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ORIGINI XXXII, Nuova Serie IV, 2010: 315-352

RIPOSTIGLI E COMPLESSI DI BRONZI VOTIVI DELLA SARDEGNA NURAGICA TRA BRONZO RECENTE E PRIMA ET DEL FERRO. PROPOSTA DI UNA SCANSIONE CRONOLOGICA Nicola Ialongo* - Roma

RIASSUNTO In questo contributo viene presentata una proposta di seriazione dei complessi di deposizioni votive di oggetti in bronzo in luoghi di culto e dei ripostigli della Sardegna nuragica su basi statistico-combinatorie, nellarco cronologico compreso tra let del Bronzo Recente e la prima et del Ferro. Il campione esaminato comprende esclusivamente contesti integralmente editi. I risultati mostrano che la frequentazione dei santuari e luso della deposizione di ripostigli di oggetti in bronzo siano fenomeni molto ben documentati fino alle fasi avanzate della prima et del Ferro. La scansione cronologica proposta agevolmente correlabile con la sequenza dellItalia peninsulare, grazie ai numerosi confronti con contesti continentali. PAROLE CHIAVE: Sardegna, nuragica, santuari, ripostigli.

ABSTRACT In this article is presented a proposal of seriation of bronze artifacts votive groups and hoards from Nuragic Sardinia, on the basis of statistic-combinatory analysis, in a chronological span between Recent Bronze Age and Early Iron Age. The specimen includes only fully published contexts. Results show that the frequentation of the nuragic sanctuaries and the habit of assembling hoards are well documented phenomena until the latter phases of Italian Early Iron Age. The chronological seriation proposed for nuragic contexts is easily comparable with the Italian continental sequence, on the basis of several typological comparisons. KEY WORDS: Sardinia, nuragic, sanctuaries, hoards.

PREMESSA1

Il campione della presente ricerca costituito da complessi di materiali provenienti da luoghi di culto e da ripostigli. I santuari nuragici rappresentano probabilmente il fenomeno che meglio caratterizza la peculiarit archeologica della Sardegna rispetto alle altre aree del Mediterraneo centrale durante i periodi avanzati della protostoria. Nei casi pi eclatanti si tratta di consistenti agglomerati organici di edifici in muratura interamente destinati a pratiche di culto, spesso distanti e totalmente indipendenti dai villaggi, almeno da un punto di vista topografico. Le pratiche di culto pi evidenti consistevano nella deposizione votiva
1 Questo lavoro fa parte di una ricerca di dottorato (tuttora in corso) intitolata Il Santuario nuragico di Monte S. Antonio di Siligo (SS). Studio analitico dei complessi cultuali della Sardegna protostorica, presso la Scuola di Dottorato de La Sapienza Universit di Roma, XXII ciclo, tutors Renato Peroni e Andrea Cardarelli.

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di grandi quantit manufatti in bronzo, che hanno determinato la formazione di depositi votivi estremamente rilevanti. I santuari nuragici possiedono un carattere monumentale talmente evidente da avere giustificato, da sempre, una loro interpretazione come centri di aggregazione religiosa e politica di vasti bacini territoriali organizzati in un sistema federale2. Non mai stato intrapreso, fino ad ora, uno lavoro complessivo finalizzato allo studio dellevoluzione diacronica del fenomeno dei santuari nuragici, basato su una raccolta esaustiva dei dati editi in pi di un secolo di ricerche sul campo. Oltre alla documentazione sicuramente relativa ai santuari si conoscono numerosi gruppi omogenei di materiali in bronzo (provenienti per la maggior parte da recuperi o acquisti effettuati nei primi decenni del 900, ma anche da interventi di emergenza recenti) non sicuramente contestualizzati, ma probabilmente provenienti da luoghi di culto3. Infine ci sono i ripostigli propriamente detti, insiemi di manufatti raccolti entro un contenitore o, come a volte accade, raggruppati negli interstizi tra i blocchi di muratura degli edifici o in fosse scavate nel terreno. I ripostigli presentano sostanzialmente le stesse forme che ricorrono nei luoghi di culto; in virt della loro natura di contesti chiusi costituiscono un campione ideale per la costruzione di una sequenza di tipo statistico-combinatorio. Con questo contributo ci si propone di delineare uno schema diacronico dei complessi di deposizioni votive e dei ripostigli nuragici tra il Bronzo Recente e la prima et del Ferro sulla base di un numero limitato di contesti di breve durata ben documentati. Limpalcatura della ricerca costituita da una tipologia formale a maglie strette di oltre 500 pezzi, elaborata nellambito della ricerca di dottorato, della quale non possibile dare esaustivamente conto in questo contributo per ovvi motivi di spazio. La numerazione dei tipi utilizzata fa riferimento alla suddetta classificazione. La cronologia proposta stata elaborata utilizzando il metodo della tabella di associazioni di tipo statistico-combinatorio. Una analisi di questo genere consente di offrire una rappresentazione grafica della ricorrenza statistica di diversi tipi di manufatti in differenti contesti archeologici e di individuare associazioni tipologiche ricorrenti e comuni a due o pi contesti diversi. Sulla base dellassunto teorico che le unit formali, comunemente definite tipi, siano la realizzazione di un modello ideale che subisce costantemente, attraverso il tempo, continue variazioni dovute ad evoluzioni tecnologiche, ad influenze esterne o semplicemente al cambiamento del gusto delle popolazioni protostoriche, possibile sostenere che consistenti gruppi di associazioni di tipi, comuni a diversi contesti, rappresentino orizzonti cronologici omogenei4. Nella tabella vengono illustrati i tipi che costituiscono i gruppi di associazioni pi significativi, sui quali si basa la scansione relativa proposta (fig. 1); sono presenti anIl primo ad introdurre il termine santuario federale stato A. Taramelli, nei primi decenni del 900. Spesso, in relazione a tali gruppi di manufatti, viene utilizzato il termine ripostigli, anche se non se ne conoscono le circostanze di rinvenimento. 4 Per la descrizione del metodo dellanalisi statistico-combinatoria su basi tipologiche si rimanda a Peroni 1994.
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Fig. 1 Tabella delle associazioni tipologiche dei contesti analizzati. Ascisse: contesti. Ordinate: tipi. La numerazione dei tipi corrisponde a quella utilizzata nel testo e nelle figure.

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che tipi che ricorrono in singole presenze, ma che risultano significativi dal momento che sono databili tramite confronti esterni. Verranno trattati, per motivi di spazio, esclusivamente i contesti di breve durata che costituiscono associazioni rilevanti in tabella; i contesti verranno elencati nellambito della discussione relativa alla fase archeologica di pertinenza. In modo analogo, verranno trattati in dettaglio solo i tipi che costituiscono associazioni tipologiche rilevanti, e quelli, presenti in contesti di breve durata, che possono essere datati con precisione grazie a confronti esterni. Lattribuzione cronologica proposta per ciascun contesto e tipo si basa interamente su due parametri controllabili: associazioni e confronti. Di conseguenza, per tutti i tipi privi di confronti e costituiti da un singolo esemplare (che comunque non verranno trattati in questa sede) la cronologia di riferimento sar data, in via ipotetica, dal contesto di provenienza, fino a che nuovi dati non permetteranno di confermare o smentire lattribuzione. Le fasi archeologiche riconosciute, oltre ad essere costituite da gruppi di associazioni sempre piuttosto rilevanti, sono agevolmente correlabili con lormai consolidata sequenza peninsulare del Bronzo Finale I Ferro grazie ai numerosi confronti puntuali, mai contraddittori, discussi nel corso della trattazione.
BRONZO RECENTE

Il ripostiglio del nuraghe Albucciu (Arzachena (OT); Antona Ruju, Ferrarese Ceruti 1992; Campus, Leonelli 1999, per il disegno del contenitore) (fig. 2, B) lunico contesto unitario, tra quelli considerati nel presente lavoro, ad essere databile al Bronzo Recente. Il ripostiglio contiene esclusivamente frammenti di lingotti oxhide e di spade votive, forme presenti in diversi contesti databili tra il BR e il I Fe 1 che non forniscono elementi cronologici decisivi. La datazione del contesto si affida al contenitore ceramico, che rappresenta una foggia databile al Bronzo Recente sulla base dei confronti proposti da Campus e Leonelli tra lesemplare in questione e una forma in impasto (probabilmente proveniente dalla Sardegna) presente negli strati del TE IIIB di Komms (Campus, Leonelli 2000, tipo 909). Pur se non si tratta di contesti unitari, opportuno citare i pochi esemplari di bronzi di fattura continentale presenti nei santuari nuragici. Considerando solo il materiale edito relativo ai contesti considerati, si tratta di tre esemplari, tutti di probabile provenienza alloctona e tutti rinvenuti in grandi santuari: un frammento di spada tipo Allerona5 da Gremanu di Fonni (NU, Fadda, Posi 2008) (tipo 4); una fibula ad arco di violino foliato da S. Vittoria di Serri6 (CA) (tipo 125); una fibula ad arco di violino ritorto da Monte S. Antonio di Siligo7 (SS) (tipo 126).
5 Per la definizione del tipo: Bianco Peroni 1970; per la spada tipo Allerona possibile considerare una cronologia compresa tra il BR e il BF 1. 6 Bibliografia generale per S. Vittoria: Taramelli 1909, 1914, 1922b, 1931; Puddu 1992a, 1992b. 7 Bibliografia generale per Monte S. Antonio: Lo Schiavo 1986, 1990a; Lo Schiavo, Sanna 1992.

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Fig. 2 A. Tipi che non ricorrono in associazioni significative o in contesti di breve durata, databili per confronto: Tipo 4, spada a lingua da presa tipo Allerona; Tipo 125, fibula ad arco di violino foliato; Tipo 126, fibula ad arco di violino ritorto. B. Bronzo Recente, ripostiglio del nuraghe Albucciu. C. Bronzo Finale: 2, Funtana Coberta; 3, nuraghe Funtana; 4, Serra Elveghes (A, scala 1:4; B-C, scala 1:5).

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Il frammento di spada di Gremanu stato rinvenuto ancora infisso in un blocco a T pertinente al crollo del tempio a megaron, una modalit di deposizione analoga a quella delle spade votive. Le fibule di S. Vittoria e di Monte S. Antonio non sono in diretta relazione topografica con strutture templari, ma sono state probabilmente rinvenute entrambe in giacitura secondaria. I reperti citati costituiscono i materiali pi antichi che possano essere messi in relazione con lesistenza dei grandi santuari nuragici.
BRONZO FINALE

La cronologia complessiva dei contesti del Bronzo Finale risulta piuttosto problematica. La maggior parte, infatti, contiene esclusivamente forme di oggetti in bronzo che non si prestano affatto ad uno studio di tipologia formale (lingotti, panelle e spade votive) e che, quindi, non possono essere utilizzate per costruire una sequenza di tipo statistico-combinatorio. Fortunatamente, si tratta quasi sempre di complessi raccolti allinterno di contenitori ceramici che aiutano a determinarne la cronologia. Nella tabella di associazioni compaiono esclusivamente i contesti che presentano forme funzionali di bronzo chiaramente definite8 (fig. 1). Per il Bronzo Finale, dunque, le attribuzioni cronologiche proposte si basano su categorie di materiali eterogenee e difficilmente correlabili tra loro; ne consegue limpossibilit di proporre una chiara scansione del periodo in esame e di identificare con certezza le tre sottofasi in cui, tradizionalmente, il Bronzo Finale italiano viene suddiviso. I contesti la cui cronologia si basa esclusivamente sullattribuzione dei contenitori ceramici sono tre, tutti ripostigli9 (fig. 2,C): nuraghe Funtana di Ittireddu (SS) (Galli 1985); Funtana Coperta - US 116 (Ballao, (CA); Manunza 2008) e Serra Elveghes di Olbia (OT); Lo Schiavo 1999). Dal momento che tali contesti non possono essere trattati in un esame pi ampio su basi statistico-combinatorie, si preferisce limitarsi ad una generica attribuzione al Bronzo Finale. La fase 3 del Bronzo Finale rappresentata dai ripostigli di Monte Arrbiu (Sarroch (CA); Taramelli 1926; Lo Schiavo 1981a) e del nuraghe Flumenelongu (Alghero (SS); Lo Schiavo 1976). In questi due casi la cronologia si basa sia sulle associazioni tipologiche che sulla fitta rete di confronti proposti con contesti italiani (peninsulari e insulari) e europei occidentali10.
CRONOLOGIA DEI TIPI

(fig. 3)

Asce piatte con occhielli laterali Il tipo 59 costituisce lunico elemento di associazione tra i ripostigli di Monte Arr8 Nel nostro caso questi contesti sono solo due: i ripostigli di Monte Arrbiu e del nuraghe Flumenelongu, entrambi datati al BF 3.

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Fig. 3 A. Associazioni: Tipo 59, ascia piatta con occhielli laterali. B. Tipi che non ricorrono in associazioni significative, presenti in contesti di breve durata (*: con confronti): Tipo 61, ascia a lama espansa; Tipo 63, ascia piatta con spuntoni laterali; Tipo 66, ascia ad occhio tipo Cerchiara; Tipo 79, ascia a tallone a profilo triangolare; Tipo 81, ascia a tallone a profilo romboidale; Tipo 84, zappa a margini rialzati; Tipo 162, bracciale di verga massiccia a capi aperti (scala 1:4).

biu e Flumenelongu, ed databile al BF 3 sulla base della ricorrenza in questi due contesti. Asce a lama espansa (fig. 9.A) Il tipo 61, presente in diversi esemplari nel ripostiglio di Monte Arrbiu, trova con321

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fronti nel ripostiglio siciliano di Modica (Giardino 1995: fig. 10,B, 6), la cui deposizione avvenuta nel momento terminale della fase 3 del Bronzo Finale, e in un esemplare dalla tomba 283 della necropoli del Sorbo di Cerveteri (Carancini 1984: n. 4483), con corredo databile alla fase 1 della prima et del Ferro. Lesame complessivo dei confronti e delle associazioni tipologiche relativi ai ripostigli di Monte Arrbiu e Flumenelongu suggerisce un inquadramento cronologico del tipo in Sardegna nel BF 3. Asce a spuntoni laterali (fig. 9,B) Il tipo 63 ha confronti in diversi contesti, tutti ripostigli, sia italiani che spagnoli e francesi. Il tipo presente nel ripostiglio di Monte Rovello (Giardino 1995: fig. 5,A, 1-2), databile al Bronzo Finale 3. Il ripostiglio di Castelluccio, in Sicilia, fornisce una datazione a cavallo tra la fine del BF 3 e linizio della prima et del Ferro (Giardino 1995: fig. 12,B, 1). I ripostigli di Castelo Novo (Giardino 1995: fig. 40) in Spagna, di La Sabina (Giardino 1995: fig. 44,B, 3) nelle Baleari e di Vnat (Giardino 1995: fig. 32, 1-2) in Francia sono tutti inquadrabili nellambito del Bronzo Finale III atlantico11. Sulla base della presenza nel ripostiglio di Monte Rovello (unico tra i contesti di confronto ad avere una cronologia limitata ad una singola fase archeologica) la cronologia del tipo probabilmente da fissare nel BF 3. La presenza nel ripostiglio del nuraghe Flumenelongu, in associazione con unascia tipo Cerchiara (BF 2-3), conferma una datazione limitata allet del Bronzo Finale. Asce a tallone (fig. 9,C) Due esemplari di ascia a tallone a profilo romboidale con due occhielli sono contenuti nel ripostiglio di Monte Arrbiu (tipo 81). Un esemplare di ascia a tallone con due occhielli e costolatura sulla lama presente nel ripostiglio di Castelluccio12 (BF3-I Fe 1; Giardino 1995: fig. 12,B, 6). Il tipo in questione strettamente affine al tipo 7913, dal quale si differenzia solo per il fatto che il primo ottenuto da un matrice bivalve, e presenta dunque un pro9 La cronologia per i vasi di Serra Elveghes e nuraghe Funtana quella proposta in Campus, Leonelli 1999. La datazione del ripostiglio di Funtana Coberta quella proposta in Manunza 2008. 10 Per una sintesi dei confronti tra bronzi sardi e manufatti dellEuropa occidentale vedi Lo Schiavo 1989 e Giardino 1995. 11 La correlazione della sequenza atlantica con quella italiana ancora piuttosto incerta. Tuttavia, sembra che ci sia un certo accordo nel considerare la fase III certamente contemporanea al momento finale di HaB1, allintera fase HaB2, e in parte o del tutto alla fase Ha B3 (Giardino 1995: 75). Considerando che le fasi HaB2 e HaB3 vengono sempre pi comunemente accostate, rispettivamente, alla prima e alla seconda fase del Primo Ferro italiano, sembra lecito attribuire i contesti del Bronzo Finale III atlantico genericamente al Bronzo Finale 3-prima et del ferro italiana. 12 Giardino 1995, fig. 12.B.6. 13 Il tipo 79, descritto nel testo e illustrato nelle figure 3 e 9, proviene dal ripostiglio di Monte Sa Idda, contesto di lunga durata che non viene trattato in dettaglio nel presente lavoro.

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filo romboidale, mentre il secondo, ottenuto tramite matrice monovalve, presenta uno dei due lati piatto e un profilo, dunque, triangolare. Nel ripostiglio di Tolfa, databile al Bronzo Finale 3, presente un esemplare di ascia a tallone a profilo romboidale con un solo occhiello, che costituisce un confronto puntuale sia per il nostro tipo 79 che per il tipo 81. Anche in questo caso, come per il tipo 63, da preferire una cronologia limitata al BF 3, sulla base del confronto con il contesto di breve durata di Tolfa. Asce ad occhio Nel ripostiglio del nuraghe Flumenelongu presente unascia ad occhio tipo Cerchiara (tipo 66 nella presente classificazione; fig. 3.B), inquadrabile tra le fasi 2 e 3 del Bronzo Finale (Carancini, Peroni 1999).
I FERRO 1A

Il gruppo di associazioni che costituisce la fase 1A della prima et del Ferro estremamente consistente (fig. 1). I contesti-chiave per la definizione della fase sono quattro. In tre casi si tratta di contesti chiusi, riferibili a deposizioni unitarie e simultanee di offerte votive; per la deposizione di SAdde e sUlumu (Usini (SS); Lo Schiavo 2009) documentata la presenza di un vaso-contenitore entro il quale erano raccolti i materiali, mentre per i complessi di Costa Nighedda (Oliena (NU); Desantis, Lo Schiavo 1982; Desantis et alii 2004) e S. Maria in Palis (SS) (Macnamara et alii 1984), date le circostanze di rinvenimento14, la questione sulla unitariet delle deposizione pu essere discussa; la tabella di associazioni, tuttavia, fornisce elementi molto chiari a favore della breve durata di questi due ultimi contesti e di una loro deposizione simultanea nellambito del I Ferro 1A15. Il quarto contesto rappresentato dal deposito della fonte sacra di Su Tempiesu di Orune (NU) (Fadda, Lo Schiavo 1992), che ha restituito un cospicuo nucleo di bronzi votivi che, sebbene non riconducibile ad una singola deposizione unitaria, appare chiaramente riferibile, sulla base delle associazioni, ad un periodo di tempo piuttosto breve, compreso nellambito del I Ferro 1A.
CRONOLOGIA DEI TIPI

(figg. 4-5)

Pugnali I pugnali a base triangolare e con accenno di codolo, tipi 14, 15, 17, 18 e 21.A costituiscono, di per s, un significativo gruppo di associazioni tra i contesti-chiave della fase 1A.
14 Il complesso di costa Nighedda stato recuperato in seguito ad uno sbancamento effettuato con mezzi meccanici, mentre quello di S Maria in Palis, rinvenuto in circostanze ignote, il risultato di unacquisizione risalente al 1926. 15 La questione dellunitariet dei tre contesti citati verr affrontata pi volte nel corso della trattazione.

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Fig. 4 Associazioni (*: con confronti): Tipi 14.A-18.A, pugnali piatti a base semplice; Tipo 21.A, pugnale costolato con accenno di codolo; Tipo 97, manico di specchio lavorato a giorno; Tipi 119-120, spilloni a testa mobile; Tipo 140, bottone a calotta; Tipi 142-145, bottoni conici con appendice sagomata; Tipi 147-148, bottoni conici con appendice figurata; Tipo 150, bottone conico con base a disco; Tipi 154-163, bracciali a capi aperti; Tipo 168, anello di sospensione articolato; Tipi 179-180, tripodi; Tipo 18, pugnale ad elsa gammata miniaturistico (scala 1:4).

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Fig. 5 Tipi che non ricorrono in associazioni significative, presenti in contesti di breve durata, con confronti: Tipo 26.A-C, pugnali a manico fuso; Tipo 50.A, punta di lancia a cannone ottagonale; Tipo 130, fibula con arco ribassato a sezione romboidale; Tipo 134, fibula serpeggiante a occhio con spillone diritto; Tipo 135, fibula serpeggiante a occhio con spillone ricurvo; Tipo 193, sgabello miniaturistico (scala 1:4).

I tipi 14, 15, 17 e 21.A non trovano confronti precisi in ambito continentale, ma ricorrono in contesti che sulla base della tabella di associazioni risultano avere una durata limitata al Ferro 1A; in particolare i tipi 14, 15, 17, nel complesso di materiali della fonte sacra di Su Tempiesu, risultano associati con due fibule con arco a sezione romboidale (tipo 130.A) databili alla fase in discorso, mentre il tipo 21.A presente a Costa Nighedda, Grotta Pirosu e a S. Maria in Palis e si trova in associazione, in questultimo contesto, con una punta di lancia a cannone ottagonale (tipo 50.A), che appartiene ad una foggia continentale databile nel momento iniziale del Ferro 1. Il tipo 18 trova confronti puntuali in un esemplare dalla tomba 8 della necropoli di Poggio della Guardia di Populonia (Bartoloni 1989, tav. XVI, a), databile al Ferro 1, e in uno proveniente dal ripostiglio dellElba (Kilian 1975), contesto che comprende materiali databili tra il Bronzo Finale 3 e il I Ferro 1A (fig. 10, B). Il tipo presente nel ripostiglio di SAdde e sUlumu, nel quale si trova in associazione con due fibule serpeggianti databili al Primo Ferro 1A (tipi 134 e 135) (Pacciarelli 2009), mentre manca qualsiasi elemento che possa far risalire il contesto allet del Bronzo Finale. Lo stesso vaso-contenitore e la ciotola-coperchio, in ceramica, appartengono a fogge ben documentate nellet del Ferro nuragica (Lo Schiavo 2009). Tra i pugnali a manico fuso (tipi 25-27) il tipo 26 lunico ad essere presente in un
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contesto di breve durata (S. Maria in Palis), e pertanto il solo per cui possibile proporre con certezza una datazione nellambito del Ferro 1A. Gli altri esemplari appartenenti alla foggia si trovano in contesti di lunga durata (Abini e Forraxi Nioi) che comprendono materiali databili tra il Bronzo Finale 3 e il Ferro 2. In questa sede, per economia, si propone in via ipotetica una datazione in blocco della foggia in questione alla fase 1A, tenendo presente che lunico esemplare di pugnali sardi a manico fuso noto in un contesto databile dellItalia continentale proviene da una sepoltura del Ferro 1 della necropoli di Poggio delle Birbe di Vetulonia (fig. 10, C; Bianco Peroni 1970; Lo Schiavo 1981b: Tav. LX, d). Future scoperte potranno chiarire ulteriormente la cronologia di questa foggia, che non escluso possa avere avuto origine gi al termine del Bronzo Finale. Bracciali Sulla base delle associazioni, possibile datare alla fase 1A diversi tipi di bracciali a capi aperti: a fascia (tipo 154); a verga schiacciata (tipo 158); a capi elicoidali appiattiti (tipo 160); decorati, con costolatura e capi affusolati (tipo 161); a verga ritorta (tipo 163). Anelli di sospensione articolati Con questa definizione vengono classificati oggetti di non chiara funzione. Si tratta probabilmente di anelli di sospensione, che possiedono caratteristiche formali che rendono possibile una loro classificazione tipologica. Il tipo 168, attestato a S. Maria in Palis e a SAdde e sUlumu, presenta quattro globetti radiali, decorati con spirali nellesemplare da S. Maria in Palis. Lance Di importanza fondamentale si rivelato lo studio, recentemente pubblicato, di Arianna Bruno sulla tipologia e cronologia delle lance italiane dellet del Bronzo16 (Bruno 2007): sulla base del confronto con il lavoro di A. Bruno stato possibile accertare che nessuno degli esemplari sardi analizzati nella presente ricerca appartiene al patrimonio tipologico proprio dellet del Bronzo. Al contrario, la maggior parte degli esemplari analizzati trova confronti puntuali in contesti dellet del Ferro. Il tipo 50.A, oltre ad essere presente nel contesto di breve durata di S. Maria in Palis, trova un confronto estremamente stringente nella tomba 7 della necropoli populoniese di Piano delle Granate (fig. 10, D; Bartoloni 2002: fig. 5), databile ad un momento iniziale del Ferro 1 sulla base dellassociazione con una spada a lingua da presa che, secondo la definizione di Vera Bianco Peroni, prelude alle spade di tipo italico, ma gi inquadrabile nellambito della prima et del Ferro (Bianco Peroni 1970).
16 Si tratta di uno studio crono-tipologico basato su un corpus esaustivo ed estremamente dettagliato che comprende tutti gli esemplari di punte e puntali di lancia dellet del Bronzo noti in letteratura, fino al momento della pubblicazione, provenienti da contesti della terraferma italiana.

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Nello stesso ripostiglio di S. Maria di Palis compreso anche un puntale (tipo 53) che, insieme alla punta di lancia, costituisce un unico set. Il tipo 50.A presenta una chiara affinit formale con la corrispettive foggia diffusa nella fase 2 (tipo 50.B), seppure se ne discosti per caratteri altrettanto evidenti: entrambi i tipi presentano una lama nettamente triangolare e cannone ottagonale, ma il tipo pi antico complessivamente breve e tozzo, mentre il pi recente presenta una forma decisamente slanciata; i medesimi caratteri si ripresentano identici nei rispettivi modelli continentali. Spilloni La cronologia degli spilloni si basa interamente sullanalisi delle associazioni tipologiche tra i contesti. Gli spilloni a testa mobile tipi 119 e 123 rappresentano due degli elementi costitutivi del gruppo di associazioni del I Ferro 1A: i tipi in questione sono presenti, nei contesti di SAdde e sUlumu, Su Tempiesu, Costa Nighedda e Grotta Pirosu-Su Benatzu. In particolare, a SAdde e sUlumu e a Su Tempiesu risultano associati a fibule di foggia continentale databili alla fase 1A della prima et del Ferro (rispettivamente: tipi 134-135 e 130). Fibule Lattribuzione cronologica delle fibule, tramite confronti, risulta piuttosto agevole, dal momento che la quasi totalit degli esemplari noti riconducibile a tipi ben conosciuti (e ben databili) propri dellItalia peninsulare (Lo Schiavo 2002). Il tipo di fibula con arco a sezione romboidale lievemente ribassato (tipo 130) trova confronti in contesti bolognesi della fase 1A (fig. 10, A; Dore 2005: Tav. 2). Uno studio particolare stato dedicato da Pacciarelli alle due fibule serpeggianti del ripostiglio di SAdde e sUlumu (Pacciarelli 2009). Le conclusioni sulla datazione di tali fibule (tipi 134 e 135) indicano una cronologia probabilmente compresa tra le fasi 1A2 e 1B iniziale. Lanalisi delle associazioni porta a restringere il range cronologico al momento pi antico. Bottoni Quasi tutte le fogge di bottoni sono rappresentate nelle sepolture dellarea tirrenica, in particolare a Tarquinia e a Pontecagnano, e ricorrono in contesti databili tra la fase 1B e la fase 2 della prima et del Ferro17. Sulla base della tabella di associazioni, sembra che la produzione dei bottoni conici con appendici sia iniziata in Sardegna gi in periodi precedenti, almeno nella fase 1A della prima et del Ferro. La cronologia dei bottoni in contesti nuragici, di conseguenza, sembra lievemente sfasata rispetto a quella dei contesti continentali tirrenici che presentano questa classe di materiali, databili in genere a partire dalla fase 1B.
17 Per unesauriente illustrazione della diffusione dei bottoni nuragici nel continente si veda Lo Schiavo 1994a.

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A questo proposito, sembra piuttosto convincente lipotesi della Lo Schiavo, secondo la quale la diffusione dei bottoni in contesti peninsulari avverrebbe in seguito ad una lunga conservazione, o tesaurizzazione (Lo Schiavo 1994a). Sembra inoltre significativo che la foggia con base a disco decorata a spirali (tipo 150) non si trovi nella penisola: lesemplare dal ripostiglio di SAddee sUlumu si trova in associazione con due fibule serpeggianti databili alla fase 1A della prima et del Ferro (tipi 134 e 135); il tipo potrebbe dunque essere attribuito ad un momento antecedente lintensificazione dei traffici tra larea peninsulare tirrenica e la Sardegna. Tripodi La questione dei tripodi sardi, la loro cronologia e la loro relazione con modelli ciprioti, stato un argomento piuttosto dibattuto dagli studiosi di protostoria mediterranea. Lunico vero lavoro sistematico sullargomento, tuttavia, si deve a Ellen Macnamara (Macnamara et alii 1984: 2-7) che, in occasione della pubblicazione integrale del complesso di bronzi di S. Maria in Palis, dedica uno studio particolare alleccezionale esemplare di tripode in bronzo (tipo 179). Basandosi largamente sulle cronologie elaborate da Catling (Catling 1964) nel suo lavoro sui bronzi ciprioti presenti in contesti greci, la studiosa attribuisce lesemplare da S. Maria in Palis ad un orizzonte contemporaneo ad un momento finale del Tardo Cipriota III, corrispondente grosso modo ad un momento maturo del Bronzo Finale italiano. La Macnamara riconosce inoltre nel pezzo sardo, in modo piuttosto convincente, un esemplare di fattura locale, basando la sua tesi su un particolare tipologico: il tripode di S Maria in Palis (e, come sarebbe stato notato in seguito, anche quello dalla grotta Pirosu-Su Benatzu; Lo Schiavo, Usai 1995) presenta una doppia fascia di spirali correnti (non ricorrenti), mentre negli esemplari ciprioti le spirali risultano sempre contrapposte. Il lavoro della Macnamara rimasto un punto di riferimento, anche in anni pi recenti, per lo studio di questa classe di materiali in Sardegna, ma molto spesso non si tiene conto di un secondo studio fondamentale, pubblicato lanno successivo: nel 1985 Matthus pubblica, per la collana Prhistorische Bronzefunde, il corpus tipologico del vasellame in bronzo dellisola di Cipro, nel quale sono compresi anche i tripodi (Matthus 1985). Nel suo lavoro, Matthus attribuisce i tripodi con tamburo decorato a spirali, con motivo a zig-zag a giorno e con pendagli a globetto (quelli, in sostanza, in assoluto pi simili agli esemplari sardi) alla fase Cipro Geometrico I, successiva al TC III. Pur nella difficolt di correlare la sequenza cipriota con quella italiana, il CGI probabilmente inquadrabile nel range cronologico compreso tra il Bronzo Finale 3 e il I Ferro 1 (fig. 10. E). Lattribuzione cronologica di Matthus sostanzialmente confermata dalla analisi delle associazioni dei contesti sardi elaborata nel presente studio, che mostra come i tripodi siano presenti in contesti di breve durata della fase 1A della prima et del Ferro (S. Maria in Palis) e in contesti in cui sembra rappresentata solo la fase 1 (Pirosu-Su Benatzu).
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Ripostigli e complessi di bronzi votivi della Sardegna nuragica tra Bronzo recente e prima et del Ferro

CRONOLOGIA DEI CONTESTI

Dallesame della tabella non appare nessun elemento di continuit con la fase precedente. Questa brusca rottura trova la sua causa nella natura stessa delle fonti archeologiche: tralasciando i complessi databili esclusivamente sulla base del contenitore ceramico, la fase del BF 3, nella tabella di associazioni, rappresentata dai soli ripostigli di Monte Arrbiu e del nuraghe Flumenelongu, costituiti sostanzialmente da asce, forme che risultano quasi totalmente assente nei contesti votivi del I Ferro 1A e che torneranno visibili nei contesti della fase immediatamente successiva (I Ferro 1B). Esiste dunque un netto contrasto tra i contesti appartenenti ai due periodi, che dipende probabilmente da un cambiamento del rituale che regola la deposizione dei ripostigli e delle offerte votive e che si rispecchia nei criteri di selezione delle forme funzionali. Lassenza delle asce nella fase iniziale della prima et del Ferro dipende probabilmente da criteri di selezione che rispondono ad esigenze rituali. Sulla base dei dati attualmente disponibili non appare possibile colmare il vuoto di documentazione relativo allevoluzione di questa classe funzionale per il momento iniziale dellet del Ferro. Il gruppo di associazioni della fase 1A risulta datato da un consistente gruppo di tipi che trova confronti puntuali in contesti peninsulari: tipo 18 (pugnali); tipo 26 (pugnali); tipo 50.A (lance); tipo 130.A (fibule); tipi 134-135 (fibule). In tutti i contesti-chiave della fase in discorso, tranne che a Costa Nighedda (che risulta comunque strettamente legato ai contesti della fase 1A da un consistente gruppo di associazioni), presente almeno uno dei tipi sopra menzionati. Si accennato, pi sopra, al problema della possibilit di riconoscere nei contesti del I Ferro 1A (e in particolare nei quattro contesti-chiave: SAddee sUlumu, Costa Nighedda, S. Maria in Palis, Su Tempiesu) delle deposizioni unitarie, costituite da materiale cronologicamente omogeneo. Verranno esaminate brevemente le posizioni di altri Autori al riguardo. Gli autori della pubblicazione integrale di S. Maria in Palis (Macnamara et alii 1984) propendono per una interpretazione del complesso come accumulo, dilazionato nel tempo, di materiali di diversa cronologia. La definizione del range cronologico dei materiali si basa in gran parte sui confronti proposti per il tripode bronzeo (nostro tipo 179) con esemplari ciprioti databili al Tardo Cipriota IIIC (XII-XI sec. a.C.), e per lo sgabello miniaturistico (tipo 193), che trova un confronto strettissimo nella tomba cd. dei bronzetti sardi di Vulci, databile ad un momento avanzato del I Ferro 1 (fine IX secolo, in cronologia tradizionale). Gli stessi Autori, tuttavia, giudicano piuttosto inverosimile che si sia verificato un accumulo di oggetti di prestigio, di fattura stilistica tutto sommato omogenea, nellarco di tre-quattrocento anni, che poi sia confluito allinterno di un unico ripostiglio. La questione viene lasciata sostanzialmente aperta, proponendo una cronologia probabile che si trovi nel mezzo del range cronologico descritto.
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Un ulteriore elemento problematico (secondo chi scrive, invece, decisivo a favore dellomogeneit cronologica) rispetto allinterpretazione del contesto come accumulo dilazionato, introdotto con estrema onest e trasparenza dagli Autori stessi, deriva dalle analisi metallografiche eseguite sui materiali. Sono stati campionati 31 pezzi che coprono lintera gamma delle forme funzionali rappresentate, e ne risultato che non solo lintero complesso deriva probabilmente da un unico approvvigionamento di metallo, ma anche che la lancia (tipo 50.A), il puntale (tipo 53), e due bottoni conici (tipo 142.A), possiedono una composizione praticamente identica e sono stati probabilmente ottenuti dalla stesso pezzo di metallo. Per quanto riguarda la deposizione di SAdde e sUlumu, un appiglio cronologico decisivo fornito dalle due fibule serpeggianti ad occhio di foggia peninsulare-meridionale presenti nel complesso, databili al I Ferro 1A (tipi 134-135) (Lo Schiavo 2009; Pacciarelli 2009). Il complesso di bronzi di Costa Nighedda contesto 1 (Desantis et alii 2004) stato individuato in seguito ad uno sbancamento effettuato con mezzi meccanici nellarea occupata da un insediamento nuragico. Ad un primo sopralluogo in cui sono stati rinvenuti alcuni oggetti seguito un intervento di scavo. Un primo sondaggio effettuato nel punto esatto in cui erano stati prelevati i primi materiali ha portato alla luce un complesso di bronzi (qui denominato, per brevit, contesto 1), per un totale di 36 esemplari, tutti localizzati entro una superficie di dispersione di circa 1 mq. Il sondaggio stato successivamente ampliato fino ad includere una vicina capanna circolare in blocchi di pietra. La dispersione dei bronzi appartenente al contesto 1 si trovava immediatamente al di fuori del perimetro della capanna, non in corrispondenza dellingresso della struttura, quindi la reciproca relazione non sembra diretta. Allinterno della capanna stato riconosciuto un livello archeologico descritto come strato argilloso e duro, di color ocra. Allinterno dello strato era stato praticato un taglio per lalloggiamento di un grande vaso biansato databile al BF-I Fe; sulla superficie dello strato ocra, in prossimit dellimboccatura del vaso, stata rinvenuta unascia a tagli ortogonali (tipo 73, datata nel presente lavoro al I Ferro 1B, vedi oltre). Nello scavo dello spessore dello strato ocra sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici, per la maggior parte databili al Bronzo Recente, ma con la significativa presenza di due frammenti di brocche con decorazione incisa databili al BF-I Fe. Fulvia lo Schiavo, a cui si deve lo studio dei bronzi di Costa Nighedda, propone un inquadramento per i materiali del contesto 118 tra il Bronzo Finale e la prima et del Ferro. In particolare, viene proposta una cronologia entro il Bronzo Finale per il pugnale triangolare19 (tipo 21.A), mentre si ammette che almeno il bottone a ogiva (tipo 140)
18 La Lo Schiavo non tratta i materiali separatamente per punto di rinvenimento, di conseguenza le datazioni che vengono riferite in questa sede sono desunte dalle attribuzioni cronologiche dei singoli pezzi. 19 Lattribuzione cronologica viene formulata in via ipotetica e non vengono forniti argomenti a supporto.

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possa essere inquadrato in un momento iniziale della prima et del Ferro, sulla base di un confronto con il ripostiglio di SAdde e sUlumu20. In ogni caso, appare evidente come il complesso di bronzi, qui denominato contesto 1, non sia in relazione diretta con il materiale ceramico di Bronzo Recente contenuto nello strato ocra allinterno della struttura. Il complesso di bronzi della fonte sacra di Su Tempiesu di Orune pone diversi problemi di interpretazione. I materiali non sono stati rinvenuti allinterno di un contenitore, n concentrati in unarea ristretta, bens localizzati in numerose addensamenti in vari punti dellarea cultuale. Fulvia lo Schiavo, che ha realizzato lo studio dei materiali, riconosce anche in questo caso un range cronologico che comprende il Bronzo Finale e la prima et del Ferro. Alcune classi di materiali, come gli spilloni a testa mobile, i pugnali ad elsa gammata miniaturistici e i bronzetti figurati, sono considerate forme caratteristiche del Bronzo Finale, senza che, per, vengano fornite argomentazioni a riguardo. La fase successiva, secondo la studiosa, invece documentata da due fibule ad arco lievemente ribassato a sezione romboidale (tipo 130.A), datate dalla Lo Schiavo alla prima met dellVIII secolo, che rappresenterebbero lultimo momento di vita del santuario. Il pi solido argomento a favore di una interpretazione di questi complessi di materiali come contesti di breve durata nellambito della fase 1A della prima et del Ferro viene dallanalisi dei gruppi di associazioni evidenziati in tabella. evidente come tutti e quattro i contesti esaminati costituiscano un solido blocco di associazioni tipologiche, e non solo funzionali; per sostenere che tali contesti possano essere, tutti e quattro, il risultato di un accumulo dilazionato in un lungo lasso di tempo bisognerebbe ammettere che in momenti e in luoghi diversi siano stati selezionati contemporaneamente identici tipi formali che sarebbero confluiti poi in un unico complesso finale. Uninterpretazione di questo genere risulterebbe poco economica, e implicherebbe inoltre una progettualit a lungo termine nella formazione di questi contesti che, comunque, non mai stata ipotizzata negli studi precedenti. Si tenga presente, inoltre, che nella totalit dei casi in cui sia possibile proporre confronti stringenti con contesti di cronologia certa la datazione risulta sempre essere circoscritta al momento iniziale della prima et del Ferro. Ulteriori argomenti vengono dallesame dei singoli contesti. Si gi discusso delle analisi metallografiche effettuate sui materiali di S. Maria in Palis, che hanno mostrato come sia molto probabile che lintero complesso di bronzi provenga da un unico approvvigionamento di materia prima, e di come sia addirittura possibile che diversi pezzi appartenenti a forme funzionali completamente differenti (lance, puntali e bottoni) siano state ottenute da un unico pezzo di metallo.
20 Entrambi i bottoni a ogiva da Costa Nighedda e da SAdde e sUlumu sono stati classificati nel tipo 140 della presente tipologia e datati al I Ferro 1A.

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Pi complessa appare linterpretazione dei materiali di Su Tempiesu e, pi in generale, di tutti i complessi di bronzi provenienti da santuari. Come risulta evidente dalla tabella (a parte poche attestazioni sporadiche di materiali databili al BR, rappresentate comunque sempre da esemplari alloctoni) nei santuari, e nelle grotte, non esistono tipi di bronzi chiaramente databili al Bronzo Finale, mentre, al contrario, lo stesso Bronzo Finale documentato dallabbondante presenza di forme ceramiche. Questa apparente aporia particolarmente evidente nel santuario di Monte S. Antonio di Siligo, contesto nel quale le forme ceramiche documentano chiaramente la frequentazione del sito durante il Bronzo Finale e tutte le fasi della prima et del Ferro. Una situazione analoga si riscontra nel complesso di deposizioni votive della grotta Pirosu-Su Benatzu (Santadi, CI; Lo Schiavo, Usai 1995): lingente quantit di vasi miniaturistici testimonia un utilizzo del sito come luogo di culto probabilmente a partire dalla media et del Bronzo, ma il complesso di bronzi votivi inquadrabile interamente nellambito della fase 1 della prima et del Ferro, e in massima parte nella fase 1A. In sintesi, i complessi di bronzi votivi, databili apparentemente tutti tra il I Ferro 1 e il I Ferro 2, non sembrano rappresentativi dellintero periodo di frequentazione dei luoghi di culto. Lassenza di offerte votive di forme funzionali finite risalenti allet del Bronzo potrebbe essere legata ad un cambiamento del rituale che si verifica nelle manifestazioni votive tra la fine dellet del Bronzo e linizio dellet del Ferro. Nel Bronzo Finale il rituale prevalente prevede principalmente la deposizione di lingotti, frammenti di spade votive e, dal BF 3, di asce (Funtana Coberta) mentre col passaggio alla prima et del Ferro viene dato pi spazio ad indicatori simbolici diversificati, come le armi, gli ornamenti e le navicelle21.
I FERRO 1B

Il gruppo di associazioni relativo al I Ferro 1B meno consistente rispetto a quello della fase precedente, e si definisce sostanzialmente per opposizione rispetto ad esso. Meno netta risulta, sulla base della sola tabella di associazioni, la distinzione rispetto alla fase successiva (I Ferro 2); entrambe le fasi sono tuttavia datate da tipi che trovano precisi confronti in contesti peninsulari: lattribuzione cronologica della nostra fase 1B si basa sui confronti proposti per il vasellame in bronzo presente nella deposizione votiva di Su Benticheddu (Oliena (NU), Lo Schiavo 1978) e nel ripostiglio della capanna 5 di S. Anastasia di Sardara (VS) (Ugas, Usai 1987) (vasi: tipi 99, 100; anse: tipi 105, 109; fig. 6).
21 Levidenza relativa al mutamento del rituale nelle deposizioni votive tra BF3 e I Ferro una conseguenza dello schema cronologico illustrato nel presente contributo. Lo studio dei fenomeni rituali della Sardegna nuragica parte integrante della ricerca di dottorato da cui tratto questo lavoro (vedi nota 1).

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Ripostigli e complessi di bronzi votivi della Sardegna nuragica tra Bronzo recente e prima et del Ferro

Fig. 6 A. Associazioni (*: con confronti): Tipo 15.B, pugnale piatto a base semplice; Tipo 19, pugnale costolato con accenno di codolo; Tipo 105.A-B, attacchi a tre spirali. B. Tipi che non ricorrono in associazioni significative, presenti in contesti di breve durata (*:con confronti). Tipo 73, doppia ascia a occhio a tagli ortogonali; Tipo 99, bacile con fondo piatto; Tipo 100, bacile con vasca emisferica; Tipo 109, ansa a maniglia con sopraelevazione a fiore di loto (scala 1:4).

CRONOLOGIA DEI TIPI

(fig. 6-7A)

Pugnali Alla fase 1B sono databili i tipi 15.B e 19. Il tipo 19 presente nel ripostiglio di Sedda Ottinera, databile al Ferro 1B sulla base delle associazioni, e nel ripostiglio della capanna 5 di S. Anastasia, nel quale ricorre in associazione con 3 bacili di bronzo (tipi 100, 105) che recano attacchi a spirali che trovano confronti puntuali in contesti tombali di Vetulonia e Pontecagnano, databili alla fase in discorso (vedi oltre).
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Fig. 7 A. Associazioni (*: con confronti): Tipo 21.B, pugnale costolato a codolo; Tipo 67, doppia ascia a tagli paralleli; Tipo 77.A, ascia a margini rialzati. B. Associazioni (*: con confronti): Tipo 36, spatola con accenno di codolo; Tipo 50.B, punta di lancia cannone ottagonale; Tipi 70-72, doppie asce ad occhio a tagli convergenti; Tipo 77.B, ascia a margini rialzati (scala 1:4).

Per il tipo 21.B-C non possibile dare una definizione cronologica puntuale, dal momento che ricorre sia in contesti del Ferro 1B (Su Benticheddu), sia in contesti databili alla fase 2 (Su Monte, Vano A). Asce La prima attestazione di asce a tagli ortogonali si riscontra, nella fase 1B, a Sedda Ottinra e nel complesso di materiali rinvenuti allinterno della capanna dellinsediamento di Costa Nighedda (tipo 73).
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Ripostigli e complessi di bronzi votivi della Sardegna nuragica tra Bronzo recente e prima et del Ferro

Vasi Proposte di classificazione e attribuzione cronologica del vasellame di bronzo della Sardegna nuragica sono state formulate, in diverse occasioni, principalmente da Fulvia Lo Schiavo (2006) e da Hartmut Matthus (2001). Entrambi gli autori riconoscono in diverse forme, rinvenute tanto in Sardegna quanto nella penisola italiana, modelli di ispirazione cipriota e sono sostanzialmente concordi nellammettere che la metallurgia vascolare nuragica abbia, in qualche misura, adottato tali modelli e sviluppato delle variazioni di origine locale. In questa sede si analizzeranno i confronti per gli esemplari inseriti nella classificazione e si proporr una attribuzione cronologica tenendo conto delle associazioni tipologiche dei contesti di provenienza22. Il bacile tipo 99 (fig. 11, 1) avvicinabile, per forma complessiva, ad un esemplare dalla tomba 2-scavo 1889 della necropoli di Poggio delle Birbe23 (Vetulonia), datata da Cygielman tra la fine del IX e lVIII secolo (fig. 11, 3; Cygielman 2002: fig. 12, 2b). Lesemplare da Vetulonia presenta un attacco a due spirali, che pu essere considerato una variante rispetto al tipo, pi diffuso, a tre spirali, che troviamo sullesemplare dalla grotta di Su Benticheddu. Il bacile tipo 100 da S. Anastasia (fig. 11, 4), dotato di anse con sostegni trasversali e sopraelevazione a fiore di loto, rientra nella foggia cipriota delle Lotus Bowls definita da Matthus (fig. 11, 5; Matthus 1985, 2001). La foggia compare a Cipro nel corso del Cipro Geometrico I, ed diffusa almeno per tutta la durata del CG II. Lo stesso Autore, sulla base della presenza di esemplari della foggia in contesti greci del IX secolo, propone che la diffusione dei modelli ciprioti in Occidente sia da collocare nella fase recente dellarco di vita della foggia. Purtroppo, una precisa correlazione tra la sequenza cipriota e la sequenza italiana non ancora possibile, a causa della mancanza di elementi che permettano un crossdating affidabile. comunque possibile dare unattribuzione cronologica al tipo sulla base della presenza dellattacco a tre spirali tipo 105.B su un altro degli esemplari di S. Anastasia, databile alla fase 1B della prima et del Ferro (vedi oltre). Entrambe le variet del tipo 105 di attacchi a tre spirali trovano confronti in tombe di Pontecagnano datate alla fase IB. Il confronto per la variet 105.A (fig. 11, 1) viene dalla tomba 683 del Pagliarone: si tratta di un esemplare frammentario ma di agevole interpretazione (fig. 11, 2; Gastaldi 1998). Alla variet inoltre avvicinabile anche lattacco a due spirali di un vaso bronzeo dalla tomba 2 di Poggio delle Birbe di Vetulonia, datata tra la fine del IX e gli inizi del VIII secolo24 (fig. 11, 3).
22 Per la correlazione tra la sequenza cipriota e quella egea ci si basati sullo schema proposto in Matthus 1985, fig. 1. 23 Confronto proposto in Lo Schiavo 2006. 24 Vedi sopra, a proposito dei confronti al bacile tipo 99.

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Fig. 8 Tipi che non ricorrono in associazioni significative, presenti in contesti di breve durata (*: con confronti): Tipi 31-32 (ferro), coltelli a lingua da presa; Tipo 37, spatola a cucchiaio; Tipo 54, puntale di lancia a cannone ottagonale; Tipo 69, doppia ascia ad occhio a tagli paralleli; Tipo 74, doppia ascia ad occhio a tagli ortogonali; Tipo 110, ansa a maniglia con tre globetti; Tipi 114-117, spilloni con testa tornita; Tipo 118, spillone a testa mobile con stelo ricurvo; Tipo 133, fibula a sanguisuga cava; Tipo 181, torciere figurato a fiore di loto (scala 1:4).

Dalla tomba 2198 di Pontecagnano25 (fig. 11, 7; Gastaldi 1994: fig. 1, 10), datata anchessa alla fase IB, viene invece il confronto per la variet 105.B (fig. 11, 6), con anello sopraelevato. La foggia di ansa a maniglia con sostegni trasversali, attacchi circolari con placchetta di raccordo e sopraelevazione a fiore di loto (tipo 109) rientra, come abbiamo visto, nella foggia delle Lotus Handles definita da Matthus (1985, 2001).
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Dalla stessa tomba proviene un bottone nuragico con capocchia figurata.

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Nellambito del Mediterraneo orientale, lAutore riconosce una evoluzione della foggia nel tempo: gli esemplari pi antichi hanno gli attacchi caratterizzati da una forma a 8 (figure eight), mentre i pi recenti presentano, come nel caso del nostro tipo 109, attacchi circolari raccordati da una placchetta rettangolare. La foggia pu presentare o meno la sopraelevazione a fiore di loto. Come si detto pi sopra, le Lotus Bowls hanno un arco cronologico che va dal CG I al CG II, ma gli esemplari occidentali, sulla base delle caratteristiche tipologiche e delle associazioni, rientrerebbero nel momento pi tardo della vita del tipo, inquadrabile nella fase piena della prima et del Ferro.
CRONOLOGIA DEI CONTESTI

Lattribuzione del ripostiglio di Sedda Ottinra (Pattada, SS; Lo Schiavo 1999) alla fase 1B (proposta in questa sede) problematica. Come risulta evidente dalla tabella di associazioni, il contesto presenta due tipi che si inseriscono nel gruppo di associazioni della fase 1B (3 pugnali tipo 19.A e 1 manico di scalpello tipo 92.B) e tre tipi che ricorrono anche in contesti della fase 2 (2 asce a margini rialzati tipo 77.A, 2 doppie asce tipo 67 e 1 scalpello tipo 86); basandosi esclusivamente sui caratteri di presenza-assenza evidenziati nella tabella, dunque, il contesto di Sedda Ottinra risulterebbe di cronologia incerta tra le due fasi. Lattribuzione alla fase 1B si basa essenzialmente sulla cronologia proposta per i tre pugnali tipo 19.A: sembra, in generale, che nei contesti nuragici della prima et del Ferro i pugnali costituiscano un indicatore cronologico di breve durata piuttosto preciso; il fatto che nel ripostiglio in questione esistano tre esemplari del detto tipo appare forse pi significativo della presenza di altre forme, meno caratterizzate, che ricorrono anche in contesti pi tardi. Si tratta naturalmente di una attribuzione cronologica ipotetica, che deve la sua incertezza al fatto che i contesti databili tra il Ferro 1B e il Ferro 2 sono pochi e contengono, tutto sommato, pochi oggetti, quantomeno se paragonati a quelli della fase 1A. Unattribuzione pi circostanziata (o eventualmente una rettifica) sar possibile solo quando la sequenza sar arricchita dalledizione di un maggior numero di contesti.
I FERRO

La fase 2 della prima et del Ferro presenta un gruppo di associazioni piuttosto consistente. La cronologia assegnata a tale gruppo si basa essenzialmente su quella proposta per il ripostiglio di Chilivani (Ozieri, SS; Taramelli 1922a, 1923; Lo Schiavo 1988b, 1990b), per il complesso di bronzi di Tadasuni (OR; Santoni, Bacco 2008) e per la deposizione votiva di Su Monte di Sorradile (OR) (Santoni, Bacco 2008). Basandosi sulle associazioni tipologiche, possibile datare alla medesima fase i ripostigli della capanna 1 del nuraghe S. Antine di Torralba (SS) (Lo Schiavo 1988a) e del bastione del nuraghe Sa Mandara e sa Giua di Ossi (SS) (Lo Schiavo 2004).
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Fig. 9 Bronzo Finale 3. Asce, tipologia e confronti: A, Asce a lama espansa: 1, Tipo 61; 2-3, confronti. B, Asce piatte con spuntoni laterali: 4, Tipo 63; 5-9, confronti. C, Asce a tallone: 10, Tipo 81; 11, Tipo 79; 12-13, confronti (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:5).

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Ripostigli e complessi di bronzi votivi della Sardegna nuragica tra Bronzo recente e prima et del Ferro

Fig. 10 I Ferro 1A, confronti. A, Fibule ad arco ribassato a sezione romboidale: 1, Tipo 130; 2, Bologna, fase 1A. B, Pugnali a base triangolare: 3, Tipo 18; 4, Populonia, Poggio della Guardia, t. 8; 5, Elba, ripostiglio. C, Pugnali a manico fuso: 6, Tipo 26; 7, Vetulonia, Poggio delle Birbe. D, Lance a cannone ottagonale: 8, Tipo 50.A; 9, Populonia, Piano delle Granate, t. 7. E, Tripodi: 10, Tipo 179; 11, Cipro, Kouklia, Skales, t. 49; 12, Tipo 180; 13, Cipro, Amatunte, Diplostrati, t. 109 (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:4).

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CRONOLOGIA DEI TIPI

(fig. 7-8)

Pugnali Per il tipo 21.B-C non possibile dare una definizione cronologica puntuale, dal momento che ricorre sia in contesti del Ferro 1B (Su Benticheddu), sia in contesti databili alla fase 2 (Su Monte, Vano A). Lesemplare proveniente da Su Monte di Sorradile fa parte di una deposizione votiva che si trovava in una nicchia delledificio circolare del santuario (vano A, US 40). Nello stesso punto, contenuta nello strato immediatamente inferiore (US 41) documentata una brocchetta askoide con collo stretto e decorazione geometrica (fig. 12, A, 1), databile alla fase 2 della prima et del Ferro sulla base dei confronti con brocchet-

Fig. 11 I Ferro 1B, Vasellame in bronzo, confronti: 1, Tipo 99 (bacile con fondo piatto), Tipo 105.A (attacco a 3 spirali con anello orizzontale); 2, Pontecagnano, Pagliarone, t. 683; 3, Vetulonia, Poggio delle Birbe, t. 2, scavi 1889; 4, Tipo 100 (bacile con vasca a calotta), Tipo 109 (ansa con sopraelevazione a fiore di loto); 5, Cipro; 6, Tipo 105.B (attacco a 3 spirali con anello verticale); 7, Pontecagnano, t. 2198 (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:4).

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Fig. 12 I Ferro 2. A, Brocche askoidi, confronti: 1, Su Monte, vano A, US 41; 2, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. III; 3, Vetulonia, Poggio della Guardia, circolo A, scavi 1900; 4, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. 24; 5, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. 1, II saggio 1884. B. Spatole: 6, Tipo 37; 7, Vetulonia, Circolo del Tridente, fossa B (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:4).

te nuragiche contenute in tombe della necropoli vetuloniese di Poggio della Guardia (tomba III, Cygielman 1987: fig. 6; tomba 24, Cygielman 2002: Tav III, c-d; tomba 1 - II saggio 1884, Cygielman 1994: fig. 14; Circolo A - scavi 1900, Delpino 2002: Tav. I, c) (fig. 12, A, 2-5), che costituisce un terminus post quem per la deposizione votiva. Sulla base dei dati disponibili non possibile stabilire se il pugnale appartenga ad un tipo che ha avuto una certa durata nel tempo, o se, nel caso del contesto di Su Monte, si tratti di un oggetto conservato e deposto dopo un certo periodo dalla sua produzione.
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Coltelli Nel presente studio rientrano solo 3 esemplari di coltelli, tutti in ferro, provenienti dal ripostiglio del nuraghe Sa Mandara e sa Giua, datato (sulla base delle associazioni e dei confronti con contesti peninsulari) al Ferro 2 (tipi 31-32). La datazione che viene proposta in questa sede per i materiali in questione, e in generale per il ripostiglio di Sa Mandara e sa Giua, non coincide con quella proposta da Fulvia Lo Schiavo (a cui si deve la pubblicazione integrale del contesto; Lo Schiavo 2004) la quale, seppure non esprimendosi chiaramente sulla questione, sembra proporre una datazione entro il termine del Bronzo Finale (Lo Schiavo 1990). Spatole Il tipo 36, uno degli elementi costitutivi del gruppo di associazioni tipologiche tra i contesti del I Ferro 2 (presente a Chilivani, a Su Monte-vano A e a Sa Mandara e sa Giua), sembra essere invece molto diffuso nellisola. Oltre ai pochi esemplari finiti conservati, esiste infatti un certo numero di matrici di fusione che presentano la forma in questione (Lo Schiavo 1990). Sulla base della compresenza, su una delle matrici da Sardara, di forme per spatole e di una forma per una paletta da fonditore, la Lo Schiavo propone per le spatole (e in particolare quelle dal ripostiglio di Chilivani) una datazione ad un momento pieno del Bronzo Finale (Lo Schiavo 1990): la studiosa propone un confronto fra la paletta sulla matrice di Sardara e quelle diffuse in ambito cipriota, presenti nel ripostiglio di Enkomi, databili al Tardo Cipriota IIIC. Nel presente studio, tuttavia, stato possibile datare il ripostiglio di Chilivani alla fase 2 della prima et del Ferro, sulla base della presenza di punte di lancia e puntali che trovano confronti sorprendentemente stretti in esemplari da sepolture di Vetulonia e di Veio (tipi 50.B e 54). Il fatto che il tipo 36 sia presente in 3 contesti databili al I Ferro 2 sia sulla base delle associazioni che dei confronti, conferma una datazione a questo periodo. Lesemplare di spatola a cucchiaio, in ferro, proveniente dal ripostiglio di Sa Mandara e sa Giua (tipo 37) trova confronto in un esemplare identico, realizzato in bronzo, rinvenuto nella fossa B del Circolo del Tridente di Vetulonia, contesto databile alla fase 2B della prima et del Ferro (fig. 12, B; Cygielman, Pagnini 2006: fig. 18, b). Lance La lancia a cannone ottagonale tipo 50.B e il puntale a sezione ottagonale tipo 54 trovano numerosi confronti in contesti funerari villanoviani di Vetulonia e di Veio, databili alla seconda fase della prima et del Ferro (Vetulonia, Poggio della Guardia: tomba 90, Cygielman 1994: fig. 15 a sx; tomba III, Cygielman 1987: fig. 6, 5; tomba XV, Cygielman 1987: fig. 9, 10; Veio, Quattro Fontanili: tomba AA1, AA.VV. 1965; tomba EE10B, AA.VV. 1967) (fig. 13). I tipi in questione risultano sempre associati tra loro nelle sepolture, e sembrano costituire un vero e proprio set. La compresenza nel ripostiglio di Chilivani sia della punta che del puntale (rispettivamente 6 e 2 esemplari) appare dunque estremamente significativa, sia dal punto di vista della cronologia, sia per quanto riguarda la diffusione di modelli di armamento militare continentali nellisola.
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Fig. 13 I Ferro 2. Lance e puntali a cannone ottagonale, confronti: 1, Tipi 50.B (punta di lancia) e 54.B (puntale); 2, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. 90; 3, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. III; 4, Vetulonia, Poggio della Guardia, t. XV; 5, Veio, Quattro Fontanili, t. EE10B; 6, Veio, Quattro Fontanili, t. AA1 (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:4).

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I confronti proposti per i tipi 50.B (punte di lancia;) e 54 (puntali) rappresentano solo un campione che ha il semplice scopo di fornire un elemento utile alla datazione dei tipi sardi. I tipi in questione sono in realt molto pi diffusi di quanto appaia dalla bibliografia indicata in questa sede, sia a Veio che a Vetulonia; sono inoltre assai diffusi anche a Populonia, Satricum e nelle necropoli di Pontecagnano, solo per citare alcuni esempi. Con questo non si intende certo sostenere che le lance e i puntali del ripostiglio di Chilivani siano oggetti importati dalla penisola; questa ipotesi non solo non trova alcuna conferma, ma definitivamente smentita dai dati: in Sardegna sono numerose le forme di fusione relative al tipo di punta di lancia in questione. Ci che accomuna le lance nuragiche e quelle villanoviane il fatto di rifarsi allo stesso modello ideale, un modello evidentemente diffuso nellarea tirrenica durante le fasi avanzate della prima et del Ferro. Asce Doppie asce ad occhio a tagli paralleli (fig. 14, A) La prima apparizione della foggia (almeno sulla base dei contesti considerati) attestata nella fase 1A a S. Maria in Palis (tipo 68). Il tipo 67 presente sia nel ripostiglio di Sedda Ottinra, sia in quello di Chilivani, contesti rispettivamente databili alle fasi 1B e 2. Il fatto che due esemplari dello stesso tipo ricorrano in contesti di cronologia non omogenea rende difficile proporre una datazione puntuale. possibile che lesemplare del ripostiglio di Chilivani sia in origine pi antico, e che sia confluito nel complesso dopo un periodo di circolazione. In alternativa, il tipo potrebbe avere una durata prolungata nel tempo. In ogni caso, non esistono attestazioni sicure di doppie asce a tagli paralleli in contesti del Bronzo Finale. La cronologia elaborata in questa sede differisce in maniera significativa da quella proposta da Fulvia Lo Schiavo. La studiosa propone confronti con materiale cipriota della fase Tardo Cipriota IIIC (Lo Schiavo 1985), grosso modo inquadrabile nellambito di un momento pieno del Bronzo Finale italiano. La studiosa, tuttavia, ammette esplicitamente che gli esemplari ciprioti sono solo genericamente simili a quelli sardi. In particolare, lascia cipriota in fig. 14A, 2 presenta caratteri francamente non confrontabili con i pezzi sardi (forma breve e tozza, occhio molto ampio e profilo superiore rigido e rettilineo), mentre il secondo esemplare (fig. 14A, 3), pur presentando una generica affinit con il nostro tipo 67, se ne discosta per le lame estremamente sottili, espanse, e locchio molto ampio rispetto allo spessore complessivo. In generale, dunque, i confronti ciprioti non sembrano sufficienti ad attribuire in blocco la produzione delle doppie asce, in Sardegna, al Bronzo Finale. Lanalisi delle associazioni tipologiche tra i diversi contesti, al contrario, sembra confermare la datazione dei tipi in discorso alla prima et del Ferro. Doppie asce ad occhio a tagli convergenti Questa foggia, esclusiva della Sardegna (Lo Schiavo 1985), fa la sua comparsa nella fase 2 della prima et del Ferro. I tipi 70-72 sono presenti nei contesti di Chilivani (6 esemplari), Su Monte-vano
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A (1 esemplare) e nel ripostiglio del nuraghe S. Antine (1 esemplare; Lo Schiavo 1988a) e rappresentano uno degli elementi costitutivi del gruppo di associazioni tipologiche dei contesti del I Ferro 2. Fulvia lo Schiavo propone per questa foggia una datazione allet del Bronzo Finale (Lo Schiavo 1985). La cronologia, in questo caso, non pu affidarsi a confronti esterni dal momento che la stessa studiosa riconosce nelle asce a tagli convergenti una foggia esclusiva dellisola. La questione viene posta sostanzialmente in termini filogenetici. Viene riconosciuta, da parte della studiosa, unaffinit complessiva con le asce a tagli paralleli, datate al Bronzo Finale maturo sulla base di confronti generici con materiale cipriota (TC IIIC)26; data tale affinit, le asce a tagli convergenti sarebbero sostanzialmente una versione evoluta di quelle a tagli paralleli, databile tra il BF pieno e il BF 3. La recenziorit delle asce a tagli convergenti rispetto a quelle a tagli paralleli risulta comunque confermata dallanalisi condotta nel presente studio, ma, come illustrato nel paragrafo precedente, non appare pi possibile considerare entrambe le fogge come produzioni esclusive del Bronzo Finale: per le asce a tagli convergenti, in particolare, lassociazione nel ripostiglio di Chilivani con le lance e i puntali tipi 50.B e 54 indica una datazione alla fase 2 della prima et del Ferro. Doppie asce ad occhio a tagli ortogonali (fig. 14, B) La prima attestazione di asce a tagli ortogonali si riscontra, nella fase 1B, a Sedda Ottinra e nel complesso di materiali rinvenuti allinterno della capanna dellinsediamento di Costa Nighedda (tipo 73). Nella fase 2 inquadrabile lesemplare di Chilivani, dotato di un manicotto nettamente distinto (tipo 74). La datazione proposta dalla Lo Schiavo per questa classe di manufatti la medesima avanzata per le doppie asce a tagli paralleli e si basa sugli stessi argomenti, ovvero il confronto generico con materiale cipriota del TC IIIC (fig. 14.B, 5; Lo Schiavo 1985). Anche in questo caso, tuttavia, lanalisi delle associazioni tipologiche tra i contesti considerati mostra una cronologia nellambito della prima et del Ferro. Le analogie del materiale sardo con quello cipriota si limitano ad una generica somiglianza della foggia. Al contrario, le asce a tagli ortogonali nuragiche, in bronzo, trovano analogie molto pi strette in esemplari in ferro presenti in contesti tombali peninsulari databili al I Ferro 2, in particolare dalle necropoli di Pontecagnano e Tursi-Valle Sorigliano (fig. 14.B, 6-7; Iaia 2006 e bibliografia precedente). Le asce cipriote presentano una forma breve e tozza, mentre sia quelle nuragiche che quelle continentali in ferro (almeno lesemplare da Tursi, il meno alterato dallossidazione) sono slanciate e sottili, e presentano un caratteristico profilo marcatamente angolare in corrispondenza dellocchio, carattere assente nellesemplare da Cipro. Anche non volendo ammettere la possibilit di istituire confronti puntuali tra esemplari realizzati in metalli diversi, evidente che la foggia delle asce a tagli ortogonali sia nota e molto diffusa, sia in Sardegna che nella Penisola, nelle fasi avanzate della prima et del Ferro.
26 Vedi

sopra.

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Fig. 14 I Ferro 2. A, Doppie asce a tagli paralleli: 1, Tipo 67; 2-3, forme cipriote del TCIIIC (confronti proposti in Lo Schiavo 1985). B, Doppie asce a tagli ortogonali: 4, Tipo 74; 5, forme cipriote del TCIIIC (confronti proposti in Lo Schiavo 1985); 6, Tursi, Valle Sorigliano; 7, Pontecagnano. C, Vasellame in bronzo, anse: 8, Tipo 110; 9, Vetulonia, Circolo del Tridente, II fossa (la bibliografia dei confronti indicata nel testo) (scala 1:4).

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Asce a margini rialzati Il tipo 77, articolato in due variet, costituisce il tipo pi diffuso di asce a margini rialzati in Sardegna durante let del Ferro. La variet B (fig. 7, B) definita sulla base di un appiattimento della parte superiore della lama (assente nella variet A; fig. 7, A) che determina un setto non rilevato tra il corpo dellascia e la lama stessa. Entrambe le variet sono databili sulla base delle associazioni, e non trovano confronti in ambienti extra-insulari. La variet A ricorre sia in contesti databili alla fase 1B (Su Benticheddu) che in contesti del Ferro 2 (Chilivani) mentre la variet B presente, tra i contesti in esame, esclusivamente nella fase 2 (Chilivani, Su Monte, S. Antine). Il tipo in esame stato oggetto di uno studio da parte di Fulvia Lo Schiavo, in occasione della pubblicazione del ripostiglio della capanna 1 del nuraghe S. Antine di Torralba (Lo Schiavo 1988a). La studiosa riconosce, nel tipo in questione, la forma pi recente nellambito della seriazione delle asce a margini rialzati nuragiche, proponendo una cronologia indicativa per la sua diffusione tra il Bronzo Finale e la prima et del Ferro. Nel caso particolare, la Lo Schiavo assegna il ripostiglio del S. Antine allet del Bronzo Finale, basando la sua proposta sulla presenza nel complesso di una doppia ascia a tagli convergenti (tipo 70 della presente classificazione; per i termini dellattribuzione cronologica della foggia si veda il paragrafo relativo nel presente contributo). Lanalisi della tabella mostra che il tipo 77.B ricorre in associazione, nel ripostiglio di Chilivani, con le punte e i puntali di lancia 50.B e 54, che, come si visto, sono databili al Ferro 2 sulla base dei confronti. inoltre presente nel complesso di bronzi dellUS 40 del vano A del santuario di Su Monte, anchesso databile al Ferro 2 su basi stratigrafiche27. Di conseguenza, sulla base delle associazioni, anche il ripostiglio del nuraghe S. Antine da inquadrare nel medesimo ambito cronologico. In generale, il tipo 77.B ricorre in contesti chiusi databili alla fase 2 della prima et del Ferro, e non presente in alcun contesto databile con sicurezza al Bronzo Finale. Vasi Il tipo 110 presente nel contesto di Tadasuni, in associazione con una punta di lancia tipo 50.B, databile al I Ferro 2. Trova confronto in un vaso di bronzo con maniglia dotata di tre globetti che proviene dalla seconda fossa del Circolo del Tridente di Vetulonia (fig 14, C). La tomba datata allOrientalizzante Antico (Cygielman, Pagnini 2002). Spilloni Per quanto riguarda la fase 2, gli esemplari rappresentati sono molto pochi. Alla fase in discorso sono databili i due spilloni con testa tornita dal ripostiglio di Sa Mandara e sa Giua. Lunico spillone a testa mobile attribuibile a questo periodo il tipo 118, presente nel ripostiglio di Chilivani. Lesemplare in questione, in verit, viene definito da Taramelli (autore della prima edizione preliminare del ripostiglio di Chilivani) ornamento militare ricurvo, allu27

Vedi sopra.

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dendo ad una sua interpretazione come una sorta di collare, definizione ripresa da Fulvia Lo Schiavo nella sua riedizione (integrale) del contesto. Vista levidente affinit con la foggia degli spilloni a testa mobile, tuttavia, si preferito, in questa sede, attribuire questo esemplare alla suddetta foggia, seppure in via ipotetica.
CRONOLOGIA DEI CONTESTI

Le lance (tipo 50.B) e i puntali (tipo 54) presenti nei contesti di Chilivani e Tadasuni, trovano numerosi confronti puntuali in sepolture dellarea tirrenica databili alla fase 2 della prima et del Ferro; i contesti in questione, inoltre, presentano una discreta gamma di tipi che risultano completamente assenti in contesti pi antichi e che, invece, costituiscono il nucleo fondante del gruppo di associazioni del periodo in discorso. Il complesso di Tadasuni, inoltre, contiene un frammento di un candelabro cipriota databile non prima dellVIII secolo28 (tipo 181). La cronologia al I Ferro 2 proposta per il gruppo di associazioni in discorso ulteriormente confermata da altri due contesti, sia in termini di associazioni tipologiche che di confronti: la deposizione votiva del vano A-US 40 del santuario di Su Monte di Sorradile29, che presenta una brocchetta askoide in ceramica che trova confronti puntuali in contesti villanoviani del I Ferro 2 (fig. 12, A), e il ripostiglio del nuraghe Sa Mandara e sa Giua (Ossi, SS; Lo Schiavo 2004), nel quale presente una spatolina ricurva in ferro (tipo 37) identica ad una in bronzo rinvenuta nella fossa B del Circolo del Tridente di Vetulonia (fig. 12, B). Entrambi i contesti sono strettamente connessi al nucleo di associazioni del I Ferro 2. Alla fase 2 della prima et del Ferro pu essere datata la deposizione votiva di Savadde (Lula, NU; Lo Schiavo 1994), sulla base dellassociazione dellascia a tagli ortogonali tipo 74, presente anche nel ripostiglio di Chilivani. La datazione viene proposta solo come probabile, dal momento che si basa interamente sulla presenza di un singolo esemplare databile. Anche il ripostiglio della capanna 1 del nuraghe S. Antine di Torralba (SS) pu essere attribuito alla fase 2 sulla base della presenza dei tipi 70 (doppie asce a tagli convergenti; presente a Chilivani) e 77.B (asce a margini rialzati; presente a Chilivani e a Su Monte Vano A). Riassumendo, la cronologia relativa su base combinatoria del blocco di associazioni del I Ferro 2 (fig. 1) si fonda su 4 tipi (36, 50.B, 70, 77.B) presenti, in differenti combinazioni, in 5 contesti (Chilivani, Su Monte-Vano A, Tadasuni, S. Antine-ripostiglio e sa Mandarae sa Giua). La correlazione del blocco di associazioni con il I Ferro 2 dellItalia peninsulare data dai confronti proposti per 4 tipi di bronzi (37, spatole, fig. 12, B; 50.B, lance e 54, puntali, fig. 13; 181, torcieri, fig. 8) e 1 tipo vascolare (la brocca askoide dellUS 41 di Su Monte, fig. 12, A).
Matthus 2001: non pu essere datato prima dellVIII-VII secolo. La deposizione votiva di Su Monte viene datata dagli autori della pubblicazione al Bronzo Finale, senza che per vengano portate argomentazioni a riguardo.
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CONCLUSIONI

La cronologia illustrata si fonda su unanalisi statistico-combinatoria dei complessi chiusi nuragici che restituisce una scansione relativa coerente. La sequenza nuragica, come si visto, agevolmente correlabile a quella, ormai consolidata, dellItalia centro-meridionale, soprattutto per quanto riguarda la prima et del Ferro. Il quadro che ne emerge, seppure non esaustivo n definitivo nelle sue conclusioni, sembra incoraggiare a rivalutare il ruolo dellIsola negli equilibri del Mediterraneo centrale nella prima et del Ferro, ponendo essenzialmente due questioni: la ridefinizione della funzione dei santuari e la rivalutazione del ruolo della Sardegna nuragica negli equilibri tra le formazioni protourbane dellItalia centro-meridionale e la colonizzazione fenicia del Mediterraneo centro-occidentale durante la prima et del Ferro, anche nelle sue fasi avanzate. I santuari nuragici vengono fondati tra la fine dellet del Bronzo Recente e linizio del Bronzo Finale. La maggior parte delle deposizioni tuttavia inquadrabile nellambito del Primo Ferro. Le comunit nuragiche insediate nelle regioni interne, dunque, continuano a coltivare le proprie tradizioni in completa autonomia almeno fino alla fase 2 della prima et del Ferro, coesistendo per oltre un secolo con le colonie fenicie dellisola e interagendo con loro. Contemporaneamente, la Sardegna nuragica intrattiene relazioni costanti con le comunit dellItalia centro meridionale, e in particolare con i centri villanoviani dellEtruria e della Campania. Tali relazioni sono documentate, nella penisola, dallampia diffusione di manufatti di fattura nuragica (bottoni, vasellame, oggetti miniaturistici, bronzetti e brocchette askoidi). SullIsola, le importazioni di manufatti dal continente sono un fatto raro; il documento pi importante costituito dalla diffusione generalizzata in Sardegna, durante la prima et del Ferro, delluso della lancia, di cui non conosciamo attestazioni certe nei periodi precedenti. Le punte e i puntali di lancia analizzati sono, per la maggior parte, in tutto e per tutto identici a tipi estremamente diffusi in Italia centromeridionale (principalmente databili al Ferro 2), e in particolare nei centri villanoviani, sia in Etruria che in Campania. Il fatto che tali armi siano certamente state prodotte in Sardegna, come testimoniano diverse forme di fusione, suggerisce che il profitto che le comunit nuragiche trassero dai traffici con il continente non si limitasse agli scambi commerciali, ma si estendesse alla diffusione nellIsola di nuovi modelli di organizzazione della societ, e in particolare allintroduzione di nuove forme di organizzazione militare30.
* Dipartimento di Scienze dellAntichit Sapienza, Universit di Roma

30 Se fossi capace di scrivere i ringraziamenti rituali senza sembrare retorico, probabilmente farei lo scrittore. Fortunatamente, la capacit di Renato Peroni di discutere sempre alla pari anche con il pi giovane dei suoi allievi non ha mai avuto nulla di retorico n di rituale. Il che facilita (e di molto) il compito. Un punto di riferimento, e insostituibile pars destruens , stato (e continua ad essere) Alessandro Vanzetti, sin da quando, nellestate del 2004, appena laureato, andai in Sardegna a lavorare con lui invece di andarmene in vacanza. Ad Andrea Cardarelli devo il fatto che questo contributo sia (spero) comprensibile anche per chi non si mai occupato di archeologia nuragica. Infine Antonietta Boninu, che ha avuto lidea di questa ricerca e lha sempre sostenuta. A tutti, grazie.

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