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DEL
GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 11585 DEL 27/07/2020
(LEVANTE STEFANO)
___________________________ (LEVANTE STEFANO)
___________________________ ___________________________ (M. MANETTI)
___________________________ ___________________________
L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE
DI CONCERTO
ISTRUTTORIA:
____________________________________ ____________________________________
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE
____________________________________ ____________________________________
IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE
LA GIUNTA REGIONALE
Su proposta dell’Assessore alle Politiche abitative, Urbanistica, Ciclo dei rifiuti e Impianti di
trattamento, smaltimento e recupero;
RILEVATO che l’articolo 11 della l.r. 7/2017 prevede una “Clausola valutativa”, ai sensi della
quale “entro il 30 giugno 2020 e, successivamente, con cadenza biennale, la Giunta
regionale presenta alla commissione consiliare competente e al Comitato per il
monitoraggio dell’attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche
regionali una relazione contenente:
a) l’indicazione dei programmi di rigenerazione urbana approvati dai comuni ai
sensi dell’articolo 2, lo stato di attuazione degli interventi, le loro caratteristiche,
gli obiettivi e le finalità perseguiti;
b) l’indicazione degli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio
individuati ai sensi dell’articolo 3, suddivisi per comuni, e le tipologie di interventi
realizzati;
c) l’indicazione dei comuni che hanno previsto l’ammissibilità di interventi di
ristrutturazione edilizia con mutamento della destinazione d’uso ai sensi
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dell’articolo 4, le richieste presentate e le tipologie di interventi realizzati, nonché
le richieste presentate nelle more della deliberazione del consiglio comunale;
d) l’indicazione dei comuni che hanno previsto la possibilità di interventi di
ampliamento per il miglioramento sismico e l’efficientamento energetico ai sensi
dell’articolo 5, il numero degli interventi realizzati e la tipologia degli stessi;
e) l’indicazione degli interventi diretti richiesti e realizzati ai sensi dell’articolo 6 e
relative tipologie e contenuti, suddivisi per comuni;
f) l’indicazione degli interventi di riordino dei manufatti in aree demaniali
marittime ai sensi dell’articolo 9 e relative caratteristiche, suddivisi per comuni”;
VISTA la “Relazione sullo stato di attuazione della l.r. 7/2017. Anno 2020” predisposta,
in attuazione ed in conformità a quanto previsto dal suddetto articolo 11, dalla
Direzione per le Politiche abitative e la Pianificazione territoriale, paesistica e
urbanistica - Servizio Ufficio speciale per la rigenerazione urbana, in allegato alla
presente decisione, di cui forma parte integrante e sostanziale;
PRESO ATTO che non è stato possibile rispettare il termine, comunque ordinatorio, del 30
giugno previsto dalla clausola valutativa, in quanto i dati forniti dai comuni entro
il 31 maggio erano assai carenti, anche in ragione del rallentamento
amministrativo causato dall’emergenza sanitaria da COVID-19, e non
consentivano la redazione di una relazione veritiera e attendibile, motivo per il
quale è stata, dalla Direzione competente, accordata una proroga per la
comunicazione delle informazioni richieste;
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DECIDE
per le motivazioni espresse in premessa, che formano parte integrante e sostanziale del presente
atto:
- di trasmettere alla Commissione consiliare competente e al Comitato per il monitoraggio
dell’attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche regionali la “Relazione
sullo stato di attuazione della l.r. 7/2017. Anno 2020” predisposta, ai sensi dell’articolo 11
della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7, dalla Direzione per le Politiche abitative e la
Pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica - Servizio Ufficio speciale per la
rigenerazione urbana, allegata alla presente decisione come parte integrante e sostanziale,
unitamente ai relativi allegati.
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DIREZIONE REGIONALE PER LE POLITICHE ABITATIVE E LA PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE, PAESISTICA E URBANISTICA
SERVIZIO “UFFICIO SPECIALE PER LA RIGENERAZIONE URBANA”
ANNO 2020
1. Introduzione
3. Lo stato di attuazione della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7. Considerazioni preliminari generali.
9. Lo stato di attuazione dell’articolo 9 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7. Interventi di riordino
funzionale nelle aree demaniali marittime.
10. Lo stato complessivo di attuazione della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7. Considerazioni
conclusive.
12. Elenco dei comuni che non hanno risposto al questionario ma di cui risultano in corso iter di
approvazione delle deliberazioni.
ALLEGATI: all. 1 - Scheda riepilogativa dati per comuni articolo 3 l.r. 7/2017;
all. 2 - Scheda riepilogativa dati per comuni articolo 4 l.r. 7/2017;
all. 3 - Scheda riepilogativa dati per comuni articolo 5 l.r. 7/2017;
all. 4 - Scheda riepilogativa dati per comuni articolo 6 l.r. 7/2017.
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RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA L.R. 7/2017. ANNO 2020
1. Introduzione.
La presente relazione, predisposta ai sensi della clausola valutativa di cui all’articolo 11 della
legge regionale 18 luglio 2017, n. 7, recante “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il
recupero edilizio”, descrive lo stato di attuazione della legge a quasi tre anni dalla sua approvazione;
essa ha lo scopo di consentire al Consiglio regionale di esercitare il monitoraggio sull’attuazione
della legge e di valutarne gli effetti e i risultati prodotti sul territorio regionale.
La relazione è basata sui dati relativi al monitoraggio, quali richiesti dal predetto articolo 11 della
legge regionale 7/2017, comunicati dai comuni. Si tratta di dati raccolti con la specifica ed esclusiva
finalità della predisposizione di questa relazione.
L’azione di monitoraggio si è sviluppata in diverse fasi: definizione del questionario,
somministrazione dello stesso ai comuni, elaborazione e analisi dei dati raccolti.
Il questionario è stato predisposto avendo come riferimento la legge regionale 7/2017 e, in
particolare, l’articolo 11 relativo alla clausola valutativa, il quale, alle lettere da a) ad f) del comma 3,
esplicita e dettaglia i dati da raccogliere e valutare nella relazione al fine del monitoraggio sullo stato
di attuazione della legge. In particolare, ai sensi della norma in questione, la relazione deve contenere:
a) l’indicazione dei programmi di rigenerazione urbana approvati dai comuni ai sensi dell’articolo
2, lo stato di attuazione degli interventi, le loro caratteristiche, gli obiettivi e le finalità perseguiti;
b) l’indicazione degli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio individuati ai sensi
dell’articolo 3, suddivisi per comuni, e le tipologie di interventi realizzati;
c) l’indicazione dei comuni che hanno previsto l’ammissibilità di interventi di ristrutturazione
edilizia con mutamento della destinazione d’uso ai sensi dell’articolo 4, le richieste presentate e le
tipologie di interventi realizzati, nonché le richieste presentate nelle more della deliberazione del
consiglio comunale;
d) l’indicazione dei comuni che hanno previsto la possibilità di interventi di ampliamento per il
miglioramento sismico e l’efficientamento energetico ai sensi dell’articolo 5, il numero degli
interventi realizzati e la tipologia degli stessi;
e) l’indicazione degli interventi diretti richiesti e realizzati ai sensi dell’articolo 6 e relative
tipologie e contenuti, suddivisi per comuni;
f) l’indicazione degli interventi di riordino dei manufatti in aree demaniali marittime ai sensi
dell’articolo 9 e relative caratteristiche, suddivisi per comuni.
Il questionario è stato inviato a tutti i comuni una prima volta in data 17 aprile 2020 e
nuovamente, in forma di sollecito per le amministrazioni che non avevano fornito riscontro, il 1°
giugno 2020.
La clausola valutativa di cui all’articolo 11 prevede che la relazione debba essere presentata
entro il 30 giugno sulla base dei dati forniti dai comuni entro il 31 maggio. A tale ultima data, tuttavia,
erano solamente 81 i comuni che avevano riscontrato il questionario (corrispondenti ad appena il
21% del totale), motivo per cui si è deciso di sollecitare le amministrazioni inadempienti ed attendere
le risposte, al fine di produrre una relazione effettivamente realistica e basata su un campione
rappresentativo. La scelta si è rilevata corretta, in quanto nei termini di proroga concessi hanno
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risposto ulteriori 80 comuni, in tal modo raddoppiando il numero complessivo dei dati di cui è stato
possibile disporre per redigere la presente relazione.
In via generale, i dati raccolti descrivono lo stato di attuazione della legge regionale 7/2017 al 31
maggio 2020. Per quanto sopra detto, sono stati presi in considerazione i questionari pervenuti fino
al 20 luglio.
Hanno risposto alla rilevazione 161 comuni sui 378 complessivi del Lazio cui è stato
somministrato il questionario, dato che espresso in percentuale corrisponde al 43% del totale.
L’elenco dei comuni che hanno restituito il questionario debitamente compilato si trova al paragrafo
11 della presente relazione.
Al fine della maggiore completezza possibile dei dati, poi, si è effettuato un controllo incrociato
con la banca dati dei procedimenti urbanistici che interessano la Direzione. Sono quindi risultati
essere in corso, per 19 comuni che non hanno fornito risposta al questionario, procedimenti di
approvazione delle deliberazioni previste dagli articoli 3, 4 e 5 della legge, i quali si trovano in
differenti stadi di perfezionamento del relativo iter. Con riferimento all’attuazione di tali articoli,
quindi, il dato su cui si può contare è relativo a 180 comuni; per i 19 di cui sopra, ovviamente, non
si dispone di alcun dato circa gli interventi posti in essere in attuazione delle delibere approvate, che
risultano essere 4. L’elenco di tali ulteriori comuni si trova al paragrafo 12 della presente relazione.
La risposta che i comuni hanno fornito alla richiesta, apprezzabile seppur non elevatissima, è
comunque tale da permettere la ricostruzione di un quadro complessivo circa l’attuazione della legge
regionale 7/2017 e degli interventi da essa previsti, se non propriamente esaustivo, sicuramente
attendibile e indicativo delle tendenze, dei punti di forza e di debolezza della legge.
A proposito di quanto appena illustrato circa il tasso di risposta dei comuni, va necessariamente
sottolineato che, al di là del mero dato numerico, i dati forniti risultano di tutta rilevanza per quanto
ne riguarda la rappresentatività sostanziale.
Infatti, dei primi cinque comuni del Lazio per abitanti residenti (Roma, Latina, Guidonia
Montecelio, Fiumicino, Aprilia) hanno risposto al questionario in 4. Se si considerano i primi 10
(quindi aggiungendo Viterbo, Pomezia, Anzio, Tivoli, Velletri), hanno risposto in 8. È evidente che,
se parametrato sulla popolazione, si tratta di un tasso di risposta elevato, anche considerando che
include Roma, la quale da sola rappresenta metà della popolazione dell’intera Regione. Solo a titolo
esemplificativo, si pensi che gli 8 dei primi 10 comuni del Lazio per popolazione che hanno risposto
al questionario rappresentano da soli il 58% per cento degli abitanti regionali (circa 3.380.000 su
5.890.000).
Anche dal punto di vista del ruolo istituzionale dei comuni interessati, il tasso di risposta è
rilevante, in quanto hanno restituito il questionario compilato 4 su 5 capoluoghi di provincia,
mancando solo Rieti.
Infine, anche la lettura delle informazioni fornite dai comuni sotto il profilo dell’estensione
territoriale rappresentata restituisce dati di tutto rilievo. Dei primi cinque comuni del Lazio per
superficie (Roma, Viterbo, Tarquinia, Latina, Fiumicino) hanno risposto al questionario in 4. Se si
considerano i primi 10 (quindi aggiungendo Tuscania, Rieti, Leonessa, Montalto di Castro, Aprilia),
hanno risposto in 7. Questi, da soli, rappresentato 2.784 km2, ossia il 16% dell’intero territorio
regionale (17.230 km2 circa); ad essi, naturalmente, vanno aggiunti gli altri 154 comuni che hanno
risposto al questionario, il che sicuramente permette di raggiungere (vista la presenza di Roma) una
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percentuale complessiva di territorio sul quale si hanno informazioni molto maggiore del 43% dei
comuni, solo numericamente considerati, che hanno risposto al questionario.
D’altro lato, è opportuno anche mettere in evidenza i possibili limiti intrinseci ad una raccolta
di informazioni di questo tipo, limiti da valutare ponderatamente al fine di considerare quelli recepiti
alla stregua di un campione di dati del tutto veritiero. Infatti, è innegabile che la facilità di
compilazione di un questionario tutto negativo costituisce senz’altro un incentivo a fornire riscontro
rispetto ad amministrazioni che, avendo dato applicazione alla normativa, sono chiamati a fornire
una molteplicità di dati e informazioni. Va, quindi, ragionevolmente supposto che, statisticamente,
tra quelli che hanno restituito il questionario compilato debba scontarsi una certa prevalenza di
comuni che non hanno dato applicazione alla legge. Prova ne sia che, come detto, dalle verifiche
interne alla Direzione sono risultati ben 19 ulteriori comuni che hanno in corso procedimenti di
approvazione delle deliberazioni previste dalla legge ma non hanno fornito risposta alle informazioni
di cui al questionario somministrato.
Va infine evidenziato come non tutti i dati comunicati dai comuni presentano una compiuta
coerenza e completezza. Tutte le informazioni raccolte sono comunque state analizzate e sono
riportate nella presente relazione.
Quella che segue, con i limiti sopra evidenziati, è pertanto la prima rappresentazione degli
interventi concretamente messi in campo a livello territoriale da parte dei comuni in attuazione della
legge regionale 7/2017.
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5 e 6, invece, si applicano comunque purché l’edificio ricada nel territorio urbanizzato, a prescindere
dalla classificazione di paesaggio del PTPR.
Tra le esclusioni vanno anche annoverati, ma solo per quanto riguarda gli articoli 2, 3, 5 e 6, gli
insediamenti urbani storici come individuati dal PTPR.
L’articolo 2 della legge prevede la possibilità di approvare, per mezzo di deliberazioni comunali,
programmi di rigenerazione urbana, anche a seguito di proposte dirette dei privati. Si tratta di un
insieme articolato di interventi, coordinati tra di loro, da realizzare entro un ambito definito e
strutturati per raggiungere una determinata finalità tra quelle indicate dall’articolo 1, comma 1. In
sostanza, il programma deve avere i caratteri di un progetto urbanistico unitario, da realizzare in
modo sistematico, organico e fondamentalmente contestuale, volto a riqualificare/rigenerare
l’assetto urbanistico e di conseguenza anche edilizio di una determinata porzione urbana. Il
contenuto di tali programmi è specificato al comma 4 dell’articolo 2, e possono anche prevedere il
trasferimento delle cubature con bonifica delle aree liberate dalla demolizione. I programmi di
rigenerazione urbana sono approvati, se in variante allo strumento urbanistico generale, con le
procedure previste dall’articolo 4 della l.r 36/1987 o per mezzo di accordo di programma; se ad
esso conformi, con le procedure di cui all’articolo 1 della l.r. 36/1987.
L’articolo 3 della legge prevede la possibilità di individuare, a mezzo di deliberazioni dei consigli
comunali, ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio nei quali consentire interventi di
ristrutturazione edilizia o urbanistica e di demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti con, in
quest’ultimo caso, una volumetria o superficie aggiuntive nella misura massima del 30%. È altresì
consentito il mutamento delle destinazioni d’uso degli edifici tra le destinazioni previste dallo
strumento urbanistico generale ovvero tra quelle compatibili o complementari. È infine ammesso
delocalizzare la ricostruzione o la sola premialità all’interno del medesimo ambito territoriale in cui
si realizza l’intervento. La procedura di adozione e approvazione delle relative deliberazioni comunali
è quella prevista dall’articolo 1 della l.r. 36/1987.
L’articolo 4 della legge consente, sempre per mezzo di deliberazioni dei consigli comunali
soggette alla procedura di cui all’articolo 1 della l.r. 36/1987, di apportare modifiche alle norme
tecniche di attuazione dei piani regolatori generali al fine prevedere, per singoli edifici con superficie
inferiore a 10.000 mq, mutamenti di destinazione d’uso tra le categorie funzionali di cui all’articolo
23ter del d.P.R. 380/2001 esclusa quella rurale, accompagnati da interventi di ristrutturazione edilizia
o di demolizione e ricostruzione. Il comma 4 dell’articolo 4 prevede un regime transitorio, ormai
spirato, nel quale è stato possibile consentire cambi di destinazione d’uso pur in assenza e nelle
more dell’approvazione della deliberazione comunale, ma solo entro dodici mesi dall’entrata in
vigore della legge.
L’articolo 5 della legge consente, sempre per mezzo di deliberazioni dei consigli comunali
soggette alla procedura di cui all’articolo 1 della l.r. 36/1987, di apportare modifiche alle norme
tecniche di attuazione dei piani regolatori generali al fine prevedere ampliamenti di edifici a
destinazione residenziale a fronte di interventi volti a garantire il miglioramento sismico e
l’efficientamento energetico. La consistenza degli ampliamenti ammessi è del 20% della volumetria o
della superficie, per un incremento massimo di 70 mq.
L’articolo 6 della legge consente interventi diretti, per i quali pertanto non è necessaria la
preventiva approvazione di una deliberazione comunale, di ristrutturazione edilizia o di demolizione
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e ricostruzione con incremento, in quest’ultimo caso, fino a un massimo del 20% della volumetria o
della superficie, ad eccezione degli edifici produttivi per i quali l’incremento massimo non può
superare il 10%. Nell’ambito di tali interventi sono consentiti i cambi di destinazione d’uso nel
rispetto delle destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici generali, indipendentemente
dalle modalità di attuazione dirette o indirette e da altre prescrizioni previste dagli stessi, nonché i
cambi all’interno delle categorie funzionali di cui all’articolo 23 ter del d.P.R. 380/2001.
Infine, l’articolo 9 della legge prevede il riordino funzionale dei manufatti esistenti nelle aree
demaniali marittime, consistente nella ristrutturazione edilizia, anche con demolizione e
ricostruzione a parità di volume o di superficie lorda, con la possibilità di ridistribuire all’interno
dell’area di intervento i manufatti e prevederne la rifunzionalizzazione ai sensi della l.r. 13/2007.
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inizio un sensibile fermento di interesse manifestato dalle amministrazioni comunali circa
l’applicazione della legge; tuttavia prima di giungere alla produzione concreta dei provvedimenti
richiesti dalla legge regionale 7/2017 per la sua attuazione è stato necessario per i comuni il giusto
periodo di gestazione, onde mettere a punto le strategie e focalizzare gli obiettivi di trasformazione
del territorio, nonché per comprendere appieno le corrette modalità di attuazione della legge.
È pertanto solo nell’ultimo anno, 2019-2020, che si è potuto assistere ad una crescente
produzione delle deliberazioni comunali richieste dagli articoli 3, 4 e 5. Sotto tale aspetto è da
mettere in evidenza come le deliberazioni comunali non rappresentano un mero adeguamento alle
previsioni della legge, ma consistono nell’elaborazione a livello politico di strategie di governo del
territorio e nella loro traduzione a livello amministrativo; il grado di complessità nella
predisposizione delle deliberazioni, anche se sensibilmente differente a seconda degli articoli che si
intendono applicare, incide inevitabilmente sui tempi delle loro approvazioni, ragion per cui vi sono
numerosi provvedimenti ancora allo stato di pre-adozione, in corso di definizione.
Parallelamente, durante l’anno 2019-2020 è anche andato costantemente incrementando il
numero di attuazioni dirette previste dagli articoli 6, in quanto si è diffusa la conoscenza delle
possibilità offerte dalla disciplina e dunque la sua applicazione.
In definitiva, quindi, sebbene i dati rappresentati siano relativi ai primi complessivi tre anni di
applicazione della legge 7/2017, è sostanzialmente solo nell’ultimo scorcio di anno (settembre 2019-
maggio 2020) che la legge ha avuto una effettiva e costante attuazione da parte dei comuni e dei
privati cittadini, ormai padroni delle dinamiche e dei meccanismi della normativa, consapevoli dei
suoi requisiti ed effetti della e dunque pienamente in grado di portarla ad applicazione. L’attività
svolta in questo ultimo periodo, ovviamente, sconta anche la situazione generale determinatasi a
seguito dell’emergenza da COVID-19, che ha inciso e continua a incidere, se non particolarmente
sull’attività delle amministrazioni, sicuramente in modo rilevante sulle iniziative dei privati, e dunque
sugli interventi edilizi posti in essere in attuazione della legge.
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5. Lo stato di attuazione dell’articolo 3 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7. Interventi
di ristrutturazione edilizia e urbanistica o di demolizione e ricostruzione negli ambiti
territoriali di riqualificazione e recupero edilizio.
Con riferimento all’applicazione dell’articolo 3 della legge regionale 7/2017, l’articolo 11, comma
3, lett. b), chiede che vengano indicati gli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio
individuati, suddivisi per comuni, e le tipologie di interventi realizzati.
In base alle informazioni ricavate dai 161 questionari trasmessi, 18 comuni (11%) hanno dato
applicazione alle previsioni dell’articolo 3 prevendendo ambiti di riqualificazione urbana e recupero
edilizio. Nel dettaglio, si tratta dei comuni di:
Campodimele Fara in Sabina Rocca Priora
Cantalice Gradoli San Felice Circeo
Castro dei Volsci Guidonia Montecelio Sant’Andrea Garigliano
Cisterna di Latina Latina Sora
Colleferro Lenola Valmontone
Collepardo Monte Compatri Viterbo
Di questi, 12 hanno deliberazioni ancora allo stato di adozione e 6 sono giunti alla definitiva
approvazione.
A questi è possibile aggiungere ulteriori 13 comuni, individuati dai dati in possesso della
Direzione tra quelli che risultano avere in corso iter di approvazione delle deliberazioni, 11 dei quali
hanno solo adottato e 2 che hanno approvato. Si tratta dei comuni di:
Albano Laziale Marcellina Sermoneta
Bomarzo Palestrina Terracina
Boville Ernica Patrica Villa Santa Lucia
Ceccano Priverno
Formello San Giovanni Incarico
Quanto alla individuazione degli ambiti, solo 8 questionari hanno correttamente indicato gli
ambiti che sono stati definiti, per un totale di 48. Occorre dire che il solo Comune di Latina ha
individuato 19 ambiti; a parte questa eccezione, gli altri 7 comuni hanno complessivamente
individuato 29 ambiti, quindi con una media di circa 4 ambiti territoriali individuati per comune.
In attuazione delle 6 deliberazioni approvate, risultano richiesti 3 soli interventi, 2 di
ristrutturazione edilizia (di cui uno realizzato) e uno di ristrutturazione edilizia.
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In base alle informazioni ricavate dai 161 questionari trasmessi, 34 comuni hanno dato
applicazione alle previsioni dell’articolo 4, ossia il 21%. Nel dettaglio, si tratta dei comuni di:
Allumiere Fiano Romano Monte Romano
Bracciano Fiumicino Palombara Sabina
Calcata Fondi Pomezia
Campagnano di Roma Forano Ponza
Campodimele Frasso Sabino Rocca Priora
Cantalice Gradoli San Cesareo
Capena Guidonia Montecelio San Felice Circeo
Castro dei Volsci Ladispoli Sant'Andrea Garigliano
Cerveteri Latina Sora
Colleferro Lenola Valmontone
Collepardo Manziana
Fara in Sabina Montalto di Castro
Per questi, 13 deliberazioni sono ancora allo stato di adozione, mentre 21 sono già approvate.
A questi è possibile aggiungere ulteriori 17 comuni, individuati dai dati in possesso della
Direzione tra quelli che risultano avere in corso iter di approvazione delle deliberazioni, 15 dei quali
hanno solo adottato e 2 che hanno approvato. Si tratta dei comuni di:
Albano Laziale Formello Tivoli
Bomarzo Marcellina Sermoneta
Boville Ernica Monterosi San Giovanni Incarico
Castel Sant’Elia Palestrina Terracina
Ceccano Patrica Villa Santa Lucia
Celleno Priverno
In attuazione delle deliberazioni efficaci sono state presentate 55 (di cui 33 realizzate) richieste
di ristrutturazione e 9 di demolizione e ricostruzione (di cui 2 realizzate). C’è da dire che il dato
degli interventi complessivi è molto scarno (solo 10 comuni hanno comunicato il numero degli
interventi) ed è comunque influenzato in maniera decisiva dai dati riferiti dal Comune di Fiumicino,
il quale, da solo, ha riportato ben 34 ristrutturazioni edilizie (sulle 55 totali), e dal Comune di
Valmontone, che da solo ha riferito 6 demolizioni e ricostruzioni (sulle 9 totali). Per quanto detto,
quindi, il dato sugli interventi realizzati ai sensi dell’articolo 4 non può considerarsi un campione di
informazioni effettivamente valido ed attendibile.
Analizzando le informazioni dei comuni che hanno comunicato anche i dati dimensionali degli
interventi (molto pochi, solo 7), si evince che i mutamenti verso la destinazione residenziale sono
stati 6 per complessivi 3.973 mq di superficie, mentre l’unico verso la destinazione commerciale è
stato pari a 1.150 mq. Anche qui, è da registrare che si dispone di troppi pochi dati per considerarli
un campione di informazioni veritiero.
Il regime transitorio di cui al comma 4 dell’articolo 4 ha trovato applicazione in 9 comuni, tra
cui Roma, i cui dati, inutile dirlo, sono preponderanti rispetto agli altri. Basti pensare che 8 comuni
hanno comunicato complessivamente 12 interventi di ristrutturazione mentre Roma da sola ben 62,
più 8 di demolizione e ricostruzione, dunque 70 totali. I mutamenti di destinazione d’uso sono stati,
per i comuni diversi da Roma, verso il residenziale per 1.204 mq di superficie e verso il commerciale
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per 620 mq di superficie. Roma ha comunicato mutamenti solo verso la destinazione residenziale,
per un totale di 10.128 mq.
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8. Lo stato di attuazione dell’articolo 6 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7. Interventi
di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione
d’uso.
Con riferimento all’applicazione dell’articolo 6 della legge regionale 7/2017, l’articolo 11, comma
3, lett. e), chiede che vengano indicati gli interventi diretti richiesti e realizzati e le relative tipologie
e contenuti, suddivisi per comuni.
In base alle informazioni ricavate dai 161 questionari trasmessi, gli interventi diretti previsti
dall’articolo 6 hanno avuto complessivamente luogo in 67 comuni, ossia nel 42%. Nello specifico, si
tratta dei comuni di:
Alatri Frascati Poggio Mirteto
Amatrice Frosinone Poggio Moiano
Anzio Gallicano nel Lazio Posta
Arce Genazzano Rignano Flaminio
Ardea Gradoli Roma
Atina Guidonia Montecelio Ronciglione
Ausonia Ischia di Castro San Cesareo
Bracciano Isola del Liri San Giorgio a Liri
Broccostella Itri San Vito Romano
Campagnano di Roma Ladispoli San Vittore del Lazio
Cantalice Leonessa Sant’Angelo Romano
Capranica Manziana Sant’Elia Fiumerapido
Caprarola Marcetelli Segni
Castel Madama Marino Serrone
Cisterna di Latina Mentana Sezze
Civita Castellana Montalto di Castro Soriano nel Cimino
Collalto Sabino Monte Compatri Sutri
Colleferro Monte S.G. Campano Valmontone
Collevecchio Monterotondo Vasanello
Fara in Sabina Morolo Velletri
Fiano Romano Olevano Romano Vitorchiano
Fiumicino Paliano
Fondi Pastena
In riferimento alle tipologie di interventi, sono stati richiesti 41 demolizioni e ricostruzioni senza
aumento di volume o superficie (17 realizzate), 189 demolizioni e ricostruzioni con aumento di
volume o superficie (61 realizzate), 77 ristrutturazioni edilizie (50 realizzate), per un totale di 307
interventi; i quali, in 149 casi, hanno comportato anche il cambio di destinazione d’uso (80 realizzati).
In totale, in base ai dati comunicati, gli ampliamenti hanno complessivamente prodotto un aumento
di 31.270 mc e 9.719 mq di superficie. Anche questi dati vedono, comunque, la preponderanza di
Roma capitale, che ha comunicato 6 demolizioni e ricostruzioni senza aumento di volume o
superficie, 38 demolizioni e ricostruzioni con aumento di volume o superficie e 4 ristrutturazioni
edilizie, per un totale di 48 interventi (per complessivi incrementi di 15.772 mc e 4.620 mq), con 34
mutamenti di destinazione d’uso.
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Gli interventi di cui sopra sono stati realizzati in larga maggioranza, 244, a seguito di esistenza
delle opere di urbanizzazione, e solo nei rimanenti casi vi è stato l’adeguamento delle stesse.
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Complessivamente 39 su 161 (24%) comuni hanno assunto le deliberazioni previste dagli articoli
2, 3, 4 e 5. Nello specifico, si tratta dei comuni di:
Allumiere Fara in Sabina Montalto di Castro
Amatrice Fiano Romano Monte Compatri
Bracciano Fiumicino Monte Romano
Calcata Fondi Palombara Sabina
Campagnano di Roma Forano Pomezia
Campodimele Frasso Sabino Ponza
Cantalice Gradoli Rocca Priora
Capena Guidonia Montecelio San Cesareo
Castro dei Volsci Ladispoli San Felice Circeo
Cerveteri Latina Sant'Andrea Garigliano
Cisterna di Latina Lenola Sora
Colleferro Manziana Valmontone
Collepardo Mentana Viterbo
Quanto a tali deliberazioni, dai dati raccolti emerge chiaramente come gli articoli 2 e 3 hanno
avuto una scarsa applicazione, e soprattutto molto minore rispetto agli articoli 4 e 5.
L’articolo 2 è stato attuato da sole 3 deliberazioni, mentre l’articolo 3 da 18. Molto basso è
anche il numero di quelle approvate, 1 relativa all’articolo 2 e 6 relative all’articolo 3. I numeri non
cambiano sostanzialmente se anche si considerano le deliberazioni che risultato dal database
regionale e non comunicate; si tratta di sole ulteriori 1 deliberazione relativa all’articolo 2 e 13
deliberazioni relative all’articolo 3, il che porta il totale complessivo delle deliberazioni sugli articoli
2 e 3 a 35. Un numero irrisorio rispetto ai complessivi 378 comuni del Lazio a tre anni dall’entrata
in vigore della legge. È evidente che si tratta delle deliberazioni più complesse tra quelle previste
dalla legge, in cui è necessaria una compiuta rilevazione della situazione territoriale esistente e
l’elaborazione di una strategia localizzativa delle trasformazioni ammesse, che richiede uno spiccato
esercizio di valutazioni politiche di alto profilo ed un elevato grado di discrezionalità amministrativa.
Questo spiega, in parte, la scarsità delle deliberazioni in questione. Con riferimento all’articolo 2,
c’è anche da dire che soffre di una certa sovrapposizione con i programmi integrati di intervento
previsti dalla l.r. 22/1997, rispetto ai quali, tuttavia, conosce limiti più stringenti.
Le deliberazioni previste dagli articoli 4 e 5 sono relativamente più semplici, ed infatti sono state
complessivamente adottate o approvate 66 deliberazioni da parte dei 161 che hanno risposto (nel
dettaglio, 34 comuni hanno provveduto in merito all’articolo 4 e 32 in merito all’articolo 5, comuni
che per la maggior parte dei casi coincidono). Molto superiore è anche il numero complessivo dei
provvedimenti approvati, 41. Se si aggiungono le 35 deliberazioni che risultato dal database regionale
e non oggetto di comunicazione (17 relative all’articolo 4 e 18 all’articolo 5), si arriva ad un totale
complessivo di 107 deliberazioni per i complessivi 378 comuni del Lazio.
Se si vuole, si può comunque osservare che il ricorso alle deliberazioni è stato piuttosto limitato
nei comuni capoluoghi di provincia e in quelli maggiormente popolosi. Nei primi, solo Latina e
Viterbo hanno assunto le deliberazioni, e relativamente agli articoli 3, 4 e 5. Nei secondi,
considerando i cinque più popolosi, di cui al paragrafo 1, solo Latina e Guidonia Montecelio hanno
provveduto all’attuazione degli articoli 3, 4 e 5 (tutte solo adottate), ed estendendo ai primi 10 c’è
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da aggiungere solo Viterbo, che ha provveduto in merito all’articolo 5, e Pomezia che ha deliberato
sull’articolo 4 (entrambe solo adottate).
Gli interventi totali, richiesti o realizzati, in attuazione di tali deliberazioni non rappresentano
un dato significativo e rilevante nel panorama delle trasformazioni su scala regionale. Questo si spiega
con il numero complessivamente ridotto del ricorso alle deliberazioni, appena illustrato, con il fatto
che poche sono quelle approvate e dunque efficaci, e che l’approvazione è in molto casi assai recente,
per cui sono mancati i tempi, anche considerando l’emergenza sanitaria che ha interessato e tuttora
interessa il Paese intero, per darvi concreta attuazione da parte dei privati con gli interventi edilizi
da esse previsti. L’esiguità del numero complessivo (100 in totale) fa sì che risulta sostanzialmente
inutile procedere ad una loro disanima particolareggiata in quanto si tratta di un dato eccessivamente
parziale.
L’articolo 6, come era prevedibile visto che contempla interventi diretti realizzabili a prescindere
da una deliberazione comunale, è quello che ha avuto l’applicazione più estesa, sia come comuni in
cui ha trovato attuazione (67, corrispondente al 42% di quanti hanno risposto) sia come numero
complessivo degli interventi, 307, con 149 mutamenti di destinazione d’uso. Certo, anche qui, il dato
totale appare non percepibile rispetto all’ambito regionale di applicazione. Ciò che è possibile dire
è che l’intervento cui si è ricorso maggiormente è la demolizione e ricostruzione con aumento di
volume (62% dei casi totali), seguita dalla ristrutturazione (25% dei casi totali); nel 49% dei casi questi
interventi sono stati accompagnati dal cambio di destinazione d’uso. I dati assoluti di aumento delle
volumetrie o delle superficie non sono invece indicativi, data l’esiguità del numero globale.
Infine, l’articolo 9 non ha avuto nessuna applicazione concreta, sebbene la norma contempli
interventi che possono essere attuati in via diretta ed immediata, quindi senza preventive disposizioni
da parte del comune. Hanno risposto 13 comuni costieri sul totale di 24 della Regione Lazio.
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40. Castrocielo 82. Marta 122. Posta
41. Castro dei Volsci 83. Mazzano Romano 123. Riano
42. Cerveteri 84. Mentana 124. Rignano Flaminio
43. Cisterna di Latina 85. Micigliano 125. Rocca Priora
44. Civita Castellana 86. Montalto di Castro 126. Roccagorga
45. Civitella d’Agliano 87. Monte Compatri 127. Roiate
46. Collalto Sabino 88. Monte Romano 128. Roma
47. Colleferro 89. Monte San Giovanni 129. Ronciglione
48. Collepardo Campano 130. Roviano
49. Collevecchio 90. Montebuono 131. Sambuci
50. Colonna 91. Montefiascone 132. San Cesareo
51. Esperia 92. Monteflavio 133. San Felice Circeo
52. Fara in Sabina 93. Monterotondo 134. San Giorgio a Liri
53. Farnese 94. Montopoli di Sabina 135. San Polo dei Cavalieri
54. Fiano Romano 95. Moricone 136. San Vito Romano
55. Filettino 96. Morlupo 137. San Vittore del Lazio
56. Fiumicino 97. Morolo 138. Sant’Andrea
57. Fondi 98. Morro Reatino Garigliano
58. Fontana Liri 99. Nemi 139. Sant’Angelo Romano
59. Forano 100. Norma 140. Sant’Elia Fiumerapido
60. Frascati 101. Olevano Romano 141. Sant'Oreste
61. Frasso Sabino 102. Oriolo Romano 142. Segni
62. Frosinone 103. Orvinio 143. Serrone
63. Gallicano nel Lazio 104. Paliano 144. Sezze
64. Genazzano 105. Palombara Sabina 145. Sora
65. Genzano di Roma 106. Pastena 146. Soriano nel Cimino
66. Gradoli 107. Pescorocchiano 147. Spigno Saturnia
67. Greccio 108. Picinisco 148. Sutri
68. Grotte di Castro 109. Piedimonte S. 149. Tarano
69. Guarcino Germano 150. Tessennano
70. Guidonia Montecelio 110. Pignataro Interamna 151. Trevignano Romano
71. Ischia di Castro 111. Pisoniano 152. Trivigliano
72. Isola del Liri 112. Pofi 153. Tuscania
73. Itri 113. Poggio Bustone 154. Vallepietra
74. Ladispoli 114. Poggio Mirteto 155. Valmontone
75. Latina 115. Poggio Moiano 156. Vasanello
76. Lenola 116. Poggio San Lorenzo 157. Velletri
77. Leonessa 117. Poggio Catino 158. Vignanello
78. Lubriano 118. Pomezia 159. Viterbo
79. Manziana 119. Pontecorvo 160. Vitorchiano
80. Marcetelli 120. Ponza 161. Vivaro Romano
81. Marino 121. Ponzano Romano
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12. Elenco dei comuni che non hanno risposto al questionario ma di cui risultano in corso iter
di approvazione delle deliberazioni.
Di seguito, in ordine alfabetico, l’elenco dei comuni che non hanno restituito il questionario
inviato, ma che risultano avere in corso iter di approvazione delle deliberazioni di cui alla legge
7/2017:
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All. 1
Campodimele LT 1 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Cantalice RI 0 1 0 1 0 1 0 1 0 156 52 1.923 3
Castro dei Volsci FR 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Cisterna di Latina LT 1 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Colleferro RM 1 0 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Collepardo FR 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Fara in Sabina RI 1 0 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Gradoli VT 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Guidonia Montecelio RM 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Latina LT 1 0 19 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Lenola LT 1 0 6 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Monte Compatri RM 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Rocca Priora RM 0 1 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
San Felice Circeo LT 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Sant'Andrea Garigliano FR 0 1 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Sora FR 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Valmontone RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Viterbo VT 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
All. 2
dcc
COMUNE PR dcc adottate
approvate
interventi realizzati energetico sismico + vol + sul + abit
Amatrice RI 0 1 1 1 0 1 100 30 0
Bracciano RM 0 1 6 2 6 0 387,7 127,5 0
Calcata VT 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Campagnano di Roma RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Campodimele LT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Cantalice RI 0 1 2 0 1 1 240,6 65,3 0
Capena RM 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Castro dei Volsci FR 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Cerveteri RM 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Colleferro RM 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Collepardo FR 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Fara in Sabina RI 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Fiano Romano RM 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Fondi LT 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Frasso Sabino RI 0 1 1 0 0 1 0 21,6 1
Gradoli VT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Guidonia Montecelio RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Ladispoli RM 0 1 8 6 8 0 450 150 0
Latina LT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Lenola LT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Manziana RM 0 1 3 2 3 0 180 57 2
Mentana RM 0 1 9 9 9 9 0 0 0
Montalto di Castro VT 0 1 5 0 5 0 182,5 58,6 0
Monte Romano VT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Palombara Sabina RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Ponza LT 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Rocca Priora RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0
San Cesareo RM 0 1 0 0 0 0 0 0 0
San Felice Circeo LT 1 0 0 0 0 0 0 0 0
Sant'Andrea Garigliano FR 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Sora FR 0 1 0 0 0 0 0 0 0
Valmontone RM 0 1 2 0 2 0 120 40 0
All. 4