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Papa Francesco risponde a Scalfari. Nel solco della Tradizione cattolica.

di Carlo Rossi

http://chiarodiluna-karl.blogspot.it/2013/09/papa-francesco-risponde-scalfari-nel.html

http://www.vatican.va/holy_father/francesco/letters/2013/documents/papafrancesco_20130911_eugenio-scalfari_it.html Con una lettera a Eugenio Scalfari del 4 settembre 2013, dunque non in sede magisteriale, il Pontefice interviene sui rapporti tra fede cristiana e cultura moderna. Scrive Papa Francesco: "... lungo i secoli della modernit, si assistito a un paradosso: la fede cristiana, la cui novit e incidenza sulla vita delluomo sin dallinizio sono state espresse proprio attraverso il simbolo della luce, stata spesso bollata come il buio della superstizione che si oppone alla luce della ragione. Cos tra la Chiesa e la cultura dispirazione cristiana, da una parte, e la cultura moderna dimpronta illuminista, dallaltra, si giunti allincomunicabilit. venuto ormai il tempo, e il Vaticano II ne ha inaugurato appunto la stagione, di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro". " Questo, per la fede cristiana, certificato dal fatto che Ges risorto: non per riportare il trionfo su chi lha rifiutato, ma per attestare che lamore di Dio pi forte della morte, il perdono di Dio pi forte di ogni peccato, e che vale la pena spendere la propria vita, sino in fondo, per testimoniare questo immenso dono". "...mi chiede se il pensiero secondo il quale non esiste alcun assoluto e quindi neppure una verit assoluta, ma solo una serie di verit relative e soggettive, sia un errore o un peccato. Per cominciare, io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verit assoluta, nel senso che assoluto ci che slegato, ci che privo di ogni relazione. Ora, la verit, secondo la fede cristiana, lamore di Dio per noi in Ges Cristo. Dunque, la verit una relazione! Tant vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verit, e la esprime a partire da s: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ci non significa che la verit sia variabile e soggettiva, tuttaltro". "...mi chiede se, con la scomparsa delluomo sulla terra, scomparir anche il pensiero capace di pensare Dio. Certo, la grandezza delluomo sta nel poter pensare Dio. E cio nel poter vivere un rapporto consapevole e responsabile con Lui. Ma il rapporto tra due realt. Dio questo il mio pensiero e questa la mia esperienza, ma quanti, ieri e oggi, li condividono! non unidea, sia pure altissima, frutto del pensiero delluomo. Dio realt con la R maiuscola. Ges ce lo rivela e vive il rapporto con Lui come un Padre di bont e misericordia infinita. Dio non dipende, dunque, dal nostro pensiero". Papa Francesco sottolinea e riafferma il nucleo cristologico della fede cristiana: Ges vero uomo e vero Dio, figura storica, la sua Risurrezione realmente avvenuta e attesta la verit del suo insegnamento. In questo senso la verit relazione. Il cristiano la attinge dalla relazione con Dio. "Ci non significa che la verit sia variabile e soggettiva, tuttaltro". Nel Cristianesimo convivono le istanze della verit rivelata, della libert e della dignit umane. La prima non prevarica sulle altre ma le esalta. La Chiesa cattolica ha acquisito una precisa consapevolezza di ci attraverso un lungo e tormentato percorso. Ma gi l' illuminista Montesquieu ne Lo Spirito delle Leggi osserv che:

"La religione cristiana lontana dal dispotismo puro: infatti, essendo la mitezza tanto raccomandata nel Vangelo, essa si oppone alla collera dispotica con cui il principe si farebbe giustizia e metterebbe in pratica le sue crudelt. La religione cristiana, che sembra non avere altro fine che la felicit nell' altra vita, fa per di pi la nostra felicit in questa. http://archive.org/stream/lespritdeslois03montuoft#page/n155/mode/2up .....dobbiamo al cristianesimo, nel governo un certo diritto politico, e nella guerra un certo diritto delle genti, di cui l' umanit non potrebbe mai essere abbastanza riconoscente" (op. cit., libro ventiquattresimo, capitolo terzo). Mentre Tocqueville volle con la sua opera "contribuire alla riconciliazione dello spirito della libert e dello spirito della religione, della societ nuova e del clero" (cfr. la Lettera al fratello citata in Charles-Augustin SAINT-BEUVE, Ritratto di Tocqueville, 2013, p. 97). Un secolo dopo Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica italiana, giurista ed economista liberale eminente, in uno scritto purtroppo poco noto, manifest il profondo legame della sua fede con la Tradizione cattolica: http://www.loccidentale.it/articolo/luigi++einaudi+e+la+tradizione+cristiana.0056002 "Ma la comunit dei credenti non composta dei soli uomini viventi oggi. Essa vive nelle generazioni che si sono succedute da Cristo in poi. Ognuna di quelle generazioni ha trasmesso quella parola alle generazioni successive; ed ogni generazione ha sentito quella parola e vi ha creduto perch essa era stata sentita e in essa avevano creduto i suoi avi. La parola di Cristo viva in noi non perch essa sia stata scritta sulle pergamene e nei libri stampati. Sarebbe cosa morta se cos fosse. Ma ognuno di noi l'ha sentita dalle labbra della mamma e della nonna. Mettiamoli in fila questi uomini e queste donne che in ogni famiglia hanno trasmesso oralmente gli uni agli altri i comandamenti divini; amatevi gli uni gli altri, non fate agli altri ci che non vorreste fosse fatto a te stesso. Non sono molti: da venti a trenta persone bastano a ricondurre la tradizione trasmessa ad ognuno di noi da un antenato il quale viveva al tempo del Messia" (Introduzione a Pietro BARBIERI, Lora presente alla luce del Vangelo, Roma,1945, pp. V-VII). Dunque una parte importante della cultura moderna critica e liberale gi vicina al Cristianesimo, gi ne conosce e apprezza la portata storica, sociale e culturale. L' appello del Pontefice trova un terreno fertile ed accogliente in questo pensiero critico, in grado di riconciliare cristianesimo e modernit proprio nel segno della libert e dignit umane.

Francesco,Scalfari,verit,relativismo

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