organicista. Cfr. E. Mayr, The autonomy of biology: the position of biology among the sciences, in Quaterly Rewiew of Biology, 71, 1996, pp. 97106. Sul punto specico dellolismo, cfr. Id., Lunicit della biologia, Cortina, Milano 2005, p.
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Nonostante sia lautore di riferimento della concezione storica e biologica di Cassirer, in apparenza Goethe non sembra ricevere adeguati riconoscimenti e citazioni importanti. Cassirer rimprovera a Goethe il suo riuto della matematica e il suo disinteresse nei confronti del metodo sperimentale, frutto di una predilezione della visione immaginativa sullo studio storico e logenetico. Ma non manca di annotare che lo sforzo di Goethe era stato massimo per la sua epoca, al punto di esser stato ritenuto nella seconda met del secolo XIX un darwinista prima di Darwin8; tuttavia non pu fare a meno di ricordare che egli soprattutto un morfologo, non un evoluzionista. Differenza sostanziale che Cassirer rintraccia sul terreno della variabile storica. vero che Goethe, pervenendo soltanto attraverso losservazione al risultato che la supposta classicazione linneana non immutabile, si esposto per primo ad una visione dinamica e trasformista della natura. Ma la sua idea di morfologia, termine che peraltro egli ha inventato, viene a formarsi mediante losservazione di piante della stessa specie che crescono in modo diverso in ambienti differenti ed solidamente ancorata al concetto di natura variabile e mutante delle specie; parametro di riferimento, questo, che risulta spento o assente nel signicato evoluzionistico, perch privo dellaccezione genealogica. Come osserva lapidariamente Cassirer, il concetto di genesi in Goethe dinamico, ma non storico9. Invece di affrontare la questione empirica della discendenza della specie, Goethe fornisce infatti una traccia ideale dello svolgimento del processo di trasformazione. Agli occhi di Cassier, questa impostazione mette Goethe al riparo quale stratega di una straordinaria impresa scientica, ma non lo salva dal limite di aver descritto in fondo la componente essenziale dellevoluzione come accumulo di tempi, come sintesi di passaggi non perfettamente giusticati, in cui le specie successive non sono causalmente collegate alle precedenti e, viceversa, da quelle pi evolute non possibile inferire alcunch sulle specie che avrebbero dovuto precederle. In tal modo, il nesso tra specie successive affidato, contrariamente a quanto far Darwin, alla sola tipizzazione morfologica. Ma Goethe, appunto per ci, agli occhi di Cassirer ha avuto il merito di mantenere nettamente separati il concetto di struttura da quello di causazione meccanica. La Morfologia di Goethe offre, infatti, secondo Cassirer, un buon esempio scientico nel concepire il cambiamento di una forma biologica senza richiamarsi n a riferimenti stretti al meccanicismo, n a pi metasici incontri con la teleologia della natura. Da questo punto di vista, non deve sorprendere
36 sgg. Ma si veda anche sui rapporti tra organicismo e biologia la trattazione di D.C. Phillips, Organicismo e riduzionismo nelle scienze naturali e sociali, Armando, Roma 1980, pp. 25-43. 8 E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 220. 9 Ibidem, p. 236.

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lappunto che Cassirer, seguendo la critica di L. von Bertallanfy, muove nei confronti di Darwin e delluso improprio delle nozioni di sopravvivenza e adattamento cui andrebbe incontro il naturalista inglese, intendendole pervase da un sapore nalistico. Il darwinismo, infatti, reca con s la tabe dellidea dellevoluzione come un progresso unilaterale che conduceva progressivamente dallessere vivente pi basso no alluomo10. Ma prima di pervenire allanalisi del rapporto con il darwinismo, vediamo pi da vicino il rapporto con Goethe, fondamentale per comprendere lautocollocazione di Cassirer.

1. La Gestalt da schema a metamorfosi. La morfologia idealistica di Goethe Sullo specico punto dellidea di sviluppo nel mondo organico, Goethe ha avuto, secondo Cassirer, il merito di aver concepito gli organismi al pari di identit che mutano nel tempo, ma senza riferirsi ad alcun genere di movimento teleologico. Come sottolinea il Neokantiano, quasi a voler penetrare empaticamente la visione organica del Poeta, ci troviamo di fronte a chi pensa lo sviluppo dellorganismo non in termini di forme spaziali (Raumgestalten), ma di forme temporali (Zeitgestalten)11. Per Cassirer, infatti, la nozione di specie biologica tuttuno con i limiti temporali entro cui essa si trova ad essere racchiusa. E lunit intrinseca di una specie, sia dal punto di vista concettuale che tassonomico, data unicamente dalla storia del suo sviluppo. Cassirer sottolinea, infatti, che al contrario dellidea di ne, che non pu trovare udienza nella scienza contemporanea, la stessa cosa non si pu affermare dellidea di un tutto organizzato in parti. Seguendo la traccia evolutiva del concetto di forma, Cassirer rinviene la trasformazione del concetto di totalit in un preciso passaggio: Del concetto aristotelico di forma si mantiene il momento della totalit, ma non quello della nalit12. Questo punto di vista va oltre lo scontro tra la prospettiva meccanicista da un lato e quella vitalista dallaltro: non vi sono barriere a spiegazioni di natura psicochimica, ma non tutti i fenomeni biologici nella loro complessit, vale a dire come un tutto, possono essere ricondotti semplicemente a questo punto di vista. Lanatomia e segnatamente lanatomia comparata assume per ci un ruolo fondamentale nella prospettiva di Cassirer, come lo stata storicamente per lintero lone darwiniano
Ibidem, p. 318. Ibidem, p. 234. 12 E. Cassirer, Sulla Logica delle scienze della cultura (1961), La Nuova Italia, Firenze 1979, p. 84.
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e in generale per le sorti della biologia dellOttocento13. Ma questo punto, ai ni della nostra analisi, ci conduce a guardare molto pi da vicino il problema della morfologia in Goethe, perch nella messa a punto del concetto di forma che Cassirer debitore a Goethe della sua presa di distanza dalle posizioni pi ortodosse del darwinismo. E i termini della questione riguardano non solo gli oggetti di esperienza, ma anche i soggetti, ovvero gli uomini di scienza. Ma procediamo con ordine. Lidea morfologica goethiana si interessa in primo luogo a ci che appare e non si occupa di stabilire se eventualmente dietro il fenomeno si ponga il problema dellessenza. Sono correlativi a tale atteggiamento un altrettanto esplicito primato della percezione e levidente sottolineatura di come i suoi modi e le sue forme, a parte subjecti, possano congurarsi quali criteri di denizione di un aspetto o di un ambito tipico di riessione: lanalisi non solo dei modi di apparire di un oggetto, ma dei modi soggettivi tipici di percepirlo, dei modi in cui esso si presenta non al soggetto trascendentale, ma al soggetto umano empirico, per Goethe, riconducibile in ultima istanza al rapporto tra la visibilit del fenomeno e lapparato atto a percepirlo, tra la forma e la sua percezione. Ci sembra, tuttavia, che questo accenno, in diretta relazione agli studi sulla Farbenlehre 14, abbozzi un altro tratto rilevantissimo del metodo goethiano, e di ci che come vedremo sar anche dellatteggiamento scientico di Cassirer, e cio lattenzione per le forme e le regole della percezione, oltre che del percepito, per il soggetto e le sue forme di conoscenza, oltre che delloggetto, bench questultimo, sempre inteso in senso fenomenico, rimanga evidentemente e necessariamente ad esso correlativo. La proposta della morfologia come scienza, da parte di Goethe, va considerata da questa prospettiva, nonostante lassenza del carattere polemico, alternativo rispetto alle altre scienze, che assumer nella teoria dei colori. Il relativismo metodologico che egli propugna nella Morfologia gli consente, infatti, una posizione interessante, ma altrettanto decisamente innovativa, dal punto di vista del metodo, che assume le vesti di un sano relativismo. Visto da vicino, il relativismo metodologico , infatti, laltro dei punti importanti che emergono con nettezza in alcuni brevi scritti di Goethe: nei Quaderni di Morfologia, Goethe distingue quattro possibili atteggiamenti tra coloro

13 Cfr. F. Mondella, La scienza tedesca nel periodo romantico e la Naturphilosophie, in L. Geymonat (a cura di), Storia del pensiero losoco e scientico, IV, 1, Garzanti, Milano 1975, pp. 234-235. 14 Cfr. J.W. Goethe, La teoria dei colori, Il Saggiatore, Milano 1999, pp. 14-16. Goethe si occuper in questi scritti sul rapporto tra forma degli oggetti e forma della percezione sin dallintroduzione.

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che rivolgono domande alla natura15, domande che, afferma, trovano sempre una risposta per il fatto stesso di essere state formulate: die Nutzenden, coloro che, interrogano e studiano la natura per scopi pratici; die Wissbegierigen, coloro che al contrario, rappresentano un punto di vista disinteressatamente conoscitivo nei confronti della natura; die Anschauenden, coloro che si comportano produttivamente nei confronti della scienza, favoriscono il suo progresso e si servono a questo ne dellimmaginazione produttiva evidente ed esplicito richiamo kantiano; inne die Umfassenden, i massimamente produttivi nella scienza, quelli che partono dallidea del tutto, e che leggono da questo punto di vista tutti i dati della natura. Si tratta di quattro atteggiamenti legittimi nella scienza, bench diversi in estensione e profondit; legittimi anche quando, come nel primo caso, partono semplicemente dallutile, dal pratico, che tuttavia un punto di vista che per Goethe si fonda sulloriginaria natura delluomo, e quindi non semplicemente censurabile, ma da inserire tra i diversi possibili atteggiamenti di chi si occupa di scienza naturale. Non c, quindi, un solo possibile approccio alla natura, una sola via alla scienza, un unico modello da considerare assoluto e non modicabile, come tanto spesso stato inteso allinterno della tradizione razionalista, nella quale in questo senso da inserire anche Kant. Questo riettere sui diversi possibili modi di fare scienza fa di Goethe un personaggio per tanti versi lontano dallatmosfera da integralismo scientico che caratterizzava la riessione in Germania sullo scorcio del secolo. Goethe non si chiede, a differenza di Kant, ma anche di Fichte o di Hegel, cosa sia scienza sul piano della teoria, ma osserva e discute diversi stili, classica ipotesi diverse e possibili modi di conciliazione. Come avviene nel caso del contrasto tra epigenesi e preformismo, ripreso nei suoi scritti sulla morfologia e proposto in termini conciliativi: proprio perch la morfologia studia la forma e la trasformazione dei corpi organici, la domanda sullorigine di essa centrale. E la conciliazione, apparentemente ardua, viene proposta nei seguenti termini. Il nuovo, allinizio del processo di trasformazione che lo genera, una parte di quella entit originaria da cui origina il cambiamento. Ma se da un lato questa posizione sembra favorire lidea dellevoluzione, tuttavia il nuovo non pu svilupparsi dal vecchio senza che questultimo sia pervenuto a un certo grado di maturazione16.
15 Cfr. J.W. Goethe, Gli scritti scientici, I, Morfologia: Botanica, Il Capitello del Sole, Bologna 1996, pp. 198-201. 16 Cfr. J.W. Goethe, Gli scritti scientici, I, Morfologia: Botanica, cit., p. 220 sgg.

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Come si vede, se da un lato si favorisce il concetto dellepigenesi a quello del preformismo, dallaltro ambedue le Vorstellungsarten sono rozze e grossolane rispetto alla nezza impenetrabile delloggetto, che per Goethe si congura sempre in una sua essenzialit ideale. La soluzione del contrasto , agli occhi di Goethe, semplice: si esprime qui quella mediazione tra identit e diversit, tra riproduzione del medesimo e lapparire del nuovo, che egli sostiene a tutto campo nella Morfologia: quando solo un organo a modicarsi, si aderisce al preformismo, il quale afferma che tutto ci che appare contenuto n dallinizio nel seme; quando invece si tematizza la trasformazione complessiva di una specie mai intesa come discontinuit , si segue la teoria epigenetica, secondo la quale sviluppo vuol dire progressiva differenziazione, distinzione successiva. Certo lenfasi goethiana, almeno nella Morfologia, sulla continuit, sul riconoscimento dellidentico nel diverso, pi che sulla sottolineatura del nuovo, ma il Poeta tedesco sa anche di essere pi vicino allepigenesi che al preformismo, nonostante questultima posizione giochi un ruolo importante nelle sue riessioni. Tutto ci mostra, per Cassirer, come Goethe si nuova tra due mondi: da un lato, il preformismo che, bench ripugni alla mente colta e gi acutamente criticato da Buffon nella Histoire Naturelle , non pu essere del tutto riutato, dal momento che laccrescimento, considerato come mero processo quantitativo legato allo sviluppo dei volumi, non del tutto estraneo alla sensibilit goethiana per la forma (ovvero per ci che visibile, e in diversi modi occupa lo spazio, e per lidea di continuit che vi sottende); dallaltro, la teoria epigenetica, con la sua sensibilit per il nuovo, per ci che si differenzia e si distingue, mette in gioco ci che di pi moderno si muove nelle riessioni goethiane, e acuisce in un certo qual modo la sensibilit per il diverso, per la variet e la molteplicit17. Tra queste due polarit, che Cassirer legge con lucidit straordinaria, nisce per muoversi egli stesso. Ci che pensa di rinvenire nellinterpretazione di Goethe costituisce in verit il nucleo molto denso di una riessione esternata nella sua Storia della teoria della conoscenza:
Alcuni vedono la teoria di Goethe come una tesi di losoa della natura costruita essenzialmente su basi speculative, altri credono che il suo signicato e il suo valore siano da ricercare nel puro empirismo. Ma Goethe altrettanto poco un losofo della natura nel senso di Schelling che un empirista nel senso di Darwin. In lui predomina una relazione del particolare col generale, che difficile trovare altrove nella storia della losoa o delle scienze naturali. [] Secondo
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Cfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 230 sgg.

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Goethe, tra il generale e il particolare non c la relazione della sussunzione logica, ma quella della rappresentazione ideale o simbolica. [] La legge immanente della natura si manifesta al vero naturalista con un singolo caso pregnante, non con innumerevoli osservazioni particolari fatte alla rinfusa. Per una tale relazione, il nome adatto e conveniente non ci che si chiama comunemente deduzione e nemmeno ci che si chiama induzione. La deduzione, nel senso di derivazione della scienza della natura da astratti principi matematici, fu violentemente osteggiata da Goethe []. Per si sentiva anche altrettanto estraneo allinduzione di Bacone18.

Il fondamento della teoria morfologica di Goethe si trasforma, per Cassirer, da unapparente storia della vita ad una teoria sulla vita. La natura di Goethe, esatto contrario del concetto di natura per Bacone, anche se provocata sperimentalmente, non si lascia strappare i suoi secreti con leve e con viti19. Da qui discende quella singolare formulazione della teoria del tipo che Cassirer legge in Goethe come una tra le sue conquiste pi interessanti, ma nello stesso tempo meno metabolizzata dalle scienze della vita dopo di lui, che puntano, al contrario, al passaggio dalla morfologia idealistica a quella sperimentale20. La teoria del tipo , infatti, per Cassirer lessenza della morfologia idealistica di Goethe: in essa il rapporto tra idea degli oggetti e manifestazione dei medesimi vincolato da una relazione n di impronta deduttiva, come in Cuvier, n di tendenza induttivista, come ci si aspetterebbe dai naturalisti. Lo scarto tra le due posizioni risiede in una diversa visione che le due polarit nascondono: eccessivamente statica la prima, dal momento che nisce per guardare quasi esclusivamente alle classicazioni particolari; eccessivamente empirica la seconda, poich incorre nel rischio di rimanere troppo legata ad una molteplicit in continuo divenire21. Per Cassirer, infatti, il tentativo di Goethe, lontano dal costituire la formulazione di una teoria della discendenza o della successione in chiave storica, si congura come una poderosa riessione sul concetto di genesi22. Con questo signicato, e con quelli che Cassirer denisce i conni immanenti, storicizzati dai risultati conseguiti, della morfologia idealistica, la lettura di Goethe si
Ibidem, pp. 230-232. Ibidem, p. 250. 20 Cfr. ibidem, p. 249. 21 Cfr. ibidem, p. 232 sgg. 22 Sulla questione concordano le osservazioni di E. Callot, La philosophie biologique de Goethe, Riviere, Paris 1971, e di P.L. Nimis, Wolfgang Goethe e la biologia del periodo romantico, in Memorie e Rendiconti dellAccademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, ser. 4., vol. 5., Acireale 1995, pp. 47-78. Si veda anche E.S. Russell, Form and Function (1916), Chicago University Press, Chicago 1982, p. 49.
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avvia ad essere n una sovrapposizione, n una propedeutica losoca alla teoria darwiniana dellevoluzione. Essa, mancando di veri e propri alberi genealogici, carente di quel carattere di sistematizzazione empirica necessario per completare il poderoso lavoro goethiano, basato esclusivamente sullosservazione e sullo studio dinamico delle forme della vita23. Non stupisce, perci, che la morfologia goethiana abbia per Cassirer maggiore senso di allocazione epistemologica sul versante dellanatomia comparata che su quello della teoria darwiniana dellevoluzione. Lanatomia comparata, infatti, risponde meglio alle esigenze della teoria del tipo. Cos Cassirer marca il concetto. Per Goethe,
il tipo stesso un essere, che si avverte solo nel divenire, qualche cosa di stabile che si pu percepire solo nellazione. In questo senso Goethe parla della modalit e essibilit del tipo cosa abbastanza paradossale se si pensa al signicato originario di tale concetto ; anzi egli lo chiama addirittura un vero Proteo. Mentre ci arrestiamo a ci che stabile, dobbiamo anche imparare a modicare le nostre idee con e accanto a ci che varia, ed assuefarci ad una molteplice mobilit, per poter seguire il tipo in tutta la sua versatilit ed evitare che questo Proteo ci possa sfuggire. Solo in questo modo possiamo penetrare nella vera armonia della natura24.

2. Oltre una fenomenologia biologica: Cassirer lettore di Uexkll In Cassirer, lenfasi per limportanza dellanatomia nei confronti dello sviluppo della biologia pari al rapporto, non sovrastimato, che egli intende leggere nella formazione di Jakob von Uexkll, innanzi tutto un anatomista, prima che un biologo teorico25. Sin dagli anni Venti, Cassirer legge il rapporto del suo amico e collega universitario Uexkll con la losoa di Goethe come una netta ripresa della concezione della morfologia di questultimo, nellambito del programma anatomico del biologo26. Lapproccio goetheano alla biologia la fonte dello studio della vita in Uexkll27. E la denizione di biologia di questultiCfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 236 sgg. Ibidem, p. 235. 25 Cfr. ibidem, p. 312. Erroneamente Cassirer attribuisce a Uexkll il nome di Johannes. 26 Per lanalisi di un rapporto tra Cassirer e Uexkll concernente la questione della genesi della forma da un punto di vista semiologico rimandiamo a J.M. Thompson (ed.), 20 th Theories of Art, McGill-Queens Press, Montreal-Ontario 1994, pp. 289-291, nonch a T.A. Sebeok, Semiotics in the United States, Indiana University Press, Bloomington 1991, pp. 38-42. 27 Tutti i soggetti animali sostiene J. von Uexkll dal pi semplice al pi complesso, sono perfettamente inquadrati nel loro mondo individuale, che sar semplicissimo per gli animali pi semplici, e via via pi complicato per le forme pi complesse (Ambiente e comportamento, Il Saggiatore, Milano 1967, p. 94; corsivo nostro).
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mo lo entusiasma al punto tale da citarlo ampiamente e pi volte nella sua Storia della losoa moderna 28, per poi essere posto ad epigrafe introduttiva al secondo capitolo del Saggio sulluomo dal titolo quanto mai signicativo: Una via per la conoscenza della natura delluomo: il simbolo29. Per Cassirer la Lebenslehre di Uexkll pi di un semplice testo di biologia teorica, come, del pari, la sua Theoretische Biologie rappresenta un esempio scientico di fenomenologia empirica di altissimo livello. Si tratta di una scienza degli esseri viventi come pura scienza della natura30, laddove il termine pura richiama leco di una condizione trascendentale di rapporto col mondo, funzionale al piano strutturale di ciascun organismo (Bauplan), secondo il suo schema morfologico31. Quel piano, che secondo la testimonianza di Cassirer risale a Cuvier, non pu non evocare, anche in questo caso, un indiretto riferimento a Kant. Se la biologia sistematica di Cuvier ha il merito di rendere visibile limpalcatura fondamentale della natura stessa32, la fenomenologia biologica di Uexkll riveste addirittura una funzione paradigmatica nellaprire la strada alla corretta situazione del simbolo. Se il mondo dal punto di vista della vita , prima ancora del mondo culturale e simbolico, un fatto biologico, il paradigma di Uexkll applicabile appieno, ma una volta applicato, produce uno scarto nei confronti degli altri mondi biologici non pi colmabile; si genera, infatti, non solo una distanza, quanto addirittura una separazione abissale verso gli altri Bauplan, che niscono per essere relegati, in virt di una pi semplice virtuosit di funzionamento, in secondo piano. La bellezza delle tesi di Uexkll colpisce Cassirer, soprattutto quando la fenomenologia biologica empirica del primo compie il grande salto verso una morfologia idealistica, verso la considerazione, cio, che il concetto di causalit, citando Uexkll, non la sola regola che stia a nostra disposizione, per ordinare lUniverso33.
Il programma della morfologia idealistica cos ricostituito con la massima precisione. Se la biologia, nella seconda met del secolo XIX, credeva di poter rovesciare questo programma, sostituendolo con qualche cosa di meglio, essa, secondo Uexkll, era in preda ad una strana illusione. Tanto il darwinismo quanto la storia dellevoluzione avrebbero misconosciuto il fattore veramente essenziale e decisivo; di l avrebbero la loro origine ogni materialismo ed ogni meccanicismo.

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Cfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., pp. 207 sg., 310 sgg. e 318 sg. E. Cassirer, Saggio sulluomo (1971), Armando, Roma 2004, p. 77 sgg. Cfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 311. Cfr. ibidem, p. 313. Ibidem, p. 211. J. von Uexkll, cit. in E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 316.

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Quando, verso la met del secolo passato, tutti i fenomeni naturali furono ricondotti a due fattori forza e materia si era semplicemente dimenticato il terzo fattore, cio la forma34.

Un vitalista metodologico, piuttosto che un vitalista metasico, avr modo di annotare Cassirer in altra sede a proposito di Uexkll35, rimarcando il fatto che una via di mezzo in biologia possibile soltanto grazie alla possibilit di concepire il punto di vista dellanatomia descrittiva in associazione con lambiente proprio di ciascun organismo (Umwelt)36. Questi aspetti che si fondono nellunico concetto di struttura di un organismo (Bauplan) costituiscono il nerbo unitario del rapporto tra individui, nel senso di specie individuata, e il relativo ambiente con cui essi si rapportano. Ununica realt ontologica diventa cos una pluralit di mondi, una serie pressoch illimitata di modelli di eventi biologici organizzati che, reinterpretando semplicemente una relazione di adattamento tra ambiente e comportamento, compiono il miracolo di una dinamicit delle parti, mantenendo intatta la struttura del Tutto. Uexkll rappresenta per Cassirer colui il quale opera la trasformazione delluniverso astronomico in un universo biologico:
luniverso astronomico possiede un solo ed unico mondo, il cui spazio innito ed il cui tempo contengono un numero incommensurabile di macchinismi stellari, roteanti uno intorno allaltro, senza obbedire minimamente ad un piano determinato. Luniverso biologico ci mostra al contrario migliaia e migliaia di mondi chiusi in s stessi, collegati fra loro secondo una preordinazione duna grandiosit inaudita 37.

Ma questo novello Kant, il cui concetto di nalit, per stessa ammissione di Cassirer, si avvicina nei risultati conseguiti a quello del losofo di Koenigsberg, cio di una nalit razionalmente preordinata in termini categoriali, restituisce nel concetto di forma naturale il rispetto dellindicazione dettata dallo stesso Kant, secondo la quale un prodotto organizzato della natura quello nel quale tutto ne e reciprocamente anche mezzo38. La ricerca dellincomIbidem, p. 312. Cfr. E. Cassirer, Saggio sulluomo, cit., p. 78. 36 Pi recentemente il concetto di Umwelt stata reinterpretato come dominio, ovvero spazio correlato alle esigenze conoscitive di una particolare specie (R. Marchesini, Post-human, Boringhieri, Torino 2002, cit., p. 147). Cfr. J. von Uexkll, Ambiente e comportamento, cit.; Id., I mondi invisibili, Mondadori, Milano 1936. Innegabile poi lanalogia, anche se con opportune differenziazioni funzionali, tra la Umwelt di von Uexkll e lapparato immagine del mondo di K. Lorenz, considerabile, in forma generale, come specchio in cui e da cui viene riprodotta la realt dal punto di vista sia siologico che cognitivo (cfr. K. Lorenz, Laltra faccia dello specchio, Adelphi, Milano 1973, p. 39). 37 J. von Uexkll, cit. da E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., pp. 318-319. 38 I. Kant, Critica del Giudizio, Laterza, Bari 1974, 65.
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mensurabilit dei mondi su scala mesocosmica, come del pari la loro comprensione individuale, si appella nei fatti ai principi della morfologia idealistica, secondo la quale lo studio delle relazioni tra parti non uno studio empirico, bens immateriale, come lo ad esempio la relazione intercorrente tra le propriet degli angoli o dei lati di una gura geometrica39. Di uno studio siffatto la biologia percepisce, secondo Uexkll, e Cassirer concorda, lutilit salutare di quella purezza che costringe sia il meccanicismo che il vitalismo ortodossi ad arretrare. In questo senso, Cassirer ritiene di aver salvaguardato il carattere scientico della biologia, facendolo dipendere dal valore metodico del concetto di nalit40, ma da ci segue che quel concetto di incommensurabilit dei mondi individuali chiama anche in causa una distanza teoretica che tende ad allontanare il mondo della natura da quello della cultura, il biologico dallo spirituale. Abbiamo motivo di ritenere che Cassirer opti per valutare questa distanza in termini stadiali ovvero come sviluppi in successione tra enti senza un rapporto necessitato di causa-effetto, nellaccezione da lui attribuita alle forme organiche di Goethe n temporali in senso storico-evolutivo, n in termini pi strettamente biologici. I termini di una natura dellumano vanno riferiti essenzialmente ad unattivit produttiva, specicatamente diversa da quella che contraddistingue il Funktionkreis, il circolo funzionale, di ciascun animale. Il circolo funzionale umano, ovvero quel rapporto che per ogni essere vivente la relazione tra il suo sistema recettivo e il sistema che gli consente di agire, nelluomo si viene a caratterizzare come spontaneit, produttivit. Questa specica qualit, di natura ovviamente simbolica, sta propriamente al centro di tutte le attivit umane. [] Essa la pi alta facolt umana e segna il limite naturale del mondo delluomo41. Cassirer ritiene, cos, di aver ulteriormente implementato quelle aggiunte kantiane che Uexkll aveva preteso incorporare nel sistema kantiano degli a priori. Nella sua Theoretische Biologie, Uexkll aveva infatti offerto un ampliamento dei principi dellEstetica kantiana, affermando che
lo scopo della biologia consiste nellampliare i risultati delle ricerche di Kant in due direzioni: 1, considerare il ruolo del nostro corpo, particolarmente nei nostri organi di senso e del nostro sistema nervoso centrale; 2, indicare i rapporti degli altri soggetti (gli animali) con gli oggetti42.

Cfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 312. Ibidem, p. 194. 41 E. Cassirer, Saggio sulluomo, cit., p. 363. 42 J. von Uexkll, cit. da F. Mondella nellIntroduzione a J. von Uexkll, Ambiente e comportamento, Il Saggiatore, Milano 1967, p. 62.
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pertanto signicativo che Cassirer insista sul fatto che lo studio del mondo ambientale, che Uexkll vuole introdurre nella biologia come metodo dindagine autonomo, non uno studio casuale, ma strutturale43. E ci perch, conferendo ulteriore autonomia al mondo della vita come a un Tutto, si rafforza la coerenza teleologica interna, senza ricorrere a nalit esterne. Un nodo, questo, chiaramente problematico per il Kant della terza Critica e reso ulteriormente complesso dallo stato delle conoscenza biologiche del suo tempo, ma soprattutto internamente serrato dalla problematica teoretica di come conciliare allinterno della biologia il concetto di nalit con quello di causalit. Non possiamo di certo rievocare qui lintero percorso proposto da Cassirer, ma basta semplicemente richiamare la lucidit, anche estetica, con cui egli guarda al losofo di Kenigsberg sulla questione, per notare come Cassirer ritenga il concetto di nalit semplicemente un approccio ex analogia hominis, piuttosto che ex analogia universi44. Un approccio che ben accorda il tentativo vitalistico postumo di Uexkll a quello di Kant. In breve, il concetto di nalit secondo Cassirer ha in Kant valore extra-empirico; esso pertanto un punto di vista epistemologico soggettivo e necessario per lindagine dei fenomeni biologici, ma non ne rappresenta una caratteristica intrinseca.
Il concetto di nalit non pu mai essere cancellato dalla conoscenza della natura, considerata come un tutto unico, per essere incorporato nel concetto di causalit. Giacch, anche se il concetto di nalit non costituisce un principio indipendente nella spiegazione della natura, tuttavia, senza di esso, laccesso ad uno dei campi pi importanti della scienza ci sarebbe precluso e la cognizione dei fenomeni sarebbe monca ed incompleta. A questo compito, consistente nel prender cognizione della natura, Kant ha limitato il principio di nalit [] che per non deve essere inteso come una forza celata nelle profonde radici delle cose, ma come una regola della nostra conoscenza, e che, come tale, ha solo un signicato regolativo45.

La medesima valenza Cassirer riconosce alle condizioni strutturali del concetto di Bauplan in Uexkll. Queste aderenze concettuali con Kant e Uexkll contengono sempre in ligrana la posizione di Goethe46, che pi di tutti nega alla natura ogni regola di trasformazione al di fuori dello stesso concetto di formazione.
E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 314. Ibidem, p. 194. 45 Ibidem, pp. 196-197. 46 Cfr. E. Paci, La presa di coscienza della biologia in Cassirer , in Il Pensiero, 1968, XIII, p. 115 (poi ripubblicato in Id., Idee per una Enciclopedia fenomenologica, Bompiani, Milano 1973).
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3. Oltre la biologia e la storia. La fallacia del darwinismo secondo Cassirer In questo rapporto con il concetto di nalit regolativa in senso kantiano si risolve, per Cassirer, il confronto con Darwin. Un rapporto, certamente mediato anche dalla tradizione darwiniana, che Cassirer non nasconde di leggere insieme ai primi interlocutori del naturalista inglese, tra i quali Haeckel47. Ma il problema pressante riguarda pur sempre la questione teleologica, come prospettiva attraverso la quale leggere il problema della teoria della conoscenza in senso lato. La proposta di lettura di Cassirer si dirige, infatti, oltre alle questioni pi strettamente legate alla logenesi, anche ad altre riguardanti il concetto di conoscenza. Iniziamo dal primo gruppo problematico. Cassirer non rigetta il concetto di evoluzione dal punto di vista concettuale, ma critica linterpretazione che di essa ne ha fornito Darwin, pur salvaguardandone gli importanti traguardi scientici, soprattutto dal punto di vista empirico. Nel capitolo Il darwinismo quale dogma e quale principio di conoscenza 48, Cassirer traccia un bilancio critico sia della fedelt dogmatica che dellopposizione altrettanto dogmatica alle idee di Darwin. E la stessa metodologia critica di Cassirer emerge con modalit altrettanto particolari, nendo per accoppiare in maniera indissolubile lo stesso concetto di darwinismo a quellestrapolazione e al ri-orientamento verso una teoria dellevoluzione sociale. Cassirer, tuttavia, annota che Darwin non pu essere biasimato per tutte le interpretazioni che hanno, per dir cos, sovraccaricato la sua nozione di pi adatto; ma buona parte della riluttanza di Cassirer ad aderire in forma incondizionata alla teoria di Darwin da ricondursi proprio allinterpretazione in chiave socio-politica del darwinismo, sebbene essa non possa essere considerata lunica ragione49. Quando Cassirer scrive il suo saggio sulla biologia, durante il suo esilio svedese nel 1940, la nozione della supremazia di una razza sulle altre era di fatto predominante nel panorama teoretico europeo, ed signicativo il fatto che Cassirer si accolli la fatica di dimostrare un ulteriore punto di accordo tra la biologia platonizzante di Uexkll e un altro aspetto portante della morfologia di Goethe; ovvero, come abbiamo sottolineato precedentemente, lespulsione dalla biologia di ogni lavoro metodologico che implichi una qualche classiCfr. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 255 sgg. Ibidem, pp. 252-274. 49 Di certo la tematica della superiorit dello Stato etico di Hegel gioca in Cassirer un ruolo particolare, soprattutto per quanto riguarda il tradimento delle aspettative di una societ, quella tedesca, che per ben due volte, le due guerre mondiali, fallisce nel costruire unidea di societ giusta, ponendo in essere proprio i principi derivanti anche dalla deriva socialdarwinista. Sul punto, ci permettiamo di rimandare il lettore a M. Ferrari, Ernst Cassirer. Dalla Scuola di Marburgo alla losoa della cultura, cit., p. 46 sgg.
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cazione delle specie. Per Goethe, la biosfera non ordinata in modo tale che le varie specie di animali vivano luna in funzione dellaltra o vengano a formare una serie che, da ultimo, ritrova un qualche ne; condizione, questa, che vale anche per luomo. Cassirer enfatizza che per Goethe sarebbe stato impossibile selezionare una singola razza, umana e non, dalla totalit della vita e stabilirla come ne, misura o canone. Ad ulteriore supporto, Cassirer cita il seguente passo dellanatomia comparata di Goethe:
Il particolare non pu essere un modello del tutto, perci non possiamo cercare questo modello nei casi particolari. Le classi, gli ordini, le specie, gli individui stanno fra loro nella stessa relazione in cui i casi concreti stanno con una legge; vi sono contenuti, ma non la costituiscono50.

La legge in questione il principio di morfologia.


Nella morfologia di Goethe il termine Gestalt ha un signicato differente; perno Goethe un platonico e cerca di trovare le caratteristiche tipiche dei fenomeni naturali. Ma per lui nella natura stessa e non al di l di essa che dobbiamo cercare queste caratteristiche tipiche. Il vero metodo ideale consiste nello scoprire il durevole nel passeggero, il permanente nel mutevole. Il naturalista deve essere capace di unire questi due elementi e deve farci vedere, perno nei momenti pi irregolari, una regola che si conservi ssa e inviolabile. In natura Gestalt e Ungestalt sono unite insieme: la prima appare solo nella seconda. A volte la regola appare nella sua forma pi netta quando guardiamo i cosiddetti fenomeni anormali. Nulla in natura arbitrario o privo di legge, anche i mutamenti pi accidentali e casuali obbediscono a una legge nascosta51.

La morfologia di Goethe abbandona sia il concetto di invariabilit della specie, sia il punto di vista che ogni specie di vita possa essere superiore ad unaltra. Questa concezione ispirata fondamentalmente ad un pluralismo ontologico e su questo punto in particolare Cassirer si sente pronto a sostenere che la biologia di Uexkll si conforma in ogni particolare alla visione di Goethe. La corrente sottomarina, sociale e politica, in questa linea argomentativa inconfondibile, ma sarebbe errato concludere che Cassirer viene attratto da una posizione teoretica di questo tipo per ragioni esclusivamente politiche. Piuttosto, lintero approccio cassireriano alla scienza e alla cultura si congura gi dallinizio attraverso le sue critiche alla logica tradizionale, opponendo le proprie gerarchie di classi basate sul concetto di forme sostanziali o essenze.
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E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 229. E. Cassirer, Saggio sulluomo, cit., p. 402.

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Iniziando nel 1910 con il suo primo lavoro sistematico che Sostanza e Funzione, Cassirer nega qualsiasi valore scientico alla logica tradizionale 52. La sussunzione di cose sotto classi pi ampie tipica del linguaggio, ma le classicazioni che ne seguono sono semplicemente classicazioni di ordine linguistico. Questa capacit di compiere una divisione binaria conduce la biologia degli albori nel regno di semplici nomi che Cassirer sostiene diventino sempre una mania della classicazione in Linneo53. In Sostanza e Funzione, Cassirer mostra come in numerose scienze la logica delle relazioni e del pensiero funzionale abbia preso il posto della logica tradizionale. Pi tardi, nella Filosoa delle Forme simboliche, egli argomenta a favore della contestualizzazione storica del pensiero nelle forme del mito e del simbolo, e contro il panlogismo di tipo hegeliano, sviluppando una concezione pluralistica in cui le differenti forme simboliche sono viste come modalit autonome di costruire un mondo. Nel compiere siffatta operazione, da ritenersi scontato che Cassirer trovi congeniale la nozione di mondi circostanti irriducibili presentata da Uexkll54, anche sotto versione monadistica, come suggerito da Leibniz55. Cassirer approva nella sostanza labbandono dellinvarianza delle specie propugnato da Goethe, ma deve comunque fare i conti con il problema della spiegazione della loro origine. Gli si prospetta la soluzione offerta da un darwinismo dogmatico o quella pi morbida ed intellettualmente in linea con il lone vitalista Goethe-Uexkll. Sceglie senza esitazioni la seconda, non tanto per il problema specico posto dalla forma/specie in ambito evolutivo, quanto perch quellapproccio morbido apre il varco ad una prospettiva di ampio respiro, consistente nella coordinazione tra strutture del mondo biologico e strutture del mondo simbolico: in breve, del raccordo tra natura e cultura. Le asserzioni pi interessanti su questo argomento possono essere ritrovate nello studio Il problema della forma e il problema della causa, compreso nel suo ultimo volume Sulla Logica delle scienze della cultura 56. Questultimo, com noto, esplicita la concezione generale della losoa della scienza per Cassirer, e comunque di un tratto alquanto interessante ai ni della nostra analisi: il punto relativo al fatto che lo sviluppo si congura solo a fronte della
52 E. Cassirer, Sostanza e Funzione. Sulla teoria della relativit in Einstein, La Nuova Italia, Firenze 1973. 53 E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., 204. Cfr. anche ibidem, pp. 220, 226. 54 Cfr. E. Cassirer, Filosoa delle forme simboliche. Fenomenologia della conoscenza , I, La Nuova Italia, Firenze 1966, pp. 142-154. 55 Cfr. M. Ferrari, Ernst Cassirer. Dalla Scuola di Marburgo alla losoa della cultura , cit., pp. 78, 105. 56 E. Cassirer, Sulla Logica delle scienze della cultura , cit., Il saggio citato si trova alle pp. 81-95.

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presenza del concetto di discontinuit. Cassirer distingue radicalmente i concetti di forma e di causa e ipotizza che lemergenza di nuove strutture postuli di fatto labbandono della vecchia nozione di natura non facit saltus. Non esiste n nel campo della teoria dei quanti, n nel campo della natura organica lo sviluppo di una forma secondo uno scontato di-svilupparsi ovvero secondo il vecchio principio della teoria della preformazione, secondo il quale ogni forma sarebbe gi contenuta nella precedente57. Ne segue che soltanto a patto di volgere il concetto di evoluzione in quello di mutazione attraverso discontinuit si d la possibilit di una corretta interpretazione delle dinamiche naturali. Si noti, tuttavia, che lesigenza cassireriana svincolata da qualsiasi implicazione teoretica nalizzata ad attaccare frontalmente la complessa dottrina dellevoluzionismo del suo tempo in tutte le sue sfaccettature, rivolgendosi piuttosto al cuore del concetto di trasformazione cos come proposto da Darwin. Cassirer attacca, infatti, la dottrina del naturalista inglese nel punto in cui questi prevede che la formazione di specie diverse, a partire da specie gi esistenti, coinvolga un passaggio necessitato di cause-effetti, che Cassirer legge, a nostro parere in forma quasi esclusiva, sul piano logico del rapporto intercorrente tra deduzione-induzione. I passi della natura non solo non rispecchiano le connessioni nomiche intercorrenti tra premesse e conclusione, ma si presentano come veri e propri fatti irriducibili, in cui soltanto lappello allasintoticit58 della matematica pu in un certo qual senso spiegare che tra i due eventi sussiste un legame che certica lassenza di soluzione di continuit. Ma a voler spiegare e motivare le ragioni ultime della natura di questo legame, si incorre per Cassirer in un regressus in innitum, cui solo una scepsi losoca matura pu porre rimedio. Sia allinterno della cultura, e dunque nel passaggio dalle forme simboliche alla natura della coscienza simbolica, che allinterno della natura, cio nello studio delle mutazioni da una specie allaltra, il concetto di forma e il concetto di causa devono essere tenuti rigorosamente separati, conservando ciascuno i propri diritti e la propria autonomia59. Afferma Cassirer:
Quello che infatti ci viene richiesto non di rinunciare a porre la questione del perch, ma di impostarla nel modo giusto. Ci che impariamo qui (e che in fondo potevamo apprendere gi dalla sica, dalla biologia, dalla psicologia) che non possiamo scambiare la questione delle strutture con quella delle cause e che non possibile da una risalire allaltra. Tutte e due hanno la loro relativa legittimit e tut57 58 59

Cfr. ibidem, p. 94. Ibidem, p. 90. Ibidem, p. 93.

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te e due sono indispensabili e necessarie, ma nessuna pu sostituirsi allaltra. [] Lalleanza tra i due pu essere procua per la ricerca empirica solo se ognuno di essi conserva i suoi diritti e la sua autonomia60.

Soltanto tenendo ferma questa distinzione, lintero complesso del dispiegarsi dei fenomeni umani e naturali conserva una coesione di signicati che permettono al Tutto, della natura e della cultura, di presentarsi in una sua forma primitiva, incontaminata dal duplice tentativo di indagare, da un lato, lorigine della funzione simbolica con mezzi scientici e, dallaltro, di ritenere che limpiego massiccio della scienticit dei metodi della scienza possa esaurire nella dimensione della causalit il problema dellessenza dei generi naturali e, segnatamente, allinterno del darwinismo, il passaggio da una specie allaltra. Ma sul secondo fronte problematico, quello relativo alla teoria della conoscenza, come si accennava allinizio di questo paragrafo, che la lettura di Darwin, per Cassirer, mostra i suoi risvolti pi interessanti. Innanzi tutto, la storicizzazione metodologica: si tratta nei fatti di unimpresa, quella dellOrigine della Specie, largamente poggiante su basi induttive, sullipotesi e sullargomentazione indiretta, che spesso sembra elevarsi audacemente al di sopra di tutti i fatti osservabili61. Diverso tenore ha invece la Storia naturale della creazione: la sicurezza che levoluzione possa rispondere a tutti gli interrogativi circa la vita, qui assume le vesti del dogmatismo. E il primo tra tutti gli interrogativi riguarda il quesito che gi Goethe in forma letteraria aveva posto ad incipit della sua Teoria dei colori: Se locchio non fosse solare / come potremmo vedere la luce?62. Il darwinismo, anche quello pi tardo e orientato ad una fondazione naturalistica della conoscenza, riprender il quesito nei termini molto pi complessi di una bioepistemologia (si pensi a Lorenz, a Campbell o allo stesso Popper), ma comunque sulla base altrettanto anti-fondazionalista del realismo ipotetico. Cassirer, tenuto conto anche della sua predilezione per i modelli scientici di Goethe e Uexkll, ritiene che dal punto di vista della critica della conoscenza il darwinismo, non tanto Darwin in prima persona, abbia travalicato il limite di quel concetto di nalit a ni regolativi impostogli correttamente da Kant, giungendo perno a intendere lesistenza dei singoli organi in stretta connessione nomica con la loro utilit e il loro valore selettivo. Una visione, questa, che, almeno nelle forme pi ortodosse ed esasperate, ha travalicato una corretta interpretazione del concetto di logenesi in termini di genesi e di sviluppo delle
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Ibidem. E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 254. J.W. Goethe, La teoria dei colori, cit., p. 14.

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specie, per piegarla ad un mero esercizio classicatorio degli organismi su base nomologica. Purtuttavia, il grande merito del darwinismo, secondo Cassirer, afora ben presto:
con la teoria di Darwin e col progresso sempre maggiore del darwinismo, fu concesso ai metodi basati sullo storicismo un posto del tutto diverso da quello da essi occupato in precedenza nella conoscenza generale della natura. [] Ma il senso di questa nuova interpretazione non fu compreso. Come Colombo non sapeva daver scoperto una nuova parte del mondo, ma era persuaso daver trovato solo una nuova via che conduceva a terre gi conosciute, cos il darwinismo non conduceva alla creazione duna nuova scienza: la morfologia storica, ma prendeva in consegna lantica spiegando i suoi concetti per mezzo di evoluzione, lotta per lesistenza, adattamento, eredit, e cercando di dare a quei concetti una coloritura letica63.

Laver rivelato dal punto di vista del pensiero scientico che la dimensione storica e quella biologica non sono in contrapposizione, per Cassirer la clavis universalis del darwinismo, dal versante della storia delle idee. Ma del metodo descrittivo il darwinismo, sempre incorrendo nella foga classicatoria dogni genere, nisce per abusare, declinandolo sul versante della spiegazione scientica, e andando ad intaccare almeno questa la visione cassireriana il problema dellessenza della molteplicit. Quanto n qui detto sembra, per, rientrare agli inizi del secolo XX. Cassirer non lo ammette esplicitamente; ma lidea che il darwinismo dovesse rientrare nei ranghi, rispettando quella massima regolativa della ricerca biologica, cui si era richiamato Kant, lo si intravede in ligrana nelle ultime pagine della sua Storia della losoa. Certo, la crisi della fondazione delle scienze dei primi decenni del Novecento inizia a far vedere i suoi frutti; Husserl, da un lato, e la nascita della losoa scientica, dallaltro, hanno ben visto i limiti stessi delle teorie scientiche quando vogliano ergersi a sistema losoco, e viceversa. Nel settore specico della biologia e della genetica, tentativi non dogmatici, come quello di J. Huxley o di E. Mayr, pur mantenendo di fondo come principio regolativo interno della biologia quello meccanicistico, si guardano bene dal propugnarlo come perno dogmatico su cui far ruotare liberamente la cerniera dellintero mondo organico64. Ma forse tutto ci a Cassirer sembra non bastare.

E. Cassirer, Storia della losoa moderna, IV, 1, cit., p. 269. Ci permettiamo di rimandare il lettore, con due esempi, al libretto di J. Huxley, Ci che oso pensare, Hoepli, Milano 1935, e al gi citato E. Mayr, Lunicit della biologia, cit.
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4. Conclusioni Avviandoci alla conclusione, recuperiamo una citazione di Cassirer, ancora su Goethe, questa volta tratta da una lettera di questultimo ad Eckermann:
la cosa pi alta alla quale luomo pu arrivare [] la meraviglia, e se il fenomeno primitivo suscita in lui questo senso di meraviglia, si dichiari soddisfatto. Non gli pu essere concesso nulla di pi alto e non deve cercare, al di l di questo fenomeno primitivo, una qualche altra cosa; qui il limite. Ma, generalmente, la contemplazione di un fenomeno primitivo non basta alluomo, egli pensa che si debba andare oltre, ed simile ai bambini che, quando hanno guardato in uno specchio, subito lo rivoltano per vedere che cosa c dallaltra parte. Ma si potrebbe di contro obiettare, questo rivoltar dallaltra parte non forse appunto il compito della losoa, che non pu arrestarsi come larte alla semplice intuizione del fenomeno ma tende a spingersi no allidea, come al fondamento del mondo fenomenico?65

Laltra faccia dello specchio, dunque. Metafora che in forma singolare richiama il noto tentativo di naturalizzare la conoscenza da parte di Konrad Lorenz, di segno opposto al progetto cassireriano, ma con lunica intenzione di dimostrare che il fondamento del mondo fenomenico la priori kantiano tradotto, darwinisticamente, sul piano siologico in senso ontogenetico, ed interpretato nel limite regolativo dalle stesse funzioni prestazionali dellorgano66. Cassirer molto distante da questo progetto. Sostiene addirittura che non si possa girare lo specchio per vedere cosa ci sia dietro: loperazione non semplicemente sconsigliata, ma impossibile. Sulle essenze in generale, e su quella delluomo in particolare, esperienza e teoria, empiria e losoa si trovano nellimpossibilit di determinare lin s, perch per esse valido soltanto il principio della teoria delle mutazioni di Hugo de Vries, in cui la presunta continuit dellevoluzione darwiniana viene spezzata in stadi che separano nettamente la forma della specie successiva da quella precedente, da cui derivata67. Ci giusticherebbe anche il passaggio dalla natura alla cultura, senza che tra le due sia necessario instaurare un nesso causale della prima verso la seconda e soprattutto senza postulare la possibilit che eguali regole sovrintendano ai due ambiti. Cassirer, infatti, tiene a sottolineare come il problema della trasmissione della cultura sia di fatto ci che condiziona in forma divaricante il sistema bioE. Cassirer, Sulla logica delle scienze della cultura, cit., p. 92. Cfr. K. Lorenz, Laltra faccia dello specchio. Per una storia naturale delle conoscenza, Adelphi, Milano 1973. 67 E. Cassirer, Sulla logica delle scienze della cultura, cit., p. 94.
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logico naturale da quello culturale. Laddove nel primo la struttura generale dellorganismo non ha incidenza alcuna sulla struttura generale della vita animale, per la quale vale sempre il principio della non trasmissibilit ereditaria dei caratteri acquisiti, per il secondo si impone il principio secondo il quale non possibile vivere la sua vita senza esprimerla68. La polarit tra struttura ed evoluzione la costante che consuma il concetto di vita e di cultura, rigenerandolo in opposte direzioni, dalla cui tensione scaturisce non solo la molteplicit delle forme della cultura, ma anche lessenza stessa di una Filosoa della cultura dal sapore dialettico. Se si tiene sempre presente che lo statuto trascendentale della Filosoa della cultura di Cassirer deve essere inteso come riessione sulla cultura alla luce della metodica kantiana delle condizioni di possibilit69, singolare notare come tra queste condizioni di possibilit ritorni ad essere annoverata indirettamente la teoria evoluzionistica, come ideale regolativo, naturalmente. Nonostante la storia del darwinismo non ammettesse deroghe al suo stringente dogmatismo celebrato nelle pagine della Storia della losoa, e nonostante Uexkll continuasse ad essere invocato allinizio del Saggio sulluomo, Cassirer, nelle ultime pagine di questo stesso saggio, che considerava tra laltro come lultima parola sulla sua Filosoa della cultura, ripensando alla massima di Bacone se la scienza tendesse a concepire la realt ex analogia universi o ex analogia hominis, patteggiava per la prima, capovolgendo i termini di quanto affermato precedentemente nella sua Storia della losoa 70. Nel contenuto oggettivo della scienza aggiungeva Cassirer gli elementi individuali vengono dimenticati e sono cancellati perch uno dei principali scopi del pensiero scientico leliminazione di tutto ci che personale e antropomorco 71. Darwin ringrazia.

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E. Cassirer, Saggio sulluomo, cit., p. 368. M. Ferrari, Ernst Cassirer. Dalla Scuola di Marburgo alla losoa della cultura , cit., Vedi supra 2. E. Cassirer, Saggio sulluomo, cit., p. 374.

p. 303.
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