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Quadrato magico

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Un quadrato magico è una disposizione di numeri interi in forma di tabella
quadrata in cui siano rispettate due condizioni: i valori siano tutti distinti tra loro e la
somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna, e in entrambe le diagonali,
dia sempre lo stesso risultato; tale intero è denominato "costante di magia" del
quadrato (o "costante magica", o "somma magica"). In matematica, una tabella di
questo tipo è detta matrice quadrata. In modo analogo a quanto avviene con queste
ultime, il numero di righe (o di colonne) è detto "ordine" del quadrato magico. Se si
moltiplica la costante magica per l'ordine, si ottiene la somma di tutti gli interi del
quadrato.
Un quadrato magico perfetto . Il
Per riempire un quadrato di ordine servono numeri interi distinti. Nel caso in numero magico è 15.
cui questi ultimi coincidono con gli interi da 1 a , allora il quadrato è detto
"perfetto", o "normale". In questo tipo particolare di quadrati, la costante magica,
moltiplicata per il numero di righe (o di colonne), deve dare la somma degli interi da 1 a . Se ne deduce che, nel caso dei quadrati
magici perfetti, essa è data dalla formula:

I valori di formano una successione i cui primi 15 componenti sono: 1, 5, 15, 34, 65, 111, 175, 260, 369, 505, 671, 870, 1105,
1379, 1695 (sequenzaA006003 dell'On-Line Encyclopedia of Integer Sequences).

Indice
Storia
Esempi di costruzione
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia
I quadrati magici erano già noti in Cina nei primi secoli dopo Cristo, e forse addirittura nel IV secolo a.C. Il quadrato 3 × 3 era
chiamato Lo Shu; nel X secolo i cinesi conoscevano quadrati fino all'ordine 10, oltre a catene di cerchi e cubi magici non perfetti.

Nell'Occidente Latino i quadrati magici apparvero al più tardi nel XIII secolo. Se ne trova traccia in un manoscritto in lingua
spagnola, ora conservato nella biblioteca Vaticana (cod. Reg. Lat. 1283a) attribuito all'iniziativa di Alfonso X di Castiglia[1]. Già in
questo testo i quadrati sono dedicati ai pianeti[2]. Ricompaiono poi a Firenze nel XIV secolo, in un manoscritto di Paolo dell'Abbaco,
ossia Paolo Dagomari, matematico, astronomo e astrologo, che fu tra l'altro in stretto
contatto con Jacopo Alighieri, uno dei figli di Dante Alighieri. Ai folii 20 e 21 del
manoscritto 2433, conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna si trovano
infatti un quadrato magico 6x6 e uno 9x9, attribuiti rispettivamente al Sole e alla
Luna. Gli stessi quadrati compaiono anche nel manoscritto Plimpton 167 (folio 69
recto e verso), una copia del Trattato dell'Abbaco del XV secolo conservata nella
Biblioteca dell'Università Columbia di New York[3]. È interessante osservare che il
Dagomari cita i due quadrati come un utile supporto a eventuali problemi matematici
e, incidentalmente, a non meglio precisati calcoli astrologici. Lo stesso spirito anima
Luca Pacioli, che esprime un punto di vista molto simile nella presentazione dei
quadrati magici che fa nel suoDe Viribus Quantitatis[4].

Si noti che il lavoro del commentatore e grammatico bizantino Manuele Moscopulo Dettaglio di Melancholia I, di Albrecht
(circa 1265 – 1316), che scrisse un trattato sui quadrati magici a partire da testi di Dürer. I due numeri nelle caselle
centrali dell'ultima riga formano1514,
area culturale islamica, non sembra essere stato conosciuto in Europa sino alla sua
anno in cui venne eseguita
scoperta nella Biblioteca Nazionale di Parigiad opera del matematicoPhilippe de La
l'incisione.
Hire, che lo pubblicò nel 1705[5][6].

I quadrati magici di ordine 3 sino al 9, descritti come strumenti per attirare le


influenze dei pianeti a scopi, appunto, di magia, si trovano in numerosi manoscritti a partire dal XV secolo. Tra i più noti, il Liber de
Angelis, un testo di magia "angelica" che si trova contenuto in un manoscritto (Cambridge University Library, MS Dd.xi.45) eseguito
attorno al 1440[7] e che riprende, con qualche variante, il testo diDe septem quadraturis planetarum seu quadrati magici
, un manuale
di magia tramite le immagini planetarie, contenuto nel Codex 793 della Biblioteca Jagellonica (Ms BJ 793)[8]. I quadrati con ordini
compresi tra 3 e 9 si supponevano essere le immagini proprie dei pianeti—nonché dei loro angeli tutelari—e in quanto tali dotati di
particolari virtù magiche. Potevano dunque essere utilizzati per costruire talismani: ad esempio, le loro incisioni su placche d'oro o
d'argento venivano impiegate come rimedi, dalla peste al mal d'amore. Uno tra più noti quadrati magici è sicuramente quello che
compare nell'incisione diAlbrecht Dürer intitolata Melancholia I.

Con l'avvento della stampa, i quadrati magici e i loro impieghi uscirono dall'anonimato: responsabile ne fu Cornelio Agrippa (1486 –
1535), che li descrisse in gran dettaglio nel libro II del suo Filosofia Occulta, definendoli "tavole sacre dei pianeti e dotate di grandi
virtù, poiché rappresentano la ragione divina, o forma dei numeri celesti".

Il secolo dei Lumi relegò progressivamente i quadrati magici al ruolo di oggetti matematici, e infine di curiosità.

Bernard Frénicle de Bessy(1605-1665), matematico francese amico di Cartesio e di Pierre de Fermat, nel 1663 calcolò il numero dei
quadrati magici perfetti del quarto ordine: 880, con somma costante 34, su righe, colonne e diagonali. Solo grazie al computer si
riuscì a estendere il risultato, nel 1973, agli ordini superiori: i quadrati magici di ordine 5 sono almeno 275.305.224 (limite inferiore
calcolato da Richard Schroeppel)[9]. Non è noto il numero preciso dei quadrati magici di ordine 6, anche se molti sono impegnati
nella sua determinazione. Secondo alcune indagini, il loro numero è nell'ordine di 1.7754 × 1019. Resta comunque insoluto il
problema più generale di trovare la regola che permetta di determinare il numero di quadrati magici di ordine
n.

Parente stretto del quadrato è il cubo magico, costruito in Europa per la prima volta solo nel 1866. Il primo cubo perfetto, di ordine 7
e quindi contenente i primi 73 = 343 interi positivi fu ottenuto da un missionario appassionato di matematica. In seguito si estese la
ricerca a ipercubi di dimensione m ed ordine n, ognuno composto da numeri interi.

Esempi di costruzione
Il tipo più comune è il quadrato magico perfetto, cioè quello quello che usa i numeri da 1 a n2. Tra questi, il più famoso è forse il
quadrato 3×3, la cui costante di magia è15:
La costante di magia di un simile quadrato può essere calcolata con questa formula:

I quadrati magici del tipo 1 a n2 possono essere costruiti per tutti i valori possibili di n tranne 2. Non tutti i quadrati magici del tipo 1
a n2 sono costruiti nello stesso modo. A tal fine, vengono suddivisi in tre diverse classificazioni:

n dispari
n numero semplicemente pari (cioè divisibile per 2 ma non per 4)
n numero doppiamente pari (divisibile per 4)
Il metodo per costruire un quadrato magico con n dispari è abbastanza semplice e viene spiegato qui di seguito. Si inizia mettendo 1
nella colonna centrale della fila superiore.

Si compila la colonna seguente del numero uno (a destra) e ad una fila superiore. Se siete già alla fila superiore, si compila una
colonna alla destra nella fila inferiore.

Se siete nella colonna di estrema destra, si compila il numero seguente nella colonna di estrema sinistra, una fila in su.

Se il quadrato già è occupato da un numero più piccolo, si posiziona il numero seguente nel quadrato immediatamente sotto all'ultimo
immesso; si procede in tal maniera fino a comporre tutto il quadrato.

Infine, si verifichi che ogni fila, colonna e diagonale diano come somma algebrica lo stesso numero, in questo caso,
65.

Naturalmente i quadrati magici possono essere costruiti usando un sottoinsieme dei numeri compresi tra 1 a n2. Per esempio, un
quadrato magico può essere costruito usando soltanto i numeri primi (in alcuni casi potrebbe essere necessario accettare 1 come
numero primo per avere un quadrato magico). In questo esempio, la costante di magia è11:
1
Note
1. ^ Si tratta del corpus di codici che compongono la cosiddettaletteratura di Alfonso X il Saggio. Per il manoscritto, si
veda Alfonso X el Sabio, Astromagia (Ms. Reg. lat. 1283a) , a cura di Alfonso D'Agostino, Napoli, Liguori, 1992
2. ^ Il quadrato magico di Marte è riprodotto nella figura 1 del saggioSaturno e la melanconia. Studi di storia della
filosofia naturale, religione e artedi Raymond Klibansky, Erwin Panofsky e Fritz Saxl, trad. di Renzo Federici, Torino:
Einaudi ("Saggi" n. 657), 1983ISBN 88-06-05507-0 ISBN 88-06-55079-9
3. ^ In un articolo del 1981 (Zur Frühgeschichte der magischen Quadrate in W esteuropa ossia "La preistoria dei
quadrati magici in Europa occidentale", Sudhof fs Archiv Kiel (1981) vol. 65, pp. 313-338) lo studioso tedesco Menso
Folkerts elenca i manoscritti in cui appare ilTrattato d'Abbaco del Dagomari con i quadrati del Sole e della Luna,
basandosi su di un articolo di Amedeo Agostini del 1923 nel Bollettino dell' Unione Matematica Italiana: "A. Agostini in
der Handschrift Bologna, Biblioteca Universitaria, Ms. 2433, f. 20v-21r; siehe Bollettino della Unione Matematica
Italiana 2 (1923), 77f. Agostini bemerkte nicht, dass die Quadrate zur Abhandlung des Paolo dell'Abbaco gehören
und auch in anderen Handschriften dieses W erks vorkommen, z. B. New York, Columbia University, Plimpton 167, f.
69rv; Paris, BN, ital. 946, f. 37v-38r; Florenz, Bibl. Naz., II. IX. 57, f. 86r
, und Targioni 9, f. 77r; Florenz, Bibl. Riccard.,
Ms. 1169, f. 94-95."
4. ^ Anche questo testo, manoscritto, è conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna. Si può però consultare
integralmente all'indirizzohttp://www.uriland.it/matematica/DeViribus/Presentazione.html
5. ^ Peter G. Brown, The Magic Squares of Manuel Moschopoulos, su mathdl.maa.org. URL consultato il 13 maggio 2009
(archiviato dall'url originale il 19 marzo 2011).
6. ^ (EN ) The magic of Moschopoulos(PDF ), in Parabola, vol. 33, nº 3, 1997, ISSN 1446-9723. URL consultato il 24
dicembre 2017.
7. ^ Si veda il capitolo di Juris Lidaka,The Book of Angels, Rings, Characters and Images of the Planetsin Conjuring
Spirits, C. Fangier ed. (Pennsylvania State University Press, 1994)
8. ^ Benedek Láng, Demons in Krakow, and Image Magic in a Magical Handbook, in Christian Demonology and
Popular Mythology, Gábor Klaniczay and Éva Pócs eds. (Central European University Press, 2006)
9. ^ [Download (658kB) - AMS Laurea PDFamslaurea.unibo.it › casalboni_ivan_tesi Download (658kB) - AMS Laurea
PDFamslaurea.unibo.it › casalboni_ivan_tesi].

Bibliografia
Italo Ghersi, Matematica dilettevole e curiosa: Problemi bizzarri - Paradossi algebrici e meccanici - Moto perpetuo -
Grandi numeri - Curve e loro tracciamento meccanico - ecc. , Hoepli - Milano, 1978, pp. 776, ISBN 88-203-0469-4.

Voci correlate
Quadrato panmagico
Quadrato cabalistico
Quadrato bimagico
Quadrato multimagico
Quadrato eteromagico
Quadrato antimagico
Quadrato del Sator
Cubo magico
Stella magica
Problema delle otto regine
Quadrato latino
Metodo siamese
Metodo LUX di Conway per quadrati magici
Metodo Strachey per i quadrati magici
Lo Shu
Sudoku
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file suquadrato magico

Collegamenti esterni

Quadrato magico, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


(EN ) Quadrato magico, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Generatore Online Quadrati Magici
La grande avventura matematica dei quadrati e dei cubi magici , un articolo dal sito delPolitecnico di Torino
Elenco di tutti gli 880 quadrati magici di ordine 4, unici a meno di rotazioni e simmetrie , su digilander.libero.it.
(EN ) How many magic squares are there?di Walter Trump - Contiene vari risultati enumerativi
(EN ) Magic Squares page di Holger Danielsson
(EN ) Eric W. Weisstein, Magic Square, in MathWorld, Wolfram Research.
(EN, FR, DE ) Il sito di Christian Boyer, su cboyer.club.fr. URL consultato il 1º dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5
febbraio 2005).

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