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Manuale di linguistica

generale
CAPITOLO 1
Generalit
Definizione della disciplina
La linguistica generale il ramo delle scienze umane che si occupa di
che cosa sono e come funzionano le lingue. Oggetto della linguistica
sono le lingue storico-naturali, cio le lingue nate spontaneamente
lungo il corso della civilt umana: italiano, francese, romeno, svedese,
russo, cinese, tongano, latino, sanscrito, swahili, tigrino, piemontese ecc.
Il linguaggio verbale umano
Con linguaggio verbale umano si indicano le lingue storico-naturali ed
uno degli strumenti e dei modi di comunicazione a disposizione
delluomo. Un segno qualcosa che sta per qualcosaltro e serve per
comunicare questo qualcosaltro. Tutto pu comunicare qualcosa, ogni
fatto culturale suscettibile di essere interpretato da qualcuno e quindi
di dare qualche informazione. Comunicazione equivale a passaggio di
informazione. Nella comunicazione fondamentale lintenzionalit: si ha
comunicazione quando c un comportamento prodotto da un emittente
al fine di far passare dellinformazione e che viene percepito da un
ricevente come tale; altrimenti, si ha un semplice passaggio di
informazione.
Si
distinguono
tre
categorie
allinterno
della
comunicazione:
Comunicazione in senso stretto:
Emittente intenzionale;
Ricevente intenzionale.
Passaggio di informazione:
Emittente non intenzionale;
Ricevente intenzionale.
Formulazione di inferenze:
Nessun emittente;
Ricevente intenzionale.
Segni, codice
La singola entit che fa da supporto alla comunicazione un segno, che
viene considerato lunit fondamentale della comunicazione. Esistono
diversi tipi di segni:
Indici: motivati naturalmente e non intenzionali basati sul rapporto
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causa ed effetto (starnuto = raffreddore nuvole scure = sta per


piovere).
Segnali: motivati naturalmente e usati intenzionalmente. (sbadiglio
volontario = sono annoiato).
Icone: motivati analogicamente e intenzionali. Basati sulla
similarit di forma o struttura, riproducono propriet delloggetto
designato (mappe geografiche, fotografie).
Simboli: motivati culturalmente e intenzionali (rosso del semaforo
= fermarsi).
Segni: non motivati e intenzionali (segnali stradali, suono del
telefono occupato).
Gli indici, in quanto fatti di natura, sono di valore universale (uguali per
tutte le culture in ogni tempo), mentre i simboli e i segni sono dipendenti
da ogni tradizione culturale.
Nella comunicazione c un emittente che emette, produce
intenzionalmente un segno per il ricevente. Noi riusciamo a capire questo
segno perch esso appartiene ad un codice, cio un insieme di
conoscenze che permette di attribuire un significato a ci che succede.
Per codice si intende linsieme di corrispondenze fra qualcosa e
qualcosaltro che fornisce le regole di interpretazione dei segni. I segni
linguistici costituiscono il codice della lingua: tutti i sistemi di
comunicazione sono dei codici.
CAPITOLO 2
Le propriet della lingua
Biplanarit
Una prima propriet del codice lingua la biplanarit,il fatto che ci
siano in un segno due facce: significato e significante. Il significante
lespressione, la parte percepibile dai nostri sensi, per esempio una
parola pronunciata o scritta. Il significato il contenuto, l'informazione
veicolata dal sengno, il concetto che si vuole trasmettere. Un codice si
pu definire come un insieme di corrispondenze tra significati e
significanti. Tutti i segni sono costituiti da significante e significato.
Arbitrariet
Larbitrariet consiste nel fatto che non c alcun legame motivato tra il
significante e il significato di un segno. I legami non sono dati
naturalmente, bens vengono posti per convenzione: sono in questo
senso arbitrari. Se i segni linguistici non fossero arbitrari, le cose
dovrebbero chiamarsi allo stesso modo in tutte le lingue; inoltre, se cos
non fosse, parole simili nelle diverse lingue dovrebbero designare cose o
2

concetti simili.
Occorre distinguere quattro tipi diversi di arbitrariet. Nel
funzionamento dei segni linguistici sono tre le entit in gioco: significato,
significante e referente (realt esterna).
arbitrario il rapporto tra segno e referente. Non c' legame
concreto e naturale tra un oggetto e il segno a cui esso associato.
arbitrario il rapporto tra significante e significato. Una parola
come sequenza di lettere e suoni non ha nulla a che vedere con il suo
significato: la parola sedia non ha nulla a che vedere con il fatto che la
sedia sia l'oggetto d'arredamento in cui ci si siede.
arbitrario il rapporto tra forma e sostanza. Ogni lingua ritaglia
un certo spazio di significato, dando una data forma ad una data
sostanza (bosco, legno, legna).
arbitrario il rapporto tra forma (struttura) e sostanza (spazi
concettuali) del significante. Ogni lingua organizza in modo
autonomo la scelta dei suoni pertinenti. Esistono alcune eccezioni. il
caso delle onomatopee e di certe parole indicanti versi di animali che
imitano il suono o rumore che designano, e presentano un aspetto
iconico.
Doppia articolazione
La doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un
segno linguistico articolato a due livelli diversi (o prima articolazione e
seconda articolazione):
1 livello: il significante scomponibile in unit portatrici di un
significato e che vengono riutilizzate per formare altri segni
chiamati morfemi, che costituiscono le unit minime di prima
articolazione.
2 livello: i morfemi sono ulteriormente scomponibili in unit pi
piccole prive di significato che combinandosi assieme danno vita ai
morfemi. Questi elementi non sono pi segni poich privi di
significato autonomo e si chiamano fonemi, che costituiscono le
unit minime di seconda articolazione.
Non esistono altri codici di comunicazione naturali che possiedano una
doppia articolazione totale come la lingua. Essa permette di costruire un
grande numero di unit con significato partendo da un numero limitato di
fonemi: il principio della combinatoriet, ovvero la lingua funziona
combinando unit minori per formare un numero di unit maggiori
(segni).
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Trasponibilit di mezzo
Il significante pu essere trasmesso sia attraverso il canale fonicoacustico (mezzo aria) sottoforma si sequenza di suoni, sia attraverso il
canale visivo o grafico (mezzo luce), sottoforma di segni. A tale propriet
si d il nome di trasponibilit di mezzo. Il carattere orale prioritario
rispetto a quello visivo perch:
Priorit antropologica del parlato. Tutte le lingue scritte sono state
parlate, mentre non tutte le lingue parlate sono anche state scritte.
Priorit ontogenetica (relativa ad un singolo individuo) del parlato:
ogni individuo umano impara prima a parlare e in un secondo tempo a
scrivere.
Priorit filogenetica (relativa alla specie umana) del parlato: la
scrittura nasce molto dopo la lingua parlata. Nella storia della nostra
specie, la scrittura si sviluppata molto tempo dopo il linguaggio
verbale, che era gi presente nellHomo Habilis ed Erectus.
Il canale fonico-acustico presenta dei venataggi rispetto al canale
visivo in quanto:
Pu essere utilizzato in qualunque circostanza ambientale e anche
in presenza di ostacoli fra emittente e ricevente a relativa distanza.
Pu essere usato contemporaneamente ad altre presentazioni
fisiche.
Permette la localizzazione della fonte emittente.
La ricezione del messaggio contemporanea alla produzione.
Lesecuzione parlata pi rapida di quella scritta.
Il messaggio pu essere trasmesso in simultanea ad un gruppo di
destinatari diversi.
Il messaggio ha rapida dissolvenza, perci lascia il passaggio ad
altri messaggi.
Lenergia richiesta ridotta in quanto il parlare concomitante con
la respirazione.
Nelle societ moderne lo scritto ha una propriet sociale: ha maggiore
importanza, prestigio e utilit sociale e culturale. E lo strumento di
fissazione e trascrizione del sapere scientifico e della tradizione culturale
e letteraria: esso rappresentazione del parlato. Si poi sviluppato con
aspetti e caratteri in parte propri: non tutto ci che fa parte del parlato,
come il tono della voce, pu essere reso e corrisposto nello scritto, n
tutto ci che fa parte dello scritto, come luso delle maiuscole, pu
essere reso e corrisposto nel parlato. Dunque, parlato e scritto non sono
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la traduzione esatta luno dellaltro.


Linearit e discretezza
Per linearit del segno si intende che il significante si realizza e si
sviluppa in successione nel tempo e nello spazio: non possiamo capire
completamente il messaggio se non dopo che siano stati attualizzati uno
dopo laltro tutti gli elementi che lo costituiscono. Per discretezza del
segno si intende il fatto che la differenza fra le unit della lingua
assoluta; c un confine preciso fra un elemento e un altro, le classi di
suono sono ben separate.
Onnipotenza semantica, plurifunzionalit e riflessivit
Lonnipotenza semantica consiste nel fatto che con la lingua
possibile dare espressione a qualsiasi contenuto, ovvero si pu parlare di
tutto, anche della lingua stessa: si pu usare come metalingua. La lingua
di cui parla la metalingua detta lingua oggetto e a tale propriet viene
dato il nome di riflessivit. La plurifunzionalit della lingua permette
infine di adempire a molte funzioni diverse; ogni funzione incentrata a
un fattore e il linguista russo Jakobson identifica 6 classi di funzioni:
Funzione emotiva/espressiva: messaggio linguistico volto ad
esprimere il pensiero e le sensazioni del parlante che bella
sorpresa!
Funzione metalinguistica: messaggio volto a specificare aspetti
del codice o calibrare il messaggio sul codice ho detto pollo non
bollo!
Funzione referenziale: messaggio volto a definire informazioni
sulla specifica realt esterna lintercity per Milano delle ore 15
parte dal binario 2
Funzione conativa: messaggio volto a far agire in qualche modo il
ricevente, ottenendo da lui un certo comportamento chiudi la
porta!
Funzione fatica: messaggio volto a verificare e sottolineare il
canale di comunicazione e/o il contatto fisico o psicologico fra i
parlanti pronto, chi parla?
Funzione poetica: messaggio volto a mettere in rilievo e sfruttare
le potenzialit insite nel messaggio e i caratteri interni del
significante e del significato la gloria di Colui che move per
luniverso
Produttivit
Con la lingua sempre possibile creare nuovi messaggi mai prodotti
prima, parlare di cose e esperienze nuove e anche di cose inesistenti.
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Oltre a produrre messaggi sempre nuovi, inoltre possibile associare


messaggi gi usati a situazioni nuove: la produttivit resa possibile
dalla doppia articolazione che permette una combinatoriet illimitata di
unit pi piccole in unit via via pi grandi. Essa prende la forma di
creativit regolare, cio una produttivit infinita basata su un numero
limitato di principi e regole. La ricorsivit sottolinea come le regole
siano riapplicabili al proprio prodotto o risultato; la produttivit basata
su un numero limitato di regole applicabili ricorsivamente, ovvero
illimitatamente (posso creare una parola aggiungendo un suffisso ad
un'altra parola e cos via).
Distanziamento e libert da stimoli
Unaltra propriet del linguaggio verbale umano stata chiamata
distanziamento, il quale distingue il linguaggio verbale umano da quello
animale. Si intende cos la possibilit di poter formulare messaggi relativi
a cose lontane, distanti nel tempo, nello spazio o nel luogo in cui si
svolge linterazione comunicativa. Un gatto, ad esempio, pu comunicare
miagolando che ha fame e vuole mangiare, ma non pu comunicare che
ieri aveva fame; al contrario noi, con la lingua, di solito parliamo di cose
non presenti nella situazione e nellambiente immediatamente
circostante, remote nello spazio e spesso anche nel tempo.
Il distanziamento consiste essenzialmente nella possibilit di parlare di
unesperienza in assenza di tale esperienza, o dello stimolo che ha
provocato tale esperienza. Questa nozione coincide con la libert da
stimoli: la lingua indipendente dalla situazione in cui si trova
l'emittente e dagli stimoli che riceve dal mondo circostante.
Trasmissibilit culturale
La lingua trasmessa per tradizione allinterno di una societ e cultura.
Infatti, le convenzioni che costituiscono il codice di una determinata
lingua,
passano
da
una
generazione
allaltra
per
insegnamento/apprendimento spontaneo, non attraverso informazioni
genetiche o ereditarie come accade per gli animali. Questo non vuol
dire che il linguaggio verbale umano sia un fatto unicamente culturale. Al
contrario, la componente innata molto importante nel linguaggio
verbale. Importante il periodo della pubert linguistica se entro gli 1112 anni un essere umano non riceve stimoli linguistici, lo sviluppo della
lingua bloccato.
Complessit sintattica

I messaggi linguistici, a differenza dei messaggi di altri codici naturali,


possono presentare un alto grado di elaborazione strutturale. I rapporti
fra gli elementi o parti del segno, danno luogo a una fitta trama plurima,
percepibile nella sintassi del messaggio. Questa propriet si pu
chiamare complessit sintattica e presenta vari aspetti:
Lordine degli elementi
Le relazioni strutturali e le dipendenze tra gli elementi di una frase
Le incassature o inscastrature degli elementi di una frase.
Le parti del messaggio che danno informazioni sulla sua
strutturazione sintattica.
La possibilit di discontinuit nella strutturazione sintattica.
Equivocit
La lingua possiede una propriet particolare in quanto un codice
equivoco, poich non pone corrispondenze biunivoche, ma plurivoche,
cio ad un unico significante possono corrispondere pi significati
(omonimia, polisemia) come carica che pu significare
mansione o
quantitativo di energia; mentre ad un significato possono corrispondere
pi significanti (sinonimia) come per parte anteriore della testa che si
pu dire anche faccia, viso e volto. Lequivocit non costituisce uno
svantaggio ma un pregio, poich contribuisce a consentire la flessibilit
dello strumento linguistico e la sua adattabilit ad esprimere contenuti
ed esperienze nuove. I problemi che derivano dall'equivocit vengono
risolti dal contesto che serve per interpretare i messaggi.
Lingua solo umana?

La facolt verbale di esprimersi attraverso sistemi comunicativi come le


lingue, specifica delluomo ed maturata nel corso dellevoluzione.
Solo luomo ha le condizioni anatomiche e neurofisiologiche necessarie
per lelaborazione del linguaggio verbale:
Adeguato volume del cervello, che rende possibile la
memorizzazione, lelaborazione e la processazione di un sistema
cos complesso.
Conformazione del canale fonatorio a due canne, che consente le
distinzioni articolatorie nelle produzioni fonetiche necessarie per
la comunicazione verbale.
La zoosemiotica (si occupa della comunicazione animale) ha accumulato
una vasta serie di studi sui sistemi e i modi di comunicazione utilizzati da
diverse specie animali, ma in nessuno si sono riscontrate le propriet che
ritroviamo nella lingua. La capacit acquisita dagli scimpanz dopo anni
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di addestramento, risultano ridotte se confrontate con le capacit di un


bambino di 3 anni. Il loro comportamento privo di intenzionalit
comunicativa e consiste nellimitazione, fatta pi per una ricompensa che
per comunicare. Noam Chomsky sostiene che il linguaggio una capacit
innata ed esclusiva degli umani.
Definizione di lingua e principi generali per la sua analisi
La lingua un codice che organizza un sistema di segni del significante
fonico-acustico, arbitrari ad ogni loro livello e doppiamente articolati,
capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come
conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a partire
da un numero finito di elementi. Saussure individua tre dicotomie
(suddivisioni) che costituiscono i principi generali per lanalisi linguistica:
La prima distinzione va fatta tra sincronia e diacronia. Questi
termini indicano due condizioni in relazione all'asse del tempo. Per
diacronia si considerano le lingue lungo lo sviluppo temporale,
nella loro evoluzione storica. Serve a scovare letimologia di una
parola e a spiegare perch le forme di una determinata lingua sono
fatte in un certo modo. Per sincronia si considerano le lingue in
base a come si presenta in un determinato momento agli occhi e
allesperienza dellosservatore. Serve a descrivere il significato che
hanno oggi le parole e a spiegare com' fatta e come funziona la
lingua.
La seconda distinzione va fatta tra sistema astratto e
realizzazione concreta. Il sistema astratto (langue o sistema o
competenza) l'insieme delle conoscenze mentali, delle regole
interiorizzate insite nel codice della lingua che ci permettono di
produrre messaggi e sono possedute da tutti i membri di una
comunit linguistica. Questo sistema dunque astratto, sociale e
costante. La realizzazione concreta (parole o uso o esecuzione)
invece latto linguistico individuale: per essere messi in opera
richiedono lesistenza della langue. Questo sistema invece
concreto, individuale e mutevole. Per studiare la langue, i linguisti
usano le parole, da cui ricavano le leggi del sistema.
La terza distinzione quella fra asse paradigmatico e asse
sintagmatico. Lattuazione di un elemento del sistema di segni
implica una scelta sull'asse paradigmatico (asse delle scelte,
riguarda il processo). Esso comporta la presa in considerazione
degli elementi legati a quello che viene attuato sull'asse
sintagmatico (asse delle combinazioni, riguarda il sistema). La
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dimensione paradigmatica fornisce i serbatoi da cui attingere le


unit linguistiche e la dimensione sintagmatica assicura che le
combinazioni tra le unit rispettino le regole della lingua. Ad
esempio nella frase il cane abbaia, la parola cane ha un
rapporto sintagmatico con il e abbaia che lo precedono e lo
seguono, mentre gli elementi del messaggio hanno dei rapporti
sintagmatici tra loro.
CAPITOLO 3
Fonetica e fonologia
Fonetica
La fonetica quella parte della linguistica che si occupa di come sono
fatti fisicamente i suoni di cui le lingue si servono e si distingue in tre
campi principali:
Fonetica articolatoria: studia i suoni del linguaggio in base al
modo in cui vengono articolati, cio prodotti dall'apparato fonatorio
umano.
Fonetica acustica: studia i suoni del linguaggio in base alla loro
consistenza fisica, in quanto onde sonore che si propagano in un
mezzo.
Fonetica uditiva: studia i suoni del linguaggio in base al modo in
cui vengono ricevuti, percepiti dallapparato umano.
Apparato fonatorio e meccanismo di fonazione
Lapparato fonatorio linsieme degli organi e delle strutture anatomiche
che luomo usa per parlare. I suoni del linguaggio vengono prodotti
mediante lespirazione, con un flusso regressivo daria: laria, partendo
dai polmoni, attraversa i bronchi e la trachea e raggiunge la laringe dove
incontra le corde vocali. Queste ultime durante la fonazione
(produzione dei suoni) si tendono e contraggono, dando luogo alle
vibrazioni. L'aria passa poi nella faringe e infine nella cavit boccale. Il
velo, la parte posteriore del palato, pu lasciare aperto oppure chiudere il
passaggio che mette in comunicazione la faringe con la cavit nasale.
Nella cavit orale gli organi sono mobili o fissi: la lingua (si distinguono
una radice, un dorso e un apice), il palato (si distinguono velo e alveoli, e
dove si trova anche il palato molle), i denti e le labbra. Anche la cavit
nasale pu partecipare alla fonazione. In ciascuno dei punti compresi tra
la glottide e le labbra al flusso di aria espiratoria pu essere frapposto un
ostacolo al passaggio, ottenendo cos rumori che costituiscono i suoni del
linguaggio. In base al modo di articolazione possiamo fare una
distinzione tra suoni prodotti senza frapposizione di alcun ostacolo al
flusso d'aria (vocali) e quelli prodotti con un ostacolo parziale o totale
(consonanti). I suoni prodotti con vibrazione delle corde vocali sono
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sonori (vocali e consonanti), senza vibrazione sono invece sordi


(consonanti).
Consonanti
Le consonanti vengono definite in base a tre caratteristiche derivate dal
modo di articolazione, dal luogo di articolazione e dalla sonorit o sordit.
Modo di articolazione. Le consonanti sono caratterizzate dal fatto
che vi frapposizione di un ostacolo al passaggio dellaria. Un
blocco momentaneo al passaggio dellaria crea le fricative, mentre
un blocco totale crea le occlusive. Esistono suoni consonantici la
cui articolazione inizia come unocclusiva e termina come una
fricativa: sono consonanti affricate, ovvero la somma di una
occlusiva e una fricativa. Inoltre le consonanti laterali, /l/
si
formano quando laria passa solo ai due lati della lingua, mentre
vibranti, /r/
quando la lingua vibra mediante rapidi contatti
intermittenti con un altro organo articolatorio. Infine si hanno le
consonanti nasali, /m/ e /n/ quando vi passaggio daria anche
attraverso la cavit nasale.
Luogo di articolazione. Le consonanti vengono classificate anche in
base al punto dellapparato fonatorio in cui vengono articolate:
bilabiali se sono prodotte dalle labbra o tra di esse; labiodentali
se sono prodotte fra le labbra e i denti anteriori; dentali se sono
prodotte a livello dei denti; alveolari se sono prodotte dalla lingua
contro o vicino agli alveoli; palatali se sono prodotte dalla lingua
contro o vicino il palato; velari se sono prodotte dalla lingua contro
o vicino al velo; uluvari se sono prodotte dalla lingua contro o
vicino lugola; faringali se sono prodotte fra la base della radice
della lingua e la parte posteriore della faringe e infine glottidali se
sono prodotte direttamente nella glottide, a livello delle corde
vocali.
Vocali
Le vocali sono suoni prodotti senza che si frapponga alcun ostacolo al
flusso dellaria nel canale orale; non sono quindi caratterizzate dal modo
e dal luogo di articolazione, bens dalle conformazioni che assume la
cavit orale a seconda della posizione della lingua e riguardo al suo
grado di avanzamento o arretramento e di innalzamento o
abbassamento. Le vocali sono anteriori quando la lingua in posizione
avanzata oppure posteriori quando arretrata, ed infine centrali.
Possono essere inoltre alte, medie o basse (con distinzione tra medioalte e medio-basse) a seconda che la lingua sia innalzata o abbassata.
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Anche le labbra sono importanti per l'articolazione delle vocali: se le


labbra sono tese o protruse e sporgono in avanti, le vocali si chiamano
arrotondate (vocali posteriori); se le labbra sono distese formanti una fessura,
allora le vocali saranno non arrotondate (vocali anteriori).
Semivocali
Vi sono suoni con modo di articolazione intermedio fra vocali e
consonanti fricative e quindi prodotti con un semplice inizio di
restringimento del canale orale, con la frapposizione di un ostacolo
appena percettibile al flusso dellaria. Si tratta di suoni vicini alle vocali e
vengono chiamati semivocali. Esse non possono costituire apice di
sillaba e unite a una vocale costituiscono un dittongo. Esistono le
semivocali anteriori o posteriori.
Trascrizione fonetica
Nei sistemi alfabetici, ogni suono viene reso da un particolare simbolo
grafico. Le grafie alfabetiche formatesi storicamente sono per
tuttaltro che univoche: non c rapporto biunivoco tra suoni e grafemi
poich allo stesso suono possono corrispondere pi grafemi e viceversa.
Esistono grafie poco distanti dalla realt fonica (italiana e tedesca), altre
invece sono p distanti(francese e inglese). Per avere uno strumento di
rappresentazione grafica dei suoni valido per tutte le lingue che
riproduca la realt fonica, i linguisti hanno elaborato un sistema di
trascrizione fonetica, nel quale c corrispondenza biunivoca fra i suoni
rappresentati e i segni grafici che li rappresentano, ovvero
l'International Phonetic Association o IPA. Una parte dei grafemi IPA
corrisponde a quelli dellalfabeto latino, ma molti altri hanno una forma
speciale. Si rappresenta tra parentesi quadre.
Fonologia
Ogni suono rappresenta un suono del linguaggio chiamato fono, che non
dotato di valore distintivo ed considerato lunit minima in fonetica.
Se i foni hanno valore distintivo (si oppongono ad altri foni nel
distinguere le parole) funzionano da fonemi, che sono le unit minime in
fonologia. La fonologia studia lorganizzazione e il funzionamento dei
suoni nel sistema linguistico: il fonema lunit minima di seconda
articolazione del sistema linguistico, dotata di valore distintivo. Invece
foni diversi tra loro che costituiscano realizzazioni fonetiche diverse, ma
prive di valore distintivo, si chiamano allofoni.
La N dentale e la N velare sono due allofoni che possono essere messi
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nella stessa posizione senza dar luogo a parole diverse. Una coppia di
parole uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di
un altro in una certa posizione forma una coppia minima. Per
dimostrare che un fono fonema in una data lingua, bisogna trovare
delle coppie minime che lo oppongano a un altro fonema: una prova di
commutazione.
Fonemi e tratti distintivi
I fonemi sono unit minime di seconda articolazione e quindi non
scomponibili. Non sono segni perch non hanno significato. Per analizzarli
si considerano le loro caratteristiche articolatorie: i tratti distintivi.
Possiamo ulteriormente definire un fonema come costituito da un fascio
di tratti distintivi simultanei. Chomsky e Jakobson hanno formulato un
numero di tratti distintivi che combinati tra loro riproducono tutti i fonemi
delle lingue del mondo.
I fonemi dellitaliano
Non tutte le lingue hanno ugual numero di fonemi: gli inventari
fonematici sono costituiti in genere da alcune decine di fonemi.
Litaliano standard ne ha 30 (o 28 secondo alcuni che non considerano
fonemi le semivocali). Per trascrivere foneticamente occorre basarsi sul
modo in cui una parola pronunciata, sulla fonia, e non sulla grafia. In
italiano ci sono alcuni problemi derivati dalle differenze regionali nella
pronuncia, che causa anche il raddoppiamento sintattico, un
fenomeno che consiste nellallungamento della consonante iniziale di
una parola (di solito quelle con accento sull'ultima sillaba). Inoltre
esistono le opposizioni fra: /s/ e /z/ - /ts/ e /dz/ - /j/ e /i/ - /w/ e /u/.
Nellitaliano del settentrione la fricativa dentale sempre realizzata
sonora in posizione intervocalica, quindi [kieze] pronunciata nello
stesso modo sia nel caso di edifici di culto che nel caso di domand.
Sillabe
Le minime combinazioni di fonemi che funzionano come unit
pronunciabili sono le sillabe, che vengono costruite attorno a una vocale,
che costituisce lapice della sillaba, in quanto una consonante o una
semivocale hanno sempre bisogno di appoggiarsi. Una vocale da sola
pu costituire una sillaba. Esistono numerose condizioni sulla
distribuzione dei fonemi e sulle sequenze possibili in ogni lingua, che
danno luogo a restrizioni sulla struttura sillabica. Vi sono comunque
strutture sillabiche preferenziali: in italiano la struttura sillabica
canonica CV come in ['mano], ma frequenti sono anche le strutture VC
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['alto], CCV ['stile], CVC ['kanto], e CCCV ['strano]. In una sillaba la parte
che precede la vocale linizio, la vocale stessa il nucleo e la parte
che segue la coda. Sillabe con coda sono chiuse, sillabe senza coda
sono aperte. Una vocale ed una semivocale combinate assieme dando
luogo ad un dittongo (aiuto, pieno) o a un trittongo se si combinano
due semivocali e una vocale (aiuola, miei). Se la sequenza semivocale
+ vocale allora il dittongo discente, se invece la sequenza vocale +
semivocale, il dittongo sar ascente.
Fatti prosodici (o soprasegmentali)
Vi una serie di fenomeni fonetici e fonologici che riguardano non i
singoli segmenti, ma la catena parlata nella successione lineare, ovvero i
rapporti tra i foni, che concernono la l'apetto melodico della catena
parlata. L'insieme dei fonemi si chiamano prosodici e sono l'accento,
il tono, l'intonazione e la lunghezza (o durata relativa).
Accento
Laccento un'intensit particolare con la quale si pronuncia una sillaba,
che cos facendo acquista una preminenza fonica sulle altre; la sillaba
accentata si chiama tonica mentre le altre sono atone. In italiano
l'accento dinamico o intensivo, ovvero avviene grazie ad un
innalzamento della voce, mentre in altre lingue esso musicale cio
connesso allaltezza della sillaba. La posizione dellaccento pu essere
libera o fissa. In italiano libero: pu trovarsi sull'ultima sillaba di una
parola (parola tronca o ossitona) come in qualit, sulla penultima
(parola piana o parossitona) che la posizione pi frequente come in
piacere, sulla terzultima (parola sdrucciola o proparossitona) come
in camera, o sulla quartultima sillaba (parola bisdrucciola) come in
capitano. L'accento in italiano pu differenziare inoltre parole diverse a
seconda della sua posizione: ['kapitano] e [kapi'tano].
Tono e intonazione
Il tono e l'intonazione riguardano l'altezza musicale con la quale le sillabe
sono pronunciate. Tono laltezza di pronuncia di una sillaba. In molte
lingue tonali il tono pu avere valore distintivo, ovvero pu distinguere
parole diverse (tonemi) come nel cinese mandarino in cui [ma] con tono
alto e costante la parola per mamma mentre con tono basso
discendente-acendente vale come cavallo. Lintonazione

landamento melodico con cui pronunciata una frase o un intero


gruppo tonale; in molte lingue, come in italiano, lintonazione distingue
il valore pragmatico di un enunciato cio permette di capire se si tratta di
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unaffermazione, un esclamazione, un ordine, una domanda ecc.


Gianni viene?
interrogativo.
Gianni viene..
affermativo.
Gianni viene!
esclamativo.

Una curva melodica ascendente ha valore


Una

curva

melodica

costante

ha

valore

Una curva melodica discendente ha valore

Lunghezza
La lunghezza (o durata o quantit) riguarda lestensione temporale con
cui un fono o una sillaba sono prodotti: ogni fono pu essere breve o
lungo. La lunghezza delle vocali o delle consonanti pu avere valore
distintivo; questo non accade in italiano, a meno che non prendiamo in
considerazione le consonanti doppie come cane e canne. Dunque, la
durata in italiano delle vocali non importante, ma in molte lingue lo ,
come nel latino classico dove malum con a breve male, malanno
mentre con a lunga mela.
CAPITOLO 4
Morfologia
Morfemi
La morfologia studia la struttura e la forma delle parole. Una parola
la minima combinazione di morfemi costruita attorno ad una base
lessicale che compare come unit separabile portatrice di un messaggio.
I criteri che permettono una definizione sono:
Allinterno di una parola, lordine dei morfemi rigido e fisso, non
possono essere invertiti. Ad esempio: gatt-o ma non o-gatt.
I confini di parola sono punti di pausa potenziale nel discorso.
La parola di solito separata/separabile nella scrittura.
La pronuncia della parola non interrotta dal punto di vista
fonetico.
Se scomponiamo le parole in pezzi pi piccoli ancora portatrici di un
significato troviamo i morfemi, ovvero lunit minima di prima
articolazione, il pi piccolo pezzo di significante portatore di un
significato proprio: il significato di una parola dato dall'unione dei
significati dei morfemi che la compongono. Ad esempio dentale un
aggettivo che si pu scomporre in tre o morfemi: dent- con significato di
organo, -al- con significato di aggettivo relativo, e -e col significato di
singolare. Ciascuno die tre morfemi pu essere componente di altre
parole (dentista, stradale, gentile). Un procedimento per analizzare i
14

morfemi di una parola quello di confrontarla con un'altra molto simile


per comprendere la natura dei morfemi da cui formata, e questo
procedimento chiamato prova di commutazione. Come in fonologia
si distingue tra fono e fonema, in morfologia si distingue tra morfo e
morfema: il morfo il significante del morfema (il morfema del maschile
realizzato dal morfo [o]), lallomorfo realizza invece lo stesso
significato di un morfo con la stessa funzione ma con diversi significanti,
quindi una variante di un morfema ed una variante di un morfo e si
posiziona nella parola nello stesso posto dei suoi sinonimi. Il
suppletivismo infine il caso in cui un morfema lessicale (quello col
significato) viene sostituito con un morfema totalmente diverso, per
etimologia diversa o per stratificazione storica:
Morfema lessicale
acqua si manifesta in acqu-a e idr-ico.
Ivrea
abitanti Eporediesi.
Tipi di morfemi
Esistono due punti di vista per individuare i tipi di morfemi: la prima la
classificazione funzionale, che va in base alla funzione svolta, la
seconda la classificazione posizionale, che va in base alla loro
posizione all'interno delle parole.
Nella classificazione funzionale si distinguono i morfemi lessicali e i
morfemi grammaticali.
I morfemi grammaticali stanno nella grammatica e costituiscono
una classe chiusa, non suscettibile a nuove entit. A sua volta si
dividono in flessionali e derivazionali.
I morfemi lessicali stanno nel lessico, nel vocabolario di una
lingua, e costituiscono una classe aperta, continuamente
arricchibile di nuovi elementi.
Non sempre la distinzione tra morfemi lessicali e grammaticali chiara. e
questo il caso delle parole funzionali, come gli articoli, i pronomi, le
preposizioni, che formano classi grammaticali chiuse ma che difficilmente
si possono definire morfemi grammaticali.
La derivazione e la flessione costituiscono i due grandi ambiti della
morfologia. Prima agisce la derivazione (costruzione delle parole) poi la
flessione (dar luogo a forme di una parola regolandone il modo in cui si
attualizzano nelle frasi). Di solito i morfemi flessionali stanno pi lontano
dalla radice lessicale rispetto ai morfemi derivazionali, che invece
tendono a disporsi immediatamente contigui alla radice. La derivazione
non obbligatoria, ma la flessione si. I morfemi derivazionali mutano il
significato della base cui si applicano.

15

Dal punto di vista della classificazione posizionale, i morfemi


grammaticali si suddividono in classi diverse in base alla posizione che
assumono nella parola; quando si considerano dal punto si vista
posizionale i morfemi grammaticali si chiamano affissi (affisso ogni
morfema che si combina con una radice) e possono essere:
Prefissi: nella parola stanno prima della radice, tutti i prefissi sono
derivazionali.
Suffissi: nel caso si trovino dopo la radice, hanno valore
derivazionale e flessionale.
Desinenze: sono i suffissi con valore flessionale che stanno
sempre all'ultimo posto.
Altri tipi di affissi nelle lingue del mondo possono essere:
Infissi: sono affissi che nella parola si inseriscono dentro la radice.
Circonfissi: sono affissi formati da due parti, una prima della
radice l'altra dopo.
Transfissi: sono affissi che si incastrano nella radice in modo
alterato (arabo).
Gli affissi infissi, ciconfissi e transfissi interrompono la continuit della
radice, creando morfemi discontinui. Esistono inoltre affissi detti
sostitutivi poich la radice subisce un mutamento fonico e diventa
inseparabile dal morfema (come: foot-feet). In casi particolari si parla di
morfema zero quando una distinzione obbligatoria nella grammatica
della lingua non viene rappresentata in certe parole (sheep sia plurale
che singolare in inglese).
Spesso morfemi grammaticali portano contemporaneamente pi di un
significato o valore, come nella parola buone la e ha sia valore
femminile che plurale: in tal caso si parla di morfemi cumulativi. Un
caso particolare di morfema cumulativo l'amalgama, dato dalla
fusione di due morfemi in modo tale che nel morfema risultante non
pi possibile distinguere i due morfemi. Gli amalgami sono per
definizione morfemi cumulativi, giacch si trovano uniti su un solo
morfema i significati dei due morfemi.
Formazione delle parole
I morfemi derivazionali permettono la formazione di un numero infinito di
parole a partire da una base lessicale. Per vocale tematica si intende la
vocale iniziale della desinenza dellinfinito dei verbi (mangiare, vedere,
partire). Invece i prefissoidi e i suffissoidi (o semiparole) sono interi
morfemi posti prima o dopo un altro morfema e che creano ununica
parola (metro-termometro).

16

Le parole composte sono formate da due parole agganciate fra loro che
ne formano una con significato proprio, mantenendo il significato
originale delle due. Le unit polilessematiche sono composte da pi
parole con significato proprio che si comportano come fossero parola a
s, il cui significato va oltre la somma dei significati delle parole di
origine (essere al verde). In italiano, il pi importante e produttivo dei
procedimenti di formazione di parola la suffissazione. I suffissi
derivazionali pi comuni sono: -zion e -mente. importante anche la
prefissazione: i prefissi pi comuni sono in- s- ad- dis- con-.
Lalterazione consiste nellaggiungere alla parola dei suffissi alternativi
che le recano significato valutativo (diminutivi, peggiorativi, dispregiativi
ecc).
Le parole derivate si definiscono in base a:
Il procedimento di derivazione.
La classe da cui derivano.
La classe a cui appartiene la parola risultato.
Il fenomeno della conversione si ha quando non possibile stabilire fra
due parole con la stessa radice lessicale, quale sia la primitiva e quale la
derivata, come in gioco e giocare.
Flessione e categorie grammaticali
I morfemi flessionali non modificano il significato della radice lessicale su
cui operano: la attualizzano nel contesto di enunciazione, specificandone
la concretizzazione in quel particolare contensto. I morfemi flessionali
operano solo sulle classi variabili di parole (in italiano: verbi, nomi,
aggettivi, pronomi e articoli). Linsieme dei valori che pu assumere una
dimensione semantica costituisce le categorie. I morfemi flessionali
realizzano valori delle categorie grammaticali, costituendone le marche.
Fra le categorie grammaticali vi sono soprattutto le flessionali, cio
quelle relative ai morfemi, che a sua volta sono divise in due grandi
classi: quelle che operano sui nomi e quelle che operano sui verbi.
La morfologia nominale ha come categorie fondamentali il
genere e il numero, ma molto rilevante anche il caso, che
mette in relazione la parola con il ruolo sintattico che ricopre nella
frase. Anche le preposizioni possono assegnare il caso. Il processo
attraverso il quale il verbo assegna il caso al complemento viene
chiamato reggenza. In molte lingue gli aggettivi possono poi
essere marchiati per grado comparativo o superlativo, ma litaliano
affida alla flessione soltanto lespressione del superlativo.
La morfologia verbale ha come sue categorie flessionali principali
il modo, che esprime la modalit, cio la maniera nella quale il
17

parlante si pone nei confronti del contenuto di quanto vien detto


(indicativo indica certezza mentre condizionale indica incertezza), il
tempo, che colloca nel tempo assoluto o relativo quanto vien
detto, laspetto, che riguarda la maniera in cui vengono osservati e
presentati lazione o il processo espressi dal verbo, la diatesi, che
esprime il rapporto in cui viene vista lazione o levento rispetto ai
partecipanti e in particolar modo al soggetto, e la persona, che
indica chi compie lazione.
Le categorie grammaticali classificano le parole raggruppandole in
classi a seconda della natura del loro significato, vengono chiamate
classi di parole o parti del discorso e sono definibili sullasse
paradigmatico, in quanto considerano le parole in isolamento. Secondo
la grammatica tradizionale se ne identificano nove: nome o sostantivo,
aggettivo, verbo, pronome, articolo, congiunzione, avverbio e
interiezione.
Sullasse sintagmatico si possono individuare invece le funzioni
sintattiche, in quanto considerano le parole nel loro rapporto con le
altre parole di uno stesso messaggio. Si intendono cos le nozioni
definibili dallanalisi logica, come soggetto, predicato, complemento
oggetto, complemento di termine, di specificazione, di luogo ecc. Un
meccanismo che opera in molte lingue quello della marcature di
accordo, che prevede che tutti gli elementi suscettibili di flessione
allinterno di un certo costrutto prendano le marche delle categorie
flessionali per le quali marcato lelemento a cui si riferiscono.
CAPITOLO 5
Sintassi
Analisi in costituenti immediati
La sintassi si occupa della struttura delle frasi, ovvero come si
combinano tra loro le parole per dar luogo alle frasi. La frase l'unit di
misura della sintassi, e costituisce un messaggio autosufficiente nel
discorso. Essa pu contenere una predicazione, cio lattribuzione di
una qualit o di un predicato ad un soggetto, oppure pu essere una
frase senza verbo che viene detta frase nominale, come nel caso di
buona fortuna. Per analizzare le frasi si ricorre all'analisi in costituenti
immediati, che consiste nello scomporre la frase in pezzi via via pi
piccoli chiamati costituenti. Per rappresentare i costituenti scomposti
possibile utilizzare il metodo grafico ad albero detto ad alberi
etichettati: esso consiste in una serie di grafi costituiti da nodi da cui si
dipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della
sintassi, e reca il simbolo della categoria a cui appartiene il sostituente di
18

quel sottolivello. Un albero lindicatore sintagmatico della frase.


Sintagmi
Un sintagma definibile come la minima combinazione di parole che
funzioni come un'unit della struttura frasale. I sintagmi sono costruiti
attorno ad una testa da cui prendono il nome. Testa la classe di parole
che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire
sintagma e funzionare come sintagma. Esistono pi tipi di sintagmi:
Un sintagma nominale (SN) un sintagma costruito attorno ad
un nome
Un sintagma verbale (SV) un sintagma costituito attorno ad un
verbo.
Un sintagma aggettivale (Sagg) un sintagma costruito attorno
ad un aggettivo, come nel caso di molto bello.
Un sintagma avverbiale (Savv) un sintagma costruito attorno
ad un avverbio, come nel caso di abbastanza rapidamente.
Funzioni sintattiche, strutturazione delle frasi e ordine dei
costituenti
Esistono tre tipi di principi che determinano il funzionamento della
sintassi:
La prima classe interna alla sintassi e si tratta della funzione
sintattica. Essa riguarda il ruolo che i sintagmi assumono nella
struttura sintattica sequenziale della frase. Le tre funzioni
sintattiche fondamentali sono: il soggetto (chi compie lazione), il
predicato verbale (lazione) e infine loggetto (chi subisce
lazione).
Il secondo ordine dei principi che intervengono nella costruzione di
una frase dato dai principi semantici, che concernono il modo in
cui il referente di ogni sintagma contribuisce e partecipa allevento
rappresentato dalla frase. Per individuare i ruoli semantici occorre
guardare la frase come rappresentazione di una scena o eventi, in
cui diversi elementi presenti hanno una certa relazione gli uni con
gli altri. Categorie che vengono usate per designare i ruoli
semantici sono: agente (parte attiva), paziente (subisce),
sperimentatore (entit toccata da un certo processo psicologico),
beneficiario (entit a vantaggio della quale va a ricadere quanto
succede nellavvenimento), strumento (entit inanimata mediante
la quale avviene ci che accade), destinazione (entit che
costituisce lobiettivo).
Il terzo ordine lorganizzazione pragmatico-informativa,
secondo il quale una frase pu essere vista come unaffermazione
19

fatta attorno a qualche cosa. Di qui unimportante distinzione fra la


parte della frase che identifica (tema) e quella che isola (rema): il
tema ci su cui si fa unaffermazione, il rema linformazione
che viene fornita a proposito del tema. Unopposizione sinonimica a
tema/rema quella fra: dato, cio lelemento della frase da
considerare noto o perch precedentemente introdotto nel discorso
o perch fecente parte delle conoscenze condivise, e nuovo,
ovvero lelemento portato come informazione non nota.
Le lingue possiedono inoltre dispositivi per separare le tre nozioni e
mutare o invertire lordine dei costituenti, come le dislocazioni, che
possono portare, nel caso di quella a sinistra, a tema loggetto e a rema il
soggetto.

Dislocazioni a sinistra: anticipa all'inizio della frase un


costituente.
Dislocazione a destra: isola al fondo della frase un costituente.
Frase scissa: spezza la frase in due parti, portando all'inizio della
frase il verbo essere e subito dopo un costituente, infine segue la
frase.
Il focus il punto di maggior salienza comunicativa, la cosa su cui
si concentra l'interesse del parlante. Per evidenziarlo si usano
avverbi (addirittura, solo, anche)
Esempio: Luisa ha dato un bacio a Gianni.
Dislocazione a sinistra: Luisa a Gianni gli ha dato un bacio.
Dislocazione a destra: Luisa gli ha dato un bacio, a Gianni.
Frase scissa: a Gianni che Luisa ha dato un bacio.
In conclusione una frase si pu analizzare sintatticamente secondo
quattro punti di vista:
La prospettiva relativa alla struttura dei costituenti (SN+SV es
Gianni corre).
La prospettiva relativa alle funzioni sintattiche (Sogg+ogg es Gianni
corre).
La
prospettiva
semantica,
relativa
ai
ruoli
semantici
(agente+azione es Gianni corre).
La prospettiva pragmatico-informativa, relativa allarticolazione in
tema/rema (tema+rema es Gianni corre).
Elementi minimi di grammatica generativa
La grammatica generativa legata a Noam Chomsky. La trattazione
generativa della sintassi si innesta su una concezione del linguaggio
20

verbale umano come di un sistema cognitivo specifico e innato. Una


grammatica generativa una grammatica che intende predire in maniera
esplicita e formalizzata le frasi possibili di una lingua. Il ruolo centrale per
la generazione svolto dalla sintassi, la parte interna della lingua, cha ha
il compito di accoppiare e interpretare i significati e i significanti, le parti
esterne della lingua, e che basata su un sostrato comune a tutte le
lingue, una grammatica universale. Essa costituita da un lessico e da
regole che governano i diversi aspetti della grammatica: le regole vanno
intese come istruzioni da applicare nella generazione di un determinato
prodotto in quanto sono regole di scrittura a struttura sintagmatica. In
sintassi le regole sono corrispondenti alle successive ramificazioni di un
indicatore sintagmatico. Possono essere ricorsive quando nelluscita
della regola contenuto di nuovo il simbolo di categoria che rappresenta
lentrata della regola stessa (esempio: SN
SN + SPrep). Le regole
ricorsive rendono molto potente la grammatica poich consentono di
formare elementi inserendo gli uni dentro gli altri, frasi dentro frasi,
sintagmi dentro sintagmi. Le regole che contengono una barra obliqua
sono invece regole contestuali, che si possono applicare solo nei
contesti specificati dopo la barra; la linea orizzontale indica il contesto
locale, le specificazioni contenute prima e/o dopo la linea indicano le
caratteristiche o propriet che devono avere gli elementi che stanno
prima e/o dopo tale posizione perch la regola si possa applicare.
Nelle regole possono essere espressi anche i tratti, che devono essere
indicati tra parentesi quadre. Sono propriet rilevanti per la grammatica,
riguardanti
caratteristiche
morfosintattiche
degli
elementi
(+Masch=genere maschile); oppure tratti semantici riguardanti propriet
inerenti del significato delle parole, che costituiscono le cosiddette
sottocategorizzazioni: esse specificano quali elementi della classe
designata dal simbolo di categoria siano combinabili con un determinato
altro elemento. Ogni frase di una lingua ha assegnato un indicatore
sintagmatico che ne rappresenta la struttura e ne determina il significato
globale. Vi sono frasi che pur mantenendo la stessa struttura,
posseggono interpretazioni diverse e sono dette frasi ambigue. Per
risolvere questo problema, si introdotta nella grammatica generativa la
differenza tra struttura superficiale, ovvero la forma sintattica della
frase cos come appare, e struttura profonda cio la struttura che la
frase ha a un livello soggiacente. lorganizzazione strutturale astratta.
Oltre la frase
Le frasi spesso vengono realizzate in sequenze strutturate dando origine
a lunghe, frasi complesse. La sintassi del periodo un importante
livello di analisi del sistema linguistico che studia il modo in cui
21

questultimo combina le frasi e le parole. fondamentale la distinzione


fra coordinazione, quando le frasi hanno la stessa importanza
gerarchica, e subordinazione, quando vi un rapporto di dipendenza
fra le frasi, in quanto una si presenta come gerarchicamente inferiore ad
unaltra. Gli elementi che realizzano questi rapporti sono i connettivi o
connettitori. Le subordinate si distinguono in tre categorie:
Avverbiali: sono frasi subordinate che modificano lintera frase da
cui dipendono, sono subordinate causali, temporali, concessive,
ipotetiche e finali.
esco bench piova
mentre Luigi mangia le fragole, Gianni
gioca ai videogame.
Completive: sono frasi subordinate che riempiono una valenza del
verbo; costituiscono un costituente nominale maggiore (cio il
soggetto o loggetto, o anche il predicato nominale o loggetto
indiretto) della frase.
sembra che faccia bel tempo
penso a come fare
Luca
dice che ha ragione
Relative: sono frasi subordinate che modificano un costituente
nominale della frase.
non ho pi visto lo studente a cui ho dato il libro.
Lunione di una frase principale con una frase subordinata crea una una
frase complessa. Al di sopra dellunit frase bisogna riconoscere un
altro livello di analisi della sintassi, che pu essere chiamato livello dei
testi. Un testo definibile come una combinazione di frasi pi il
contesto in cui essa funziona da unit comunicativa. Per contesto si
deve intendere sia il contesto linguistico, vale a dire la parte di
comunicazione verbale che precede, sia il contesto extralinguistico, la
situazione specifica in cui la combinazione di frasi prodotta.
Entriamo qui nellambito della linguistica testuale, che presenta
elementi appartenenti alla struttura sintattica di una frase che
spiegabile solo uscendo dalla sintassi e facendo riferimento al contesto.
Un caso di questo genere la pronimizzazione cio limpiego e il
comportamento dei pronomi, in particolare i pronomi personali. La
presenza di elementi per la cui interpretazione necessario far
riferimento al contesto linguistico precedente, si chiamano anafore che
individuano gli elementi che rimandano a un identico oggetto. Col
termine deissi si designa la propriet di una parte dei segni linguistici di
indicare cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica e in
particolare nello spazio o nel tempo in cui essa si situa, in modo che
linterpretazione specifica del valore del segno dipende interamente dalla
22

situazione di enunciazione (ieri, oggi, domani ecc). Un altro fenomeno


la cosiddetta ellissi, consistente nella mancanza od omissione in una
frase di elementi che sarebbero indispensabili per dare luogo a una
struttura frasale completa, e che sono recuperabili dal contesto
linguistico, per esempio: domanda-risposta. Infine vengono chiamati
segnali discorsivi gli elementi estranei alla strutturazione della frase
esplicitano larticolazione interna del discorso come: allora, senti, cos,
no?, insomma, infine, basta ecc.
CAPITOLO 6
Semantica
Il significato
La parte linguistica che si occupa del piano del significato la
semantica. Definire il significato problematico sotto molti aspetti, ma
esistono due modi di concepirlo:
Concezione referenziale: il significato visto come unimmagine
mentale, un concetto, unidea corrispondente a qualcosa che esiste
al di fuori della lingua.
Concezione operazionale: il significato la funzione delluso che
si fa dei segni per comunicare, ovvero ci che accomuna i contesti
dimpegno di un segno.
Il significato definibile come l'informazione veicolata da un segno o
elemento linguistico. Ci sono inoltre tre distinizioni importanti:
Significato denotativo. Inteso in senso oggettivo, esso
corrisponde al valore di identificazione di un elemento della realt
esterna.
Significato connotativo. Inteso in senso soggettivo, esso
connesso alle sensazioni suscitate da un segno e dalle associazioni
a cui esso da luogo.
Significato linguistico. Riguarda la somma del significato
denotativo pi quello connotativo di un segno (buongiorno = buona
giornata in senso linguistico).
Significato sociale. Riguarda il significato che un segno ha in
relazione ai rapporti fra i parlanti (buongiorno = riconoscimento di
una persona in senso sociale).
Significato lessicale. Riguarda i termini (detti parole piene) che
rappresentano oggetti, entit o concetti presenti nella realt
esterna (gatto, buono, mangiare).
Significato grammaticale. Riguarda i termini (detti parole vuote)
che rappresentano concetti o rapporti del sistema linguistico o della
23

struttura dei segni (di-il-bench).


Lenciclopedia linsieme delle conoscenze che noi abbiamo di una
parola. Il significato fa parte della lingua, una delle sue facce,
codificato da categorizzazioni e opposizioni nel sistema, e non va confuso
con la conoscenza del mondo esterno che noi abbiamo in quanto esseri
viventi. Si chiama intensione linsieme delle propriet che costituiscono
il concetto designato da un termine, estensione invece linsieme degli
individui a cui il termine si pu applicare. (Esempio: lintensione di cane
linsieme di propriet che costituiscono la caninit; lestensione data da
tutti i membri della classe dei cani).
Rapporti di un significato fra lessemi
Lunit danalisi minima il lessema che corrisponde a una parola
considerata dal punto di vista del significato. Linsieme dei lessemi di una
lingua costituisce il lessico che uninsieme aperto e molto numeroso.
Lo studio dei vari aspetti del lessico compito della lessicologia,
mentre la lessicografia studia i caratteri e i modi di costruzione dei
vocabolari e dizionari. La semantica deve porre ordine nel lessico, e
vedere se tra i lessemi esistono rapporti di significato, ovvero rapporti
semantici:
Omonimia: sono i lessemi che hanno lo stesso significante a cui
corrispondono significati diversi non imparentati fra di loro e non
derivabili luno dallaltro, come per esempio: riso = ridere/cereale
oppure pianta = albero/mappa.
Polisemia: sono i lessemi che hanno lo stesso significante a cui
corrispondono significati diversi e sono imparentati tra loro o
derivati l'uno dall'altro, come per esempio: corno = protuberanza
del capo degli animali e corno = strumento musicale.
Enantiosemia: un caso particolare di polisemia, che si ha
quando significati diversi della stessa parola sono in opposizione tra
di loro (tirare - lasciare o tirare verso s).
Sinonimia: i termini diversi aventi lo stesso significato sono
sinonimi, come per esempio urlare/gridare e pietra/sasso. In realt i
sinonimi reali sono pochissimi, poich cambiando un termine
spesso si creano sfumature nella frase.
Geosinonimia: parole sinonimiche appartenenti al luogo in cui si
parla.
Ipionimia: il significato di un lessema rientra in un significato pi
ampio e generico rappresentato da un altro lessema, come per
mela e frutto oppure gatto e felino.
Solidariet semantica: basata sulla collocazione preferenziale di
24

un lessema rispetto ad un altro; la selezione di un termine


dipendente dallaltro (miagolare gatto).
Antonimia: sono due lessemi che hanno significato contrario,
designando i poli opposti di una scala, come ad esempio alto e
basso oppure buono e cattivo.
Complementariet: sono complementari due lessemi di cui uno
la negazione dellaltro (vivo o morto) e non esiste una scala
intermedia.
Inversione: avviene quando due lessemi esprimono lo stesso
concetto visto per da due punti di vista differenti (comprare e
vendere oppure dare e ricevere).
Per mettere ordine nel lessico, si creano degli insiemi di lessemi chimati
sottoinsiemi lessicali, che costituiscono gruppi organizzati di parole uniti
da rapporti di significato.
Campo semantico: linsieme dei lessemi che coprono le diverse
sezioni di un determinato spazio semantico. Tutti i termini di un
campo semantico hanno lo stesso iperonimo immediato.
Costituiscono campi semantici gli aggettivi di et, i termini di
colore, di parentela, gli aggettivi di bellezza, i nomi dei felini ecc.
Sfera semantica: una nozione pi ampia rispetto al campo
semantico: l'insieme dei lessemi che hanno in comune il
riferimento ad uno stesso spazio semantico (come ad esempio
l'insieme della parole della moda, dello sport ecc).
Famiglia semantica: un insieme di lessemi imparentati nel
significato e nel significante. Sono dunque parole derivate da una
stessa radice lessicale, come per esempio: socio, sociale, societ,
socializzazione ecc.
Gerarchia semantica: costituita da un termine con significato
superiore o inferiore, che quindi nella successione lo segue o lo
precede, come per quanto riguarda le unit di misura del tempo
che sono secondo, minuto, ora, giorno, settimana ecc.
Inoltre molti lessemi sono in grado di assumere significati traslati, cio
che si allontanano dal loro significato primario. un fenomeno dello
spostamento di significato come avviene per la metafora fondata sulla
somiglianza concettuale (Gianni un coniglio); la metonimia invece
fondata sulla contiguit concettuale (se bevo una bottiglia di vodka, in
realt ho bevuto il contenuto della bottiglia e non la bottiglia in s), e
tutte le altre figure retoriche.
25

Lanalisi del significato: semantica componenziale


Uno dei mtodi pi utilizzati per analizzare il significato quello
dell'analisi componenziale o semantica componenziale: si tratta di
scomporre il significato dei lessemi, comparandoli fra di loro e cercando
di cogliere in che cosa differisce il loro significato, ad esempio:
uomo = /+ umano + adulto + maschio/
bambina = /+ umano
adulto maschio/.
I termini tra le // sono le propriet di significato per analizzare un
lessema, e si dicono componenti o tratti semantici. Questa propriet
semantica elementare, combinandosi in simultaneit, d luogo al
significato dei lessemi, ed ognuno secondo questo metodo analizzabile
e rappresentabile come un fascio di componenti semantici. In questo
modo, con un basso numero di tratti si analizza un alto numero di
lessemi. I tratti semantici dovrebbero rappresentare in modo
sufficiente tutto ci che pertinente per definire il significato denotativo
di un lessema. Essi sono solitamente binari, cio ammettono i due valori
, ma si possono utilizzare anche tratti non binari a pi valori
(penetrabilit = 1-2-3 = solido-liquido-gassoso). possibile estendere
lanalisi anche ai verbi, ma il metodo problematico per analizzare i
verbi e i termini astratti: le difficolt aumentano quando si estende la
quantit di lessico sottoposta ad analisi, dato che o non si riescono pi a
formulare tratti specifici o essi diventano cos numerosi da risultare una
semplice parafrasi del contenuto del termine. Inoltre, rischia di diventare
non chiara la distinzione fra significato e enciclopedia.
Cenni di semantica prototopica
Contrapposta alla nozione di significato di un lessema come costituito da
una lista di tratti semantici categorici, la nozione di prototipo, cio
una sorta di immagine-modello ideale con cui confrontare tutti i membri
di una classe o categoria: i membri della categoria hanno un grado
diverso di tipicit per quel concetto, possono occuparne il punto focale
oppure la periferia. Il prototipo di uccello, per esempio, verr visto come
concetto del volatile pi tipico, rappresentato da quella che limmagine
mentale pi corrispondente e immediata che va a coincidere con luccello
tipico per una certa cultura (ad esempio il passero o il piccione) e ne
possiede tutti i caratteri o tratti costituitivi, che non necessariamente
sono posseduti da tutti i membri della categoria. Molti membri, infatti,
posseggono solamente alcuni dei tratti del prototipo pur essendo sempre
uccelli, come laquila, il pollo o lo struzzo. Solo il prototipo possiede tutti i
tratti centrali, mentre altri membri della categoria si allontanano cos dal
prototipo o punto focale diventando periferici.
26

I componenti semantici, dunque, non sono una lista fissa di propriet


necessarie per definire il significato di un lessema, ma diventano un
insieme di criteri pi o meno importanti nellidentificare una categoria:
necessario quindi basarsi sulla gradualit (pi e meno) invece che sulla
categoricit (si o no). I confini delle categorie non sono netti e ben
separabili come nella semantica componenziale. Un concetto importante
nella semantica prototopica quello di grado di esemplarit, ovvero
lappartenenza di un termine ad una categoria. Tuttavia vi sono dei limiti
alla semantica prototopica: essa trova problemi se descrivere valutazioni
o processi pscicologici, e in genere tutti i concetti astratti.
Elementi di semantica frasale
La semantica frasale si occupa di stabilire il significato globale delle frasi,
che la somma e la combinazione dei significati dei lessemi che la
compongono. Elementi per interpretare gli enunciati sono i connettivi
(ma, si, bench, o), i quantificatori (tutti, nessuno, ogni) e la
negazione (non). Un altro aspetto importante del significato degli
enunciati quello pragmatico, cio che cosa ci fa in un determinato
contesto situazionale, e chiama cos in causa lintenzionalit del parlante.
La lingua studiata come modo dagire e gli enunciati prodotti
costituiscono gli atti linguistici. Produrre un enunciato equivale a fare:
Un atto locutivo, che consiste nel formare una frase in una data
lingua, una proposizione con la struttura fonetica, grammaticale,
lessicale ecc.
Un atto illocutivo, che consiste nell'intenzione con la quale si
produce un enunciato, ad esempio informare qualcuno o descrivere
una situazione.
Un atto perlocutivo, che consiste nell'effetto che si provoca nel
destinatario del messaggio, nella funzione svolta da un enunciato
prodotto in una certa situazione.
Laspetto centrale degli atti linguistici latto illocutivo (affermazione e
negazione), ma vi sono verbi particolari che sono detti performativi
ovvero che annullano la distinzione tra contenuto referenziale e atto
locutivo compiuto, e vengono usati per fare qualcosa e non per dire
qualcosa (promessa o autorizzazione). Altra nozione importante della
semantica frasale quella di presupposizione, che il significato non
detto, ci che non fa parte del significato letterale espresso, ma che
ricavato da ci che viene detto o da come si dice. Esempio: andiamo al
cinema? ho un po di mal di testa
CAPITOLO 7
27

Cenni di tipologia linguistica


Le lingue nel mondo
Le lingue storico-naturali nel mondo sono numerosissime, vanno da 2200
fino a 5100. Non semplice riconoscere una lingua: in Italia, ad esempio,
bisogna tener conto sia della lingua nazionale sia delle minoranze
(tedesco, sloveno, ladino, neogreco, provenzale, catalano, sardo ecc). In
secondo luogo i dialetti italiani, dal punto di vista della storia e della
distanza linguistica, potrebbero essere considerati sistemi linguistici a s
stanti e autonomi.
Le lingue romanze vengono considerate come lingua a s stante e fanno
parte delle migliaia che vengono parlate (molte di esse sono in via
destinzione). Per ordinarle vengono raggruppate in famiglie secondo
criteri di parentela genealogica: il riconoscimento di parentela
linguistica evidente comparando il lessico fondamentale, ovvero se
troviamo lo stesso o simile significante vorr dire che questo rimanda a
una forma originaria condivisa, e che quindi le lingue in questione hanno
un antenato comune. LItaliano ha rapporti di parentela con tutte le
lingue derivate dal latino e costruisce insieme a queste il gruppo delle
lingue romanze che, assieme ad altri gruppi come le lingue
germaniche, lingue slave, lingue baltiche, lingue celtiche, lingue indoarie, lingue iraniche e tre lingue isolate, forma la famiglia delle lingue
indoeuropee. Il livello della famiglia rappresenta il pi alto livello di
parentela riconoscibile con il metodo della comparazione storica, che
individua le somiglianze fra le lingue come prova della loro comunanza
dorigine. Allinterno di una famiglia di lingue si possono riconoscere dei
rami, cha a loro volta si possono dividere in gruppi. La linguistica
comparativa riconosce oggi fino a un massimo di diciotto famiglie
linguistiche. Delle migliaia di lingue esistenti, soltanto alcune decine
possono essere considerate grandi lingue in quanto stato verificato un
numero sostanzioso di parlanti.
Le lingue possono venire classificate anche in base ad una prospettiva
tipologica, che si occupa di individuare che cosa c di uguale e cosa di
differente nel modo in cui le diverse lingue sono organizzate e
strutturate. La tipologia strettamente connessa con lo studio degli
universali linguistici, propriet ricorrenti nella struttura delle lingue.
Sulla base dei tratti strutturali comuni si possono cos classificare le
lingue in base alla loro appartenenza a tipi diversi: si teorizzano cos dei
tipi linguistici, ovvero l'insieme di tratti strutturali in armonia gli uni con
gli altri, un tipo ideale di lingua.
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Tipologia morfologica
Un modo dindividuare tipi linguistici diversi e di classificare
tipologicamente le lingue basato sulla morfologia, o pi precisamente
sulla struttura della parola. Esistono 4 tipi:
Tipo isolante: lingue in cui la struttura della parola la pi
semplice: il rapporto numero di morfemi:parole (indice di sintesi)
generalemtente 1:1. Nel tipo isolante le parole sono spesso
monosillabiche. Sono lingue isolanti: il vietnamita, il cinese, il
thailandese Le parole costruiscono frasi nella forma di radici
lessicali
nude,
senza
morfemi
che
realizzino
categorie
grammaticali. Al flessionale si sostituisce il lessico.
Tipo agglutinante: lingue in cui le parole hanno una struttura
complessa, sono formate da pi morfemi. Sono lingue agglutinanti:
il turco, lungherese, il finlandese, il basco, il giapponese... In una
lingua agglutinante le parole possono essere anche molto lunghe e
sono costituite da una radice lessicale a cui sono attaccati pi
affissi. Il corrispondente di quello che in una lingua agglutinante
una sola parola in una lingua come litaliano spesso un sintagma
nominale. L'indice di sintesi 3:1.
Tipo flessivo-fusivo: lingue in cui le parole sono internamente
abbastanza complesse, costuite in genere da una radice lessicale e
da uno o pi affissi flessionali che spesso sono morfemi cumulativi,
veicolando pi valori grammaticali assieme e assommando diverse
funzioni. L'indice di sintesi infatti di solito 2:1
Tipo flessivo: lingue che presentano parole in forma flessa che
modulano la radice lessicale. Sono flessive le lingue indoeuropee: il
greco, il russo, le lingue romanze. Esiste il sottotipo introflessivo,
caratterizzato dal fatto che i fenomeni di flessione avvengono
anche dentro la radice lessicale, come avviene nellarabo.
Tipo fusivo: lingue che hanno la caratteristica di riunire pi
significati in un solo morfema flessionale e di fondere assieme i
morfemi rendendo spesso poco trasparente la struttura interna
della parola.
Tipo polisintetico (o incorporante): lingue in cui la struttura
della parola molto complessa, ovvero parole formate da pi
morfemi attaccati assieme. Inoltre in una stessa parola possono
comparire due o pi radici lessicali. Le parole di queste lingue
corrispondono spesso a ci che in altre lingue sono delle frasi
intere. Presentano inoltre fenomeni di fusione che rendono poco
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trasparente la struttura della parola. Sono lingue polisintetiche il


groenlandese, leschimese, lingue australiane
Tipologia sintattica
Un secondo fondamentale criterio per classificare le lingue in tipi
linguistici basato sulla sintassi, e precisamente sullordine basico. I
costituenti sintattici fondamentali presi in considerazione sono il
soggetto, il verbo e il complemento oggetto. SOV lordine pi frequente
(35-52%), SVO il secondom(35-45%), VSO il terzo (11-15%).
Litaliano, come tutte le altre lingue romanze, usa lordine SVO. Sono
lingue SOV: turco, giapponese, coreano, ungherese ecc. Sono lingue VSO:
arabo, ebraico classico, tongano, gallese, ecc.
Gli ordini predominanti sono SOV e SVO perch il soggetto coincide con il
tema che, nellordine naturale dei costituenti formativi, sta in prima
posizione. Inoltre ci sono altri 2 principi, ovvero quello di precedenza,
per cui il soggetto deve precedere loggetto, e quello di adiacenza, per
cui O e V devono essere sempre uniti.
Esistono correlazioni fra lordine basico dei sostituenti maggiori di frase
e lordine negli elementi in altri tipi di costrutti. Su queste basi, sono stati
elaborati degli universali implicazionali, principi validi che collegano
fra loro le posizioni di diversi elementi nella frase e nei sintagmi. Sono
cos stati riconosciuti due tipi fondamentali:
Lingue VO, che costruiscono a destra.
Lingue OV, che costruiscono a sinistra.
Un caso di lingua che costruisce rigorosamente a sinistra il turco.
Tuttavia in ogni lingua c sempre un certo ammontare di incoerenza
tipologica.

Ergativit
Lergativit riguarda lorganizzazione dei sistemi di casi che traducono
in superficie i ruoli semantici connessi al verbo. Esistono delle lingue che
assegnano una marcatura diversa di caso al soggetto a seconda che esso
sia soggetto di un verbo transitivo o di un verbo intransitivo. Queste
lingue si chiamano ergative, perch attribuiscono una rilevanza
particolare alla funzione o ruolo semantico di agente. Queste lingue
contrappongono un sistema di casi assoluto-ergativo a un sistema, pi
diffuso, nominativo-accusativo. Sono lingue ergative: il basco, le
lingue caucasiche, leschimese, lingue indigene australiane ecc. Sempre
per quel che riguarda la marcatura dei casi, un altro parametro tipologico
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dato dal fatto che vi sono lingue che possono strutturare la frase sia in
base alla sintassi che in base alla struttura informativa, marcando
grammaticalmente sia le funzioni sintattiche sia le funzioni pragmaticoinformative, mentre altre lingue strutturano la frase solo in base alle
funzioni della struttura informativa. Si pu distinguere allora fra lingue
subject-prominent, come le lingue indoeuropee occidentali, il turco,
larabo, ecc; e le lingue topic-prominent come per esempio il cinese.
Infine ci sono lingue che adottano entrambe le modalit.

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