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LEIBNIZ, NEWTON E

IL CALCOLO INFINITESIMALE
nel XVII, XVIII e XIX sec.

Clara Silvia Roero


Problemi – calcolo infinitesimale

 determinazione della retta tangente


 calcolo di aree e volumi
 uguaglianza per equiscomposizione
 criteri di inclusione

Grecia: Archimede, Euclide, Apollonio


IL METODO DI ESAUSTIONE
• per affrontare problemi di integrazione
• affonda le sue radici nelle considerazioni di tipo
infinitesimale dei filosofi del V secolo a.C.
• rigoroso, ma non euristico

doppia riduzione all’assurdo


A=B
A<B e A>B portano ad assurdi
si basa sul "postulato di Eudosso" e sulla Proposizione X. 1
degli Elementi di Euclide
Archimede
Area segmento di parabola

Approssimata con una poligonale

1 1 1
T  T  2 T  3  ... S-P < qualsiasi
4 4 4 area data

In termini moderni
  1 
n
 1
 1     1 n  4
 1 1   4 
lim  T  T  ... n 1 T   lim  T   lim  T 4   T
n   4 4  n  1  n  3  3
 1  
 4  4 
B
Area segmento di parabola D
E

S = 4/3 T
Metodo di esaustione
A C

doppia riduzione all’assurdo


Sia S > 4/3 T
T T T T T T 1 T 4
P  T   2  ... n T   2  ... n   n  T
4 4 4 4 4 4 34 3

P < 4/3 T
S – P < S – 4/3 T da cui P > 4/3 T
Volume della sfera Prop. 2 del
Metodo sui teoremi meccanici J. L. Heiberg 1906

AI2 = AC AS=d x d

AI2 = AS2+SI2=x2+ y2 d
d
x y
d x = x2+ y2

d2 x = (x2+ y2) d

sez. cil.=sez.cono+
sez. sfera
Periodo precedente la matematica infinitesimale del
XVII secolo

 gli studi medioevali della scuola di Oxford


(Bradwardine) e della scuola di Parigi (Oresme)
portano alla meccanica del Rinascimento, caratterizzata
dal passaggio dalla statica alla dinamica;
 vengono riscoperti, studiati, commentati e tradotti i
classici dell’antichità greca;
 l’algebra si sviluppa e si risolvono le equazioni di 3° e
4° grado;
 geometria e algebra si fondono a creare una nuova
geometria, più tardi chiamata ‘analitica’
Geometria degli indivisibili
1635
Italia, Francia, Olanda, Inghilterra
Geometria cartesiana
1637
Francia, Olanda
Calcolo differenziale e integrale
[1672-76] 1684 Acta Eruditorum 1686
Germania, Svizzera, Italia, Francia, Olanda, …
Calcolo delle fluenti e delle flussioni
Inghilterra [1665-66] 1704, 1711, 1736
Italia Scuola di Galileo

Galileo Galilei B. Cavalieri E. Torricelli

1564-1642 1598-1647 1608-1647


Gli indivisibili di Bonaventura Cavalieri 1635

Principio di Cavalieri, nel caso delle figure piane

“se due aree piane, tagliate da un


sistema di rette parallele
intercettano, sopra ognuna di
queste, due corde uguali le due
aree sono uguali; se le corde
corrispondenti hanno un rapporto
costante, lo stesso rapporto passa
tra le aree”.

B. Cavalieri, Geometria degli indivisibili, a cura di Lucio


Lombardo Radice, Classici della Scienza, UTET, 1966.
Evangelista Torricelli Opera Geometrica 1644
Volume del solido iperbolico acutissimo

1
y 0<x<a
x


1
V  
1
A ( y ) dy   a 
2
a
O a

La superficie laterale di un generico indivisibile:


2π x · y = 2π x ·1/x = 2π
totalità riempie un cilindro V= 2π a
Francia

René Descartes Pierre Fermat


1596-1650 1601-1665
Retta tangente
Géométrie 1637

normale

F  x , y  0
 x , c, r   0
 x  c  y 2  r 2
2

 n
n i 
x  a   x    i x   0
2 n2

 i 3 
Retta tangente - FERMAT
Metodo dei massimi e minimi
funzione ƒ(x) si voglia trovare il massimo o il minimo.
Nelle vicinanze di un massimo o di un minimo le variazioni
sono insensibili. Se a è il punto di massimo di ƒ si avrà
ƒ(a) ~ ƒ(a + E)
se E è molto piccola. L’uguaglianza approssimata o, come
dice Fermat, l’adaequatio, permette di determinare il max o
min. Raccogliendo i termini e dividendo per E Fermat
ottiene
ƒ (a + E) – ƒ (a) ~ 0
E
e ponendo E=0 giunge al risultato, con un procedimento poco
rigoroso, che tuttavia anticipa il rapporto incrementale e
Gilles Personne de Roberval
1601-1675
retta tangente per via cinematica

"La direzione del movimento di un punto che descrive la curva è la


retta tangente della curva in ogni posizione di quel punto."
ISAAC BARROW (1630-1677)
Lectiones opticae et geometricae (1669-70)
Fornisce le regole per passare direttamente dall’equazione
della curva all’espressione della sua tangente in un punto,
considerando degli incrementi infinitesimi delle variabili e
trascurando gli infinitesimi di ordine superiore
Applicabile solo quando le variabili non sono separate
ISAAC BARROW (1630-1677)
Lectiones opticae et geometricae (1669-70)
Retta tangente

F ( x, y )  0
F ( x  a , y  e)  0
a, e infinitesimi
P e applicabile solo quando le
a variabili sono separate

T B TB : PB  a : e
Barrow Teorema fondamentale del calcolo integrale
legame fra tangente e area
Y P

P’ Q dY Y NP
R  
dx TN TN
S T N y  MN
x
NP
TN 
MN

M
y
PQ NP PQ 1 1
RQ  TN   PQ  MNP ' Q  P ' Q
PN MN PN MN MN
FRANCIA OLANDA

Blaise Pascal 1623-1662 Christiaan Huygens 1629-1695


Gottfried Wilhelm Leibniz
Lipsia 1646 - Hannover 1716
 1 luglio 1646
 1661-1666 Lipsia, Jena
Filosofia, Diritto
 1667 laurea Altdorf
 1672-1676 Parigi
 1687-1690 viaggi
 1691 bibliotecario
consigliere storico …
 1700 Accademia di
Berlino presidente
 14 novembre 1716
Gottfried Wilhelm Leibniz
Lipsia 1646 - Hannover 1716

Matematico
• Calcolo infinitesimale
• Geometria differenziale
• Analysis situs
• Characteristica universalis,
Logica matematica
• Determinanti
• Macchine calcolatrici
• Aritmetica binaria
• ...
Parigi 1672-1676
Luigi XIV Académie des Sciences
Christiaan Huygens
1629-1695

Parigi 1672-1676

Trovare la somma dei


reciproci dei numeri
triangolari
NUMERI TRIANGOLARI

T1 T2 T3 T4
1 3 6 10
1 1 1
1    ...   ...
3 6 nn  1 2
Trovare la somma dei reciproci dei numeri triangolari

1 1 1 2 1 1 
    2  
Tn 1  2  3  ...  n n  n  1 2 n  n  1  n n  1 

1 1 1
1    ...   ... 
3 6 nn  1 2
 1   1 1   1 1  
2 1            ...  2
 2   2 3   3 4  
Triangolo aritmetico

1 1 1 1 1 ...
1 2 3 4 5 ...
n
1 3 6 10 15 ... ah ,n   ah1,k
k 1
1 4 10 20 35 ...
ah ,n  ah1,n  ah1,n1
1 5 15 35 70 ...
... ... ... ... ... ...

Misterioso legame fra somme e differenze !


Triangolo armonico
1
1
1
2
1
3
1
4 ...
1
2
1
6
1
12
1
20 ...
1
3
1
12
1
30
1
60 ...
1 1 1 1
... ah ,n  ah1,n  ah1,n1
4 20 60 140
1
5
1
30
1
105 ... ...
... ... ... ... ...
Somma dei primi n-1 quadrati
x 1
1 3 1 2 1
z  2
i  x  x  x
3 2 6
i 1

x  0,1,2,3,...
Operatore differenza
dx  ( x  1)  x  1
2 successioni aritmetiche
d (x )  2x  1
d ( x 3 )  3x 2  3x  1
2
dz  x
3 2
dz  ld ( x )  md ( x )  ndx
z  lx  3
mx  nx 2
Traité du sinus du
Blaise Pascal
quart de cercle 1658
1623-1662
(ds ) 2  (dx) 2  (dy ) 2

E' B

E K

C R I R' A

Triangolo caratteristico
Parigi 1672-1676
Calcolo differenziale Retta tangente
Calcolo integrale Aree, volumi, …
Equazioni differenziali Problema inverso delle tangenti

dy  y x  dx   y x 
dy S t : y  dx : dy
y
dx
dx St  y
St dy
Acta Eruditorum Lipsia
1684 il manifesto del calcolo differenziale
Nova methodus pro
maximis et minimis,
itemque tangentibus,
quae nec fractas, nec
irrationales quantitates
moratur, et singulare pro
illis calculi genus
ottobre 1684

E. W. von
Tschirnhaus
Difficoltà incontrate dai
contemporanei:
Eccessiva brevità e concisione
Errori tipografici
Nessuna dimostrazione delle
regole del calcolo differenziale
Uso nascosto degli infinitesimi

… recta aliqua pro arbitrio


assumta vocetur dx
Nessuna dimostrazione delle regole del calcolo differenziale
Uso nascosto degli infinitesimi

Differenziazione del prodotto ms. 1680


d  yz   y x  dx z x  dx   yz 
 ( y  dy )( z  dz )  yz 
 yz  ydz  zdy  dydz  yz 
 ydz  zdy  dydz 
 ydz  zdy
… et omissa quantitate quae infinite parva est
respectu reliquorum…
Esempi di applicazione del calcolo
differenziale Nova methodus ... 1684
1. Tangente alla curva di equazione

x a  bx c  x  2
y 2

  ax g  y  2
2 2
0
y ex  fx 2 2
h  lx  mx 2

2. Rifrazione della luce minimo Fermat-Descartes


3. Tangente alla curva di equazione Fermat-Descartes
...  ...  ...  ...  ...  ...  g
4. Trovare la curva di sottotangente costante Descartes- de Beaune
1638-39
I PUNTI DI FLESSO
LEIBNIZ nella Nova Methodus 1684 dà due caratterizzazioni
1) Il punto di flesso è un punto di massimo o di minimo
dell’incremento dv
2) Il punto di flesso è un punto in cui la concavità e la convessità si
scambiano fra loro (lapsus concavitas-convexitas)

dv > 0 x crescenti, v crescenti v crescenti dv > 0


dv < 0 x crescenti, v decrescenti v decrescenti dv < 0
non sempre vere

max, min [ dv ] x0  0 giustificazione


geometrica intuitiva
LEIBNIZ, Nova Methodus 1684

Convessità Concavità Concavità Convessità


v crescenti v decrescenti
dv crescenti ddv > 0 dv decrescenti ddv < 0
dv decrescenti ddv < 0 dv crescenti ddv > 0

[dv] x0 [ddv] x0  0 [dv] x0 [ddv] x0  0


massimo minimo
LEIBNIZ, Nova Methodus 1684

Convessità Concavità Concavità Convessità


v decrescenti v crescenti
dv crescenti ddv > 0 dv decrescenti ddv < 0
dv decrescenti ddv < 0 dv crescenti ddv > 0

[dv] x0 [ddv] x0  0 [dv] x0 [ddv] x0  0


massimo minimo
Leibniz non considera nel 1684 i flessi a tangente orizzontale,
né i punti angolosi (cuspidi, ...) e inverte il teorema

“Itaque punctum flexus contrarii locum habet quando neque v


neque dv existente 0, tamen ddv est 0.”

v  0, dv x0  0 max o min, ddvx0  0  Px0 , v 0  flesso

esclusi nel 1684

massimo minimo
Methodus Tangentium inversa, Agosto 1673

“Esto infinite parva EF = b = dx”


Integrazione come “antidifferenziazione” in Leibniz y

f(x)

f(x)
b
Leibniz concepisce a
f ( x)dx
a dx b x

come “somma” di tutte le aree f(x)dx.


Partendo da f(x)dx si determina, se possibile, F(x) tale che
dF = f(x)dx, si pensi poi di dividere l’intervallo (a, b) in n parti
uguali e di considerare i punti x0 = a, x1, x2, …, xn-1, xn = b;
avremo i seguenti successivi dF:
F(x1) – F(a), F(x2) – F(x1), F(x3) – F(x2) …, F(b) – F(xn-1)
n b
 F ( xi )  F ( xi 1 )  F (b)  F (a)
i 1

a
f ( x)dx  F (b)  F (a )
ISAAC NEWTON (1642-1727)
25 dicembre 1642 nasce a Woolstorp
1661 Trinity College di Cambridge
1663 segue le lezioni di I. Barrow
1665-66 biennium mirabilis

1687 Philosophiae Naturalis Principia Mathematica

1704 Tractatus de Quadratura curvarum

1711 De Analysi per Aequationes Numero


Terminorum Infinitas (1669)
1727 muore a Londra
1736 De Methodis serierum et fluxionum (1670-71)
Il fascino della ricerca matematica
"Non so come posso apparire al
mondo; ma ai miei occhi mi sembra
di essere stato solo come un
bambino assorto nei suoi giochi
sulla riva del mare e di essermi
divertito a trovare qua e là un
sassolino più liscio o una conchiglia
più graziosa del comune, mentre il
grande oceano della verità stava
tutto ancora da scoprire davanti a
me."
Isaac Newton
y
f(x) 

P A
P

S B

analisi fondata sulla cinematica


x fluente, grandezza matematica generata dal moto di un ente

x flussione, velocità di accrescimento delle fluenti

Tractatus de quadratura curvarum (1704)


“Considero in questo lavoro le grandezze matematiche come
generate da un moto continuo. Le linee vengono descritte per
moto continuo di punti, le superfici per moto di linee,
chiamando flussioni queste velocità di accrescimento e fluenti
le quantità generate giunsi negli anni 1665-66 al metodo delle
flussioni”
Retta tangente flussioni
F(x,y)=0 F x  x o , y  y o   0 F
x 
F
y  0
x y

x 3  ax 2  axy  y 3  0

y o
3x   
 2ax  ay x  ax  3 y 2 y  0
2

x
x o TB  y
y
T B
3 y  axy 3

TB  2
3x  2ax  ay
Philosophiae Naturalis Principia Mathematica
(1687)
“Per gli ultimi rapporti delle quantità evanescenti,
si deve intendere il rapporto … delle quantità non
prima di diventare nulle e non dopo, ma quello col
quale si annullano. […]
Gli ultimi rapporti con cui quelle quantità si
annullano non sono in realtà i rapporti delle
ultime quantità, ma i limiti ai quali i rapporti delle
quantità decrescenti si avvicinano sempre,
illimitatamente, e ai quali si possono avvicinare
più di qualunque differenza data e che però non
possono mai superare, né toccare, prima che le
quantità siano diminuite all’infinito.”
Teorema fondamentale del calcolo integrale –
metodo dei primi e ultimi rapporti
2 32
z x 4
3 ( z  ov)  x  o 
2 3

9
4 3
z  x
2

9 o0
K d 1

D
H
yx 2

Bob e viceversa, se y è la
curva, z sarà l’area ...
IL TEOREMA FONDAMENTALE DEL CALCOLO
INTEGRALE – metodo delle flussioni
De quadratura…
“Poiché le aree ABC, ABED
sono descritte dalle ordinate
BC, EB, che si muovono con
moto uniforme lungo la base
AB, le flussioni di queste aree
staranno fra loro come le
ordinate BC, EB che le
descrivono e si possono
esprimere con quelle
ordinate, poiché quelle
. ordinate sono nello stesso
u, z u  BC  y rapporto degli accrescimenti
aree . BE 1 u  y nascenti delle aree.”
z
Serie
Nicolaus Mercator, James Gregory, ... , Isaac Newton
quadratura dell’iperbole
somma di
1 2 3 4
 1  x  x  x  x  ... una serie
geometrica
1 x
2 3
x x integrando
log( 1  x )  x    ..... termine a
2 3 termine

Newton riesce a ridurre a sviluppi in serie quasi tutte le espressioni


note: frazioni, radici, seno, cos, tang, loro funzioni inverse,...
calcolo di quadrature, integrazione di equazioni differenziali
Equazioni differenziali
2
y  1  3x  y  x  xy y(0)=0

se si considerano a 2°membro solo i termini di grado zero, si ha


y  1 il 1° termine dello sviluppo sarà y  x
introducendo questo nell’eqz e conservando solo i termini di 1° grado
y  1 2 x y  x  x2

introducendo questo y nell’eqz e conservando solo i termini di 2° grado


3
x
y  1  2 x  x 2 y  x  x2 
3
Leibniz e Newton a confronto
 Newton, matematico con mentalità fisica:
– padre del concetto di “primitiva” di una funzione (si pone nell’ordine di
idee di trovare la funzione F(x) la cui “derivata” è la funzione f(x) data)
– La sua analisi infinitesimale è interpretazione del continuo generato dal
moto e le serie sono uno degli strumenti basilari del suo calcolo con cui
risolvere anche le equazioni differenziali
– 1665-66 “Biennium mirabilissimum” ideazione dei metodi infinitesimali

 Leibniz, matematico con mentalità algebrica:


– padre del concetto di “differenziale” (differenza infinitesima) di una
funzione; gli operatori inversi d e ∫ sono gli strumenti basilari
– continuo generato dagli indivisibili: una superficie piana è concepita come
una totalità di ordinate dotate di spessore ydx. Il simbolo ∫ sta ad indicare la
‘somma’ di tali porzioni infinitesime che danno l’area.
b
– perviene all’integrale definito, a
f ( x)dx non passando attraverso una
primitiva F(x), ma concepisce l’area fornita da questo simbolo come una
“somma di infinite differenze”
– 1672-1676 ideazione del metodo differenziale
Huygens a Leibniz, 24.8.1690
«Ho visto di tanto in tanto qualcosa del Vostro
nuovo calcolo Algebrico negli Atti di Lipsia, ma
trovandovi delle oscurità, non l'ho
sufficientemente studiato per capirlo»
Huygens a Leibniz, 9.10.1690
«Ho cercato dopo la mia citata lettera di capire
il vostro calcolo differenziale e ho così insistito
che capisco ora, ma soltanto dopo due giorni, gli
esempi che ne avete dati, l'uno sulla Cicloide,
che si trova nella vostra lettera, l'altro nella
ricerca del Teorema del signor Fermat, che è nel
Giornale di Lipsia del 1684. E ho anche
riconosciuto i fondamenti di questo calcolo, e di
tutto il vostro metodo, che io stimo molto buono
e molto utile.»
Huygens a Leibniz, 17.9.1693
«Apprezzo sempre di più la bellezza della
geometria, per i nuovi progressi che si fanno
giornalmente, nei quali voi avete così grande
parte, Signore, se non altro grazie al vostro
meraviglioso calcolo. Eccomi ora mediocremente
addentro in quello, ma non capisco ancora nulla
del ddx, e vorrei sapere se avete incontrato dei
problemi importanti dove occorre usarlo, poichè
questo mi darebbe il desiderio di studiarlo.»
Matematici e Fisici
nella famiglia
BERNOULLI
17°-18° sec.
Jacob BERNOULLI
1654-1705

1687 professore di
matematica
all’Università Basilea
Johann Bernoulli
1667-1748

1695 professore di matematica


all’Università di Groninga
1705 Basilea
Bernoulli Jacob a Leibniz, 15.12.1687

«io penso, o Ill.mo, che tu tenga celate qui le tracce di una


matematica più sublime, che finora non sono ancora riuscito a
penetrare mediante la comune analisi cartesiana. Desidero
conoscere quella matematica, mediante la quale tu e il nobilissimo
Tschirnhaus avete trovato tante cose e tanto importanti sulla
quadratura del cerchio e sulle dimensioni di altre curve. Se mi
giudicherai degno di essere fatto partecipe di un raggio di luce di
questo vostro metodo (cosa che io desidero ardentemente), per
quanto ti sarà permesso dalle tue importantissime occupazioni,
farai sì che io, una volta messo al corrente delle tue scoperte,
diventerò non solo un loro ammiratore, ma anche un degno
estimatore e diffusore.»
VIAGGIO DI LEIBNIZ IN ITALIA
marzo 1687-marzo 1690
I pionieri
BERNOULLI

1705 prolusione di Johann a Basilea

… accadeva che non solo [mio fratello ed io]


comprendevamo chiaramente alcune cose molto oscure
e per primi afferravamo l'eleganza e l'utilità di questo
nuovo calcolo, ma in breve tempo lo rendevamo anche
così familiare, che senza grande sforzo rimuovevamo
gli scogli più impervi e le difficoltà che prima
sembravano insuperabili in questo profondo mare.
I pionieri BERNOULLI

Se è vero che questi approcci iniziali furono i


più felici, certo il progresso in questa direzione
non ci riuscì meno felicemente: tanto ci
struggevamo per una recente scoperta, tanto
eravamo in preda al suo fascino, che eccitati
da uno spirito di emulazione quasi frenetico, ci
esercitavamo a gara l'un con l'altro,
proponendoci a vicenda questioni di attualità,
difficili e sublimi, che prima di noi matematici
di prim'ordine a mala pena avevano osato
affrontare e noi ne trovavamo allora le
soluzioni come giocando.
I fratelli BERNOULLI
pionieri del calcolo leibniziano

Niente sembrava tanto difficile, né tanto intricato, che


muniti del nostro metodo non sperassimo di scioglierlo,
purché fossimo disposti a rivolgervi l’attenzione.
Un'immensa messe di nuove scoperte poi si dispiegava
abbondantemente sotto i nostri occhi; ci sembrava di
essere stati improvvisamente trasportati dall'angusto
golfo, nel quale prima nuotavamo, nel vastissimo oceano
in cui veleggiando velocemente, grazie allo spirare di un
vento favorevole, scoprivamo moltissime terre di verità
impenetrabili. Allora pensavamo di aver infine trovato la
chiave con cui poter aprire le serrature della natura e
penetrare in tutti i suoi arcani.
Acta Eruditorum
1690-1710

G. W. Leibniz

Jacob Bernoulli
Johann Bernoulli
curve trascendenti e problemi aperti
 Cicloide
 Isocrona Curve che
 Spirale logaritmica
Descartes
aveva escluso
 Catenaria
dalla
 Elastica
geometria
 Brachistocrona
 Trattoria
 Velaria
 Lintearia equazioni differenziali
settembre 1687 ISOCRONA
Nouvelles de la Republique des Lettres
Leibniz ai Cartesiani: determinare la natura della curva lungo la
quale un corpo soggetto al suo peso discende uniformemente e si
avvicina ugualmente all’orizzonte in tempi uguali

velocità costante nella direzione verticale = -b

1687 Huygens soluzione senza dimostrazione


1689 Leibniz è la curva parabolica quadrato-cubica
1690 Jacob Bernoulli formulazione analitica col calcolo leibniziano

b y  a dy  a dx
2 3 3

b y  a   a x
“Ergo et horum integralia aequantur” 2 2 3
3 2 3
2
3b
trattoria
determinare la curva descritta su
un piano orizzontale da un
corpo pesante legato ad un
estremo di una corda il cui altro
estremo si muove lungo una
retta fissa situata in quel piano

dz az

dx 2az  z 2
settembre 1693
Leibniz x   a log
a  2az  z 2
 2az  z 2
az
Catenaria 1690

Jacob Bernoulli

determinare la curva lungo la quale si


dispone una fune flessibile, soggetta al suo
peso, liberamente sospesa tra due punti
fissi
Acta Eruditorum 1691 CATENARIA
Leibniz i Bernoulli Huygens

Rettificazione
Evoluta
Baricentro
Quadratura di segmento
Raggio di curvatura
Superficie e volume del
dy a catenoide

dx s
ad 2 x  dx 2  dy 2 dy
La sfida di Vincenzo Viviani 4 aprile 1692

Gottfried Wilhelm LEIBNIZ


Jacob BERNOULLI
L’HÔPITAL– Johann BERNOULLI
metodo degli indivisibili:
John WALLIS, David GREGORY
Guido GRANDI
“Compiaciuto a tal punto di
questa meravigliosa spirale
per le sue proprietà così
singolari e stupefacenti che
non riesco a smettere di
contemplarla, ho pensato che
essa avrebbe potuto essere
abilmente utilizzata a
rappresentare in modo
simbolico varie cose.”
Jacob Bernoulli
Spirale logaritmica 1691
Poiché infatti è sempre simile a sé e, comunque la si evolva o
la si illumini con raggi di luce, genera la stessa spirale, la si
potrebbe considerare l’emblema della prole simile in tutto e
per tutto ai genitori, la figlia del tutto identica alla madre,
oppure (se non è proibito il confronto con i misteri dell’eterna
verità di fede) come simbolo della trinità, segno tangibile
dell’eterna generazione del Figlio, che del Padre è
l’Immagine, e da lui proviene come Luce che emana da Luce,
ed esiste con la sua stessa essenza.
O, se preferisci, poiché la nostra meravigliosa curva nella sua
mutazione resta sempre costantemente simile a sé stessa,
anche per numero, si potrebbe assumere come emblema di
fortezza e costanza nelle avversità, o anche come segno di
risurrezione, per un certo numero di volte, della nostra carne,
in seguito a varie alterazioni e infine alla morte stessa.
Perciò, volendo oggi imitare Archimede, volentieri gradirei
che questa spirale fosse incisa sulla mia tomba con l’epigrafe
Mutata di numero, risorgerà uguale a se stessa.”
Jacob Bernoulli e la Spirale logaritmica
Il patto fra i due
e le Lectiones di Johann
Primo trattato di
calcolo differenziale
Elastica 1691
Jacob Bernoulli

determinare la forma di una


trave uniforme ed elastica
sotto tensione supponendo
che essa sia fissata
verticalmente a un estremo e
Galilei Discorsi che un peso sia attaccato
e dimostrazioni
1638 all’altro estremo in modo da
mantenerlo orizzontale
Elastica 1694
Jacob Bernoulli

x 2 dx
dy 
a4  x4

a distanza orizzontale
fra i due estremi della
trave
Jacob Bernoulli
Elastica 1694
x 2 dx
dy 
a4  x4

arco a 2 dx
ds 
a4  x4

Isocrona paracentrica
1697
brachistocrona
brachistocrona

y
dx  dy
k2
a y

cicloide
brachistocrona
Diffusione del calcolo
in Francia
Circolo di
Nicolas
Malebranche

Guillaume F. de
L’Hôpital 1661-1704 Pierre Varignon
1654-1722
Diffusione del calcolo
in Italia
Cattedra di Matematica
all’Università di Padova
1707-1713 Hermann
1716-1719 Nicolaus I Bernoulli

Jacob Hermann
Diffusione del calcolo in Italia

Jacopo Riccati Gabriele Manfredi Guido Grandi


1676-1754 1681-1761 1671-1742
Diffusione del calcolo
in Italia

Giulio Carlo Fagnani Maria G. Agnesi


Ramiro Rampinelli
1682-1766 1718-1799
1697-1766
Russia S. Pietroburgo

Leonhard Euler Jacob


Hermann
1707-1783
Daniel Bernoulli 1678-1733
1700-1782
GUILLAUME FRANÇOIS DE L’HÔPITAL (1661-1704),
Analyse des infiniment petits (1696)
 la principale e più accurata esposizione didattica del calcolo
differenziale,
 in essa compaiono gli assiomi alla base del calcolo e le regole
di differenziazione,
 sono sviluppati con molte esemplificazioni i temi della retta
tangente, dei massimi e minimi, dei punti di flesso e di
cuspide, delle evolute, delle caustiche e degli inviluppi.

PIERRE VARIGNON
Eclaircissemens sur l’analyse des infiniment petits (1725)
LEONHARD EULER: metodo degli zeri assoluti
Introductio in analysin infinitorum (1748),
Institutiones calculi differentialis (1755)
Institutiones calculi integralis (1768-1770)

JEAN LE ROND D’ALEMBERT: metodo dei limiti


Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des
arts et des métiers (1751-1780)

JOSEPH LOUIS LAGRANGE: algebrizzazione


dell’analisi metodo delle funzioni derivate
Théorie des fonctions analytiques (1797)
Leçons sur le calcul des fonctions (1806)
Jacob Bernoulli

Johann Bernoulli
I Fondamenti dell’Analisi infinitesimale
nel XIX secolo
Augustin-Louis Cauchy
1789-1857
Karl Weierstrass
1815-1897
Bernhard Riemann
1826-1866
Augustin-Louis Cauchy (1789-1857), Cours d’analyse
• critica al ricorso ai “ragionamenti tratti dalla generalità dell'algebra”
“Ragionamenti di questo tipo, benché ammessi abbastanza comunemente,
soprattutto nel passaggio dalle serie convergenti alle serie divergenti e
dalle quantità reali alle espressioni immaginarie, non possono essere
considerati, mi sembra, che come delle induzioni adatte a far talvolta
presentire la verità, ma che poco si accordano con l'esattezza tanto vantata
dalle scienze matematiche. Bisogna inoltre osservare che essi tendono a far
attribuire alle formule algebriche un'estensione indefinita, mentre in realtà
la maggior parte di queste formule sussiste unicamente sotto certe
condizioni e per certi valori delle quantità in esse contenute [...] Così,
prima di effettuare la somma di una qualunque serie, ho dovuto
esaminare in quali casi le serie possono essere sommate o, in altri
termini, quali sono le condizioni della loro convergenza; e, su questo
argomento, ho stabilito delle regole generali, che mi sembrano meritare
qualche attenzione.”
Il concetto di limite
1817, B. Bolzano, Rein analytischer Beweis ...
introduce la continuità delle funzioni, la convergenza delle successioni e delle
serie, l’estremo superiore.
1821, A.L. Cauchy, Cours d'analyse de l'École Polytechnique
il concetto di limite come base dell'analisi: per mezzo di esso definisce la
nozione di infinitesimo, quella di infinito e la continuità di funzione; studio
della convergenza di serie e successioni.
1823, A.L. Cauchy, Résumé des leçons sur le calcul infinitesimal
la teoria dei limiti è applicata al calcolo infinitesimale: la derivata è definita
come il limite del rapporto incrementale.
A.L. Cauchy, Cours d'analyse
“Allorché i valori successivamente assunti da una stessa variabile si avvicinano
indefinitamente a un valore fissato, in modo da finire per differirne di tanto poco quanto si
vorrà, quest'ultimo è chiamato il limite di tutti gli altri. Così ad esempio un numero irrazionale
è il limite delle diverse frazioni che ne forniscono valori sempre più approssimati. In
geometria la superficie di un cerchio è il limite verso il quale convergono le superfici dei
poligoni inscritti, mentre il numero dei loro lati cresce sempre di più, ecc. Allorché i
successivi valori numerici di una stessa variabile decrescono indefinitamente in modo da
diventare minori di un numero dato, questa variabile diviene ciò che si chiama un infinitesimo
o una quantità infinitesima. Una variabile di questo tipo ha zero come limite.”
Karl Weierstrass (1815-1897)
• lezioni a Berlino 1859-1894; Introduction à la theorie des fonctions
analytiques 1878
• liberare l'analisi da nozioni geometriche, di moto o intuitive;
"aritmetizzazione" dell'analisi
• concetto di continuità di funzione in termini di disuguaglianze di tipo
"epsilon-delta", già avvicinata da Riemann e ispirata alle lezioni di
s
Dirichlet. lim   4
t  t
“comunque si prenda una quantità positiva piccola a piacere , esiste
un'opportuna quantità positiva , tale che se t è minore di  , allora la
differenza fra s/t e 4 è minore di .” Cioè posso rendere l’errore che
commetto considerando 4 anziché s/t piccolo sin che voglio.

“Dicesi che col tendere di x verso a, y=f(x) ha per limite A, se fissata una quantità piccola
ad arbitrio , si può determinare una quantità h tale che per ogni valore di x, che differisca
da a meno di h, sia f(x)-A in valore assoluto minore di . Dicesi che col crescere
indefinitamente di x, y=f(x) ha per limite A, se fissata una quantità piccola ad arbitrio , si
può determinare un numero N tale che per ogni valore di x>N sia f(x)–A< in valore
assoluto.”
S. Pincherle, Saggio di una introduzione alla teoria delle funzioni
analitiche secondo i principi del Prof. C. Weierstrass, 1878
“Il conseguimento di studi all'estero avendomi permesso di frequentare
nell'anno 1877-78 i corsi d'Analisi dell'Università di Berlino, mi
credeva quasi in obbligo di far conoscere almeno in parte ai miei
compagni di studio le nuove vedute ed i concetti nuovi che il prof.
Weierstrass va introducendo nella scienza e che, mentre vanno
diffondendosi in Germania per l'opera dei numerosi suoi discepoli,
rimangono ancora quasi sconosciuti agli studenti italiani per la nota
avversione di quel maestro per la stampa. Solo mi tratteneva da un
tentativo di pubblicazione la difficoltà di una conveniente esposizione
di argomenti delicati e per la loro novità soggetti a controversia, e in
cui una parola impropriamente adoperata basta a svisare il concetto.”
U. Dini (1845-1918), Fondamenti per la teorica delle funzioni delle variabili reali,
1878; Lezioni di analisi infinitesimale, 1880, 1892 (trad. tedesca), 1907-1915
G. Peano (1858-1932), Calcolo differenziale e principii di calcolo integrale, 1884
… deplorevoli malvagità
curve patologiche ...

0 x irrazionale
f ( x)  
1 x razionale

0 x irrazionale
f ( x)  
1 / q x  p / q frazione semplificata

sin (1 / x) x  0
f ( x)  
0 x0
L’integrale di Cauchy
Résumé des leçons données à l'École Royale Polytechnique
• integrale definito in maniera indipendente dalla derivata, confronto
delle due operazioni
Per definire l'integrale di una funzione f(x) continua al variare di x nell'intervallo
[x0, X] considera una partizione P dell'intervallo in elementi x1–x0, x2 – x1, ..., X – xn-1,
e definisce la somma relativa a P (alla Cauchy), come
S=(x1 – x0)f(x0)+(x2 – x1)f(x1)+…+(X – xn-1)f(xn-1).

Infittendo la partizione, gli intervalli


diventano molto piccoli, e “il valore
di S finirà per essere sensibilmente
costante o in altri termini finirà per
raggiungere un certo limite che
dipenderà unicamente dalla forma
della funzione f(x) e dai valori estremi
attribuiti alla variabile x. Questo
limite è ciò che si chiama integrale
X
definito''.
 f ( x )dx
x0
L’integrale di Riemann 1854-1866
Punto di partenza sono
aspetti ancora non completi nella definizione di Cauchy, come
• la mancanza di una chiara distinzione fra continuità e uniforme continuità;
• la mancanza di una sistemazione dei numeri reali che rendeva ambigua
l'esistenza del limite delle somme;
• il fatto che la definizione valeva solo per funzioni continue o con un numero
finito di discontinuità.

1829 J. Dirichlet si pone il problema dell'integrabilità delle funzioni con un


numero infinito di punti di discontinuità: l'insieme delle discontinuità
ammissibili deve essere tale che la sua chiusura non abbia punti interni.

Una nuova definizione di integrale


B. Riemann, Über die Darstellbarkeit einer Funktion durch eine
trigonometrische Reihe, 1854-1867.
• per funzioni con un numero infinito di punti di discontinuità

B(nx) x - x se x  k/2
f(x)   2 , dove B(x)  
n 1 n 0 se x  k/2
funzione discontinua in ogni intervallo, x indica l’intero più vicino ad x
discontinua in x = ½, ¼, ¾, 1/6, 3/6, 5/6 ....
la serie converge uniformemente
Pertanto f è integrabile
le funzioni fn(x) sono integrabili
B. Riemann (1826-1866)
 La teoria dell’integrazione di Riemann si basa sulla nozione di
somma inferiore e di somma superiore e l’integrabilità di una
funzione richiede che l’insieme delle somme inferiori e quello delle
somme superiori costituiscano una coppia di classi contigue (cioè
tra le due classi esiste un elemento di separazione che è unico).
n n
S inf   ( xk  xk 1 ) inf
( xk 1 , xk )
f S sup   ( xk  xk 1 ) sup f
k 1 k 1 ( xk 1 , xk )

 Una funzione f : [a, b]  R limitata è integrabile secondo


Riemann se è unico il numero reale I compreso fra tutte le somme
inferiori di f e tutte le somme superiori di f.
 Se f è integrabile secondo Riemann, l’unico numero I, nelle
condizioni dette, è chiamato integrale di Riemann di f e si indica
b

 f ( x)dx
a
Évariste Galois
 Nato il 25 ottobre
1811 a Bourg-la-
Reine, presso Parigi
 Morto il 31 maggio
1832 a Parigi, in
seguito a un duello
La nozione di gruppo - 1
(H. Weber 1893): Un gruppo è un insieme
dotato di una legge di composizione in base
alla quale da un primo elemento (A) e da un
secondo elemento (B) si deriva un terzo
elemento (C). Si scrive AB = C. Tale legge
di composizione deve verificare le seguenti
proprietà.
La nozione di gruppo – 1.1
 Vale la proprietà associativa, ossia, se A, B,
C sono arbitrari elementi del gruppo, si ha
A(BC) = (AB)C.
La nozione di gruppo – 1.2
 Qualora si abbia
AB = AB´ oppure AB = A´B
necessariamente deve essere
B = B´ oppure A = A´.

(Legge di cancellazione)
La nozione di gruppo – 1.3
 Se dei tre elementi A, B, C se ne prendono
due arbitrari, allora si può sempre
determinare univocamente il terzo in modo
tale che
AB = C.
La nozione di gruppo – 2

Definizione: Si dice gruppo una


coppia ordinata (G, *), in cui G è
un insieme non vuoto, e *
un’operazione binaria in G
verificante le seguenti proprietà.
La nozione di gruppo – 2.1

 Per ogni a, b, c elementi di G


(a*b)*c = a*(b*c).

(Proprietà associativa)
La nozione di gruppo – 2.2

 Esiste un elemento  di G tale


che, per ogni elemento a di G
a* = *a = a.

(Esistenza dell’elemento neutro)


La nozione di gruppo – 2.3

 Per ogni elemento a di G esiste un


elemento a´ di G tale che
a*a´ = a´*a = .

(Esistenza degli elementi simmetrici)


Tavola di composizione
* a b c d e f
a a b c d e f
b b a f e d c
c c e a f b d
d d f e a c b
e e c d b f a
f f d b c a e
Viète e Descartes

François Viète René Descartes


1540 - 1603 1596 - 1650
Equazioni nella
Géométrie 1637
La geometria “tradizionale”

Euclide di Alessandria Gli Elementi


ca. 300 a. C.
Forma e movimento
Forma e movimento
Il movimento rigido
Topologia

omeomorfismo
omotopia
Trasformazioni affini
Geometrie non euclidee

Il disco di Poincaré secondo Escher


(modello del piano iperbolico)
L’algebra moderna

Movimento = Composizione

a a*b = c
Struttura algebrica
Una griglia!
*      






La struttura
I fondamenti

Giuseppe Peano David Hilbert Bertrand Russell


1858-1932 1862-1943 1872-1970
La matematica del Novecento
L’algebra astratta

Dal particolare al generale


Dall’interno verso l’esterno
Abu Abd-Allah ibn Musa
al'Khuwarizmi

IX-X sec.
Al-jabr

x2 + 10 x = 39 x2 + 10 x + 25 = 64
(x+5)2 = 64
Completamento del quadrato x=3
Il Teorema di Galois

Un’equazione algebrica è
risolubile per radicali se e solo
se il gruppo di Galois ad essa
associato è un gruppo
risolubile.
Il gruppo di Galois
È un gruppo di permutazioni.
Permutazioni su quattro elementi 1,2,3,4:

1234 2134 2341

a = (12) b
ab = c
I gruppi simmetrici
Una permutazione su n elementi è una
corrispondenza biunivoca sull’insieme di
tali elementi.
L’insieme delle permutazioni su n elementi,
dotato dell’operazione di composizione, è
un gruppo, detto gruppo simmetrico Sn.
Esso è formato da n! elementi.
Il gruppo S4
Il gruppo simmetrico S4 ha 4! = 1·2·3·4 = 24
elementi.
Esso possiede diversi sottogruppi, cioè
sottoinsiemi che sono a loro volta gruppi
rispetto alla stessa operazione.
Il gruppo di Klein V4
Uno di questi è il sottogruppo
V4 = { = id, (12), (34), (12)(34)},
visualizzabile come il gruppo delle simmetrie
di un rettangolo (non quadrato):
3
1 2
4
Simmetrie del rettangolo
3 3
1 2 1 2
4 id 4

3 3
1 2 2 1
4 (12) 4
Simmetrie del rettangolo
3 4
1 2 1 2
4 (34) 3

3 4
1 2 2 1
(12)(34)
4 3
Il gruppo di Galois di
un’equazione - 1
(x2  2)(x2  3) = 0
Il gruppo di Galois di questa equazione è
formato da tutte le permutazioni delle
sue quattro radici
2,- 2, 3,- 3
Il gruppo di Galois di
un’equazione - 2
che rispettano le relazioni algebriche tra
queste.
3
2  2
 3

Tale gruppo è V4.


Gruppi risolubili
Un gruppo si dice risolubile se,
sottoponendolo un numero finite di volte, in
maniera ricorsiva, all’operazione di
derivazione, si ottiene il gruppo banale
(formato da un unico elemento).

G  G '  G ''    G (n)


  
Gruppi di Galois risolubili e
non

Il gruppo V4 è risolubile.


Il gruppo S5 non è risolubile.
L’equazione di quinto grado
 Il gruppo di Galois dell’equazione generale
(a coefficienti indeterminati) di grado
cinque
5 4 3 2
x + ax + bx + cx + dx + e = 0
è il gruppo simmetrico S5.
Quindi tale equazione non è risolubile per
radicali.
LA MATEMATICA
Il conteggio

1 2 3
Il binomio
Criteri di risolubilità basati
sull’ordine
 Teorema di Burnside: Se l’ordine di un
gruppo è divisibile per non più di due
numeri primi distinti, il gruppo è risolubile.

 Teorema di Feit-Thompson: Ogni gruppo di


ordine dispari è risolubile.
Gli invarianti algebrici

Invarianti algebrici
La teoria degli indivisibili

Bonaventura Cavalieri La quadratura del cerchio

1598 - 1647
La teoria
 Un insieme di enunciati riguardanti un
determinato tipo di oggetti

CARATTERIZZAZIONI
(generalità ed efficacia)
A B
Caratterizzazione

Gli italiani che hanno un cane


sono tutti e soli quelli il cui
padre si chiama Franco.
Un’equazione risolubile?
(x2  2)(x2  3) = 0

“Se ora voi mi date un’equazione che avrete scelto a


piacere, e di cui vorreste sapere se è o no risolubile
per radicali, non dovrei fare altro che indicarvi il
modo di rispondere alla vostra domanda, senza voler
incaricare né me stesso, né alcuno di farlo
concretamente. Infatti, i calcoli sono semplicemente
impraticabili.”
Due tipi di ricerca

 Ricerca teorica: collegamenti concettuali


 Ricerca pratica: procedimenti risolutivi
Il mare
La scultura e la roccia
La trasparenza
La ricetta

Focalizzare lo sguardo secondo la


giusta angolazione
Scelta

Libertà
e creatività
La denominazione
La costruzione
L’invenzione…
….l’invenzione!
Macchine matematiche

Parabolografo
La geometrizzazione…

1. Non riguarda la struttura


interna del numero.
Numeri figurati

Numero
Numeri triangolari pentagonale
Operazioni figurate

Moltiplicazione a calice Divisione a galera


La geometrizzazione…

2. Non va intesa come


visualizzazione.
I gruppi “geometrici”

Retta reale

Isometrie di un poligono regolare


Galilei e Descartes

Segmento

Righello
Unità
I frattali di Mandelbrot

Benoît Mandelbrot L’insieme di Mandelbrot


1924- 2012
I polmoni

Alveoli polmonari Frattale


I frattali

La polvere di Cantor e il fiocco di von Koch


D = log34
La spiaggia
La metafora
Non so come posso apparire al
mondo; a me sembra di essere
stato come un bambino che
giocando sulla riva del mare si è
divertito a trovare di quando in
quando un sassolino più liscio o
una conchiglia più bella, mentre
il grande oceano della verità si
stendeva ignoto tutt'intorno.
Isaac Newton
1642-1727

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