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Riassunto Del Manuale Di Linguistica Generale Di G Berruto
Riassunto Del Manuale Di Linguistica Generale Di G Berruto
generale
CAPITOLO 1
Generalit
Definizione della disciplina
La linguistica generale il ramo delle scienze umane che si occupa di
che cosa sono e come funzionano le lingue. Oggetto della linguistica
sono le lingue storico-naturali, cio le lingue nate spontaneamente
lungo il corso della civilt umana: italiano, francese, romeno, svedese,
russo, cinese, tongano, latino, sanscrito, swahili, tigrino, piemontese ecc.
Il linguaggio verbale umano
Con linguaggio verbale umano si indicano le lingue storico-naturali ed
uno degli strumenti e dei modi di comunicazione a disposizione
delluomo. Un segno qualcosa che sta per qualcosaltro e serve per
comunicare questo qualcosaltro. Tutto pu comunicare qualcosa, ogni
fatto culturale suscettibile di essere interpretato da qualcuno e quindi
di dare qualche informazione. Comunicazione equivale a passaggio di
informazione. Nella comunicazione fondamentale lintenzionalit: si ha
comunicazione quando c un comportamento prodotto da un emittente
al fine di far passare dellinformazione e che viene percepito da un
ricevente come tale; altrimenti, si ha un semplice passaggio di
informazione.
Si
distinguono
tre
categorie
allinterno
della
comunicazione:
Comunicazione in senso stretto:
Emittente intenzionale;
Ricevente intenzionale.
Passaggio di informazione:
Emittente non intenzionale;
Ricevente intenzionale.
Formulazione di inferenze:
Nessun emittente;
Ricevente intenzionale.
Segni, codice
La singola entit che fa da supporto alla comunicazione un segno, che
viene considerato lunit fondamentale della comunicazione. Esistono
diversi tipi di segni:
Indici: motivati naturalmente e non intenzionali basati sul rapporto
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concetti simili.
Occorre distinguere quattro tipi diversi di arbitrariet. Nel
funzionamento dei segni linguistici sono tre le entit in gioco: significato,
significante e referente (realt esterna).
arbitrario il rapporto tra segno e referente. Non c' legame
concreto e naturale tra un oggetto e il segno a cui esso associato.
arbitrario il rapporto tra significante e significato. Una parola
come sequenza di lettere e suoni non ha nulla a che vedere con il suo
significato: la parola sedia non ha nulla a che vedere con il fatto che la
sedia sia l'oggetto d'arredamento in cui ci si siede.
arbitrario il rapporto tra forma e sostanza. Ogni lingua ritaglia
un certo spazio di significato, dando una data forma ad una data
sostanza (bosco, legno, legna).
arbitrario il rapporto tra forma (struttura) e sostanza (spazi
concettuali) del significante. Ogni lingua organizza in modo
autonomo la scelta dei suoni pertinenti. Esistono alcune eccezioni. il
caso delle onomatopee e di certe parole indicanti versi di animali che
imitano il suono o rumore che designano, e presentano un aspetto
iconico.
Doppia articolazione
La doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un
segno linguistico articolato a due livelli diversi (o prima articolazione e
seconda articolazione):
1 livello: il significante scomponibile in unit portatrici di un
significato e che vengono riutilizzate per formare altri segni
chiamati morfemi, che costituiscono le unit minime di prima
articolazione.
2 livello: i morfemi sono ulteriormente scomponibili in unit pi
piccole prive di significato che combinandosi assieme danno vita ai
morfemi. Questi elementi non sono pi segni poich privi di
significato autonomo e si chiamano fonemi, che costituiscono le
unit minime di seconda articolazione.
Non esistono altri codici di comunicazione naturali che possiedano una
doppia articolazione totale come la lingua. Essa permette di costruire un
grande numero di unit con significato partendo da un numero limitato di
fonemi: il principio della combinatoriet, ovvero la lingua funziona
combinando unit minori per formare un numero di unit maggiori
(segni).
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Trasponibilit di mezzo
Il significante pu essere trasmesso sia attraverso il canale fonicoacustico (mezzo aria) sottoforma si sequenza di suoni, sia attraverso il
canale visivo o grafico (mezzo luce), sottoforma di segni. A tale propriet
si d il nome di trasponibilit di mezzo. Il carattere orale prioritario
rispetto a quello visivo perch:
Priorit antropologica del parlato. Tutte le lingue scritte sono state
parlate, mentre non tutte le lingue parlate sono anche state scritte.
Priorit ontogenetica (relativa ad un singolo individuo) del parlato:
ogni individuo umano impara prima a parlare e in un secondo tempo a
scrivere.
Priorit filogenetica (relativa alla specie umana) del parlato: la
scrittura nasce molto dopo la lingua parlata. Nella storia della nostra
specie, la scrittura si sviluppata molto tempo dopo il linguaggio
verbale, che era gi presente nellHomo Habilis ed Erectus.
Il canale fonico-acustico presenta dei venataggi rispetto al canale
visivo in quanto:
Pu essere utilizzato in qualunque circostanza ambientale e anche
in presenza di ostacoli fra emittente e ricevente a relativa distanza.
Pu essere usato contemporaneamente ad altre presentazioni
fisiche.
Permette la localizzazione della fonte emittente.
La ricezione del messaggio contemporanea alla produzione.
Lesecuzione parlata pi rapida di quella scritta.
Il messaggio pu essere trasmesso in simultanea ad un gruppo di
destinatari diversi.
Il messaggio ha rapida dissolvenza, perci lascia il passaggio ad
altri messaggi.
Lenergia richiesta ridotta in quanto il parlare concomitante con
la respirazione.
Nelle societ moderne lo scritto ha una propriet sociale: ha maggiore
importanza, prestigio e utilit sociale e culturale. E lo strumento di
fissazione e trascrizione del sapere scientifico e della tradizione culturale
e letteraria: esso rappresentazione del parlato. Si poi sviluppato con
aspetti e caratteri in parte propri: non tutto ci che fa parte del parlato,
come il tono della voce, pu essere reso e corrisposto nello scritto, n
tutto ci che fa parte dello scritto, come luso delle maiuscole, pu
essere reso e corrisposto nel parlato. Dunque, parlato e scritto non sono
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nella stessa posizione senza dar luogo a parole diverse. Una coppia di
parole uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di
un altro in una certa posizione forma una coppia minima. Per
dimostrare che un fono fonema in una data lingua, bisogna trovare
delle coppie minime che lo oppongano a un altro fonema: una prova di
commutazione.
Fonemi e tratti distintivi
I fonemi sono unit minime di seconda articolazione e quindi non
scomponibili. Non sono segni perch non hanno significato. Per analizzarli
si considerano le loro caratteristiche articolatorie: i tratti distintivi.
Possiamo ulteriormente definire un fonema come costituito da un fascio
di tratti distintivi simultanei. Chomsky e Jakobson hanno formulato un
numero di tratti distintivi che combinati tra loro riproducono tutti i fonemi
delle lingue del mondo.
I fonemi dellitaliano
Non tutte le lingue hanno ugual numero di fonemi: gli inventari
fonematici sono costituiti in genere da alcune decine di fonemi.
Litaliano standard ne ha 30 (o 28 secondo alcuni che non considerano
fonemi le semivocali). Per trascrivere foneticamente occorre basarsi sul
modo in cui una parola pronunciata, sulla fonia, e non sulla grafia. In
italiano ci sono alcuni problemi derivati dalle differenze regionali nella
pronuncia, che causa anche il raddoppiamento sintattico, un
fenomeno che consiste nellallungamento della consonante iniziale di
una parola (di solito quelle con accento sull'ultima sillaba). Inoltre
esistono le opposizioni fra: /s/ e /z/ - /ts/ e /dz/ - /j/ e /i/ - /w/ e /u/.
Nellitaliano del settentrione la fricativa dentale sempre realizzata
sonora in posizione intervocalica, quindi [kieze] pronunciata nello
stesso modo sia nel caso di edifici di culto che nel caso di domand.
Sillabe
Le minime combinazioni di fonemi che funzionano come unit
pronunciabili sono le sillabe, che vengono costruite attorno a una vocale,
che costituisce lapice della sillaba, in quanto una consonante o una
semivocale hanno sempre bisogno di appoggiarsi. Una vocale da sola
pu costituire una sillaba. Esistono numerose condizioni sulla
distribuzione dei fonemi e sulle sequenze possibili in ogni lingua, che
danno luogo a restrizioni sulla struttura sillabica. Vi sono comunque
strutture sillabiche preferenziali: in italiano la struttura sillabica
canonica CV come in ['mano], ma frequenti sono anche le strutture VC
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['alto], CCV ['stile], CVC ['kanto], e CCCV ['strano]. In una sillaba la parte
che precede la vocale linizio, la vocale stessa il nucleo e la parte
che segue la coda. Sillabe con coda sono chiuse, sillabe senza coda
sono aperte. Una vocale ed una semivocale combinate assieme dando
luogo ad un dittongo (aiuto, pieno) o a un trittongo se si combinano
due semivocali e una vocale (aiuola, miei). Se la sequenza semivocale
+ vocale allora il dittongo discente, se invece la sequenza vocale +
semivocale, il dittongo sar ascente.
Fatti prosodici (o soprasegmentali)
Vi una serie di fenomeni fonetici e fonologici che riguardano non i
singoli segmenti, ma la catena parlata nella successione lineare, ovvero i
rapporti tra i foni, che concernono la l'apetto melodico della catena
parlata. L'insieme dei fonemi si chiamano prosodici e sono l'accento,
il tono, l'intonazione e la lunghezza (o durata relativa).
Accento
Laccento un'intensit particolare con la quale si pronuncia una sillaba,
che cos facendo acquista una preminenza fonica sulle altre; la sillaba
accentata si chiama tonica mentre le altre sono atone. In italiano
l'accento dinamico o intensivo, ovvero avviene grazie ad un
innalzamento della voce, mentre in altre lingue esso musicale cio
connesso allaltezza della sillaba. La posizione dellaccento pu essere
libera o fissa. In italiano libero: pu trovarsi sull'ultima sillaba di una
parola (parola tronca o ossitona) come in qualit, sulla penultima
(parola piana o parossitona) che la posizione pi frequente come in
piacere, sulla terzultima (parola sdrucciola o proparossitona) come
in camera, o sulla quartultima sillaba (parola bisdrucciola) come in
capitano. L'accento in italiano pu differenziare inoltre parole diverse a
seconda della sua posizione: ['kapitano] e [kapi'tano].
Tono e intonazione
Il tono e l'intonazione riguardano l'altezza musicale con la quale le sillabe
sono pronunciate. Tono laltezza di pronuncia di una sillaba. In molte
lingue tonali il tono pu avere valore distintivo, ovvero pu distinguere
parole diverse (tonemi) come nel cinese mandarino in cui [ma] con tono
alto e costante la parola per mamma mentre con tono basso
discendente-acendente vale come cavallo. Lintonazione
curva
melodica
costante
ha
valore
Lunghezza
La lunghezza (o durata o quantit) riguarda lestensione temporale con
cui un fono o una sillaba sono prodotti: ogni fono pu essere breve o
lungo. La lunghezza delle vocali o delle consonanti pu avere valore
distintivo; questo non accade in italiano, a meno che non prendiamo in
considerazione le consonanti doppie come cane e canne. Dunque, la
durata in italiano delle vocali non importante, ma in molte lingue lo ,
come nel latino classico dove malum con a breve male, malanno
mentre con a lunga mela.
CAPITOLO 4
Morfologia
Morfemi
La morfologia studia la struttura e la forma delle parole. Una parola
la minima combinazione di morfemi costruita attorno ad una base
lessicale che compare come unit separabile portatrice di un messaggio.
I criteri che permettono una definizione sono:
Allinterno di una parola, lordine dei morfemi rigido e fisso, non
possono essere invertiti. Ad esempio: gatt-o ma non o-gatt.
I confini di parola sono punti di pausa potenziale nel discorso.
La parola di solito separata/separabile nella scrittura.
La pronuncia della parola non interrotta dal punto di vista
fonetico.
Se scomponiamo le parole in pezzi pi piccoli ancora portatrici di un
significato troviamo i morfemi, ovvero lunit minima di prima
articolazione, il pi piccolo pezzo di significante portatore di un
significato proprio: il significato di una parola dato dall'unione dei
significati dei morfemi che la compongono. Ad esempio dentale un
aggettivo che si pu scomporre in tre o morfemi: dent- con significato di
organo, -al- con significato di aggettivo relativo, e -e col significato di
singolare. Ciascuno die tre morfemi pu essere componente di altre
parole (dentista, stradale, gentile). Un procedimento per analizzare i
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Le parole composte sono formate da due parole agganciate fra loro che
ne formano una con significato proprio, mantenendo il significato
originale delle due. Le unit polilessematiche sono composte da pi
parole con significato proprio che si comportano come fossero parola a
s, il cui significato va oltre la somma dei significati delle parole di
origine (essere al verde). In italiano, il pi importante e produttivo dei
procedimenti di formazione di parola la suffissazione. I suffissi
derivazionali pi comuni sono: -zion e -mente. importante anche la
prefissazione: i prefissi pi comuni sono in- s- ad- dis- con-.
Lalterazione consiste nellaggiungere alla parola dei suffissi alternativi
che le recano significato valutativo (diminutivi, peggiorativi, dispregiativi
ecc).
Le parole derivate si definiscono in base a:
Il procedimento di derivazione.
La classe da cui derivano.
La classe a cui appartiene la parola risultato.
Il fenomeno della conversione si ha quando non possibile stabilire fra
due parole con la stessa radice lessicale, quale sia la primitiva e quale la
derivata, come in gioco e giocare.
Flessione e categorie grammaticali
I morfemi flessionali non modificano il significato della radice lessicale su
cui operano: la attualizzano nel contesto di enunciazione, specificandone
la concretizzazione in quel particolare contensto. I morfemi flessionali
operano solo sulle classi variabili di parole (in italiano: verbi, nomi,
aggettivi, pronomi e articoli). Linsieme dei valori che pu assumere una
dimensione semantica costituisce le categorie. I morfemi flessionali
realizzano valori delle categorie grammaticali, costituendone le marche.
Fra le categorie grammaticali vi sono soprattutto le flessionali, cio
quelle relative ai morfemi, che a sua volta sono divise in due grandi
classi: quelle che operano sui nomi e quelle che operano sui verbi.
La morfologia nominale ha come categorie fondamentali il
genere e il numero, ma molto rilevante anche il caso, che
mette in relazione la parola con il ruolo sintattico che ricopre nella
frase. Anche le preposizioni possono assegnare il caso. Il processo
attraverso il quale il verbo assegna il caso al complemento viene
chiamato reggenza. In molte lingue gli aggettivi possono poi
essere marchiati per grado comparativo o superlativo, ma litaliano
affida alla flessione soltanto lespressione del superlativo.
La morfologia verbale ha come sue categorie flessionali principali
il modo, che esprime la modalit, cio la maniera nella quale il
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Tipologia morfologica
Un modo dindividuare tipi linguistici diversi e di classificare
tipologicamente le lingue basato sulla morfologia, o pi precisamente
sulla struttura della parola. Esistono 4 tipi:
Tipo isolante: lingue in cui la struttura della parola la pi
semplice: il rapporto numero di morfemi:parole (indice di sintesi)
generalemtente 1:1. Nel tipo isolante le parole sono spesso
monosillabiche. Sono lingue isolanti: il vietnamita, il cinese, il
thailandese Le parole costruiscono frasi nella forma di radici
lessicali
nude,
senza
morfemi
che
realizzino
categorie
grammaticali. Al flessionale si sostituisce il lessico.
Tipo agglutinante: lingue in cui le parole hanno una struttura
complessa, sono formate da pi morfemi. Sono lingue agglutinanti:
il turco, lungherese, il finlandese, il basco, il giapponese... In una
lingua agglutinante le parole possono essere anche molto lunghe e
sono costituite da una radice lessicale a cui sono attaccati pi
affissi. Il corrispondente di quello che in una lingua agglutinante
una sola parola in una lingua come litaliano spesso un sintagma
nominale. L'indice di sintesi 3:1.
Tipo flessivo-fusivo: lingue in cui le parole sono internamente
abbastanza complesse, costuite in genere da una radice lessicale e
da uno o pi affissi flessionali che spesso sono morfemi cumulativi,
veicolando pi valori grammaticali assieme e assommando diverse
funzioni. L'indice di sintesi infatti di solito 2:1
Tipo flessivo: lingue che presentano parole in forma flessa che
modulano la radice lessicale. Sono flessive le lingue indoeuropee: il
greco, il russo, le lingue romanze. Esiste il sottotipo introflessivo,
caratterizzato dal fatto che i fenomeni di flessione avvengono
anche dentro la radice lessicale, come avviene nellarabo.
Tipo fusivo: lingue che hanno la caratteristica di riunire pi
significati in un solo morfema flessionale e di fondere assieme i
morfemi rendendo spesso poco trasparente la struttura interna
della parola.
Tipo polisintetico (o incorporante): lingue in cui la struttura
della parola molto complessa, ovvero parole formate da pi
morfemi attaccati assieme. Inoltre in una stessa parola possono
comparire due o pi radici lessicali. Le parole di queste lingue
corrispondono spesso a ci che in altre lingue sono delle frasi
intere. Presentano inoltre fenomeni di fusione che rendono poco
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Ergativit
Lergativit riguarda lorganizzazione dei sistemi di casi che traducono
in superficie i ruoli semantici connessi al verbo. Esistono delle lingue che
assegnano una marcatura diversa di caso al soggetto a seconda che esso
sia soggetto di un verbo transitivo o di un verbo intransitivo. Queste
lingue si chiamano ergative, perch attribuiscono una rilevanza
particolare alla funzione o ruolo semantico di agente. Queste lingue
contrappongono un sistema di casi assoluto-ergativo a un sistema, pi
diffuso, nominativo-accusativo. Sono lingue ergative: il basco, le
lingue caucasiche, leschimese, lingue indigene australiane ecc. Sempre
per quel che riguarda la marcatura dei casi, un altro parametro tipologico
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dato dal fatto che vi sono lingue che possono strutturare la frase sia in
base alla sintassi che in base alla struttura informativa, marcando
grammaticalmente sia le funzioni sintattiche sia le funzioni pragmaticoinformative, mentre altre lingue strutturano la frase solo in base alle
funzioni della struttura informativa. Si pu distinguere allora fra lingue
subject-prominent, come le lingue indoeuropee occidentali, il turco,
larabo, ecc; e le lingue topic-prominent come per esempio il cinese.
Infine ci sono lingue che adottano entrambe le modalit.
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