Sei sulla pagina 1di 8

I logaritmi

di Antonino Giambò

1. Negli ultimi tre secoli o poco più, precisamente a partire dai primi anni del XVII secolo, ma prima
dell’avvento del calcolo automatico (metà circa del XX secolo), i logaritmi e in particolare le tavole dei
logaritmi hanno costituito un formidabile strumento di calcolo ed hanno semplificato in maniera incredibile il
lavoro di astronomi, fisici, ingegneri, economisti. Sintomatico al riguardo il pensiero del matematico francese
Pierre Simon de Laplace (1749-1827): « Con la diminuzione del lavoro di calcolo da diversi mesi ad alcuni
giorni, l’invenzione dei logaritmi sembra aver raddoppiato la vita degli astronomi ».
Per capire di cosa stiamo parlando, lo studente che legge queste righe provi ad eseguire con carta e penna,
senza servirsi di strumenti di calcolo automatico, la seguente operazione:
5,25678 × 12,47653 × 7,12346.
Non oso immaginare la sua reazione a questo invito né gli epiteti, sicuramente poco urbani, che egli vero-
similmente ha proferito al mio indirizzo. Sono un ex-ragazzo educato. Eppure a calcoli di questo tenore dove-
vano sottoporsi inevitabilmente soprattutto gli astronomi all’inizio, cioè all’epoca della Grecia classica, se non
ancora prima, a quella dei Babilonesi o degli Egizi; per giunta senza disporre del nostro agile sistema di nu-
merazione; ed in seguito, anche i fisici, gli ingegneri, gli economisti ed i ricercatori di scienze sperimentali in
genere. E questo fino all’invenzione del calcolo automatico, quindi praticamente fino alla metà del XX secolo.
Solo che quei calcoli dovevano esser fatti “a mano”, senza strumenti di calcolo, salvo al più un abbaco, e
realmente richiedevano tempi molto lunghi, fra l’altro con alta probabilità di errore. Tant’è vero che non era
raro trovare gruppi di calcolatori (persone, non macchine) che affiancavano i ricercatori e gli studiosi in genere.
Questo, fino agli inizi del Seicento, poiché, come ho detto, l’invenzione dei logaritmi migliorò la situazione.
Ma cosa sono i logaritmi ? Quando è avvenuta esattamente la loro invenzione ? Quando sono state costruite
le prime tavole ? Chi ne sono gli autori ? I logaritmi e le tavole di logaritmi sono ancora attuali ?
Sono interrogativi ai quali cercherò di dare risposte il più esaurienti possibile nelle prossime righe.

2. Nel Seicento un ricco proprietario terriero scozzese, di nome John Napier (italianizzato: Giovanni
Nepero, 1550-1617), barone di Merchiston, trovò la maniera di semplificare il lavoro degli scienziati. Egli non
era un matematico professionista, si occupava di Matematica per diletto e inventò un modo geniale per
trasformare i calcoli che comportavano prodotti in calcoli con somme, ricondusse il quoto di due quantità ad
una differenza, il calcolo di una potenza ad un prodotto. Nepero, in altre parole, inventò i logaritmi. Lo stesso
termine “logaritmo” fu coniato da lui ed è composto dalle due parole greche λόγος (logos - rapporto) e ἀριϑμός
(arithmos - numero). L’opera che ne tratta – Mirifici Logarithmorum Canonis descriptio (Descrizione delle
meravigliosa regola dei logaritmi) (figura 1) – fu pubblicata nel 1614.

figura 1 figura 2
È suddivisa in due parti: nella prima è sviluppata la teoria dei logaritmi; la seconda parte è dedicata alle
tavole logaritmiche, la cui funzione è quella di fornire rapidamente (o quasi) il logaritmo di un dato numero e
il numero di dato logaritmo.
Un secondo lavoro sui logaritmi fu pubblicato postumo nel 1619, su iniziativa del figlio Robert, col titolo
The Construction of the Wonderful Canon of Logarithms (Costruzione della meravigliosa regola dei logaritmi)
(figura 2). In esso Nepero descriveva in modo esauriente il metodo usato per la costruzione delle tavole.
Sono i due lavori ai quali Nepero lavorò per circa 20 anni, ma che gli garantirono una celebrità imperitura.
Anche se le cose non stanno esattamente in questi termini, possiamo dire che Nepero ideò un sistema di
107
logaritmi avente come base il numero (1–10–7 ) , che oggi sappiamo identificarsi col numero 1/e ( ≈
0,367879), almeno fino alla 10a cifra decimale. Ricordiamo che “e” è quello che chiamiamo “numero di
Nepero”, ma che in realtà si affermò con quel simbolo per il largo uso che ne fece Eulero (Leonhard Euler,
1707-1783) e, per questo, da molti è chiamato “numero di Eulero”.
La risonanza che ebbe la Descriptio fu notevole e richiamò l’attenzione entusiasta dell’inglese Henry Briggs
(1556-1630), che allora era professore di Matematica al Gresham College di Londra. Briggs andò a trovare
Nepero a Merchiston e – in seguito a diversi incontri dopo il primo avvenuto nel 1615, cioè due anni prima
della morte di Nepero, e dopo alcune discussioni sull’opportunità di usare una base diversa per i logaritmi – i
due convennero che la base più pratica era quella che forniva 0 come logaritmo di 1 ed 1 come logaritmo di
10: insomma la base 10. Fu così che nacque il sistema dei logaritmi decimali e fu proprio Briggs a pubblicare,
nel 1617, anno della morte di Nepero, l’opera Logarithmorum Chilias Prima (Introduzione ai Logaritmi), che
comprende i logaritmi in base 10 dei numeri da 1 a 1.000, con un’approssimazione spinta fino alla 14a cifra
decimale. Lo stesso Briggs pubblicò sette anni dopo, nel 1624, l’Arithmetica logarithmica (1), contenente le
tavole dei logaritmi decimali da 1 a 20.000 e da 90.000 a 100.000. Pare che Briggs sia stato aiutato da otto
abacisti (professionisti nell’uso dell’abaco).

figura 3

1
Questo il titolo completo dell’opera:
Arithmetica Logarithmica sive Logarithmorum Chiliades Triginta, pro numeris naturali serie crescentibus ab unitate ad
20,000: et a 90,000 ad 100,000. Quorum ope multa persiciuntur Arithmetica problemata et Geometrica.
(Aritmetica logaritmica, o trentamila logaritmi, per i numeri naturali crescenti in serie dall'unità a 20.000: e da 90.000
a 100.000. Con il cui aiuto sono svolti molti problemi aritmetici e geometrici)
Nel 1620 comparvero le prime tavole logaritmo-trigonometriche, cioè tavole che fornivano direttamente i
logaritmi delle funzioni trigonometriche degli angoli, con valori estesi fino a 7 cifre decimali (2). Furono ela-
borate da un collega, amico e collaboratore di Briggs, il gallese Edmund Gunter (1581-1626), professore di
Astronomia al Gresham College di Londra. L’opera che le contiene porta il titolo Canon triangulorum.
In seguito, praticamente fino all’invenzione del calcolo automatico, le tavole dei logaritmi e le tavole loga-
ritmo-trigonometriche furono perfezionate da altri autori e pubblicate in decine di milioni di copie.
Nelle scuole costituirono oggetto di studio meticoloso per impararne l’uso.
Al giorno d’oggi, tutto questo non c’è più proprio perché soppiantato dal calcolo automatico e forse non ci
si rende conto di ciò che significarono i logaritmi fin dalla loro invenzione. Con questo articolo mi propongo
di colmare questa lacuna.

3. Ma prima, per completezza, vanno aggiunte alcune cose a quanto detto fin qui.
• La prima è che lo scienziato svizzero Jobst Bürgi (1552-1632) aveva elaborato un’idea sui logaritmi
simile a quella di Nepero e indipendentemente da lui, lavorandovi nel periodo che va dal 1603 al 1611. Egli
però pubblicò i risultati delle sue ricerche dopo Nepero, precisamente nel 1620 con l’opera Arithmetische und
Geometrische Progress Tabulen (Tavole di progressioni aritmetiche e geometriche) e forse per questo non
ebbe la risonanza che meritava. Occorre dire pure che forse Bürgi non aveva alcuna intenzione di pubblicare
il suo lavoro. Lo fece solo su insistenza di Keplero (3), che Bürgi, mentre era a Praga, assisteva nei calcoli sui
dati astronomici trovati da Tyco Brahe (1546-1601); calcoli che avrebbero portato alle celebri leggi sui moti
dei pianeti.
• La seconda considerazione riguarda il concetto di logaritmo secondo Nepero.
È, in realtà, una cosa completamente diversa dalla definizione moderna di logaritmo. Definizione dovuta
ad Eulero [vedi riquadro].

DEFINIZIONE DI LOGARITMO.
Dati i numeri reali positivi a, b, con b≠1, dicesi logaritmo di a in base b il numero reale x tale che bx =a.
Vale a dire la soluzione dell’equazione esponenziale bx =a. Si scrive:
x = log b a .
Si legge: “ x è uguale al logaritmo di a in base b ”.

Il logaritmo di Nepero, piuttosto che di origine algebrico, come sarebbe stato quello di Eulero, ha invece
un’origine di tipo cinematico-geometrico. Per averne un’idea riporto direttamente da Boyer [1, pag. 360]:
«Siano dati un segmento lineare AB e una semiretta o semiraggio CDE … (figura 4). Un punto P parta da
A e si muova lungo AB con velocità variabile decrescente in rapporto alla sua distanza da B; contemporanea-
mente un punto Q partendo da C cominci a muoversi lungo CDE … con velocità costante uguale a quella che
P aveva all’inizio del suo moto. Napier chiamava questa distanza variabile CQ il logaritmo della distanza PB».
Ed è su questa base che Nepero realizza la sua tavola dei logaritmi (4), costruendo di fatto il sistema dei
logaritmi nella base 1/e.

figura 4

2
Tavole dei valori naturali delle funzioni goniometriche, vale a dire tavole che fornivano i valori di seno, coseno e
tangente di un angolo, esistevano da qualche tempo. Per esempio figuravano tavole siffatte, con approssimazioni fino a
10 cifre decimali, a intervalli di 10’’, nel libretto De lateribus et angulis triangulorum pubblicato nel 1542 dal matematico
prussiano Georg Joachim von Lauchen, detto Rhaeticus (1514-1576).
3
Giovanni Keplero, nome italianizzato dello scienziato tedesco Johannes Kepler, 1571-1630.
4
Per saperne di più si suggerisce la lettura di [2].
• Un terzo appunto riguarda la compilazione delle tavole logaritmiche, per dire che nel 1628 fu pubblicata
un’opera, avente lo stesso titolo Arithmetica logarithmica dell’opera di Briggs, che integrava e completava
l’opera di quest’ultimo. Di fatto quest’opera comprendeva, fra altre cose, le tavole dei logaritmi decimali dei
numeri da 1 a 100.000 con dieci cifre decimali. Ne fu autore il matematico e astronomo olandese Adrian
Vlacq (1600-1667), che modestamente indicò l’opera come la seconda edizione di quella di Briggs. Da qui lo
stesso titolo.
• L’ultima annotazione riguarda i logaritmi in base “e”. In verità non furono introdotti da Nepero, anche
se comparvero nella sua epoca, ma da altri studiosi come, tanto per citare qualche nome, l’inglese Edward
Wright (1559-1615) e lo stesso Bürgi, che aveva costruito le sue tavole prendendo come base il numero:
104
1
(1+ ) ≈ 2,7184
104
molto vicino al vero valore di e (=2,7182…).
Ricordo che la definizione più frequente per il numero “e” è limite della successione (1+1/n)n, ovviamente
per n tendente a infinito.
In realtà, all’inizio questi logaritmi, denominati impropriamente logaritmi di Nepero, non riscossero un
vero interesse poiché si rivelavano più pratici i logaritmi decimali, oggi chiamati anche logaritmi di Briggs o
logaritmi volgari. La loro importanza si manifestò solo con la creazione del Calcolo Differenziale, avvenuta
nell’ultimo quarto del XVII secolo. E fu Eulero ad introdurre i logaritmi aventi per base il numero “e”, anche
se questi logaritmi continuarono a denominarsi “logaritmi di Nepero”. Si chiamano anche logaritmi naturali,
con una denominazione che sembra sia stata coniata da Pietro Mengoli (1626-1686) nella sua opera Geome-
triae speciosae elementa (1659).

4. Per fornire a chi legge queste note una spiegazione del fatto che realmente i logaritmi semplificarono il
lavoro degli scienziati, mi soffermo su alcuni esercizi, anche se quasi certamente sono superflui, giacché quello
che vado a dire dovrebbe essere patrimonio culturale di ogni studente liceale.
• Riprendiamo il prodotto al quale abbiamo accennato all’inizio e indichiamolo con x. Dunque:
x = 5,25678 × 12,47653 × 7,12346.
Calcolare x con carta e penna è certamente un’impresa di non poco conto, ma al giorno d’oggi il calcolo
può esser fatto rapidamente con una calcolatrice. Si ottiene (ovviamente con approssimazione):
x ≈ 467,202 .
E con i logaritmi?
Si considerano i logaritmi decimali di entrambi i membri e si ricorre al teorema in base al quale il logaritmo
di un prodotto è uguale alla somma dei logaritmi dei fattori [Teorema 1 – vedi riquadro]. Pertanto, indicando
con log il simbolo della funzione logaritmo decimale, si ha:
log x = log 5,25678 + log 12,47653 + log 7,12346 .
Siccome: log 5,25678 ≈ 0,70072 ; log 12,47653 ≈ 1,09609 ; log 7,12346 ≈ 0,85269 ; risulta:
log x ≈ 2,66950 .
Da qui, utilizzando le tavole dei logaritmi, si trova x ≈ 467,806 .

TEOREMA 1. Per ogni numero reale a, positivo e diverso da 1, comunque si scelgano i numeri reali positivi
m, n, avviene che:
log a mn = log a m + log a n .
DIMOSTRAZIONE. Posto loga m =x e loga n =y, per definizione di logaritmo si ha: ax =m ed ay =n; da cui
segue: ax ∙ay = mn, e da qui, con passaggi successivi:
ax ∙ ay = mn → ax+y = mn → log a mn = x + y → log a mn = log a m + log a n .

• In un triangolo ABC, indichiamo con a, b, c le lunghezze dei lati opposti rispettivamente ai vertici A, B,
C e con α, β, γ le misure degli angoli aventi i vertici rispettivamente in A, B, C.
Supponiamo che sia:
a = 25, α = 28°24’, β = 75°17’.
Ci proponiamo di “risolvere il triangolo”, ossia di calcolare le misure dei suoi elementi incogniti γ, b, c.
Intanto si trova subito la misura di γ. Infatti:
γ = 180° − (α + β) = 180° − (28°24’ + 75°17’) = 76°19′ .
Ora, in virtù del teorema dei seni, risulta:
a sin β 25 × sin 75°17’
b= = .
sin α sin 28°24’
Se volessimo procedere senza coinvolgere i logaritmi, ma ricorrendo comunque alle tavole dei valori
naturali dei seni, per cui risulta:
sin 75°17’ = 0,96719 , sin 28°24’ = 0,47562 ,
25×0,96719
dovremmo calcolare comunque: b = .
0,47562
Si presenta la medesima difficoltà evidenziata nell’esercizio precedente se si deve procedere solamente con
carta e penna.
Ovviamente, con una calcolatrice si trova rapidamente il valore (chiaramente approssimato) di b:
b ≈ 50,838.
E con i logaritmi?
Ritornando all’espressione di b mediante i seni degli angoli, si considerano i logaritmi decimali di entrambi
i membri e si ricorre sia al teorema in base al quale il logaritmo di un prodotto è uguale alla somma dei logaritmi
dei fattori sia al teorema in base al quale il logaritmo di un quoziente è uguale alla differenza fra il logaritmo
del dividendo e quello del divisore [Teorema 2 – vedi riquadro]. Pertanto si ha:
log b = log 25 + log sin 75°17’ − log sin 28°24’ .
Siccome: log 25 = 1,39794 ; log sin 75°17’ = −1 + 0,98551 ; log sin 28°24’ = −1 + 0,67726 ,
risulta:
log b = 1,39794 + (−1 + 0,98551) − (−1 + 0,67726) = 1,70619 .
Da qui, utilizzando le tavole dei logaritmi, segue:
b ≈ 50,861.

TEOREMA 2. Per ogni numero reale a, positivo e diverso da 1, comunque si scelgano i numeri reali positivi
m, n, avviene che:
m
log a = log a m − log a n .
n
DIMOSTRAZIONE. Posto loga m =x e loga n =y, per definizione di logaritmo si ha: ax =m ed ay =n; da qui
segue: ax /ay = m/n, e da qui, con passaggi successivi:
ax m m m m
y
= → ax−y = → log a = x − y → log a = log a m − log a n .
a n n n n

• Si deve calcolare il valore di x tale che:


x = 75,47 1,456 .
Stesse difficoltà già segnalate, e forse anche maggiori, se occorre calcolare il valore di x servendosi soltanto
di carta e penna.
Al solito, con una calcolatrice scientifica si trova rapidamente:
x = 542,050 .
E con i logaritmi?
Si considerano i logaritmi decimali di entrambi i membri e si ricorre al teorema in base al quale il logaritmo
di una potenza è uguale al prodotto dell’esponente per il logaritmo della base [Teorema 3 – vedi riquadro].
Pertanto si ha:
log x = 1,456 × log 75,47 .
Siccome: log 75,47 = 1,87777 , risulta (5):
log x = 1,456 × 1,87777 = 2,73403 .
Da qui, utilizzando le tavole dei logaritmi, segue:
x = 542,962 .

TEOREMA 3. Per ogni numero reale a, positivo e diverso da 1, comunque si scelgano il numero reale positivo
m ed il numero reale n, avviene che:
log a mn = n log a m .
DIMOSTRAZIONE. Posto loga m =x, per definizione di logaritmo si ha: ax =m, da cui segue: (ax )n = mn e
perciò anx = mn ; dunque, ancora per definizione di logaritmo: loga mn = nx, vale a dire: loga mn = n loga m.

OSSERVAZIONE. Da questo teorema discende come corollario il teorema 2. Si ha infatti:


m
log a = log a (mn−1 ) = log a m + log a n−1 = log a m − log a n .
n

5. La costruzione di una tavola dei logaritmi che all’inizio si presentò come un problema complicato, ma
che comunque fu risolto brillantemente sia da Nepero (come anche da Bürgi) sia dai suoi successori, si
semplificò notevolmente con la creazione dell’Analisi Matematica e precisamente con gli sviluppi in serie.
Fu esattamente lo sviluppo in serie della funzione
1+x
ln
1−x
che permise di fare notevoli passi avanti per trovare il logaritmo naturale di un qualsiasi numero.
Cerchiamo di capire in che modo.
Forniamo anzitutto lo sviluppo in serie di McLaurin della funzione suddetta:
1+x x3 x5 x7 x 2n+1
ln = 2 (x + + + + ⋯ + + ⋯) .
1−x 3 5 7 2n + 1
Da qui, ponendo:
1+x N−1
= N, da cui segue x = ,
1−x N+1
si ottiene:
N−1 1 N−1 3 1 N−1 5 1 N−1 7 1 N − 1 2n+1
(1) ln N = 2 { + ( ) + ( ) + ( ) + ⋯+ ( ) +⋯} .
N+1 3 N+1 5 N+1 7 N+1 2n + 1 N + 1
È questa una formula che permette di conseguire lo scopo.
Qualche esempio:
1 1 1 3 1 1 5 1 1 7
• ln 2 = 2 { + ( ) + ( ) + ( ) + ⋯ } =
3 3 3 5 3 7 3
≈ 2 (0,33333 + 0,01234 + 0,00082 + 0,00006) ≈ 0,69310 .
Un’approssimazione più accurata dà ln 2 ≈ 0,693147.
1
• ln 0,5 = ln = ln 1 − ln 2 = 0 − 0,693147 = −0,693147 .
2
1 1 1 3 1 1 5 1 1 7
• ln 3 = 2 { + ( ) + ( ) + ( ) + ⋯ } =
2 3 2 5 2 7 2
≈ 2 (0,5 + 0,04166 + 0,00625 + 0,00111) ≈ 1,09804 .
Un’approssimazione più accurata dà ln 3 ≈ 1,098612 .

5
Si può ricorrere ancora al teorema 1 per calcolare il prodotto. Questo, ovviamente, se non vogliamo servirci di una
calcolatrice.
3
• ln 1,5 = ln = ln 3 − ln 2 = 1,098612 − 0,693147 = 0,405465 .
2
2
• ln 4 = ln 2 = 2 × ln 2 = 2 × 0,693147 = 1,386294 .
4 3
• ln √27 = ln 33⁄4 = × ln 3 = 0,75 × 1,098612 = 0,823959 .
4
2 1 2 3 1 2 5 1 2 7
• ln 5 = 2 { + ( ) + ( ) + ( ) + ⋯ } =
3 3 3 5 3 7 3
≈ 2 (0,66666 + 0,09876 + 0,02633 + 0,00836) ≈ 1,60022 .
Un’approssimazione più accurata dà ln 5 ≈ 1,609438.
• ln 10 = ln(2 ⋅ 5) = ln 2 + ln 5 = 0,693147 + 1,609438 = 2,302585 .

AVVERTENZA.
Questo metodo, in verità, non è l’unico. Anzi, per dirla tutta, ne esistono di più efficaci, ma l’esempio ci è servito
per dare un’idea abbastanza precisa di come stanno le cose.
Un fatto, comunque, dovrebbe apparire chiaro dagli esempi riportati ed è che il metodo basato sull’uso della
formula (1), come qualunque metodo d’altro canto, ha come scopo di trovare i logaritmi dei numeri primi.
Quelli dei numeri composti, infatti, si trovano basandoli proprio sulla conoscenza dei logaritmi dei numeri primi,
utilizzando i teoremi enunciati sopra.

6. Una volta ottenuti i logaritmi in una data base (per esempio nella base e) si trovano agevolmente i
logaritmi in un’altra base (per esempio nella base 10).
Vale infatti il seguente teorema.

TEOREMA 4. È dato un numero positivo N. Ammesso che sia noto il logaritmo di N in una data base a, il
logaritmo di N nella base b è dato dalla seguente formula:
loga N
(2) logb N = .
loga b
DIMOSTRAZIONE. Posto log b N =x, per definizione di logaritmo si ha bx =N. Da cui, prendendo i logaritmi
in base a di entrambi i membri, segue: log a bx = log a N e pertanto, per il teorema 3: x log a b = log a N.
Da qui si ottiene finalmente la formula suddetta.

In particolare, se con ln si indica il logaritmo naturale e con log il logaritmo decimale, risulta:
ln N
log N = .
ln 10
Cosicché, riprendendo, per esempio, i logaritmi naturali dei numeri 2 e 3, già calcolati, risulta:
ln 2 0,693147 ln 3 1,098612
log 2 = = ≈ 0,30103 ; log 3 = = ≈ 0,47712 .
ln 10 2,302585 ln 10 2,302585
Ma, come ripeto, tutto ciò che è stato detto riguardo all’uso delle tavole logaritmiche e logaritmo-trigono-
metriche è oggigiorno superato dall’invenzione del calcolo automatico, anche se il concetto di logaritmo e la
teoria dei logaritmi continuano a svolgere un ruolo importante nelle questioni di Matematica.

7. Concludo con alcune considerazioni interessanti, almeno dal mio modesto punto di vista.
In questo articolo abbiamo visto tre sistemi logaritmici: il sistema dei logaritmi in base “e” o logaritmi
naturali; il sistema dei logaritmi in base 10 o logaritmi decimali; il sistema dei logaritmi in base 1/e, ossia i
logaritmi “originari” di Nepero.
Tra questi tre sistemi sussistono ovviamente delle relazioni. Ce ne occupiamo brevemente.
Naturalmente tutte le coppie ordinate (x, ln x), come anche le coppie ordinate (x, log x) e le coppie
(x, log1/𝑒 x), possono essere rappresentate in un riferimento cartesiano ortogonale (Oxy), ottenendo così la
curva dei logaritmi naturali y= ln x, la curva dei logaritmi decimali 𝑦= log x e la curva dei logaritmi originari
di Nepero y= log1/e x (figura 5).
La figura mostra in modo evidente che i logaritmi naturali e i logaritmi decimali crescono al crescere di x,
mentre i logaritmi originari di Nepero decrescono.
Mostra pure che il logaritmo di 1, in tutte e tre le basi, è uguale a 0 (per la verità, il logaritmo di 1 è uguale
a 0 in qualunque base), mentre:
- per 0<x<1 risulta ln x < log x <0 e log1/e x >0;
- per x>1 risulta ln x > log x >0 e log1/e x <0.
Mostra infine che il logaritmo naturale e il logaritmo decimale delle rispettive basi (e e 10) sono uguali ad
1, cioè: ln e =1, log 10 =1. Questo si dimostra facilmente, così come si dimostra che anche log1/e (1/𝑒) = 1.
In realtà, qualunque sia la base b, risulta: logb b =1.

figura 5

Si dimostra pure, cosa del resto evidente, che la curva dei logaritmi naturali e quella dei logaritmi originari
di Nepero sono l’una simmetrica dell’altra rispetto all’asse x.
Di fatto, tenendo presente la precedente formula di trasformazione (2), risulta:
ln x
log1/𝑒 x = , da cui, osservando che ln(1/𝑒) = ln 1 − ln 𝑒 = −1, segue log1/𝑒 x = − ln x .
ln(1/𝑒)
Il che prova per l’appunto la simmetria suddetta.
Ma prova pure che i logaritmi naturali dei numeri sono i valori opposti dei logaritmi originari di Nepero.
Un altro sistema logaritmico che si è affermato di recente con l’avvento della teoria della complessità com-
putazionale è il sistema in base 2, denominato sistema dei logaritmi binari. È usato anche in teoria dei codici.
Una figura (figura 6) rende l’idea dell’andamento di log 2 x rispetto a ln x.

figura 6

BIBLIOGRAFIA
[1] Carl B. Boyer, Storia della matematica, Milano, Mondadori, Edizioni Oscar Studio, 1980.
[2] Maite Gorriz Farré – Santiago Vilches Latorre, Napier, Milano, RBA Italia, 2017.
[3] Wikipedia, libera enciclopedia online.

Potrebbero piacerti anche