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GENI
della
MATEMATICA
Una rivoluzione
nella teoria dei numeri
auss
RBA
ANTONIO RUFIAN LIZANA è professore
del Dipartimento di Statistica e ricerca operativa
dell'Università di Siviglia. È autore di articoli
e testi di ricerca matematica e di un romanzo.
Crediti fotografici: Age Fotostock: 149a; Album: 31, 33; Archivio RBA:
41, 57ai, 57ad, 65, 71, 155a, 155b; G. Biermann!Osservatorio di Gottinga: 127;
Bildindex: 57b; Julien-Léopold Boilly: 87; Castro Carmona: 130;
Dipartimento di Matematica dell'Università dell'Illinois, Chicago: 35;
Jakob Emanuel Handmarm!Museo d'Arte di Basilea: 54; Rudolph Hoffmann:
143; Marwscritto d'OrviUe/Biblioteca Bodleiana, Università di Oxford:
135; Photoaisa: 149b; Eduard Ritmiiller: 79b; Joseph Karl Stieler/Palazzo
di Charlottenhof, Postdam: 146; Joseph Rudolf Suhrlandt: 81;
Università di York, Regno Unito: 103; C. Wìtte: 79a;
INTRODUZIONE .... 7
INDICE 165
Introduzione
7
avranno qualcosa da obiettare sul fatto che si utilizzino tali quali-
ficativi per Gauss. n solo numero di nuove idee e scoperte attribu-
ibili al matematico tedesco ancora prima di compiere venticinque
anni sembra di per sé inspiegabile.
Figlio di una famiglia modesta, Gauss ebbe la fortuna di
poter sfruttare appieno il suo talento matematico. Nacque in
un'epoca in cui la matematica era ancora un'attività per privile-
giati, finanziata da cortigiani e mecenati, o praticata nel tempo
libero da appassionati come Pierre de Fermat. Il "nume tutelare"
di Gauss fu Karl Wilhelm Ferdinand, duca di Brunswick, che gli
permise di dedicarsi alla sua attitudine senza l'ansia di doversi
guadagnare da vivere con qualche altra occupazione maggior-
mente redditizia. Come segno di gratitudine, Gauss gli dedicò il
suo primo libro, le Disquisitiones Arithmeticae (1801), cosic-
ché il duca vide il suo nome associato a uno dei volumi fonda-
mentali della storia della matematica.
Gauss visse in un periodo di straordinario sviluppo politico
e sociale. La sua adolescenza coincise con la Rivoluzione Fran-
cese, era infatti dodicenne l'anno della presa della Bastiglia.
Vide l'apogeo di Napoleone in età adulta, la sua sconfitta a Wa-
terloo a trentotto anni e, ormai settantenne, fu testimone della
Rivoluzione liberale del 1848 in Germania. Durante questo pe-
riodo si verificò inoltre la prima Rivoluzione Industriale che
ebbe un notevole effetto sulla Vita politica e sociale europea. Lo
sviluppo dell'industria permise di svolgere esperimenti impen-
sabili fino a quel momento, con telescopi e altri strumenti ottici
migliori e sempre più efficaci. Come vedremo, la vita di Gauss
fu influenzata da tutti questi eventi.
Fortunatamente la raccolta delle sue opere è abbastanza
completa; buona parte della corrispondenza più importante di
Gauss è stata pubblicata. Lo scienziato, tuttavia, era estrema-
mente geloso delle sue scoperte matematiche e usava un lin-
guaggio cifrato per proteggerle. Secondo alcuni, la poca
diffusione dei suoi lavori ha comportato un ritardo di mezzo
secolo nello sviluppo della matematica. Se egli si fosse preoccu-
pato di divulgare anche solo la metà delle sue scoperte e non
fosse stato tanto criptico nelle spiegazioni, forse essa sarebbe
8 INTRODUZIONE
progredita più rapidamente. Il suo diario matematico non fu di-
sponibile né per i suoi eredi né per il pubblico fino al 1898 (più
di 40 anni dopo la sua morte). Lo studio di questo testo con-
fermò che Gauss aveva accertato, senza pubblicarli, diversi ri-
sultati che altri matematici avevano cercato di dimostrare fino
a XIX secolo inoltrato. Sostenne sempre che la matematica era
come un'opera edilizia: un architetto non lascerebbe mai le im-
palcature perché tutti possano vedere come è stato costruito un
edificio. Questa filosofia, però, non aiutò i colleghi suoi contem-
poranei a comprendere fino in fondo la sua opera.
La struttura logica del trattamento dei problemi matematici
proposta da Gauss, nella quale si enunciano risultati o teoremi,
si procede alla loro dimostrazione e si culmina con le conse-
guenze o corollari, continua a essere ancora oggi la norma della
presentazione dei risultati matematici. Il matematico tedesco
rifiutava di annunciare risultati non dimostrati e tale rinuncia
significò un punto di rottura nella storia della matematica. Seb-
bene gli antichi greci avessero introdotto l'idea dell'importanza
della dimostrazione come componente indispensabile del pro-
cesso matematico, prima di Gauss i matematici si interessavano
molto di più alla speculazione scientifica sulla loro disciplina
Se la matematica funzionava, non si preoccupavano troppo di
giustificarne in modo rigoroso il perché.
Quando Gauss si occupò di aritmetica e di teoria dei nu-
meri, queste materie erano costituite da raccolte isolate di risul-
tati non collegati fra loro. Egli riunì le conoscenze allora a
disposizione e le compose in un quadro comune, segnalando e
correggendo gli errori esistenti. Portò la matematica del XIX
secolo fino a vette inattese solo pochi anni prima ed elevò l'arit-
metica superiore al livello della matematica. Citando le sue
stesse parole: «La matematica è la regina delle scienze e l'arit-
metica è la regina della matematica».
Il suo primo grande risultato, neppure diciannovenne, fu la
scoperta del metodo per costruire con riga e compasso un poli-
gono a diciassette lati, l'eptadecagono. La costruzione di poli-
goni regolari aveva occupato i matematici sin dalla Grecia
classica, seppure con risultati altalenanti, tanto che vi erano
INTRODUZIONE g
poligoni, in particolare quello a sette lati o ettagono, per i quali
non esistevano tecniche che ne consentissero la costruzione
esatta con riga e compasso. Secondo lo stesso Gauss, che per
tutta la vita fu molto orgoglioso di questa scoperta: «Il caso non
ebbe nulla a che spartire con tutto ciò, fu frutto di sforzi medi-
tativi. Prima di alzarmi dal letto ebbi la fortuna di vedere con
maggiore chiarezza tutte queste correlazioni, tanto che, sul
posto e immediatamente, applicai all'eptadecagono la corri-
spondente conferma numerica». Gauss non solo risolse questo
problema, ma trovò anche il metodo generale per stabilire se un
poligono potesse o meno essere costruito con riga e compasso.
Nel suo testamento chiese che venisse inciso sulla lapide della
sua tomba un poligono di diciassette lati costruito secondo il
suo metodo, ma non fu esaudito.
Il risultato che gli garantì la fama fra i suoi contemporanei,
tuttavia, fu senza dubbio il calcolo dell'orbita di Cerere, un pia-
neta nano scoperto nel1801 da Giuseppe Piazzi da un osserva-
torio di Palermo. Questo riconoscimento popolare lo spinse a
interessarsi con dedizione all'astronomia, tanto da riuscire a
diventare direttore dell'Osservatorio di Gottinga. È molto pro-
babile che le sue osservazioni astronomiche lo distraessero dal
lavoro di matematico puro, con il quale era più difficile raggiun-
gere la fama. Per la matematica come scienza, la determina-
zione dell'orbita di Cerere può essere un episodio sporadico, ma
il metodo usato per il calcolo risultò essere fondamentale per il
suo sviluppo: il metodo dei minimi quadrati. In questo caso è più
importante il procedimento usato per arrivare al risultato che il
risultato stesso. Nell'attribuzione della paternità di questo me-
todo a Gauss vi furono alcune polemiche, dato che Adrien-Marie
Legendre, di venticinque anni più anziano, affermò il suo pri-
mato su tale scoperta. La rivalità con Legendre durò per anni e
si estese a diversi campi della matematica. Accadeva di fre-
quente che, se Legendre affermava di aver scoperto una nuova
verità matematica, Gauss gli rispondesse dichiarando di cono-
scerla e di aver già usato tale risultato. In una lettera scritta da
Gauss il 30 luglio del 1806 a un collega astronomo di nome Schu-
macher, al quale era legato da grande amicizia, il grande mate-
lO INTRODUZIONE
matico commentava: «Sembra che sia destinato a coincidere
con Legendre in quasi tutti i miei lavori teorici». Questo tipo di
rivalità era molto comune al tempo e trova spiegazione nei me-
todi di lavoro e di divulgazione dei risultati dei matematici
dell'epoca. Per tutta la vita Gauss fu restio a entrare in scontri
aperti per l'attribuzione dell'origine delle sue scoperte. Solo
quando, dopo la sua morte, si studiarono le sue note e la sua
corrispondenza fu chiaro che la ragione era dalla sua parte.
Non vi è però alcun dubbio che il metodo dei minimi qua-
drati si rivelò uno strumento di grande utilità per affrontare di-
versi problemi mediante i quali si cercava di stabilire la funzione
che meglio si adattasse o approssimasse a un insieme di dati
con un criterio di minimizzazione. Le applicazioni più impor-
tanti si trovano in statistica, dove raggiungono l'acme con la
stima dei parametri della popolazione attraverso un campione,
un risultato noto come teorema di Gauss-Markov. Un aneddoto
curioso è che in statistica il nome di Gauss è comunemente as-
sociato alla nota campana di Gauss, quando in realtà la sco-
perta di tale distribuzione si deve ad Abraham de Moivre.
Gauss affrontò molto presto il cosiddetto teorema fonda-
mentale deU'algebra che, in pratica, stabilisce che un polinomio
ha tante radici, o valori dove il polinomio è pari a zero, quanto
indica il suo grado. Questo problema fu l'argomento della sua
tesi di laurea. Durante la sua vita presentò varie dimostrazioni di
tale risultato ogni volta più raffinate e comprensibili. Così come
per la sua scoperta dell'orbita di Cerere, nella sua ricerca di una
dimostrazione adeguata Gauss trovò costruzioni matematiche
innovative e di grande utilità, come i numeri complessi. Nell799
dimostrò che, utilizzando un numero molto speciale, la radice di
-l (o numero i), i matematici potevano risolvere qualsiasi equa-
zione polinomiale che fosse messa loro davanti.
L'analisi numerica e, in particolare, lo studio dei numeri
primi è forse la parte dell'opera di Gauss maggiormente nota e
alla quale dedicò più tempo. Da giovane ricevette in regalo una
tavola dei numeri primi che ne conteneva diverse migliaia e che,
però, a suo dire, erano riportati in modo disordinato. Scrutando
le sue tavole numeriche, Gauss non riusciva a determinare nes-
INTRODUZIONE n
suna regola che indicasse di quanto dovesse saltare per trovare
il successivo numero primo. Sembrava che questa regola non
esistesse, un'idea che lo scienziato non poteva accettare: la mo-
tivazione primaria della vita di un matematico è determinare
strutture ordinate, scoprire e spiegare le regole che sono alla
base della natura e prevedere cosa accadrà in seguito. Questo
pensiero, che arrivò a ossessionarlo, lo portò a formulare alcune
delle più grandi congetture sulla distribuzione dei numeri primi
e sulla loro creazione mediante procedimenti matematici. Oggi-
giorno il problema della determinazione dei numeri primi resta
di grande attualità, dato che molti dei processi di codifica delle
inform3.:Zioni sono basati sulle proprietà di tali numeri.
Tra ill818 e ill832, Gauss diresse un vasto progetto per la
mappatura topografica del Regno di Hannover. Si trattava di un
incarico enorme con implicazioni politiche e militari, oltre che
scientifiche. Gauss non ne fu però solo il direttore nominale, ma
si fece coinvolgere in prima persona dal lavoro sul campo, un'at-
tività che gli sottrasse tempo prezioso che avrebbe potuto dedi-
care a ricerche matematiche di natura più teorica. D'altra parte
questo incarico gli consentì di approcciare nuovi tipi di geome-
tria non basata sugli assiomi di Euclide, dando forma a idee che
stava maturando fra sé e sé sin dagli anni da studente. Le misu-
razioni della Terra, ricomposte all'interno della geodesia, gli
diedero altresì l'opportunità di contribuire grandemente alla
geometria differenziale. Negli ultimi anni di vita, grazie al rap-
porto con Weber, si interessò a problemi legati alla fisica appli-
cata, in particolare in ottica, meccanica ed elettricità.
L'influenza di Gauss sulle successive generazioni di mate-
matici è enorme. Basta ricordare che fu professore di Bernhard
Riemann e Julius Wilhelm Richard Dedekind, due dei più grandi
matematici del XIX secolo. I suoi apporti, come già indicato,
interessarono tutti i campi della matem.atica, sia pura sia appli-
cata. Merita inoltre un posto d'onore in fisica e il suo contributo
al magnetismo, all'ottica e alla geodesia è fra i più rilevanti della
sua epoca.
No n è quindi certamente eccessivo il titolo postumo di
"Principe dei matematici" che Giorgio V, re di Hannover, fece
12 INTRODUZIONE
incidere su una moneta commemorativa. Secondo lo storico e
matematico Eric Tempie Beli, opinione condivisa dalla maggior
parte dei suoi colleghi, con Archimede e Newton, Gauss occupa
il podio dei grandi geni della matematica.
INTRODUZIONE 13
1777 Cari Friedrich Gauss nasce 1809 Muore la prima moglie di Gauss.
a Brunswick, Germania, Pubblica la sua opera più importante
figlio unico di Gerhard Dietrich a contenuto astronomico: 1'lu3oria
Gauss e Dorothea Benze. rrwtus corporum coelestium
in selectiortibus conici.s solem
1784 Inizia la scuola elementare di ambientium.
Brunswick. Ha come insegnanti
J.G. Btittner e Martin Bartels, 1810 Gauss si sposa in seconde nozze
che riconoscono le sue capacità con Mirula Waldeck, d.a1la quale avrà
e lo stimolano. tre figli: Eugen, Wilhelm e Therese.
n matrimonio dura fino al 1831, anno
1791 Viene presentato al duca di Brunswick, in cui Gauss resterà nuovamente
che ne diventerà il mecenate. vedovo.
1795 Gauss lascia Brunswick e si trasferisce 1818 D governo di Hannover incarica Gauss
all'Università di Gottinga, dove inizia della triangolazione e misurazione
gli studi universitari. del regno, attività che richiederà diversi
anni di dedizione aJla geodesia
1796 Scopre il metodo di costruzione con
riga e compasso di un poligono a 17 1827 Pubblica Disquisitiones generales
facce. Questo successo lo spinge circa supeificies curvas, la sua opera
a dedicarsi principalmente fondamentale di geometria
alla matematica. differenziale, che comprende
il Theorema egregium.
1799 Presenta la sua tesi di laurea
all'Università di Helmstedt. In questo 1831 Weber si trasferisce a Gottinga,
lavoro fornisce la prima dimostrazione iniziando una fruttuosa collaborazione
del teorema fondamentale dell'algebra. con Gauss nel campo della fisica.
INTRODUZIONE 15
CAPITOLO 1
MIGLIORANDO NEWTON
dove
n ) n!
( k - k!(n-k)!
T = n(n+l).
n 2
l NUMERI TRIANGOLARI
• •
••
golo uguale, girarlo e
• •• 3
••• 6
metterlo accanto al primo. In
questo caso abbiamo un ret-
tangolo da 100 unità di lun-
• ••• ghezza e 101 di larghezza.
•
•• ••••• • ••
•••• Affinché la trasformazione
••• ••••••
•••• ••••
••• ••••••• resti chiara dobbiamo sosti-
10 15 21 tuire previamente i triangoli
equilateri con triangoli ret-
x z x zzz xzzz
xx + zz = xx + zz = xxzz
xxx zzz xxx z xxxz
Come vediamo, e secondo le aspettative, resta un rettangolo
di 4x3. In generale, inoltre, la somma di due numeri triangolari
Tn dà luogo a un rettangolo nx(n+1), pertanto per conoscere il
numero di elementi in T n , basta dividere per 2, ottenendo di
nuovo, e con un ragionamento diverso, che la formula di costru-
zione dei numeri triangolari è:
T = n(n+1).
n 2
A undici anni, nel 1788, con l'aiuto del suo mentore Btittner,
Gauss ottenne di essere ammesso al Gymnasium Catharineum
- un istituto superiore -nonostante le reticenze del padre, poco
convinto che dovesse continuare gli studi. Furono gli sforzi della
madre e dello zio paterno che riuscirono a convincere il genitore
a rinunciare all'aiuto del figlio nel lavoro e a garantire al ragazzo
un'istruzione superiore. Le lezioni nella nuova scuola erano or-
dinate e regolari e il numero di allievi per classe ragionevole.
Lì studiò latino e greco, requisito indispensabile per ottenere
un'istruzione più approfondita e iniziare una carriera accade-
mica. Il latino, al tempo, era infatti la lingua franca della scienza
In soli due anni riuscì ad avere accesso al livello superiore
dell'insegnamento secondario.
La sua fama iniziò quindi a estendersi nei circoli più colti di
Brunswick-Wolfenbtittel fino ad arrivare all'orecchio del duca
Karl Wilhelm Ferdinand (1735-1806), al quale fu presentato nel
1791. Dal 1235 il titolo di duca di Brunswick era ereditato da
vari membri della Casa di Welf che governarono diversi piccoli
territori a nordovest della Germania. L'elemento un.i.ficatore di
queste zone era di essere sotto il controllo di un discendente del
duca, ma solo per linea maschile, a causa di una legge salica che
impediva alle donne di accedere al potere. Impressionato dal
Gottingen, nome tedesco di Gottinga, è citata per la prima volta come Gutin-
gi in un documento dell'imperatore Ottone l del Sacro Romano Impero. Agli
inizi del Xlii secolo godeva già dei diritti di una città. A partire dal1584 entrò
a far parte del principato di Brunswick-WolfenbUttel e, nel1692, del principa-
to elettivo di Hannover, passando sotto il governo di un duca. In seguito alla
morte senza eredi della regina Anna di Inghilterra nel 1714, il principe elettore
di Hannover divenne re di Gran Bretagna con il nome di Giorgio l. Da quel
momento, e fino al1837, gli interessi di Hannover e della Gran Bretagna pro-
gredirono congiuntamente sotto una sola unione dinastica, fatta eccezione
per un periodo durante le guerre napoleoniche. Nel 1806 restò brevemente
sotto il controllo prussiano e, nel1807, passò al regno napoleonico di Westfa-
lia. Queste disposizioni territoriali si annullarono dopo la sconfitta di Napole-
one e, nel1813, la città tornò sotto il controllo di Hannover, che sarebbe diven-
tato regno nel 1814. A eccezione di questo periodo di guerre, la città dove
visse Gauss fu sempre tranquilla, circondata da mura medievali. Sebbene la
teologia avesse dominato i primi anni dell'università, quando Gauss fu nomi-
nato professore di astronomia e direttore dell'osservatorio cittadino nel1807
era ormai la scienza la disciplina di maggior richiamo. Non serve aggiungere
che la presenza di Gauss accrebbe enormemente la fama dell'ateneo, attiran-
do studenti e scienziati.
Auditorium dell'Università di Gottinga, dove Gauss studiò e insegnò. Incisione su legno a partire
da un disegno di Robert Galssler, 1865.
PIERRE DE FERMAT
Disquisitiones arithmeticae
DISQUISITIONES ARITHMETICAE 47
chiese a Pierre Simon Laplace (1749-1827), uno dei più eminenti
matematici francesi, chi fosse il più grande matematico di Germa-
nia; Laplace rispose: <<Pfaff». «E Gauss?» domandò stupito Von
Humboldt, che appoggiava Gauss per l'incarico di direttore
dell'Osservatorio di Gottinga. «Oh, ma Gauss è il matematico più
grande del mondo» ribatté Laplace.
48 DISQU/SITIONES ARITHMETICAE
La risoluzione di questo tipo di problemi, che si trova in modo
naturale nella nostra vita quotidiana, ha occupato i matematici
dall'inizio di questa scienza. Ovviamente i problemi di tipo x-3 =O
hanno un'unica radice, ovvero 3. Se prendiamo il polinomio
x+ 3 =O, per risolverio dovremo prendere in considerazione i nu-
meri negativi, dato che la soluzione è -3. Per questo si vide la ne-
cessità di ampliare l'insieme dei numeri naturali all'insieme dei
numeri interi, che comprende anche i negativi. Babilonesi ed egizi
si resero conto che la risoluzione delle equazioni semplici di grado
l richledeva nn nuovo ampliamento, in questo caso le frazioni,
poiché la soluzione dell'equazione 3x-2=0 è la frazione ~h. L'in-
sieme che comprendeva le frazioni fu denominato insieme dei
numeri razionali.
Quando si eleva l'esponente del polinomio, le cose si compli-
cano e un'equazione semplice come x2- 2 =O gettò i greci nello
sconcerto: la soluzione, infatti, non era esprimibile in forma di
frazione. Trovarono quindi nna dimostrazione analitica che pro-
vava che J2 non era nn numero razionale mediante la riduzione
ali' assurdo.
0/SQUIS/T/ONES A RITHMETICAE 49
Davanti all'impossibilità di esprimere numeri come .J2 in
forma di frazione, i matematici assegnarono loro la qualifica di
irrazionali. Nonostante le difficoltà per descriverli in modo
esatto, i numeri irrazionali possiedono un significato reale, dato
che si possono vedere come punti riportati sulla retta numerica.
La radice di 2 è tra 1,4 e 1,5 e, se costruiamo un triangolo rettan-
golo i cui due cateti misurino l, sappiamo che la sua ipotenusa è
la radice di 2 applicando semplicemente il teorema di Pitagora.
L'insieme dei numeri che comprendeva entrambi i tipi di numeri,
quelli razionali e quelli irrazionali, fu chiamato dei numeri reali
e si rappresenta sulla retta reale.
Il problema della ricerca delle radici di un polinomio si com-
plicava quando si trattava di trovare soluzioni per equazioni ap-
parentemente semplici come x 2 +1=0. Sembrava evidente che
nessun numero elevato al quadrato potesse dare un numero ne-
gativo, fosse esso di partenza positivo o negativo. Si dovette
quindi creare un nuovo tipo di numeri che risolvessero queste
equazioni. Il nuovo numero, A, fu chiamato numero immagi-
nario e fu indicato come i. La creazione apparentemente dal
nulla di una soluzione per questa equazione sembra un trucco.
Perché, infatti, non possiamo accettare che l'equazione non
abbia soluzioni? La risposta è che questa soluzione garantisce
enormi passi avanti in aritmetica e non comporta contraddizioni
logiche. Senza andare troppo lontano, gli aerei non si sarebbero
mai alzati in volo, se gli ingegneri non si fossero addentrati nel
mondo dei numeri immaginari. Se utilizziamo la nuova annota-
zione e risolviamo x 2 +1=0, che è l'equazione di un polinomio
quadratico in forma di ax2+bx+c=0, allora, con la nota formula
delle equazioni di secondo grado:
ciò dà luogo alle radici di i e -i, quindi avremo che x-2+ 1=(x+i}(x-i),
in accordo con il teorema fondamentale dell'algebra.
n primo a usare i numeri immaginari, chiamati anche com-
plessi, fu il matematico italiano Girolamo Cardano (1501-1576),
50 DISQUIS/TIONES ARITHMET/CAE
LA RIPARTIZIONE DELLA RETTA REALE
FRA NUMERI RAZIONALI E IRRAZIONALI
DISOUISITIONES ARITHMETICAE 51
rispose poi era la seguente: «I matematici devono necessaria-
mente creare nuovi numeri per ogni nuova equazione che faccia
la sua comparsa? Se volessimo risolvere un'equazione come
x 4+1=0, dovremmo trovare nuovi numeri per farlo?» Gauss provò
che non era necessario: usando il nwnero i, i matematici potevano
risolvere qualunque equazione polinomiale che si ponesse loro
davanti. Le soluziorù erano una combinazione degli abituali nu-
meri reali e di questo nuovo nwnero i. Gauss scoprì che i nwneri
inunaginari non facevano altro che aggiungere una nuova dimen-
sione all'abituale retta dei numeri reali, pertanto ogni nwnero im-
maginario corrisponde a un punto nel piano, così come ogni
numero reale corrisponde a un punto della retta. Gauss creò inol-
tre un nuovo modo di rappresentarli mediante un asse di coordi-
nate, così come riportato nella figura seguente:
II
52 DISQUIS/TIONES ARITHMETICAE
IL CORPO DEl NUMERI COMPLESSI
- Somma: (a+bi)+(c+di)=a+c+(b+d)i.
- Prodotto: (a+bi)-( c+di)=ac+adi+bci+bdi 2 =ac-bd+(bc+ad)i.
DISQUISITIONES ARITi;,.,ETICAE 53
trova nella dimostrazione che pubblicò, non in quella che lui
stesso aveva costruito.
L'idea predonùnante di quell'epoca era che i numeri fossero
entità da sommare e moltiplicare, non da disegnare. Dovettero
passare cinquant'aruù perché Gauss si decidesse a rivelare l'im-
palcatura grafica che aveva usato nella sua tesi di dottorato. Que-
sto teorema affascinò Gauss a tal punto che egli arrivò a conce-
pirne ben tre dimostrazioni successive. La seconda la ottenne un
54 OISQUISITIONES ARITHMETICAE
anno dopo la discussione della tesi e completava alcWle lacWle,
ma differiva leggermente dalla prima. La terza, del 1815, basata
sulle idee di Eulero, rifugge gli approcci geometrici ed è il primo
tentativo serio di Wla dimostrazione esclusivamente algebrica,
utilizzando espressamente i numeri complessi. Si può conside-
rare, inoltre, Wla critica ai tentativi di altri matematici basati sui
metodi analitici. L'ultima dimostrazione, svolta nel 1849 in occa-
sione del cinquantenario della sua tesi e dell'omaggio ricevuto
dall'Università di Gottinga, è molto simile alla prima, ma in essa
Gauss fornisce tutte le indicazioni relative alla sua costruzione
geometrica della dimostrazione. Per comprendere l'importanza
della tesi di Gauss basta segnalare che il teorema aveva avuto la
meglio, fra gli altri, su Eulero, Lagrange e Laplace, tre dei mate-
matici più capaci della storia.
A partire dai lavori di Gauss si poté iniziare la ricerca delle
radici di Wl polinomio qualunque di grado n. Fino alle equazioni
di quinto grado (n= 5) si erano trovate formule per otteneme le
radici usando i coefficienti dello stesso polinomio, Wl procedi-
mento noto come risoluzione per radicali. Le formule erano del
tipo da noi usato per risolvere le equazioni di secondo grado.
Eppure le cosiddette quintiche, o polinomi di quinto grado, non
volevano svelare con i loro coefficienti Wla formula che consen-
tisse di risolverle. La soluzione arrivò da Wl giovane matematico
francese, Evariste Galois (1811-1832), morto in Wl duello a soli
ventWlo anni. Galois provò che non era possibile la risoluzione
delle equazioni di quinto grado usando i coefficienti dello stesso
polinomio e trovò metodi alternativi per ottenere le loro radici
impiegando i risultati precedenti di Gauss.
Galois presentò i suoi risultati matematici, conosciuti come
Teoria di Galois, all'Accademia delle Scienze di Parigi nel1830
per concorrere a un premio per i lavori matematici. Il lavoro,
però, non fu mai valutato perché, dopo essere passato dalle mani
di Augustin Louis Cauchy (1789-1857), che si dichiarò incompe-
tente per giudicarlo, fu inviato a Joseph Fourier (1768-1830), il
quale, come segretario dell'Accademia, aveva il compito di~
vare Wl nuovo specialista che lo valutasse. La morte sorprese
Fourier prima che potesse eseguire l'incarico, l'articolo di Galois
DISQU/SITIONES ARITHMETICAE 55
andò perso e non fu mai pubblicato. Per questo motivo, la notte
prima del duello, conscio dell'improbabilità di sopravvivere alla
tenzone e dell'importanza delle sue scoperte, Galois scrisse in
fretta delle note che riassumevano ciò che oggi conosciamo
come la teoria di Galois sulla risoluzione delle equazioni. Que-
sto lascito scritto incompleto è ciò che è passato alla storia e ha
permesso ai matematici successivi di ricostruire i risultati di Ga-
lois. Sebbene quell'anno il premio dell'Accademia fu conferito a
Niels Henrik Abel (1802-1829) e Carl Gustav Jakob Jacobi (1804-
1851), due dei più talentuosi matematici dell'epoca, resterà per
sempre il dubbio di chi avrebbe vinto, se il lavoro originale di
Galois non fosse andato perduto. Certamente la precocità di Ga-
lois in matematica è paragonabile solo a quella di Gauss.
LE D/SQU/5/T/ONES ARITHMETICAE
Gauss iniziò le sue ricerche sulla teoria dei numeri durante la per-
manenza al Collegium Carolinum, nel1795. Intraprese però l'ela-
borazione di ciò che sarebbe stata la sua opera fondamentale, le
Disquisitiones arithmeticae, nel periodo trascorso all'Università
di Gottinga, fra il 1795 e il 1798. Lo sappiamo grazie al suo diario
scientifico nel quale, già nel 1796, appaiono due dei suoi risultati
più brillanti: la scomposizione di tutti i numeri interi in tre trian-
golari e la costruzione dell'eptadecagono regolare, dei quali ab-
biamo già parlato nel primo capitolo. Entrambi sono riportati
nelle Disquisitiones che videro la luce a Lipsia nell'estate del
1801, tre anni dopo il ritorno di Gauss alla sua città natale, Brun-
swick. Come si nota, Gauss ritardò nuovamente la pubblicazione
dei suoi risultati fino a poterli rendere noti in un libro.
Con le Disquisitiones Gauss diede un nuovo orientamento
alla teoria dei numeri, che da quel momento non sarà più un accu-
mulo di risultati aneddotici isolati e si trasformerà in un ramo
della matematica importante quanto l'analisi o la geometria. L'o-
pera è divisa in sette capitoli o sezioni. Tra queste, le prime tre
sono introduttive, le sezioni da IV a VI compongono la parte cen-
56 DISQUISITIONES ARITHMETICAE
DJSQUISJTIO E
A R1T H ETICAE
D. CAROLO HUDEIU.OO GA
Ll.P81AB
1: COJIIlH85111 APCD c;aaa. PLZUCHE& Ju.
1801.
Il giovane Gauss
ebbe la fortuna
di poter contare
sul sostegno
economico del
conte di Brunswick
(sopra, a sinistra),
che finanziò i suoi
studi e lo protesse
fino atta sua morte,
avvenuta nel 1806.
Grazie all'influenza
del duca, net1791
Gauss ebbe
accesso
al Col/egium
Carolinum (a lato),
dove iniziò alcune
dette sue r icerche
matematiche
più importanti,
che riporterà
in seguito nelle
sue Disquisitiones
arìthmeticae.
La copertina
del volume
è riprodotta
in atto a destra.
DISOUtSITJONES ARITHHETJCAE 57
trale del lavoro e la VII è una piccola monografia dedicata a un
tema correlato, ma separato dai precedenti.
La sezione I, di sole cinque pagine, introduce i concetti ele-
mentari, come le regole della divisibilità per 3, 9 e 11. Inoltre,
fornisce la definizione di congruenze che svilupperà nella se-
zione II: dati due numeri interi a e b, se la loro differenza (a-b o
b-a) è esattamente divisibile per il numero m, diciamo che a e b
sono congruenti rispetto al modulo m e riportiamo il tutto in
simboli come segue a=b (mod m). Quindi, 56•6 (mod 5) o 47=14
(mod 11).
Le congruenze sono una scoperta fondamentale in matema-
tica e aiutano in ogni tipo di calcolo. L'idea delle congruenze nasce
dallo stesso principio alla base degli orologi convenzionali e, di
fatto, esse sono note anche come calcolatori a orologio. Se un
orologio analogico convenzionale indica le 9 e trascorrono 4 ore,
le lancette si troveranno sull'una. Pertanto 13=1 (mod 12). Un cal-
colo come 72=7·7 dà come risultato l in modulo 12, dato che 49
diviso 12 dà resto l. D risultato della congruenza è sempre il resto
che rimane dividendo il numero per il modulo denominato.
La potenza del sistema si evidenzia quando si tratta di calcoli
più complessi. Se vogliamo calcolare 73 =7·7·7, invece di moltipli-
care 49 per 7, Gauss poteva limitarsi a moltiplicare 7 per l'ultima
congruenza ottenuta, ovvero l, il cui prodotto è ovviamente 7.
Gauss sapeva quindi che il prodotto era un numero che, diviso per
12, dava resto 7. Il metodo permetteva l'impiego con numeri
grandi, che superavano la sua capacità di calcolo. Anche senza
avere idea del valore di 7 00, le congruenze gli dicevano che il nu-
mero, diviso per 12, dava come resto 7. Gli studi di Gauss su que-
sto tipo di aritmetica rivoluzionarono la matematica dell'inizio del
XIX secolo, aiutando i matematici a scoprire strutture che erano
rimaste fino ad allora nascoste. Attualmente l'aritmetica delle con-
gruenze, chiamata anche modulare, è fondamentale per la sicu-
rezza di Internet, dove si utilizzano congruenze con quantità che
superano quelle degli atomi dell'universo.
Inoltre, il vantaggio di questa annotazione è che ricorda la
forma nella quale scriviamo le equazioni algebriche. Tratta la divi-
sibilità aritmetica, la cui descrizione può essere complessa, con
se DISQU/S/TIONES ARITHMET/CAE
una breve annotazione e permette di sonunare, sottrarre e molti-
plicare congruenze, a condizione che il modulo sia lo stesso per
tutte, per ottenere altre congruenze. Permette inoltre di studiare
equazioni con congruenze ax+b•c (mod m).
Come corollario alle prime due sezioni, Gauss applicò questo
metodo a problemi storici come il calcolo della celebre funzione
lP di Eulero (chiamata anche funzione indicatrice di Eulero). La
funzione lP (N) si definisce come il numero di interi positivi minori
o uguali a N e coprimi di N. In matematica due numeri si dicono
coprimi se non hanno fattori primi comuni, pertanto il loro mas-
simo comune divisore è l. Per esempio 9=32 è coprimo di 10=5·2
e dovremo considerarlo nel calcolare lP (10). L'insieme cp (lO) ha
quindi quattro elementi (l, 3, 7 e 9) e, di conseguenzacp(l0)=4.
Gauss fonù una formula generale per il calcolo di cp(N). Scom-
ponend o N m . • p ••• Pn SI• o tti"ene N -p "'~ , p m, • ••• • Pnm ·, d ove
• pnnupi'
2 1 2
i P; sono primi e mi sono loro multipli e la formula sarà quindi:
2-1 5-1
cp(10)=10·--- =4,
2 5
il cui modulo p è un primo che non divide am, non può essere ri-
DISQUISITIONES ARITHHETICAE 59
solta che in m modi diversi e non può avere oltre m radici non
congruenti in riferimento a p.
La sezione III, intitolata De residuis Potestatum (fl resto
delle potenze), affronta il tema dei residui quadratici e delle po-
tenze superiori. Dati m e n nwneri interi, dove m non è divisibile
per n, se esiste un nwnero x tale per cui x2•m (mod n), diciamo
che m è un residuo quadratico di n; in caso contrario, diciamo
che m è un non residuo quadratico di n. Ad esempio: 13 è residuo
quadratico di 17, dato che l'equazione x 2=13 (mod 17) ha come
soluzioni x=8, 25, 42, poiché 82 =64, che diviso per 17 dà resto 13,
252 =625, che diviso per 17 dà, di nuovo, resto 13 e lo stesso vale
per 42 2 =1764.
Base della sezione è la dimostrazione del piccolo teorema di
Fermat che afferma nP-1•1 (mod p), dove p è un primo che non
divide n. Pertanto, se p è un nwnero primo che non divide n, allora
1
nP- -1 è sempre divisibile per p. Per il caso n=8 e p=5, avremo che
60 DISQUISITIONES ARITHMETICAE
Se p è primo in fonna di 4n+ l, allora +p sarà Wl residuo (o Wl non re-
siduo) di tutti i primi che, presi positivamente, siano Wl residuo (o Wl
non residuo) di p. Se p è in fonna 4n+3, -p ha la stessa proprietà
DISOUISITIONES ARITHMETICAE 61
tarle in modo differenziato. Con questo obiettivo, utilizza due pro-
prietà algebriche di base in modo quadratico. Gauss stabilì una
classificazione delle forme quadratiche e delle loro priorità a par-
tire dai discriminanti. Questa sezione comprende inoltre la dimo-
strazione del teorema riferito ai numeri triangolari, del quale
abbiamo già parlato.
La sezione VI presenta numerose e importanti applicazioni
dei concetti sviluppati nella sezione precedente. Le principali que-
stioni trattate sono le frazioni parziali, pertanto la scomposizione
di una frazione in una somma di frazioni con fattori primi del de-
nominatore della frazione originale come denominatori degli ad-
dendi. Questa tecnica è di grande utilità per l'integrazione delle
funzioni razionali, ovvero quelle che si possono rappresentare
come il quoziente di polinomi. Tratta inoltre di numeri decimali
periodici e la risoluzione delle congruenze con metodi propri di
Gauss. Un altro tema interessante è la ricerca di criteri che con-
sentano di distinguere i numeri primi senza lunghi e noiosi calcoli.
Come vedremo, lo studio dei nwneri primi fu una costante di tutta
la vita di Gauss, e li analizzeremo separatamente.
DISCRIMINANTE DI UN POLINOMIO
-b~~b
x- __
2
_;__-4ac
_...;_
2a ·
Basta pertanto che il discriminante, così come lo abbiamo definito. sia zero
per avere un'unica soluzione doppia. Quindi, nel caso del polinomio x 2 -4x+ 4,
avendo un determinante nullo. otterremo un'unica radice doppia (2). Appli-
cando il teorema fondamentale dell'algebra, dunque, avremo x 2-4x+4=(x-2)2.
62 OISOUISITIONES AR/THMETICAE
La sezione VII è la parte più nota delle Diquisitiones. La sua
influenza storica fu enorme. In questa sezione Gauss trattò la divi-
sione di una circonferenza con riga e compasso, un tema classico
in matematica. Ovviamente tale argomento era legato alla costru-
zione di poligoni regolari, quindi egli inserì la sua famosa costru-
zione del poligono a diciassette lati, trovando altresì la condizione
sufficiente perché un poligono regolare potesse essere costruito
con riga e compasso.
Il mondo matematico intero riconosce che le Diquisitiones
arithmeticae non sono un semplice compendio di osservazioni
sui numeri, ma possono essere considerate l'annuncio della na-
scita della teoria dei numeri come disciplina indipendente. La
sua pubblicazione rese la teoria dei numeri la regina della mate-
matica, come a Gauss piacque sempre definirla. Nonostante ciò,
quest'opera non ebbe un'accoglienza positiva da parte dell'Acca-
demia delle Scienze di Parigi, che la considerò oscura e densa.
Una delle cause del fatto che le Diquisitiones non abbiano rice-
vuto un immediato plauso è che Gauss si mantenne volontaria-
mente criptico, eliminando od occultando le piste che lo avevano
portato alle sue scoperte. Questa filosofia non aiutò certo i ma-
tematici nella comprensione del suo lavoro, tanto che, per il suo
ermetismo, l'opera fu chiamata il "libro dei sette sigilli". La sua
lettura è complessa anche per gli specialisti, ma i tesori che con-
tiene, e la parte nascosta nelle sue dimostrazioni sintetiche, sono
oggi accessibili a tutti coloro che desiderino essere partecipi
degli stessi, grazie in particolare all'opera di Dirichlet, il primo
che ruppe i sette sigilli. Si narra che utilizzasse il libro di Gauss
come cuscino affinché, durante la notte, qualcuno dei concetti
potesse fare breccia nel suo cervello.
Anche Lagrange lodò il libro senza riserve. In una lettera a
Gauss del31 maggio 1804, afferma:
0/SQUIS/TIONES ARITH,.,ETICAE 63
Ricordando che tutti i risultati esposti furono ottenuti da
Gauss prima dei trent'anni, non possiamo che restare stupefatti.
È estremamente probabile che, proprio seguendo l'esempio di
Gauss, la medaglia Fields, il riconoscimento più prestigioso per
un matematico, è assegnata solo a studiosi con meno di qua-
rant'anni. La conseguenza è che, a differenza del Nobel, che soli-
tamente si conferisce a personalità alla fine della carriera, le
medaglie Fields sono riservate ai giovani.
Alla fine del 1798 Gauss tornò a Brunswick, dove visse fino al
1807. È ovvio che siano stati anni critici per la sua carriera. Inizial-
mente temette di perdere i favori del duca dopo il tennine degli
studi all'Università di Gottinga, ma, nel gennaio 1799, Gauss rac-
contò a Wolfgang Bolyai che il duca gli aveva confermato il soste-
gno economico, grazie al quale poteva vivere dedicandosi alle sue
ricerche. Non stupisce che in quell'epoca fosse soddisfatto dei ri-
sultati da lui ottenuti nel campo della matematica e che stesse
concretizzando le aspettative che erano state riposte in lui, in par-
ticolare dal duca. Non solo, infatti, aveva brillantemente comple-
tato l'Università di Gottinga, ma aveva risolto il problema della
costruzione del poligono regolare a diciassette lati. Durante que-
sto secondo periodo a Brunswick si può osservare un'enorme
espansione degli interessi scientifici di Gauss. Per la prima volta,
infatti, si dedicò sistematicamente a questioni di matematica ap-
plicata, nello specifico all'astronomia teorica e pratica.
In questo periodo anche la sua vita personale cambiò con la
conclusione del corteggiamento di Johanna Oshoff, con la quale
si sposò nel 1805. Fu la prima delle due mogli di Gauss. Johanna,
figlia di un conciatore, aveva tre anni meno di Gauss e la sua fa-
miglia era molto vicina a quella della madre dello scienziato,
dato che quest'ultima lavorava per la famiglia della futura sposa.
Da piccolo Gauss aveva visitato con frequenza la casa dei geni-
tori di quella che sarebbe diventata sua moglie e, quando tornò
64 DISOU/5/T/ONES ARITHMETICAE
JOHANN PETER GUSTAV LEJEUNE DIRICHLET
OISQUISITIONES ARITHMETICAE 65
l NOBEL PER LA MATEMATICA
Solo ai giovani
Come caratteristiche proprie di questo prestigioso premio è necessario ci-
tare che esso è concesso unicamente a matematici di età non superiore ai
quarant'anni e che ha periodicità quadriennale. Il premio in denaro che lo
accompagna, circa 10.000 euro, è molto lontano dagli importi distribuiti dal
Nobel. Per ogni edizione possono essere scelti tino a quattro vincitori, ma in
rare occasioni il premio è stato tanto generoso. Fisicamente la medaglia è
rivestita in oro ed è stata disegnata da Robert T. McKenzie nel 1933. Sulla
parte frontale sono riportati il profilo del matematico greco Archimede e la
scritta '' Transire suum pectus mundoque potiri)) (Trascendere le limitazioni
umane e padroneggiare l'universo). Sul retro sono incise una sfera inserita
in un cerchio e la scritta ~<Congregati ex toto orbe matematici ob scrita insi-
gnia tribuere•• (l matematici di tutto il mondo si sono riuniti per assegnare
questa medaglia per scritti eccellenti).
66 DISOUISIT/ONES ARITHMETICAE
scrisse sua moglie come intelligente e dolce, ma anche inesperta
e con scarsa formazione culturale.
Alla fine del 1809, meno di due anni dopo il trasloco a Got-
tinga, con Gauss direttore dell'osservatorio astronomico, Johanna
morì per le complicanze del suo terzo parto a un mese dallo stesso.
La coppia aveva già due figli: Joseph e Minna. L'ultimo figlio di
Johanna, il povero Louis, seguì la madre dopo pochi mesi, get-
tando lo studioso nello sconforto e nella depressione. Gauss era
stato abbastanza felice durante il primo matrimonio; un anno
prima della scomparsa di Johanna descrisse la sua vita famigliare
in una nuova lettera all'amico Bolyai:
DISQU/5/T/ONES ARITHMETICAE 67
monio, dato che la famiglia della sposa non era felice che la figlia
di un professore dell'università si sposasse con qualcuno di estra-
zione tanto umile come Gauss. In una lettera che Gauss indirizza
alla futura sposa in occasione di un viaggio a Brunswick per cono-
scere sua madre, lo scienziato la awerte del livello culturale della
sua famiglia:
Ancora una cosa: la ragione per la quale non ho scritto a mia madre
è perché volevo farle una sorpresa e anche perché mia madre non
sa leggere alcune delle cose che le scrivo e Voi non vorrete certo che
le debba mostrare ad altri.
68 DISQUISITIONES ARITHMETICAE
fu pagato in forma anonima, anche se, anni dopo, si seppe che il
benefattore era stato il vescovo di Francoforte e ciò può dare
un'idea della crescente fama di Gauss. Lo scienziato, già anziano,
raccontava infatti che Napoleone non aveva bombardato Got-
tinga per non mettere a repentaglio la sua vita, un'affennazione
forse leggermente esagerata da parte sua. È invece certo e docu-
mentato che la matematica francese Sophie Germain intercedette
presso Napoleone perché fosse risparmiata la vita di Gauss, che
apprezzava enormemente per il suo talento matematico.
Nel 1810, solo due anni dopo, Gauss vinse la medaglia dell'I-
stituto delle Scienze francese, ma rifiutò il premio in denaro che
la accompagnava, tra l'altro perché non nutriva grande simpatia
per i francesi che in quel momento dominavano la sua terra e con
i quali i suoi compatrioti erano in guerra da diversi anni. Accettò
però l'orologio astronomico che aveva scelto per lui Sophie Ger-
main, matematica con la quale manteneva una relazione episto-
lare. Con alcune illustri eccezioni, nel XIX secolo erano poche le
donne che si dedicavano alla matematica. Sophie Germain, di
fatto, poté mantenere una corrispondenza con Gauss fingendo di
essere un uomo per evitare che le sue idee fossero scartate a
priori. Aveva scoperto un particolare tipo di numeri primi, legati
all'ultimo teorema di Fermat - in quel periodo ancora una conget-
tura- che oggi sono noti come numeri primi di Germain. Gauss
era impressionato dalle lettere che riceveva da un certo Monsieur
Le Blanc e restò meravigliato quando seppe, dopo un lungo scam-
bio epistolare, che il monsieur era in realtà una mademoiselle.
Egli non solo non dimostrò alcun pregiudizio contro le donne, ma
ritenne il fatto particolarmente rilevante e, in una lettera alla Ger-
main, scrisse:
DISQU/SinONES ARITHI"'ETICAE 69
Gauss cercò di convincere l'Università di Gottinga a conce-
dere a Sophie un dottorato honoris causa, ma la matematica
morì prima che vi riuscisse. Ancora più significativo di qualun-
que riconoscimento o premio dell'importanza di Gauss fra i suoi
contemporanei fu il modo in cui il governo della Vestfalia, in quel
momento in mano agli occupanti francesi, si sforzò di rispettare
la sua promessa di costruire un nuovo osservatorio. A tale scopo
furono destinati ingenti fondi e, nel1814, quando il regno di Ve-
stfalia cessò di esistere, erano stati fatti notevoli progressi in un
tempo caratterizzato da grandi restrizioni economiche, poiché si
deve ricordare che la Prussia era stata sconfitta dalla Francia.
Pur con queste limitazioni, Gauss poté sempre ottenere il mate-
riale che riteneva necessario per le sue ricerche. Durante la per-
manenza all'università, riuscì ad avere delle borse di studio per
alcuni studenti, fra i quali Christian Ludwig Gerling (1788-1864)
e August Mobius (1790-1868), creatore del famoso nastro che
porta il suo nome. Il primo fu un fisico di grande valore e il se-
condo un celebre matematico e astronomo.
Si è spesso affermato che Gauss non fosse interessato all'in-
segnamento e che i suoi sforzi fossero decisamente più orientati
alla ricerca, ma una tale generalizzazione è ingannevole. Dob-
biamo considerare che nel tipo di università dove insegnò Gauss
molti studenti arrivavano più per le loro relazioni sociali che per
il valore intellettuale. La maggior parte degli alunni che conobbe
non erano molto interessati a imparare, erano poco motivati e
mancavano delle conoscenze elementari. In una lettera che
scrisse nel 1810 a un intimo amico, l'astronomo e matematico
Friedrich Wilhelm Bessel ( 1784-1846), Gauss affermava:
70 DISQU/S/TIONES ARITHMETICAE
MAAIE·SOPHIE GEAMAIN
DISQUISITIONES ARITHMETICAE 71
insegnante, preoccupato esclusivamente delle proprie ricerche.
Il solo fatto di essere stato il maestro e mentore di Bernhard
Riemann (1826-1866), forse il matematico di maggior rilievo
della seconda metà del XIX secolo, dovrebbe in realtà redimerlo
da qualsiasi accusa di non aver trasmesso il suo sapere alle
nuove generazioni.
72 DISQUISITIONES ARITHMET/CAE
CAPITOLO 3
Un metodo
per trovare i pianeti
n a (in UA)
o 0,4
3 0,7
6 l
12 1,6
24 2,8
48 5,2
96 lO
192 19,6
FOTO IN BASSO
Gauss raffigurato
nell'Osservatorio
di Gottinga, del
quale fu direttore
dal1807 fino
alla morte.
Il paradosso di Olbers
Attualmente si ricorda Olbers in particolare per la presentazione. nel 1823.
del famoso paradosso che porta il suo nome. secondo il quale. in un univer-
so euclideo, infinito, statico e uniformemente popolato di stelle, il cielo not-
turno dovrebbe brillare come la superficie solare. Le spiegazioni proposte
per dare una soluzione a questo paradosso sono storicamente consistite
nella negazione che l'universo sia infinito od occupato da stelle in modo
uniforme. La teoria della relativita trova una ragione evidente. dato che le
galassie lontane dalla Terra oltre quattordici miliardi di anni luce (la presun-
ta eta dell'universo) non hanno ancora potuto farci arrivare la loro luce a
causa della sua velocità finita. Ciò significa. per lo meno per quanto riguar-
da la luce delle galassie che vediamo. che l'universo è finito. D 'altra parte.
però, l'universo è in espansione e non è quindi statico.
2
}:e; = }: (Yi - f (xi )) sia minima.
i-1 i-1
2
}: e;= }:;_1(Yi- f(xi))
i-1 n n
Sembra che sia il mio destino coincidere in quasi tutti i miei lavori
teorici con Legendre. Così è accaduto nell'aritmetica superiore, nel-
le ricerche sulle funzioni trascendenti legate alla rettificazione [il
processo per trovare la lunghezza dell'arco di una curva] dell'ellisse,
i fondamenti di geometria e ora ancora una volta qui, con il metodo
dei minimi quadrati.
ADRIEN-MARIE LEGENDRE
Oltre che per il calcolo delle orbite spaziali, il metodo dei minimi
quadrati mostra grande potenzialità in molti altri campi della ma-
tematica, in particolare la statistica, come vedremo. La risoluzione
delle equazioni del metodo dei minimi quadrati dipende dalla no-
stra conoscenza della funzione J, che lega le variabili delle quali
abbiamo i dati, e dalla complessità di tale funzione. Il caso più
semplice è quello nel quale la funzione è una retta, ovvero Y=a+bX.
n calcolo dei parametri a e b si ottiene con un calcolo poco com-
plesso a partire da n coppie di dati bidimensionali (x 1, y 1), (x2, y 2),
... , (xn, Y.). Applicando la tecnica dei minimi quadrati otterremo,
dopo aver derivato e reso uguale a zero, delle equazioni note con
il nome di equazioni normali:
n n
}:y; = na+b}:x;
i·l i-l
n n n
}:Y;X; =a }:x;+ b }:xi,
i-l i· l
b= Cov(X,Y)
82x
a=y-bx,
x
dove Cov (X, Y) è la covarianza delle variabili e Sx 2 e sono ri-
spettivamente la varianza e la media della variabile X e y è la
media della variabile Y. La retta risultante è nota come retta di
regressione. Questo tipo di calcoli ci può aiutare a determinare il
valore possibile di una variabile a partire dal valore conosciuto di
un'altra. Immaginiamo di selezionare n individui con l'adeguata
proporzione fra peso e statura A partire da queste n coppie di dati
calcoleremo la retta di regressione corrispondente. Con questa
Statura Peso
170 68
172 70
174 71
175 72
177 73
180 76
182 80
185 82
186 83
187 84
190 85
193 85
194 86
Rappresentazione
dei punti
Peso (kg)
e della retta di
regresslone 90 -j
calcolata
con Il metodo
del minimi 85
quadrati.
80
65 1---+----+-------,1----+-- --1----+---t-
60+------L--L--------~----
165 170 175 180 185 190 195 200
Altezza (cm )
Come già detto, nel 1807 Gauss tornò a Gottinga dopo essere stato
nominato direttore dell'ossezvatorio astronomico. Sebbene si fosse
interessato tutta la vita all'astronomia, e, di fatto, ciò abbia pregiu-
dicato la sua possibilità di aggiungere ulteriori apporti alla matema-
tica tradizionale, è in questi primi aruù a Gottinga che dedicò i mag-
giori sforzi alla raccolta dei suoi precedenti lavori di astronomia e a
concretizzare nuovi progressi. Nel 1809, quindi, pubblicò la sua
opera più importante a contenuto astronomico: Theoria motus cor-
porum coelestium in sectionibus conicis Solem ambientium. n
testo contiene i risultati ottenuti da Gauss, ma, come d'abitudine,
non sempre i metodi utilizzati per arrivare alle soluziorù.
n libro fu pubblicato in latino, sebbene la prima versione di
Gauss sia stata scritta in tedesco. L'editore, infatti, ritenne che fosse
Gauss non fu lo scopritore della curva che porta il suo nome. La distribuzione
normale. o curva di Gauss, come fu in seguito denominata, anche nota come
campana di Gauss in statistica, fu presentata per la prima volta da Abraham
de Moivre (1667-1754) in un articolo del1733, diversi anni prima che Gauss
venisse alla luce. La funzione della densità di una distribuzione normale (che
descrive la probabilità che si trovino valori della variabile in un determinato
insieme), e che appare in modo naturale nello studio del comportamento dei
fenomeni reali, è la seguente:
l (x;tY
f(x) • ------r.:- e~.
a"2n
- _l.
l motivi per i quali Gauss compare nel nome di questa distribuzione sono due:
da una parte, egli usò profusamente la distribuzione normale nell'analisi degli
errori degli esperimenti quando analizzava dati astronomici e, dall'altra, vi sono
funzioni, denominate gaussiane (in suo onore), per le quali la distribuzione
normale non è altro che un caso particolare con i valori di
l
a • ------r.:- • b = !-l e c= a.
a"2n
Nella distribuzione normale la maggior parte dei valori della variabile si rag-
gruppa attorno ai valori centrali, pertanto il grafico acquisisce maggiore al-
tezza. Quanto più ci allontaniamo da questi valori, meno probabile è trovare
dei dati, pertanto la linea è decrescente, giacché ci separiamo dal valore del-
la media.
Mettendo ordine
tra i numeri primi
lim( }": !)
x......, p p-s.x
= oo con p prirrw.
10 4 2,50
100 25 4,00
1000 168 5,95
10000 1229 8,14
100000 9592 10,43 .
1000000 78498 12,74
10000000 664579 15,05
n(N)•-N-
ln(N)
N
:rt( N)• -ln-(N-)--1-,0_83_6_6'
apportando nna piccola correzione che era più vicina alla grafica
reale della distribuzione dei nwneri primi. Di fatto, con le tavole
dei primi esistenti fino ad allora era quasi impossibile distinguere
la grafica di :rt(N) e la stima di Legendre. Quest'ultimo si era limi-
tato ad adattare nna funzione alla grafica, problema relativamente
semplice usando il metodo dei minimi quadrati ed era per questo
che nella formula comparivano termini come 1,08366, privi di
l
l'Yif..N)'
l l l N l
1t{N)e-+-+...+-=}:--.
ln2 ln3 lnN i-2ln( i)
N dy
L.(N)=f-.
t 2 ln(y)
Gauss pertanto ipotizzò che rr.(N) 5!! L;(N), ciò che si conosce
come la congettura dei numeri primi di Gauss che, come ve-
dremo, si trasformò nel teorema dei numeri primi di Gauss. Con
questa espressione, il matematico tedesco superava nuovamente
Legendre, anche se sarebbero stati necessari enormi progressi
tecnici nel calcolo dei numeri primi per provarla. Gauss dedicò
molto tempo alla costruzione di tavole di numeri primi per poter
provare la sua congettura. A oltre settant'anni, scrisse all'astro-
nomo Johann Encke (1791-1865): «Molto spesso utilizzavo un
quarto d'ora di inattività per trovare i numeri primi in intervalli di
mille». Con questo curioso modo di rilassarsi Gauss riuscì a calco-
lare il numero dei primi inferiori a 3.000.000 e verificò che la diffe-
renza con la stima della sua funzione integrale era appena dello
0,0007%. Quando si iniziò a usare tavole di numeri primi più estese,
si scopri che la formula di Legendre risultava molto meno precisa
e per numeri superiori a 10.000.000 si allontanava sensibilmente
dal risultato corretto.
Con l'aiuto dei moderni metodi di calcolo si verificò che la
stima di Gauss dei numeri primi minori di 10 16 si allontana dal
valore corretto appena di un decimilionesima parte dell'l%, men-
tre la stima di Legendre moltiplica questa deviazione vari miliardi
di volte. Possiamo affermare quindi che la stima di Gauss, basata
su ragionamenti di tipo matematico, superò gli adattamenti di Le-
gendre per far coincidere la sua fimzione con i dati disponibili fino
a quel momento.
Oltre a questa prima congettura, cioè che la funzione rr.(N)
poteva essere stimata con precisione con L.(N) , senza avere li-
miti per N, Gauss ne espresse una seconda, poiché era convinto
che la funzione L;(N) avrebbe finito per sovrastimare la quantità
reale dei numeri primi (sempre per percentuali infinitesimali) e
che questa tendenza sarebbe stata uniforme. Questa seconda af-
L'IPOTESI DI RIEMANN
., l
~(x)=}:~.
n-In
"' l 1t2
~(2)= }:-2 =-.
n-1 n 6
"' l
~ (x) ... }: ----;- =
n-1 n
n
pepl- p
l
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l l l l
90 ""2 32 5"
Zenone di Elea (ca. 490-ca. 430 a.C.) fu un filosofo greco che ideò una serie
di paradossi, o aporie, per supportare la dottrina del suo maestro Parmenide,
il quale affermava che le sensazioni che otteniamo dal mondo sono illusorie
e, più concretamente, che non esiste il movimento fisico, come cercava di
dimostrare con ragionamenti logici. Il più famoso dei suoi paradossi ha come
protagonisti il " pie' veloce" Achille e una tartaruga. Achille e la tartaruga si
sfidarono in una gara di corsa. Dato che il guerriero correva molto più veloce,
diede all'animale un enorme vantaggio. Dopo il via, Achille percorse la distan-
za che inizialmente li separava, ma, giunto sino a lì, scoprì che la tartaruga non
c'era più, ma che era progredita per un piccolo tratto. Senza scoraggiarsi,
continuò a correre. ma, arrivato nuovamente dove stava la tartaruga, quest'ul-
tima era progredita ancora un po'. Continuò così all'infinito. In questo modo
Achille non raggiungeva mai la tartaruga. La conclusione è evidente: dato che
i nostri sensi ci dicono che Achille raggiunge la tartaruga, allora significa che
i nostri sensi ci ingannano e Parmenide aveva ragione. Il ragionamento è falso
e facile da confutare. l tempi nei quali Achille percorre la distanza che lo se-
para dal punto davanti a lui dove si trova la tartaruga sono sempre di più e
sempre più piccoli e la loro somma dà un risultato finito, pertanto Achille
raggiungerà la tartaruga. Supponiamo che Achille dia alla tartaruga un van-
taggio iniziale di D e che il guerriero corra al doppio della velocità dell'anima-
le. Quando Achille giunge nel luogo dov'è la tartaruga, l'animale ha percorso
('/2)0. Ripetiamo il ragionamento e sappiamo che, quando Achille arriva a
0+('/2)0, la tartaruga ha avanzato di un ulteriore ( 1/4 )0.
.. l j[2
C(2)- } : -2 - - .
n•l n 6
D D D
D+-+-+-+ ...
2 4 8
Pertanto, nel peggiore dei casi, avremo che Achille dovrà percorrere:
D "' l
-+~
2 LJ - 2
· D•
n-l n
Allo scopo di celebrare l" arrivo del nuovo millennio. l'Istituto matematico Clay
selezionò sette problemi che avevano resistito a qualunque tentativo di riso-
luzione. Si intendeva emulare David Hilbert che. cento anni prima. aveva riu-
nito un gruppo di ventitré problemi che erano stati un punto di riferimento
per tutti i matematici del XX secolo. L'unico problema inserito in entrambi gli
elenchi è l'ipotesi di Riemann. La lista dei problemi comprende le più impor-
tanti aree della matematica ed è la seguente:
4. L'ipotesi di Riemann. Afferma che la parte reale degli zeri non banali
della funzione zeta di Riemann vale 1/2.
«Se rrù svegliassi dopo aver donnito mille anni, la rrùa prima
domanda sarebbe: l'ipotesi di Riemann è stata provata?»
DAVID HILBERT, MATEMATICO CHE ELABORÒ NEL 1900 LA LISTA DEI VENTITRÉ PROBLEMI MAI RISOLTI.
Uno dei principali impegni scientifici del XVIII secolo, quando era già noto
che la Terra era approssimativamente sferica, fu conoscere le sue dimen-
sioni esatte e la sua forma, ovvero se il grado di sfericità fosse perfetto o
se essa fosse appiattita in qualche punto, ai poli (opinione di Newton) o, al
contrario, all'equatore (Cartesio). Per risolvere entrambe le questioni e su
iniziativa dell'Accademia delle Scienze di Parigi, si avviò un esperimento
che consisteva nel realizzare una serie di misurazioni dell'arco del meridia-
no all'altezza dell'equatore (con la quale, dopo le opportune operazioni
matematiche, si sarebbe ottenuto il perimetro della Terra) e confrontarle
con altre all'altezza dei poli. Cosi, nel 1735, parti da Ruan una spedizione
verso la Lapponia diretta da Pierre-Louis Moreau de Maupertuis, accompa-
gnato da altri scienziati francesi . Nel 1736 un'altra spedizione si imbarcò
diretta in Perù sotto la direzione dell'astronomo e matematico Louis Godin,
con al seguito alcuni dei più famosi saggi dell'epoca, nonché i marinai e
scienziati spagnoli Jorge Juan e Antonio de Ulloa. rappresentanti della
monarchia che governava il territorio oggetto di studio. Questa spedizione,
che durò quasi un decennio (tornarono in Europa tra il1744 e il1745), finirà
per diventare un'autentica avventura scientifica e, sebbene venne dimo-
strato che aveva ragione l'inglese Newton, deludendo i sostenitori dell'im-
presa. apri molte strade verso il futuro per vari rami del sapere: geodesia,
astronomia, navigazione, botanica, ecc. Di molti dei v iaggiatori che parte-
ciparono alle due spedizioni sono rimaste testimonianze bibliografiche di
grande interesse.
Incisione realizzata nel 1773 da Castro Carmona, che Illustra una delle triangolazlonl eseguite nel
VIcerea me del Perù per determinare la lunghezza di un arco del meridiano. La difficile orografla andina,
con vette che superano l 4.000 metri, rendeva le misurazioni particolarmente complesse.
l. Dati due punti è possibile tracciare una e solo una retta che
li unisca.
Sebbene Gauss non abbia mai pubblicato nulla sulla geometria non
euclidea, ciò non significa che non abbia redatto importanti lavori
sulla geometria in genere. Di fatto, nel1827. pubblicò un 'opera fon-
damentale sulla geometria differenziale usando elementi di analisi
matematica. Il libro, intitolato Disquisitiones generales circa su-
pe'ljìcies curvas (Disquisizioni generali sulle supe'ljìci curve),
frutto delle idee sulla geometria delle superfici nate dalle sue os-
servazioni geodetiche, costituisce il contributo definitivo di Gauss
alla geometria differenziale. In questo lavoro creò la geometria
differenziale delle superfici, iniziando un programma poi comple-
tato nei decenni successivi dal lavoro di molti matematici. n pro-
blema che dà origine alle sue idee è come riuscire a proiettare su
una mappa piana la geometria di altri tipi di superficie. Nei casi più
semplici (delle curve costanti) appaiono le geometrie omogenee:
euclidea, ellittica e iperbolica (che fu quella sviluppata da Bolyai e
Lobachevsky). Gauss si spinse molto oltre questi spazi omogenei e
introdusse ciò che attualmente si denomina curvatura di Gauss,
una generalizzazione per le superfici della curvatura definita nel
piano.
Questo concetto gli pennise di scoprire il cosiddetto Theo-
rema Egregium, un risultato fondamentale della geometria diffe-
renziale. Informalmente il teorema afferma che la curvatura
gaussiana di una superficie differenziabile può essere determinata
completamente misurando angoli e distanze sulla superficie stessa,
senza fare riferimento alla forma particolare della sua curva all'in-
terno dello spazio euclideo tridimensionale. ll concetto di curva-
tura, quindi, è una proprietà locale.
In geometria si definisce una curva (in forma parametrica) nel piano come
l'applicazione x(s)=(x(s). y(s)) . dove se un numero reale e le funzioni x(s) e
y(s) ci forniscono le coordinate nel piano. Prendono il nome di parametnche
le equazioni nelle quali le variabili x e y, ognuna separatamente. sono espres-
se in funzione di una stessa terza variabile o parametro, nel nostro caso s.
La curva deve essere una funzione continua e differenziabile, ovvero con un
tracciato uniforme e senza picchi. Per essere differenziabile. in ogni punto s
della curva si può definire la tangente di detta curva. Per definizione la cur-
vatura di u in s si indica come l'angolo che forma la tangente alla curva nel
punto s. t(s). con una direzione fissa del piano, che, per comodità. si prende
solitamente come asse OX delle coordinate, ovvero:
k(s) in realtà misura la separazione della curva dalla sua retta tangente. La
curvatura di Gauss. che in un certo modo generalizza questo concetto per
le superfici, si può definire in vari modi e il più semplice è quello forn ito
dall'espressione:
Min:j(x)
soggetto a: x E S,
Ma.x: -f(x)
soggetto a: x E S.
WILHELM WEBER
L'eredità del
"Principe dei matematici"
163
Indice
165
8, 15, 28, 31, 36, 40, 45, 56, 57, 113, 125, 154
63, 101 insieme denso, 51
ipotesi di Riemann, 113, 118-121
eliotropo, 132
ennagono,42 Lagrange, Joseph-Louis, 32, 55, 61,
eptadecagono,9, 10,36,37,40,56 63, 71,87
equazioni, 11, 35, 41, 45, 49-53, 55, ~ande,Joseph, 77,78
56,58,59,60,83,88,92,93, 105,
111, 119, 133, 139, 141, 155, 160 Laplace, Pierre-Simon de, 48, 54,
esagono,39,42 55,68,87
ettagono, 10, 42 Legendre, Adrien-Marie, 10, 11, 38,
Euclide, 12, 98-100, 134-137 60,65,85-87,94,110-112
Euler, Leonhard Paul (detto legge
Eulero), 28, 32, 54, 55, 59, 60, di reciprocità quadratica 15, 60,
61, 82, 99, 101, 104-107, 114-118, 61
141 di Titius-Bode 75, 76, 77
logaritmo integrale 112, 122
Fermat, Pierre de, 8, 28, 4042, 60, logaritmi 54, 106, 107, 109, 110, 111
65,69, 71,87,100-105
fisica, 7, 12, 15, 30, 87, 103, 123, 129, medaglia Fields, 64, 66, 119, 160
135, 142, 1~146, 154 metodo dei minimi quadrati, 10, 11,
forme quadratiche, 61, 62 15,36, 73,79-86,88-94,111,132,
funzione 144, 145, 159-161
indicatrice di Eulero, 59 moltiplicazione, 107, 109
zeta, 114,115,117,119
w, 108, 109, 112, 114, 120 numero
combinatorio, 22
Galois, Evariste, 55, 56, 155 complesso, 11, 15, 45, 51-53, 55,
geodesia, 12, 15, 123, 129, 130, 132, 114, 115, 117, 118
133, 134, 142 fattoriale, 22, 107
geodetica, 133, 140, 141 irrazionale, 107
geomagnetismo,47, 129,146,147 naturale 22-26, 28, 40, 42, 49, 97,
geometria, 7, 13, 15, 22, 32, 35, 36, 98, 100, 107, 144, 155
38,56,86, 103,123,134-141,155, prirnno, 11, 12,26,28,32,
159-160 41, 42, 49, 59-61, 62, 63,
Germain, Marie-Sophie, 69, 71, 158 69-71, 87, 95, 97-102,
. Goldbach, Christian, 28, 60, 104 104-116, 119-121
Gymnasium Catharineum, 29 razionale, 49, 51, 155
reale, 48, 50-52, 107, 114, 115,
Humboldt, Alexander von, 47, 48, 117, 139
68, 125, 146-148, 158 triangolare, 25-28, 36, 62
Humboldt, Wllhelm von, numeri di Fermat, 41, 101
166 INDICE
osservatorio sonuna della serie, 65, 115, 117
astronomico, 70, 82, 90, 126, statistica, 7, 11, 30, 87-89, 91, 156,
143, 148, 150, 158 160
di Berlino, 76
di Gottinga, 10, 30, 33, 48, 67, telegrafo, 143, 148, 149
79,82,90, 125,143,147 teorema, 9, 27-29, 35, 36, 41, 42, 48,
di Palermo, 10, 77 50,51,53-55,~2,69,90, 100,
di San Pietroburgo, 82 102, 121, 135, 138, 156
ottica, 12, 54, 94, 150 di Gauss-Markov, 11,90
orbita, 10, 11, 15, 73, 75-83, 86, 92- di Pitagora, 50, 135
94, 100, 104, 111, 159, 160 dei nwneri primi, 112, 121
Olbers, Heinrich, 41, 68, 80-83, 86, dei nwneri triangolari, 28
126, 153 fondamentale delle congruenze
ottagono, 42 polinomiali,59
fondamentale dell'algebra, 11,
Pallade (asteroide), 81, 82, 86 15,48,50,51,62, 156
Piazzi, Giuseppe, 10, 77, 78, 80 teoria
piccolo teorema di Fermat, 60 di Galois, 55, 56
pentagono, 40, 42 della relatività, 81, 141, 161
Pitagora, 26, 115 deinwneri,9, 15,41,45,47,56,
poligono regolare, 35, 37, 39-42, 63, 60,63,65, 71,87,97, 106,
64, 101 110, 111, 120, 121, 155, 160
polinomio 11, 48-50, 55, 62, 118 Theorema Egregium, 15, 138-140
principio Theoria motus corporum
di induzione, 24, 25 coelestium in sectionibus conicis
di minima coercizione, 144, 145 Solem ambientium, 15, 85, 90, 94
problema variazionale, 145 Titius, Johann Daniel, 75, 77
problema triangolazione, 15, 129, 131, 132
di riga e compasso, 9, 10, 15, triangolo,26,27,42,50, 133,135
35-43,63,97,101 equilatero, 26, 39
quadratura del cerchio, 43 rettangolo, 50,135
duplicazione del cubo, 43 sferico, 133
trisezione dell'angolo, 43 trigonometria, 131, 133
del millennio, 118
progressione aritmetica, 23 ultimo teorema di Fermat, 41, 69,
103
quadrato,42,49,50,84, 135,160 Università
di Berlino, 114, 125
retta di regressione, 88-90 di Gottinga, 15, 32-34, 55, 56, 64,
residuo quadratico, 60 68, 70,82, 113,125,143,153,156
residui, 60, 84 di Helmstedt, 15, 32, 34, 47
risoluzione per radicali, 55 di Kazan, 22
INDICE 167