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L'invasione persiana e greca del subcontinente indiano ( VI-VII sec.

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L'invasione persiana interess l'area compresa tra l'Afghanistan centrale e il Pakistan, dove si instaur il regno di Dario il Grande nel 520 a.c. La Dinastia Persiana degli Achmenidi inizi quella che potremmo chiamare l'ideologia dell'impero universale, che comprendeva la Mesopotamia, l'altopiano iranico e la valle dell'Indo, grazie a sovrani come Ciro, Cambise e Dario il Grande. Dal canto loro, i Greci misero in piedi un'egemonia politica di un regno, capitanata dalla Macedonia di Filippo II, che intendeva conquistare l'impero persiano, finch Alessandro Magno, nel maggio del 327 varc i confini dell'Hindukush (Asia centrale e Afghanistan). 1. Nel VI secolo assistiamo all'urbanizzazione della vallata indo-gangetica grazie alla creazione di un sistema di piccole industrie premoderne. Il cambiamento economico che caratterizz il sistema fu l'entrata in vige di un'economia monetaria, basata sulla circolazione di monete di argento e rame grazie al lavoro artigianale; la nascita di un sistema di tassazione che prevedeva che le donazioni alle classi dominanti diventassero obbligatorie e ricorrenti; il cambiamento del mondo agricolo, che vedeva la presenza di agiati proprietari terrieri residenti in citt e la crescita di traffici commerciali. La popolazione del subcontinente fu segnata anche da un mutamento sociale alla nascita dei primi stati; questo il periodo in cui si assiste al passaggio dalla societ tribale alla societ castale, caratterizzata appunto dalle caste, nate come strumento di cooperazione economica, erano dei gruppi sociali gerarchici, detti jati, separati fra loro dall'endogamia e dalla commensalit. La casta pi discriminata era quella degli Shudra, i servi, che erano tuttalpi coltivatori, e sub in seguito il marchio di fuoricasta e di intoccabilit. Non manc lo sviluppo politico nel 600 a.c che interess la zona del Nord dell'India, segnato dalla nascita di monarchie e repubbliche, inizialmente concentrate nella pianura indogangetica e nel Punjab. Il potere amministrativo fu conferito ad assemblee di capo-famiglie di clan e rappresentanti di trib,dettiraja, nelle quali si votava; da tenere presente il carattere aristocratico del potere amministrativo, dato che le assemblee erano limitate ad un pubblico ricco. La figura del monarca, a capo della monarchia, aveva caratteristiche divine sancite dall'ideologia brahmanica. Una monarchia importante fu quella di Magadha che si distinse per la vittoria sulla confederazione dei Vrijis nel V sec. a.c e per la conseguente egemonia nella vallata gangetica a opera di Bimbisara, monarca di vedute politiche espansive, a cui succedette il figlio Ajatashatru, che si fece usurpare il trono dai Nanda nel 321 a.c, appartenenti all'ordine varnico degli Shudra. La popolazione sub un forte mutamento culturale; infatti grazie all'espansione dei traffici commerciali, si svilupp la scrittura, e il sanscrito venne a configurarsi come lingua d'lite, adoperata da brahmani e dotti, ma al suo fianco si andavano facendo strada i vari pracriti. Importanti furono gli sviluppi a livello religoso-filosofico: nei Veda ora si vedeva il significato profondo della vita, dopo essere stati isolati per secoli, e come conseguenza all'insoddisfazione del ritualismo e dei sacrifici, si ha la nascita di nuovi correnti filosofiche, incentrate soprattutto su commenti/riferimenti alla preesistente cultura vedica; si svilupparono cos due correnti totalmente diverse, il Jainismo e il Buddhismo. I commentari erano rappresentati dalle Upanishad, trattati in prosa che

commentavano i Veda, chiamati anche Vedanta, cio fine dei Veda; in essi ci sono molti aspetti dell'induismo maturo e l'etica che propone la ricerca della verit, della conoscenza e della meditazione. Il fine principale dei Vedanta conoscere il segreto dell'identit e della relazione tra Atman e Brahman, dato che gli esseri viventi partecipano alla vita cosmica. Caratteristica la teoria dell'inutilit dell'agire, secondo cui l'azione non ha peso poich l'anima comunque torna all'anima universale, cosa che non interess la sfera religiosa dei brahmani, sempre pi dediti ai doveri terreni all'acquisizione del potere politico; la loro vita era fondamentalmente divisa in quattro fasi: l'istruzione, l'opera nel mondo, la vita da capofamiglia e il ritiro spirituale che prevede il distacco dal mondo. Le forme di pensiero religioso erano accomunate dalla credenza della reincarnazione, dovuta a un pessimismo metafisico, dalla concezione ciclica della vita, che samsara e procura dolore. Le dottrine che seguirono queste concezioni furono dette ereticali,ed erano sostanzialmente quelle del Buddhismo, del Jainismo e degli Ajvika; quest'ultimi seguivano l'insegnante Makkhali Gosala, il quale affermava la completa indipendenza delle rinascite dalle azioni. Il Buddhismo fu inaugurato da Siddharta Gautama, detto il Buddha,l'Illuminato; questo movimento religioso affermava l'importanza delle quattro nobili verit: la vita dolore, il dolore conseguenza del desiderio, il dolore eliminabile con l'estinzione del desiderio, il desiderio si elimina con il nobile ottuplice sentiero: retta visione,decisione,eloquio,condotta,stile di vita,sforzo,attenzione,concentrazione. Per il Buddhismo l'origine del dolore il desiderio che crea illusione; facendo riferimento alla dottrina della reincarnazione, la vita seguente influenzata da quella precedente, e per interrompere questo atroce processo bisogna estinguere il desiderio fino a raggiungere il Nirvana, la fine dell'esistenza dell'io individuale, e la suprema beatitudine. Il Jainismo, invece, fu inaugurato da Mahavira, il Conquistatore da jina; anch'esso caratterizzato dalla concezione reincarnatrice della vita e dalla teoria del karma, mira all'estinzione fisica dell'uomo, dato che la vita sostanzialmente tragedia e l'anima legata costantemente alla materia, l'uomo non pu che ritirarsi in ascesi e perseguire la via dell'estinzione. Mahavira faceva parte del clan guerriero dei Jnatrika, a trent'anni lascio la famiglia per ritirarsi in ascesi, finch a 42 anni raggiunse l'illuminazione; egli predicava la volontaria rinuncia a qualsiasi cibo e l'assoluta non violenza (aimsha) sulla vita, poich tutto ha un'anima; esiste una scala gerarchica delle entit al cui vertice c' l'uomo, per autocoscienza ed intelligenza. Nacquero degli ordini monastici jainisti e buddhisti, veri e propri intellettuali che scrissero testi in prosa nella lingua sanscrita, pracrita, quindi dei vernacoli indiani, soprattutto del gujarati. L'apporto culturale di questo periodo fu immenso: nacquero biblioteche e l'insegnamento morale divenne una costante, era la tipica moralit borghese, caratterizzata dall'amore per il lavoro, mentre il jainismo portava avanti unetica calvinista che trovava il suo limite nell'asetticismo e nell'astrattismo totalmente differente dal culto contadino degli dei locali, venne quindi ad assumenre un carattere elitario insieme al buddhismo (eccezione del buddhismo, confessione praticata anche dai bassa castavaishyacome il re Chandragupta della dinastia Maurya, e del jainismo, praticato da Ashoka, il nipote). Inoltre era famosa l'anekantavada, la dottrina dei molti punti di vista (plurilateralismo), che sottolineava la

complessit del reale e, quindi, la tolleranza verso tutte le opinioni. In quel periodo il Jainismo era in netta minoranza rispetto al Buddhismo, esso era soprattutto religione di classi mercantili presenti in Gujarat e a Bombay, l'odierna Mumbai.

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