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centanni di buoni frutti

Ghirigori
Racconti e ricordi nel segno della Difesa

centopagine

collaboratori libro

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Euganea Editoriale Comunicazioni srl via Roma 82 35122 Padova telefono 049-657493 telefax 049-8786435 dicembre 2007 Stampa Villaggio Grafica srl Noventa Padovana

a tutti i collaboratori che, con noi e prima di noi, per centanni di settimana in settimana hanno scritto la Difesa del popolo direttore, redazione, editore

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Presentazione

Una scommessa. Una sfida a se stessi, o al buon senso. O forse un divertimento da prendere con leggerezza, come si conviene ai tempi di vacanza. Un libro di racconti non nasce mai con le pretese di dire verit apodittiche o rivelazioni straordinarie sul mondo, sulla vita, sulleternit: nei casi felici lautore, se bravo (o di pi, un artista), riesce a comunicare emozioni e sensazioni forse qualche riflessione che ha maturato nella sua esperienza di vita. Racconti scritti da giornalisti possono avere il vantaggio della facilit e scorrevolezza di lettura, data labitudine a scrivere, e magari per risultare architettati senza la perizia tipica di chi ha labitudine di scrivere narrativa anzich rapidi pezzi di cronaca, interviste, inchieste. Racconti ispirati pur esilmente a un tema obbligato possono apparire imprigionati dentro una camicia di forza che impedisce il dispiegarsi dellimmaginazione o potrebbero anche rivelare le inaspettate virtualit dellosservare la realt, passata e attuale, da un punto di vista particolare, con un occhio allenato, con labitudine a fare collegamenti, raffronti, ricostruzioni. Il riferimento obbligato di questi diciotto racconti la Difesa del popolo, il settimanale della diocesi di Padova che arriva a compiere centanni praticamente quando questo libro in uscita. Scorrendo i diversi racconti, si vedr che il riferimento stato interpretato nel modo pi vario, con libert creativa e forsanche, qua e l, con esile levit. Ghirigori li abbiamo chiamati, certamente con autoironia affettuosa, intendendo indicare il risultato a sorpresa di un intreccio di linee diverse che non hanno una direzione prefissata o ununitariet da raggiungere a tutti i costi, ma alla fine lasciano sensazioni positive, appagano chi le ha tratteggiate.

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Sono giornalisti, in genere giovani, quelli che scrivono: il racconto che hanno inventato lomaggio che essi offrono al loro settimanale, il libro che ne risulta lomaggio che il settimanale fa ai suoi collaboratori, ai diciotto che osano sfidare la critica e agli altri molti di pi che non hanno trovato il tempo, che si sono arresi dopo liniziale s, che non ritrovano in se stessi le corde giuste per tentare lavventura narrativa. Caro lettore, noi speriamo che la scommessa ti sembri riuscita, che la partita pur in trasferta risulti vinta. In ogni caso, ti diamo appuntamento ogni settimana alle pagine della Difesa del popolo: l giochiamo in casa. Da centanni, per tanti altri ancora. Cesar e Contarini direttore la Difesa del popolo

A evitare classificazioni e discussioni superflue, i racconti sono stati pubblicati secondo il criterio pi semplice: lordine alfabetico dei cognomi degli autori.

Ramiro
Cinzia Agostini

ra il mio regalo di Natale, il pi sorprendente dei regali di Natale che ricordassi. E mi sforzai di apparire quanto mai naturale e sincera mentre ringraziavo. Unadozione a distanza: mi aveva regalato un bambino sudamericano da mantenere. In fin dei conti me lo meritavo: quante volte lo avevo stancato con lassillo di fare qualcosa per cambiare landamento politico-economico-sociale globale, con tutti i miei discorsi sull80 per cento delle ricchezze del pianeta concentrate nelle mani del 20 per cento della popolazione ricca dellOccidente, e che non si poteva continuare come lui a far finta che tanto non si pu invertire la rotta e dunque godiamoci il nostro ben-di-Dio, ma dov finita la tua coscienza dellinterdipendenza universale? La sua risposta era arrivata in quella fotografia guarnita di nastro azzurro e in un nome riportato a penna sul retro: Ramiro. Lo guardai in silenzio, prendendo tempo. Avrei voluto dirgli che sognavo mi regalasse lanello per quel Natale. E pensare che mi pareva anche di essere stata chiara. Glielo avevo buttato l in un paio di occasioni, con una nonchalance studiata nei minimi dettagli, non tralasciando il particolare che con il diamante no perch, per quanto esteticamente mi attirasse, non era di mio gradimento psicologico-emotivo, con tutto lo sfruttamento e lo spargimento di sangue che stanno dietro lestrazione e il commercio. Ne avevo visto uno poco costoso proprio di recente, naturalmente nella gioielleria meno global del centro, che avrebbe fatto proprio al caso nostro. O mio, per essere esatti. Non bellissimo? Tutto la sua nuova mamma non manc di aggiungere indicandomi la foto. Mi morsi il labbro per non rispondergli quando finalmente la guardai: a parte il sorriso

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Il bicentenario
Daniele Mont DArpizio

Hey Girls Hey Boys Superstar djs Here we go! aro diario, passata luna di notte quando ti detto queste parole, la musica si spande nella mia stanza. Ho qualche momento per stare con me stesso, lunico della giornata. Niente girare come una trottola da una parte allaltra della citt, niente documenti da leggere e da firmare, niente telefonate. Ho fatto una doccia, ho lasciato il disagio degli abiti che ti si gualciscono addosso e che in un attimo si riempiono di smog, di sudore. Niente persone da dover ascoltare. Eh, a questo sono arrivato; tutti pensano che sei prete, vescovo per giunta, e allora hai una specie di obbligo di ascoltarli. Ogni cosa che hanno per la mente, soprattutto le pi stupide e inopportune, a cominciare da tutto quanto concerne la sessualit: mariti che mi parlano delle loro mogli, di quanto sono fortunato a non averne; mogli che scendono nei dettagli dei rapporti coi loro mariti, e poi studiano le mie reazioni. Loro raccontano, e poi credono di sentirsi a posto. E tu cosa gli puoi dire? Appena inizi a parlare i loro occhi si fanno inespressivi come quelli dei pesci; qualunque cosa dici per loro ricade comunque sotto la categoria predicozzo. Il loro sogno sarebbe di lasciarti l, con i loro timori e le loro angosce, una volta che te li hanno scaricati addosso. E i miei timori? E le mie angosce? A volte abbozzo, altre provo a confonderli: rispondo a tono, persino una parolaccia, qualsiasi cosa per provare a scuoterli dal torpore. Manco di piet, probabilmente; ma non facile. Ho sessantacinque anni; a volte dice la Betti che sto diventando un

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po zitello, come lei. Ridiamo di cuore. Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia lacqua sorgente qualche giorno che mi ronza in testa unidea: creare un mezzo per informare i fedeli, soprattutto quelli che abitano pi lontano, delle iniziative della diocesi e della loro parrocchia. Per iniziare penso a una roba semplice, una specie di notiziario con le cose utili, come gli orari delle messe e del catechismo; lo si potrebbe mandare via mail e ai telefonini. Per ci vorrebbe anche altro: notizie, articoli di commento, recensioni, che forniscano ai lettori il punto di vista cristiano su alcuni argomenti. Il popolo va guidato, difeso da questo gigantesco rumore di fondo in cui oggi si perdono tutte le voci. Un nome ce lavrei gi: la difesa del popolo. Bello, il nome del giornale che la diocesi faceva uscire nel 900 e nel 2000; ho sempre sfogliato con interesse le annate presenti nellarchivio diocesano: tante notizie buffe, o che sono divenute curiose col passare del tempo; la lunghezza dei vestiti delle donne, i comunisti... passato davvero tanto tempo. Viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti, pi adatti ai mutamenti, viaggia Sua Santit Stanco morto. Oggi ho dato lestrema unzione a un poveretto che si era sentito male in un centro commerciale, oltre Tencarola. Lhanno portato in direzione e lui ha detto che era cattolico, e allora hanno chiamato; in quella zona non hanno preti, in curia non cera nessuno, e quindi sono andato io. Non c niente di pi nobile che assistere una persona nellagonia; ne esco sempre turbato eppure con un senso di pace. La morte. La gente pensa che io debba essere per forza sicuro della fede di fronte alla morte... se non c resurrezione, allora vana la nostra predicazione ed vana anche la vostra fede, scrive san Paolo. Si chiamava Giovanni, ed era molto giovane; meno di

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trentanni, tutto sporco, penso siano state nuove droghe. Ho chiesto di portarci il corpo, per poterlo seppellire. Stasera sono rientrato tardi, e alla fine ero troppo stanco per prepararmi qualcosa. A volte la Betti riesce a lasciarmi un piatto da mangiare: una cotoletta o un pezzo di pasta al forno da riscaldare. Avanzi. Stanotte per ho mangiato una mela e un po di mortadella mentre dettavo una lettera al computer; scrivo al sindaco e al ministro, per la questione delle aggressioni nelle chiese. Ormai succede tutti i giorni: la gente terrorizzata, non viene neanche pi a messa. la terza lettera che scrivo; alla prima mi hanno delle assicurazioni formali, per la seconda non mi hanno neppure risposto. Guardo per un attimo quel piccolo capitello che mi sono portato in studio. Sembra ispirato allo stile dellAntelami, cos a occhio si direbbe del millequattrocento. Raffigura un vescovo; nellingenuit della raffigurazione il successore degli apostoli appare orgoglioso della sua dignit: anello, mitria e pastorale; il suo sguardo sicuro che ora si perde nel vuoto dei secoli. Successore degli apostoli. Una volta eravamo signori di citt, tenevamo corti, erigevamo mura e cattedrali. Avevamo prigioni, tribunali, guidavamo eserciti... avevamo amanti e servitori. Forse per questo che il vescovo preferisco farlo adesso. I tempi cambiano. Oggi siamo tutti chiamati alla via del santo curato dArs. Pescatori e pubblicani, poi un incontro, un annuncio. La successione apostolica... alle volte mi chiedo: cosa direbbero gli apostoli, i miei predecessori su questa cattedra se mi vedessero? Cosa direbbe il Signore Ges? In verit essi mi vedono; un giorno dovr rendere conto anche del mio ministero. Che Dio abbia piet della mia anima. Sacerdos in aeternum. ...Cadono di vertigine

Daniele Mont dArpizio nato a Roma nel 1976. Vive e lavora tra Padova, Pescara, la Romania e la Spagna; collabora con la Difesa del popolo dal 2003.

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Parlare con le mani e ascoltare con gli occhi


Barbara Montolli
to passeggiando per il centro di Padova, a pochi passi dal duomo, e passo distrattamente davanti a una mostra fotografica: Centanni di foto. Vita e volti di popolo. Mia figlia, due anni, non me lo perdona, e urla risentita poto!. Ha qualche difficolt con la lettera effe, ma nessuna a spiegarsi. In questo periodo cerca incessantemente di capire cosa uguale e cosa diverso, e passa molto tempo a studiare le immagini. E sia. Mentre lei descrive le foto in bianco e nero (nonna, cavallo, sposa, tanti bimbi...) io mi metto a leggere introduzione e didascalie: un concorso indetto dalla Difesa del popolo per celebrare il suo centenario. Mi lascio catturare dalle immagini, lo sguardo scivola spesso sulle mani. Affusolate e gentili, perfino leggiadre, o rovinate, forti e nodose. Questa mania di fissare le mani me la porto dentro da un anno, da quel fatidico incontro con il mondo dei sordi. Allinizio pi che altro si trattato di uno scontro, ma cominciamo con ordine. La convocazione settembre, e sussulto a ogni squillo del telefono. No, niente storie intriganti, amori segreti o altro, sono semplicemente uninsegnante in attesa di lavoro. Le gioie del precariato mi hanno portato a cambiare dieci scuole negli ultimi tre anni, spaziando dal pi esclusivo liceo classico del centro allistituto tecnico in periferia. Amo il mio lavoro, ma odio questa permanente incertezza sul futuro. Finalmente la telefonata arriva: c una cattedra completa, fino alla fine dellanno scolastico, e per giunta vicino a casa. Non mi sembra vero, e infatti c un ma: si tratta di una scuola speciale per sordi. Sanno che non sono specializzata, ma la graduatoria degli insegnanti di sostegno esaurita. Non so che fare. La segretaria molto rassicurante: sono ragazzi in gamba, sanno parlare

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Indice
Presentazione Cinzia Agostini Ramiro Cristina Bellemo Alluvione 1966 Nicoletta Canazza Due parole sulla panchina Massimiliano Colucci La buona notizia Alessandra Fasson Nunzio e limmagine del tempo Silvia Mal Il mistero del collaboratore scomparso Daniele Mont DArpizio Il bicentenario Barbara Montolli Parlare con le mani e ascoltare con gli occhi Andrea Moschin La rosa della prima intervista Mattia Rossetto Un giornale per don Restituto pag. 5

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Michele Santi Don Maurilio e le sorprese... del concilio Sabrina Sartori I poveri sono alberi bonsai
Ovvero come relegare la povert in un museo

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Michela Temporin Il diploma Sofia Tisato La visione serena e ordinata del mondo Germana Urbani Il fiume di carta Roberta Voltan Appunti Marco Zaninello Partire dottobre Giovanni Zannini Una promessa pericolosa

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Diciotto racconti, con un riferimento obbligato: la Difesa del popolo, il settimanale della diocesi di Padova che, nato il 5 gennaio 1908, festeggia i centanni di vita. Scorrendo i diversi racconti, il riferimento si scoprir interpretato nel modo pi vario, con libert e indubbia capacit creativa e anche, qua e l, con esile levit. Sono giornalisti, in genere giovani, quelli che scrivono: il racconto che hanno inventato lomaggio che essi offrono al loro settimanale, il libro che ne risulta lomaggio che il settimanale fa ai suoi collaboratori. Al lettore curioso la scoperta di esplorazioni coraggiose, frammenti di autobiografie, squarci di vita autentica. Come la Difesa racconta e interpreta, da centanni.

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