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La cultura

Il primo dvd a richiesta con Repubblica e Espresso

Le cinquanta
sfumature
di Robbe-Grillet

In edicola Capire leconomia


Levoluzione del capitalismo

ANAIS
GINORI

Fondatore Eugenio Scalfari

NZ
SS-1F

www.repubblica.it

Anno 19 - Numero 52

1,20 in Italia

Direttore Ezio Mauro


CON ECO - ARTI DEL 900 11,10

luned 31 dicembre 2012

Lo sport

Intervista a Allegri
Voglio il Milan
per altri tre anni
ENRICO
CURR

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9 771128 445004

21231

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICIT: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA: PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE 1,20;
(CON IL VEN E D 1,50). AUSTRIA, BELGIO, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; REGNO UNITO LST 1,80; REPUBBLICA CECA CZK 64; SLOVACCHIA SKK 80/ 2,66; SVIZZERA FR 3,00; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1,50

R2 Nobel per la medicina, aveva 103 anni

FOTO:HARARI/CONTRASTO

Addio a Rita Levi-Montalcini


nostra Signora della scienza

SERVIZI DA PAGINA 27 A PAGINA 31

UNA GRANDE VITA

CHE COSA CI LASCIA

DARIO CRESTO-DINA
A FINE importante in tutte le cose.
A 103 anni Rita Levi-Montalcini ha
completato la sua nel modo che
posso immaginare avrebbe voluto: addormentandosi. Laveva preparata da tempo
con la leggerezza che le persone speciali
sanno usare nellaffrontare le cose gravi.
ALLE PAGINE 27, 28 E 29

UMBERTO VERONESI
ON la sua immancabile e lucida
semplicit, Rita Levi-Montalcini ci ha dato il codice per interpretare la sua morte e soprattutto la
sua vita: Quando muore il corpo, sopravvive quello che hai fatto. Il messaggio che hai dato.
SEGUE A PAGINA 25

LUNED 31 DICEMBRE 2012

La musica

Lo sport

Il Neofolk
lora
dei nipotini
di Dylan

Ny-San Francisco
Soldini parte
due oceani
per un record

GINO CASTALDO

MARCO MENSURATI

27

morta ieri, a 103 anni, Rita Levi-Montalcini. Dallinfanzia torinese al Nobel per la medicina allimpegno civile. LItalia le dice addio

1909-2012

FOTO: GALIMBERTI/LUZ

La signora
della vita

DARIO CRESTO-DINA

A FINE importante in tutte le cose. A 103 anni Rita Levi-Montalcini ha completato la sua nel modo che posso immaginare
avrebbe voluto: addormentandosi. Laveva preparata da
tempo dentro di s, con la leggerezza che le persone speciali
sanno usare nellaffrontare le cose gravi. Non si era stancata
della vita, tuttaltro, aveva deciso di dimenticarsi di vivere per sfiorare la
presunzione filosofica dellimmortalit. La vita per lei era qualcosa in
cui si sta indefinitivamente anche quando finisce. la ragione per la quale a pi di dodici anni dalla scomparsa continuava a parlare e a scrivere
alla sorella gemella Paola, la sua Pa adorata. Di lei portava sempre sul
polso destro un bracciale con incastonato nel centro il giglio di Firenze.
Il cuore di quella vagabonda continua a battere dentro di me, diceva.
Consapevole che si vive per sempre, Rita Levi-Montalcini ha cercato
di occupare un piccolo posto nel mondo.
SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

Lintervista

La storia

Il racconto

La rinuncia
agli affetti
e la ricerca
come unica
missione

Dal laboratorio
fatto in casa
al Premio
le rivoluzioni
della scienziata

Passione
e battaglie civili
i suoi anni
da senatrice
resistente

DUSI

ODIFREDDI

CECCARELLI

RITA LEVI-MONTALCINI

IO, LNGF E IL RE SVEDESE


ella vigilia del Natale 1986, il NGFapparve di nuovo in pubblico sotto la luce dei riflettori, nel fulgore di un salone addobbato a festa alla presenza
dei reali di Svezia, dei principi, di dame in festosi abiti di
gala e gentiluomini in tuxedo. Avvolto in un mantello nero, il NGF sinchin al re e per un attimo abbass la visiera che gli copriva il viso. Ci riconoscemmo nella frazione
di pochi secondi, quando vidi che mi cercava tra la folla
che lo applaudiva. Rialz la visiera, e scomparve cos come era apparso. Ritorn alla vita errabonda nelle foreste
popolate dagli spiriti che di notte vagano sui laghi gelati
del Nord dove ho trascorso tante ore solitarie della mia
prima giovinezza? Ci rivedremo ancora, o in quellattimo stato esaudito il mio desiderio di tanti anni di incontrarlo e se ne perderanno definitivamente le tracce?
(testo tratto da Elogio dellimperfezione
1987 Dalai editore)

RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica

LUNED 31 DICEMBRE 2012

28

ADDIO MONTALCINI
R2CRONACA

LE ORIGINI

IN AMERICA

Nasce
a Torino
nel 1909
da famiglia
ebrea.
Si laurea
e nel 1938
lascia lItalia
per le leggi
razziali

Lavora
negli Usa e
in Brasile, l
scopre nel
53 il fattore
di crescita
delle cellule
nervose. Poi,
si divide fra
Usa e Italia

La nostra

La vita

DARIO CRESTO-DINA
(segue dalla copertina)
stata una donna curiosa e schiva, tanto essenziale da apparire
dura, affilata nellanimo come
nelle risposte, quasi sempre
caustiche, distanti. Una delle
ultime la riserv a Storace e alle aggressioni antisemite dei fascisti in Parlamento: Sono come lacqua sulla pelle di unanatra, scivolano via. Per vivere senza dare fastidio agli altri, si era ritagliata uno
spazio appena necessario, lo aveva ridotto allisola di Sciascia. A cominciare da se
stessa. Pesava meno di quaranta chili, limitava i suoi spostamenti dalla casa romana che sta dietro Villa Torlonia ai laboratori dellEuropean Brain Research
Institute di via Fosso Fiorano, il suo Ebri.
Mangiava pochissimo e dormiva ancora
meno. Ogni sera andava a letto alle undici. Ogni mattina si alzava alle cinque. Diceva: Non mi interessano n il sonno n
il cibo. Consumava un pasto vero solo
una volta al giorno, a pranzo. A cena si
concedeva un brodo e unarancia. Era
quasi sorda, ci vedeva poco, aveva la pelle scavata dalle rughe come quella di un
ramo antico, lunica ferita del tempo alla
vanit che lirritava, ma la forza e la resistenza di un bonsai ultracentenario. Il
giorno in cui entr nei suoi centanni, seduta come una bambina sul bordo di un
divano, la testa bianca scossa da un lieve
tremore sopra un abito di Capucci blu elettrico mi disse: Non mi
vergogno delle mie doppie protesi acustiche, dei miei occhi costretti a essere aiutati da un ingranditore. Voglio andare avanti. Non sono stanca di vivere e
non cerco la morte. Arriver. Forse tra un mese, forse tra due anni.
Le mie colpe sono di scarsa entit
e credo di avere poco da farmi
perdonare. Dett anche quello
che poteva essere il suo epitaffio:
Potevo essere una donna migliore, ma
ho avuto lo stesso una bella vita.
Le piaceva paragonarsi a Robinson
Crusoe. La prima volta che mi sono sentita come il personaggio di Defoe stato
negli anni del fascismo. Allora ero pi sola, pi giovane e meno forte di adesso, eppure quel male produsse un bene. Senza
Mussolini e Hitler oggi sarei soltanto una
vecchia signora dalla salute fortunata.
Grazie a quei due, invece, sono arrivata a
Stoccolma. Non mi sono mai sentita una
perseguitata. Ho vissuto il mio essere
ebrea in modo laico, senza orgoglio e senza umilt. Non vado in sinagoga n in
chiesa. Non porto come una medaglia il
dato storico di appartenere a un genere
umano che ha sofferto molto, n ho mai
cercato di trarre vantaggi o risarcimenti
morali. Essere ebrei pu non essere piacevole, non comodo, ma ha creato in noi
un impulso intellettuale supplementare.
Come si pu affermare che Albert Einstein era di razza inferiore? Dovremmo
abolire anche nella nostra testa il concetto di razza. Esistono i razzisti, non le razze. E a me interessano soltanto le persone. Nel maggio del 1969 Rita a St. Louis,
le capita tra le mani Il lamento di Portnoy.
Una rivelazione dolorosa. Scrive alla sorella: Mia Pa adorata, sto leggendo la pi
feroce accusa che sia mai stata scritta
contro le Jewish mothers di New York. il
libro pi famoso dellanno, scritto da un
giovane scrittore ebreo di New York. difficile immaginare un libro tanto crudele
nella denunzia dei difetti della razza e
specialmente delle madri ebree. Tuttavia
cos ben scritto e colpisce talmente nel
segno che non si pu condannarlo. Leggendolo pensavo alla nostra fortuna di
avere avuto una mamma come la nostra.

Raccontava di aver
deciso a soli 3 anni
che non sarebbe
mai diventata
moglie e madre
Essere ebrei
diceva ha creato
in noi un impulso
intellettuale
supplementare

Sugli insulti
di Storace:
Scivolano come
lacqua sulla pelle
dellanatra

Beautiful mind
Dallinfanzia torinese
con un padre autoritario
al premio Nobel,
passando per le leggi razziali
e la stanza da letto trasformata
in laboratorio durante la guerra.
Di Mussolini e Hitler diceva:
Senza di loro, sarei solo
una vecchia signora
dalla salute fortunata.
E poi la fede (Invidio chi ce
lha, ma non credo in un dio
che decide il nostro destino)
e il traguardo dei cento anni,
quando sembr voler scrivere
il proprio epitaffio: Potevo essere
una donna migliore, ma ho avuto
lo stesso una bella vita

Lamore per
Paola adorata,
la sorella gemella
scomparsa
quindici anni fa

TWITTER PRIMA DI TUTTI


Sul social network la notizia
della morte della scienziata
apparsa alle 14.29 con oltre
mezzora di anticipo sulle
agenzie e i siti. A comunicarla,
una utente che citava
una fonte riservata

Benedetta la sua dolcezza e il suo riserbo,


cos differente dallaggressivit delle
donne ebree descritte da Philip Roth.
Vissuta nel ricordo della mamma Adele (e forse segnata da quello del padre,
lingegnere torinese Adamo Levi, un uomo antico e autoritario), Rita non mai
stata moglie e madre. Spiegava il perch
cominciando da Dio. Invidio chi ha la fede. Io non credo. Non posso credere in un
dio che ci premia e ci punisce, in un dio
che vuole tenere il nostro destino nelle
sue mani. Ognuno di noi pu diventare
un santo o un bandito, ma ci dipende dai
nostri primi tre anni di vita, non da dio.
una legge di una scienza che si chiama
epigenetica, in altre parole si pu definire il risultato del dialogo che si instaura tra
i nostri geni e lambiente familiare e sociale nel quale cresciamo. Prendete una
bicicletta o un insetto, oggi sono pressoch uguali a comerano duecento anni or
sono. Noi no. Luomo darwiniano al
cento per cento. Ebbene, io a tre anni, a
tre anni, lo giuro, ho deciso che non mi sarei mai sposata e che non avrei avuto

bambini. Sono rimasta condizionata dal


rapporto vittoriano che subordinava mia
madre a mio padre. A quei tempi nascere
donna significava avere impresso sulla
pelle un marchio di inferiorit. Eppoi ho
visto troppe vite matrimoniali sfortunate. Ne vedo tante anche oggi. Vite tristi,

Un grande festival
la cerimonia a Stoccolma
Ma si commosse quando
Ciampi la nomin
senatore a vita
vuote, false. Negli Stati Uniti, durante un
ricevimento venne avvicinata da una signora che le domand se anche suo marito era membro della National Academy. Lei le rispose: I am my own husband, sono io stessa mio marito. Sola,
eppure circondata per lintera esistenza
da una folla di uomini. Amici, maestri. A
partire da Giuseppe Levi, padre di Nata-

lia Ginzburg, il professore che le preconizz il Nobel per la medicina. Ho rinunciato a costruire una famiglia, non allamore, raccontava Rita. Ho avuto degli affetti, mi sono innamorata, sono stata felice. Ma forse il mio unico figlio stato lNfg. Ho avuto e ho amici importantissimi, gli amici di una vita: Renato
Dulbecco, Giuseppe Attardi, il mio maestro Viktor Hamburger alla Washington
University di St. Louis, Norberto Bobbio,
la poetessa Maria Luisa Spaziani, Pietro
Calissano, Piero Ientile, Pina Tripodi.
Tutto stato enorme attorno a lei. Durante la guerra, a Torino trasform in laboratorio la camera da letto, un piccolo
locale di due metri per tre in corso Re Umberto. Quella stanza divent un centro di
ricerca frequentato anche dai compagni
di scuola che professavano il fascismo e
la domenica sfilavano con la camicia nera. Qualcuno cantava stupide canzoncine di regime. Se ci manca un po di terra
prenderemo lInghilterra, se ci mancher il sapone prenderemo anche il
Giappone.... Ridevamo di tutto ci.

la Repubblica

LUNED 31 DICEMBRE 2012

PER SAPERNE DI PI
www.fondazionebri.eu
www.repubblica.it

IL NOBEL

IN SENATO

Nel 1986
vince
il Nobel per
la medicina
grazie alla
scoperta
sul fattore
di crescita
della fibra
nervosa

Nel 2001,
Rita Levi
Montalcini
nominata
da Ciampi
senatrice
a vita per
i suoi meriti
scientifici
e sociali

29

Lintervista / 1

Il biochimico Pietro Calissano: mai pentita di non avere avuto figli

La rinuncia serena agli affetti


e la ricerca come sola missione
ELENA DUSI
a chiama la mia migliore
amica. Pietro Calissano,
biochimico, ha conosciuto
Rita Levi Montalcini nel
1965. Ero appena laureato e avevo
chiesto una borsa di studio. Lei
venne a prendermi in albergo con
la macchina. Lirruenza al volante
fu il primo tratto che lo colp. La
nostra collaborazione e amicizia
sono andate avanti fino a oggi. Ci
sentivamo tutti i giorni, spesso la
sera tardi per fare il bilancio della
giornata. Oggi Calissano vicepresidente di quellEuropean
Brain Research Institute, a Roma,
di cui la scienziata stata fondatrice.
Ci descrive una giornata di lavoro?
Iniziava molto presto, con un
caff potente. Il gruppo si riuniva
per commentare i risultati del giorno prima e pianificare il lavoro futuro. Non cera studente troppo
giovane per essere ascoltato, argomento troppo eccentrico per essere discusso, n idea troppo inverosimile per essere considerata. Se
poi lesperimento falliva, nessun

rimpianto. Ma una caratteristica


del suo lavoro era linquietudine
creativa, il bisogno di percorrere
ogni strada immaginabile.
Era una donna severa?
Molto puntigliosa nelluso delle parole. Ogni articolo scientifico
veniva riscritto fino a una decina di
volte. Ma il clima in laboratorio era
disteso. Non lho mai sentita alzare
la voce.
Che peso ha avuto il lavoro nella sua vita?
stata una lavoratrice totale,
tanto che ad agosto si sentiva un po
spersa. Ha sacrificato la vita affettiva alla scienza, ma stata una scelta deliberata. A volte le chiedevo se
non le pesasse. Rispondeva che
limportante era lasciare un messaggio. Che fossero figli o risultati
scientifici, non contava poi troppo.
I suoi bambini lhanno conosciuta?
S. Alle loro domande dava
sempre importanza e si interessava
alle loro scelte. Nel lavoro daltronde era famosa come talent scout. Se
incontrava un giovane intelligente,
magari in treno, anche non laureato, si dava da fare per reclutarlo.

Come reag al Nobel?


Una mattina mi telefon: Sai
che mi hanno dato il Nobel?. Lo
disse come se fosse la cosa pi
scontata del mondo, o come se la
notizia riguardasse un altro. Io lavevo previsto, ma lei si schermiva.
Allora scommettemmo: se avessi
vinto, lei mi avrebbe ospitato con la
famiglia a Stoccolma. E cos avvenne.
Parlava dellesperienza politica?
Non molto, ma la sentivo dispiaciuta e perplessa. A parole i politici erano sempre pronti a magnificare la scienza. Ma se si trattava di
prendere decisioni, ogni supporto
scompariva.
Che ricordo ha dellultimo incontro?
Ci siamo fatti gli auguri pochi
giorni fa. Era diventata debole dudito e comunicare non era facile.
Uscendo pensai con malinconia
alla Rita vivace di tanti anni prima.
Conoscevo il suo spirito stoico e costruttivo e sono convinto che se ne
rendesse conto: aggiungere anni
alla vita in questo modo non serviva pi a molto.

FOTO: GUIDO HARARI/CONTRASTO

RIPRODUZIONE RISERVATA

Con lavvento delle leggi razziali fui costretta a trasferirmi a Firenze. Scelsi un
finto cognome, il primo che mi venne in
mente: Lupani. Mi specializzai nella
stampa di documenti falsi per gli ebrei,
avevo rapporti con il Partito dAzione.
In solitudine arriv al Nobel per la ricerca sullNfg, la sigla della proteina che
stimola la crescita delle cellule nervose.
Uno studio durato oltre mezzo secolo.
Sono giunta alla scoperta perch ero lunica a lavorare in quello specifico campo
della neurologia. Ero sola in mezzo a una
giungla, non conoscevo nulla o quasi
nulla. Sapere troppo, spesso, ostacola il
progresso. Nel 1986 abitava gi a Roma.
La telefonata dellAccademia arriv che
era notte. Stava sfogliando un giallo di
Agatha Christie. La cerimonia del Nobel
a Stoccolma non fu particolarmente eccitante, piuttosto una specie di grande festival. Il primo agosto del 2001 la chiam
lallora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Le disse semplicemente: Sono Ciampi e labbraccio. La
nomino senatrice a vita per meriti scien-

tifici e sociali. Lei questa volta si commosse, riusc soltanto a rispondere con
un grazie presidente. Ai ragazzi diceva,
antesignana di Steve Jobs: La mia intelligenza mediocre e il mio impegno poco pi che mediocre, mi hanno salvata listinto e il cuore. Seguite sempre il vostro
cuore. Amava Bertrand Russell, soprattutto queste parole nelle quali si riconosceva: Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la ricerca della conoscenza, la sete damore e
una struggente compassione per le sofferenze dellumanit. Da giovane era
ghiotta di pollo con la panna e le piaceva
cuocersi per ore sotto il sole. La sua casa
traboccava di fiori. Rose bianche e gialle,
azalee, iris, orchidee, margherite. Si inebriava di profumi e colori. Sulla giacca
portava sempre una spilla. Ha attraversato una lunghissima vita trovandoci parecchio dentro, una fortuna che non capita a molti e della quale si pu essere certi soltanto quando giunge il nostro ultimo giorno.
RIPRODUZIONE RISERVATA

ALLESTERO
Rita LeviMontalcini
nel 49 con
un gruppo
di colleghi.
Oggi la
camera
ardente in
Senato dalle
13.30. Le
esequie il 2
gennaio a
Torino in
forma
privata

Lintervista / 2

Il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza: Soffriva per le difficolt degli studiosi in Italia

Lamara scoperta degli ostacoli alla scienza


ue discipline scientifiche diverse. Ma
unesperienza di lavoro in comune a cavallo fra Italia e Stati Uniti. Rita Levi Montalcini e Luigi Luca Cavalli Sforza hanno
spesso parlato di quali sono le difficolt del fare ricerca nel nostro Paese. Ma di persone come lei non
ne esistono altre reagisce oggi commosso lo scienziato 90enne che diresse il dipartimento di genetica
delluniversit di Stanford e oggi tornato a vivere in
Italia.
Rita Levi Montalcini non stata solo una grande
scienziata. Ha giocato anche un ruolo importante
nella societ italiana.
stata nominata senatrice a vita a conferma del
suo impegno anche al di fuori del campo scientifico.
E ha dato un contributo essenziale al suo Paese. Pochi italiani sono riusciti a fare altrettanto.
Lesperienza politica per non lha lasciata troppo soddisfatta.

Sfondare linsensibilit del nostro paese per la


scienza non impresa facile. Si tratta daltronde di
un fenomeno antico, e non si pu porvi rimedio da
un giorno allaltro. Entrambi abbiamo vissuto sia la
realt italiana che quella americana e abbiamo toccato con mano le differenze. Lei si data molto da fare per smuovere le acque qui, ma a causa delle circostanze non ha potuto ottenere molto.
Come descriverebbe il vostro rapporto?
Era unamicizia molto affettuosa. I nostri ambiti
scientifici non sono veramente vicini, ma avevamo
molte esperienze da condividere. Entrambi sapevamo quali sono i requisiti per fare buona scienza, e cosa manca allItalia per essere allo stesso livello degli
Stati Uniti. Ora lei non c pi, ma il nostro Paese non
smette di avere bisogno di persone che, come lei, sostengano limportanza della scienza per la societ.
(e.d.)
RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica

LUNED 31 DICEMBRE 2012

30

ADDIO MONTALCINI
R2CRONACA

PER SAPERNE DI PI
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www.nytimes.com

Io sono la mente

Il coraggio di ribellarsi

Il disinteresse per s

Non temete le difficolt

Ho perso un po la vista,
molto ludito. Ma penso pi
adesso di quando avevo
ventanni. Il corpo faccia
quello che vuole. Io non sono
il corpo: io sono la mente

Nella vita non bisogna mai


arrendersi alla mediocrit,
bens uscire da quella zona
grigia in cui tutto abitudine
Bisogna coltivare
il coraggio di ribellarsi

Il messaggio che invio di


affrontare la vita con totale
disinteresse alla propria
persona, e con la massima
attenzione verso il mondo
che ci circonda

Dico ai giovani: pensate al


futuro che vi aspetta, pensate
a quello che potete fare, e non
temete le difficolt: io ne ho
passate molte, e le ho
attraversate senza paura

Le sue frasi

Fu costretta a studiare gli embrioni di pollo nella sua stanza da letto. Poi lofferta di lavorare negli Stati Uniti
Nel 53 scopr lNGF, molecola che favorisce la crescita delle cellule del sistema nervoso, con cui vinse il Nobel nell86

Dal laboratorio da camera al Nobel


PIERGIORGIO ODIFREDDI

OMAGGI
DAUTORE
Figura luminosa
orgoglio per lItalia

Si spenta una
luminosa figura
della storia della
scienza, orgoglio
per lItalia
Giorgio Napolitano

Donna capace
e carismatica

Donna capace e
carismatica ha dato
battaglia tutta la vita
per difendere i valori
in cui credeva
Mario Monti

Ha cambiato
il mondo

Donna coraggiosa, ha
superato tanti ostacoli
e ha saputo cambiare
il mondo con la
passione e la curiosit
Fabio Fazio

Ha sempre lottato
per la giustizia

Ha unito la ricerca per


la verit scientifica
alla ricerca di giustizia
sociale. Questo
il lascito pi prezioso
Roberto Saviano

utti conoscevano il
nome e la ieratica figura di Rita Levi Montalcini, premio Nobel
1986 per la medicina,
per anni lunica donna nel suo
campo di ricerca. Tanto che, come lei stessa ricordava orgogliosamente, ai congressi ai quali
partecipava le prolusioni si aprivano normalmente con un Lady
and Gentlemen, Signora e Signori.
Ma prima di arrivare ai congressi la signora della medicina
aveva dovuto percorrere una
lunga strada, che laveva portata
da Torino allAmerica. Nella citt
piemontese era nata il 22 aprile
1909, e aveva studiato alla scuola
del famoso istologo Giuseppe
Levi: ununiversit di eccellenza,

a Saint Louis per ripetere i suoi


esperimenti sugli embrioni di
pollo.
Part per lAmerica sulla stessa
nave su cui viaggiava anche Renato Dulbecco, di cui si diceva
che era innamorato di lei: certamente i due erano grandi amici, e

tali sono rimasti per tutta la vita.


Arrivata in Missouri la Montalcini sub il fascino dellambiente
universitario americano, che
provoc in lei un cambiamento
intellettuale testimoniato dal bestseller autobiografico Elogio
dellimperfezione (ora pubblica-

to da Dalai). In particolare, decise di rimanere negli Stati Uniti e


divenne professoressa a Saint
Louis, fino al suo pensionamento nel 1977. Fu l che nel fatidico
anno 1953, lo stesso in cui fu scoperta la doppia elica del DNA, la
Montalcini scopr a sua volta

lNGF, o Fattore di Crescita Nervosa: una molecola che regola e


favorisce la crescita delle cellule
del sistema nervoso.
In seguito si compreso che
lNGF svolge un importante ruolo di coordinamento fra i tre
grandi sistemi (nervoso, endocrino e immunitario) che mantengono lo stato di salute di un
organismo. Ad esempio, gli animali privati dellNGF si sviluppano male, capiscono meno, si ammalano di pi e invecchiano prima del solito, mentre quelli curati con lNGF recuperano parte
della funzionalit persa a causa
dellet. Farmaci a base di NGF
sono gi oggi usati per curare distrofie della cornea, e domani
potrebbero essere cruciali nel
trattamento delle infiammazioni allergiche, della sclerosi, dellartrite e dellAlzheimer: si pote-

I congressi a cui
partecipava si
aprivano, in suo
onore, con Lady
and Gentlemen

Il suo lavoro
fondamentale
per capire come
affrontare
molte malattie

visto che tre dei suoi allievi (oltre


alla Montalcini, anche Salvador
Luria e Renato Dulbecco) arrivarono poi al premio Nobel per la
medicina.
Ma anche ununiversit alla
quale aveva dovuto combattere
per iscriversi, ribellandosi al ruolo che il padre sembrava averle
destinato. Ancora una decina di
anni fa, quando le chiesi di ricordare gli anni della sua infanzia, lei
dichiar di aver sofferto allidea
di dover vivere in seconda come la madre, e di aver odiato le
scuole femminili che insegnavano a essere mogli e madri,
mentre lei sentiva di non voler essere n luna, n laltra.
Laureatasi con lode nel 1936, e
subito ammessa alla specializzazione in neurologia e psichiatria,
ne fu espulsa nel 1938 in seguito
alle leggi razziali. Dopo un breve
periodo passato in un istituto di
ricerche neurologiche a Bruxelles, la Montalcini torn in Italia:
non potendo lavorare alluniversit, install un laboratorio nella
propria stanza da letto e incominci a studiare gli embrioni di
pollo insieme a Giuseppe Levi,
anchegli tornato a Torino dopo
essere sfuggito allinvasione nazista del Belgio.
Il laboratorio da camera condivise le peripezie belliche della
ricercatrice, che dovette dapprima sfollare in campagna e poi fin
a Firenze, dove dopo la liberazione della citt nel 1944 lavor come medico in un campo di rifugiati. Finita finalmente la guerra,
la Montalcini rientr in universit a Torino, ma nel 1947 ricevette lofferta di passare un anno

va dunque non essere grati a chi


aveva scoperto e studiato questa
sostanza?
La gratitudine della comunit
scientifica fu espressa nel 1986,
quando alla Montalcini fu assegnato il premio Nobel per la medicina per questa scoperta, insieme a Stanley Cohen. Ella raggiunse cos nellOlimpo di questa
scienza i suoi compagni
di scuola Salvador Luria e
Renato Dulbecco, che
avevano gi vinto lo stesso premio nel 1969 e 1975,
rispettivamente: tutti allestero, fra laltro, anche
se la Montalcini non recise mai completamente i
legami con lItalia.
Fin dal 1962 aveva infatti fondato un gruppo di
ricerca a Roma, iniziando
a pendolare con Saint
Louis. E tra il 1969 e il 1978
aveva diretto lIstituto di
Biologia Cellulare del
Consiglio Nazionale delle
Ricerche, sempre a Roma. A coronamento di
questi legami, arriv nel
2001 la nomina a senatrice a vita da parte del presidente Ciampi. Una nomina che, nonostante let,
la scienziata consider
non come una passiva
onorificenza, ma come un attivo
impegno sociale e civile a sostegno della ricerca, e contro coloro
che avrebbero voluto reinstaurare in Italia il regime che nel ventennio aveva gi procurato sufficienti danni al paese in generale,
e a lei in particolare.

Lintervista

Luigi Aloe, tecnico sempre al suo fianco: Prov su se stessa le cure

Quarantanni di esperimenti
iniziati grazie agli scarafaggi
uigi Aloe era un semplice tecnico di laboratorio quando incontr
Rita Levi Montalcini nel 1966. Mi chiese di seguirla per 6 mesi negli Usa. Diventarono 39 anni di lavoro gomito a gomito. Anni in
cui Aloe ha ottenuto una laurea honoris causa in biologia ed diventato dirigente di ricerca del Cnr.
Cosa vi fece incontrare?
Lei in quel periodo si interessava al sistema nervoso degli insetti. Io come tecnico allevavo degli scarafaggi utili al suo lavoro. Penso che a colpirla fu il mio attaccamento senza limiti al lavoro, giorno e notte. Lei daltronde non riusciva a dormire nellattesa di vedere i risultati dei suoi esperimenti. Mi diceva: tu sei bravo, io sono brava. Insieme siamo bravissimi.
La scoperta di Ngf, il fattore di crescita nervoso, venne criticata per essere priva di applicazioni cliniche. Come and invece?
La professoressa test la molecola su se stessa. Insieme preparammo
un collirio a base di Ngf per trattare la maculopatia che le offuscava la vista. Lei ottenne un permesso speciale per uso compassionevole. Prese
il farmaco per un paio di anni e la malattia cess di progredire, senza effetti collaterali. Daltronde eravamo sicuri. Lo avevamo sperimentato
tante volte sugli animali.
Come porterete avanti le sue ricerche?
Il prossimo passo sar dimostrare che Ngf riesce a proteggere i neuroni che invecchiando causano lAlzheimer, e sperimentarlo anche come
cura contro il glaucoma o alcune malattie della cornea.
(e.d.)

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LE IMMAGINI
Nella foto grande, con il
Re Gustavo di Svezia
durante la premiazione
del Nobel. Sopra, con
Renato Dulbecco
e in laboratorio

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la Repubblica

LUNED 31 DICEMBRE 2012

ADDIO MONTALCINI
R2CULTURA

NEW YORK TIMES

HAARETZ

GUARDIAN

Rivoluzionaria
nello studio
del cervello,
titola
cos il Nyt,
laddio alla
Montalcini. E
aggiunge:
Elegante,
sicura e
ricercata
oratrice

Cos il giornale
israeliano:
Super le
discriminazioni
razziali
e divenne
una scienziata
tra le pi
importanti,
continuando
fino alla fine
il suo lavoro

Il quotidiano
inglese: Ha
affrontato
con serenit
le difficolt
nel praticare
la medicina in
tempo di guerra
e quelle poste
dai pregiudizi
nei confronti
delle donne

PER SAPERNE DI PI
www.cnr.it
www.repubblica.it

31

La stampa internazionale

Nominata da Ciampi nellestate del 2001 port in politica la sua passione per la ricerca e per i diritti delle persone
Sempre elegante nelle repliche anche quando rest ore in Parlamento per il sostegno a Prodi e fu attaccata dai fascisti

Impegno, stile e battaglie civili


i suoi anni da senatrice resistente
FILIPPO CECCARELLI

OMAGGI
DAUTORE
Umile e intelligente
ma piena di ironia

Una persona umile,


intelligente, amabile
e piena di ironia.
Ferma, lucida, sempre
presente a se stessa
Dario Fo, Franca Rame

Orgogliosamente
italiana ed ebrea

Orgogliosamente
italiana ed ebrea,
alla ricerca
affiancava limpegno
per i diritti civili
Le comunit ebraiche

Un esempio
di impegno morale

Figura eminente
anche per limpegno
civile e morale che
lha resa persona
esemplare
Il Vaticano

Una vera guida


per i giovani

Una grande figura


del Paese, capace
di battersi per
la ricerca. Una
guida per i giovani
Margherita Hack

n mazzetto di mimose
fuori stagione e tanti
versi - Lucrezio, Gozzano, Ferlinghetti meritano oggi di essere posti sullo scranno vuoto di Rita
Levi Montalcini nellaula di Palazzo Madama, dove per pi di dieci
anni, contro tutto e contro tutti,
ma senza mai perderne in eleganza e buonumore, questa donna di
enorme fama e straordinario ingegno dimostr con la sua stessa longevit che Scienza e Politica sono
prossime alla Poesia.
E la riprova che ripensandola
vecchietta operosa e impassibile
su quei banchi viene da sorridere
con la complicit che si deve a una
bambina che non fa capricci, ma
da cui puoi aspettarti di tutto, ma
sempre in nome della verit. No-

che tutto questo, che pure ai suoi


occhi quasi mai era disprezzabile,
doveva pur e comunque fare i conti con quel congresso di fisici cinesi, o con il governo mondiale dellambiente e tante altre cose che i
protagonisti italiani ignoravano.
E tuttavia il dato fantastico, a

pensarci bene, che era donna e


che era vecchia. E mai come nella
crisi epocale del patriarcato e dinanzi ai disastri di una classe politica maschile e pietosamente giovanilistica, questi due stereotipi si
sono rispecchiati in lei rovesciandosi in virt, cultura, energia lun-

gimirante, ma anche felice differenza di genere, cura e sicura umanit.


Divenuta famosa al grandissimo pubblico, dotata di imitatrici
televisive e perfino di compagni
che mettevano sul palcoscenico la
sua vicenda (Le parole di Rita,

Le sue erano
sempre scelte di
coscienza e di
allegria. Difese
Darwin nelle scuole
minata senatrice a vita da Carlo
Azeglio Ciampi nellestate del 2001
per aver fin l illustrato lItalia eccetera, limpressione che il meglio labbia dato al suo paese proprio quando, dichiaratasi assai pi
felice di questo riconoscimento
che del Nobel, dalla tribuna senatoriale Rita Levi Montalcini ebbe
loccasione e sent il dovere di dire
e fare tutto ci che gli passava per la
sua testa, invero molto sapiente e
saggia, ma soprattutto libera. Cos
super di slancio le ipocrisie, i formalismi, gli interessi, i rapporti di
forza e con garbato ardore prese il
suo nuovo impegno molto seriamente confermando che tra le cose che pi detestava cera lossequio al potere. Ma fuori di ogni
acrimoniosa demagogia, come
scelta di coscienza e in fondo anche di allegria.
Quando arriv su quei banchi, a
92 anni, sera gi detta a favore dellantiproibizionismo e con qualche riserva delleutanasia. Se non
si rischiasse di fare un torto ad entrambi la si poteva definire una
specie di pannelliana ad honorem; mentre certi suoi anatemi
contro il consumismo, che ha
mortificato ogni valore, la collocavano allinterno della profezia
pasoliniana. Ma pi che le convenzionali categorie Levi Montalcini
recava in dote alla coscienza civile
la meraviglia della ricerca e della
scoperta; e poi uno sguardo, un
universo, un orizzonte che si spingeva ben oltre lItalietta con i suoi
impicci e le sue magagne. Insieme
italianissima, ebrea e cosmopolita
osservava le diatribe domestiche,
le contorsioni dellUlivo e del berlusconismo con la consapevolezza

LE IMMAGINI
Nella foto
grande Rita
Levi Montalcini a
Torino; sopra,
il suo voto al
Senato nel 2006
con il governo
Prodi

Il caso

Polemiche per la scelta del telegiornale di Mediaset di dare pi spazio al Cavaliere rispetto alla scomparsa della Montalcini

Tg5, a Berlusconi il triplo del tempo dedicato a Rita


Silvio Berlusconi 6 minuti, alla scomparsa di Rita Levi
Montalcini solo 2. Nella giornata in cui tutta lattenzione delle maggiori testate internazionali e nazionali, dei
principali siti internet e dei social network stata assorbita dalla morte della grande scienziata italiana, il Tg5 riuscito a
dedicare maggiore spazio allex premier.
La corazzata Mediaset, ha s aperto ledizione delle 20 con la notizia della morte della Montalcini, primo titolo, ma poi si subito
concentrata sul proprio editore di riferimento. Cos il ritratto del
Premio Nobel per la medicina, firmato da Claudio Della Seta, durato appena 2,44 minuti. Giusto il tempo di un breve excursus nella lunga vita della studiosa. Al contrario, lex premier Silvio Berlusconi con
unintervista a tutto campo di Matteo Berti, ha monopolizzato il tg per ben
6,02 minuti.

con Anna Buonaiuto), ha continuato a occuparsi, come in un eccezionale ordine alfabetico della
buona volont di acqua, Africa,
aids, alhzeimer, amnistia, animali
(nel senso dei diritti degli) e mille
altre questioni vere e serie che normalmente il potere tende ad espellere dalla sua
agenda. Un personaggio che incarnava una
grande speranza. Quando raccontava che da
piccola si sentiva
fisicamente e
intellettualmente inferiore agli
altri (il genio
semmai era la
gemella Paola).
O quando con
straniante candore proponeva
labolizione delle pensioni, che a
suo giudizio rappresentavano
la pre-morte,
dovendo gli esseri umani lavorare fino a cento
anni.
In Parlamento e fuori ingaggi battaglie
purtroppo non
vittoriose - per
dare pi soldi alla ricerca, favorire i giovani e fermare la fuga dei
cervelli. Restitu
lo studio di
Darwin alla
scuola. Vot
contro il commissariamento
politico del Cnr e si oppose alle legge ad personam. Garant a Prodi il
voto che serviva per far passare la
Finanziaria. Per questo stette per
ore e ore al Senato, perch era la
cosa giusta, appena un po seccata per aver disertato il laboratorio.
Fu allora che i fascisti dissero che le
avrebbero portato a casa una
stampella. Scrisse allora a Repubblica una lettera molto ferma e dignitosa, da cui non trapelava alcun
sentore di vittimismo. Anche in
questo caso se lo pot permettere.
Sapeva essere magnificamente relativa e assoluta, sostenendo di
avere un totale disinteresse per la
mia persona, e in certi casi aggiungeva: La morte non esiste per
me. Poi magari sullargomento
era capace di evocare una poesia di
Gozzano su una certa papera: Ma
tu non pensi. La tua sorte bella!/
Che lesser cucinata non
triste,/triste pensare desser cucinata. Che in fondo un modo
per porre uomini e pennuti nella
stessa dimensione del vivere e del
salutarsi e ricordarsi su questa terra, in attesa di chiss che cosa.
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