Indice
Descrizione
Storia
Presunto principio di funzionamento
Utilizzo e applicazioni
Note
Bibliografia
Descrizione
La riflessologia è una terapia olistica, basata quindi sul principio generale che ogni aspetto della vita dell'individuo influirebbe sul
benessere e sulla salute della persona, e ha l'intento di operare un "riequilibrio dell'intero organismo al fine di stimolarne le capacità
di autoguarigione" (il riferimento è al sistema immunitario).
In quanto terapia non convenzionale, la Riflessologia può avere una duplice applicazione: può essere utilizzata in alternativa o come
supporto alle terapie mediche convenzionali. Va tuttavia sottolineato che in genere si consiglia di diffidare di chi propone la
Riflessologia Plantare come alternativa alla medicina convenzionale, e per questo ad oggi i terapeuti preferiscono riferirsi ad essa con
l'appellativo di terapia (o medicina) complementare e non alternativa. Va sottolineato infatti che il riflessologo non è un medico, e
quindi non cura, e non fa diagnosi. Soprattutto non intende interferire con le terapie o con i pareri medici convenzionali, sostenendo il
suo ruolo di professionista nell'affiancarsi e non sostituirsi alla medicina convenzionale. La Riflessologia Plantare non è quindi una
tecnica sovrapponibile alle metodologie sanitarie riconosciute dalla legislazione italiana né sostituisce eventuali terapie mediche.
Le tecniche riflessologiche si distinguono in due grandi filoni: quello orientale e quello occidentale. Nonostante il principio sia il
medesimo, ossia che stimolando delle zone riflesse si abbiano effetti su zone lontane dal sito di applicazione del massaggio, nascono
e si sviluppano con presupposti differenti: la Riflessologia Cinese si basa sui principi della medicina tradizionale cinese, mentre la
Riflessologia Occidentale attinge ai principi scientifici sulla quale si basa la medicina convenzionale occidentale. La Riflessologia
Plantare occidentale nasce infatti in concomitanza delle prime scoperte occidentali in ambito neurologico di Sir Henry Head e Sir
Charles Sherrington.
Una delle differenze identificabili nei trattamenti di Riflessologia Occidentale e Orientale è nell'intensità della pressione applicata dal
terapeuta. La Riflessologia Occidentale, ad esempio, opera al di sotto della soglia di sopportazione del dolore del paziente, al fine di
ottimizzare gli effetti della stimolazione delle aree riflesse sfruttando la condizione di profondo relax che la riflessologia plantare
occidentale è in grado di indurre. Entrambe le modalità di intervento hanno effetti positivi su vari disturbi e patologie, in quanto
secondo i suoi sostenitori stimolerebbero la circolazione, il sistema nervoso ed il sistema immunitario. Un'altra differenza sono le
mappe di punti da microstimolare che, nella tradizione cinese, corrispondono sostanzialmente a quelli della agopuntura. Numerose
ricerche sono in corso in vari Paesi (in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Danimarca) allo scopo di verificare le effettive
modalità di azione e gli ambiti applicativi migliori[1][2][3][4][5].
Storia
La Riflessologia plantare ha una storia molto antica: i primi trattamenti realizzati massaggiando i piedi sono stati applicati in Cina ed
India nel 5000 a.C., dove si usavano terapie mediche utilizzanti la pressione delle dita per influenzare i campi energetici
dell'organismo (agopuntura ed acupressione, digitopressione, shiatsu). In particolare la medicina Ayurvedica, una delle più antiche
tradizioni mediche del mondo, usa la riflessologia tra le sue tecniche di intervento. Pur tra le molte scuole e tradizioni, è oggi una
disciplina abbastanza diffusa anche in Occidente.
A testimoniare l'antichità di questa pratica è la"Tomba dei Medici" a Saqqara (Egitto, 2330 a.C. circa), dove sulle pareti è dipinta una
scena di massaggio dei piedi e delle mani. La pratica venne esportata più in occidente grazie al famoso medico greco Ippocrate che
insegnò ai discepoli il massaggio ai piedi.
Si racconta (tuttavia non ci sono prove certe) che anche l'artista rinascimentale Benvenuto Cellini, a causa dello stress e di alcune
sofferenze fisiche, facesse ricorso allariflessologia plantare.
Esiste anche una specializzazione più recente di questo massaggio: questa è diffusa soprattutto in occidente. Se nel 1834, un
ricercatore svedese, Pehr Henrik Ling notò il collegamento fra i dolori provenienti da alcuni organi e determinate zone cutanee del
piede, negli anni successivi Sir Henry Head scoprì l'esistenza di zone riflesse a scopi anestetici e finalmente negli anni venti del XX
secolo, questa pratica fu reinventata da William Fitzgerald, medico di Boston, il quale scoprì che, esercitando delle pressioni sui
piedi, per dei piccoli interventi non sarebbe stata necessaria anestesia.
l'
La pratica fu usata daidentisti e quando il medico newyorkese Edwin F.Bowers conobbe la tecnica di Fitzgerald, decise di diffondere
la riflessologia negli Stati Uniti grazie a trattati contenenti i principi di funzionamento della riflessologia basati sulle teorie del
medico di Boston.
Il metodo, chiamato "terapia zonale", si incentrava sulla pressione effettuata sia con le mani sia con altri strumenti. Il corpo venne
gia.[6]
diviso in dieci zone, dagli alluci sino alla testa, lungo le quali scorre l'ener
Negli anni trenta il lavoro di Fitzgerald e di Bowers fu portato avanti dalla terapeuta statunitense Eunice Ingham, che pubblicò due
libri intitolati Le storie che i piedi potrebbero raccontare e Storie raccontate dai piedi con i quali tese a concentrare le sue attenzioni
solamente sui piedi.[7]
In Italia i due pionieri della ricerca riflessologica contemporanea furono il Prof. Giuseppe Calligaris (neurologo e docente presso
l'Università di Roma dal 1910 al 1939) ed il Dott. Nicola Gentile che, nei primi decenni del '900, realizzarono vari studi e
pubblicarono materiali che per l'epoca erano molto innovativi[8][9][10]. L'ostracismo di una parte del mondo accademico e medico
italiano ha lungamente frenato le ulteriori ricerche sulla scia dei due pionieri.
Stimolazione nervosa, basata sulla relazione fra le terminazioni dei nervi presenti nelle zone riflesse ed il punto in cui
è presente il dolore. La pressione sulla zona riflessa avrebbe quindi il compito di inviare comunicazioni cervello,
al
stimolandolo ad intervenire sul problema riscontrato.
Liberazione di ormoni, fondata sulla scoperta del controllo del cervello sull'
apparato endocrino. Secondo la teoria
della riflessologia è sufficiente massaggiare e
l zone riflesse doloranti, per stimolare il cervello a liberare ormoni
cerebrali, quali l'endorfina, con conseguente azione terapeutica.
Stimolazione del sistema linfatico, favorita dalla pressione di alcuni punti riflessi che attuerebbe l'accelerazione della
circolazione linfatica con benefici su tutto l'organismo.
Stimolazione del sistema sanguigno, avente lo scopo di migliorare la circolazione e diminuire la presenza di scorie.
Potenziale elettrico, che si creerebbe tra varie parti del corpo. In base al modello della riflessologia, i punti riflessi
sono paragonabili agliinterruttori mentre gli organi svolgono la funzione diaccumulatori e quindi agendo sugli
interruttori si riattiverebbe la circolazione elettrica.
Influenze psicologiche, spiegabili con la grande importanza che la mente riveste sulla origine dei disturbi fisici.
Utilizzo e applicazioni
Secondo i suoi sostenitori, la riflessologia sarebbe indicata nel caso di dolori e disturbi funzionali passeggeri, quali l'indigestione, la
tensione nervosa l'emicrania, grazie alla liberazione di endorfine e per ripristinare l'equilibrio delle ghiandole endocrine. Gli stessi
specialisti però avvertono nei loro saggi medici di consultare sempre il medico per una valutazione diagnostica, non fidandosi troppo
della sola anestetizzazione della parte dolorante.
Per autostimolare la zona riflessa è sufficiente appoggiare il piede sul ginocchio opposto, e con una mano apporre una pressione sui
punti doloranti, da effettuarsi tramite il movimento rotatorio delle dita. È consigliato alternare la pressione dei punti con un
massaggio rilassante globale su tutto il piede. L'automassaggio tuttavia non raggiunge effetti significativi nei casi di stress ed ansia ed
è effettuato in modo casuale da chi non è pratico di questa tecnica e di anatomia e fisiologia.
La durata del massaggio/microstimolazionevaria dai cinque ai venti secondi per punto e complessivamente conviene non superare la
durata di dieci minuti durante le prime sedute e i trenta minuti durante le sedute di una seconda fase, successiva alle prime due
settimane di trattamento. Lo strumento principe da utilizzare sono le mani, anche se in alternativa non sono disprezzabili nemmeno
mollette, elastici da arrotolare, denti di un pettine.
La pressione deve esser tale da agire in profondità, quindi bisogna massaggiare finché non sia avvertibile un lieve fastidio (dolore).
È necessario anche seguire l'orientamento dell'energia presente nel corpo umano, quindi conviene seguire schemi e diagrammi:
[6]
ricordando ad esempio che un massaggio nel verso orario favorisce le funzioni intestinali, altrimenti le inibisce.
Note
1. ^ Kannathal N., Effect of Reflexology on EEG, in The American Journal of Chinese Medicine, Vol. 32, 2004.
2. ^ Hodgson N., Andersen S.,The clinical efficacy of Reflexology in Nursing home residents , in The Journal of
Alternative and Complementary Medicine, Vol. 14, 2008.
3. ^ Steenkamp E., Scrooby B., van der Walt C., Facilitating nurses’ knowledge of the utilisation of reflexology in adults
,
in Health SA Gesondheid, Vol. 17, 2012.
4. ^ Wing-Fai Yeung et altri, Acupressure, reflexology, and auricular acupressure for insomnia, in Sleep Medicine, Vol.
13, 2012.
5. ^ Tiran D., Chummun H., The physiological basis of reflexology and its use as a potential diagnostic tool , in
Complementary Therapies in Clinical Practice , Vol. 11, 2005.
6. ", di Madeleine Turgeon, Xenia, Milano, 1994, pag.1-11
7. ^ "Guida alla Medicina Naturale, Selezione del Reader's Digest, Milano, 1993, pag.338-340
8. ^ Calligaris Giuseppe, Le corrispondenze lontane delle linee iperestetiche del corpo , in Rivista
otoneurooftalmologica, vol. 1925, gennaio.
9. ^ Gentile Nicola, La riflessoterapia d'urgenza, in La Pratica del Medico, vol. 1927.
10. ^ Gentile Nicola, Elementi di Riflessoterapia, Milano, Hoepli, 1931.
Bibliografia
Wang Chuangui, Automassaggio Riflessologico, Milano, Red Edizioni, 2007,p. 188.
Antonio Virgili, Lessons of Clinical Reflexology, RS Ed., (I ed.), 2007
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