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Premio Nobel - Boris Pasternak

Sono spacciato, come una bestia in gabbia. Da qualche parte ci sono persone,libert , luce, ma dietro di me il clamore dellinseguimento, ogni uscita mi preclusa. Il bosco buio e largine di uno stagno, un tronco dabete caduto. La strada ovunque sbarrata. Sar quel che sar, non importa. Che cosa ho fatto di male, sono un assassino o un malfattore? Ho fatto piangere il mondo intero per la bellezza della mia terra. Ma bench ormai prossimo alla tomba, io credo, verr il tempo in cui la forza dellastio e dellabiezione lo spirito del bene superer.
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Boris Leonidovi Pasternak (Mosca, 10 febbraio 1890 Peredelkino, 30 maggio 1960)


Questa poesia fu scritta da Pasternak nel periodo in cui gli fu assegnato il premio Nobel, nel 1958, ma che dovette rifiutare per il ricatto e la persecuzione di cui fu fatto oggetto da parte del governo dellURSS se lo avesse accettato, non avrebbe pi potuto fare ritorno in patria. e la pubblicazione del suo romanzo il Dottor Divago.
http://www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=835

Il dottor Zivago, cinquant'anni dopo


Nel cinquantenario dalla prima pubblicazione, la casa editrice Feltrinelli propone una riedizione e una nuova traduzione del romanzo che, in Italia e nel mondo, fu al centro di uno dei pi clamorosi dibattiti culturali e politici alla fine degli anni Cinquanta. di Florinda Fiamma Per festeggiare i cinquantanni della prima edizione di uno dei capolavori del Novecento, la casa editrice Feltrinelli (che, in un clima ostile, pubblic per prima Il dottor Zivago), ne propone una riedizione, con la nuova traduzione di Serena Prina, corredata da un dizionario dei personaggi e da un ampio apparato di note. In allegato c un dvd con immagini di repertorio dello stesso Pasternak e i commenti di Calvino, Silone, Pratolini e dello stesso Feltrinelli. Ne parliamo con il professor Fausto Malcovati, ordinario di Letteratura russa all'Universit Statale di Milano. D: Il dottor Zivago racconta gli anni cruciali della Russia, tra il 1905 e il 1930. Le vicende del protagonista sono le vicende di milioni di russi: ci pu parlare dei fatti storici che stanno alla base e, in qualche modo, partecipano alla trama del romanzo?

R: Il dottor Zivago il pi grande romanzo storico del Novecento e abbraccia tutta la storia russa a partire dalla prima domenica di sangue, la rivoluzione del 1905, fino alla fine degli anni Trenta e questa idea di non interrompere mai il discorso sulla storia straordinaria, perch in realt non si pu prendere in considerazione solo la rivoluzione del 17 o solo lo stalinismo, perch tutto ha radici prima. Il dottor Zivago la riflessione di un intellettuale, come era Pasternak, sugli eventi che hanno portato dal 1905 alla caduta dello zar, alla rivoluzione prima di febbraio poi di ottobre, e lo fa mettendosi dalla parte di uno spettatore e non di uno storico, cio ci fa vivere questi fatti attraverso le reazioni di un giovane
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medico, come allinizio Zivago, o di una moglie di un rivoluzionario, come Lara. La particolarit della storia raccontata da Il dottor Zivago proprio questa: farci percorrere tutta la sequenza degli avvenimenti non dal punto di vista di uno storico, che ci pu proporre gli eventi in maniera schematica, ma da quello di chi c dentro, di chi li vive. Questa reazione diretta la cosa pi interessante e pi profonda, perch ci aiuta a capire come stata vissuta la prima rivoluzione del 1905 la seconda del 17, la guerra civile e lescalation di violenza che queste rivoluzioni hanno portato. Ci fa capire, prima di molti storici che ce lhanno spiegata dopo la caduta del muro, che tipo di involuzione ha avuto la rivoluzione del 17 a causa proprio della sua intrinseca violenza, e lo si vede appunto dalla guerra civile che vive Zivago nella seconda parte del romanzo.
D: In Russia questo romanzo non circol neppure in bozze. In Italia il clima era circospetto e non favorevole alla pubblicazione, che fu rifiutata anche da Giulio Einaudi. Da noi per il romanzo vede la luce (prima solo in italiano e, in seguito, in russo) per i tipi di Feltrinelli (il 23 novembre del 1957). Ci pu raccontare lodissea di questa pubblicazione?

R: Feltrinelli fu un uomo coraggiosissimo perch, nonostante fosse di sinistra, nonostante avesse avuto pressioni dal partito comunista italiano, nonostante addirittura fossero venuti da Mosca a chiedergli la non pubblicazione, ha risposto: No, questo romanzo io lo faccio, lo pubblico e voglio che venga alla luce, sapendo bene che questo non sarebbe stato possibile in Russia. Dunque direi che a Feltrinelli debba essere attribuito merito eterno per questo coraggio, mentre credo si sappia che altre case editrici altrettanto importanti lo avessero rifiutato proprio per lopposizione del Partito Comunista Italiano. Appena pubblicato divenne il caso letterario del 1957/58, a dimostrazione che era un romanzo che doveva uscire e doveva uscire in quegli anni in cui ancora si taceva sul senso della rivoluzione si taceva su quella che era stata la violenza della guerra civile, quando si glissava sullo stalinismo di cui si parla nella parte finale del romanzo. Fu un gesto, quello di Feltrinelli di pubblicarlo nel 57, di enorme coraggio e di grande intelligenza non solo editoriale, ma soprattutto umana.
D: Il caso Pasternak: nel 1958 gli viene conferito il Premio Nobel, ma lui costretto a rifiutare.

R: Certamente il premio nel 58 fu un premio con un orientamento politico, ma non era la prima volta che Pasternak veniva candidato al Nobel, certo Il dottor Zivago come romanzo determin un diverso peso dellopera pasternakiana in generale, ma Pasternak era gia stato proposto varie volte. Certo questa violenza operata sullo scrittore dimostr che il romanzo era necessario e che doveva essere pubblicato. Tutta loperazione di espulsione dallunione scrittori, le minacce di lasciarlo uscire ma di non lasciarlo pi rientrare fatta dagli organi dellunione scrittori e dagli organi politici, dimostra quanto in realt questo romanzo toccasse fino in fondo alcuni problemi e alcuni punti focali del periodo.
Il dottor Zivago, Boris Pasternak Traduzione: Serena Prina Collana: Fuori collana Pagine: DVD + libro di 640 pagine Prezzo: Euro 20

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http://www.instoria.it/home/Prigioniero_tempo.htm

N. 29 - Ottobre 2007

PRIGIONIERO DEL TEMPO


Boris Pasternak, ivago e la censura sovietica
di Stefano De Luca Da poco tempo ho terminato la mia fatica principale, pi importante, lunica di cui non mi vergogno, di cui rispondo senza paura, Il dottor ivago, romanzo in prosa con appendice poetica. Le poesie disperse lungo tutti gli anni della mia vita e raccolte in questo libro sono i gradi preparatori del romanzo. Queste sono le parole del poeta usate nella conclusione della sua Autobiografia che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, precedere la pubblicazione del romanzo. Per Boris Pasternak, Il dottor ivago costituiva lopera della maturit, la sintesi perfetta di tutta la sua attivit artistica, che se da un lato fu causa delle maggiori disavventure della sua vita, dallaltro rese piena la grandezza di scrittore.

Pasternak, che cominci ad ideare il romanzo dalla met degli anni Quaranta, non ne fece mai un segreto con nessuno ma anzi, leggendone i brani appena scritti, chiedeva spesso un giudizio sincero ai suoi uditori. Dal febbraio del 1952 fino al 1956, Pasternak mantenne un rapporto epistolare con Varlam alamov, il futuro autore de I racconti di Kolima (che fino al 1953 si trovava rinchiuso proprio nel luogo dove sar ambientata la sua opera), al quale invi, in due riprese, il suo nuovo romanzo. alamov, che condivideva con Pasternak lamore per la poesia, rimase entusiasta dellopera, correggendone perfino uninesattezza. Nella primavera del 1956 il romanzo, ormai pronto, giaceva sulle scrivanie delle redazioni, e le redazioni tacevano. N Novyj Mir n il Goslitizdat (le Edizioni di Stato della letteratura) sembravano intenzionate a pubblicare un romanzo che raccontava una realt troppo umana, e non utile, a loro avviso, per la letteratura sovietica, schiava dei canoni del realismo socialista. Pasternak era consapevole delle difficolt esistenti. Sono giunto alla conclusione, diceva alla compagna Olga Ivinskaja (sua compagna, nonostante fosse gi sposato), che bisogna darlo a leggere a tutti, a chiunque ce lo chieda. A tutti bisogna darlo, e che lo leggano pure, perch sono certo che non sar mai pubblicato. A questo punto dobbiamo spostarci in Italia, per raccontare la storia di un altro uomo, leditore Giangiacomo Feltrinelli, il quale avr, nellintera vicenda riguardante la pubblicazione del romanzo, un ruolo di primaria importanza. Feltrinelli, iscritto al PCI, era alla ricerca di opere significative per dare slancio alla sua casa editrice, ed ebbe la fortuna di imbattersi in uno dei romanzi pi significativi del Novecento russo, Il dottor ivago per lappunto. Sergio DAngelo, anchegli iscritto al PCI, nel 1956 lavorava a Radio Mosca, e fungeva da talent scout per Feltrinelli in Unione Sovietica. DAngelo ascolt, durante un notiziario culturale, che presto sarebbe stata pubblicata lopera di Pasternak, e comprese subito limportanza

delloccasione presentatasi. Siccome gli autori russi, dopo la prima pubblicazione in patria, non sono protetti dal copyright, chi in Occidente
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pubblica per primo la loro opera, ma entro trenta giorni dalla pubblicazione sovietica, ne ottiene lesclusiva per il mercato occidentale. Quella volta per si verific una situazione particolare, in quanto lopera fu pubblicata allestero prima (di ben trentanni) che in Unione Sovietica, ed in questo caso le conseguenze peggiori le avrebbe avute lautore. DAngelo si diresse, nel mese di maggio, al villaggio degli scrittori a Peredelkino, alle porte di Mosca, dove spesso soggiornava Pasternak con la famiglia. Riusc ad incontrare il poeta, che gli affid il manoscritto per permettere a Feltrinelli di iniziarne la traduzione. Pasternak, consapevole della sua decisione cos come dei problemi che essa avrebbe comportato, conged DAngelo dicendogli: Voi siete sin da ora invitato alla mia fucilazione. A Berlino, DAngelo diede il manoscritto a Feltrinelli, che il 13 giugno scrisse a Pasternak una lettera con allegata la bozza del contratto. La lingua usata era il francese, perch Pasternak aveva chiesto che le sole lettere valide saranno scritte in francese [] se riceverete mai una lettera in altra lingua, non dovrete eseguire mai ci che vi sar domandato. Pasternak era pronto a combattere la sua battaglia sino in fondo. Se la sua pubblicazione qui, scriveva a Feltrinelli il 30 giugno, promessa da parecchie riviste, dovesse subire ritardo e la Vostra la anticiper, io mi trover in una situazione di tragico imbarazzo. Ma la cosa non Vi riguarda. In nome di Dio, procedete liberamente alla traduzione e alla stampa del libro. Le autorit sovietiche vennero da subito a conoscenza degli accordi tra Pasternak e leditore italiano, e lo conferma la lettera spedita il 24 agosto da Ivan Serov, presidente del KGB, al CC del PCUS: risulta che lo scrittore Boris Pasternak, attraverso Sergio DAngelo, speaker presso la radio del Ministero della Cultura dellURSS, [] nel maggio c.a. ha consegnato alleditore italiano Feltrinelli un manoscritto del proprio romanzo inedito, Il dottor ivago, affinch venga pubblicato in Italia. Nella lettera del 3 luglio c.a., indirizzata a Feltrinelli, Pasternak acconsente ufficialmente alla pubblicazione del romanzo.
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La cosa strana che non risulta nessuna lettera datata 3 luglio. E probabile che il KGB non avesse intercettato in realt nessuna lettera, ma che qualcuno fosse andato a raccontare le intenzioni del poeta, e che queste abbiano raggiunto la attente orecchie del KGB. Olga Ivinskaja, a parere del figlio di Giangiacomo, Carlo Feltrinelli, lindiziata principale. I sospetti sembrano fondati, in quanto la Ivinskaja sostiene di aver raccontato tutto a Koevnikov, amico di vecchia data e redattore della rivista Znamja, perch cos sperava di sbloccare la pubblicazione del romanzo in Unione Sovietica. Da questo episodio, probabilmente, sarebbe partita la rete di informazioni che avrebbe presto raggiunto il KGB, e quindi di Serov. Il PCUS decise di fare pressioni sul PCI per recuperare il manoscritto in mano a Feltrinelli, ma i dirigenti Pietro Secchia e Paolo Robotti fallirono nel loro tentativo di persuadere leditore. Nel gennaio del 1957 i sovietici decisero quindi di intervenire direttamente nella questione, principalmente attraverso Surkov, Segretario dellUnione degli Scrittori dellUnione

Sovietica. Questi propose a Pasternak un formale contratto di edizione col Goslitizdat, ovviamente per una versione rivisitata, ma la sua era solo una mossa per prendere tempo. Tale versione del romanzo sarebbe stata pubblicata, sempre secondo Surkov, nel settembre dello stesso anno. Inoltre Pasternak fu costretto a mandare un telegramma a Feltrinelli, nel quale lo invitava a pubblicare in Italia il romanzo solo dopo la sua uscita in Unione Sovietica, ma tale telegramma era scritto in italiano e leditore ebbe buon gioco a respingerne la veridicit. Il 6 febbraio Pasternak scrisse a Feltrinelli, questa volta in francese, una nuova lettera: Le nostre Edizioni di Stato fanno pressione su di me perch io vi mandi un telegramma pregandovi di sospendere la pubblicazione italiana del mio romanzo fino quando non sar uscita quella la versione modificata presso le Edizioni. Vi proporrei un termine limite di rinvio, di sei mesi, ad esempio. [] Telegrafate questa notizia alle Edizioni. Nel frattempo, Pasternak si
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indietreggiato di un passo nella sua ferma volont di far conoscere al mondo intero il suo capolavoro, qualunque fosse stato il prezzo che avrebbe dovuto pagare. Il 10 giugno Feltrinelli scrisse al Goslitizdat: Cari Compagni, con la presente desideriamo darvi conferma che non

procederemo alla pubblicazione del romanzo [] prima della sua uscita in URSS nel mese di settembre. Surkov, che mai avrebbe permesso la pubblicazione del romanzo in Unione Sovietica, gioc il tutto per tutto per impedirla anche in Italia, giungendo, ad inizio ottobre 1957, nella redazione milanese di Feltrinelli. Dopo un acceso faccia a faccia con leditore, durato tre ore, Surkov ne usc sconfitto, perch Feltrinelli non avrebbe rinunciato a pubblicare in Italia, nei tempi preventivati, il romanzo di Pasternak. Durante la conferenza stampa milanese del 22 ottobre Surkov delineava gi quella che sar la linea adottata dai sovietici nei mesi successivi: Pasternak ha scritto al suo editore italiano e lo ha pregato di restituirgli il manoscritto del romanzo per poterlo rielaborare. [] Ciononostante Il dottor ivago sar pubblicato contro la volont del suo autore. La guerra fredda si intromette nella letteratura. Se questa la libert dellarte come la intende lOccidente, allora devo dire che a questo riguardo la nostra opinione ben diversa. Le implicazioni che seguirono la pubblicazione in Occidente del romanzo, avrebbero da un alto coinvolto Pasternak, che aveva consegnato il manoscritto agli stranieri, e dallaltro lOccidente stesso, che aveva coinvolto la letteratura nella guerra fredda. Il 23 novembre 1957 usciva ledizione italiana de Il dottor ivago, e poco dopo anche quelle degli altri Paesi dellEuropa occidentale. Il successo dellopera fu immediato. Lintera faccenda divenne insostenibile il 23 ottobre del 1958, quando lAccademia di Svezia confer a Pasternak il Premio Nobel per la Letteratura, per il ragguardevole contributo alla lirica contemporanea e alla grande tradizione dei prosatori russi. La reazione delle autorit sovietiche fu immediata. Il 25 ottobre la Literaturnaja Gazeta pubblic un
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lungo articolo che attaccava apertamente Pasternak, mentre al contempo si svolse una manifestazione spontanea contro il poeta. Su di un cartello, racconta la Ivinskaja, cera scritto via dallURSS, Giuda. La campagna era volta a far passare Pasternak come un traditore del popolo, e le accuse a lui rivolte durante la riunione dellUnione degli scrittori del 27 ottobre lo dimostrano chiaramente. Pasternak non si present, ma fece consegnare una lettera nella quale delineava la sua posizione: Credo che chi ha scritto il romanzo Il dottor ivago possa restare uno scrittore sovietico, [] non mi considero un parassita, [] nulla mi obbliga a rifiutare lonore di essere un premio Nobel, [] non mi attendo giustizia da voi. Potete fucilarmi, espellermi, fare di me tutto quello che vi pare. La risoluzione finale della riunione cos recitava: Pasternak diventato unarma della propaganda borghese []. Il suo tradimento del popolo sovietico, della causa del socialismo, della pace, del progresso, il suo tradimento pagato con il premio Nobel, [] privano Boris Pasternak della qualifica di scrittore sovietico, e lo escludono dalleffettivo dellUnione degli scrittori dellURSS. Per non essere espulso dallUnione Sovietica, il 5 novembre Pasternak fu costretto ad inviare alla redazione della Pravda una lettera nella quale rifiutava il premio Nobel: Ho considerato il premio Nobel come

unonorificenza letteraria, e ne sono stato lieto []. Mi sbagliavo. In capo a una settimana, quando vidi quali dimensioni stava assumendo la campagna politica organizzata intorno al mio romanzo, mi convinsi che il conferimento del premio era stato soltanto un passo politico, e di mia iniziativa comunicai allAccademia il mio volontario rifiuto. Pasternak, le cui condizioni fisiche peggiorarono progressivamente, mor nella notte tra il 30 e il 31 maggio del 1960. Lincapacit dellintelligencija di opporre una qualche forma di resistenza alla brutalit con la quale egli era stato denigrato, scaten tra le sue fila una reazione propositiva, che prevedeva una riscoperta dellazione diretta per riaffermare i propri diritti.

Il sacrificio di Pasternak non risulto vano, perch il fermento intellettuale che la sua vicenda aveva introdotto nella societ sovietica, ebbe leffetto positivo di destare gli animi dal torpore, e permise di canalizzare nuove energie sul fronte della battaglia contro il regime per laffermazione dei diritti fondamentali dellindividuo. Non un caso se il 2 giugno, ai funerali di Pasternak a Peredelkino, la bara contenente la salma del poeta era portata a spalla da Julij Daniel e Andrejj Sinjavskij, due giovani scrittori che ebbero in seguito un ruolo di fondamentale importanza per la nascita del dissenso in Unione Sovietica.

Riferimenti bibliografici: Carlo Feltrinelli, Senior service, Milano, Feltrinelli, 1999 Olga Ivinskaja, La mia vita con Pasternak, Milano, Bompiani, 1978 Boris Pasternak, Autobiografia, Milano, Feltrinelli, 1958 Boris Pasternak - Varlam alamov, Parole salvate dalle fiamme. Lettere, 1952- 1956, Milano, Archinto, 1988

******* Boris Pasternak: The Nobel Prize. Son's memoirs.


18.12.2003 http://english.pravda.ru/society/showbiz/18-12-2003/4383-pasternak-0/

It is one of the most remarkable events of all associated with Boris Pasternaks 100 years celebration a decision of Nobel Prize committee to restore the historic truth and call the writers refusal to receive the prize compelled and void. The original decision to award the prize to Boris Pasternak in 1958 turned into a scandal. It poisoned all his remaining life, and during 30 years it was prohibited topic in USSR.

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Rumors that Pasternak was to receive the Nobel Prize started right after the World War II was over. According to the current Nobel Committee head Lars Gillensten, his nominee was discussed every year from 1946 to 1950, then again in 1957 (it was finally awarded in 1958). Pasternak guessed about such processes by growing waves of criticism in USSR. Sometimes he had to justify himself of European fame: According to the Union of Soviet Writers, some literature circles of the West see unusual importance of my work, not matching its modesty and low productivity To justify this attention he focused passionately on Doctor Zhivago, his artistic testament to the Russian spiritual life. In the fall of 1954 O.Freidenberg asked him from Leningrad: Theres a rumor here that youve received the Nobel Prize. Is it true? Otherwise, why such rumors? Pasternak answered her: Same rumors are here too. Im the last one they reach. I would more likely be afraid this to become truth, than to wish it, despite such award does not necessarily mean a trip there, to the wide open world, nor an exchange of thoughts but still, I wouldnt be able to act as usual talking doll on such trip Such a Babylon capture. Seems like God saved, the danger passed. The nomination must have been made, definitely and widely supported. Belgian, French and German papers wrote thisThen people hear on BBC that (I tell what was told only) I was nominated, but knowing the customs, the committee waited for the governmental agreement, which asked them to change my nominee to Sholokhovs. He was declined and changed to Hemingways, who is likely to be awarded. (But I was glad to appear even probably together with Hamsun, Bunin and, despite by mistake, close to Hemingway Doctor Zhivago was finished the next year. Albert Camus was observing the process of its French translation with sympathy. Camus received the Nobel Prize in 1957, and in his speech in Sweden spoke about Pasternak with admiration. The
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Prize was awarded to Pasternak in 1958 for his important achievement both in contemporary lyrical poetry and in the field of the great Russian epic tradition. On the 29th of October 1958 he received a telegram from the Nobel Committee secretary Anders Esterling. Pasternak replied: Thankful, glad, proud, confused. He received greetings from the neighbors Ivanov, Chukovsky; telegrams and reporters came in dozens. Zinaida Nikolaevna was thinking which dress to order for Stockholm. It seemed that all mischief and oppression followed Doctor Zhivago, calls to Communist Party Central Committee and to the Writers Union were over. The Nobel Prize is an absolute victory and recognition, an honour to all Russian literature. But the next morning came Fedin from the party, passed by Zinaida Nikolaevna and went straight to Pasternaks room. He demanded the writer an immediate demonstrative refusal, threatening with persecution in media. Pasternak replied that nothing will make him refuse the honour, that he had already replied to the Nobel committee and can not appear an ungrateful deceiver to it. He also refused to go to Fedins summer house where the chief of Cultural Department of the Partys Central Committee waited for Pasternaks explanations. Those days I visited father frequently. He worked as usual (he was translating Maria Stewart at the time), was light and did not read newspapers, saying that would go through any deprivations for the honour of becoming a Nobel laureate. It is in this tone exactly he wrote the letter to the Writers Union. He did not attend its session, where his membership was seized. One famous female writer shouted there: A bullet to the traitors head!. The letter seems to be destroyed, as we have tried to find it very hard in the Unions archives. Father spoke gladly about it. There were 22 points, of which remarkable was this: I think it is possible to write Doctor Zhivago being a soviet citizen, especially as it was finished when Dudintsevs Not on bread only was published to signify
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thawing period. I sent the book to Italian communist publisher and been waiting for a censored version to be published in Moscow. I agreed to correct all the unacceptable places. Opportunities of a soviet writer seemed wider than they are. When I handed the book as it is, I expected a friendly hand of critics to touch it. Sending thankful telegram to the Nobel committee, I did not think the Prize was awarded to me for Doctor Zhivago, but rather for my entire work, as it was formulated. I could think so, because my nomination was on list in times when this book did not exist and no one knew about it. Nothing will make me refuse the honour rendered to me, a modern writer living in Russia, and hence a soviet writer. However, the money of the Nobel Prize I am prepared to transfer to the Peace Protection committee. I know that under the publics pressure a question of my membership in the Writers Union will rise. I dont expect justice from you. You can kill me, send to exile, do anything you like. I forgive you. But dont rush. This wouldnt give you neither happiness nor glory. And remember that in some years you would have to rehabilitate me. It is not the first time in your practice. Proud and independent position supported Pasternak in tolerating all insults, threatening and mass-media anathemas during the first week. He was worried whether me or my brother have any problem at the work or in uni. We calmed him. I passed him news from Ehrenburg about great wave of support in the western press. But his interest to all this faded on the 29th of October, when he phoned Olga Ivinskaya and then sent telegram to Stockholm: Due to the resonance caused by my award in the society I belong to, I have to decline the Prize; dont consider my voluntary refusal an insult. He sent another telegram to the Partys Central Committee: Restore Ivinskaya at her workplace, I declined the award.

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(Olga Ivinskaya was Pasternaks muse and love during the last 14 years of his life. She remembers this: Many friends stopped seeing us. There was a feeling like were in the barn Actually, Pasternak has always been under danger, but before authorities were afraid to approach him directly, there was no proper reason. Instead, they approached Ivinskaya: 9 years before the Nobel Prize scandal, she was arrested and put to Lubyanka prison. Pasternak run to every office, it did not help. She was pregnant, and had a miscarriage in the jail. Pasternak fell with heart attack. Soon she was sent to Mordovian political prisoners camps for 4 years. She accused herself bitterly for persuading Pasternak to decline the prize. After all what had happened, open shadowing, friends turning away, Pasternaks suicidal condition at the time, one can possibly understand her: a memory of Stalins camps was too fresh, she tried to protect him.) I couldnt recognize my father when I saw him that evening. Pale, lifeless face, tired painful eyes, and all talks about the same: Now it all doesnt matter, I declined the Prize. But no one needed this prey anymore. It did not ease his condition. It left unseen by the Moscow Writers assembly, which gathered in two days. The Moscow writers asked government to seize Pasternaks citizenship and send out of the country. The resolution approving his departure from the Writers Union was met with triumphing roar. It is to be said, however, that K.Paustovsky and V.Kaverin did not attend this shameful event, and E.Evtushenko and I.Ehrenburg left in the middle. Father was hurt by Zinaida Nikolaevnas decline to follow (she said she cant leave motherland and my brother, who decided to remain with mother), and was really happy to hear my agreement to follow him wherever he would be sent to. He would have been exiled straight away, but for Jawaharlal Nehru, who phoned Khrushchev and said he would head the Committee for Pasternaks protection. To end it all quietly, Pasternak had to sign the party-written references to PRAVDA
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and Khrushchev. It doesnt matter if their texts are good or bad, and what dominates there repentance or self-affirmation, what matters is Pasternak did not write them, and was forced to sign. And this humiliation, torment to his will, was especially hurting because he realized no one needed that. He wrote a poem called The Nobel Prize, where he asked what sort of dirty trick Ive done, am I a murderer, a villain? I, who made the whole world crying of my homelands beauty (there was also a part dedicated to Ivinskaya). After it was published in 1959 in English in New Statesman, Pasternak was called to the chief persecutor. He was accused in state treason, and threatened with arrest in case he meets any foreigners. The saddest, the cruelest thing: after Pasternaks death in 1960, Ivinskaya was sent to Mordovian camps again, this time together with her daughter. Years passed. Today Im nearly the same age as father was in 1958. An exhibition World of Pasternak was opened on the 1st of December 1989, to which the Swedish ambassador Mr. Werner brought the Nobel Prize Laureate Diploma. The medal was to be given at the banquet for 1989 laureates in Sweden. Mr. Werner thought I had to come to Stockholm and receive the prize. I said I cant imagine how this might be done. He received acceptance from the Nobel committee, Swedish embassy and Russian Ministry of Culture, made all papers in a few days, and on the 7th of December me and my wife were on a plane decorated with Christmas bells Originally published in Russian by NiT in "Nobel Laureates" series, on the 10 November 2001. Copyright of the Russian version of the article belongs to NiT. Translation copyright by PRAVDA.Ru

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