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Corso di Laurea in Fisica

Compito di Fisica 3
(Prof. E. Santovetti)
13 novembre 2019

Problema 1
Un fascio di luce bianca non polarizzata incide su un prisma retto di vetro (n = 1.5) la cui base è un triangolo rettangolo
isoscele. La luce incide in modo normale su una delle facce costruite sui cateti del triangolo, come nella figura. Si
trascurino le riflessioni multiple.

a) Disegnare tutti i raggi che vengono prodotti dal fascio incidente.


b) Sapendo che l’intensità del fascio incidente è I0 = 7.4 W/cm2 , calcolare l’intensità e il grado di polarizzazione
dei raggi prodotti.

c) Da quanto calcolato nei punti precedenti, discutere il bilancio energetico.


d) Sapendo che la sezione del fascio incidente vale Σ = 1.5 cm2 , calcolare la forza che questo esercita sul prisma
lungo la direzione orizzontale.

Problema 2
Sono date tre sorgenti identiche di onde elettromagnetiche (λ = 4.0 cm), puntiformi, di-
sposte lungo una retta e distanti d = 3.0 cm ognuna da quella adiacente. Le sorgenti
emettono, in modo isotropo, onde sferiche coerenti una con l’altra, con uno sfasamento
costante ϕ = 0 tra una sorgente e quella vicina.
a) Calcolare la direzione dei massimi e dei minimi di intensità (si consideri θ l’usuale θ
angolo tra la direzione dell’onda e il piano perpendicolare alla retta dove sono le
sorgenti);

b) Disegnare il diagramma polare dell’intensità.


c) Se il campo elettrico misurato sul piano equatoriale (θ = 0) ad una distanza r = 8 m
vale Emax = 35.0 V/m, calcolare la potenza di una singola sorgente.
d) Qual’è il minimo sfasamento ϕ tra una sorgente e l’altra perché l’intensità emessa
sul piano equatoriale sia nulla.
Problema 3
Un’antenna radio lunga z0 = 30 cm trasmette su una frequenza ν = 2.0 MHz ed invia ad un apparecchio radio, posto
a distanza r = 10 Km che forma un ’angolo θ = 35o con lasse dell’antenna dipolare, un segnale E = 0.1 V/m.

a) Discutere l’approssimazione di campo lontano.


b) Calcolare la potenza totale irradiata dall’antenna.

c) Calcolare la resistenza di antenna e la corrente massima che scorre sull’antenna.

2
Soluzione
Problema 1
La luce subisce una prima riflessione e trasmissione sulla superfice verticale (1) e
poi incide sulla superficie obliqua. Quı̀ possiamo vedere che la luce subisce una
riflessione totale interna infatti vale 1

1.5
n sin θi = 1.5 sin 45o = √ > 1 n
2
2
Dunque tutta la luce del fascio viene riflessa e incide sulla superficie orizzontale in
basso, anche quı̀ incidendo in modo normale. Se trascuriamo riflessioni multiple,
consideriamo solo il fascio trasmesso (2).
I coefficienti di riflessione e trasmissione sono gli stessi per l’incidenza normale e valgono
 2
1−n
R= = 0.04 T = 1 − R = 0.96
1+n
Sulla superficie obliqua, essendoci riflessione totale interna, abbiamo R = 1 e T = 0.
All’incidenza normale, il piano di incidenza non è definito e la luce rimane non polarizzata come la luce incidente
e il suo grado di polarizzazione è nullo. La stessa cosa succede al fascio riflesso dalla superficie obliqua in quanto
Rπ = Rσ = 1 e dunque le due componenti nelle due direzioni π e σ non subiscono variazione di intensità. L’intensità
dei raggi 1 e 2 valgono allora

I1 = R I0 = 0.296 W/cm2 I2 = T 2 I0 = 6.82 W/cm2


Il bilancio energetico è presto fatto. All’appello mancano I0 − I1 − I2 = 0.284 W/cm2 e tale intensità è quella che
compete a tutti gli infiniti raggi che vengono fuori dalle riflessioni multiple. Il fatto che sia dello stesso ordine del-
l’intensità I1 non deve stupire dal momento che la riflessione sulla superficie obliqua è una riflessione totale e tutta la
potenza viene riflessa.
Calcoliamo la forza lungo l’orizzontale, dovuta alla pressione di radiazione. Volendo calcolare la forza lungo l’o-
rizzontale, le uniche pressioni da considerare sono quelle sulla prima superficie verticale, tutta orizzontale, e sulla
superficie obliqua, a 45o rispetto all’orizzontale, come indicato nella figura. La prima pressione vale
2I1 2I1 Σ
p1 = ⇒ F1 = p1 Σ =
c c
Per la superficie obliqua, dobbiamo considerare che l’intensità della luce incidente vale I ∗ = T I0 , che la superficie
dove la pressione si esercita è Σ0 = Σ/ cos(45o ) e infine che la componente lungo l’orizzontale mi porta un ulteriore
cos(45o ). Abbiamo dunque

2I ∗ T I0 T I0 Σ
p2 = cos2 (45o ) = ⇒ F2 = p2 Σ0 cos(45o ) =
c c c
Mettendo insieme abbiamo

2R I0 + T I0 (1 + R)I0 Σ
F1 + F2 = = = 3.85 × 10−8 N
c c

3
Problema 2
Si tratta dell’interferenza di N = 3 sorgenti coerenti. Dobbiamo contare i massimi dell’interferenza, sia principali che
secondari e i minimi (zeri). L’intensità vale
 2
sin(Nδ /2) 2πd
I(θ ) = I1 con N = 3, δ= sin θ (1)
sin(δ /2) λ
Sostituendo e usando anche la relazione d = 3/4λ , otteniamo
 ! 2

 sin 4
sin θ 
 
I(θ ) = I1  !

 
 
sin sin θ
4
I massimi principali si hanno annullando il denominatore e dunque
3π 4
sin θ = mπ ⇒ sin θ = m ⇒ m=0 θ =0
4 3
C’è un solo massimo principale per θ = 0, cioè sul piano equatoriale.
I minimi si trovano ponendo uguale a zero il numeratore, evitando evidentemente i valori che annullano anche il
denominatore.

9π 4 8
sin θ = m0 π m0 = ±1, ±2 ⇒ sin θ1 = ± θ1 = ±26, 39o , sin θ2 = ± θ2 = ±62, 73o
4 9 9
Tra questi due minimi abbiamo un massimo secondario quando il numeratore vale 1
9π 2
sin θ = (m00 + 1/2)π m00 = ±1 ⇒ sin θ = ± θ = ±41.81o
4 3
Abbiamo un solo massimo principale e quattro (contando anche
quelli a θ negativo) minimi. Per quanto riguarda i massimi secon-
dari, questi sono solo due ma bisogna anche osservare che quando
θ → ±π/2 cioè sulla verticale in alto e in basso, l’intensità cresce
e dunque abbiamo due massimi secondari per θ = ±π/2, come si
evince bene anche dal diagramma polare dell’intensità. Si può, fra
l’altro, osservare che l’intensità nelle due direzioni verticali vale
esattamente I1 , come nel massimo secondario, mentre sul mas-
simo principale I = 9I1 avendo indicato con I1 l’intensità della
singola sorgente.
Calcoliamo la potenza della singola sorgente dal campo sul
massimo principale. Sul massimo principale E = 3E1 e I = 9I1 .

E2 I 2πr2 E 2
I= P1 = 4πr2 I1 = 4πr2 ⇒ P1 = = 145.3 W
2Z0 9 9Z0
Infine, introduciamo uno sfasamento ϕ tra le sorgenti e imponiamo che ci sia un minimo per θ = 0. Lo sfasamento tra
le sorgenti diventa allora:
2π 3π
δ= d sin θ + ϕ = sin θ + ϕ ⇒ θ =0 δ =ϕ
λ 2
Vogliamo un minimo (zero) e dunque dobbiamo porre

Nδ 3ϕ
=π ⇒ =π ⇒ ϕ = 2/3 π.
2 2
Il segno potrebbe essere anche negativo, non avendo specificato quale sorgente è in anticipo o in ritardo di fase.

4
Problema 3
calcoliamo subito la lunghezza d’onda e la pulsazione della radiazione

λ = c/ν = 150 m ω = 2πν = 1.257 × 107 rad/s


L’approssimazione di campo lontano è dunque ben verificata essendo

z0  λ  r
L’ampiezza del campo lontano prodotto da un dipolo oscillante vale

p0 sin θ ω 2 4πε0 c2 r
E= ⇒ p0 = E = 1.105 × 10−4 C · m
4πε0 c2 r sin θ ω 2
Da questa possiamo calcolare la potenza I0 che sta nella formula

I0 sin2 θ p2o ω 4 8π
I(r, θ ) = I0 = = 4037 W ⇒ P= I0 = 33800 W
r2 32π 2 ε0 c3 3
La resistenza di antenna vale
2π  z0 
Rant =Z0 = 3.16 × 10−3 Ω
3 λ
Dalla resistenza di antenna, conoscendo la potenza, ricaviamo subito la corrente massima.
r
1 2 2P
P = imax Rant ⇒ imax = = 4625 A
2 Rant

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