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Docente
Prof. Giuseppe Trombino
Collaboratori
Allievi
Francesco Acuto
Antonino Scaffidi Abbate
INDICE
1. Inquadramento territoriale.3
2. Contesto normativo del Piano.4
2.1 Inquadramento
normativo
nazionale
..4
2.2 Inquadramento normativo regionale...5
costitutivi
del
piano.7
3.3 Ipotesi
del
piano...8
3.4 Obiettivi del piano...
8
3.5 Strategia
del
piano...9
3.6 Zonizzazione. ....9
4. La variante al P.R.G.......15
4.1 Motivazioni
...15
4.2 Scelte urbanistiche e indirizzi.15
4.3 Strategia.
...16
4.4 Nuove
Z.T.O.
...
.17
5. Piani Attuativi....21
6. Valutazione Ambientale Strategica......25
2
6.1 Definizione..
...25
6.2 Inquadramento
normativo..
25
6.3 Procedura secondo il recente regolamento....26
6.4 Contenuti
del
rapporto
ambientale.
....29
1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Caccamo ricade nella provincia di Palermo e si raggiunge percorrendo l'autostrada A19 (PA-CT) ed uscendo
allo svincolo di Termini Imerese. Dista da Palermo e da Termini Imerese rispettivamente 50 Km. e 10 km. La
stazione ferroviaria di riferimento quella di Termini Imerese. Il centro abitato sito nella Valle del Fiume
San Leonardo, alle pendici del Monte San Calogero (Eurako), ad una altitudine di 521 mt. s.l.m., tra il fiume
San Leonardo ed il fiume Torto. Il territorio comunale ha una estensione di 18780 ettari e confina con i
comuni di Trabia, Termini Imerese, Sciara, Aliminusa, Montemaggiore Belsito, Roccapalumba, Ciminna,
Ventimiglia di Sicilia, Baucina, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Cerda, Sclafani Bagni ed Alia.
L'altimetria varia dalle aree di montagna con rilievi di altezza superiore a 1.000 metri s.l.m. quali Monte S.
Calogero e Pizzo Trigna, alle zone di alta e bassa collina. Le aree vallive si adagiano lungo i fiumi Torto e S.
Leonardo. Il territorio comunale, di notevole estensione, si estende dal Monte Rosamarina a Nord al Vallone
Rogiura a Sud, in prossimit dell'abitato di Alia, dal Pizzo della Trigna e da Cozzo Acquapietra, a breve
distanza da Ventimiglia ad Ovest, all'abitato di Montemaggiore Belsito ad Est
Figura 1.2 Mappa dei comuni confinanti. Fonte: Sito internet del Comune di Caccamo
P.T.C.
Strumenti di
Pianificazion
e
P.R.G.
Coordina e orienta le
attivit in determinate
parti del territorio
nazionale
Pianifica l'attivit
urbanistica sulla
totalit del territorio
comunale
Secondo quanto previsto dalla Legge n. 1150 del 1942 la pianificazione territoriale dovrebbe avvenire
secondo due livelli di pianificazione in scala gerarchica: il Piano Territoriale di Coordinamento e il Piano
Regolatore Generale. Il P.T.C. il livello di pianificazione apicale ed normato dagli art. 5 e 6 della stessa
legge, la sua formazione doveva essere compito del Ministero dei Lavori Pubblici (funzione soppressa
dall'articolo 53 decreto legislativo n. 112 del 1998 e demandata alle Regioni e agli enti locali con lart. 56) e
i suoi contenuti vengono descritti nel comma 2 dellart. 5 e in particolare stabilisce direttive da seguire nel
territorio considerato, in rapporto alle zone da riservare a speciali destinazioni ed a quelle soggette a speciali
vincoli o limitazioni di legge, alle localit da scegliere come sedi di nuovi nuclei edilizi o impianti di
particolare natura ed importanza e alla rete delle principali linee di comunicazione stradali, ferroviarie,
elettriche, navigabili esistenti e in programma. I l d.lgs. n. 267 del 2000 attribuisce alle province il compito di
produrre e adottare i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (quindi i P.T.C. riguardanti il territorio
della provincia descritti nellart.15 della legge n. 142 del 1990 e oggi abrogato) , la cui approvazione spetter
alle Regioni.
Il P.R.G. normato dagli art. 7, 8, 9, 10 e 11 della legge n. 1150 del 1942, successivamente modificati e
integrati dagli art. 1, 2, 3 e 4 della legge 765 del 1967, ed il livello intermedio di pianificazione tra quella
apicale e quella attuativa. Esso secondo quanto stabilito dallart. 7 della legge n. 1150 del 1942 (che
corrisponde allart. 1 della l. n. 765 del 1967) deve indicare per tutto il territorio comunale:
1) la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti;
2) la divisione in zone del territorio comunale con la precisazione delle zone destinate allespansione
dellaggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona;
3) le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servit;
4) le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico nonch ad opere ed impianti di interesse collettivo
o sociale;
5) i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico;
6) le norme per lattuazione del piano.
Lart. 8 della l. n. 1150 del 1942 e s.m.i. prevede lobbligo di tutti i comuni a provvedere alla formazione dei
P.R.G. mentre nellart.9 e 10 vengono descritte le procedure per la pubblicazione e lapprovazione di tali
Piani, compito che spetterebbe al Ministero dei Lavori Pubblici (in Sicilia lapprovazione di competenza
5
regionale). Infine nellart. 11 si stabilisce che i P.R.G. possano avere durata a tempo indeterminato, sebbene a
5 anni dallapprovazione i vincoli sulle espropriazioni e sullinedificabilit perderanno validit se non si sar
provveduto allapprovazione dei piani particolareggiati e di attuazione che riguardano tali vincoli.
Bisogna aggiungere che con il D.M. n.1444 del 1968 si provveduto con 8 articoli alla definizione delle
Zone Territoriali Omogenee, alla definizione degli standard urbanistici e alle limitazioni che ciascuna zona
deve avere per quanto riguarda densit territoriale, altezza degli edifici e distanza tra di essi, contenuti che
tutti i P.R.G. sono tenuti a riportare e rispettare.
pubblicate sia per il P.R.G. vigente, sia per la Variante del 2011.
Le Norme Tecniche dAttuazione sono linsieme di disposizioni o regole destinate a disciplinare
lattuazione del piano urbanistico, che si sostanziano in norme permissive o di divieto o nellindicazione di
procedimenti da seguire nellattuazione del Piano, quindi le regole locali, le prescrizioni, i limiti, i parametri
edilizi e urbanistici, gli standard, le procedure di attuazione e contengono la disciplina delle zone omogenee
in cui suddiviso il territorio e le relative densit fondiarie e territoriali. Esse sono espressamente previste
nei P.R.G. come elemento essenziale dallart. 7 comm. 2 e 6 della legge n 1150/42
Il Regolamento Edilizio lo strumento urbanistico che norma a livello comunale le modalit costruttive
della edificazione, garantendo il rispetto delle normative tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e
vivibilit degli immobili e delle pertinenze degli stessi, ha quindi obiettivo dinteresse prevalentemente
pubblico. Definisce i parametri edilizi ed il loro criterio di misurazione, le regole per la presentazione delle
istanze di permesso di costruire o per il deposito della denuncia di inizio attivit, quelle per la composizione
7
aspetti come la viabilit e il commercio esistente, e sperando di poter risollevare leconomia del paese
attraverso uno sviluppo del turismo che fino a quel momento mancato.
lindividuazione
della
configurazione
urbanistica
pi
rispondente
al
naturale
evolversi
Rosamarina e allagriturismo;
potenziamento delle strutture ricettive;
miglioramento della viabilit pubblica;
potenziamento delle attivit produttive agricole e artigianali.
lesclusione di nuove costruzioni nel centro abitato, la conservazione delle zone A, limitando le
nuove costruzioni nelle zone B ed escludendo tre delle cinque zone C previste nel primo Schema di
Massima;
la previsione di zone C5 per ledificazione turistico-ricettiva in contrada San Vito e nella frazione
parcheggi pubblici;
il potenziamento delle attivit produttive agricole e artigianali prevedendo una zona per gli
insediamenti produttivi, un foro boario, un mattatoio intercomunale, e tutti i servizi connessi e i
relativi parcheggi;
valorizzazione delle potenzialit naturali e ambientali riguardo alla presenza del lago Rosamarina e
allagriturismo. Si ipotizza luso delle acque del lago per scopi irrigui, lindividuazione di un
percorso che offra al turista immagini di grande pregio paesaggistico, il completamento della fascia
di rimboschimento sul perimetro del lago e leventualit di creare un piccolo insediamento ricettivo
3.6 Zonizzazione
9
Basandosi sui dati ISTAT aggiornati riguardanti gli abitanti residenti nel Comune, i progettisti hanno
formulato nuove previsioni in ordine alleventuale fabbisogno di nuove case e in base a quanto emerso dalle
proiezioni e dai conteggi effettuati in ordine alla popolazione futura ed al fabbisogno edilizio del comune,
considerando il volume edilizio esistente e quello nuovo gi realizzato in quegli anni , risultava un esubero
della cubatura esistente rispetto a quanto necessario per il futuro.
In considerazione di quanto detto, la rielaborazione del Piano Regolatore Generale ha giustificatamente
eliminato la previsione di nuove Zone C di espansione, restando comunque salve:
- la Sottozona C1 (Piani di lottizzazione gi approvati e convenzionati);
- la Sottozona C5 (Aree per ledificazione edilizia a destinazione ricettiva e residenza stagionale a bassa
densit).
La Sottozona C1, con una estensione di ha.5,5812, dovr necessariamente essere prevista, in quanto
recepisce i Piani di lottizzazione trasmessi dallAmministrazione Comunale, approvati e convenzionati.
La Sottozona C5 viene prevista, in quanto la relativa attivit edilizia realizzabile non legata alle
proiezioni riguardanti la popolazione. Obbedisce, invece, ad unottica che tiene conto dellattivit turistica e
ricettiva e ad eventuali sviluppi futuri in materia.
La Sottozona C5, a bassa densit, con una estensione di ha.3,6181, stata ubicata, nella C.da S.Vito, in
prossimit della Sottozona C1, in modo da costituire, per quanto possibile, tessuto connettivo in grado di
cucire allabitato i piani di lottizzazione trasmessi dallAmministrazione Comunale, redatti in base al PRG
precedente, episodici e slegati dal contesto. Inoltre, stata prevista, con una estensione di ha.3,4062, nella
Frazione S.Giovanni Li Greci, dove era in incremento il turismo stagionale.
Gli interventi in Zona C5 potranno aver luogo soltanto con piani urbanistici attuativi esecutivi di iniziativa
privata (piani di lottizzazione).
.
Zona D Attivit produttive
Ha una superficie totale di ha.16,4526 ed individua l'area destinata alle attivit produttive non agricole.
In essa ammessa la destinazione d'uso industriale, artigianale, commerciale e servizi connessi.
La zona D divisa in due sottozone:
- D1: ha una superficie complessiva di ha. 5,6776 ed individua le attivit produttive industriali;
- D2: ha una superficie complessiva di ha. 12,1940 ed individua il P.I.P. (Piano degli Insediamenti
Produttivi), previsto dal Piano Regolatore Generale.
Zone E - Verde agricolo
Comprendono le parti di territorio destinate all'agricoltura.
In esse sono consentiti solo costruzioni a servizio dell'agricoltura e limitatamente alla conduzione dei fondi.
E' vietata la costruzione di edifici e manufatti di qualsiasi tipo nelle adiacenze, o comunque a distanza
inferiore a 100 metri, degli edifici o complessi edificati, individuati nella tavola grafica in scala 1/10.000 e
definite "Emergenze a carattere monumentale ed ambientale nel territorio di Caccamo".
12
Nelle restanti aree, nei limiti fissati dall'art. 22 della L.R. n.71/78, sono consentite:
1. - Residenze degli operatori agricoli
2. - Costruzioni a servizio delle attivit agricole
3. - Impianti e manufatti edilizi destinati alla lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli.
La densit edilizia fondiaria di 0,03 mc/mq. L'edificazione ammessa previo rilascio di singola
concessione.
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Computo delle zone omogenee previste. Fonte: Relazione Generale del P.R.G. di Caccamo
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Figura 1.3 - Tavola G2 del P.R.G. di Caccamo Planimetria di progetto del centro abitato.
Fonte: Sito web del comune di Caccamo
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4. LA VARIANTE AL P.R.G.
4.1 Motivazioni
A un anno dallapprovazione del P.R.G. vigente, il comune ha dato incarico per la progettazione di varianti al
Piano Regolatore stesso. La decisione del Comune di Caccamo di procedere alla redazione di dette varianti
origina dalla necessit di pervenire ad utili indicazioni ai fini della pi opportuna regolamentazione di aree
territoriali di cruciale importanza dal punto di vista paesaggistico, turistico, residenziale e agricolospecialistico, e pi precisamente:
- area territoriale lago Rosamarina lato Est;
- area territoriale Cangemi;
- area territoriale S. Giovanni Li Greci;
- area territoriale S. Vito.
Infatti per le suddette aree vi erano state una serie di osservazioni e opposizioni al Piano e in particolare:
1. La non condivisione della previsione di zona C5 (ricettiva e stagionale) e aree per pubblici servizi in
unampia area della c.da San Giovanni Li Greci intensamente coltivata ad ortaggi e agrumi;
2. La non condivisione della previsione di zona C5 (ricettiva e stagionale) nella c.da San Vito, in quanto area
a vocazione residenziale stabile, poco adatta a insediamenti turistico-ricettivi;
3. Proposte per la previsione, nellambito del contesto territoriale del lago Rosamarina, di zone turistico
ricettive e a villeggiatura, come volano per la possibile ripresa economica del Comune di Caccamo.
Le tre questioni sopra elencate venivano tutte accolte sia dai progettisti che dal Consiglio Comunale, dal
Servizio 3/D.R.U. in sede di proposta di parere, ed infine dal C.R.U.
riconsiderazione delle questioni attinenti la popolazione prevista, la nuova cartografia digitalizzata in scala
1:10.000, che fornisce una restituzione del territorio pi aggiornata e aderente alla realt, e la pubblicazione
dei due Piani Stralcio di Bacino per lAssetto Idrogeologico (P.A.I.) dei fiumi San Leonardo e Torto, che
interessano il territorio comunale.
4.3 Strategia
I nuovi dati ISTAT e le proiezioni portano questa volta a considerare un lieve incremento nel tempo della
popolazione, pertanto ci si potr permettere una certa attivit edilizia.
Per quanto riguarda le aree ricadenti nel versante orientale del lago Rosamarina, la scelta urbanistica si basa
sulla previsione di aree per edilizia turistico alberghiera, a bassa densit volumetrica e insediativa, dislocate
nelle parti pi vicine al lago, fermo restando il rispetto delle fasce di inedificabilit e di salvaguardia imposte
dalla normativa vigente, e di edilizia residenziale stagionale nelle aree pi a monte, anche in questo caso con
bassa densit e insediamenti radi.
Nellarea territoriale di San Giovanni Li Greci, caratterizzata da coltivazioni intensive specialistiche irrigue e
da edilizia sparsa ad uso dei proprietari/conduttori dei fondi, stata attentamente considerata la propensione
da parte dei residenti a mantenere un profondo radicamento ai propri luoghi di vita e di lavoro agricolo.
Questa condizione, assieme alla elevata frammentazione proprietaria, ha condotto verso una normativa di
Piano in grado di assecondare e favorire nel futuro la permanenza degli abitanti e delle nuove generazioni e
soprattutto degli usi agricoli caratterizzanti. Il progetto individua pertanto una Z.T.O. B4 in piccole aree,
rispondenti alla soglia minima in cui attivare azioni di riordino e completamento edilizio.
Il progetto individua anche una pi ampia Z.T.O. C3 caratterizzata da aree agricole specialistiche ad
elevata frammentazione proprietaria con vocazione stanziale a bassa densit, rispondenti alle caratteristiche
delle zone E, in quanto, fermo restando il carattere agricolo delle stesse, il frazionamento della propriet
richiede insediamenti da considerarsi come zone C.
Le eventuali realizzazioni residenziali che potranno verificarsi vanno considerate alla stessa stregua delle
analoghe azioni caratteristiche delle zone E, la relativa densit fondiaria ammissibile, peraltro molto bassa
(0,25 mc./mq.) logicamente relazionata alla elevata frammentazione proprietaria.
Relativamente allarea territoriale di S. Vito la variante, conferma che detta area non sia adatta ad
insediamenti turistico ricettivi, bens vocata a costituire la sede naturale per quei necessari, limitati,
incrementi del costruito.
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ZONA C2.1: edilizia stagionale a bassa densit sul versante orientale del lago Rosamarina. Nella zona
C2.1, estesa complessivamente per ha 194,85, la relativa attivit edilizia realizzabile non legata alle
proiezioni riguardanti la popolazione residente nel centro urbano consolidato e nelle sue espansioni ad
edilizia residenziale stabile. E' riferibile, invece, ad un'ottica che tiene conto della propensione alla
villeggiatura estiva, anche da parte degli abitanti dei comuni vicini, e dei possibili sviluppi in ambito
turistico. E' possibile intervenire con singola concessione edilizia diretta, previa dimostrazione, tramite
elaborato planivolumetrico particolareggiato, delle esistenza delle indispensabili opere di urbanizzazione
primaria. Lindice di fabbricabilit fondiaria massima di 0,20 mc./mq.
ZONA C2.2: edilizia stagionale a bassa densit in c.da Cangemi. Estesa complessivamente ha 86,87.
Anche in questo caso la relativa attivit edilizia realizzabile nelle aree ancora libere, non legata alle
proiezioni riguardanti la popolazione residente nel centro urbano consolidato e nelle sue espansioni ad
edilizia residenziale stabile. E' possibile intervenire con singola concessione edilizia diretta, previa
dimostrazione tramite elaborato planivolumetrico particolareggiato delle esistenza delle indispensabili
opere di urbanizzazione primaria. Sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, opere
interne, di ristrutturazione edilizia, demolizione e nuova edificazione per singole case unifamiliari isolate, nel
rispetto delle norme antisismiche. Lindice di fabbricabilit fondiaria massima di 0,20 mc./mq.
ZONA C3: aree agricole specialistiche ad elevata frammentazione proprietaria con vocazione stanziale a
bassa densit nella c.da San Giovanni Li Greci. Si tratta di aree in cui, secondo il dettato della lett. E, art. 2
D.I. 02.04.1968 n. 1444, fermo restando il carattere agricolo delle stesse, il frazionamento della propriet
richiede insediamenti da considerarsi come zone C.
In dette aree, estese complessivamente ha 238,84, caratterizzate da coltivazioni intensive specialistiche
irrigue (in particolare orti e agrumeti) e da edilizia sparsa ad uso dei proprietari/conduttori dei fondi
Gli interventi ammessi riguardano:
- le nuove costruzioni, secondo criteri minuziosamente normati;
- la manutenzione ordinaria;
- la manutenzione straordinaria;
- la ristrutturazione edilizia;
- la demolizione e la ricostruzione di fabbricati nei limiti della cubatura consentita.
E' possibile intervenire con singola concessione edilizia diretta, previa dimostrazione, tramite elaborato
planivolumetrico particolareggiato, delle esistenza delle indispensabili opere di urbanizzazione primaria.
Lindice di fabbricabilit fondiaria massima di 0,25 mc./mq.
ZONA D3: aree per attivit turistico ricettive sul versante orientale del lago Rosamarina In dette aree,
estese complessivamente ha 46,37, possono essere localizzate iniziative edificatorie con destinazioni d'uso di
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attrezzature turistiche come alberghi, pensioni, campeggi, villaggi turistici e attivit funzionali alla specifica
localizzazione turistico-alberghiera. Gli interventi potranno avere luogo soltanto attraverso piani urbanistici
esecutivi di iniziativa privata (piani di lottizzazione), ai sensi degli artt. 14 e 15 della L.R. 27.12.1978 n. 71,
ovvero piani particolareggiati di iniziativa pubblica. Lindice di fabbricabilit fondiaria massima di 0,30
mc./mq.
Computo delle zone omogenee previste. Fonte: Relazione Generale della variante al P.R.G. di Caccamo
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Figura 1.4 - Tavola G3V del P.R.G. di Caccamo progetto di variante: Area San Giovanni Li Greci con
suddivisione in zone omogenee Fonte: Sito web del comune di Caccamo
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5. PIANI ATTUATIVI
Piani di Lottizzazione
I Piani di Lottizzazione sono degli strumenti urbanistici che si realizzano per urbanizzare nuove aree e
completare ledificazione nelle zone di espansione, vengono approvati dal consiglio comunale su richiesta
della parte interessata, generalmente i privati, proprietari di tali aree. In Sicilia ci si attiene alla L.R. n.
71/1978 per quanto riguarda i contenuti di tali piani e la loro approvazione. In particolare lart. 9 elenca i
contenuti che il piano deve possedere, tra cui ricordiamo mappa dellarea soggetta a lottizzazione, con
evidenziati i singoli lotti, laltimetria, le particelle catastali e lelenco dei relativi proprietari, lindicazione
della rete viaria con dati altimetrici e allineamenti, spazi di sosta e parcheggio, progettazione di massima
delle reti fognarie, idriche, distribuzione dellenergia elettrica, gas e pubblica illuminazione, indicazione
degli spazi per le attrezzature di interesse pubblico, degli edifici destinati a demolizione o restauro, e deve
essere correlato da norme tecniche di attuazione ed eventuali prescrizioni speciali. Lart. 12 stabilisce che
lapprovazione di tali piani compito dei comuni attraverso delibera consiliare.
Per la sua attuazione deve stipularsi una convenzione in cui i lottizzandi si impegnano a cedere gratuitamente
le aree per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed a corrispondere gli oneri per
la realizzazione completa dell' urbanizzazione primaria e parte della secondaria.
Il Comune di Caccamo prevede nellattuale zona C 1.1 n. 8 piani di lottizzazione trasmessi
dallAmministrazione Comunale, redatti in base al PRG precedente, gi approvati e convenzionati:
P.L.n.1 Contrada San Vito. Approvato con Delibera C.C. n.214 del 29.11.1991
P.L.n.2 Costa del Carmine. Approvato con Delibera C.C. n.114 del 06.10.1992
P.L.n.3 San Vito. Approvato con Delibera C.C. n.111/1998
P.L.n.4 San Vito Approvato con Delibera C.C. n. 61 del 12.05.1989
P.L.n.5 San Vito Approvato con Delibera C.C. n. 77 del 26.05.1989
P.L.n.6 San Vito Approvato con Delibera C.C. n.141del 27.07.1988
P.L.n.7 San Vito Approvato con Delibera C.C. n. 26 del 20.02.1991
P.L.n.8 San Vito Approvato con Delibera C.C. n. 22 del 24.02.1989
Piano di Recupero dei quartieri Rabbato e Terranova
Il comune di Caccamo si dotato di un piano di recupero relativo ai quartieri Rabbato e Terranova del
Centro Storico. Il Piano di recupero uno strumento che, come il Piano particolareggiato, a cui
assimilabile, serve ad attuare le previsioni di un piano urbanistico generale ed previsto dall'art. 28 della L.
n. 457/1978. Il Piano precisa la disciplina per recuperare gli immobili, i complessi edilizi, gli isolati e le aree
compresi nelle zone di recupero, individuando allo scopo le tipologie d'intervento edilizio e le unit minime
d'intervento. Il piano di recupero adottato ed approvato dal Comune e trasmesso all'Assessorato regionale
del territorio secondo quanto stabilito dallart. 55 della L.R. n. 71/1978. Secondo tale articolo la delibera
diviene esecutiva se, entro il termine di trenta giorni dal ricevimento, l'Assessore regionale per il territorio e
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l'ambiente non adotta alcuna determinazione, e nel caso il Piano riguardi un centro storico ci si attiene allart.
12 della stessa Legge Regionale, che prevede per i piani attuativi lapprovazione con decreto dello stesso
Assessore entro 4 mesi dalla loro presentazione.
Il Piano pu essere proposto d'iniziativa privata e viene attuato dai proprietari singoli o riuniti in consorzio,
in particolari casi anche dal Comune.
In particolare, il Piano di Recupero in questione, interessa un'area del centro storico di Caccamo ricadente
all'interno della perimetrazione di zona "A1" della Revisione Integrale del P.R.G. e approfondisce la
previsione di interventi rivolti alla conservazione, al risanamento, alla ricostruzione ed alla migliore
utilizzazione del patrimonio edilizio esistente nonch lindividuazione dei pi opportuni sistemi di
riqualificazione della residenza e la previsione di servizi alla scala di quartiere e di vicinato. Inoltre sono
previste nuove costruzioni ammissibili nelle aree libere assicurandone linserimento nell ambiente
circostante rispettandone la tipologia e le caratteristiche.
Il Piano comprende una parte analitica, finalizzata alla conoscenza e registrazione dei dati caratterizzanti
l'area nelle sue componenti urbanistico-edilizie e insediative, quali: condizioni duso al piano terra, valori
ambientali, architettonici e monumentali, consistenza volumetrica del numero dei piani utili, soprastrutture,
condizioni igieniche, condizioni statiche, stato della propriet e condizioni di occupazione; e ovviamente una
parte progettuale basata su norme tecniche dattuazione distinte su tre livelli: norme di carattere generale,
norme che regolano gli interventi e norme particolari relative a singole unit.
Cos per come pubblicato sul sito internet del comune di Caccamo il piano composto da una relazione
illustrativa, le norme tecniche dattuazione, lindividuazione delle propriet soggette a esproprio, 42 schede
di isolato, dove per ogni singola unit edilizia si pu trovare una descrizione e le norme dintervento, e 14
tavole grafiche riguardanti inquadramento, superfici coperte e volumetria, individuazione delle unit edilizie,
uso dei piani terra, stato delle propriet, condizioni degli edifici, numero di elevazioni, valori ambientali,
pavimentazione e riassuntive
La relazione illustrativa riporta la descrizione dellarea di recupero, le linee generali dintervento, le attivit
non compatibili, le attrezzature previste, previsioni sul commercio, lindividuazione dei soggetti attuatori e
inoltre unanalisi delle condizioni abitative e sulla popolazione prevedibile, stimando la presenza di 699
stanze utilizzate da 562 abitanti e 247 stanze non utilizzate, e prevedendo a piano attuato, un incremento di
228 abitanti, portando a un totale di 790 abitanti che si insedieranno che una densit territoriale di 202,5
abitanti per ettaro, riferita a una superficie di 3,9 ettari e quindi da ritenersi equilibrata per unarea di centro
storico.
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Figura 1.5 - Tavola 9 del Piano di Recupero Sintesi dei diversi parametri di analisi Fonte: Sito web del
comune di Caccamo
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Figura 1.6 - Mappa Catastale con indicazione degli edifici da espropriare Fonte: Sito web del comune di
Caccamo
Figura 1.7 - Mappa Catastale con indicazione dei terreni da espropriare Fonte: Sito web del comune di
Caccamo
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comunitaria, tanto che la stessa Comunit Europea finir per aprire una procedura di infrazione nei confronti
dello Stato italiano per il mancato recepimento della Direttiva europea che si concluder con la condanna da
parte della Corte di giustizia europea.
A seguito di tutto ci venne emanato il Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008, n. 4, Ulteriori disposizioni
correttive ed integrative del Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale,
il quale nel 1 comma dellart. 35 obbliga le Regioni a uniformare il proprio ordinamento alle disposizioni
dello stesso Decreto entro un anno.
In Sicilia successivamente venne emanata la L.R. 14 maggio 2009
disposizioni in materia di valutazione ambientale strategica e infine con la Deliberazione n.119 del 6 giugno
2014 la Giunta Regionale ha approvato il Regolamento della Valutazione Ambientale Strategica prodotto
dallAssessorato Regionale del Territorio e dellambiente nel marzo del 2014, per le attuali procedure di VAS
in Sicilia ci si pu pertanto riferire a questultimo regolamento, in attesa del relativo Decreto Presidenziale.
informatico ovvero, nei casi di particolare difficolt di ordine tecnico, anche su supporto cartaceo, un
rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati
necessari alla verifica degli impatti significativi sullambiente dellattuazione del piano o programma
facendo riferimento ai criteri dellallegato I del d. lgs. n. 152/2006. Lautorit competente, sentita lautorit
procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento
preliminare per acquisirne il parere. Il parere inviato entro trenta giorni allautorit competente ed
allautorit procedente. Salvo quanto diversamente concordato dallautorit competente con lautorit
procedente, lautorit competente, sulla base degli elementi di cui allallegato I del d. lgs. n. 152/2006 e
tenuto conto delle osservazioni pervenute, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi
sullambiente. Lautorit competente, sentita lautorit procedente, tenuto conto dei contributi pervenuti,
entro novanta giorni dalla trasmissione, emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il
piano o il programma dalla valutazione e nel caso, definendo le necessarie prestazioni. Il risultato della
verifica di assoggettabilit, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico. La verifica di
assoggettabilit a VAS ovvero la VAS relative a modifiche a piani e programmi ovvero a strumenti attuativi
di piani o programmi gi sottoposti positivamente alla verifica di assoggettabilit o alla VAS si limita ai soli
impatti significativi sullambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti
normativamente sovraordinati
b) l'elaborazione del Rapporto ambientale (Art.9);
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Sulla base di un rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell'attuazione del piano o
programma, il proponente e/o l'autorit procedente entrano in consultazione, sin dai momenti preliminari
dell'attivit di elaborazione di piani e programmi, con l'autorit competente e gli altri soggetti competenti in
materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel
Rapporto ambientale. La consultazione, salvo quanto diversamente concordato, si conclude entro novanta
giorni dall invio del rapporto preliminare. La redazione del Rapporto ambientale spetta al proponente o
all'autorit procedente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il rapporto ambientale
costituisce parte integrante del piano o del programma e ne accompagna l'intero processo di elaborazione ed
approvazione.
Nel Rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che
l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale,
nonch le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito
territoriale del piano o del programma stesso.
Le informazioni da fornire nel rapporto ambientale a tale scopo, nei limiti in cui possono essere
ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei
contenuti e dei livelli di dettaglio del piano o programma, sono riportate nellallegato VI al d. lgs. n.
152/2006. Il Rapporto ambientale d atto della consultazione ed evidenzia come sono stati presi in
considerazione i contributi pervenuti. Per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se
pertinenti, approfondimenti gi effettuati ed informazioni ottenute nellambito di altri livelli decisionali o
altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative.
La proposta di piano o programma, entro i quindici giorni successivi al ricevimento, comunicata, a cura del
responsabile del procedimento, anche secondo modalit concordate, allautorit competente. La
comunicazione comprende il rapporto ambientale e una sintesi non tecnica dello stesso. Dalla data di
pubblicazione dellavviso, decorrono i tempi dellesame istruttorio e della valutazione. La proposta di piano
o programma ed il rapporto ambientale sono altres messi a disposizione dei soggetti competenti in materia
ambientale e del pubblico interessato.
c) lo svolgimento di Consultazioni (Art. 10);
Lautorit procedente cura la pubblicazione di un avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana o
nel Bollettino Ufficiale della regione o provincia autonoma interessata. Lavviso deve contenere:
il titolo della proposta di piano o di programma;
il proponente;
l'autorit procedente;
l'indicazione delle sedi ove pu essere presa visione del piano o programma e del rapporto ambientale e
delle sedi dove si pu consultare la sintesi non tecnica.
L'autorit competente e l'autorit procedente mettono, altres, a disposizione del pubblico la proposta di
piano o programma ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione
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sul proprio sito web. Entro il termine di sessanta (60) giorni dalla pubblicazione dell'avviso, chiunque pu
prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie
osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Le procedure di deposito,
pubblicit e partecipazione, disposte ai sensi delle vigenti disposizioni per specifici piani e programmi, sono
coordinate al fine di evitare duplicazioni.
d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni (Art.11);
L'autorit competente, in collaborazione con l'autorit procedente, svolge le attivit tecnico-istruttorie,
acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonch le osservazioni, obiezioni e suggerimenti ed
esprime il proprio parere motivato entro il termine di novanta (90) giorni a decorrere dalla scadenza di tutti i
termini.
L'autorit procedente, in collaborazione con l'autorit competente, provvede, ove necessario, alla revisione
del piano o programma alla luce del parere motivato espresso prima della presentazione del piano o
programma per l'adozione o approvazione.
e) la Decisione (Art.12);
Il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione
acquisita nell'ambito della consultazione, trasmesso all'organo competente all'adozione o approvazione del
piano o programma.
f) lInformazione sulla decisione (Art.13);
La decisione finale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana con lindicazione della sede
ove si possa prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto
dellistruttoria. Sono inoltre rese pubbliche, anche attraverso la pubblicazione sui siti web delle autorit
interessate:
- il parere motivato espresso dallautorit competente;
- una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate
nel piano o programma e come si tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni,
nonch le ragioni per le quali stato scelto il piano o programma adottato, alla luce delle alternative possibili
che erano state individuate;
- le misure adottate in merito al monitoraggio.
g) il Monitoraggio (Art.14);
Il monitoraggio assicura:
- il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi
approvati
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- la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilit prefissati, cos da individuare tempestivamente
gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio effettuato con il
supporto degli enti e degli organismi pubblici competenti per le rilevazioni ambientali.
Il piano o programma individua le responsabilit e la sussistenza delle le risorse necessarie per la
realizzazione e gestione del monitoraggio. Le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio sono tenute in
conto nel caso di eventuali modifiche al piano o programma e comunque sempre incluse nel quadro
conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione.
culturali
paesaggistiche
significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare
quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate
come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di
importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora e della fauna selvatica, nonch i
territori con produzioni agricole di particolare qualit e tipicit, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo
18 maggio 2001, n. 228;
e) obiettivi di protezione ambientale
stabiliti
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si tenuto conto
di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversit, la popolazione, la
salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti
fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi,
sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo pi completo possibile gli eventuali
impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;
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h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come ' stata effettuata
la valutazione, nonch le eventuali difficolt incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficolt derivanti
dalla novit dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo
significativi
degli
impatti
ambientali
modalit di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti,
la periodicit della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure
correttive da adottare;
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
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