Sei sulla pagina 1di 12

.

'
Deliberazione n. '(, 4 'l.. /2012/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
CORTE DEI CONTI
Sezione del controllo per la Regione siciliana
nell'adunanza del 27 settembre 2012, composta dai seguenti magistrati:
Rita Arrigoni
Maurizio Graffeo
Giuseppa Cernigliaro
Paolo Bertozzi
Gioacchino Alessandro
- Presidente
- Consigliere
- Primo Referendario
- Referendario - Relatore
- Referendario
Visto l'art. 100, comma 2, della Costituzione;
vista la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;
visto il Regio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito dal decreto
legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recante il testo unico delle leggi sugli enti
locali e successive modificazioni (TUEL);
vista la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante disposizioni per l'adeguamento
dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;
visto l'art. 1, commi 166, 167 e 168 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria
2006);
visto, in particolare, l'art 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, il quale
espressamente stabilisce che le disposizioni della predetta legge "sono applicabili nelle
regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente
con le norme dei rispettivi statuti";
visto l'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149;
visto l'art. 13 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149;
viste le "Linee-guida cui devono attenersi, ai sensi dell'art. 1, commi 166 -168, d
23 dicembre 2005, n. 266 gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti l
predisposizione delle relazione sul bilancio di previsione dell'esercizio 2011 e sul
dell'esercizio 2010", approvate dalla Sezione delle Autonomie con
2/AUT/2011/INPR;
vista la deliberazione di questa Sezione n. 130/2011/INPR avente ad oggetto "Linee guida
cui devono attenersi, ai sensi dell'art. l, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n.
266 (legge finanziaria 2006), gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali
aventi sede in Sicilia nella predisposizione della relazione sul bilancio di previsione
dell'esercizio 2011 e sul rendiconto dell'esercizio 2010"
'
vista la nota del Presidente della Sezione regionale di controllo per la Regione siciliana
dell'agosto 2011, con la quale stata inoltrata al Sindaco del Comune Milazzo (ME) e
all'organo di revisione la suindicata deliberazione n. 130/2011/INPR, nonch i relativi
questionari ai fini della loro restituzione a questa Sezione da parte dell'organo di revisione;
vista la relazione ispettiva sulla situazione finanziaria del Comune di Milazzo trasmessa
dall'Assessorato regionale alle autonomie locali in data 28 maggio 2012;
vista la richiesta di deferimento del Comune formulata dal magistrato istruttore sulla base
delle criticit rilevate all'esito dell'istruttoria;
vista l'ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 170/2012/CONTR con la quale la
Sezione medesima stata convocata il giorno 11 luglio 2012 per gli adempimenti di cui al
menzionato art. l, comma 168, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, nonch per l'eventuale
attivazione della procedura prevista dall'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre
2011, n. 149;
vista la deliberazione n. 203/2012/PRSP del 19 luglio 2012, emessa a seguito dell'adunanza
pubblica dell'11 luglio 2012, con la quale la Sezione regionale di controllo ha accertato la
presenza di squilibri strutturali di bilancio tali da provocare il dissesto dell'ente, ed ha
contestualmente richiesto, in applicazione dell'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6
settembre 2011, n. 149, l'adozione, nel termine di 60 giorni dalla ricezione della
deliberazione stessa, di adeguate misure correttive atte a superare le gravi criticit
riscontrate;
vista l'ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 270/2012/CONTR con la quale la
Sezione medesima stata convocata il giorno 27 settembre 2012 per verificare
l'adempimento delle misure correttive richieste all'ente, come prescritto dal citato art. 6,
comma 2, del decreto legislativo 149/2011;
udito il relatore Referendario dott. Paolo Bertozzi;
uditi il dott. Giuseppe Midili, assessore alle finanze e ai tributi e l'avv. Massimo Gangemi,
segretario generale del Comune di Milazzo, delegati dal sindaco ad intervenire nella pubb ... ---....
,.. \ .... '; . :_.._ .. r;'
adunanza in rappresentanza dell'ente; ,
consiglieri di intervenire nella pubblica adunanza ded1cata esclusivamente al cont !'ld:ldlttpno-.\
con il legale rappresentante dell'ente o suoi delegati.
'-.,'. >......, '-;--_::;:. r /
* * *
Premesso che:
,_- :---- /
---<. c ' /
2
a seguito dell'esame del bilancio di previsione dell'esercizio 2010 e del rendiconto della
gestione dell'esercizio 2009 del Comune di Milazzo, sulla base delle relazioni predisposte
dall'organo di revisione ai sensi dell'art. l, commi 166 e 167 della legge 23 dicembre 2005,
n. 266, questa Sezione regionale di controllo aveva rilevato l'esistenza di gravi criticit nella
gestione finanziaria dell'ente come risulta dalle deliberazioni n. 322/2010/PRSP del 1
dicembre 2010 e 222/2011/PRSP dell' 8 novembre 2011.
Non sono state successivamente mai trasmesse alla Sezione, nonostante i ripetuti e reiterati
solleciti, le relazioni dell'organo di revisione sul bilancio di previsione dell'esercizio 2011 e sul
rendiconto della gestione dell'esercizio 2010.
Questa stessa Sezione ha ritenuto quindi di acquisire agli atti istruttori la relazione sulla
situazione finanziaria del Comune di Milazzo trasmessa, per i profili di competenza,
dall'Assessorato regionale delle autonomie locali, con nota n. 9348 del 28 maggio 2012, a
seguito dell'indagine ispettiva disposta anche al fine di accertare la sussistenza dei
presupposti per la dichiarazione di dissesto del Comune.
La predetta relazione, nell'offrire un compiuto quadro conoscitivo della situazione finanziaria
dell'ente, ne evidenziava gravissime anomalie gestionali tali da far ritenere sussistenti i
presupposti per la dichiarazione del dissesto finanziario.
Alla luce di tali elementi il magistrato istruttore ha richiesto al Presidente della Sezione il
deferimento del Comune e la fissazione dell'adunanza pubblica per l'esame collegiale della
situazione, ai sensi del richiamato art. l, comma 168 della legge 23 dicembre 2005, n. 266,
anche ai fini dell'eventuale attivazione della procedura di cui all'art. 6, comma 2, del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 149.
Nell'adunanza dell'l! luglio 2012, dopo la relazione del magistrato istruttore, sono
intervenuti il dott. Giuseppe Midili, assessore alle finanze e ai tributi, e l'avv. Massimo
Gangemi, segretario generale del Comune di Milazzo, i quali hanno sostanzialmente
confermato l'esistenza delle criticit riscontrate.
All'esito dell'adunanza la Sezione ha emesso la deliberazione n. 203/2012/PRSP, in data 19
luglio 2012, con la quale ha accertato che la situazione finanziaria del Comune di Milazzo
presentava squilibri di bilancio tali da provocarne il dissesto e, in applicazione dell'art. 6,
comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011 n. 149, ha richiesto all'ente di adottare,
entro il termine di 60 giorni dalla ricezione della deliberazione stessa, le misure correttive
necessarie a superare le criticit riscontrate e a ripristinare le condizioni di equilibrio
c::.
--<.. '( _- ::-:_ ...... Ji
->(' -"""-. '\ .......... +
finanziario.
... ...,_ ' {_
Considerato che:
_-l\ ... ,., , .1 -.
la legge 23 dicembre 2005, n. 266 ha delineato una nuova e significativa modalit .: .. ,, .' .'':
in ordine al rispetto degli obiettivi previsti dalla normativa sul Patto di stabilit interrt.p e .. L"
correttezza della gestione finanziaria degli enti territoriali, stabilendo una
competenza in capo alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti.
3
Proseguendo, infatti, in un disegno legislativo, avviato dopo la riforma del Titolo V, Parte
seconda, della Costituzione con la legge 5 giugno 2003, n. 131, che vede il progressivo
riconoscimento del ruolo delle Sezioni regionali di controllo della magistratura contabile quali
garanti della corretta gestione delle risorse pubbliche, l'art. l, commi 166 e 167, della
predetta legge ha previsto, ai fini della tutela dell'unit economica della Repubblica e del
coordinamento della finanza pubblica, l'obbligo, a carico degli Organi di revisione degli enti
locali, di trasmettere alla Corte dei conti una relazione sul bilancio di previsione dell'esercizio
di competenza e sul rendiconto dell'esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e
delle linee guida definite dalla Corte.
Il successivo comma 168 stabilisce quindi che le Sezioni regionali di controllo della Corte dei
conti, qualora accertino, anche sulla base delle relazioni di cui al comma 166, comportamenti
difformi dalla sana gestione finanziaria o il mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto,
adottano specifica pronuncia e vigilano sull'adozione da parte dell'ente locale delle
necessarie misure correttive e sul rispetto dei vincoli e limitazioni posti in caso di mancato
rispetto delle regole del patto di stabilit interno.
Ne risulta quindi descritta una forma di controllo essenzialmente intesa, in una ottica
collaborativa, a rappresentare agli organi elettivi dell'ente, nell'interesse del singolo ente e
della comunit nazionale, la reale situazione finanziaria emersa all'esito del procedimento di
verifica effettuato, affinch siano attivate le misure correttive necessarie e superare le
criticit riscontrate.
Ai fini dell'esercizio di tale controllo, come fatto palese dalla lettera della legge, le Sezioni
regionali possono peraltro avvalersi, oltre che delle relazioni dell'organo di revisione, anche
di ulteriori elementi conoscitivi, comprese le relazioni degli uffici ispettivi, atti a fornire una
compiuta rappresentazione della situazione finanziaria dell'ente.
L'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149 ha ulteriormente
valorizzato questo controllo reso dalla Corte dei conti, prescrivendo che, "qualora dalle
pronunce delle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti emergano, anche a seguito
delle verifiche svolte ai sensi dell'articolo 5 del presente decreto e dell'articolo 14, comma l,
lettera d), secondo periodo, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, comportamenti difformi
dalla sana gestione finanziaria, violazioni degli obiettivi della finanza pubblica allargata e
irregolarit contabili o squilibri strutturali del bilancio dell'ente locale in grado di provocarne
il dissesto finanziario e lo stesso ente non abbia adottato, entro il termine assegnato dalla
Corte dei conti, le necessarie misure correttive previste dall'articolo l, comma 168, della
legge 23 dicembre 2005, n. 266, la competente Sezione regionale,
l'inadempimento, trasmette gli atti al Prefetto e alla Conferenza
coordinamento della finanza pubblica".
La stessa disposizione prosegue, stabilendo che "nei casi previsti dal periodo
ove sia accertato, entro trenta giorni dalla predetta trasmissione, da parte della
4
-
Sezione regionale della Corte dei conti, il perdurare dell'inadempimento da parte dell'ente
locale delle citate misure correttive e la sussistenza delle condizioni di cui all'articolo 2
44
del
citato testo unico di cui al decreto legislativo n 267 del 2000
1
1 p f tt
, re e o assegna al
Consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a venti giorni
per la deliberazione del dissesto. Decorso infruttuosamente il termine di cui al precedente
periodo, il Prefetto nomina un commissario per la deliberazione dello stato di dissesto e d
corso alla procedura per lo scioglimento del consiglio dell'ente ai sensi dell'articolo 141 del
citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000".
La Sezione Autonomie della Corte dei conti ha formulato i primi indirizzi operativi con la
delibera n. 2, depositata in data 26 gennaio 2012 rilevando, preliminarmente, che il
legislatore ha inteso delineare "un secondo percorso che conduce alla dichiarazione di
dissesto, che non pi solo demandata al Consiglio, ma pu discendere dall'accertamento di
un organo magistratuale, la Corte dei conti in sede di controllo".
In relazione al procedimento adottato dal legislatore, la Sezione Autonomie ha rilevato che lo
stesso si svolge in due fasi. La prima, necessaria, che, partendo dall'accertamento della
presenza di gravi anomalie nella gestione finanziaria, deve individuare idonee misure
correttive e verificare se l'ente proceda alla loro adozione entro il termine assegnato al fine
di stabilire se le stesse siano idonee a porre rimedio alla situazione di irregolarit e di
squilibrio finanziario, ovvero sia necessario formulare "un giudizio prognostico sulla
situazione di potenziale dissesto". La seconda, eventuale, che ha inizio con l'accertamento
della situazione di inadempimento da parte dell'ente e la trasmissione degli atti al Prefetto
ed alla Conferenza permanente di cui all'art. 5 della legge 9 febbraio 2009, n. 42.
In concreto, la norma prevede un procedimento strutturato in tre distinti momenti. Con una
prima deliberazione, la Sezione regionale assegna all'ente locale un termine per l'adozione
delle "necessarie misure correttive previste dall'articolo 1, comma 168, della legge 23
dicembre 2005, n. 266". La seconda fase si apre qualora venga accertato l'inadempimento
all'adozione delle misure correttive consequenziali alla delibera dalla quale siano emersi
squilibri strutturali o irregolarit o altri comportamenti difformi dalla sana gestione in grado
di provocare il dissesto dell'ente. Nel corso di questa seconda fase, "scaduto l'ulteriore
termine decorrente dalla trasmissione degli atti al Prefetto (termine fissato dalla legge in
trenta giorni), la Sezione accerta, con una terza deliberazione, il perdurare
dell'inadempimento e la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 244, d.lgs. n. 267/2000,
ovvero prende atto dell'adozione, in extremis, delle misure correttive o, comunque, del venir
meno delle condizioni di dissesto".
La stessa Sezione Autonomie precisa inoltre che gli indicatori di una situazione
finanziario in grado di provocare il dissesto dell'ente "sono ravvisabili
fattispecie: squilibri nella gestione dei residui, mantenimento in bilancio di
sopravvalutati, risalenti ed inesigibili; crisi irreversibile di liquidit con ricorso
5
anticipazioni di tesoreria di notevole entit; ingenti debiti fuori bilancio; sopravvalutazione di
entrate e sottovalutazione di spese".
In ordine poi all'ambito soggettivo di applicazione delle disposizioni in esame, il successivo
art. 13, dopo aver affermato che "la decorrenza e le modalit di applicazione delle
disposizioni di cui al presente decreto legislativo nei confronti delle Regioni a statuto speciale
e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, nonche' nei confronti degli enti locali
ubicati nelle medesime Regioni a statuto speciale e Province autonome, sono stabilite, in
conformit con i relativi statuti, con le procedure previste dall'articolo 27 della legge 5
maggio 2009, n. 42, e successive modificazioni", prosegue stabilendo che: "qualora entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo non risultino concluse le
procedure di cui al primo periodo, sino al completamento delle procedure medesime, le
disposizioni di cui al presente decreto trovano immediata e diretta applicazione nelle Regioni
a statuto speciale".
Per quanto riguarda la regione Siciliana si deve prendere atto che, essendo decorsi 6 mesi
dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo (5 ottobre 2011) senza che risultino
essere state attivate da parte della Regione stessa le procedure per l'adeguamento al proprio
statuto della normativa nazionale, quest'ultima si deve ritenere applicabile anche agli enti
locali compresi nel territorio regionale.
* * *
Alla luce delle sopra riportate premesse e considerazioni il magistrato istruttore, decorsi 60
giorni dalla trasmissione della deliberazione n. 203/2012/PRSP, ha richiesto, al presidente
della Sezione regionale, ai sensi del pi volte richiamato art. 6, comma 2, del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 149, la fissazione dell'adunanza pubblica per la verifica
collegiale dell'adempimento delle necessarie misure correttive.
All'adunanza pubblica del 27 settembre 2012 sono intervenuti, m rappresentanza del
Comune di Milazzo, l'assessore alle finanze e ai tributi, dott. Giuseppe Midili e il segretario
generale, avv. Massimo Gangemi i quali hanno riferito che nessuna delle misure correttive
richieste stata in concreto adottata.
L'amministrazione comunale ha ritenuto infatti che la situazione finanziaria dell'ente, come
emersa dall'analisi dei dati contabili, non consentisse di adottare efficacemente alcuna
misura correttiva n, in particolare, di dare attuazione agli interventi indicati dal consiglio
comunale nella mozione del 31 luglio 2012, giudicati insufficienti a superare le criticit
riscontrate e a ristabilire gli equilibri di bilancio dell'ente.
Il segretario ha quindi dichiarato che, all'esito delle procedure di riaccertamento, an
corso alla data dell'adunanza, la massa dei residui attivi da eliminare dal conto d
potrebbe risultare superiore ai 9 milioni di euro con un deciso incremento rispett :!3fva[ore;':'i:,.:< \,;\
precedentemente riscontrato e che, parimenti, sar destinato ad aumentare

\
' ._., -._, .. ' ) /J \. ...._.
' - ' - ' . ,._ ,....._,
. \' ,;_._ ... '- : . :..; ..
. ' - -.'' ,.... '"'
. ... _:. .. >
6
debiti da riconoscere o da liquidare per effetto degli interessi passivi maturati sulle somme
non corrisposte ai creditori.
L'assessore infine, oltre a rimarcare le numerose irregolarit contabili commesse nei passati
esercizi finanziari, ha evidenziato come la situazione finanziaria del Comune di Milazzo risulti
compromessa a tal punto che nemmeno l'applicazione della normativa in corso di
emanazione per il risanamento degli enti in condizione di grave squilibrio finanziario, per
quanto attualmente se ne conosce, consentirebbe al Comune di evitare lo stato di dissesto
ormai di fatto in essere.
* * *
La Sezione chiamata, in questa fase del procedimento, a verificare, sulla base della
documentazione pervenuta e delle dichiarazioni rilasciate in adunanza, se l'ente abbia
attuato le misure correttive necessarie a superare le criticit riscontrate.
A tal fine si ritiene opportuno richiamare sinteticamente le criticit accertate e le misure
correttive indicate nella deliberazione n. 203/2012/PRSP del 19 luglio 2012, dando quindi
conto della documentazione trasmessa dall'ente successivamente alla ricezione della
predetta deliberazione .

A. LE CRITICITA ACCERTATE CON LA DELIBERAZIONE N. 203/2012/PRSP DEL 19 LUGLIO
2012.
1. Mancata adozione di mrsure correttive a seguito delle pronunce specifiche relative al
bilancio di previsione dell'esercizio 2010 e al rendiconto della gestione dell'esercizio 2009.
La Sezione ha rilevato, in primo luogo, che il Comune di Milazzo, in violazione dell'art. l,
comma 168 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, non ha mai adottato alcuna misura
correttiva a seguito delle gravi criticit accertate con le deliberazioni di questa Sezione di
controllo relative al bilancio di previsione 2010 e al rendiconto della gestione 2009.
Si posto in evidenza, in particolare, la gravit dell'inadempimento in ragione della rilevanza
delle criticit riscontrate ai fini del mantenimento degli equilibri di bilancio dell'ente.
2. Mancata trasmissione delle relazioni dell'organo di revisione relative al bilancio di
previsione dell'esercizio 2011 e al rendiconto della gestione dell'esercizio 2010.
E' stata quindi accertata la mancata trasmissione delle relazioni dell'organo di revisione
relative al bilancio di previsione dell'esercizio 2011 e al rendiconto della gestione
dell'esercizio 2010, circostanza che di fatto ha privato la Sezione di rilevanti elementi
conoscitivi sulla situazione finanziaria dell'ente quali quelli relativi al rispetto del limite della
spesa di personale, al rispetto del patto di stabilit interno e ai rapporti finanziari tra il
Comune e gli organismi partecipati.
3. Irregolare gestione dei residui attivi.
La Sezione ha rilevato che il Comune, alla chiusura dell'esercizio 2010, ha
conto del bilancio residui attivi per un ammontare complessivo di euro 45.790.
.t/ .
_,, _ _ ; . ~
il 25% dei quali, pari ad euro 11.555.900,51, riferibili ad entrate accertate in esercizi
precedenti al 2006, percentuale che sale quasi al 45% considerando i soli residui relativi al
titolo I delle entrate.
La stessa Sezione ha quindi accertato che il predetto valore doveva ritenersi del tutto
inattendibile in quanto inficiato dalla presenza di poste ereditarie inesistenti, di dubbia
esigibilit o di difficile riscossione.
Si riscontrata, in particolare, dai dati forniti dall'ispettore regionale, la presenza di residui
attivi da eliminare dal conto del bilancio per un valore superiore ai 7 milioni di euro, dato di
poco differente da quello fornito dalla stessa giunta comunale, con deliberazione del 69 del
del 5 giugno 2012 che ne fissava l'ammontare a oltre 6 milioni e 500 mila euro.
Richiamate pertanto le disposizioni di legge e i principi contabili in materia di gestione dei
residui, stata ribadita la necessit per l'ente di provvedere ad una attenta e precisa
ricognizione dei residui attivi, eliminando dal conto del bilancio tutte le posizioni prive di
titolo giuridico, al pari di quelle inesigibili o non facilmente riscuotibili.
Alla chiusura dell'esercizio 2010 il rendiconto della gestione del Comune riportava un avanzo
di amministrazione di euro 350.465,96 la cui componente positiva, stante la cronica carenza
di liquidit della cassa comunale, risultava determinata esclusivamente dall'ammontare dei
residui attivi.
L'accertata presenza tra i residui attivi mantenuti nel conto del bilancio dell'ente di posizioni
ereditarie insussistenti o inesigibili ha portato la Sezione a ritenere il predetto avanzo
inattendibile ed inidoneo come tale a garantire gli equilibri di bilancio nei successivi esercizi
finanziari.
5. Debiti fuori bilancio.
Particolarmente critica si rivelata la situazione relativa ai debiti fuori bilancio ancora da
riconoscere e privi di copertura finanziaria accertati in misura superiore ai 10 milioni di euro
alla data del 30 aprile 2012.
La Sezione ha constatato, in particolare, la perdurante incapacit dell'ente di reperire le
risorse necessarie per far fronte all'ingente mole delle passivit accumulatesi nel corso degli
ultimi anni per effetto di una gestione finanziaria non certo improntata a principi di prudenza
nella previsione delle entrate e nella programmazione delle spese.
E' stato peraltro posto in evidenza, al riguardo, come l'ente abbia adottato, nel corso degli
ultimi esercizi, numerose delibere volte a consentire la vendita di beni
patrimonio disponibile per destinarne il previsto ricavo al finanziamento dei
bilancio, ma quasi nessuna delle procedure avviate ha prodotto i risultati attesi.
6. Carenza di liquidit. Anticipazioni di tesoreria.
8
Parimenti critica risultata la situazione relativa alla carenza di liquidit che ha costretto
l'ente a fare ininterrottamente ricorso all'anticipazione di tesoreria per un importo annuale in
progressivo aumento che alla fine nell'esercizio 2011, come rilevato nel corso dell'istruttoria,
stato superiore ai 6 milioni di euro con uno scoperto di oltre 4 milioni.
La Sezione ha evidenziato che il ricorso all'anticipazione di tesoreria, consentito nei limiti di
cui all'art. 222 del TUEL per far fronte a momentanee deficienze di cassa, quando diviene
un'ordinaria modalit gestionale, oltre a provocare un aggravio finanziario per gli interessi
passivi che maturano sulla somma, costituisce il sintomo di un grave squilibrio di bilancio e
denota l'incapacit dell'ente di riscuotere le entrate accertate in misura ragionevolmente
sufficiente a provvedere con tempestivit alle proprie necessit di spesa.
7. Ritardato pagamento dei creditori ed esistenza azioni esecutive.
Le Sezione ha ulteriormente rilevato l'estrema difficolt dell'ente, nonostante il continuo
ricorso alle anticipazioni di tesoreria, a provvedere al pagamento dei debiti, conseguenti agli
impegni di spesa, nei modi e nei tempi ordinari.
Le determinazioni da liquidare in giacenza presso l'ufficio mandati sono state accertate per
un ammontare prossimo ai 13 milioni di euro.
La descritta situazione ha determinato l'instaurarsi di un inevitabile contenzioso con i
creditori rispetto al quale il Comune, risultando di regola soccombente, si trovato costretto
a subire azioni esecutive sul proprio patrimonio con ulteriori ed inevitabili oneri a carico del
bilancio.
8. Criticit nella prestazione dei servizi indispensabili.
L'incapacit di far fronte ai propri impegni ha portato ad inevitabili riflessi anche sulla
capacit dell'ente di assicurare i servizi essenziali a favore della cittadinanza.
Sono state segnalate in questo senso rilevanti criticit in ordine alla prestazione di serv1z1
indispensabili ai sensi del D.M. 28 maggio 1993, quali i servizi di istruzione primaria e
secondaria (sospensione del servizio mensa alle scuole primarie per l'impossibilit di
garantire il regolare pagamento delle ditte fornitrici); i servizi connessi alla distribuzione
dell'acqua potabile (problemi a garantire l'indispensabile clorazione delle acque potabili per
mancanza di fondi); i servizi di fognatura e depurazione (impossibilit di garantire il regolare
funzionamento del depuratore comunale); i servizi di viabilit ed illuminazione (sospensione
in atto da parte deii'Enel della fornitura di energia elettrica di alcune strutture pubbliche e di
strade comunali per ingente ritardo nei pagamenti).
9.
D.M. 24 settembre 2009.
La Sezione ha infine accertato la condizione di ente strutturalmente deficitario
che, alla chiusura dell'esercizio 2010, risultava aver superato, per effetto delle cri
9
riscontrate, 6 dei 10 parametri previsti dal D.M. del 24 settembre 2009 (parametri n. 2, n.
3, n. 4, n. 6, n. 8 e n. 9).
B. LE MISURE CORRETTIVE RICHIESTE CON LA DELIBERAZIONE N. 203/2012/PRSP DEL 19
LUGLIO 2012.
Ritenuto, alla luce delle criticit accertate, che la situazione finanziaria del Comune di Milazzo
presentasse evidenti squilibri strutturali di bilancio suscettibili di provocarne il dissesto, la
Sezione, in applicazione dell'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n.
149, ha richiesto all'ente di adottare tutte le misure correttive necessarie a porre rimedio
alle criticit segnalate, dandone immediata comunicazione alla stessa ai fini della verifica
della loro attuazione e della conseguente sussistenza o meno dei presupposti per attivare
l'ulteriore fase della procedura.
Si richiesto all'ente, in particolare, di provvedere:
- alla eliminazione dal conto del bilancio di tutte le posizioni ereditarie inesistenti,
inesigibili e di difficile riscossione;
alla conseguente rideterminazione dell'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2010;
all'approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio 2011 sulla base dell'avanzo
di amministrazione cos rideterminato, evidenziandone anche gli effetti ai fini del rispetto
del patto di stabilit interno e dei principali vincoli di finanza pubblica;
alla ricognizione ed all'esatta quantificazione degli impegni di spesa, contabilmente
assunti ed in attesa di liquidazione nonch dei debiti fuori bilancio in attesa di
riconoscimento.
Si quindi richiesto all'ente, preso atto della situazione finanziaria risultante dagli
accertamenti e dalle rettifiche contabili effettuati, di adottare, ove ritenuto possibile, le
misure indispensabili per ristabilire gli equilibri di bilancio, anche 1n applicazione delle
disposizioni degli art. 193 e 194 del TUEL, assicurando, in particolare, la copertura delle
spese correnti ed il tempestivo pagamento degli impegni assunti, il ripiano dei debiti fuori
bilancio ed il rientro dall'anticipazione di tesoreria.
* * *
Alla scadenza del termine di 60 giorni dal ricevimento della deliberazione n. 203/2012/PRSP,
alla data del 17 settembre 2010, non risultava pervenuto a questa Sezione alcun specifico
atto di concreta adozione degli interventi e delle misure necessarie a superare le criticit
rilevate.
Risultavano viceversa acquisite agli atti della stessa Sezione numerose comunicazioni volte a
rappresentare le diverse posizioni assunte dai singoli organi dell'ente rispetto alla -
. -.
';-.-r : .
contenute nella predetta deliberazione. _ li- .. .. : ."),
L:::/,, ; :. ,,: \',f
Si segnala in particolare la nota del 23 agosto 2012, a firma dell'assessore alle rni'lnze }:! ai '; \ ";
tributi, con visto del sindaco, con la quale l'amministrazione comunale
poter dare attuazione alle misure indicate dal Consiglio nella mozione del 31 l lio-?q12, -; _
._....._, __ ,
- l ---- .. ,, ....
IO
considerandole del tutto inadeguate a superare la situazione di squilibrio strutturale dell'ente
e mirate esclusivamente a ritardare la dichiarazione di dissesto.
Si devono ulteriormente segnalare le numerose note a firma del presidente del Consiglio
comunale o di singoli consiglieri, che nel rappresentare il diverso avviso manifestato
all'interno dell'organo consiliare sulla sussistenza delle condizioni per la dichiarazione di
dissesto, denunciavano, tra l'altro, l'inerzia dell'amministrazione comunale nel dare concreta
attuazione alle misure correttive proposte dal Consiglio.
La Sezione, preso atto di quanto rappresentato e richiesto, nel procedere agli accertamenti
di competenza, ritiene opportuno formulare alcune precisazioni relative al procedimento in
corso con particolare riferimento ai limiti dei poteri di controllo ad essa affidati in materia di
verifica delle misure correttive.
L'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, pi volte citato,
stabilisce infatti che "ove emerga che l'ente non abbia adottato, entro il termine assegnato
dalla corte, le necessarie misure correttive, la competente Sezione regionale, accertato
l'inadempimento, trasmette gli atti al Prefetto e alla Conferenza permanente per il
coordinamento della finanza pubblica".
L'accertamento in questione, come fatto palese dalla lettera della legge e come richiesto
dalla stessa natura del controllo esercitato, non pu che essere compiuto nei confronti
dell'ente inteso quale unitario soggetto di diritto a prescindere quindi dalla ripartizione delle
competenze tra gli organi interni dello stesso.
Rimangono pertanto estranei al procedimento in corso gli eventuali profili di responsabilit di
organi o di soggetti singoli per la mancata adozione delle misure richieste, prospettati nelle
note sopra richiamate, che potranno essere viceversa sottoposti alla valutazione degli uffici
requirenti della magistratura contabile e ordinaria per le determinazioni di rispettiva
competenza.
Ci premesso, la Sezione, alla luce della documentazione pervenuta e delle dichiarazioni
rilasciate, accerta che il Comune di Milazzo non ha adottato misure correttive atte a superare
le criticit riscontrate e ristabilire gli equilibri di bilancio dell'ente e che permane la situazione
di grave squilibrio finanziario riscontrata con la deliberazione n. 203/2012/PRSP.
La Sezione, pertanto, ai sensi dell'art. 6, comma 2 del decreto legislativo n. 149/2011,
ritiene di dover dare ulteriore corso alla procedura in atto con la trasmissione della presente
deliberazione al Prefetto di Messina ed alla Conferenza permanente di cui all'art. 5 della
legge 9 febbraio 2009, n. 42 con riserva di accertare, decorsi i trenta giorni dalla
trasmissione della medesima deliberazione stabiliti dalla legge, il perdurante inadempil11eilte .'(:.
/ _.-. ----, .,,,
e la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 244 del TUE L. ,. ., c:, ' .. ?,-.
. ..... - ........ .. - ~
adottati.
Si ribadisce infine che la procedura in atto non impedisce all'ente, ove ritenga sussistenti le
condizioni di cui all'art. 244 del TUEL, di procedere autonomamente ed immediatamente alla
dichiarazione di dissesto finanziario, evitando il prodursi di ulteriori danni alle finanze
comunali che potrebbero esporre i soggetti coinvolti a responsabilit erariale.
P. Q. M.
la Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per la Regione siciliana:
accerta l'inadempimento da parte del Comune di Milazzo all'adozione delle misure correttive
previste dall'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149;
accerta la conseguente persistenza dei profili di criticit strutturale nella gestione finanziaria
dell'ente gi riscontrati nella deliberazione n. 203/2012/PRSP.
ORDINA
che, a cura del servizio di supporto della Sezione di controllo, cop1a della presente
deliberazione sia comunicata:
al Prefetto di Messina ai sensi dell'art. 6, comma 2, del decreto legislativo 149/2011;
alla Conferenza permanente di cui all'art. 5 della legge 9 febbraio 2009, n. 42, e, per essa,
alla Conferenza Unificata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;
al Consiglio comunale, nella persona del suo Presidente, al Sindaco e all'organo di revisione
del Comune di Milazzo;
che copia delle presente deliberazione sia inoltre trasmessa alla Procura regionale della Corte
dei conti e all'Assessorato regionale delle Autonomie Locali.
L'ESTENSORE
DEPOSITATO IN
'11 OTT. 2012.
a ______________ __
12
'

Potrebbero piacerti anche