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Piergiorgio Odifreddi, La matematica del novecento, pp.

193, Einaudi 2000


di Giuseppe Cornacchia, novembre 2005

Si legge nell'introduzione che tre grosse difficoltà si pongono alla divulgazione della matematica;
l'alto livello di astrazione, staccata dal senso comune; la grande quantità di teoremi, spesso
inutili, messi in circolo dalle riviste specializzate; la frammentazione dei discorsi e
l'iperspecializzazione in sottodiscipline di dubbia vitalità e ancor minore utilità. Questi stessi
impedimenti rendono impossibile avere un occhio panoramico, che abbracci con consapevolezza
la materia nel suo complesso. Per orientarsi da profani, dunque, si suggerisce di guardare a
quanto viene presentato nei Congressi Internazionali della Matematica, che si tengono ogni
quattro anni, e ai premi più prestigiosi del settore, tra i quali la medaglia Fields e il premio Wolf. I
grandi risultati, cioè, rimangono nel solco di una tradizione che innova se stessa sulla lezione dei
grandi maestri e sui problemi da essi posti, rimasti insoluti o emersi avanzando nell'analisi e
nell'uso di calcolatori sempre più potenti. Al fondo, rimane una questione di scoperta,
presupponendo l'abilità di percepire nuovi ed esistenti oggetti astratti, o di invenzione, intendendo
la capacità di costruire oggetti dotati di consistenza interna.

Il volume è quindi una panoramica diacronica, discorsiva e fascinosa, dei risultati conseguiti nel
XX secolo, suddivisi tra: fondamenti, matematica pura, matematica applicata e nuova matematica
al calcolatore. Si spazia tra teoria dei numeri, topologia, logica, algebra, analisi, geometria; un
minimo di competenza specifica è necessario per orientarsi e gustare a fondo l'eleganza di
alcune soluzioni, divenute celebri e fondative in contesti assai diversi, dall'economia alla biologia,
alla filosofia. Il teorema di incompletezza di Godel, 1931, ad esempio afferma che "nessuna
teoria che pretenda di fondare la matematica è in grado di autogiustificarsi, ed è invece costretta
a cercare la sua giustificazione al di fuori di sé"; la teoria dei gruppi di Lie, per dirne un'altra, è "il
linguaggio che permette di esprimere le teorie unificate di campo della fisica delle particelle", ed è
stata continuamente innovata lungo tutto il secolo scorso; ancora, il teorema KAM dei sistemi
dinamici, 1962, portò ad affermare che "per perturbazioni piccole, la maggioranza delle orbite è
stabile", così risolvendo il secolare problema della stabilità del sistema solare.

Discorso a parte è fatto per la matematica al calcolatore. Odifreddi evidenzia anzitutto il rischio di
cedere alla "bassa ragioneria" di un uso acritico della sua potenza computazionale; poi, però,
riconosce come nella matematica applicata si sia verificato un avanzamento determinante per
mezzo della simulazione, tramite la quale "si può evitare trovare soluzioni esplicite della
descrizione matematica di un sistema, e ottenere una descrizione grafica del suo
comportamento, direttamente", così by-passando le difficoltà di descrizione di sistemi molto
complessi. Un esempio quotidiano di questi avanzamenti simulativi è rappresentato dalla
crescente affidabilità delle previsioni atmosferiche a breve e medio termine.

La chiusura è affidata ad un capitolo sulle questioni ancora insolute e a tabelle riepilogative che
consentano di riordinare l'esposizione per problemi-congetture e per risultati. Alcune questioni
insolute sono oggetto dei cosiddetti problemi del millennio, posti all'attenzione dei matematici
dall'istituto matematico americano Clay e codificati in sette premi durante il Convegno di Parigi
del 2000, ciascuno del valore di un milione di dollari. Un incentivo per gli operatori del settore e
un invito al grande pubblico, per una maggiore partecipazione alle sorti di questa materia che è,
tutto sommato, la madre dei procedimenti elementari sui quali poggia il nostro mondo
ipertecnologizzato.

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